I film Marvel sono spregevoli? Ad
affermarlo è stato Francis Ford
Coppola replicando al commento espresso dal collega e
amico Martin Scorsese sui cinecomic e su come
questo genere stia monopolizzando sempre di più la distribuzione e
l’industria in generale. Qualcuno però, come confermano le parole di James
Gunn e di altre personalità hollywoodiane coinvolte
nel grande progetto dei Marvel Studios, non è d’accordo con quanto
dichiarato dal regista de Il Padrino, o almeno è pronto ad
esprimere un diverso punto di vista sulla questione.
Tra questi c’è anche Sebastian
Stan, dal 2011 nella famiglia del MCU dove interpreta
Bucky Barnes aka il Soldato d’Inverno, che ospite del Fandemic Tour
Houston ha confessato:
“Coppola è uno dei miei eroi e
ho ascoltato cosa ha detto sui film Marvel. Nel frattempo ho
trascorso una giornata con tutti voi fan, e le persone venivano da
me ringraziandomi per il personaggio, per averle aiutate, o
ispirate, per averle fatte sentire meglio e meno sole. Quindi come
puoi dire che questi film non aiutano le persone?“.
Stan si riferisce ad un passaggio
specifico della dichiarazione di Coppola in cui si rimprovera ai
cinecomic di “non fornire al pubblico nessuna ispirazione,
illuminazione o conoscenza“. È evidente che, secondo la sua
esperienza, le cose sono andate diversamente…
L’attore tornerà presto nei panni
del supereroe in The Falcon and The Winter Soldier, serie
tv destinata a Disney + che vedrà protagonisti Sam Wilson e Bucky
Barnes e in cui reciteranno anche Anthony Mackie,
Daniel Bruhl e Emily
VanCamp.
Quella tra Steve Rogers e Bucky
Burnes è indubbiamente una delle “ship” più amate dal fandom del
MCU. Sebastian
Stan ha fatto il suo debutto nel MCU al fianco di
Chris Evans in Captain
America: Il Primo Vendicatore. Nonostante sembrava
che il suo personaggio fosse stato ucciso alla fine del film, lo
abbiamo visto fare ritorno in Captain America: The
Winter Soldier: il migliore amico di Steve era stato
manipolato dall’HYDRA e trasformato nel letale assassino noto come
Soldato d’Inverno; alla fine è stata proprio la profonda amicizia
con Cap (tra i fattori che portarono alla divisione dei Vendicatori
in Civil War) a salvargli la vita.
Avengers: Endgame termina con
Captain America che ritorna nel 1940 in modo che Steve possa
finalmente vivere la sua vita insieme a Peggy Carter
(Hayley Atwell). Il vecchio Cap cede il suo scudo
in eredità a Sam Wilson (Anthony Mackie), mentre
Bucky assiste alla scena. Il momento – al di là della sua valenza
emotiva – ha in realtà preparato il terreno per quello che vedremo
nell’attesissima serie The Falcon
and the Winter Soldier, che debutterà
quest’anno su Disney+.
Molti fan hanno messo in discussione
la fine della storia di Captain America nel MCU, sostenendo quanto
fosse controintuitiva l’evoluzione dell’arco narrativo del
personaggio nella Fase 3, con Steve che decide di passare il resto
della sua vita con Peggy invece di continuare a combattere al
fianco degli altri eroi. E pare che lo stesso Sebastian
Stan sostenga questa tesi, come dimostrerebbe un recente
contenuto di Instagram.
Attraverso le sue storie, infatti,
l’attore ha condiviso lo screenshot di un thread di Twitter in cui
un fan della Marvel critica apertamente la Casa delle Idee per non
aver reso giustizia alla “relazione” fra i personaggi di Steve e
Bucky.
Potete vedere lo screen della storia di Stan di seguito:
Poco dopo la
pubblicazione della storia da parte di Stan, John
Boyega, interprete di Finn nella trilogia sequel di
Star
Wars, ha pubblicato un tweet per
manifestare tutto il suo sostegno verso la star del MCU.
In precedenza,
infatti, anche Boyega aveva criticato L’Ascesa di
Skywalker, l’ultimo capitolo della trilogia
sequel, per come era stato gestito il rapporto tra Rey
(Daisy Ridley) e Kylo Ren (Adam
Driver) nel film, scelta che ha suscitato le reazioni più
disparate tra i fan di Guerre Stellari.
Presumibilmente,
Boyega ha voluto dare – in maniera velatamente ironica, ma gettando
comunque benzina sul fuoco – il benvenuto a Stan all’interno di una
sorta di “club ristretto” che allude a tutti coloro che non hanno
paura di criticare, anche in maniera esplicita, alcune scelte
narrative legate a determinati personaggi nei
film.
Nessuno può negare che esista una
certa somiglianza fisica tra Sebastian Stan e Mark Hamill, soprattutto se si pensa a quando
l’attore statunitense era più giovane e ha interpretato Luke
Skywalker nei film della trilogia originale di Star Wars. Ecco perché i fan non hanno mai
smesso di sostenere un possibile casting della star di The Falcon and the Winter Soldier in un
eventuale progetto dedicato all’iconico personaggio.
Una versione più giovane del
personaggio di Luke Skywalker è apparsa a sorpresa nel finale della
seconda stagione della serie tv
The Mandalorian. Sarebbe potuta essere l’occasione
perfetta per affidare finalmente il ruolo a Stan, ma la Disney ha
preferito optare per un “ringiovanimento digitale” (l’ormai famosa
tecnica del de-aging) dello stesso Hamill. Tuttavia, se il
personaggio di Luke dovesse ritornare al centro della scena in un
eventuale progetto futuro, è chiaro che sarà un altro attore a
prendere il posto di Hamill. E se dovesse trattarsi proprio di
Stan?
Intervistato da
Good Morning America in occasione della promozione di The Falcon and the Winter Soldier (disponibile su
Disney+), Sebastian Stan ha commentato la possibilità di
interpretare Luke Skywalker in futuro, spiegando: “Beh… se sarà
Mark Hamill a chiamarmi personalmente e a dirmi che si sente pronto
a condividere il ruolo con me, allora ci crederò. Fino ad allora,
non crederò a niente.”
Ad oggi non possiamo sapere né
quali siano i piani della Lucasfilm nei confronti del personaggio
di Luke Skywalker (ci sono ancora diverse lacune nella storia del
personaggio che devono essere colmate), né tantomeno se Sebastian Stan – al di là di quello che i fan
vorrebbero vedere – abbia mai discusso della parte con la casa di
produzione. Inoltre, è probabile che nulla si concretizzerà
nell’immediato futuro, considerati gli impegni dell’attore con il
Marvel Cinematic Unvierse.
A
Different Man, un’agghiacciante storia di identità e
ossessione con un cupo senso dell’umorismo, ha debuttato al
Sundance con un’apprezzata anteprima domenica sera
all’Eccles Center.
Il film A
Different Man di A24 è interpretato da
Sebastian Stan, Renate Reinsve e Adam Pearson e
racconta la storia di un attore che si sottopone a un intervento di
ricostruzione facciale e deve fare i conti con il fatto che un
ruolo teatrale basato sulla sua vita viene affidato a un altro
attore.
Durante la proiezione, il pubblico
del Sundance è stato rapito dall’attenzione per la
sceneggiatura contorta, che includeva una strana e perversa scena
di sesso che ha lasciato le persone a contorcersi sulle loro sedie,
così come un po’ di gore realistico che si è guadagnato le urla del
pubblico.
Dopo la prima, lo scrittore e
regista Aaron Schimberg si è unito a
Sebastian Stan, Renate Reinsve e Adam
Pearson sul palco per un Q&A per approfondire i temi
del film. A un certo punto, Pearson, affetto da neurofibromatosi,
ha discusso di come sia riuscito a trovare un terreno comune con
Sebastian Stan, che per una parte del film è truccato
in modo estremo per ottenere un aspetto simile.
“Questo è stato l’aggancio che
abbiamo dato a Sebastian“, ha detto. “Non sai cosa
significhi avere una sfigurazione, ma sai cosa significa non avere
privacy e avere la tua vita costantemente invasa. Diventi una
proprietà pubblica“.
Sebastian Stan ha anche raccontato che di tanto in
tanto andava in giro per New York con le protesi che aveva sul set
e osservava come la gente lo trattava, pensando che avesse davvero
una menomazione.
“Ho interagito con le persone
ed è stato davvero interessante“, ha detto. “È stato
spaventoso vedere quanto sia limitata l’interazione tra due
estremi: non affrontarlo o compensarlo eccessivamente. Le uniche
persone più oneste sono state i bambini. Ho avuto un’interazione
con una bambina, e sua madre cercava di fare la cosa giusta, ma nel
fare la cosa giusta in realtà impediva alla bambina di vivere
semplicemente un’esperienza. È stata coraggiosa e audace, e questi
sono i bambini, giusto? Vogliono solo sapere, non vogliono
giudicare. È stata una lezione per me“.
