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Alex Garland dirigerà Ex-Machina

Dopo aver visto Danny Boyle portare sugli schermi il suo The Beach, nel corso del tempo lo scrittore Alex Garland si è progressivamente avvicinato la mondo del cinema, cominciando a pensare di parteciparvi attivamente: il momento sembra definitivamente giunto, grazie all’adattamento di Ex-Machina.

Il film, la cui sceneggiatura è stata scritta dallo stesso Garland, vedrà un miliardario invitare un proprio dipendente a trascorrere una settimana in una sua remota proprietà, ma tutto si rivelerà parte di un test nell’ambito dello sviluppo di una nuova invenzione: un’intelligenza artificiale dalle sembianze femminili. A portare avanti il progetto è DNA Films, che ha già lavorato con Garland su vari titoli, tra cui DreddNever Let Me Go, assieme a Scott Rudin ed Eli Bush. Il budget stanziato è di circa 15 milioni di dollari, le riprese sono previste entro il 2013.

Fonte: Empire

 
 

Alex Garland chiarisce le sue affermazioni sul ritiro come regista

Civil War film kirsten dunst

Il regista Alex Garland, che ha diretto film come Ex Machina, Annientamento, Men e l’imminente Civil War (al cinema dal 18 aprile), ha recentemente lasciato intendere nel corso di un’intervista di volersi allontanare dalla regia e, sebbene alcuni di questi commenti siano stati interpretati nel senso che non farà più film in generale, Garland ha poi chiarito che intende semplicemente prendersi una pausa a tempo indeterminato dalla regia, continuando però a concentrarsi sulla scrittura. “Ho detto che mi prenderò una pausa dalla regia per il prossimo futuro. Come questo possa essere estrapolato come l’orgoglio che provo o meno in questo film. Non vedo il filo conduttore“, ha confermato Garland a IndieWire.

Ho detto che smetterò di dirigere nel prossimo futuro. Perché una dichiarazione di questo tipo dovrebbe essere presa e analizzata o interpretata in questo modo? C’è qualcosa di strano. C’è qualcosa di strano in questo… è una stranezza generale che ha a che fare con la forma che assumono le dichiarazioni pubbliche, il modo in cui vengono usate e il modo in cui le parole vengono interpretate o lette“. “Per tornare alla dichiarazione, ho detto: Mi prenderò una pausa dalla regia o smetterò di dirigere per il prossimo futuro. È una cosa così incontestabile da dire“, ha sottolineato Alex Garland.

Ho anche detto che mi dedicherò alla sceneggiatura. La sceneggiatura è il cinema. Non si possono cancellare gli sceneggiatori, i direttori della fotografia, i montatori o gli attori dal processo di sceneggiatura. Il cinema non è appannaggio dei soli registi“. Ha poi aggiunto: “Credo che stia accadendo qualcosa di strano nel mondo. Questo è come un granello di sabbia di quella stranezza. Ma la dichiarazione che ho fatto è così diversa dal modo in cui è stata interpretata. È semplicemente strano. E quindi una parte di me sta reagendo a questo“.

Alex Garland dirige Civil War

Civil War è stato descritto come “un road movie e un film di guerra con elementi satirici” e “un gioco sparatutto elevato“. Garland ha dichiarato al The Telegraph che Civil War è “ambientato in un punto indeterminato del futuro, abbastanza avanti da permettermi di aggiungere un’idea“. Il film si svolge in un’America sull’orlo del collasso, attraverso terre desolate e città distrutte dall’esplosione di una guerra civile, un gruppo di reporter intraprende un viaggio in condizioni estreme, mettendo a rischio le proprie vite per raccontare la verità. Civil War è scritto e diretto da Alex Garland. Il film è interpretato da Kirsten Dunst, Wagner Moura, Stephen McKinley Henderson, Cailee Spaeny, Karl Glusman, Sonoya Mizuno, Jonica T. Gibbs e Jess Matney.

 
 

Alex de la Iglesia vuole dirigere un film su She-Hulk!

Ospite a Venezia 77, dove ha presentato Fuori Concorso la sua nuova serie 30 monedas, Alex de la Iglesia ha dichiarato di voler dirigere un film su She-Hulk.

Il regista spagnolo ha presentato Fuori Concorso l’episodio pilota della sua nuova serie horror. Al centro della trama un pugile ex detenuto ed esorcista mandato a fare il parroco in uno sperduto paesino che verrà stravolto da strani accadimenti.

 
 

Alex Cross trailer ufficiale italiano

alex cross trailerEcco il trailer ufficiale italiano di Alex Cross, ultimo film di Rob Cohen con Tyler Perry, Edward Burns, Matthew Fox, Jean Reno.

Alex Cross trailer:

Alex Cross (Tyler Perry), è un detective e profiler della polizia di Detroit. A seguito del ritrovamento del corpo orribilmente mutilato di una donna viene messo a capo delle indagini che dovrebbero portare all’arresto del pericoloso serial killer chiamato Picasso (Matthew Fox). In squadra col suo partner e amico Tommy Kane (Edward Burns) e la neo collega Monica Ashe (Rachel Nichols) i tre si mettono sulle tracce dell’assassino mentre questo sta per arrivare al suo nuovo bersaglio, Giles Mercier (Jean Reno), proprietario di una multinazionale di Detroit. Cross dovrà entrare nella mente del killer per riuscire a prevedere cosa potrebbe succedere e capire perché Picasso abbia concentrato il suo odio su Giles. Nella sfida spietata tra i due, il detective dovrà pagare un prezzo altissimo che lo costringerà a spingersi oltre i propri limiti morali e psicologici.

 
 

Alex Cross – La Memoria del Killer: recensione

Alex Cross - La Memoria del killer

Dopo Il collezionista e Nella morsa del ragno, il detective infallibile Alex Cross torna sul grande schermo per raccontare agli spettatori il romanzo di James Patterson La memoria del killer. A dirigere questo nuovo adattamento di un romanzo di Patterson c’è Rob Cohen e al posto di Morgan Freeman, protagonista dei primi due film, c’è Tyler Perry.

In Alex Cross – La Memoria del killer Alex Cross (Tyler Perry), è un detective e profiler della polizia di Detroit. A seguito del ritrovamento del corpo orribilmente mutilato di una donna viene messo a capo delle indagini che dovrebbero portare all’arresto del pericoloso serial killer chiamato Picasso (Matthew Fox). In squadra col suo partner e amico Tommy Kane (Edward Burns) e la neo collega Monica Ashe (Rachel Nichols) i tre si mettono sulle tracce dell’assassino mentre questo sta per arrivare al suo nuovo bersaglio, Giles Mercier (Jean Reno), proprietario di una multinazionale di Detroit. Cross dovrà entrare nella mente del killer per riuscire a prevedere cosa potrebbe succedere e capire perché Picasso abbia concentrato il suo odio su Giles. Nella sfida spietata tra i due, il detective dovrà pagare un prezzo altissimo che lo costringerà a spingersi oltre i propri limiti morali e psicologici.

Guardando alle altre apparizioni del detective Cross sul grande schermo, non possiamo che avere una profonda fitta di nostalgia per dei film che hanno fatto in qualche modo la storia del genere. Al contrario Alex Cross – La Memoria del killer è un film sciatto e approssimato, in cui i dialoghi e la recitazione sono stati portati avanti senza un vero senso del gusto o della concretezza di narrazione, allo stesso modo di una sceneggiatura scialba che poco ha a che fare con il thriller psicologico o con l’azione pura che non manca affatto nel film.

Nota da sottolineare nel film è la caraterizzazione che Matthew Fox da al suo folle personaggio, il killer Picasso; sebbene non si tratti di un’interpretazione indimenticabile, l’attore riesce a sorprendere prima di tutto per la straordinaria trasformazione fisica, poi per la messa in scena di un ruolo che tra tutti sembra il più convincente: merito della sceneggiatura o dell’attore stesso che forse si è impegnato più degli altri? Alex Cross – La Memoria del killer è un film che pur risultando ambizioso si perde miseramente nei meandri della sua stessa sciattezza, concretizzandosi in un film in cui la cura per i dettagli e l’articolazione sensata della sceneggiatura sono stati purtroppo dimenticati.

 
 

Alessio Lapice: 10 cose che non sai sull’attore

Alessio Lapice in Imma Tataranni - Sostituto Procuratore
Alessio Lapice in "Imma Tataranni - Sostituto Procuratore"

Tra gli attori italiani di nuova generazione Alessio Lapice è senza dubbio uno dei più amati dal pubblico. Nonostante la sua giovane età, la sua carriera è già piena di progetti interessanti. Se volete saperne di più, mettetevi comodi.

Scoprite insieme a noi tutto quello che c’è da sapere su Alessio Lapice.

Alessio Lapice serie tv

Alessio Lapice in Imma Tataranni
Alessio Lapice in “Imma Tataranni – Sostituto Procuratore”

10. Nato a Napoli il 12 agosto del 1991, fin sa subito Alessio Lapice mostra un grande interesse per il mondo del cinema e della televisione. Subito dopo il diploma, infatti, si trasferisce a Roma per studiare recitazione prima all’Accademia Duse International e poi presso il celebre Centro Sperimentale di Cinematografia, dove approda nel 2016.

9. La carriera d’attore di Alessio Lapice comincia nel 2015 grazie alla serie tv Sotto Copertura – La Cattura di Zagaria, prodotta dalla Rai. La fiction, andata in onda per due stagioni, racconta la storia di Antonio Iovine, boss del clan dei Casalesi. Gli episodi ricostruiscono perfettamente gli anni di latitanza del boss, le indagini della Polizia fino ad arrivare alla cattura del boss.

La serie, come la maggior parte di quelle italiane ispirate a fatti di cronaca, ha avuto un grande successo di pubblico e ha messo in luce le doti attoriale di Alessio. Il giovane Lapice ha saputo distinguersi, interpretando Rudy, anche se ha partecipato solo a due episodi.

Alessio Lapice e la tv

8. La sua carriera televisiva continua con diverse ‘comparsate’ in fiction più o meno note come Endless Summer di Valentina Vlasova (2015), Fuoco Amico TF45 – Eroe per amore – in cui recita al fianco di Raoul Bova – (2016) e Don Matteo 10 (2016), famosissima serie tv Rai con Terrence Hill.

Tuttavia la notorietà vera arriva per Alessio con la sua partecipazione all’ormai nota serie Gomorra diretta da Claudio Cupellini. Il giovanissimo Lapice compare negli episodi 11 e 12 della seconda stagione, andata in onda nel 2016, dove interpreta Alfredo Natale, braccio destro del boss Avitabile, incaricato di una missione molto importante e pericolosa.

7. Acquisita ormai una certa notorietà, Lapice viene scelto per un ruolo abbastanza importante nella fiction Rai, Imma Tataranni – Sostituto Procuratore (2019). La serie, liberamente tratta dai romanzi di Mariolina Venezia, racconta la storia di Imma Tataranni, sostituti procuratore della Procura di Matera, donna forte, combattiva e dalla moralità ineccepibile. Sul lavoro è uno squalo e non fa sconti a nessuno ma nella vita private riesce a essere anche una donna molto divertente e dolce.

Le sue indagini si svolgono sempre in Basilicata ed è sempre affiancata da Ippazio Calogiuri, interpretato da Alessio Lapice.

Alessio Lapice film

Alessio Lapice in Nato a Casal di Principe
Alessio Lapice in “Nato a Casal di Principe”

6. La carriera di Alessio, però, pur essendo solo agli inizi, non si limita solo alla televisione. Il giovane Lapice ha infatti partecipato anche a diversi film italiani. La sua prima esperienza riguarda il film del 2017 di Fabio Mollo dal titolo Il Padre d’Italia, in cui Alessio ha recitato al fianco di Luca Marinelli e Isabella Ragonese.

Il film racconta la storia di Paolo (Marinelli), un giovane omosessuale che una sera, in una dark room, incontra Mia (Ragonese), una ragazza incinta che gli sviene tra le braccia. Un incontro casuale e tante storie di umanità diverse che si intrecciano, storie di disagio sociale, dolore e speranza.

5. Nello stesso anno (2017), Lapice partecipa a un altro film molto importante, diretto da Bruno Oliviero e dal titolo Nato a Casal di Principe. La pellicola, presentata fuori concorso alla 74a edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nella sezione Cinema Giardini, racconta la storia del giovane Amedeo Letizia (Alessio Lapice) costretto di punto in bianco a interrompere la sua carriera d’attore per tornare nella sua città natale. Da Roma il ragazzo torna quindi a Casal di Principe dove suo fratello Paolo è stato rapito. Nonostante la città sia notoriamente sotto il controllo della camorra casertana e la cattiva reputazione di Paolo Letizia, Amedeo non si dà per vinto e tenta di scoprire la verità dietro il rapimento del fratello.

Il film è stato accolto con grande entusiasmo sia dal pubblico che dalla critica che ha premiato l’interpretazione di Lapice. Il giovane Alessio ha infatti ottenuto nel 2018 il Premio Ischia – Breakout Actor Award all’Ischia Global Fest.

Alessio Lapice filmografia

Alessio Lapice in Il Primo Re
Alessio Lapice in “Il Primo Re”

4. A distanza di due anni dal successo di Nato a Casal di Principe, Alessio Lapice torna al cinema con Il Primo Re, film diretto da Matteo Rovere.

