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Emilia Clarke entusiasta del prosieguo della storia di Qi’Ra nei fumetti di Star Wars

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Emilia Clarke è nota a tutti per il ruolo di Daenerys Targaryen in Game of Thrones. Nella sua breve carriera, però, l’attrice ha preso parte anche ad alcuni importanti franchise cinematografici, come quelli di Terminator e Star Wars.  

In riferimento proprio a quest’ultimo, l’attrice ha interpretato Qi’Ra in Solo: A Star Wars Story, secondo spin-off della saga diretto da Ron Howard, che sfortunatamente si rivelò un flop al botteghino, spingendo la Lucasfilm a mettere ufficialmente in stand by il progetto degli spin-off iniziato con Rogue One nel 2016.

Proprio per questo, è alquanto improbabile che rivedremo Clarke nel ruolo di Qi’Ra, ma pare che l’attrice sia molto affezionata al personaggio, che di recente è tornato nelle pagine dell’evento crossover a fumetti “Star Wars: War of the Bounty Hunters“, edito da Marvel Comics. Proprio in merito a questo ritorno, Clark ha spiegato di essere felicissima che la storia dell’amica d’infanzia di Han Solo posso continuare in un’altra forma.

“Significa davvero tanto per me”, ha spiegato Emilia in un’intervista con ComicBook. “Conosco le sue origini. Conosco la sua storia. Il film, purtroppo, non si è spinto tanto oltre, ma da attrice è stato davvero un onore e un privilegio far parte di quell’universo. Quindi, vedere che finalmente si stanno esplorando le sue origini… ha consolidato il personaggio, in un certo senso. Non mi aspettavo di emozionarmi così tanto per questa cosa.”

Nel finale di Solo: A Star Wars Story, Qi’ra contattava il leader dell’Alba Cremisi e incolpava Beckett della morte di Vos e del furto del coassio. Il leader era in realtà Darth Maul (sopravvissuto al combattimento con Obi-Wan Kenobi), il quale le intimava di raggiungerlo subito su Dathomir. A lungo si è parlato di un possibile sequel di Solo destinato a Disney+, ma ad oggi non è ancora stato confermato nulla.

Ricordiamo che prossimamente vedremo Emilia Clarke in Secret Invasion, la nuova serie dei Marvel Studios che debutterà su Disney+ nel 2022, che annovera nel cast anche Samuel L. JacksonBen Mendelsohn e il premio Oscar Olivia Colman.

Emilia Clarke è Sarah Connor nelle foto di Terminator Genisys

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Emilia Clarke è Sarah Connor nelle foto di Terminator Genisys

La bellissima Emilia Clarke non ha paura di niente, nè di folle di rivoltosi quando è nei panni di Daenerys Targaryen, nè di agguerriti T-800 quando deve invece indossare i panni di Sarah Connor, la “madre della resistenza” contro Skynet.

Eccola in due nuovi scatti direttamente da Terminator Genisys:

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Terminator Genisys 2Nel cast di Terminator Genisys sono presenti, oltre al già citato Arnold Schwarzenegger, anche Jason Clarke, Jai Courtney, Emilia Clarke, Matt Smith, Byung-hun Lee, Courtney B. Vance e J.K. Simmons.

La trama di Terminator Genisys è la seguente: Quando Kyle Reese viene mandato indietro nel tempo da John Connor per salvare la madre, minacciata dagli androidi di Skynet, nulla è come ci ricordiamo: il luogotenente scoprirà finalmente la vera storia di Sarah Connor, adottata proprio da Terminator, e cresciuta sotto la sua protezione, addestrata ad affrontare un destino a cui fino all’ultimo cercherà di ribellarsi.  

Terminator Genisys uscirà nelle sale cinematografiche statunitensi il primo luglio 2015, mentre in quelle italiane il 9 luglio. Durante il Super Bowl domenica prossima sarà proiettato uno spot del film.

Emilia Clarke e Sam Claflin nella prima clip italiana di Io Prima di Te

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La Warner Bros a diffuso in rete la prima clip italiana di Io prima di Te, film diretto da Thea Sharrock che arriverà il primo settembre al cinema. Protagonisti della storia sono Emilia Clarke e Sam Claflin, mentre il cast di comprimari comprende nomi del calibro di Charles Dance, Matthew Lewis, Vanessa Kirby e Stephen Peacocke.

Sam Claflin e Emilia Clarke nel trailer italiano di Io prima di te

L’amore arriva sempre quando meno te lo aspetti. E qualche volta ti porta dove non penseresti mai di andare…Louisa “Lou” Clark vive in una tipica cittadina della campagna inglese. io prima di te Emilia Clarke e Sam Claflin Non sa bene cosa fare della sua vita, ha 26 anni e passa da un lavoro all’altro per aiutare la sua famiglia. Il suo inattaccabile buonumore viene però messo a dura prova quando si ritrova ad affrontare una nuova sfida lavorativa. Trova infatti lavoro come assistente di Will Traynor, un giovane e ricco banchiere finito sulla sedia a rotelle per un incidente e la cui vita è cambiata radicalmente in un attimo. Lou gli dimostrerà che la vita vale ancora la pena di essere vissuta.

Emilia Clarke e Sam Claflin nel trailer di Io prima di Te

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Emilia Clarke e Sam Claflin nel trailer di Io prima di Te

Ecco il trailer italiano di Io prima di Te, un film diretto da Thea Sharrock che arriverà a giugno nei nostri cinema. Protagonisti della storia sono Emilia Clarke, Sam Claflin, Charles Dance, Matthew Lewis, Vanessa Kirby e Stephen Peacocke.

Ecco il video a seguire:

L’amore arriva sempre quando meno te lo aspetti. E qualche volta ti porta dove non penseresti mai di andare…Louisa “Lou” Clark vive in una tipica cittadina della campagna inglese. io prima di teNon sa bene cosa fare della sua vita, ha 26 anni e passa da un lavoro all’altro per aiutare la sua famiglia. Il suo inattaccabile buonumore viene però messo a dura prova quando si ritrova ad affrontare una nuova sfida lavorativa. Trova infatti lavoro come assistente di Will Traynor, un giovane e ricco banchiere finito sulla sedia a rotelle per un incidente e la cui vita è cambiata radicalmente in un attimo. Lou gli dimostrerà che la vita vale ancora la pena di essere vissuta.

Emilia Clarke e Sam Claflin nel nuovo trailer di Io prima di Te

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Emilia Clarke e Sam Claflin nel nuovo trailer di Io prima di Te

Ecco il nuovo trailer originale di Io prima di Te, un film diretto da Thea Sharrock che arriverà a giugno nei nostri cinema. Protagonisti della storia sono Emilia Clarke, Sam Claflin, Charles Dance, Matthew Lewis, Vanessa Kirby e Stephen Peacocke.

Ecco il video a seguire:

L’amore arriva sempre quando meno te lo aspetti. E qualche volta ti porta dove non penseresti mai di andare…Louisa “Lou” Clark vive in una tipica cittadina della campagna inglese. io prima di te Emilia Clarke e Sam Claflin Non sa bene cosa fare della sua vita, ha 26 anni e passa da un lavoro all’altro per aiutare la sua famiglia. Il suo inattaccabile buonumore viene però messo a dura prova quando si ritrova ad affrontare una nuova sfida lavorativa. Trova infatti lavoro come assistente di Will Traynor, un giovane e ricco banchiere finito sulla sedia a rotelle per un incidente e la cui vita è cambiata radicalmente in un attimo. Lou gli dimostrerà che la vita vale ancora la pena di essere vissuta.

Fonte: EW

Emilia Clarke e Olivia Colman in Secret Invasion

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Emilia Clarke e Olivia Colman in Secret Invasion

Emilia Clarke, meglio nota come Madre dei Draghi nella serie di successo HBO è in trattative per partecipare a Secret Invasion, la serie Marvel Studios/Disney+ che vede già nel cast Samuel L. Jackson, Ben Mendelsohn, Kingsley Ben-Adir. Insieme a Clarke, è stato annunciato nelle ore precedenti che anche l’attrice premio Oscar Olivia Colman si è unita al cast della serie che dovrebbe essere disponibile su Disney+ a partire dal 2023, anche se non abbiamo ancora una data certa.

Secret Invasion è l’annunciata serie tv Marvel con Samuel L. Jackson dei Marvel Studio e Disney+. La serie è basata sull’omonimo fumetto dei Marvel Comics.

In Secret Invasion protagonista sarà Samuel L. Jackson che torna nei panni di Nick Fury accanto a Ben Mendelsohn, che da Captain Marvel, torna ad interpretare lo Skrull Talos.

Emilia Clarke e Nicholas Hoult i nuovi Bonnie e Clyde!

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Emilia Clarke e Nicholas HoultSaranno Emilia Clarke e Nicholas Hoult ad interpretare la celeberrima coppia di criminali formata da Bonnie Elizabeth Parker e Clyde Chestnut Barrow, e che è passata alla storia (del cinema) grazie al bellissimo film del 1967 di Arthur Penn con Warren Beatty e Faye Dunaway. I due attori, trai protagonisti di due dei franchise più amati del momento, Game of Thrones lei e X-Men lui, saranno infatti i protagonisti di Go Down Together, una ennesima riproposizione del racconto di Bonnie e Clyde diretta da Michael Sucsy.

Il film sarà basato sul libro di Jeff Guinn, Go Down Together: The True, Untold Story Of Bonnie And Clyde, e l’adattamento cinematografico è stato affidato a Sheldon Turner (Tra le Nuvole) e a David Auburn (Proof). La storia seguirà le crude vicende dei due rapinatori di banche che, durante la Depressione, rapinarono diverse banche del sud degli Stati Uniti lasciandosi alle spalle una scia di sette morti. Fino a che, cme sappiamo, vennero abbattuti durante uno scontro a fuoco con le autorità.

