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Coda – I segni del cuore al cinema dal 31 Marzo

Coda – I segni del cuore al cinema dal 31 Marzo

Dopo gli innumerevoli premi e riconoscimenti cinematografici internazionali, Coda – I segni del cuore conquista anche tre Premi Oscar: al Miglior Film, alla Miglior Sceneggiatura non originale, a Troy Kotsur Miglior Attore non Protagonista.

Coda – I segni del cuore diretto da Sian Heder, arriverà al cinema da giovedì 31 marzo distribuito da Eagle Pictures.

Remake del pluripremiato film francese La Famiglia Belier, questo rifacimento emozionante è interpretato da Emilia Jones, e vede nel cast attori sordi e udenti, tra cui il premio Oscar Marlee Matlin (Figli di un dio minore) ed il neo premiato Troy Kotsur che ha dedicato il premio alla Comunità C.O.D.A (Children of Deaf Adults), alla Comunità Sorda e a tutte le persone con disabilità: “Questo è il nostro momento” ha detto concludendo un discorso particolarmente toccante.

Coda – I segni del cuore, la trama

In Coda – I segni del cuore, acronimo di Child of Deaf Adults (bambino in una famiglia di non udenti), la giovane protagonista Ruby è l’unica persona udente nella sua famiglia. La diciasettenne, prima di entrare a scuola, nelle prime ore del mattino, lavora sulla barca di famiglia per aiutare suo fratello e i suoi genitori nell’attività di pesca sulla costa del Massachusetts. Da quando la giovane ragazza è entrata a far parte del coro della scuola, scopre di avere una smodata passione per il canto. Il suo maestro Bernardo crede ci sia qualcosa di speciale nella giovane adolescente e la spinge a considerare una prestigiosa scuola di musica per il suo futuro. Ruby si troverà davanti a un bivio: abbandonare i suoi adorati genitori per seguire il suo più grande sogno o continuare ad aiutare la sua famiglia.

Jodie Foster: 10 cose che non sai sull’attrice

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Jodie Foster: 10 cose che non sai sull’attrice

Jodie Foster è una di quelle attrici che ha fatto la storia del cinema mondiale grazie alle sue incredibili, quanto incisive interpretazioni. L’attrice, che ha iniziato a recitare sin dalla più tenera età, è entrata sin da subito nel cuore degli spettatori e ha dimostrato di essere molto in gamba anche in altri campi, come la regia e la produzione.

Ecco dieci cose da sapere su Jodie Foster.

Jodie Foster: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film. L’attrice ha iniziato a recitare per il grande schermo nel 1972, anno di debutto con il film Due ragazzi e un leone. In seguito, ha preso parte a film come Tom Sawyer (1973), Alice non abita più qui (1974) e Taxi Driver (1976), con cui si consacra. Da quel momento ha recitato in film come Tutto accadde un venerdì (1976), Casotto (1977), Carny – un corpo per due uomini (1980), Presunta assassina (1986), Il sentiero dei ricordi (1988), Sotto accusa (1988), Ore contate (1989) e Il silenzio degli innocenti (1991). La sua carriera, prosegue con i film Maverick (1994), Contact (1997), Panic Room (2002), Inside Man (2006), Il buio nell’anima (2007) e Alla ricerca dell’isola di Nim (2008). Tra le sue ultime apparizioni cinematografiche, si citano Mr. Beaver (2011), Carnage (2011), Elysium (2013), Hotel Artemis (2018) e The Mauritanian (2021).

2. È anche produttrice e regista. Nel corso della sua carriera, l’attrice si è distinta anche come produttrice e regista. In quanto produttrice, ha partecipato alla lavorazione dei film Presunta assassina, Nell (1994), Una decisione sofferta (1998), Walking the Dead (2000), The Dangerous Lives of Altar Boys (2002), Il buio nell’anima (2007) e Be Natural: The Untold Story of Alice Guy-Blaché (2018). In qualità di regista, invece, ha lavorato alla regia dei film Il mio piccolo genio (1991), A casa per le vacanze (1995), Mr. Beaver (2011) e Money Monster – L’altra faccia del denaro (2016) e di alcuni episodi delle serie Un salto nel buio (1988), House of Cards – Gli intrighi del potere (2014), Orange Is the New Black (2013-2014) e Black Mirror (2017).

Jodie Foster Taxi Driver

Jodie Foster in Taxi Driver

3. Si preparata al ruolo alternando immaginazione a ricerche sul campo. Per interpretare la giovane Iris, prostituta dodicenne di Taxi Driver, l’attrice ha avuto modo di conoscere una vera prostituta e imparare da lei ciò che c’era da sapere su quel mestiere, senza scendere nei dettagli. La Foster ha poi dichiarato che pur essendo molto giovane sapeva bene cosa facesse una prostituta, lasciandosi dunque guidare anche dall’immaginazione per interpretare il suo personaggio. Una performance che le ha poi permesso di ottenere una nomination al premio Oscar.

4. Ha avuto l’aiuto di sua sorella per alcune scene. L’attrice, al momento di girare il film, aveva solo dodici anni e non poteva girare le scene più esplicite. Così, Connie Foster, sua sorella maggiore che a quel tempo aveva 19 anni, venne scelta per girare quel tipo di scene al posto di Jodie. La sostituzione, tuttavia, non è facilmente notabile all’interno del film poiché le due Foster venno accuratamente acconciate e vestite in modo identico, così da non far risaltare la differenza tra di loro.

Jodie Foster, Alexandra Hedison e i figli

5. È sposata da qualche anno. L’attrice si è sposata per la prima volta a cinquantadue anni, nel 2014, con l’attrice e fotografa Alexandra Hedison, conosciuta nel 2013, lo stesso anno in cui la Foster ha fatto coming out una volta per tutte durante i Golden Globe. In passato, ha avuto relazioni con Tina Landau, con cui si è frequentata per un breve periodo durante il college, e con la produttrice cinematografica Cydney Bernard: le due anno avuta una lunga relazione, durata dal 1993 al 2007.

6. È madre di due figli. L’attrice è diventata madre di due maschi: Charles, nato nel luglio del 1998, e Kit, nato nel settembre del 2001. Non è mai stato rivelato il nome del padre dei due figli, ma sono state molte le speculazioni che affermavano che il padre fosse Mel Gibson. Le voci si sono fatti insistenti dato che loro due sono molto amici da tantissimi anni che l’attore si stato spesso al fianco dei figli di lei.

Jodie Foster oggi

Jodie Foster in Il silenzio degli innocenti

 

7. È rimasta colpita dall’improvvisazione di Hopkins. Nel film Il silenzio degli innocenti la Foster interpreta la detective Clarice Starling. L’attrice ha affermato che durante il primo incontro tra Lecter e Starling, la presa in giro del suo accento meridionale da parte di Anthony Hopkins è stata improvvisata mentre giravano. La reazione orripilata dell’attrice era genuina, perché si era sentita personalmente attaccata. In seguito, ha ringraziato il collega per generato in lei una reazione così vera.

8. Ha fatto ricerche per costruire il suo personaggio. L’attrice, oltre a consultare diversi libri, ha trascorso molto tempo con l’agente dell’FBI Mary Ann Krause prima delle riprese. Grazie a lei, infatti, Foster ha potuto osservare i pro e i contro del loro lavoro, nonché le varie sfumature comprese e le emozioni suscitate. La sua interpretazione così accurata e intensa, l’ha poi portata a vincere il suo secondo Oscar come miglior attrice protagonista.

Jodie Foster: oggi

9. Ha un nuovo progetto in lavorazione. Negli ultimi anni la Foster si è dedicata in particolare alla regia, ricoprendo tale ruolo per l’episodio Arkangel della serie Black Mirror e l’episodio Home della serie Scenes From the Loop. Nel 2021, però, è anche tornata sul grande schermo con il ruolo di Nancy Hollander nel film The Mauritanian. Attualmente, invece, è impegnata nelle riprese del film Nyad, film biografico sulla nuotatrice Diana Nyad, che nuotò da Cuba alla Florida all’età di 64 anni. Nel film la Foster interpreta Bonnie Stoll.

Jodie Foster: età e altezza

10. Jodie Foster è nata il 19 novembre del 1962 a Los Angeles, in California. La sua altezza complessiva corrisponde a 160 centimetri.

Fonti: IMDb, Ranker

Oscar 2022, tutti i film vincitori da vedere

Oscar 2022, tutti i film vincitori da vedere

Su Sky Cinema arriva una programmazione dedicata ai film che hanno trionfato agli Oscar 2022: dal 29 al 31 marzo saranno proposte tre grandi prime serate su Sky Cinema Oscar (canale 303) – un intero canale dedicato ai film premiati con l’ambita statuetta – con Coda – I Segni del cuore, Dune e Drive my car, tutti sempre disponibili anche in streaming su NOW e on demand su Sky. Su Sky Primafila sono disponibili on demand Encanto, miglior film d’animazione, Una Famiglia Vincente – King Richard, Oscar per il miglior attore protagonista a Will Smith, e Summer of Soul, miglior documentario.

Inoltre, lunedì 28 marzo dalle 14.00 sullo stesso canale sarà trasmessa la riproposizione integrale della Notte degli Oscar 2022 e, dalle 21.15 su Sky Cinema Oscar e Sky Uno “Il meglio della Notte degli Oscar 2022”, disponibile anche on demand su Sky e NOW, e in chiaro su TV8 sempre il 28 marzo alle 23.45.

Martedì 29 marzo alle 21.15 la prima serata sarà dedicata al film che ha dominato alla 94ª edizione degli Academy Awards, Coda – I Segni del cuore, che ha confermato tutte e tre le nomination ottenute vincendo il premio per il miglior film, quello per il miglior attore non protagonista con Troy Kotsur e quello per la migliore sceneggiatura non originale. L’emozionante pellicola di Sian Heder, remake del pluripremiato film francese La Famiglia Belier, narra con delicatezza il tema della disabilità attraverso la storia dell’adolescente Ruby Rossi, unica persona udente della sua famiglia, per la quale svolge da sempre il svolge il ruolo di traduttrice e di interprete. La sua grande passione per il canto la mette davanti a un bivio: abbandonare i suoi adorati genitori per seguire il suo più grande sogno o continuare ad aiutare la sua famiglia.

Mercoledì 30 alle 21.15 sarà la volta di Dune. Il film campione d’incassi del regista Denis Villeneuve, forte di dieci nomination, si è aggiudicato il riconoscimento per la migliore fotografia, la miglior colonna sonora originale, il miglior suono, il miglior montaggio, i migliori effetti speciali e la migliore scenografia. Basato sull’omonimo romanzo di Frank Herber, il film fantascientifico narra la storia di Paul Atreides, un giovane brillante e talentuoso, nato con un grande destino che va ben oltre la sua comprensione, che su Dune, il pianeta più pericoloso dell’universo, dovrà lottare per assicurare un futuro alla sua famiglia e alla sua gente.

Giovedì 31 marzo alle 21.15 infine sarà proposto Drive my car, toccante road movie di Ryûsuke Hamaguchi, vincitore del premio comemiglior film internazionale. Ispirato alla raccolta di racconti Uomini senza donne di Murakami Haruki, il film narra la storia di Yûsuke, attore e regista che, dopo aver perso la moglie, si trasferisce a Hiroshima. Attraverso il rapporto con la ragazza che gli fa da autista, Yûsuke riuscirà finalmente a rielaborare il lutto e i traumi del suo passato.

Oscar 2022: tutti i vincitori della 94° edizione

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Oscar 2022: tutti i vincitori della 94° edizione

Ecco tutti i vincitori della 94° edizione degli Oscar 2022. Dune ha trionfato nelle categorie tecniche, alcune delle quali assegnate fuori onda, nel pre-cerimonia, mentre a sorpresa, Belfast vince il premio alla migliore sceneggiatura originale. Jane Campion porta a casa il premio alla regia, per Il Potere del Cane, il suo secondo Oscar in carriera, dopo quello alla sceneggiatura per Lezioni di Piano.

Nessuna sorpresa nelle categorie riservate agli attori: Ariana DeBose, Troy Kotsur, Will Smith e Jessica Chastain hanno portato a casa i premi; mentre il premio principale è andato a CODA – I Segni del Cuore, che in effetti totalizza un successo pieno con il 100% delle nomination andate a segno.

Ecco di seguito tutti i vincitori degli Oscar 2022

Miglior attore non protagonista

  • Troy Kotsur (“CODA”)

Migliore attrice non protagonista

Miglior corto d’animazione

  • “The Windshield Wiper”

Migliori costumi

Miglior cortometraggio

  • “The Long Goodbye”

Migliore colonna sonora

  • Dune,” Hans Zimmer

Miglior suono

Migliore sceneggiatura adattata

  • CODA,” Siân Heder

Miglior sceneggiatura originale

Miglior attore protagonista

Migliore attrice protagonista

Miglior film d’animazione

Migliore fotografia

  • Dune,” Greig Fraser

Miglior documentario

  • “Summer of Soul (…Or, When The Revolution Could Not Be Televised)”

Miglior corto documentario

  • “The Queen of Basketball”

Miglior montaggio

Miglior film internazionale

Miglior trucco e parrucco

Migliore canzone originale

  • “No Time to Die” (“No Time to Die”), Billie Eilish, Finneas O’Connell

Miglior scenografia

Migliori effetti visivi

Miglior regia

Miglior Film

Academy Honorary Award

  • Samuel L. Jackson, Elaine May e Liv Ullmann

Jean Hersholt Humanitarian Award

  • Danny Glover

Oscar 2022: Will Smith furioso, tira un pugno a Chris Rock in diretta tv

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Chris Rock e Will Smith hanno avuto un alterco durante la trasmissione televisiva degli Oscar 2022. Rock è apparso sul palco per presentare l’Oscar per il documentario e ha scherzato sul fatto che Jada Pinkett Smith fosse in “G.I. Jane” per via della sua testa rasata. Smith è salito sul palco per prendere a pugni Rock. Anche se all’inizio sembrava uno scherzo, Smith torna al suo posto e grida a Rock: “Tieni il nome di mia moglie fuori dalla tua fottuta bocca!”

La pubblicista di Will Smith, Meredith O. Sullivan, è andata da lui durante la pausa pubblicitaria della cerimonia per avere parlare con lui. Sempre durante la pausa, Denzel Washington si è alzato per parlare con Smith in privato. Pinkett Smith ha annunciato l’anno scorso di essersi rasata la testa dopo aver lottato con l’alopecia.

Di seguito il video in diretta dell’accaduto:

Oscar 2022 – tutti i vincitori

10 film iconici che non sono stati nominati agli Oscar

10 film iconici che non sono stati nominati agli Oscar

I premi Oscar sono stati concepiti come riconoscimenti ai migliori film di ogni anno ma, sebbene alcune grandiose pellicole si siano portate a casa la loro giusta quota di premi, ce ne sono alcuni veramente memorabili che hanno lasciato la cerimonia a mani vuote, come Le ali della libertà, che non è stato premiato in nessuna categoria, nonostante le sette nomination.

Per quanto questo sia scioccante, per un film che è considerato uno dei migliori di tutti i tempi, perlomeno il film in questione ha ricevuto diverse nomination. Infatti, ci sono stati casi di alcuni film veramente iconici che sorprendentemente non sono mai stati nominati nemmeno in una singola categoria dell’Academy Award e, nonostante questo, sono ancora amati dal pubblico di tutto il mondo.

