Sono giunte altre foto e un video
dal set di Thor: The
Dark World, nuova avventura del Dio del Tuono diretta
da Alan Taylor. Le foto ci mostrano Thor (Chris Hemsworth)
alle prese con un combattimento contro il nuovo villain
Malekith.
Questa sera è arrivata l’ultima
grande star sul red carpet del Festival di Roma 2012, stiamo
parlando di James Franco che ha incontrato il pubblico e presentato
il suo ultimo film Tar.
Arriva al cinema Il
Sospetto, l’acclamato film di Thomas
Vinterberg, con Mads Mikkelsen e Thomas Bo
Larsen.
Una piccola comunità nel cuore
della Danimarca. Gente pacifica, cordiale, rispettosa dei valori e
dei sentimenti. Un luogo dove amicizia, amore, gentilezza e mutuo
aiuto sembrano avere un significato vero, profondo. E’ qui che vive
Lucas (Mads
Mikkelsen), un ex-insegnante reimpiegato come maestro
d’asilo, con un divorzio alle spalle e un rapporto difficile col
figlio lontano. L’appoggio e la comprensione dei suoi
compaesani, soprattutto del suo migliore amico, Theo
(Thomas Bo Larsen) sono ciò che gli permette di
tirare avanti e di sorridere alla vita.
All’asilo i bambini lo adorano e la
sua dolcezza naturale fa in modo che anche Nadia, una collega, si
innamori di lui. Appena la vita di Lucas sembra riacquistare un
senso, complice la decisione del figlio di trasferirsi a casa sua,
una bambina della scuola, Klara (Annika
Wedderkopp), racconta alla direttrice dell’istituto di
essere stata molestata da lui.
La menzogna, appena accennata e
subito ritirata, si innesta però come un virus nella mente della
donna che, senza nemmeno interpellarlo, licenzia Lucas su due piedi
e informa tutti i genitori dell’accaduto. E l’insegnante, quasi
inconsapevole di ciò che gli sta accadendo, si trova ad affrontare
un calvario, fatto di occhiatacce e minacce da parte dei suoi
stessi amici, che lentamente si intensifica fino a sfociare nella
violenza fisica.
Il Sospetto, il
film
Il
Sospetto, ultima fatica del regista co-fondatore del
movimento Dogma, Thomas Vinterberg, pone al suo
centro un’azione apparentemente minuscola, una confessione di pochi
secondi di una bambina di quattro anni, e mostra come, al pari di
un sassolino gettato in uno specchio d’acqua, questa azione scateni
delle reazioni enormi non solo nelle persone che la circondano, ma
in tutti gli abitanti della comunità.
Vinterberg, magistralmente, porta
al cinema la forza con cui una menzogna può insinuarsi nella mente
e trasformare persone perbene in mostri disumani che ignorano la
giustizia e accusano ciecamente, senza sapere e senza pensare,
distruggendo così la vita di un uomo, Lucas, che giorno per giorno
vede la sua esistenza andare a pezzi, sgretolarsi, scomparire.
La macchina da presa, vicinissima
ai personaggi, cattura ogni espressione facciale, ogni cambio
d’umore, ogni battito di ciglia. Cerca quasi di carpire i pensieri
di Lucas, sempre più solo e sempre più disperato, la superficialità
e la vitalità di Klara, troppo piccola per capire cos’ha scatenato
la sua bugia, l’acredine e l’incredulità di Theo, amico fraterno
confuso, incapace di giudicare, perso, e soprattutto l’ottusità
delle persone che agiscono senza farsi domande, ignorando la
verità.
La luce della Danimarca, calda e
fredda allo stesso tempo, la perfezione della sceneggiatura
(firmata da Tobias Lindholm), contemporaneamente drammatica e
rigorosa, la recitazione misurata, senza sbavature e l’occhio di un
regista decisamente geniale, fanno de Il Sospetto uno dei più bei
film degli ultimi anni.
