Michelle
Trachtenberg, attrice amata dai millennials per i suoi
ruoli in Buffy l’ammazzavampiri, Ice
Princess – Un sogno sul ghiaccio della Disney,
Gossip Girl e altri, è stata trovata morta all’età
di 39 anni, secondo quanto riportato da diversi giornali come il
New York Post, ABC News e Deadline. Al momento non sono
state rese note le cause del decesso.
Michelle Trachtenberg tra televisione e
cinema
Nata a New York l’11 ottobre 1985,
la Trachtenberg ha debuttato in televisione in spot pubblicitari a
soli tre anni prima di ottenere un ruolo ricorrente come Lily
Montgomery nella longeva soap opera All My Children. Ha
ottenuto ulteriori riconoscimenti recitando in The Adventures
of Pete & Pete di Nickelodeon ed è stata nominata per un
Daytime Emmy per il suo ruolo nella serie per bambini Truth or
Scare di Discovery, prima di ottenere il ruolo principale di
Harriet M. Welsch nel film del 1996 della Paramount Harriet the
Spy, basato sul classico romanzo per bambini.
Trachtenberg è però meglio nota per
essere entrata a far parte di Buffy
l’ammazzavampiri nella quinta stagione, nel 2000,
interpretando Dawn Summers, la sorella minore
della Buffy di Sarah Michelle Gellar. Il ruolo,
estremamente importante nella serie e confermato poi anche per le
stagioni sei e sette, ha reso la Trachtenberg un’icona, nonché una
delle attrici più amate dai giovani spettatori di quegli anni.
Successivamente, l’attrice si è
fatta notare con ruoli nella commedia cult EuroTrip del
2004 e nel dramma sportivo Disney Ice Princess – Un
sogno sul ghiaccio, dove ha interpretato un’adolescente
libertina che scopre la sua passione per il pattinaggio artistico.
Uno degli altri ruoli più memorabili della Trachtenberg risale al
2008, quando entra a far parte di Gossip Girl nel
ruolo di Georgina Sparks, la manipolatrice e imprevedibile
combinaguai che spesso getta nel caos le vite dell’élite dell’Upper
East Side.
Nello stesso periodo, ha recitato
accanto a Zac Efron e Matthew Perry
nella commedia della Warner Bros 17 Again, interpretando
la figlia del Mike O’Donnell di Perry, che ottiene magicamente la
possibilità di rivivere la sua adolescenza. In seguito, la
Trachtenberg ha continuato a lavorare costantemente in televisione,
con apparizioni in serie come House, Weeds, NCIS: Los
Angeles e Sleepy Hollow. Con il reboot di
Buffy l’Ammazzavampiri in programma, era
possibile che riprendesse il ruolo di Dawn, ma la sua improvvisa
scomparsa spegne ogni speranza a riguardo e getta un’ombra di
tristezza sul cuore dei suoi fan.
Nota per i suoi ruoli da dura in
celebri film action, Michelle Rodriguez è la prova
che si può coniugare la sensualità alla forza fisica. Divenuta
membro stabile all’interno del cast della saga di Fast &
Furious, l’attrice ha negli anni partecipato a numerose note
pellicole di genere, che le hanno permesso di affermarsi come una
delle figure femminili più dure del cinema.
Ecco 10 cose che non sai di
Michelle Rodriguez.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Michelle Rodriguez: i film e le
serie in cui ha recitato
10. Ha preso parte a noti
film d’azione. L’attrice debutta al cinema con il film
Girlfight (2000), ottenendo la parte di Diana Guzman
battendo altre 350 attrici candidati. Ottiene poi una prima
popolarità grazie al ruolo di Letty in Fast and Furious
(2001), recitando accanto all’attore Vin
Diesel. Successivamente acquista ulteriore popolarità
grazie ai film Resident Evil (2002), S.W.A.T. – Squadra speciale anticrimine (2003),
Control (2004), BloodRayne (2005) e Battle in
Seattle – Nessuno li può fermare (2007). Riprende poi il ruolo
che l’ha resa celebre in Fast & Furious & – Solo parti
originali (2009), per poi recitare nel film campione d’incassi
Avatar
(2009), di James
Cameron e con Sam
Worthington e Zoe
Saldana. Negli anni successivi continua a comparire in
film di genere come Machete
(2010), Resident Evil: Retribution (2012), Fast & Furious
6 (2013), Machete
Kills (2013), Fast & Furious 7 (2015), Fast & Furious
8 (2017), Widows – Eredità
criminale (2018), con Viola
Davised Elizabeth
Debicki, Alita – Angelo della
battaglia (2019) e Fast &
Furious 9 – The Fast Saga (2020).
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Anche se attiva quasi
esclusivamente al cinema, l’attrice è nota per essere apparsa anche
sul piccolo schermo nel ruolo di Ana Lucia Cortez nella celebre
serie
Lost, con Evangeline
Lilly e Dominic
Monaghan. Qui è apparsa per un totale di 26 episodi,
comprendo un arco che va dal 2005 al 2010. Il suo debutto in scena
è legato all’episodio Alla deriva, presente nella seconda
stagione della serie. Il personaggio da lei ricoperto, prima dello
schianto aereo, era un’esperta poliziotta, intuitiva e laboriosa.
Tali capacità le torneranno poi particolarmente utili all’interno
delle puntate a lei dedicate.
Michelle Rodriguez: la sua vita
privata
8. Ha fatto coming
out. Nel 2013, durante un’intervista, l’attrice si è
definita come bisessuale, affermando di aver sempre provato
curiosità sia per gli uomini che per le donne. La Rodriguez ha
inoltre dichiarato che spera che la sua sincerità circa le proprie
preferenze sessuali possa essere d’esempio per chi non ha ancora
avuto il coraggio di dar voce al proprio io. La sua speranza è
infatti quella non solo di essere la rappresentante di voci troppo
spesso inudite, ma anche di non dover più imbattersi in situazioni
in cui si è costretti a tacere tali propri orientamenti.
7. Ha avuto celebri
relazioni. Benché l’attrice sia sempre stata
particolarmente riservata circa le proprie relazioni, alcune voci
parlano di un flirt con l’attore Vin Diesel, conosciuto sul set di Fast and
Furious, ma anche con la cantante Pink. Tali gossip non sono
tuttavia mai stati confermati dall’attrice, che ha preferito
lasciare il tutto nel vago. Nel 2014 intrattiene invece un’intensa
storia d’amore con l’attrice Cara
Delevingne, di cui però non ha mai voluto rivelare
troppi dettagli con la stampa. Ad oggi non è certo se l’attrice
abbia o meno una relazione, né, eventualmente, con chi.
Michelle Rodriguez in Lost
6. È stata parte dei
protagonisti della serie. L’attrice compare per la prima
volta nel ruolo di Ana Lucia Cortez nell’ultimo episodio della
prima stagione, tramite un flashback, per poi comparire attivamente
a partire dalla seconda stagione. Il personaggio si rende
particolarmente utile grazie alla sua esperienza come ufficiale di
polizia, in grado di investigare, interrogare e pianificare le
prossime mosse del gruppo. Pur comparendo soltanto nella seconda
stagione, con sporadiche apparizioni successive, il personaggio
dell’attrice ha avuto tute le carte in regola per attrarre gli
spettatori, affezionatisi poi a lei e al suo carattere duro e
combattivo.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Michelle Rodriguez in Machete
5. Ha avuto un ruolo di
rilievo nel film. In Machete, folle film d’azione
diretto da Robert Rodriguez, l’attrice ricopre il
ruolo di Luz. Questa si presenta come una semplice ragazza che
vende panini, ma è in realtà il capo di un’organizzazione di aiuto
per gli immigrati clandestini. La sua presenza si rivelerà
particolarmente utile per la missione del protagonista, con cui si
allea. L’attrice ha raccontato di essere da subito rimasta
entusiasta del film, sentendo che questo era perfettamente nelle
sue corde.
4. Si è allenata
duramente. Per realizzare le numerose sequenze d’azione
previste nel film, l’attrice ha seguito un allenamento quotidiano
per mantenersi in forma. Già atletica grazie ai ruoli action
ricoperti in passato, la Rodriguez ha inoltre richiesto di poter
eseguire da sé le acrobazie previste dal personaggio, senza
ricorrere all’utilizzo di controfigure. Ciò le ha permesso non solo
di calarsi ancor di più nei panni del proprio personaggio, ma anche
di rendere ancor più credibili le sequenze da lei interpretate.
Michelle Rodriguez in Avatar
3. Il regista voleva
lavorare da tempo con lei.James Cameron,
regista di Avatar, ha dichiarato di aver a lungo cercato
un progetto in cui includere la Rodriguez, con cui desiderava
lavorare sin da quando l’aveva vista nel di lei film d’esordio
Girlfight. A lei assegnò la parte di Trudy Chacón, pilota
militare di supporto al programma Avatar. Poiché muore nella
battaglia finale, l’attrice non tornerà a prendere il ruolo nei
sequel previsti. Legata però al franchise, l’attrice ha affermato
di aver fatto visita ai set dei sequel attualmente in lavorazione,
rimanendone affascinata e dichiarando che quanto Cameron sta
realizzando è la cosa più ambiziosa mai vista prima.
Michelle Rodriguez è su
Instagram
2. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 5,5 milioni di persone.
All’interno di questo è solita condividere fotografie scattate in
momenti di svago, con amici o colleghi, come anche immagini dei
luoghi visitati o di curiosità a lei legate. Non mancano tuttavia
anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete. Così
facendo, la Rodriguez permette ai suoi fan di rimanere
continuamente aggiornati sui suoi film in lavorazione, come anche
di scoprire retroscena ad essi legati.
Michelle Rodriguez: età e
altezza
1. Michelle Rodriguez è nata
a San Antonio, in Texas, Stati Uniti, il 12 luglio 1978.
L’attrice è alta complessivamente 165 centimetri.
Michelle
Rodriguezè protagonista di un movimentato video
pieno d’azione appartenente a Machete
Kills, l’ultima fatica di Robert
Rodriguez, sequel del primo capitolo del 2010
Machete, diretto dallo stesso
regista.
Il fascino dell’attrice di origini
portoricane era già noto a tutti, ma qui gli abiti a dir poco
succinti, le movenze da paladina dell’azione e l’affascinante benda
sull’occhio potranno convincere anche chi ancora non ne avesse
un’idea ben precisa…
Distribuito da Lucky
Red, Machete Kills arriva in
Italia il 3 Ottobre 2013.
Ecco la Trama: Il governo degli Stati Uniti recluta
Machete mandandolo in Messico per rintracciare e eliminare un
trafficante d’armi che cerca di lanciare un’arma nello spazio.
Michelle Rodriguez
affiancherà Viola Davis e Cynthia
Erivo nell’heist thriller Widows
diretto da Steve McQueen, regista di
12 anni schiavo, atteso al suo ritorno
sul grande schermo.
Michelle Rodriguez
interpreta una delle quattro donne decise a unire le
forze, dopo che i mariti vengono uccisi durante una rapina. La
missione diventa allora quella di portare a termine il piano
criminale dei consorti.
