Prodotto dalla Warner Bros e
distribuito dalla Eagle Pictures, l’Urban fantasy
Beautiful Creatures – La Sedicesima arriverà sui
nostri schermi il 13 febbraio. Scritto e diretto da Richard
LaGravenese, il film è tratto dall’omonimo romanzo di Kami
Garcia e Margaret Stohl, il primo della collana
The Caster Chronicles, e edito in Italia
dalla Mondadori, con il titolo La sedicesima
luna.
Al centro della storia è Ethan
Wate, un adolescente in apparenza come tanti, stanco della
normalità e annoiato dalla vita lenta e sempre uguale di Gatlin,
piccola cittadina del Sud Carolina. Il suo unico desiderio è
abbandonarla quanto prima.
Un giorno però si materializza
davanti a sé il sogno ricorrente delle notti passate: una
bellissima ragazza, sua coetanea, mai vista o conosciuta nella vita
reale, e destinata a sconvolgergli l’esistenza. Il suo nome è Lena
Duchannes e si è appena trasferita in città dal parente Macon
Ravenwood, noto per i suoi atteggiamenti da eremita, e la sua
esistenza nella periferia triste e desolata.
La ragazza, in difficoltà nel nuovo
ambiente e tenuta a distanza da tutti, entra invece subito nel
cuore di Ethan: l’unico che la capisce e che sembra legato a lei da
qualche forza sovrannaturale, che gli permette di comunicare con la
forza del pensiero. Tra i due nascerà ben presto un amore profondo,
misterioso, ricco di sorprese sconvolgenti e costretto al limite:
tra i confini del bene e del male.
Il tema di certo non è nuovo e
l’accostamento alla ben più nota saga vampiresca di
Twilight è quantomeno spontaneo e naturale,
ma non per questo da relegare a priori nelle “brutte copie di”. A
tale proposito le autrici del romanzo, scrittrici non di
professione (Kami Garcia è un insegnante, la Stohl proviene invece
dalle sceneggiature per videogiochi) hanno precisato che la loro
storia è nata durante una semplice conversazione familiare,
incentrata sul piacere della lettura e su quali vicende sarebbe
bello imbattersi. Quanto emerso era la necessità di trovare su
carta dei personaggi femminili forti, giovani, adatti ai propri
figli, e immersi in un universo fantasy, lontano però da vampiri e
mostri simili. Quel che è certo è che il libro ha convinto e
incuriosito i produttori cinematografici che hanno affidato lo
script e la regia a R. LaGravenese, nel 1991
candidato all’Oscar per la sceneggiatura della Leggenda
del re pescatore e autore di altri soggetti importanti
come quello dei Ponti di Madison County
(1995) o dell’Uomo che sussurrava ai
cavalli (1998). Dietro la macchina da presa l’autore
statunitense si cimenta invece un numero di volte relativamente
ridotto, realizzando dal ’98 ad oggi sei film, di cui i più recenti
sono Freedom Writers (2007) e la commedia romantica
P.S. I Love You (2007), interpretata da
Hilary Swank.
Per quanto riguarda la scelta degli
attori i ruoli principali sono stati assegnati all’esordiente
Alice Englert e a Alden
Ehrenreich, classe 1989, ingaggiato da Francis
Ford Coppola in Segreti di
famiglia (2009), nei panni del diciottenne Bennie, e
nel suo successivo Twixt (2011). Il giovane
attore è anche apparso nelle serie televisive
Supernatural e CSI: Scena del
crimine.
Guarda le due clip in anteprima del
film più atteso del momento, Lincoln
di Steven Spielberg. La pellicola che è
stata candidata a 12 Premi Oscar, incluso miglior protagonista a
Daniel Day-Lewis.
