Home Blog Pagina 50

The Fantastic Four: First Steps, Agatha Harkness potrebbe avere un cameo nel film?

The Fantastic Four: First Steps 2025

Tra nuovi film di successo e serie Disney+ di riferimento, il Marvel Cinematic Universe si sta dirigendo verso un territorio inesplorato nei prossimi anni. Il prossimo progetto confermato è Agatha All Along, una nuova serie Disney+ incentrata sulle continue avventure di Agatha Harkness (Kathryn Hahn) di WandaVision. Mentre le vibrazioni spettrali e le connessioni mistiche più ampie hanno dominato la conversazione sulla serie, c’è anche la questione del potenziale futuro a lungo termine di Agatha nel MCU, soprattutto se accostata alla sua breve permanenza nei fumetti Marvel. In particolare, soprattutto per coloro che conoscono la storia dei fumetti di Agatha, potrebbe fare un cameo in The Fantastic Four: First Steps?

Il film, la cui uscita è prevista per l’estate del prossimo anno, ha l’obiettivo di reintrodurre la Prima Famiglia della Marvel a una nuova generazione di spettatori, ispirandosi anche all’estetica anni ’60 della squadra nella sua prima serie di fumetti. Per questo motivo, è stato confermato che The Fantastic Four: First Steps si svolge in un universo diverso da quello principale del MCU, il che teoricamente apre le porte a una serie di personaggi del MCU che faranno nuove apparizioni radicali nel film. Nei fumetti, Agatha è stata originariamente introdotta in Fantastic Four #94 del 1970 come babysitter del giovane figlio di Reed Richards e Sue Storm, Franklin Richards.

Considerando il fatto che questo elemento del personaggio di Agatha non è ancora stato esplorato nel MCU (a parte la sua battuta in WandaVision sul fatto che non è brava a fare da babysitter ai bambini) e la vicinanza tra Agatha All Along e l’uscita di questo film, un cameo della Hahn potrebbe essere un modo divertente per sorprendere gli spettatori e differenziare il mondo dei Fantastici Quattro da quello di Terra-616. Anche se a questo punto non si sa ancora se Franklin entrerà a far parte di The Fantastic Four: First Steps, anche un breve cameo di Agatha nel mondo di Reed e Sue potrebbe avere lo stesso effetto.

Dopotutto, abbiamo già visto una versione di Agatha degli anni ’60 attraverso le deformazioni della realtà a tema sitcom di WandaVision. La stessa Hahn ha recentemente dichiarato che si sposterebbe in parti più ampie del MCU solo se fosse “necessario e succoso”, e qualcosa di visivamente distinto e tematicamente diverso come I Fantastici Quattro: First Steps potrebbe benissimo rientrare in questa categoria.

WandaVision-Agatha-Harkness-fantascienza
Agatha Harkness in WandaVision

The Fantastic Four: First Steps – quello che c’è da sapere sul film

Il film è atteso al cinema il 25 luglio 2025. Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici Quattro sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà The Fantastic Four: First Steps, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian SpringerPedro Pascal (Reed Richards) è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby (Sue Storm) ha fatto parte del franchise di Mission: Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn (Johnny Storm) è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear.

Fanno parte del cast anche Julia GarnerPaul Walter Hauser, John MalkovichNatasha Lyonne e Ralph Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato da Kevin Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che conosciamo. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel film.

 
 

Stranger Eyes: la recensione del film di Yeo Siew Hua – Venezia 81

stranger eyes recensione

Sfuggente e affascinate, il nuovo film di Yeo Siew Hua, Stranger Eyes, presentato in Concorso all’81° edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia nasconde molte più anime di quello che può apparire a prima vista, sfuggendo dal semplice anche se intrigante meccanismo del “chi guarda chi”, stratificandosi e andando oltre il puro voyeurismo della società iper-sorvegliata che ci circonda.

La trama di Stranger Eyes

Dopo la misteriosa scomparsa della propria bambina, una giovane coppia inizia a ricevere strani video e si rende conto che qualcuno ha filmato la loro vita quotidiana, persino i momenti più intimi. La polizia mette la casa sotto sorveglianza per tentare di sorprendere il voyeur, ma la famiglia inizia a sgretolarsi a mano a mano che i segreti si svelano sotto lo sguardo attento di occhi che li osservano da ogni parte. Risolvendo a sorpresa uno dei misteri del film rapidamente, Stranger Eyes si immerge nelle incertezze più profonde del comportamento e delle relazioni umane, rivelando la sua natura dolente.