Mentre Emilia Clarke è in tv con la quarta stagione di Game of Thrones ed è impegnata sul set di Terminator Genesis in cui interpreta Sarah Connor, Nicholas Hoult arriverà dal 22 maggio al cinema con X-Men Giorni di un Futuro Passato, in cui riprende il ruolo di Hank McCoy/Bestia.

Fonte: Empire

Emilia Clarke e la fine del mondo nel nuovo spot di Terminator Genisys

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L’attrice Emilia Clarke è pronta a fermare la fine del mondo nel nuovo spot tv dell’atteso Terminator Genisys, il reboot del franchise che vede protagonisti anche Jason Clarke, Jai Courtney, Matt Smith e J.K. Simmons e Arnold Schwarzenegger: 

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Ecco la trama ufficiale: Quando Kyle Reese viene mandato indietro nel tempo da John Connor per salvare la madre, minacciata dagli androidi di Skynet, nulla è come ci ricordiamo: il luogotenente scoprirà finalmente la vera storia di Sarah Connor, adottata proprio da Terminator, e cresciuta sotto la sua protezione, addestrata ad affrontare un destino a cui fino all’ultimo cercherà di ribellarsi.  

Emilia Clarke e Jack Huston insieme in Above Suspicion

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Emilia Clarke e Jack Huston insieme in Above Suspicion

Arriva da Variety la notizia che Emilia Clarke, la Daenerys Targaryen della nota serie televisiva Game of Thrones, e Jack Huston, protagonista dell’atteso rifacimento di Ben Hur, saranno le star di Above Suspicion, il nuovo thriller del regista Phillip Noyce, famoso per aver diretto molti film appartenenti al genere, tra cui Ore 10 Calma piatta, Giochi di potere, Sotto il segno del pericolo, Il collezionista di ossa e il più recente Salt.

Il film sarà l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Joe Sharkey, giornalista del New York Times, mentre la sceneggiatura porterà la firma di Chris Gerolmo (Mississippi Burning). Le riprese partiranno questo mese.

La storia del film, ispirata a fatti realmente accaduti, seguirà le vicende di un agente dell’FBI da poco sposato che viene mandato alla ricerca di alcune informazioni in una cittadina del Kentucky, tra i monti Appalachi. Una volta giunto sul luogo, l’uomo si ritroverà coinvolto in una relazione extraconiugale con una donna di bassa estrazione sociale, che diventerà la sua principale informatrice. Le cose si complicano quando l’uomo verrà accusato di omicidio, diventando il primo agente dell’FBI condannato per tale crimine.

Prossimamente vedremo Emilia Clarke al fianco di Sam Claflin nel dramma sentimentale Io prima di te. Jack Huston invece, oltre al sopracitato remake di Ben Hur, sarà anche nel cast del dramma The Yellow Birds.

Fonte

Emilia Clarke e il cast presentano a Parigi Terminator Genisys [Foto]

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La bellissima Emilia Clarke reduce dal grande successo della serie Game Of Thrones ha presentato insieme a Arnold Schwarzenegger il suo ultimo film Terminator GenisysEcco l’evento:

Protagonisti del film sono Emilia Clarke, Jason Clarke, Jai Courtney, Matt Smith e J.K. SimmonsArnold Schwarzenegger.

Terminator Genisys uscirà nelle sale cinematografiche statunitensi il primo luglio 2015, mentre in quelle italiane il 9 luglio. Ecco la trama ufficiale: Quando Kyle Reese viene mandato indietro nel tempo da John Connor per salvare la madre, minacciata dagli androidi di Skynet, nulla è come ci ricordiamo: il luogotenente scoprirà finalmente la vera storia di Sarah Connor, adottata proprio da Terminator, e cresciuta sotto la sua protezione, addestrata ad affrontare un destino a cui fino all’ultimo cercherà di ribellarsi.  

Emilia Clarke divina alla Premiere di Terminator Genisys

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Emilia Clarke divina alla Premiere di Terminator Genisys

E’ stata Emilia Clarke la protagonista femminile alla premiere europea di Terminator Genisys. L’attrice, reduce dal successo di Game of Thrones 5, è stata tra i nomi più acclamati dai fan e si è presentata divinamente sul red carpet

Protagonisti del film sono Emilia Clarke, Jason Clarke, Jai Courtney, Matt Smith e J.K. SimmonsArnold Schwarzenegger.Terminator Genisys uscirà nelle sale cinematografiche statunitensi il primo luglio 2015, mentre in quelle italiane il 9 luglio. Ecco la trama ufficiale: Quando Kyle Reese viene mandato indietro nel tempo da John Connor per salvare la madre, minacciata dagli androidi di Skynet, nulla è come ci ricordiamo: il luogotenente scoprirà finalmente la vera storia di Sarah Connor, adottata proprio da Terminator, e cresciuta sotto la sua protezione, addestrata ad affrontare un destino a cui fino all’ultimo cercherà di ribellarsi.  

Emilia Clarke divina a Los Angeles per Terminator Genisys

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Emilia Clarke divina a Los Angeles per Terminator Genisys

Ancora una volta protagonista è stata Emilia Clarke alla premiere a Los Angeles per l’attesissimo reboot Terminator Genisys, anche se questa volta ha co-diviso il trono di più acclamata con la coppia culto Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger. Di seguito le foto della bellissima attrice:

Nel quinto capitolo della serie di Terminator, e primo di una nuova trilogia, vedremo John Connor (Jason Clarke), leader della resistenza umana, inviare il Sergente Kyle Reese (Jai Courtney) nel 1984 per proteggere Sarah Connor (Emilia Clarke) e salvaguardare il futuro. Un evento inaspettato tuttavia, creerà una frattura della linea temporale e Reese si troverà in una nuova versione del passato, con improbabili alleati, nuovi pericolosi nemici, e una nuova missione. La sceneggiatura è di Laeta Kalogridis e Patrick Lussier.

Assieme ad Arnold Schwarzenegger, J.K. Simmons, Emilia Clarke (Il trono di spade), Jason Clarke (Il Grande Gatsby) e Jai Courtney (The Divergent Series), nel cast anche Dayo Okeniyi, Matthew Smith, Courtney B. Vance e Byung-Hun Lee. Il film uscirà nelle sale italiane il 9 luglio.

Emile Hirsch: tra normalità e desiderio d’avventura

Emile Hirsch: tra normalità e desiderio d’avventura

Emile Hirsch – Faccia pulita, sguardo limpido, occhi verdi, il classico bravo ragazzo. Nel cinema e nella vita mostra però anche un lato indomito, che gli consente di affrontare sfide con sé stesso, la natura, la  velocità. La sua carriera sul grande schermo è cominciata dieci anni fa, sebbene sia giovanissimo, ed oggi è uno dei talenti più promettenti su cui sta puntando il cinema americano.

Fin da piccolo ammirava Marlon Brando e amava Fronte del porto e Un tram che si chiama Desiderio, anche se come suo primo trampolino di lancio ha scelto la tv, cui in verità non è più tornato da quando è approdato al grande schermo. Si è fatto notare con commedie come La ragazza della porta accanto, confermando il suo talento con altre dalle atmosfere Seventies,  ma ha saputo dare spessore anche a giovani problematici, difficili, perfino delinquenti, in pellicole drammatiche come Richiesta d’amore e Alpha Dog.

Molti di noi, però, hanno imparato a conoscerlo grazie alla sua splendida interpretazione da protagonista nel potente Into the Wild di Sean Penn, che lo ha portato davvero sotto i riflettori di critica e pubblico, facendogli sfiorare una nomination all’Oscar. Pur essendo molto giovane, ha già lavorato con registi internazionali di primo piano: oltre a Penn, Gus Van Sant, Ang Lee, Oliver Stone. Ha frequentato anche i territori dell’azione e del thriller – quest’ultimo non con esiti entusiasmanti. Questo sembra essere per lui un momento di grande fervore: è attualmente nelle nostre sale con due film, mentre un terzo è atteso a novembre.

Emile Hirsch, biografia

Stiamo parlando del californiano Emile Hirsch, nato il 13 marzo del 1985 a Topanga, luogo rifugio di artisti: attori  come Humphrey Bogart, Dennis Hopper, Robin Williams e una miriade di musicisti (Woodie Guthrie, Jim Morrison, Neil Young, Joni Mitchell tra gli altri).

Alla categoria possiamo dire appartengano anche entrambi i genitori di Emile: la disegnatrice Margaret Davenport e il produttore e manager David Hirsch. Una terra quella di Topanga, soggetta a forti e contrastanti fenomeni naturali, che forse lo ha aiutato a familiarizzare con quell’elemento-natura fondamentale, ad esempio, in Into the Wild. Abbandona però la California dopo il divorzio dei suoi genitori, in favore del Nuovo Messico. Poi è la volta di Los Angeles, dove frequenta la Hamilton Academy  of Music and The Performing Arts, dimostrando di avere già le idee chiare sul suo futuro.

Emile Hirsch, filmografia

Gli esordi, nella seconda metà degli anni ’90, lo vedono destreggiarsi sul piccolo schermo in diverse serie tv molto seguite. Ricordiamo in particolare le sue apparizioni del 1999 in: Due gemelle e una tata e Sabrina, vita da strega, che preludono alle due più rilevanti in N.Y.P.D. e E.R. . Insomma, Emile Hirsch fa di tutto per farsi notare e, agli inizi del nuovo millennio, è pronto per il salto verso il cinema.

