Guarda il primo trailer originale
del film prodotto da Terrence
Malick, The Better Angels
diretto da A.J. Edwards. Il primo teaser trailer
arriva da SlashFilm. Protagonisti del
film un cast d’eccezione composto da Jason
Clarke (Zero Dark Thirty), Diane
Kruger (Bastardi senza Gloria), Brit
Marling(Another Earth) e Wes
Bentley (American Beauty).
The Better
Angels è stato presentato anche al Berlinale
2014. pellicola sarà incentrata sugli anni formativi di
Lincoln, la tragedia che pose fine alla sua vita, e sulle donne che
lo hanno guidato nella sua vita. La interpreterà Sarah Lincoln, che
divenne la matrigna di Lincoln quando lui aveva 10 anni. Il film
verrà girato in bianco e nero. Le riprese cominceranno questo
autunno.
Dopo il grande successo
della scorsa stagione degli Anime si ritorna al cinema con la
maratona di Ghost in The Shell Night
grazie a Nexo Digital e Dynit. Ritorna al cinema dunque l’anime
cyberpunk per eccellenza come non lo avete mai visto e
sentito prima. La proiezione è all’interno del fitto programma di
Anime al cinema.
Solo per due giorni, martedì
11 e mercoledì 12 marzo, Ghost in the Shell 2.0 -l’anime capolavoro
di Mamoru Oshii tratto dai manga di Masamune Shirow, guru
del fumetto cyberpunk- arriverà infatti nelle sale nella
sua versione 2.0, quella cioè ri-editata dal regista
stesso in formato HD e proposta con un nuovo doppiaggio
impreziosito da un audio multicanale. La Maratona
dell’11 e 12 marzo comprenderà, oltre a Ghost in the Shell
2.0, anche il sequel del film, Ghost in the Shell
Innocence, che nell’anno dell’uscita partecipò al Festival
di Cannes (si trattava del sesto film d’animazione nella storia
del festival ad essere presentato in concorso). Un unico biglietto
per una notte mozzafiato: la Ghost in the Shell Night, la maratona
che farà immergere gli spettatori nel cuore di una saga che ha
fatto la storia degli anime.
Qualche settimana
dopo, mercoledì 2 aprile, sarà il turno di Ghost in The
Shell Arise(parte prima e seconda), la rivisitazione di Ghost
in the Shell con un nuovo design dei personaggi e Kazuchika Kise
alla direzione. Il 15 e il 16 aprile arriverà invece in
sala Space Battlership Yamato, il film live
action realizzato dai creatori di Capitan
Harlock e ambientato nel 2199, quando i terrestri si
trovano a scontrarsi con una misteriosa razza aliena. La stagione
si chiuderà con un titolo commuovente e delicatissimo, Il
Giardino delle Parole, dell’animatore e regista giapponese
Makoto Shinkai.
Tutti i dettagli sulla
programmazione e l’elenco delle sale che aderiscono all’iniziativa
saranno a breve disponibili su www.nexodigital.it
La Maratona di Ghost in the Shell
| 11 e 12 marzo
L’appuntamento di 2 giorni marzo
vedrà la proiezione su grande schermo della versione 2.0
del film (ri-editata dal regista stesso in formato HD nel
2008 e riproposta con un nuovo doppiaggio impreziosito da un audio
multicanale) e del sequel Ghost in the Shell
Innocenceche nel 2004 partecipò al Festival di Cannes.
Ghost in the Shell è il
film d’animazione che ha conquistato e ispirato registi come James
Cameron (Titanic, Avatar) e i Fratelli Wachowski (Matrix, V per
Vendetta). Un tour de forcevisuale, uno spettacolo
accecante raccontato sulla colonna sonora di Kenji Kawai, uno dei
più originali e riconoscibili compositori giapponesi contemporanei.
Vincitore del “Best Animation Film Award” al 1° Animation Kobe
(1996), sempre nel 1996 Ghost in the Shell si è aggiudicato anche
il premio dello Yokohama Film Festival per la miglior
sceneggiatura. Le vicende narrate sono ambientate a Tokyo nel 2029.
Le reti telematiche controllano tutti i meccanismi economici e di
produzione e i creatori di software sono professionisti
indispensabili per le grandi potenze mondiali. Gli Hacker
informatici rappresentano quindi una risorsa fondamentale per le
grandi organizzazioni criminali, adattatesi alla rivoluzione
digitale che ha invaso il mondo. I cyborg sono stati infatti in
grado di infrangere i limiti degli esseri umani e si sono imposti,
grazie ai loro impianti bionici, in ogni settore della vita
quotidiana, superiori ai semplici androidi perché mantengono ancora
l’essenza (il ghost) della razza umana…
Ghosy in the Shell
Innocence è invece ambientato nel 2032. In un mondo in cui
gli esseri umani convivono insieme a replicanti, cyborg e robot,
Batou, detective della Sezione 9, indaga su un caso inquietante e
all’apparenza inspiegabile. Un androide creato per appagare il
desiderio sessuale, ha massacrato il suo proprietario prima di
autodistruggersi. Quella che parte come un’intricata indagine
di polizia si rivelerà un viaggio alla scoperta dei segreti più
reconditi dell’anima, in una realtà dove gli esseri viventi hanno
ormai perso ogni traccia della loro umanità…
L’attesa per The
Lego Movie si fa sempre più estenuante, e le
recensioni positive che arrivano da Oltreoceano alimentano le
aspettative. Adesso, mentre aspettiamo ancora qualche giorno per
vedere il film al cinema, possiamo passare un po’ di tempo insieme
a Emmet e ai suoi compagni con i bellissimi giochi del film.
La
storia originale d The Lego
Movie, film animazione computerizzata 3D segue la
storia di Emmet, un ordinario omino lego che è per errore
identificata come la persona più straordinaria del mondo e quindi
come la chiave per salvare il mondo. Così viene trascinato da una
stranissimo gruppo di persone in un’avventura epica per fermare un
malvagio tiranno. Ovviamente Emmet è incredibilmente impreparato ad
affrontare questa grande avventura!
Nel cast vocale di The
Lego Movie troviamo Chris
Pratt che sarà il protagonista
Emmet, Will Ferrell sarà un primo
avversario President Business, Liam
Neeson sarà invece il prepotente scagnozzo del
presidente, Morgan Freeman sarà
Vitruvius, un vecchio mistico, Elizabeth
Banks sarà Lucy, love interest di Emmet che scambierà
per il salvatore del mondo, Will
Arnett sarà Batman (!) una figurina Lego con la quale
Lucy ha avuto una storia, Nick
Offerman sarà un personaggio ossessionato dalla
vendetta contro President Business, mentre Alison Brie sarà un
dolce e amabile membro del gruppo con poteri segreti.
A dirigere il film ci
sono Phil Lord & Christopher
Miller (21 Jump
Street e Piovono
Polpette) che hanno scritto anche la sceneggiatura da
una storia di Dan Hageman & Kevin
Hageman che si sono basati sui famosi mattoncini.
Nella storia sono state coinvolte alcune delle figurine lego più
popolari in modo tale da invogliare tutti coloro che hanno giocato
con i Lego ad andare a vedere il film al cinema in un 3D che pare
sia davvero unico.
Il nuovo atteso film
scritto e diretto da Woody Allen, candidato a 3
premi Oscar® arriva in edizioni Blu-ray e DVD dal 26 marzo grazie a Warner Bros.
Entertainment Italia. Il film vanta la straordinaria e
raffinata interpretazione della vincitrice dell’Oscar®
Cate Blanchett, nel ruolo di Jasmine, impeccabile donna newyorkese
che improvvisamente vede crollare tutta la sua vita, compreso il
matrimonio. Depressa e priva di speranze, la protagonista decide di
trasferirsi a San Francisco dalla sorella Ginger. Lo humor di Allen
lascia così spazio alla crisi di una donna psicologicamente
instabile, incapace di prendersi cura di sé e talmente tanto sola
che l’unico interlocutore che le rimane è sé stessa.
Sia il DVD che il
Blu-ray sono arricchiti da due imperdibili Contenuti Speciali:
“Note da Il Tappeto Rosso” e la “Conferenza Stampa con il Cast del
film”.