Le Iene (1992)

Steve Buscemi Le Iene

Gli amanti del cinema di tutto il mondo hanno trascorso molto tempo a lodare gli sforzi di Quentin Tarantino come scrittore e regista da quando il suo debutto nel lungometraggio, Le Iene, ha illustrato molti dei tropi cinematografici per i quali sarebbe diventato famoso negli anni successivi.

Raccontando la storia delle conseguenze di una rapina andata male, il film è caratterizzato da una scrittura tagliente, in termini di trama e scambi di battute. Questo, già da se, sarebbe bastato per aggiudicarsi un Oscar alla migliore sceneggiatura originale, ma non era destino: Tarantino avrebbe guadagnato quel riconoscimento solo due anni dopo, per Pulp Fiction.

Shining (1980)

jack-nicholson-shining

L’immagine del volto da psicopatico di Jack Nicholson che scruta minacciosamente attraverso una porta è una delle inquadrature più note e iconiche della storia del cinema. Questo però non è l’unico momento memorabile di Shining, poiché l’intero film è costellato di elementi divenuti capisaldi della cultura pop.

Anche se Stanley Kubrick con questo film si giocava assolutamente la possibilità di essere nominato per la miglior regia, il vero shock è stata la non candidatura di Jack Nicholson come miglior attore agli Oscar. La sua interpretazione della discesa di un uomo nevrotico verso la follia, mentre lavora in un hotel del Colorado isolato da tutto e tutti, è diventata una delle più iconiche della storia del cinema e avrebbe indubbiamente potuto dare del filo da torcere a Robert De Niro quell’anno (candidato per Toro Scatenato).

Léon: The Professional (1994)

natalie portman

Il film Léon: The Professional non è esattamente ciò che si potrebbe definire “esca per l’Oscar”; è un film d’azione che vuole far arrabbiare il pubblico e coinvolgerlo con sequenze avvincenti ed emozionanti, ma ci sono due precisi motivi per cui avrebbe potuto guadagnarsi una nomination.

Il primo è Gary Oldman, il cui ritratto di Norman Stansfield nel film è straordinario, e lo ha reso un antagonista leggendario nella storia del cinema. L’altra è la giovane Natalie Portman, che si è fatta notare da ragazzina proprio grazie a questa performance, rubando la scena nel ruolo della protetta del personaggio principale. Entrambi avrebbero potuto essere dunque nominati nelle categorie miglior attore/attrice non protagonista.

Zodiac (2007)

Zodiac cast

Da parte sua, Zodiac sembrava potesse certamente incuriosire il comitato degli Oscar: basato su eventi realmente accaduti, e con una storyline centrale da thriller di mistero, il film presenta un cast all-star, ed è diretto da David Fincher, uno dei registi più acclamati in circolazione.

Fincher avrebbe dovuto essere certamente nominato tra i miglior registi, mentre le performance di Robert Downey Jr. e del resto del cast senz’altro dovevano essere considerate nelle categorie dedicate alla recitazione. Zodiac è uscito a un anno di distanza da Iron Man, e forse, se questo film fosse uscito nel 2009, Robert Downy Jr. sarebbe stato nominato per questa performance e non per quella in Tropic Thunder, film grazie a cui ha ricevuto effettivamente una candidatura.

Before Sunrise (1995)

Prima dell'alba oscar

Sono tanti i cinefili che considerano la trilogia Before di Richard Linklater una delle migliori mai realizzate: ogni film che la compone è stato accolto da recensioni entusiastiche nei confronti di come viene raccontata una storia d’amore che si snoda nel corso di diversi decenni.

Il primo capitolo, Before Sunrise, è stato una meraviglia all’epoca e ha mostrato quanto Richard Linklater valesse come regista. È scioccante scoprire che il film non è stato nominato per nessun premio di scrittura, soprattutto pensando all’arguzia e al realismo della sua sceneggiatura. Per fortuna, entrambi i sequel (Before Sunset e Before Midnight) hanno ricevuto una nomination per la miglior sceneggiatura originale.

Heat (1995)

Heat - La sfida film oscar

L’Academy adora le storie epiche che si concedono circa tre ore per raccontarsi: date loro un’epopea criminale con due degli attori più famosi dell’epoca, Robert De Niro e Al Pacino, e Heat sembrava una ricetta perfetta per il successo.

Mentre il pubblico e la critica sono stati catturati dal gioco del gatto e del topo tra un detective e un rapinatore di banche, l’Academy lo ha invece totalmente ignorato, non considerando nessuno dei due attori che avrebbero potuto essere premiati, così come Val Kilmer. Perlomeno, Michael Mann venne nominato nella categoria della miglior regia e Dante Spinotti per la migliore fotografia.

Thor: Ragnarok (2017)

Thor Ragnarok recensione film

I film di supereroi sono stati spesso penalizzati agli Oscar, ma ciò è cambiato negli ultimi anni, specialmente con le vittorie di Black Panther e la nomination per la miglior sceneggiatura adattata di Logan. Sebbene Thor: Ragnarok non avrebbe in ogni caso ottenuto una nomination come miglior film, il fatto che sia stato totalmente escluso dalle nomination è apparso piuttosto insolito.

Si tratta infatti di un’entrata leggendaria nel MCU, che alcuni considerano in assoluto il miglior film solista del franchise. Una qualche nomination per Jeff Goldblum nelle categorie attoriali sarebbe stata gradita, ma la sorpresa più grande è che questo film non è stato nemmeno considerato per i migliori effetti visivi, nonostante sia un film di grande impatto.

Il buono, il brutto e il cattivo (1966)

Il buono, il brutto, il cattivo colonna sonora

I western e Clint Eastwood sono un’accoppiata che va d’accordo meravigliosamente: è difficile scegliere il miglior film western di Eastwood, ma quasi tutti conoscono Il buono, il brutto e il cattivo, che completa la trilogia del dollaro di Sergio Leone.

I critici erano in realtà piuttosto tiepidi sul film all’uscita, lamentandosi del livello di violenza che alcune sequenze raggiungevano. Sfortunatamente per loro, sembra che l’impatto del film sia solo migliorato con l’avanzare del tempo e, guardandoci indietro, sarebbe stata una scelta ideale sia per la candidatura alla miglior regia (Sergio Leone) che per il miglior film.

American Psycho (2000)

christian bale oscar

Anni prima di affermarsi come Batman, Christian Bale era un beniamino dell’indie, divenuto celebre con il film American Psycho. La sua interpretazione dello squilibrato Patrick Bateman è probabilmente ad oggi ancora il miglior lavoro della carriera di Bale, il che è tutto dire per un uomo che ha vinto un Oscar ed è stato candidato ad altri tre.

Anche se è comprensibile che American Psycho non sia stato candidato come miglior film, Bale non è stato nominato come miglior attore, il che è praticamente un crimine! Stiamo parlando di una performance che ha resistito benissimo alla prova del tempo, e che si ricorda più di qualsiasi altra degli anni 2000.

Terminator (1984)

Terminator film Oscar

È difficile pensare a qualsiasi personaggio cinematografico che possa superare questo: Terminator è senza dubbio il miglior film di James Cameron, già tremendamente  innovativo al momento della sua uscita, prima ancora di diventare un vero e proprio cult negli anni successivi. Le opinioni sui sequel sono state differenti e controverse, ma non c’é dubbio che i due film originali siano stellari.

Terminator 2: Judgment Day del 1991 ha stabilito un nuovo standard per gli effetti visivi, categoria per cui si è giustamente portato a casa l’Oscar. Anche se il film originale non era ancora all’altezza di quel livello tecnico, meritava comunque di essere considerato nella stessa categoria nel 1984, ma venne giustamente escluso.

Moon Knight: tutti gli eroi e i cattivi ad oggi confermati

Moon Knight: tutti gli eroi e i cattivi ad oggi confermati

Mercoledì 30 marzo uscirà su Dinsey+ una nuova serie MCU: Moon Knight. Lo show ha come protagonista l’omonimo eroe della MarvelSteven Grant, impiegato in un negozio di souvenir, soffre di vuoti di memoria e scopre di avere un disturbo dissociativo dell’identità: condivide il suo corpo con il mercenario Marc Spector. Oltre alla trama generale, si sa ancora molto poco della serie.

Sappiamo però che alcuni personaggi della Marvel Comics faranno il loro ingresso nell’MCU grazie allo show. I nuovi personaggi originali sembrano essere altrettanto interessanti. Finalmente, abbiamo qualche nome certo. Vista l’identità mutevole di Moon Knight e la relazione dell’eroe con l’antico dio egiziano Khonshu, per ora resta difficile capire chi saranno i buoni da chi saranno i cattivi nella serie. Ma vediamo nel dettaglio i vari personaggi.

Moon Knight

Moon-Knight

L’eroe principale della serie è Moon Knight, interpretato da Oscar Isaac. Il personaggio viene dai fumetti: appare per la prima volta nel 1975 in Werewolf By Night Vol 1 #32, episodio in cui, dotato di armi argentee, deve fermare il presunto criminale Jack Russell.

Nei fumetti, Moon Knight si distingue da altri eroi per le sue tinte horror. Il vigilante sembra essere un personaggio complicato anche nella serie Disney+: come mostrato dai trailer, Marc Spector ha un disturbo dissociativo dell’identità, quindi a volte la sua personalità e i suoi ricordi sono confusi e ingarbugliati.

Mr. Knight

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Oscar Isaac dovrà interpretare due versioni diverse di Moon Knight. Dal trailer e dalle locandine si capisce che ci sarà anche Mr.Knight nella serie. Il personaggio, comparso per la prima volta nel fumetti nel 2014, è un’iterazione ammodernata dell’eroe principale e si distingue da esso perché indossa una maschera e un completo bianchi.

Mr. Knight è un’ulteriore personalità che vive in Marc Spector, è la versione ”della strada” di Moon Knight e combatte criminali e rapinatori più comuni rispetto ai nemici su larga scala.

Khonshu

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Khonshu è sia un eroe che un cattivo nella Marvel Comics: nei fumetti concede a Marc Spector l’immortalità e alcuni potenti amuleti mistici, come il Pugno di Khonshu. Essendo un’antica divinità egizia associata alla luna, Khonshu è la ragione scatenante dei superpoteri del vigilanti ed è uno degli esseri magici più forti dell’Universo Marvel.

In Moon Knight, il personaggio sarà interpretato dal grande attore Murray Abraham. Chissà quale sarà il ruolo del dio nell’MCU e se ci saranno modifiche sull’origine del personaggio.

Jean-Paul DuChamp

Mooncopter

Pare che in Moon Knight ci sarà spazio anche per Jean-Paul Duchamp. DuChamp, o come è talvolta chiamato nei fumetti “Frenchie“, è un pilota e un amico intimo di Marc Spector che lo aiuta a combattere il crimine in ogni modo.

Il ruolo principale di Duchamp è quello di pilota di Moon Knight: ha pilotato il Moon Copter in alcuni dei migliori numeri dei fumetti anni ’90. Non sappiamo ancora il nome dell’attore che interpreterà il ruolo, ma possiamo immaginare che Duchamp avrà nella serie MCU una funzione simile a quella che svolge nei fumetti: potrebbe creare un collegamento tra il passato di Moon Knight e le varie vite.

Midnight Man

Gaspard-Ulliel

Uno dei cattivi essenziali nei fumetti di Moon Knight è Midnight Man e il villan non può mancare nella serie MCU. La parte sarà interpretata dall’attore francese Gaspard Ulliel, purtroppo scomparso in un incidente dopo aver lavorato alla serie.

Nei fumetti, Midnight Man è un abile ladro di gioielli e un esperto di arti marziali altamente qualificato. Il suo ruolo ha senso nella serie MCUSteven Grant è un dipendente del Museo di Storia Naturale di Londra. Probabilmente, il cattivo tenterà di rubare manufatti dal museo, portando ad un confronto faccia a faccia con Steven che potrebbe addirittura spingere Grant a trasformarsi in Moon Knight.

Layla El-Faouly

May-Calamawy

Layla El-Faouly è un personaggio nuovo che verrà introdotto della serie. Non è chiaro se sarà un eroe o un cattivo. Sarà interpretata dall’attrice May Calamawy, conosciuta per aver ricoperto il ruolo principale nello show di Hulu Ramy.

Layla El-Faouly non proviene dai fumetti ed è difficile capire quale sarà il suo ruolo. Il nome del personaggio fa pensare ad un collegamento con l’Egitto e forse con le origini di Moon Knight. Potrebbe essere un partner amoroso per Steven Grant o forse ancora una collega del mercenario Marc Spector.

Taweret

Antonia-Salib

Tra i nuovi personaggi c’è anche Taweret, interpretato dall’attrice Antonia Salib. Taweret non sembra avere una connessione con la Marvel Comics, ma sappiamo che è una dea del parto e della fertilità nell’antica mitologia egizia. Detto ciò, il personaggio potrebbe essere tanto un dio rivale di Khonshu quanto un suo alleato.

La serie MCU sta in realtà adattando e modificando tanti dettagli dei fumetti di Moon Knight per lo schermo: ciò non esclude che Taweret sia una nuova versione di un potente cattivo dei comics, magari Ma’at o il Re Sole.

Arthur Harrow

Moon-Knight-Arthur-Harrow-Ethan-Hawke

In Moon Knight #2 del 1985 c’è un oscuro e potente cattivo: Arthur Arrow. Il personaggio, uno scienziato pazzo che conduceva orribili esperimenti sulle persone, viene ripreso nella serie: sarà interpretato dall’attore Ethan Hawke.

L’Arthur Harrow dell’MCU sembra possedere poteri mistici simili a Moon Knight. Dati i riferimenti al coccodrillo visti nei trailer, il personaggio potrebbe essere legato a dei come Ma’at o Ammut.

Cinecomics: 10 performance che avrebbero meritato l’Oscar

Cinecomics: 10 performance che avrebbero meritato l’Oscar

Nonostante quello dei “cinecomics” sia ormai il genere cinematografico più fruttuoso per Hollywood, soprattutto in termini di successo al botteghino, questa tipologia di film viene generalmente trascurata dall’Academy, che raramente ne riconosce la grandezza di alcune performance, premiandole con l’Oscar.

Ecco allora che alcuni fan su Reddit hanno evidenziato alcune interpretazioni che ritengono “da Oscar“, scontrandosi con chi classifica le pellicole Marvel e DC come semplici film-popcorn.

Patrick Stewart – Logan (2017)

patrick stewart oscar

Anche se sembra che Patrick Stewart tornerà al suo ruolo iconico di Charles Xavier in Doctor Strange nel Multiverso della Follia, Logan è stata la vetrina migliore per il personaggio, un film sugli X-Men molto più oscuro e profondo del solito, che ha valorizzato al meglio le abilità performative di Stewart, grazie ad alcune incredibili ed emozionanti sequenze.

La carriera di Stewart è costellata da ottime interpretazioni ed ecco perché alcuni fan, tra cui il redditor ahmadadam9, ritengono che “la mancata nomination di Stewart agli Oscar è stata un vero insulto nei confronti del suo lavoro”.

Michael B. Jordan – Black Panther (2018)

Black Panther oscar

Anche se si è trattato di un caso più unico che raro, Black Panther ha dimostrato che un film di supereroi può concorrere all’Oscar per il miglior film. Ma, al di là del film in sé, alcuni fan ritengono che anche le interpretazioni, in particolare quella di Michael B. Jordan, meritavano una certa attenzione.

Jordan ha rappresentato egregiamente uno dei migliori cattivi del MCU, Killmonger e, anche se l’attore non è ancora stato nominato per un Oscar nella sua giovane e impressionante carriera, il redditor BaronJaster ha affermato che “si sarebbe davvero meritato una nomination per la sua performance in Black Panther“.