Singapore, stato densamente popolato, è un’ottima ambientazione per una storia di sorveglianza e vite private rese pubbliche, alla luce del fatto che rimanere invisibili in un tale ambiente sembra una sfida impossibile. Basti pensare che la giovane coppia al centro del film vive in un vasto grattacielo a griglia, di fronte a un altro vasto grattacielo a griglia, che offre una prospettiva a la Finestra sul cortile, ma su scala industriale, potremmo dire. Non solo, dividono l’appartamento con la madre di lui, oltre che con la loro piccola Bo, dando perfettamente l’idea dell’affollamento che regna in città.

La Finestra sul cortile nell’era industriale

La relazione trai due è già fragile, anche prima che la bambina scompaia e l’evento traumatico non fa altro che far emergere i problemi e le difficoltà reciproche. La sparizione della bimba coincide con la ricezione, da mittente anonimo, di DVD in cui i due giovani coniugi si vedono ripresi nelle loro attività quotidiane e intime. I due eventi sembrano collegati e la polizia decide di aumentare la sorveglianza intorno alla loro casa. Altre telecamere, altri occhi estranei che spiano.

Questo accorgimento li condurrà presto da Wu (Lee Kang-sheng), l’uomo di mezza età dagli occhi tristi che vive con la madre anziana nell’appartamento di fronte. Dopotutto, come dice la polizia, in questa società basta la pazienza, e prima o poi la verità viene fuori, indicando tutte le telecamere che spiano continuamente ogni angolo della città. E quando si pensa di aver colto il cuore del film, Stranger Eyes muta ancora e si addentra nei rapporti umani e familiari in maniera molto più intima e dolente. Un racconto non perfettamente cronologico svela la vera fragilità della coppia, soprattutto contrappone la sorveglianza costante alla tragica verità relativa a Junyang e Peiying e a quanto poco i due si siano effettivamente osservati nel corso della loro storia.

Così il fuoco del racconto trasla dalla coppia all’osservatore, mettendone in luce la straziante solitudine e il rimpianto di una vita distaccata dagli affetti reali. Sarà proprio la sua abitudine a osservare gli altri che gli permetterà di arginare il suo isolamento. Una profonda umanità ricca di emozione, molto diversa dallo stile e dalla confezione del film, elegante ed essenziale, dalla luce fredda e le inquadrature pulite.

Il tema privato diventa ovviamente poi specchio di uno sbilanciamento del tessuto sociale, di un distanziamento tra la vita vera e quella percepita attraverso gli schermi e le camere di sorveglianza. Questa qualità comunicativa lucida e profonda fa di Stranger Eyes non solo un buon thriller, ma anche un oggetto di analisi sociale e delle relazioni.

 
 

Amy Adams produrrà e sarà la protagonista della commedia “Lazy Susans”

Amy Adams Nightbitch

A due giorni dalla prima mondiale di Toronto della sua commedia dark Nightbitch, Amy Adams ha concluso un accordo per produrre e recitare in Lazy Susans, una nuova commedia in arrivo ai 20th Century Studios. Come riportato da Deadline, i candidati all’Oscar Annie Mumolo (Le amiche della sposa) e Stan Chervin (Moneyball) sono stati incaricati della sceneggiatura del film che racconta di un gruppo di mamme che formano una rock band.

Il film è ispirato alla storia di The Lazy Susans, un gruppo reale di Boston che si è riunito durante la pandemia di Covid. Vivek J. Tiwary e Jack Leslie, che produrranno per TEG+, hanno dato il via al progetto quando hanno opzionato l’articolo del Boston Magazine “For Those Moms About to Rock”. Adams e Stacy O’Neil produrranno anche attraverso il loro marchio Bond Group Entertainment. Non è ancora stato scelto un regista.

Nightbitch
Amy Adams in Nightbitch.

Amy Adams, dove la vedremo prossimamente?

Sei volte candidata all’Oscar, la Amy Adams sarà presente nel già citato Nightbitch, adattamento di Marielle Heller del romanzo di Rachel Yoder del 2021, in cui la vita di una mamma casalinga prende una piega surreale. Lei e O’Neil hanno anche prodotto il film, che Searchlight Pictures distribuirà il 6 dicembre. Più recentemente, ha recitato al fianco di Jenna Ortega in Klara and the Sun – film fantascientifico distopico di Taika Waiti per Sony’s 3000 Pictures, basato sul romanzo di Kazuo Ishiguro.

