Mancano circa due mesi all’uscita
al cinema di Iron Man
3 e oggi la produzione Marvel del film ha aperto un nuovo
sito virale che fa accrescere la curiosità intorno al film già
molto atteso.
Nel sito, BecomeIronMan.com, non ci
sono informazioni chiare sul film, a parte richieste di aspiranti
cavie per esperimenti per i quali sono aperte le istruzioni.
Chissà cosa ci riserverà questo
sito, e soprattutto chissà in che misura si inserirà nella trama
del nuovo film dedicato all’amattissimo Iron Man, ancora una volta
interpretato da Robert Downey Jr.
Ecco la primissima Sneak Peak di
The Amazing Spider-Man 2,
brevissimo video in cui possiamo notare rapidamente un piccolo
dettaglio del nuovo costume dell’uomo ragno
A seguire anche la foto pubblicata
oggi da Marc
Webb che raffigura lo stesso dettaglio.
Il racconto e la valorizzazione del
territorio italiano attraverso le immagini del cinema e dei nuovi
strumenti di comunicazione digitali sono la motivazione del
progetto
La Universal Pictures vuole con tutte
le sue forze realizzare un reboot de La
Mummia, lo storico film che vide protagonista
Boris Karloff. A quanto detto dai portavoce
Il regista e sceneggiatore
Richard LaGravanese adatta la storia tratta dal libro
Beautiful Creatures – La Sedicesima (in Italia
La Sedicesima Luna edito da Mondadori) di Kami
Garcia e Margaret Sthol. La storia racconta dell’amore
tra una maga, Lana Duchannes e un mortale, Ethan Wate, ma ciò che
ostacola la loro unione è una maledizione, antica quanto la
cittadina di Gatlin, realtà chiusa e pettegola nel sud Carolina, ed
un destino a cui Lana sembra non possa sottrarsi.
In Beautiful
Creatures le dinamiche della storia vengono caratterizzate
da una buona prima parte in dialoghi ironici sulle usanze del posto
viste dall’occhio cinico ma ottimista di Ethan che assumono
connotazioni sempre più sospette e dark mentre incontra e cerca di
conquistare Lana, nel mentre la storia richiama il conflitti
adolescenziali ma alleggeriti dall’intramontabile tema della lotta
tra il bene e il male. Con il proseguire della storia si aggiungono
le sfumature della redenzione che cercano personaggi come Malcom,
nel aver vissuto nelle tenebre, oppure di protezione come Amma nei
confronti di Ethan e Malcolm per Lana, ma il sentimento che emerge
più di tutti è il sacrificio, incanalato in diverse intenzioni ma
che hanno conferito una sorta di veridicità nella storia.
Tra gli attori spicca la freschezza
di Alden Ehrenrich, convincente nel ruolo di Ethan, il
ragazzo più popolare della scuola che sogna qualcosa di diverso
grazie ai viaggi che percorre leggendo tutto ciò che gli capita a
tiro e Alice Englert, conscia e forte nella veste della maga
ma incerta e fragile sul suo futuro. Jeremy Irons da conferma di essere grande attore di
scena, infatti, in numerosi primi piani riesce a trasmettere la
promiscuità del personaggio, che trova il massimo della sua
estensione nella scena della chiesa con Emma Thompson, quest’ultima, nella duplice veste di
Signora Lincoln e Seraphine, ruoli chiave che riesce a
differenziare grazie al lavoro sulla voce e sulla differenza di
postura, tra una signora bigotta e una potente maga delle tenebre.
Altro personaggio su cui c’è un profondo lavoro è quello di Ridely
interpretato da Emmy Rossum,
che essendo una sirena gioca molto sul look e sul modo di porsi con
gli uomini, simpatiche sono le rievocazioni a Rita Hayworth e
Marilyn Monroe.
LaGravanese dirige con
consapevolezza e senza cercare di deludere le aspettative del best
seller, mantenendo in rilievo l’essenza della storia ben
equilibrata dagli effetti visivi e speciali che una storia di Maghi
richiede. Un racconto posato per raccontare l’ennesima declinazione
della grande storia di Giulietta e Romeo ma lungi da essere il
successore di Twilight o altre saghe per teenager, ma
rientrando comunque nella categoria di quelle storie d’amore tra
immortali che nell’ultimo decennio sono sempre più protagoniste sul
grande schermo. Sicuramente i due attori e la trama riuscirà a
ritagliarsi un pubblico e un seguito di fan tutto suo. Dal 21
Febbraio al cinema.
Blue Valentine – Sposati da
diversi anni, Cindy e Dean attraversano una fase critica del loro
matrimonio. Cercando di superare i problemi, proveranno a
recuperare quelle emozioni e quella vitalità che li aveva fatti
innamorare in un susseguirsi di ricordi tra passato e presente.
Il due volte Premio Oscar Marlon
Brando diceva “Capire il pieno significato della vita è il
dovere dell’attore, interpretarlo il suo problema ed esprimerlo la
sua passione” quest’anno ne abbiamo vista molta da parte dei
cinque candidati all’oscar nella categoria Miglior Attore
protagonista. Come raramente si è visto negli scorsi
anni, i candidati Daniel Day-Lewis, Denzel
Washington, Joaquin Phoenix,Hugh
Jackman e Bradley Cooper arrivano alla
serata più importante del cinema con metodi e approcci
all’interpretazione del personaggio completamente diversi e con
sceneggiature che spaziano tra scenari contemporanei, passati o
storici; così come nei, generi che vanno dalla commedia, per
passare al thriller fino al musical.