Michael Rooker – Guardiani della Galassia Vol. 2 (2017)

guardiani della galassia oscar

Anche se nel primo film è stato visto per lo più tra i comprimari, come attore non protagonista, a Yondu è stato conferito un ruolo molto più rilevante in Guardiani della Galassia Vol. 2. Poiché il sequel esplora la relazione di Yondu con Peter Quill, Michael Rooker ha dunque avuto la possibilità di indirizzare il personaggio verso nuovi orizzonti.

Oltre ad essere uno dei membri più divertenti e tosti dell’ensemble, Rooker è protagonista di alcuni dei momenti più emozionanti del film, compreso quella del suo sacrificio: sono molti i redditor che hanno ritenuto che Rooker ” meritasse” una nomination agli Oscar come riconoscimento del suo lavoro.

Paul Dano – The Batman (2022)

the batman oscar

Anche se l’uscita del film è recentissima, molti fan stanno già guardando a The Batman come la prossima grande speranza per i film di supereroi agli Oscar: in particolare, la performance di Paul Dano nel ruolo dell’Enigmista è stata definita da molti la migliore del film.

Anche se è un personaggio che opera per lo più nell’ombra, una volta che Dano entra sotto i riflettori, è estremamente convincente nel ruolo del villain; la redditor MrsAshleyStark pensa già che Dano dovrebbe vincere l’Oscar come “miglior attore non protagonista” proprio per questa performance.

Willem Dafoe – Spider-Man: No Way Home (2021)

spider-man: no way home oscar

È stata un’emozione vedere così tanti personaggi che hanno fatto la storia dei film di Spider-Man tornare sul grande schermo in Spider-Man: No Way Home. E, tra gli attori di ritorno che hanno davvero rubato la scena, c’era Willem Dafoe, che ha ripreso il suo ruolo da cattivo di Green Goblin.

Anche se Dafoe è sempre stato impeccabile nei film di Raimi, qui ha avuto la possibilità di sviluppare ulteriormente la componente ironica e al contempo terrificante del suo personaggio, al debutto nel MCU. Il Redditor withdavidbowie ha ritenuto che si trattasse di una performance che “merita totalmente” un po’ di considerazione da parte degli Oscar.

Brie Larson – Captain Marvel (2019)

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Brie Larson è una delle poche attrici che aveva già vinto un Oscar quando è diventata una supereroina per il MCU; nei panni di Captain Marvel, la Larson ha trasferito il suo considerevole talento attoriale in un personaggio che, secondo molti, diventerà una figura centrale dell’universo in futuro.

L’interpretazione della Larson dell’eroina potente e sicura di sé è stata un successo per molti fan, tra cui il redditor SuperCoenBros, che ne è rimasto particolarmente colpito, affermando che la performance della Larson li ha lasciati “in soggezione” e che avrebbero voluto vederla riconosciuta dall’Academy.

Chris Evans – Captain America: The Winter Soldier (2014)

Quando il personaggio di Capitan America è stato” trasferito” nel 21° secolo, all’interno del MCU, non era chiaro quanto questa scelta creativa avrebbe funzionato. Tuttavia, Captain America: The Winter Soldier ha dimostrato che potevano esserci modi interessanti per affrontare lo sviluppo del personaggio in un contesto moderno e la performance di Chris Evans ha davvero aiutato a cementare il tutto.

Oltre ad imporsi come l’implacabile figura del bene, Evans è stato in grado di trasmettere la lotta intestina di Steve Rogers come uomo fuori dal tempo e circondato da persone di cui non si fida. Il redditor Deviator77 è stato tra coloro che hanno lodato Evans per la sua performance e avrebbe voluto vederlo “riconosciuto per i suoi sforzi”.

Marisa Tomei – Spider-Man: No Way Home (2021)

No Way Home

Anche se zia May non ha mai avuto un ruolo di rilievo, Spider-Man: No Way Home l’ha resa un personaggio più centrale nel viaggio di Peter Parker come eroe, rispetto a tutte le avventure precedenti. Marisa Tomei ha continuato a portare umorismo e cuore al personaggio, ma ci ha anche consegnato alcuni momenti veramente potenti dal punto di vista emotivo.

Il Redditor NWestxSWest è stato uno dei numerosi fan rimasti sorpresi dall’incredibile performance della Tomei nel ruolo, di gran lunga superiore allo spazio offertole nei film precedenti.

Robert Downey Jr. – Avengers: Endgame (2019)

In qualità dell’eroe che ha lanciato il franchise, Iron Man è stato il volto del MCU fin dall’inizio ed è giusto dire che l’intero universo cinematografico Marvel non avrebbe potuto decollare se non fosse stato per la performance vincente di Robert Downey Jr.

Avengers: Endgame ha segnato la fine di Iron Man e della permanenza di Downey Jr. nel MCU, dando al personaggio un adeguato addio. Il redditor statictdn era tra i fan che pensavano che fosse possibile che Downy Jr. potesse ricevere “qualcosa che riconoscesse la sua performance e il suo significato nel MCU nel suo complesso”.

Hugh Jackman – Logan (2017)

Hugh-Jackman-in-Logan-Marvel

Anche se era ancora un talento relativamente sconosciuto quando è stato scelto come Wolverine, Hugh Jackman è diventato un’icona del genere supereroistico grazie alla sua performance nel corso di nove film degli X-Men. Tuttavia, Logan è stato il film che ha davvero permesso a Jackman di esplorare il personaggio ulteriormente e in maniera davvero approfondita.

Grazie alla libertà dettata dal fatto che il film fosse vietato ai minori, e alla volontà di spingere il personaggio all’estremo, Jackman è stato in grado di mettere davvero in mostra il suo talento e la complessità del personaggio, al di là della caratterizzazione standard da “duro”. Il redditor Cotanak__ ha dichiarato che se un attore in “un film di supereroi dovesse ricevere un Oscar questo dovrebbe essere Jackman!”.

Katie Holmes: 10 cose che non sai sull’attrice

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Katie Holmes: 10 cose che non sai sull’attrice

Katie Holmes è una di quelle attrici che ha fatto la storia del cinema e delle serie tv grazie alla sua classe, al suo talento e alla sua bellezza eterea. L’attrice, ce ha cominciato questa professione quando era una ragazza. è entrata nel cuore di milioni di spettatori in tutto, rimanendoci per tutti questi anni.

Ecco dieci cose da sapere su Katie Holmes.

Katie Holmes: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in celebri film. La carriera dell’attrice è iniziata nel 1997, quando appare per la prima volta sul grande schermo in Tempesta di ghiaccio, per poi continuare con Generazione perfetta (1998), Go – Una notte da dimenticare (1999), I Muppets venuti dallo spazio (1999), Wonder Boys (2000) e The Gift (2000). In seguito, recita in In linea con l’assassino (2002), The Singing Detective (2003), Una teenager alla Casa Bianca (2004), Batman Begins (2005), Than You for Smoking (2005), 3 donne al verde (2008), Un perfetto gentiluomo (2010) e Non avere paura del buio (2011). Tra i suoi ultimi lavori vi sono Miss Meadows (2014), The Giver – Il mondo di Jonas (2014), Woman in Gold (2015), Touched with Fire (2015), La truffa dei Logan (2017), Caro dittatore (2018), Ocean’s 8 (2018), The Boy – La maledeizione di Brahms (2020) e The Secret – La forza di sognare (2020).

2. Ha lavorato in diverse serie tv. Nel corso della sua carriera, l’attrice non ha lavorato solo per il grande schermo, ma si è prestata spesso anche per lavori seriali. Infatti, è conosciuta ai più per aver preso parte nella serie Dawson’s Creek (1998-2003), oltre che per aver lavorato in Eli Stone (2008), I Kennedy (2011), in un episodio di How I Met Your Mother (2011-2013), Ray Donovan (2015) e The Kennedys After Camelor (2017), dove ha interpretato proprio Jackie Kennedy.

3. È anche doppiatrice, produttrice e regista. L’attrice ha esplorato molto i diversi ambiti del cinema e del mondo seriale in questi anni di carriera, tanto da vestire spesso diversi panni. Ad esempio, ha partecipato al doppiaggio del videogioco Batman Begins (2005), del film Goool! (2013) e delle serie Robot Chicken (2018). In quanto produttrice, ha lavorato alla realizzazione dei film The Romantics (2010) e Touched with Fire (2015), oltre che della serie The Kennedys After Camelot. Inoltre, ha partecipato anche alla produzione del suo primo film da regista, All We Had (2016), e ha diretto anche il corto documentario Eternal Princess (2015) e un episodio di The Kennedys After Camelot (2017).

katie holmes

Katie Holmes e Tom Cruise

4. È stata sposata con Tom Cruise. L’attrice ha sempre avuto un debole per Tom Cruise sin da ragazzina e mai si sarebbe sognata di arrivare a sposarlo. I due si sono conosciuti nel 2005 e, dopo una frequentazione di appena due mesi, si sono fidanzati ufficialmente il 17 giugno dello stesso anno. In seguito, la coppia si è sposata il 18 novembre del 2006 sul lago di Bracciano, di fronte a famiglia e amici. Tuttavia, dopo cinque anni di matrimonio, la coppia ha divorziato nel giugno del 2012.

5. È madre di una figlia. Dalla loro unione, nell’aprile del 2006 è nata la figlia Suri che, però, non vedrebbe il padre da diversi anni. La causa del divorzio e dell’allontanamento dall’attore sarebbe sempre dovuta all’influenza di Scientology, la Chiesa per cui Cruise è uno degli adepti più importanti. Anche se l’attrice continua a scappare da questa setta, pare che sia inevitabilmente controllata dalla stessa e che un passo falso potrebbe compromettere l’affidamento di sua figlia.

Katie Holmes: chi è il suo nuovo fidanzato

6. È stata fidanzata con Jamie Foxx. La notizia della loro frequentazione è uscita allo scoperto solo nel 2017, anche se i due attori si sono frequentati a partire dal 2013. La coppia, infatti, ha sempre badato a tenere un profilo basso circa la loro relazione: pare, inoltre, che firmando le carte del divorzio, alla ex signora Cruise sarebbero stati imposti ben cinque anni di riservatezza sulla sua vita privata, ovvero di farsi vedere sempre single per tutto questo tempo.

7. Ha avuto diversi fidanzati famosi. Nel corso della sua vita l’attrice ha frequentato diversi uomini famosi: tra essi vi è l’attore Chris Klein, con il quale ha avuto una storia durata dal 2003 al 2005. Pare, inoltre, che abbia avuto dei flirt con Josh Hartnett, il cantante, compositore e pianista Peter Cincotti e il collega Alexander Skarsgård. Nel 2020 inizia una relazione con lo chef italo-peruviano Emilio Vitolo proprietario del ristorante di famiglia Emilio’s Ballato situato a Soho, New York. La relazione è però terminata dopo circa otto mesi.

Katie Holmes Instagram

Katie Holmes è Instagram

8. Ha un profilo molto seguito. L’attrice possiede un proprio account Instagram che è seguito da 2,4 milioni di persone. Sulla sua bacheca, con quasi duemila post, sono molte le foto che la ritraggono protagonista tra momenti lavorativi, di svago o nostalgia, e sono diverse anche le foto dedicate alla sua famiglia e alla piccola Suri. Seguendola si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue attività.

Katie Holmes e Joshua Jackson in Dawson’s Creek

9. Ha avuto una relazione con il collega. Sul set della popolare serie Dawson’s Creek, nella quale interpretava Joey Potter, la Holmes ha conosciuto Joshua Jackson, suo collega che aveva lì il ruolo di Pacey. I due hanno in seguito intrapreso una breve relazione, rimanendo poi in buoni rapporti una volta aver deciso di interrompere il loro legame. Di Dawson’s Creek, inoltre, la Holmes è l’unica di tutto il cast a comparire in ogni episodio.

Katie Holmes: età e altezza

10. Katie Holmes è nata il 18 dicembre del 1978 a Toledo, in Ohio. La sua altezza complessiva corrisponde a 175 centimetri.

Fonti: IMDb, Ranker, Daily Mail

007 Road to a Million: Amazon avvia lo sviluppo di una serie tv

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007 Road to a Million: Amazon avvia lo sviluppo di una serie tv

Una settimana dopo che l’acquisizione di MGM da parte di Amazon è stata ufficialmente finalizzata, Amazon Studios ha iniziato a lavorare su potenziali progetti incentrati sull’ampia libreria di film e programmi TV di MGM. Ed oggi arriva da Variety  la notizia che uno dei primi progetti attualmente in fase di sviluppo (007 Road to a Million) è una serie di gare competitive, incentrata sul franchise di James Bond.

Prime Video ha ufficialmente dato un ordine per la serie  007 Road to a Million, in cui i concorrenti si sfideranno per il premio in denaro di $ 1,3 milioni. Questa è la prima volta che il franchise di spionaggio di lunga data si avventura in televisione.

Road to a Million di 007, di cosa parlerà la serie tv? 

Road to a Million di 007 arriva dai proprietari del franchise Barbara Broccoli e Michael G. Wilson, che saranno i produttori esecutivi della serie di otto episodi attraverso il loro marchio EON Productions. La serie è una produzione 72 Films britannica e della MGM Television.

007 Road to a Million che sarà incentrata su competizioni a tema James Bond sarà girato in diversi luoghi storici che erano presenti nei precedenti film di Bond. Il team di due membri dovranno superare un “test di intelligenza e resistenza”, che include “il superamento di ostacoli fisici e la risposta corretta a domande nascoste in diverse località del mondo prima di poter passare alla prossima sfida”.

007 Road to a Million senza sceneggiatura sarà prodotta da David Glover per 72 Films insieme a Barry Poznick e Mark Burnett per MGM. Dom Bird supervisionerà il progetto per conto dello studio. La produzione dovrebbe iniziare entro la fine dell’anno, con il casting ancora in corso.

Oscar 2022, categorie attoriali: chi vincerà e chi dovrebbe vincere?

La notte più attesa dell’anno da tutti i cinefili si sta avvicinando: l’appuntamento è per domenica 27 marzo dalle 00.15 su Sky Cinema Oscar (canale 303 di Sky) per la magica Notte degli Oscar 2022 con il Red Carpet e tutte le premiazioni dal Dolby Theatre di Los Angeles. La diretta della cerimonia sarà trasmessa anche su Sky Uno, in streaming su NOW e in chiaro su TV8, sempre dalle 00.15. Questi sono giorni di scommesse, supposizioni e attesa nei riguardi di ogni principale categoria, prime fra tutti quelle attoriali, che analizziamo attentamente in questo articolo, valutando i papabili vincitori e chi, invece, dovrebbe vincere.

Migliore attrice protagonista

Nicole Kidman, Being The Ricardos

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Per la sua interpretazione di Lucille Ball in Being The Ricardos, Nicole Kidman ha vinto il Golden Globe per la migliore attrice in un film drammatico. Ma l’attenzione acutamente analitica che la Kidman apporta al ruolo di una delle icone della comicità statunitensi è probabilmente il motivo per cui non trionferà agli Academy Awards. Infatti, questo personaggio è stato concepito da Aaron Sorkin (sceneggiatore e regista del film) innanzitutto tenendo conto del suo genio creativo, soffermandosi su come l’affascinante e spigliata attrice, dotata di verve comica e di mimica non comuni sia riuscita ad innovare la serialità statunitense, ma la scelta di un’attrice tendenzialmente nota e rinomata per i suoi ruoli drammatici si è dimostrata controversa, con una performance da parte della Kidman che non riesce a spodestare quelle delle altre attrici nominate.

