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Guardia del corpo: dal cast alla canzone, tutte le curiosità sul film

Ancora oggi considerato tra i più celebri film sentimentali degli anni Novanta, Guardia del corpo (qui la recensione) è entrato a far parte dell’immaginario comune grazie ai suoi splendidi interpreti e ad una memorabile colonna sonora struggente. Diretto nel 1992 da Mick Jackson e scritto dal celebre Lawrence Kasdan, tra i maggiori sceneggiatori di Hollywood, il film è però molto più che un semplice film sentimentale. Al suo interno si possono infatti ritrovare grande azione, tensione ed elementi thriller, il tutto legato insieme dalla musica e dalla sua forza immortale.

Kasdan scrisse il film negli anni Settanta e fu una delle sue prime sceneggiature. Ci sono però voluti diversi anni prima che questa si concretizzasse in film. A permetterlo fu l’interessamento dell’attore Kevin Costner, divenuto celebre in quegli anni grazie al film Balla coi lupi. La storia, originariamente scritta pensando a Steve McQueen e Diana Ross venne dunque rielaborata e adattata, giungendo alla sua forma finale. Nonostante ne fossero tutti entusiasti, nessuno poteva prevedere quanto grande sarebbe stato il successo del film. A fronte di un budget di 25 milioni di dollari, questo arrivò a guadagnarne circa 411 in tutto il mondo, divenendo il secondo più alto incasso del suo anno.

Memorabile anche la sua colonna sonora, arrivata a vendere oltre 45 milioni di copie in tutto il mondo, con brani come I Have Nothing, Run to You e I Will Always Love You divenute parte della storia e della cultura mondiale. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla sua canzone più celebre. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Guardia del corpo cast
Kevin Costner e Whitney Houston in Guardia del corpo. © 1992 – Warner Bros. All rights reserved.

La trama di Guardia del corpo

Protagonista del film è Rachel Marron è una superstar del mondo della musica e del cinema all’apice del successo. Fans da tutto il mondo vogliono vederla, ascoltarla, toccarla. Tra loro, però, ve ne è anche uno che sembra invece avere scopi meno ammirevoli. La donna inizia infatti a ricevere una serie di lettere minatorie da parte di uno sconosciuto. Per questo motivo, Rachel richiede la presenza accanto a sé di una guardia del corpo. Viene scelto per tale compito Frank Farmer, un professionista che non abbassa mai la guardia. Rachel è è però abituata ad avere il controllo sulla sua vita, e mal sopporta l’idea di dover sottostare ad una serie di misure di sicurezza. Ben presto, però, il rapporto con Frank si farà sempre più stretto, proprio nel momento in cui lo stalker è pronto a colpire.

Il cast del film

Come accennato, il ruolo della guardia del corpo Frank Farmer era originariamente stato scritto per l’attore Steve McQueen. Il ruolo fu però poi assunto da Kevin Costner, che decise anche di produrre il film. Nel vestire i panni del protagonista, però, l’attore rivelò di essersi ispirato al carattere proprio di McQueen. Si è anche fatto tagliare i capelli allo stesso modo dell’attore, al fine di poter corrispondere maggiormente con l’idea originale del personaggio. Nel ruolo della cantante Rachel Marron vi è invece la celebre Whitney Houston. All’epoca, questa non aveva mai recitato in un film, ma Costner la richiese a tutti i costi per la parte. Per interpretare il ruolo, alla Houston fu detto di non prendere lezioni di recitazione.

L’intento era infatti quello di sfruttare la sua spontaneità, così da rendere il personaggio più vero. Le uniche lezioni che la cantante prese le furono impartite dallo stesso Costner, a cui in cambio insegnò le basi per il canto. Nel film sono poi presenti gli attori Bill Cobbs nei panni di Bill Devaney, manager di Rachel, e Gary Kemp in quelli di Sy Spector. Il giovane DeVaughn Nixon interpreta Fletcher, il figlio della cantante. Il bambino ebbe modo sul set di stringere un ottimo rapporto con Costner e la Houston, pensando a loro come ai suoi genitori cinematografici. Michele Lamar è invece Nicki, sorella di Rachel, mentre Ralph Waite è Herb Farmer, il padre di Frank.

Guardia del corpo Kevin Costner
Kevin Costner e Bill Cobbs in Guardia del corpo. © 1992 – Warner Bros. All rights reserved.

I Will Always Love You, la canzone di Guardia del corpo

Guardia del corpo vanta una colonna sonora di grandissimo successo, con due brani candidati all’Oscar nella categoria per la miglior canzone originale. A divenire particolarmente celebre e strettamente legata al film è però la canzone I Will Always Love You. Questa è stata cantata per la prima volta nel 1973 da Dolly Parton, ma è proprio con questa cover della Houston che il brano ha raggiunto il massimo della sua popolarità. Tale singolo ha infatti venduto oltre 20 milioni di copie nel mondo, divenendo il secondo singolo di maggior successo cantato da un’artista donna. Questo si può udire nel film anche cantato a cappella, un’idea nata da Costner e subito accolta con entusiasmo dalla Houston.

Il trailer di Guardia del corpo e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Guardia del corpo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Now, Apple TV e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 6 settembre alle ore 21:25 sul canale Rete 4.

Fonte: IMDb

Wolf Man: il primo teaser del film con Christopher Abbott

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Wolf Man: il primo teaser del film con Christopher Abbott

La Universal Pictures ha svelato un primo teaser di Wolf Man, il nuovo film in cui Christopher Abbott si trasforma nel classico mostro del cinema. Il filmato non mostra ancora il lupo mannaro ma trasmette certamente un’atmosfera particolarmente orrorifica. Un possibile aspetto del lupo, tuttavia, è stato diffuso qualche giorno fa in rete, anche se si sospetta che potrebbe non essere la versione definitiva o che comunque il lupo del film sarà molto più spaventoso e realistico.

Tutto quello che sappiamo su Wolf Man

Diretto da Leigh Whannell, già regista di L’uomo invisibile, questo reboot della Blumhouse e Universal segue una famiglia terrorizzata da un predatore letale. L’attore Christopher Abbott guida il cast nel ruolo di Lawrence “Larry” Talbot/l’Uomo Lupo e sarà affiancato da Julia Garner, Sam Jaeger e Matilda Firth. L’uscita di Wolf Man è prevista per il 17 gennaio 2025.

Whannell ha diretto la sceneggiatura scritta con Corbett Tuck, Lauren Shuker Blum e Rebecca Angelo. Jason Blum ha prodotto, mentre Ryan Gosling – inizialmente assunto come protagonista -, Ken Kao, Bea Sequeira, Mel Turner e Whannell sono stati produttori esecutivi.

All’inizio di quest’anno, il produttore di Wolf Man, Ken Kao, ha dichiarato: “Da estraneo, direi che il Dark Universe de La Mummia, a mio modesto parere, si sentiva come se fosse reattivo a ciò che stava accadendo con tutta la roba dei supereroi – l’MCU e l’universo DC, e sappiamo che si è parlato molto di ciò che è accaduto con tutto questo [nell’] ultimo anno o giù di lì”.

E ha aggiunto: “Credo che si possa definire un approccio più simile a quello del Joker. A mio parere, soprattutto se si tratta di pezzi contenuti come la Blumhouse è davvero brava a fare, [ha] molto più senso per me. Quindi è un buon manuale”.

Jenna Ortega: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Jenna Ortega: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Nonostante sia giovanissima, Jenna Ortega vanta già una lunga carriera nel mondo del cinema e della televisione, grazie anche alla sua partecipazione a progetti di un certo rilievo che le hanno permesso di ottenere una sempre maggiore popolarità. Negli ultimi anni, in particolare, si è distinta come interprete dotata di grande talento e presenza scenica, capace di passare da un genere ad un altro senza problemi. Il suo futuro sembra dunque particolarmente promettente.

Ecco 10 cose che non sai di Jenna Ortega.

I film e le serie TV in cui ha recitato Jenna Ortega

1. Ha recitato in celebri film. Il primo film in cui la Ortega ha recitato è Iron Man 3 (2013), accanto a Robert Downey Jr.. In seguito è apparsa in Oltre i confini del male – Insidious 2 (2013), In viaggio con Flora (2018), Wyrm (2019), La babysitter – Killer Queen (2020), con Bella Thorne, e Yes Day (2021). Di recente ha invece avuto ruoli di rilievo anche in Scream (2022), accanto a Melissa Barrera, Studio 666 (2022), X – A Sexy Horror Story (2022) e American Carnage (2022). Nel 2023 riprende il ruolo di Tara Carpenter in Scream VI e recita anche in Finestkind, mentre nel 2024 è in Miller’s Girl e Beetlejuice Beetlejuice.

2. È nota anche per diverse serie TV. Oltre a recitare per il cinema, l’attrice si è distinta anche per alcune serie televisive come Il tempo della nostra vita (2013), Rake (2014), Jane the Virgin (2014-2019) e Richie Rich (2015). Ha poi ottenuto una buona notorietà grazie a Harley in mezzo (2016-2018), di cui è protagonista. Ha poi preso parte alla seconda stagione di You (2019) ricoprendo il ruolo di Ellie Alves e recitando accanto a Penn Badgley. Nel 2022 ottiene la definitiva consacrazione recitando nei panni di Mercoledì Addams in Mercoledì, serie ideata da Tim Burton con anche Catherine Zeta Jones. Come noto, una seconda stagione è in fase di sviluppo.

Jenna Ortega in Scream

3. In una stessa scena passa da un’età ad un’altra. La scena di apertura di Scream con Tara Carpenter che riceve la telefonata e viene aggredita da Ghostface è stata girata sia il primo che l’ultimo giorno della produzione a causa dei ritardi dovuti al Covid.  È così che, come rivelato dai registi, all’inizio della scena Ortega ha diciassette anni mentre ne ha compiuti diciotto al momento di tornare a finire la scena. I due registi hanno dunque elogiato la performance e la professionalità dell’attrice, resasi disponibile per quelle riprese aggiuntive.

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Mason Gooding, Melissa Barrera, Jenna Ortega e Jasmin Savoy Brown in Scream VI. Foto di Philippe Bossé/Philippe Bossé – © 2022 PARAMOUNT PICTURES.

Jenna Ortega è Mercoledì Addams

4. È la protagonista della serie. Nella serie Netflix Mercoledì, dedicata al celebre personaggio della Famiglia Addams, l’attrice ricopre come noto il ruolo della protagonista. La sua è però una versione molto differente rispetto a quelle che si sono ad oggi viste al cinema o in televisione. Fino ad ora, infatti, Mercoledì è stata raccontata da bambina, mentre la serie si concentra sulla sua adolescenza. Un cambio importante, che ha portato l’attrice a domandarsi quali aspetti far emergere di più del personaggio per renderlo credibile.

5. Ha avvertito molto stress sul set. Nonostante abbia affermato che girare la serie Mercoledì sia stata una delle esperienze più belle per lei come attrice, la Ortega non ha nascosto di aver provato anche molta agitazione nel corso delle riprese. In particolare, l’attrice era preoccupata sia perché ognuno dei registi chiamati a dirigere i vari episodi sembrava chiederle qualcosa di diverso, sia perché avendo avuto poco tempo per prepararsi sentiva di non aver ancora ben chiari alcuni aspetti di Mercoledì.

Jenna Ortega in Beetlejuice Beetlejuice

6. È tornata a collaborare con Tim Burton. In Beetlejuice Beetlejuice l’attrice interpreta Astrid Deetz, figlia di Lydia, interpretata da un’altra storica collaboratrice di Burton quale Winona Ryder. Il regista ha raccontato di aver scelto Ortega per questo ruolo non solo per via dell’aver apprezzato il lavoro di lei in Mercoledì, ma anche perché a detta sua condivide possiede certe qualità che aveva visto anche in Winona Ryder quando era più giovane, il che permetteva alle due di risultare una credibile coppia madre-figlia.

Jenna Ortega in You

7. Ha recitato nella seconda stagione della nota serie. You è una delle più celebri serie televisive presenti su Netflix. Nella seconda stagione di questa ha recitato anche la Ortega, ricoprendo il ruolo di Ellie Alves, una ragazzina che abita nello stabile di Joe, il protagonista. Il suo è stato senza ombra di dubbio uno dei personaggi che più si sono fatti notare della seconda stagione e la stessa attrice ha raccontato di aver vissuto un’esperienza fantastica sul set. Il personaggio purtroppo non è tornato nella terza stagione, ma non si esclude che possa farlo in futuro.

Jenna-Ortega-Mercoledì

Jenna Ortega e Natalie Ortega

8. Sua madre è la sua prima fan. Quando all’età di sei anni Jenna ha espresso il desiderio di intraprendere una carriera da attrice, è stata sua madre Natalie, di origini messicane e portoricane, a sostenerla durante le prime audizioni e a trovarle un agente. Negli anni, poi, la madre si è affermata anche come la sua prima fan. Andando sul profilo Instagram della donna, infatti, si può ad esempio notare come questo sia interamente dedicato ai progetti della figlia e ai ruoli da lei interpretati.

Jenna Ortega è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice possiede un proprio profilo Instagram ufficiale con tanto di spunta blu. Questo è seguito da 38,2 milioni di persone e presenta attualmente 88 post. Attraverso le sue pubblicazioni l’attrice è solita raccontare le proprie giornate lavorative, tra curiosità e dietro le quinte dei set a cui partecipa. Non mancano però anche immagini legate alla propria quotidianità, tra momenti di svago, giornate in compagnia di amici o colleghi e molto altro. Seguendola si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

L’età e altezza di Jenna Ortega

10. Jenna Ortega è nata a Coachella Valley, in California, il 27 settembre del 2002. L’attrice è alta complessivamente 1,55 metri.

Fonte: IMDb

Tim Burton: 10 cose che forse non sai sul regista

Tim Burton: 10 cose che forse non sai sul regista

Padre di alcune delle fiabe più gotiche viste al cinema negli ultimi decenni, il regista Tim Burton si è col tempo costruito una fama ineguagliabile grazie ai suoi film immediatamente riconoscibili per stile e tematiche. Oggi considerato un regista pop, Burton da sempre segue una propria personale visione del mondo e delle figure che lo abitando, concentrandosi però su quei personaggi spesso da altri dimenticati.

A farla da padrone nelle sue storie cupe e stravaganti, è infatti la figura dell’emarginato, il quale diventa un antieroe destinato a rivoluzionare sé stesso e il mondo che lo circonda. Burton ha saputo declinare tale archetipo nei modi più originali e personali, e passando dal horror alla commedia, dal film d’animazione in stop-motion al cinecomic, ha dato vita ad opere oggi parte dell’immaginario collettivo.

