Protagonisti sono Massimo
Popolizio, Manuela Mandracchia, Pietro Castellitto, Giorgio
Montanini, Dario Cassini, Anita Caprioli, Marzia Ubaldi, Antonio
Gerardi, Nando Paone, Vinicio Marchioni, Claudio Camilli, Liliana
Fiorelli, Renato Marchetti, Giulia Petrini, Francesco
Borghese.
I Predatori, la trama
Nel film I
predatori È mattina presto, il mare di Ostia è calmo.
Un uomo bussa a casa di una signora: le venderà un orologio. È
sempre mattina presto quando, qualche giorno dopo, un giovane
assistente di filosofia verrà lasciato fuori dal gruppo scelto per
la riesumazione del corpo di Nietzsche. Due torti subiti. Due
famiglie apparentemente incompatibili: i Pavone e i Vismara.
Borghese e intellettuale la prima, proletaria e fascista la
seconda. Nuclei opposti che condividono la stessa giungla, Roma. Un
banale incidente farà collidere quei due poli. E la follia di un
ragazzo di 25 anni scoprirà le carte per rivelare che tutti hanno
un segreto e nessuno è ciò che sembra. E che siamo tutti
predatori.,
I predatori è
una produzione FANDANGO con RAI
CINEMA prodotto da Domenico Procacci e Laura
Paolucci, opera realizzata con il sostegno della Regione Lazio
Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo.
Dopo il premio in Orizzonti a
Venezia 77, Pietro Castellitto arriva al cinema con
I Predatori, suo esordio alla regia che segue
una carriera d’attore già lunga e che lo vede mettere in immagini
una storia scritta poco più che ventenne. Il film, premiato proprio
alla sceneggiatura, racconta la collisione di due mondi che si
trovano messi accidentalmente in comunicazione da Federico,
interpretato proprio dallo stesso Castellitto.
La trama de I Predatori
Federico Pavone, rampollo di una
famiglia alto borghese intellettuale, padre chirurgo e madre
regista, è un giovane dottorando di filosofia che segue da vicino
il suo professore, alimentato dalla bruciante passione verso
Nietzsche. Quando il progetto che lo vede coinvolto e che riguarda
proprio la riesumazione della salma dal filoso tedesco lo esclude
per ragioni surreali, Federico medita vendetta. Le sue maldestre e
plateali scelte lo porteranno ad entrare in contatto con i Vismara,
proletari, ignoranti, di estrema destra e con una illegale
dimestichezza con le armi da fuoco.
I Predatori racconta di mondi che si
scontrano, ognuno dei quali incontra e incrocia l’altro nella
totale inconsapevolezza. I ricchi sono ignari dei poveri che
guardano ai ricchi che disprezzano. Un ritratto di lotta svogliata
di classe in cui le generazioni a confronto finiscono soltanto per
urlarsi addosso senza però ascoltarsi né tanto meno parlarsi e
comunicare. Simbolica di questa cattiva abitudine è la scena di una
surreale cena di famiglia, con il personaggio interpretato da
Maria Catellitto che in rima spiattella sotto al
naso di ogni generazione tutte le discrepanze e le incongruenze
della loro vita.
Lotta di classi e di
generazioni
La sensazione è che Pietro Castellitto guardi con benevolenza il
proletario con il quale non ha niente in comune e allo stesso tempo
scriva con distacco e feroce critica di quella borghesia alta a
cui, grazie alla sua famiglia, di fatto appartiene. Ma oltre ai
conflitti privati della persona (che in questa sede poco
importano), è interessante vedere come il giovane esordiente non
ancora trentenne abbia un occhio per la regia che si sforza di
cercare angolazioni insolite e inquadrature ricercate, mentre
mostri proprio nella sceneggiatura il suo vero punto di forza.
Quella de I Predatori è una partitura raffinata per
un’orchestra formata da tanti strumenti, di ogni ordine e grado,
che all’inizio partono tutti insieme discordanti, indipendenti, e
solo alla fine trovano un’armonia comune, una storia coesa. Questo
tipo di scelta, con tanti personaggi tra raccontare, tante piccole
storie da far collimare, fa di questa storia un esordio
assolutamente insolito che è sintomo di uno sguardo sveglio sulla
contemporaneità e uno spiraglio di speranza per quello che sarà il
racconto del nostro tempo al cinema, nel prossimo futuro.
Una commedia grottesca
I Predatori è una commedia grottesca, che
offre un punto di vista disincantato, un racconto acido sulle
piccolezze della comunità che merita compassione e biasimo, ma che
sempre inconsapevole si fronteggia con i propri limiti e i proprio
spettri rappresentati con la stessa indifferenza e
inconsapevolezza. Fa ridere di gusto, lascia spiazzati, intriga e
diverte.
Dall’11
dicembre, I
predatori, il debutto alla regia di Pietro
Castellito, presentato in Concorso in
Orizzonti alla 77° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia e vincitore del Premio Migliore Sceneggiatura alla
Mostra del Cinema di Venezia, è disponibile in
streaming sulle principali piattaforme on-demand.
Protagonisti sono Massimo
Popolizio, Manuela Mandracchia, Pietro Castellitto, Giorgio
Montanini, Dario Cassini, Anita Caprioli, Marzia Ubaldi, Antonio
Gerardi, Nando Paone, Vinicio Marchioni, Claudio Camilli, Liliana
Fiorelli, Renato Marchetti, Giulia Petrini, Francesco
Borghese.
I Predatori, la trama
Nel film I
predatori È mattina presto, il mare di Ostia è calmo.
Un uomo bussa a casa di una signora: le venderà un orologio. È
sempre mattina presto quando, qualche giorno dopo, un giovane
assistente di filosofia verrà lasciato fuori dal gruppo scelto per
la riesumazione del corpo di Nietzsche. Due torti subiti. Due
famiglie apparentemente incompatibili: i Pavone e i Vismara.
Borghese e intellettuale la prima, proletaria e fascista la
seconda. Nuclei opposti che condividono la stessa giungla, Roma. Un
banale incidente farà collidere quei due poli. E la follia di un
ragazzo di 25 anni scoprirà le carte per rivelare che tutti hanno
un segreto e nessuno è ciò che sembra. E che siamo tutti
predatori.,
I predatori è
una produzione FANDANGO con RAI
CINEMA prodotto da Domenico Procacci e Laura
Paolucci, opera realizzata con il sostegno della Regione Lazio
Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo.
La Bottleneck
Gallery di Brooklyn ha messo in esposizione, in occasione del
35esimo anniversario dell’uscita al cinema di Indiana
Jones e i Predatori dell’Arca Perduta, le stampe
realizzate da Laurent Durieux e autorizzate dalla
LucasFilm.
Potete vedere di seguito le immagini
insieme alle altre stampe da collezione esposte nella gallery con
soggetti Alien e la trilogia originale di
Star
Wars.
[nggallery id=2783]
Indiana Jones
5 arriverà al cinema il 19 luglio del 2019.
Steven Spielberg che ha diretto i
precedente quattro film della saga sarà di nuovo alla regia del
progetto che vedrà tornare anche il leggendario protagonista,
Harrison Ford. I veterani del franchise,
Kathleen Kennedy e Frank
Marshall, si occuperanno della produzione.
Alan Horn,
Presidente dei Walt Disney Studios, ha dichiarato: “Indiana
Jones è uno dei più grandi eroi della storia del cinema. È raro
avere una tale perfetta combinazione di regista, produttori, attore
e personaggi e noi non potevamo essere più eccitati di avere
quest’altra avventura con Harrison e Steven.”
Nel corso della sua storia il cinema
ha dato vita a personaggi oggi talmente iconici da essere diventati
immortali. Uno di questi è certamente
l’archeologo protagonista dei film di Indiana Jones, interpretato dall’attore
Harrison
Ford. I cinque lungometraggi a lui dedicati sono oggi
considerati una delle migliori saghe d’avventura di tutti i tempi,
merito anche degli autori Steven Spielberg e George Lucas, e la sua
influenza culturale è oggi talmente ampia da aver dato vita ad un
vero e proprio franchise. Ad aver dato inizio a tale iconica saga,
è stato nel 1981 l’acclamato film I predatori dell’arca
perduta.
Tutto nacque quando Lucas iniziò a
scrivere una prima sceneggiatura nel 1973, intitolandola Le
avventure di Indiana Smith. Dopo diversi tentativi di
realizzare per sé il progetto, decise infine di proporlo all’amico
Spielberg durante una loro vacanza insieme. Il regista di Lo squalo sembrava infatti aver espresso il desiderio
di dirigere un film di James
Bond, ma dopo aver letto la sceneggiatura del film di Lucas la
considerò un’idea ancora migliore, definendolo “un film di
James Bond senza gadget”. Il nome del personaggio è poi
cambiato in Jones, ed il resto è storia.