Kristen Stewart, Spencer

Spencer film 2021 oscar

L’inquietante performance di Kristen Stewart nei panni della principessa Diana lascia da parte l’impersonificazione per favorire l’incarnazione di una vera e propria donna cinematografica, che porta la firma del geniale Pablo Larraìn. Per gran parte dello scorso anno, la vittoria di Kristen Stewart per la sua interpretazione della Principessa Diana sembrava scontata, ma al di là della vittoria come Migliore Attrice agli HCA Film Awards 2022, sembra che la performance di Stewart rimarrà relegata al castello di Sandringham. L’attrice ha regalato al pubblico prove attoriali davvero notevoli negli ultimi anni (Sils Maria, Personal Shopper, Still Alice), quindi questa non sarà sicuramente l’ultima volta che la vedremo agli Oscar, ma è comunque deludente vedere una performance così stupefacente cadere inesorabilmente nel dimenticatoio.

Penelope Cruz, Madres Paralelas

madres paralelas oscar

La performance di Penelope Cruz nel film di Pedro Almodóvar Madres Paralelas è straordinaria, ma più per la sua presenza attoriale e la sua esecuzione di un ruolo magnificamente scritto, che per qualsiasi cosa il personaggio faccia, o abbia bisogno di fare, in esso. Ricordiamo che l’attrice è stata premiata con la Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia per questo ruolo ma, nell’ottica dell’Academy, sembra poco probabile che riesca a replicare lo stesso successo di Vicky Cristina Barcelona, per cui Penelope Cruz vinse l’Oscar alla migliore attrice non protagonista.

Olivia Colman, The Lost Daughter

olivia coleman the lost daughter oscar

La performance della Colman in The Lost Daughter, esordio alla regia dell’attrice Maggie Gyllenhaal e adattamento del romanzo di Elena Ferrante è davvero fedele allo spirito del personaggio sulla carta, che si svela man mano che si prosegue con la lettura, e quindi anche con la visione del film. Questa assenza di ambiguità, in funzione della regia di Maggie Gyllenhaal, potrebbe essere la qualità che l’Academy ricerca in una performance attoriale, non fosse che l’attrice ha già vinto l’Oscar alla migliore attrice nel 2019 per la sua interpretazione della regina Anna in La Favorita, ed è stata nuovamente nominata sempre nella stessa categoria lo scorso anno, per il film The Father.

Jessica Chastain, The Eyes of Tammy Faye

The Eyes of Tammy Faye recensione

La favorita di quest’anno è però Jessica Chastain, che potrebbe accaparrarsi l’Oscar alla migliore attrice protagonista grazie al film The Eyes of Tammy Faye, che narra le vicende dei telepredicatori Tammy Faye Bakker e Jim Bakker, dalla loro ascesa e fama fino agli scandali sessuali e finanziari e la definitiva rovina. Anche se il film in sé non è stato particolarmente acclamato, è probabile che si porti a casa l’Oscar al miglior trucco e, dopo la vittoria di Chastain agli Screen Actors Guild Awards 2022, anche quello per la migliore attrice protagonista, che l’attrice aveva sfiorato nel 2013 con il film Zero Dark Thirty.

Migliore Attore Protagonista

Javier Bardem, Being The Ricardos

Being The Ricardos film 2021

In questa categoria si scontrano ben 3 attori che hanno interpretato i protagonisti di biopics; partiamo con Javier Bardem che, a fianco di Nicole Kidman nel ruolo di Desi Arnaz in Being the Ricardos, ha fascino ed energia da vendere, purtroppo depotenziati da una complessità caratteriale vacillante, che non ha fatto brillare l’attore come di consueto. Nonostante le nomination ai Golden Globe e agli Screen Actors Guilds Awards di quest’anno, Javier Bardem non si è portato a casa nessun premio, dunque sembra improbabile che trionferà tra gli altri candidati agli Oscar.

Andrew Garfield, Tick Tick Boom

Tick, Tick... Boom!Nei panni del compositore e drammaturgo Jonathan Larson, autore di un musical sensazionale come Rent, Andrew Garfield canta e danza con un carisma impressionante nel film Netflix Tick Tick Boom, diretto da Lin-Manuel Miranda. L’attore, che si è fatto ampiamente largo ad Hollywoood con performance straordinarie fin dalla giovane età (Silence, La battaglia di Hawcksaw Ridge) si è aggiudicato il Golden Globe come miglior attore protagonista in un film commedia o musicale, e sarebbe giusto che l’Academy riconoscesse finalmente il suo enorme talento, che lo contraddistingue come uno degli attori più poliedrici del panorama contemporaneo.

Denzel Washington, The Tragedy of Macbeth

La performance di Washington in The tragedy of Macbeth è in gran parte una conseguenza del vigore e dell’autorità drammatica della sua presenza nel film, poiché la rielaborazione registica di Joel Coen della recitazione shakespeariana non è stata particolarmente lodata né apprezzata dal pubblico. Allo stato attuale delle cose, è improbabile che Denzel Washington riesca a battere Will Smith al fanta-Oscar, soprattutto considerando che il primo è stato nominato ben 9 volte agli Oscar, vincendone due, per i film Glory (Miglior attore non protagonista) e Training Day (Miglior Attore), mentre Smith è stato candidato due volte prima di King Richard, per i film Alì e La ricerca della felicità, ma senza mai vincere.

Benedict Cumberbatch, The Power of The Dog

The Power of the Dog film 2021Benedict Cumberbatch offre una performance concettualmente interessante nel film Il potere del Cane, grazie alla quale è riuscito a farsi conoscere ancora di più come performer poliedrico, capace di abbracciare più stili e generi cinematografici. Il film ha ricevuto ben 12 nomination agli Oscar 2022, e la regista Jane Campion in particolare è stata lodata per la regia, vincendo il Leone D’Argento alla Mostra del Cinema di Venezia e un Golden Globe alla Miglior Regia. Se King Richard non fosse uscito quest’anno, la vittoria di Cumberbatch agli Oscar sarebbe stata probabile, ma si pensa che Il Potere del Cane dovrà “accontentarsi” purtroppo soltanto degli Oscar tecnici.

Will Smith, King Richard

Il favorito agli Oscar è lui, Will Smith, la cui probabile vittoria come Miglior Attore Protagonista era già stata ipotizzata da tempo. Nei panni di Richard Williams, padre e allenatore delle sorelle Venus e Serena Williams, Will Smith ha conquistato il pubblico americano, investendo il ruolo di padre di famiglia con forti principi, passione autorevole e, soprattutto, un grande cuore. Dopo essersi guadagnato il Golden Globe al Miglior Attore in un film drammatico, si pensa che sia giunta l’ora per Will Smith di portarsi a casa il tanto ambito riconoscimento.

Migliore Attrice Non Protagonista

Fonte: https://www.taipeitimes.com/

Tutte le interpretazioni delle attrici nominate nella categoria Miglior attrice non protagonista sono degne di nota e hanno contribuito ad aggiungere senso e significato alle opere in cui queste hanno recitato. La performance di Aunjanue Ellis in King Richard le ha fatto guadagnare una candidatura al Golden Globe, al Critics Choice Award, allo Screen Actors Guild Award e ai premi BAFTA , mentre Ariana DeBose, Anita nel West Side Story di Steven Spielberg ha vinto il Golden Globe, lo Screen Actors Guild Award, il Critics’ Choice Award e il BAFTA alla migliore attrice non protagonista.

Jessie Buckley è stata invece candidata ai BAFTA per The Lost Daughter ma, per quanto abbia già dimostrato di essere un’attrice estremamente talentuosa in film quali Sto pensando di finirla qui e Romeo+Juliet (2021), sembra non sia ancora questo il suo momento per accaparrarsi l’ambito premio. Ha poi sorpreso la nomination di Dame Judi Dench tra le attrici, soprattutto vista l’accoglienza tiepida riservata a Belfast di Kenneth Branagh, per cui è davvero poco probabile vederla trionfare. Per quanto riguarda Kirsten Dunst, la sua performance ne Il potere del Cane è davvero degna di nota ma, come già riportato, è difficile che gli attori protagonisti di questo film si portino a casa qualche premio. La favorita in assoluto sembra essere Ariana DeBose, che ha conquistato pubblico e critica con la sua performance energica ed entusiasmante, dimostrando le sue eccelse qualità in tre ambiti distinti: recitazione, canto e danza.

Miglior Attore Non Protagonista

Fonte: https://harshlightnews.com/

Per quanto riguarda la categoria del Miglior Attore Non Protagonista, sembrano esserci ben pochi dubbi: il favorito è Troy Kotsur, uno dei protagonisti del film CODA, film vincitore del Sundance 2021 e che ha continuato a fare incetta di premi in questi ultimi mesi. Nel ruolo di un padre pescatore non udente, la performance di Kotsur è magnifica, delicata ma estremamente toccante ed ha fatto guadagnare all’attore due Screen Actors Guild Awards, un Critics Choice Award, un Independent Spirit Award e altrettante nomination ai festival più prestigiosi.

Poca speranza è riservata alle altre interpretazioni, tutto sommato incisive, ma di impatto non paragonabile a quella di Kotsur: J.K. Simmons ci offre una consueta ottima performance nei panni di William Frawley in Being The Ricardos, che si attiene alla tipologia di personaggio cinematografico sviluppata dall’attore nel corso della sua carriera. Kody Smit-McPhee interpreta un personaggio teso e riflessivo e, nei momenti di grande dramma, sublimemente controllato ne Il Potere del Cane, regalandoci forse la performance davvero più notevole del film. Ciarán Hinds ha ricevuto una nomination ai Golden Globe e una ai British Academy Film Awards per la sua interpretazione nella pellicola semi-autobiografica Belfast, ma non sembra comunque essere considerato tra i favoriti. Per quanto riguarda Jesse Plemons (nominato assieme alla moglie Kirsten Dunst agli Oscar 2022), qualora Il potere del Cane dovesse essere premiato nelle categorie attoriali, è molto più facile che l’Oscar venga dato a Kody Smit-McPhee.

Categorie attoriali: tutti i candidati all’Oscar 2022

Migliore attrice protagonista

Miglior attore protagonista

Migliore attrice non protagonista

Miglior attore non protagonista

ARF! 2022, il manifesto firmato da Carmine Di Giandomenico

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ARF! 2022, il manifesto firmato da Carmine Di Giandomenico

Per questa attesissima edizione 2022 in programma il prossimo 13/14/15 maggio alla Città dell’Altra Economia di Roma, ARF! ri-immagina quel modello di Festival che lo ha reso un evento unico nel suo genere in Italia.

Cambiano gli spazi, in questo 2022 post-pandemico, ma il Fumetto resta il centro di tutto. Tornano gli eventi dal vivo e l’ARF! torna a Testaccio – una casa che non ha mai lasciato – e porta con sé tante novità nella proposta al pubblico.

Novità che saranno, ancora una volta, rivoluzioni.

«A maggio Roma è bellissima» e quest’anno nell’aria c’è una tale carica, un’energia esplosiva che è quasi impossibile da raccontare. Quasi.

Perché l’autore scelto per rappresentare tutto questo – e chi lo ha visto disegnare lo sa – ha i superpoteri. Come gli eroi che disegna, dalla sua Teramo, per gli States.

_DECONSTRUCT

/ˌdiːk(ə)nˈstrʌkt/

_DECOSTRUIRE

  • Reduce (something) to its constituent parts in order to reinterpret it.
  • Ricondurre (qualcosa) ai suoi elementi originari, con l’obiettivo di reinterpretarla.

Il Festival è un organismo in costante mutamento. Privarlo delle caratteristiche o degli atteggiamenti abituali e ormai stereotipati, significa farlo crescere e renderlo più vivo che mai.

_REBUILD

/riːˈbɪld/

_RICOSTRUIRE

  • To build (something) again after it has been damaged.
  • Costruire nuovamente (qualcosa) dopo che è stata danneggiata.

Due anni di pandemia hanno inflitto un duro colpo agli eventi dal vivo.

Ripensare strategicamente quanto era già solido nell’ottica di renderlo nuovamente stabile conduce verso quel miglioramento che ricerchiamo ogni giorno.

_REBORN

/riːˈbɔːn/

_RINASCERE

  • Brought back to life or activity.
  • Riportare in vita o in attività.

Nascere di nuovo, germogliare, rifiorire. Tornare alla vita.

VI DIAMO IL BENVENUTO NEL NOSTRO NUOVO MONDO.

ALL NEW, ALL DIFFERENT, ARF! FESTIVAL.

Una nuova realtà intorno. Il fumetto, ancora, al centro di tutto.

Non è il Festival che conoscevi. È il Festival che scoprirai.

ARF! Festival 2022 – il poster

ARF Festival 2022

«Ho immaginato una creatura tecno-mitologica» – racconta Carmine – «scomposta in sezioni rettangolari come vignette, che osserva il Lettore attraverso un occhio. È l’occhio con cui il creativo cattura tutte le informazioni dal mondo reale, uno sguardo che gli permette di cogliere sfumature che nel quotidiano sfuggono.»

«E poi c’è il Tempo. La frammentazione della scena, dei personaggi, una dattilografia temporale che scompone e ricompone un momento. Infine le vignette sullo sfondo, che girano come un orologio, contengono il Suono. Ecco, per me il Fumetto è questo. Un insieme di strumenti, ognuno con una funzione precisa, che lavorano in sincrono. Realizzare il manifesto di ARF! 2022 è stata una gioia immensa, perché si tratta di un evento unico in Italia, dove il Fumetto è l’assoluto protagonista.»

Carmine Di Giandomenico

Carmine Di Giandomenico (Teramo, 13 Aprile 1973), è considerato un gigante del panorama fumettistico mondiale. Oltre ad avere collaborato come storyboard artist per la televisione e per il cinema (con i registi Martin Scorsese, Tsui Hark e Sergio Rubini), è l’autore italiano più richiesto dalle due grandi major del fumetto americano: Marvel e DC Comics, per le quali realizza storie di Batman, Daredevil (Battlin’ Jack Murdock), Captain America, Wolverine, X-Men (Magneto Testament), Spider-man, Iron man, Fantastic 4, Superman, Batgirl, Catwoman e Flash, imprimendo indelebilmente il suo stile e il suo segno su ognuno di questi iconici personaggi e diventando, ben presto, tra gli autori più amati al mondo.

Per il mercato italiano viene chiamato da Sergio Bonelli Editore a realizzare il remake di una delle storie simbolo della lunga saga di Dylan Dog Il Lungo Addio, e – sempre per il mondo dell’Indagatore dell’incubo – è il copertinista della serie I colori della Paura, pubblicata da Gazzetta dello Sport.

Insieme allo sceneggiatore Alessandro Bilotta inventa il personaggio di Giulio Maraviglia e la serie distopica vincitrice di tutti i principali premi di settore La Dottrina.

Realizza il graphic novel Leone, presentato al Festival del Cinema di Venezia e firma disegni e regia del videoclip ufficiale del brano Uomo di varie età di Claudio Baglioni, singolo promozionale del suo album: In Questa Storia che è la Mia.

Collabora con ARF! Festival al progetto collettivo COme VIte Distanti e, sempre insieme ai fondatori del festival romano rivoluziona il mondo del calcio italiano, reinventando gli Avatar delle 20 squadre del Campionato di calcio italiano Serie A TIM e le animazioni di tutte le 760 sigle di apertura e chiusura di ogni partita.