A24 non ha ancora fissato una data
di uscita nelle sale per A
Different Man che non ha ancora una distribuzione
in Italia.
L’A24 Films ha
diffuso la prima foto (per mezzo dell’attore) di Sebastian Stan in quella che è sembra essere
una trasformazione mostruosa dell’attore per entrare nel ruolo da
protagonista del film.
In un recente post sul suo account
Instagram ufficiale, Sebastian Stan ha condiviso una fotografia del
suo personaggio Edward nel film e sembra quasi
irriconoscibile. Nella foto, l’attore è quasi completamente
coperto di protesi per sembrare qualcuno con una faccia
deforme. Sebbene la storia del film ruoti attorno a un uomo
che si sottopone a un intervento di chirurgia ricostruttiva
facciale, non è chiaro ancora come il personaggio finisca per
diventare così come appare nell’immagine.
A Different
Manè diretto da Aaron Schimberg
(Chained for Life), e
racconterà la storia di Edward, un emarginato che è alla ricerca di
una nuova vita e di un nuovo inizio. Dopo una procedura di
chirurgia di ricostruzione facciale, Edward si fissa su un uomo che
interpreta lui in una produzione teatrale basata sulla sua vita
precedente. Schimberg scriverà anche il film, la cui produzione
inizierà il prossimo mese. Insieme a Stan, nel film reciterà
anche Renate Reinsve (The Worst Person in the
World).
Sebastian Stan è pronto per
un grande 2022, poiché l’attore non solo ha ottenuto recensioni
entusiastiche per la sua interpretazione di Tommy Lee
nella miniserie Pam
& Tommydi Hulu/Disney, ma ha anche
recitato nel thriller comico Fresh, un ruolo che gli è valso
ulteriori elogi per il suo prestazione. Il prossimo passo per
l’attore sarà inSharper, una commedia thriller
di Benajmin Caron che lo vede protagonista al fianco di
Julianne Moore, Justice Smith, Briana Middleton e John
Lithgow.
Tra i nomi più amati e apprezzati
dal pubblico dei cinecomic Marvel, l’attore era a Roma qualche
giorno fa per partecipare ad una convention e rispondere alle
domande dei fan sul suo percorso cinematografico con la Marvel e
l’evoluzione di Bucky sul grande schermo, ma ha anche rivelato
quale personaggio della concorrenza vorrebbe interpretare.
“Vorrei provare e entrare nei
panni dell’Enigmista. È una figura interessante. Non so come
andrebbero le cose…forse sarebbe molto difficile, perché non puoi
semplicemente essere folle. Dovresti essere più dark di
così…“
Curioso come qualche mese fa anche
James McAvoy, che ha già un trascorso con i
cinefumetti e ha interpretato il Professor X nella saga degli
X-Men, abbia confessato che amerebbe vestire il costume
dell’Enigmista, noto antagonista dell’universo DC portato sullo
schermo da Batman Forever di Joel
Schumacher grazie alla performance di Jim
Carrey e di recente nella serie Gotham
interpretato da Corey Michael Smith (e interesse
sentimentale di Pinguino).
Ovviamente il “ritorno” del villain
non rientra nei programmi attuali della Warner Bros. per quanto
riguarda la nuova linea editoriale dell’universo condiviso, ma
nulla esclude che possa ripresentarsi in qualche cameo, magari
iniziando con The
Batman di Matt Reeves ora in fase di
sviluppo. In tal caso ci sarebbero già due possibili candidati…
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
L’attore Sebastian
Koch aspirava originariamente ad essere un musicista, ma
crescendo ha capito che la sua vera vocazione era la recitazione.
Seguendo quella passione, Koch è oggi uno degli attori tedeschi più
apprezzati e noti a livello internazionale. Distintosi in numerosi
film di successo, ha poi avuto anche una brillante carriera
televisiva con serie particolarmente popolari.
Ecco 10 cose che non sai di Sebastian Koch.
Sebastian Koch: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in celebri
film. La carriera cinematografica di Koch è iniziata con
film come A Song of Love and Death – Gloomy Domenica
(1999), Il depuato (2002) e Deadly deviazione
(2004). La grande occasione arriva grazie a Le Vite degli
Altri (2006), dove interpreta Georg Dreyman, scrittore
teatrale e noto intellettuale. Da quel momento predne parte a noti
film internazionali come Black Book (2006), Unknown – Senza
identità (2011), con Liam Neeson,
Die Hard – Un buon giorno per
morire (2013), con Bruce Willis,
Il ponte delle spie
(2015), con Tom Hanks,
The Danish Girl (2015),
In nome di mia figlia (2016), Nebbia in agosto
(2016), Sotto sequestro (2018) e Opera senza autore
(2018).
2. È noto anche per diverse
serie televisive. Sebastian Koch ha iniziato la propria
carriera lavorando in televisione e dagli anni Novanta in poi ha
preso parte a diverse miniserie e film. Ottiene l’attenzione del
pubblico internazionale per la sua interpretazione al fianco di
Catherine Deneuve nella miniserie Princesse
Marie (2004), e per aver recitato con Gérard
Depardieu e John Malkovich
nella miniserie Napoléon (2002). Tra gli altri suoi altri
progetti che approfondiscono le personalità ed i temi della storia
della Germania, ha interpretato il ruolo di Claus Schenk Graf von
Stauffenberg nel telefilm Stauffenberg –Attentato a
Hitler (2004). Successivamente recita in titoli come Sea
Wolf – Lupo di mare (2010), Camelot (2011),
Homeland – Caccia alla spia (2015-2017), Il nome della
rosa (2019) e The Defeated (2020).
3. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Nel corso della sua carriera Sebastian
Koch ha ricevuto diversi importanti riconoscimenti, tra cui una
nomination agli International Emmy Award per aver interpretato il
personaggio Wolf Larsen nella miniserie Sea Wolf – Lupo di
Mare. È inoltre l’unico attore ad aver ottenuto il Premio TV
due volte in un anno, per le sue interpretazioni in I Mann – Un
secolo romano e La danza col diavolo. Per il suo
ruolo di protagonista nel film Stauffenberg – Attentato a
Hitler è invece stato candidato per il premio TV tedesca e il
Premio Grimme e ha ricevuto il Golden Gong.
Sebastian Koch in Sea Wolf – Lupo di mare
4. Si è preparato a lungo
per il suo ruolo. Nella miniserie Sea Wolf – Lupo di
mare, adattamento dell’omonimo romanzo di Jack
London, Koch interpreta Wolf Larsen, il quale con suo
fratello Death Larsen si contende la stessa donna, vagando nei mari
del sud a capo ognuno del proprio battello. Per assumere tale
ruolo, Koch si è cimentato in diverse attività tipiche degli uomini
di mare, al fine di poter apprendere al meglio questo contesto e
poter risultare più realistico nella sua interpretazione. Dati i
numerosi riconoscimenti ottenuti, egli sembra essere riuscito nel
proprio intento.
Sebastian Koch, le sue fidanzate e Paulina Koch
5. Ha avuto diverse
relazioni. Koch è notoriamente molto riservato circa la
propria vita privata e ha sempre evitato di diffondere troppi
dettagli a riguardo. Di certo c’è che l’attore sembra non essersi
mai sposato, ma da una relazione con la giornalista Brigit
Keller ha avuto una figlia, Paulina, nata
nel 1995. In seguito alla rottura con la Keller, Koch ha avuto una
relazione con l’attrice Carice van Houten durata
dal 2005 al 2009.
6. Ha ottimi rapporti con
sua figlia. Pur essendosi separato dalla Keller, Koch
mantiene comunque ottimi rapporti con sua figlia Paulina. L’attore,
infatti, è solito portarla con sé alle premiere dei suoi film o
serie e sono molte infatti le foto che li ritraggono insieme in
queste occasioni. Koch ha inoltre dichiarato di spendere quanto più
tempo possibile insieme alla figlia, cercando dunque di essere un
padre molto attento e presente.
Sebastian Koch è su Instagram
7. Ha un profilo sul social
network. L’attore è presente su Instagram con un proprio
account verificato il cui nome è @sebastiankochofficial.
All’interno di questo Jackson vanta oltre 6 mila follower, ed è
solito pubblicare post di vario genere. Questi ad oggi sono più di
60 e spaziano da momenti di svago in compagna di amici o della sua
famiglia sino alla promozione dei suoi progetti cinematografici e
televisivi. Seguendo il suo profilo, dunque, si potrà essere sempre
aggiornati sulle sue attività.