Il Principale e
indiscusso favorito di quest’anno è Daniel Day-Lewis
per Lincoln di Steven Spielberg acclamato da tutta la
stampa internazionale e già vincitore del New York Film Critics
CircleAwards, dello Screen Actors Guild Award,
del Golden Globe e del BAFTA di quest’anno. Il
talento dell’attore londinese è stato ha già riconosciuto
dall’Academy, conferendogli per ben due volte l’Oscar per Il
Petroliere e Il mio piede sinistro.
L’interpretazione di Abraham Lincoln è stato un vero è
proprio studio sul sedicesimo presidente degli Stati Uniti
d’America, una trasformazione aiutata dal trucco ma sopratutto dal
metodo dell’attore che ha cercato di portare dall’interno verso
l’esterno lo spirito e il mistero di questo uomo politico, dotato
di una comunicazione universale, puro negli ideali e ferreo nelle
decisioni ma bilanciato dall’essere padre e marito con un passato
difficile. L’intera vita del presidente è stata adattata nella voce
e nei gesti di Day-Lewis con tale grazia e sofisticatezza da essere
molto vicino al reale. Sullo sfondo di una nazione devastata della
guerra civile americana, riesce a restituire tutte le perplessità e
i dubbi del leader per eccellenza.
Altra testa coronata
dagli Oscar è l’altro due volte premio Oscar, Denzel
Washington per Flight di
Robert Zemeckis, già vincitore per film quali Glory –
Uomini di Gloria e Tranning Day. Quest’anno
interpreta il pilota d’aerei Whip Whitaker, alcolista e
cocainomane, che si ritrova ad essere eroe per aver realizzato un
atterraggio fortuito su un campo, salvando numerose vite e
realizzando l’impossibile. Washington propone un ritratto, un vero
e proprio studio del carattere in cui lui è specialista, come ci ha
dimostrato nella sua lunga carriera d’attore. Il suo personaggio è
ad un costante bivio tra quello che vuole essere è quello che in
realtà è, alla presa con le tentazioni più profonde dell’animo
umano regalando così, un interpretazione tanto complessa quanto
contemporanea e riconducibile a un antieroe moderno alla continua
ricerca della propria strada che deve passare inevitabilmente dalla
pena, per sperare in un perdono.
La terza nomination di
quest’anno, arriva direttamente dalla 69° Mostra Internazionale del
Cinema di Venezia, Joaquin Phoenix per The
Master di Paul Thomas Anderson è già vincitore
della Coppa Volpi a pari merito con il suo collega-maestro
di scena Philip Seymour Hoffman. Phoenix è già alla sua
terza nomination, dopo Quando l’amore brucia l’anima
e Il Gladiatore. Nel ruolo di Freddie
Quell interpreta un veterano di guerra che ritorna in patria e
ha serie difficoltà ad accettare una vita normale nascondendo le
sue paure nella dipendenza da alcool. Un personaggio profondamente
istintivo e iracondo, che ha richiesto un interpretazione per lo
più fisica segnata da una postura curva e a volte claudicante e
trascinando le parole in un viso deformato e segnato dagli eccessi
di una vita troppo segnata dagli eventi. Phoenix è di fronte a una
delle sue massime interpretazioni racchiudendo una metafora oscura
sugli effetti del capitalismo Americano arricchita da una relazione
succube con il suo maestro che sembra volerlo iniziare ad un nuovo
stile di vita e in realtà è solo un fuoco fatuo.
Il quarto in lizza e
per la prima volta nominato dall’Academy è Hugh Jackman
in Les Misérables di
Tom Hopper, il musical è una storia ricca di temi, in
cui la rivoluzione e la vita sociale dell’epoca danno lo spunto
allo scrittore Hugo di intrecciare sentimenti d’amore, di lotta e
libertà per affermare il proprio individuo. Jackman ci regala una
prova d’attore a tutto tondo, in cui oltre a recitar cantando,
nella parte di Jean Valijean riesce a percorrere l’intera
vita di questo personaggio, dedicandosi anche alle trasformazioni
corporee, tanto apprezzate dall’Academy. In ogni sequenza
attraverso i numerosi primi piami, riusciamo a cogliere la perfetta
empatia per ogni altro personaggio che incontra sulla sua strada
verso la redenzione, incarnando perfettamente il peccatore che si
redime scoprendo la fede in tutti i suoi principi più nobili,
Jackman è riuscito a confrontarsi con la struttura di questo
personaggio trasmettendoci la stessa nobiltà d’animo e di rigore
interiore.
Ed infine, come tutti
gli anni c’è la gran sorpresa, quest’anno l’Accademy ha scoperto un
nuovo Bradley Cooper per Il Lato
Positivo – Silver Linings Playbook di David
O. Russell, prima Nomination all’Oscar per l’attore di
Una Notte da Leoni e The Words che si
ritrova a dover interpretare una commedia sui generis, che
raramente porta l’ambita statuetta a casa, eppure il suo Patrick
“Pat”Solitano ha convinto nell’interpretazione di un uomo
affetto di bipolarità che inseguito al tradimento della moglie e
relativa aggressione all’amante, lo ha costretto a essere
ricoverato in un istituto psichico e ritrovarsi ad affrontare
nuovamente la vita e l’amore. Un uomo iperattivo ed estremamente
vulnerabile, a tratti un bambino privo di qualsiasi filtro,
attraversa il film con una performance dosata trasmettendo più che
la sua condizione, i suoi dubbi, riuscendo a regalare il sorriso e
la riflessione nello stesso frame.