In due ore Vinterberg riesce a
toccare tutte le emozioni dell’anima umana senza una goccia di
sentimentalismo. Una lezione di vita e di cinema. Straziante e
superbo.
Continuano ad arrivare
news su Transformers 4, il quarto capitolo della saga diretta da
Michael Bay ed interpretata questa volta da Mark Wahlberg. Secondo
alcune indiscrezioni riportate da Comingsoon.net,
Pinocchio di Carlo Collodi
continua ad essere al centro dei pensieri di Hollywood. Infatti ora
sono due i progetti ufficiali in corso, Pinocchio in live Action di
Tim Burton con Robert Downey Jr ha una sceneggiatrice, si tratta
di Jane Goldman
Marc Webb conferma
Jamie Foxx per Electro in The Amazing Spider-Man 2.
Comingsoon.net è riuscito a intervistare il registe che ha
confermato che la sua prima scelta per interpretare Electro nel
sequelì di The Amazing Spider-Man è proprio
Jamie Foxx. Anche l’attore ha rilasciato alcune
dichiarazioni in merito: “Incrociamo le dita, funziona
tutto”, dice Foxx. “… Ho una figlia piccola di quattro anni e per
lei questo è pazzesco, l’anno scorso ha voluto la sua festa di
compleanno a tema Spider-Man! “
Electro non è mai apparso in nessun
film della saga. Invece altro ruolo chiave del prossimo film, Harry
Osborn è ancora senza interprete. Non ci resta che aspettare il
nome del giovane attore che darà il volto al personaggio
interpretato precedentemente da James Franco nella saga diretta da
Sam Raimi. Il sequel dell’uomo ragno intitolato al momento The
Amazing Spider-Man 2 uscirà il 2 Maggio 2014. La sceneggiatura è a
cura questa volta di Alex Kurtzman, Roberto Orci, Jeff Pinkner
e James Vanderbilt. Nel cast confermati Andrew Garfield, Emma
Stone e Shailene Woodley. Tutte le news nel nostro
speciale: The Amazing Spider-Man 2
Ritorna Twitt dal
Festival, la nostra rubrica condensata in pochi e incisivi
caratteri condotta con il supporto del Prof. Marco Stancati. Al
Festival dopo l’uragano Stallone è la volta dell’ennesimo film
francese
Poteva non mancare
nella nostra rubrica breve il commento sulla saga che finalmente ha
chiuso i battenti, stiamo parlando di The Twilight Saga: Breaking
Dawn Parte 2. Ecco il commento esilarante del nostra Marco
Stancati.
Un mostro a
Parigi (titolo originale Un monstre à
Paris), prodotto nel 2011 in Francia dalla
EuropaCorp di Luc Besson, uscirà nelle sale italiane il
prossimo 22 Novembre.
Trama di Michael
Collins: Irlanda, inizio ‘900. Un gruppo di giovani
oppositori sta organizzando la resistenza contro il Governo
britannico, al fine di ottenere la totale indipendenza da Sua
Maestà. I dimostranti sono divisi in due gruppi: la parte miliare,
che vuole ottenere l’indipendenza politica con la forza; e la parte
politica, che invece predilige la via diplomatica.
La prima fazione è
capitanata da Eamon de Valera; l’altra da Michael
Collins, politico di professione. I due sono
caratterialmente agli antipodi: il primo è istintivo e rozzo; il
secondo è razionale e più moderato nei modi.
Dopo alterne fortune e attentati
sanguinosi, a cui fanno riscontro reazioni altrettanto cruente, gli
inglesi concedono l’inizio di una trattativa a Londra, dove viene
mandata una delegazione con a capo Collins. Dopo molti e inutili
tentativi Collins è costretto ad accettare un accordo con cui si
stabilisce il riconoscimento dell’autonomia dell’Irlanda, però
senza l’Irlanda del Nord, rinunciando alla Repubblica e con il
giuramento di fedeltà al Re d’Inghilterra.