Con un’influenza culturale unica nel
suo genere, il film si affermò come un successo straordinario,
ottenendo ben 5 premi Oscar a fronte di 9 nomination. In questo
articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità
relative a I predatori dell’arca perduta.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alle location
dove è stato girato. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Nel primo film della saga,
l’archeologo Indiana Jones, appena tornato
all’Università di Princeton da una spedizione in Perù, viene
coinvolto da alcuni agenti dei servizi segreti in una missione
particolarmente delicata. L’intento è quello di impedire che i
nazisti si impossessino della leggendaria Arca dell’Alleanza,
contenente i frammenti delle tavole della Legge donate da Dio
attraverso Mosé. Partito dunque per il Nepal, Jones si mette alla
ricerca di un medaglione che dovrebbe svelare il luogo in cui si
nasconde l’Arca.
Nel corso della sua avventura
l’archeologo si imbatte in Marion, donna con cui
in passato ebbe una relazione. È lei a possedere il medaglione,
cosa che la mette a sua volta nel mirino dei nazisti. Con il
precipitare degli eventi, Marion si ritroverà così a seguire
Indiana sino in Egitto, dove l’archeologo dovrà disperatamente
cercare di anticipare le mosse dei suoi nemici, intenzionato a
trovare per primo l’antico oggetto prima che cada in mani
sbagliate.
Il cast del film
È oggi impensabile immaginare il
personaggio di Indiana Jones con un volto diverso da quello di
Harrison Ford. Eppure, inizialmente, questi
era stato rifiutato dallo stesso Lucas, il quale, avendo già
collaborato con l’attore per la trilogia di Star Wars,
non voleva che lo si identificasse come il suo attore feticcio.
Tuttavia, quando a tre settimane dall’inizio delle riprese ancora
non si era trovato il giusto attore, Spielberg convinse il collega
ad assumere Ford, il quale si rivelò il più convincente per la
parte. Questi, particolarmente entusiasta del ruolo, decise di
prepararsi fisicamente per poter eseguire personalmente le varie
acrobazie previste, senza ricorrere eccessivamente a
controfigure.
Accanto a lui, nei panni di Marion,
vi è l’attrice Karen Allen, poi tornata a
riprendere il personaggio anche per il quarto e il quinto film
della serie. Per il ruolo del rivale del protagonista, Paul Belloq,
Spielberg avrebbe voluto l’attore Giancarlo
Giannini. Poiché questi non parlava l’inglese, però, il
ruolo venne infine affidato a Paul Freeman.
John Rhys-Davies, noto per essere stato Gimli in
Il Signore degli Anelli, interpreta Sallah, amico di
Jones. All’inizio del film è infine presente con un cameo anche
l’attore AlfredMolina, qui in uno dei
suoi primi ruoli nei panni del traditore Satipo.
Per quanto riguarda le location, la
sequenza di apertura ambientata nella foresta del
Perù è in realtà stata girata alle
Hawaii, mentre le scene ambientate in
Egitto sono invece state girate in
Tunisia, in una località già usata da George Lucas
per le scene ambientate su Tatooine in Star
Wars. Spielberg descrisse la fase delle riprese nel
deserto come una delle sue peggiori esperienze in campo
cinematografico: le temperature del deserto raggiungevano spesso i
54 °C e molti membri della troupe ebbero problemi di salute in
seguito ad intossicazione alimentare. Altre riprese furono
effettuate a La Rochelle in
Francia, negli Elstree Studios in
Inghilterra, e a San Francisco in
California.
Il trailer di I predatori
dell’arca perduta e dove vedere il film in streaming e in
TV
In attesa di vedere tali sequel, è
possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. I
predatori dell’arca perduta è infatti disponibile nel
catalogo di Prime Video, Paramount+, Now e
Disney+. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma in questione
o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in
totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre
presente nel palinsesto televisivo di sabato 13
luglio alle ore 21:20 sul canale
Italia 1.
Quanti di voi guardando un poster
hanno pensato “Impossibile” o “si vabbè, ritoccatissima”. Ebbene
oggi approfittiamo dell’uscita dei primi poster dell’atteso nuovo
film dei fratelli Andy e Lana
Wachowski, Jupiter
Ascending, per
deliziarvi di una raccolta di locandine o ritoccate o dalla
composizione improbabile nella vita reale.
Trama: Jupiter Jones (Mila
Kunis) è nata sotto un cielo notturno, con i segni di un
destino eccezionale. Ormai adulta, Jupiter sogna le stelle, ma la
sua dura realtà è fatta di bagni da pulire e una sequenza infinita
di sfortune. Quando Caine (Channing Tatum), un ex
militare cacciatore di taglie geneticamente modificato, arriva
sulla Terra per rintracciarla, Jupiter inizia a intravedere il
destino che aveva tanto atteso: il suo DNA la indica come
destinataria di una straordinaria eredità che potrebbe alterare
l’equilibrio dell’Universo.
Jupiter Ascending Il
destino dell’universo uscirà in Italia il 28
agosto 2014.
Ormai
non c’è più bisogno di introduzione per Mondo, la
casa che da anni firma bellissimi e suggestivi poster, unici nel
loro genere nel cogliere l’essenza del film rappresentato.
Questa volta gli artisti Randy Ortiz, Tom Whalen e Richey
Beckett ci regalano i manifesti di due classici
dell’horror firmati Sam Raimi ovvero
La Casa 2 e L’Armata delle
Tenebre.
Potete vedere i lavori degli artisti direttamente qua sotto.
L’artista Peter
Stults ha realizzato una serie di illustrazioni che
rappresentano poster di film celebri reinventandone cast and crew e
ambientandoli nel passato, utilizzando uno stile retrò. Così
Sylvester Stallone diventa il protagonista di
Hellboy, o Audrey
Hepburn quella di V per
Vendetta.
In occasione dell’edizione 2015 del
Brick
Fiesta, la fiera dedicata ai fan di LEGO di tutto il mondo,
tenutasi a Austin in Texas lo scorso 25 luglio, Paul Lee, fumettista e grandissimo
fan dei mattoncini colorati ha LEGO-lizzato i poster di alcuni dei
grandi classici del cinema pop.
[nggallery id=1895]
NB probabilmente gli incassi
esorbitanti di Jurassic World hanno
concesso al film di occupare un posto in mezzo ai capolavori presi
in considerazione da Lee.
Ecco i poster 3D de Lo Hobbit: un
viaggio inaspettato. Sono dei poster lenticolari che
permettono una visione animata dei personaggi, sotto potete vedere
quelli dedicati a Kili e Dori.
Venerdì 27
giugno, I ponti di Sarajevo sarà
trasmesso in contemporanea alla 50° edizione del Pesaro Film
Festival, in anteprima per l’Italia, e al Cinema City di Sarajevo
nell’ambito dell’evento Sarajevo, Coeur de
l’Europe.
Dall’assassinio dell’Arciduca
d’Austria di quell’estate del 1914, che ha dato fuoco alle polveri
della Grande Guerra, fino al sanguinoso assedio degli anni ’90
seguito dal mondo in diretta televisiva, la capitale bosniaca ha
interpretato suo malgrado la parte di città-simbolo delle violente
contraddizioni delle potenze europee, della fine della Guerra
Fredda e del risveglio dei nazionalismi aggressivi. Ma Sarajevo ha
saputo incarnare anche la rinascita degli ideali civili di pacifica
coesistenza e scambio fecondo tra religioni e comunità etniche.
In questo scenario i numerosi ponti
che uniscono le sponde della città rappresentano forse un capitolo
a parte: edificati e distrutti tra momenti di pace e di conflitto,
sabotati o ricostruiti, quasi reinventati per permettere il
continuo flusso di uomini, beni e idee tra le due sponde che alcuni
avrebbero voluto distanti, irraggiungibili, a testimoniare quella
separatezza elevata a programma politico. La storia di Sarajevo,
che è storia non solo bosniaca o jugoslava ma Europea, scorre da
più di un secolo sotto e sopra i suoi ponti. Una città complessa
come complessa è la ricchezza delle prospettive di questo film
collettivo che affronta con le sue diverse narrazioni e sensibilità
stilistiche ed evocative 100 anni tra i più significativi della
nostra storia di europei.