Il 2002 è infatti l’anno dell’esordio con il drammatico The dangerous lives of altar boys, diretto da Peter Care, che vede l’attore nei panni del giovane Francis, irrequieto e desideroso di nuove esperienze da fare al fianco del suo amico Tim/Kieran Culkin. I due però devono fare i conti con la ferrea disciplina  del college che frequentano e la severità di Suor Assunta/Jodie Foster, alla quale daranno filo da torcere. Il tutto, incorniciato in un ambientazione anni ’70. Dà poi buona prova del suo talento nel più leggero Il club degli imperatori, commedia nella quale veste i panni di un ragazzo supponente e viziato, figlio di un politico, che al college si scontra stavolta col professore di storia William Hundert/Kevin Kline, che tenta inutilmente di farlo ravvedere.

Dopo aver messo a segno queste prime partecipazioni accanto ad attori di spessore, Emile Hirsch è pronto per un ruolo più complesso in una pellicola drammatica: quello dell’adolescente problematico Duncan Mudge, alle prese con un difficile rapporto con il padre e disperatamente bisognoso d’amore. In italiano infatti il titolo è Richiesta d’amore (2003). L’attore colpisce per la grande aderenza nel rendere il carattere chiuso del ragazzo, il suo disagio e la difficoltà nella relazione col genitore, l’emarginazione.

La pellicola purtroppo non è di grosso richiamo e non saranno in molti a poterla apprezzare. L’anno successivo, Emile cambia di nuovo genere e si dà ad una commedia indirizzata agli adolescenti: La ragazza della porta accanto di Luke Greenfield, in cui veste i panni di un ragazzo, Matthew Kidman, che si imbatte in una vicina di casa molto particolare, Danielle/Elisha Cuthbert: dietro alle sue apparenze da ragazza acqua e sapone si nasconde infatti una pornostar. Il film ha una maggiore risonanza rispetto ai precedenti, riscuote un buon successo al botteghino e dà all’attore la prima notorietà.

Sul tema del disagio e dei difficili rapporti familiari, con segreti e verità nascoste, è la pellicola di Dan Harris del 2005:  Imaginary Heroes, cui Emile prende parte nel ruolo di Tim, figlio dei coniugi Travis (Sigourney Weaver e Jeff Daniels). Ma lo troviamo anche in Lords of Dogtown, incentrato sul gruppo di californiani appassionati del surf che negli anni Settanta inventarono lo skateboarding. Il nostro interpreta uno di loro: Jay Adams.

Emile Hirsch, arrivano Into The Wild e Venuto al mondo

Il 2007 è l’anno della svolta nella carriera di Emile Hirsch: non solo entra da protagonista nel cast di Alpha Dog di Nick Cassavetes,  in cui veste i panni di un giovane spacciatore, Johnny Truelove, a capo di una banda di criminali – film duro e crudo che riflette senza sconti sulla deriva violenta delle periferie americane – ma soprattutto, a poco più di vent’anni, viene chiamato da Sean Penn a interpretare il ruolo del protagonista in Into the Wild – Nelle terre selvagge.

Possiamo ben credergli quando Emile racconta del suo stupore alla telefonata ricevuta da Penn, nella quale il regista gli comunicava di aver scritto la sceneggiatura – tratta dal libro di Jon Krakauer sulla figura di Chris McCandless –  proprio pensando a lui per quel ruolo e gli chiedeva se fosse disposto ad interpretarlo – a tal proposito Penn ha dichiarato: “Non riesco ad immaginare il film senza Emile Hirsch”, mentre Hirsch definisce il lavoro con Penn “una grande pietra miliare per me”, aggiungendo che Penn come regista “E’ meglio degli altri registi perché è un attore da così tanto tempo. Capisce tutto ciò che succede con gli attori. Mi ha dato molta fiducia.” Un’occasione come questa, dunque, non poteva non essere colta al volo.

Emile Hirsch è pronto all’immedesimazione totale,  a girare in Alaska in condizioni non facili, a perdere peso e a compiere un vero e proprio viaggio interiore, un’esperienza totale che cambierà la sua vita, non “solo un film”. Sulla preparazione del ruolo l’attore racconta: “Ho letto il libro su McCandless, ho guardato alcuni video di lui al college, (…) ho conosciuto la sua famiglia”. Tutto questo, ma soprattutto il libro, “penso mi abbia aiutato a entrare nella mente di Chris, a capire cosa ha potuto, almeno parzialmente, motivarlo”. Attraverso il viaggio “nelle terre selvagge” compiuto da McCandless/Hirsch, si affrontano molti temi: primo tra tutti la libertà e cosa si è pronti a fare per conquistarla, il rifiuto della società, dei suoi meccanismi e costrizioni, ma anche il bisogno di amore e affetto che contraddistinguono la figura di Chris, incapace però di stringere veri legami con le persone che incontra sul suo cammino – rivelatore di questo aspetto in particolare, secondo Emile Hirsch, l’incontro di Chris con l’anziano Ron, “ viene fuori la sua incapacità di avere un qualche tipo di intimità con le persone”.

Un’incapacità  che lo porta a un progressivo isolamento. C’è la sfida con la natura e con sé stessi, il desiderio di superare i propri limiti, di spingersi fino all’estremo (l’attore dice di comprendere molto bene questa “sete di avventura”). Ci sono momenti di felicità e di disperazione, c’è la ricerca di sé e del senso della vita. Hirsch porta egregiamente sulle spalle il film, la recitazione è intensa e coinvolgente, si  adatta perfettamente ad esprimere un ampio ventaglio di emozioni, coadiuvata dalle trasformazioni anche fisiche che il protagonista subisce nel corso del suo viaggio. Per questa interpretazione l’attore sfiora la candidatura all’Oscar e si aggiudica svariati premi, tra cui il National Board of Review Award.

Il tutto è orchestrato dalla mano sapiente di Penn, che incornicia la vicenda umana di Chris con scenari naturali mozzafiato e la accompagna con brani di struggente delicatezza, scritti e interpretati da Eddie Vedder – nelle parole dello stesso regista, quella di Vedder è stata fin dall’inizio “la voce che rappresentava l’anima musicale del personaggio di Chris. Il suo contributo al film è stato enorme”. Il brano Guaranteed viene premiato con il Golden Globe come miglior canzone originale.

Quest’esperienza permette a Emile Hirsch di aprire un altro capitolo  della propria vita: quello che riguarda l’impegno in cause umanitarie. Dopo l’uscita del film, infatti, Oxfam America gli propone di fargli da “ambasciatore” (termine non molto amato dall’attore, che lo trova imbarazzante), visitando il Congo e verificando l’impegno dell’organizzazione nel paese, per poi diffonderlo: “Fanno molto, con tecnologie molto semplici”, come ad esempio il sistema per potabilizzare l’acqua. Quest’esperienza lo ha fatto riflettere: “Mi ha reso davvero grato per la vita che ho. Penso sia molto facile per tutti dimenticare le libertà che abbiamo, i lussi. Tutto  ciò che hai lo dai per scontato”, mentre, dopo essere stato in Congo, lo ha potuto apprezzare molto di più. Con Oxfam è stato anche in Zimbabwe. Inoltre, ha partecipato ad un’iniziativa di sensibilizzazione riguardo al problema dell’accesso all’acqua potabile, scalando il Kilimangiaro. E dice di voler continuare: “voglio impegnarmi, fare ciò che posso”.

Tornando al suo lavoro di attore, nel 2008 Emile Hirsch è protagonista nell’action movie a base di motori e velocità Speed Racer, di Andy e (allora) Larry Wachowski, che gli permette di dare sfogo a quella che è anche una sua passione: “Occasionalmente mi piace fare cose estreme. Qualche volta corro un po’ quando guido”, ma normalmente, assicura, “sono il guidatore più sicuro che c’è”.

Incontra poi di nuovo Penn, qui protagonista e premiato con l’Oscar, in Milk (2008) di Gus Van Sant, che ricostruisce la parabola politica e umana del consigliere comunale di San Francisco Harvey Milk, primo uomo dichiaratamente omosessuale a ricoprire una carica pubblica negli Usa. Emile Hirsch interpreta il ruolo di Cleve Jones, giovane attivista impegnato al fianco di Milk per i diritti dei gay. Il film è un doveroso omaggio alla figura di Harvey Milk, idealista e sognatore, ma anche coraggioso paladino di tante battaglie civili, che svelò il volto ipocrita dell’America degli anni Settanta, provinciale e solo formalmente libertaria.

Quest’anno, vede la luce Killer Joe di William Friedkin, fortunato già a partire dalla sua presentazione alla Mostra del Cinema di Venezia 2011 dove è stato accolto in maniera entusiastica. Il film vede protagonista un Matthew McConaughey in gran forma (era considerato tra i favoriti per la coppa Volpi, andata poi a Michael Fassbender), mentre dà l’occasione a Emile Hirsch di lavorare con il regista de L’Esorcista, il film che lo ha spaventato di più in assoluto – “Mi sono subito reso conto che ero nelle mani di un maestro e che sarebbe stata un’opportunità incredibile” – e  di calarsi nel ruolo di un vero cattivo, Chris Smith, uno spacciatore che architetta l’omicidio della madre, ma per portarlo a termine è costretto a servirsi proprio di “killer Joe”. Per farlo, ed in particolare per rendere la sua ambiguità, dice di aver attinto ad Amleto: “in Amleto c’è molto di quest’ambiguità morale, è sempre in conflitto con sé stesso riguardo a ciò che deve fare”. Inoltre, per interpretare colui che vuole uccidere la propria madre, dice, l’unico modo è “far finta che non sia tua madre, ma il tuo nemico”. Il film è ora nelle sale nel nostro paese.