Ma a queste condizioni la parte
guidata da de Valera non ci sta, volendo invece la totale
indipendenza e l’unità dell’Irlanda. Tra le due fazioni esplode
dunque una guerra civile, che Collins cerca di scongiurare fino
alla fine. Il suo impegno totale nella causa irlandese gli costerà
l’allontanamento della fidanzata, Miss Kiernan, che poi lo
sceglierà definitivamente come compagno di vita. Ma proprio quando
sta provando il vestito da sposa, sarà informata di una brutta
notizia. Lei perderà il suo amato. Gli irlandesi un eroe.
Michael Collins, il film
di Neil Jordan
Analisi: Michael
Collins è un film del 1996 diretto da Neil
Jordan, regista irlandese nato nella piccola Sligo, la
cui carriera si caratterizza per vertiginosi alti e bassi, tra film
geniali e imbarazzanti flop. Paradossalmente i successi sono
arrivati soprattutto dai film realizzati con budget ridotti.
Michael Collins rientra sicuramente tra i suoi
film meglio riusciti, avendo non a caso vinto il Leone d’Oro
alla Mostra di Venezia del 1997, con Liam
Neeson nei panni di Collins che si aggiudicò la Coppa
Volpi.
Oltre a rendere omaggio a un
patriota irlandese di cui si sa ingiustamente poco e
niente, Michael Collins ci offre anche un
valido racconto sul prologo della nascita della Repubblica
d’Irlanda. Rende inoltre giustizia a un popolo orgoglioso che non
ha mai accettato di soccombere politicamente al Regno Unito. La
colonna sonora, oltre alle tradizionali musiche irlandesi, include
anche la firma di un’artista irlandese d.o.c. tanto talentuosa
quanto controversa: Sinéad O’Connor.
La sconfinata natura dell’Isola di
smeraldo fa il resto, offrendo un meraviglioso palcoscenico
naturale.
I ruoli di Michael Collins
e Kitty Kierman sono interpretati rispettivamente come
detto da Liam Neeson e Julia
Roberts. Il primo in quel periodo aveva una carriera col
vento in poppa, dopo aver vinto il premio Oscar nel 1994 per la sua
interpretazione di Oskar Schindler in Schindler’s List di Steven Spielberg. L’attore si
presta bene al ruolo, soprattutto per la somiglianza fisica con
Collins.
La Roberts invece veniva già da una
lunga serie d’interpretazioni in film di successo, mettendo
successivamente il suo inconfondibile sorriso al servizio di altri
lungometraggi. In questa pellicola fa da spalla a Neeson, apparendo
quel tanto che basta per introdurre dolci pause a un film rude ma
mai violento, malgrado il tema.
Nel ruolo di de Valera troviamo
Alan Rickman – carriera alternata tra Cinema e
Teatro – diventato popolare grazie al ruolo di Severus Piton in tutti i film di Harry
Potter. Mentre in quello della spalla di Collins,
Harry Boland, c’è Aidan Quinn, americano di
Chicago più volte chiamato in ruoli di irlandese.
Ecco il trailer di The
Grey, film che vede protagonista un feroce
Liam Neeson, uscito lo scorso anno negli Usa e che
finalmente arriverà a fine mese nelle
Un Enfant de Toi,
diretto da Jacques Doillon e interpretato da
Lou Doillon e Samuel Benchetrit,
è un film basato sul dialogo, che sfiora il surrealismo in certe
occasioni e sembra rimandare ad un determinato teatro dell’assurdo
che fonda la sua struttura narrante sull’assenza di azione e sul
dialogo protratto all’infinito, continuamente alla ricerca di
qualcosa che non c’è e mai ci sarà.
In Un Enfant de
Toi Aya e Louis sono stati sposati per qualche anno e
hanno avuto una bambina, Lina. Dopo aver trascorso un periodo senza
vedersi, immediatamente successivo alla separazione, ora riprendono
a frequentarsi, mentre lui ha una storia con Gaelle, mentre lei
vive con Victor, con il quale sembra volere un figlio. I due
continuano a vedersi con una certa regolarità e presto la naturale
gelosia dei rispettivi compagni, unitamente all’esigenza della
piccola Lina di avare chiarezza intorno al rapporto trai genitori,
spingerà gli ex coniugi a ridefinire il loro rapporto.