“I ponti di Sarajevo” chiama a
raccolta 13 registi europei contemporanei per confrontarsi con i
fantasmi e le speranze di rinascita che hanno animato l’Europa a
partire dallo scoppio della Grande Guerra.Accanto agli italiani
Leonardo di Costanzo e Vincenzo
Marra, Aida Begic, Jean-Luc
Godard,Kamen Kalev, Isild Le
Besco, Sergei Loznitsa, Ursula
Meier, Vladimir Perisic, Cristi
Puiu, Marc Recha, Angela
Schanelec, Teresa Villaverde: 13 registi
tra i più significativi del cinema europeo e alcuni filmmaker di
punta della nuova onda est-europea, in occasione del centenario
della Grande Guerra, esplorano il ruolo di Sarajevo nella storia,
quello che la città ha rappresentato negli ultimi cento anni e
quello che tutt’ora incarna. Registi di diverse provenienze e
generazioni offrono le loro singolari visioni su questo tema.
Lo spunto è la città Sarajevo,
epicentro delle tensioni del Secolo Breve, palcoscenico d’eccezione
delle sue drammatiche conflittualità, culture, identità etniche e
geopolitiche che qui hanno detonato, disseminando su tutto il
continente le sue onde d’urto. Ma Sarajevo è anche il simbolo, il
cuore di speranze che sono risorte proprio dalle macerie di quei
drammi; l’ideale praticabile di una rinnovata convivenza, della
ricostruzione di un progredire civile dell’Europa. Per questo
Sarajevo è l’archetipo dei conflitti e delle speranze europee.
«Sarajevo, il luogo dove secondo
molti è iniziato il Novecento e il teatro dell’ultima guerra del
secolo scorso diviene spunto e ispirazione libera della creatività
dei registi che si inoltrano in temi e suggestioni che travalicano
il ruolo della città bosniaca – dichiara Jean-Michel
Frodon, curatore artistico del film – Ma
Sarajevo è anche la città dell'”Arte di Vivere” come l’hanno
definita molti osservatori dei suoi giorni più bui, l’antesignana
di quella costituzione multietnica e pluriculturale a cui la stessa
Unione Europea s’ispira; un sogno sempre rinnovato malgrado gli
alti e bassi della Storia. Oggi, con il nostro progetto, vogliamo
dare alla capitale bosniaca quella connessione con il corpo
palpitante del cinema europeo che a lungo è mancata.»
Il film è coprodotto da diversi
paesi: Francia, Bosnia, Svizzera, Germania, Portogallo e
Italia – Mir Cinematografica con Rai Cinema e il sostegno della
Trentino Film Commission, Mibac-Ministero dei Beni e delle
Attività Culturali e del Turismo e la Fondazione Cassa Rurale Di
Trento.
Il regista e attore Clint Eastwood ha negli anni abituato il suo
pubblico a ruoli da duro con film come Gunny, Una 44 Magnum per l’ispettore
Callaghan e Gran Torino. Nella sua
lunga filmografia c’è però stato anche spazio per i sentimenti e le
fragilità dell’animo umano. Elementi di cui non si credeva che il
premio Oscar fosse particolarmente dotato. È per questo che quando
nel 1995 ha portato al cinema il film I ponti di Madison
County, in molti si sono stupiti nel trovarsi di fronte a
qualcosa di completamente nuovo. Da lui diretto e interpretato,
questo è ritenuto ancora oggi uno dei suoi migliori
lungometraggi.
Si tratta dell’adattamento
cinematografico dell’omonimo romanzo, scritto da Robert
James Waller e pubblicato per la prima volta nel 1992.
Divenuto da subito un vero e proprio best seller, questo è arrivato
a vendere oltre 50 milioni di copie in tutto il mondo. Tale opera
aveva da subito interessato il regista Steven Spielberg, che si propose come regista.
Con il prolungarsi dei tempi di lavorazione, questi preferì però
rinunciare al progetto, e il compito di darvi vita passò ad
Eastwood, che nel frattempo era stato scelto per interpretare anche
il protagonista. Questi, che si era dichiarato particolarmente
attratto dalla storia, completò le riprese in soli 42, mantenendo
fede alla sua rapidità lavorativa.
I ponti di Madison
County, per la sua capacità di parlare ad un pubblico
molto variegato, è divenuto in breve uno dei più grandi successi
economici della carriera del premio Oscar. A fronte di un budget di
soli 22 milioni di dollari, questo arrivò infatti ad incassarne ben
182 in tutto il mondo. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori,
alle differenze tra il libro e il film, e
alle frasi più belle. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di I ponti di
Madison County
Ambientato nello stato dell’Iowa,
nel 1965, il film narra la storia di Robert
Kincaid, un fotografo che ha girato il mondo per il
National Geographic, e Francesca Johnson, una
casalinga di origini italiane con una vita fin troppo tranquilla,
un marito che non ama più e due figli piccoli da crescere. L’uomo,
che si trova lì su commissione per fotografare i famosi ponti
coperti non si aspetta minimamente che incontrando la donna la vita
di entrambi verrà stravolta per sempre. I due, infatti, sono
arrivati a quel punto della vita in cui non ci si aspetta più
niente. Eppure, quattro giorni dopo essersi incontrati, non
vogliono perdere l’amore che hanno appena trovato. Per poter
costruire il loro ponte verso il futuro, però, dovranno prima
attraversare quello del passato.
Come anticipato, ad interpretare il
fotografo Robert Kincaid vi è l’attore Clint Eastwood,
che ha per l’occasione dato vita ad un personaggio particolarmente
ricco di sentimenti e dolcezza. Consapevole di come questo
rappresentasse una novità nella sua filmografia, l’attore non
voleva esagerare nel mettersi in mostra. Ciò risulta
particolarmente evidente quando, nel momento in cui il suo
personaggio si trova a piangere in seguito ad una discussione con
la protagonista femminile, Eastwood ha scelto di non essere ripreso
in volto ma di dare le spalle alla camera. Egli era infatti
convinto che ciò avrebbe reso più realistica la scena, sacrificando
dunque volentieri un suo intenso primo piano.
Per interpretare la casalinga
Francesca Johnson, i produttori avevano intenzione di affidare il
ruolo ad un’attrice giovane. Eastwood, però, impose che la parte
venisse affidata a Meryl Streep,
attrice consigliatagli in particolare da sua madre. Entusiasta del
personaggio, la premio Oscar si preparò a questo lasciandosi
ispirare da celebri attrici italiane come Sophia
Loren e Anna Magnani.
In particolare, la Streep cercò di emularle nella scelta degli
abiti di Francesca. Per il ruolo, inoltre, arrivò a guadagnare
diversi chili di peso, così da risultare più credibile nei panni di
una casalinga dalle limitate attività. Gli attori Annie
Corley e Victor Slezak, infine,
interpretano Caroline e Michael Johnson, le versioni adulte dei
figli di Francesca.
Le differenze tra il libro e il
film
Nell’adattare il romanzo di Waller,
Eastwood e lo sceneggiatore Richard LaGravanese
hanno fatto in modo da rimanere il più fedeli possibile a questo.
Tutto ciò che accade nel film è infatti riscontrabile anche nelle
pagine del romanzo, con gli eventi a volte soltanto più dilatati o
ridotti rispetto agli originali. Ciò che viene modificato è però
il punto di vista e la struttura del romanzo.
Questo, infatti, si svolge attraverso il racconto dello stesso
Robert. La sceneggiatura di LaGravanese, invece, stravolge ciò
portando ad essere Francesca la vera narratrice, e
suo è il punto di vista attraverso cui si svolge l’intera vicenda.
Eastwood gradì particolarmente questo cambiamento, che gli
permetteva di esplorare ulteriormente l’interiorità e l’emotività
del personaggio.
Allo stesso modo, la struttura del
film differisce rispetto a quella del romanzo. Guardando il
lungometraggio, infatti, ci si imbatte in una storia che porta lo
spettatore a compiere diversi salti temporali tra passato e
presente. Si passa infatti dalla lettura che i due figli
di Francesca fanno dei diari della madre, alla rappresentazione di
quanto da lei narrato in essi, ovvero della sua storia d’amore
extraconiugale con il fotografo Robert. Tale struttura ha permesso
al regista di spezzare i due racconti, andando così a mostrare
quali effetti ha il passato sul presente. Un espediente che esalta
ulteriormente le emozioni descritte, facilitando così
l’immedesimazione degli spettatori con i personaggi.