Inoltre, in entrambi i
formati è disponibile la Copia Digitale del film, che permette di
scaricare legalmente la pellicola e riprodurla sui propri
dispositivi portatili. Miglior Attrice Protagonista (Cate
Blanchett), Miglior Attrice Non Protagonista (Sally Hawkins)
Miglior Sceneggiatura Originale
SINOSSI Intenso,
romantico e ipnotizzante, l’ultimo capolavoro scritto e diretto da
Woody Allen ruota attorno al personaggio di Jasmine (Cate
Blanchett), una newyorkese mondana il cui equilibrio emotivo è in
bilico tra un passato problematico sulla east coast e un nuovo
inizio a San Francisco. Trasferitasi nel modesto appartamento di
sua sorella, Jasmine rimbalza tra la tumultuosa accettazione dei
suoi nuovi limiti e il sogno di recuperare il glamour della sua
vita passata. Un cast eccezionale per un intimo ritratto della
battaglia fra la fantasia e la realtà che infuria in ciascuno di
noi.
CONTENUTI SPECIALI
Le edizioni DVD e
Blu-ray di Blue Jasmine includono i
seguenti contenuti speciali:
Note da Il Tappeto Rosso
Il Cast di Blue Jasmine: Conferenza Stampa
INFORMAZIONI SUL PRODOTTOBLU-RAYTM
TITOLO
Blue Jasmine
REGISTA
Woody Allen
CAST
Cate Blanchett, Alec Baldwin, Louis C.K. ,
Bobby Cannavale, Andrew Dice Clay, Sally Hawkins, Peter Sarsgaard,
Michael Stuhlbarg
GENERE
Commedia
DURATA
98 minuti circa
FILM
Video: 1080p 16×9
Audio: Dolby Digital Italiano 5.1, Spagnolo 5.1. DTS-HD
Master Audio Inglese 5.1. Sottotitoli: Spagnolo Non
udenti: Inglese e italiano
EXTRA
COPIA DIGITALE
INFORMAZIONI SUL PRODOTTO
DVD
TITOLO
Blue Jasmine
REGISTA
Woody Allen
CAST
Cate Blanchett, Alec Baldwin, Louis C.K. ,
Bobby Cannavale, Andrew Dice Clay, Sally Hawkins, Peter Sarsgaard,
Michael Stuhlbarg
GENERE
Commedia
DURATA
94 minuti circa
FILM
Video: 576i 16×9 5
Audio: Dolby Digital Italiano 5.1, Spagnolo 5.1, Inglese
5.1.
Sottotitoli: Spagnolo Non udenti: Inglese e
italiano
Uscirà il 20 Marzo 2014
il film, Il ricatto
di Eugenio Mira con Elijah
Wood e John Cusack. Prodotto
dai produttori di Buried – Sepolto.
Sinossi
Tom Selznick è un giovane e
talentuoso pianista ritiratosi dalle scene da anni a causa di un
attacco di fobia da palcoscenico. Nel momento in cui si appresta a
dare il via al concerto che segnerà il suo attesissimo ritorno
sulla scena, Tom trova scritto sul suo spartito il messaggio
“Sbaglia una nota e morirai”.
Seduto al pianoforte, il giovane
pianista è così costretto a suonare un brano difficilissimo e, allo
stesso tempo, a cercare di smascherare il cecchino che gli parla
attraverso l’auricolare.
Alta tensione orchestrata
dal regista di Agnosia in un diretto omaggio a maestri come
Spielberg, Zemeckis, De Palma e, soprattutto, al classico di
Hitchcock L’uomo che sapeva troppo.
Arriva al cinema distribuito da FilmMauro, Sotto una
buona stella, il nuovo film da regista di Carlo
Verdone.
In Sotto una buona
stella Federico Picchioni (Carlo Verdone) è un uomo
agiato, che vive in un elegante appartamento con una donna più
giovane, Gemma (Eleonora Sergio), quando all’improvviso si
ritrova senza lavoro e a badare per la prima volta ai suoi due
figli, Lia (Tea Falco) una giovane poetessa con una figlia
di tre anni, e Niccolò (Lorenzo Richelmy), un aspirante
cantante. Come se non bastasse, dopo poco, Gemma lo lascia perché
in perenne disaccordo con i figli e anche la colf se ne va. Quando
tutto sembra andare a rotoli, arriva Luisa (Paola
Cortellesi), la nuova vicina di casa, una tagliatrice di
testa con i sensi di colpa, ripudiata dalla sua famiglia.
Apparentemente opposti, i due si aiuteranno a vicenda in questo
difficile periodo della loro vita, essendo l’uno per l’altra una
buona stella.
Verdone torna a raccontare
gli attuali problemi socio-economici attraverso le disavventure di
una famiglia comune. Affrontando temi come la frode fiscale, i
licenziamenti, le scarse possibilità di lavoro gratificante per i
giovani e anche per gli adulti che devono ricominciare da capo,
Verdone cerca di mostrare le debolezze e i difetti del nostro
Paese, percorrendo una strada in discesa; i dolorosi argomenti sono
solo degli spunti per collocare socialmente i diversi personaggi e
motivare alcuni sviluppi narrativi, niente di più. Infatti,
Verdone e gli altri sceneggiatori, Pasquale Plastino,
Gabriele Pignotta e Maruska Albertazzi, preferiscono
focalizzarsi sugli effetti che quei problemi hanno sulle dinamiche
psicologiche ed emotive della famiglia Picchioni e del rapporto tra
Federico e Luisa, mostrandocene spesso il lato ironico. La risata è
sempre dietro l’angolo, anche se sono pochi i momenti davvero
esilaranti, quasi tutti legati al personaggio di Luisa. Paola Cortellesi, infatti, rivela una perfetta
alchimia con Verdone, sostenendo bene la sua mimica ormai
familiare e portando aria fresca nei vari sketch. Tuttavia, sono
così tanti i temi e le sfaccettature di questa storia che non si
capisce di preciso qual è il fulcro del racconto e si fa fatica a
seguire il filo del discorso, nonostante la voce fuori campo di
Verdone che cerca di fare il punto nei momenti più densi del film.
Il protagonista all’inizio sembra sia uno, poi diventano due, a
tratti sembra anche un film corale e alla fine non ricordi
chiaramente che storia ti è stata raccontata.
Purtroppo, Sotto
una buona stella sembra più materiale da sitcom che da sala
cinematografica e sicuramente aver girato quasi esclusivamente in
interni ha contribuito a dare l’impressione di guardare un
susseguirsi di scene e sketch piuttosto che un film, senza contare
i numerosi errori di doppiaggio. C’è, però, da dire che almeno la
fotografia di Enzo Guarnieri, la scenografia di Tonino
Zera e i costumi di Tatiana Romanoff aiutano a dare più
sostanza e forza al film. In sala dal 13 febbraio.
Raccontato con uno stile che
coniuga il documentario e la fiction, Prossima fermata:
Fruitvale Station è un film realizzato dal talento
del regista esordiente Ryan Coogler e del protagonista Michael B. Jordan, che dopo Chronicle si mette alla prova con un ruolo
particolarmente impegnativo perché deve rappresentare un uomo come
tanti, reso però indimenticabile da una tragedia che poteva essere
evitata.
Prossima fermata: Fruitvale
Station si basa su dei fatti di cronaca risalenti a cinque
anni fa: la notte di capodanno del 2009, mentre con la fidanzata e
gli amici sta rientrando verso casa, Oscar Grant,
22 anni, viene prelevato dalla polizia della stazione della
metropolitana di Fruitvale, San Francisco, e perforato al polmone
dal proiettile di un poliziotto che ha perso la testa.
Prossima fermata: Fruitvale Station, il film
Il regista sceglie di partire con
ventiquattro ore di anticipo, ci dice di Oscar (Jordan) e della sua
vita un po’ sgangherata, sempre alla ricerca di un lavoro che possa
rappresentare un’alternativa legale allo spaccio, ci racconta anche
della sua compagna e della bambina che i due hanno, Tatiana. Con
pochi tratti, con una macchina a seguire e ad osservare la scena,
Coogler ci fa affacciare nell’intimità del protagonista, tanto che
ad un certo punto di accorgiamo di volergli bene, o quantomeno di
tenere a lui e alla sua sorte, proprio nel momento in cui tutto
precipita. Attraverso questo racconto del quotidiano capiamo bene
chi era Oscar e ci accorgiamo che anche il regista finisce per
affezionarsi al suo protagonista.