Gillian Flynn,
autrice del romanzo Gone Girl, ha scritto
insieme a Steve McQueen la sceneggiatura,
tratta dalla miniserie britannica Widows
degli anni Ottanta ad opera di Lynda
LaPlante. Il progetto verrà prodotto da McQueen
insieme a Iain Canning e Emile Sherman della See-Saw
Films, già dietro a Shame.
Manca solo un’attrice per completare
il quartetto delle protagoniste. Chi sarà?
Michelle Rodriguez
e Siguorney Weaver sono le protagoniste del nuovo
film scritto e diretto da Walter Hill (I Guerrieri
della Notte),
(Re)Assignment. Di seguito le prime
immagini:
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La pellicola, che all’inizio della
produzione era intitolata Tomboy, A Revenger’s
Tale, racconta la storia di un letale assassino
(Rodriguez) che cade nelle mani di un folle chirurgo (Weaver) che
lo trasformerà in una donna. Il killer cercherà vendetta insieme ad
un infermiere di nome Johnnie, anch’esso custode di alcuni
segreti.
(Re)Assignment verrà distribuito nelle
sale americane dalla Seban Films.
Walter Hill si
prepara a tornare dietro la macchina da presa. A tre anni di
distanza da Jimmy Bobo Bullet to the Head con Sylvester
Stallone, infatti, il regista di 48 ore e Strade di
fuoco tornerà al cinema per occuparsi della regia di
Tomboy A Revenger’s Tale, che avrà come
protagoniste due vere “guerriere” del grande schermo:
Michelle Rodriguez (Fast & Furious) e
Sigourney Weaver (Alien).
La pellicola, tratta da un soggetto
di Denis Hamill e sceneggiata dallo stesso Hill,
racconterà la storia di un letale assassino (Rodriguez) che viene
tradito da alcuni gangster e trasformato da un fantomatico dottore
(Weaver) in una donna assetata di vendetta. Le riprese del film
inizieranno il 9 novembre a Vancouver.
L’attrice Michelle
Pfeiffer è oggi una vera e propria icona. Interprete di
film di successo, si è sempre distinta per classe e talento,
ottenendo in più occasioni prestigiosi riconoscimenti. Negli anni
la Pfeiffer non ha perso il suo carisma, apparendo ancora oggi in
importanti film con ruoli di rilievo.
Ecco 10 cose che non sai di
Michelle Pfeiffer.
Michelle Pfeiffer film
1. Ha una lunga filmografia
di successi. L’attrice debutta al cinema nel 1980 con il
film The Hollywood Knights, e diviene estremamente
popolare recitando nel film Scarface (1983), accanto
all’attore Al
Pacino. Da quel momento in poi la sua carriera
decolla, e l’attrice appare in importanti film come Tutto in
una notte (1985), Le streghe di Eastwick (1987),
Le relazioni pericolose (1988), Batman – Il
ritorno (1992), L’età dell’innocenza (1993), Wolf
– La belva è fuori (1994), Un giorno… per caso
(1996), Le verità nascoste (2000), Hairspray
(2007), Dark Shadows
(2012), Madre!
(2017), Assassinio
sull’Orient Express (2017), Ant-Man and the
Wasp (2018) e Maleficent – Signora
del male (2019), dove recita accanto
ad Elle
Fanninge Angelina
Jolie.
2. Ha recitato anche in
TV. Nel corso degli anni l’attrice si è distina anche per
alcuni film e serie TV. Tra questi si ricordano B.A.D.
Cats (1980), Casa Butterfield (1981) e The Wizard
of Lies (2017).
Michelle Pfeiffer figli
3. Ha due figli.
L’attrice è stata sposata una prima volta nel 1981 con l’attore e
regista Peter Horton, con il quale però non ha avuto figli.
L’attrice in seguito adotta una bambina, mentre nel 1993 si sposa
nuovamente con il produttore David E. Kelley, con il quale nel 1994
dà alla luce il primo, e unico, figlio naturale.
Michelle Pfeiffer Scarface
4. Ha ferito Al
Pacino. Durante una scena particolarmente violenta del
film, l’attrice ha accidentalmente ferito l’attore, provocandogli
un taglio. La cosa non si è tuttavia rivelata particolarmente
grave, e l’attore ha ripreso a recitare poco dopo l’accaduto.
5. Ha perso molto peso per
il ruolo. Nel film diretto da Brian De
Palma, l’attrice interpreta una tossicodipendente, e per
poter risultare credibile l’attrice ha rivelato di essersi
sottoposta ad una dura dieta che l’ha portata a perdere molto peso.
Stando alle sue parole, tutti sul set erano preoccupati per il suo
dimagrimento, ma l’attrice ha comunque trovato le forze di
completare il film.
Michelle Pfeiffer Ant-Man
6. Non era convinta del
film. In Ant-Man and the Wasp l’attrice
interpreta Janet Van Dyne, moglie del personaggio di
Michael Douglas, scomparsa da tempo nel reame
quantico. L’attrice ha tuttavia ammesso che prima che le venisse
proposto il ruolo non sapeva nulla di Ant-Man, e che era scettica
riguardo il suo potenziale. Successivamente si è ricreduta,
rimanendo sorpresa dal risultato del film.
7. È pronta a tornare in un
terzo capitolo. Dopo essere apparsa nel secondo film
dedicato al personaggio di Ant-Man, l’attrice si è dichiarata
entusiasta dell’esperienza, confermando di essere disponibile a
riprendere il suo ruolo nel terzo capitolo sul supereroe.
Michelle Pfeiffer Maleficent
8. Ha interpretato il
villain. In Maleficent – Signora del male,
l’attrice interpreta la regina Ingrid, il cui obiettivo è quello di
separare per sempre umani e creature fantastiche. Questa è la
quarta volta che l’attrice recita il ruolo di un cattivo. Gli altri
sono Catwoman in Batman – Il ritorno, Velma Von Tussle in
Hairspray e Lamia in Stardust.
Michelle Pfeiffer 2019
9. È stato un anno
importante. Il 2019 è stato un anno importante per
l’attrice, che è apparsa in un cameo nel film campione d’incassi
Avengers:
Endgame. È poi stata protagonista del film Maleficent
– Signora del male, attualmente in sala e in vetta al box
office. L’attrice è inoltre impegnata sul set del film French
Exit, previto per il 2020 in sala.
Michelle Pfeiffer età e
altezza
10. Michelle Pfeiffer è nata
a Santa Ana, in California, Stati Uniti, il 29 aprile
1958. L’altezza complessiva dell’attrice è di 171 centimetri.
Nonostante quella di Anne
Hathaway sia per bellezza e personaggio più vicina alla
sensibilità moderna, la Catwoman di
Michelle Pfeiffer rimane, nel cuore dei fan che
pure hanno amato il personaggio di Nolan, l’emblema della
rappresentazione della gatta ladra sul grande schermo.
La Selina Kyle messa in scena dalla
Pfeiffer è un concentrato di pericolo e seduzione con il giusto
tocco di follia che rende i personaggi, declinati da Tim Burton,
unici nel loro genere.
Parlando con Variety,
Michelle Pfeiffer ha dichiarato che le piacerebbe
molto interpretare di nuovo il ruolo di Catwoman,
ma che preferirebbe utilizzare la CGI questa volta, invece che
mettere in bocca un uccellino vivo.
“Non posso credere che l’ho
fatto sul serio. Avrei potuto beccarmi una malattia!” Ha
dichiarato, salvo poi confermare la sua grande stima per
Tim Burton: “Era tutto lui. Lui è stato capace
di portare cuore, oscurità e allo stesso tempo umorismo al
film.”
Michelle Pfeiffer è
al cinema con madre! e arriverà presto trai passeggeri del treno
più famoso del cinema di genere con Assassinio sull’Orient
Express.
La sua interpretazione di
Catwoman resta iconica nella storia del cinema e
il personaggio dovrebbe ricomparire sul grande schermo in
Gotham City Sirens, con Harley
Quinn e Poison Ivy.
Dopo l’esperienza con un personaggio
DC, la Pfeiffer “passerà a Marvel” con il ruolo di
Janet Van Dyne nel prossimo Ant-Man and the
Wasp.
Reciteranno una accanto all’altra in
Maleficent – Signora del Male, ma Michelle
Pfeiffer ed Elle Fanning potrebbero avere
altro in comune. Sappiamo infatti che Michelle
Pfeiffer è stata la prima ipnotica e amatissima
Catwoman del grande schermo, nel
Batman di Tim Burton, e sappiamo
anche che presto arriverà al cinema una nuova versione del Crociato
di Gotham. Sembra probabile, quindi, che sia il tempo anche di una
nuova Catwoman, alla luce del fatto che sembra che il film, con
Robert Pattinson protagonista, possa mostrare più
di un antagonista.
Alla premiere mondiale di
Maleficent – Signora del Male, Michelle
Pfeiffer ha dichiarato che come futura Catwoman,
Elle Fanning potrebbe essere una scelta
sorprendente ma magnifica, visto che la giovane attrice mostra, a
ogni prova, una maggiore versatilità per ogni sorta di ruolo.
Chissà che la proposta non arrivi alle orecchie di Matt
Reeves!
Ricordiamo che, oltre alla Pfeiffer,
il personaggio di Selina Kyle è stato interpretato da Halle
Berry, nel disastroso standalone della Warner Bros, e da
Anne Hathaway, ne Il Cavaliere Oscuro – il
Ritorno, di Christopher Nolan.
Il film arriverà il 29 maggio 2020,
continuando a cavalcare l’onda dei live action dei classici Disney,
e si intitolerà Maleficent: Mistress of Evil, da
noi Maleficent – Signora del Male.
Maleficent – Signora del
Male sarà diretto da Joachim
Ronning, che collaborerà ancora con Espen
Sandberg, come per Pirati dei Caraibi – La
vendetta di Salazar.
Il film rientra nella nuova politica
Disney del revival in live action del classici d’animazione. Dopo
il primo capitolo, Cenerentola, La Bella e la Bestia e
Il Libro della Giungla, già arrivati in sala e
Aladdin, Dumbo e Il Re Leone previsti entro
quest’anno, Maleficent – Signora del Male si
aggiunge alla lista di film che riproporranno in carne e ossa i
personaggi iconici della Casa di Topolino, insieme a tanti altri
confermati e molti che sicuramente arriveranno.
Michelle Pfeiffer
sta vivendo una seconda giovinezza cinematografica grazie anche
alla Disney che, prima in Ant-Man and the
Wasp, e poi in Maleficent – Signora del
Male, l’ha scelta per interpretare due donne
completamente differente nei suoi franchise.
L’attrice è una vera e proprio
icona, una delle dive di Hollywood, nota per la sua bellezza e per
la sua grazia che passa tutta attraverso lo schermo. Idolo
indiscusso dei fan di Tim Burton, Michelle
Pfeiffer è sta la prima Catwoman cinematografica della
storia, che, così come il Batman di Michael
Keaton, è rimasta nel cuore degli spettatori.
Adesso, con all’orizzonte una nuova
giovane attrice destinata
al ruolo, Zoe Kravitz, la veterana del costume
di latex si è sentita simpaticamente in dovere di dare un consiglio
alla collega.