Qui di seguito si riportano invece
alcune delle frasi più belle e significative pronunciate dai
personaggi del film. Attraverso queste si potrà certamente
comprendere meglio il tono del film, i suoi temi e le variegate
personalità dei protagonisti. Ecco dunque le frasi più belle del
film:
Facevo dei pensieri su di lui che non riuscivo a
controllare e lui li seguiva tutti. Qualunque cosa provassi,
qualunque cosa volessi, lui mi seguiva. E in quel momento tutte le
cose che avevo saputo di me stessa fino ad allora, sparirono. Mi
comportavo come un’altra donna, eppure non ero mai stata così me
stessa prima di allora. (Francesca Johnson)
I vecchi sogni erano bei sogni. Non si sono avverati,
comunque li ho avuti. (Robert Kincaid)
Non voglio aver bisogno di te perché non posso averti…
(Robert Kincaid)
In quattro giorni mi regalò una vita intera, un universo,
ricompose i frammenti del mio essere in un tutto… Non ho mai smesso
di pensare a lui… anche se non lo ricordavo cosciamente, lo sentivo
vicino a me, c’era sempre. (Francesca Johnson)
Non sono sicuro di averti dentro di me, né di essere dentro
di te, e neppure di possederti. E in ogni caso, non è al possesso
che aspiro. Credo invece che siamo entrambi dentro un altro essere
che abbiamo creato, e che si chiama “Noi”. (Robert
Kincaid)
Questo tipo di certezze si hanno una sola volta nella
vita. (Robert Kincaid)
Quello che io e Robert avevamo
avuto non sarebbe potuto continuare se fossimo rimasti insieme e
quello che io e Richard avevamo sarebbe svanito se ci fossimo
separati. (Francesca Johnson)
Noi siamo le nostre scelte. (Francesca
Johnson)
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di I
ponti di Madison County grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,
Apple TV, Prime Video e Now. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di mercoledì 24 aprile alle ore
21:00 sul canale Iris.
Un amore senza età, è
quello raccontato da Clint Eastwood, in una pellicola
nominata come Miglior Film ai Golden Globe del 1996 e che torna il
19 giugno in edizione Blu-Ray, edita da Warner Bros. Entertainment
Italia. Un ponte che collega due destini, simbolo della rinascita
di una donna di quarantacinque anni, la cui vita infelice sembra
ormai già scritta, finché non arriva Robert, un fotografo
cinquantaduenne che la pone di fronte all’ardua scelta di lasciare
la sua famiglia per seguire la felicità.
Il tradimento viene svelato
dall’attrice premio Oscar Meryl
Streep (Francesca), tramite un diario segreto che
consentirà ai figli di capire cosa ha spinto la madre ad un gesto
tanto irrazionale.
Il Blu-ray include
imperdibili Contenuti Speciali, il commento del
montatore Joel Cox e del direttore della fotografia Jack N.
Green, il making of del film, il video
musicale di Doe Eyes e il trailer del
film.
SINOSSI
Robert Kincaid, un fotografo che ha
girato il mondo per il National Geographic, e Francesca Johnson,
una casalinga dell’Iowa, non hanno intenzione di stravolgere le
loro esistenze. Entrambi sono arrivati a quel punto della vita in
cui non ci si aspetta più niente. Eppure, quattro giorni dopo
essersi incontrati, non vogliono perdere l’amore che hanno appena
trovato.
I vincitori* del premio
Oscar Meryl Streep (che ha ottenuto con
questo film la sua decima candidatura agli Oscar)
e Clint Eastwood (che è anche il regista
e il produttore) sono gli interpreti straordinariamente convincenti
e intensi dei due amanti protagonisti del coinvolgente best-seller
di Robert James Waller.
CONTENUTI
SPECIALI
L’edizione Blu-ray
de I Ponti di Madison County contiene i seguenti
contenuti speciali:
Commento del montatore Joel Cox e del direttore della
fotografia Jack N. Green (in lingua originale, non
sottotitolato)
An Old-Fashioned Love Story – il making of del film (in
lingua originale)
Doe Eyes – video musicale
Trailer
INFORMAZIONI SUL
PRODOTTO BLU-RAY
TITOLO
I Ponti di Madison County
REGISTA
Clint Eastwood
CAST
Clint Eastwood, Meryl
Streep, Annie Corley
GENERE
Romantico
DURATA
134 minuti
circa
FILM
Video: 1080p High Definition
16×9 1.85:1
Audio: Dolby Digital: Italiano (5.1),
Francese (5.1), Tedesco (5.1), Spagnolo (2.0), Ceco (2.0),
Ungherese (2.0), Giapponese (5.1), Polacco (2.0 Voice Over),
Portoghese (2.0); DTS-HD Master Audio: Inglese (5.1).
Sottotitoli: Italiano, Inglese Non Udenti;
Spagnolo, Portoghese, Ungherese, Francese, Ceco.
Il regista di “Green
Book” Peter Farrelly porterà il pubblico
dietro le quinte dell’incredibile e tumultuosa produzione di
“Rocky”,
il dramma sulla boxe che ha catapultato Sylvester Stallone nell’olimpo delle
celebrità. Come riportato da Variety, titolo di questo
progetto è I Play Rocky e seguirà Stallone
molto prima dei suoi giorni da interprete famoso. Nel film sarà
infatti un attore in difficoltà, il cui volto parzialmente
paralizzato e un difetto di pronuncia non lo rendono molto
richiesto da Hollywood. Scommettendo sul suo talento, Stallone
scrive però una sceneggiatura che un grande studio cinematografico
vuole acquistare.
Tuttavia, Stallone si rifiuta di
venderla se non ottiene il ruolo di protagonista. Respingendo
un’offerta economica che gli avrebbe cambiato la vita, lavora per
una miseria pur di ottenere il film con sé stesso come
protagonista. Il risultato è il più grande successo al botteghino
del 1976, nonché un successo agli Oscar che si aggiudica il premio
per il Miglior film. Farrelly produrrà il film con Toby
Emmerich, l’ex capo della Warner Bros. e Christian
Baha. Peter Gamble ha scritto la
sceneggiatura e il casting è attualmente in corso.
“Sono un fan di Peter Farrelly
sia come regista che come persona da quando ho avuto modo di
lavorare con lui alle musiche di “Scemo & più scemo”“, ha
dichiarato Emmerich. “Ma è stato ‘Green Book’ a farmi pensare a
Pete per questa ispirata sceneggiatura. Christian Baha e io ci
sentiamo fortunati ad avere Pete al timone per questo film. E come
lo sconosciuto Stallone protagonista di ‘Rocky’, Pete condurrà una
ricerca in tutto il mondo per scoprire un altro attore che ha solo
bisogno di un’occasione – in ‘I Play Rocky’ – per mostrare al mondo
quello che può fare”.
“Quando ho letto per la prima
volta la sceneggiatura energica e toccante di Peter Gamble, ho
capito che aveva catturato qualcosa di molto speciale”, ha
dichiarato Baha. “La storia di ‘I Play Rocky’ è unica come lo
stesso Sylvester Stallone, un uomo qualunque con un dono innegabile
che ha bisogno di condividerlo con il mondo e si rifiuta di
accettare un ‘no’ come risposta. Siamo così fortunati ad aver
collaborato con Toby Emmerich e Peter Farrelly, due talenti
leggendari che non solo condividono ma esaltano la nostra visione
del film”.
L’industria cinematografica
cinese è nota per le “ispirazioni” che trae dai poster americani e
inglesi per la realizzazione delle locandine promozionali del
proprio cinema.
La decade appena trascorsa ha visto
il cinema di genere dominare il box office, e dar vita ad alcuni
dei più interessanti discorsi cinematografici degli ultimi anni.
Tra la nascita di veri e propri universi cinematografici,
acquisizioni miliardarie che hanno dato nuova vita ad alcune delle
più celebri storie di sempre, e l’affermarsi di nuovi registi che
hanno permesso all’horror, la fantascienza e alla distopia di
tornare da re al cinema, numerosi sono i casi eclatanti da
appuntare anche in vista del futuro.
Il magazine «The Hollywood
Reporter» ha così stilato un elenco di quelli che sono i principali
eventi legati al cinema di genere che hanno segnato gli ultimi
dieci anni, e che continueranno ad avere il loro peso su quelli
ancora da venire.
Ecco dunque, i più
importanti eventi di questa decade per il cinema di
genere.
Alice in Wonderland da il via ai
live-action Disney
Nel 2010 il film Alice in
Wonderland diretto dal regista Tim
Burton diventa il primo di una serie di fortunati
live-action basati sui classici d’animazione Disney. Il film si è
infatti rivelato un grandissimo successo al box office,
raggiungendo la cifra di un miliardo di incasso globale. Da quel
momento, numerose sono le storie riproposte al cinema con attori in
carne ed ossa, da Maleficent a
Cenerentola, da
Dumbo ad
Aladdin, per un
incasso totale di oltre 5 miliardi. Un fenomeno che tutt’ora non
accenna a fermarsi, con gli attesi Mulan, La
Sirenetta e Crudelia de
Mon.