Sebastian Koch e il teatro
8. Si è formato a
teatro. Prima di iniziare a recitare per il cinema e la
televisione, Koch ha principalmente calcato il palcoscenico
teatrale. Egli si è infatti formato presso un’accademia della sua
città, per poi esordire al teatro di Ulma e al teatro nazionale di
Darmstadt. Nel 1990 debutta invece al celebre teatro Schiller di
Berlino, recitando in varie opere. Intraprendendo poi la carriera
cinematografica, abbandona il teatro per ritornarvi solo molti anni
dopo, affermando di considerare sempre il palcoscenico come il suo
primo grande amore.
Sebastian Koch: i suoi progetti futuri
9. Recitererà in alcune
nuove serie. Attualmente l’attore è impegnato nelle
riprese di una nuova serie televisiva dal titolo Your
Honor, incentrata su un giudice incorruttibile che ha speso la
sua vita a combattere il crimine e che vede crollare ogni suo
valore nel momento in cui il figlio viene riconosciuto come
colpevole di un caso particolare. Non è ancora noto il ruolo che
Koch avrà nella serie. In seguito reciterà invece nei panni di
Horst Faas in Nhiem, che racconterà la storia di un
cineasta coinvolto negli orrori della guerra del Vietnam.
Sebastian Koch: età e altezza dell’attore
10. Sebastian Koch è nato il
31 maggio del 1962 a Karlsruhe, una città
extracircondariale del Baden-Württemberg, in Germania. L’attore è
alto complessivamente 1.82 metri.
Era prevedibile e così è stato,
Boyhood di Richard
Linklater ha vinto il Golden Space Neeedle Award del
Seattle Film Festival, battendo
Dragon Trainer 2 e
Per Colpa delle Stelle.
Il film ha ottenuto anche il premio alla miglior regia (forse ancor
più scontato del miglior film, ma non per questo immeritato) e
quello per la miglior attrice, assegnato a Patricia
Arquette. Altri premi sono andati a
Carlos Marquet-Marcet (miglior nuovo
regista), Dawid Ogrodnik (miglior attore per
Life Feels Good) e Alan
Hicks con il suo documentario Keep On Keepin’
On. Il Seattle Film Festival è una manifestazione
in piena crescita che comprende 452 film da 83 paesi diversi, in
cui figurano 44 prime visioni mondiali per un totale di 25 giorni
di programmazione. Di seguito la
lista completa dei vincitori dei Seattle Film
Festival:
GOLDEN SPACE NEEDLE AWARD –
MIGLIOR FILM
Boyhood, di Richard Linklater (USA 2014)
Feels Good, di Maciej Pieprzyca
(Poland 2013)
How to Train Your Dragon 2, di Dean DeBlois (USA 2014)
The Fault in Our Stars, di Josh Boone (USA 2014)
Big in Japan, di John Jeffcoat (USA 2014)
GOLDEN SPACE NEEDLE AWARD
– MIGLIOR DOCUMENTARIO
Keep On Keepin’ On, di Alan Hicks (USA 2014)
Alive Inside: A Story of Music &
Memory, di Michael Rossato-Bennett (USA 2014)
I Am Big Bird: The Caroll Spinney Story, di Dave LaMattina, Chad
Walker (USA 2014)
Strictly Sacred: The Story of Girl Trouble, di Isaac Olsen (USA
2014)
The Case Against 8, di Ben Cotner, Ryan White (USA 2014)
GOLDEN SPACE NEEDLE AWARD
– MIGLIOR REGISTA
Richard Linklater, “Boyhood” (USA 2014)
GOLDEN SPACE NEEDLE AWARD
– MIGLIOR ATTORE
Dawid Ogrodnik, “Life Feels Good” (Poland 2013)
Guillaume Gallienne, “Me, Myself and
Mum” (Belgium/France/Spain 2013)
Matt Smith, “My Last Year With the Nuns” (USA 2014)
Felix Bossuet, “Belle & Sebastien” (France 2013)
Igor Samobor, “Class Enemy” (Slovenia 2013)
GOLDEN SPACE NEEDLE AWARD – MIGLIOR
ATTRICE
Patricia Arquette, “Boyhood” (USA 2014)
GOLDEN SPACE NEEDLE AWARD
– MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
Fool’s Day, di Cody Blue Snider (USA 2013)
The Hero Pose, diMischa Jakupcak
(USA 2013)
Strings, diPedro Solis (Spain 2013)
Mr. Invisible, di Greg Ash (United Kingdom 2014)
Aban + Khorshid, di Darwin Serink (USA 2014)
LENA SHARPE AWARD FOR PERSISTENCE OF
VISION
Africans Versus African Americans, di Peres Owino (USA
2014)
Premi per la
competizione:
SIFF 2014 MIGLIOR NUOVO
REGISTA
GRAND JURY PRIZE
10,000KM,di Carlos Marques-Marcet (Spain/USA 2014)
MENZIONE
SPECIALE
B For Boy, di Chika Anadu (Nigeria 2013)
SIFF 2014 MIGLIOR
DOCUMENTARIO
GRAND JURY
PRIZE
Marmato, di Mark Grieco (Colombia/USA 2014)
SPECIAL JURY
MENTIONS
Dior and I,di Frédéric Tcheng (France 2014) e Garden Lovers,
di Virpi Suutari (Finland 2014)
SIFF 2014 BEST NEW AMERICAN
CINEMA GRAND JURY
PRIZE
Red Knot,di Scott Cohen (USA/Argentina/Antarctica 2014)
Va in onda a partire dalle 19.30
Season One, il programma radiofonico on
air su Dixieland Radio con Mattia Nicoletti e
Francesco Madeo.
A farla da padrona sarà la musica,
ovviamente, ma anche e soprattutto le serie tv, vero e proprio pane
quotidiano dei due addicted seriali alla conduzione del
programma.
Argomenti di questa puntata saranno
The Walking Dead e Game of
Thrones. Potete seguire la puntata a questo
link.
ATTENZIONE – l’articolo contiene
SPOILER su House of the Dragon 2×06
Seasmoke ha un
nuovo cavaliere in House of the Dragon, che sceglie
di legarsi con
Addam di Hull. Il drago è stato cavalcato da Laenor Velaryon
nella prima stagione e, dopo che Laenor ha simulato la sua morte e
ha lasciato Westeros, non è chiaro cosa sarebbe successo alla
creatura. È diventato un argomento di discussione importante nei
primi episodi della seconda stagione di House of the
Dragon, con Seasmoke che ha fatto alcune apparizioni e in
precedenza ha persino girato intorno ad Addam.
Rhaenyra Targaryen
è alla ricerca di cavalieri per alcuni dei draghi non reclamati,
tra cui Seasmoke. La sua scelta iniziale, Ser Steffon Darklyn,
viene purtroppo data alle fiamme e uccisa, ma Seasmoke stesso
provvederà a trovarsi un cavaliere, lo cerca e lo insegue. Il
finale di House of
the Dragon 2×06 non mostra apertamente che i due si siano
uniti, ma a ogni dubbio su quanto accaduto viene data risposta da
Fuoco & Sangue di George R.R.
Martin.
Addam ha avuto un’importanza
crescente in House of the Dragon 2
Proprio come in
Fuoco & Sangue,
Addam di Hull è il nuovo dragoniere di Seasmoke. Addam è
apparso poco nella serie, spesso insieme a suo fratello Alyn, prima
di legarsi con Seasmoke. Interpretato da Clinton
Liberty nel cast di House of the Dragon 2, Addam è un
maestro d’ascia che vive nel Driftmark e fa parte della flotta
della Casata Velaryon. Come confermato in precedenza, Alyn e Addam
sono i figli bastardi di Corlys Velaryon.
House of the Dragon
ha apportato alcune modifiche chiave al personaggio di Addam. Nel
libro, ha solo circa 15 anni quando viene presentato, mentre
apparentemente ha circa 20 anni nello show (Liberty ha 26 anni
nella seconda stagione). Il libro crea anche più mistero attorno ai
loro genitori, con alcuni che affermano che sono in realtà i figli
bastardi di Laenor, e altri sostengono che siano di Corlys.
Perché Seasmoke ha scelto Addam di
Hull dopo aver rifiutato Steffon Darklyn?
È solo a causa della sua relazione
con Laenor?
Il primo tentativo di
rivendicare Seasmoke, con Steffon Darklyn, non è andato molto bene,
per usare un eufemismo. Inizialmente il drago sembra accettare la
Cappa Bianca come suo nuovo cavaliere ma, man mano che Steffon si
avvicina, decide chiaramente di non farlo. Forse percepiva la paura
di Steffon, o che non era un Velaryon come il suo precedente
cavaliere; i pensieri e i sentimenti esatti dei draghi e il motivo
per cui scelgono determinate persone sono per lo più
misteriosi.