Ecco 10 cose che non sai di Tim Burton.

La filmografia di Tim Burton

1. Ha diretto celebri lungometraggi. Burton debutta alla regia di un lungometraggio con Pee-wee’s Big Adventure (1985), per poi ottenere grande popolarità con Beetlejuice – Spiritello porcello (1988), con Michael Keaton. Successivamente, guadagna ulteriore successo con Batman (1989), con Jack Nicholson, Edward mani di forbice (1990), con Johnny Depp, Batman – Il ritorno (1992), Ed Wood (1994), Mars Attacks! (1996), Il mistero di Sleepy Hollow (1999), Il pianeta delle scimmie (2001) e Big Fish – Le storie di una vita incredibile (2003), con Ewan McGregor, considerato uno dei suoi film più belli. Dirige poi La fabbrica di cioccolato (2005), Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street (2007), Alice in Wonderland (2010), con Mia Wasikowska, Dark Shadows (2012), Big Eyes (2014), con Amy Adams, Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali (2016) e Dumbo (2019), con Eva Green. Nel 2022 produce e dirige alcuni episodi della serie Mercoledì, mentre nel 2024 torna al cinema con Beetlejuice Beetlejuice.

2. Ha diretto due film d’animazione. Da sempre grande appassionato di animazione, Burton, che all’inizio della sua carriera lavorò anche nel reparto animazione della Disney, ha nel corso degli anni realizzato due lungometraggi con la tecnica della stop-motion. Si tratta di La sposa cadavere (2005) e Frankenweenie (2012). Entrambe le pellicole furono nominate al premio Oscar per il miglior film d’animazione, senza però riportare la vittoria. Burton è anche il produttore del film Nightmare Before Christmas (1993), il quale è basato su personaggi di sua ideazione.

3. È stato l’animatore di noti film. È noto che Burton iniziò la propria carriera come animatore presso la Disney, grazie ad una borsa di studio vinta. Qui il futuro regista si trovò a dover realizzare i disegni per progetti come Red e Toby – Nemiciamici. Tale attività, tuttavia, fu da lui giudicata particolarmente insoddisfacente, andando in contrasto con le sue idee creative. Negli anni, però, Burton partecipò all’animazione di diversi film di particolare successo come Il Signore degli Anelli (1978), Tron (1982), Taron e la pentola magica (1985) e la serie Qua la zampa, Doggie (1987).

Batman di Tim Burton
Una scena dal Batman di Tim Burton.

I disegni di Tim Burton

4. I suoi disegni sono estremamente riconoscibili. Pur smettendo di lavorare in modo ufficiale come semplice animatore, Burton ha sempre continuato a realizzare degli schizzi per i personaggi dei suoi film, immaginandone aspetto e abbigliamento. Molti di questi disegni, particolarmente riconoscibili per il loro look dark, sono in più occasioni confluiti in opere che raccolgono l’attività di disegnatore di Burton. Molte delle illustrazioni da lui realizzate vengono infatti utilizzate come base di partenza per i suoi progetti.

Tim Burton alla regia di Batman

5. Non apprezzò totalmente il film. Quando nel 1989 Burton diresse Batman, dedicato al celebre supereroe, divenne uno dei registi più famosi del momento. Benché il film venne particolarmente apprezzato da critica e pubblico, Burton si dichiarò non particolarmente entusiasta del prodotto in sé, apprezzandone però alcune parti. Secondo la sua opinione, infatti, il progetto era finito con il diventare più un fenomeno culturale che non un film ben riuscito. Con il passare del tempo, tuttavia, il suo giudizio nei confronti di questo divenne più favorevole.

6. Voleva una versione più dark del supereroe. Nell’accettare di dirigere Batman, Burton rese ben chiaro che avrebbe realizzato una versione della storia del supereroe in linea con la sua sensibilità artistica e con l’atmosfera a lui cara. Per lui era infatti importante far capire che non si trattava di un film ispirato alla colorata serie degli anni Sessanta. Per rendere chiaro ciò, si avvalse dei titoli di testa, da lui da sempre considerati importanti per settare il mood del progetto. Attraverso questi, poté così informare gli spettatori che stavano per assistere ad una storia molto più cupa di quello che avrebbero potuto aspettarsi.

Tim Burton torna al cinema con Beetlejuice Beetlejuice

7. Lo considera il suo “ritorno alle origini”. Dopo una serie di film non propriamente apprezzati dalla critica e dal pubblico, che sembravano aver allontanato il regista dal suo modo classico di concepire i film, Beetlejuice Beetlejuice offre ciò che era mancato a questi ultimi progetti, ovvero non solo l’immaginario burtoniano ma anche un preciso modo di raccontare per immagini. Burton ha raccontato: “Ho provato a spogliarmi di tutto e a tornare alle basi del lavoro con brave persone, attori e burattini. È stato un po’ come tornare al motivo per cui mi piaceva fare film”.

Monica Bellucci e Tim Burton
Monica Bellucci e Tim Burton sul red carpet della Festa del cinema di Roma – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Tim Burton ed Helena Bonham Carter

8. Ha avuto una relazione con una nota attrice. Nel 2001, grazie al set di Il pianeta delle scimmie, il regista ha modo di conoscere e stringere un legame con l’attrice Helena Bonham Carter. I due, diventati una coppia, lavoreranno insieme in numerosi altri film, come Big Fish, La fabbrica di cioccolato, Sweeney Todd, Alice in Wonderland e Dark Shadows. I due hanno anche avuto dei figli, nati rispettivamente nel 2003 e nel 2007. Negli anni non è mai stato effettivamente chiarito se i due fossero o meno sposati, e ciò non è stato rivelato neanche quando, nel 2014, hanno annunciato di essersi separati rimanendo in buoni rapporti.

Tim Burton e Monica Bellucci

9. Ha una relazione con l’attrice italiana. Dopo Helena Bonham Carter, inizialmente si pensava che Burton avesse una relazione con l’attrice Eva Green, con la quale ha girato tre film, ma la cosa non ha mai trovato riscontro. Di certo c’è che dal 2023 Burton ha una relazione con l’attrice italiana Monica Bellucci. I due si sono già mostrati insieme a diversi eventi, come Festa del Cinema di Roma, all’evento dedicato al regista al Museo del Cinema di Torino e sul red carpet della Mostra del Cinema di Venezia.

L’età e altezza di Tim Burton

10. Tim Burton è nato a Burbank, in California, Stati Uniti, il 25 agosto del 1958. Il regista è alto complessivamente 180 centimetri.

Fonte: IMDb

Iddu di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza vince il premio Francesco Pasinetti a Venezia 81

Va a Iddu (qui la recensione) di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza (Venezia 81) il Premio Francesco Pasinetti 2024 per il miglior film italiano proposto alla Mostra 81. assegnato a Venezia dai Giornalisti Cinematografici SNGCI con i Premi tradizionalmente destinati agli attori, quest’anno per Romana Maggiora Vergano per Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini e al cast dei protagonisti di Familia di Francesco Costabile: Francesco Gheghi, Barbara Ronchi, Francesco Di Leva e Marco Cicalese.

Lo annuncia il Direttivo dei Giornalisti Cinematografici (Sngci) che hanno scelto i vincitori tra tutti i film italiani presentati nelle diverse sezioni sottolineando, comunque, la qualità e l’originalità delle proposte italiane viste quest’anno, film che, grazie anche al lancio di questa straordinaria edizione della Mostra, meritano di riaccendere la curiosità e l’attenzione del pubblico in sala. Di seguito le motivazioni.

Miglior film

IDDU – L’ultimo padrino’ di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza

“La realtà è un punto di partenza, non una destinazione” avvisano fin dai titoli di testa Grassadonia e Piazza autori di un film coerente con il loro impegno civile in una storia, che oltre l’aderenza alla cronaca, in questo caso legata alla storia del boss Matteo Messina Denaro, sceglie la via narrativa dell’apologo grottesco. Chiudendo idealmente la trilogia aperta con ‘Salvo’ e proseguita con ‘Sicilian Ghost Story’ una dichiarazione antimafia che qui sovrappone, però, felicemente al cinema d’inchiesta il taglio di una commedia nera.

Migliore attrice

Romana Maggiora Vergano Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini (fuori concorso)

Per un’interpretazione difficile ed emozionante ricca di sfumature, conferma di un talento già maturo.

Premio speciale

‘Familia’ di Francesco Costabile (Venezia – Orizzonti) al cast dei protagonisti Francesco Gheghi, Barbara Ronchi, Francesco Di Leva e Marco Cicalese

Perfetti nel rappresentare la realtà di una famiglia segnata dalla violenza anche psicologica che, nella regia di Francesco Costabile, vive la quotidianità di ogni gesto come l’incubo di un film horror.

GdA Director’s Award 2014: vince Manas di Marianna Brennand

GdA Director’s Award 2014: vince Manas di Marianna Brennand

La giuria, presieduta dalla regista Joanna Hogg, coordinata da Karel Och, direttore del festival di Karlovy Vary, sostenuta da Europa Cinemas e Cineuropa e composta da David Bakum (Germania), Victor Courgeon (Francia), Maarja Hindoalla (Estonia), Dimosthenis Kontes (Grecia), Amalia Mititelu (Romania), Saulė Savanevičiūtė (Lituania), Esmée van Loon (Paesi Bassi), Gregor Valentovic (Slovacchia), Isabella Weber (Italia) e Chris Zahariev (Bulgaria) – tutti ex partecipanti al progetto “27 Times Cinema”, inaugurato nel 2010 con il Parlamento Europeo – ha decretato il vincitore del GdA Director’s Award. L’annuncio si è svolto nel corso della tradizionale riunione plenaria trasmessa in streaming sulla pagina Facebook e il canale YouTube delle Giornate degli Autori. Il GdA Director’s Award ha un valore di 20.000 euro: metà destinata al regista, metà al venditore internazionale del film, per aiutarne la circolazione.

Tra i dieci film in concorso della 21ª edizione delle Giornate è Manas di Marianna Brennand ad aggiudicarsi il GdA Director’s Award 2024. 

Manas di Marianna Brennand vince il GdA Director’s Award 2014

La motivazione: “È un grande onore annunciare il film vincitore del GdA Award 2024. In questi giorni abbiamo discusso con grande passione di 10 film che esplorano universi cinematografici molto diversi tra loro, emozionandoci e sorprendendoci, e vorremmo ringraziare le Giornate degli Autori per la selezione proposta. Un film in particolare ci ha regalato un’incredibile esperienza condivisa. Manas è una finestra sul mondo capace, grazie a un’infinita cura per il dettaglio, di immergere lo spettatore in un viaggio immersivo e trasformativo.  Manas ci ha conquistato con la cura e l’attenzione con cui mette in scena un tema delicato e difficile come quello dell’abuso, sia in ambito domestico che in contesti più sistematici. Con questo racconto preciso e culturalmente specifico in cui abbiamo esplorato l’isola di Marajó, la regista ha ritratto qualcosa di profondamente universale. Questo film si è distinto dal programma per la sua maestria, le brillanti interpretazioni e il forte messaggio che crediamo risuonerà con gli spettatori di tutto il mondo, sensibilizzando e chiedendo un cambiamento. Grazie a Marianna Brennand per aver reso visibili queste storie e grazie alle Giornate degli Autori per averle portate alla nostra attenzione”.

Isola di Marajó, foresta amazzonica. Marcielle (Tielle) vive con i genitori e tre fratelli. Condizionata dalle parole della madre, venera la sorella maggiore pensando sia fuggita da quella vita squallida trovandosi un «brav’uomo» su una delle chiatte che solcano la zona. Man mano, però, Tielle si scontra con la realtà e comprende di essere intrappolata tra due ambienti violenti. Preoccupata per la sorellina e per il futuro desolante che le attende, decide di affrontare il sistema che opprime la sua famiglia e le donne della comunità.

“Durante una ricerca per un documentario da girare nei villaggi della foresta amazzonica, ho incontrato donne vittime di traumi indicibili fin dalla più tenera età. Avevano subito abusi sessuali all’interno delle loro case, oltre a essere sfruttate sessualmente su chiatte commerciali, praticamente, senza alcuna possibilità di fuga. Purtroppo, la maggior parte di noi donne ha una storia di abuso sessuale, morale o psicologico, che ha lasciato cicatrici profonde. Il Me Too e altri movimenti per i diritti delle donne ci hanno incoraggiato e permesso di rompere il silenzio e di denunciare gli abusatori in tutto il mondo. Ma che dire di queste donne invisibili di cui non conosciamo nemmeno l’esistenza? Con Manas voglio dare voce a loro che altrimenti non sarebbero mai state ascoltate, onorando le storie che hanno condiviso con me. Vedo il cinema come un veicolo efficace per la trasformazione sociale e politica e spero che Manas sia in grado di mobilitare gli spettatori rompendo l’enorme tabù che circonda questa difficile realtà che riguarda noi tutte”. (Marianna Brennand)

Marianna Brennand, dopo essersi laureata in cinema alla UCSB, è tornata in Brasile per realizzare un documentario sul suo prozio Francisco, un artista  riconosciuto a livello mondiale per i suoi lavori in ceramica. Puntando su un approccio narrativo poetico basato sui diari del suo personaggio, Francisco Brennand è stato presentato in anteprima nel 2012 e ha vinto i premi per il miglior documentario brasiliano e per il miglior film brasiliano al Festival di São Paulo. Nel 2007 aveva diretto un altro documentario, O Coco, a Roda, o Pnêu e o Farol, sulla ricca tradizione musicale del «coco de roda» a Olinda, città nello Stato del Pernambuco. Manas segna il suo debutto alla regia di un lungometraggio ed è il risultato di una ricerca decennale sul tema complesso e delicato dell’abuso e dello sfruttamento sessuale di bambine e adolescenti sull’isola di Marajó, nella foresta amazzonica.

Pom Klementieff sarebbe in trattative per interpretare Huntress nel DCU

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Pom Klementieff, che ha interpretato Mantis in Guardiani della Galassia Vol. 2 e Vol. 3, ha già ammesso in precedenza di aver discusso con James Gunn la possibilità di entrare nel DCU, e forse ora sappiamo quale personaggio è in trattativa per interpretare. A giugno, durante il Superhero Comic Con di San Antonio, è stato chiesto alla Klementieff se fosse possibile unirsi al suo regista di GOTG nel reboot dell’Universo DC e se avessero discusso di qualche personaggio specifico.