Continua il casting di
Sin City 2, dopo la notizia di
qualche giorno fa, arriva la conferma direttamente da Robert Rodriguez che Bruce Willis ritornerà nel
secondo
L’attore Paul Dano interpreterà Brian
Wilson dei Beach Boys nel
biopic Love & Mercy, il film che
ripercorrerà la carriera del cantante leader del gruppo. A
rivelarlo è
I premi vinti agli
ultimi Golden Globes non condizionano la classifica del box office
nordamericano, il film più visto della settimana è una nuova
uscita Mama, che però ha nel cast Jessica
Chastain, nominata per il film sulla cattura di Osama Bin Laden; il
thriller incassa 28 milioni di dollari. Segue in
seconda posizione proprio la pellicola di Kathryn Bigelow,
Zero dark thirty, che incassa altri 17
milioni arrivando ad un totale di quasi 56. Il terzo posto è
occupato da Silver linings playbook, che
sembra l’unico ad avere avuto un certo riscontro dalla nomination
ai Globes nonostante non si sia poi sviluppato in una vittoria, il
film, che è in sala da due mesi e mezzo, incassa questa settimana
11 milioni di dollari arrivando ad un totoale di 55. In quarta
posizione si ferma Gangster
squad, gangster movie dal cast
esagerato, che incassa 9 milioni di dollari portando il suo totale
a 32 milioni. A metà classifica si ferma Broken city, un nuovo film d’azione
con Mark Wahlberg e Russel Crowe, che incassa 9 milioni di dollari.
In sesta posizione troviamo Ghost movie, che incassa 8
milioni di dollari questa settimana per un totale di 30 milioni. Il
settimo posto è invece occupato dall’ultima fatica di Quentin
Tarantino, Django unchained, che
raggiunge i 138 milioni di dollari con gli 8 di questa settimana,
anche l’altra grande produzione, candidata a molti premi Oscar e
molti Globes, Les Misérables, è in questa
parte bassa della classifica, con un incasso questa settimana di
quasi 8 milioni di dollari, per un totale di 130 milioni di
dollari. The hobbit, presente ormai da un
mese e mezzo in classifica raggiunge un totale di 287 milioni di
dollari grazie ai 6 milioni di dollari incassati questa
settimana. Chiude la classifica il film che segna il
ritorno sulle scene di Schwarzenegger con The last stand,
che incassa 6 milioni di dollari.
La prossima settimanasi attende
l’uscita di un nuovo documentario di Werner Herzog A
year in the Taiga e il film
indipendente John dies at the end.
Steven Spielberg dirige il due volte
vincitore del Premio Oscar Daniel Day-Lewis in Lincoln, film
drammatico che analizza gli ultimi tumultuosi mesi in carica del
sedicesimopresidente degli Stati Uniti. In una nazione divisa dalla
guerra e spazzata dai venti del cambiamento, Lincoln osserva una
linea di condotta che mira a porre fine alla guerra, unire il paese
e abolire la schiavitù. Avendo il coraggio morale ed essendo
fieramente determinato ad avere successo, le scelte che compirà in
questo momento critico cambieranno il destino delle generazioni
future. Parliamo del film proprio con il leggendario regista.
Dov’è nata l’idea di raccontare la
storia di Lincoln, uno dei presidenti più importanti e più amati
della storia degli Stati Uniti? “Mi è sempre
interessato narrare una storia su Lincoln. È una delle figure più
avvincenti della storia e della mia vita”, dichiara
Spielberg. “Ricordo che avevo quattro o cinque anni quando ho visto
il Lincoln Memorial per la prima volta e mi sono spaventato per le
dimensioni della statua ma poi, man mano che mi avvicinavo, sono
rimasto affascinato dal suo volto. Non dimenticherò mai quel
momento, che mi ha sempre lasciato un senso di curiosità per
quell’uomo seduto là in alto davanti a me”.
“Lincoln ha guidato il
nostro paese attraverso i momenti più difficili e ha fatto
sopravvivere gli ideali della democrazia americana, ponendo
termine allo schiavismo. Ma nel mio film volevo mostrare qualcosa in
più. Lincoln era uno statista e un leader militare, ma anche un
padre, un marito e un uomo fortemente incline all’introspezione.
Volevo raccontare una storia su Lincoln evitando d’incappare nel
cinismo e nell’esaltazione eroica, restando fedele allo spessore
dell’uomo, agli aspetti più intimi della sua vita e ai tratti più
bonari della sua natura”.