Un Enfant de Toi, il film
E così anche i protagonisti, Aya e
Louis, continuano a parlare, a raccontarsi i loro ricordi, ad
analizzare la loro situazione, i loro desideri, i loro sentimenti
reciproci, senza mai definire il loro rapporto, senza mai alzare la
voce o esprimere alcuna emozione che non sia una palese attrazione
repressa. Tutta la prima parte del film, della durata
complessiva (ed eccessiva) di 140 minuti, è infatti caratterizzata
da questi lunghissimi piano sequenza in cui i due protagonisti si
parlano dicendo apparentemente nulla, scavandosi dentro in maniera
sempre più profonda senza mai arrivare a mettere un punto a nessuna
delle questioni affrontate. Le regia che muove la camera in modo da
seguire i personaggi tenendoli quasi sempre nella stessa
inquadratura, predilige pochi stacchi, lasciando agli attori
l’onere di tenere alta l’attenzione e di sfidare lo spettatore a
seguire le lunghe elucubrazioni dei protagonisti.
Lou Doillon e
Samuel Benchetrit si destreggiano molto bene in
questi verbosi piani in cui non succede nulla, riuscendo ad
apparire sempre interessati a ciò che dicono e reggendo
inquadrature molto lunghe che rischiano di non interessare
altrettanto lo spettatore. Un’ultima parte di film più dinamica
riesce a portare un po’ d’azione nella storia, portandola ad una
naturale conclusione e ad un finale annunciato ma non scontato.
Piccola perla del film è la giovanissima Olga
Milshtein, che interpreta Lina. Simpatica e impertinente,
la bambina riesce a dare un tocco di brio ad un film altrimenti
piuttosto piatto.
Grande sceneggiatore, persona
deliziosa e figlio di uno dei registi più importanti, conosciuti e
amati del mondo, Roman Coppola ha presentato oggi
a Roma il suo ultimo film, in Concorso al Festival internazionale
del cinema. A Glimpse Inside the Mind of Charlie Swan
III è un film surreale, completamente folle “che
ho voluto fare nonostante il momento non sia molto favorevole al
cinema, convincendo Sheen a partecipare come
protagonista”.
Colorato, folle, onirico, A
Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III, il nuovo film
di Roman Coppola è una sorpresa e una delizia per
gli occhi. La storia si concentra su Charlie, un pubblicitario che
ha il cervello occupato per l’80% dalle donne. Niente di
straordinario quindi se la fidanzata decide di lasciarlo per le sue
presunte o manifeste infedeltà! Il fatto è che Charlie ama
moltissimo Ivana, e così ci metterà un po’ a metabolizzare il
dolore della separazione. Ad aiutarlo ci sono però la sorella, il
suo contabile, il migliore amico e la sua immaginazione, sempre
fervida e ricca di dettagli.
A Glimpse Inside the Mind
of Charles Swan III è un film delirante, che ricorre alla
rappresentazione dei pensieri per dare visibilità a quello che
accade nella testa del protagonista. Ad una prima parte un po’
confusa, in cui sogno e realtà si mescola confondendo un po’ lo
spettatore, segue una seconda parte in cui la storia avanza e
riesce a coinvolgere dal momento che si cominciano a distinguere
meglio le sequenze che avvengono solo nella testa di Charlie, da
quelle che raccontano la realtà dei fatti così come accadono.
A Glimpse Inside the Mind of
Charles Swan III, il film
Tutto del film concorre a creare,
anche nella realtà, un ambiente surreale, pieno di colori
estremamente vivi e di immagini iconiche, oltre ad aiutarci a
costruire un personaggio esilarante e sopra le righe ma che gode di
un grande amore da parte del suo ideatore. A dare corpo e anima a
Charlie, c’è Charlie Sheen, praticamente perfetto
per un ruolo che sembra essere stato scritto apposta per lui. Sheen
riesce a dare quel giusto mix di malinconia e follia ad uno dei
personaggi più simpatici visti al cinema negli ultimi tempi.