Reciterà poi nel film drammatico At the Sea del regista di Pieces of a Woman Kornél Mundruczó, in cui recita al fianco di Murray Bartlett, Brett Goldstein e altri. Il film segue la vita di Laura (Adams) dopo una lunga riabilitazione, mentre torna dalla sua famiglia nella loro casa per le vacanze al mare dove deve riadattarsi alla vita complicata che si è lasciata alle spalle. Ora è costretta ad affrontare il prossimo capitolo della sua vita senza la carriera che le ha dato fama, fortuna e, soprattutto, identità.

 
 

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, l’episodio 4 offre un grande indizio sull’identità dello Straniero

È ora in streaming su Prime Video il quarto episodio della seconda stagione di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere. Tra gli Ent (e le Ent-mogli), gli inquietanti Barrow-Wights e il debutto di Tom Bombadil, il punto di discussione più significativo potrebbe essere il più grande indizio sulla vera identità dello Straniero (Daniel Weyman).

Seguono spoiler

Quando Nori (Markella Kavanaugh) e Poppy (Megan Richards) si separano dal loro amico “Istar” dopo essere state trascinate via da una tempesta di sabbia da lui provocata (non ha ancora ben compreso i suoi poteri), si imbattono in un gruppo di Halfling più grandi che si fanno chiamare Stoor (si ritiene che Smeagol/Gollum fosse un Hobbit Stoorish). Dopo alcune ostilità iniziali, le due Harfoot cercano di spiegare meglio con chi stanno viaggiando.

Dopo aver descritto lo Straniero come “un gigante” e “più grande di un Elfo”, il capo degli Harfoot Gundabel le interrompe sarcasticamente con: “Oh, quindi è un grand’elfo?” (Granf-Elf, in inglese). Alcuni fan hanno notato che ripetendo velocemente grand’elfo si potrebbe comprendere l’easter eggs che sembra svelare l’identità dello Straniero.

C’era già un’idea abbastanza precisa che lo Straniero di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere potrebbe essere Gandalf, ma si è ipotizzato che potesse essere anche uno dei Maghi Blu, Alatar e Pallando, di cui sappiamo pochissimo. Tutte le nostre allusioni fino a questo punto potrebbero essere un depistaggio, naturalmente, ma diventa sempre più probabile che questo “Uomo delle Meteore” è davvero l’unico e solo Mithrandir.

Per quanto riguarda lo Straniero, si imbatte in alcuni problemi con gli alberi prima di essere salvato da un gioviale compagno di nome Tom, che lo ospita per la notte e gli dà alcuni saggi consigli. Goldberry non compare, ma la sentiamo cantare. Non è chiaro perché la “Figlia del Fiume” non appaia o perché Bombadil neghi la sua esistenza allo Straniero, ma forse farà sentire la sua presenza in un episodio successivo.

https://x.com/AKQJIO/status/1831679765444440159?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1831679765444440159%7Ctwgr%5E6ddd057153f8dae7bc63b9fbb96a8796d3b8e97b%7Ctwcon%5Es1_c10&ref_url=https%3A%2F%2Fpublish.twitter.com%2F%3Furl%3Dhttps%3A%2F%2Ftwitter.com%2FAKQJIO%2Fstatus%2F1831679765444440159

La serie tv Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere

La prima stagione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere ha ottenuto un successo senza precedenti, è stata vista da più di 100 milioni di persone in tutto il mondo, con più di 24 miliardi di minuti di streaming. L’attesissima serie ha conquistato più di 25 milioni di spettatori nel mondo nel suo primo giorno di uscita, divenendo il più grande debutto nella storia di Prime Video, e ha anche debuttato al n. 1 nelle classifiche di streaming generali di Nielsen nel suo weekend di uscita.

Lo show ha inoltre battuto tutti i precedenti record di spettatori di Prime Video, e ha portato nuove iscrizioni a Prime più di qualsiasi altro contenuto precedentemente lanciato. Inoltre, Gli Anelli del Potere è la prima serie Original in ogni area del mondo – Nord America, Europa, area Asia-Pacifico, America Latina e nel resto del mondo. Il finale di stagione è stato un evento culturale globale con numerosi hashtag dedicati alla serie tra cui #TheRingsofPower e altri in trend su Twitter in 27 Paesi per un totale di oltre 426 ore nel weekend.

La seconda stagione di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è prodotta dagli showrunner ed executive producers J.D. Payne & Patrick McKay. A loro si uniscono gli executive producer Lindsey Weber, Callum Greene, Justin Doble, Jason Cahill e Gennifer Hutchison, insieme alla co-executive producer Charlotte Brandstrom, i produttori Kate Hazell e Helen Shang e i co-produttori Andrew Lee, Matthew Penry-Davey e Clare Buxton.