Ciò che è chiaro, però, è che
Seasmoke si interessa ad Addam da qualche tempo.
Il secondo episodio di questa stagione lo mostrava mentre
volava nel cielo sopra un Addam che osservava, suggerendo il loro
potenziale legame. Può darsi che ci sia qualcosa in Addam, che
sembra essere sinceramente rispettabile, che gli ricorda Laenor. Il
fatto che siano fratellastri aiuta sicuramente: se Seasmoke sente
la mancanza del suo ex cavaliere, allora Addam potrebbe essere la
scelta migliore.
Naturalmente, è ragionevole
chiedersi perché Addam e non Alyn, dato che quest’ultimo è stata un
po’ più prominente nello show. Ciò potrebbe essere semplicemente
dovuto al fatto che Addam è il più vecchio dei due, almeno in base
al libro. Ma forse questa scelta dipende dal fatto che mentre Alyn
è presentato come l’ideale erede di Corlys, a Addam resta un altro
ruolo importante da giocare. Non solo in termini di trama, ma anche
perché nella sua essenza Alyn è, come dice
Baela, “sale e mare“, il che significa che potrebbe
non essere destinato a legarsi con un drago.
Come mai Addam di Hull può
cavalcare un drago
Addam non è un Targaryen, almeno
non direttamente
Addam di Hull
Poiché Addam e Alyn sono i bastardi
di Corlys Velaryon, hanno una forte eredità valyriana nelle vene.
Apparentemente questo
è più che sufficiente perché Addam possa cavalcare un drago,
anche se gli stessi Velaryon non sono mai stati signori dei draghi
nell’Antica Valyria. È anche possibile che abbia qualche traccia di
sangue Targaryen, poiché loro e i Velaryon si sono sposati in
diverse occasioni nel corso dei decenni, quindi le loro linee di
sangue si sarebbero inevitabilmente mescolate.
L’idea alla base dei
semi di drago è che non è necessario un lignaggio Targaryen
immediato o diretto per cavalcare un drago, e Addam dimostra che è
vero. È possibile, tuttavia, che la questione vada più in
profondità: non è mai stato dimostrato al 100% che solo qualcuno
con sangue Targaryen, o anche solo Valyriano, possa cavalcare un
drago. Nel libro, c’è una ragazza, Nettles, che
rivendica un drago selvaggio chiamato
Sheepstealer, e non c’è conferma se abbia sangue
valyriano o meno.
Seasmoke che sceglie Addam
significa che Laenor Velaryon è morto?
È possibile che sia morto fuori
scena
La più grande crepa nel
legame di Seasmoke con Addam non è il sangue di quest’ultimo, ma
piuttosto lo status del precedente cavaliere del drago. Laenor
Velaryon è ancora vivo nella serie, a differenza dei libri in cui
muore effettivamente (nello stesso punto della storia). Ma è ancora
così?
È stato detto che Seasmoke sta
diventando irrequieto e Rhaenyra crede che gli “manchi il suo
legame”. È del tutto possibile che, dato che sono passati anni da
quando Laenor se n’è andato, abbia finalmente accettato che il suo
ex cavaliere non tornerà e abbia deciso di sceglierne uno nuovo.
Seasmoke e Laenor hanno trascorso anni insieme, quindi è naturale
che lui possa sentirsi solo. Ma potrebbe anche significare che
Laenor è morto?
Ancora una volta, sono passati anni,
quindi è possibile che Laenor sia stato ucciso fuori dallo schermo
(e, in realtà, non ci sarebbe alcun motivo per cui Rhaenyra o
chiunque altro lo venisse a sapere, dal momento che la maggior
parte lo crede già morto). Non è mai stato confermato se un drago
possa prendere un nuovo cavaliere quando l’altro è ancora vivo: o
la serie lo ha appena fatto, oppure Laenor è morto davvero questa
volta.
Seasmoke e Addam combattono nella
Danza dei Draghi?
Cosa riserva il futuro, secondo
Fuoco & Sangue
Addam potrebbe non essere
stato la persona che Rhaenyra intendeva scegliere per rivendicare
Seasmoke, ma funziona bene per i Neri. Dato che è già fedele a
Corlys, Addam combatterà per Rhaenyra nella Danza dei Draghi,
facendo volare il suo nuovo drago in molteplici battaglie. Ciò
includerà la Battaglia di Gullet, che è attesa per la stagione 3 di
House of the Dragon con vari
riferimenti.
Addam e Seasmoke aiutano anche
Rhaenyra a conquistare Approdo del Re, cosa che presumibilmente
avverrà nella terza stagione, e il drago verrà tenuto nella Fossa
del Drago e aiuta a proteggere la città. Successivamente,
combattono nella Seconda Battaglia di Tumbleton, coinvolgendo anche
draghi come Vermithor e Ali d’Argento. Resta da vedere quanto
House of the Dragon seguirà i libri, ma il futuro
riserva sicuramente grandi cose a Seasmoke e Addam.
House of the Dragon stagione 2 è
disponibile su Sky e NOW (in contemporanea con gli Stati Uniti),
con un nuovo episodio a settimana.
La Sony Pictures
Italia ha diffuso il trailer ufficiale
di Searching, il film diretto da
Aneesh Chaganty e con protagonisti
con John Cho, Debra Messing, Joseph Lee e Michelle
La.
Searching arriverà al cinema a
settembre.
Dopo che la figlia sedicenne di
David Kim (John Cho) scompare, viene aperta
un’indagine locale e assegnato un detective al caso. Ma 37 ore dopo
David decide di guardare in un luogo dove ancora nessuno aveva
pensato di cercare, dove tutti i segreti vengono conservati: il
laptop della figlia. In un thriller iper-moderno raccontato
attraverso i dispositivi tecnologici che usiamo ogni giorno per
comunicare, David deve rintracciare tutti i movimenti di sua figlia
prima che scompaia per sempre.
American Zero – South
African Hero con questa frase può essere riassunta la vicenda
di Sixto Rodriguez, cantante folk di Detroit, ma
originario del Messico, che all’inizio degli anni70 provò a
sfondare nel mondo della canzone d’autore ma senza risultati,
almeno negli Stati Uniti. Perché, mentre i produttori americani pur
impressionati dal suo talento lasciavano perdere l’ardua impresa di
farlo piacere al pubblico yankee, in Sud Africa Rodriguez guidava
con le sue canzoni (e a sua insaputa) il vivace movimento giovanile
che in quel periodo lottava contro l’apartheid. Canzoni come
Estabilishing Blues o I Wonder diventarono manifesto
di un intera generazione senza però che i fan sapessero nulla del
loro cantante preferito e viceversa. La storia raccontata dal
documentario Searching for Sugarman di
Malik Bendjelloul parte da questo mistero. I due
album registrati da Rodriguez infatti diventarono con gli anni
patrimonio di ogni Sudafricano: “In ogni casa c’era una disco
dei Beatles, uno degli Stones e poi Rodriguez. Ma nessuno di noi
sapeva davvero chi lui fosse”. Questo il racconto di Stephen
Segermen, fan e proprietario di uno dei negozi di dischi di Cape
Town che contribuì alla diffusione di quelle canzoni così ispiranti
per lui e i suoi coetanei. E da questi misteri inizia la sua
ricerca sulle tracce dello sconosciuto Sugarman. Studiando i testi
delle canzoni, osservando minuziosamente le copertine dei dischi,
inondando di lettere e telefonate redazioni di giornali, case di
produzione e tv americane.
Il documentario, uscito negli Stati
Uniti nel 2012 e vincitore dell’Academy Award nell’anno successivo,
è in Italia solo da pochi mesi e resiste imperterrito in poche ma
tenaci sale cinematografiche che ogni sera si riempiono di curiosi,
attratti dall’enorme passaparola che è circolato intorno a questo
piccolo gioiello del cinema documentario. Trasmesso qualche
settimana fa dalla piattaforma satellitare Sky (non a caso sul
canale Sky Arte) ha registrato un ottimo seguito. Ciò che forse
attrae di più di questa storia, oltre alla colonna sonora
stupefacente e al mistero che per la maggior parte del film aleggia
intorno alla figura di Rodriguez, è la visione nuova e
controcorrente che l’autore riesce a dare dell’artista. Molte
infatti erano le leggende che circolavano su di lui, che in quanto
artista doveva necessariamente essere problematico, e per
questo irraggiungibile. “Si è ucciso con un colpo di
pistola” oppure “Si è dato fuoco durante un concerto, ed è
morto di fronte al pubblico. Per questo non fa più dischi”.