Il regista gestisce bene la
tensione, riesce a ritoccare la realtà per renderla più adatta al
mezzo cinematografico pur non tradendo la storia o lo spirito con
cui è stata poi raccontata dai testimoni. Michael B. Jordan dimostra di essere un attore
preparato, capace e di talento, e da ad Oscar, nella realtà molto
meno cinematografico di lui, un senso di intimità, ancora, e di
frustrazione, che poi insieme alla rabbia e alla tristezza finirà
per essere un sentimento condiviso dallo spettatore.
Il film racconta anche dell’abuso
di violenza da parte dei responsabili dell’ordine pubblico, e del
taciuto razzismo che in fondo si cela sempre dietro ad una facciata
di sobrietà e imparzialità, ma si tratta di temi toccati, presenti
ma non approfonditi, perché forse Coogler voleva solo raccontare di
Fruitvale, di quello che è accaduto, di una vita che si è spenta
per un motivo futile, di un episodio che purtroppo, in quel gennaio
del 2009 a Oakland, è uno tra tanti.
Arriva questa mattina la notizia che
oggi sono ufficialmente iniziate a Johannesburg le riprese di
The Avengers Age of Ultron, il sequel
dell’acclamato film del 2012 su vendicatori.
Joss Whedon, il
cast e la troupe saranno nella capitale sudafricana per due
settimane, a partire da oggi, ed è probabile che si verificheranno
notevoli problemi di traffico nella città.
Il dipartimento di polizia
metropolitana ha avvertito infatti che la gente potrebbe non essere
in grado di arrivare in tempo al lavoro se le scene del film
fossero girate in momenti particolari. Wayne Minnaar, il portavoce
del JMPD ha lanciato un appello agli automobilisti di essere
pazienti, dicendo che è un vero onore avere un film di questa
portata in città.
Con l’annuncio, apprendiamo anche
che i primi 10 minuti del film si svolgeranno proprio a
Johannesburg e che non farà da scenario ad una città diversa.
“Il bello di questo film –
ha dichiarato la Gauteng Film
Commission –è che
Johannesburg è ripresa come Johannesburg. Spesso trovate film che
vi fanno vedere la città come se fosse un’altra, ad esempio Los
Angeles. Ma questa volta i primi 10 minuti del film saranno proprio
a Johannesburg.”
Il set
di The Avengers Age of
Ultrondi Johannesburg
non coinvolgerà nessun componente del cast principale, ma sarà
teatro di alcune sequenze d’azione. Ad oggi le location confermate,
oltre al Sud Africa, sono l’Italia, la Corea del Sud e
l’Inghilterra.
The Avengers Age of
Ultron uscirà nelle sale cinematografiche di
tutto il mondo l’ 1 maggio 2015. La regia è affidata ancora una
volta a Joss Whedon, mentre la sceneggiatura
sarà tratta dal lavoro di Jack Kirby e Stan
Lee.
Gli interpreti principali
di The Avengers Age of
Ultron restano quelli del primo episodio:
Scarlett Johansson (vedova
nera), Chris
Hemsworth (Thor), Samuel L.
Jackson (Fury), Robert Downey
Jr (IronMan), Chris
Evans (Capitan America) e Mark
Ruffalo (Hulk), Jeremy
Renner (Occhio di Falco).
Parlando con Flickering Myth,
Patrick Tatopoulos il responsabile dell’impianto
scenografico del film Batman Vs Superman,
ha discusso non solo su alcune caratteristiche della produzione del
sequel di Man of Steel ma
ha anche affermato come in realtà, il ritardo che sta avendo la
produzione, è una vera e propria benedizione.
“Alla fine di 300: Rise
of an Empire, ho incontratoZack
Snydere mi ha detto ‘ho intenzione di fare questo
film e voglio te a progettarlo’. Ero sbalordito. Ho pensato, ‘Wow!
Grande’. Questo è un film enorme e folle. Mi sta prendendo un sacco
di energie, ma è qualcosa che uno come me ha bisogno di fare nella
sua vita.”
“Lavorare con Zack di nuovo era
importante per me perché lui è un regista sorprendente, con una
visione incredibile. Batman vs Superman è qualcosa
che ho sempre voluto fare. Avrei scelto comunque uno o entrambi. Ho
avuto l’offerta e mi ci sono letteralmente fiondato.”
Sui 10 mesi di ritardo nell’uscita
del film, Patrick Tatopoulos ha detto inoltre: “Gran parte del
film lo abbiamo fatto, ma c’è ancora tanto da fare. Per me, è stata
una benedizione che l’uscita è stata spostata!”
Vi
ricordiamocheBatman
Vs Supermansarà diretto dal
regista Zack Snyder su di una
sceneggiatura curata dallo stesso regista in collaborazione
con Chris
Terrio (Argo),sulla
base di una storia già scritta da David S.
Goyer. Confermati nel cast del film Henry
Cavill, Ben Affleck, Amy Adams, Laurence Fishburne, Diane
Lane e Gal Gadot.
Nonostante la storia sia
considerata la più debole di tutti i film Marvel e il personaggio di
Chris Evans sia stato offuscato dal carisma di
Iron Man nel film The Avengers, il film Captain America: The Winter Soldier è
ugualmente molto atteso da tutti gli appassionati.
In una intervista il regista Joe
Russo, parlando anche a nome dell’altro regista, il fratello
Anthony, ha parlato del nuovo look di Captain
America, che si ispira alla
tuta che il supereroe indossava in “Steve Rogers: Super – Soldier”
serie a fumetti uscita nel 2010.
“Si tratta di un approccio più
aderente alla realtà, nello spirito cioè del fumetto di Ed
Brubaker, che è un thriller postmoderno e decostruzionista”,
ha osservato. “Cap è un agente delle forze speciali per SHIELD
che va in missione in tutto il mondo. Questi agenti possono essere
considerati dei clandestini che lavorano in incognito che talvolta
richiedono un certo livello di anonimato”.
Joe ha poi continuato: “Abbiamo
voluto usare il costume dal fumetto Super Soldier per
rappresentare, tematicamente, il suo posto nel mondo dello SHIELD e
la differenza tra lavorare per lo SHIELD ed essere Captain America.
Questo è qualcosa che viene esplorato in modo molto concreto negli
abiti che vengono utilizzati nel film”.
Nel frattempo, Russo ha anche
risposto alle recenti critiche che “Winter Soldier” è meno
patriottico del suo predecessore, perché indossa solo un costume
blu, piuttosto che un indumento che mette in mostra l’intera gamma
di colori della bandiera americana.
“Non vogliamo scherzare
sull’iconografia del personaggio. I fan più appassionati dicono che
la vera versione del personaggio è quella che si rifà ai fumetti
degli anni ’60 e ’70. Ma se avete letto i fumetti più attuali avete
sicuramente scoperto che il personaggio è andato avanti, c’è stato
uno sviluppo di esso anche molto esplicito. E’ per questo che ci
siamo sentiti di essere più fedeli ai temi dei fumetti più
recenti”.
Russo si è dichiarato fiducioso che
i fan capiranno il perché di queste scelte una volta che avranno
visto il film: “Il film ha una componente molto tematica in
termini di utilizzo di costumi. Quando si arriverà a vedere il film
penso che si capirà il motivo per cui abbiamo fatto la scelta che
abbiamo fatto …”
Captain America: The Winter Soldier comprende
nel cast già attori del calibro di Chris
Evans, Sebastian
Stan, Anthony
Mackie, Frank
Grillo, Samuel L.
Jackson, Cobie
Smulders, Scarlett
Johansson, Emily
VanCamp e Toby
Jones.Anthony e Joe
Russo dirigeranno la pellicola, la cui uscita statunitense
è fissata per il 4 Aprile 2014. Le riprese sono iniziate
a Cleveland.
La storia si legerà alla fine di
The Avengers, continuando a seguire il Captain America impegnato
con Nick Fury e la S.H.I.E.L.D e alle prese con la modernità. Al
momento l’uscita del film è prevista per il 4 aprile del 2014. Vi
ricordiamo che tutte le news sul film sono reperibili nel nostro
speciale: Captain America: il soldato
d’inverno. Tutte le info utili nella nostra scheda:
Captain America: The Winter
Soldier.