Pensate davvero che risponderò a questa domanda? Voglio solo continuare a lavorare con James, quindi continueremo a cercare di trovare il modo di farlo”, ha risposto Pom Klementieff. “Sì, abbiamo parlato di un personaggio specifico, ma non posso parlarne ora”. Ora, secondo MTTSH, quel personaggio sarebbe Helena Bertinelli, alias Huntress, anche se lo scooper fa notare che si è parlato anche di altri ruoli.

L’anno scorso era circolata la voce che i DC Studios stessero sviluppando un film in lingua coreana con protagonista Huntress come parte del “Capitolo 2” del DCU, e in seguito si era saputo che il regista e sceneggiatore sudcoreano Jung Byung-gil (Action Boys, The Villainess, Afterburn) era in trattative per scrivere e dirigere. Non abbiamo più avuto notizie di quel progetto, ma è sempre sembrato altamente improbabile che Mary Elizabeth Winstead riprendesse il ruolo di Birds of Prey.

Il ruolo potrebbe però passare a Pom Klementieff, che ha origini coreane e si inserirebbe dunque alla perfezione in un progetto simile. Al momento però non ci sono certezze riguardo quest’indiscrezione, per cui bisognerà attendere se davverò sarà questo il personaggio che l’attrice andrà ad interpretare per Gunn. La volontà dei due di lavorare ancora insieme non manca, per cui tutto fa pensare che quello che al momento è un rumor potrebbe effettivamente diventare realtà.

Old, la spiegazione del finale: qual è il mistero della spiaggia?

Anche se non si è fan dell’ingegnoso colpo di scena nel terzo atto per il quale M. Night Shyamalan è diventato famoso, non si può negare che Old (qui la recensione) sia davvero spaventoso nello sviluppo che propone, vale a dire prendendo di mira il concetto di invecchiamento, mortalità e vita nel suo complesso. Il film segue infatti un gruppo di famiglie in vacanza invitate su una spiaggia isolata per una giornata di relax e divertimento, che si trasforma in un vero e proprio incubo quando iniziano a notare che qualcosa non va nella pittoresca spiaggia.

Se si allontanano troppo dalle rocce, svengono e apparentemente ritornano dov’erano senza ricordarsi di aver provato a scappare, mentre i bambini diventano progressivamente più grandi di quando sono arrivati sulla spiaggia. Ben presto si rendono conto che qualcosa nella spiaggia li fa invecchiare rapidamente. Non sanno come e non sanno perché, ma in base al tasso di crescita dei bambini, ipotizzano che stiano invecchiando tutti di un anno ogni 30 minuti. Ogni tentativo di lasciare la spiaggia sembra vano e con il tempo che scorre rapidamente sembrano tutti destinati ad una rapida morte.

La spiegazione del finale di Old

Man mano che il film va avanti, diventa chiaro che ci sono tre misteri che si intersecano. Il primo mistero è perché una specifica spiaggia fa invecchiare le persone che la abitano a un ritmo molto accelerato. Il secondo mistero è perché le persone svengono e finiscono di nuovo sulla spiaggia ogni volta che cercano di andarsene. Il terzo mistero è perché queste persone siano state portate appositamente su questa spiaggia. Tutti questi quesiti trovano risposta nel corso della storia. I personaggi invecchiano rapidamente perché semplicemente in questa spiaggia c’è qualcosa che fa invecchiare le cellule in modo accelerato.

Non influisce sui capelli o sulle unghie perché quelle sono “cellule morte”, ma può far sì che i tagli si rimarginino e si cicatrizzino istantaneamente o che le ossa si riparino in modo raccapricciante nel giro di pochi secondi. Questo porta ad alcuni orrori corporei piuttosto strani, come la famosa morte di Chrystal (Abbey Lee). La ragazza soffre di ipocalcemia, cioè il suo corpo ha un’immensa carenza di calcio, e quindi senza le sue medicine, più avanti nel film, le sue ossa iniziano a rompersi e a ricomporsi istantaneamente in varie angolazioni e posizioni, lasciandola morire in modo raccapricciante.

Old Gael Garcia Bernal
Gael García Bernal e Thomasin McKenzie in Old. Photo Credit: Phobymo/Universal – © 2021 Universal Studios. All Rights Reserved.

Il motivo dei vuoti di memoria ha invece a che fare con il magnetismo che provoca una pressione intensa, simile a quella che proverebbe chi cerca di riacclimatarsi troppo velocemente. Ecco perché quando vediamo Mid-Sized Sedan (Aaron Pierre) camminare tra le rocce sviene immediatamente, o quando Kara (Eliza Scanlen) cerca di arrampicarsi sulla montagna rimane disorientata e cade a terra. Ma il mistero più grande di tutti è il motivo per cui queste persone sono state portate appositamente sulla spiaggia. Perché sono state prese di mira e qual è il famigerato colpo di scena di Shyamalan che ci aspetta nel finale di Old?

Il significato del corallo in Old

All’inizio di Old, quando la famiglia Cappa arriva per la prima volta al resort Anamika, Trent (Nolan River) fa amicizia con Idlib (Kailen Jude). Trent e Idlib girano insieme per il resort, parlando con gli ospiti e chiedendo i loro nomi e le loro occupazioni in un modo affascinante e infantile. Giocano anche a decodificare i messaggi, utilizzando un linguaggio segreto che Idlib ha inventato e sembra insegnare a Trent. Questo aspetto diventa molto importante in seguito. Dopo che tutti i presenti sulla spiaggia sono morti, lasciando Trent (Emun Elliott) e Maddox (Embeth Davidtz) – ormai di mezza età – da soli, decidono di sfruttare al meglio il tempo che gli rimane e di fare un castello di sabbia.

Ma presto si accorgono del corallo e a Trent tornano in mente i suoi precedenti giochi con Idlib e cerca nei suoi quaderni i loro messaggi. Trova un messaggio di Idlib che dice: “A mio zio non piace il corallo” e capisce che il corallo potrebbe essere il loro indizio per lasciare la spiaggia. I ragazzi deducono che il corallo deve fornire una schermatura dal magnetismo che causa i blackout e decidono di nuotare per raggiungerlo, solo che quando Maddox si impiglia in un pezzo di corallo, un impiegato che li osserva (interpretato dallo stesso Shyamalan) presume che i fratelli siano annegati quando non li vede riemergere.

Old Rufus Sewell
Rufus Sewell in Old. Photo Credit: Universal Pictures – © 2021 Universal Studios. All Rights Reserved.

Qual è lo scopo della misteriosa spiaggia?

Si scopre che questo misteriosi personaggio li ha osservati per tutto il tempo quando riferisce che tutti i soggetti della Prova 73 sono morti e lui è pronto per tornare alla base. È a quel punto che si comprende che il resort, Anamika, è una copertura per una società farmaceutica chiamata Warren & Warren. Questa utilizza alcune delle persone che soggiornano presso la struttura come vere e proprie cavie, selezionando coloro che soffrono di particolari patologie. Prisca (Vicky Krieps) ha un tumore alle ovaie, Charles (Rufus Sewell) è affetto da schizofrenia, sua moglie Chrystal è affetta da ipocalcemia, Patricia (Nikki Amuka-Bird) ha l’epilessia e Mid-Sized Sedan ha l’emofilia.

Il resto degli occupanti della spiaggia non fa necessariamente parte dell’esperimento allo stesso modo, ma viene coinvolto perché è legato ai veri obiettivi dell’esperimento. Quando gli ospiti arrivano, vengono inconsapevolmente nutriti con una nuova droga attraverso bevande gratuite al loro arrivo. Il giorno successivo vengono portati su una spiaggia isolata dove l’invecchiamento viene accelerato. Lo scopo di tutto ciò è quello di permettere a Warren & Warren di accelerare i test clinici. Notano ad esempio che un farmaco antiepilettico somministrato a Patricia ha funzionato per otto ore, il che equivale a sedici anni.

Quindi, come già affermato, i personaggi sono fondamentalmente cavie da laboratorio per Warren e Warren. La loro esistenza può essere cancellata e Warren & Warren continua a testare diversi farmaci su diversi disturbi sulla spiaggia del tempo. Ma anche se alcuni degli ospiti della spiaggia non hanno disturbi diretti, Warren & Warren vede gli effetti della natura umana all’acceleratore, come il fatto che Trent (Alex Wolff) e Kara finiscono per concepire quando raggiungono la pubertà, e che Guy (Gael García Bernal) perde la vista invecchiando e Prisca perde l’udito.

Old Thomasin McKenzie Alex Wolff
Alex Wolff e Thomasin McKenzie in Old. Photo Credit: Phobymo/Universal – © 2021 Universal Studios. All Rights Reserved.

Nel finale, Warren e Warren pensano di aver fatto un grande passo avanti con il loro ultimo processo e iniziano a festeggiare la loro vittoria, fino a quando Trent e Maddox entrano nel resort. Si scopre che sono riusciti a districarsi dal corallo e a fuggire dalla spiaggia e hanno portato con sé il diario di una precedente vittima che ha registrato i nomi di altre persone durante il periodo trascorso sulla spiaggia, a conferma della storia che raccontano. Consegnano il diario a un poliziotto che alloggia nel resort, che avvia lo smascheramento della società. Trent e Maddox possono ora tornare a casa, anche se irrimediabilmente segnati dal tempo.

Il film, tuttavia, non spiega del tutto il perché di questo punto della spiaggia in cui il tempo scorre diversamente. Si lascia intendere che sia semplicemente un’anomalia della natura. A riguardo, Shyamalan ha dichiarato: “È sempre stato questo finale. Per me la graphic novel non aveva un finale e non spiegava nulla. C’erano alcuni fotogrammi in cui insinuavano qualcosa, così ho continuato a scrivere quella versione della storia nella mia testa. Ho pensato: “Oooh. Questo deve significare questo. Deve significare che sta succedendo qualcos’altro”. Quindi, per me, era molto simile alla graphic novel, come un dipinto incompiuto, quindi il finale era quello“.

Deadpool & Wolverine: nuovi concept art rivelano uno Juggernaut femminile

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Deadpool & Wolverine è diventato facilmente uno dei più grandi blockbuster dell’anno, offrendo una visione del multiverso cinematografico Marvel particolarmente apprezzata. Oltre ai cammei del Gambit di Channing Tatum, del Blade di Wesley Snipes e della Elektra di Jennifer Garner, il film ha presentato anche una serie di varianti di personaggi di supporto dei precedenti film degli X-Men. Dopo aver visto quelli dedicati a Callisto, dei nuovi concept art di David Masson San Gabriel ci mostrano una versione femminile di un famigerato cattivo degli X-Men.

Il concept art, che potete vedere qui sotto, presenta infatti una versione femminile di Cain Marko/Juggernaut, emulata attorno al costume indossato da Vinnie Jones in X-Men – Conflitto finale del 2006. Anche se alla fine una versione di Juggernaut è stata inserita in Deadpool & Wolverine, si trattava di una variante maschile del personaggio interpretato da Aaron W. Reed. “Mi è stato chiesto di fare un concept di Juggernaut da x3, ma essendo una donna, non è finito nel film, ma sarebbe stato piuttosto cazzuto!!!”, recita il commento di Gabriel.

Perché il Juggernaut di Vinnie Jones non è in Deadpool & Wolverine?

Sebbene l’apparizione di Juggernaut in Deadpool & Wolverine fosse stata anticipata dal materiale di marketing, non era chiaro se sarebbe stato Vinnie Jones a tornare nel ruolo o un nuovo attore. Per aggiungere benzina al fuoco, lo stesso Jones aveva affermato in un’intervista all’inizio dell’anno di essere troppo costoso da riportare in scena. “Stranamente mi hanno appena chiesto di fare Deadpool, il nuovo film, e ho parlato con il regista dicendo che è un dramma indossare quella tuta sia mentalmente che fisicamente”, ha spiegato Jones a Yahoo!

Voglio dire che ha avuto un impatto anche a livello mentale, perché ci sei dentro e non puoi fare nulla tutto il giorno, puoi solo bere con una cannuccia. Quindi non siamo riusciti a trovare un accordo per Deadpool… Deadpool è il mio film preferito di sempre, più o meno. Volevo davvero farlo, ma non avevano il budget per mettermi nel costume”.

Gli approfondimenti su Deadpool & Wolverine

Shawn Levy dirige Deadpool & Wolverine, con Ryan Reynolds, Hugh Jackman, Emma Corrin, Morena Baccarin, Rob Delaney, Leslie Uggams, Karan Soni, Matthew Macfadyen, e Dafne Keen. Il film è stato scritto da Ryan Reynolds, Rhett Reese, Paul Wernick, Zeb Wells e Shawn Levy.

Joker: Folie à Deux, Joaquin Phoenix ha convinto Lady Gaga a “cantare male”

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La prima di Joker: Folie à Deux (qui la nostra recensione) si è svolta l’altro ieri alla Mostra del Cinema di Venezia, offrendo così la possibilità ai presenti di scoprire la storia d’amore tra Arthur Fleck/Joker (Joaquin Phoenix) e Harleen Quinzel (Lady Gaga), con elementi musicali e omaggi alla Hollywood classica. Sebbene la maggior parte di questi numeri musicali non sia stata presentata nei trailer del film, i fan della decennale carriera di Gaga come popstar non vedono l’ora di sapere come si esibirà nel film, ma decisamente non sarà come si aspettano.

In una recente intervista con Vogue, Phoenix e Gaga hanno parlato di come lei abbia dovuto imparare a “cantare male” durante le riprese di Joker: Folie à Deux, per far combaciare meglio l’energia di Harleen con la sua voce. “L’ho incoraggiata a cantare male”, ha rivelato Phoenix. “Ricordo di averle chiesto di cantare senza il suo vibrato. Ha un vibrato bellissimo, troppo bello. Credo che si sentisse nuda senza. Ma non appena si è allontanata dalla tecnica ha sbloccato la voce del suo personaggio”.

Ho lavorato molto duramente su questo, cercando di annullare tutta la mia tecnica”, ha fatto eco Gaga. “Voglio dire, Ally Maine in A Star Is Born è una cantante ed è un film su persone che fanno musica”, ha detto. “Questo film non parla affatto di questo”. Sarà dunque interessante trovarsi di fronte ad una Lady Gaga che sfoggia una voce diversa da quella per cui è globalmente conosciuta. Cosa che certamente avrà reso la sua Harley Quinn ancor più interessante.