L’immagine collettiva lo voleva “pazzo come tutti i geni”
e invece questa storia (e soprattutto il suo finale, che non
sveleremo) ridà una nuova dignità alla figura dell’artista: sereno,
impegnato, intelligente soprattutto quando sicuro di sé e del
proprio valore.
È distribuito da Dreamcatchers
Entertainment a partire dal 10 ottobre, per una serie
di proiezioni evento, e si intitola Searching Eva.
Si tratta del documentario diretto dall’esordiente Pia
Hellenthal sulla vita, o meglio, sulla persona di
Eva Collé.
Italiana di 27 anni, Eva è modella,
attrice, pittrice, scrittrice, sex worker di base a Berlino.
Difficile incasellarla e identificarla con una sola professione,
tuttavia è chiaro che il suo corpo e il sesso sono la parte che più
incuriosisce il pubblico, probabilmente per le ragioni sbagliate.
Perché quello della Hellenthal non è uno sguardo pruriginoso nella
promiscua vita sociale/sessuale di Eva, né nel suo vendere se
stessa per soldi, né una ricerca di gender che coinvolge una
ragazza giovane in terra straniera.
Searching Eva è il
ritratto di una donna libera, che si autodetermina in ogni sua
scelta e in ogni suo passo, senza barriere mentali, senza schermi
sociali, senza indirizzo di genere, senza gusti sessuali, ma votata
alla ricerca di una determinazione di sé così radicale dal rendere
non necessario l’incasellamento in una professione, una casa, un
ruolo.
Eva è uno spirito libero, una donna
dal corpo esile, che non esita a mostrare, una bambina dal volto
delicato, un contrasto violento con la potenza delle sue scelte.
Una nave tanto solida da non aver bisogno di un’ancora, in mezzo
alla tempesta della vita. Cresciuta in una famiglia operaia, in
Italia, Eva fugge non solo da un nucleo di nascita, che non le ha
dato i riferimenti che da questa istituzione sociale ci si aspetta,
ma scappa anche dal lavoro propriamente inteso, dalla fatica, da
tutto ciò che rendeva suo padre insoddisfatto. Va via di casa a 17
anni alla ricerca di una dimensione che trova soltanto nella
volontà di coltivare esclusivamente se stessa.
Sembra non sentire nulla, Eva, non
il piacere del sesso che pratica, né la gioia di ragazza libera,
eppure dimostra una vivacità, una tenerezza che smascherano la sua
estrema purezza. Eva può attraversare ogni cosa: può drogarsi, può
prostituirsi, può scegliere strade che la morale comune non
approverebbe, eppure appare sempre un essere puro nelle sue
intenzioni, limpido nel suo discernimento, completamente
consapevole del suo posto nel mondo.
Di fronte alla ricchezza della sua
protagonista, il documentario della Hellenthal si rivela
estremamente inadeguato, nonostante la grande cura nella raccolta
dei materiali, durata circa quattro anni, e la razionalizzazione
degli stessi attraverso il montaggio.
Di fronte a questa disparità tra
forma e contenuto, e data l’innegabile bellezza di alcune immagini
(come quella conclusiva, in cui in una luce rosa al neon Eva
festeggia il capodanno da sola, seduta sul pavimento della sua casa
in affitto, con fuoco d’artificio che si consuma sfrigolando,
oppure del suo corpo nudo e candido in contrasto con il buio
dell’aperta campagna di notte), Searching Eva è
una scatola non adeguatamente preziosa per contenere la sua
straordinaria protagonista.
Dreamcatchers
Entertainment è lieta di annunciare l’arrivo nei
cinema italiani a ottobre del documentario Searching
Eva, lungometraggio d’esordio di Pia Hellenthal presentato
all’interno della sezione Panorama alla 69ma edizione della
Berlinale e ora in concorso internazionale e in anteprima italiana
al Biografilm Festival di Bologna.
Searching Eva sfida
i limiti, i pregiudizi e i gusti del pubblico, mettendo in scena
attraverso un diario visivo la vita pubblica e privata della
ventenne Eva Collé, modella-artista-personaggio sui social media
che incarna una sorta di progetto d’arte vivente. Eva è una,
nessuna e centomila, in grado di re-inventarsi ogni volta che vuole
e simbolo di una generazione fluida che si racconta attraverso i
social. Scrivendo e parlando di temi comunemente ritenuti intimi o
imbarazzanti e mostrando il proprio corpo, Eva riflette su chi è
veramente, facendo crollare le barriere dell’intimità ed
esponendosi fino in fondo. Ma qual è il confine tra essere e la sua
rappresentazione? Pia Hellenthal dipinge il ritratto dell’esistenza
contemporanea, in cui il concetto di un’identità solida e
immutabile è ormai passato di moda. Siete pronti a entrare nel
mondo senza filtri di Eva Collé? Searching Eva
arriverà nei cinema italiani a ottobre.
Searching Eva è
prodotto da Corso Film- und Fernsehproduktion, da Erik
Wunker e Martin Roelly; Giorgia
Malatrasi e Daniela Dieterich hanno
partecipato alla produzione creativa, mentre la distribuzione
italiana è affidata a Dreamcatchers Entertainment,
casa di produzione nata a Milano, alla sua prima avventura nella
distribuzione cinematografica.
E’ in arrivo nei cinema
italiani a ottobre del documentario
SEARCHING EVA, lungometraggio d’esordio di
Pia Hellenthal presentato all’interno della
sezione Panorama alla 69ma edizione della Berlinale. Per
l’occasione verranno realizzate delle proiezioni in anteprima il
10 ottobre a Roma presso il
Cinema Aquila. Di seguito la programmazione:
ore 18:50 – proiezione in
anteprima del film
ore 20:40 – proiezione alla
presenza della protagonista Eva Collè e della sceneggiatrice
Giorgia Malatrasi
ore 22:20 – proiezione alla
presenza della protagonista Eva Collè e della sceneggiatrice
Giorgia Malatrasi
Il film sarà in programmazione al
Cinema Aquila anche nei giorni 12, 13, 20, 21 e 22
ottobre.
SEARCHING EVA
sfida i limiti, i pregiudizi e i gusti del pubblico, mettendo in
scena attraverso un diario visivo la vita pubblica e privata della
ventenne Eva Collé, modella-artista-personaggio
sui social media che incarna una sorta di progetto d’arte vivente.
Eva è una, nessuna e centomila, in grado di re-inventarsi ogni
volta che vuole e simbolo di una generazione fluida che si racconta
attraverso i social. Scrivendo e parlando di temi comunemente
ritenuti intimi o imbarazzanti e mostrando il proprio corpo, Eva
riflette su chi è veramente, facendo crollare le barriere
dell’intimità ed esponendosi fino in fondo. Ma qual è il confine
tra essere e la sua rappresentazione? Pia
Hellenthal dipinge il ritratto dell’esistenza
contemporanea, in cui il concetto di un’identità solida e
immutabile è ormai passato di moda. Siete pronti a entrare nel
mondo senza filtri di Eva Collé? SEARCHING EVA
arriverà nei cinema italiani a ottobre.
SEARCHING EVA è
prodotto da Corso Film- und Fernsehproduktion, da Erik Wunker e
Martin Roelly; Giorgia Malatrasi e Daniela Dieterich hanno
partecipato alla produzione creativa, mentre la distribuzione
italiana è affidata a Dreamcatchers Entertainment, casa di
produzione nata a Milano, alla sua prima avventura nella
distribuzione cinematografica.
Si svolgerà il 09 ottobre alle
ore 21:30 presso THE SPACE CINEMA ODEON alla presenza
della regista, della sceneggiatrice Giorgia Malatrasi e
della protagonista Eva Collé l’anteprima di
Searching Eva, il documentario distribuito da
Dreamcatchers
Entertainment, realtà indipendente di Milano.
Il film è lungometraggio d’esordio
di Pia Hellenthal presentato all’interno della sezione
Panorama alla 69ma edizione della Berlinale, in anteprima italiana
all’ultimo Biografilm Festival di Bologna e prossimamente al
Milano Film Festival 2019 nella sezione “The Outsiders” in
collaborazione con VICE Italia.
SEARCHING EVA sfida i
limiti, i pregiudizi e i gusti del pubblico, mettendo in scena
attraverso un diario visivo la vita pubblica e privata della
ventenne Eva Collé, modella-artista-personaggio sui social
media che incarna una sorta di progetto d’arte vivente. Eva è una,
nessuna e centomila, in grado di re-inventarsi ogni volta che vuole
e simbolo di una generazione fluida che si racconta attraverso i
social. Scrivendo e parlando di temi comunemente ritenuti intimi o
imbarazzanti e mostrando il proprio corpo, Eva riflette su chi è
veramente, facendo crollare le barriere dell’intimità ed
esponendosi fino in fondo. Ma qual è il confine tra essere e la sua
rappresentazione? Pia Hellenthal dipinge il ritratto
dell’esistenza contemporanea, in cui il concetto di un’identità
solida e immutabile è ormai passato di moda. Siete pronti a entrare
nel mondo senza filtri di Eva Collé?