Il nostro giovane attore stavolta si mette alla prova con un genere completamente diverso; quello di Rovere è, infatti, un film storico ambientato nel 753 a.C., anno della fondazione di Roma, e che rivisita il mito di Romolo e Remo. Nel film Alessio Lapice interpreta Romolo ed è affiancato dal grande Alessandro Borghi che veste invece i panni di Remo.

In occasione dei David di Donatello 2020, il film si aggiudicato il premio per il migliore autore della fotografica.

3. Ci sono ancora due progetti che figurano sul curriculum di Alessio Lapice ma che purtroppo non hanno ancora visto la luce. Nel 2019 l’attore ha partecipato al film Io Sto Bene di Donato Rotunno, film che purtroppo è ancora fermo in fase di post-produzione. Stessa sorte per il film Weekend di Riccardo Grandi che, a causa della pandemia in corso, si è fermato in fase di pre-produzione.

Alessio Lapice è su Instagram

2. Nonostante la sua giovane età – Alessio ha solo 28 anni -, l’attore pare stia già facendo parlare di sé oltre oceano. Lapice è stato, infatti, inserito da Forbes Italia della classifica dei trenta giovani leader del domani nella categoria Under 30, ovviamente nella sezione intrattenimento.

1. Come tutti i quasi trentenni che si rispettino, anche Alessio ha un suo account Instagram aggiornato dove l’attore posta piccoli stralci della sua vita quotidiana e professionale. Se non volete perdervi nulla della sua carriera in ascesa, seguitelo su Instagram.

Fonte: IMDB

 
 

Alessio Cremonini, intervista al regista di Profeti

Ecco la nostra intervista a Alessio Cremonini, il regista di Sulla mia pelle che arriva in sala con la sua opera seconda, Profeti, interpretata da Jasmine Trinca. Il film arriva in sala dal 26 gennaio distribuito da Lucky Red.

Profeti, il nuovo film di Alessio Cremonini, vincitore del David di Donatello come Miglior regista esordiente per Sulla mia pelle, arriverà solo al cinema dal 26 gennaio, dopo aver vinto il Black Panther Award 2022 – Menzione speciale della giuria al Noir InFestival, dove è stato presentato in anteprima. Il lungometraggio con protagonista Jasmine Trinca due volte David di Donatello come Migliore attrice e Premio Un Certain Regard per la migliore interpretazione femminile al Festival di Cannes una sorprendente Isabella Nefar e Ziad Bakri, è una produzione Cinemaundici e Lucky Red con Rai Cinema in collaborazione con Sky Cinema.

Profeti è la storia del confronto tra Sara (Jasmine Trinca), una giornalista italiana andata in Medio Oriente per raccontare la guerra dello Stato Islamico, e Nur (Isabella Nefar), una foreign fighter radicalizzata a Londra che ha sposato un miliziano e ora vive nel Califfato. Sara viene rapita dall’Isis e in quanto donna, in quanto essere inferiore che ha dignità solo se sottomessa al maschio, non può stare in una prigione dove sono presenti anche degli uomini. Per questo motivo viene data in custodia ad una sua “pari”: ad una donna. Nur diventa la sua carceriera. La casa di Nur, la sua prigione. E sarà proprio quella casa nel mezzo di un campo di addestramento dello Stato Islamico il luogo dove Sara e Nur si confronteranno. Un confronto quasi impossibile che si trasforma in guerra psicologica mentre attorno scoppiano le bombe e i nemici vengono bruciati vivi per vendetta. Un confronto fatto di silenzi, di sottili ricatti, e dal progressivo tentativo di Nur di convertire Sara.

Dopo aver raccontato le vicende di Stefano Cucchi in Sulla mia pelle, Alessio Cremonini si confronta con temi altrettanto attuali: la prigionia, i diritti delle donne, il Medio Oriente, la religione, lo scontro di civiltà. «Sono questi i temi della mia indagine: lo strumento è il cinema. Un cinema inteso come “viaggio” che svela storie, che percorre strade poco battute. Un cinema politico. Un cinema radicale. Un cinema essenziale» – ha dichiarato Cremonini – «Un film su due donne occidentali che hanno fatto scelte diametralmente opposte. Sara, una giornalista italiana rapita dall’Isis durante un reportage di guerra in Siria, e Nur che la tiene prigioniera per mesi in una casa costruita in un campo di addestramento dello Stato Islamico. Quello che il cinema può e deve fare, è mettere in scena la vicenda di Sara e Nur senza manicheismi o semplificazioni retoriche. Questa storia, infatti, non soltanto è metafora di quello che accade in molte parti del Medio Oriente, ma ci riguarda da vicino. Poiché, ormai lo sappiamo, se nell’altra sponda del Mediterraneo inizia un incendio poi le fiamme arrivano anche da noi».

Il film inizia con le parole di una combattente curda intervistata da Sara, la giornalista italiana interpretata da Jasmine Trinca:  «Combatto per i curdi, per la libertà e per le donne. In Medio Oriente, se sei una donna, devi imparare a difenderti il prima possibile. Qui, la maggior parte dei regimi è basata sulla sottomissione, sull’oppressione delle donne. È per questo che le uniche persone che possono cambiare questa mentalità sono le donne», parole che portano subito la mente quanto sta accadendo in Iran.

 
 

Alessandro Siani: 10 cose che non sai sull’attore

Alessandro Siani film

Celebre attore comico di origini napoletane, Alessandro Siani è da molti considerato l’erede di Massimo Troisi, anche se è questo un paragone che non piace al diretto interessato. Nel corso della sua carriera, ad ogni modo, Siani si è distinto come protagonista di alcune delle commedie di maggior successo degli ultimi anni, e dal 2013 ha anche intrapreso una fortunata carriera da regista. Ha così potuto dar vita a storie sue, poi particolarmente apprezzate dal grande pubblico. Diviso tra cinema e televisione, Siani è tutt’oggi uno dei nomi di punta del panorama comico italiano.

Ecco 10 cose che non sai di Alessandro Siani.

2Parte delle cose che non sai sull’attore

Alessandro Siani instagram

Alessandro Siani: la sua vita privata con moglie e figli

5. È estremamente riservato. L’attore è notoriamente restìo a condividere dettagli sulla propria vita privata e famigliare. È tuttavia noto il suo legame con una donna, conosciuta ancor prima di diventare famoso al cinema. I due sembra si siano sposati nel 2008 e hanno in seguito avuto due figli. Siani è stato avvistato in diverse occasioni in compagnia della famiglia, ma tenta continuamente di sfuggire all’intrusione della popolarità nel suo privato.

Alessandro Siani è su Instagram

4. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo ufficiale seguito da 237 mila persone. All’interno di questo, con circa 200 post, è solito condividere immagini relative a suoi momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non mancano poi anche foto di curiosità a lui legate, come anche di luoghi da lui visitati o serate di gala a cui ha preso parte. Nei suoi post più recenti lo si può ad esempio vedere in compagnia di celebri personalità come Diego Maradona e Nino D’Angelo.

3. Utilizza il social per promuovere il proprio lavoro. Tramite il proprio profilo, inoltre, l’attore condivide con i propri follower immagini promozionali dei suoi progetti da interprete. Non mancano anche numerosi dietro le quinte, curiosità e anche notizie relative alla sua fortunata attività teatrale. Così facendo, Siani permette ai suoi follower di rimanere continuamente aggiornati sui suoi progetti attuali o futuri.

Alessandro Siani a teatro

2. Ha dato vita a numerosi spettacoli di successo. Siani è noto per la sua fervida attività teatrale, incominciata ben prima di quella cinematografica. Divenuto famoso grazie al palcoscenico, l’attore non ha negli anni mai abbandonato tale forma di spettacolo, a cui si dichiara legato in modo indissolubile. I suoi primi spettacoli furono Fiesta e Tutti Bravi, rispettivamente del 2004 e del 2005. Dal 2009 fino al 2011 ha invece portato in scena Più di prima, seguito da Sono in zona (2011-2013). Negli ultimi anni si è invece dedicato all’adattamento teatrale di suoi film come Il principe abusivo (2015) e Felicità tour (2019).

Alessandro Siani: età e altezza

1. Alessandro Siani è nato a Napoli, il 17 settembre del 1975. L’attore è alto complessivamente 178 centimetri.

Fonte: IMDb

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Alessandro Siani sarà Mister Felicità

Si intitola Mister Felicità (titolo provvisorio), la nuova commedia di Alessandro Siani che tornerà a girare in Alto Adige dopo l’avventura de Il principe abusivo. Oltre allo stesso Siani, nel cast saranno presenti Diego Abatantuono e Carla Signoris. A produrre questo progetto, sostenuto dalla IDM – Film Fund & Commission con un finanziamento di 200.000,00 Euro alla produzione, è Cattleya, che realizzerà parte delle riprese in Alto Adige tra Merano, Caldaro, Appiano, Sluderno e Ora.

Il film segue le “gesta” di Martino, giovane napoletano svogliato e pessimista, che si trasferisce al nord per vivere sulle spalle della sorella Caterina.

 
 

Alessandro Roja: 10 cose che non sai sull’attore

Alessandro Roja film

Distintosi tra cinema e televisione, Alessandro Roja ha negli ultimi anni acquistato sempre più popolarità all’interno dell’industria dello spettacolo italiano. È stato infatti protagonista di apprezzati film di genere, come anche di popolari commedie al fianco di noti attori e attrici. La sua presenza in televisione, inoltre, gli ha permesso di consolidare la propria notorietà presso un pubblico ancor più ampio, che lo apprezza per la sua versatilità.

Ecco 10 cose che non sai su Alessandro Roja.

Alessandro Roja moglie

Alessandro Roja: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attore debutta al cinema con il film Tutta la vita davanti (2008), con Valerio Mastandrea, per poi recitare in Feisbum – Il film (2009), Tutto l’amore del mondo (2010), L’erede – The Heir (2011), I più grandi di tutti (2011), Magnifica presenza (2012), con Elio Germano, Diaz – Don’t Clean Up This Blood (2012), Song’e Napule (2014), con Carlo Buccirosso, L’ora legale (2017), The End? L’inferno fuori (2017), Sono tornato (2018), Ma cosa ci dice il cervello (2019), con Paola Cortellesi, Restiamo amici (2019), Si muore solo da vivi (2020), con Alessandra Mastronardi e Diabolik (2020), con Luca Marinelli.

9. Ha preso parte a produzioni televisive. Roja si fa inizialmente notare in televisione grazie al ruolo di Armando Sousa in Incantesimo (2004-2005). Successivamente recita in un episodio della fiction Don Matteo (2008), per poi prendere parte a Romanzo criminale – La serie (2008-2010), nel ruolo di Dandi, recitando accanto ad Andrea Sartoretti e Vinicio Marchioni. Continua poi a lavorare per il piccolo schermo in serie come 1992 (2015), con Stefano Accorsi, Ricette e ritratti d’amore (2015), Di padre in figlia (2017) e È arrivata la felicità (2015-2018), con Claudio Santamaria e Claudia Pandolfi. In seguito, ha recitato in Tutto può succedere 2 (2017) e La compagnia del Cigno (2019).

8. Ha recitato in due videoclip. L’attore si è negli anni distinto per la sua partecipazione anche a due noti videoclip di altrettante celebri cantanti italiane. Si tratta di Il rimedio la vita e la cura, di Chiara Galiazzo. Nel recitare in questo ha avuto modo di collaborare con attori come Carolina Crescentini e Stefano Fresi, dando vita a diverse coreografie di danza in vari scenari di Roma. Nel 2020 è invece nel videoclip del singolo Luci blu, della cantante Emma, la quale in questo recita proprio accanto all’attore.

Alessandro Roja non è su Instagram

7. Non possiede un account personale. L’attore è notoriamente molto riservato circa la propria vita privata, a tal punto da preferire non condividere questa tramite i social network. L’attore sembra infatti aver avuto un account Instagram, oggi però eliminato. Per poter avere qualche notizia sulla sua vita al di fuori del set, è possibile tuttavia consultare il profilo della moglie, la quale è solita pubblicare di tanto in tanto post relativi alla loro vita famigliare.

Alessandro Roja: moglie e figli

6. Ha sposato la figlia di un noto sportivo. Dal 2013 l’attore è sposato con Claudia Ranieri, figlia del popolare allenatore di calcio Claudio. I due sembra si siano conosciuti in una trattoria di Trastevere, a Roma, per poi intraprendere una relazione poco dopo il loro incontro. Nel novembre del 2014, poi, la coppia dà alla luce il figlio Orlando. Roja, a cui non piace condividere il proprio privato, ha tuttavia più volte affermato come la sua famiglia si diventata il centro di tutta la sua vita.

Alessandro Roja Instagram

Alessandro Roja in Don Matteo

5. Ha recitato in un episodio della celebre fiction. Nel 2008, agli inizi della propria carriera, l’attore ottiene un ruolo di rilievo in un episodio della celebre fiction di Rai Uno Don Matteo, con protagonista Terence Hill. L’episodio è intitolato Morte di un cantastorie, ed è il sesto della sesta stagione. Roja ricopre il personaggio di Nicola Rossi, all’interno di una storia che ha come oggetto la misteriosa morte di un cantastorie, che si guadagnava da vivere all’interno di un centro commerciale. Per l’attore è stata l’occasione per ottenere maggior visibilità.