Joker: Folie à Deux Lady Gaga

Joker: Folie à Deux, quello che sappiamo sul film

Joker: Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix nel ruolo del cattivo DC Joker. Il sequel presenterà anche il ritorno della Sophie di Zazie Beetz  insieme ai nuovi arrivati ​​Brendan Gleeson, Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey. Nel cast c’è anche Lady Gaga che darà vita a Harley Quinn. I dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà ad Arkham Asylum e conterrà significativi “elementi musicali”.

Rumors recenti hanno anche suggerito che la versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge interamente dal suo punto di vista. Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un successo sia di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1 miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden Globe, sia per il miglior attore che per la miglior colonna sonora.

L’esorcista: Mike Flanagan definisce il nuovo film “il più spaventoso” che abbia mai fatto

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Molti spettatori considerano l’originale L’esorcista il film più spaventoso di tutti i tempi e, sebbene il regista Mike Flanagan abbia già regalato al pubblico una serie di esperienze terrificanti, pensa che il suo prossimo film su questa saga sarà il film più “spaventoso” che abbia mai realizzato. Flanagan, come noto, ha realizzato film come Il gioco di Gerald e Doctor Sleep, oltre che con la serie Netflix The Haunting of Hill House, quindi l’idea che il suo L’Esorcista porterà le cose a un nuovo livello è qualcosa che di sicuro farà la gioa dei fan.

Infatti, il regista ha dichiarato che è sua intenzione onorare l’omonimo franchise per ispirarlo a spingere l’orrore verso nuove vette. “Non ci stiamo rendendo la vita facile”, ha detto Flanagan a The Hollywood Reporter. “Ma ho sempre pensato che non ha senso entrare in un franchise o in una proprietà così monolitica se non c’è qualcosa di nuovo da portare. Ho inseguito L’esorcista in modo molto aggressivo perché ero convinto di avere qualcosa da aggiungere.

Questa è un’opportunità per fare qualcosa che credo non sia mai stato fatto all’interno del franchise – qualcosa che onora ciò che è venuto prima ma non è costruito sulla nostalgia. Ho visto l’opportunità di fare il film più spaventoso che abbia mai fatto. So che le aspettative sono alte. Nessuno è più intimidito di me”. Avendo già adattato Stephen King con Il gioco di Gerald e Doctor Sleep, oltre ad aver adattato Shirley Jackson con The Haunting of Hill House, Flanagan non è chiaramente intimidito dalle aspettative che i fan portano a una proprietà consolidata.

L’esorcista: qual è il futuro del franchise?

Interpretato da Leslie Odom Jr. e dalla veterana del franchise Ellen Burstyn, il lancio della trilogia L’esorcista – Il credente (qui la recensione) è stato al di sotto delle aspettative quando ha esordito con un modesto incasso di 26,4 milioni di dollari in patria lo scorso ottobre, per poi incassare 65,5 milioni di dollari negli Stati Uniti/Canada e 136,2 milioni di dollari in tutto il mondo. Originariamente previsto per il 18 aprile 2025, il sequel L’esorcista: L’Ingannatore è stato da prima rimandato, mentre ora sembra essere stato del tutto accantonato.

Il franchise continuerà però con il nuovo film di Flanagan, su cui si attendono ora maggiori informazioni. “L’Esorcista è una delle ragioni per cui sono diventato regista ed è un onore avere la possibilità di provare qualcosa di fresco, audace e terrificante all’interno del suo universo”, ha dichiarato Flanagan parlando di questo nuovo progetto. “Riunirmi con i miei amici della Blumhouse, con i quali ho realizzato alcuni dei miei lavori preferiti, rende tutto questo ancora più eccitante”.

Il nuovo L’esorcista arriverà nelle sale il 13 marzo 2026.

The Fantastic Four: First Steps, Agatha Harkness potrebbe avere un cameo nel film?

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Tra nuovi film di successo e serie Disney+ di riferimento, il Marvel Cinematic Universe si sta dirigendo verso un territorio inesplorato nei prossimi anni. Il prossimo progetto confermato è Agatha All Along, una nuova serie Disney+ incentrata sulle continue avventure di Agatha Harkness (Kathryn Hahn) di WandaVision. Mentre le vibrazioni spettrali e le connessioni mistiche più ampie hanno dominato la conversazione sulla serie, c’è anche la questione del potenziale futuro a lungo termine di Agatha nel MCU, soprattutto se accostata alla sua breve permanenza nei fumetti Marvel. In particolare, soprattutto per coloro che conoscono la storia dei fumetti di Agatha, potrebbe fare un cameo in The Fantastic Four: First Steps?

Il film, la cui uscita è prevista per l’estate del prossimo anno, ha l’obiettivo di reintrodurre la Prima Famiglia della Marvel a una nuova generazione di spettatori, ispirandosi anche all’estetica anni ’60 della squadra nella sua prima serie di fumetti. Per questo motivo, è stato confermato che The Fantastic Four: First Steps si svolge in un universo diverso da quello principale del MCU, il che teoricamente apre le porte a una serie di personaggi del MCU che faranno nuove apparizioni radicali nel film. Nei fumetti, Agatha è stata originariamente introdotta in Fantastic Four #94 del 1970 come babysitter del giovane figlio di Reed Richards e Sue Storm, Franklin Richards.

Considerando il fatto che questo elemento del personaggio di Agatha non è ancora stato esplorato nel MCU (a parte la sua battuta in WandaVision sul fatto che non è brava a fare da babysitter ai bambini) e la vicinanza tra Agatha All Along e l’uscita di questo film, un cameo della Hahn potrebbe essere un modo divertente per sorprendere gli spettatori e differenziare il mondo dei Fantastici Quattro da quello di Terra-616. Anche se a questo punto non si sa ancora se Franklin entrerà a far parte di The Fantastic Four: First Steps, anche un breve cameo di Agatha nel mondo di Reed e Sue potrebbe avere lo stesso effetto.

Dopotutto, abbiamo già visto una versione di Agatha degli anni ’60 attraverso le deformazioni della realtà a tema sitcom di WandaVision. La stessa Hahn ha recentemente dichiarato che si sposterebbe in parti più ampie del MCU solo se fosse “necessario e succoso”, e qualcosa di visivamente distinto e tematicamente diverso come I Fantastici Quattro: First Steps potrebbe benissimo rientrare in questa categoria.

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Agatha Harkness in WandaVision

The Fantastic Four: First Steps – quello che c’è da sapere sul film

Il film è atteso al cinema il 25 luglio 2025. Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici Quattro sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà The Fantastic Four: First Steps, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian SpringerPedro Pascal (Reed Richards) è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby (Sue Storm) ha fatto parte del franchise di Mission: Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn (Johnny Storm) è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear.

Fanno parte del cast anche Julia GarnerPaul Walter Hauser, John MalkovichNatasha Lyonne e Ralph Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato da Kevin Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che conosciamo. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel film.

Stranger Eyes: la recensione del film di Yeo Siew Hua – Venezia 81

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Sfuggente e affascinate, il nuovo film di Yeo Siew Hua, Stranger Eyes, presentato in Concorso all’81° edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia nasconde molte più anime di quello che può apparire a prima vista, sfuggendo dal semplice anche se intrigante meccanismo del “chi guarda chi”, stratificandosi e andando oltre il puro voyeurismo della società iper-sorvegliata che ci circonda.

La trama di Stranger Eyes

Dopo la misteriosa scomparsa della propria bambina, una giovane coppia inizia a ricevere strani video e si rende conto che qualcuno ha filmato la loro vita quotidiana, persino i momenti più intimi. La polizia mette la casa sotto sorveglianza per tentare di sorprendere il voyeur, ma la famiglia inizia a sgretolarsi a mano a mano che i segreti si svelano sotto lo sguardo attento di occhi che li osservano da ogni parte. Risolvendo a sorpresa uno dei misteri del film rapidamente, Stranger Eyes si immerge nelle incertezze più profonde del comportamento e delle relazioni umane, rivelando la sua natura dolente.

Singapore, stato densamente popolato, è un’ottima ambientazione per una storia di sorveglianza e vite private rese pubbliche, alla luce del fatto che rimanere invisibili in un tale ambiente sembra una sfida impossibile. Basti pensare che la giovane coppia al centro del film vive in un vasto grattacielo a griglia, di fronte a un altro vasto grattacielo a griglia, che offre una prospettiva a la Finestra sul cortile, ma su scala industriale, potremmo dire. Non solo, dividono l’appartamento con la madre di lui, oltre che con la loro piccola Bo, dando perfettamente l’idea dell’affollamento che regna in città.

La Finestra sul cortile nell’era industriale

La relazione trai due è già fragile, anche prima che la bambina scompaia e l’evento traumatico non fa altro che far emergere i problemi e le difficoltà reciproche. La sparizione della bimba coincide con la ricezione, da mittente anonimo, di DVD in cui i due giovani coniugi si vedono ripresi nelle loro attività quotidiane e intime. I due eventi sembrano collegati e la polizia decide di aumentare la sorveglianza intorno alla loro casa. Altre telecamere, altri occhi estranei che spiano.

Questo accorgimento li condurrà presto da Wu (Lee Kang-sheng), l’uomo di mezza età dagli occhi tristi che vive con la madre anziana nell’appartamento di fronte. Dopotutto, come dice la polizia, in questa società basta la pazienza, e prima o poi la verità viene fuori, indicando tutte le telecamere che spiano continuamente ogni angolo della città. E quando si pensa di aver colto il cuore del film, Stranger Eyes muta ancora e si addentra nei rapporti umani e familiari in maniera molto più intima e dolente. Un racconto non perfettamente cronologico svela la vera fragilità della coppia, soprattutto contrappone la sorveglianza costante alla tragica verità relativa a Junyang e Peiying e a quanto poco i due si siano effettivamente osservati nel corso della loro storia.

Così il fuoco del racconto trasla dalla coppia all’osservatore, mettendone in luce la straziante solitudine e il rimpianto di una vita distaccata dagli affetti reali. Sarà proprio la sua abitudine a osservare gli altri che gli permetterà di arginare il suo isolamento. Una profonda umanità ricca di emozione, molto diversa dallo stile e dalla confezione del film, elegante ed essenziale, dalla luce fredda e le inquadrature pulite.

Il tema privato diventa ovviamente poi specchio di uno sbilanciamento del tessuto sociale, di un distanziamento tra la vita vera e quella percepita attraverso gli schermi e le camere di sorveglianza. Questa qualità comunicativa lucida e profonda fa di Stranger Eyes non solo un buon thriller, ma anche un oggetto di analisi sociale e delle relazioni.

Amy Adams produrrà e sarà la protagonista della commedia “Lazy Susans”

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A due giorni dalla prima mondiale di Toronto della sua commedia dark Nightbitch, Amy Adams ha concluso un accordo per produrre e recitare in Lazy Susans, una nuova commedia in arrivo ai 20th Century Studios. Come riportato da Deadline, i candidati all’Oscar Annie Mumolo (Le amiche della sposa) e Stan Chervin (Moneyball) sono stati incaricati della sceneggiatura del film che racconta di un gruppo di mamme che formano una rock band.

Il film è ispirato alla storia di The Lazy Susans, un gruppo reale di Boston che si è riunito durante la pandemia di Covid. Vivek J. Tiwary e Jack Leslie, che produrranno per TEG+, hanno dato il via al progetto quando hanno opzionato l’articolo del Boston Magazine “For Those Moms About to Rock”. Adams e Stacy O’Neil produrranno anche attraverso il loro marchio Bond Group Entertainment. Non è ancora stato scelto un regista.

Nightbitch
Amy Adams in Nightbitch.

Amy Adams, dove la vedremo prossimamente?

Sei volte candidata all’Oscar, la Amy Adams sarà presente nel già citato Nightbitch, adattamento di Marielle Heller del romanzo di Rachel Yoder del 2021, in cui la vita di una mamma casalinga prende una piega surreale. Lei e O’Neil hanno anche prodotto il film, che Searchlight Pictures distribuirà il 6 dicembre. Più recentemente, ha recitato al fianco di Jenna Ortega in Klara and the Sun – film fantascientifico distopico di Taika Waiti per Sony’s 3000 Pictures, basato sul romanzo di Kazuo Ishiguro.

Reciterà poi nel film drammatico At the Sea del regista di Pieces of a Woman Kornél Mundruczó, in cui recita al fianco di Murray Bartlett, Brett Goldstein e altri. Il film segue la vita di Laura (Adams) dopo una lunga riabilitazione, mentre torna dalla sua famiglia nella loro casa per le vacanze al mare dove deve riadattarsi alla vita complicata che si è lasciata alle spalle. Ora è costretta ad affrontare il prossimo capitolo della sua vita senza la carriera che le ha dato fama, fortuna e, soprattutto, identità.

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, l’episodio 4 offre un grande indizio sull’identità dello Straniero

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È ora in streaming su Prime Video il quarto episodio della seconda stagione di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere. Tra gli Ent (e le Ent-mogli), gli inquietanti Barrow-Wights e il debutto di Tom Bombadil, il punto di discussione più significativo potrebbe essere il più grande indizio sulla vera identità dello Straniero (Daniel Weyman).

Seguono spoiler

Quando Nori (Markella Kavanaugh) e Poppy (Megan Richards) si separano dal loro amico “Istar” dopo essere state trascinate via da una tempesta di sabbia da lui provocata (non ha ancora ben compreso i suoi poteri), si imbattono in un gruppo di Halfling più grandi che si fanno chiamare Stoor (si ritiene che Smeagol/Gollum fosse un Hobbit Stoorish). Dopo alcune ostilità iniziali, le due Harfoot cercano di spiegare meglio con chi stanno viaggiando.

Dopo aver descritto lo Straniero come “un gigante” e “più grande di un Elfo”, il capo degli Harfoot Gundabel le interrompe sarcasticamente con: “Oh, quindi è un grand’elfo?” (Granf-Elf, in inglese). Alcuni fan hanno notato che ripetendo velocemente grand’elfo si potrebbe comprendere l’easter eggs che sembra svelare l’identità dello Straniero.

C’era già un’idea abbastanza precisa che lo Straniero di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere potrebbe essere Gandalf, ma si è ipotizzato che potesse essere anche uno dei Maghi Blu, Alatar e Pallando, di cui sappiamo pochissimo. Tutte le nostre allusioni fino a questo punto potrebbero essere un depistaggio, naturalmente, ma diventa sempre più probabile che questo “Uomo delle Meteore” è davvero l’unico e solo Mithrandir.