A completare il cast ci sono
Bill Murray, come al solito incredibile
veicolo di comicità, Jason Schwartzman, nei panni
del migliore amico di Charlie, Patricia Arquette
nel ruolo della sorella e la bella Katheryn Winnick che interpreta Ivana, la
fidanzata che abbandona il protagonista all’inizio del film.
Roman Coppola si
dimostra molto bravo a raccontare una storia semplice,
arricchendola di dettagli ed elementi che aiutano lo spettatore ad
orientarsi, cercando di dare il giusto spazio ad ogni avvenimento
ma soprattutto tentando, con successo, di descrivere il personaggio
principale attraverso le sue azioni, mostrandoci effettivamente
com’è e come si muove all’interno di una vita che sembra prendere
sempre troppo alla leggera.
A Glimpse Inside the Mind
of Charles Swan III è una bella commedia, un film
originale ed efficace, che riesce a far sorridere ma che non
banalizza il dolore, rappresentandolo in maniera straordinariamente
realistica.
Anche l’Uomo Nero vuole
che i bambini credano in lui. Si è stancato di essere relegato
sotto i letti senza che nessuno provi più paura, di tutti i
genitori che da secoli riempiono quelle testoline con Babbi Natale,
Fate dei Dentini e Spiriti della Neve. Vuole essere visto, invadere
il mondo, vuole che tutti abbiano paura di lui e distruggere le
sicurezze che solo i sogni garantiscono, soprattutto quando si è –
o si è rimasti – piccoli.
Il 5 dicembre tornerà
sul grande schermo Ritorno al futuro, il
primo episodio della saga cult diretta da Zemeckis. L’evento è
organizzato da Nexo Digital
La leggenda del cinema di Hong Kong
ha calcato ancora il suolo romano. Johnnie To, regista action per
eccellenza e modello per il cinema di genere asiatico e mondiale,
ha presentato in Concorso al Festival di Roma il suo ultimo film
Drug War/Duzhan. Per la prima volta il
regista si è spostato, girando il suo film nella Cina continentale,
dove, ha detto “le pistole finte non sono belle come quelle che
fanno ad Hong Kong”. “La cosa che mi interessava
mostrare era che gli spacciatori sono persone senza scrupoli, sono
cattivi. Inoltre l’abbiamo girato in Cina e qui per chi spaccia c’è
la pena di morte, mentre ad Hong Kong vai in galera. E’ un paese
molto diverso.”
I fratelli
Skolimowski, figli di Jerzy, uno dei più importanti
registi polacchi, hanno realizzato dopo The
hollow men, presentato ad un passato festival di Venezia, il loro secondo
lungometraggio. I due avevano collaborato con il padre sul set di
The essential killing, opera con molte
poche battute e una performance interessante di Vincent
Gallo, presentato sempre ad un passato festival di
Venezia. Ixjana è un film che pesca da
molto cinema europeo ed americano. La struttura è quella di un
thriller psicologico, con rimandi alle luci usate da Cronenberg in
molti suoi film, ci sono infatti fonti di luce decise di blu, rosso
e verde che danno alla scena una tonalità surreale, e anche
qualcosa che ricollega a Lynch, soprattutto nello straniamento dato
dalla storia.
In Ixjana Marek,
un giovane scrittore, sta cercando di risolvere il mistero della
notte in cui è morto il suo amico Artur. Ricostruisce i passaggi
della serata, a partire da una festa in maschera da un editore,
fino ad un viaggio nei bassifondi della città. In tutto questo, si
aggiunge una donna che ha a che fare con tutti e due.