 
 

La sindrome degli amori passati di Ann Sirot e Raphaël Balboni

Le Syndrome des Amours Passées recensione
La sindrome degli amori passati

L’anno scorso abbiamo potuto vedere La folle vita, comunemente indicato come loro lungometraggio d’esordio e datato ormai 2020, ed è un piacere ritrovare in sala Ann Sirot e Raphaël Balboni. Ce lo avevano promesso ai tempi del Festival di Cannes 2023, dove il film era tra i titoli selezionati per la 62esima Semaine de la Critique, e grazie a Wanted Cinema il loro La sindrome degli amori passati arriva finalmente nei cinema di tutta Italia – dal 5 settembre – dopo alcune anteprime estive.

Una commedia romantica piuttosto sui generis e a suo modo sorprendente con la quale Ann Sirot e Raphaël Balboni hanno cercato di “esplorare la sessualità al di fuori della coppia“, come quella di Sandra (interpretata da Lucie Debay) e Rémy (Lazare Gousseau), addolorati di non riuscire ad avere figli e pronti a tutto per avere un bambino. Anche a seguire la terapia del luminare che diagnostica alla coppia la “sindrome degli amori passati” e prescrive loro di andare a letto, ancora una volta, con ognuno dei loro precedenti amanti per ritrovare l’equilibrio… Una serie di infedeltà programmate con le quali il film si diverte a sfidare convenzioni e tabù della società in cui viviamo – oltre a suggerire modi nuovi e diversi di concepire le relazioni e la sessualità – creando situazioni surreali, ma a partire da esperienze molto comuni…

La sindrome degli amori passati, intervista ai protagonisti

“Abbiamo molti amici che hanno avuto problemi ad avere figli. Fa parte della nostra esperienza personale” – racconta la Sirot, convinta che il film possa essere di consolazione o dare speranza a tanti…

La lotta fa parte della vita. E tu puoi accettare la tua vita così com’è o usare le risorse in tuo possesso, quello che ti sta accadendo, per reagire. È interessante che ci sia una sindrome reale che ha ispirato quella del film, quella che in francese si chiama ‘Syndrome du lâcher-prise’, che è quello che dici a qualcuno che si sta aggrappando alle cose, che deve lasciare andare… Per esempio, quando le persone che stanno cercando di avere un figlio da molto tempo, ormai esaurite, finiscono per lasciarsi, capita che rimangano incinte l’ultima volta che fanno sesso prima della rottura. Quando smettono di sentirlo come un obbligo, insomma, come per molte cose nella vita, che succedono quando smetti di rincorrerle.

A Cannes avete sottolineato i significati che il film potrebbe veicolare, relativamente al  capitalismo e al patriarcato, è importante o vi basta che il pubblico si diverta?

SIROT: Penso che il pubblico delle commedie romantiche si divertirà e insieme vorrei che il nostro settore diventasse un luogo più aperto e sicuro. Con in sala molta gente che faceva parte dell’industria cinematografica e che finanzia il cinema è stato anche un appello a cercare insieme di reinventare i nostri processi e a condividere la responsabilità di rendere il mondo del cinema più ampio e più inclusivo.

Avete cambiato il film nel suo iter? Ci sono state molte riscritture?

BALBONI: Abbiamo un modo particolare di girare, e una ripresa può richiedere anche 10 o 15 minuti, perché facciamo molte prove. Così facendo, al montaggio c’è molta scelta. Abbiamo avuto bisogno di riscrivere il film, vista questa modalità, ma abbiamo scritto molto prima e dopo le riprese, ma non è stato un film diverso, non credo sia cambiato, anzi, credo sia il film che volevamo girare sin dall’inizio.

SIROT: È assolutamente il film che volevamo girare, ma è come se avessimo una tela, una griglia nella quale le linee si avvicinano sempre di più e vanno riempiendosi. All’inizio lavoriamo sulle linee principali, quando con gli attori abbiamo iniziato a disegnare le cose in modo più preciso. Non partiamo subito con le riprese, proviamo e giriamo le nostre prove, e le modifichiamo, abbiamo una bozza e cerchiamo di rendere questa bozza sempre migliore. E quando una scena non va bene, la rifacciamo e inseriamo la nuova scena nella nostra bozza. Così quando arriviamo alle riprese abbiamo questa bozza su cui abbiamo lavorato, poco alla volta.