Assieme a questo film, nei cinema italiani c’è anche un’altra pellicola targata 2012, che ha permesso a Emile Hirsch di mettere a segno un altro bel colpo: lavorare niente meno che con Oliver Stone. È stato infatti scelto per entrare a far parte del cast de Le belve: storia di droga e malavita che ha come teatro la frontiera tra America e Messico. L’attore veste i panni di Spin, che ripulisce i soldi fatti con la marijuana dai californiani Ben e Chon. Tutto fila liscio finché un cartello messicano non si mette di traverso al loro business. Occasione questa per Emile di condividere il set con molti illustri colleghi come Benicio Del Toro, John Travolta e Salma Hayek.

Infine, a dimostrazione di quanto il talento e il lavoro di Emile Hirsch siano apprezzati anche qui in Italia, Sergio Castellitto ha scelto proprio il suo sguardo limpido per affiancare quello forte e sensuale di Penélope Cruz e renderli protagonisti del suo prossimo atteso lavoro, Venuto al mondo, che sarà nelle sale dal prossimo 8 novembre. I due attori daranno vita a una tormentata storia d’amore nel difficile contesto di una guerra.

Emile Hirsch: 10 cose che non sai sull’attore

Emile Hirsch: 10 cose che non sai sull’attore

Grazie ad una serie di titoli di particolare successo, l’attore Emile Hirsch si è subito posto come uno degli interpreti più interessanti della sua generazione, capace di passare con naturalezza attraverso ruoli e generi sempre diversi. Nel corso degli anni ha poi continuato a distinguersi lavorando al fianco di noti attori e apprezzati registi. Ad ogni interpretazione, Hirsch era in grado di convincere sempre di più riguardo il suo talento, grazie a cui è ancora oggi uno degli attori più attivi e ricercati del panorama statunitense.

Ecco 10 cose che non sai di Emile Hirsch.

Emile Hirsch Into the Wild

Emile Hirsch: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attore inizia a recitare per il grande schermo con film come The Dangerous Lives of Altar Boys (2002), Il club degli imperatori (2002) e La ragazza della porta accanto (2004), con Elisha Cuthbert. La grande popolarità arriva però nel 2007, quando è protagonista di Into the Wild – Nelle terre selvagge, di Sean Penn. Da quel momento recita in celebri film come Speed Racer (2008), Milk (2008), Motel Woodstock (2009), di Ang Lee, L’ora nera (2011), Killer Joe (2011), con Matthew McConaughey, Le belve (2012), The Motel Life (2012), Venuto al mondo (2012), di Sergio Castellitto, Love Surivor (2013), Prince Avalanche (2013), Ten Thousand Saints (2015), Autopsy (2016), Era mio nemico (2017), The Outsider (2018), con Jared Leto, Freaks (2018), C’era una volta a… Hollywood (2019), di Quentin Tarantino e The Comeback Trail (2020), con Robert De Niro.

9. Ha preso parte anche a prodotti televisivi. Prima di approdare al cinema, Hirsch aveva recitato in numerosi film TV o serie, in ruoli spesso da guest star. Tra i titoli principali si annoverano Una famiglia del terzo tipo (1997), Ultime dal cielo (1997), La leggenda dell’isola maledetta (1998), Due gemelle e una tata (1999), Sabrina, vita da strega (1999), Terra promessa (1999), Jarod il camaleonte (1999), Profiler – Intuizioni mortali (1999), N.Y.P.D. (1999),e  E.R. – Medici in prima linea (1999), con George Clooney. In seguito, inizia a dedicarsi prevalentemente al cinema, e tornerà in televisione soltanto nel 2013 per la miniserie Bonnie & Clyde, dove interpreta il protagonista.

8. È anche doppiatore. Negli ultimi anni Hirsch si è distinto anche come doppiatore per serie animate. Nel 2018, infatti, ha dato voce al personaggio di Jim Lake Jr. in Trollhunters: I racconti di arcadia, serie Netflix ideata da Guillermo Del Toro. Riprende poi il ruolo anche per i sequel 3 in mezzo a noi (2018) e I Maghi: I racconti di Arcadia (2020). Attualmente è in lavorazione il film Trollhunters: Rise of the Titans, basato sulla serie e dove l’attore riprenderà nuovamente il proprio ruolo di doppiatore.

Emile Hirsch in Into the Wild

7. Ha interpretato il protagonista del film. In Into the Wild, film basato sulla vera storia del giovane Christopher McCandless, il quale dopo la laurea abbandona la famiglia e la società per andare a vivere in mezzo alla natura. Il regista Sean Penn si interessò a lui dopo averlo visto recitare in alcuni film precedenti. Per essere sicuro che egli fosse la scelta giusta, e potesse sostenere una prova tanto intensa sia a livello psicologico che fisico, il regista frequentò Hirsch per circa quattro mesi. Durante questo periodo i due ebbero modo di conoscersi e approfondire il progetto. Hirsch dimostrò grande devozione nei confronti del ruolo, e finì con l’ottenere la parte che lo avrebbe poi consacrato.

6. Ha dovuto superare numerose prove. Interpretare un ruolo tanto complesso non era però cosa facile. Per calarsi nei panni di McCandless, Hirsch decise di rinunciare totalmente alla propria vita privata, evitando ogni forma di socialità al di fuori del set. Venne inoltre affiancato da veri cacciatori, i quali gli insegnarono le tecniche più efficaci per sopravvivere nella natura selvaggia. Hirsch, inoltre, arrivò a perdere circa 20 chili, vivendo per diversi mesi in uno stato di semi-denutrizione e un peso di soli 52 chili. Durante i mesi di lavorazione ebbe modo di visitare luoghi sconosciuti, e imparò a vivere proprio come fece il vero McCandless. Per la sua interpretazione tanto sincera ottenne poi numerosi riconoscimenti.

Emile Hirsch in C’era una volta a… Hollywood

5. Ha avuto un ruolo nell’ultimo film di Tarantino. Nell’acclamato ultimo film di Tarantino, Hirsch ha ricoperto uno dei ruoli di maggior rilievo e con la maggior presenza in scena. Qui, infatti, egli è Jay Sebring, imprenditore e parrucchiere statunitense. Questi è noto per aver avuto una relazione con l’attrice Sharon Tate, e per essere stato presente nella casa di lei la notte in cui ebbero luogo gli omicidi perpetrati dalla famiglia Manson. Per interpretarlo, Hirsch ha condotto diverse ricerche su di lui, ma ha raccontato di essersi anche affidato a quanto scritto da Tarantino.

Emile Hirsch è su Instagram

4. Ha un profilo personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo verificato, seguito da 181 mila persone. All’interno di questo Hirsch ha ad oggi condiviso 205 post, di diverso genere e contenuto. Molti di questi sono infatti dedicati a suoi momenti di svago, luoghi visitati o curiosità a lui legate. Non mancano però anche immagini e video relativi al suo lavoro di interprete, con immagini promozionali o dietro le quinte dai set. In questo modo, Hirsch consente ai propri follower di rimanere continuamente aggiornati sui propri progetti presenti e futuri.

Emile Hirsch: chi è la sua fidanzata

3. Ha avuto un figlio da una precedente relazione. Da sempre molto riservato riguardo la propria vita privata, Hirsch ha sempre evitato di condividere dettagli a riguardo, preferendo evitare l’invadenza altrui. È tuttavia noto che l’attore ha avuto, nel 2013, un figlio chiamato Valor da una donna da lui frequentata all’epoca, ma da cui si sarebbe separato poco dopo. Attualmente, invece, l’attore sembrerebbe avere una relazione con la modella Elisha Herbert. I due sono infatti stati avvistati insieme più volte, e anche se non vi sono state conferme da parte loro sembrerebbe evidente un loro coinvolgimento emotivo.

Emile Hirsch: il suo 2020

2. Sta lavorando a diversi nuovi film. Il 2020 è stato un anno particolarmente ricco per l’attore, che ha preso parte al cast di ben quattro film in arrivo. Il primo di questi è The Comeback Trail, action comedy dove interpreta uno dei protagonisti. Prossimamente, invece, reciterà nel horror Son, nel thriller Midnight in the Switchgrass, con Bruce Willis, e nell’action American Night, con Jonathan Rhys Meyers. Il futuro dell’attore sembra dunque particolarmente ricco, confermando la grande prolificità che Hirsch ha sempre dimostrato.

Emile Hirsch: età e altezza

1. Emile Hirsch è nato a Palms, in California, Stati Uniti, il 13 marzo del 1985. L’attore è alto complessivamente 170 centimetri.

Fonte: IMDb

Emile Hirsch sarà John Belushi sul grande schermo

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Emile Hirsch sarà John Belushi sul grande schermo

Il regista e sceneggiatore Steve Conrad lo aveva annunciato tre anni fa di voler realizzare un biopic dedicato alla vita dell’attore John Belushi, star di pellicole cult quali Animal House e The Blues Brothers. The Hollywood Reporter rivela adesso chi sarà ad interpretare il leggendario comico statunitense: sarà Emile Hirsch, la giovane star americana che tutti voi ricorderete per film quali Alpha Dog, Into the Wild, Milk e per il più recente Venuto al mondo.

La Warner Bros ha acquistato i diritti del libro “Belushi“, sui cui si baserà la pellicola. L’opera è stata scritta dalla moglie di John Belushi, Judith Belushi Pisano, nel 2005, in collaborazione con Tanner Colby; Judith sarà coinvolta nel progetto anche in qualità di produttrice esecutiva. Tra i produttori figurano, invece, Scott Lambert, Alexandra Milchan e Bonnie Timmerman.

John Beluschi, nato nel 1949, è scomparso prematuramente il 5 marzo del 1982. Considerato uno dei maggiori comici statunitensi di tutti i tempi, la vita di Belushi è stata stroncata a causa della dipendenza dell’attore dalla droga.