SEARCHING EVA è
prodotto da Corso Film- und Fernsehproduktion, da Erik Wunker e
Martin Roelly; Giorgia Malatrasi e Daniela Dieterich hanno
partecipato alla produzione creativa, mentre la distribuzione
italiana è affidata a Dreamcatchers Entertainment, casa di
produzione nata a Milano, alla sua prima avventura nella
distribuzione cinematografica.
L’attrice Sean
Young, nota al grande pubblico principalmente per il suo
leggendario ruolo di Rachael in Blade
Runner ha detto la sua riguardo al sequel del film,
che da tempo ormai è in cantiere e che adesso è in fase di
scrittura. La Young, impegnata a promuovere il suo ultimo film
horror, Jug Face, ha detto di sapere
della possibilità di un sequel per Blade
Runner, ma a domanda diretta, ovvero alla richiesta
di dire la propria sul progetto, l’attrice ha riservato parole
molto amare per Ridley Scott e per l’intera idea.
La Young avrebbe detto di essere
stata coinvolta in una riunione preliminare, ma di non aver
ricevuto nessuna offerta per partecipare al progetto, cosa secondo
lei assurda. Al che Sean avrebbe chiamato l’ufficio di Scott, che
però non l’ha richiamata. Ora le intenzioni della produzione
sembrano chiare, anche se non si sa ancora bene se ci sarà o meno
necessità del personaggio di Rachael, dal momento che non si sa
ancora di cosa tratterà la storia, ma Sean Young
lancia un avvertimento: “se non mi includeranno, boicottate il
film. Perché sarebbe veramente stupido non inserirmi. Veramente
stupido. Ma è la mia opinione! “
Non sappiamo ovviamente se le
parole di Sean verranno ascoltate da qualcuno, tuttavia restiamo in
allerta per raccontarvi qualsiasi novità a riguardo.
La generazione dei trentenni di
oggi ricorda benissimo l’adolescenza passata in compagnia di
boyband, stelline del pop e dei ragazzacci di American
Pie. Come dimenticarsi di Sean William
Scott e del suo iconico Steve Stifler?
Impossibile. Eppure negli anni molte delle prodezze, delle
conquisti e degli scivolini di Sean sono passati inosservati.
Oggi scopriamo quindi insieme
tutto quello che c’è da sapere su Sean William
Scott.
Sean William Scott in tv: gli
inizi della sua carriera
Sean William Scott in “C’è sempre il sole a
Philadelphia”
10. Sean William
Scott è nato il 3 ottobre del 1976 a Cottage Grove, in Minnesota,
Stati Uniti, ed è l’ultimo di ben sette figli. Considerato sin da
piccolo come il figlio più creativo e ‘ribelle’, Sean si è
avvicinato alla recitazione e al mondo dello spettacolo in modo
decisamente anticonvenzionale.
Da ragazzo, infatti,
lavorava in un piccolo cinema vicino casa dove,
oltre che a risistemare le sale e a staccare i biglietti, aveva
l’opportunità di vedere tantissimi film. L’atmosfera della sala, le
luci spente e la magia del cinema l’hanno subito catturato. Tutto
il suo tempo libero Sean lo passava a lavorare e a vedere film
gratis: niente male, no?
9. Convinto di
voler intraprende una carriera nel mondo dello spettacolo, dopo il
diploma decide di trasferirsi a Los Angeles in cerca di fortuna. E
la dea bendata decide di premiarlo. Nel 1996 partecipa alla sua
prima serie tv dal titolo E Vissero Infelici per
Sempre, interpretando il ruolo di Moondoggie nel
secondo episodio della terza stagione.
L’anno successivo è stata la volta
di un film per la tv dal titolo Born Into Exile
che racconta la storia di una coppia di ragazzi, scappati dalla
miseria in cerca di una nuova vita e soprattutto della felicità.
Nel 1998 Sean ottiene un altro piccolo ruolo nella serie
Troppi In Famiglia, partecipando al terzo episodio
della seconda stagione.
I suoi ultimi lavori sul piccolo
schermi risalgono tuttavia a tempi più recenti. Nel 2013 partecipa
alla serie tv C’è Sempre Il Sole a Philadelphia,
dove compare solo nel quinto episodio della nona stagione.
Sean William Scott in Lethal
Weapon
Sean William Scott nella serie “Lethal Weapon”
8. Un ruolo
decisamente più importante gli viene offerto solo nel 2018 quando
accetta di partecipare alla serie tv Lethal Weapon. Si
tratta di un telefilm poliziesco infarcito con una buona dose di
comicità andato in onda per tre stagioni e quarantasei episodi, dal
2016 al 2019.
Sean William Scott ha interpretato
Wesley Cole, il nuovo partner di Roger Murtaugh
(Damon
Wayans), dopo la morte di Martin Riggs (Clayne
Crawford). Il suo personaggio, introdotto nella terza
stagione, è rimasto attivo per un arco di undici episodi.
La serie, prodotta e trasmessa
negli States dalla Fox, è andata in onda qui da
noi su Italia 1 per poi passare al canale a
pagamento Premium Crime di Mediaset.
Sean William in American Pie: un
grande successo
Sean William Scott in “American Pie – Ancora Insieme”
7. Dopo i primi
esperimenti televisivi, Sean decide di passare al cinema e decide
di accettare una parte nel film American Pie. Per
tutti coloro che finora hanno vissuto rinchiusi in una caverna e
non conoscono American Pie, ecco un piccolo riassunto…
Sopravvivere al liceo è sempre
un’impresa, soprattutto se si è nerd e un po’ sfigatelli. Il film
racconta la storia di quattro amici, Jim Levenstein (Jason
Biggs), Kevin Myers (Thomas Ian
Nicholas), Paul Finch (Eddie Kaye Thomas)
e Chris Ostreicher (Chris Klein) ossessionati
dall’idea di perdere la propria verginità. Arrivati ormai
all’ultimo anno del liceo, i quattro ragazzi stringono un patto:
promettono di fare sesso prima della fine dell’anno scolastico.
L’occasione perfetta gli viene offerta da un loro “amico”, Steve
Stifler (Sean William Scott) che, in occasione
ballo scolastico di fine anno, organizza una mega festa nella sua
villa in riva al lago.
da sinistra: Chris Klein, Sean William Scott, Jason Biggs, Eddie
Kaye Thomas e Thomas Ian Nicholas in “American Pie 2”
Ovviamente si tratta di una
commedia per teenagers che però è diventata col tempo un
vero cult di genere. Volgare, eccessiva e davvero troppo
divertente, American Pie hanno fatto storia proprio come i suoi
protagonisti. Nonostante, Sean ricoprisse un ruolo minore, il suo
Steve Stifler è diventato un icona pop.
Sean William Scott in “American Pie 2”
Il film ha avuto un successo enorme
tanto da diventare il primo di una saga. Al primo American
Pie sono seguiti American Pie 2 (2001),
American Pie – Il Matrimonio (2003) e American Pie –
Ancora Insieme (2012). Sono stati prodotti anche degli
spinoff che, a causa della mancanza del cast originale, sono stati
dei veri e proprio flop.
6. Anni più tardi
Sean William Scott ha rivelato un’indiscrezione relativa alla sua
esperienza con il primo film di American Pie. Sembra infatti che
l’attore, per interpretare il ruolo di Stifler, considerato di
contorno, sia stato pagato solo ottomila
dollari.
Sean William Scott film
Sean William Scott in “Road Trip”
5. Dopo una
partenza col botto grazie ad American Pie, la carriera
cinematografica di Sean ha preso il volo. Nei primi anni duemila,
infatti, l’attore ha partecipato a tantissime produzioni come
Final Destination (2000), Road
Trip (2000), Fatti Strafatti e Strafighe
(2000) e American Pie 2 (2001).
Dedito sempre a film dello stesso
genere, ovvero commedia, azione e avventura, negli anni successivi
lo vediamo anche nel cast di Crime Party (2002),
Old School (2003), Il Tesoro
dell’Amazzonia (2003), Il Monaco (2003) e
American Pie – Il matrimonio (2003).
Sean William Scott in “Final Destination”
Nel 2005 partecipa al film
Hazzard, diretto da Jay Chandrasekhar, ispirato
all’iconia serie anni ottanta. A seguire abbiamo Southland
Tales (2006), Mr Woodcock (2007),
Role Models (2008), Una Carriera a Tutti i
Costi (2008), Poliziotti fuori – Due Sbirri a
Piede Libero (2010) e Jackass 3D
(2010).