Durante un’ospitata a Good Morning
America per promuovere proprio Maleficent
2, è stato chiesto all’attrice se avesse qualche consiglio
da dare a Kravitz. E ha così risposto: “Che si assicuri,
durante la progettazione del costume, che ci sia un modo per andare
in bagno mentre ce l’ha addosso!” Il commento non sembra
troppo differente da quello che Christian Bale ha
già dato a ben due Batman differenti!
Confermati nel cast di
The
Batman, al momento, sono Robert
Pattinson nei panni del protagonista, Zoe
Kravitz in quelli di Catwoman, Paul Dano
in quelli dell’Enigmista e Jeffrey Wright in
quelli del nuovo Commissario Gordon.
Il cinecomic riavvierà le sorti del
crociato di Gotham al cinema, ma sembra che i piani del regista per
il franchise si estenderanno ad una trilogia, introducendo sullo
schermo altri supereroi e villain dei fumetti.
Pochi giorni dopo essersi
assicurato la presenza di Robert De Niro, Luc Besson sta portando a
termine un altro ‘colpo’ per il cast di Malavita, la sua nuova
commedia nera: Michelle Pfeiffer è stata infatti ufficialmente
contattata per prendere parte al progetto. Pfeiffer, attualmente
sugli schermi in Dark Shadows, avrebbe la parte della moglie di De
Niro, che oltre ad aver sposato un boss criminale, è anche affetta
di piromania (la tendenza a dare fuoco agli oggetti).
Besson e il co-sceneggiatore
Michael Caleo hano steso la sceneggiatura partendo dal romanzo
Badfellas di Tonino Benacquista, che segue le vicende
ina nota famiglia mafiosa trasferita in Francia nel corso di un
programma di protezione testimoni; i problemi sorgono quando il
richiamo delle vecchie abitudini diventano irresistibili e i
protagonisti tornano alle abituali pratiche criminali. Besson è
intenzionato a girare il film nel prossimo agosto, in
Normandia.
Dopo le dichiarazioni di
Johnny Depp di ieri sul film, ecco arrivare alcune
notizie riguardanti il casting. Sembrerebbe che in trattative ci
sarebbero nientemeno che Michelle Pfeiffer e l’ormai onnipresente
nei progetti burtiani Helena Bonham Carter…
Deadline riporta
la notizia aggiungendo che Michelle Pfeiffer sta chiudendo gli
ultimi dettagli di un accordo che la porterà a interpretare
Elizabeth Collins Stoddard, la solitaria matriarca della famiglia
Collins e che non ha mai lasciato la villa sin dalla scomparsa del
marito. Mentre Helena Bonham Carter dovrebbe interpretare Hoffman,
una psicologa specializzata in rari disordini legati al sangur, che
si trasferisce in città all’inizio del film. Ricordiamo che il cast
oltre a questo rumorso e a Depp, comprende anche la bella Eva
Green.
The
Batman diretto da Matt Reeves
uscirà nelle sale il 4 marzo distribuito da Warner Bros Italia.
Protagonisti del film insieme a Robert
Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno
anche Colin
Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe
Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul
Dano (Enigmista) e Andy
Serkis (Alfred). Infine, John
Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast
anche Peter
Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore
Distrettuale di Gotham.
Due anni trascorsi a pattugliare le
strade nei panni di Batman (Robert
Pattinson), incutendo timore nel cuore dei criminali,
hanno trascinato Bruce Wayne nel profondo delle tenebre di Gotham
City. Potendo contare su pochi fidati alleati – Alfred Pennyworth
(Andy
Serkis) e il tenente James Gordon (Jeffrey
Wright) – tra la rete corrotta di funzionari e figure
di alto profilo della città, il vigilante solitario si è affermato
come unica incarnazione della vendetta tra i suoi concittadini.
Quando un killer prende di mira l’élite di Gotham con una serie di
malvagi stratagemmi, una scia di indizi criptici spinge il più
grande detective del mondo a indagare nei bassifondi, incontrando
personaggi come Selina Kyle / alias Catwoman (Zoe
Kravitz), Oswald Cobblepot / alias il Pinguino
(Colin
Farrell), Carmine Falcone (John
Turturro) e Edward Nashton / alias l’Enigmista
(Paul
Dano). Mentre le prove iniziano a condurlo più vicino
alla soluzione e la portata dei piani del malfattore diventa
chiara, Batman deve stringere nuove alleanze, smascherare il
colpevole e rendere giustizia all’abuso di potere e alla corruzione
che da tempo affliggono Gotham City.
Tim Robbins dirigerà nel
film Man Under Michelle Pfeiffer e Chloe Moretz, ad
annunciarlo è Variety che ha affermato che Robbins comparirà
nella pellicola anche da attore e dirigerà
In una recente intervista con
l’Hollywood Reporter, la produttrice Victoria
Alonso ha nominato Michelle Pfeiffer
discutendo dei piani di lavorazione dei Marvel Studios e del modus operandi
del team che agisce dietro le quinte di questi enormi
blockbuster.
Ma quando le è stato chiesto che
tipo di esperienza sia stata vivere sul set di una produzione così
grande come Avengers: Infinity War, la
Alonso è sembrata rivivere tutte le emozioni provate:
“Non ho intenzione di mentire a
riguardo: ho pianto. Vedere tutte quelle star di Hollywood insieme
è stato incredibile…come quando ho pensato “Aspetta, ma quella è
Michelle Pfeiffer?“
Senza volerlo, la produttrice
potrebbe aver anticipato un dettaglio inedito ai fan: l’attrice,
che nel MCU esordirà nei panni di
Janet Van Dyne in Ant-Man and The
Wasp, potrebbe effettivamente avere un cameo nei prossimi
due film degli Avengers (Infinity War e
Avengers 4, visto che sono stati
girati quasi contemporaneamente).
Certo è che rivedremo
la Pfeiffer in Ant-Man and The
Wasp, atteso nelle sale il 6 luglio
2018 e diretto da Peyton Reed, vede
nel cast anche Paul
Rudd, Evangeline
Lilly, Michael Douglas,
Michael Pena, David
Dastmalchian e Laurence
Fishburne.
Di seguito la sinossi ufficiale del film:
Dal Marvel Cinematic Universe, arriva
Ant-Man and the Wasp, un nuovo capitolo del MCU con protagonisti i due eroi con
la straordinaria abilità di cambiare dimensione. A seguito degli
eventi di Captain America: Civil War, Scott
Lang deve scendere a patti con le conseguenze della sua scelta sia
come super eroe che come padre. Lotta per trovare un nuovo
equilibrio tra la sua vita a casa e le sue responsabilità in quanto
Ant-Man, deve confrontarsi con Hope van Dyne e suo padre, Hank Pym,
per una missione urgente. Scott deve indossare di nuovo la sua tuta
e imparare a combattere al fianco di Wasp come compagna di squadra
per collaborare e svelare dei mistero del passato.
L’attrice Michelle
Monaghan potrà non essere un nome particolarmente
familiare, ma negli anni si è costruita una solida carriera
partecipando a numerosi film d’azione, commedie e thriller ad alta
tensione. Celebre anche per i suoi ruoli televisivi, come quello
nella prima stagione della serie True Detective, la
Monaghan si è negli anni guadagnata le attenzioni di critica e
pubblico, che l’hanno seguita nel crescere della sua filmografia,
apprezzandone la versatilità.
Ecco 10 cose che non sai su
Michelle Monaghan.
Michelle Monaghan: i suoi film
1. Ha recitato in numerosi
lungometraggi. L’attrice debutta al cinema nel 2002 con il
film L’amore infedele. Negli anni successivi la sua
popolarità cresce grazie alla partecipazione a film come The
Bourne Supremacy (2004), Mr. & Mrs. Smith (2005),
Mission: Impossible III (2006), Gone Baby Gone
(2007), Lo spaccacuori (2007), Trucker (2008) e
Un amore di testimone (2008). L’attrice si fa
ulteriormente notare con i suoi ruoli in Somewhere
(2010), Parto col folle (2010) e Source Code
(2011). Negli ultimi anni ha invece partecipato ai film La
formula della felicità (2014), Pixels
(2015), Boston – Caccia all’uomo (2016) e Mission: Impossible –
Fallout (2018).
2. È celebre per i ruoli
televisivi. Dopo aver recitato in alcuni episodi delle
serie Young Americans (2000), Law & Order – Unità
vittime speciali (2001) e Boston Public (2002-2003),
l’attrice è divenuta celebre per il ruolo di Maggie Hart nella
prima stagione della serie True Detective (2014). Dal 2016
al 2018 è invece tra i protagonisti della serie The Path,
dove recita accanto all’attore Aaron
Paul.
3. Ha ricoperto il ruolo di
produttrice. Nel corso della sua carriera l’attrice si è
cimentata anche come produttrice, una prima volta per il film
Trucker e in seguito per la serie The Path.
4. Ha ricevuto nomination a
importanti premi per i suoi ruoli. Per il suo ruolo nella
serie True Detective l’attrice è stata nominata come
miglior attrice non protagonista ai premi Satellite Awards e Golden
Globe.
Michelle Monaghan è su
Instagram
5. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 1,1 milioni di
persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere
fotografie scattate in momenti di svago, in compagnia della propria
famiglia o dei propri amici. Non mancano tuttavia anche immagini e
video promozionali dei suoi progetti da interpreti.
Michelle Monaghan: la sua vita
privata
6. È sposata e ha dei
figli. Nel 2000, durante un party, l’attrice conosce Peter
White, grafico australiano. I due si sono sposati poi cinque anni
dopo, nel 2005. La coppia ha poi avuto due figli, nati
rispettivamente nel 2008 e nel 2013.
Michelle Monaghan e la
Fiorentina
7. Sostiene la squadra di
calcio italiana. Nel febbraio del 2019 l’attrice ha fatto
sapere tramite i propri profili social di aver assistito ad una
partita della squadra di calcio Fiorentina contro l’Inter, seduta
in Curva Fiesole con tanto di sciarpa viola, simbolo della squadra
toscana.
Michelle Monaghan in True
Detective
8. Sedurre il protagonista è
stata la cosa per lei più difficile. Nella serie l’attrice
interpreta la moglie del personaggio di Woody
Harrelson. Desiderosa di liberarsi del proprio
infelice matrimonio, la donna sedurrà poi Rust Cohle, interpretato
da Matthew
McConaughey. L’attrice ha dichiarato che la scena si è
rivelata particolarmente difficile da girare, per via dell’alto
tasso erotico. Tuttavia con l’aiuto del collega le riprese sono
andate per il meglio.
9. Ha accettato subito il
ruolo. Gli ideatori Cary Fukunaga e
Nic Pizzolato proposero il ruolo all’attrice, che
non appena ebbe letto la sceneggiatura di alcuni episodi accettò la
parte, pur non sapendo ancora alcuni dei risvolti narrativi del suo
personaggio.
Michelle Monaghan età e
altezza
10. Michelle Monaghan è nata
a Winthrop, in Iowa, Stati Uniti, il 23 marzo 1976.
L’altezza complessiva dell’attrice è di 170 centimetri.