Per quanto riguarda lo Straniero, si imbatte in alcuni problemi con gli alberi prima di essere salvato da un gioviale compagno di nome Tom, che lo ospita per la notte e gli dà alcuni saggi consigli. Goldberry non compare, ma la sentiamo cantare. Non è chiaro perché la “Figlia del Fiume” non appaia o perché Bombadil neghi la sua esistenza allo Straniero, ma forse farà sentire la sua presenza in un episodio successivo.

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La serie tv Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere

La prima stagione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere ha ottenuto un successo senza precedenti, è stata vista da più di 100 milioni di persone in tutto il mondo, con più di 24 miliardi di minuti di streaming. L’attesissima serie ha conquistato più di 25 milioni di spettatori nel mondo nel suo primo giorno di uscita, divenendo il più grande debutto nella storia di Prime Video, e ha anche debuttato al n. 1 nelle classifiche di streaming generali di Nielsen nel suo weekend di uscita.

Lo show ha inoltre battuto tutti i precedenti record di spettatori di Prime Video, e ha portato nuove iscrizioni a Prime più di qualsiasi altro contenuto precedentemente lanciato. Inoltre, Gli Anelli del Potere è la prima serie Original in ogni area del mondo – Nord America, Europa, area Asia-Pacifico, America Latina e nel resto del mondo. Il finale di stagione è stato un evento culturale globale con numerosi hashtag dedicati alla serie tra cui #TheRingsofPower e altri in trend su Twitter in 27 Paesi per un totale di oltre 426 ore nel weekend.

La seconda stagione di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è prodotta dagli showrunner ed executive producers J.D. Payne & Patrick McKay. A loro si uniscono gli executive producer Lindsey Weber, Callum Greene, Justin Doble, Jason Cahill e Gennifer Hutchison, insieme alla co-executive producer Charlotte Brandstrom, i produttori Kate Hazell e Helen Shang e i co-produttori Andrew Lee, Matthew Penry-Davey e Clare Buxton.

La sindrome degli amori passati di Ann Sirot e Raphaël Balboni

La sindrome degli amori passati di Ann Sirot e Raphaël Balboni

L’anno scorso abbiamo potuto vedere La folle vita, comunemente indicato come loro lungometraggio d’esordio e datato ormai 2020, ed è un piacere ritrovare in sala Ann Sirot e Raphaël Balboni. Ce lo avevano promesso ai tempi del Festival di Cannes 2023, dove il film era tra i titoli selezionati per la 62esima Semaine de la Critique, e grazie a Wanted Cinema il loro La sindrome degli amori passati arriva finalmente nei cinema di tutta Italia – dal 5 settembre – dopo alcune anteprime estive.

Una commedia romantica piuttosto sui generis e a suo modo sorprendente con la quale Ann Sirot e Raphaël Balboni hanno cercato di “esplorare la sessualità al di fuori della coppia“, come quella di Sandra (interpretata da Lucie Debay) e Rémy (Lazare Gousseau), addolorati di non riuscire ad avere figli e pronti a tutto per avere un bambino. Anche a seguire la terapia del luminare che diagnostica alla coppia la “sindrome degli amori passati” e prescrive loro di andare a letto, ancora una volta, con ognuno dei loro precedenti amanti per ritrovare l’equilibrio… Una serie di infedeltà programmate con le quali il film si diverte a sfidare convenzioni e tabù della società in cui viviamo – oltre a suggerire modi nuovi e diversi di concepire le relazioni e la sessualità – creando situazioni surreali, ma a partire da esperienze molto comuni…

La sindrome degli amori passati, intervista ai protagonisti

“Abbiamo molti amici che hanno avuto problemi ad avere figli. Fa parte della nostra esperienza personale” – racconta la Sirot, convinta che il film possa essere di consolazione o dare speranza a tanti…

La lotta fa parte della vita. E tu puoi accettare la tua vita così com’è o usare le risorse in tuo possesso, quello che ti sta accadendo, per reagire. È interessante che ci sia una sindrome reale che ha ispirato quella del film, quella che in francese si chiama ‘Syndrome du lâcher-prise’, che è quello che dici a qualcuno che si sta aggrappando alle cose, che deve lasciare andare… Per esempio, quando le persone che stanno cercando di avere un figlio da molto tempo, ormai esaurite, finiscono per lasciarsi, capita che rimangano incinte l’ultima volta che fanno sesso prima della rottura. Quando smettono di sentirlo come un obbligo, insomma, come per molte cose nella vita, che succedono quando smetti di rincorrerle.

A Cannes avete sottolineato i significati che il film potrebbe veicolare, relativamente al  capitalismo e al patriarcato, è importante o vi basta che il pubblico si diverta?

SIROT: Penso che il pubblico delle commedie romantiche si divertirà e insieme vorrei che il nostro settore diventasse un luogo più aperto e sicuro. Con in sala molta gente che faceva parte dell’industria cinematografica e che finanzia il cinema è stato anche un appello a cercare insieme di reinventare i nostri processi e a condividere la responsabilità di rendere il mondo del cinema più ampio e più inclusivo.

Avete cambiato il film nel suo iter? Ci sono state molte riscritture?

BALBONI: Abbiamo un modo particolare di girare, e una ripresa può richiedere anche 10 o 15 minuti, perché facciamo molte prove. Così facendo, al montaggio c’è molta scelta. Abbiamo avuto bisogno di riscrivere il film, vista questa modalità, ma abbiamo scritto molto prima e dopo le riprese, ma non è stato un film diverso, non credo sia cambiato, anzi, credo sia il film che volevamo girare sin dall’inizio.

SIROT: È assolutamente il film che volevamo girare, ma è come se avessimo una tela, una griglia nella quale le linee si avvicinano sempre di più e vanno riempiendosi. All’inizio lavoriamo sulle linee principali, quando con gli attori abbiamo iniziato a disegnare le cose in modo più preciso. Non partiamo subito con le riprese, proviamo e giriamo le nostre prove, e le modifichiamo, abbiamo una bozza e cerchiamo di rendere questa bozza sempre migliore. E quando una scena non va bene, la rifacciamo e inseriamo la nuova scena nella nostra bozza. Così quando arriviamo alle riprese abbiamo questa bozza su cui abbiamo lavorato, poco alla volta.

Tanto lavoro devono aver richiesto gli intermezzi sui rapporti sessuali

SIROT: Sì, è stato un processo piuttosto lungo, perché abbiamo fatto diversi workshop, che abbiamo chiamato “le metafore”. Abbiamo lavorato con il coreografo, in particolare, ma anche con gli altri membri della troupe – dal DOP al costumista con i ballerini o con il cast – esplorando le idee che avevamo, cercando di provarle, e ci è voluto tempo per trovare l’atmosfera giusta per delle scene sessuali metaforiche che dovevano rappresentare lo spazio mentale dei personaggi, i territori interiori inesplorati che Sandra e Rémy stanno per aprire e scoprire. In queste scene, la sessualità è sempre rappresentata in modo simbolico, la nudità è affrontata in modo umile e giocoso.

BALBONI: Avevamo idee divertenti per ogni scena, una diversa dall’altra, perché volevamo sempre collegarci a ciò che accadeva nella storia e continuare a giocare con il pubblico. Come per esempio, quando stanno gonfiando la ruota della bicicletta tutto si trasforma e c’è questa gomma gigante, o quando lei sta appendendo i vestiti dietro e inizia la scena in cui ci sono vestiti argentati appesi dappertutto. Avevamo molto materiale, intere coreografie, ma per la dinamica del film poi abbiamo dovuto montare una porzione molto piccola di ciò che avevamo girato, abbiamo fatto delle scelte.

Tra i tanti membri della troupe, c’era anche un coordinatore dell’intimità?

SIROT: Abbiamo chiesto al coreografo di farlo e gli attori sono stati d’accordo. Lui è un ballerino, si esibisce spesso e ha molta esperienza nell’esibirsi nudi, quindi era una persona molto adatta, anche a rapportarsi con gli attori. Ma anche in questo caso il nostro processo è stato molto graduale. Togliendo i vestiti un po’ alla volta. Facendo le scene con tutti i vestiti addosso, all’inizio, la volta successiva in biancheria intima e così via. La chiave è stato il sentirsi sicuri con le persone che hai intorno, loro avevano già lavorato insieme due o tre volte e conoscevano il coreografo, per cui erano a loro agio l’uno con l’altro.

Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini fuori concorso a Venezia 81

Sarà presentato stasera fuori concorso all’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini con Fabrizio Gifuni, Romana Maggiora Vergano, Anna Mangiocavallo.

In merito al film Francesca Comencini ha dichiarato: “Dopo tanti anni passati a fare il suo stesso lavoro cercando di essere diversa da lui, ho voluto raccontare quanto ogni cosa che sono la devo a lui: ho voluto rendere omaggio a mio padre, al suo modo di fare cinema, al suo modo di essere, all’importanza che la sua opera e il suo impegno hanno avuto per il nostro cinema, all’importanza che la sua persona ha avuto per me. Forse, mi sono detta, forse ora sono abbastanza anziana, ne sono capace, forse ora sarò all’altezza di questo racconto. Forse, ora, è arrivato il momento di dirgli grazie“.

La trama di Il tempo che ci vuole

Questo film è il racconto molto personale di momenti vissuti dalla regista con il padre. Un racconto personale che però trova la giusta distanza nel fatto che tra il padre e la figlia c’è sempre il cinema come passione, scelta di vita, modo di stare al mondo. Il cinema come una rete che sottende il racconto dei loro scambi, crea lo spazio dell’immaginazione. “Con il cinema” dice, il padre “si può scappare. Con l’immaginazione”. Le immagini partono dai ricordi e come i ricordi amplificano alcuni segni salienti e ne cancellano altri.

Immagini scarne, in cui non c’è quasi niente tranne loro due, e in cui il segno che è presente ha sempre qualcosa di esagerato: se qualcosa è grande è molto grande, se è lontano è molto lontano, se c’è un raggio di luce è molto luminoso, se qualcosa è vicino è molto vicino. Per quel che riguarda i set, invece, molta pienezza, confusione, fretta, molta gente, molto chiasso e anche qui tutto amplificato, in questa eccitazione della vita collettiva che sono i set: qui quelli di Pinocchio, sempre creati in mezzo al nulla, in terreni brulli di campagna.

Liev Schreiber spiega perché non ha interpretato Sabertooth in Deadpool & Wolverine

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Tra tutte le voci che si sono rincorse in vista dell’uscita di Deadpool & Wolverine, i fan potrebbero essere stati più eccitati dalla prospettiva di un ritorno di Liev Schreiber nei panni di Victor Creed, alias Sabertooth. L’attore di Ray Donovan ha fatto solo un’apparizione nei panni del cattivo animalesco in X-Men le origini: Wolverine e, sebbene il film in sé sia generalmente considerato di qualità inferiore (per usare un eufemismo), l’interpretazione di Schreiber è spesso acclamata come uno dei pochi punti di forza.

Si è speculato sul fatto che Liev Schreiber avrebbe potuto interpretare Sabertooth in Logan – The Wolverine di James Mangold, ma l’attore ha poi rivelato di non essere mai stato contattato. Tuttavia, un paio di fonti diverse hanno affermato che era in trattativa per apparire nel sequel di Deadpool. Naturalmente, Schreiber non si è visto, mentre l’attore di Sabertooth del primo film degli X-Men, Tyler Mane, ha ripreso il ruolo per un breve (ma sanguinoso) scontro con Logan.

La risposta di Liev Schreiber sulla sua assenza dal film

Parlando con Collider, Liev Schreiber sembra aver confermato che gli è stato chiesto di interpretare nuovamente il personaggio, prima di spiegare perché ha rifiutato. “È incredibile. Non so come ci si sente quando le persone pensano a qualcosa che hai fatto e lo apprezzano a tal punto da volerlo rifare”, ha esordito. “Sono rimasto così sorpreso dal fatto che avessimo così tanti fan, e sono rimasto così sorpreso dal fatto che la gente stesse facendo una campagna per farmi partecipare al nuovo film di Deadpool”. “Ad essere onesti, è molto faticoso portare il proprio corpo a quel punto”, ha aggiunto. “So che ho guardato Hugh [Jackman] prepararsi di nuovo e ho pensato: ‘Mi va bene stare in disparte’”.

Gli approfondimenti su Deadpool & Wolverine

Shawn Levy dirige Deadpool & Wolverine, con Ryan Reynolds, Hugh Jackman, Emma Corrin, Morena Baccarin, Rob Delaney, Leslie Uggams, Karan Soni, Matthew Macfadyen, e Dafne Keen. Il film è stato scritto da Ryan Reynolds, Rhett Reese, Paul Wernick, Zeb Wells e Shawn Levy.

Peacemaker – Stagione 2: Nicholas Hoult avrebbe girato una scena nei panni di Lex Luthor

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James Gunn ha detto chiaramente che il nuovo DCU sarebbe stato un universo condiviso molto più coeso di quanto non lo sia mai stato il DCEU, quando ha assunto la carica di co-CEO dei DC Studios, e sappiamo già che il prossimo reboot di Superman avrà dei collegamenti con la seconda stagione di Peacemaker. È stato confermato che Frank Grillo interpreterà Rick Flag Sr. in entrambi i progetti ma un nuovo rumor afferma che un personaggio molto più importante è destinato a farsi sentire anche nella seconda stagione di Peacemaker dopo aver fatto il suo debutto sul grande schermo.

Secondo Grace Randolph, Nicholas Hoult ha girato una scena nel ruolo di Lex Luthor per la seconda stagione dello show con protagonista John Cena. Grace non è nota come la più attendibile delle fonti, ma in passato ha pubblicato alcuni scoop significativi, per cui riteniamo che questa notizia meriti una certa attenzione. Inoltre, in base alle recenti foto sul set, Luthor sta probabilmente finanziando Flag e la sua banda per la cattura dell’Uomo d’Acciaio in Superman, quindi sarebbe logico che continuasse a tirare le fila di Rick anche in Peacemaker.

Peacemaker, cosa sappiamo sulla seconda stagione

Peacemaker esplora la storia del personaggio che John Cena riprende all’indomani del film del 2021 del produttore esecutivo James Gunn, Suicide Squad – un uomo irresistibilmente vanaglorioso che crede nella pace ad ogni costo, non importa quante persone debba uccidere per ottenerla!”. I dettagli sulla trama della seconda stagione sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che Frank Grillo riprenderà il ruolo di Rick Flag Sr. e cercherà di vendicarsi per l’uccisione da parte di Peacemaker di suo figlio Rick Jr. (Joel Kinnaman) avvenuta in The Suicide Squad.