La settimana scorsa, il regista
Marc Webb ha rivelato che BJ
Novak interpreterà il ruolo di Alistair Smythe nel
prossimo The Amazing Spider-Man
2. Oggi, il sito virale del Daily Bugle ha aggiornato
la pagina con una nuova storia direttamente connessa al personaggio
di Novak . Ecco cosa hanno scritto:
“Da una settimana dall’annuncio
che la polizia di New York e l’ufficio del procuratore distrettuale
aveva aperto un’inchiesta sulle attività illecite e sulle pratiche
mediche discutibili della Oscorp Industries di Manhattan, fonti
indicano che a molti dei loro scienziati è stato chiesto di
lasciare il lavoro.
Di particolare rilevanza le
dimissioni forzate del dottor Spencer Smythe, il direttore di
Robotica, che è stato visto lasciare la Oscorp ieri con una scatola
piena dei suoi effetti personali.
Quando è stato chiesto di
commentare la situazione occupazionale attuale del dottor Smythe,
il portavoce della Oscorp, Donald Menken non ha fatto commenti. Nel
corso della giornata, la Oscorp ha inviato un comunicato stampa
congratulandosi con Alistair Smythe sulla sua promozione come
direttore di Robotica precedentemente detenuta dal padre.”
Questo post non dà alcuna garanzia
che vedremo Smythe costruire il suo famoso Spider-Slayers nel
prossimo film, ma è sicuramente una possibilità interessante per
gli appassionati.
In The Amazing Spiderman 2, per Peter
Parker (Andrew Garfield) affronta la vita
post diploma. Lasciatosi alle spalle le scuole superiori si è
ritrovato sempre più impegnato vestendo i panni di Spiderman,
senza, però, dimenticare la promessa fatta al padre di Gwen
(Emma Stone): proteggerla. A disturbare gli
equilibri ci penserà l’arrivo di un nuova nemesi, Electro
(Jamie Foxx) ed il ritorno di un vecchio amico,
Harry Osborn (Dane DeHaan).
Alzi la mano chi sapeva che la
matrigna di Josh James Brolin si chiama Barbra
Streisand. Nessuno? Beh, è la terza moglie di suo padre, anche
lui attore. Un vizio di famiglia. In realtà, sembra che Josh abbia
iniziato a interessarsi al mestiere solo dopo una lezione di
improvvisazione al liceo, ma nei geni qualcosa ci doveva pur
essere.
Nato a L.A. nel 1968, il ragazzo
debutta al cinema a 17 anni in quello che diventerà un teen-cult,
uno di quei classici che ancora oggi, quando lo danno in TV, non
puoi non riguardarlo. Il titolo? I Goonies, in
cui Josh è Brandon Walsh (niente a che vedere con l’eroe di
Beverly Hills 90210), il fratello strafottente di
Mikey/Sean Astin (alias Samwise Gamgee, l’hobbit
cicciotello della Compagnia). Archiviato il tesoro di Willy
l’Orbo, il giovane si affaccia anche alla televisione: prova prima
con 21 Jump
Street, ma Johnny Depp gli soffia il ruolo da
protagonista dopo una sfida all’ultimo provino, e Josh si dove
accontentare di una particina nella prima stagione (i due,
comunque, durante il casting sono diventati amici e l’antagonismo
sembra non aver rovinato il rapporto). Poco male: Mr Brolin si
rifarà presto con un’altra serie, il westernI ragazzi
della prateria, che lo vede nei panni polverosi del
pony express Wild Bill Hickok (l’imbronciato del gruppo) per
tre stagioni, dall’89 al ’92. Seguono vari progetti sul piccolo e
grande schermo, fra cui Amori e disastri,
Mimic, Melinda e Melinda, L’uomo
senza ombra. Josh non si fa mancare nemmeno un po’ di
teatro, in attesa della svolta con la S maiuscola, che arriva più o
meno nel 2007. L’anno è sicuramente prolifico per Mr Brolin, che
appare in titoli quali Planet Terror (uno dei due
episodi di Grindhouse della premiata coppia
Rodriguez/Tarantino), Nella valle di
Elah e American Gangster, fino al ruolo che
lo porta alla ribalta in Non è un paese per vecchi
dei Coen. Era l’ora. A questo punto l’attore si butta su
personaggi tendenzialmente cattivi, o per lo meno un po’
bastardelli, tipo Gorge W. Bush nel biopic W.
di Oliver Stone, il consigliere comunale di
Milk che ammazza Sean Penn (e per questo si
merita una bella nomination all’Oscar da non protagonista), per
arrivare allo squalo della finanza (o meglio, un “barracuda”) in
Wall Street: Il denaro non dorme mai. Nel 2010 Josh
torna a lavorare coi fratelli Coen (e a calzare stivali speronati)
nel remake de Il grinta, per poi darsi alla
fantascienza cool (e ai completi scuri) di Men in Black
3, dove interpreta la versione giovane di Tommy Lee
Jones. Dopo qualche sbandamento (vedi, ad esempio,
Gangster Squad e il remake americano di
Oldboy), promette ora di riscattarsi con l’imminente
Labor Day, in coppia con Kate Winslet, prima
di tornare a farsi dirigere da Rodriguez nel sequel di Sin
City, A Dame to Kill For, e di scalare
l’Everest (in sala l’anno prossimo). Fino all’ultimo,
Brolin è stato tra i favoriti per il ruolo di Batman nel
chiacchierato sequel di Man of Steel, ma
sappiamo bene che il mantello lo ha vinto Ben Affleck, con
tutte le bat-conseguenze. Chissà come avrebbero reagito i fan se il
volto del nuovo Bruce Wayne fosse stato quello di Josh…
Sicuramente per lui sarebbe stato catartico interpretare il
giustiziere mascherato, visto che in privato si è trovato spesso
nei guai con la giustizia. Nel 2004, a pochi mesi dal matrimonio
con la moglie n°2, Diane Lane, il signorino finisce in
manette per violenza coniugale: lei dirà poi che è stato tutto un
“misunderstanding”, ma la fedina penale ha perso smalto, e il
matrimonio pure (il divorzio – il secondo per entrambi – è stato
ufficializzato pochi mesi fa). Nel 2008 è la volta dell’arresto per
la rissa scoppiata in un locale notturno durante le riprese di
W. (con lui ci sono pure un collega attore e alcuni membri
della troupe), mentre alla vigilia di Capodanno del 2013 Brolin
viene arrestato per disturbo della quiete pubblica (probabilmente
ha bevuto troppo per festeggiare l’arrivo del nuovo anno,
diventando un pochino molesto).
Oggi avremmo voluto evitare lo
spumante, ma se poi si arrabbia, chi lo sente quello? Quindi
leviamo in alto i calici e… HAPPY BIRTHDAY JOSH!
Nel corso di una nuova intervista
con Gary Oldman, l’attore ha parlato del prossimo
capitolo del film campione di incassi nel 2011 Planet
of the Apes, intitolato Dawn of the
Planet of the Apes (Il Pianeta dell
Scimmie – Revolution nel titolo italiano) rivelando
non solo alcune informazioni sul suo personaggio, ma un sacco di
nuovi dettagli della trama .
Di seguito verranno perciò rivelati
importanti spoiler sulla pellicola
“Il mio personaggio è il l
leader designato dalla comunità di quelli che hanno avuto la
fortuna di sopravvivere al virus nato dalle scimmie, alla malattia
e poi alla rivolta sociale derivante da esso. Quindi sono dei
sopravvissuti, e lui con un passato da ufficiale di polizia,
diventa il leader eletto di questo gruppo”.
Oldman ha proseguito: “Il gruppo
ha bisogno di elettricità ed energia per sopravvivere. C’è una
centrale elettrica ma è necessario andare prima a vedere se è
funzionante. Solo che una volta arrivati scoprono che c’è una
intera comunità di scimmie che vive lì. Il gruppo viene quindi
letteralmente spazzato via dalle scimmie e il mio personaggio, in
seguito a questa grave perdita, avrà una sola risposta per la sua
vendetta, ovvero distruggere tutti i primati”.