Come abbiamo imparato dal
personaggio di Jamie Kennedy, Randy Meeks,
in Scream,
i film horror hanno alcune regole che
vengono affrontate e rispettate. Insieme a quella di non dire mai e
poi mai “Torno subito” quando si esce da una stanza e di non fare
uso di droghe o alcolici, c’è anche quella di non contare sul fatto
che quella persona sia completamente morta finché non si vede un
corpo. Anche se vedete un cadavere, come è successo tante
volte con personaggi come Michael Myers, Ghostface e Jason, potrebbero comunque
tornare. Così, quando Collider ha chiacchierato con la star di
MaXXXine,
Michelle Monaghan, in occasione di una
recente puntata di Ladies Night,
la rivista non ha potuto fare a meno di chiederle qualche
chiarimento sul destino del personaggio.
I momenti che hanno preceduto
l’ultima apparizione della Monaghan sullo schermo hanno visto il
suo personaggio morire in un tripudio di gloria, mentre lei e il
detective Torres di Bobby Cannavale
arrestavano un gruppo di pazzi fondamentalisti che stavano girando
un vero e proprio film dell’orrore per dimostrare i pericoli di
Hollywood. Entrambi gli agenti hanno attraversato i boschi quando
il loro principale colpevole, il padre di Maxine (Mia
Goth), Ernest Miller (Simon
Prast), si è dato alla fuga, ma le ferite riportate dal
detective Williams si sono rivelate troppo gravi. Certo, abbiamo
visto il detective Williams di Monaghan beccarsi qualche
proiettile prima di crollare a terra, ma in questo genere di film
si è sopravvissuti a ben di peggio.
Rispondendo alla domanda di Collider su cosa fosse successo
all’infuocata detective una volta che la telecamera si è spostata
sull’inquadratura successiva, Monaghan ha confermato che, almeno
nella sua mente, “credo sia morta”. Tuttavia, si è
detta entusiasta di guardare il momento attraverso gli occhi dei
fan dell’horror e ha detto che non le dispiacerebbe affatto se il
detective Williams uscisse da quella notte, magari un po’ malconcio
ma con una benda sull’occhio “piuttosto sexy”, aggiungendo: “Potrei
dover mandare un messaggio a Ti
[West] dopo questo”.
Un modo micidiale di uscire di
scena
Anche se il suo personaggio non è
arrivato ai titoli di coda, la Monaghan è stata più che grata per
il modo in cui West ha progettato la sua grande scena di morte. Per
un film sull’industria cinematografica che
si svolge a Hollywood, non c’è luogo
migliore in cui un personaggio principale possa morire se non sotto
le lettere dell’insegna di Hollywood. Monaghan ha raccontato gli
ultimi momenti del detective Williams dopo una sparatoria con una
setta di cristiani fondamentalisti,
“È sicuramente un po’ sbilenca
perché il suo equilibrio è saltato.Adoro quella
scena di morte perché [West] è famoso per le sue
incredibili scene di morte, e io ho pensato: “Oh mio Dio, mi sono
spento davanti all’insegna di Hollywood”.Quanto è
significativo?[Voglio dire, è stato molto bello.Mi
è piaciuto molto.Con il crocifisso, per giunta.È
stato super radicale.E sì, penso che sia morta, ma caspita,
se vuole tornare in qualche modo, forma o modo con un
occhio solo, penso che sia fantastico anche
quello”.
Guardate l’intera conversazione di
Monaghan con Collider nella nuovissima Ladies Night qui
sotto.
Michelle Monaghan(
Mission Impossible III,Source Code, Gone Baby
Gone) sarà la protagonista del nuovo film tratto da
Nicholas Sparks, The Best of
Me. Il film sarà diretto da Michael
Hoffmann e racconterò di una coppia, già fidanzatini al
liceo, che si riunirà dopo molti anni in occasione del ritorno
nella loro piccola città del North Carolina. Il romanzo di Sparks è
uscito nel marzo 2013 e lo scrittore produrrà il film insieme a
Ryan Kavanaugh e Denise Di Novi. Will Fetters fimerà la
sceneggiatura.
Michelle Monaghan non è nuova a far
parte di un ensemble di star. L’attrice è apparsa di recente al
fianco di nomi come Mia Goth,
Kevin Bacon e Bobby
Cannavale in MaXXXinedi Ti West, mentre
il suo prossimo ruolo sul piccolo schermo la vedrà al fianco di
personaggi come Vince Vaughn,
Rob Delaney, e Jodie
Turner-Smith in Bad
Monkey di Apple
TV+. Ma quando abbiamo saputo che l’attrice nominata ai Golden
Globe avrebbe aggiunto il suo nome all’elenco delle presenze per
l’imminente terza stagione della serie della HBO,
The White Lotus, abbiamo capito che era
l’aggiunta perfetta a un cast già notevole.
Finora sappiamo che nomi come
Jason Isaacs del franchise di Harry
Potter, Carrie Coon di The Gilded Age e
Walton Goggins di The Righteous
Gemstones fanno tutti parte del dinamico ensemble.
Con queste premesse, non dovrebbe sorprendere che quando Collider
ha avuto l’occasione di chiacchierare con la Monaghan nell’ultimo
episodio di Ladies Night, abbia
chiesto all’attrice chi, tra i membri del cast, avesse superato le
sue aspettative, lasciandola entusiasta di vedere il loro lavoro.
Senza esitare, la Monaghan ha risposto: “Parker
Posey”.
La nostra regina indie degli anni
’90. Conosciuta per i suoi ruoli in classici come
Dazed and Confused,
The Daytrippers,
Clockwatchers e Scream
3, e per aver collaborato spesso con il regista
Christopher Guest, la Posey è, come ha
detto elegantemente Michelle Monaghan, “la regina delle
nostre vite, come tutti i nostri sogni indie”. Parlando di
come è stato lavorare con la famosa
interprete, Monaghan ha raccontato,
“Lei non
delude.Ho vissuto con Parker Posey, quindi ho un
debole per quella donna.È così eterea, ma allo
stesso tempo radicata, eccentrica e di grande talento.È incredibile il suo talento, ma è anche la più straordinaria
sostenitrice del potere femminile.“Non è un gas,
Michelle?Mi sedevo e la ascoltavo.Prendi la
parola.Faremo colazione qui, ma non dirò una parola.Voglio solo ascoltarti mentre parli del mondo”.
Sebbene siano stati compagni di
stanza durante le riprese di
The White Lotus, non è ancora chiaro come i
loro personaggi si relazioneranno l’uno con l’altro nel
prossimo episodio della serie antologica.
Come sappiamo dalle ultime due stagioni, non importa quanti soldi
gli ospiti del resort abbiano nel loro conto in banca, gli
incidenti mortali sembrano essere attratti
dalla proprietà come calamite. Ma siamo certi che, a prescindere
dal loro destino, Monaghan, Posey e il resto del cast
deliziosamente brillante ci regaleranno un’altra straordinaria
stagione della pluripremiata serie.
Una famiglia che, trasferitasi a
vivere in un Paese del sudest asiatico, si troverà nel bel mezzo di
un colpo di Stato, lottando per la sopravvivenza: questa la trama
di In The Coup, nuova opera di John Erick Dowdle (regista noto
finora per un paio di horror, Devil e Quarantine, di scarso
successo). Dopo aver preso Owen Wilson, il progetto vede ora
salire a bordo anche la protagonista femminile, Michelle Mohagan;
della partita sarà anche Pierce Brosnan, nel ruolo di un
funzionario governativo che si adopererà per aiutare i
protagonisti. L’inizio delle riprese è previsto per ottobre.
Guarda l’intervista a Michelle Dockery, la protagonista di
Downton Abbey II – Una nuova era, il nuovo film basato
sulla serie di successo Downton Abbey. Dal pluripremiato scrittore
Julian Fellowes arriva il film evento Downton Abbey II: Una
Nuova Era. L’attesissimo ritorno cinematografico del
fenomeno globale riunisce l’amato cast in un grande viaggio nel sud
della Francia per scoprire il mistero della villa appena ereditata
dalla Contessa Madre di Grantham.
Il cast di Downton Abbey
ritorna ancora una volta per un secondo film! In aggiunta
al cast originale ci saranno Hugh Dancy, Laura Haddock,
Nathalie Baye, Dominic West e Jonathan Zaccaï.
Downton Abbey II – Una nuova era è diretto da Simon
Curtis e scritto da Julian Fellowes, prodotto da Gareth Neame, Liz
Trubridge, Julian Fellowes. Protagonisti il cast storico Hugh
Bonneville, Laura Carmichael, Jim Carter, Brendan Coyle, Michelle
Dockery, Kevin Doyle, Joanne Froggatt, Harry Hadden-Paton, Robert
James-Collier, Allen Leech, Phyllis Logan, Elizabeth McGovern,
Sophie McShera, Tuppence Middleton, Lesley Nicol, Maggie Smith,
Imelda Staunton, Penelope Wilton.
Michelle Dockery è
una di quelle attrici che ha contribuito alla rivoluzione del
piccolo e grande schermo grazie alle sue interpretazioni.
L’attrice, che ha una carriera consistente alle spalle, ha
dimostrato sin da subito di essere un’attrice di talento, in grado
di conquistare gran parte del pubblico mondiale e diventando una
delle attrici più apprezzate.
Ecco, allora, dieci cose che
non sapevate su Michelle Dockery.
Michelle Dockery: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in celebri
film. La carriera cinematografica dell’attrice inizia nel
2011, quando debutta sul grande schermo apparendo in Hanna, per poi lavorare
in Anna Karenina (2012),
Non-Stop (2014) e
Self/less (2015). In
seguito, prende parte a film come L’altra metà della
storia (2017), Downton Abbey (2019) e
The Gentlemen (2020). Nel 2022 torna al cinema con
Downton Abbey II – Una nuova
era.
2. Ha lavorato in molte
serie tv. Oltre ad aver prestato la sua attività attoriale
per il cinema, l’attrice ha lavorato stesso in prodotti destinati
al piccolo schermo. Infatti, ha debuttato nel mondo della
recitazione nel 2005, apparendo nella serie Fingersmith,
per poi apparire in serie come Dalziel and Pascoe (2007),
Heartbeat (2008), Walking the Dead (2009),
Cranford (2009) e The Hollow Crown (2012). In
seguito, ha preso parte a serie tv come Downton Abbey (2010-2015),
Angie Tribeca (2017), Godless (2017), Good
Behavior (2016-2017), In difesa di
Jacob (2020) e Anatomia di uno
scandalo(2022).
3. Ha partecipato a qualche
corto ed è anche doppiatrice. Nel corso della sua
carriera, l’attrice ha avuto altre esperienze oltre a quelle già
citate. Infatti, ha recitato in diversi cortometraggi, tra cui
Spoiler (2010), Shades of Beige (2010), Out
of Time (2011) e Tough Justice (2014). Inoltre, ha
avuto qualche esperienza da doppiatrice, prestando la propria voce
per le serie tv animate American Dad! (2012), I
Griffin (2013) e Anfibia (2020-in corso).
Michelle Dockery e il fidanzato
John Dineen
4. Ha avuto una storia
importante finita tragicamente. L’attrice è stata
fidanzata con il collega John Dineen, direttore
delle pubbliche relazioni. I due si erano conosciuti nel 2013 e a
San Valentino del 2015 lui l’aveva chiesta in moglie. Tuttavia,
poco tempo dopo all’attore è stato diagnosticato un tumore che lo
ha portato alla morte il 13 dicembre dello stesso anno, al fianco
di Michelle, rientrata dagli Stati Uniti dove si trovava per
promuovere la serie televisiva.