Quel è stato l’impulso che vi ha
portato a scegliere l’ultimo periodo di vita di Lincoln come base
per il vostro racconto nel film? “Ci siamo concentrati
sugli ultimi quattro mesi della vita di Lincoln perché ciò che ha
realizzato in quel breve periodo è stato grandioso. Tuttavia,
volevamo mostrare che anche lui era un uomo. Abbiamo pensato che il
miglior modo per rendere giustizia a quest’essere umano
immensamente complicato fosse di descriverlo nel pieno della sua
battaglia più difficile: l’approvazione del 13° Emendamento in
discussione alla Camera dei
Rappresentanti”.
Quello che colpisce del film
sono l’importanza dei dialoghi, che sono il vero nucleo della
storia… “I miei film sono di frequente narrati
attraverso le immagini, non le parole. Ma, in questo caso, la
fotografia è passata al secondo posto, lasciando ampio spazio alle
straordinarie parole di Abraham Lincoln e alla sua presenza. Con
LINCOLN ero meno interessato a una profusione di immagini e ho
preferito far evolvere i momenti più umani della sua storia davanti
alla macchina da presa. Poi il film è caratterizzato da una certa
dose di suspense, e in alcuni momenti potrebbe essere visto come
una specie di thriller politico”.
L’interpretazione di Day-Lewis
è incredibilmente autentica, come avete lavorato in tal senso…“Penso che Daniel, come Tony Kushner, abbia capito
Lincoln a un livello subatomico, ben oltre ciò che sarei mai
riuscito ad articolare. Non ho mai chiesto a Daniel come facesse a
penetrare nel personaggio in quel modo; come si suol dire, ‘a caval
donato non si guarda in bocca’. Ne ho preso atto con immensa
gratitudine. Con Daniel e Tony sentivo di trovarmi tra due giganti
del panorama teatrale e interpretativo e mi ripetevo
continuamente:‘Non intralciarli, onora le parole, cattura
l’interpretazione, cogli tutto nel modo migliore possibile. Che
lascino il proprio segno”
Altro incredibile elemento è
l’autenticità della messa in scena del film…“Per
rappresentare lo stato d’animo della nazione all’epoca, dovevamo
creare un senso di autenticità sul set, dove l’unica intrusione dei
nostri tempi erano la macchina da presa e i monitor, mentre tutto
il resto apparteneva alla realtà di Lincoln”.
In occasione della presentazione
italiana del film Lincoln, il regista
Steven Spielberg e i protagonisti Daniel Day-Lewis e
Sally Field sono stati ricevuti a Palazzo Madama dal
Presidente del Senato, Renato Schifani, e dal Presidente
della Commissione Affari Costituzionali, Carlo Vizzini.
Interpretato da Daniel Day-Lewis, David Strathairn,
Jackie Earle Haley, James Spader, Jared Harris, Joseph
Gordon-Levitt, Sally Field, Tommy Lee
Jones, Lincoln è prodotto
da Steven Spielberg e Kathleen
Kennedy. La sceneggiatura di Tony Kushner
è tratta parzialmente dal libro Team of Rivals: The
Political Genius of Abraham Lincoln di Doris Kearns
Goodwin.
E’ stato presentanto al Sundance
Kill Your Darlings, il film di John
Krokidas incentrato sul legame tra Allen Ginsberg, Jack
Kerouac e William Burroughs, fondatori del movimento della Beat
Generation.
Il lavoro si concentra sul
periodo giovanile dei tre e in particolare, nel caso di Ginsberg,
interpretato da Daniel Radcliffe, il film
rappresenta una sorta di riflessione non tanto sulla genesi
dell’opera letteraria, quanto del poeta in se e del ruolo che nella
sua formazione rivestono le i primi amori e delusioni sentimentali.
Nel contempo, il film segue la vicenda dell’uccisione di David
Kammerer (Michael C. Hall), da parte di Lucien
Carr (Dan DeHaan) e gli effetti che l’accaduto
provocò sulle vite e le personalità degli altri componenti
del gruppo.
Nel cast del film compaiono
David Cross e Jennifer Jason
Leigh nel ruolo dei genitori di Ginsberg, Ben
Foster nel ruolo di William Burroughs e Jack
Houston in quello di Jack Kerouac ed Elizabeh
Olsen.