Fonte: Coming Soon

Emile Hirsch in trattative per Lone Survivor

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I corpi speciali della Marina americana sono diventati la nuova ‘miniera’ del cinema americano: negli ultimi tempi i progetti loro dedicati si sono moltiplicati: tra questi Lone Survivor, diretto da Peter Berg, che sta procedendo al completamento del cast: ultimo in ordine di tempo a salire a bordo, Emile Hirsch.

Il film tratto dall’omonimo libro autobiografico Marcus Luttrell (interpretato da Mark Wahlberg, segue la lotta per la sopravvivenza della sua squadra, sotto attacco dei talebani in Afghanistan nel 2005. Del cast fanno parte  Taylor Kitsch e Ben Foster, anche’essi nel ruolo di soldati; le riprese inizieranno in settembre, nel New Mexico; per prepararsi adeguatamente alla direzione del film, Gerg ha passato qualche tempo a fianco delle truppe americane di stanza in Iraq. Hirsch e Kitsch saranno insieme anche in Savages di Oliver Stone.

Fonte: Empire

Emile Hirsch in The Motel Life

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Emile Hirsch torna ad un ruolo da protagonista dopo Speed Racer.

Era infatti da quando l’attore di Into the Wild

Emile Hirsch in “Venuto al Mondo” di Castellitto

Il cast di “Venuto al Mondo”, nuovo film da regista per Sergio Castellitto, si arrichisce di un altro volto internazionale: il bravo e giovane Emile Hirsch.

Emile Hirsch contro gli alieni

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Emile Hirsch, giovane protagonista di Into the Wild, Speed Racer e  Lords of Dogtown, sarà il protagonista di The Darkest Hour.

Emile Hirsch a rischio carcere

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Emile Hirsch a rischio carcere

L’attore Emile Hirsch sarebbe entrato in un centro di riabilitazione a seguito dell’incidente nel quale avrebbe soffocato un dirigente di sesso femminile presso il Sundance Film Festival del mese scorso.

ì”Emile aveva consumato un’enorme quantità di alcol la sera in questione, e non ha alcun ricordo di ciò che è accaduto“, ha dichiarato l’avvocato di Hirsch, Robert Offer, Venerdì.

Emile prende queste accuse molto sul serio, ed è devastato dal non ricordarsi nulla“, ha aggiunto Offer. “Pochi giorni dopo l’incidente, Emile ha cercato aiuto e ha voluto stabilirsi in un centro di riabilitazione dall’alcol, dove si trova ancora oggi, per garantire che non accada mai più niente di simile“.

Hirsch è stato accusato Giovedi del crimine di aggressione, in connessione con l’incidente al nightclub Tao del 25 gennaio. La polizia ha risposto a una chiamata alle 4 del mattino e un dirigente Paramount, Daniele Bernfeld, ha descritto un litigio fisico e un Hirsch ubriaco nell’atto di strangolarla.

La sua data di udienza è attualmente fissata per il 16 marzo con l’accusa di aggressione aggravata, un crimine di terzo grado. Se condannato, l’attore rischia fino a cinque anni nella Utah State Prison.

Tra le lavorazioni dell’attore 29enne, ricordiamo Lone Survivor, Speed Racer e Into the Wild.

Fonte: Variety

 

 

Emidio Greco e il suo cast raccontano Notizie degli Scavi

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Alla conferenza stampa dell’ultimo film di Emidio Greco Notizie degli scavi, sono presenti Giuseppe Battiston, Ambra Angiolini, Iaia Forte, Gianluca Arcopinto e lo stesso regista. Il clima è rilassato e subito si avverte l’armonia e la complicitàtra gli attori, che manifestano subito l’entusiasmo e la soddisfazione di aver fatto un film “controcorrente” rispetto al mood del momento.

Emergency Declaration: la spiegazione del finale del film coreano

Il film sudcoreano Emergency Declaration fonde sapientemente adrenalina e serotonina mentre ci porta attraverso il viaggio di un aereo commerciale, lo Sky Korea 501. Lo sceneggiatore/regista fa un buon lavoro aggiungendo quel senso di realismo che ci ricorda la tragedia della vita umana. Un attacco di terrorismo biologico su un aereo fa infatti qui emergere il lato reale delle persone coinvolte nella situazione, sia all’interno dell’aereo che a terra. Alla fine di tutto, il film costringe poi alla sottomissione non solo i personaggi del film, ma anche gli spettatori.

La trama di Emergency Declaration

Il film si concentra sul volo KI501, partito dalla cittadina sudcoreana di Incheon e diretto alle Hawaii, costretto a dichiarare lo stato di emergenza, dopo che il detective In-ho (Song Kang-ho) scopre che un uomo minaccia di fare un attentato bioterroristico a bordo. Mentre i passeggeri iniziano ad andare nel panico, il capo della polizia capisce che il sospettato è a bordo dell’aereo e da terra deve cercare di capire chi sia. A complicare la situazione ci sono le tensioni diplomatiche tra la Corea del Sud e altri governi, che non permettono all’aereo di atterrare sul loro territorio per evitare che il virus si diffonda anche all’esterno.

Il film è interpretato in particolare da Song Kang-ho, attore visto in Parasite, Snowpiercer e Le buone stelle – Broker, e da Lee Byung-hun – qui nel ruolo di Park Jae-hyuk, un passeggero che è un ex pilota caduto in disgrazia – visto in Terminator Genisys, I magnifici 7 e Ashfall – The Final Countdown.

Un virus iniettato molto tempo fa

Nel corso del film apprendiamo del bioterrorista Ryu Jin-seok dall’unica sopravvissuta agli effetti del virus alla BRICOM. La donna rivela che fin dall’infanzia Ryu Jin-seok ha subito le pressioni della madre, che era una microbiologa. Questo ha avuto ripercussioni su di lui e, di conseguenza, ha iniziato a provare piacere nell’uccidere gli animali quando era stressato. Possiamo dire che era un modo per sfogare la sua rabbia, una rabbia che derivava dall’impossibilità di vendicarsi del comportamento della madre. Per lui era un modo di vendicarsi, come ha dichiarato la donna.

Lee Byung-hun in Emergency Declaration
Lee Byung-hun in Emergency Declaration. Cortesia di Koch Media

Questo comportamento è continuato anche alla BRICOM e, nonostante gli fosse stato detto di fermarsi, le azioni di Ryu Jin-seok sono diventate sempre più gravi, al punto che ha esposto tre membri della sua squadra al virus mutato SC-1 e si è divertito a guardare i suoi compagni mentre si contorcevano dal dolore. Alla fine, nella sua follia, ha alzato la posta decidendo di uccidere un aereo pieno di persone. Perché? Perché la madre di Ryu Jin-seok gli ha fatto pressione. Forse voleva che diventasse un microbiologo come lei, ma qui sta l’ironia. È diventato un microbiologo, ma invece di contribuire alla comunità scientifica, sta uccidendo delle persone.

Questo non fa altro che dimostrare come la nostra infanzia formi ciò che siamo, e spesso un bambino che è stato maltrattato dai suoi genitori decide di fare lo stesso con il mondo che lo circonda. Alla fine del film scopriamo anche che, dopo la morte della madre, Ryu Jin-seok ha perso il senso della sua identità. Questo può significare che, in assenza della madre, si è rivolto ad altre persone per sfogare la sua rabbia. Solo che questa volta non ci sarà sua madre a fargli pressione affinché faccia quello che vuole lei e non quello che vuole lui.

Un segreto commerciale

La BRICOM nega ogni accusa e non consente alcuna perquisizione senza un mandato. Sappiamo che ha ricevuto il virus mutato SC-1 dal Medio Oriente. Ha anche sviluppato un antidoto per il virus. Non possiamo fare a meno di pensare alla possibilità che la BRICOM abbia voluto giocare in regime di monopolio affermando di essere l’unica azienda a disporre di un antidoto a un virus mortalmente contagioso. Forse, stava cercando di mitigare i rischi del virus e lo avrebbe rilasciato solo per poter guadagnare di più con la vendita dell’antidoto.

Questo potrebbe essere il motivo per cui la BRICOM ha licenziato Ryu Jin-seok senza presentare alcuna accusa, perché avrebbe compromesso anche loro. Non dimentichiamo inoltre che la società ha ricevuto il virus in segreto. Quindi, se la BRICOM non avesse acquistato il virus, Ryu Jin-seok non sarebbe riuscito a metterci le mani sopra manipolando il suo amico e nessuno sarebbe dovuto morire.

Song Kang-ho in Emergency Declaration
Song Kang-ho in Emergency Declaration. Cortesia di Koch Media

Privilegiare le vite umane

Emergency Declaration fornisce dunque una rappresentazione presumibilmente realistica e adeguata di come il mondo reagirebbe a un attacco di terrorismo biologico su un aereo. Ci sono persone che temono la morte, dibattiti sui canali di informazione, persone favorevoli e contrarie all’idea di far atterrare l’aereo, governi mondiali divisi e, infine, un’azienda biotecnologica che nasconde i fatti e, infine, un sacrificio. Dopo che si è diffusa la notizia che le persone all’interno dell’aereo erano state infettate, sia gli Stati Uniti che il Giappone hanno negato l’atterraggio dello Sky Korea 501.

Mentre gli Stati Uniti interrompono ogni comunicazione con la Corea, il Giappone chiarisce che il compito di un governo è quello di proteggere prima di tutto la propria popolazione, e non può rischiare di far atterrare l’aereo perché potrebbe permettere al virus di diffondersi ulteriormente. Il primo ufficiale Choi Hyun-soo abbandona il suo odio per Park Jae-hyuk per il bene delle vite in gioco. Autorizza Park a pilotare l’aereo in caso di morte. Il sergente Koo In-ho cerca invece freneticamente un modo per far atterrare l’aereo. Sua moglie, Jung Hye-yoon, è sul volo e lui è disposto a fare qualsiasi cosa per riaverla. Quando tutto il resto fallisce, si inietta il virus in modo che i medici possano testare se l’antivirus funziona o meno.