Gli Avengers danno il via al
Marvel Cinematic Universe
Quando nel 2008 Iron
Man arrivò al cinema, tutti pensavano si trattasse
solo di un altro film su di un supereroe dei fumetti, proprio come
se ne erano già visti negli anni precedenti. Il progetto a cui quel
film aveva dato iniziò fu però chiaro solo nel 2012, quando al
cinema arrivò il film The
Avengers. Con questo film diventa chiaro che il
Marvel Cinematic Universe è pronto
per diventare una delle principali attrazioni cinematografiche di
questi anni. Il film, che supera il miliardo di incassi nel mondo,
dà vita al genere cinecomic, portando il fumetto a diventare una
delle fonti privilegiate da cui trarre storie per il cinema.
La Disney acquista Star Wars
Nell’ottobre del 2012, la Disney
annuncia l’acquisizione della Lucasfilm per un totale di oltre 4
miliardi di dollari. La notizia scuote i fan della saga ideata da
George Lucas, il cui ultimo capitolo era arrivato al cinema nel
2005. Nasce così una nuova speranza negli appassionati della
galassia lontana lontana, e la Disney non si fa attendere. Nel 2015
arriva al cinema Star Wars VII
– Il risveglio della forza, primo capitolo di una
nuova trilogia dedicata a quell’universo narrativo. Oltre a questa
arrivano una serie di spin-off, serie TV e altri progetti ancora in
cantiere che promettono di intrattenere i fan per gli anni a
venire.
Hunger Games segna il successo dei
film Young Adult
Il film Hunger
Games non è solo stato il trampolino di lancio
per la carriera dell’attore Jennifer Lawrence, ma
ha segnato anche il successo dei film Young Adult, in particolare
quelli di genere distopico. Questa saga, composta da quattro film,
ha infatti guadagnato circa 1,4 miliardi di dollari nel mondo,
spianando la strada a film come Maze
RunnereDivergent, divenute saghe di altrettanto
successo.
Patty Jenkins si afferma nel mondo
dei supereroi
Nell’epoca del cinecomic, la
regista Patty Jenkins si è affermata per essere
diventata la prima regista donna a firmare un contratto per
dirigere un film dedicato ai supereroi. Il film in questione è
Wonder
Woman, che arriva poi in sala nel 2017,
guadagnando complessivamente 821 milioni di dollari, divenendo il
film live-action diretto da una donna con il più alto incasso di
sempre.
Il fallimento del Dark
Universe
La Universal aveva annunciato il
progetto di dar vita, sull’onda del successo del MCU, ad un Dark Universe, basato
sui classici mostri della major, tra cui la mummia, Frankenstein e
l’uomo invisibile, i quali sarebbe apparsi in film interconnessi
tra loro. Lo studios spese milioni per progettare tali
lungometraggi, rivelando che questi sarebbero stati interpretato da
attori del calibro di Russell Crowe,
Javier Bardem,
Tom Cruise e
Johnny
Depp. Il progetto ebbe però vita breve. Quando il film
La mummia arrivò al cinema, si rivelò uno scottante
fallimento. Tale flop convinse la Universal a rinunciare al Dark
Universe, preferendo concentrarsi sui singoli film.
Bright diventa il primo
blockbuster targato Netflix
Nel 2017, nel suo momento di
massima espansione, Netflix rilascia sul proprio catalogo il film
Bright, che diventa il primo blockbuster
prodotto e distribuito dalla celebre piattaforma streaming. Con un
budget di 90 milioni di dollari, il film ha per protagonista una
attore del calibro di Will
Smith, ed ha in breve tempo infranto numerosi record
per il suo elevato numero di visualizzazioni. Tale evento ha
contribuito a rendere ancor più minaccioso l’ingresso in campo di
Netflix, da quel momento in grado di sfidare le altre grandi
major.
Jordan Peele rivoluziona l’horror
con Get Out
Quello appena trascorsa è stata una
decade che ha visto rinvigorito il genere horror, grazie ad una
serie di registi che hanno portato al cinema storie originali,
spaventose e in grado di affascinare un ampio pubblico. Tra questi,
Jordan Peele è probabilmente il nome da tenere più
d’occhio per il futuro. Con Get
Out, infatti, ha contribuito a cambiare
nuovamente le regole dei film horror, inserendo in tale genere una
storia fortemente legata all’attuale società americana. Con un
budget di soli 5 milioni, il film arrivò a guadagnare ben 255 al
box office globale, vincendo inoltre l’Oscar come miglior
sceneggiatura, sfatando dunque il mito secondo cui i film di genere
non sono soliti ottenere simili riconoscimenti.
Black Panther infrange ogni
record
Con il MCU ormai solidificatosi, nel 2018
arriva al cinema il film Black
Panther, il primo dedicato ad un supereroe
afroamericano e con un cast composto da soli attori di colore. Il
film ottiene da subito importanti riconoscimenti, diventando il
film dal maggior incasso del 2018 e il più alto incasso
dell’MCU, esclusi i film dedicati agli
Avengers. Ha poi infranto un altro record diventando il primo film
di supereroi a ricevere la nomination come miglior film ai premi
Oscar, vincendo poi per la scenografia, i costumi e la colonna
sonora. Il film ha così dimostrato la concreta possibilità di
successo per un film contenente cotanta diversità.
La morte di Stan Lee
La morte di Stan Lee ha significato
la fine di un era. Il fondatore della Marvel ha avuto infatti un ruolo
importante nella realizzazione dell’impero cinematografico che oggi
tutti conosciamo, fondato proprio su quei personaggi che tanti anni
addietro aveva contribuito a ideare e rendere celebri. Divenuto una
vera e propria icona, grazie anche ai suoi cameo nei film Marvel, Lee ha plasmato la cultura
popolare, vivendo fino a poter vedere i propri personaggi venire
amati in ogni parte del mondo.
La Disney acquista la Century
Fox
Una delle più significative notizie
cinematografiche di questa decade è l’acquisizione da parte della
Disney della Fox, storica major hollywoodiana. L’accordo ha
permesso alla Disney di implementare in modo esponenziale il
proprio patrimonio culturale, accogliendo nella sua famiglia
personaggi Marvel di cui non possedeva i
diritti (come gli X-Men o I Fantastici Quattro), e potendo
aggiungere la vasta storia cinematografica della Fox alla propria
piattaforma da poco disponibile, Disney+. La Disney aggiunge così un
nuovo fondamentale tassello al proprio impero audiovisivo.
Fa tutto parte di un piano per
tornare alla qualità rispetto alla quantità dopo alcuni anni
difficili, e ci sarà una grande differenza tra questa Marvel Television e quella lanciata
nel 2010 con Jeph Loeb e infine chiusa nel 2019
quando Kevin Feige ha prese le redini. Ma cos’è
che la prima versione della MT ha fatto proprio male? Ecco qualche
esempio:
C’è stato un tempo in cui i film sui
supereroi in gran parte evitavano i costumi, probabilmente perché i
dirigenti degli studios non credevano che le persone avrebbero
pagato per vedere un film con protagonisti vestiti di spandex. Per
qualche ragione, questa mentalità e stata adottata da Jeph
Loeb che ha deciso di non portare nei programmi TV
Marvel i costumi degli eroi.
Daredevil ha
impiegato dodici episodi per ottenere un costume e anche allora non
ha incluso il suo iconico logo “DD”. Iron Fist non
ha mai indossato niente di più di una felpa con cappuccio, mentre
Black Bolt non ha mai avuto nulla che assomigli
alla sua maschera familiare in Inhumans.
Visto che Ike
Perlmutter, presidente ormai deposto della Marvel Entertainment, aveva una
passione per la vendita di giocattoli, l’assenza di costumi era
incredibilmente frustrante; inoltre, quando invece li abbiamo
ottenuti, erano deludenti.
Inumani (tanto basta)
Quando è stato rivelato che
la Marvel Television stava
collaborando con IMAX per una serie sugli Inumani
(concedendole un budget significativamente più alto rispetto ad
altri programmi TV del “MCU”), sembrava che avessero in
serbo un’interpretazione davvero fantastica di questi
personaggi.
Purtroppo fin dall’inizio è stato un
disastro. Nonostante il budget, l’aspetto della serie era
terribilmente economico, il cast non era neanche lontanamente
impressionante a parte alcuni nomi e, per risparmiare denaro,
Lockjaw faceva solo apparizioni sporadiche e i
capelli di Medusa venivano tagliati in modo che non potesse usare i
suoi poteri.