Parts & Labor ha
annunciato nei giorni scorsi che Sir Michael
Gambon e Alfred Molina saranno i
protagonisti di Love is strange, nuovo
lavoro di Ira Sachs (Keep the
Lights On). La produzione del film comincerà la
prossima estate a New York.
I due saranno Ben e George, che
dopo aver trascorso insieme 28 anni, finalmente si sposano; al
ritorno dalla luna di miele, troveranno ad accoglierli una brutta
sorpresa: Ben infatti scoprirà di essere stato licenziato dal suo
lavoro di direttore del coro di una scuola superiore cattolica. I
due così non potranno più permettersi di convivere nel loro
appartamento, dovendo proseguire separati le proprie vite, uno
andando a vivere con un nipote e la sua famiglia, l’altro con con
una coppia di vicini poliziotti gay.
Il film è stato definito come una
storia intergenerazionale di amore e matrimonio, che descrive la
delicata natura di qualsiasi coppia che provi a costruire una lunga
insieme, e la possibilità dell’amore di approfondirsi ed
arricchirsi col tempo.
Michael Gambon ha partecipato
recentemente a Quartet di Dustin
Hoffman, mentre l’ultimo film di Molina,
Emanuel and the Truth About Fishes,
diretto da Francesca Gregorina, viene presentato
in questi giorni al Sundance.
Nonostante una certa regolarità gli
permetta di portare sugli schermi una media di un film ogni due –
tre anni, come tanti altri colleghi, Martin
Scorsese è stato costretto a rimandare alcui dei suoi
progetti.
Due in particolare sarebbero i film
cui il regista sta pensando da almeno una decina d’anni, e che per
ora non si sono mai concretizzati: il primo, l’adattamento di un
libro di Charles Brandt, I Heard You
Paint Houses è una gangster story ispirata a un
personaggio veramente esistito, Frank “The
Irishman Sheeran”, cui nelle intenzioni di Scorsese dovrebbero
partecipare Al Pacino e Joe
Pesci.
Il secondo,
Silence, è invece l’adattamento di un
romanzo breve di Shusaku Endo che vede
protagonisti due sacerdoti gesuiti che cercano di diffondere il
Vangelo in Giappone, in uno scenario di violenze.
Proprio quest’ultimo potrebbe
essere il successore di Wolf of Wall
Street nella filmografia di Scorsese, che avrebbe già
cominciato le audizioni per definire il cast, intenzionato ad
avviare il progetto a metà 2014.
Il successo ottenuto da
Ted ha suscitato varie indiscrezioni
sulla possibilità di un sequel: a dare una prima conferma alle voci
è stato nei giorni scorsi il protagonista Mark
Wahlberg.
L’attore ha confermato che
l’accordo per la realizzazione del seguito del film di Seth
MacFarlane è già stato firmato e la sceneggiatura è già in
corso di scrittura. Wahlberg ha sottolineato che per lui sarebbe la
prima volta in un sequel, ma ha comunque espresso la massima
fiducia nel regista da lui descritto come un tipo divertente e
talentuoso.
Wahlberg ha comunque rivelato che
per rivedere sullo scene lo sboccatissimo orso di pezza non
bisognerà aspettare il prossimo film: i due infatti saranno tra gli
ospiti che animeranno la cerimonia degli Oscar.
Dall’omonimo romanzo di Jack Kerouak,
manifesto della Beat Generation, arriva in edizione Home Video
On The Road, la storia di tre ragazzi stanchi di vivere
obbedendo
Silvio Soldini torna a dirigere una
nuova imperdibile commedia italiana con un cast composto dai più
grandi nomi del cinema nostrano, tra cui Valerio Mastrandrea,
10 FILM DA COLLEZIONE
– BEST PICTURES in vendita dal 21 febbraio In
occasione della 85° edizione della notte degli Oscar, Warner Home
Video presenta un esclusivo
Ritorno dietro la macchina da presa
per l’attore Alan Rickman, conosciuto per
aver interpretato il professor Piton nella saga di
Harry Potter. L’attore dirigerà l’attrice
Kate Winslet in A Little
Chaos. La notizia è stata diffusa dal
Dailymail che conferma anche la presenza nel cast
anche dell’attore Matthias Schoenaerts, giù
protagonista di Un sapore di ruggine e ossa. Il
film racconto di due progettisti di giardini che vengono incaricati
da Luigi XIV di progettare una fontana a Versailles. Le riprese
della pellicola dovrebbero iniziare in primavera su una
sceneggiatura scritta da Allison Deegan.