Alla fine, le persone all’interno dell’aereo decidono all’unanimità che è meglio che l’aereo non atterri, perché rischierebbe la vita dei loro cari. Per quanto faccia male, è necessario farlo. È tragico vedere tutte le persone che chiamano i loro cari e parlano con loro per l’ultima volta. In una sequenza intensa, si vede Park che cerca di manovrare l’aereo, che è quasi senza carburante. Si scusa con Choi per quanto accaduto tra loro ma ritiene di aver fatto la cosa giusta. Choi, che è molto malato, perdona Park e dice che avrebbe fatto lo stesso.

In questo modo, anche di fronte alla morte imminente a cui la loro professione li ha condotti, due piloti si affrontano e accettano la loro verità, indipendentemente dal dolore che ha causato a entrambi. Choi è contento che Park fosse sull’aereo, perché senza di lui nessuna delle persone a bordo sarebbe sopravvissuta. Park è invece grato a Choi per aver accettato il suo perdono.

Kim Nam-gil in Emergency Declaration
Kim Nam-gil in Emergency Declaration. Cortesia di Koch Media

La spiegazione del finale di Emergency Declaration

Nel mentre, la BRICOM consegna l’antidoto e, sebbene all’inizio si dubiti del risultato, si grida di sollievo quando la salute del sergente Koo In-ho inizia a migliorare dopo l’iniezione del virus. Park Jae-hyuk, il pilota dell’aereo, viene contattato e gli viene detto di atterrare perché l’antidoto sta funzionando. Segue una fase di tensione in cui Park lotta per far atterrare l’aereo senza farlo precipitare. L’aereo è a corto di carburante. Spegnendo il motore e risparmiando carburante, Park riesce a rallentare l’aereo usando la forza del vento per non rischiare di farlo volare oltre la pista, prima di riaccendere il motore e manovrare l’aereo sul campo d’aviazione.

Il volo Sky Korea 501 atterra dunque in sicurezza. Molte persone hanno perso la vita, ma molte sono sopravvissute, grazie all’ingegno di Park all’ultimo momento. Emergency Declaration, nonostante il cosiddetto lieto fine, rimane però un film tragico. Sappiamo che Ryu Jin-seok è morto (è morto in aereo e non aveva alcuna intenzione di rimanere in vita). Ma quello che è successo è ciò che lui voleva che accadesse. Inoltre, ha colpito più persone di quante intendesse fare.

Verso la fine del film, Sook-Hee, Ministro del Territorio, delle Infrastrutture e dei Trasporti, dice alla giuria che alcune persone sono immerse in un vizio che va oltre la ragione. Alcuni uomini non cercano nulla di logico. Non possono essere comprati, maltrattati, ragionati o negoziati con loro. In sostanza, alcuni uomini “vogliono solo guardare il mondo bruciare”. Ed è questo che ha portato al disastro che chiamiamo “Dichiarazione di emergenza”.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Emergency Declaration grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 19 novembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Emerald Fennell: 10 cose che non sai sull’attrice e regista

Emerald Fennell: 10 cose che non sai sull’attrice e regista

Affermatasi come attrice, Emerald Fennell è ora diventata anche un’acclamata attrice e scenggiatrice, già insignita di importanti riconoscimenti e considerata una delle voci femminili più brillanti presenti oggi nel mondo del cinema. Dividendosi tra recitazione, regia e scrittura, Fennell si sta dunque affermando come una delle personalità più forti in quel di Hollywood, con rose aspettative per il suo futuro.

Ecco 10 cose che forse non sai di Emerald Fennell.

Emerald Fennell: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in diversi film. Fennell debutta come attrice al cinema nel 2010 in Mr. Nice, per poi recitare in Albert Nobbs (2011), Anna Karenina (2012), con Keira Knightley, Pan – Viaggio sull’isola che non c’è (2015), con Hugh Jackman e The Danish Girl (2015), con Eddie Radmayne. In seguito ha recitato nel film Vita & Virginia (2018), mentre nel 2023 ha avuto un piccolo ruolo nel film campione d’incassi Barbie, diretto da Greta Gerwig.

2. Ha preso parte a note serie TV. Oltre che sul grande schermo, Fennell si è distinta anche sul piccolo, recitando in serie come New Tricks – Nuove tracce per vecchie volpi (2006), Any Human Heart (2010) e L’amore e la vita – Call the Midwife (2013-2017). Nel 2017 recita in un episodio di Victoria, mentre dal 2019 al 2020 ricopre un ruolo importante nella serie The Crown, recitando accanto ad Olivia Colman e Josh O’Connor.

3. È anche regista, produttrice e sceneggiatrice. Fennell non si è però distinta solo come attrice, ma ha dato prova di essere anche un’ottima regista, sceneggiatrice e produttrice. Ha infatti scritto per la televisione alcuni episodi della serie Killing Eve, mentre ha poi scritto i film Una donna promettente e Saltburn, lavorando su questi ultimi due anche come regista. Di entrambi i film e della serie TV è infine anche produttrice.

Emerald Fennell Vita & Virginia

Emerald Fennell è Midge in Barbie

4. Ha interpretato la controversa bambola Midge. Nel film Barbie Fennell interpreta l’amica di Barbie, Midge, bambola presentata per la prima volta nel 1963 come l’amica dai capelli rossi. La sua apparizione in questo film è specificamente basata sulla bambola Pregnant Midge & Baby del 2003 della linea Happy Family. Questa bambola è famigerata per essere stata al centro di alcune controversie, poiché è stata accusata di favorire la gravidanza adolescenziale (anche se Midge era un’adulta in questa versione) e di essere apparentemente una madre single non sposata (anche se nel 1990 venne indicata come moglie di Allan).

Emerald Fennell in The Crown

5. Ha interpretato Camilla Shand nella serie Netflix. Nel corso della terza e della quarta stagione di The Crown, Fennell ha interpretato Camilla Shand, seconda moglie di Carlo. La sua partecipazione alla serie si limita ad alcuni episodi, venendo poi sostituita da un’altra attrice a partire dalla quinta stagione dove il personaggio viene raffigurato ad una diversa età. Fennell ha ad ogni modo avuto l’occasione di incontrare la vera Camilla, la quale si è detta fan della serie e dell’interpretazione che l’attrice ha dato di lei.

Emerald Fennell e Una donna promettente

6. Ha scritto il film a partire da una precisa immagine. La primissima scena a cui Emerald Fennell ha pensato mentre cercava la storia per il film vedeva un personaggio femminile sdraiato su un letto mentre qualcuno le abbassa i pantaloni. La donna, ubriaca, chiede a quel punto all’uomo “Cosa stai facendo?”, per poi porre la stessa domanda in modo completamente sobrio. A partire da qui, la sceneggiatrice e regista scritto il resto del film, basandosi dunque su questa immagine e proponendo poi nel film finito questa stessa intera scena.

Emerald Fennell The Crown

Emerald Fennell dirige Saltburn

7. Ha diretto un secondo film. A tre anni di distanza da Una donna promettente, Fennell sta per portare al cinema il suo nuovo film da lei scritto e diretto. Si tratta di Saltburn, storia di uno studente dell’Università di Oxford che si ritrova attratto dal mondo di un affascinante e aristocratico compagno di classe, che lo invita nella vasta tenuta della sua eccentrica famiglia per un’estate indimenticabile. Tra i protagonisti vi sono Jacob Elordi, Barry Keoghan, Carey Mulligan e Rosamund Pike.

Emerald Fennell e gli Oscar

8. Ha vinto un’Oscar. In occasione della cerimonia 2021 dei premi Oscar, Fennell si presentava come una delle favorite, essendo stata candidata come miglior film, miglior regista e miglior sceneggiatura originale per Una donna promettente. Alla fine vinse proprio il premio per la sceneggiatura, ottenendo così una maggiore popolarità e divenendo una delle nuove autrici di cinema da tenere d’occhio per il futuro.

9. Ha stabilito un primato. Oltre ad aver portato a casa l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale, Fennell ha anche stabilito un primato presso l’Academy. Grazie alla sua nomination come miglior regista, è diventata la prima donna britannica a venire candidata in tale categoria. Fino a quel momento solo registe statunitensi (Kathryn Bigelow, Sofia Coppola, Greta Gerwig), neozelandesi (Jane Campion) e cinesi (Chloé Zhao). Fennell è stata poi la seconda nominata per la sua opera di debutto, la prima è stata Gerwig per Lady Bird.

Emerald Fennell è su Instagram

10. Non possiede un profilo sul social network. L’attrice ha in più occasioni dichiarato di non essere una grande fan dei social network, dove troppo spesso la vita privata si mescola con quella pubblica. Proprio per perseguire il desiderio di non condividere troppo di sé, Fennell ha deciso di non possedere alcun account ufficiale sul social Instagram né su altri social. Si possono tuttavia ritrovare alcune fan page grazie alle quali sarà possibile rimanere aggiornati sui progetti di lei.

Fonti: IMDb, Newsweek

Emerald Fennell dirigerà un nuovo adattamento di Cime tempestose

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Emerald Fennell dirigerà un nuovo adattamento di Cime tempestose

La premio Oscar Emerald Fennell ha trovato il suo prossimo film dopo il bollente e folle Saltburn, e si tratta di un film importante. La scrittrice e regista di Una donna promettente si cimenterà infatti con l’imponente romanzo Cime tempestose di Emily Brontë, spesso considerato uno dei più grandi romanzi mai messi su carta. Fennell ha annunciato il titolo su X (ex Twitter) con un poster di grande effetto e con i versi “Be with me Always“, “Take any form” e “Drive me mad“, che lasciano intendere cosa accadrà nell’adattamento. Al momento non sono state diffuse altre informazioni su chi apparirà o su quando la produzione potrebbe essere avviata.