5. Ha dovuto ringraziare
Downton Abbey. È stato proprio grazie alla
serie Downton Abbey se l’attrice e il suo compagno si
sono conosciuti ed amati. I due sono stati presentati dall’attore
Allen Leech, amico di Dineen. Nell’episodio della
serie Thing Deserve Beautiful Things gli è stata fatta una
dedica nei titoli di coda. La Dockery si è dunque sempre dichiarata
grata alla serie di essere stata il punto di contatto con il suo
grande amore.
Michelle Dockery non è su
Instagram
6. Non è più sul
social. Fino a qualche tempo fa, l’attrice possedeva un
proprio account Instagram seguito da circa 422 mila persone. Sulla
sua bacheca erano molte le foto che la ritraggono protagonista tra
momenti di lavoro o svago con colleghi e amici. La Dockery ha però
poi deciso di chiudere il proprio account, allontanandosi dunque da
questo tipo di social. I suoi fan possono però ritrovare diverse
fanpage a lei dedicate, con foto e novità.
Michelle Dockery in Downton Abbey
7. Ha ottenuto un ruolo
grazie ad un premio. Formatasi a teatro, l’attrice arriva
a vincere il secondo premio ai Ian Charleson Awards del 2008
per la sua interpretazione di Eliza Doolittle nello spettacolo
Pigmalione. Grazie a questo premio ottiene una buona
popolarità e le viene assegnato il ruolo di Mary Crawley, figlia
maggiore del conte di Grantham, nella nuova serie televisiva
Downton Abbey. Reciterà in questa per tutte e sei le sue
stagioni.
8. Si sente molto diversa
dal suo personaggio. In più di un’intervista l’attrice ha
rivelato di come rispetto al suo personaggio, nella vita reale,
dato il suo background da classe operaia, molto probabilmente
sarebbe stata la domestica Anna piuttosto che l’aristocratica Lady
Mary Crawley.
Michelle Dockery in The
Gentleman
9. Ha avuto poco tempo per
prepararsi alla parte. Nel film The Gentleman
l’attrice ricopre il ruolo di Rosalind Pearson, una parte
inizialmente assegnata a Kate Beckinsale, che
dovette però tirarsi fuori dal progetto all’ultimo per via di
problemi personali. La Dockery ottenne così la parte, pur avendo
poco tempo a disposizione per prepararsi. Inoltre, alcune delle sue
battute vennero continuamente riscritte, dandole ulteriore poco
tempo per poter memorizzare i cambiamenti.
Michelle Dockery: età e
altezza
10. Michelle Dockery è nata
il 15 dicembre del 1981a Barking, nell’Essex, in
Inghilterra. La sua altezza complessiva corrisponde a 173
centimetri.
A
tutti i downtonians in crisi d’astinenza, Michelle
Dockery, la glaciale Mary Crawley, ha dichiarato che
secondo lei la serie di Julian Fellowes,
Downton Abbey, potrebbe non essere
finita del tutto.
Lo show iTv ha chiuso i
battenti lo scorso Natale, con l’ultimo Christmas Special, ma
stando a quanto dichiara la Dockery a The Telegraph,
potrebbe esserci ancora spazio per altro da raccontare, magari per
un film.
Michelle Dockery
nelle prime foto di The Sense of an
Ending
“Penso che ci sia del potenziale
per un film, è qualcosa che ho ampiamente considerato, quindi
vedremo. Potrebbe non essere finita. La cosa che mi manca di più
sono gli altri membri del cast, ma siamo ancora molto
legati.”
Che ve ne pare? Che cosa vorreste
venisse raccontato in un eventuale film su Downton
Abbey?
Sono iniziate le riprese di
The Sense of an Ending, e oggi dal set
arrivano le prime foto di Michelle Dockery,
protagonista della pellicola al fianco di Jim
Broadbent(Iris), Charlotte
Rampling (Melancholia), Harriet
Walter (The Young Victoria), Emily
Mortimer (Hugo), Michelle
Dockery (Non-Stop), Billy Howle(The Seagull), Freya
Mavor (The White Queen) e Joe
Alywn(Billy Lynn’s Long Halftime Walk).
[nggallery id=2012]
The Sense of an
Ending è una produzione BBC FILMS ed è diretto
da Ritesh Batra (The Lunchbox).
Michelle Dockery si ritrova in una posizione
precaria in Flight Risk. Dockery interpreta il ruolo del
maresciallo statunitense Madolyn Harris al fianco di Mark Wahlberg (Daryl Booth / Il Pilota) e
Topher Grace (Winston) in questo film diretto da
Mel Gibson. Madolyn ha il compito di trasportare
Winston, un contabile che lavora come informatore contro una
famiglia criminale di alto profilo, dal suo nascondiglio in Alaska
a New York. La situazione cambia radicalmente quando Daryl, il loro
pilota, si rivela essere un sicario incaricato di uccidere
Winston.
Flight Risk non è
la prima volta che Dockery vola per un film importante. In
precedenza ha recitato al fianco di Liam Neeson in
Non-Stop del 2014. Dockery è nota soprattutto per
aver interpretato Lady Mary Crawley nella serie Downton
Abbey, un ruolo per il quale ha ricevuto tre nomination ai
Primetime Emmy Award.
In occasione dell’uscita di Flight
Risk nei cinema americani, ScreenRant ha parlato con
Michelle Dockery del suo personaggio,
Madolyn Harris, di come riesca a mantenere la calma in un ambiente
così stressante, di come sia stato girare in un unico set con solo
due attori e di come ci si sente a dire addio a Downton
Abbey, visto che il prossimo film,
Downton Abbey: The Grand Finale, del franchise
dovrebbe essere l’ultimo.
Come fa la Madolyn di
Michelle Dockery in Flight Risk a
mantenere la calma?
Michelle Dockery: Una delle cose fondamentali
per essere un agente di polizia è mantenere la calma in situazioni
molto, molto difficili. Voglio dire, è la parte principale della
tua responsabilità come agente di polizia. È molto importante
mantenere la calma e affrontare la situazione nel miglior modo
possibile, senza che la situazione degeneri in qualcosa che non si
desidera. Mentre, in questo film, ovviamente, ciò che accade è in
un certo senso fuori dal suo controllo, ma è responsabile
dell’arresto di soggetti federali e della loro scorta da un luogo
all’altro. Quindi è molto responsabile nei confronti di questa
persona e, man mano che il film si sviluppa, si scopre che la sua
carriera ha avuto alti e bassi.
Quindi, in questo caso, ha
davvero bisogno di dimostrare il suo valore ai colleghi e ai
superiori per portare a termine il lavoro e dimostrare di essere
davvero capace. C’è un grosso ostacolo che si frappone tra i suoi
meccanismi e lei è davvero messa alla prova e deve trovare un modo
per uscirne. È una parte incredibile. L’ho adorato quando l’ho
letto per la prima volta. Ho pensato: “Wow, non avevo mai letto
niente del genere prima”. E ho tanto rispetto per gli ufficiali
giudiziari e per quello che fanno, e mio Dio, se uno di loro si
trovasse in una situazione del genere, tanto di cappello a chiunque
lo faccia.
Flight Risk esce nelle sale italiane l’8
maggio distribuito da Eagle Pictures. Diretto da
Mel Gibson, Flight Risk è stato scritto da Jared
Rosenberg, al suo debutto cinematografico e vede
protagonisti
Mark Wahlberg,
Michelle Dockery e Topher Grace.
Il grande pubblico la conosce come
Lady Mary, l’aristocratica snob, figlia primogenita di Lord
Grantham, nella serie Downton Abbey. E proprio per
presentare il film, tratto dalla serie, che l’attrice inglese
Michelle Dockery è arrivata a Roma, alla Festa del
Cinema, in compagnia di Jim Carter e
Imelda Staunton, anche loro nel cast del film
scritto da Julian Fellows, ideatore della
serie.
Bella proprio come Lady Mary, ma
nient’affatto snob, la Dockery ha incantato il pubblico
dell’Auditorium con grazia e simpatia, indossando un magnifico
Valentino floreale. Ecco gli scatti dal red carpet:
Michele Riondino è
uno di quegli attori italiani che ha contribuito a cambiare la
storia del cinema italiano recente, grazie anche alle sue
incredibili interpretazioni. L’attore, che fa questo lavoro
praticamente da sempre, è entrato sin da subito nel cuore degli
spettatori, dimostrando di essere molto in gamba e di avere un
talento per la recitazione fuori dal comune e scegliendo i ruoli
più adatti alla sua persona.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Michele Riondino.
Michele Riondino: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
film. La carriera cinematografica dell’attore è iniziata
nel 2003, quando debutta sul grande schermo con il film Uomini
& Donne, amori & bugie, per poi continuare a recitare
in film come Principessa (2008), Il passato è una
terra straniera (2008), Fortapàsc (2009), Dieci
inverni (2009), Maripiccolo (2009), Noi
credevamo (2010), Henry (2010) e Qualche
nuvola (2011). In seguito, recita in Gli sfiorati
(2011), Acciaio (2012),
Bella addormentata
(2012), Il giovane favoloso
(2014), Meraviglioso Boccaccio (2015) e Senza lasciare
traccia (2016). Tra i suoi ultimi film, vi sono La ragazza del mondo
(2016), Falchi (2017), Diva! (2017), Un’avventura (2019),
Restiamo amici (2019) e I nostri fantasmi
(2021).
2. Ha recitato in molte
serie tv. Nel corso della sua carriera di attore, Riondino
non ha prestato la sua opera solo per prodotti dedicati al grande
schermo, ma ha anche recitato in diversi progetti televisivi.
Infatti, nel 2001 è apparso in Compagni di scuola, per
apparire poi in Incatesimo 5 (2002), Distretto di
Polizia (2003-2005), La freccia nera (2006),
Giorni da Leone 2 (2006) e Il segreto dell’acqua
(2011). In seguito, ha preso parte alle serie Il giovane
Montalbano (2012-in corso), Pietro Mennea – La freccia del
Sud (2015) La mossa del cavallo – C’era una volta
Vigata (2018), La guerra è finita (2020) e
Fedeltà (2022).
3. È stato candidato a
diversi premi. Nel corso della sua carriera, l’attore ha
ricevuto diverse nomination, come ai David di Donatello nel 2017
per La ragazza migliore del mondo, ai Nastri d’argento nel
2009, 2012, 2013 e 2017 rispettivamente per Il passato è una
terra straniera, Gli sfiorati, Bella Addormentata e
Acciaio, e La ragazza del mondo. Inoltre, è stato
candidato al Globo d’oro nel 2017 per La ragazza miglioredel mondo e ai Ciak d’oro nel 2015 per Il giovane
favoloso. In totale, l’attore ha vinto due premi: un Nastro
d’argento nel 2010 per Dieci inverni e un Ciak d’oro per la Miglior
coppia, insieme a Sara Serraiocco, per La
ragazza del mondo.
Michele Riondino e il padre
4. Non è il figlio del noto
cantautore. Contrariamente a quanto si pensa, il padre di
Michele Riondino, l’interprete del Giovane
Montalbano, è un un ex operaio Ilva di nome Franco e non
David Riondino: il celebre cantautore, attore e
regista di grande successo, molto apprezzato dal pubblico
italiano.