Negli ultimi anni la sua carriera
cinematografica, a causa di problemi personali, ha però subito un
rallentamento. Dal 2011 abbia Goon (2011),
American Pie – Ancora Insieme (2012),
Comic Movie (2013), Just Before I
Go (2014), Goon – Last of the Enforcers
(2017), Super Troopers 2 (2018),
Bloodline (2018) e Already Gone
(2019).
Sean William Scott curiosità
4. Forse pochi
sanno che Sean, all’inizio della sua carriera, era riuscito a
ottenere un provino per niente di meno che Baywatch, la
famosa serie divenuta poi un vero e proprio cult televisivo. Stando
a quanto dichiarato dallo stesso attore, sembra che quella stessa
mattina, mentre si recava al provino, Sean fu aggredito da
una gang di South Central L.A e derubato di tutto ciò che
aveva, compresi camicia e scarpe.
3. Prima ancora di
darsi al cinema e alla tv, nei primi anni della sua carriera, ebbe
l’incredibili opportunità di lavorare con gli
Aerosmith. Fu infatti scelto come comparsa per il
video musicale della canzone del 1997 dal titolo Hole In My
Soul.
2. Sean William
Scott è un vero appassionato di doppiaggio.
L’attore ha, infatti, prestato la sua voce a diversi progetti tra
cui film d’animazione famosissimi come L’era Glaciale 2 –
Il Disgelo (2006), L’era Glaciale 3 – L’alba dei
Dinosauri (2009), L’era Glaciale 4 – Continenti
alla Deriva (2012), L’era Glaciale –
In Rotta di Collisione (2016) e Planet
51 (2009).
Nella saga de L’era Glaciale,
l’attore doppia, nella versione originale, Crash,
uno dei due pazzi opossum, amatissimi dai bambini. In Planet 51,
invece, dà la voce a Skiff, un piccolo alieno
verde appassionato, incredibilmente, di film sugli alieni.
Sean William Scott oggi
1. Sean è sempre
stato un po’ una ‘testa calda’ e in passato il suo temperamento gli
ha dato non pochi problemi. Nel 2011, ad esempio, è stato
ricoverato in una struttura di recupero per far
fronte a “problemi personali e di salute”. Queste sono
state le motivazione divulgate dal suo agente e dal suo addetto
stampa che non hanno fornito nessuna informazione aggiuntiva. Il
nome della struttura dove è stato ricoverato non è mai stato
rivelato ma sappiamo che un mese più tardi, dopo aver completato il
suo trattamento, Sean è stato rimandato a casa.
Purtroppo oggi non si conoscono
molti dettagli della sua vita privata né tantomeno della sua salute
mentale e fisica. Sean è infatti poco presente sui social, non ha
un account Instagram e il suo account Twitter non è
aggiornato. Non ci resta che sperare di vederlo presto in tv o al
cinema.
Sean Penn è
unanimemente considerato uno degli interpreti più talentuosi e
camaleontici oggi in circolazione, capace di dar vita ad
interpretazioni intense che gli hanno permesso di ottenere i
massimi riconoscimenti dell’industria. Ruolo dopo ruolo Penn ha
provato la propria grandezza, attirando su di sé le attenzioni
anche per via del suo fascino dannato e della sua burrascosa vita
privata. Ecco 10 cose che non sai di Sean
Penn.
Sean Penn: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
pellicole. Penn debutta al cinema con il film Taps –
Squilli di rivolta (1981), per poi recitare in Fuori di
testa (1982), Colors – Colori di guerra (1988),
Vittime di guerra (1989) e Carlito’s Way (1993).
Ottiene poi grande notorietà grazie al ruolo in Dead Man Walking
(1995), per poi continuare ad affermarsi grazie a film come
She’s So Lovely (1997), Bugie, baci, bambole &
bastardi (1998), La sottile linea rossa (1998),
Amori e disaccordi (1999), Prima che sia notte
(2000), Mi chiamo Sam (2001). La consacrazione arriva poi
con Mystic River (2003), e
negli anni successivi continuerà ad affermarsi in ruoli come 21
grammi (2003), The Interpreter (2005), Tutti gli
uomini del re (2006), Milk (2008), The Tree of
Life (2011), This Must Be the
Place (2011), Gangster Squad (2013), I sogni segreti di
Walter Mitty (2013), The Gunman (2015),
Il professore e il
pazzo (2019), Flag Day (2021), Licorice Pizza
(2021).
2. Ha scritto, diretto e
prodotto alcuni noti film. Penn esordisce alla regia con
il film Lupo solitario (1991), da lui anche scritto.
Dirigerà poi 3 giorni per la verità (1995), La
promessa (2001) e Into the Wild – Nelle terre
selvagge (2007), che gli permette di ottenere ottimi
riconoscimenti di pubblico e critica come regista. Nel 2016 torna
dietro la macchina da presa per realizzare il film Il tuo ultimo
sguardo, con gli attori Javier
Bardem e Charlize
Theron. Per ogni suo film Penn ha partecipato anche
alla sceneggiatura o alla produzione, distinguendosi come
personalità poliedrica. Nel 2021 porta al Festival di Cannes il suo nuovo film da
regista, Flag Day, dove dirige anche la figlia
Dylan Penn.
3. Ha vinto due premi
Oscar. Nel corso della sua ricca carriera, Penn ha
ricevuto un totale di cinque nomination come miglior attore
protagonista al premio Oscar. Le prime furono per i film Dead
Man Walking, Accordi e disaccordi e Mi chiamo Sam.
Successivamente, nel 2004 l’attore vince per la prima volta il
premio per il suo ruolo in Mystic River, ripetendosi nel
2009 per il film Milk.
Sean Penn: Charlize Theron, la
fidanzate e i figli
4. Ha avuto relazioni con
note attrici. Penn è inoltre celebre per le sue diverse
relazioni avute con attrici. Negli anni Ottanta è infatti stato
brevemente fidanzato con Pamela Springsteen,
conosciuta sul set di Fuori ditesta,
Elizabeth McGovern, conosciuta sul set di In
gara con la luna, e Susan
Sarandon. Nel 2011 ha avuto una breve relazione con
ScarlettJohansson, mentre dal 2014 al 2015 ha invece
avuto una relazione con l’attrice CharlizeTheron. Nel 2016 si è invece legato a
Leila George, figlia degli attori Greta Scacchi e
Vincent D’Onofrio, che ha sposato il 30 luglio 2020. La coppia ha
però divorziato il 15 ottobre 2021.
5. È stato sposato con una
celebre collega. Dopo sette anni di fidanzamento, nel 1996
l’attore sposa l’attrice Robin
Wright, celebre per il suo ruolo nella serie House
of Cards. La coppia ha avuto due figli, Dylan
Frances e Hopper Jack, nati
rispettivamente nel 1991 e nel 1993, e ha cercato di mantenere una
certa riservatezza per quanto riguardava la loro vita privata. Nel
2007 annunciano però la separazione, e nonostante diverse
riconciliazioni annunciano definitivamente il divorzio nel
2010.
Sean Penn e El Chapo
6. È stato al centro di
un’accesa polemica. Nel gennaio del 2016 l’attore ha dato
vita ad una polemica nei suoi confronti per via della sua
intervista segreta al latitante narcotrafficante messicano Joaquin
Guzmán, noto con il soprannome di El Chapo. Questi è stato
successivamente catturato, ma Penn fu accusato di non aver
collaborato con la giustizia nella sua cattura, nonostante ne
conoscesse la posizione.
Sean Penn e Madonna
7. È stato sposato con la
celebre cantante. Nel 1985 l’attore attira diverse
attenzioni sulla sua vita privata per via del matrimonio con
l’attrice e cantante Madonna, conosciuta sul set
del film Shangai Surprise, dove entrambi recitavano. La
cantante dedicò a Penn anche l’album True Blue, dove lo
definisce “il ragazzo più cool dell’universo”.
8. Hanno avuto una relazione
turbolenta. La loro relazione è tuttavia segnata da eventi
burrascosi, con Penn accusato in diverse occasioni anche di
violenza domestica. Nel 1989, infine, firmano le carte per il
divorzio. Anche in seguito alla loro separazione, tuttavia, i due
non hanno mancato di manifestarsi affetto, lasciando intendere che
vi è stata una riconciliazione nei loro rapporti.
Sean Penn in Milk
9. Per il ruolo è stato
trasformato con il trucco. Per dar vita ad Harvey Milk,
primo gay dichiarato ad essere eletto ad una carica politica negli
Stati Uniti, Penn si è sottoposto ad un trucco che gli ha permesso
di acquisire maggior somiglianza con il personaggio. Questo
prevedeva un naso e dei denti finti, come anche delle apposite
lenti a contatto e una diversa acconciatura.