Di cosa parla Cime tempestose?

Cime tempestose segue l’intreccio generazionale tra gli Earnshaw e i Linton, due famiglie di nobili terrieri che vivono nella brughiera del West Yorkshire. Un giovane orfano di nome Heathcliff viene adottato dagli Earnshaw e nasce un’amicizia con la figlia del suo benefattore, Catherine, che si trasforma in un amore segnato dagli abusi, dalla disperazione e dai vincoli della classe sociale man mano che i due crescono, dando vita a un’oscura storia di strazio e crudeltà che permane anche dopo la loro scomparsa e ben oltre il loro legame. Unico romanzo pubblicato dalla Brontë sotto lo pseudonimo di Ellis Bell, questo gode ancora oggi di una grande influenza.

Saltburn recensione film Barry Keoghan
Barry Keoghan in una scena di Saltburn

Emerald Fennell adatta Cime tempestose

Emerald Fennell non sarà certo la prima a cercare di portare in vita questo capolavoro della letteratura gotica. Cime tempestose è stato adattato per il grande schermo ben 13 volte, in diverse lingue e con varie trasformazioni della storia originale presentata nel romanzo della Brontë. Senza contare le numerose versioni televisive, gli adattamenti audio e le rappresentazioni teatrali che hanno tratto ispirazione dall’opera. Nonostante i numerosi tentativi di catturare tutta la grandezza dell’originale, il romanzo si è guadagnato la reputazione di essere al limite dell’adattamento cinematografico.

L’ultima volta che il romanzo è arrivato al cinema è stato nel 2011 con una versione interpretata da Kaya Scodelario di The Gentlemen nel ruolo di Catherine e James Howson in quello di Heathcliff. Affrontare un romanzo così titanico non sarà un’impresa facile, ma la Fennell potrebbe rivelarsi una delle registe più attrezzate per questo compito. Il suo recente successo gotico, Saltburn, non ha usato mezzi termini nel mostrare l’alta borghesia inglese e le sue opulente proprietà, creando un’opera imperfetta, ma fantastica.

Il film segue Oliver (Barry Keoghan) e la sua infatuazione per il popolare compagno di classe Felix (Jacob Elordi), che invita a recarsi nell’elegante casa della sua famiglia. La manipolazione abbonda, mentre la famiglia inizia ad accettare Felix come uno di loro e a vivere insieme un’estate indimenticabile nell’aristocratica vita di classe. Il romanzo della Brontë sarebbe un passo successivo appropriato, che si basa ulteriormente sull’amore del regista per le storie gotiche.

Emanuelle Chriqui e L’uomo da un milione di dollari

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Di Million Dollar Man, commedia indipendente di ambientazione sportiva, si parla già da qualche tempo: dopo rimandi e rinvii, il progetto sembra riprendere quota, con la scelta di Emmanuelle Chriqui per il ruolo femminile principale. L’attrice (vista in After Sex e Zohan) affiancherà il protagonista, interpretato da Luke Wilson, un camionista insoddisfatto che ha l’opportunità di cambiare vita reinventandosi come giocatore di football americano. Attorno personaggio di Emmanuelle Chriqui ruoterà invece l’aspetto sentimentale della vicenda; nel cast sarà presente anche Bobby Lee, (il Mr Lao de Il Dittatore), nel ruolo della nemesi del protagonista. Scott Marshall sarà alla regia, seguendo la sceneggiatura sviluppata da Alex Schrader. Nessuna informazione è stata data sui tempi di realizzazione.

Fonte: Empire

Emanuele Propizio, sul set di Una Fottuta Bugia, racconta il suo personaggio

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Si intitola Una Fottuta Bugia, il nuovo film di Gianluca Ansanelli, le cui riprese si stanno svolgendo in queste settimana e che vede protagonista Emanuele Propizio (Ghiaccio, Romantiche) nei panni di Pietro, un giovane ex-enfant prodige squattrinato che si trova, suo malgrado, costretto a fingersi malato di cancro per non essere sfrattato di casa. L’incontro con Claudia, una ragazza malata terminale, lo costringe a confrontarsi col suo castello di bugie.

“È un ragazzo con un bagaglio adolescenziale importante – spiega del suo Pietro Emanuele Propizio, che abbiamo incontrato sul set – Nonostante sia stato un enfant prodige, non si è goduto la popolarità a causa di una situazione familiare difficile. I suoi genitori si sono separati, non erano in buoni rapporti e poi la madre muore. La sua infanzia è stata dolorosa per lui, e da adulto si trascina questo dolore che si riverbera anche nell’impossibilità di riuscire a fare l’attore. Convive con questo suo amico che come lui sta passando un momento di grande difficoltà perché è separato con un figlio, e quando gli arriva la lettera di sfratto, rimane incastrato in questo piano diabolico, che lui non condividerà mai a pieno. Però così conosce Claudia che gli cambierà la vita. Anche se lei rischia suo malgrado di dargli un dolore ancora più grande di quelli che lui ha già vissuto.”

Come hai lavorato alla preparazione del personaggio?

“Ho cercato di prendere il suo dolore inconscio, ne ho parlato tanto con Gianluca Ansanelli, il regista, e diciamo che Pietro ha un po’ di Emanuele. Mi sono ricordato tutte le sensazioni di quando ero piccolo e ho cominciato a fare questo lavoro. Ha contribuito alla preparazione sia il fatto che sono cresciuto con genitori separati, cosa che mi ha fatto molto soffrire da piccolo, sia il fatto che ho lavorato già da molto giovane. Con il tempo ho imparato a capire che fare l’attore prevede per forza delle parabole nella carriera, altrimenti si accetterebbe di tutto e io voglio avere la possibilità di scegliere cosa fare. Ho messo molto di Emanuele in Pietro, spero che questo impegno arrivi. La cosa che mi diverte molto di questo personaggio è che ha un modo di rapportarsi alle persone diverse in maniera misurata, nel senso che è molto sensibile e percepisce come comportarsi con le persone in base a come sono quelle stesse persone. Usa sempre la sua delicatezza e la sua sensibilità.”

Che aspettative si costruiscono dentro un attore durante le riprese di un film?

“È sempre molto difficile pensare alla riuscita del film. Mi affido sempre alla mia esperienza, perché anche se sono relativamente giovane, più di metà della mia vita l’ho passata sui set. Cerco di concentrarmi su quello che devo fare più che su quello che verrà fuori. È molto difficile per me rimanere concentrato su quello che devo fare, ma è quello che provo a portare avanti. Cerco di stare con il personaggio il più tempo possibile, ora so che Pietro starà con me per due mesi e non nego che durante le riprese ho il pensiero di quello che sarà. Cerco di affidarmi sempre al gioco di squadra, al regista e alla troupe.”

Hai cominciato da giovanissimo con un immediato riscontro, e ora interpreti un ex enfant prodige. Quando hai cominciato a lavorare, ti è mai venuto il pensiero che poi non saresti riuscito a superare te stesso?

“All’epoca no, pensavo solo a studiare e a migliorarmi, sono pensieri che vengono quando sei più grande, adesso. Ma per il momento sono stato fortunato, lavoro con una certa regolarità. La paura nasce quando cominci da piccolo e magari poi non riesci a superare quel momento in cui hai sempre ruoli di figlio, e poi cominciano ad offrirti i ruoli di padre. Ecco quello è un passaggio delicato… io sono scaramantico, non dico mai nulla, però per adesso non mi lamento.”

Le riprese di Una Fottuta Bugia dureranno 5 settimane e si snoderanno tra Roma e la Calabria. Il film è prodotto da Play Entertainment.

Di seguito, la trama del film: Pietro (Emanuele Propizio) è un ex-enfant prodige della pubblicità che oggi, a quasi trent’anni viene regolarmente scartato ai provini e sbarca il lunario insegnando teatro ai ragazzini della parrocchia. Vive in un modesto appartamento della diocesi con Nicolas (Giampaolo Morelli) un infermiere dall’indole casinara e menefreghista, divorziato con moglie e figlio a carico. Quando i due rischiano di essere sfrattati dal prete, Nicolas inventa l’orrenda bugia che il suo inquilino è malato di cancro. Inizialmente Pietro subisce la cosa impotente ma poi, proprio quando decide di confessare tutto, conosce Claudia (Antonia Fotaras), una ragazza veramente malata, che malgrado le sue gravi condizioni di salute, sprizza vitalità da tutti i pori. Tra i due ragazzi si crea un indissolubile legame a cui Pietro non vuole rinunciare. Riuscirà a gestire i suoi sentimenti senza ferire quelli di Claudia?

Emanuele Crialese presenta L’Immensità, il suo film più personale

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Presentato nel Concorso di Venezia 79, L’immensità è il nuovo film di Emanuele Crialese, con protagonista Penelope Cruz, e oggi protagonista al Lido. L’immensità, spiega Crialese, “è una storia che mi riguarda molto da vicino, è la mia storia in chiave poetica, sarebbe riduttivo definirlo il mio ‘coming out’, il pubblico penserebbe ad un film sulla transizione ma non è affatto così”.

Il film, che arriverà in sala il 15 settembre, è ambientato in una Roma “metafisica” degli anni ’70, e racconta la storia di una famiglia in cui la madre, infelice, cresce tre figli, la maggiore delle quali rifiuta il suo nome e la sua identità sensuale. In merito alla classificazione di genere, Crialese dice: “I tempi sono cambiati, ai giovani di oggi le classificazioni di genere non interessano più, in questo sono maestri, portatori di una nuova sensibilità, maschio, femmina, sono quel che sono, prima di tutto esseri umani”.