Me Contro Te Il Film – Persi nel Tempo disponibile su tutte le piattaforme

Warner Bros. Pictures presenta una produzione Warner Bros. Entertainment Italia, Colorado Film Production e Me Contro Te, Me Contro Te Il Film – Persi nel Tempo, diretto da Gianluca Leuzzi.  Disponibile per l’acquisto e il noleggio su Apple Tv app, Amazon Prime Video, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, Microsoft Film & TV e a noleggio su Sky Primafila e Mediaset Infinity

Da un soggetto di Luigi Calagna e Sofia Scalia, Me Contro Te Il Film – Persi nel Tempo è scritto da Emanuela Canonico, Andrea Boin, Luigi Calagna e Sofia Scalia e diretto da Gianluca Leuzzi. La fotografia del film è di Vito Trecarichi, il montaggio di Davide Cerfeda, la scenografia di Mario Torre e i costumi di Tecla Turiaco. Le musiche originali del film sono di Stefano Della Casa.

Ecco i primi 10 minuti del film

La trama di Me Contro Te Il Film – Persi nel Tempo

É un giorno speciale per Luì, che finalmente sta per ricevere il diploma da scienziato, e come sempre Sofì è lì al suo fianco a sostenerlo e a dargli coraggio. All’evento non può poi di certo mancare Pongo, il loro amico di sempre. Ancora una volta però, il Signor S e la fedele Perfidia, cercheranno di insidiare i Me Contro Te ma Sofì, con i suoi poteri di fata, e Luì, con la migliore tecnologia degna di un vero scienziato, daranno del filo da torcere ai loro nemici. Qualcosa va storto però e la magia catapulterà tutti in luoghi ed epoche lontane… persi nel tempo! In questo magico viaggio i Me Contro Te scopriranno di avere dei nuovi amici e conosceranno una nuova, agguerritissima nemica. Una fantastica ed emozionante avventura al cinema per Luì e Sofì, piena di sorprese e con tanto divertimento per i loro piccoli fan e tutte le famiglie.

Me contro Te Il Film – Persi nel Tempo è una produzione Warner Bros. Entertainment Italia, Colorado Film Production e Me Contro Te. Il film è stato distribuito nelle sale da Warner Bros. Picture

Oscar 2022: il regista e il film che vorremmo veder vincere

Oscar 2022: il regista e il film che vorremmo veder vincere

Nella generale ripartenza dell’industria cinematografica, quest’anno la cerimonia degli Oscar 2022 sembra essere particolarmente sentita: le voci e i pronostici sui preferiti e sui possibili vincitori non si sono fatte attendere. Nell’attesa di scoprire chi saranno i vincitori della 94a edizione – la cerimonia si svolgerà domenica 27 marzo – abbiamo passato al setaccio le varie candidature e tirato le somme. Come sempre, la concorrenza è alta e ci sono film che sembrano aver già la vittoria in pugno. Ma chi si merita davvero la statuetta d’oro?

Tutti candidati agli Oscar 2022: dal musical, al western, al fantascientifico

Non si riesce ad individuare una tendenza che guida i dieci titoli candidati agli Oscar per la categoria Miglior film: si passa dal remake di un musical della Hollywood classica (West Side Story), al racconto biografico e storico (Belfast), dal western drammatico (Il potere del cane), al fantascientifico (Dune). In realtà, molti dei film candidati sono generi ibridi: Don’t Look Up è un film in parte apocalittico, in parte comico-satirico, Licorice Pizza è un coming of age dalle tinte dolce-amare, La fiera delle illusioni è un thriller (ma non troppo) e un dramma a tratti ironico, senza dimenticare l’outsider CODA – I Segni del Cuore.

In questo calderone generale, come si fa a scegliere? Va detto che sicuramente alcuni titoli risultano tra i favoriti per il peso del nome del regista e del cast stellare che li caratterizza. Ma è sufficiente la fama delle star di Hollywood per accaparrarsi il primo posto agli Oscar? La tendenza degli ultimi anni, con la vittoria di Parasite nel 2020 e di Nomadland nel 2021, ha dimostrato un’inversione di rotta rispetto ai grandi nomi americani. Nella speranza che quest’anno si prosegua sulla stessa linea, c’è chi vede come già scritta la vittoria del film  giapponese Drive My Car. Ma è davvero così scontato il premio per Ryūsuke Hamaguchi?

Proviamo ora a concentrarci sull’essenza dei film candidati, lasciando da parte tutte quelle voci che vedono la già premiata Jane Campion e l’acclamatissimo Il potere del cane come papabili vincitori.

Chi sono i nostri favoriti. E perché proprio Belfast?

Tutti i film in gara, per un motivo o per l’altro, sono ottime produzioni, ma quelli che ci hanno davvero conquistato sono tre: Belfast, Don’t Look Up e Licorice Pizza. Questi titoli riescono a creare qualcosa di potente tra lo spettatore e il mondo rappresentato.

Belfast è forse la prima scelta: con 7 nomination agli Oscar 2022, ha tutte le carte in regola per essere in grande capolavoro. La mano di un regista come Kenneth Branagh non può passare inosservata. Le scelte stilistiche sono forti e ben definite: un bianco e nero quasi integrale, se non per i momenti di diegesi dentro la diegesi, un racconto che unisce immagini, parole, musiche e corpi. Belfast potrebbe vincere il premio Oscar come miglior film perché è completo sotto ogni aspetto: a livello di trama, di recitazione, di costruzione scenica.

Ci troviamo di fronte ad un nuovo-Nuovo Cinema Paradiso. Belfast è la storia di un bambino diventato grande, delle sue origini e del cinema visto come rifugio, porto sicuro.

Kenneth Branagh è un forse un papabile vincitore dell’Oscar alla Miglior Regia, se riesce a scansare Spielberg con il costruissimo West Side Story e la già premio Oscar Jane Campion. Non che i West Side Story e Il potere del cane siano poca cosa. Il primo è un’impresa titanica, un musical fatto di ampie troupe di ballerini, costumi sfarzosi e tanta, tantissima post-produzione. Il potere del cane è un western all’australiana in cui la mano di Jane Campion si fa sentire. Entrambi i film sono mega-produzioni ma sono anche l’emporio dell’ostentazione: in essi domina la visione del regista, che sovrasta ogni altro aspetto del film.

Don’t Look Up per guardare avanti e Licorice Pizza per un tuffo nel passato

Don’t Look Up è il film dell’attualità, del presente: merita di vincere perché racconta la storia del nostro tempo, l’aspetto surreale che si cela nella nostra realtà. Dare un Oscar al film di Adam McKay significa premiare un modo di raccontare innovativo, uno specchio della nostra società interconnessa. L’originalità del film Netflix va riconosciuta anche da coloro che non amano il genere fantascientifico o apocalittico. La satira, i personaggi, ma anche la grafica di Don’t Look Up provengono direttamente dal web e s’inseriscono in un lungometraggio sulla fine del mondo, ampliando i confini del fare cinema.

Un Leonardo DiCaprio mai visto prima, nerd e impacciato, affiancato da star come Meryl Streep e Jennifer Lawrence contribuiscono alla resa di Don’t Look Up, film sostanzioso anche in termini di trama. L’originalità del lungometraggio non può e non deve passare inosservata.

Licorice Pizza non è una rivelazione, ma è un bel film. Quanto è difficile trovarne uno oggi? Paul Thomas Anderson non prova a straziare, ad emozionare, ad avvincere con il suo lungometraggio, non è questa la sua intenzione. Con Licorice Pizza veniamo catapultati  però negli anni Sessanta visti dalla prospettiva di oggi: tutto funziona e ricrea quell’atmosfera vintage un po’ naive che associamo a quel periodo. La storia d’amore strampalata dei due protagonisti, interpretati da Alana Haim e Cooper Hoffman, non può realmente esistere, ma nemmeno la storia generale del film. Eppure, ci conquista. A chi importa del realismo, quando la finzione funziona così bene?

Cosa va premiato alla cerimonia degli Oscar?

Cosa vorremmo che venisse premiato quest’anno dall’Academy? La novità. Ecco perché abbiamo pensato a questi tre titoli. Se a livello di bellezza delle immagini, di bravura attoriale e registica tutti i film candidati agli Oscar 2022 sono su un piano altissimo, ce ne sono alcuni che hanno davvero una marcia in più. Oltre a tutte le valutazioni tecniche del caso, alla fine dei conti ciò che rende un film memorabile è l’energia che è in grado di sprigionare per catalizzare lo spettatore. Al di là dei grandi registi, al di là delle tecniche all’avanguardia, al di là delle star, ci sono pellicole che ”arrivano” e altre che non ce la fanno.

Dune dove lo mettiamo?

Forse il secondo capitolo sarà quello vincente. Per ora, tanta attesa e poca sostanza per il film di Denis Villeneuve. Dune ha dell’incredibile ma non è molto più di un bel film che s’inserisce in una serie di opere simili attorno allo stesso tema: c’è già l’opera matrice, il romanzo di Frank Herbert, il predecessore film di Lynch del 1984 e un sequel già annunciato. Il nome del grande regista, il successo già scritto della saga, il cast fatto di grandi nomi – Oscar Isaac, Timothée Chalamet, Rebecca Ferguson, Zendaya, hanno costruito un’aspettativa altissima che però non è stata soddisfatta. Come anche il regista Villeneuve ha annunciato, questa prima parte serve come premessa per il secondo capitolo. È bene dunque aspettare ancora un po’ prima di premiare agli Oscar il film (e il regista).

Da non sottovalutare il potenziale di CODA

Coda, o in italiano I segni del cuore, è considerato da molti il film rivelazione di quest’edizione degli Oscar 2022: concorre per la categoria Miglior film, Miglior sceneggiatura non originale e Miglior attore non protagonista (Troy Kotsur).

La commedia drammatica di Sian Heder riprende il film francese del 2014 La famiglia Bélier, ed è ugualmente delicata e profonda. La scelta di un cast composto da attori non udenti per interpretare i personaggi sordomuti, rende la pellicola particolarmente realistica ed emozionante. La giovane Emilia Jones (One Day, Youth – La giovinezza), con la sua recitazione ha già conquistato le giurie dei Critcs Choice Awards e del premio BAFTA. Ma, come nel caso di Dune, ancora una volta stiamo parlando di un remake che, per quanto validissimo, non è sinonimo di novità e originalità.

Categoria Miglior film: tutti i candidati all’Oscar 2022

  • Belfast, regia di Kenneth Branagh
  • I Segni del Cuore (CODA), regia di Sian Heder
  • Don’t Look Up, regia di Adam McKay
  • Drive My Car (Doraibu mai kā), regia di Ryūsuke Hamaguchi
  • Dune (Dune: Part One), regia di Denis Villeneuve
  • Una famiglia vincente – King Richard (King Richard), regia Reinaldo Marcus Green
  • Licorice Pizza, regia di Paul Thomas Anderson
  • La fiera delle illusioni – Nightmare Alley (Nightmare Alley), regia di Guillermo del Toro
  • Il Potere del Cane (The Power of the Dog), regia di Jane Campion
  • West Side Story, regia di Steven Spielberg

Categoria Miglior regista: tutti i candidati

I sette mariti di Evelyn Hugo, Netflix al lavoro sull’adattamento

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Liz Tigelaar è stata scelta per adattare il romanzo bestseller I sette mariti di Evelyn Hugo per Netflix, come riporta Deadline. Il progetto sarà adattato in un lungometraggio per la piattaforma e sarà basato sull’omonimo romanzo di Taylor Jenkins Reid, il primo dei bestseller dell’autrice.

Il romanzo racconta la storia della solitaria leggenda di Hollywood Evelyn Hugo, che sceglie una giornalista altrimenti sconosciuta, Monique Grant, per scrivere un profilo sulla sua vita. Durante la loro intervista, Evelyn discute della sua ascesa alla fama e di molti dettagli riguardanti i suoi sette matrimoni, inclusi molti segreti che in precedenza non erano stati rivelati. Mentre Evelyn racconta la sua storia a Monique, tuttavia, emerge una domanda: come mai Evelyn ha assunto proprio Monique?

Tigelaar ha esperienza di lavoro con il materiale originale di Reid in altri contesti. Attualmente sta adattando Malibu Rising, un altro romanzo di Jenkins Reid, per Hulu, incentrato su una famiglia di surfisti legati dal trauma del loro passato e dalle gesta del loro famoso padre dissoluto, Mick Riva. In precedenza, Tigelaar ha adattato il romanzo di Celeste Ng Little Fires Everywhere in una serie limitata per Hulu, con Reese Witherspoon e Kerry Washington come produttori per la serie limitata. Little Fires Everywhere ha ricevuto una risposta critica positiva e ha contribuito a rafforzare le vendite del romanzo di Ng una volta andato in onda.

Spider-Man: No Way Home, il cameo da Homecoming che nessuno ha visto

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Spider-Man: No Way Home nasconde un Easter Egg che quasi nessuno ha colto e che rimanda a un personaggio visto in Homecoming. Un Redditor ha effettivamente scoperto il cameo. Nella scena in cui l’agente Cleary di Arian Moayed arresta Peter Parker per l’attacco a Londra e l’apparente omicidio di Mysterio, Gary Weeks riprende il ruolo dell’agente Foster.

Per chi avesse di un promemoria, l’agente Foster è apparso per la prima volta nella scena di apertura di Spider-Man: Homecoming quando l’Adrian Toomes pre-Avvoltoio viene fermato dalla Damage Control che si assume il compito di ripulire New York dopo la battaglia del 2012.

Anche se l’agente Foster non ha molto da fare in Spider-Man: No Way Home, si tratta comunque di un divertente Easter Egg nascosto che dà ancora maggiore coesione all’universo condiviso della Marvel. Di seguito, la foto dai due film:

Spider-Man: No Way Home, leggi la recensione

Spider-Man: No Way Home è uscito in sala il 15 dicembre. Nel film tornano Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei. Inoltre, nel film ci sono anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che veste i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, Willem Dafoe nei panni di Norman Osborne/Green Goblin e infine Alfred Molina, di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2. Nel film, accanto a Tom Holland, tornano a interpretare Peter Parker/Spider-Man anche Tobey Maguire e Andrew Garfield.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production.

Slow Horses: recensione della serie con Gary Oldman

Slow Horses: recensione della serie con Gary Oldman

É un gioco di specchi ipnotico la miniserie in sei puntate che vede protagonista Gary Oldman. E non soltanto perché si tratta di una spy-story, dove ovviamente quasi nulla è quello che sembra. Slow Horses piuttosto propone esattamente quello che uno specchio fa, ovvero fornire a colui che vi guarda attraverso che riproduce una sembianza di realtà, quando invece si tratta della sua prospettiva ribaltata.

Il ribaltamento di Slow Horses

Il ribaltamento principale dello show è merito dal romanzo originale scritto da Mick Herron, a cui lo show si attiene con quasi totale fedeltà per almeno cinque puntate. Dal momento che il materiale di partenza è molto ben organizzato e preciso nel tono che intende sviluppare,  davvero non era necessario apportare vere e proprie modifiche. Protagonista della storia è il veterano Jackson Lamb (Gary Oldman), agente segreto dell’MI5 caduto in disgrazia e “parcheggiato” a capo di un dislocamento separato dell’agenzia dove finiscono tutti coloro che, in un modo o nell’altro, hanno fatto fiasco. Ultimo arrivato in mezzo al gregge di “sconfitti” è River Cartwright (Jack Lowden), il quale però decide di rimettersi in gioco nel momento in cui un gruppo di estremisti rapisce un giovane minacciando un’esecuzione atroce…

Le pagine del romanzo di Herron ci presentano gli agenti segreti protagonisti come mai li avevamo incontrati in precedenza, ovvero lontani anni luce dal glamour e dal coraggio di James Bond. Le persone che lavorano nella cosiddetta “Slough House” (“Casa del Pantano”) sono pavide, spesso inette oppure eccessivamente rancorose e piene di sé. Insomma, materiale perfetto per costruire una piccola grande commedia degli orrori, uno studio di caratteri che lo show mette in scena con il giusto senso dello sberleffo.