Gunn, Peter Safran e Matt Miller sono i produttori esecutivi di Peacemaker. Anche il produttore esecutivo John Cena e il produttore consulente Stacy Littlejohn sono coinvolti nella produzione dello show. Nel cast si ritrovano anche Sol Rodríguez nei panni di Sasha Bordeaux, Tim Meadows nei panni di Langston Fleury e David Denman in un ruolo misterioso. Al momento, non è stata annunciata una data di debutto.

Blade: i Marvel Studios potrebbero decidere il destino del film nei prossimi mesi

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Il viaggio di Blade verso il ritorno sul grande schermo è stato fino ad ora a dir poco inebriante. Il film è stato annunciato per la prima volta al Comic-Con di San Diego nel 2019, quando il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige ha presentato Mahershala Ali come il Daywalker del MCU. Stacy Osei-Kuffour è stato incaricato di scrivere la sceneggiatura nel febbraio 2021, con l’idea di terminare le riprese entro la fine dello stesso anno. La data di inizio è stata presto posticipata, ma Bassam Tariq è salito a bordo per dirigere poco prima che Blade facesse un cameo vocale in Eternals.

Sono seguiti ulteriori ritardi e Tariq è stato sostituito dal regista Yann Demange. A questo punto, Beau DeMayo e Michael Starrbury avevano entrambi messo mano alla sceneggiatura, seguiti da Nic Pizzolatto e Michael Green. Diversi membri del cast hanno poi lasciato il film man mano che si accumulava il ritardo e poi, lo scorso giugno, Demange si è dimesso, mentre Eric Pearson è stato assunto per rifinire la sceneggiatura. Ora, secondo lo scooper Daniel Richtman, il destino del progetto sarà probabilmente deciso entro la fine del 2024.

Ciò significa che la possibilità che venga abbandonato non è esclusa, anche se sembra uno scenario quantomai estremo e improbabile. “Siamo ancora impegnati nel film e siamo così impegnati che non lo faremo finché non sarà giusto”, ha detto Feige di Blade all’inizio di quest’anno. “Il che è stato frustrante per noi e per alcuni fan perché ci è voluto un po’ di tempo. Ma ora abbiamo un nuovo sceneggiatore che ci sta lavorando, ho letto metà della sua nuova bozza e per ora mi sembra buona”.

Wesley è fantastico, Wesley è il più grande. Mahershala è quello che è arrivato quattro anni fa… cinque anni fa… e ha detto ‘Voglio interpretare [Blade]’, ecco di cosa si tratta in questo film”. In quell’occasione Feige ha anche rivelato che il film sarà vietato ai minori. Non resta a questo punto che attendere ulteriori sviluppi nella vicenda, per scoprire quale sarà il destino del film. Naturalmente, la speranza è che venga confermato e si giunga alla soluzione per riportare degnamente Blade sul grande schermo.

Blade, tutto quello che sappiamo sul film

Del nuovo Blade e si sa ancora molto poco se non che esplorerà la natura del personaggio, un vampiro in grado di camminare alla luce del sole che usa i suoi poteri per dare la caccia ai suoi simili malvagi. Il personaggio era già stato raccontato al cinema con i film Blade, Blade II e Blade: Trinity, dove ad interpretare il personaggio vi era l’attore Wesley Snipes. La scelta di Mahershala Ali per assumere ora tale ruolo sembra aver messo d’accordo tutti, con l’attore indicato perfettamente idoneo sia a livello estetico che di carisma.

Il personaggio di Ali, come noto, ha già avuto un suo piccolo ingresso nell’MCU. Sua è infatti la voce che si può ascoltare nella scena post titoli di coda del film Eternals, quella in cui compare anche l’attore Kit Harington e la celebre Lama d’Ebano, che a sua volta sembra comparirà in Blade. Come noto, il film sta però affrontando numerosi problemi produttivi, con Ali che sembra essere stato scontento delle prime versioni della sceneggiatura.

Sarebbe dunque stata attuata una forte fase di riscrittura, che ha però naturalmente portato il progetto a subire ritardi sia sull’inizio delle riprese che sull’uscita in sala, attualmente fissata al 7 novembre 2025. Recentemente, inoltre, era stato riportato che Yann Demange ha abbandonato la regia del film, presumibilmente per via di alcuni contrasti con Ali. Blade è dunque ora alla ricerca di un nuovo regista.

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Superman: il film viene descritto come “l’esatto opposto di L’Uomo d’Acciaio”

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C’è un’enorme quantità di intrighi intorno ai piani di James Gunn per il DCU e con il suo Superman in fase di post-produzione, si attendono maggiori dettagli su questo atteso film, il suo tono e il modo in cui imposterà il futuro del franchise. Ora, riguardo a ciò che il regista intende fare al di là del personaggio, lo scooper Daniel Richtman dice di aver sentito dire che Superman è “fantastico” e lo definisce “un completo spostamento verso la fantascienza e il fantasy hardcore, l’esatto opposto di L’Uomo d’Acciaio”.

E aggiunge: “È ambientato in un mondo molto diverso dal nostro e molto lontano dal DCEU. Gli eroi esistono da sempre e vedremo come hanno influenzato la storia di questo mondo e come hanno plasmato il DCU”. “Il DCU sarà caratterizzato da vari progetti ambientati in diverse linee temporali, non solo ai giorni nostri. Quindi più in linea con l’approccio di Star Wars che della Marvel”. Onestamente questa sembra la direzione giusta per il DCU ed è bello sapere che Gunn non intende replicare il MCU.

Il fatto che “gli eroi esistono da sempre” dà anche senso al fatto che Hal Jordan e Guy Gardner, le Lanterne Verdi, saranno più vecchi delle loro versioni fumettistiche. Per il primo, ad oggi, il ruolo sarebbe stato offerto a Josh Brolin, mentre nel ruolo di Guy vi è Nathan Fillion. Ad ogni modo, sembra che i DC Studios stiano cercando di creare una storia per questo mondo piuttosto che partire da zero come ha fatto la Warner Bros. con il DCEU.

Tutto quello che sappiamo sul Superman di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.

Nel cast anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas Hoult Nathan Fillion. Sean Gunn, María Gabriela de Faría, Terence Rosemore, Wendell Pierce, Sara Sampaio, Anthony Carrigan, Pruitt Taylor Vince completano il cast.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

Kjærlighet (Love) in concorso a Venezia 81

Kjærlighet (Love) in concorso a Venezia 81

Sarà presentato stasera in concorso all’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica Kjærlighet (Love), il film norvegese diretto da Dag Johan Haugerud con Andrea Bræin Hovig, Tayo Cittadella Jacobsen, Marte Engebrigtsen, Lars Jacob Holm, Thomas Gullestad, Marian Saastad Ottesen, Morten Svartveit.

In merito al film il regista ha commentato: “Per molti versi questo film è utopico: riguarda il tentativo di raggiungere l’intimità sessuale e mentale con gli altri senza necessariamente conformarsi alle norme e alle convenzioni sociali che governano le relazioni. Credo che l’invenzione narrativa svolga un ruolo cruciale nell’immaginare mondi possibili e mentalità alternative. Permette alle persone di esprimersi e comportarsi in modi spesso insoliti. Questo serve da ispirazione per pensare in modi diversi nella vita reale. Con Kjærlighet, e l’intera trilogia, il mio obiettivo principale è stato quello di far capire che è possibile immaginare nuovi modi di pensare e comportarsi“.

La trama di Kjærlighet (Love)

Marianne, una dottoressa pragmatica, e Tor, un infermiere compassionevole, stanno entrambi evitando le relazioni convenzionali. Una sera, dopo un appuntamento al buio, Marianne incontra Tor sul traghetto. Tor, che spesso passa lì la notte in cerca di incontri fortuiti con altri uomini, le racconta di esperienze di intimità spontanea e di importanti conversazioni. Incuriosita da questa prospettiva, Marianne inizia a mettere in discussione le norme sociali e si chiede se tale intimità casuale possa essere un’opzione anche per lei. Kjærlighet è parte della trilogia Sex Drømmer Kjærlighet.

Qing Chun: Gui (Youth: Homecoming) in concorso a Venezia 81

Qing Chun: Gui (Youth: Homecoming) in concorso a Venezia 81

Sarà presentato stasera in concorso all’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica Qing Chun: Gui (Youth: Homecoming), il documentario cinese diretto da Bing Wang.

In merito al film il regista ha dichiarato: “In Cina la maggior parte dei giovani lavora duramente per mantenersi. Gli stipendi sono molto bassi, le giornate infinite e non c’è quasi tempo di riposare. La società cinese ha ridotto la loro vita quotidiana a lavoro. Guadagnare denaro è diventato l’unica ambizione”.

La trama di Qing Chun: Gui (Youth: Homecoming)

Con l’avvicinarsi delle vacanze di Capodanno i laboratori tessili di Zhili sono quasi deserti. I pochi dipendenti rimasti sono in disperata attesa dello stipendio per pagarsi il viaggio di ritorno a casa. Dalle rive del fiume Yangtze alle montagne dello Yunnan, tutti festeggeranno nelle proprie città natali e celebreranno i rituali di prosperità con la famiglia. Per Shi Wei questa è anche l’opportunità di sposarsi, come per Fang Lingping. Il marito, ex tecnico informatico, dovrà seguirla a Zhili dopo la cerimonia. Imparare è difficile, ma ciò non ostacola l’avvento di una nuova generazione di lavoratori

M. Il figlio del secolo, le foto dal red carpet con Joe Wright e Luca Marinelli

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Si è tenuta questa sera il red carpet di M. Il figlio del secolo, la serie (recensione) SKY fuori concorso all’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Ecco le foto del regista Joe Wright accompagnati dal cast Luca Marinelli, Francesco Russo, Barbara Chichiarelli, Benedetta Cimatti, Lorenzo Zurzolo, Gaetano Bruno, Paolo Pierobon, Vincenzo Nemolato.

Scritta da Stefano Bises (Gomorra – La Serie, The New Pope, ZeroZeroZero, Speravo de morì prima) e Davide Serino (1992, 1993, Il Re, Esterno Notte), con soggetto di serie e soggetti di puntata firmati da Stefano Bises, Davide Serino e Antonio Scurati, la serie racconterà gli accadimenti che portarono Mussolini a impossessarsi dell’Italia e a fondare la dittatura in modo storicamente accurato, ampiamente documentato e testimoniato da più fonti.

La colonna sonora è composta da Tom Rowlands, noto anche per essere parte del duo britannico di musica elettronica The Chemical Brothers, tra i pionieri che hanno portato il big beat in prima linea nella cultura pop, scalando le classifiche di tutto il mondo. Pluripremiati, hanno all’attivo 6 Grammy Awards, 1 Brit Award, 1 MTV Europe Music Award e un NMA Award.

Il cast di M – Il Figlio del Secolo

Accanto a Marinelli nel cast Francesco Russo (Call My Agent – Italia, A classic horror story, Freaks Out), che interpreta Cesare Rossi; Barbara Chichiarelli (Suburra – La serie, The Good Mothers, Favolacce) nei panni di Margherita Sarfatti; Benedetta Cimatti (Ricordi?, Tina Anselmi – Una vita per la democrazia) in quelli di Donna Rachele; Federico Majorana (Prisma, Favolacce, Padre Pio) interpreta Amerigo Dumini; Lorenzo Zurzolo (EO, Prisma, Baby) è invece Italo Balbo. E ancora Federico Mainardi (Il ritorno di Casanova, Il mammone) che interpreta Albino Volpi; Maurizio Lombardi (The Young Pope, The New Pope, 1992, Ripley) nei panni di Emilio De Bono;  Gianmarco Vettori (La Belva, Briganti, Padrenostro) in quelli di Dino Grandi; Gaetano Bruno (Martin Eden, Indivisibili, Il Cacciatore, Doc – Nelle tue mani) che interpreta Giacomo Matteotti; Paolo Pierobon (Rapito, Esterno notte, Qui rido io, 1994) nei panni di Gabriele D’Annunzio; Elena Lietti (Il Miracolo,Anna, Il sol dell’avvenire, Siccità) è Velia Titta, moglie di Giacomo Matteotti; Gianluca Gobbi (Fabrizio De Andrè – Principe Libero) nel ruolo di Cesare Maria de Vecchi; Gabriele Falsetta (Io sono l’amore) in quello di Roberto Farinacci. Vincenzo Nemolato (La chimera, Tutto chiede salvezza, Supersex) interpreta Vittorio Emanuele III.

La trama di M – Il Figlio del Secolo

“M – Il Figlio del Secolo” racconta l’ascesa politica di Mussolini e della sua creatura: il fascismo. Prima un movimento, poi un partito che Mussolini conduce fino al vertice del governo italiano per poi sovvertire la democrazia e instaurare la dittatura.

Attraverso un linguaggio contemporaneo – con Mussolini che rompe la quarta parete e si rivolge direttamente a noi per rivelarci i suoi pensieri più inconfessabili e commentare le svolte della Storia – la serie offre un ritratto originale, “pop”, a tratti pregno di umorismo nero, dell’uomo che, pur avendo tradito ideali, persone e istituzioni, pur essendosi macchiato di atti di violenza inaudita, fece innamorare di sé l’Italia intera, diventandone l’incontrastato Duce.

IDDU: le foto dal red carpet con Toni Servillo e Elio Germano

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IDDU: le foto dal red carpet con Toni Servillo e Elio Germano

Si è tenuta questa sera il red carpet di IDDU, terzo film italiano in concorso all’all’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Ecco le foto dei registi Fabio Grassadonia e Antonio Piazza accompagnati dal cast  Toni ServilloElio Germano, Daniela Marra, Barbora Bobulova, Fausto Russo Alesi, Giuseppe Tantillo, Antonia Truppo, Tommaso Ragno.

In merito al film i registi hanno commentato: “L’idea iniziale di questo film è nata dalla lettura dei numerosi pizzini ritrovati nel corso della lunga latitanza del capomafia Matteo Messina Denaro. Attraverso queste insolite lettere, il boss gestiva la sua vita in clandestinità e i suoi affari. I pizzini trascendevano però la funzione pratica di comunicazione criminale e lasciavano emergere aspetti della sua personalità e la natura del mondo tragico e ridicolo che intorno a lui volteggiava spericolatamente. Traendo libera ispirazione dai pizzini, Iddu racconta il carteggio fra Matteo, principe riluttante di un mondo insensato, e Catello, maschera grottesca di solare amoralità. Con Matteo e Catello ci immergiamo nel vuoto dentro il quale un popolo sguazza come fosse un gran mare baciato dal sole e dagli dei“.