Alessandro Roja in 1992

4. Ha interpretato una guardia. Per la serie 1992, dove si narra in chiave romanzata delle vicende che portarono allo scandalo di Tangentopoli, l’attore ha ricoperto il ruolo della guardia Rocco Venturini, ufficiale di polizia membro della squadra del magistrato Antonio Di Pietro. L’attore ha raccontato di aver inizialmente svolto il provino per un altro ruolo, ma di non essere risultato adatto per via dell’età. I produttori desideravano però averlo nella serie, e così lo ricontattarono affidandogli la parte di Venturini, personaggio che Roja ha da subito apprezzato molto.

3. Ha lavorato molto per immedesimarsi nel ruolo. Essendo il suo un personaggio inedito, non basato su una figura realmente esistita, l’attore ha raccontato di aver ricercato un’immedesimazione con questo a partire dal contesto in cui è ambientata la serie. Facendo ricerche sul periodo storico e sugli eventi, ha iniziato a costruire il carattere del proprio personaggio, che per lui non può essere definito né buono né cattivo, contraddistinto appunto da quella ambiguità tipica di quegli anni.

Alessandro Roja in La compagnia del Cigno

2. Ha interpretato lo zio di uno dei protagonisti. Andata in onda nel 2019, La compagnia del Cigno è una serie incentrata su un gruppo di ragazzi musicisti facenti parte del Conservatorio Giuseppe Verdi. Qui fanno squadra, formando la compagnia del titolo. In essa Roja interpreta il personaggio di Daniele, lo zio di Matteo, uno dei ragazzi protagonisti. L’attore ha raccontato di aver stretto un buon legame con il giovane, il quale durante le pause sul set suonava per lui.

Alessandro Roja: età e altezza

1. Alessandro Roja è nato a Roma, Italia, il 4 giugno 1978. L’attore è alto complessivamente 179 centimetri.

Fonte: IMDb

 
 

Alessandro Preziosi: 10 cose che non sai sull’attore

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Apprezzato attore del panorama italiano, Alessandro Preziosi ha negli anni consolidato la propria fama grazie al cinema, alla televisione e al teatro. Nella sua filmografia non solo commedie agrodolci, ma anche impegnati film d’autore che ne hanno messo in mostra le doti da interprete completo, capace di interpretazioni sempre nuove. Ecco 10 cose che non sai su Alessandro Preziosi.

2Parte delle cose che non sai sull’attore

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Alessandro Preziosi e il teatro

5. Ha calcato molte volte il palcoscenico. La formazione di Preziosi nasce dal teatro, con la sua frequentazione dell’Accademia dei Filodrammatici di Milano. Diplomatosi, intraprende una carriera teatrale che dura ancora oggi, e dove ha modo di esprimersi al meglio. Tra i suoi spettacoli più celebri si annoverano Amleto (1998), Re Lear (2004), Cyrano de Bergerac (2012), Don Giovanni o Il convitato di pietra (2014), Romeo e Giulietta (2016) e L’odore assordante del bianco – Vincent Van Gogh (2017).

4. Ha ricevuto importanti riconoscimenti. Per la sua attività teatrale Preziosi ha negli anni ricevuto alcuni tra i più prestigiosi riconoscimenti teatrali del panorama italiano. Tra questi vi sono il Premio Gassmann per Amleto, il premio Golden Graal al miglior attore di teatro per lo stesso Amleto, e il Premio Persefone per il migliore attore di prosa classica per Cyrano de Bergerac.

Alessandro Preziosi in Elisa di Rivombrosa

3. Ha vinto un ambito premio. Per il suo ruolo del Conte Fabrizio Ristori nella serie Elisa di Rivombrosa l’attore non solo raggiunge una popolarità particolarmente ampia, ma ottiene anche la candidatura ai Telegatti come personaggio maschile dell’anno. Preziosi vincerà poi il premio, inaugurando una stagione d’oro per la sua carriera.

2. Ha rinunciato alla seconda stagione. Dato l’enorme successo di pubblico, la serie viene rinnovata per una seconda stagione. Tuttavia, Preziosi prenderà parte soltanto a due puntate, rinunciando ad una più ampia partecipazione per via di impegni teatrali precedentemente presi, che lo hanno portato a recitare l’Amleto.

Alessandro Preziosi: età e altezza

1. Alessandro Preziosi è nato a Napoli, Italia, il 19 aprile 1973. L’attore è alto complessivamente 187 centimetri.

Fonte: IMDb

 

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Alessandro Nivola: 10 cose che non sai sull’attore

Alessandro Nivola film

Apprezzato interprete hollywoodiano, Alessandro Nivola ha negli anni acquistato grande popolarità grazie ad una serie di film di vario genere. Ruolo dopo ruolo, è arrivato ad essere uno dei più richiesti, avendo così modo di partecipare tanto con importanti registi americani quanto con altri noti nomi europei. Nivola è ricordato soprattutto per una serie di personaggi drammatici particolarmente toccanti, a cui lui ha saputo conferire ulteriori e affascinanti sfumature.

Ecco 10 cose che non sai di Alessandro Nivola.

Alessandro Nivola Instagram

Alessandro Nivola: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. Nivola debutta sul grande schermo con il film Innocenza infranta (1997), per poi ottenere un ruolo di rilievo in Face/Off – Due facce di un assassino (1997), con Nicolas Cage. Negli anni successivi recita poi in Mansfield Park (1999), Pene d’amor perdute (2000), di Kenneth Branagh, Timecode (2000), Jurassic Park III (2001), con Sam Neill, L’uomo dei miei sogni (2003), Junebug (2005), con Amy Adams, Goal! (2005), Goal II – Vivere un sogno (2007), Grace Is Gone (2007), con John Cusack, Coco avant Chanel (2009), Urlo (2010), American Hustle (2013), con Christian Bale, 1981: Indagine a New York (2014), Selma (2014), The Neon Demon (2016), You Were Never Really Here (2017), con Joaquin Phoenix, Disobedience (2017), L’arte della difesa personale (2019) e Red Sea Diving (2019).

9. Ha preso parte a produzioni televisive. Prima di ottenere fama grazie al cinema, l’attore aveva recitato in alcuni film televisivi grazie a cui si era fatto conoscere. Questi sono L’anello (1996), Emma (1996), e Una rapina quasi perfetta (1997). In seguito, è tornato in televisione soltanto nel 2007, per recitare nella mini-serie The Company nel ruolo di Leo Kritzky, accanto a Chris O’Donnell. Nel 2015 recita nuovamente per il piccolo schermo in alcuni episodi della serie Doll & Em. Tra i suoi lavori successivi per la TV si annoverano invece il film Wizard of Lies (2017), con Robert De Niro, e le serie Chimerica (2019) e Black Narcissus (2020).

8. È anche produttore. Nivola negli anni non si è limitato ad essere un attore, ma ha anche svolto in diverse occasioni il ruolo di produttore. La prima occasione in cui ha vestito tali panni è stata la serie Doll & Em, da lui prodotta in tutti e 12 gli episodi che la compongono. In seguito, ha prodotto alcuni cortometraggi, per poi esordire alla produzione di un lungometraggio nel 2018. Questo è intitolato To Dust, ed è una commedia con protagonista l’attore Matthew Broderick. Attualmente, Nivola non sembra coinvolto nella realizzazione di film sotto tale veste, ma non è escluso che possa tornare a svolgere il ruolo di produttore in futuro.

Alessandro Nivola in Jurassic Park III

7. Ha evitato la morte del suo personaggio. Nel film Jurassic Park III, Nivola ha interpretato il personaggio di Billy Brennan. Questi è il giovane assistente del dottor Grant. Nel corso del film, egli finisce con l’essere catturato da un brano di pericolosi pteranodonti, ma riesce infine a salvarsi e fuggire dall’isola. Originariamente, però, le sorti del personaggio erano ben diverse. Questi, infatti, sarebbe dovuto tragicamente morire alla fine del film. Nivola, però, protesto a riguardo, convinto che non sarebbe stata la giusta conclusione per il personaggio. Alla fine, il regista si convinse e acconsentì a riscrivere il finale del personaggio.

Alessandro Nivola è su Instagram

6. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 6.760 persone. All’interno di questo Nivola ha ad oggi condiviso 137 post, di diverso genere e contenuto. Molti di questi sono infatti dedicati a suoi momenti di svago, luoghi visitati o curiosità a lui legate. Non mancano però anche immagini e video relativi al suo lavoro di interprete, con immagini promozionali o dietro le quinte dai set. In questo modo, consente ai propri follower di rimanere continuamente aggiornati sui propri progetti presenti e futuri.

Alessandro Nivola italiano

Alessandro Nivola e Emily Mortimer

5. Ha conosciuto sua moglie sul set. Nel 2000 l’attore interpreta il Re di Navarra nella commedia Pene d’amor perduto. Qui conosce l’attrice Emily Mortimer, che ricopre invece il ruolo di Katherine. Da qui i due intraprendono una relazione che li porterà infine al matrimonio nel 2003. Nel settembre dello stesso anno nasce il loro primo figlio, chiamato Samuel John Nivola, mentre del 2010 è la seconda figlia, May Rose. Particolarmente riservata, la famiglia non è solita condividere dettagli sul proprio riservato, ma sull’account Instagram dell’attore è possibile ritrovare qualche foto di lui insieme ai figlio o alla moglie.

4. Hanno recitato insieme anche in un’altra occasione. Come già riportato, Nivola è stato produttore della serie Doll & Em, dove la protagonista è proprio sua moglie. L’attore, però, non si è lasciato sfuggire l’occasione di recitare nuovamente insieme a lei, ed è così che ha ricoperto il ruolo di John negli episodi 3, 4, 5 e 6 della seconda stagione. Ad oggi questo risulta essere la loro ultima collaborazione insieme, poiché negli anni successivi si sono dedicati a progetti diversi. Non hanno però mai mancato di dimostrarsi reciproco sostegno.

Alessandro Nivola: chi erano i suoi genitori

3. Ha origini italiane. Come può suggerire il nome e il cognome, Nivola presenta delle profonde radici italiane. Suo padre era infatti Pietro Salvatore Nivola, docente di scienze politiche. Questi a sua volta era figlio noto pittore e scultore sardo Costantino Nivola. Fu proprio questi a trasferirsi negli Stati Uniti per via della persecuzione antisemita. Costantino aveva infatti sposato Ruth Guggenheim, di fede ebraica. Nivola, che si è sempre professato orgoglioso delle sue origini, ha più volte affermato di recarsi spesso in vacanza in Italia, e in particolare nella Sardegna, regione originaria di suo nonno.

Alessandro Nivola parla italiano

2. Ha dimostrato di saper parlare italiano. Intervistato riguardo alle proprie origini, Nivola ha dimostrato di saper anche parlare un fluente italiano. Egli, infatti, ha affermato di voler mantenere vive le origini che lo legano al Bel Paese, e recandovisi spesso ha preferito imparare la lingua per poter conversare con la gente del posto. Si possono ritrovare sul Web diverse interviste all’attore che danno prova delle sue capacità con l’italiano.

Alessandro Nivola: età e altezza

1. Alessandro Nivola è nato a Boston, nel Massachussetts, Stati Uniti, il 28 giugno del 1972. L’attore è alto complessivamente 175 centimetri.

Fonte: IMDb

 
 

Alessandro Nivola nel nuovo film di David O. Russell

Alessandro Nivola entra nel cast del nuovo film di David O. Rusell, al momento ancora senza titolo. Nivola va ad affiancarsi a Bradley Cooper, Christian Bale, Jeremy Renner, Amy Adams, Louis CK e Jennifer Lawrence.

Il film racconterà la storia realmente avvenuta negli anni ’70 di un’operazione dell’FBI volta a smascherare un’organizzazione di politici corrotti, nel corso della quale due truffatori (Bale e Adams) furono obbligati a collaborare con le autorità.

Alessandro Nivola sarà il Procuratore Federale Reggio, che portà il caso in tribunale. Il film, finanziato dalla Annapurna Pictures di Megan Ellis, sarà girato a breve a Boston e New York; l’uscita è fissata per il prossimo 13 dicembre

Nivola nel frattempo apparirà in Ginger And Rosa e Devil’s Knot, mentre affiancherà Bradley Cooper nella versione teatrale di The Elephant Man che sarà rappresentata a Broadway.

Fonte: Empire

 
 

Alessandro Grande: intervista al regista di Regina, dal Sudestival

Alessandro Grande

Nell’ambito della nuova edizione del Sudestival, che si svolge dal 25 febbraio al 20 marzo a Monopoli, il regista e sceneggiatore Alessandro Grande ha presentato Regina, il suo lungometraggio d’esordio, disponibile su tutte le principali piattaforme, reduce da oltre un anno di successi e premi, dopo la prima mondiale nel concorso di Tornino 38°.

Regina è una storia tanto stratificata, ambientata in una Calabria inedita, ed è proprio dei luoghi del film che comincia a parlare Grande, calabrese di nascita e conoscitore di quei posti tanto affascinanti quanto sconosciuti.

