Dietro la realizzazione di un film
in animazione come Kubo e la Spada Magica c’è
sempre un lavoro enorme, lunghissimo, che coinvolge un numero di
persone impensabile. Certo, sembra un’ovvietà sottolineare questo,
ma quello che poi finisce all’interno di quelle due ore scarse che
ci affascinano sullo schermo rappresenta solamente il frutto delle
scelte finali effettuate su migliaia di schizzi concettuali,
maquette di prova modellate in plastilina, storyboard, prove
pittoriche, esperimenti digitali. Il lavoro di creazione
rappresenta una forma d’arte spesso destinata a essere dimenticata
e spesso considerata una fase di lavoro necessaria ma poi di
secondaria importanza, visto che quello che verrà poi ricordato dal
pubblico è solamente quello che compare sullo schermo.

I tempi di realizzazione di un film
in stop-motion si aggirano tra i tre e i quattro anni e
Kubo e la Spada Magica non fa eccezione.
generalmente il primo anno viene interamente dedicato allo studio e
allo sviluppo dei personaggi e delle ambientazioni. Esistono quindi
per ogni personaggio e in misura maggiore per i protagonisti un
infinità di versioni di prova, a volte semplicemente disegnate e
altre addirittura modellate e realizzate tridimensionalmente, tutte
versioni che si evolveranno e che porteranno poi all’idea
definitiva. Molte di queste, la maggior parte, vengono invece
completamente abbandonate, perché ritenute non valide, o magari
perché forse intese come non adatte a un pubblico vasto e
variegato.
Ma si tratta di vere e proprie
opere d’arte, di un patrimonio espressivo enorme che purtroppo
rimane spesso invisibile ai più.
Sarebbe impossibile ricordare tutti
gli artisti che hanno preso parte alla fase concettuale di
Kubo e la Spada Magica, ma eccone una piccola
selezione.
Lo scultore Kent
Melton ha messo al servizio del film la sua straordinaria
capacità di modellatore per plasmare delle maquette in plastilina
di tutti i personaggi, basandosi sugli schizzi e sugli studi di
movimento disegnati da Shannon Tindle. E’ questo
il primo approccio espressivo che ha permesso di rendere tangibili
tridimensionalmente quelle idee di personaggi che di lì a poco si
sarebbero materializzate in burattini snodabili, pronti a recitare
e a far sognare il pubblico.
Lou Romano ha
realizzato una serie di splendide illustrazioni digitali che
raffigurano tutte le situazioni del film. Non si tratta di uno
storyboard, ma di un vero e proprio racconto illustrato sulle
avventure di Kubo. Un’ interpretazione estremamente
personale, messa al servizio di Travis Knight e del suo
staff per trarre preziose suggestioni.



Anche August Hall
ha fornito la sua interpretazione personale, sempre con una tecnica
pittorica digitale. In un progetto come Kubo e la Spada
Magica è fondamentale attingere a una grande varietà di
visioni artistiche individuali, in modo da avere del valido
carburante per alimentare la fantasia del regista e dei ruoli
creativi principali, come costumi, scenografia e fotografia.

Ean Mcnamara ha
messo al servizio del film la sua arte con splendide tavole
digitali, di gusto pittorico, che ricordano gli illustratori
americani degli anni cinquanta, concentrandosi su ambientazioni
paesaggi , in modo da fornire stimoli visivi allo scenografo
e ai suoi collaboratori.




E da osservare a bocca aperta sono
anche I bozzetti concettuali dipinti con la tavoletta grafica di
Trevor Dalmer.

Per fortuna Laika sa quale prezioso
patrimonio espressivo rappresenta tutto questo lavoro realizzato
con passione da un manipolo di artisti entusiasti e dalle capacità
strabilianti, così, come avvenuto per i film precedenti, ha
pubblicato un libro che raccoglie tutto il lavoro preparatorio e
concettuale. Il titolo è The Art of Kubo and Two
Strings, è curato da Emily Haynes ed è
acquistabile on
line.
Kubo e la spada
magica recensione