La trama di IDDU

Sicilia, primi anni Duemila. Dopo alcuni anni in prigione per mafia, Catello, politico di lungo corso, ha perso tutto. Quando i Servizi segreti italiani gli chiedono aiuto per catturare il suo figlioccio Matteo, ultimo grande latitante di mafia in circolazione, Catello coglie l’occasione per rimettersi in gioco. Uomo furbo dalle cento maschere, instancabile illusionista che trasforma verità in menzogna e menzogna in verità, Catello dà vita a un unico quanto improbabile scambio epistolare con il latitante, del cui vuoto emotivo cerca di approfittare. Un azzardo che con uno dei criminali più ricercati al mondo comporta un certo rischio…

Lady Gaga: 10 cose che forse non sai sull’attrice e cantante

Lady Gaga: 10 cose che forse non sai sull’attrice e cantante

Lady Gaga, pseudonimo di Stefani Joanne Angelina Germanotta, è da oltre un decennio a questa parte una delle artiste pop in assoluto più importanti. Attiva nei campi della musica, del cinema, della moda e dell’attivismo, si è sempre distinta come una personalità camaleontica, eccentrica, capace di dar vita ad accesi dibattiti grazie alla sua sola presenza. Poche personalità dello spettacolo possono vantare una simile popolarità e progetto dopo progetto Gaga continua a dimostrare di saper attentamente scegliere in cosa lasciarsi coinvolgere.

Ecco 10 cose che forse non sai di Lady Gaga.

Lady Gaga e le sue canzoni, da Poker Face a Bloody Mary

1. Poker Face, il primo grande successo. Nel 2008 Gaga ha pubblicato il suo album d’esordio The Fame, contenente il popolarissimo brano Poker Face. Lanciato come secondo singolo, questo ha vissuto successo inaspettato che è riuscito a bissare quello del primo, raggiungendo la posizione numero uno nelle classifiche mondiali di oltre venti Paesi e diventando il secondo singolo della cantante a raggiungere la prima posizione nella Billboard Hot 100. Il singolo è risultato il più venduto del 2009 con 9,8 milioni di copie vendute, contribuendo all’affermazione della cantante.

2. Ha pubblicato sette album e vinto numerosi Grammy. Ad oggi Gaga ha pubblicato un totale di dieci album, di cui 7 in studio. Grazie a brani come Bad Romance e Alejandro si è affermata nel mondo della musica, consacrandosi poi grazie a brani come Shallow, Always Remembre Us This Way, Million Reasons, Love for Sale o la recente Hold My Hand. Gaga, intoltre, ha vinto ad oggi ben 13 premi Grammy, tra i quali si annoverano quelli per Miglior album dance per The Fame, Miglior performanca vocale femminile pop per Bad Romance e Miglior canzone scritta per media visuali per Shallow.

3. Una sua vecchia canzone è stata ora pubblicata come singolo. Nel dicembre del 2022 il brano Bloody Mary, tratto dal secondo album della Gaga, Born This Way del 2011, è stato ripubblicato come singolo a seguito dell’enorme successo ottenuto tramite la sua associazione alla danza che Jenna Ortega fa nella serie Mercoledì. Tale danza è poi stata replicata numerose altre volte, sempre utilizzando il brano della Gaga, fino a quando lei stessa non si è cimentata nella cosa. A distanza di oltre dieci anni, dunque, questo suo brano è tornato sulla cresta dell’onda.

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Lady Gaga: i suoi film e le serie TV

4. Ha recitato in celebri film. Nel 2013 Gaga debutta in un film per il cinema recitando nel ruolo di La Camaleon in Machete Kills. Successivamente ha interpretato sé stessa in Muppets 2 – Ricercati (2014) e Bertha in Sin City – Una donna per cui uccidere (2014), con Eva Green. Torna al cinema nel 2018 come protagonista del film A Star Is Born, dove recita accanto a Bradley Cooper. Per la sua interpretazione, è stata candidata al premio Oscar come Miglior attrice. Nel 2021 ha invece interpretato Patrizia Reggiani in House of Gucci. Nel 2024 è invece in Joker: Folie à Deux, accanto a Joaquin Phoenix, nel ruolo di Harley Quinn.

5. Ha anche preso parte a note serie. La prima comparsa di Gaga in una serie televisiva risale al 2001, quando ha recitato nel nono episodio della terza stagione di I Soprano. Ha in seguito interpretato sé stessa nel decimo episodio della terza stagione di Gossip Girl, mentre ha avuto poi un ruolo da protagonista nella quinta stagione della serie American Horror Story, Hotel, interpretando il ruolo di Elizabeth “La Contessa” Johnson. Per tale ruolo ha poi vinto il Golden Globe come Miglior attrice in una miniserie o film per la TV.

Lady Gaga agli Oscar per Til It Happens to You, Shallow e Hold My Hand

6. È stata candidata all’ambito premio e l’ha vinto in un’occasione. Nel 2016 Gaga ha ricevuto la sua prima nomination all’Oscar nella categoria Miglior canzone originale per il brano Til It Happens to You, che è diventata la quinta canzone tratta da un documentario nella storia a ricevere una candidatura al premio. Nel 2019 è poi stata nuovamente candidata in tale categoria per il brano Shallow, presente nel film A Star Is Born. In quell’occasione, Gaga ha poi vinto l’ambito premio. È infine tornata agli Oscar nel 2023, candidata per il brano Hold My Hand, presente nel film Top Gun: Maverick.

Lady Gaga in A Star Is Born

7. È rimasta particolarmente segnata dal suo personaggio. Quello in A Star Is Born è stato il primo ruolo da protagonista in un film per Lady Gaga. Lavorare al personaggio di Ally è stata per lei un’esperienza particolarmente intensa. Ha infatti affermato di essersi così affezionata al suo personaggio durante le riprese, che ha dovuto tingersi i capelli di biondo non appena il film è finito per lasciarla andare e non vivere più nel suo ricordo. Ha anche dichiarato che nella vita reale non assomiglia per niente a tale personaggio, in quanto molto più ambiziosa di lei.

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Lady Gaga è Harley Quinn in Joker: Folie à Deux

8. È rimasta sempre nel personaggio. Come Joaquin Phoenix in entrambi i film sul Joker, Lady Gaga ha seguito un rigido metodo di recitazione per la sua interpretazione. Ha insistito affinché il cast e la troupe la chiamassero solo “Lee” durante le riprese. Il direttore della fotografia di entrambi i film di Joker, Lawrence Sher, ha dichiarato: “Non ho mai incontrato la vera Lady Gaga sul set, non la conoscevo affatto”.

Lady Gaga è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice e cantante è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 57 milioni di persone e dove attualmente si possono ritrovare oltre tremila post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice o cantante, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma vi sono anche post relativi alle sue attività legate al mondo della moda. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora.

Lady Gaga: età e altezza

10. Lady Gaga è nata il 28 marzo del 1986 a New York, Stati Uniti. La cantante e attrice è alta complessivamente 1,55 metri.

Fonte: IMDb, Instagram

Joaquin Phoenix: 10 cose che forse non sai sull’attore

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Joaquin Phoenix: 10 cose che forse non sai sull’attore

Joaquin Phoenix è uno di quegli attori che sembrano già aver visto e assaporato il bene e il male della vita. Occhi che hanno visto di tutto, così profondi che sembrano raccontare da soli tutta la sua vita, la sua gavetta e il suo passato turbolento. Quest’attore ha sempre lavorato sodo per costruirsi una carriera solida e concreta, apparendo in diversi ruoli iconici, ed è stato capace di conquistarsi una massiccia parte di pubblico con il suo talento unico. Ecco, allora, dieci cose da sapere su Joaquin Phoenix.

Joaquin Phoenix: i suoi film

1. Joquin Phoenix: i suoi film. Nel 1986, Joaquin debutta al cinema con Space Camp – Gravità zero, continuando con Parenti, amici e tanti guai (1989), Da morire (1995) e The Yards (2000). Il successo arriva con Il Gladiatore (2000), proseguendo con Signs (2002), The Village (2004), Quando l’amore brucia l’anima – Walk the Line (2005), I padroni della notte (2007), Two Lovers (2008) e Joaquin Phoenix – Io sono qui! (2010). Tra i suoi ultimi film, vi sono The Master (2012), C’era una volta a New York (2013), Lei (2013), Vizio di forma (2014), Irrational Man (2015), A Beautiful Day – You Were Never Really Here (2017), Maria Maddalena (2018), The Sister Brothers (2018) e Joker (2019). Nel 2021 ha recitato in C’mon C’mon, seguito poi da Beau ha paura (2023) e Napoleon (2023). Nel 2024 riprende il ruolo di Arthur Fleck in Joker: Folie a Deux.

2. Joaquin Phoenix è anche doppiatore e produttore. Dopo tanti anni a lavorare con attore, anche Joaquin Phoenix ha deciso di sperimentare diverse strade, tra cui quella del doppiaggio e della produzione. L’attore, infatti, ha prestato la propria voce per il film Koda, fratello orso (2003), mentre ha partecipato alla produzione del lungometraggio Joaquin Phoenix – Io sono qui!, dei documentari I Am Dying (2015), CAMP: The Documentary (2016), What the Health (2017), della serie documentaria 4Real (2007) e del corto Across My Land (2017).

Joaquin Phoenix è Joker

3. Per interpretare Joker, Joaquin Pheonix ha perso diverso peso. È capitato molto spesso di vedere molte trasformazioni fisiche da parte degli attori per interpretare personaggi particolari e basta pensare solo a Christian Bale e Matthew McConaughey per rendersene conto. Ma da oggi, c’è un nome in più da aggiungere sulla lista ed è quello di Joaquin Phoenix. L’attore, infatti, per poter interpretare Joker nell’omonimo film, ha dovuto perdere circa 23 chili, una cosa che si nota in particolare durante le sue scene a torso nudo.

Joaquin Phoenix Joker Folie à Deux

4. Joker: Folie a Deux è il suo primo sequel. Dopo il successo di Joker è stato annunciato un sequel dal titolo Joker: Folie a Deux, dove Phoenix riprende il ruolo di Arthur Fleck e Lady Gaga fa il suo ingresso nel ruolo di Harley Quinn. Il film, è il primo sequel nella carriera dell’attore, con Joker che è dunque il primo personaggio da lui interpretato per più di una volta. Il film è attualmente atteso in sala il 2 ottobre 2024 e come già riportato includerà elementi musicali al proprio interno.

Joaquin Phoenix è Napoleone Bonaparte in Napoleon

5. La sceneggiatura è stata riscritta su di lui. Nel realizzare il film, Scott sapeva sin da subito di voler affidare il ruolo a Phoenix. Ciò che non aveva previsto, però, è quanto l’interpretazione dell’attore potesse essere intensa. Proprio per far sì che il film si sposasse meglio con la performance che Phoenix era pronto a dare nei panni di Napoleone, si scelse di riscrivere buona parte della sceneggiatura affinché si adattasse all’attore.

Joaquin Phoenix in Il gladiatore

6. Ha dovuto perdere peso. Mentre guardava le riprese giornaliere di Il gladiatore, Sir Ridley Scott notò che Joaquin Phoenix stava ingrassando. Ne parlò allora con il produttore, che andò da Phoenix e gli disse: “Ridley dice che sei grasso”. Il giorno dopo, Phoenix, in armatura completa, andò da Scott e gli disse: “Ho sentito che sembro un piccolo criceto grasso. Ho pensato che fosse la cosa giusta da fare. Sono l’imperatore di Roma, perché non dovrei sembrare un po’ più dissoluto?”. Da quel momento Phoenix non mangiò per settimane per dimagrire.

Joaquin Phoenix in Lei

7. Ha stretto un’amicizia speciale sul set. In Lei, Phoenix interpreta Theodore Twombly, uomo solitario che sviluppa una relazione sentimentale con un’intelligenza artificiale autonominatasi Samantha. Sul set di quel film, Amy Adams, che interpretava lì la miglior amica di Theodore, ha raccontato che lo sceneggiatore e regista Spike Jonze rinchiudeva lei e Joaquin Phoenix in una stanza per un’ora o due ogni due giorni e li costringeva a parlare tra loro. Jonze lo faceva per permettere agli attori di conoscersi meglio e Adams attribuisce a proprio a questo il merito della stretta amicizia nata tra lei e Phoenix.

Napoleon Vanessa Kirby Joaquin Phoenix

Joaquin Phoenix, Rooney Mara e il figlio

8. Joaquin Phoenix ha un figlio con Rooney Mara. Se negli ultimi anni Joaquin Phoenix ha vissuto un periodo del tutto sereno, la risposta è solo una: Rooney Mara. Pare che i due abbiano iniziato a frequentarsi dalla fine del 2016 e che si siano completamente innamorati sul set del film Maria Maddalena, anche se si conoscono da molti anni e avevano già condiviso il set del film Lei. Nel 2020 nasce il loro primo figlio, River, chiamato così in onore del fratello maggiore di Joaquin, morto per overdose nel 1993 a 23 anni. Nel giugno del 2024, invece, è nato il loro secondo figlio.

Joaquin Phoenix e gli Oscar

9. Ha vinto l’ambito premio. Nel corso della sua carriera Phoenix è stato candidato per quattro volte al premio Oscar. Prima come Miglior attore non protagonista per il Il gladiatore e poi come Miglior attore per Quando l’amore brucia l’anima, The Master e Joker. Grazie a quest’ultimo film ha poi vinto l’ambito premio. Il suo discorso, una volta salito a ritirare la statuetta sul palco, si è però concentrato non tanto su vari ringraziamenti quanto sul far riflettere riguardo tematiche legate ai diritti degli animali, che notoriamente l’attore ha molto a cuore.

Joaquin Phoenix: età, altezza e fisico

10. Joaquin Phoenix è nato il 28 ottobre del 1974 a San Juan, Porto Rico. La sua altezza è di 173 centimetri e il suo peso è di circa 70 chili.

Fonti: IMDb, Biography, Daily Mail, Collider

Creature Commandos: svelata la data della premier della serie animata DCU

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La serie animata Creature Commandos ha fissato la sua data di debutto su Max e ciò avverrà il 5 dicembre. I nuovi episodi saranno trasmessi ogni giovedì, con la prima stagione composta da sette episodi, andando dunque a concludersi il 16 gennaio. Secondo il titolo ufficiale, la serie “segue una squadra segreta di mostri incarcerati e reclutati per missioni ritenute troppo pericolose per gli esseri umani. Quando tutto il resto fallisce… sono la vostra ultima, peggiore opzione”.