“Conosco le potenzialità di questo territorio e volevo allontanarmi il più possibile dai cliché e dagli stereotipi, cosa che ho sempre fatto sin dai miei cortometraggi. Ho cercato di raccontare una storia che fosse il più possibile vicina a me, infatti il padre di questa storia ha più o meno la mia età, e la ragazzina ha dei sogni. Ho fatto lo stesso ragionamento con l’ambiente. La montagna è un territorio molto misterioso, e l’ho scelto non solo per la bellezza, ma per l’atmosfera che questo posto dà al film. Non volevo fare una cartolina per la Calabria ma un film d’atmosfera e pertanto la montagna, il lago, il freddo servivano per entrare in questo mood. Ho trovato attraverso questa storia l’occasione per raccontare una Calabria diversa che in alcuni momenti può sembrare il Nord Europa, paesaggisticamente.” 

Protagonisti del film sono Francesco Montanari e Ginevra Francesconi, padre e figlia, che restituiscono un’alchimia incredibile, nel film. Come si è arrivati a questi casting?

“Ginevra l’ho scelta dopo una serie di provini, ho visto più di 500 ragazze per il ruolo di Regina, perché secondo me era fondamentale fare la scelta giusta, il film segue principalmente il suo percorso, una vera responsabilità per una giovane attrice. Con lei si è creato subito un ottimo rapporto, è una macchina da guerra. Abbiamo lavorato sul personaggio per più di un anno, ha preso lezioni di canto e di chitarra e ha cantato e suonato dal vivo, in presa diretta, durante le riprese. Francesco invece l’ho scelto perché mi piaceva fargli raccontare un personaggio diverso rispetto a quello che fa di solito. Qui è un padre giovane e immaturo, quando lui in genere mette in scena sempre personaggi dal carattere forte. Doveva essere una persona normale, che ha solo sua figlia, che è la sua ragione di vita. Tra loro è nato un rapporto incredibile, sul set, proprio come fossero davvero padre e figlia.”

Alessandro Grande: intervista al regista di Regina

Propio sul rapporto padre/figlia ragiona il film, uno scontro di generazioni che sembrano affrontare diversamente le difficoltà e i problemi, con un senso etico differente.  

“È una riflessione che abbiamo fatto in fase di scrittura, ci siamo chiesti perché raccontare un conflitto generazionale. Abbiamo capito che era un tema necessario, come si legge anche nel saggio di Recalcati (Il complesso di Telemaco, ndr), i giovani di oggi hanno sempre più bisogno di una guida perché i genitori quarantenni tendono a prendersi poche responsabilità. I figli di oggi sono come i Telemaco che aspettano il ritorno di Ulisse per riportare l’autorità in casa. Ci siamo confrontati con un padre che fa quello che fa perché vuole proteggere sua figlia e ha paura di perderla, e una figlia che ha un suo bisogno di essere educata e di avere la certezza di seguire una strada giusta. Non volevamo raccontare chi avesse ragione, ma due persona che hanno il bisogno di ritornare uniti dopo un allontanamento, con la consapevolezza che potranno stare insieme perché hanno capito.”

L’esordio di Regina risale a novembre 2020, durante l’edizione on line del Torino Film Festival. Eravamo nel cuore della pandemia. Come affronta un periodo del genere un creativo?

“È stato un periodo difficile. Presentare Regina a distanza mi ha tolto una serie di aspettative, del pubblico, del cast, della condivisione fisica di quel momento. L’ho vissuto in maniera spiazzata, anche perché nessuno sapeva dirmi come sarebbero andate le cose. Abbiamo navigato a vista e abbiamo preso quello che è venuto. È stato strano. Ho avuto la possibilità di partecipare a un festival così importante ma rimanendo a casa, e questo non me lo aspettavo. Nonostante questo mi si sono comunque aperte delle opportunità e quindi il film ha avuto comunque una sua visibilità, anche se diversa da quello che mi sarei aspettato.”

Da sceneggiatore e regista, Alessandro Grande ha un cassetto pieno di idee e di proposte. Come si sceglie tra queste il prossimo progetto?

“Oggi per portare avanti un progetto devi essere davvero innamorato. Con i nostri tempi burocratici, possono passare anche anni, quindi bisogna trovare una storia che faccia breccia nel nostro cuore e che siamo disposti a portare avanti per sempre, come fosse una storia d’amore.”

Sicuramente la storia d’amore di Alessandro Grande con Regina continua, mentre il film è disponibile sulle principali piattaforme.

 
 

Alessandro Gassmann: 10 cose che non sai sull’attore

Alessandro Gassmann

Figlio d’arte, Vittorio Gassmann è ad oggi uno degli attori più apprezzati e richiesti del panorama italiano. Negli anni ha saputo costruirsi una carriera di tutto rispetto, seguendo inizialmente le orme del padre Vittorio per poi trovare la propria strada come interprete e regista. Ad oggi l’attore vanta numerose collaborazioni con alcuni dei più apprezzati autori del cinema italiano, e allo stesso tempo non gli manca l’affetto del grande pubblico.

Ecco 10 cose che non sai di Alessandro Gassmann.

Alessandro Gassmann carriera

1. I film. L’attore esordisce al cinema nel 1984 con il lungometraggio Mi faccia causa, diretto da Steno. Successivamente prende parte a numerosi film, tra cui si annoverano I soliti ignoti vent’anni dopo (1987), Uova d’oro (1993), Facciamo fiesta (1997), Il bagno turco (1997), Teste di cocco (2000), Transporter: Extreme (2005), Caos calmo (2008), Ex (2009), Basilicata coast to coast (2010), Viva l’Italia (2012), Razzabastarda (2013), Tutta colpa di Freud (2014), Il nome del figlio (2015), Se Dio vuole (2015), Gli ultimi saranno ultimi (2015), Non c’è più religione (2016), Il premio (2017), Non ci resta che il crimine (2019) e Mio fratello rincorre i dinosauri (2019).

2. Le serie Tv. Particolarmente ricca è anche la carriera televisiva dell’attore, che negli anni ha preso parte a diverse serie o mini serie, come La guerra è finita (2002), Codice rosso (2006), I Cesaroni (2008), Una grande famiglia (2012-2015) e I bastardi di Pizzofalcone (2017-in corso). Numerosi anche i film TV interpretati dall’attore, come Nuda proprietà vendesi (1997), Un Natale per due (2011) e Un Natale con i fiocchi (2012).

3. La regia. Attualmente sono tre i film di cui Gassmann ha curato anche la regia. L’esordio dietro la macchina da presa avviene nel 2013, con il film Razzabastarda. Segue Torn – Strappati (2015) e Il premio (2017), dove dirige gli attori Gigi Proietti, Anna Foglietta, Rocco Papaleo e Matilda De Angelis.

Gli Ultimi saranno ultimi

Alessandro Gassmann social network

4. Ha un account Instagram. L’attore è presente sul social network Instagram con una pagina da lui autorizzata ma gestita da altri. Questa è seguita dal 322 mila persone, è contiene numerosi post promozionali dei progetti a cui l’attore prende parte, ma ache post volti a far riflettere sulle principali tematiche di attualità.

5. E’ attivo anche su Twitter. Particolarmente attivo su Twitter, qui l’attore è seguito da oltre 230 mila persone. Oltre a condividere novità sui propri progetti, Gassmann compone molti tweet riguardo le principali notizie di politica e di attualità, esprimendo il proprio parere in merito. L’attore fa inoltre un grande utilizzo del social per diffondere l’importanza della salvaguardia ambientale.

Alessandro Gassmann famiglia

6. Suo padre lo ha preparato alla carriera d’attore. Figlio del celebre Vittorio Gassmann, Alessandro ha sin da giovanissimo desiderato seguire le orme del padre. Per prepararlo al meglio a tale mestiere, il padre lo prese a studiare presso la Bottega Teatrale di Firenze.

7. E’ sposato. Dal 1998 Gassmann è sposato con l’attrice Sabrina Knaflitz, con la quale nello stesso hanno darà alla luce un figlio, chiamato Leonardo.

Il Premio

Alessandro Gassmann ruoli

8. Ha recitato in un film franco-americano. L’attore compare nel ruolo di Gianni Chellini nel film Transporter: Extreme, dove ricopre il ruolo del cattivo. Il protagonista del film è l’attore Jason Statham, mentre a produrre il lungometraggio è il regista Luc Besson.

9. Il suo ruolo ne Il premio è molto autobiografico. Per il suo terzo lungometraggio, Il Premio, l’attore ha dichiarato di essersi ispirato molto per i due ruoli principali a sé stesso e a suo padre. Il personaggio interpretato da Gigi Proietti ha infatti in se molti omaggi a Gassmann padre, mentre Alessandro ha riportato molto di sé e della sua esperienza nel il ruolo del figlio della celebrità.

Alessandro Gassmann età e altezza

10. Alessandro Gassmann è nato a Roma, il 24 febbraio 1965. L’attore è alto complessivamente 192 centimetri.

Fonte: IMDb

 
 

Alessandro Gassman: tra teatro e cinema

Alessandro Gassmann

Alessandro Gassman – Molti lo conoscono perché è figlio di uno dei più grandi attori italiani di tutti i tempi. Alcuni perché è spesso apparso in spot pubblicitari (Glen Grant, Lancia, Yves Saint Laurent). Altri, ma soprattutto altre, perché si è prestato per un calendario senza veli. E forse proprio l’eredità ingombrante del padre e una bellezza difficile da ignorare hanno a lungo offuscato le sue doti di attore.

Fatto sta che del suo talento e dell’abnegazione con cui negli ultimi 25 anni ha costruito un cammino artistico autonomo e degno, in pochi s’erano accorti fino a due anni fa, quando la sua prova d’attore in Caos Calmo accanto a Nanni Moretti lo ha finalmente imposto come uno dei più validi interpreti del nostro cinema.

Alessandro Gassman, biografia

Stiamo parlando di Alessandro Gassman, nato a Roma il 24 febbraio 1965 dall’unione tra Vittorio Gassman e l’attrice francese Juliette  Mayniel – che tra gli anni ’60 e i ’70 partecipò a diverse pellicole di Claude Chabrol in Francia, e in Italia lavorò con Steno e Franco Rossi tra gli altri. Si aggiudicò l’Orso d’Oro a Berlino (1960) con Storia di un disertore di Staudte.

Alessandro Gassman è alto un metro e novanta centimetri (1,92 cm).

Non sembra abbia avuto dubbi sulla strada professionale da percorrere il giovane Alessandro, se già a 17 anni dirigeva sé stesso e il padre Vittorio in Di padre in figlio (1982), film autobiografico sulla sua famiglia. Ed indubbia fin dall’inizio è anche la sua passione per il teatro: studia infatti per due anni alla Bottega Teatrale di Firenze per poi interpretare sul palcoscenico Affabulazione di Pasolini, che gli vale il Biglietto d’Oro. La sua carriera proseguirà su questi due binari, cui si aggiungerà quello televisivo.

Al cinema la prima interpretazione di peso è quella del 1987 in La Monaca di Monza di Luciano Odorisio, in cui interpreta l’aristocratico Giampaolo Osio. L’anno precedente ha preso parte al sequel de I soliti ignoti: I soliti ignoti vent’anni dopo, per la regia di Amanzio Todini (1986). Nell’‘89 è la volta di Un bambino di nome Gesù- Il mistero, film per la tv di Franco Rossi, in cui interpreta Gesù. Non si fa mancare neppure le produzioni cinematografiche internazionali, partecipando nel ’93 a Uova d’oro di Bigas Luna, coproduzione italo-franco-spagnola, e nel ’95 alla pellicola di John Irvin Un mese al lago, di ambientazione italiana. Tra ’96 e ’97 è scelto per diversi ruoli da commedia, due dei quali lo vedono recitare al fianco del fraterno amico Gianmarco Tognazzi (Facciamo Fiesta di Angelo Longoni e Lovest di Giulio Base, entrambe del ’97). Non si tratta tuttavia, fin qui, di pellicole di spessore che possano far emergere a pieno il talento e le capacità espressive di Gassman.

Alessandro Gassman e i suoi film

Una prima svolta nella carriera cinematografica dell’attore con un deciso salto di qualità arriva nello stesso 1997, con l’esordio alla regia del turco Ferzan Ozpetek, che lo vuole protagonista nel suo Il bagno turco. Qui interpreta Francesco: un giovane architetto romano, sposato ma senza figli, che per questioni ereditarie si reca in Turchia e lì trova una realtà accogliente e famigliare, riscopre quell’umanità accantonata nella vita borghese che conduceva a Roma e scopre invece per la prima volta la propria omosessualità, che qui è libero di vivere. Decide così di rischiare nei sentimenti e nella vita, mettendosi in gioco e assumendosene la piena responsabilità. Gassman appare a suo agio nell’interpretare la complessità di questo personaggio in evoluzione, che esce dal guscio protettivo da lui stesso costruito, per andare incontro a testa alta alla vita che ha scelto. L’interpretazione e il film, che resta uno dei più riusciti della produzione del regista turco, sono molto apprezzati da pubblico e critica.