Continua il casting di
Captain America: The Winter
Soldier, oggi arriva la conferma che l’attore
inglese Toby Jones ritornerà nel film ad
interpretare nuovamente Arnim Zola. A rivelarlo è Joe Cunningham
attraverso il suo profilo di Twitter:
@JoeCunningham14 – Toby Jones ci ha
confermato che sarà nel sequel di Captain America.
Venduta all’asta la Batmobile della
serie tv anni ’60 di Batman. La vettura, realizzata per la versione
televisiva delle avventure dell’Uomo Pipistrello targate ABC, è
stata venduta
I fratelli Joel ed Ethan
Coen girano il film L’uomo che non
c’era, nel 2001. Vi seguiamo la storia di Ed Crane,
modesto barbiere di provincia, alle dipendenze del cognato Frank.
Un giorno, nella loro bottega entra il losco imprenditore Tolliver.
Ed gli taglia i capelli, e l’altro svela che sta cercando un socio,
avente una somma di 10000 dollari, per aprire un rivoluzionario
lavaggio a secco. Sarà la molla narrativa. Il barbiere Ed sa bene
che sua moglie Doris lo tradisce, con Big Dave, il
proprietario dei grandi magazzini in cui lei va a lavorare, come
contabile. E’ l’occasione buona per recuperare i 10000 dollari. Ed
ricatta Big Dave, in incognito, via lettera.
Questa minaccia di svelare
pubblicamente la sua relazione extraconiugale con la contabile
Doris. Big Dave è costretto a pagare. La notte seguente egli
chiama Ed, perché gli deve urgentemente parlare, ai suoi grandi
magazzini. Big Dave svela che prima ha incontrato e pestato
il losco Tolliver, insospettito dal fatto che l’altro gli chiedesse
la stessa somma (10000 dollari), sempre per aprire il lavaggio a
secco. Così, inevitabilmente si scopre il coinvolgimento diretto di
Ed. Big Dave tenta d’uccidere il barbiere, ma questi si
difende disperatamente, sino a commettere lui l’omicidio. Il giorno
dopo, due poliziotti fanno uscire Ed dalla sua bottega,
comunicandogli che la moglie Doris si trova in stato arresto. E’
lei che avrebbe ucciso Big Dave, sottraendo l’importo di
10000 Euro, in qualità di contabile ai grandi magazzini.
Ed allora cerca di contattare
Tolliver, per scagionare la moglie. Ma lui sembra improvvisamente
scomparso. Assieme al cognato Frank, Ed ipoteca la bottega, dovendo
pagare un famoso avvocato, Riedenschneider. Ma all’improvviso Doris
decide di suicidarsi in carcere. Ed saprà dal medico legale che sua
moglie era rimasta incinta, da Big Dave. Il barbiere, sempre
più annoiato dalla vita, decide di seguire una ragazza, Birdy, la
quale si diverte a suonare il piano. Tornando assieme da un viaggio
a San Francisco, nell’automobile guidata da Ed, lei tenta un rozzo
approccio sessuale. Subito il barbiere respinge Birdy.
L’autovettura finisce fuori strada. Dall’incidente si salvano
entrambi, ma nel lettino dell’ospedale Ed è accusato d’aver ucciso
Tolliver, ripescatone il cadavere, con tutte le carte già firmate
dal barbiere (versati i 10000 dollari, dopo il furto alla cassa di
Big Dave, operato dalla moglie, sua complice). Il
protagonista del film finirà alla sedia elettrica, con aria
tranquillamente rassegnata.
Il film
L’uomo che non c’era ha il bianconero
fotografico, sposandosi bene con la sua ambientazione, nel 1949.