L’attore ha continuato dicendo che
il piano è sempre stato quello di concentrarsi sugli esseri umani,
e solo successivamente dedicarsi alle scimmie. “Il regista
Matt Reeves era interessato non solo mantenere a
vivo il franchise, ma voleva fare di più rispetto al primo
capitolo, e cioè esplorare il passato e porre l’accento sul lato
umano della storia”.
Trama: Una nazione di
scimmie geneticamente modificate ed evolute, guidate da
Cesare,è minacciata da un gruppo di esseri umani
sopravvissuti al terribile virus diffusosi dieci anni
prima. Entrambi i fronti per un po’ di tempo
convivono in pace, ma la stabilità presto si sgretola, dando inizio
ad una guerra che determinerà quale sarà la specie dominante sulla
Terra.
La Warner Bros ha fatto uscire il
secondo full trailer del debutto alla regia del direttore della
fotografia Wally Pfister,Transcendence, interpretato da
Johnny Depp. Nei mesi scorsi avevamo già avuto
modo di vedere un paio di teaser e un trailer ma questo video
permette di approfondire maggiormente la linea narrativa della
pellicola concentrandosi in particolare sulla storia d’amore.
Transcendence,
di cui Nolan è produttore, annovera nel cast anche
Paul Bettany, Morgan
Freeman, Kate
Mara e
Cillian Murphy. La trama di questo sci-fi ruota
attorno ad un gruppo di tre scienziati (Will, Evelyn e Max) che
inventeranno un codice per il funzionamento del primo computer al
mondo dotato di intelligenza artificiale. Quando il team viene
colpito da una banda di terroristi, Will (Depp) perde la vita.
Evelyn (Hall), sua moglie, riesce però a far rivivere la sua
coscienza attraverso il computer da loro progettato. Il nuovo Will
sarà lo stesso uomo di prima o si tratta di un clone malvagio che
sta progettando la fine del mondo? L’uscita di Transcendence nei
cinema americani è prevista per il 18 aprile
2014.
La storia originale del film in animazione
computerizzata 3D segue la storia di Emmet, un ordinario omino lego
che è per errore identificata come la persona più straordinaria del
mondo e quindi come la chiave per salvare il mondo. Così viene
trascinato da una stranissimo gruppo di persone in un’avventura
epica per fermare un malvagio tiranno. Ovviamente Emmet è
incredibilmente impreparato ad affrontare questa grande
avventura!
Nel cast vocale del film
troviamo Chris Pratt che sarà il
protagonista Emmet, Will Ferrell sarà un
primo avversario President Business, Liam
Neeson sarà invece il prepotente scagnozzo del
presidente, Morgan Freeman sarà
Vitruvius, un vecchio mistico, Elizabeth
Banks sarà Lucy, love interest di Emmet che scambierà
per il salvatore del mondo, Will
Arnett sarà Batman (!) una figurina Lego con la quale
Lucy ha avuto una storia, Nick
Offerman sarà un personaggio ossessionato dalla
vendetta contro President Business, mentre Alison Brie sarà un
dolce e amabile membro del gruppo con poteri segreti.
A dirigere il film ci
sono Phil Lord & Christopher
Miller (21 Jump
Street e Piovono
Polpette) che hanno scritto anche la sceneggiatura da
una storia di Dan Hageman & Kevin
Hageman che si sono basati sui famosi mattoncini.
Nella storia sono state coinvolte alcune delle figurine lego più
popolari in modo tale da invogliare tutti coloro che hanno giocato
con i Lego ad andare a vedere il film al cinema in un 3D che pare
sia davvero unico.
Presentato in anteprima mondiale
lunedì 10 febbraio al 64° Festival Internazionale del Cinema di
Berlino – sezione Berlinale Special, l’attesissimo Non
buttiamoci giù, uscirà in Italia il 20 marzo
distribuito da Notorious Pictures. Tratto dal best sellerA Long Way Down di Nick Hornby. Ad
interpretare la commedia diretta da Pascal Chaumeil, Pierce
Brosnam, Aaron Paul, Imogen Poots, Toni Collette e Rosamund Pike.
Ecco il Trailer:
Dal Best Seller di Nick Hornby
(“About a Boy”, “Alta Fedeltà”), la storia di quattro sconosciuti
che, durante la notte di Capodanno, si incontrano in cima al
grattacielo più alto di Londra con lo stesso intento, ovvero quello
di saltare giù. Questa coincidenza è talmente grottesca da farli
desistere temporaneamente e stringere un patto: nessuno dei quattro
si suiciderà per almeno 6 settimane, ma la notte di San Valentino
si ritroveranno sullo stesso grattacielo per fare il punto della
situazione sulle loro vite. Una commedia sull’amore, sull’amicizia
e sull’importanza di avere qualcuno con cui condividere qualsiasi
cosa, anche il tetto di un grattacielo…
Arriva da Hitfix il rumors che rivela la
possibile data di inizio riprese di Star
Wars Episodio VII di J.J.
Abrams. Secondo quando apprendiamo pare che la data sarà
un giorno di metà Maggio e questo rumors sembra confermare le
parole di qualche tempo fa dello stesso regista che ipotizzava
questo periodo per l’inizio delle riprese.
Tanto tempo fa, in una galassia
lontana lontana… Così inizia una delle saghe più famose della
storia del cinema. Una saga che non ha bisogno di presentazioni,
una storia che parla dell’eterna lotta tra bene e male, con
protagonisti eroi ed eroine, mostri e simpatiche creature.
Ed ecco arrivare anche
il look Back di Darth Vader su facebook:
Anakin Skywalker, in seguito conosciuto col
suo nome Sith Dart Fener, è il protagonista dell’intera saga di
Guerre stellari, nonché, di conseguenza, uno degli unici quattro
personaggi ad apparire in ognuno dei sei film della saga
cinematografica (insieme a Obi-Wan Kenobi, C-3PO e R2-D2). Il nome
originale nella versione inglese è Darth Vader.
È stato presentata oggi
al Savoy di Roma l’ultima fatica di Carlo Verdone,
Sotto una buona stella. Insieme al regista hanno
partecipato alla conferenza stampa la co-protagonista Paola
Cortellesi, Tea Falco,Lorenzo Richelmy,
Eleonora Sergio, i produttori Aurelio e Luigi De
Laurentiis e gli sceneggiatori Pasquale Plastino,
Gabriele Pignotta e Maruska Albertazzi.
A Carlo Verdone.
Dove è nata l’idea, l’ispirazione
per questo film?
Questo film ha avuto un parto molto
lungo. È durato di più nell’ideazione e nella soggettazione, mentre
nella sceneggiatura è stato abbastanza fluido, ma per trovare
l’idea francamente abbiamo lavorato molto; mi ha ricordato un po’
Borotalco per il quale per trovare il soggetto
impiegai la bellezza di dodici mesi. Inizialmente non riuscivamo a
trovare un accordo con il produttore, una cosa piaceva a me, ma
lasciava perplessi Aurelio e Luigi, così abbiamo esplorato altre
storie. Alla fine, quando eravamo stremati, PasqualePlastino si è ricordato di un bel plot iniziale che
scrivemmo addirittura prima ancora di Posti in piedi in
Paradiso, era una paginetta piena di appunti, che ricordava
la prima parte di questo film: ancora non era delineato il
personaggio della vicina di casa, c’erano due figli, c’era il
personaggio interpretato da Eleonora Sergio (la compagna
più giovane del protagonista, nda), mancavano qua e là delle
cose, però come inizio era interessante. Abbiamo buttato giù con
una certa facilità il soggetto e finalmente, deo gratias,
abbiamo trovato un accordo comune (con Aurelio De
Laurentiis, nda), perché iniziare un film con un produttore che
ti dice “Se lo vuoi fa’, fallo”, io non lo faccio, perché
significa partire con uno stato depressivo terribile.
(ride)
Cos’è per te questo film?