Slow HorsesSlow Horses immerge i personaggi in una non-storia in cui tutti sembrano tirarsi indietro all’idea di diventare protagonisti, e questo crea puntata dopo puntata un cortocircuito di senso corrosivo. A parte Cartwright ogni altra figura sembra disinteressarsi o ancor peggio trascinarsi il più possibile al riparto dagli eventi che accadono. Ovviamente per alcuni di loro si tratta come anticipato di un ammirevole gioco di specchi, dove il riflesso può nascondere la verità di un passato da insabbiare, di un rimorso non sopito, di un dolore che appare impossibile da rimuovere completamente.

Non ci sono eroi in questa miniserie, ma dietro la patina di polvere che ricopre molti degli ambienti principali si possono comunque intravedere figure reali, le quali stentano nella vita di tutti i giorni ma forse posseggono ancora quella scintilla di dignità in grado di redimerli. Ed ecco allora che la sceneggiatura di Will Smith (omonimo dell’attore) e la regia di James Hawes costruiscono scena dopo scena un mosaico umano che parte come comico per poi acquistare uno spessore drammatico sommesso ma preciso, nelle ultime due puntate addirittura vibrante. 

Gary Oldman superstar

L’altro affascinante gioco di specchi che Slow Horses propone riguarda in maniera più precisa Gary Oldman, istrione chiaramente divertitosi un mondo a sviluppare Jackson Lamb, il quale fin dalla rumorosa presentazione nel pilot diventa antitesi radicale di George Smiley, personaggio che ha rappresentato (fino a oggi) la migliore interpretazione della sua carriera, all’epoca de La talpa (2011).

Dove la leggendaria figura creata dalla penna di John Le Carré aveva consentito a Oldman una performance magnificamente trattenuta, misurata alla perfezione per comporre la psicologia raffinata di un uomo abituato a rifugiarsi nella normalità al fine di portare a termine il proprio dovere, Jackson Lamb si muove esattamente nella direzione opposta: volgare, ostentato, persino brutale nella sua sincerità, l’agente dissimula le proprie abilità dietro una cortina di atteggiamenti scurrili e provocatori. Oldman torna a lavorare sopra le righe, a liberare il suo istinto istrionico con un’efficacia degna di ammirazione. È lui il cuore pulsante di Slow Horses, spy-story gioiosamente iconoclasta che merita una visione non preconcetta. E alla fine del sesto episodio si può già assaporare il trailer della seconda stagione!

Barry Keoghan onora tutti gli attori che lo hanno preceduto nel ruolo di Joker

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Barry Keoghan ha condiviso la scena eliminata di The Batman in cui compare nei panni del nuovo Joker, scrivendo un breve post in cui rende omaggio a tutti gli incredibili attori che hanno interpretato il personaggio prima di lui.

https://twitter.com/BarryKeoghan/status/1507053487015841793?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1507053487015841793%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fthe-batman-joker-deleted-scene-barry-keoghan-response%2F

Prima di Keoghan gli attori a interpretare Joker erano stati, tra gli altri, Cesar Romero nella serie con Adam West, Jack Nicholson nel 1989 per Tim Burton in Batman, Heath Ledger ne Il Cavaliere Oscuro, Jared Leto in Suicide Squad, e Joaquin Phoenix in Jokeroltre a Mark Hamill che ha prestato la sua voce al personaggio.

The Batman, il film

The Batman diretto da Matt Reeves uscirà nelle sale il 4 marzo distribuito da Warner Bros Italia. Protagonisti del film insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

Due anni trascorsi a pattugliare le strade nei panni di Batman (Robert Pattinson), incutendo timore nel cuore dei criminali, hanno trascinato Bruce Wayne nel profondo delle tenebre di Gotham City. Potendo contare su pochi fidati alleati – Alfred Pennyworth (Andy Serkis) e il tenente James Gordon (Jeffrey Wright) – tra la rete corrotta di funzionari e figure di alto profilo della città, il vigilante solitario si è affermato come unica incarnazione della vendetta tra i suoi concittadini. Quando un killer prende di mira l’élite di Gotham con una serie di malvagi stratagemmi, una scia di indizi criptici spinge il più grande detective del mondo a indagare nei bassifondi, incontrando personaggi come Selina Kyle / alias Catwoman (Zoe Kravitz), Oswald Cobblepot / alias il Pinguino (Colin Farrell), Carmine Falcone (John Turturro) e Edward Nashton / alias l’Enigmista (Paul Dano). Mentre le prove iniziano a condurlo più vicino alla soluzione e la portata dei piani del malfattore diventa chiara, Batman deve stringere nuove alleanze, smascherare il colpevole e rendere giustizia all’abuso di potere e alla corruzione che da tempo affliggono Gotham City.

Dune: gli incubi di Paul ispirati a quelli di Villeneuve sotto droghe

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Denis Villeneuve ha spiegato l’ispirazione a cui ha attinto per dirigere scene di Dune che vedono Paul alle prese con le sue visioni. In una sincera discussione ospitata dalla Directors Guild of America, il regista ha condiviso che prima che iniziassero le riprese di Dune, ha avuto una brutta esperienza con la droga grazie a una torta condita alla marijuana preparata da suo figlio. La torta ha regalato al regista “il peggior viaggio della mia vita”, tuttavia è comunque riuscito a trasformare l’esperienza in una fonte di ispirazione creativa.

“La verità è che una cosa che mi ha aiutato moltissimo a dirigere Timothée [Chalamet] è che mio figlio aveva cucinato una torta di banane pochi mesi prima che girassimo il film, e la torta di banane era molto ‘piccante’ e io ho avuto il peggior viaggio della mia vita. Ma mi ha aiutato moltissimo, suona stupido, ma a volte è bello sperimentare le cose da soli. Quel brutto viaggio, colpa della marijuana, mi ha aiutato profondamente a dirigere Timothée nelle visioni, a spiegargli lo stato che stavo cercando di ricreare. E, stranamente, quando ho menzionato l’esperienza della torta alla banana a Timothee, l’ha capito! Ecco la verità. Non provarci!”

Dune 2, il film

Dune 2 è l’atteso sequel del film del 2021 Dune diretto da Denis Villeneuve e  interpretato da un cast stellare composto da Timothée ChalametRebecca FergusonDave Bautista, Oscar IsaacZendayaJavier BardemStellan Skarsgård. In Dune 2 confermati gli ingressi nel cast di Florence Pugh, Austin Butler.

Viaggio mitico ed emozionante di un eroe, Dune narra la storia di Paul Atreides, giovane brillante e dotato di talento, nato per andare incontro a un destino più grande della sua immaginazione, che deve raggiungere il più pericoloso pianeta dell’universo per assicurare un futuro alla sua famiglia e al suo popolo. Mentre forze malvage combattono per l’esclusivo possesso della più preziosa risorsa esistente sul pianeta — una spezia capace di liberare tutte le potenzialità della mente umana — solo coloro i quali sapranno sconfiggere le proprie paure sopravviveranno.

Denis Villeneuve ha diretto Dune e ha scritto la sceneggiatura insieme a Jon Spaihts ed Eric Roth, basata sul romanzo omonimo scritto da Frank Herbert. Il film è prodotto da Mary Parent, Denis Villeneuve, Cale Boyter e Joe Caracciolo, Jr. I produttori esecutivi sono Tanya Lapointe, Joshua Grode, Herbert W. Gains, Jon Spaihts, Thomas Tull, Brian Herbert, Byron Merritt e Kim Herbert.

L’Era Glaciale – Le Avventure di Buck, i protagonisti raccontano il film

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Arriva il 25 marzo su Disney+ L’Era Glaciale – Le Avventure di Buck, il nuovo film del famoso franchise campione d’incassi. Tornano tutti i personaggi animati del franchise, che non sarebbero nulla senza le loro voci, ecco cosa hanno raccontato dell’esperienza di doppiare Buck, Eddie, Crash e tutti i protagonisti di questa nuova avventura animata. 

Justina Machado in particolare interpreta Zee, un personaggio nuovo, che esordisce nel franchise con questo film: “Per me è stato eccitante doppiare un personaggio così carismatico, una “social Warrior” e una persona così razionale che riesce a gestire tutto così bene, è stato divertente.”

Al suo fianco, veterano del franchise, c’è Simon Pegg, che per la prima volta si trova a doppiare Buck in un film in cui lui è il protagonista. “Ho aspettato per 12 anni questo film. La cosa bella del franchise è che ci sono tanti personaggi meravigliosi, proprio come un universo condiviso, non credo ci siano altri franchise animati così adatti all’espansione. In un film non puoi stare tanto tempo con tutti i personaggi, quindi questa è una buona occasione per passare del tempo con Buck, Eddie e Crush, ma anche con Zee e con gli altri nuovi personaggi.”

Da veterano del franchise, Pegg si rende conto di quanto sia amato e importante per il pubblico un nuovo film de L’Era Glaciale, ma anche Justina Machado ne era consapevole, quando le hanno offerto il ruolo: “Ero eccitata dall’idea di far parte di questo frnachise, avrei fatto qualsiasi cosa. È stato divertente come è divertente la mia Zee. Poi è circondata da tanti personaggi divertenti. Per me è stata un’esperienza di puro divertimento.”

L’Era Glaciale – Le Avventure di Buck, leggi la recensione del film

Ma da dove è nata la storia e l’idea di tornare a questo franchise dopo sei anni dall’ultimo film? Ne parla la produttrice esecutiva Lori Forte: “Vivo nell’era glaciale da 20 anni, ormai, e questo è un franchise perfetto per espandersi. Abbiamo cominciato con lo sviluppo di Buck, è così eccentrico e avventuroso e Simon lo ha portato in vita per noi, credo che fosse un po’ di tempo che ormai volevamo portarlo di nuovo sullo schermo. E nel voler raccontare un’altra satira nel mondo de L’Era Glaciale, ci è sembrato naturale tornare a Buck e esplorare il suo personaggio di più.”

John Donkin, regista del film, aggiunge: “Penso che questo ci permetta di cominciare a sviluppare i livelli del personaggio di Buck ma anche di introdurre altri personaggi, come Zee, che ci aiutano a conoscere meglio Buck. Abbiamo potuto scavare più a fondo nei personaggi per spiegarli meglio. E Zee è stata una grande aggiunta alla storia di Buck.”

Secondo la produttrice Forte, Il Mondo Perduto era il posto in cui i filemaker volevano tornare a tutti i costi, visto che la risposta del pubblico a quel mondo era stata così positiva. “Poi i nostri consulenti ci hanno consigliato di raccontare qualcosa in più dei dinosauri e di metterli insieme con i Mammut. Abbiamo pensato che il mondo nascosto, in cui alcuni dinosauri sono sopravvissuti, potesse essere affascinante. Poi è un posto così misterioso e bizzarro che sarebbe stato interessante da esplorare ulteriormente.”

“Il concept del film parla di famiglia per scelta  aggiunge John DonkinÈ il nucleo di ogni film dell’Era Glaciale. È nel DNA del franchise. E qui ci chiediamo cosa succede quando la famiglia sente il bisogno di crescere e ognuno vuole andare per la sua strada. Abbiamo esplorato questo aspetto per Eddie e Crash, con la loro sorella adottiva, e abbiamo esplorato anche un po’ la famiglia di Buck. Sì, la famiglia è il nucleo tematico del film e sembrava interessante esplorarlo in questo modo.”

Dopo diversi anni, Simon Pegg si è ritrovato a dover interpretare Buck, soprattutto a farlo in maniera più approfondita, dal momento che in questo caso è il protagonista. Ma sembra che non sia stato troppo difficile per lui: “Buck appartiene ormai alla mia memoria muscolare, perché l’ho interpretato un po’ di volte, ormai – ha raccontato – Ho solo cercato di dormire tanto prima delle sessioni, perché sono tutte estremamente energiche e Buck è sempre pieno di energia. È estenuante, e alla fine sei sempre esausto, e Justine lo può confermare, perché per il live action hai i gesti, il corpo, il volto, mentre qui devi mettere tutto dentro la voce. È incredibilmente divertente, amo Buck, anche solo perché è nato nello stesso anno in cui è nata mia figlia e lei è cresciuta con questi film, e per una strana coincidenza, mia sorella ha partorito questa settimana! Quindi porta la storia avanti. È una gioia per me interpretare Buck, perché per me e per la mia famiglia ha questa ulteriore risonanza.”

Spalla di Buck nel film, ma mai in ombra o in secondo piano rispetto a lui, è Zee, doppiata proprio da Justina Machado: “Abbiamo sviluppato il personaggio insieme. Non è stato troppo difficile interpretare qualcuno così in controllo e così fico, sono i personaggi che preferisco e sono contenta che me l’abbiano lasciato fare. Ma dovevamo capire anche chi era, che voce aveva, come parlava e questo è stato interessante, perché io sono molto “animata” mi muovo molto, ma avevamo bisogno della voce, e davvero questo processo è stato puro divertimento. Ho ottenuto questo lavoro nel bel mezzo della pandemia, ed è stata una fuga bellissima incontrare questo personaggio e questo film che parla di questi argomenti così belli, come il coraggio, l’amore e la famiglia che ti scegli. E non vedevo l’ora di partecipare a ogni sessione, e il personaggio è venuto fuori in maniera molto organica.”

E, come accadeva nel cuore della pandemia, quando i contatti interpersonali erano ridotti all’osso, anche i doppiatori non si sono mai incontrati, in sala di registrazione. Pegg ha detto: “E non ci siamo mai incontrati, per via della pandemia. E questo è uno degli elementi che più sono incredibili dell’animazione, ovvero quello di mettere tutti i pezzi insieme e di creare alchimia e tempi perfetti. Non ho mai incontrato Justine, ed è una cosa molto strana.”

L’Era Glaciale – Le Avventure di Buck è disponibile su Disney+ dal 25 marzo.

L’Era Glaciale – Le Avventure di Buck, recensione del film

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L’Era Glaciale – Le Avventure di Buck, recensione del film

A sei anni dall’ultima avventura al tramonto dell’Era Glaciale, torna il franchise nato in seno alla 20th Century Fox e ora di proprietà della Walt Disney Company con una storia completamente dedicata al furetto pirata dal titolo L’Era Glaciale – Le Avventure di Buck. 

L’Era Glaciale – Le Avventure di Buck – la trama

La trama parte dagli opossum Eddie e Crash. Dopo l’ennesima lite con Ellie, la loro sorella mammut, i due scappano in cerca di un posto dove possano vivere in pace, da soli, come degli adulti, peccato che non sono affatto pronti per questo passo e si ritrovano presto nei guai, finendo nel mondo sotterraneo in cui vivono i dinosauri. Si tratta proprio di quel mondo nascosto che abbiamo conosciuto nel terzo film della saga, ed è proprio qui che ritroviamo Buck, il furetto un po’ picchiatello che cerca di far vivere in armonia le tremende bestie che popolano quella terra. Proprio in compagnia di Buck, i due vivranno l’avventura della vita, mentre Ellie, con Manny, Sia e Diego si lanciano alla loro disperata ricerca, consci, molto più degli opossum, che i due non sono capaci di badare a se stessi…

Far riemergere dai ghiacci il franchise dell’Era Glaciale non è stato certo semplice. Già gli ultimi capitoli erano risultati stanchi, ma L’Era Glaciale – Le Avventure di Buck ridimensiona completamente la scala e l’ambizione, rivelandosi un prodotto che in altri tempi sarebbe finito Direct to video e che invece grazie alla piattaforma di Disney+, arriva direttamente nelle case degli abbonati e sicuramente in questa sede troverà il pubblico giusto: le famiglie.