L’illuminazione arriva in chiave tendenzialmente espressionistica,
come nella cinematografia degli anni ’30. Esteticamente, diventa
fondamentale il dettaglio della linea in diagonale. Scaricandosi in
questo modo, l’illuminazione opera degli strappientro
l’inquadratura. La diagonale si percepisce sempre nel sobbalzo
della sua superficie. Questa letteralmente si tirerà viaun po’ alla
volta. All’inizio del film, c’è un’inquadratura dal pavimento, che
mostra i soli piedi del barbiere Frank. Quella ha una luce diffusa.
I capelli del cliente cadono a terra, lentamente, come piccoli
batuffoli di neve. Li percepiremo dunque nel sobbalzo di se stessi,
entro la diffusione della luce. Successivamente, vediamo che il
barbiere capo Frank sta tagliando i capelli ad un bambino.
Torna la percezione estetica del sobbalzo. Il bambino dà un colpo
al sedile, abbandonandolo (a taglio concluso). Nello stesso tempo,
il barbiere Frank sventola un telo bianco (ricoprente il corpo dei
clienti, durante il taglio dei capelli). La percezione del sobbalzo
è allacciabile a quella della linea diagonale.
Nell’inquadratura appena
precedente, la macchina da presa ci svela all’improvviso il volto
del protagonista Ed. All’inizio, egli è per noi una mera voce
narrante. Quindi, l’inquadratura scoprente il volto di Ed
sopraggiunge… sobbalzando, giocando d’anticipo rispetto alle prime
aspettative dello spettatore (che aveva già cominciato ad
immaginare il protagonista). Accade un ritagliopercettivo. La
macchina da presa sembra muoversi in diagonale verso Ed, mentre ne
vediamo il mezzobusto quasi in posa di ¾. Dopo lo sventolio
del telo, da parte di Frank, la regia inquadra in via soggettiva
l’interno della bottega. Dalle vetrine, il raggio solare entra in
diagonale. Il protagonista Ed ha la noia di vivere, sia sul lavoro
(sentendosi continuamente dire che lui è solo un barbiere), sia
negli affetti (mancandogli i rapporti sessuali con la moglie, che
perfino lo tradisce con Big Dave). Un giorno, però, entra in
bottega l’astuto imprenditore Tolliver. Simbolicamente, sarà il
sobbalzo del parrucchino a cambiare la grigia vita del barbiere
Ed.
Nella scena dell’incidente
stradale, la quale avvia lo scioglimento peggiore d’ogni ambizione
al successo, l’autovettura naturalmente sbanda dalla carreggiata.
Torna così il tema estetico della linea diagonale. Subito dopo,
vediamo la corsa sobbalzante (contro l’aspro terreno) d’un
cerchione. In via onirica, esso assumerà un colore bianco, entro
un’inquadratura dallo sfondo solo nero. Il cerchione alla fine si
trasformerà in una lampadina da elmetto, portato dal medico in
ospedale. Esteticamente, pare interessante anche la scena in cui
l’avvocato Riedenschneider prepara la sua arringa difensiva, in
carcere, innanzi ai coniugi Crane. Là, perdura l’impostazione
espressionistica di fondo. C’è l’inquadratura in cui un cono di
luce (arrivante dal’alto) funge da sipario, per la teatralità
forense nei gesti e nelle parole di Riedenschneider. E’ il momento
in cui lui comincerà la sua arringa. Ne vediamo la sagoma nera (per
il vestito), che, movendosi, ci favorisce di percepire la possibile
sezione in verticale del cono luminoso. In seguito, l’avvocato
passeggia da solo al centro della stanza. L’illuminazione filtra
dalle sbarre sulla finestra, che, in prigione, impedisce a Doris
d’essere libera. Però, i fratelli Coen per la maggiore scelgono di
mostrarci soltanto l’avvocato, anziché la condannata. Il pavimento
è inquadrato con la prospettiva centrale, e tagliato dall’ombra
sulle sbarre.