Questa come molte altre categorie,
sono definite “scontate” secondo i bookmaker americani, la prova di
Daniel Day-Lewis ha convinto proprio tutti, anche i suoi stessi
colleghi in lizza. Ma l’Accademy si sa, un po’ è nostalgica e un
po’ è provocatoria. Quindi, non ci resta che fare le ore piccole il
24 Febbraio e vedere se Daniel Day-Lewis raggiungerà la terza
statuetta seguendo i nomi di Jack Nicholson e Walter
Brennan oppure sarà qualcun altro ad entrare nella storia 85°
Edizione degli Oscar.
Arriva anche nel Bel Paese il
quinto episodio di una delle saghe action più esilaranti degli
ultimi trent’anni, stiamo parlando del mattacchione John McClaine
(alias Bruce Willis) e di Die Hard, in questo nuovo episodio
intitolato Die Hard – Un buon giorno per morire,
diretto dal regista John Moore.
Come già anticipato in Die
Hard – Un buon giorno per morire, Bruce
Willis ritorna a vestire i panni di John McClane, il suo
ruolo più iconico, il “vero” eroe con le abilità e l’attitudine a
rimanere sempre l’ultimo uomo sul campo. Questa volta, il
poliziotto che non fa prigionieri si ritrova veramente nel posto
sbagliato al momento sbagliato, dopo aver viaggiato fino a Mosca
per aiutare suo figlio, Jack. Con la malavita russa alle calcagna,
e in corsa contro il tempo per evitare una guerra, i due McClane
scopriranno che i loro metodi contrapposti li faranno diventare
degli eroi inarrestabili.
Die Hard – Un buon giorno
per morire, il film
Era il 1988 l’anno in cui usciva al
cinema per la prima volta Trappola di
cristallo, primo volta che l’inossidabile McClaine si
improvvisava eroe, vero eroe e protagonista di una saga che
racchiudeva in perfetto stile americano azione, tensione e ironia,
con un equilibrio invidiabile ed un successo incredibile. Poi fu la
volta del secondo e terzo capitolo, legati ad un certo cinema che
per stile e per tematiche era profondamente legato agli anni 90’
che rendono ancora oggi i film unici. Nel 2007 invece arriva il
quarto capitolo, Die Hard – Vivere o
morire, un film accolto con qualche timore ma che ha
sorpreso un po’ tutti per l’azione, tensione e divertente ironia,
tanto da acclamare a gran voce un quinto episodio che prontamente
arriva in questo periodo nelle sale.
Purtroppo però, della saga rimane
ben poco e quel cocktail esplosivo fa cilecca. Il limite più grande
di Die Hard – Un buon giorno per morire è
certamente una regia precaria nella messa in scena delle sequenza
d’azione e addirittura esageratamente concitata in alcuni frangenti
della storia, con primi piani sempre fuori asse e un continuo mood
sporcato che a lungo andare diventa irritante.
C’è da dire che la scelta di
John Moore per questo quinto capitolo, sorprese già
all’epoca dell’annuncio, e quei timori e quelle paure suscitate
dalla sua precedente prova incolore in Max
Payne, vengono tutte confermate con la visione del
film. Passa quindi quasi in secondo piano anche l’insufficienza di
una sceneggiatura che sembra essere improvvisata, seguendo alcuni
stilemi troppo reiterati nella recente storia del genere e che
hanno ormai assuefatto ogni possibile tipologia di spettatore
fruente. Vien da sé che il film si dimostra essere un’incompiuta e
poco riuscita continuazione di una storia, o meglio di un
personaggio che merita qualcosa di meglio, soprattutto per il buon
risultato ottenuto con il quarto capitolo.
L’appello da fare, almeno per chi è
fan della saga è quello rivolto ai produttori, che se dovesse
esserci (come sembra Leggi qui) un sesto
capitolo, che sia degno della saga e che rispetti le aspettative
che fino al quarto capitolo il franchise ha confermato.
Arrivano il giorno di San Valentino
una valanga di foto del remake deLa Casa, il film
diretto da Fede Alvarez e remake del cult
horror del 1981 diretto da Sam Raimi,
Continuano le riprese di The Amazing Spider-Man 2,
il sequel del fortunatissimo reebot con Andrew
Garfield ed Emma
Stone. Alcune fonti riportano la notizie dei
preparativi di una scena da girare in un cimitero, precisamente al
Cimitero Luterano nel Queens, New York. Le riprese inizieranno
oggi, quindi non ci resta che aspettare qualche foto rubata dal
set.
Grande notizia per gli amanti del
fantasy e dello sci-fi: l’idolo della serie tv HBO Game of
Thrones, Peter Dinklage, è ufficialmente
entrato a far parte del cast di X-Men: giorni di un
futuro passato. A confermare la notizia è il regista
in persona, Bryan Singer, via Twitter:
“Officially like to welcome
#PeterDinklage from #GameOfThrones to #XMEN #DaysofFuturePast Very
very excited!” “Felice di dare ufficialmente il benvenuto a
#PeterDinklage di #GameOfThrones in #XMEN #giornidiunfuturopassato.
Molto,molto eccitato!”
L’attore molto amato dai suoi fan
potrebbe interpretare Puck, il nano membro della squadra mutante
canadese, Alpha Fight. Dinklage si unisce ad un cast già ricco di
nomi: Hugh Jackman, Ian McKellen, Patrick Stewart, James
McAvoy, Jennifer Lawrence, Michael Fassbender, Nicholas Hoult, Anna
Paquin, Ellen Page e Shawn Ashmore. Il
film uscirà il 18 luglio 2014.
Arriva da MSN il nuovo trailer
italiano di Oblivion di
Joseph Kosinski. La pellicola prodotta da
Disney e scritto da William
Monaghan uscirà l’11 Aprile in Italia, cinque giorni in
anticipo rispetto agli USA, e vede protagonista l’attore
Tom Cruise.
