Si avvicina sempre più l’11 Maggio, data d’uscita al cinema di Alien Covenant, ennesimo sci-fi che ci porterà nello spazio profondo che nasconde le terribile creature di Ridley Scott.
Durante la promozione del film, il regista ha parlato con IGN, spiegando quale sarà il futuro del franchise, chiarendo anche che è al momento a lavoro sulla sceneggiatura di un altro sequel che pianifica di girare entro i prossimi quattordici mesi.
Inoltre Scott ha commentato il defunto Alien 5 creato da Neill Blomkamp che doveva essere intitolato Awakenign, spiegando: “Volevano fare Alien Awakening, Neill Blomkamp. Ho detto ok, e avrei prodotto. Se avessi potuto farlo lo avrei fatto. Ma ho fatto la domanda, perché far uscire insieme l’Alien di Scott e l’Alien di Blomkamp? Come spararsi su un piede, non aveva senso. Ma alla Fox non sono andati avanti con quel progetto, così ho semplicemente proseguito a lavorare per conto mio. Intendo, ho riportato questa cosa alla luce per ricostruirla dall’inizio, perché giaceva a dormire lì, sullo scaffale. Avevo questa cosa da riportare alla luce, ed eccoci qui.”
Alien Covenant – leggi la nostra recensione
Alien Covenant uscirà il 18 maggio 2017. Alla sceneggiatura hanno lavorato, tra gli altri, Michael Green, John Logan e Jack Paglen.
Bill Cudrup (Spotlight), Jussie Smolett (Empire), Amy Seimetz (You’re Next), Carmen Ejogo (Selma), Benjamin Rigby e Callie Hernandez (Machete Kills) sono le ultime new entry nel cast di Alien Covenant che sarà diretto da Ridley Scott e sarà ambientato in un momento cronologicamente imprecisato tra le vicende di Prometheus e quelle di Alien.
I dettagli dei personaggi per adesso sono ancora un mistero, ma si suppone che possano ricoprire i ruoli del resto della troupe del Covenant, che sarà comandata dal personaggio interpretato da Katherine Waterston. Anche Demian Bichir e Danny McBride fanno parte del cast che vedrà tornare Michael Fassbender nei panni dell’androide David.
Guarda il primo trailer di Alien Covenant
Ricordiamo che il film originale era incentrato sull’equipaggio della nave spaziale Prometheus, che, seguendo una mappa stellare rinvenuta tra i manufatti di varie culture terrestri, scopre un pianeta che potrebbe essere la chiave dell’origine della vita sulla Terra, ma nella ricerca s’imbatte in una minaccia che potrebbe causare l’estinzione della razza umana.

Soffocato dagli effetti visivi, King Arthur – Il Poter della Spada si sviluppa in una storia che a tratti fatica a trovare la sua coerenza, disperdendosi vagamente tra visioni, profezie e maledizioni che non sono esposte nella maniera più cristallina possibile. Nonostante queste carenze strutturali, la pellicola è infusa di un senso di epica scanzonata e di eroismo moderno che Guy Ritchie cuce addosso ai suoi protagonisti con ogni mezzo possibile, passando dalle panoramiche tipiche del genere alla macchina a mano, fino ad appiccicarsi ai volti dei protagonisti con la go-pro.

Perché è quello che fa la differenza. È il cuore che prende il comando nell’esatto momento in cui ci si ricorda della sua esistenza. Jeanne s’innamora rispolverando ciò che più le manca di se stessa, ma ottiene la ricompensa del romance soltanto dopo un percorso lastricato di dialoghi banali e ambientazioni piuttosto irrealistiche (la scena in palestra, per dirne una).