Riedenschneider si rivolge
frontalmente a noi, ma guardando nel vuoto. Ad un certo punto, egli
cita il principio d’indeterminazione, per cui, secondo il fisico
Heisenberg, la semplice osservazione d’un fatto cambia
quest’ultimo. La prima dunque costituisce un sobbalzo del secondo,
per così dire. Nel film L’uomo che non c’era, di frequente
compare l’immagine del fumo. Diventa basilare quello del
protagonista Ed. Abituato a parlare poco, la sua voce esce in
maniera visivamente lenta. Ed è troppo malinconico per attaccarsi
alla vita. Semplicemente, lui s’adagia al suo tran-tran
coniugale e lavorativo, come se ci sbadigliasse addosso col fumo.
Lo stesso accadrà alla ciocca di capelli, una volta caduta a terra.
C’è una scena interessante, quando Big Dave svela per la
prima volta ad Ed che qualcuno drammaticamente vuole
ricattarlo.
La regia inizialmente ci mostra un
coltellino, in primo piano. Big Dave lo usa per aprire un
sigaro. In seguito, vediamo che lui comincia a fumare, seduto al
tavolo. E’ interessante sapere che la forma allungata del sigaro
assomiglia a quella del coltellino. Noi già sappiamo che Ed ha
scelto di ricattare Big Dave. Falsamente, il barbiere
innanzi alla disperazione del suo interlocutore arriva perfino a
preoccuparsi di lui, suggerendogli che il sigaro portato in testa
rischia di bruciarlo. Ed non si scompone per nulla, e perdura a
sbadigliare la fumosità della rassegnazione in cui vive. Il
barbiere rinuncia ad attaccare Big Dave, in quanto amante di
sua moglie. La preferenza per il ricatto diviene noiosamente
punitiva. Il barbiere gode e trae profitto dal torto che lui stesso
ha subito, per cui il suo esecutore materiale, ossia Big
Dave, da lui sarà fondamentalmente ignorato. Sembra che Ed
voglia solo sbadigliare sul dramma dell’interlocutore. Certo resta
il momento dell’assassinio. Allora il coltellino sostituirà davvero
il sigaro. Però tale sobbalzo narrativo, all’interno della
sceneggiatura, non cambierà mai la rassegnazione esistenziale di
Ed. L’omicidio di Big Dave semplicemente potrebbe valere
come un colpo di tosse, dopo una fumata andata male.
Più volte al barbiere
Ed si pone l’accusa “Ma che razza d’uomo sei ? “. Il
protagonista, sia nel vero (quando Big Dave gli avrebbe
giustificato una zuffa, anziché il ricatto) sia nel falso (laddove
Frank lo ripudi, in quanto – secondo lui – mero corruttore della
moglie) della narrazione, alla lunga si farebbe antipatico, per la
sua abitudine al quieto e silenzioso cinismo della rassegnazione.
Nel film L’uomo che non c’era, le scene
finali hanno una fotografia di colore integralmente bianco. Si
narra la preparazione di Ed, verso la condanna a morte (sulla sedia
elettrica). La nostra percezione dell’atmosfera del tutto bianca
dovrebbe favorire la rinascita spirituale del barbiere. Lui però
perdura a comportarsi nel silenzioso sbadiglio dei suoi pensieri.
Pare che lo sfondo non abbia una tonalità spiritualmente bianca,
bensì una tonalità pesantemente lattea, per così dire. Nella
rassegnazione esistenziale di Ed, adesso il fumo delle sigarette si
depositerebbe sulla stessa leggerezza della redenzione (o
purificazione). La narrazione non ci mostra il momento topico in
cui il condannato sobbalzerà dalla sedia elettrica, terribilmente,
alla prima scossa. Il barbiere rimane perennemente sospeso, fra la
fumosità della quieta rassegnazione ed il lavaggio a secco (senza
schiuma) d’un possibile riscatto sociale. Nei due casi, noi dovremo
percepirlo come un uomo che non c’è, recuperando il titolo del
film.
Dal 31 gennaio prossimo, la bella
Amanda Seyfried arriverà sui nostri schermi con i
casti e puri panni di Cosette, una dei protagonisti di
Les Misérables.
Dopo i vari trailer Red Band per il
remake de La Casa,
ecco un trailer “per tutti”, ovvero Green Band, in cui possiamo
vedere qualche scena inedita e un numero decisamente minore di
scene splatter.