Tutte le info del film nella nostra scheda: Oblivion
“Mi sono divertita molto a
rivisitare il mio personaggio, che sta crescendo, umanamente e
sentimentalmente.” In Kick-Ass
2 Anche
Chloë Grace Moretz è cresciuta e siamo sicuri di
poterci aspettare molto di più dalla sua Hit Girl, che già nel
primo Kick Ass ha conquistato il cuore degli spettatori.
Kick-Ass
2 sarà diretto da Jeff Wadlow
e ci racconta il seguito delle avventure da super eroe senza super
poteri di Dave, teenager con la voglia di cambiare le cose. Al suo
fianco troviamo Mindy, l’energica Hit Girl, interpretata appunto
dalla Moretz, che accenna a qualche dettaglio sulla trama:
“Vedrete qualche novità nel film. Una cosa è certa: sarà più
romantico e pieno di tormenti interiori.” Chissà chi
interesseranno questi tormenti interiori! CHe Dave e Mindy possano
intrecciare una relazione che vada al di là della semplice amicizia
e collaborazione?
Guarda il nuovo poster di
Iron Man
3, il prossimo cinecomics che invaderà gli schemi. Protagonista
è Iron patriot a volto scoperto,
interpretato da Don Cheadle. Il character
poster arriva dalla fanpage del film:
A quasi tre anni dalla sua
realizzazione, arriva finalmente nelle nostre sale Blue
Valentine, film diretto da Derek
Cianfrance e interpretato da Michelle Williams e Ryan Gosling. Che la data di uscita scelta sia
proprio il giorno di San Valentino risulta quanto meno curioso
considerato che al centro della storia non è l’amore ad essere
osannato -di certo non quello a lieto fine- quanto i suoi effetti
disastrosi e deleteri sul profondo dell’animo umano e delle sue
relazioni.
Il rapporto tra Dean e Cindy, nato
all’insegna dell’insicura e frettolosa giovinezza, prende forma sul
filo del tempo che passa, in un continuo e nostalgico passaggio dal
ricordo di quello che fu – reso matericamente dai colori lievi del
16 mm – a un presente amaro, frustrato, reso ancor più grigio
e freddo dalle riprese in digitale.
Blue Valentine, il film
Ciò che fa ancor più toccante e
straziante l’andamento del film è che a sorreggerlo sono solo i due
protagonisti, con i loro volti, la loro espressività, le loro
drammatiche tensioni e decisioni: indagati dalla regia senza
indugio ma con rispetto, nell’intimità del loro fallimento, più di
coppia che individuale. Lo dice chiaramente Dean, in una delle
scene forse più intense e belle per la verità del racconto,
quando accusato dalla moglie di non sfruttare affatto il suo
potenziale –in quella stanza d’albergo del futuro– le
domanda atterrito “Potenziale di cosa? Di trasformarsi in cosa?”,
ammettendo implicitamente a se stesso, forse per la prima volta, di
essere da solo, di fronte a una moglie delusa, che non riesce a
vederlo per davvero: che lo considera per quello che
fa e non per quello che è.
Una coppia che appare fin da subito
scomposta, nelle sue così diverse e inconciliabili personalità, cui
la cinepresa dedica infatti, separatamente, tempo ed attenzione:
lui solare, fiducioso, forse troppo ingenuo; lei più spigolosa,
cinica (come dimenticare il “flashback” su quell’atroce
barzelletta), ma anche più reale nella sua propensione
autodistruttiva e paradossalmente costruttiva al tempo stesso: ha
in sé infatti il potere del cambiamento, il bisogno di non fermarsi
e accontentarsi mai. Ed è lei a gestire in qualche modo le
possibilità della narrazione, a mandare avanti il racconto in cerca
della via d’uscita.
Blue Valentine è
un film delicato, forse un po’ prolisso nello sviluppo della storia
ma di certo personale, raro per la capacità di addentrarsi nelle
problematiche non tanto dell’amore, ma del nostro essere umani,
inevitabilmente soli ed imperfetti.
Nicolas Cage sarà
protagonista di Tokarev, thriller diretto
da Paco Cabezas, regista spagnolo noto in patria,
ma all’esordio negli Stati Uniti. La sceneggiatura è stata curata
da Jim Agnew e Sean Keller e vede
protagonista Paul Maguire (Cage), un ex poliziotto alle prese col
rapimento della figlia, legato al suo oscuro passato.
Al momento non è stata fissata una
data per l’avvio della produzione: il film è ancora in attesa di
qualcuno che ne acquisti i diritti, in occasione dello European
Film Market di Berlino. Il titolo Tokarev deriva dal nome di una
pistola di fabbricazione russa.
Un film intitolato The
Vatican Tapes lascerebbe immaginare un intrigo
clerical- spionistico, magari sullo sfondo della clamorosa rinuncia
di Joseph Ratzinger al soglio pontificio, che c’è
da scommettere, diventerà ben presto materiale da cinema: tuttavia
non è questo il caso, dato che ci troviamo di fronte a un horror,
che sarà diretto da Mark Neveldine.
I nastri al centro della vicenda
non conterranno inconfessabili segreti sugli intrighi che animano
le stanze vaticane, ma la registrazione di un esorcismo. In
quest’occasione Neveldine interromperà la collaborazione con
Brian Taylor, suo ‘compare’ nei film della serie
Crank e in Ghost Rider:
Spirit Of Vengeance; mentre Neveldine sarà alle prese
con le presenze demoniache in Vaticano, Taylor si sta occupando
dell’adattamento del videogame Twisted Metal.