Una storia per tutta la famiglia

Il comune denominatore dei film del franchise è infatti la famiglia, che sia di provenienza o adottiva, un nucleo di persone che si scelgono, si sostengono, si aiutano e ci cambiano. E così Eddie e Crash sono cresciuti e hanno bisogno del loro spazio, scappano come degli adolescenti che non vogliono più sottostare alle regole di mamma e papà e si trovano con Buck, un solitario che tanti anni prima ha preferito al solitudine rispetto alla vita di branco. Le metafore non sono molto raffinate ma arrivano dritte e pregnanti per una storia che non mancherà di stregare i più piccoli e di permettere ai genitori di condividere con loro del tempo.

Nel cast vocale originale del film torna Simon Pegg, che dà voce a Buck, e con lui ci sono anche Vincent Tong, Aaron Harris, Utkarsh Ambudkar e l’irresistibile Justina Machado, che dà voce a Zee, un personaggio nuovo che diventerà presto il preferito di grandi e piccini.

L’Era Glaciale – Le Avventure di Buck. arriva su Disney+ dal 25 marzo.

Emma Thompson: 10 cose che non sai sull’attrice

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Emma Thompson: 10 cose che non sai sull’attrice

Emma Thompson è una delle migliori attrici che la storia del cinema abbia mai potuto conoscere grazie alla sua versatilità e all’essere sempre brillante. L’attrice, che ha iniziato a recitare sin da giovane, ha sempre dimostrato di saper interpretare i suoi migliori e adatti al suo talento, in grado di misurarsi, in maniera eccellente, anche con altre sfaccettature del cinema.

Ecco dieci cose da sapere su Emma Thompson.

Emma Thompson: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film. La carriera cinematografica dell’attrice inizia nel 1989, quando recita in Due metri di allergia (1989). Successivamente è in Enrico V (1989), Casa Howard (1992), Quel che resta del giorno (1993), Nel nome del padre (1993), Ragione e sentimento (1995), I colori della vittoria (1998) e Love Actually – L’amore davvero (2003). In seguito, recita in film come Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (2004), Nanny McPhee – Tata Matilda (2005), Io sono leggenda (2007), I Love Radio Rock (2009), Tata Matilda e il grande botto (2010), Man in Black 3 (2012), Saving Mr. Banks (2013), Bridget Jones’s Baby (2016), La bella e la bestia (2017), The Children Act (2017). Johnny English colpisce ancora (2018), Men in Black: International (2019), E poi c’è Katherine (2019), Last Christmas (2019) e Crudelia (2021).

2. Ha lavorato anche per prodotti dedicati al piccolo schermo. Nel corso della sua carriera, l’attrice si è dedicata anche a progetti seriali e per la televisionie. Infatti, ha iniziato a recitare grazie al film tv Cambridge Footlights Revue (1982), per poi lavorare in serie come The Young Ones (1984), Alfresco (1983-1984), Tutti Frutti (1987), Cin cin (1992), Ellen (1997), Angels in America (2003), King Lear (2018) e Years and Years (2019).

3. È anche doppiatrice, sceneggiatrice e produttrice. Nel corso della sua lunga carriera, l’attrice ha praticato anche l’attività di doppiatrice, prestando la propria voce per Il pianeta del tesoro (2002), Ribelle – The Brave (2012), Men, Women & Children (2014) e Missing Link (2019). In quanto sceneggiatrice, ha contribuito a scrivere film come Ragione e sentimento, Nanny McPhee – Tata Matilda, Tata Matilda e il grande botto, Effie Gray – Storia di uno scandalo (2014) e Bridget Jones’s Baby. Inoltre, come produttrice ha partecipato alla realizzazione di film come Tata Matilda e il grande botto, Sold (2016), nonché di Last Christman e Road Narrows.

emma thompson

Emma Thompson in Harry Potter

4. Ha usato lenti speciali. L’attrice è nota anche per aver interpretato la professoressa Sibilla Cooman nella saga di Harry Potter, comparendo rispettivamente nel terzo, nel quinto e nell’ottavo film. Per interpretare tale personaggio, l’attrice ha dovuto indossare degli occhiali le cui lenti erano state sostituite con delle lenti d’ingrandimento. Ciò le conferiva l’aspetto bizzarro immaginato dalla Rowling. Secondo la Thompson, però, indossare quegli occhiali le faceva spesso venire le vertigini e la facevano sentir male, poiché dal suo punto di vista appariva tutto molto distorto.

Emma Thompson è Tata Matilda

5. Ha passato del tempo in sala trucco. Per trasformarsi in Tata Matilda, protagonista del film Nanny McPhee – Tata Matilda, personaggio nato dalla penna di Christianna Brand, all’attrice è stata richiesta un’ora di trucco circa per ogni giorno di riprese. La Thompson ha raccontato di aver usato quel tempo di attesa per prepararsi mentalmente ad entrare nei panni del personaggio e vedersi trasformare a livello estetico l’ha aiutata molto in questo processo.

Emma Thompson e il marito Greg Wise

6. È stata sposata con Kenneth Branagh. La Thompson e l’attore e regista Kenneth Branagh  si erano conosciuti sul set della miniserie Fortunes of War nel 1987 e hanno iniziato a frequentarsi, tanto da arrivare a sposarsi nel 1989. Tuttavia, a causa dei rispettivi impegni lavorativi e del fatto che Branagh aveva iniziato a frequentare Helena Bonham Carter nel 1994, l’anno successivo è arrivato il divorzio.

7. È sposata da diversi anni. Sul set di Ragione e sentimento, del 1995, l’attrice ha conosciuto il collega Greg Wise. Dopo il divorzio di lei, i due hanno iniziato a frequentarsi, arrivando poi a sposarsi nel 2003. I due sono insieme da allora e, nel 1999, sono diventati genitori della loro prima figlia, Gaia. In seguito, nello stesso 2003, hanno adottato un bambino rifugiato del Ruanda, Tindyebwa Agaba, nato nel 1987.

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Emma Thompson e gli Oscar

8. Ha vinto due Oscar. Nel corso della sua carriera, l’attrice ha vinto ben due Academy Award: il primo lo ha vinto come Miglior attrice protagonista, nel 1993, per il film Casa Howard, mentre il secondo premio è stato vinto per la Miglior sceneggiatura non originale per Ragione e sentimento, nel 1996.

9. È stata candidata altre tre volte. Oltre ai due premi vinti, l’attrice ha ricevuto altre tre candidature che, però, non si sono poi tramutate in vittorie. Nel 1994, ha ricevuto una nomination per la Miglior attrice non protagonista per Nel nome del padre, mentre nello stesso anno e nel 1996 ha ricevuto quelle per la Miglior attrice protagonista, rispettivamente per Quel che resta del giorno e Ragione e sentimento.

Emma Thompson: età e altezza

10. Emma Thompson è nata il 15 aprile del 1959 a Paddington, Londra. La sua altezza complessiva corrisponde a 173 centimetri.

Fonti: IMDb, The Famous People

Metal Gear Solid, Oscar Isaac rivela: “Stiamo cercando la storia”

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Mentre cresce l’attesa per vedere Oscar Isaac in azione nella serie Moon Knight, forse qualcuno di voi non sa che l’attore è stato anche scelto per interpretare un’altra figura minacciosa e altrettanto nota: Solid Snake, il noto personaggio del franchise videoludico Metal Gear Solid.  L’attore ha ottenuto il ruolo principale per il film Metal Gear Solid a dicembre 2020, ma da allora non si è saputo più nulla. Tuttavia, il film sta ancora cercando di trovare se stesso, poiché lo stesso Isaac ha rivelato che la produzione sta ancora “cercando la storia”. La star di Ex Machina lo ha detto a IGN durante un evento Moon Knight. Quando gli è stato chiesto se avesse aggiornamenti o quali fossero i preparativi per il film, ha dato una risposta rapida ma vaga. “Stiamo cercando“, ha detto. “Stiamo cercando come Solid Snake. Stiamo salendo attraverso i condotti dell’aria. Cerchiamo la storia“.

 

 

Il film di Metal Gear Solid è strisciato molto lentamente nel corso degli anni e i commenti di Isaac implicano che si stia ancora muovendo a quel ritmo lento. E con la mancanza di aggiornamenti e i commenti di Isaac, sembra che le informazioni non riprenderanno almeno nel prossimo futuro.

Questo film ha preso piede in qualche modo dal 2006. Dopo anni di stallo,  il regista di Kong: Skull Island  Jordan Vogt-Roberts era in trattative con la Sony nel 2014 per dirigere il film. Vogt-Roberts, dopo aver ricevuto la benedizione dallo stesso Hideo Kojima , ha fornito alcuni aggiornamenti nel corso degli anni, anche se gran parte delle notizie punta ancora a un film che è ancora in una fase di produzione molto precoce. Nel 2020, ha pubblicato alcuni concept art per il film dell’epoca e una debole anticipazione sul Codec con David Hayter, Christopher Randolph e Paul Eiding che riprendono i loro ruoli rispettivamente di Solid Snake, Otacon e Colonnello Campbell.

The Last of Us: le nuove foto ci danno una prima occhiata a Sam e Henry

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L’imminente adattamento live-action di The Last of US targato HBO è attualmente in produzione e le recenti foto dal set offrono ai fan una prima occhiata a come appariranno Sam ed Henry nella serie in uscita.

Nuove foto dal set mostrano Joel di Pedro Pascal ed Ellie di Bella Ramsey insieme a Sam ed Henry, due personaggi secondari che appaiono nel primo gioco in alcune scene cruciali. Guarda le nuove foto del set e un video del gruppo che attraversa la strada qui sotto:

Per chi non lo sapesse, Henry e suo fratello Sam, 13 anni, sono due personaggi che incontrano Joel ed Ellie durante i loro viaggi nel primo gioco di The Last of US. Le due coppie poi si alleano per un po’ di tempo e viaggiano insieme. Non è chiaro come la serie televisiva tratterà questi due personaggi, anche se, considerando il fatto che sembra essere un chiaro remake del primo gioco, i fan potrebbero aspettarsi un risultato simile.

Last of Us, la serie tv

La serie The Last of US affronterà gli eventi del primo gioco. Tuttavia, secondo The Hollywood Reporter, potrebbe anche affrontare alcune parti viste in The Last of Us Part II.”La serie live-action si svolge 20 anni dopo la distruzione della civiltà moderna“, recita la sinossi. “Joel ed Ellie, padre e figlia, segnati dalla durezza del mondo in cui vivono, sono costretti a sopportare circostanze brutali e assassini spietati durante un viaggio attraverso un’America post-pandemia“.

Insieme a Pascal e Ramsey nel cast ci sono Gabriel Luna (Terminator: Dark Fate) nei panni di Tommy Miller, Nico Parker (Dumbo) nei panni della figlia di Joel Sarah, Anna Torv (Mindhunter) nei panni di Tess e Merle Dandridge (The Flight Attendant) mentre riprende il suo ruolo nel video giochi nei panni di Marlene, la leader di un gruppo di resistenza noto come le lucciole. Nel cast anche Jeffrey Pierce (Bosch) nei panni di Perry, Murray Bartlett (The White Lotus) nei panni di Frank e Con O’Neill (Chernobyl) nei panni di Bill.

La serie live-action è prodotta e co-scritta dal creatore di Chernobyl Craig Mazin e dallo scrittore del gioco originale Neil Druckmann, che è anche uno dei registi. È una coproduzione con Sony Pictures Television in associazione con PlayStation Productions. I produttori esecutivi sono Carolyn Strauss, il presidente di Naughty Dog Evan Wells e Asad Qizilbash e Carter Swan di PlayStation Productions.

Moon Knight: nuovo spot con scene inedite mostra le abilità dell’eroe

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A meno di una settimana dalla sua tanto attesa prima, Disney+ ha rivelato un altro  spot televisivo di Moon Knight,  la serie di supereroi guidati da Oscar Isaac dei Marvel Studios, con alcuni nuovi filmati. Il video continua a esaltare il debutto live-action dell’eroe Moon Knight e questa volta vediamo di più di Steve Grant/Marc Spector compreso le sue abilità e poteri. La serie debutterà in streaming mercoledì 30 marzo.

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Moon Knight

Moon Knight vede protagonisti Oscar Isaac, Ethan Hawke e May Calamawy. Mohamed Diab e il team di Justin Benson & Aaron Moorhead hanno diretto gli episodi. Jeremy Slater è il capo sceneggiatore, mentre Kevin Feige, Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Brad Winderbaum, Mohamed Diab, Jeremy Slater e Oscar Isaac sono gli executive producer. Grant Curtis, Trevor Waterson e Rebecca Kirsch sono i co-executive producer.

Marvel Studios Moon Knight, è la nuova serie serie originale live-action Marvel Studios che debutterà dal 30 marzo in esclusiva su Disney+. La serie segue Steven Grant, un tranquillo impiegato di un negozio di souvenir, che viene colpito da vuoti di memoria e ricordi provenienti da un’altra vita. Steven scopre di avere un disturbo dissociativo dell’identità e di condividere il suo corpo con il mercenario Marc Spector. Mentre i nemici di Steven/Marc si avvicinano, i due devono indagare sulle loro identità complesse mentre si spingono in un mistero mortale tra i potenti dei dell’Egitto.

Moon Knight vede protagonisti Oscar Isaac, Ethan Hawke e May Calamawy. Mohamed Diab e il team di Justin Benson & Aaron Moorhead hanno diretto gli episodi. Jeremy Slater è il capo sceneggiatore, mentre Kevin Feige, Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Brad Winderbaum, Mohamed Diab, Jeremy Slater e Oscar Isaac sono gli executive producer. Grant Curtis, Trevor Waterson e Rebecca Kirsch sono i co-executive producer.

The Batman: ecco la scena tagliata con Joker in versione integrale

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Arriva online dopo alcune anticipazioni nei giorni scorsi la scena integrale di The Barman nel quale l’uomo pipistrello interpretato da Robert Pattinson incontra nientemeno che il re de crimine, Joker! La scena è ambientata naturalmente ad Arkham, il noto manico manicomio criminale di Gotham dove verrà rinchiuso anche Enigma.

Per coloro che non conoscono l’identità dell’attore che interpreta il noto villain, vi vasta sapere che si tratta del giovane attore di talento Barry Keoghan, apparso già sul grande schermo in Il sacrificio del cervo sacro e Dunkirk di Nolan. Recentemente ha preso parte ad un altro cinecomics, Eternals dei Marvel Studios.

The Batman, il film

The Batman diretto da Matt Reeves uscirà nelle sale il 4 marzo distribuito da Warner Bros Italia. Protagonisti del film insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

Due anni trascorsi a pattugliare le strade nei panni di Batman (Robert Pattinson), incutendo timore nel cuore dei criminali, hanno trascinato Bruce Wayne nel profondo delle tenebre di Gotham City. Potendo contare su pochi fidati alleati – Alfred Pennyworth (Andy Serkis) e il tenente James Gordon (Jeffrey Wright) – tra la rete corrotta di funzionari e figure di alto profilo della città, il vigilante solitario si è affermato come unica incarnazione della vendetta tra i suoi concittadini. Quando un killer prende di mira l’élite di Gotham con una serie di malvagi stratagemmi, una scia di indizi criptici spinge il più grande detective del mondo a indagare nei bassifondi, incontrando personaggi come Selina Kyle / alias Catwoman (Zoe Kravitz), Oswald Cobblepot / alias il Pinguino (Colin Farrell), Carmine Falcone (John Turturro) e Edward Nashton / alias l’Enigmista (Paul Dano). Mentre le prove iniziano a condurlo più vicino alla soluzione e la portata dei piani del malfattore diventa chiara, Batman deve stringere nuove alleanze, smascherare il colpevole e rendere giustizia all’abuso di potere e alla corruzione che da tempo affliggono Gotham City.