Michele Riondino: la fidanzata e la
figlia
5. È fidanzato da diverso
tempo. L’attore è fidanzato da qualche anno con la make up
artist Eva Nestori. Il caso ha voluto che i due si
conoscessero sul set de Il giovane Montalbano, finendo per
innamorarsi e non lasciarsi più. L’attore ha ammesso più volte che
sia lui che la compagna sono fermamente decisi di non voler
convolare a nozze, per il semplice fatto di avere la libertà di
scegliersi ogni giorno senza imposizione alcuna.
6. È padre di una
bambina. L’attore è diventato padre da qualche anno della
piccola Frida, nata nel 2014 dall’unione con la
compagna. Il nome della bambina non è casuale: infatti, è un
omaggio alla celebre Frida Kahlo.
Michele Riondino è Montalbano
7. Ha avuto l’approvazione
del Montalbano originale. Scritturato dopo essere stato
proposto dal produttore Carlo Degli Esposti,
l’attore ha avuto diversi colloqui soprattutto con Luca Zingaretti
per poter valutare a pieno il progetto. L’interprete storico di
Montalbano voleva infatti essere sicuro di trovare l’attore
migliore per il personaggio e Riondino è risultato il
prescelto.
8. È stato aiutato da
Camilleri. Per interpretare il giovane Montalbano in
Il giovane Montalbano,
l’attore ha avuto l’onore di poter costruire il personaggio con
Andrea Camilleri, creatore del personaggio e del
suo mondo, il quale gli ha fornito indicazioni utili sul carattere
di questa versione più giovane del suo celebre commissario.
Michele Riondino e Venezia
9. È stato padrino del
Festival di Venezia. Nel 2018,
l’attore ha avuto l’onore di vestire i panni del padrino della
Mostra del Cinema di Venezia, cerimoniere delle serate di apertura
e chiusura del Festival.
Michele Riondino: età e
altezza
10.Michele Riondino è nato
il 14 marzo del 1979 a Taranto, in Puglia. La sua altezza
complessiva misura 180 centimetri.
La storia di Michele
Profeta prende vita in un nuovo documentario crime. A 22
anni dalla morte di Lissandron, domenica 29 e
lunedì 30 gennaio alle 22.55 una nuova produzione originale
Crime+Investigation, in prima visione
assoluta, racconterà in due episodi la storia di Michele
Profeta: Il killer di Padova, in esclusiva sul canale 119
di Sky. Il documentario in due episodi va a fondo
alla vicenda che ha colpito la città nel 2001. Siamo a gennaio del
2001 e viene ritrovato a Padova un taxi con a bordo il cadavere di
Pierpaolo Lissandron, il proprietario del veicolo. 12 giorni dopo,
l’11 febbraio, all’interno di un appartamento viene scoperto il
cadavere dell’agente immobiliare, Walter Boscolo, anche questo
freddato con un proiettile alla nuca.
Michele Profeta: Il killer di
Padova, la recensione
Questa è la storia di
Michele Profeta: Il killer di Padova, conosciuto
anche come “il professore” o “Mostro di Padova”. Originario di
Palermo, Michele Profeta si trasferisce al Nord negli anni Novanta
e lavora in una società di servizi finanziari. Risiede con la
moglie Concetta Mordino e due dei suoi figli (ne ha altri due da un
precedente matrimonio) ad Adria. A Mestre invece condivide una casa
con l’amante, Antonia Gemmati. In seguito alla contrazione di
diversi debiti dovuti forse alla passione per il gioco d’azzardo,
in preda ad un probabile delirio di onnipotenza, il 10 gennaio 2001
scrive alla Questura di Milano sostenendo che avrebbe commesso
omicidi a caso qualora gli fossero stati negati i 12 miliardi di
lire. A quel punto compie i due delitti, il primo il 29 gennaio
uccidendo il tassista Pierpaolo Lissandron e
l’altro, l’11 febbraio, con l’omicidio dell’agente immobiliare
Walter Boscolo.
In Michele Profeta: Il
killer di Padova si racconta la storia di uno dei serial
killer italiani meno prolifici, ma sicuramente una delle
personalità più complesse ed articolate. Amava essere al centro
dell’attenzione, firmava i suoi delitti con delle carte da gioco e
premeditava i suoi attacchi lasciando degli indizi nelle lettere e
sulla scena del crimine. Questo ha facilitato le indagini della
polizia che presto conducono ad un signore elegante e dall’aspetto
impeccabile, che all’apparenza poteva sembrare chiunque tranne
l’assassino. Nel 2002 la Corte di Assise di Padova lo condanna
all’ergastolo per gli omicidi di Pierpaolo
Lissandron e Walter Boscolo, dopo una
lunga ricerca estenuante durata una settimana. Dopo un tentativo di
evasione dal carcere di Padova, viene trasferito nel penitenziario
di Voghera, in provincia di Pavia.
Un racconto in atti
Fin dall’inizio del racconto di
Michele Profeta: Il killer di Padova siamo immersi
nelle spettrali e difficili giorni che hanno avvolto la città nel
2001. Padova è messa sottosopra da un serial killer spietato che
nella sua freddezza ha seminato il panico nella città. Nessuno
usciva più di casa la sera, nessuno si muoveva più da solo, sempre
accompagnato da piccoli gruppi di amici. Le indagini si sono svolte
in tutta velocità, ma anche le autorità che hanno lavorato al caso
all’epoca si trovavano di fronte a una personalità narcisistica
che, in un certo senso, voleva essere trovata. Ma Michele
Profeta è riuscito a mettere a tacere tutti, perfino il
suo secondo avvocato – che già aveva lavorato ad un altro grosso
caso importante. Lo stesso difensore si dirà impaurito da questa
personalità giudicando il suo assistito come un “invasato”.
Potrebbe essere un episodio di una
serie crime qualunque ma questo spaccato di storia del nostro paese
mette in luce le atrocità dell’animo umano. Michele
Profeta: Il killer di Padova viene raccontato tramite
degli atti che scandiscono la storia in un breve arco di tempo.
Dalla lettera “minatoria” arrivata al Tribunale di Milano fino
all’arresto e alla condanna a due ergastoli. Non basterà appellarsi
alla perizia psichiatrica – che accerterà un bipolarismo per l’uomo
– per evitare di scontare la lunga pena.
Il sopravvissuto
Lungo il racconto di Michele
Profeta: Il killer di Padova, oltre alla parte della
indagini c’è il racconto di un sopravvissuto – diventato poi
testimone chiave dell’inchiesta – che spiega quelle ore, quei
momenti cruciali che hanno portato all’arresto di Michele
Profeta. Leonardo Carraro è il primo a
incontrare Profeta, dopo l’omicidio del tassista
Lissandron. Un agente immobiliare agli inizi della
sua carriera viveva una vita normale e lavorava sodo, così racconta
del documentario. Poi un giorno riceve una chiamata, come ne
riceveva ogni giorno a dozzine, per visitare un appartamento e
davanti a lui un uomo abbastanza elegante che gli stringe la mano
con un paio di guanti. Carraro rimane interdetto da questo incontro
e ne parla con il fiato spezzato e gli occhi sul punto di piangere.
Non lo sa, ma è sopravvissuto a un serial killer. Più tardi poi
Profeta racconterà che “lui non era l’uomo giusto”.
Carraro sarà poi l’unico, infatti,
in grado di indentificare il colpevole degli omicidi presentatosi
come “il signor Pertini”. L’agonia di Carraro non cessa con il
processo e neanche con il doppio ergastolo confermato poi al
secondo appello. L’attimo in cui l’uomo capisce che è tutto finito
è quando arriva la notizia della morte di Profeta.
Il 16 luglio 2004 muore a Milano, stroncato da un infarto nella
sala degli avvocati del carcere di San Vittore, mentre sostiene il
suo primo esame universitario in Storia della filosofia per
l’Università degli Studi di Milano. Carraro non si è mai liberato
dalla paura che un giorno potesse tornare e portare a compimento
quello che “la voce” gli aveva detto di non fare in passato e senza
rimorso afferma che con la sua morte ha potuto continuare a
vivere.
Considerato uno dei grandi
interpreti dello spettacolo italiano, Michele
Placido ha costruito una carriera ricca di titoli per il
cinema e la televisione, sia in qualità di attore che di regista.
Il suo è oggi uno dei nomi più noti, indice spesso di una ricercata
qualità artistica, da lui riproposta in ogni suo lavoro. Diversi
sono ad oggi i titoli che lo hanno reso celebre, tra cui si
affermano in particolare la serie La piovra e il film
Romanzo criminale.
Ecco 10 cose che non sai di
Michele Placido.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Michele Placido: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. Placido debutta al cinema con il film
Il caso Pisciotta (1972), per poi distinguersi in titoli
come Romanzo popolare (1974), Mio Dio, come sono
caduta in basso! (1974), Marcia trionfale (1976),
Casotto (1977), Un uomo in ginocchio (1979),
Il prato (1979), Tre fratelli (1981), Grandi
magazzini (1986), Mary per sempre (1989), Padre e
figlio (1994), La lupa (1996), La balia
(1999), Un uomo perbene (1999), Il posto
dell’anima (2003), Il caimano (2006), con Silvio
Orlando, La sconosciuta (2006), Baarìa (2009),
Manuale d’amore
3 (2011), Tulpa – Perdizioni mortali (2012),
Viva
l’Italia (2012), con Raoul
Bova, Razzabastarda (2012), di Alessandro
Gassmann, Io che amo solo te (2015), La cena di
Natale (2016), con Laura
Chiatti, e Odio l’estate (2020).
9. Si è distinto anche come
regista. A partire dal 1990 Placido inizia a ricoprire
anche il ruolo del regista, dando vita negli anni a diversi film di
buon successo, in molti dei quali è stato anche presente come
attore. Il primo di questi fu Pummarò (1990), e seguirono
Le amiche del cuore (1992), con Claudia
Pandolfi, Un eroe borghese (1995), Del
perduto amore (1998), con Fabrizio
Bentivoglio, Un viaggio chiamato amore
(2002), Ovunque sei (2004), Romanzo criminale
(2005), con Pierfrancesco
Favino e Kim Rossi
Stuart, Il grande sogno (2009), Vallanzasca – Gli
angeli del male (2010), Il cecchino
(2012), Prima di andar via (2014), La scelta
(2015) e 7 minuti (2016),
con Cristiana
Capotondi.
8. È noto anche per i suoi
ruoli televisivi. In televisione Placito si è reso noto
grazie alla serie La piovra (1984-1989), dove ha
interpretato il commissario di polizia Corrado Cattani. In seguito,
ha recitato nei film Uomo di rispetto (1993), Padre
Pio – Tra cielo e terra (2000), Karol – Un papa rimasto
uomo (2006), L’ultimo padrino (2008), Aldo Moro –
Il presidente (2008), Volare – La grande storia di
Domenico Modugno (2013), Trilussa – Storia d’amore e di
poesia (2013). I suoi ultimi ruoli in televisione risalgono
alle serie Questo è il mio paese (2015) e In
Treatment (2015-2016), con Sergio
Castellitto.
