L’89esima edizione degli Oscar è
quasi alle porte. La notte del 26 febbraio si avvicina. E
mentre cresce l’attesa, continua il nostro viaggio alla scoperta di
film, registi e attori che hanno avuto l’onore di vedere il loro
lavoro riconosciuto dall’Academy. Oggi è la volta di uno dei premi
più attesi della lunga notte delle stelle: quello relativo alla
migliore attrice protagonista.
Non importa di che nazionalità
siano, quanta esperienza abbiano alla spalle o quale regista abbia
avuto il privilegio di dirigerle. Quest’anno ci troviamo alla
presenza di cinque “cavalli di razza”, tra veterane che continuano
ad onorare la categoria e gradite sorprese sulle quali non sembra
aver gravato né l’età anagrafica né la longevità della
carriera.
Conosciamo insieme le cinque
nominate a Migliore attrice protagonista
Ecco nel dettaglio le cinque
nominate al premio Migliore Attrice Protagonista di questa 89esima
edizione degli Academy
Awards: Isabelle Huppert, Ruth Negga, Natalie Portman,
Emma Stone e Meryl Streep.
Isabelle Huppert per
Elle
Partiamo da una delle due
possibili vincitrici di questa edizione. Stiamo parlando della più
apprezzata e stimata interprete del panorama cinematografico
europeo: Isabelle Huppert. La vittoria dell’Oscar
sarebbe il coronamento di una carriera straordinaria già costellata
da numerosissimi e prestigiosi riconoscimenti: un BAFTA, due premi
a Cannes, due Coppa Volpi a Venezia (escluso il Leone d’oro alla
carriera) e un Orso d’argento a Berlino. Con la sua performance di
Michèle in Elle del regista Paul
Verhoeven ha letteralmente stregato la critica americana,
ottenuto un Golden Globe come migliore attrice protagonista in un
film drammatico e una candidatura ai prossimi César (è l’attrice
più nominata al premio, con ben 15 nomination e una vittoria). Nel
film, presentato in anteprima all’ultimo Festival di Cannes e atteso nelle nostre
sale per il prossimo 23 marzo, la Huppert interpreta il capo di una
compagnia di videogiochi che dopo essere stata aggredita e
violentata in casa sua da uno sconosciuto, inizia un’ossessiva
indagine solitaria per scoprire l’identità del suo aggressore.
All’età di 53 anni, Isabelle Huppert sa ancora
come reinventarsi e rubare completamente la scena. Un talento raro
da cui abbiamo avuto già modo di essere ammaliati grazie a
pellicole come 8 Donne e un Mistero e La
Pianista, e che questa volta – probabilmente – non passerà
inosservato neanche ai membri dell’Academy, colpevoli di non aver
mai realmente riconosciuto il suo lavoro (Elle è
infatti il primo film a regalare alla Huppert una candidatura agli
Oscar).
Ruth Negga per
Loving
Passiamo ad analizzare la
vera “sorpresa” della cinquina di questa edizione. Dopo essersi
fatta notare con una serie di ruoli minori in pellicole quali
12 anni schiavo e Warcraft
L’Inizio, e con il ruolo della protagonista nella serie tv
Preacher, Ruth Negga, attrice
etiope naturalizzata irlandese, è balzata all’attenzione della
critica e del pubblico grazie all’interpretazione di Mildred
Loving, attivista statunitense di colore che nel lontano 1967
sconfisse le leggi americane contro i matrimoni misti, nel
biografico Loving (dal 16 marzo nelle nostre
sale), diretto dal regista Jeff Nichols e
interpretato al fianco di Joel Edgerton, nel ruolo
di suo marito Richard Loving.
La battaglia di Mildred e Richard
contro lo stato della Virginia, portata avanti per oltre nove anni
e passata alla storia con il nome “Loving contro Virginia”, aprì
finalmente la strada alla possibilità per neri e bianchi di potersi
sposare tra loro. Nonostante sia lontana dal riuscire a sbaragliare
la concorrenza e a stringere l’ambita statuetta tra le mani, grazie
all’interpretazione di Mildred, madre amorevole, timorosa e sempre
composta, Ruth Negga si è imposta in un solo colpo
come una delle più promettenti attrici della sua generazione. Per
la sua performance ha ricevuto anche una nomination ai Golden
Globes e ai BAFTA
Natalie Portman per Jackie
Quando
Jackie è stato presentato in anteprima mondiale
alla 73esima edizione del Festival di Venezia, in molti erano
pronti a scommettere che Natalie Portman sarebbe
riuscita a portare a casa il secondo Oscar come migliore attrice
protagonista, andando ad eguagliare il record stabilito da colleghe
quali Jane Fonda, Sally Field, Jodie Foster e
Hilary Swank. Sfortunatamente la season award di
quest’anno ci ha mostrato uno scenario ben diverso e regalato
all’ultima fatica dell’acclamato regista cileno Pablo
Larraín non tutta l’attenzione e il successo che avrebbe
invece meritato.