Moon Knight: Oscar Isaac e i filmmaker raccontano com’è stato realizzare la serie

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Arriva su Disney+ il 30 marzo e si candida a essere una delle serie Marvel più innovative di sempre, grazie e toni cupi che non hanno paura di virare all’horror e a un personaggio oscuro e complesso: parliamo di Moon Knight che ha chiamato ad unirsi al MCU Oscar Isaac, insieme a Ethan Hawke e May Calamawy. Li abbiamo incontrati, insieme ai registi e i produttori dello show, per parlare della realizzazione di Moon Knight e di cosa aspettarci da Marc Spector e Steven Grant.

Secondo quanto dice Grant Curtis, executive producer della mini serie, Moon Knight, in particolare, è stato sul radar di Kevin Feige dal primo giorno” perché la storia editoriale del fumetto ha portato a una fusione graduale e naturale delle storie del personaggio con quelle del Marvel Cinematic Universe. “E penso che questo fosse il momento perfetto. Quando guardi Disney+ e hai bisogno di una tela più ampia per raccontare questa incredibile storia, dal 30 marzo, il pubblico la vedrà, e capirà che questo era il momento perfetto per immergersi nell’universo.”

Oscar Isaac è il protagonista di Moon Knight

Oscar Isaac non è estraneo a grandi franche, come sa bene chi se lo ricorda nei pani di Poe Dameron in Star Wars o nel recente Dune, ma cosa lo ha spinto ad interessarsi al MCU e a Moon Knight?

“Quando l’ho letto, sembrava che ci fosse una reale opportunità di fare qualcosa di completamente diverso, in particolare nell’ambito del MCU, e di concentrarsi davvero su questa lotta interna di questo personaggio, di usare l’iconografia egiziana e il genere dei supereroi e questo linguaggio per parlare di questa vera lotta interna che questa persona sta affrontando. E anche per creare un personaggio indelebile e insolito, in particolare con Steven Grant. Quindi mi è sembrato che una volta che ho avuto una vera opinione su come volevo interpretare Steven e l’ho presentata a tutti e loro l’hanno accolto a braccia aperte, ho anche capito di avere collaboratori reali e incredibili e che sarebbe stata un’avventura creativa.”

Oscar Isaac in Moon KnightCos’è che rende Marc Spector e Steven Grant diversi da alcuni degli eroi che potremmo aver visto in passato?

“Beh, penso che la storia sia basata sul punto di vista – dice Isaac – Significa che sei nella pelle di questo ragazzo e vedi le cose che gli accadono. Vivi la storia proprio come la sta vivendo lui. Quindi c’è qualcosa di terrificante in questo. Penso che in Steven, in particolare, ci sia un senso dell’umorismo diverso da quello che abbiamo visto. Penso che la Marvel in particolare abbia fatto un lavoro straordinario nel combinare azione e commedia in un modo così eccezionale. E ho pensato che con Steven c’era la possibilità di fare un tipo di commedia diverso da quello che abbiamo visto, con qualcuno che non sa di essere divertente, lui non sa di essere divertente. E quindi è stato davvero eccitante. E poi trovare il contrappunto con Marc, in qualche modo appoggiandosi un po’ allo stereotipo del vigilante oscuro e torturato, ma ciò che lo rende così speciale è che ha questo piccolo inglese che vive dentro di lui.”

May Calamawy interpreta Layla, un personaggio che, per non anticipare troppo, si trova a dover aiutare Steven/Marc. “A proposito di Layla? Adoro quanto è forte – dichiara May Calamawy – Ma allo stesso tempo, mi sentivo come se dovessi interpretare l’intera gamma di una donna con lei perché è forte ed è dalla parte delle persone e combatte per ciò in cui crede, ma è anche molto vulnerabile e spaventata. Quindi è stato divertente per me.”

Ethan Hawke è il villain della storia

Il trio protagonista si completa con Ethan Hawke che invece interpreta il villain. “La storia del cinema è lastricata di narratori che usano la malattia mentale come elemento costitutivo del cattivo – ha cominciato Hawke per spiegare il suo personaggio – Voglio dire, ci sono innumerevoli storie di cattivi malati di mente e qui abbiamo un eroe malato di mente. Ed è affascinante perché abbiamo invertito l’intero processo. E quindi ora come antagonista, non posso fare la parte del pazzo perché abbiamo già l’eroe che lo è. Quindi dovevo trovare un pazzo sano di mente o una forza malevola sana di mente. E questo è stato un enigma interessante per me capire come essere in sintonia con ciò che Oscar stava facendo. E Mohamed (Diab, uno dei registi, ndr) stava davvero abbracciando la sua malattia mentale come un modo per creare un narratore inaffidabile. E una volta che hai rotto il prisma della realtà, tutto ciò che il pubblico vede è da un punto di vista distorto. E questo è davvero interessante per il cattivo perché vengo visto per quello che sono. Penso che quello fosse il nostro enigma, ci siamo inventati qualcuno che stava cercando di salvare il mondo. E nella sua mente, lui è Santo Harrow, capisci? Voglio dire, pensa che lui farà parte della grande soluzione.”

A dirigere Moon Knight è stato chiamato in primo luogo Mohamed Diab, seguito poi da Justin Benson e Aaron Moorhead. Insieme i tre hanno firmato i sei episodi della mini serie. 

Mohamed Diab ha spiegato: “Vengo da un background molto indipendente, piccoli film, di solito in Medio Oriente. Ricordo la prima telefonata tra me e Oscar, e lui mi disse: “Mohamed, che diavolo ci fai qui?” Mi ha chiamato in privato. E ricordo di avergli detto qualcosa sulla creazione di storie intime senza pensare al budget. E penso che la Marvel fosse già al lavoro su qualcosa. Ho avuto altre offerte prima per fare film ad alto budget, ma non mi sono mai connesso a niente del genere, storie intime che hanno delle cose importanti che accadono intorno a loro. Tu, come persona normale, scopri di avere un’altra identità che è un supereroe. Quindi sono stato subito attratto. E non voglio mai dimenticare Jeremy Slater per aver creato un’idea così grande su come affrontare la storia, un contrasto così grande. E l’altro aspetto che mi ha davvero attratto è stata la parte egizia, il presente e il passato, l’egittologia di Moon Knight. Come egiziani, ci vediamo sempre raffigurati… lo chiamiamo orientalismo, quando ci vedi come esotici e disumanizzati. Mostrandoci semplicemente come esseri umani, semplicemente normali esseri umani, attraverso il carattere di Layla e vedendo persino l’Egitto così com’è, perché il 90 percento delle volte, l’Egitto non è l’Egitto. Immagina di vedere Parigi e c’è Big Ben sullo sfondo. È così che vediamo il nostro Paese. Quindi è divertente, ma fa male, è proprio questo che mi ha attratto.” 

Tre registi per Moon Knight

Justin Benson e Aaron Moorhead sono stati coinvolti nel progetto più tardi rispetto a Diab. Parlando di Moon Knight come personaggio dei fumetti, Benson ha dichiarato: “Nei circa 50 anni di storie a fumetti, questo personaggio è in qualche modo stato definito dall’essere audace e dall’essere un outsider. E c’era qualcosa di attraente nel raccontare una storia di supereroi come quella, ma poi anche lavorare con un gruppo di persone che stavano lavorando per renderlo qualcosa di personale per loro.”

Aaron Moorhead segue: “Abbiamo cercato di assicurarci che tutti i nostri film indipendenti siano basati su una nuova mitologia. E stranamente, voglio dire, i nostri grandi miti moderni sono i film Marvel in questo momento. Il grande mito americano in questo momento viene dalla Marvel. E in molti altri posti, ma è davvero bello farne davvero parte e raccontare una storia che parla in realtà di questi antichi miti e cose su cui tutti siamo cresciuti. E inoltre, solo il fatto che timbricamente in qualche modo combaci con tutto il nostro lavoro indipendente è davvero, davvero fantastico.”

Oscar Isaac ha anche spiegato come ha fatto a interpretare lo stesso personaggio in cui le sue due personalità si confrontavano, semplicemente facendo assumere dalla Marvel suo fratello Michael Hernandez. “Lui è la cosa più vicina a me che ci sia sulla Terra. Quindi è entrato e interpretava Steven o Marc, anche l’accento e tutto, entrambi gli accenti. È stato davvero utile avere qualcuno che non è solo un grande attore, ma condivide anche il mio DNA con cui recitare. Ma non mi aspettavo che potesse essere così impegnativo interpretarli entrambi. Perché una delle cose divertenti, forse la cosa più divertente della recitazione, sia recitare di fronte a qualcuno e lasciare che accada qualcosa di spontaneo che non ti aspettavi. Ma non c’era davvero un’opportunità per farlo e dovevo cercare di trovare ciò che lo fa sentire spontaneo, far sembrare che non fosse tutto pianificato, come invece era. Quindi è stato impegnativo.”

Moon KnightMarc e Steven sono rispettivamente Americano e inglese, per cui Isaac ha dovuto lavorare anche su due accenti differenti. Come li ha “trovati”?

“Non lo so, la storia è ambientata a Londra – ha detto – E quando ho chiesto come mai, la risposta  sembrava essere che avevamo già troppi personaggi a New York. Quindi per cambiare le cose abbiamo pensato di raccontare di un espatriato a Londra. Ma poi mi è sembrato che ci fosse… voglio dire, amo l’umorismo inglese, come quello di The Office e… c’è così tanto di quell’umorismo che trovo così divertente, e ho pensato che ci fosse un’opportunità qui per fare qualcosa. E se lo facessimo inglese? E se Peter Sellers venisse contattato per un progetto Marvel, cosa farebbe? E così ho iniziato a pensarci, e questo mi ha portato a Karl Pilkington di “An Idiot Abroad”. E non tanto per l’accento ma solo per il suo senso dell’umorismo per cui lui non sa di essere divertente, ma lo è. E poi, ho pensato alla comunità ebraica di Londra e da dove viene gran parte di quella comunità e ho ascoltato gli accenti che sono a nord-est di Londra. E poi ho deciso di farlo e ho scoperto che per il personaggio non si trattava solo dell’accento, ma anche della sua timidezza, del desiderio di entrare in contatto con le persone senza sapere come fare.”

La ricerca per portare sullo schermo Marc/Steven è stata sicuramente impegnativa, ma Oscar Isaac ha consegnato ai fan Marvel un lavoro eccellente, che si potrà ammirare dal 30 marzo su Disney+, quando arriverà Moon Knight.

Bad Sisters: la nuova dark comedy targata AppleTV+

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Bad Sisters: la nuova dark comedy targata AppleTV+

Oggi Apple TV+ ha annunciato il cast e svelato la prima immagine di Bad Sisters, la nuova serie composta da 10 episodi della creatrice candidata all’Emmy Award e vincitrice del BAFTA Sharon Horgan (“Catastrophe”, “Shining Vale”) che farà il suo debutto entro la fine dell’anno.

Bad Sisters è una deliziosa miscela di commedia nera e thriller e segue le vite delle sorelle Garvey legate dalla morte prematura dei loro genitori e dalla promessa di proteggersi sempre a vicenda. Oltre a Sharon Horgan, nel cast della serie ci saranno anche Anne-Marie Duff (“Suffragette”, “The Salisbury Poisonings”), Eva Birthistle (“Brooklyn”, “The Last Kingdom”), Sarah Greene (“Frank of Ireland”, “Dublin Murders”) ed Eve Hewson (“Dietro i suoi occhi”, “I Luminari – Il destino nelle stelle”) nei panni delle cinque sorelle Garvey.

Completano il cast di Bad Sisters Claes Bang (“Dracula”, “The Northman”), Brian Gleeson (“Frank of Ireland”, “Peaky Blinders”), Daryl McCormack (“Good Luck to you, Leo Grande”, “Peaky Blinders” ), Assaad Bouab (“Chiami il mio agente!”, “The Pursuit of Love”) e la nuova arrivata Saise Quinn (“Monster”).

Bad Sisters è prodotto da Merman Productions e ABC Signature, parte dei Disney Television Studios. La serie segnerà il primo progetto della Horgan ad essere presentato in anteprima come parte del primo accordo tra Apple TV+ e la sua società di produzione, Merman.

Bad Sisters è prodotta e scritta da Sharon Horgan con Brett Baer e Dave Finkel (“New Girl”, “United States of Tara”) che hanno curato l’adattamento dalla versione belga della serie “Clan”, creata da Malin-Sarah Gozin (“Tabula Rasa”, “Professor T”). Sharon Horgan, Faye Dorn e Clelia Mountford sono le produttrici esecutive per conto di Merman; Malin-Sarah Gozin, Bert Hamelinck e Michael Sagol (“Sound of Metal”) sono i produttori esecutivi per conto di Caviar. Oltre a Horgan, Baer e Finkel, la serie è scritta da Karen Cogan, Ailbhe Keogan, Daniel Cullen, Perrie Balthazar e Paul Howard. Dearbhla Walsh, Josephine Bornebusch e Rebecca Gatward curano la regia.

Bad Sisters si unisce alla rosa in espansione di serie molto attese che faranno presto il loro debutto su Apple TV+; tra queste “Pachinko – La moglie coreana”, il dramma in lingua coreana, giapponese e inglese basato sull’omonimo romanzo e in uscita il 25 marzo; “Slow Horses”, la nuova serie di spionaggio adattata dai romanzi di Mick Herron, vincitore del CWA Gold Dagger Award, e interpretata dal premio Oscar Gary Oldman, in uscita il 1 aprile; “Shining Girls,” il nuovo thriller metafisico interpretato e prodotto da Elisabeth Moss, vincitrice dell’Emmy, e basato sul bestseller di Lauren Beukes, che uscirà il 29 aprile; “Now and Then“, il nuovo thriller bilingue composto da otto episodi, in uscita il 20 maggio, e altro ancora.

Nova: la Marvel al lavoro su un progetto dalle sceneggiatore di Moon Knight

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In esclusiva da Deadline arriva la notizia che Richard Rider alias Nova è prossimo a far parte del Marvel Cinematic Universe poiché la Marvel sta sviluppando un progetto su Nova con lo sceneggiatore di Moon Knight Sabir Pirzada. Per ora non è noto se questo sarà sviluppato come un lungometraggio o una serie limitata per Disney+. Come sempre, il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige produrrà il progetto.

Nova è apparso per la prima volta in un numero del 1966 di Super Adventures era un membro della forza di polizia intergalattica nota come Nova Corps, per la quale ha acquisito abilità sovrumane tra cui super forza, volo e resistenza alle lesioni. Sebbene il personaggio non abbia avuto molti scontri con alcune delle figure principali dell’MCU attuale o passato, si è scontrato con gli Skrull, che hanno ruoli importanti in progetti Marvel recenti e prossimi, tra cui Captain Marvel e la serie limitata Secret Invasion.

Per quanto riguarda Pirzada, come tanti sceneggiatori che realizzano un progetto Marvel di alto profilo da sviluppare, è emerso attraverso la comunità di scrittori dello studio, facendosi notare, di recente, dalla writers room di Moon Knight, che arriverà su Disney+ il 30 marzo.

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