È stato un tale disastro che IMAX ha
annullato i piani per eventuali collaborazioni future e ha
abbandonato la promozione di programmi TV sui propri schermi. Gli
inumani non funzionavano e Loeb ha avuto una responsabilità
importante in questo fallimento, soprattutto dopo aver deciso di
nominare Scott Buck come showrunner.
Una versione deludente di Iron
Fist
Scott
Buck è stato il responsabile anche della delusione di Iron
Fist. Anche se la serie dell’eroe è iniziata alla grande, non c’è
voluto molto tempo per crollare, lasciandoci a trascorrere quasi
un’intera stagione a guardare Danny Rand alle prese con problemi di
prestazioni mentre non riusciva a far funzionare quel pungo di
ferro.
Finn Jones ha fatto
del suo meglio con ciò che gli era stato fornito, ma niente della
serie ha funzionato e mentre i fan speravano in un miglioramento
nella seconda stagione, è stata invece presa la decisione di
privare del tutto Danny dei suoi poteri, nonostante il fatto che
fosse finalmente riuscire a gestirli. Di tutti i
Defenders, Iron Fist non sarebbe dovuto essere
così difficile da adattare.
Troppi episodi
Questo era un problema
che affliggeva i programmi TV Marvel su Netflix fin dal primo
giorno, poiché le stagioni spesso iniziavano alla grande prima di
crollare nella seconda metà.
Esplorare il passato di
Daredevil con Elektra è stato
fantastico fino a quando la seconda stagione non è arrivata al
traguardo e si è deciso di ucciderla in modo deludente. Ricordi
quanto era bravo Luke Cage prima che Power Man entrasse in guerra
con lo stupido Diamondback? In poche parole, queste serie erano
troppo lunghe e la Marvel Television faticava a
raccontare storie in un formato così lungo.
Quando tentarono di imparare dagli
errori del passato, era troppo tardi, e anche le ultime due
stagioni di Agents of S.H.I.E.L.D. hanno
beneficiato del fatto di essere lunghe 13 episodi invece di 22.
Naturalmente, sarebbe ingiusto non sottolineare che di recente i
Marvel Studios hanno avuto difficoltà anche
con soli sei episodi…
La resurrezione dell’agente
Coulson
I Marvel Studios uccisero l’agente
Coulson in uno dei momenti più scioccanti di The
Avengers, ma solo un anno dopo l’agente con la fissa di
Captain America era di nuovo tra i vivi. È possibile che Kevin
Feige abbia avuto un ruolo in questa scelta, ma è difficile credere
che fosse felice della resurrezione del personaggio quando fu lui a
suggerire di ucciderlo in primo luogo.
La spiegazione per il ritorno di
Coulson era a dir poco confusa, e il fatto che non si sia mai fatto
vivo con eroi più potenti della Terra è semplicemente stupido.
Fortunatamente, Clark Gregg ha tratto il meglio da
tutto e, insieme ai suoi co-protagonisti, ha dato vita ad alcune
avventure divertenti, anche se sembravano decisamente prive di
ispirazione rispetto a ciò che vedevamo nei cinema.
Poveri personaggi minori
Progettata come il grande
cattivo del mondo in cui agivano i Difensori, La
Mano è stata una delle cose/personaggi che sono usciti
peggio dalle serie Marvel Television. Il gruppo
clandestino di ninja è diventato una creazione contorta composta da
vecchie signore e uomini d’affari.
Anche qui dobbiamo parlare in difesa
della Marvel Television, poiché Kingpin,
ad esempio, era un personaggio davvero eccezionale. Tuttavia, per
ogni buon adattamento, se ne contano dieci cattivi. Foggy Nelson,
Trish Walker, Deathlok e persino l’intera razza Kree ne sono la
prova, poiché tutti non riescono a centrare il bersaglio, in modi
diversi.
Mentre i Marvel Studios hanno spesso preso
personaggi secondari relativamente sconosciuti (almeno per i non
fan) e li hanno resi grandi, Marvel Television in qualche modo
ha preso i preferiti dai fan, li ha reinventati e ha prodotto
risultati che alla fine non hanno colpito praticamente nessuno.
Scelte davvero strambe
La lista della Marvel Television era composta come
segue:
Agents of S.H.I.E.L.D.
Agent Carter
Daredevil
Jessica Jones
Luke Cage
Legion
Iron Fist
The Defenders
Inhumans
The Gifted
The Punisher
Runaways
Cloak & Dagger
Helstrom
M.O.D.O.K.
Hit-Monkey
Alcuni di questi hanno superato i
loro difetti per diventare programmi TV molto buoni. Tuttavia,
osservando l’elenco, la mancanza di legami tra ciascuno di essi
risalta come un problema. Runaways e Cloak and
Dagger non avrebbero potuto essere più distanti, per
esempio.
Poi ci sono i fallimenti.
The Defenders è stato un crossover unico;
Helstrom ha fallito, ma avrebbe dovuto
lanciare un programma a tema horror;
anche M.O.D.O.K. doveva essere il primo
capitolo di una squadra animata.
Il danno si fa ancora sentire
Col passare del tempo, è
diventato chiaro che questi spettacoli non avevano alcuna relazione
con ciò che accadeva sul grande schermo, anche se da allora abbiamo
sentito che Kevin Feige ne era una parte
importante (e comprensibilmente).
Che si tratti della versione a basso
budget dei Kree, della morte di personaggi come Elektra e Ben
Urich, o del fatto che Iron Fist sia passato da tosto a drogato,
l’impatto di molte di queste decisioni si fa ancora sentire. I
Marvel Studios stanno lentamente
riparando il danno, ma molti personaggi che sarebbero saliti alle
stelle con il contributo di Feige sono ancora accantonati per colpa
della Marvel Television.
I Più grandi di tutti porta sul
grande schermo la storia dei Pluto, un gruppo rock in voga negli
anni ’90 che, dopo essersi sciolto, ha fatto perdere le proprie
tracce. Infatti, i componenti della band, dimenticati i sogni di
gloria da palcoscenico, hanno continuato le loro vite lontani dal
panorama musicale: Mao (Marco Cocci) è un barman
pieno di debiti, Sabrina (Claudia
Pandolfi) si è sistemata con un uomo serio e perbene,
Loris (Alessandro
Roja) si è sposato ed ha un figlio, mentre Rino
(Dario Kappa Cappanera) è un operaio con contratto
a tempo indeterminato. I quattro, però, vengono inaspettatamente
contattati da un giornalista musicale, Ludovico Reviglio
(Corrado Fortuna) che, da sempre innamorato della
loro musica, vorrebbe fare un documentario su di loro, corredato da
un’intervista.
I più grandi di tutti, il film
L’opportunità di tornare alla
ribalta sembra inizialmente infastidire gli ex-rockers, chiusi
ormai nelle loro vite monotone e spente, ma poi, grazie
all’entusiasmo di Ludovico (e ad una consistente somma di denaro) i
Pluto accettano di concedere un’intervista al giornalista e di
tornare a suonare in occasione di un grande concerto. I più
grandi di tutti, diretto da Carlo Virzì
(fratello di Paolo Virzì) e in uscita nelle sale il 4
aprile, è una commedia sorprendente sotto diversi punti di vista.
Il regista, infatti, che firma anche la sceneggiatura e le musiche,
riesce ad omaggiare un certo tipo di musicisti, quelli tagliati
fuori dai grandi circuiti e che si muovono con un camioncino
scassato per suonare di fronte a quattro persone e,
contemporaneamente, a creare un film che fa una velata critica al
sistema musicale italiano.
I più grandi di
tutti, inoltre, ha il merito di trovarsi molto lontano
rispetto alle commedie dalla sceneggiatura e fotografia
approssimative cui siamo (purtroppo) abituati. Qui ogni personaggio
ha una sua parabola, una sua storia e, grazie all’ottimo cast,
un’interpretazione credibile. A questo proposito è interessante
notare come, proprio per una scelta registica (e promozionale) il
film si diverta a giocare sul sottile confine tra finzione e
realtà. Nei titoli di coda, ad esempio, scorrono mini interviste a
grandi artisti italiani che dicono la loro sui Pluto e su youtube
si può trovare un loro video (Vado al mare, tratto dal loro album
Paraculo), un fake creato appositamente per creare curiosità e
aspettative (e che ha già quasi 3000 visualizzazioni).
Il film di Virzì,
quindi, oltre a far sorridere, racchiude in sé una sorta di
nostalgia per i sogni infranti del passato, una riflessione sul
presente e uno spiraglio aperto per il futuro. Davvero niente
male.