Sarà diretto dal regista svedese di
origini cilene Daniel Espinosa(Safe
House) l’adattamento di The
Racketeer, il più recente romanzo di John
Grisham, uscito in Italia col titolo di L’ex
avvocato.
Il progetto è portato avanti da Fox
2000 e New Regency attende ora uno scrittore che traduca la storia
dalla pagina allo schermo. Il romanzo è un tipico legal thriller,
stavolta incentrato sull’uccisione di un giudice federale e sul
furto di alcuni importanti documenti dalla sua cassaforte; l’unica
persona che è a conoscenza del contenuto dei documenti è un ex
avvocato finito in carcere che vuole usare quelle informazioni per
vendicarsi di chi l’ha incastrato.
In attesa di avere una
sceneggiatura dalla quale partire, Espinosa si concentrerà su altri
progetti, a partire da Child 44, thriller
ambientato all’epoca dell’Unione Sovietica, protagonisti
Tom Hardye Noomi Rapace.
Grazie al successo della serie
delle ’50 sfumature’, la narrativa erotica destinata al pubblico
femminile sembra diventata la nuova miniera d’oro dell’editoria
mondiale; abbastanza prevedibilmente il cinema segue a ruota il
trend, con adattamenti a raffica.
A godere di un adattamento per il
grande schermo sembra essere destinato anche Beautiful
Bastard, romanzo firmato da Christina
Lauren (pseudonimo per la coppia formata da
Christina Hobbs e Lauren
Billings); a portare avanti il progetto è Jeremy
Bolt, già produttore di Resident
Evil.
L’uscita di “Beautiful Bastard” è
in realtà è stata precedente a quella di “50 Sfumature di
grigio“: pubblicato online nel 2009, il romanzo
rapidamente diventato un fenomeno, collezionando oltre due milioni
di download, prima di venire ritirato per la revisione in vista
della pubblicazione cartacea.
Protagonista del romanzo è Chloe
Mills, che allaccia una relazione di odio / amore col suo capo
Bennett Ryan; il successo arriso al romanzo ha già portato a un
sequel, Beatiful Stranger, e probabilmente la serie proseguirà.
Sigourney Weaver
entra nel cast di The Body Artist, tratto
dall’omonimo romanzo di Don DeLillo (pubblicato in
Italia col titolo di Body Art) e diretto
da Luca Guadagnino.
L’attrice affiancherà
Isabelle Huppert, Denis Levant e
David Cronenberg, in una delle sue rare prove
d’attore. Il film è prodotto da Paul Branco,
già artefice di Cosmopolis, anch’esso
tratto da un’opera di DeLillo; l’originale, pubblicato nel 2011, è
stato descritto come una meditazione sul tempo, la percezione e il
dolore; nel libro vi sono lunghe sequenze in cui i protagonisti
fanno colazione o guardano le riprese di una webcam che inquadra
strade deserte in Finlandia; a un certo punto vi è l’apparizione di
un giovane uomo in un appartamento (Lavant), una figura che
potrebbe anche non essere reale, che arriva a turbare la vita di
una dei protagonisti Lauren Hartke (Isabele Huppert), il cui marito
(Cronenberg) si è da poco improvvisamente suicidato.
Il cast dei personaggi dovrebbe
comunque essere più ampio rispetto a quello de libro, il che porta
a credere che nella trasposizione sullo schermo la storia verrà
ampliata. Le riprese partiranno la prossima estate in
Portogallo.
Mentre si sta preparando a
presentare la cerimonia degli Oscar, Seth
McFarlane continua a sviluppare il suo prossimo lavoro,
una commegia western il cui titolo dovrebbe essere A
Million Ways To Die In The West.
Il regista avrebbe punterebbe ad
avere Amanda Seyfried nel cast e le trattative in
questo senso sono già cominciate; il film – che McFarlane ha anche
contribuito a scrivere e al quale parteciperà anche come attore,
oltre a dirigerlo – ha già conquistato la presenta di
Charlize Theron.
Protagonista è un mite pastore che
viene piantato dalla fidanzata (il personaggio per il quale sarebbe
stata contattata Amanda Seyfried) dopo essere scappato di fronte a
una sparatoria avvenuta nel suo terreno; per poterla riconquistare,
stringerà un patto con la moglie di un noto criminale (Charlize
Theron) che gli insegnerà a sparare; trai due si creerà un legame
speciale, che però causerà ulteriori problemi quando il fuorilegge
tornerà a farsi vivo.
Assieme a McFarlane, hanno scritto
la sceneggiatura Alec Sulkin e Wellesley
Wild, già suoi collaboratori per
Ted; l’avvio delle riprese è fissato per
maggio.
Ne Il
Principe Abusivo In un piccolo Principato del centro
Europa, vive Letizia/Sarah
Felberbaum, una principessa che sogna di diventare
un’importante filantropa, ma, purtroppo, oggi senza qualche
scandalo non si ottiene la fama con cui si raccolgono i soldi per
la beneficienza. Preoccupato per la figlia, il Re/Marco
Messeri chiede al ciambellano di corte Anastasio/Christian
De Sica di aiutarla.
Per far scalpore serve che la
principessa s’innamori di uno del popolo, arrivando a rifiutare la
corona pur di stare con lui. Scelto il piano, Anastasio cerca
l’uomo più miserabile d’Europa, trovandolo in Antonio De
Biase/Alessandro
Siani, un giovane napoletano che vive a scrocco,
facendo da cavia per gli esperimenti farmaceutici. Con l’inganno
sarà portato nel Principato e convinto che la principessa,
incontrata un giorno per caso, si sia innamorata di lui. Durante il
soggiorno al castello, mentre Antonio passa il suo tempo a studiare
l’etichetta per essere degno di Letizia, gli faranno visita i suoi
amici e sua cugina Jessica/Serena Autieri. L’irreprensibile
Anastasio s’innamorerà di lei e per conquistarla chiederà ad
Antonio di trasformarlo in un napoletano doc.