Michele Placido: la moglie e i
figli
7. È stato sposato con
un’attrice. Placido è stato sposato dal 1989 al 1994 con
l’attrice Simonetta Stefanelli, nota per aver
recitato anche nel film Il padrino (1972). I due si sono
conosciuti sul set del film Peccati in famiglia, del 1975,
ed intrapresero una relazione che li portò poi al matrimonio. La
coppia ebbe poi modo di recitare nuovamente insieme nei film
Grandi magazzini e Le amiche del cuore. Diedero
alla luce tre figli: l’attrice Violante
Placido, l’attore Marco Brenno Placido e
Michelangelo.
6. Si è sposato una seconda
volta. A partire dal 2002 l’attore ha intrapreso una
relazione con l’attrice Federica Vincenti, poi
sposata nell’agosto del 2012. La coppia, già prima del matrimonio,
aveva avuto un figlio, nato nel 2006. Placido e la Vincenti hanno
poi avuto diverse occasioni per recitare insieme, grazie ai film
Il grande sogno, Vallanzasca – Gli angeli del male, Tulpa –
Perdizioni mortali e Trilussa – Storia d’amore e di
poesia.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Michele Placido in La piovra
5. Ha interpretato un
celebre commissario della televisione. Con la serie La
piovra, di genere poliziesco e andata in onda dal 1984 al
1989, l’attore ha avuto modo di affermarsi definitivamente come
grande interprete, prima di intraprendere la sua fortunata carriera
cinematografica. Placido ricopriva infatti il ruolo del
protagonista, il commissario Corrado Cattani, che arrivato in
Sicilia da Milano si trova a dover investigare su alcuni misteriosi
omicidi, opera probabilmente della mafia. Così, nel corso delle
puntata, si costruisce quello che ancora oggi è uno dei commissari
più celebri della televisione.
4. Ha chiesto lui di far
morire il personaggio. Nel 1989 gli spettatori rimasero
sconvolti nel vedere il protagonista della serie, giunta alla sua
quarta stagione, venire brutalmente ucciso. Di tale morte
televisiva si parlò a lungo e soltanto diversi anni dopo lo stesso
Placido spiegò le motivazioni di quella scelta. Fu infatti lui a
chiedere al regista di far morire il suo commissario, poiché
desiderava perseguire altri obiettivi professionali e dedicarsi
maggiormente al cinema. Libero dalla serie, Placido ebbe infatti
modo di cimentarsi anche nella regia per il grande schermo.
Michele Placido e Caravaggio
3. Realizzerà un film sul
celebre pittore. Il prossimo film da regista di Placido
sarà dedicato al celebre pittore Caravaggio, che verrà interpretato
dall’attore Riccardo
Scamarcio. Il lungometraggio, stando a quanto
dichiarato da Placido, vanterà inoltre un cast internazionale, con
attori francesi del calibro di Louis
Garrel, e verrà girato prevalentemente a Roma, Napoli
e Malta, dove si svolgerà una parte importante del racconto.
L’emergenza da Covid-19 ha tuttavia costretto a rimandare l’inizio
delle riprese, previsto ora però per l’autunno.
2. Non realizzerà una
classica biografia. Placido ha dichiarato di star
lavorando al progetto ormai da diversi anni, intenzionato a non
voler realizzare una classica biografia del pittore, quanto andare
a ricercare i momenti più oscuri e misteriosi della sua vita per
darvi significato. Nel film, infatti, sembra si tratterà
prevalentemente del suo rapporto con la chiesa, con la pittura e la
morte. Placido ha descritto il progetto come una “radiografia
psicofisica del personaggio, volta a mostrare chi era, come
ragionava e come creava i suoi capolavori”.
Michele Placido: età e
altezza
1. Michele Placido è nato
ad Ascoli Satriano, in Puglia, Italia, il 19 maggio del
1946. L’attore è alto complessivamente 177 centimetri.
Michele
Placido Nella sua carriera, tra direzione e
recitazione, ha collezionato più di cento film. Ha lavorato con i
più grandi registi italiani: Monicelli, Comencini,
Montaldo, Bellocchio, Lizzani, Citti, Damiani, solo per
citarne alcuni. Ha partecipato a progetti diversissimi, passando
dall’impegno civile, all’affresco sociale, alla commedia con
ammirevole disinvoltura.
Ha esordito in teatro, per poi
frequentare principalmente cinema e televisione, quella che lo ha
portato nelle case di tutti gli italiani, dandogli la maggior
notorietà. I risultati del suo lavoro non sono sempre stati felici,
ma in tutti i suoi progetti ha sempre messo energia e passione,
senza risparmiarsi mai, e ci ha regalato diverse straordinarie
interpretazioni e alcuni ottimi film. Stiamo parlando di
Michele Placido, classe ’46, radici
profonde nel meridione d’Italia – padre lucano di Rionero in
Vulture, discendente del brigante Carmine Crocco, e madre pugliese
di Ascoli Satriano – romano d’adozione.
La famiglia è numerosa (è terzo di
otto figli) e si respira aria dei mestieri più vari: ci sono
giornalisti (il cugino del padre Beniamino), un sacerdote (lo zio
Padre Alessandro), un insegnante (lo zio Cosimo), mentre il
fratello Donato condividerà con lui il mestiere d’attore. Il grande
passo è il trasferimento a Roma, dove diventa poliziotto. Ma la sua
passione è la recitazione e presto lascia la polizia per iscriversi
all’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”. La prima
esperienza importante è in teatro, diretto da Gabriele Lavia nel
’70 per una trasposizione dell’Orlando Furioso. Di lì a poco,
approda al cinema: è accanto a Monica Vitti e Carlo delle Piane in
Teresa la ladra (’73), è diretto da Eriprando Visconti, nipote di
Luchino, ne Il caso Pisciotta (’73).
L’anno seguente vede l’incontro col
maestro della commedia all’italiana, Mario Monicelli, che lo
sceglie nel ’74 per Romanzo popolare, dove è il poliziotto Giovanni
Pizzullo, coinvolto in un triangolo amoroso con Ornella Muti e Ugo
Tognazzi. Il “Romanzo”, al cui soggetto hanno collaborato Age e
Scarpelli, ritrae abilmente la Milano proletaria dell’epoca,
ironizzando sui suoi stereotipi e introducendo temi attuali
come quello dell’emancipazione femminile. Sempre nel ’74 avviene
l’incontro con Luigi Comencini per Mio Dio, come
sono caduta in basso!, che vede Placido accanto a Laura Antonelli. Altri
importanti nomi del cinema italiano lo notano e lo scelgono. Nel
1976 lascia la commedia per dedicarsi alla versione cinematografica
del romanzo L’Agnese va a morire, diretto da Giuliano
Montaldo, ma si distingue soprattutto per la sua
interpretazione del giovane soldato Paolo Passeri in Marcia
trionfale di Marco
Bellocchio, che gli vale i primi riconoscimenti di
peso: Nastro d’Argento e David di
Donatello come Miglior Attore. Il film, che narra le
vicende del giovane Placido/Passeri alle prese col servizio di leva
e con il severo superiore Franco Nero/Asciutto, è un’aspra critica
al mondo militare e alle sue logiche, ma affronta anche il tema del
ruolo della donna in una società machista, e quello
dell’omosessualità, altra faccia di questa realtà. Michele
Placido tornerà a lavorare con Bellocchio nel 1980 per
Salto nel vuoto e nel 1999 per La
balia.
Michele Placido, attore vulcanico e
regista “ di pancia”
Per quel che riguarda la sfera
privata, l’attore in questi anni è legato a Simonetta
Stefanelli, e proprio nel ’76 nasce la loro primogenita
Violante, che poi seguirà le orme dei genitori,
intraprendendo la strada del cinema. Da questa unione nasceranno
altri due figli: Michelangelo nel ’90 e
Brenno Marco nel ’91, anche lui farà l’attore; mentre un quarto
figlio nascerà da una relazione extraconiugale nell’’88.
Negli anni ’70 le collaborazioni
con nomi importanti fioccano: nel ’77 lo vuole Lizzani per
Kleinhoff Hotel, dramma erotico però poco riuscito, poi
Sergio Citti per un ruolo nella divertente
commedia corale Casotto. Tratta da un racconto di Vincenzo
Cerami, si incentra su un gruppo di villeggianti che a
turno utilizzano la stessa cabina della spiaggia di Ostia. La
carrellata dei personaggi è comica e grottesca; il cast nutrito ed
efficace: si va dalla famiglia in villeggiatura, con Placido nel
ruolo del giovane sempliciotto alle prese con una giovanissima
Jodie Foster, alle due donne (le sorelle
Mariangela e Anna Melato) che per denaro accettano un ambiguo
incontro con il facoltoso Cerquetti (Ugo
Tognazzi), agli amici in cerca di divertimenti
(Gigi Proietti e Franco Citti) e così via, fino a
comporre un mosaico policromo che ben fotografa vizi e virtù del
nostro paese all’epoca.
L’anno dopo passa di nuovo
dalla commedia al dramma. È infatti la volta di Squitieri, che lo
dirige in Corleone. Nel ’79 Placido incontra per la prima volta il
regista Damiano Damiani, sotto la cui direzione
offre un’intensa interpretazione in Un uomo in ginocchio, dove
veste i panni del killer mafioso Antonio Platamone in un complesso
rapporto con la sua vittima designata Giuliano Gemma/Nino Peralta,
commerciante invischiato suo malgrado in una lotta tra clan.
Salvatore Samperi lo sceglie poi per portare sullo
schermo il romanzo incompiuto di Umberto Saba Ernesto, incentrato
sulle prime esperienze amorose omosessuali di un adolescente ebreo
nella Trieste degli anni ’10 e largamente autobiografico. Per la
convincente prova attoriale Placido riceve l’Orso d’Oro al Festival
di Berlino. Desideroso di cambiare atmosfere e
instancabile lavoratore, Placido si dedica alla commedia con
Castellano e Pipolo, partecipando a un episodio del loro Sabato,
domenica e venerdì (’79).
Nell’ ’80 è di nuovo con Lizzani
per portare su grande schermo il romanzo di Silone Fontamara.
Ritrova Marco Bellocchio in Salto nel
vuoto. Qui il regista, dotato di straordinario acume
nell’analisi di universi familiari dominati da rapporti malati, ci
presenta la storia di due fratelli: il giudice Michel
Piccoli/Mauro Ponticelli e sua sorella Anouk Aimée/Marta.
Il protagonista, terrorizzato dall’idea che sua sorella stia
impazzendo (c’era stato un caso in famiglia), decide di portarla al
suicidio. Per far ciò, le presenta un Michele
Placido perfettamente in parte nel ruolo di Giovanni
Sciabola, delinquente già istigatore al “salto nel vuoto” di
un’altra donna. Ponticelli spera che Sciabola porti al suicidio
anche Marta. La manovra però non riesce, e anzi, la sorella ha una
relazione con l’uomo e questa le dà il coraggio di allontanarsi dal
fratello, cui era legata da un perverso rapporto affettivo. A
questo punto sarà Piccoli a suicidarsi. A Cannes Piccoli e Aimée
ricevono la Palma d’Oro per la miglior interpretazione, mentre
Bellocchio è premiato con il David di Donatello
per la sua lucida regia.