Leonardo DiCaprio
è a lavoro da quando aveva più o meno 11 anni. Il grande schermo
non ha più segreti per lui, anche se forse continua ad essergli
oscura la via che porta agli Oscar. Nonostante la mancanza di
dichiarazioni ufficiali, si rumoreggia che la delusione per la
mancata nomination per il suo ruolo in Django
Unchained sia stata davvero grande, ma la realtà
forse è che sono più i suoi fan che lui stesso ad essere
delusi.
Fatto sta che durante la presentazione del film di
Quentin Tarantino in Germania, Leo ha dichiarato
di volersi prendere una pausa dal grande schermo. Dopo aver girato
tre film in due anni (Oltre a Django
Unchained, il bel Leo ha lavorato ne Il
GrandeGatsby e in
The Wolf of Wall Street
ancora inf ase di riprese) è stremato, e vorrebbe fare un giro per
il mondo a sistemare le cose per l’ambiente, sua grande passione e
impegno ben noto ai suoi fan.Speriamo però che per amore del buon
cinema, DiCaprio non resti lontano dagli schermi per troppo
tempo!
Ecco le foto dei collectible
di Django
Unchained, il nuovo film uscito questa settimana
di Quentin Tarantino. I Toys saranno disponibili
all’acquisto già da subito per tutti i fan che lo riterranno
indispensabile:
Prima foto ufficiale dal film
Kick-Ass
2, il sequel del film diretto da
Matthew Vaughn che in questo secondo capitolo è
presente sono il veste di produttore. Nell’immagine protagonisti
Jim Carrey e Aaron
Taylor-Johnson. Carrey interpreta il colonnello Stars
and Stripe che nel film invita Kick-Ass ad unirsi al suo gruppo di
supereroi chiamati “Justice Forever.”
La storia ruota proprio a torno a
questo gruppo che nel prossimo film verrà braccato dal redivivo Red
Mist – tornato con il nuovo nome di The Mother F%&*^r – solo
l’intervento di Hit Girl può salvarli dall’essere
annientati. Nella pellicola ritorna tutto il cast del
precedente film: Chloë Grace Moretz,
Nicholas Cage, Lyndsy Fonseca,
Christopher Mintz-Plasse, e le new
entry Morris Chestnut, John Leguizamo e Donald Faison
co-protagonista nell’adattamento di Mark Millar e John Romita, Jr.
comico.
Kick-Ass 2 uscirà nei cinema in USA il 28 giugno 2013, in Italia
invece arriverà
Tutte le info utili nella nostra scheda film: Kick-Ass
2.
Kick-Ass 2, il film
Kick-Ass
2 uscirà nei cinema americani il 23 giugno
2013. Tornano i protagonisti dell’irriverente commedia d’azione sui
supereroi del 2010 diventata in breve tempo un cult
cinematografico.
In Kick-Ass
2 la ragazza assassina Hit Girl
(Chloë
Grace Moretz) e il giovane vigilante Kick-Ass
(Aaron
Taylor-Johnson) stanno entrambi cercando di vivere
come due normali teenager con i nomi di Mindy e Dave. Preoccupato
del diploma di fine anno e di un futuro alquanto incerto, Dave crea
la prima squadra di supereroi “mondiali” insieme a Mindy.
Sfortunatamente però la ragazza viene scoperta nei panni di Hit
Girl, ed è costretta a ritirarsi, restando sola ad affrontare il
terrificante mondo della scuola, popolato da malvagie studentesse.
Nel frattempo Red Mist sta creando la propria squadra per far
pagare ai suoi acerrimi nemici – Kick-Ass e Hit Girl – per ciò che
hanno fatto a suo padre…
Sono almeno due anni che Jessica
Chastain non sbaglia un colpo, dopo la nomination dello scorso anno
per The Help, in cui è riuscita a tirare fuori un talento comico
inaspettato, adesso è il momento di fare sul serio e sembra che la
bella attrice sia seriamente intenzionata a portarsi a casa
l’Oscar. In Zero Dark Thirty, la Chastain regge sulle sue spalle
tutta la pressione del film senza batter ciglio, portando a casa
una grandissima performance!