La vacuità di un riconoscimento è
però nulla se paragonata alla profondità e alla raffinatezza che
fanno di Jackie (dal 23 febbraio nelle sale
italiane) un autentico capolavoro, sicuramente il miglior film sui
Kennedy mai realizzato. Natalie Portman è Jackie
Kennedy in tutto e per tutto, incantevole e struggente nei panni di
una regina detronizzata, senza marito e senza corona. Una creatura
tanto splendida quanto contraddittoria, che l’attrice di origini
israeliane ripropone sul grande schermo dando vita
all’interpretazione più sentita (forse proprio la migliore) della
sua carriera. Grazie a Jackie la Portman arriva a
quota tre nomination, dopo quella del 2005 come non protagonista
per Closer e quella del 2011 come protagonista per
Black Swan, che la vide finalmente brillare con
un’indimenticabile e tenerissimo pancione sul palco del Dolby
Theatre.
Emma Stone per La La Land
Arriviamo finalmente alla
favorita di questa edizione. Nonostante il testa a testa con
Isabelle Huppert sia sentito e anche di notevole
risonanza (per differenza d’età e per film all’attivo), il
personaggio di Mia Dolan potrebbe non aver smesso di regalare a
Emma Stone gradite sorprese, come ha già fatto
alla scorsa Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di
Venezia, dove l’attrice ha ricevuto (inaspettatamente) la Coppa
Volpi per la migliore interpretazione femminile.
Saltata alla ribalta con la
commedia Easy Girl e raggiunto il successo grazie
al ruolo di Gwen Stacy nei due (fallimentari purtroppo) capitoli di
The Amazing Spider-Man, Emma
Stone è riuscita ad imporsi all’attenzione della critica e
a conquistare un posto speciale nel cuore del pubblico non solo
grazie ai suoi meravigliosi occhioni da gatto che ci permettono di
poterla paragonare ad una Joan Crawford dei giorni
nostri, ma anche ad alcuni dei titoli più apprezzati degli ultimi
anni, come Birdman e Irrational
Man. In La La Land di quel “piccolo”
genio chiamato Damien Chazelle (uscito nelle
nostre sale il 26 gennaio), la Stone canta, balla e recita. Ci
ipnotizza, ci emoziona; ci accompagna per mano nella vita di
un’inguaribile sognatrice, una talentuosa attrice in cerca
dell’occasione della vita nella città delle opportunità, la magica
Los Angeles. Quello di Mia Dolan è uno di quei ruoli che ti
cambiano la vita e la carriera: una carriera in ascesa che quasi
certamente troverà la giusta e meritata consacrazione durante la
“notte delle stelle” il prossimo 28 febbraio. Per la sua
interpretazione Emma Stone ha anche ricevuto il
Golden Globe come migliore attrice protagonista in un film
musical/commedia e lo Screen Actors Guild Award come migliore
attrice protagonista.
Meryl Streep per Florence
Il nostro viaggio si
conclude con quello che è ormai diventato – a torto o ragione – il
“tallone d’Achille” degli Academy Awards. L’immancabile presenza di
Meryl Streep all’interno della cinquina delle
migliori attrici (protagoniste o non che siano) è diventato ormai
un vero e proprio argomento di dibattito. Noi per primi ci
chiediamo quanto il suo nome tra le candidate possa ancora avere un
qualche valore. Dopo tre Oscar vinti e il record raggiunto proprio
quest’anno per il maggior numero di nomination (20 in totale),
bisognerebbe forse lasciare spazio alla concorrenza e onorare
quella è che indiscutibilmente la più grande attrice vivente con un
meritatissimo (ma ormai sempre più agognato) Oscar alla carriera.
Ad oggi le parole si sprecano quando si parla del connubio
Streep/Academy. Cosa dire quindi?
La nomination di quest’anno arriva
per Florence, biopic diretto da Stephen
Frears e uscito al cinema in Italia lo scorso dicembre,
che vede l’attrice calarsi – con quel manierismo che la
contraddistingue da sempre – nei panni di Florence Foster Jenkins,
soprano statunitense che divenne famosa per la sua completa
mancanza di doti canore. Altro da aggiungere? Nulla, diremo! Siamo
di fronte a Meryl Streep. Tutto è superfluo. Una cosa però è giusto
sottolinearla: è davvero un peccato che la sua ennesima candidatura
abbia precluso la possibilità a Amy Adams (una
delle grandi protagoniste di questa season award) di gareggiare per
Arrival (o magari per Animali
Notturni). È davvero arrivato il momento, dunque, che
l’Academy riveda quelle che sono le sue “priorità”. Voi cosa ne
pensate?