Il 1998 è un anno importante nella vita privata dell’attore: sposa Sabrina Knaflitz e nasce il figlio Leo. Intanto, la sua produzione cinematografica prosegue con alterne fortune all’insegna della commedia. È diretto da Alessandro Benvenuti in I miei più cari amici (1998), di nuovo da Giulio Base per La bomba (1999) e da Ugo Fabrizio Giordani in Teste di cocco, dove ritrova Gianmarco Tognazzi. Lo vediamo poi nel 2002 in una pellicola d’impegno civile, che ricostruisce le vicende legate alla morte di Calvi: I banchieri di Dio di Giuseppe Ferrara, dove veste i panni di Francesco Pazienza. Due anni dopo, interpreta Luigi Tenco nel film tv di Joyce Buñuel Dalida, incentrato sulle vicende biografiche della cantante. Nel 2006 è diretto da Gianluca Maria Tavarelli – già regista tv di un film su Paolo Borsellino, e per il cinema di Un amore e Qui non è il paradiso – in Non prendere impegni stasera. Protagonisti, oltre a Gassman, Giorgio Tirabassi, Paola Cortellesi, Luca Zingaretti, Giuseppe Battiston in un amaro affresco della nostra società vista attraverso gli occhi di un gruppo di quarantenni romani.

L’ingresso nell’olimpo delle star del cinema italiano arriva però due anni fa, grazie a una pellicola la cui idea nasce dal romanzo di Sandro Veronesi Caos Calmo. Antonello Grimaldi la elabora e ne trae l’omonimo film, protagonista Nanni Moretti. E se quest’ultimo fa il suo, con l’abilità che gli conosciamo e lo stile inconfondibile nell’interpretare crisi esistenziali – è qui alle prese con l’elaborazione del lutto- per molti la vera rivelazione è proprio Gassman: non solo perfetta spalla, ma ottimo contrappunto alla personalità del fratello Pietro Paladini/Moretti: estroverso, bello, simpatico e di successo Carlo/Gassman, ma che in fondo cova un senso d’inferiorità nei confronti del fratello intelligente, colto e stimato. I due si scopriranno, nonostante tutto, vicini e simili, si aiuteranno a vicenda e costruiranno un nuovo rapporto. L’interpretazione gli vale  il David di Donatello come Miglior Attore non protagonista e il Nastro d’Argento. L’attore ha dichiarato di essere stato lusingato dalla possibilità di lavorare al fianco di Moretti, che stima molto, e di aver scoperto in lui una grande apertura e umanità, che ha fatto sì che tra i due si creasse  davvero un rapporto quasi fraterno.

Nel 2008 Gassman torna alla commedia con Il seme della discordia di Pappi Corsicato, che lo vede protagonista accanto a Caterina Murino: i due sono una coppia alle prese con la difficoltà ad avere figli e con un mistero da svelare. E poi ancora, l’attore non dice no a Fausto Brizzi per Ex (2009) e neppure a Neri Parenti per Natale a Beverly Hills (2009).

Quest’anno, lo ritroviamo in Basilicata coast to coast, esordio alla regia di Rocco Papaleo: commedia d’ispirazione autobiografica per l’attore e regista lucano in cui trova spazio anche una riflessione sui mali del sud, assieme alla sua appassionata riscoperta, attraverso il viaggio di un gruppo di musicisti dilettanti. In questa strampalata comitiva che attraversa la Basilicata a piedi per andare ad esibirsi in un festival locale, oltre al leader del gruppo, lo stesso Papaleo, troviamo proprio Alessandro Gassman nei panni di Rocco: partito giovane di belle speranze per tentare la fortuna a Roma nel mondo dello spettacolo, si accorge ora che il tempo passa e lui resta una celebrità solo per la sua “zietta bella” e per il paesino natale nella sperduta Lucania. Nel cast anche Max Gazzè bassista muto, Paolo Briguglia giovane con ambizioni di medico per il momento accantonate, Giovanna Mezzogiorno giornalista che cura un reportage sull’evento. Alla fine il gruppo si esibirà davanti a una sola persona, ma tutti avranno davvero capito qualcosa in più su sé stessi. Il topos del viaggio fisico/interiore è qui rinnovato brillantemente, tenendo insieme leggerezza e divertimento con temi importanti dell’esistenza e scelte di vita.

L’anno in corso ha visto inoltre Alessandro Gassman realizzare, assieme a Giancarlo Scarchilli, un documentario sul padre Vittorio a dieci anni dalla scomparsa. Il lavoro, intitolato Vittorio racconta Gassman, è stato presentato in occasione della Mostra del Cinema di Venezia. È ora nelle sale italiane La donna della mia vita: commedia, stavolta diretta da Luca Lucini e sceneggiata da Cristina Comencini, che vede Alessandro Gassman impegnato in un triangolo amoroso accanto a Luca Argentero  – nei panni del fratello col quale dovrà contendersi le attenzioni di Valentina Lodovini – e con Stefania Sandrelli nei panni della madre dei due. Lo vedremo poi il prossimo dicembre nell’ultimo lavoro di Ricky Tognazzi Il padre e lo straniero. Oltre al cinema, l’attore è apparso anche in diversi lavori televisivi. In aggiunta ai succitati Un bambino di nome Gesù e Dalida, vale la pena menzionare: La famiglia Ricordi di Mauro Bolognini (1995), Piccolo mondo antico di Cinzia Th. Torrini (2001), Le stagioni del cuore di Antonio Luigi Grimaldi (2004).

Fin qui ci siamo occupati di grande schermo e tv ma, come s’è detto in apertura, l’altra grande passione di Gassman è il teatro. È infatti salito spesso sul palco dopo la prima prova pasoliniana dell’84. Inoltre, dopo vent’anni da attore, dal 2005 si dedica anche alla regia, con una particolare attenzione al teatro contemporaneo. Ha diretto prima La forza dell’abitudine di Thomas Bernhard, che gli ha dato la possibilità di misurarsi col comico e col grottesco. Poi si è dedicato al cosiddetto “teatro sociale”, adattando La parola ai giurati di Reginald Rose del 1954. Dal testo era stato tratto il film di Sidney Lumet Twelve angry men (1957). Al centro del dramma, il difficile compito di una giuria popolare che deve decidere le sorti di un giovane ispanico accusato di parricidio. Si parte dalla certezza quasi unanime di colpevolezza e si giunge al suo opposto, facendo leva sul “ragionevole dubbio”. In questa giuria riconosciamo uno spaccato sociale, una comunità di uomini con le loro contraddizioni e limiti che prendono coscienza della natura effimera di certezze assolute e della necessità di vagliare attentamente gli elementi di giudizio. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile dell’Abbruzzo e andato in scena nelle stagioni 2007-2009, è stato accolto ottimamente da critica e pubblico, guadagnando il Biglietto d’Oro. Un altro riconoscimento è arrivato poi con la nomina alla direzione del Teatro Stabile abruzzese lo scorso anno. Sempre con questo Stabile, Gassman ha prodotto lo spettacolo che è ora in turnè nei teatri italiani: Roman e il suo Cucciolo (Cuba and his Teddy bear) di Reinaldo Povod, portato in scena in America negli anni ’80, protagonista Robert De Niro.

Se lì si poneva l’accento sul tema dell’immigrazione ispanica in Usa, qui non si fa altro che cambiare scenario per proporre una questione attualissima: siamo in Italia e l’integrazione problematica è quella rumena. È un testo crudo, duro, che non fa sconti, tradotto e adattato da Edoardo Erba. C’è la vita ai margini di un padre nevrotico, uno spacciatore, Roman appunto, che sogna per il figlio un futuro diverso. C’è il rapporto conflittuale col figlio, che vorrebbe allontanarsi da quel mondo, che si sente italiano, ma tiene questi sogni per sé e nel frattempo cade nella dipendenza dall’eroina. C’è la violenza, la rabbia, la solitudine di un’umanità sradicata. Il tutto, senza sentimentalismi. E lo spettacolo potrebbe presto diventare un film. Gassman ha infatti recentemente dichiarato di essere a lavoro, assieme allo sceneggiatore Vittorio Moroni, sull’adattamento della pièce, che intende dirigere per il grande schermo, e di volersi avvalere degli stessi attori che lo stanno accompagnando in teatro, più qualche altro personaggio che sarà selezionato in seguito.

Intanto, lo spettacolo sarà a Roma, proprio al Teatro Quirino Vittorio Gassman, dal 29 marzo al 17 aprile prossimi. In questi giorni in scena anche Immanuel Kant, sempre per la regia di Alessandro Gassman, che qui torna a Bernhard, autore già scelto cinque anni fa per il suo esordio registico teatrale. Da gennaio 2010 l’attore romano dirige il Teatro Stabile del Veneto, nel cui cartellone ha scelto di coniugare la drammaturgia contemporanea, guardando anche alla produzione veneta, e alcuni classici che, dice, vanno proposti con misura proprio per lasciare spazio alle nuove sensibilità artistiche.

 
 

Alessandro Gassman testimonial della nuova campagna Sky Cinema

Quanti non hanno mai sognato di essere il capo di una major cinematografica, con la possibilità di visitare in ogni momento i “propri” Studios e ricevere tutte le attenzioni del caso da attori, registi, comparse e maestranze? È questo il concept della nuova campagna di Sky Cinema – Dove il cinema vive, in programmazione sui canali Sky da oggi, giovedì 19 marzo, realizzata da M&C Saatchi e girata nei mitici Studios di Cinecittà.

Testimonial d’eccezione è Alessandro Gassmann: tra i volti simbolo del nostro cinema, sarà lui il Cicerone del nuovo “boss” giunto a sorpresa negli studi cinematografici e un po’ spaesato dalla loro magnificenza. Vediamo dunque Gassmann indossare gli abiti di un soldato della Prima Guerra Mondiale, mentre guida il nuovo capo tra zombie, ballerine di cabaret e attrici in abiti vittoriani, ognuno a testimonianza di numerosi generi filmici, in un luogo brulicante di grande cinema.

Quando Gassmann viene richiamato sul set, il nuovo boss si aggira da solo per gli Studios e, con la meraviglia negli occhi, vede i Ghostbusters che si ripuliscono dallo slimer di un fantasma appena catturato, passa per un set western, vede i doppiatori alle prese con i dialoghi di Shrek, ammira la realizzazione di una scena d’amore, arretra di fronte all’inquietante protagonista del film Halloween e finisce per sbaglio nell’inquadratura di Spider-Man. Ma al capo tutto viene perdonato…

Alla fine ecco Gassmann ritrovare il “boss” indossando uno smoking come gli attori alla Notte degli Oscar®, mentre gli presenta la sua nuova auto: la DeLorean di Ritorno al futuro, dove è già seduta la famiglia del boss. Perché tutto questo appartiene a loro.

Allo stesso modo ogni cliente Sky Cinema può sentirsi davvero il capo dell’offerta cinematografica di Sky, da sempre rivolta a tutta la famiglia, con tutti i generi del grande cinema: dalle attesissime prime visioni ai film d’autore, dalle collection dedicate alle saghe e agli attori più amati fino a commedie, thriller, horror, film drammatici, romantici, d’azione e per tutta la famiglia. Un’ampia offerta da vivere anche on demand e con una selezione di film disponibili anche in 4K HDR con Sky Q satellite.

Tra i prossimi titoli da non perdere spicca La favorita (domenica 29 marzo, alle 21.15 su Sky Cinema Due), che ha ottenuto il Gran premio della giuria al Festival di Venezia 2019 e che si è aggiudicato l’Oscar® per la miglior attrice a Olivia Colman, nel cast insieme a Emma Stone e Rachel Weisz. Mentre Clint Eastwood è il regista e il protagonista di Il Corriere – The Mule (venerdì 20 marzo, alle 21.15 su Premium Cinema), film tratto da una storia vera, quella dell’ultraottantenne Leo Sharp, veterano della Seconda Guerra Mondiale, che divenne il più anziano corriere della droga di sempre. Ancora, Men In Black: International (lunedì 30 marzo, alle 21.15 su Sky Cinema Uno), con Chris Hemsworth e Tessa Thompson, l’ultimo capitolo della saga nata 22 anni fa con Will Smith e Tommy Lee Jones.

Non mancano i grandi film del cinema italiano, dall’ultima commedia di Antonio AlbaneseCetto c’è senzadubbiamente (lunedì 23 marzo, alle 21.15 su Sky Cinema Uno) – a due vere sorprese dello scorso autunno cinematografico: la commedia fantastica scritta, diretta e interpretata da Alessandro Siani, Il giorno più bello del mondo (domenica 12 aprile, alle 21.15 su Sky Cinema Uno), e L’Immortale (lunedì 13 aprile, alle 21.15 su Sky Cinema Uno), uno dei maggiori successi al box office e primo film diretto e interpretato da Marco D’Amore, candidato ai David di Donatello per il racconto della storia di Ciro di Marzio, uno dei grandi protagonisti di Gomorra – La serie. Senza dimenticare anche Dolcissime (giovedì 19 marzo, alle 21.15 su Sky Cinema Uno), la delicata commedia diretta da Francesco Ghiaccio e scritta anche da Marco D’Amore, con la storia di tre ragazze derise per il loro aspetto fisico che cercano il riscatto in una gara di nuovo sincronizzato, Martin Eden (mercoledì 8 aprile, alle 21.15 su Sky Cinema Due), diretto da Pietro Marcello, con Luca Marinelli – Coppa Volpi al Festival di Venezia 2019 – nella libera trasposizione del romanzo di Jack London che ha ottenuto 11 candidature ai prossimi David di Donatello, e Mio fratello rincorre i dinosauri (lunedì 20 aprile, alle 21.15 su Sky Cinema Uno), dal romanzo di successo di Giacomo Mazzariol, una storia di formazione con Alessandro Gassmann e Isabella Ragonese.