In questi anni Michele
Placido, approfittando della fama di cui comincia a godere
all’estero, varca i confini italiani e si fa dirigere da
Walerian Borowczyk in Lulù (1980) e poi
in Ars amandi (1983), e dal francese
Benoît Jacquot in Les ailes de la
colombe (1981). In Italia è scelto da
Francesco Rosi per Tre
fratelli (’81), pellicola che restituisce, attraverso
la storia di Raffaele/Philippe Noiret, Rocco/Vittorio Mezzogiorno e
Nicola/Michele Placido, tornati al paesino d’origine per la morte
della madre, la complessità della nostra storia recente e racconta
la difficoltà di rapporti interrotti. Il film è ben accolto dalla
critica e premiato. Lo stesso avviene l’anno dopo per Sciopèn,
commedia corale, quasi esordio di Luciano Odorisio
(’82), premiata a Venezia col Leone
d’Oro. Nell’’85 l’attore pugliese lavora ancora con
Damiani, interpretando un killer della mafia in Pizza connection.
L’anno prima però, era stato lo stesso Damiani a volerlo per la
televisione, ad interpretare il ruolo opposto a quello del film
sopra descritto, nella prima serie de La Piovra. Placido vestirà i
panni del commissario Cattani fino al 1989. Grazie a questo ruolo
raggiungerà un’enorme popolarità. Basti pensare che la serie,
andata in onda su Rai 1, faceva registrare una media di 10 milioni
di spettatori. Nel frattempo, instancabile, continua a lavorare
anche per il cinema e qui, proprio nell’’89 interpreta un altro
personaggio molto amato dal pubblico. È infatti insegnante nel
carcere minorile Malaspina a Palermo, in Mery per
sempre, diretto da Marco Risi e
ispirato all’opera autobiografica di Aurelio
Grimaldi. Qui Risi trova la sua chiave espressiva,
occupandosi di temi forti, radicati nella contemporaneità, come il
fenomeno della delinquenza minorile nel sud Italia, di cui indaga
moventi, ma che soprattutto fotografa puntualmente, trovando in
Placido l’ideale alter ego di Grimaldi.
Negli anni ’90, che si aprono con
la nascita del suo secondogenito Michelangelo e proseguono con
quella di Brenno Marco, Placido si dedica ancora a un ruolo
d’impegno civile: è Giovanni Falcone nell’omonimo film di
Giuseppe Ferrara (’93). Poi sarà un faccendiere
senza scrupoli accanto a Enrico Lo Verso in
Lamerica di Gianni
Amelio (’94) e a fine decennio lo vorrà di nuovo
Monicelli, che lo lanciò agli inizi, nella commedia
Panni sporchi (’99) accompagnato da un
nutrito cast, che gli fa incontrare nuovamente (dopo
Romanzo Popolare e Casotto) Mariangela Melato, Ornella
Muti, Gigi Proietti. Il ’99 è l’anno dei ritorni: lo
vediamo infatti in un piccolo ruolo, diretto per la terza volta da
Bellocchio, in La balia, protagonisti
Fabrizio Bentivoglio e Valeria Bruni Tedeschi,
coppia borghese alle prese con la maternità. Gli anni ’90 vedono
l’attore di Ascoli Satriano affrontare il divorzio da
Simonetta Stefanelli.
Negli anni 2000 si divide ancora
tra ruoli impegnati e leggeri. Si inizia con la commedia Liberate i
pesci di Cristina Comencini, dove
Placido interpreta il boss Michele Verrio,
spassosa macchietta. Accanto a lui Laura Morante, Lunetta
Savino, Emilio Solfrizzi e Francesco Paolantoni. Si
prosegue con l’impegno sociale: nel 2003 è un sindacalista a
rischio di licenziamento ne Il posto dell’anima di Riccardo
Milani, che l’anno prima lo aveva diretto in una misurata
interpretazione nel film per la tv sulla vicenda del sequestro
Soffiantini. Mentre l’anno successivo è la volta di una tormentata
storia d’amore, dai toni crudi, che vede Michele
Placido accanto a Fanny Ardant, diretti da
Mario Martone (L’odore del
sangue). Partecipa poi a Il caimano
di Nanni Moretti (2006) e a La
sconosciuta di
Giuseppe Tornatore, per ritrovare Monicelli in Le rose
del deserto. È di nuovo in un ruolo leggero nel film di
Alessandro D’AlatriCommediasexy (2007), mentre torna al
dramma interpretando il padre del pianista jazz Luca
Flores/Kim
Rossi Stuart in Piano Solo, dove
è diretto ancora da Riccardo Milani. In questi anni, partecipa
anche ad alcune pellicole meno riuscite:
SoloMetro di Marco
Cucurnia (2006), 2061 – Un anno
eccezionale di Carlo Vanzina (2007),
Il sangue dei vinti di Michele
Soavi (2008).
Fin qui abbiamo parlato di
Michele Placido attore, ma un altro capitolo
importante della sua storia cinematografica è il lavoro da regista.
Dopo aver lavorato al fianco dei più grandi registi italiani,
infatti, Michele decide che è arrivato il momento di passare dietro
la macchina da presa, per raccontare la “sua” Italia. Lo fa per la
prima volta nel ’90 con Pummarò, in cui affronta il tema
dell’immigrazione, proprio negli anni in cui i suoi effetti
cominciavano a porre importanti questioni al nostro paese. E sarà
indiscutibilmente un cinema d’impegno il suo. Nel ’95 dirige con
maestria un ottimo Fabrizio Bentivoglio, che
interpreta in modo misurato e intenso al tempo stesso l’avvocato
Giorgio Ambrosoli, in Un eroe borghese. Il film ricostruisce
efficacemente le vicende legate alla morte dell’avvocato, chiamato
a gestire la liquidazione del Banco Ambrosiano, e poi fatto
uccidere perché non intendeva piegarsi al complicato groviglio di
interessi soggiacenti all’affare. Si ricostruisce così una delle
pagine buie della nostra storia recente, facendola conoscere alle
giovani generazioni e ricordandola alle meno giovani. Tre anni dopo
dirige con successo Del perduto amore: ancora alle prese con una
ricostruzione del nostro passato, siamo nel 1958, qui racconta la
storia di un’appassionata insegnante, Liliana/Giovanna Mezzogiorno,
che in un paesino di provincia lucano fa di tutto per assicurare
un’istruzione ai ragazzi meno fortunati. Nutrito cast, in cui
Michele Placido vuole nuovamente Fabrizio
Bentivoglio, oltre a Sergio Rubini, Enrico Lo
Verso e Rocco
Papaleo. Il film ottiene un buon riscontro di pubblico
ed è apprezzato dalla critica.
Per iniziare il nuovo millennio
dietro la macchina da presa, Michele Placido
sceglie invece una storia d’amore intensa e tormentata: quella tra
il poeta Dino Campana e la scrittrice Sibilla Aleramo, interpretati
da Stefano Accorsi e Laura
Morante. Anche qui affresco d’epoca (siamo negli anni
’10), con accenti più sentimentali e due interpretazioni vibranti.
Ovunque sei (2004) rivela limiti e non è
all’altezza dei precedenti e dei seguenti.
Nel 2005 il grande successo, con
Romanzo
criminale. Qui il regista raccoglie l’ennesima
sfida e non rinuncia alla sua passione: raccontare l’Italia in
tutta la sua complessità, anche le pagine più oscure. Prende spunto
dal romanzo omonimo di De Cataldo, che collabora
alla sceneggiatura assieme a Rulli e Petraglia, vuole nel cast i
più talentuosi attori italiani di questi anni – Pierfrancesco
Favino/il Libanese, Kim Rossi Stuart/il Freddo, Claudio
Santamaria/ il Dandi per interpretare i componenti della
banda della Magliana e Stefano Accorsi nel ruolo
dell’ispettore Scialoja che dà loro la caccia. È appunto una storia
romanzata, non una ricostruzione cronachistica. Il film suscita
polemiche da parte di chi teme l’identificazione con questi eroi
negativi. È forse un film scomodo anche perché, come sempre nella
filmografia di Placido regista, al di là delle gesta dei criminali
protagonisti, presenta un paese lacerato e corroso dall’interno da
interessi e poteri occulti, che ne determinano le sorti. Questi
poteri finiscono per fagocitare e strumentalizzare anche la banda,
il che non la assolve certo dagli efferati crimini commessi, ma fa
percepire a chi guarda un altro livello di lettura, più complesso,
e altrettanto importante. Michele Placido
rivendica l’impegno civile e la volontà di destare curiosità su
quel periodo storico, da parte delle giovani generazioni. Tutte
perfettamente in parte le interpretazioni degli attori. Direzione
sapiente e dinamica da parte di Placido, che non fa mai perdere
l’interesse allo spettatore. I premi arrivano copiosi. Sette
Nastri d’Argento, tra cui Miglior Film, Migliori
Attori Favino, Rossi Stuart, Santamaria; dieci
David di Donatello che premiano, tra l’altro,
ancora Favino, la sceneggiatura e la fotografia di
Luca Bigazzi. Il successo di pubblico è tale che
il film viene ottimamente venduto all’estero e in Italia ne viene
tratta una fortunata serie televisiva. L’anno successivo Placido ha
il suo quinto figlio, Gabriele, con la sua nuova compagna, Federica
Vincenti.
Il 2009 vede il regista portare
sullo schermo una storia ispirata alla sua gioventù. Ne
Il grande sogno, infatti, il personaggio
di Riccardo Scamarcio, poliziotto coinvolto nelle
lotte studentesche degli anni ’60, alle prese con i suoi dubbi in
un’Italia che cambia, è alter ego di Placido. Il 2011 invece è
l’anno di Vallanzasca –
Gli angeli del male. Nei panni del protagonista,
Kim Rossi Stuart, scelto per interpretare questo
difficile ruolo. È infatti, come lo ha definito lo stesso regista,
un viaggio attraverso il male, un male che però è necessario
conoscere, che è in Renato
Vallanzasca – criminale, assassino, colpevole con la
sua banda di rapine, sequestri e omicidi nella Milano degli anni
‘70 e ’80 – ma ci fa riflettere su quella parte di male che è in
ognuno di noi, e parallelamente ci mostra come in ogni criminale ci
sia anche un lato umano, perché ognuno è luci e ombre e non esiste
il male assoluto. La regia di Placido è istintiva e viscerale, «di
pancia», come ha dichiarato Filippo
Timi in una recente intervista (nel film è Enzo
“fratellino” di René). Ritmo veloce e incalzante, ampi spazi
d’improvvisazione per gli attori, un ruolo da co-sceneggiatore per
l’ottimo Rossi Stuart, che sfoggia tra l’altro un perfetto accento
milanese.
Il film ha partecipato fuori
concorso alla 67°
Mostra del Cinema di Venezia, accolto freddamente
dalla platea, e preceduto da molte polemiche, oltre che da una
lettera indignata da parte dell’Associazione che raccoglie i
familiari delle vittime. Ancora una volta Michele
Placido ci restituisce qui la sua visione complessa e
problematica della realtà italiana, raccontata con passione
autentica. E l’obiettivo, come sempre dovrebbe darsi nell’arte, è
quello di suscitare riflessioni, dibattiti, domande, in ogni caso
mettere in moto qualcosa, innescare un meccanismo virtuoso di
conoscenza. Anche stavolta il regista pugliese l’ha raggiunto.