Terrazza Martini, Milano. Oltre al
regista, Carlo Virzì, è presente quasi l’interno cast alla
conferenza stampa che segue la proiezione di I più grandi
di tutti. Il film, nelle sale dal 4 aprile, porta sullo
schermo la storia di quattro rockers degli anni ’90, i Pluto, che,
grazie all’entusiasmo di un giornalista musicale, si trovano di
nuovo a salire insieme su un palcoscenico.
Trailer del film I Più Grandi di
Tutti, dal 4 APRILE AL CINEMA. Quindici anni fa, i Pluto erano una
rock band; energici, sboccati e provinciali come da tradizione del
rock. Da una piccola cittadina industriale sul litorale toscano,
avevano girato in lungo e in largo il circuito alternativo
nazionale, inciso un paio di album, e piazzato anche un brano in un
noto spot televisivo. Maurilio detto Mao era il cantante, Sabrina
la bassista, Loris il batterista e Rino il portentoso chitarrista.
Poi, sempre secondo tradizione, i quattro litigarono e si
persero di vista; ognuno in fondo perso dietro ai fatti suoi,
come direbbe Vasco. La memoria di quell’esperienza
avventurosa e sfrenata sembra essersi perduta per sempre, nessuno
ha più idea di chi fossero “I Pluto”. Finché un giorno, Loris il
batterista, non si vede recapitare una sorprendente e-mail..
Il prossimo 18 maggio è una data da
segnare nel proprio calendario, almeno per coloro i quali hanno
lasciato qualche anno fa il capitano Jack a bordo di una bagnarola
dirigersi verso altre avventure, dopo essersi impossessato della
Mappa.
Ecco un backstage esclusivo di
I Pionieri, il film di Luca
Scivoletto con Mattia Bonaventura, Francesco Cilia, Danilo
Di Vita, Matilde Sofia Fazio, Peppino Mazzotta, Lorenza Indovina,
Eleonora Rancò con la partecipazione di Claudio Bigagli. Al cinema
dal 13 aprile distribuito da Fandango.
I pionieri, la trama
Sicilia, 1990. Due
ragazzini figli di militanti comunisti decidono di scappare di casa
e rifondare i Pionieri, i gloriosi e ormai estinti scout del
Partito. La perfetta scusa per vivere un’estate all’insegna
dell’avventura e della libertà. Ma non tutto andrà secondo i loro
piani.
Cinefilos.it offre
la possibilità di vedere al cinema, gratis, I Pionieri, il film di Luca
Scivoletto, tratto dall’omonimo libro del regista e
presentato all’ultimo Torino Film Festival. Il
film arriverà il 13 aprile al cinema, distribuito da Fandango.
Ecco le città in cui sarà possibile
partecipare alle anteprime:
ROMA
– CINEMA MIGNON
Giovedì 13 aprile 20 biglietti
Venerdì 14 aprile 20 biglietti
Sabato 15 aprile 20 biglietti
Domenica 16 aprile 10 biglietti
Lunedì 17 aprile 10 biglietti
Martedì 18 aprile 10 biglietti
Mercoledì 19 aprile 10 biglietti
BOLOGNA
– CINEMA EUROPA
Giovedì 13 aprile 20 biglietti
Venerdì 14 aprile 20 biglietti
Sabato 15 aprile 20 biglietti
Domenica 16 aprile 10 biglietti
Lunedì 17 aprile 10 biglietti
Martedì 18 aprile 10 biglietti
Mercoledì 19 aprile 10 biglietti
TORINO
– CINEMA ROMANO
Giovedì 13 aprile 20 biglietti
Venerdì 14 aprile 20 biglietti
Sabato 15 aprile 20 biglietti
Domenica 16 aprile 10 biglietti
Lunedì 17 aprile 10 biglietti
Martedì 18 aprile 10 biglietti
Mercoledì 19 aprile 10 biglietti
MILANO
– ANTEO PALAZZO DEL CINEMA
Giovedì 13 aprile 20 biglietti
Venerdì 14 aprile 20 biglietti
Sabato 15 aprile 20 biglietti
Domenica 16 aprile 10 biglietti
Lunedì 17 aprile 10 biglietti
Martedì 18 aprile 10 biglietti
Mercoledì 19 aprile 10 biglietti
I biglietti saranno validi per
qualsiasi spettacolo dal 13 al 19 aprile e potranno essere
richiesti, fino ad esaurimento, inviando una email a [email protected] in cui andranno
specificati il giorno in cui si intende utilizzare
i biglietti e un secondo giorno alternativo nel
caso per il giorno prescelto non ci sia più disponibilità di
posto.
NB:
riceveranno risposta solo gli assegnatari dei
biglietti.
Gli orari delle proiezioni andranno consultati direttamente sui
siti dei cinema.
È di fondamentale importanza che nell’email venga evidenziato
che si sta chiedendo l’invito via CINEFILOS.
I biglietti potranno essere ritirati direttamente alla cassa dei
cinema presentando la email di conferma ricevuta unitamente ad un
documento di identità.
E’ stato diffuso il primo trailer di
I pionieri, il film diretto da Luca
Scivoletto con Mattia Bonaventura, Francesco
Cilia, Danilo Di Vita, Matilde Sofia Fazio, Peppino Mazzotta,
Lorenza Indovina, Eleonora Rancò e con la partecipazione
di Claudio Bigagli. Il film arriverà il 13 aprile
al cinema, distribuito da Fandango.
I pionieri, la trama
Sicilia, 1990. Due
ragazzini figli di militanti comunisti decidono di scappare di casa
e rifondare i Pionieri, i gloriosi e ormai estinti scout del
Partito. La perfetta scusa per vivere un’estate all’insegna
dell’avventura e della libertà. Ma non tutto andrà secondo i loro
piani.
I pinguini di Mr.
Popper – È senz’altro “fresca” (cool), come la definisce
ironicamente lo stesso Jim Carrey, questa commedia diretta da
Mark Waters. La trama è abbastanza classica: uomo
in carriera (Mr. Popper/Jim
Carrey), con poco tempo per famiglia e sentimenti, si
ritrova la vita scombussolata dall’arrivo di inaspettati “amici”,
in questo caso, pinguini.
Grazie a loro, la famiglia Popper
rinsalderà i propri legami affettivi e il protagonista in
particolare (Jim
Carrey), ne riscoprirà il valore. Non manca poi,
l’arrivo del cattivo di turno che vuole impossessarsene (qui più
buffo che spaventoso e crudele), fino all’happy end, che non
sveliamo. Possono tornare alla mente La carica dei
101, o, per altri versi, una commedia come Turner
e il casinaro. L’unica vera novità, è che qui gli animali
non sono i classici pets: cani, gatti, ma sono appunto
pinguini. Il tutto è ambientato in una New York innevata, dove
interno ed esterno della casa di Popper finiscono per assomigliarsi
moltissimo.
Ciò che rende il film godibile e
adatto a grandi e piccini, tutelandolo dal rischio concreto di
essere noioso e banale, è la trattazione fresca, sagace e acuta,
con dialoghi ben scritti – e ben adattati in certi passaggi non
facili da rendere – con aggiornamenti della trama alla
contemporaneità che viviamo, fatta di sms e wikipedia. Con uno
sguardo disincantato e ironico sui rapporti familiari (di coppia e
genitori-figli), anche se nel corso del film tutti i nodi si vanno
risolvendo in maniera immancabilmente rassicurante. Jim
Carrey interpreta ottimamente Mr. Popper,
divertendo il pubblico con la sua ricca espressività, che qui trova
una giusta misura, lasciandosi andare solo quando occorre alle sue
celebri “facce”. È un personaggio complesso: cinico agente
immobiliare all’inizio, padre maldestro; ma anche eccentrico,
simpatico e dal cuore tenero, che conquisterà tutta la famiglia.
Risulta divertente, senza essere stucchevole.
Indovinati e ben caratterizzati
anche gli altri personaggi: su tutti, Angela
Lansbury (la Jessica Fletcher de La signora in
giallo), perfetta spalla nel ruolo della ricca
proprietaria che non vuol vendere e dà filo da torcere a Popper. Ma
spassosi sono anche la segretaria di Popper (interpretata da
Ophelia Lovibond) e il portiere. La loro presenza
arricchisce e rinnova, assieme all’interpretazione di Carrey,
questa commedia d’impianto classico. I pinguini, d’altro canto,
fanno la loro parte, portando scompiglio e poi adattandosi alla
vita casalinga con Popper (o piuttosto, lui si adatta a loro). I
comportamenti dei pinguini finiscono per essere simili a quelli del
più classico dei nostri cuccioli. Il regista sposta abilmente
l’attenzione da loro a Popper, e vice versa, creando una perfetta
alternanza e un buon ritmo. I pinguini di Mr.