Sempre presenti anche le collection tematiche: da Sky Cinema Spider-Man, attualmente in programmazione fino al 26 marzo con i film dedicati all’Uomo Ragno, al prossimo Sky Cinema Men In Black (dal 27 al 31 marzo) con i 4 film che compongono la saga del franchise dal successo planetario. Ad aprile sarà invece protagonista il cinema d’animazione: dall’1 al 19 aprile si accende Sky Cinema Dreamworks con il meglio delle animazioni nate nel famoso studio cinematografico. Tra i titoli proposti, solo per citarne alcuni, Shrek, Kung Fu Panda, Dragon Trainer, Z la formica, Baby Boss. Seguiranno, ad aprile, due collection dedicate a due grandi attori di Hollywood: Robert De Niro (20-24 aprile) e Sylvester Stallone (25-30 aprile) con la prima tv di Rambo – Last Blood lunedì 27 aprile.

Prossimamente su Sky Cinema anche l’ultimo capolavoro di Quentin Tarantino, C’era una volta a… Hollywood, con Leonardo DiCaprio, Brad Pitt (che ha vinto l’Oscar® come miglior attore non protagonista), Margot Robbie, Emile Hirsch e Margaret Qualley, e anche Fast & Furious – Hobbs & Shaw, con Dwayne Johnson, Jason Statham, Idris Elba, ultimo spin-off in ordine di tempo del franchise Fast & Furious.

 
 

Alessandro D’Alatri, morto il regista a 68 anni

Americano Rosso Alessandro d'alatri

Si è spento a 68 anni Alessandro D’Alatri, il regista romano che era malato da tempo. Nel 1991 aveva vinto il David di Donatello come migliore regista esordiente per Americano Rosso, ma nel corso della sua carriera ha firmato altri lavori di alto profilo come La Febbre, e fiction tv come I bastardi di Pizzofalcone, Il Commissario Ricciardi e Il Professore, oltre a videoclip musicali e tantissimi spot pubblicitari.

Nato a Roma il 24 febbraio del 1955, Alessandro D’Alatri comincia la sua carriera come attore, in una piccola parte in Il Giardino dei Finzi Contini diretto da Vittorio De Sica. Negli Anni ’80 ottiene molti riconoscimenti per la regia di spot televisivi e pubblicità. Nel 1991 esordisce alla regia con Americano Rosso, il film che gli è valso il David per il migliore esordio e poi, nel 1993, dirige Senza pelle che gareggia alla Quinzaine des Realisateurs del Festival di Cannes.

Negli anni 2000 dirige Casomai, La febbre, Commediasexi. Nel 2017 gira quello che si rivelerà il suo ultimo film, The Startup. L’ultima parte della sua carriera si è concentrata principalmente sulla serialità televisiva. Ha firmatoI bastardi di Pizzofalcone, Il Commissario Ricciardi e Il Professore.

 
 

Alessandro Cattelan: Una Semplice Domanda, il docu-show Netflix in 8 episodi

Alessandro Cattelan- Una Semplice Domanda

Un racconto innovativo e originale con una struttura atipica per il nuovo progetto Alessandro Cattelan: Una Semplice Domanda, il docu-show Netflix in 8 episodi, prodotto da Fremantle, di cui Cattelan è autore e protagonista. Le riprese sono attualmente in corso e il debutto è previsto entro la fine del 2021 in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo.

L’idea di questo nuovo show nasce in una sera d’estate da una riflessione di Alessandro Cattelan in risposta ad una domanda, solo in apparenza semplice, di  sua figlia Nina:

  • Papà, come si fa a essere felici?
  • Sai, essere felici…ero convinto di sapere qualcosa sulla felicità. Ho una bella famiglia, sono in salute, ho un bel lavoro, dovrei sapere cosa sia la felicità. E allora perché mi ha messo in crisi quella che in fin dei conti è solo Una Semplice Domanda?

Ed è proprio la ricerca della risposta a questa domanda, “come si fa ad essere felici?”, al centro di questo percorso alla scoperta degli elementi necessari per ottenere la formula perfetta per la felicità. Per realizzare il suo scopo Cattelan viaggerà, in Italia e all’estero, intervistando e condividendo esperienze uniche con personaggi in grado di aiutarlo in questa missione. Un tema diverso per ogni puntata. Interviste, esperienze e riflessioni tenute insieme da un linguaggio visivo che spazia nei generi, dal docu al filmico passando per il real, dando un carattere identificativo ai diversi approcci narrativi, con uno stile omogeneo ed unico.

 

 
 

Alessandro Borghi: 10 cose che non sai sull’attore

alessandro borghi film filmografia
SUBURRA

Tra i più acclamati attori italiani del momento vi è Alessandro Borghi, affermatosi grazie ad alcuni ruoli in film di successo, tra il mainstream e l’autorialità. Borghi ha dimostrato in pochi anni un carisma e un talento raro nell’attuale panorama cinematografico, ottenendo tanto le lodi del pubblico quanto quelle della critica, che in più occasioni ne ha riconosciuto la bravura. Con un futuro promettente e pronto a gettarsi in progetti sempre diversi e sempre nuovi, Borghi è attualmente uno dei nomi su cui puntare per il futuro del cinema italiano.

Ecco 10 cose che non sai di Alessandro Borghi.

Alessandro Borghi: i suoi film

1. Ha recitato in lungometraggi di successo. L’attore ha esordito al cinema nel 2011 con il film Cinque, per poi ottenere grande popolarità grazie al film Non essere cattivo (2015). Nello stesso anno recita nel film Suburra, con il quale continua ad acquisire notorietà, confermando poi il suo talento con i suoi ruoli nei film Il più grande sogno (2016), Dalida (2017), Fortunata (2017), The Place (2017) e Napoli velata (2017). Nel 2018 si consacra interpretando il ruolo di Stefano Cucchi nel film Sulla mia pelle. Nel 2019 è invece protagonista del kolossal Il primo re. Nel 2021 sarà protagonista al fianco di Jasmine Trinca del film Supereroi di Paolo Genovese. Nello stesso anno interpreterà Testacalda in Mondocane. Sarà anche il protagonista del film Delta.

Alessandro Borghi: da Suburra a Diavoli

2. È celebre anche per i ruoli televisivi. Nel corso della sua carriera l’attore ha preso parte ad alcuni episodi di celebri serie TV come Distretto di Polizia (2006), Don Matteo (2009), Romanzo criminale – La serie (2010), L’isola (2013), Che Dio ci aiuti (2013), Squadra mobile (2015) e Suburra – La serie (2017-in corso), distribuita su Netflix e con cui accresce la sua popolarità. Nel 2020 ha interpretato Massimo Ruggero nella serie Sky Original Diavoli, che avrà la seconda stagione nel 2022. Nello stesso hanno ha interpretato nuovamente Aureliano nella terza stagione di Suburra – La serie.

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Alessandro Borghi è su Instagram

3. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram, dove ha un profilo seguito da 582 mila persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie scattate in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non mancano inoltre immagini promozionali dei suoi progetti da interprete, ma anche video con cui condivide proprie novità con i suoi fan.

Alessandro Borghi ha una fidanzata

4. È impegnato in una relazione sentimentale. L’attore è apparso per la prima volta in pubblico con la fidanzata, la modella Irene Forti, nel settembre del 2019. I due sono particolarmente riservati circa la loro vita privata, tanto da tenerla rigorosamente al di fuori dei social network. La Forti, inoltre, non possiede account Instagram o Facebook.

Alessandro Borghi: i suoi tatuaggi

5. Ha diversi tatuaggi. Grazie al profilo Instagram dell’attore si è potuta verificare la presenza di diversi tatuaggi sul suo corpo. Vi sono infatti alcune foto dove è possibile vedere due tatuaggi sulle gambe, rispettivamente una scritta sulla destra e una sulla sinistra. L’attore ha inoltre un tatuaggio al polso, uno all’altezza delle costole e uno su entrambi i piedi.

Alessandro Borghi in Suburra

6. È entusiasta della crescita del suo personaggio. L’attore si è dichiarato particolarmente contento del personaggio di Aureliano, tra i protagonisti di Suburra – La serie, affermando che il dar vita all’accresciuta consapevolezza della sua forza è una delle sfide più belle della sua carriera.

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Alessandro Borghi in Sulla mia pelle

7. È dimagrito molto per il ruolo. Nel film Sulla mia pelle l’attore dà vita agli ultimi giorni di Stefano Cucchi. Per interpretare il ruolo, Borghi ha seguito una rigida dieta che lo ha portato a perdere 18 chili, ottenendo così l’aspetto fragile e malmesso del protagonista.

8. Ha vinto un David di Donatello. Per il suo ruolo, l’attore è stato premiato con il David di Donatello al miglior attore protagonista. Nel ritirare il premio Borghi si è detto grato di questa opportunità, convinto che il cinema possa ancora influenzare la realtà.

9. Ha ricevuto le lodi di Ilaria Cucchi. Dopo averlo visto dar vita al fratello nel film, Ilaria Cucchi ha chiamato l’attore per ringraziarlo della sua interpretazione, affermando di non sapere come abbia fatto ma di essere stato tale e quale al fratello.

Alessandro Borghi età e altezza

10. Alessandro Borghi è nato a Roma, Italia, il 19 settembre 1986. L’altezza complessiva dell’attore è di 180 centimetri.

Fonte: IMDb

 
 

Alessandro Borghi sul red carpet di Venezia 81

Alessandro Borghi
Alessandro Borghi sul red carpet di Venezia 81 - Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Alessandro Borghi è stato il protagonista del red carpet di Campo di Battaglia (qui la recensione), il nuovo film di Gianni Amelio in concorso a Venezia 81. Con lui i suoi compagni di set, Gabriel Montesi e Federica Rossellini, insieme a tanti ospiti tra cui Eva Green e Emily Ratajkowski.

 
 

Alessandro Borghi Shooting Star al Festival di Berlino 2017

Alessandro Borghi
Foto di Aurora Leone © Cinefilos.it

Sarà Alessandro Borghi l’attore che rappresenterà l’Italia alla ventesima edizione di Shooting Stars, la piattaforma per giovani attori europei organizzata ogni anno come evento speciale durante il Festival di Berlino dall’European Film Promotion – il network di tutte le società di promozione del cinema europeo – coordinato per la partecipazione italiana dall’Area Filmitalia di Istituto Luce Cinecittà. 

Alessandro Borghi Shooting Star al Festival di  Berlino 2017

L’attore selezionato per rappresentare l’Italia nel prestigioso programma dedicato ai giovani talenti europei

Shooting Stars è stato un vero e proprio trampolino di lancio internazionale per interpreti poi affermatisi globalmente, tra cui basterà ricordare Daniel Craig, Ludivine Sagnier, Rachel Weisz, Malanie Laurent.

Dai candidati nazionali che i 38 paesi membri di European Film Promotion hanno proposto, la Giuria di Shooting Stars 2017 – composta dall’attrice ed ex Shooting Star ungherese Dorka Gryllus, la casting director inglese Lucinda Syson, la produttrice portoghese Pandora da Cunha Telles (I ponti di Sarajevo), il regista svizzero Xavier Koller (Journey of Hope), e il critico cinematografico svedese Jan Lumholdt – ha selezionato la rosa finale dei 10 attori europei emergenti che parteciperanno durante la Berlinale a incontri con casting agents e stampa da tutto il mondo.

Alessandro Borghi, classe 1986, che ha stupito la Giuria di Shooting Stars per il suo “carisma sbalorditivo” (come da motivazione ufficiale), dopo diverse esperienze televisive si è imposto all’attenzione del pubblico e della critica per il suo ruolo in Non essere cattivo di Claudio Caligari, presentato a Venezia nel 2015 e in seguito candidato italiano agli Oscar, che gli ha valso una nomination come migliore attore protagonista ai David di Donatello 2016, in occasione dei quali era nominato anche come migliore attore non protagonista per il suo film successivo, Suburra di Stefano Sollima. Dopo essere tornato a Venezia nel 2016 con l’opera prima Il più grande sogno di Michele Vannucci, lo rivedremo presto in due lavori che ha da poco concluso: Fortunata di Sergio Castellitto e il suo primo ruolo in un cast internazionale in Dalida della regista francese Lisa Azuelos.

 
 

Alessandro Borghi ospite all’Olbia Film Network, l’intervista

Bagno di folla ad Olbia per Alessandro Borghi. L’attore romano ha incontrato il pubblico sardo in Piazza Dante per la serata speciale a lui dedicata dall’Olbia Film Network durante la quale ha ricevuto un Premio Speciale per la sua carriera. Sul palco con lui e il direttore artistico del Festival Matteo Pianezzi anche l’assessore Sabrina Serra che lo ha ringraziato personalmente da parte del Comune per la sua presenza e la disponibilità con il pubblico.

Prima della proiezione del film “Sulla mia pelle”, fortemente voluta da Borghi, che ritiene il film di Cremonini “un film necessario” l’attore ha affermato: “una delle magie del cinema è poter riportare in vita una persona per un’ora e quaranta, e l’empatia che crea nel pubblico. Sono sicuro che dopo aver visto il film non potrete non pensare a Stefano Cucchi come ad un vostro figlio, o fratello o amico“.