Tutto quello che sappiamo su Creature Commandos

La serie animata Creature Commandos, composta da 7 episodi, sarà trasmessa in streaming su Max e avrà come protagonisti David Harbour  nel ruolo di Eric Frankenstein/Mostro di Frankenstein, Indira Varma nel ruolo della Sposa, Maria Bakalova di Guardiani della Galassia Vol. 3 nel ruolo della Principessa Ilana Rostovic, Zoe Chao nel ruolo della Dott.ssa Nina Mazursky, Alan Tudyk nel ruolo del Dottor Phosphorus, Sean Gunn nel ruolo di Weasel  e Frank Grillo nel ruolo di Rick Flag Senior.

Steve Agee riprenderà il suo ruolo di Peacemaker, John Economos. È prevista anche la partecipazione di Viola Davis nel ruolo di Amanda Waller. Recentemente James Gunn ha rivelato di considerare La sposa di Indira Varma come il personaggio principale della serie. Ha anche aggiunto che non sta dirigendo alcun episodio, ma ha diretto le sessioni di registrazione di ciascun attore.

La nuova serie riprende direttamente dopo il finale della prima stagione di Peacemaker, che lascia la Waller con le mani legate dal punto di vista operativo, il che significa che non è più in grado di farla franca mettendo in gioco vite umane per portare a termine le sue missioni clandestine e moralmente discutibili. Al contrario, recluta una banda di disadattati, non diversamente dalla Suicide Squad e da Peacemaker“, ha rivelato Gunn.

Aggiunge che i protagonisti di Creature Commandos “sono dei veri e propri mostri, e non vedo l’ora di farveli conoscere. Creare questa serie è stata una delle gioie assolute della mia vita“.

I figli degli altri: dal cast al finale, tutto quello che c’è da sapere sul film

Cosa vuol dire essere genitori? E cosa essere figli? Occorre essere legati dallo stesso sangue per poter ricopre uno di questi ruoli? Da sempre ci si interroga su questi dilemmi e in molteplici occasioni registi provenienti da ogni parte del mondo hanno cercato di rispondere a questi quesiti, come ad esempio il giapponese Kore’eda Hirokazu con film come Un affare di famiglia e Broker – Le buone stelle. Un altro film che ha riflettuto su tali tematiche è però I figli degli altri (qui la recensione).

Diretto nel 2022 da (regista nota anche per Planetarium e Un estate con Sofia), il film racconta proprio di una donna in cerca di figlio, come se ciò fosse indispensabile per poter essere madre. Il suo percorso in I figli degli altri sarà dunque proprio quello di scoprire il significato di tale ruolo attraverso un percorso accidentato e proprio per questo ricco di maggiori insegnamenti. Un film dunque molto toccante, che affronta tematiche sempre attuali e su cui c’è ancora troppa divisione.

Per chi è in cerca di un film che spinga dunque verso un certo tipo di riflessioni, è questo un film decisamente da non perdere. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a I figli degli altri. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

I figli degli altri cast

La trama di I figli degli altri

Il film racconta la storia di Rachel, una donna di 40 anni, senza figli e innamorata della sua vita, condita dai suoi studenti, dai suoi amici e dalle lezioni di chitarra. Quando conosce Ali, si innamora di lui, ma l’uomo ha già una figlia di 4 anni, Leila. Sin da subito Rachel stringe un forte legame con la bambina e la tratta come se fosse propria, pur sapendo che il suo rapporto con lei potrebbe interrompersi in qualunque momento o essere compromesso da Alice, la vera madre di Leila. Nasce quindi in Rachel il desiderio di un figlio proprio accompagnato da una profonda rabbia.

Il cast del film

Ad interpretare la protagonista, Rachel, vi è l’attrice Virginie Efira. Inizialmente conduttrice televisiva, Efira si è poi dedicata alla recitazione, prendendo parte a film come Un amore all’altezza, dove recita accanto a Jean Dujardin, Tutti gli uomini di Victoria e Benedetta. Accanto a lei, nel ruolo del compagno Ali vi è l’attore Roschdy Zem, visto anche in L’innocente di Louis Garrel, mentre Callie Ferreira-Gonçalves interpreta Leila, la bambina con cui Rachel stringe un forte legame.

L’altro celebre nome nel cast di I figli degli altri è quello di Chiara Mastroianni, figlia dei celebri Marcello Mastroianni e Catherine Deneuve, vista in film come L’hotel degli amori smarriti, La ragazza con il braccialetto e Marcello mio. In questo film, interpreta Alice. Completano il cast Yamée Couture nel ruolo di Louana, sorella di Rachel, Michel Zlotowski in quelli del padre di Rachel e Victor Lefebvre in quello di Dylan, studente di Rachel. Nel film compare anche il celebre regista Frederick Wiseman nel ruolo del dott. Wiseman.

I figli degli altri finale

Il finale di I figli degli altri: cosa accade a Rachel?

Nel corso del film, dunque, Rachel desidera avere un figlio con Ali, ma il suo ginecologo la avverte che non le resta molto tempo. Investe così molto nella relazione con Leila, andando a prenderla ogni due settimane dalla sua lezione di judo. Incontra anche Alice, con la quale ha un rapporto cordiale. Tuttavia, a mandarla ulteriormente in crisi arriva Louanna, la sua sorella minore, la quale rivela di essere rimasta incinta per caso. Di fronte a questa notizia Rachel cerca di dare il suo supporto e incoraggiamento.

Dentro di sé, però, diventa gradualmente sempre più amareggiata, chiedendosi inoltre se è destinata a rimanere una “comparsa” nella vita di Leila. Il figlio che desiderava con Ali sembra destinato a non arrivare e quando l’uomo le rivela improvvisamente che Alice gli ha chiesto di tornare insieme a lei e che sta dunque mettendo fine alla loro relazione anche se la ama, Rachel si vede costretta a prendere le distanze anche da Leila. La nascita del figlio di Louanna, tuttavia, le offre l’opportunità di tornare ad avere una relazione con un figlio, seppur di un altro.

Qualche anno dopo, tuttavia, Rachel rivede per caso Dylan, un alunno in difficoltà a cui si era dedicata molto nel tentativo di aiutarlo a costruirsi un futuro. Ritrovandolo, scopre che ha trovato la sua vocazione nel mondo della ristorazione, dove oram lavora come capo cameriere. Dylan, quindi, la ringrazia per aver creduto in lui. Da questo inaspettato incontro Rachel comprende l’importanza del ruolo che ha svolto per lui e forse per altri studenti ancora. I figli degli altri diffonde così il messaggio che non bisogna necessariamente essere legati da un rapporto di sangue per poter essere figli e genitori.

Il trailer di I figli degli altri e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di I figli degli altri grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 5 settembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

The Witch: la spiegazione del finale del film

The Witch: la spiegazione del finale del film

Ci sono pochi dubbi, tra spettatori e critici cinematografici, sul fatto che The Witch (qui la recensione) sia uno dei migliori film horror degli ultimi anni. Questo film del 2015 diretto da Robert Eggers (oggi noto per aver diretto anche The Lighthouse e The Northman), appartenente al cosiddetto folk horror, include appunto elementi folkloristici attraverso cui evocare paure primordiali, strutturandosi in particolare attorno a temi come la potenza della natura, la fede religiosa e la lotta eterna tra forze del bene e forze del male. Anche per tali caratteristiche, The Witch è oggi indicato come uno dei principali esponenti dell’elevated horror.

L’idea per questo film nasce dall’attrazione che Eggers prova sin da bambino nei confronti della figura della strega. Reduce dal cortometraggi come Hansel and Gretel, The Tell-Tale Heart e Brothers, egli desiderava dar vita per il suo primo lungometraggio proprio un racconto incentrato sulle streghe, per come esse venivano intese secondo la concezione cristiana. Pur muovendosi nel genere horror, Eggers si è impegnato per conferire al film uno stile molto personale, caratterizzato da una grande accuratezza storica, la volontà di giocare con le luci e le ombre e la capacità di evocare la paura attraverso gli ambienti e l’atmosfera.

Il successo è stato da subito straordinario, ponendo Eggers sotto le attenzioni di critica e pubblico. A distanza di qualche anno dalla sua uscita, The Witch è ancora un film insuperato e memorabile, esempio perfetto di un cinema horror d’autore che si distingue all’interno del proprio genere di riferimento. In questo articolo alcune curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

The Witch trama
Anya Taylor-Joy in The Witch. © 2016 – A24

 

La trama e il cast di The Witch

Il film racconta di William, un uomo che viene allontanato dalla comunità in cui vive per via dell’estrema rigidità con cui applica gli insegnamenti di Dio. Convinto di essere nel giusto, egli decide di trasferirsi con la moglie Katherine e i suoi cinque figli ai margini di un bosco disabitato, optando per l’autosostentamento e una vita umile. L’equilibrio ritrovato viene però ben presto spezzato da un fatto sconvolgente: il figlio più piccolo scompare misteriosamente nel nulla. Da questo momento strani fatti iniziano ad accadere, portando la famiglia a convincersi che delle forze maligne aleggino su di loro e che Thomasin, la primogenita, sia in realtà una malvagia strega.

Protagonista del film nei panni di Thomasin è l’attrice Anya Taylor-Joy, qui al suo film di debutto. Eggers ha raccontato di essere rimasto particolarmente colpito dal suo volto e dalla sua presenza scenica, ritenendola perfetta sia per incarnare un personaggio di quell’epoca sia per contribuire alla sua ambiguità. Nei panni del capofamiglia William vi è invece l’attore Ralph Ineson, celebre per le serie Il Trono di Spade, dove ha interpretato Dagmer nella seconda stagione. L’attrice Kate Dickie, anche lei vista in Il Trono di Spade con il ruolo di Lysa Tully Arryn, interpreta qui Katherine, moglie di William. Completano il cast Harvey Scrimshaw, Ellie Grainger e Lucas Dawson nei panni dei figli Caleb, Mercy e Jonas.

La spiegazione del finale

Nel corso del film, i genitori di Thomasin e i fratelli rimasti incolpano la ragazza delle disgrazie e minacciano di processarla per stregoneria quando torneranno in città. Naturalmente, Thomasin nega le loro accuse; è sconvolta dagli orrori che si sono abbattuti sulla loro famiglia proprio come i suoi genitori. Rapidamente, la famiglia si sgretola quando avvengono ulteriori disgrazie: la stalla viene distrutta, il bestiame viene ucciso, William viene ucciso da una delle sue capre e gli altri fratelli di Thomasin vengono attaccati dalla strega. Ma in tutto questo, Katherine continua a scaricare la colpa sulle spalle della figlia.

Thomasin è l’unica figlia rimasta e la più facile da incolpare. Deve essere lei, giusto? Inghiottita dal dolore, Katherine attacca la figlia in un ultimo disperato tentativo di liberarsi della piaga sulla loro famiglia. Thomasin riesce però a respingerla e a malincuore la uccide per legittima difesa, rimanendo così l’ultimo membro della sua famiglia ancora in vita. Thomasin è ormai certa che qualche forza strana e malevola stia portando scompiglio nel suo mondo e ordina alla capra nera della sua famiglia di parlarle come ha fatto con i suoi fratelli.

The Witch Anya Taylor-Joy
Anya Taylor-Joy in The Witch. © 2016 – A24

Con sua grande sorpresa, la capra risponde e le chiede se vuole “vivere in modo delizioso”, tentandola con i vizi e i lussi che le sono stati nascosti durante i mesi di dura vita nella fattoria: cibo e libertà e molto, molto altro. Tutto ciò che deve fare è togliersi i vestiti e firmare il suo nome nel libro del diavolo, dando volontariamente la sua anima. Dopo tutto quello che ha passato, tutte le morti e le tragedie, la corruzione della sua famiglia e della sua innocenza, Thomasin è finalmente pronta a cedere alle forze oscure che è stata accusata di aver evocato.

Si addentra così nella foresta dove trova non una sola strega, ma un’intera congrega che partecipa a un rituale e danza intorno a un falò infuocato. Thomasin è confusa quando iniziano a levitare, ma un senso di giubilo cresce dentro di lei quando anche lei inizia a sollevarsi sopra gli alberi, nella notte. In conclusione, dunque, nonostante i suoi sforzi, Thomasin non riesce a sconfiggere le accuse di stregoneria e non avendo altro a cui rivolgersi, alla fine abbraccia questo ruolo che le è stato ingiustamente imposto, spinta sistematicamente a consegnare la sua anima al diavolo.

Ha fatto del suo meglio per aiutare la sua famiglia a sopravvivere, solo per essere tormentata dai fratelli, sbugiardata dal padre e svergognata dalla madre. I suoi stessi genitori preferirebbero mandarla a vivere con un’altra famiglia piuttosto che tenerla con sé, ritenendo che la sua presenza sia la radice dei loro problemi. La fede in Dio ha portato a Thomasin e alla sua famiglia solo dolore e tormento, di cui Thomasin stessa si è fatta carico. Quando tutto è perduto, trova un barlume di speranza in Black Phillip, che chiede così poco ma offre così tanto. Perché non dovrebbe unirsi a lui?

The Witch Ralph Ineson
Ralph Ineson in The Witch. © 2016 – A24

A livello tematico, dunque, il film ruota attorno ad un forte conflitto di natura psicologica che si sviluppa nel personaggio di Thomasin. La ragazza è divisa tra la vita in una repressiva e patriarcale famiglia puritana e il desiderio di dar sfogo ai suoi istinti più primordiali, caratterizzati dalla brama di indipendenza, dalla sessualità e dalla ricerca del potere. Nei momenti finali del film, quando vediamo Thomasin sollevarsi sopra gli alberi, il suo volto è dunque un caleidoscopio di emozioni: orrore ed esultanza, eccitazione e paura.

Sebbene possa temere ciò che accadrà nella sua nuova vita, è finalmente libera. Libera dalle accuse della sua famiglia, dall’affidarsi a una fede cieca ricevendo in cambio solo infelicità e dalla repressione religiosa e sessuale a cui l’ha costretta il suo stile di vita puritano. Ironicamente, trova la liberazione proprio in ciò che suo padre e la sua religione le avevano insegnato a temere per tutta la vita: la dannazione. Il film ruota dunque intorno a queste due forze opposte, mostrando i modi in cui attraggono a sé l’essere umano. La figura della strega, demonizzata dai cristiani, va dunque a rappresentare quella libertà spirituale e fisica che la protagonista ricerca.

Il trailer di The Witch e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di The Witch grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 5 settembre alle ore 21:15 sul canale Italia 2.