Per me è un film di stampo
prettamente teatrale, anche se ha delle aperture, però si svolge
principalmente in due ambienti, girati a Cinecittà. Sono molto
contento di aver girato lì, ringrazio Aurelio e Luigi che mi hanno
dato la possibilità di essere una troupe che ha portato un po’ di
lavoro e spero che altri possano seguire il mio esempio, perché
vale la pena sfruttare le bravissime maestranze. A un certo punto è
diventato un film il cui tema era delle persone alla ricerca di
affetto, di solidarietà, di un abbraccio; quindi siamo partiti da
questa famiglia dissestata ed è uscito fuori uno sfondo
generazionale, perlomeno nella prima parte, poi la commedia si apre
con l’arrivo del personaggio di Paola. È un film un po’ sulle
solitudini che però alla fine trovano in qualche modo la luce di
una buona stella per rimettersi in gioco. È un film che osserva un
po’ la realtà, le fragilità di questo momento, però la nostra
abilità di scrittori e anche quella mia di regista è stata quella
di incanalare con molto senso della misura e delicatezza questi
argomenti, che sembrerebbero da film serio, nel percorso di una
commedia. Spero di esserci riuscito.
Questa, secondo me, è la migliore
troupe che io abbia mai avuto. Sulla carta sembrava un film
abbastanza semplice, in realtà era pieno di tranelli, bisognava
avere misura ed equilibrio in tutto. Devo dire un grazie non solo a
tutti quelli che hanno collaborato a questo film, in primis agli
attori, ma anche a Ennio Guarnieri, il direttore della
fotografia, che mi ha veramente stimolato, è stato un alleato
preziosissimo, lui che è un veterano è stato il più veloce di tutti
noi e questo mi ha aiutato molto. Un grazie anche al montatore, a
tutti, perché avevamo davvero poco tempo; io ho cominciato
addirittura il 14 di ottobre e sembrava quasi fantascienza
dopodomani, come si fa. Abbiamo lavorato in edizione fino a 13, 14
ore al giorno, fino a perdere il filo del film perché a un certo
punto io non sapevo più che film avevo fatto; questo capita spesso
a un regista che sta tutte quelle ore a vedere continuamente un
film.
Puoi parlarci del cast?
Io sono molto felice di aver avuto
una grandissima interprete come Paola, non era per me una
sorpresa perché lei è un’attrice assolutamente in ascesa, sempre
più sicura e abile con portare con naturalezza il suo personaggio,
dà veramente tanta verità, tanta umanità; con lei in particolare ho
trovato un bel feeling dal punto di vista dei tempi recitativi, non
ho faticato nel dirigerla, era già nella parte. Ha l’arte di
nascondere l’arte. Tea, una splendida scoperta di
Bertolucci, è stata in qualche modo l’accento astratto del film
perché rispecchia questo modo di essere dei giovani; ha un primo
piano molto particolare e dei tempi tutti suoi, però è qui la sua
originalità. Lorenzo idem, ha un grande viso, dei bellissimi
tempi, sono entrambi due ragazzi secondo me destinati ad avere un
buon successo. Eleonora è mia amica da tempo, ma non avevamo
mai avuto la possibilità di lavorare insieme, anche lei ha dato
tanta energia nonostante il ruolo ingrato.
Qual è stata la difficoltà nel
far ridere partendo da temi sui quali non c’era proprio niente da
ridere.
Questa è una grossa sfida, io
francamente se non osservassi la realtà e certi dettagli non molto
positivi in questi ultimi anni non saprei più che raccontare. Io
sono un osservatore della realtà, sono un pedinatore di italiani,
leggo, tante idee spesso vengono dalla lettura di un quotidiano. Io
devo raccontare il tempo che sto vivendo e quindi non possono non
mettere certe emergenze che ci sono in questo momento e
convogliarle in un discorso di commedia; è molto difficile,
l’errore è a portata di mano e ci vuole un equilibrio terribile,
molto delicato, frutto della concentrazione di regista e
sceneggiatori durante la stesura del copione. Io senza realtà non
so lavorare.
A Paola
Cortellesi.
Com’è Verdone nel ruolo di
regista?
Come prevedibile, non desideravo
altro che lavorare con Carlo, da sempre, è stato ancora più bello
di come me lo aspettavo. Conoscevo Carlo da tempo, mi aveva fatto
simpaticamente una promessa, pubblicamente, e l’ha mantenuta;
insomma, pensavo veramente che fosse una battuta, un complimento
carino fatto sul momento e mi sarebbe bastato. Carlo è una mia
fonte d’ispirazione, per chi si dedicata a un certo tipo di
registro il maestro è Carlo Verdone. Lavorare con lui è stato
facile, come lavorassimo insieme da anni; poi, come piace a me,
Carlo è molto rigoroso, perché anche per far le cose più
divertenti, più pazze ci vuole serietà, soprattutto quando il
regista è anche l’interprete principale. C’è bisogno di una grande
disciplina, questo Carlo te lo assicura, però in più c’è anche il
tempo di giocare, di lavorare in grande rilassatezza. Un ambiente
ideale, lo consiglio a tutti. (ride)
A Verdone.
Questa ricerca d’affetto è
autobiografica o puramente finzione?
Fortunatamente non c’è nulla di
autobiografico, per carità, facciamo le corna. Mi sono ispirato a
situazioni che purtroppo vivono tante persone che conosco, tanti
amici, sono situazioni presenti in molte famiglie. Più incontro le
persone, i ragazzi, più sento che c’è grande bisogno di affetto, di
protezione; l’abbiamo visto con i ragazzi che abbiamo preso con noi
sul set, ragazzi dai 26 ai 29 anni, erano felici, hanno dato il
massimo. Lo stesso Guarnieri ha voluto dei giovani accanto a
lui, anche in settori delicati, come la correzione del colore, gli
assistenti alla macchina, nei costumi, nella scenografia; abbiamo
dato molte opportunità e si sono dimostrati tutti estremamente
validi ed efficaci, e questa è una cosa che fa molto piacere. È un
film fatto da veterani, ma pieno pieno di giovani. Il primo giorno
se la facevano sotto, Ennio è stato anche molto severo, ha detto
che li doveva preparare, però alla fine si sono affidati a me, a
lui e agli altri.
Ad Aurelio De Laurentiis.
Temete lo sbarco di George
Clooney e compagnia nello stesso vostro giorno d’uscita?
Sono due film completamente
antitetici, quindi c’è spazio per tutti. Ho letto che in Europa
occidentale c’è stata una perdita di spettatori, tranne che in
Italia, Russia e Ungheria; credo che questo freno a un’emorragia
continua di spettatori sia dovuto anche a una presenza di commedia,
che in Italia nasce dal dramma, è sempre così dagli anni ’60 in
poi.
A Carlo.
Rispetto alla prima parte della
tua carriera si è passati da personaggi che avevano percorsi
paralleli, spesso anche a due o tre storie divise nello stesso
film, a film in cui il collettivo è essenziale, soprattutto
collettivi estemporanei, come Io, loro e Lara e Posti in
piedi in Paradiso. Questa differenziazione la senti anche
tu?
Inizio col dire che non mi sarei mai
aspettato di durare così tanto, quindi cerco di andare avanti con
onestà ma anche di non dare mai al pubblico la stessa cosa. Ogni
tanto sono tornato indietro per fare cose che avevo voglia di fare,
ma sapevo che era l’ultima volta sennò avrei rischiato il
patetismo. Vedi, io sono partito prima dai personaggi, ho costruito
le storie sui personaggi (il bullo, il candido, il coatto), poi a
un certo punto ho capito che avevo dato tutto e mi sono ricordavo
della grande lezione che fu per me Compagni di
Scuola. Inizia quel film nel peggiore dei modi, ricevetti
dal produttore Mario Cecchi Gori il copione in faccia, mi
disse che avremmo preso pizze da tutti perché non c’era un
protagonista, eravamo in diciotto, non si sapeva dove si rideva,
però a tutt’oggi è uno dei miei migliori ed era un film corale. È
chiaro che più vado avanti e più ho bisogno di lavorare con altri
attori, soprattutto con i giovani perché mi danno forza, carica,
stupore. Io do la mia esperienza, però anch’io mi metto in gioco
sulla parte che adesso la mia maschera può dare, non posso
interpretare delle cose che non posso più fare, mi devo adattare a
delle cose che posso fare. In questa fase qua la commedia più
congeniale è quella corale.
Hai in animo di dirigere un film
solamente da regista, magari per sfruttare meglio la tua vena
malinconica?
(Interviene Aurelio De
Laurentiis) Abbiamo un contratto che contempla anche
questo.
Comunque, io sono pronto per fare un
film come regista e sono anche pronto, perché no se capiterà
l’occasione, per una prova d’attore non in una commedia com’è
successo ne La Grande Bellezza. Insomma, ho l’età
giusta per poter fare queste cose, però è chiaro, io nasco nella
commedia e finirò nella commedia, perché è la mia specialità.