Abbiamo incontrato Borghi a tu per tu, ed ecco cosa ci ha raccontato sulla sua carriera. sul successo di Sulla Mia Pelle e su come e perché sceglie dei ruoli piuttosto che altri.

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Alessandro Borghi ospite all’Ischia Film Festival 2019

Alessandro Borghi
Foto di Aurora Leone © Cinefilos.it

Penultimo giorno dell’Ischia Film Festival 2019 all’insegna del grande cinema civile. Prima di tutto grazie alla presenza di Alessandro Borghi, David di Donatello quest’anno per Sulla mia pelle, il film che racconta la storia tragica di Stefano Cucchi e che lo stesso attore presenterà al pubblico, ritirando dalle mani di Michelangelo Messina e Boris Sollazzo, direttori artistici del festival, il prestigioso Ischia Film Award.

Claudio Giovannesi porta invece al Castello Aragonese La paranza dei bambini, tratto dal romanzo di Roberto Saviano e vincitore del premio per la migliore sceneggiatura all’ultimo Festival di Berlino. Insieme a lui proprio lo sceneggiatore Maurizio Braucci. E restando al cinema italiano, Un giorno all’improvviso è una delle più piacevoli sorprese di questa stagione cinematografica, con protagonista una magnifica Anna Foglietta.

Per il concorso internazionale, è la volta del potentissimo Angela, del regista colombiano Agamenon Quintero, storia di una ragazzina quindicenne la cui verginità viene venduta dalla famiglia a un ricco proprietario terriero nella Colombia degli anni Cinquanta.

A proposito di concorsi, tra i partner di quest’anno dell’Ischia Film Festival c’è anche Mini, il leggendario marchio automobilistico britannico, che proprio nella sera del 5 luglio presenta il cortometraggio Una tradizione di famiglia, piccolo film nato all’interno di MINI FILMLAB, il progetto di MINI sviluppato in partnership con OffiCine, (progetto culturale nato dalla collaborazione di Anteo e IED Istituto Europeo di Design), dedicato a giovani filmmaker, con la Supervisione Artistica del regista Silvio Soldini. MINI FILMLAB è il contenuto principale dell’attività MINI MOVES CINEMA che celebra, per il secondo anno consecutivo, la rinascita del legame tra il cinema e il brand britannico.

Una tradizione di famiglia racconta nei toni freschi e attuali quel mondo di emozioni e valori che costituisce l’essenza stessa di MINI.

Il film è ispirato a “60 years of now”, il sessantesimo anniversario dal lancio della piccola auto britannica, divenuta nel tempo un’icona tradizionalmente contemporanea. Diretto da Giuseppe Cardaci, Una tradizione di famiglia è la storia di due sorelle, che dopo la scomparsa prematura della madre, litigano in occasione del sessantesimo compleanno del padre, non sapendo se proseguire o abolire la tradizione di famiglia. Finiranno per aggiornarla in un modo buffo e irrituale. I tre protagonisti sono Matilde Gioli, di cui ricordiamo lo sfolgorante esordio ne Il Capitale Umano di Paolo Virzì, Ivano Marescotti ed Erica Del Bianco. L’appuntamento con Una tradizione di famiglia, che sarà introdotto dal regista e da Erica Del Bianco, è alle 21:25 alla Cattedrale dell’Assunta.

Venerdì 5 Luglio Piazzale delle Armi

  • Ore 20:45 “Parliamo di Cinema” con Alessandro Borghi
  • Ore 21:05 Sulla mia pelle di Alessio Cremonini
  • Ore 22:45 “Parliamo di Cinema” con Romano Montesarchio e Gaetano Di Vaio
  • Ore 23:05 So sempe chille di Romano Montesarchio
  • Cattedrale dell’Assunta
  • Ore 20:45 “Parliamo di Cinema” con Alvaro Vitali
  • Ore 21:05 Vivi la vita di Valerio Manisi
  • Ore 21:25 “Parliamo di Cinema” con Erica del Bianco e Giuseppe Cardaci
  • Ore 21:45 Una tradizione di famiglia di Giuseppe Cardaci
  • Ore 21:55 “Parliamo di Cinema” con Claudio Giovannesi e Maurizio Braucci
  • Ore 22:15 La paranza dei bambini di Claudio Giovannesi

Casa del Sole

  • Ore 20:45 “Parliamo di Cinema” con Vincenzo Caiazzo
  • Ore 20:55 Il diario di Carmela di Vincenzo Caiazzo
  • Ore 22:25 “Parliamo di Cinema” con Farhat Qazi
  • Ore 22:35 Allahu Akbar di Farhat Qazi e Farhan Alam

Carcere Borbonico

  • Ore 20:45 “Parliamo di Cinema” con Ciro D’Emilio e Fabio De Caro
  • Ore 21:00 Un giorno all’improvviso di Ciro D’Emilio
  • Ore 22:25 “Parliamo di Cinema” con Alessandro Soetje e Daniel Kihlgren
  • Ore 22:45 La nostra pietra di Alessandro Soetje

Terrazza degli Ulivi

  • Ore 21:00 “Parliamo di Cinema” con Agamenon Quintero
  • Ore 21:15 Ángela di Agamenon Quintero
  • Ore 22:50 El cuarto reino di Alex Lora Cercos e Adán Aliaga
 
 

Alessandro Borghi nella prima foto del nuovo film di Matteo Rovere, Il Primo Re

Alessandro Borghi
Foto di Aurora Leone © Cinefilos.it

In occasione del Festival di Berlino 2018, è stata presentata la prima immagine de Il Primo Re, il nuovo film di Matteo Rovere (Veloce come il vento) che vede protagonista Alessandro Borghi.

Di seguito la prima trama de Il Primo Re: Due fratelli, soli, nell’uno la forza dell’altro, in un mondo antico e ostile sfideranno il volere implacabile degli Dei. Dal loro sangue nascerà una città, Roma, il più grande impero che la Storia ricordi. Un legame fortissimo, destinato a diventare leggenda.

Dopo il successo con Non essere cattivo, Alessandro Borghi ha continuato a lavorare in prodotti accolti con calore da pubblico e critica, come Suburra, film di Stefano Sollima, per poi tornare al titolo e al personaggio nell’omonima serie tv prodotta da Netflix e per la quale si aspetta una seconda stagione. Di recente lo abbiamo visto in un piccolo ruolo in The Place di Paolo Genovese e al fianco di Giovanna Mezzogiorno in Napoli Velata di Ferzan Ozpetek.

 
 

Alessandro Borghi e Francesco Carrozzini presentato The hanging sun

Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Il film uscirà nelle sale in esclusiva il 12, 13 e 14 settembre. Sarà poi disponibile in streaming su SkyNowtvThe hanging sun è il primo film Sky original. Spiega il produttore Nils Hartmann: ”Si tratta di un’opera ambiziosa e diversa. Dopo The Young pope e ZeroZeroZero ci sono state da parte di Sky l’ambizione e la fiducia necessarie per dare un porto sicuro ai talenti. Ecco cosa accomuna tutti questi progetti, la volontà di dare sostegno nei confronti della fragilità del processo creativo. Ciò porta a realizzare belle serie e bei film, che possano piacere alla sala e anche a nostri abbonati.

Un cast internazionale

The hanging sun segue le vicende di un criminale in cerca di redenzione. John (Alessandro Borghi), per sfuggire al padre e al fratello malavitosi, si nasconde in un villaggio nell’estremo nord della Norvegia. Nella gelidità totale del luogo e dei personaggi, John viene accolto da Caleb, un ragazzino curioso e ospitale, e dalla madre Lea (Jessica Brown Findlay), una donna vittima di violenza che ha da poco perso il marito in mare. JohnLea e Caleb si scoprono anime affini e cercano, coi propri mezzi, di farsi giustizia da soli.
Il protagonista è interpretato dal volto italiano Alessandro Borghi, personalità calorosa ed entusiasta di interpretare personaggi meschini e tenebrosi. Ancora una volta dopo DiavoliBorghi partecipa ad una produzione internazionale. L’attore è entusiasta: ”Prima ancora di accettare una richiesta dall’estero bisogna riceverla e sono grato di averne avuta più di una. Si esce dalla propria zona di comfort, ci si confronta con altri attori e produzioni, si entra in un mondo e ci si scontra con un altro modo di lavorare.” Per quanto riguarda il recitare in inglese, l’attore aggiunge: ”È provato che quando noi parliamo in un’altra lingua, cambiamo alcuni tratti del nostro carattere. E questo vale anche per i personaggi: recitando in un’altra lingua, ci si libera dalla rigidità della forma e da una piccola dose di giudizio.

Ad affiancare Borghi, in The hanging sun c’è Jessica Brown Findlay, un’attrice britannica che pure ha già partecipato a serie importanti come Downtonw Abbey Black Mirror. Anche Findlay è grata di essere stata scelta per un film internazionale e ha accettato con entusiasmo di lavorare ad un’opera prima: ”Non serve sempre avere  una serie di evidenze sui lavori del passato di un regista per prendere parte ad un progetto. Credo che parte del nostro lavoro sia anche quello fidarsi del regista. Quando parli con artista ti confronti con un’idea consolidata, ne cogli la forza e, se ne hai l’opportunità, è giusto buttarsi in un progetto, devi farlo in quanto attore.”

The hanging sun è un gioco di chiaro-scuri

Francesco Carrozzini  è infatti un regista esordiente. Dopo gli studi di regia alla UCLA di Los Angeles, ha lavorato per anni come fotografo, immortalando importanti icone del cinema (da Angelina Jolie Robert De Niro, da Cate Blanchett a Scarlett Johansson). Sicuramente, le conoscenze apprese nella carriera da fotografo hanno guidato Carrozzini. Tuttavia, il regista ci tiene a precisare che il suo passato è stato un aiuto, più che un binario da seguire ciecamente. ”Cronenberg è un regista che ammiro moltissimo, fin dall’inizio. Ho sempre guardato tantissimo cinema, la fotografia per me è stato un mezzo per arrivare a fare cinema. Nel mio lavoro c’è sicuramente tanto Polanski e Antonioni, che considero due grandi maestri.”

Carrozzini ha realizzato un film noir particolarissimo, ambientato in luoghi dove la luce non scende mai sotto l’orizzonte. ”Per il lavoro con le luci e le ombre, l’idea era quella di fare un noir in cui la luce del sole fosse costante. La cosa era difficile perché il noir nasce nel buio. Ringrazio anche il direttore della fotografia di Nicolai Brüel: mi ha aiutato a mettere in scena l’idea di illuminare con pochissimo, usando poche luci movibili facilmente e illuminando sempre da fuori.”

Giochi di luci e ombre, nell’ambiente come negli animi dei personaggi sono i tratti essenziali di The hanging sun, un un noir tenebroso in cui un cast italo-britannico si muove nel sole, pallido e perenne, dell’estremo nord.

Alessandra Mastronardi: 10 cose che non sai sull’attrice

Alessandra Mastronardi 2019
Foto di Luigi De Pompeis

Attrice italiana richiesta anche all’estero, Alessandra Mastronardi ha saputo farsi conoscere grazie ad alcuni ruoli televisivi, per poi approdare con successo al cinema. Qui ha avuto modo di collaborare con importanti attori e autori, costruendo una solida carriera con cui ha messo alla prova la propria versatilità. Negli anni ha così elevato il proprio status, ottenendo importanti riconoscimenti da parte di critica e pubblico. Ecco 10 cose che non sai di Alessandra Mastronardi.

2Parte delle cose che non sai sull’attrice

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6. Sul set di una serie ha incontrato il nuovo amore. Durante le riprese di Titanic – Nascita di una leggenda, la Mastronardi conosce invece l’attore irlandese Liam McMahon, con il quale dà vita ad una nuova storia d’amore, trasferendosi a vivere a Londra, dove egli risiede. I due attori hanno in seguito interrotto la relazione senza fornire motivi ufficiali.

Alessandra Mastronardi in I Cesaroni

7. È particolarmente grata alla serie. L’attrice ha dichiarato di avere un particolare rispetto per la serie I Cesaroni, poiché recitando in questa ha capito di voler trasformare la passione per la recitazione in un vero e proprio mestiere. Interpretare il personaggio di Eva è stato per la Mastronardi un privilegiato punto di partenza della sua carriera.

Alessandra Mastronardi in Master of None

8. Non sapeva chi fosse l’ideatore della serie. La serie Netflix Master of None è stata ideata e interpretata dall’attore Aziz Ansari. Alla Mastronardi fu suggerito dal suo agente di presentarsi per il ruolo di Francesca, presente nella seconda stagione. Al momento dell’incontro Ansari, l’attrice ha rivelato di non sapere chi egli fosse, ma ciò non le ha impedito di risultare idonea e ottenere la parte.

Alessandra Mastronardi in I Medici

9. Ha interpretato un ruolo chiave. Nella serie I Medici, l’attrice interpreta il ruolo di Lucrezia Donati. Non conoscendo a pieno tale figura storica, la Mastronardi ha dichiarato di essersi preparata attraverso approfondite ricerche, scoprendo una donna di grande forza, dignità e conoscenza del potere politico. Elementi che ha poi riportato nella propria interpretazione.