Il progresso del racconto infatti
non è lineare, ma è un continuo muoversi longitudinalmente sulla
linea temporale tornando su azioni avvenute ore, forse giorni prima
o scene future. Lo spettatore si perde, così come anche lo
scrittore, che non ha più il dominio della sua storia. Marek,
autore di un unico best seller che lo ha reso ricco e famoso, dal
titolo quasi profetico: “Mio fratello, il mio assassino”,
cerca nella sua memoria, come in
Memento, e viene ingannato da questa
stessa come accade in altri classici del cinema di tensione, primo
fra tutti La donna che visse due volte di
Hitchcock.
A dare al film una patina di
mistero ancora più decisa è la morte improvvisa, avvenuta in India
dopo aver contratto una malattia che lo ha ucciso in due settimane,
del più piccolo dei fratelli Skolimovski, Jozef, che aveva
composto le musiche per questa pellicola e si trovava in India per
delle ricerche per il prossimo film.
Dopo aver annunciato il protagonista
Mark Wahlberg di Transformers 4, Michael Bay è
tutt’ora impegnato a scovare nuovi talenti per completare il cast.
Oggi, The Hollywood Reporter
Ieri su Red Carpet di Roma la folla
è impazzita per Sylvester Stallone, l’unico vero grande divo di
Hollywood presente quest’anno al Festival di Roma 2012, aspettando
domani James Franco. Il pubblico numeroso ha accolto l’attore al
grido di uno dei suoi personaggi più famosi Rocky. Sly ha
presentato al pubblico dell’Auditorium il suo ultimo film Bullet to the Head diretto dal
grande regista Walter Hill. La nostra recensione del film: Bullet to the Head. Ecco
tutte le foto gallery dal red carpet.
Sam Raimi e Good Universe hanno
acquistato i diritti del bestseller AngelFall di Susan Ee con
l’intenzione di farne un film. A produrre la pellicola tratta
La Sony ha rilasciato il primo
atteso Trailer di Shadowhunters
– Città di ossa diretto da Harald Zwart. Il film è
l’adattamento cinematografico della saga ideata da Cassandra
Clare.
In italia la pellicola si
intitolerà Shadowhunters
– Città di ossa come il primo romanzo in Italia,
mentre la serie in America avrà il titolo The Mortal Instruments:
City of Bones
Tom Hardy intepreterà per la Ubisoft
Splinter Cell, adattamento dell’omonimo videogame di Tom Clancy. Ad
annunciaro è Variety. Il video gioco che ha debuttato
Arriva Goltzius and The
Pelican Company, il nuovo film di Peter Greenaway. Hendrik
Goltzius, incisore, stampatore ed editore, contemporaneo di
Rembrandt, è in viaggio verso l’Italia assieme alla compagnia
teatrale del Pellicano. Sulla strada decide di fermarsi in Alsazia,
ospite del margravio locale, un laido individuo che oltre a
governare e a defecare in pubblico, sbucciando mele per le sue
scimmie, si diletta di mecenatismo.
Goltzius vorrebbe convincerlo a
finanziere la realizzazione dei suoi libri con le storie
dell’antico testamento viste in maniera erotica e ambiguamente
metaforica, in particolare la storia di Lot e delle sue figlie, di
Davide e di Betsabea e di Sansone e Dalila. Il margravio però esita
a farsi convincere, così l’incisore gli propone di mettere in scena
per lui sei rappresentazioni, una per sera, insieme agli attori
della compagnia del Pellicano. Allettato dalla prospettiva di
partecipare attivamente in messinscene erotiche il Margravio
accetta. Ma la finzione si fonde con la realtà e così prende il via
un perfido gioco di sesso, sangue e potere.
Dopo il film su Rembrandt,
Greenaway realizza il secondo capitolo della sua personale trilogia
dedicata all’arte fiamminga, che si concluderà con un
lungometraggio dedicato a Hieronymus Bosch. Il risultato è a dir
poco superbo. La bellezza folgorante delle immagini si fonde con un
testo profondo, ma ironico, sovversivo, ma incredibilmente logico,
dove con l’innocenza di un fanciullo si dichiara che in fondo la
parola God (Dio) atro non è che la parola cane (Dog) letta a
contrario, oppure che il detto “una mela al giorno toglie il medico
di torno” sia una conseguenza di quanto avvenuto con Adamo ed
Eva.