Il regista, che nel film non racconta solo se stesso ma anche la sua famiglia e sua madre, dice: “Sono figlio del mio tempo, ma i tempi oggi sono cambiati. Le famiglie vanno sostenute quando ci sono da fare certi percorsi, mia madre era da sola, non sapeva dove sbattere la testa. Ho cambiato la ‘a’ con la ‘e’ e ho dovuto lasciare un pezzo del mio corpo, ma io sono uomo e no, donna e no e voglio rimanere così e spero di non minacciare nessuno per questo”.

Siamo di fronte al film più personale nella carriera del regista: “L’Immensità – spiega infatti Emanuele Crialeseè il film che inseguo da sempre: è sempre stato ‘il mio prossimo film’, ma ogni volta lasciava il posto a un’altra storia, come se non mi sentissi mai abbastanza pronto, maturo, sicuro. È un film sulla memoria che aveva bisogno di una distanza maggiore, di una consapevolezza diversa. Come tutti i miei lavori, in fondo è prima di tutto un film sulla famiglia: sull’innocenza dei figli, e sulla loro relazione con una madre che poteva prendere vita solo nell’incontro, artistico e umano, con Penelope Cruz, con la sua sensibilità e la sua straordinaria capacità di interazione con tre giovanissimi non attori che non avevano mai recitato prima. Luana, Patrizio e Maria Chiara sono rimasti bambini sempre, e come tali sempre intensamente e immensamente veri”.

“I temi che mi appassionano sono sempre quelli: la donna, i bambini, la migrazione, la transizione. Poi invento storie per raccontare quelle situazioni. Ho dovuto aspettare, per acquisire consapevolezza di me, del mio percorso, del linguaggio cinematografico. Le cose bisogna raccontarle quando si sa parlare, si è capace di esprimersi. Questa storia per me ha rappresentato una rinascita”.

Emanuele Crialese il primo italiano in concorso a Venezia

Terraferma e’ un film non giudicante: non da’ risposte e non ha tesi. Il mio pubblico ideale e’ quello di un bambino di sette anni”. Così Emanuele Crialese, primo italiano in concorso

Emancipation – Oltre la libertà, Will Smith teme ritorsioni sul film per lo “schiaffo agli Oscar”

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Will Smith affronta il modo in cui il suo famigerato momento degli Oscar 2021 potrebbe influenzare il successo del suo prossimo film, Emancipation – Oltre la libertà. Smith ha subìto un duro colpo alla carriera in seguito all’incidente agli Oscar di quest’anno. Durante la stessa cerimonia in cui ha ricevuto il suo primo premio come miglior attore, l’attore veterano ha invece trovato un lato oscuro della medaglia dal momento che ha reagito in modo violento, con uno schiaffo ai danni di Chris Rock, a una battuta, seppure di cattivo gusto. Le conseguenze hanno visto diversi progetti di Will Smith rinviati e numerosi colleghi di Hollywood hanno espresso la loro rabbia.

L’ira si è per lo più placata negli otto mesi successivi allo schiaffo. La prima uscita post-slap di Smith, Emancipation – Oltre la libertà, debutterà questo dicembre negli USA. Il film è un thriller storico che segue il personaggio di Smith mentre sfugge dai cacciatori di schiavi nelle paludi della Louisiana, avventurandosi a nord in cerca della libertà. Emancipation è diretto da Antoine Fuqua, ed è il tipo di film che probabilmente guadagnerebbe un notevole clamore agli Oscar se non fosse per il pregresso di SMith con l’Academy (che lo ha espulso). Mentre parlava con il giornalista Kevin McCarthy (tramite Variety), Will Smith ha parlato della possibilità che il contraccolpo riemergesse prima dell’uscita del film.

“Capisco perfettamente: se qualcuno non è pronto, lo rispetterei assolutamente e gli concederei lo spazio per non essere pronto. La mia più grande preoccupazione è la mia squadra: Antoine ha fatto quello che penso sia il più grande lavoro di tutta la sua carriera. Le persone di questa squadra hanno svolto alcuni dei migliori lavori della loro intera carriera e la mia speranza più profonda è che le mie azioni non penalizzino la mia squadra. A questo punto, è quello per cui sto lavorando. Spero che il materiale – la potenza del film, l’attualità della storia – spero che il bene che si può fare apra almeno il cuore delle persone per vedere, riconoscere e supportare gli incredibili artisti dentro e fuori questo film.”

Emancipation – Oltre la libertà racconta la storia incredibile di Peter (Will Smith), un uomo nato schiavo che fugge dalla schiavitù affidandosi al suo ingegno, alla sua fede incrollabile e all’amore profondo per la sua famiglia per tentare in tutti i modi di eludere i cacciatori a sangue freddo e sopravvivere alle spietate paludi della Louisiana alla ricerca della libertà. Il film si ispira alle foto della schiena di “Whipped Peter” (Peter il fustigato) scattate durante una visita medica dell’esercito dell’Unione e pubblicate nel 1863 su Harper’s Weekly; in particolare, una delle immagini nota come “La schiena flagellata” (The Scourged Back), che mostra la schiena nuda di Peter completamente ricoperta da cicatrici, frutto di tutte le frustate ricevute dai suoi schiavisti, contribuì alla crescente opposizione pubblica alla schiavitù.

Emancipation – Oltre la libertà è diretto da Antoine Fuqua, da una sceneggiatura di William N. Collage. Il film è prodotto da Will Smith e Jon Mone per conto di Westbrook Studios, Joey McFarland per conto di McFarland Entertainment e Todd Black per conto di Escape Artists. Chris Brigham, Antoine Fuqua, James Lassiter, Heather Washington, Cliff Roberts, Glen Basner e Scott Greenberg sono i produttori esecutivi.

Emancipation – Oltre la libertà, recensione del film con Will Smith

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A 9 mesi di distanza da quell’increscioso incidete durante la Notte degli Oscar che lo ha visto protagonista attivo, Will Smith rompe il suo silenzio e lo fa con Emancipation – Oltre la libertà, mettendo in primo piano non solo la sua arte prima di qualsiasi dichiarazione apologetica, ma anche confrontandosi con una storia fortissima, di ribellione, tenacia, forza d’animo e fame di libertà. Lo fa accompagnato da Antoine Fuqua che lo dirige e ne esalta viso e fisicità in un one man show straziante e catartico. 

Emancipation – Oltre la libertà, la grande fuga

Emancipation – Oltre la libertà racconta la storia incredibile di Peter (Will Smith), un uomo nato schiavo che fugge dalla schiavitù affidandosi al suo ingegno, alla sua fede incrollabile e all’amore profondo per la sua famiglia per tentare in tutti i modi di eludere i cacciatori a sangue freddo e sopravvivere alle spietate paludi della Louisiana alla ricerca della libertà. Il film si ispira alle foto della schiena di “Whipped Peter” (Peter il fustigato) delle immagini scattate alla schiena di uno schiavo liberato nel corso di una visita medica dell’esercito dell’Unione e pubblicate nel 1863 su Harper’s Weekly (la scena viene anche ricreata e mostrata nel film); in particolare, una delle immagini nota come “La schiena flagellata” (The Scourged Back), che mostra la schiena nuda di Peter completamente ricoperta da cicatrici, frutto di tutte le frustate ricevute dai suoi schiavisti, contribuì alla crescente opposizione pubblica alla schiavitù.

Come accennato, il film, in un bianco e nero densissimo, si affida completamente a Will Smith, quasi sempre unico attore in scena, che si fa strada tra cacciatori, bestie e natura ostile. Un animale braccato che cerca la libertà, oltre che la via per tornare dalla sua famiglia, dalla quale è stato separato perché “venduto altrove”. Fuqua si immerge con l’occhio della macchina da presa dentro alle selvagge paludi della Louisiana per mettersi allo stesso livello del suo protagonista, letteralmente, dal momento che lo sventurato Peter le tenterà davvero tutte per rimanere in vita, dalle apnee insidiose, alle arrampicate sugli alberi, fino agli agognati soccorsi dell’esercito dell’Unione che però gli fa imbracciare un fucile, cosa che il protagonista fa con riluttanza: il suo desiderio è quello di famiglia e libertà, appunto, non quello di vendetta, seppure umanamente parlando potrebbe averne desiderio. 

Un survival movie

Il racconto di fuga e ricerca di liberazione diventa quindi una lotta di sopravvivenza, un vero e proprio survival movie che ricorda tanto cinema precedente ma da cui non riesce a prendere il meglio, né l’eccellenza tecnica di Revenant – Redivivo, ad esempio, né lo spessore morale di 12 anni schiavo, con il quale condivide gran parte delle dinamiche e delle tematiche. 

E come Peter cerca di trascinarsi fuori dalle paludi, lontano dai cacciatori, verso la libertà, così anche Will Smith, forse casualmente con questo film, disponibile dal 9 dicembre su Apple TV+, cerca di scivolare lontano dalla bufera che lo ha travolto nel momento in cui la sua stella sarebbe dovuta brillare più di ogni altra sul tetto di Hollywood. 

La rinascita hollywoodiana di Smith?

Molta della pubblicità intorno di Emancipation – Oltre la libertà ruota infatti sulle dichiarazioni di Will Smith, relative al grande lavoro della crew e di Antoine Fuqua, e invece defilate per quello che riguarda la sua esperienza e la sua performance. La verità però è che più di ogni dichiarazione, di tentativo nobile di raccontare storie coraggiose e necessarie, di voltare pagina e di portare avanti un’idea di cinema, è il film stesso a parlare di sé, mostrandosi. E purtroppo quello che palesa è un racconto tiepido dal punto di vista emotivo e accanito dal punto di vista spirituale, una storia che si trascina proprio come il coraggioso Peter, verso una fine che dovrebbe essere trionfante ma è soltanto liberatoria, e non nel miglior senso possibile. 

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