Alessandra Mastronardi: età e altezza

10. Alessandra Mastronardi è nata a Napoli, in Campania, Italia, il 18 febbraio 1986. L’attrice è alta complessivamente 159 centimetri.

Fonte: IMDb

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Alessandra Mastronardi e Ben Kingsley in Life di Anton Corbijn

Alessandra Mastronardi reciterà al fianco di Sir. Ben Kingsley nel film Life del regista Anton Corbijn. Ad annunciarlo è The  Hollywood Reporter che rivela anche che i due si uniranno ai già confermati Dane DeHaan e Robert Pattinson che interpreteranno rispettivamente James Dean (DeHaan)  e il fotoreporter Dennis (Pattinson).

Vi ricordiamo che Alessandra Mastronardi  si è fatta notare ad Hollywood per il ruolo nel film di Woody AllenTo Rome with Love.

Le riprese di Life si svolgeranno a Toronto e si baseranno su una sceneggiatura scritta da Luke Davie. A produrre la pellicola saranno i produttori Iain Canning , Christina Piovesan ed Emile Sherman.

 Anton Corbijn è  è un fotografo e regista olandese. Nella sua carriera ha fotografato prevalentemente personaggi del mondo dello spettacolo per numerose riviste (tra cui Vogue, Rolling Stone, Details, Harper’s Bazaar, ELLE, Glamour e Max). Celebri i suoi ritratti di musicisti e attori (Joy Division, Tom Waits, Depeche Mode, U2, REM, John Lee Hooker, Bryan Ferry, Rolling Stones, Nick Cave, ecc.). In tal periodo inizia a girare come regista i suoi primi videoclip (a tutt’oggi oltre 60) per gli artisti più disparati (Coldplay, Depeche Mode, New Order, Nirvana, Red Hot Chili Peppers, Joni Mitchell, Front 242, Henry Rollins, Metallica, Naomi Campbell, U2, Nick Cave). Arriva al successo con il suo film Control nel 2007, opera prima, mentre nel 2010 dirige George Clooney in The American, girato in Italia.

 
 

Aleksandra, il film di Aleksandr Sokurov

Aleksandra film

Aleksandra è il film del 2007 diretto da Aleksandr Sokurov e con protagonisti Galina Vishnevskaija, Vasili Shevtsov, Raisa Gichaeva, Andreij Bogdanov, Aleksandr Kladko, Alekseij Nejmijshev.

La trama del film Aleksandra: In un accampamento di soldati russi, nella Cecenia dei nostri giorni, un’anziana donna, Aleksandra Nikolaevna, arriva a far visita a suo nipote Denis, ufficiale dell’esercito. Trascorre con lui qualche giorno. Quanto basta a farle scoprire un mondo a lei sconosciuto, fatto di uomini soli, senza calore né conforto. A pochi chilometri di distanza, al fronte, si combatte ogni giorno tra la vita e la morte. Eppure le donne del luogo non hanno perduto il loro antico senso di ospitalità. E i soldati, tutti i soldati, sono soltanto ragazzi impauriti.. La protagonista del film è la cantante Galina Vishnevskaya, vedova del grande violoncellista Rostropovich su cui Sokurov ha girato quasi contemporaneamente una delle sue elegie documentarie.

Aleksandra, l’analisi

“La guerra inizia dove finisce la ragione”, recita la frase di lancio di Aleksandra, film del 2007 diretto da Aleksandr Sokurov (già autore di Madre e Figlio, Moloch, Arca Russa, per citare solo alcuni dei suoi lavori più recenti), e uscito da noi quest’anno in pochissime sale solo a merito della Movimento film.

Sokurov non ci mostra mai direttamente la guerra nella sua ultima opera (salvo, forse, per quei fuochi che Aleksandra vede nottetempo in lontananza), semmai ci mostra i suoi effetti: la fine della ragione, appunto, le case lacerate dalle bombe a Gronzyj, la durezza degli uomini costretti ad essere macchine per uccidere che non possono dar voce ai propri sentimenti o a quanto ancora posseggono di umano, e in ultimo la ricerca innocente, semplice (e perciò tanto più assurda e stridente con l’orrore della guerra) di contatti umani da parte della protagonista, donna anziana dall’incendere lento e pesante in un microcosmo di giovani uomini veloci e costretti alla più assoluta efficienza.

Fin dalle primissime inquadrature di Aleksandra in cui esce da una camionetta per incontrare gli uomini che la scorteranno all’accampamento, Aleksandra Nikolaevna (il cui nome riecheggia forse non a caso quello completo del regista: Aleksandr Nikolaevič) è una outsider. Ancora sul veicolo la vediamo di spalle, in decadrage, ovvero spostata rispetto all’asse centrale dell’inquadratura (e già basterebbe questo a connotare un primo “spiazzamento”), mentre si guarda attorno.

Aleksandra scende dalla camionetta, la macchina da presa panoramica lentamente e quasi impercettibilmente da destra a sinistra, catturando lo sguardo corrucciato della donna (bravissima e intensa la Vishnevskaija, moglie del noto violoncellista Rostropovich) la cui presenza appare, già da questo incipit, scollata dall’ambiente circostante: un paesaggio rurale scosso dal vento, con due giovani che chiacchierano tra loro.

Ma Aleksandra è fuori luogo per un motivo più profondo: a spingere la donna all’accampamento è semplicemente l’affetto familiare (uno dei temi centrali nella filmografia di Sokurov: Madre e figlio, Padre e figlio), il desiderio di rivedere Denis, laddove gli uomini dell’accampamento sono lì per compiere il loro dovere di soldati: distruggere.

Forse chiunque, in ogni guerra diventa uno straniero e un estraneo, non comprensibile, non raggiungibile, un diverso col quale la comunicazione è difficile o impossibile, come per il giovane ceceno che si rifiuta di vendere le sigarette alla russa Aleksandra. Un estraneo è un nemico, anche, da privare della vita senza rimorso né sentimenti e in modo semplice, meccanico. Del resto basta schiacciare il grilletto, come Aleksandra comprende maneggiando un fucile scarico insieme a Denis che con incredibile (e paradossale in quel contesto) dolcezza di nipote le mostra le armi e i veicoli in una sequenza che quasi urta, proprio per lo stridore che si crea tra la curiosità innocente della vecchina, la tenerezza del giovane ufficiale nei confronti di lei (la prende in braccio) e gli strumenti di morte che li attorniano.

Eppure Aleksandra, grazie al suo essere decisamente “fuori luogo”, è capace di piccoli atti di dolcezza che sembrerebbero impossibili in quel contesto, come quando offre un po’ di torta a delle giovanissime sentinelle (una sequenza bellissima, dal sapore crepuscolare –“le buone cose di pessimo gusto”- esaltata dai toni rosacei della fotografia di Aleksandr Burov, che scopre un bergmaniano cielo chiazzato di nubi), e soprattutto quando parla con un’altra outsider, dell’etnia nemica: un’anziana cecena, ex insegnante di nome Malika.

La stessa Malika, che offre un tè ad Aleksandra, non riesce a capacitarsi di come i giovani siano stati cambiati dalla crudeltà della guerra. “I buoni son diventati cattivi, non solo le case sono state distrutte, la vita è stata messa sottosopra, i santi diventano diavoli”, dice la cecena alla russa. Ecco perché non ci sono scene di battaglia nel film: la battaglia è interiore, la guerra è dappertutto, fatalmente instillata nell’animo umano sconvolto, lacerato come le case di Gronzyj, una lacerazione di cui sembrano partecipare anche alcune inquadrature del film, realizzate con lenti distorcenti che alterano (sembra stiano per “strappare”, quasi) lo spazio davanti alla macchina da presa.

Eppure, qualcosa di buono rimane:  il tentativo laborioso di intrecciare dei legami a dispetto di tutto attraverso piccoli gesti (la treccia che Denis fa ad Aleksandra, l’abbraccio della russa e della cecena, la già ricordata offerta della torta alle sentinelle, il consiglio che l’anziana russa dà a un giovane ceceno: pregare Dio perché conceda la saggezza e la consapevolezza che la forza non sta nelle armi). Piccoli gesti che davanti alla macchina da presa sembrano (o sono) eccezionali in mezzo all’orrore, un po’ come i raggi di sole che illuminavano il volto del figlio piangente per la perdita della madre in Madre e figlio.

A differenza di certi suoi lavori precedenti, qui, Sokurov, sperimenta forse meno a livello tecnico (mi riferisco, ad esempio alle inquadrature distorte e private di profondità in Madre e figlio o al piano sequenza ininterrotto della durata di un’ora e mezza nell’Hermitage di San Pietroburgo per Arca Russa), ma ciò non toglie che questo, con la sua intensità poetica, sia uno dei suoi lavori migliori, che ha ricevuto, fra l’altro, il premio Robert Bresson alla Mostra del Cinema di Venezia.

 

 
 

Aleksandr Sokurov: la carriera del regista

In occasione della trentesima edizione degli  European Film Awards (EFAs)  e a riconoscimento del suo eccezionale contributo al mondo del cinema, è con grande piacere che  la European Film Academy confereisce ad  Aleksandr Sokurov il PREMIO ALLA CARRIERA per il suo straordinario lavoro  di regista, drammaturgo e direttore della fotografia.

Dopo la laurea in Storia, Aleksandr Sokurov inizia  a realizzare diversi film e documentari televisivi e studia alla VGIK la prestigiosa scuola di cinema dell’ex Unione Sovietica . Tutti i film diretti da Sokurov durante il periodo sovietico sono stati banditi in URSS. Uno dei suoi primi lungometraggi MOURNFUL UNCONCERN, viene presentato in concorso alla Berlinale nel 1987,e nello stesso anno  LA VOCE SOLITARIA DELL’UOMO, il suo film d’esordio del  1978 proibito in URSS, vince  il Pardo di Bronzo a Locarno il premio FIPRESCI all’ IFF di Mosca. Quando si tenne la primissima edizione degli European Film Award nell’allora Berlino Ovest venne nominato con I GIORNI DELL?ECLISSE nella categoria  “Miglio Film Giovane”. Un’altra nomination attiva nel  2001 con ELEGIA DI UN VIAGGIO, questa volta nella categoria “Documentario Europeo”.

La sua epica MADRE E FIGLIO viene presentata in anteprima nel 1997 all’IFF di Mosca e riceve diversi riconoscimenti tra cui il prestigioso Premio Tertio Millennio patrocinato dal Vaticano. Il film è seguito da PADRE E FIGLIO, seconda parte di una trilogia ancora incompiuta, che vince il premio FIPRESCI a  Cannes nel 2003.

Anche la tetralogia di Aleksandr Sokurov sugli effetti del potere  riceve riconoscimenti internazionali: il primo film, MOLOCH, su Hitler, è in concorso a Cannes 1999, dove viene premiato per la Miglior Sceneggiatura e viiene inoltre nominato agli EFA. Il secondo, TAURUS, su Lenin, di cui Sokurov è anche direttore della fotografia, di nuovo è in anteprima a Cannes nel  2001, e in Russia riceve i NIKA Awards come Miglior Film, Miglior Regista e Miglior Direttore della Fotografia. Il terzo, IL SOLE  (2005), sull’Imperatore giapponese  Hirohito – ancora con  Sokurov come direttore della fotografia, è in concorso a Berlinopremiato in Russia con il NIKA Award per lòa Miglior Sceneggiatura. Infine, il film  FAUST riceve il Leone d’Oro a Venezia nel  2011, il premio della Giuria Ecumenica e il lNIKA come Miglior Film.

Aleksandr Sokurov

Ha egualmente sbalordito cinefili e critici con il suo film in concorso a Cennes nel  2002, ARCA RUSSA, girato in un unico piano sequenza. Il film è stato nominato agli EFA e ha vinto il  NIKA per la produzione e i costumi. Sokurov ha inoltre ricevuto il Premio Robert Bresson a Venezia e il Premio Vittorio De Sica.

Nel frattempo ha continuato a realizzare documentari in Russia, in cui uno dei temi ricorrenti è il mondo militare dell’ex Unione Sovietica. Dal 2011 al 2016 è stato docente di cinema alla Kabardino-Balkarian State University nel Caucaso del nord dove ha aperto un laboratorio per i giovani filmmaker della regione. Per diversi anni lcon la sua fondazione “Example of Intonation” ha scoperto giovani talenti, raccolto fondi e lanciato film di nuovi registi. In quanto rispettato personaggio pubblico ha inoltre fondato un “Gruppo Sokurov per la tutela della Cultura e dell’immagine Storica delle Città Russe”.

Nel 2015, ha presentato in concorso al Festival di Venezia FRANCOFONIA, il suo film dedicato al Louvre durante l’occupazione nazista, premiato con il Fedeora Award e il Premio.

In quanto scrittore e regista Aleksandr Sokurov continua ad essere una voce importante e di grande ispirazione per il cinema Russo ed Europeo, non solo da un punto di vista artistico ma anche per il suo coraggioso impegno a favore della libertà di parola, di espressione artistica e dei valori umani.

Saokurov sarà tra gli ospiti d’onore della 30ma Cerimonia degli European Film Awards il 9 Dicembre a Berlino – in streaming live all’indirizzo www.europeanfilmawards.eu