Prodotta da Cattleya con Rai Cinema
e scritta in collaborazione con Fabio Bonifacci
(Diverso da chi?, Benvenuti al Nord), la commedia Il Principe
Abusivo è il primo film da regista per Alessandro
Siani, comico napoletano che ha raggiunto la popolarità grazie
a Benvenuti al Sud di Luca Miniero. Siani qui
ripropone il suo essere napoletano col duplice intento di far
ridere e di parlare di ricchezza e povertà, mettendole a confronto
grazie all’amore tra una principessa e un disoccupato napoletano.
L’intento dichiarato almeno era questo, ma non il risultato.
Il tema della differenza sociale e
del divario economico, ci vengono mostrati, ma passivamente; la
giustapposizione è tra due realtà così agli antipodi, che non basta
attribuire al Re vizi e debolezze tipiche dei politici d’oggi per
mettere in piedi una calzante allegoria del nostro Paese e del
disagio economico che molti stanno vivendo. Sembra che il
regista/sceneggiatore si sia preoccupato di trovare più gli spunti
comici che quelli narrativi, relegando spesso i personaggi a delle
macchiette. La storia segue il percorso classico delle commedie,
prende ad esempio le trame di My Fair Lady e de
Il Conte Max, cita Cyrano de Bergerac e
Cantando sotto la pioggia, ma la struttura del film
ha diversi punti deboli e troppo spesso ciò che accade rimane fine
a se stesso. Si ride, a volte di gusto, soprattutto perché la
comicità di Siani non è volgare ma genuina e spontanea e la
sua alchimia con De Sica è tangibile. I momenti romantici
che dovrebbero dare un tocco in più alla trama, però, vengono quasi
tutti smorzati da un’invadente comicità.
Il Principe
Abusivo diverte, ma non convince, così come
Siani/regista, che forse non ha saputo gestire bene il
doppio ruolo assunto per questo progetto. Nelle sale dal 14
febbraio.
“Signori, è stata una
notizia incredibile perché oggi è il giorno 11, lui si se ne va il
28, quindi per 16 giorni avremo il Papa abusivo!” Inizia così,
con una battuta del comico napoletano sulle dimissioni di
Ratzinger, la conferenza stampa de Il
Principe Abusivo, primo film da regista per
Alessandro Siani, nei panni anche di protagonista. A
presentare il film, oltre a Siani, c’erano anche Christian De
Sica, Sarah Felberbaum, Serena Autieri, Marco
Messeri, Alan Cappelli Goetz, lo sceneggiatore Fabio
Bonifacci e il produttore Riccardo Tozzi.
Vieni dal successo dei due film
Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord, però passare dal ruolo di
protagonista a quello di regista/protagonista, deve essere stata
una bella responsabilità. Non hai avuto esitazioni? È stata una tua
scelta o ti hanno un po’ spinto?
ASGià con
Benvenuti al Sud ho sentito il bisogno di lavorare sopra
alcune scene e ho potuto collaborare alla sceneggiatura grazie ai
produttori Tozzi, Chimenz, Longardi e lo sceneggiatore Massimo
Gaudioso, che mi hanno dato carta bianca. Da lì è nata questa mia
collaborazione-ombra sulle sceneggiature. Stessa cosa è accaduta
con Benvenuti alNord. Dopo il primo eravamo
un po’ tutti preoccupati di fare un sequel, soprattutto perché
aveva riscosso molto successo. Nel frattempo mi era venuta
semplicemente un’idea, che era proprio quella de Il Principe
Abusivo, parlare di ricchezza e povertà; idea che si è
sviluppata grazie alle mani sapienti di Fabio Bonifacci.
Però Tozzi mi disse di tenerla da parte per il momento e di fare
prima il sequel che la gente aspettava. È stato di parola.
All’inizio delle riprese io mi
spiegavo a gesti, era una scena veramente comica. Poi, pian piano,
avendo anche scritto il film e lavorando con una troupe affiatata,
mi sono trovato bene. Sì, certo, per un regista esordiente è
preoccupante, ma accanto a me c’era il buon Christian De Sica, al
quale potevo chiedere consigli se avevo qualche dubbio, come si fa
normalmente un set in cui esiste una collaborazione.
Com’è stata la scelta della
coppia De Sica/Autieri per la scena del musical?
ASSerena Autieri
è, secondo me, un’attrice bravissima, ed era perfetta, perché nel
film volevo fare a un certo punto un musical, volevo che si creasse
questa magia. Christian De Sica, che è attore che sa fare
tutto (recitare, cantare, ballare) aveva bisogno di un’attrice al
suo livello e, attualmente, al suo livello vedo solo Serena
Autieri.
Ci parli della sua cinefilia,
dei film cui si è ispirato, anche per i vari personaggi.
ASPer quanto
riguardo Christian mi sono ispirato a Il Conte Max, perché è
un film meraviglioso, italiano. Invece, i film che m’interessavano
erano Il Piccolo Lord, Una Poltrona per Due; erano
quelle atmosfere che m’interessavano. Volevo fare una commedia in
cui non ci fossero parolacce che parlasse di povertà. Naturalmente,
nel film si parla di un meccanismo già conosciuto nelle commedie,
da My Fair Lady a Il Conte Max, lo stesso Colpi di
Fulmini; meccanismi già visti, soprattutto nei film americani.