Popper dunque, diverte e intrattiene adulti e bambini,
puntando sulla comicità di situazione più classica, alla
Chaplin – non per nulla presente nel film e più
volte citato – come sull’ironia e la sagacia di alcune battute, i
cui riferimenti sono tutti per il pubblico adulto.
È, in fondo, una favola, che
peraltro si autodenuncia come tale, e sembra volersi sconfessare,
ma lo spettatore sa già che si continuerà a sognare fino alla fine.
Una favola con una morale (sui valori della vita e sul rispetto
della natura), come ogni favola che si rispetti, ma anche una
commedia fresca e “rinfrescante”, non solo per l’alta quantità di
ghiaccio e le basse temperature, adatta ad alleviare i fastidi
della calura estiva. Unica nota stonata, a mio avviso: il rap
finale su cui scorrono i titoli di coda, col campionamento
furbastro dei Queen. Avrei visto molto meglio, ad esempio, Lucy in
the sky with diamonds dei Beatles, peraltro citata nel film.
Ecco una clip divertente di I
Pinguini di Mister Popper con Jim Carrey. Per vedere il film
completo bisognerà attendere il 12 Agosto. Jim Carrey ritorna in
una nuova brillante commedia targata Fox, “I pinguini di Mr.
Popper”. Il film, diretto da Mark Waters, vede nel cast anche
Angela Lansbury.
Una delle più memorabili saghe
cinematografiche d’animazione degli ultimi anni è quella di
Madagascar. Composta da tre film
principali, uno spin-off e diverse serie televisive animate, questa
è uno dei titoli di punta del celebre studio DreamWorks
Animation. Dal 2005, anno di distribuzione del primo film,
questa è diventata infatti una notevole fonte di guadagno, capace
di attrarre un pubblico di bambini e adulti. Merito di ciò è la
grande comicità intrinseca alle storie narrate, come anche i
personaggi e alcune sequenze rimaste nell’immaginario comune. Dopo
la conclusione della trilogia principale, nel 2014 è arrivato al
cinema lo spin-off I pinguini di
Madagascar (qui
la recensione).
Diretto da Eric
Darnell e Simon J. Smith, il film ha così
finalmente raccontato le origini dei celebri e simpatici pinguini,
divenuti sempre più popolari grazie alla loro ricorrenza nella
trilogia di Madagascar. Da tempo i fan attendevano di
poter assistere ad un lungometraggio in cui questi potessero essere
i protagonisti assoluti, portando in primo piano tutte le loro
incredibili avventure di carattere spionistico. Con un budget di
132 milioni, questo è infatti arrivato a guadagnarne oltre 373 in
tutto il mondo, ricevendo anche una buona accoglienza di
critica.
Tra tanta comicità e grande sequenze
d’azione, I pinguini di Madagascar non ha così deluso le
attese nei confronti dei personaggi, oggi divenuti parte della
cultura popolare. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, ai personaggi al
cast di doppiatori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
I pinguini di Madagascar: la trama
del film
Divenuti estremamente popolari e
apprezzati con la trilogia principale della saga, i quattro
pinguini hanno infine ottenuto una storia tutta per loro. Qui si
narrano le origini di Skipper,
Kowalski, Rico e
Soldato. Cresciuti in Antartide, questi decidono
di abbandonare quel luogo in cerca di un posto più stimolante dove
abitare. Anni dopo, successivamente agli eventi di Madagascar
3, i quattro sono continuamente in cerca di avventure.
L’occasione si presenta nel momento in cui vengono rapiti e portati
a Venezia nel covo del dottor Octavius Tentacoli.
Qui i quattro scopriranno che questi non è altro che un grosso
polpo travestito da umano con un piano malefico.
Il suo intento è infatti quello di
trasformare i pinguini in mostri grazie ad un siero speciale. Ciò
si rivelerà in seguito essere un piano di vendetta, poiché da
sempre il polpo considera i pinguini come suoi nemici primari, per
motivi che i quattro scopriranno ben presto a loro spese.
Fortunatamente, riescono ad evadere dalle grinfie del cefalopode, e
si ritroveranno reclutati dall’organizzazione Vento del Nord,
guidata dall’agente Segreto, che si occupa di
difendere gli animali in difficoltà. Con l’aiuto di questa, i
pinguini dovranno sventare i piani del malefico polpo, salvando la
situazione ancora una volta.
I pinguini di Madagascar: i
personaggi e i doppiatori del film
A dare voce ai quattro celebri
pinguini vi sono gli stessi doppiatori che li avevano già
interpretati per la trilogia di Madagascar. Tom
McGrath, anche regista dei film principali della saga, è
la voce di Skipper, mentre Christopher Knights è
Soldato. Chris Miller, regista di Shrek
Terzo, dà voce al pinguino Kowalski. Conrad
Vernon è invece Rico. Ad interpretare l’agente Segreto,
che diverrà alleato dei Pinguini, vi è invece
Benedict Cumberbatch. Il noto attore si è trovato qui
a doppiare il suo primo film d’animazione ed ha inoltre raccontato
di aver riscontrato una certa difficoltà a pronunciare la parola
“penguin”.
Il celebre attore
John Malkovich, invece, è la voce del dottor Octavius
Tentacoli. Anche per lui si è trattata del suo primo doppiaggio per
un film d’animazione. A convincerlo ad accettare, in particolare, è
stata l’idea di poter vedere la propria voce su di una piovra. Nel
film sono poi presenti le voci degli attori Peter
Stormare per il personaggio di Caporale e Ken
Jeong per quello di miccia. Il celebre documentarista
Werner Herzog è invece la voce narrante del film.
In italiano, le voci dei pinguini sono di Luigi Ferraro,
Franco Mannella e Gerolamo Alchieri.
I pinguini di Madagascar: la serie
TV, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Prima di sbarcare al cinema,
tuttavia, i quattro celebri pinguini erano già stati protagonisti
di una serie TV interamente dedicata a loro. Anch’essa si chiama
I pinguini di Madagascar, ma non vi sono
connessioni narrative con il film. Andata in onda dal 2008 al 2015
con un totale di 149 episodi, questa racconta eventi che si
svolgono dopo
Madagascar 2 ma un anno prima di
Madagascar 3 – Ricercati in Europa. Divisa in tre
stagioni, la serie segue i pinguini, qui membri di un’unità
militare supertecnologica che si dedica a missioni più o meno
improbabili, dalla protezione degli altri animali dello zoo di
Central Park, al rimediare ai pericoli provocati da
malfunzionamenti delle invenzioni dello scienziato del gruppo.
Prima di vedere la serie, è
possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
I pinguini di Madagascar è infatti
disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema,
Google Play, Apple iTunes, Netflix, Tim Vision, Now e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 22
maggio alle ore 21:20 sul canale
Italia 1.
Dopo la serie televisiva, i
Pinguini tornano sul grande schermo, con le voci
di Benedict Cumberbatch, Peter Stormare, Annet
Mahendru, John Malkovich, Ken Jeong, Andy Richter, Tom McGrath,
Chris Miller, Christopher Knights.
A dirigere il film ci
sono Simon J. Smith e Eric
Darnell. L’uscita del film è prevista in UK per il 5
dicembre.
I Pinguini di Madagascar, il nuovo film della
DreamWorks Animation, distribuito dalla Twentieth Century Fox,
anche in 3D è nelle sale di tutto il Paese e oggi vi proponiamo
questa featurette sul film:
http://youtu.be/ECVAq3TMLEE
Skipper il leader, Kowalski
il cervello, Soldato il giovane volenteroso, Rico l’esperto d’armi:
eccoli I PINGUINI DI MADAGASCAR, il gruppo di spie più
esilarante, elegante e poco ortodosso del mondo che approda al
cinema grazie alla Dreamworks Animation e alla Twentieth Century
Fox.
I nostri magnifici quattro, artefici indimenticabili dell’eroico
piano di fuga nel film d’animazione Madagascar, sono ora pronti
all’esordio da protagonisti in un film tutto per loro.
In quanto agenti speciali fuori dal comune, la loro missione sarà
risolvere un complicato caso di spionaggio, facendo squadra con
l’organizzazione segreta “Vento del Nord”, capitanata da un lupo.
Riusciranno i nostri eroi ad unire le forze e mandare in fumo il
delirante piano del malvagio dottor Octavius Tentacoli?