Cosa ci dici della tua voce fuori
campo?
È la prima volta, anche se l’avevo
utilizzata in Maledetto il giorno che ti ho
incontrato, non mi era venuta bene una cosa allora ho usato
la voce fuori campo. Stavolta, invece, è stata un’idea di
Plastino di metterla proprio per accelerare un po’ il film e
arrivare velocemente al punto d’incontro con Paola e di scontro con
i figli. Io l’ho sposata subito, certe volte mi sembrava un po’
lunga, poi è andata nel migliori dei modi. È la prima volta che la
uso e mi sono trovato bene, però bisogna stare attenti perché ci
sono dei registi che abusano della voce fuori campo.
Prendendo spunto da una domanda,
Verdone, Falchi, Richelmy e Aurelio De
Laurentiis ci offrono in dieci minuti le loro diverse opinioni
socio-politiche sul futuro precario o quasi inesistente dei giovani
in Italia e sulla loro frequente fuga all’estero. Solo verso la
fine della conferenza viene strappata qualche risata; si parla di
poesia e del Festival di Castel Porziano nel ’79 e si fa qualche
battuta sulla semifinale di ritorno di domani sera tra la squadra
di De Laurentiis, il Napoli, e quella di Verdone, la Roma.
Con 750 copie Sotto una buona
stella sarà in sala da giovedì 13 febbraio.
Ecco finalmente il trailer
ufficiale di Under the
Skin, il film che vede protagonista
Scarlett Johansson nei panni di una sexy e letale
aliena. Il film è stato presentato in concorso alla 7oesima
edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia ed è
diretto da Jonathan Glazer. Il film è un
adattamento dell’omonimo romanzo di Michel
Faber (in Italia edito da Einaudi con il
titolo Sotto la pelle).
Ecco un nuovo teaser del film:
Il film Under the Skin
Under the
Skin vede
Scarlett Johansson nel ruolo di Isserley,
un’aliena che percorre le autostrade deserte a caccia di prede
umane, sfruttando la sua bellezza come esca. Isserley avrà modo di
conoscere e apprezzare la natura degli uomini e delle donne e
mettere così in dubbio la propria identità e origine aliena.
Nel cast oltre alla protagonista
femminile anche gli attori Antonia Campbell-Hughes,
Paul Brannigan, Krystof Hadek, Robert J. Goodwin, Scott Dymond,
Michael Moreland, Jessica Mance e Jeremy
McWilliams. Under the
Skin non ha ancora una data d’uscita in Italia e non
ha avuto una buona accoglienza alla Mostra.
(foto di Claudio Iannone)Aveva 98 anni
e faceva l’attrice, almeno negli ultimi nove anni di vita.
Valeria De Franciscis aveva debuttatoper
divertimento, con quell’ironia signorile che la contraddistingueva,
nel terzo film di Matteo Garrone,
Estate romana, e poi
aveva avuto la sua grande occasione con Gianni Di
Gregorio in Il Pranzo di
Ferragosto. Per la sua interpretazione fu premiata al
Batik Film Festival di Perugia come miglior attrice esordiente e
vinse il premio Sosterzio d’Argento. Nel 2009 ha partecipato invece
al film I mostri oggi di Enrico
Oldoini. Sempre con Di Gregorio aveva ripreso il ruolo
della “mamma” in Gianni e le Donne film
per il quale riceve una candidatura ai David di Donatello,
riconoscimento che vince diventando la più anziana attrice a
vincere il premio, a 96 anni.
Tratto dal libro “Monuments
Men. Eroi alleati, ladri nazisti e la più grande caccia al tesoro
della storia” di Robert M. Edsel,
George Clooney rimuove quei toni più
cinici e seriosi che avevano contraddistinto i suoi ottimi ultimi
film da regista (Good Night, and Good
Luck e Le Idi di Marzo) per cercare un
alchimia tra le sue star che renda la confezione divertente,
appetibile e al servizio di un messaggio nobile; il gioco funziona
ma non sempre è efficace o duraturo ed è proprio quando si vedono
queste lacune che ci si accorge di quanto il film sia allungato e
non curato quanto dovrebbe.
In Monuments Men
durante la seconda guerra mondiale un gruppo di atipici “soldati”
(scultori, direttori di musei, imprenditori ecc) ottiene il
permesso dal governo americano per organizzare una spedizione che
rintracci e porti in salvo le opere d’arte trafugate dai nazisti,
opere che poi sarebbero passate sotto il giudizio del Fuhrer per
essere approvate e inserite nel grande museo del Reich a Berlino o
bruciate perché non considerate degne (e parliamo di Picasso, Dali,
Klimt e molti altri). Per molti membri dei Monuments
Men questa sarà un’occasione per riscattare una vita
o renderla memorabile, mettendo la propria vita al servizio
dell‘arte e salvando così il patrimonio culturale di un intero
continente.
La sceneggiatura in
particolare è il punto focale di tutta l’operazione; scritta a
quattro mani proprio da Clooney e dall’amico fraterno Grant
Heslov (vincitore dell’Oscar per
Argo come produttore con Clooney, e
nominato alla statuetta dorata altre volte grazie proprio a
Le Idi di Marzo e Good
Night, and Good Luck) la scrittura ha un certo grado
di discontinuità e poca uniformità nel raccontare le vicende,
dislocando a coppie i suoi protagonisti (che funzionano meglio
quando invece sono uniti), alternando momenti (poco) drammatici,
umoristici e lasciando cadere qua e là qualche goccia di flirt
rosa.
Nonostante questo, il cast merita
una menzione a parte, se Cate Blanchett è come sempre ottima e
affascinante, più sopra le righe vi sono John Goodman e
Bill Murray, a loro sono affidati i momenti più
divertenti e iconici. Svolgono bene il compito Matt Damon (molto efficace il siparietto sul
suo francese), Bob Balaban e Jean Dujardin, mentre fra tutti il più
sottotono sembra proprio
George Clooney. Accompagna le vicende la colonna
sonora del plurinominato Alexandre Desplat con un
componimento molto variegato che, per quanto riesca ad essere un
abito perfetto per quello che viene mostrato sullo schermo, a volte
tende ad enfatizzare troppo certe situazioni.
La sensazione finale che ti lascia
Monuments Men è quella che Clooney abbia
girato un film tra amici, in cui si nota un certo divertimento e
affiatamento tra tutti i membri, ma che eccede nello sdrammatizzare
i fatti e risponde vagamente alla (valida) domanda che ricorre per
tutta la pellicola: conta di più la difesa della cultura o il
sacrificio di una vita umana?
Hansel & Gretel e la
Strega della Foresta Nera è un progetto horror low
budget, diretto da Duane Journey, che riprende i nomi dei
personaggi del racconto solo per mere ragioni commerciali, poiché a
parte alcuni riferimenti c’è veramente poco in comune con la fiaba
di Hansel & Gretel dei fratelli Grimm.
Per prima cosa dimenticate la
vecchia fiaba per i bambini. Che le fiabe siano oggetto di
trasposizioni moderne non è certo una novità, quindi perché
meravigliarsi del fatto che la strega di Hansel e Gretel ormai non
attiri più i ragazzini con caramelle e leccornie varie ma con erba?
Già protagonisti nel 2013 in un film in cui, cresciuti, davano la
caccia alle streghe, Hansel e Gretel tornano con una versione
attualizzata e infedele, a parte qualche riferimento, della fiaba
dei fratelli Grimm dove diventano dei teenager di Pasadena.
È praticamente un teen slasher, con
qualche sprizzo di vago torture porn, questo adattamento di Hansel
& Gretel – il terzo arrivato al cinema solo nel 2013
(Hansel & Gretel – Cacciatori di Streghe e
Asylum, inedito in Italia), in cui
praticamente la protagonista principale è Gretel, mentre Hansel
sembra quasi farle da spalla, entrando in scena praticamente solo
nel finale.