Arriva Goltzius and The Pelican
Company, le tecniche
La tecnologia digitale è di valido
supporto alla pittura su schermo di Peter Greenaway che riesce a
sviluppare le ricerche visive iniziate con il suo ormai lontano
Prospero’s Book (L’ultima Tempesta), che accostato a questa nuova
opera appare oggi quasi un taccuino di schizzi. Il compositing si
fa complesso, multistratificato, con intarsi estremamente complessi
e green-screen al servizio dell’arte espressiva e non degli effetti
spettacolari. Addirittura entrano in gioco modellazioni in 3D
volutamente dichiarate come tali e lasciate in uno stadio
intermedio, per voler dare un senso straniante di progettazione
architettonica che irrompe nelle realtà. Goltzius, Piranesi,
Rembrandt e tutta una folta schiera di artisti citati
esplicitamente o negli stupefacenti giochi di collages digitali
esprimono la loro arte avendo a disposizione una tavolozza
tecnologica che ai loro tempi non sarebbe stata minimamente
pensabile. E infatti Greenaway apre il suo film con una breve
disquisizione proprio sull’evoluzione delle tecniche e delle
tecnologie espressive.
In Goltzius and The Pelican
Company la storia si svolge all’interno della corte del
margravio, genialmente ricostruita, o meglio adattata in una
vecchia fabbrica dimessa, con caldaie a vapore, vasche d’acqua
stagnante e tutto un fantasmagorico patrimonio di archeologia
industriale che magicamente si sposa con l’epoca barocca grazie al
lavoro dello scenografo Ben Zuydwijk e dei costumisti Marrit Van
Der Burgt e Blanda Budak. Le musiche dell’italiano Marco Robino
accompagnano egregiamente questa messinscena di sapore
elisabettiano ibridata con le atmosfere di Brecht e Weill.
Peccato che non vedremo mai in sala
o in dvd “Goltzius and The Pelican Company” a causa della sua
carica sovversiva, intelligente, colta, divertente, sensuale (e mai
erotica) che tanto potrebbe dar fastidio ad un pubblico
assoggettato alla visione passiva di standard in-espressivi ormai
imposti, definiti, o meglio somministrati come un farmaco
cretinizzante.
In E la chiamano
Estate Dino e Anna sono una coppia di quarantenni. Si
amano tantissimo ma tra loro non c’è mai stato un rapporto fisico,
pur stando insieme da quasi un anno. E’ Dino a non voler avere
rapporti con la bella compagna, perché dentro di sé avverte una
scissione tra l’intenso e sincero amore che prova
per Anna, e il sesso, che invece fa più volte e con diverse partner
occasionali, anche prostitute. L’uomo decide così di andare alla
ricerca degli uomini che Anna ha avuto nella sua vita, chiedendo
loro notizie sul loro rapporto, arrivando persino a chiedere ad uno
di loro di diventare l’amante della sua compagna; in nome
dell’amore che lui prova per lei infatti non vuole che Anna rinunci
al sesso solo perché lui non riesce ad avere rapporti con lei,
arrivando persino a dire alla compagna di trovarsi un amante. In
realtà la sua profonda sofferenza per la sua situazione ha radici
profonde che affondano nel dolore per il suicidio del fratello e
per l’abbandono da parte della madre. La loro situazione sembra
così senza soluzione e Dino e Anna trascinano le loro vite
affogando nella solitudine lei e cercando sempre più convulsamente
la compagnia promiscua lui.