M’interessava proprio prendere da lì, poi però fa sempre la
differenza l’approccio che hai con una storia come questa. Il mio è
stato come quello dei film americani: la fotografia, non strafare e
non essere volgare.
Comunque, sono sempre gli
attori che fanno la differenza, con la loro personalità, la loro
sensibilità, la regia è fino a un certo punto. Poi Christian aveva
un ruolo anche difficile perché doveva essere tenero e per un
attore comico è complicato, perché la tenerezza è abbastanza
distante dalla comicità. Quando sei più irruento, più sopra le
righe, fai più ridere.
Come avete lavorato sui vostri
personaggi, che richiamano il cinema del passato, ma ai quali poi
voi avete dato una vostra originalità.
SFAlessandro
aveva le idee molto chiare sul mio personaggio, quindi sapevo che
potevo appoggiarmi a lui e fidarmi di lui. Questo è stato molto
bello. Abbiamo lavorato su ogni minimo dettaglio, in modo tale da
dare al personaggio uno spessore, che non fosse una semplice
principessa, ma che avesse tanti colori. Abbiamo lavorato sulle
piccole frasi, sul tono da dare, perché non volevamo mai che fosse
antipatica o snob. Così è stato dal primo all’ultimo giorno di
riprese.
CDSIo sono del
’62, sono io il passato (ride). Innanzitutto, volevo raccontare
come ci siamo conosciuti Siani ed io. Avevamo fatto un paio di film
di Natale, ma lui era diffidente; poi, un giorno ci siamo ritrovati
a ridere sulla stessa cosa e siamo diventati amici. Poi, ho visto
Quasi Amici, sapevo che Medusa aveva comprato i diritti,
così l’ho chiamato e gli ho chiesto di fare il remake insieme: lui
faceva il nero e io il malato; però poi il film ha fatto duemila
miliardi e quindi che si faceva a fare. Però lui mi ha detto che mi
voleva offrire un altro ruolo ne Il Principe Abusivo e così
è nata la cosa. Quello che mi ha meravigliato di più è che intanto
è nata una grandissima amicizia, anche se io ho molti più anni di
lui, e che poi nel film sembra che lavoriamo già da trent’anni
insieme. Questo è difficile, mi è capito con Boldi tanti anni fa e
di solito non si ripete. Mi piace tanto lavorare con Siani,
soprattutto perché è un maestro di recitazione, forse perché nasce
attore. Di solito i registi, quelli di commedia, non hanno il senso
dell’umorismo; sono tecnicamente molto più preparati di lui, però
lui è fantastico con noi attori. Non lo freghi se reciti per
stereotipi, ti becca subito. Ha un’ipersensibiltà pazzesca, quindi
è stato veramente facile; mi ha guidato, anche se sono molto più
vecchio di lui. (aggiunge poco dopo) Il professor Higgins ci ha
messo tre mesi a far diventare Audrey Hepburn una perfetta Lady;
invece, lui (Siani) ha fatto meglio, mi ha trasformato in soli 3
giorni in un perfetto cafone (ride).
Puoi
parlarci di quest’orgoglio napoletano che metti nel film, della
voglia di non rinunciare ad una lingua, ad una possibilità comica e
narrativa che offre il fatto di essere napoletani.
AS Per quanto
riguarda me, quando faccio un lavoro penso a quello che mi
piacerebbe vedere, soprattutto quando si parla di Napoli, della mia
città, che, si sa, è sempre un po’ complicato. Ci sono delle cose
che sono universali, come il sentimento; noi napoletani possiamo
vantarci proprio di questo, di averlo nel DNA, è genetico. Abbiamo
scritto le canzoni d’amore che hanno girato il mondo. Invece,
parlare napoletano è un’esigenza mia: uno pecché nun sacc’ parlà in
italiano (ride) e secondo perché ci sono delle cose che se non sono
dette in napoletano non funzionano, sia se sei sentimentale, sia se
vuoi fare comicità.
Nei ruoli da co-protagonista o
da non protagonista all’americana sembra ci sia un’attenzione
particolare nel disegnare e raccontare il personaggio. Le piacciano
questi ruoli in cui non hai tutta la responsabilità del film e
magari può divertirsi di più a fare l’attore?
CDSIo ho fatto
sempre il protagonista quando ho fatto i film di Natale, quindi
bene o male era sempre lo stesso personaggio, che poi mi ha dato
grande notorietà e grande fama, e sono i film che hanno avuto più
successo. Quando non faccio il comprimario, come in questo caso o
con Johnny Depp oppure, due anni fa, con Pupi Avati, ho vinto tutti
i premi che in una carriera non ho vinto, ma perché mi posso
cimentare con dei ruoli più diversi; esce più fuori l’attore che
sono, invece della macchietta, del caratterista che faccio nei film
di Natale, che non rinnego assolutamente. Anzi, continuano ad avere
successo; dicevano che ero morto e io mi sono toccato subito
(ride).
Con i personaggi maschili
ricchi, sei stato cattivo. Come mai?
Nelle favole, di solito, c’è la
strega cattiva, ma io non ce l’avevo nel film, così ho preso degli
ingredienti che sono della strega cattiva e li ho messi nel re e in
Gherets, il promesso sposo della principessa. [SPOILER] Ma, alla
fine, il re diventa buono e lo stesso Gherets, che alla fine si
arrende al fatto che lei non lo ama, senza fare nessun tipo di
cattiveria e senza una mela.
Come ti sei approcciata a questo
ruolo di popolana?