Forse con intenti provocatori il
regista Duane Journey inonda la scena con sangue, carne e tessuti
umani delle vittime prese prigioniere, e l’idea di partenza non è
male, l’idea di trasformare una favola per bambini in un horror in
chiave moderna è veramente buona, ma dopo una partenza promettente,
Hansel e Gretel e la Strega della Foresta
Nera si limita a mettere in scena l’antico canovaccio,
con una trama esile e scontata, riproponendo luoghi comuni, cliché
e un repertorio vastissimo di stereotipi, tra i quali anche la
componente demenziale dei vari Scary Movie, con effetti che,
per quanto ben fatti, appesantiscono e basta la trama, ottenendo
solo una perdita di pazienza da parte dello spettatore; un horror
molto leggero insomma che non riesce a spaventare o ad
impressionare, nonostante non ci sia niente di risparmiato, ma
neanche a divertire, se questo era l’intento.
Unica nota positiva:
l’interpretazione di Lara Flynn Boyle (I
Segreti di Twin Peaks, Men in Black II)
che riesce a donare al personaggio della strega quella dose giusta
di autoironia; dispiace vedere Cary Elwes
(Robin Hood – Un Uomo in Calzamaglia,
Saw) in un ruolo di secondaria importanza, mentre un
velo pietoso è da stendere sulle interpretazioni dei due
protagonisti, Michael Welch
(Twilight) e Molly C.
Quinn (Castle), al punto che nel finale il tifo va
inevitabilmente alla perfida strega.
Distribuita dalla Adler, questa
fiaba horror dai risvolti inevitabilmente comici, è nelle sale
italiane dal 6 febbraio. Sconsigliato ai deboli di stomaco.
L’ultimo film di
Superman, L’Uomo d’Acciaio di
Zack Snyder ha diviso molti
fan ma una cosa è certa, ha entusiasmato un bambino di sedici mesi
che reagisce così alle sequenze di volo di Henry
Cavill nei panni del supereroe DC
Entertainment.
L’uomo d’Acciaio è
diventato, con 263 milioni di incasso, il migliore incasso di un
reboot di un cinefumetto al box office, dopo aver
superato The Amazing
Spider-man(262 milioni).
Inizia a definirsi il programma
dell’attesissima Notte degli Oscar 2014, e infatti
oggi arriva la conferma che uno delle performance canore della
serata sarà quella diIdina
Menzel che canterà Let It
Go, la canzone di Frozen Il regno di
ghiaccio. Come molti di voi sapranno il brano è anche
candidato nella categoria Miglior Canzone. Il
brano è stato scritto da Robert Lopez e Kristen
Anderson-Lopez e sarà cantato live
da Idina Menzel.
Vi ricordiamo che la cerimonia degli Oscar si terrà il
prossimo 2 marzo presso il Dolby Theatre e, in contemporanea,
sarà trasmessa dal Network Televisivo ABC.
Il 13 febbraio2014
arriverà in Italia, distribuito dalla Twentieth Century Fox,
Monuments Men, il nuovo film interpretato
e diretto da George Clooney, con un cast d’eccezione:
Matt Damon, Bill Murray, Cate Blanchett,
John Goodman e Jean Dujardin. Ecco cinque clip del
film
Ispirato alla storia
vera della più grande caccia al tesoro di tutti i tempi, MONUMENTS
MEN è un film d’azione che racconta la vicenda di un gruppo di
sette soldati, non più giovani e non più tanto in forma, composto
da direttori di museo, curatori, artisti, architetti e storici
dell’arte che, durante la seconda guerra mondiale, raggiunsero le
linee del fronte per recuperare i capolavori artistici trafugati
dai nazisti e restituirli ai legittimi proprietari. Considerando
che le opere d’arte erano in territorio nemico, come potevano
questi uomini sperare di riuscire nell’impresa? E tuttavia, quando
si trovarono coinvolti in una gara contro il tempo per evitare la
distruzione di un patrimonio artistico millenario, tutti i
Monuments Men misero in gioco la vita per proteggere e difendere i
grandi tesori dell’umanità.
Dopo l’annuncio delle date di apertura dei casting per le comparse
italiane di The Avengers Age of Ultron,
ecco arrivare altre novità in merito, direttamente dalla pagina
ufficiale Facebook del Forte di Bard, location scelta dalla
produzione Marvel.
Ecco cosa si legge sulla pagina:
Casting Avengers: si precisa che ogni
scelta in merito ai casting è effettuata dalla Produzione che allo
stato ha prediletto, per motivi logistici legati alla complessità
delle riprese, comparse residenti il più vicino possibile alle
location e quindi più facilmente reperibili e gestibili. La
Produzione non esclude una seconda fase di casting che potranno
essere aperti anche a non residenti in Valle d’Aosta. Ogni altra
valutazine è destituita di fondamento.
Ovviamente si trata di una flebile
speranza per coloro che non risiedono nella Regione più piccola
d’Italia, tuttavia è già tanto per i moltissimi fan che erano
intenzionati a partire per la Valle d’Aosta.
The Avengers Age of
Ultron uscirà nelle sale cinematografiche di
tutto il mondo l’ 1 maggio 2015. La regia è affidata ancora una
volta a Joss Whedon, mentre la sceneggiatura
sarà tratta dal lavoro di Jack Kirby e
Stan Lee.
Gli interpreti principali di
The Avengers Age of
Ultron restano quelli del primo episodio:
Scarlett Johansson (vedova
nera), Chris
Hemsworth (Thor), Samuel L.
Jackson (Fury), Robert Downey
Jr (IronMan), Chris
Evans (Capitan America) e Mark
Ruffalo (Hulk), Jeremy Renner
(Occhio di Falco).
Morta Shirley Temple,
la straordinaria bambina prodigio che rimarrà per sempre nella
memoria di tutti come Riccioli d’Oro. L’attrice aveva 85 anni e
oltre ad una lunghissima carriera come attrice, la Temple era anche
stata ambasciatrice dell’Onu per gli Usa, dirante l’amministrazione
Raegan.
A fine anni ’60 infatti intreprese
la carriera politica, candidandosi al Congresso degli Stati Uniti
per il Partito Repubblicano. Ma la sua carriera cinematografica è
quella che l’ha fatto rimanere nella storia della settima arte.
Esordisce a quattro anni nel primo lungometraggio, e da lì in poi
per tutta la sua infanzia ed adolescenza, la sua carriera è stata
una continua scalata al successo. Nel 1935 è arrivato
Riccioli d’Oro e da quel momento in poi
la Temple è rimasta ‘in parte’, praticamente per tutta la sua
carriera sul grande schermo. Proprio quell’anno arrivò un premio
Oscar, per riconoscerle il suo contributo all’industria
cinematografica nell’anno precedente.
Nel 2006, un’altra bambina prodigio,
Dakota Fanning, presentò in occasione degli Screen
Actors Guild Awards, il premio alla carriera che le venne
consegnato in riconoscimento di una vita passata davanti alla
macchina da presa.
Andrea Iervolino e Monika Bacardi
producono i due premi Oscar Al Pacino e Barry
Levinson. Dopo più di 40 anni da Serpico, Al
Pacino partecipa nuovamente ad un film con due
coproduttori italiani. Stanno per terminare a New York le
riprese di The Humbling, film di
Barry Levinson, che vede protagonisti
Al Pacino e Kyra Sedgwick. Il film
è coprodotto da Andrea Iervolino e
Monika Bacardi, fondatori della Ambi
Pictures. The
Humbling racconta una storia incentrata sul
rapporto sessuale (e non) tra un vecchio attore suicida e una donna
molto più giovane. Oltre ad Al Pacino il cast
stellare è composto da Mandy Patinkin , Greta Gerwig,
Louise Trenner, Dianne Wiest e Charles
Grodin.
The
Humbling è il secondo film internazionale in fase di
produzione per Ambi Pictures, dopo Sights Of Death, di cui sono
appena terminate le riprese a Roma.
Jack Black e
James Marsden sono stati ingaggiati per recitare
nella commedia D-Train, il cui script è
stato ideato da Mike White che per Black aveva già
sceneggiato School of Rock e
Nacho Libre.
Alla regia di questo film ci
saranno Jarrad Paul e Andrew
Mogel,famosi al grande pubblico per la sceneggiatura di
Yes Man; i due racconteranno una
storia che vede Black presidente di un comitato per ricevere
l’onorificenza di studente più popolare durante la cerimonia di
ritrovo per i 20 anni delle scuole superiori,ma presumibilmente non
tutto andrà per il verso giusto.