Parlare di E la chiamano
Estate risulta davvero difficile in quanto si tratta di un
prodotto particolarmente ermetico, che cerca di comunicare una
sfaccettatura dell’amore poco trattata al cinema ma lo fa in modo
confuso e a tratti presuntuoso, senza cercare di avvicinarsi allo
spettatore per agevolare la comunicazione, ma rimanendo chiuso nel
suo ‘bozzolo’ di autoreferenzialità. Il peggior difetto del film va
ricercato purtroppo nella sceneggiatura, e nei dialoghi che
talvolta banalizzano eccessivamente una sofferenza reale nel
protagonista. Anche il ritmo, dilatato, e lo stile, che predilige
inquadrature sfuocate, non contribuiscono alla facile o anche
solamente alla piacevole fruizione del film. Buona però la
performance degli attori che si dimostrano all’altezza di scene
anche impegnative, che richiedono una certa padronanza del proprio
corpo e delle proprie emozioni.
E la chiamano
Estate è uno di quei film che si rivolgono ad un pubblico
molto ristretto e la cui narrazione confusa e poco fruibile ne
impedirà quasi sicuramente il successo al botteghino.
Comincia con un appello in favore
di Cinecittà la conferenza stampa di Bullet to the
Head, presenziata da Walter Hill,
regista, da Alessandro Camon, sceneggiatore, e
dall’intramontabile Sylvester Stallone. E’ proprio
l’attore ad esordire dicendo che poche realtà possono vantare un
edificio simbolico che possa rappresentarle nel mondo, “e voi
avete Cinecittà. Spero che il Governo, insieme a voi che siete
appassionati di cinema, possa riuscire a salvarla e a portarla
avanti”.
Nonostante un carnet ricco di
impegni, in gran parte possibili blockbuster –The
Tomb, Grudge
Match, Bullet To The
Head– Sylvester
Stallone ha trovato il tempo di partecipare anche a un
progetto di più contenute dimensioni. Si tratta di Reach Me, che
l’attore pare abbia già finito di girare, nonostante del progetto
non si sappia ancora granché, a partire dal ruolo recitato da Sly;
da quel poco che si sa della trama, invece, tutto ruoterà attorno a
un gruppo di persone legate tra loro da un libro di auto-aiuto,
scritto da un ex allenatore di football ritiratosi
nell’anonimato.
Il film è stato scritto e diretto
da John Herzfeld ( Two Days In The
Valley,15 Minutes, The
Life And Death Of Bobby Z), amico di vecchia data di
Stallone, a fianco del quale recitò in
Cobra, interpretando il ruolo di Cho; più
recentemente, il regista ha diretto il documentario dedicato al
making of di The Expendables, inserito
nella versione dvd del film. Il cast di reach me include, tra gli
altri, Danny Aiello, Ving Rhames,
Elizabeth Henstridge, Omari
Hardwick e il rapper Nelly. Nulla è ancora dato di
sapere riguardo la data di uscita.
Dopo che solo pochi giorni fa era
uscita la notizia della sua non partecipazione ad
American Assassin, giunge quella
del possibile arrivo di un nuovo film nell’agenda di Chris
Hemsworth: l’attore di Melbourne sarebbe in trattative per
far parte del cast di Candy Store, crime
thriller diretto da Stephen Gaghan.
Il regista sta assemblando in
questi giorni il cast del film, al quale sono stati avvicinati i
nomi di Brad Pitt e Christoph
Waltz; nel caso le trattative vadano a buon fine,
Hemsworth dovrebbe interpretare un superagente segreto che perde
tutto e scompare, ricominciando da zero come semplice poliziotto,
solo per scoprire che il cartello criminale contro cui aveva
combattuto da agente, ora opera proprio nella zona di sua
competenza.
Candy Store non è l’unico progetto
per il quale Hemsworth è stato dato trai possibili protagonisti
ultimamente: ad esempio si è parlato di una sua possibile
partecipazione al biopic dedicato a Steve McQueen,
incentrato sulla storia dell’amicizia tra l’attore e la sua
controfigura, Bud Elkins. Il film potrebbe addirittura vedere uniti
sul set i due fratelli Hemsworth, Chris e Liam. Chris
Hemsworth ha appena finito di girare Thor: The Dark World,
mentre sarà a breve sugli schermi americani nel remake di
Alba Rossa.