SAFinalmente ho
fatto un sospiro di sollievo, perché era da tempo che aspettavo un
ruolo così. Poi una che si chiama Jessica Quagliarulo non ti capita
tutti i giorni. Ho un legame particolare con questo film, perché
dopo pochi giorni di lavorazione, a parte la caduta nella scena del
musical, ho scoperto di essere incinta. Dai, racconta! (dice a De
Sica)
CDSSto matto
(Siani) ci ha fatto ballare il tip tap, nella scena del musical,
sotto l’acqua, che è pericolosissimo. Però io le ho detto: “Serena,
non ti fermare mai! Quando si fa un numero musicale, al cinema o in
televisione, non ci si ferma mai!” Poi c’è il pezzo in cui saliamo
sul divano e lo ribaltiamo; lì lei è caduta, ho visto le sue
gambette per aria ed io, invece, ho continuato, per rispettare la
regola. Poi non sapevamo che lei invece era incinta, quindi era una
tragedia.
SAL’ho scoperto
una settimana dopo e, quindi, ho un legame fortissimo con il
personaggio perché mi ha divertito molto. Era già scritto bene,
chiaro. Alessandro è stato un regista fantastico, mi ha dato grandi
consigli e mi ha lasciato anche fare quando è stato possibile. E
poi cantare e ballare in un film al cinema è una cosa rarissima,
quindi ero strafelice. Poi farlo con Christian per me è il massimo,
è uno degli attori più bravi, completi che ci sono in
Italia.
Pensi di fare qualcosa che si
stacchi dall’immagine stereotipata di Napoli?
ASIo cerco
sempre di non portare sullo schermo la Napoli stereotipata; pensa
che a un certo punto nel film c’è la scena in cui mi presento nel
video del ciambellano e lì stavo in un vicolo di Napoli, da dove ho
fatto togliere tutti i panni stesi, ho fatto passare un ragazzo col
casco in testa, ho messo in una piazza degli studenti universitari.
Questa è la prima cosa che ho fatto, che era fondamentale.
Per quanto riguarda
l’abusivismo, è un film che poteva essere fatto pure a New York,
perché si parla di uno che per 24 ore riesce a non spendere soldi,
campando di espedienti, facendo la cavia per le cliniche
farmaceutiche. In più, non mi vergogno di far vedere una Napoli
bella, dei luoghi che sono considerati stereotipi, come il Vesuvio.
Ma che vuoi vedere di Napoli? La criminalità, i rifiuti per strada?
Nei miei film non ci saranno mai, come non ci saranno mai u’
spaghetto a vongola, u’ mandolino, il prendersi il giro con la
pizza e cose così.
Ci sono progetti futuri che non
riguardano Napoli?
ASSiamo
scrivendo con Bonifacci una storia che mi auguro possa
sempre partire da Napoli, ma è una storia universale, un film che
cerca di fare un passo in più rispetto a quello che abbiamo fatto
adesso.
Ascoltando il divertentissimo
scontro tra titani sul set, tra De Sica, dotato di grande
memoria, e Salvatore Misticone, che dimenticava persino il
suo nome, si conclude la conferenza stampa.
Con 548 copie, Il Principo
Abusivo uscirà nelle sale il 14 febbraio.
La più importante conferenza italiana
dedicata all’animazione digitale ha aperto i bandi per partecipare
a quattro diversi contest: VIEW AWARD, VIEW SOCIAL CONTEST,
L’attore William
Shatner ci va giù pesante nel commentare la notizia che
J.J. Abrams oltre a dirigere la saga
di Star Trek, si appresti a ridare vita anche a
Star Wars – Episodio 7.
Guarda le foto della Action Figure
tratte dal film L’uomo d’Acciaio di
Zack Snyder, il nuovo film di su Superman della DC
prodotto da Christopher Nolan. Le foto arrivano
dal tour della DC Direct Showroom dove sono state mostrale le nuove
statuette basate proprio sull’ultima pellicola in onore del
supereroe. I toys sono altamente dettagliate e riguardano il
generale Zod, Jor-El e Faora.
L’Uomo d’Acciaio, il film
Warner Bros. Pictures e Legendary
Pictures presentano L’Uomo
d’Acciaio, con
Henry Cavill nel ruolo di Clark Kent/Superman,
per la regia di Zack Snyder. Il film è
interpretato anche da
Amy Adams (“The Fighter”), attrice candidata tre volte
agli Oscar, nel ruolo della giornalista del Daily Planet Lois Lane,
e il candidato all’Oscar
Laurence Fishburne (“What’s Love Got to Do with It”)
in quello del direttore del giornale, Perry White. Nel ruolo dei
genitori adottivi di Clark Kent, Martha e Jonathan Kent, ci sono la
candidata agli Oscar
Diane Lane (“Unfaithful — L’amore infedele”) e il
premio Academy Award
Kevin Costner(“Balla coi lupi”).
A combattere contro il supereroe
sono due altri Kryptoniani sopravvissuti, il malvagio Generale Zod,
interpretato dal candidato agli Oscar
Michael Shannon (“Revolutionary Road”) e Faora,
interpretata da Antje Traue. Originari di Krypton
sono anche i genitori biologici di Superman, la madre Lara Lor-Van,
interpretata da Ayelet Zurer (“Angeli e demoni”) e
il padre Jor-El, interpretato dal premio Academy Award
Russell Crowe (“Il gladiatore”). Nel cast anche
Harry Lennix, nel ruolo del Generale Swanwick,
Christopher Meloni in quello del Colonnello Hardy
e Richard Schiff che interpreta il Dr. Emil
Hamilton. Tutte le news nel nostro
speciale: Superman: Man of
steel.