Sean Penn: età e altezza
10. Sean Penn è nato a Santa
Monica, in California, Stati Uniti, il 17 agosto 1960.
L’attore è alto complessivamente 173 centimetri.
Arriva dall’Hollywood Reporter la
notizia che il cast di Angry Birds Il
Film si arrichisce della presenza del due volte
premio Oscar Sean Penn, il quale doppierà il
personaggio di Terence.
Basato sul popolarissimo gioco
“Angry Birds”, nel film scopriremo finalmente perché
i famosi pennuti sono così arrabbiati! La storia ci porta su
un’isola popolata da volatili quasi tutti felici, anche se incapaci
di volare. In questo paradiso, Red, un uccello con problemi di
controllo della rabbia, il velocissimo Chuck e l’esplosivo Bomb,
sono sempre stati emarginati. Ma quando sull’isola arrivano dei
terribili maialini verdi, toccherà a loro dimostrargli di che cosa
sono capaci…
Il trio principale degli
Angry Birds sarà composto da
Jason Sudeikis(Horrible Bosses, We’re
the Millers) che sarà Red, uccellino dal grande
temperamento, poi Josh Gad
(Frozen) sarà il piumato rapidissimo e
giallo, infine Danny McBride
(This is the End, Eastbound & Down) darà
la sua voce all’esplosivo volatile nero. A supporto
di queste tre superstar ci saranno Bill
Hader (Piovono Polpette) che
sarà uno dei maiali, Maya Rudolph
(Bridesmaids) come Matilda e
Peter Dinklage (Game of
Thrones) che interpreterà Mighty Eagle.
La ‘strana coppia’ potrebbe
formarsi in occasione di The Secret Life Of Walter Mitty, il nuovo
lavoro Stiller si appresta a girare, dopo averlo tenuto in stand-by
per diverso tempo: Penn non avrebbe però uno dei ruoli principali,
limitandosi a una piccola parte. La storia, a cavallo tra realtà e
sogno, girerà attorno ad un fotografo che fugge dal grigiore
quotidiano immergendosi in sogni ad occhi aperti nei quali tra
l’altro riesce a vivere una storia d’amore con una collega,
interpretata da Kristin Wiig, oggetto dei suoi desideri
inespressi.
La scomparsa di un importantissimo
negativo costringerà però il protagonista ad interrompere la
propria apatica esistenza e ad abbandonare la sua immaginazione,
per vivere un’avventura nel mondo reale che, prevedibilmente,
cambierà la sua vita. Sul ruolo di Sean Penn al momento non vi sono
particolari: del resto deve ancora firmare il contratto, che lo
farebbe entrare in un cast del quale, oltre a Stiller e Wiig, fanno
già parte Adam Scott, Patton Oswalt, Josh Charles e Shirley
MacLaine. Il prossimo impegno di Penn sarà Gangster Squad a fianco
di Ryan Gosling ed Emma Stone, per il quale manca
ancora una data di uscita.
Arrivano le prime immagini di uno Sean Penn truccatissimo, con
look da rockstar, per il nuovo attesissimo film di Paolo
Sorrentino, This Must Be the Place. Per vedere le foto.
L’attore è stato fotografato con ancora indosso parrucca e
trucco a New York, nel quartiere Wednesday. Ecco alcuni scatti:
Sean Penn è in trattative per
interpretare Genius, storia dell’editore Max Perkins. Il film sarà
diretto dal produttore Bill Pohlad, al suo debutto registico.
La notte degli Oscar che ha
incoronato Alejandro González Iñárritu e il suo
Birdman ha anche, come era ovvio per il
perbenismo degli americani, generato qualche polemica. Le lamentele
sono nate dal fatto che Sean Penn, presentando il
miglior film, abbia appellato il regista e produttore “son of a
b****”, facendo un riferimento chiaramente scherzoso alla
green card e al fatto che un messicano producesse film in USA.
L’attore ha dichiarato di recente di
non volersi scusare con le seguenti motivazioni: “Ci sono degli
scherzi e delle chiacchiere ricorrenti tra me e lui (Iñárritu, ndr)
Nel momento in cui ho detto quella cosa, lui è stata le prima
persona nella stanza a sapere che aveva vinto”.
A gudicare dall’abbraccio che è
seguito trai due e dal fatto che in passato hanno collaborato con
grande profitto artistico, sembra davvero improbabile che il
regista voglia delle scuse!
Solo tre giorni fa vi avevamo detto che il premio
Oscar Reese Witherspoon si sarebbe unita al cast
di Inherent Vice, prossimo film di
Paul Thomas Anderson e adattamento del romanzo
Vizio di forma da noi di Thomas
Pynchon.
Adesso invece, stando alla fan page
ufficiale del regista a Joaquin Phoenix, Benicio del Toro,
Owen Wilson, Reese Witherspoon, Jena Malone e
Martin Short si unisce anche Sean
Penn. La notizia non è ancora ufficiale, ma la pagina si è
rivelata già altre volte abbastanza attendibile.
In attesa di sapere come Anderson
adatterà la storia per lo schermo, ecco la trama ufficiale del
romanzo di Pynchon: California, inizio anni Settanta.
Doc Sportello, investigatore privato con una passione smodata per
le droghe e il surf, viene contattato da una vecchia fiamma,
Shasta, che gli rivela l’esistenza di un complotto per rapire il
suo nuovo amante, un costruttore miliardario. L’investigatore non
fa neanche in tempo ad avviare le sue indagini che si ritrova
arrestato per l’omicidio di una delle guardie del corpo del
costruttore, il quale è intanto sparito, come pure Shasta. Sembrano
le premesse del più classico dei noir, ma ben presto le coincidenze
piú strane si accumulano e il mistero si allarga a macchia di
leopardo. Doc inciampa così in collezioni di cravatte con donnine
discinte, in falsi biglietti da venti dollari con il ritratto di
Richard Nixon, in un’associazione di dentisti assassini nota come
Zanna d’Oro, che è però anche il nome di un sedicente cartello
indocinese dedito al traffico di eroina.
L’attore e regista Sean
Penn sarebbe finito sotto indagine per aver incontrato
segretamente il boss del narcotraffico El Chapo
prima del suo arresto. L’attore incontrò il boss per un’intervista,
apparsa poi sulla rivista Rolling Stone grazie all’aiuto
dell’attrice messicana Kate del Castillo, che ha
interpretato una parte messicana in una nota soap opera.
Penn
racconta che il boss del cartello di Sinaloa, considerato il più
grande narcotrafficante del mondo, voleva far girare un film sulla
sua vita. Una vicenda che ha portato le autorità messicane a
indagare l’attore Usa.
Trai passaggi più
scottanti tra i due in cui a un certo punto il boss definisce
il candidato repubblicano Donald Trump «un mio amico».
Siamo abituati a vedere le prove
d’attore di Sean Penn in tutti i generi e nei personaggi più
complessi. E sembra che dopo aver terminato Gangster
Squad ora sia in trattative per
Sean Penn, che ha recitato
in due episodi di Friends nel
2001, ha detto che il defunto attore Matthew
Perry era un “ragazzo di talento”, e ha detto
di averlo elogiato l’ultima volta che si sono
incontrati.
“Non posso affermare di averlo
conosciuto bene, ma mi è piaciuto molto“, ha detto Sean Penn nell’episodio di mercoledì diPiers
Morgan Uncensored. “L’ho
visto di recente, e stavamo entrambi prendendo un volo in partenza
dall’aeroporto di Los Angeles, e gli ho fatto i complimenti per
quello che sapevo del suo libro.”
Il libro di memorie di
Perry, Friends,
Lovers, and the Big Terrible Thing, parla della sua
battaglia decennale contro la dipendenza da droga e alcol. Sean Penn ha ammesso di “non
aver letto il libro“, ma ha detto di aver letto
“diverse” interviste di Matthew Perry
sull’opera.
“Sembrava che ne parlasse, lo
avesse affrontato ed era molto intelligente e audace al
riguardo. E offre generosamente la sua esperienza alle persone
per essere d’aiuto”, ha detto l’attore. “È tragico, non
posso dire di essere rimasto terribilmente sorpreso. Non so
cosa riferisca l’intero coroner e tutto il resto, ma so che nel
corso degli anni aveva causato molti danni ai suoi
organi”.
Sean Penn ha detto che Matthew
Perry ha lasciato un impatto duraturo sul mondo. “Ha
avuto modo di lasciarsi alle spalle quella storia e di dare molta
gioia a molte persone con il suo talento“, ha
detto. “Quindi auguro ogni bene alla sua
famiglia.”Matthew Perry è
morto all’età di 54 anni il mese scorso nella sua casa di
Pacific Palisades. La causa ufficiale della morte non è stata
ancora determinata.