Tanto lavoro devono aver richiesto gli intermezzi sui rapporti sessuali

SIROT: Sì, è stato un processo piuttosto lungo, perché abbiamo fatto diversi workshop, che abbiamo chiamato “le metafore”. Abbiamo lavorato con il coreografo, in particolare, ma anche con gli altri membri della troupe – dal DOP al costumista con i ballerini o con il cast – esplorando le idee che avevamo, cercando di provarle, e ci è voluto tempo per trovare l’atmosfera giusta per delle scene sessuali metaforiche che dovevano rappresentare lo spazio mentale dei personaggi, i territori interiori inesplorati che Sandra e Rémy stanno per aprire e scoprire. In queste scene, la sessualità è sempre rappresentata in modo simbolico, la nudità è affrontata in modo umile e giocoso.

BALBONI: Avevamo idee divertenti per ogni scena, una diversa dall’altra, perché volevamo sempre collegarci a ciò che accadeva nella storia e continuare a giocare con il pubblico. Come per esempio, quando stanno gonfiando la ruota della bicicletta tutto si trasforma e c’è questa gomma gigante, o quando lei sta appendendo i vestiti dietro e inizia la scena in cui ci sono vestiti argentati appesi dappertutto. Avevamo molto materiale, intere coreografie, ma per la dinamica del film poi abbiamo dovuto montare una porzione molto piccola di ciò che avevamo girato, abbiamo fatto delle scelte.

Tra i tanti membri della troupe, c’era anche un coordinatore dell’intimità?

SIROT: Abbiamo chiesto al coreografo di farlo e gli attori sono stati d’accordo. Lui è un ballerino, si esibisce spesso e ha molta esperienza nell’esibirsi nudi, quindi era una persona molto adatta, anche a rapportarsi con gli attori. Ma anche in questo caso il nostro processo è stato molto graduale. Togliendo i vestiti un po’ alla volta. Facendo le scene con tutti i vestiti addosso, all’inizio, la volta successiva in biancheria intima e così via. La chiave è stato il sentirsi sicuri con le persone che hai intorno, loro avevano già lavorato insieme due o tre volte e conoscevano il coreografo, per cui erano a loro agio l’uno con l’altro.

 
 

Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini fuori concorso a Venezia 81

Il tempo che ci vuole film 2024

Sarà presentato stasera fuori concorso all’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini con Fabrizio Gifuni, Romana Maggiora Vergano, Anna Mangiocavallo.

In merito al film Francesca Comencini ha dichiarato: “Dopo tanti anni passati a fare il suo stesso lavoro cercando di essere diversa da lui, ho voluto raccontare quanto ogni cosa che sono la devo a lui: ho voluto rendere omaggio a mio padre, al suo modo di fare cinema, al suo modo di essere, all’importanza che la sua opera e il suo impegno hanno avuto per il nostro cinema, all’importanza che la sua persona ha avuto per me. Forse, mi sono detta, forse ora sono abbastanza anziana, ne sono capace, forse ora sarò all’altezza di questo racconto. Forse, ora, è arrivato il momento di dirgli grazie“.

La trama di Il tempo che ci vuole

Questo film è il racconto molto personale di momenti vissuti dalla regista con il padre. Un racconto personale che però trova la giusta distanza nel fatto che tra il padre e la figlia c’è sempre il cinema come passione, scelta di vita, modo di stare al mondo. Il cinema come una rete che sottende il racconto dei loro scambi, crea lo spazio dell’immaginazione. “Con il cinema” dice, il padre “si può scappare. Con l’immaginazione”. Le immagini partono dai ricordi e come i ricordi amplificano alcuni segni salienti e ne cancellano altri.

Immagini scarne, in cui non c’è quasi niente tranne loro due, e in cui il segno che è presente ha sempre qualcosa di esagerato: se qualcosa è grande è molto grande, se è lontano è molto lontano, se c’è un raggio di luce è molto luminoso, se qualcosa è vicino è molto vicino. Per quel che riguarda i set, invece, molta pienezza, confusione, fretta, molta gente, molto chiasso e anche qui tutto amplificato, in questa eccitazione della vita collettiva che sono i set: qui quelli di Pinocchio, sempre creati in mezzo al nulla, in terreni brulli di campagna.

 
 

Liev Schreiber spiega perché non ha interpretato Sabertooth in Deadpool & Wolverine

Tra tutte le voci che si sono rincorse in vista dell’uscita di Deadpool & Wolverine, i fan potrebbero essere stati più eccitati dalla prospettiva di un ritorno di Liev Schreiber nei panni di Victor Creed, alias Sabertooth. L’attore di Ray Donovan ha fatto solo un’apparizione nei panni del cattivo animalesco in X-Men le origini: Wolverine e, sebbene il film in sé sia generalmente considerato di qualità inferiore (per usare un eufemismo), l’interpretazione di Schreiber è spesso acclamata come uno dei pochi punti di forza.

Si è speculato sul fatto che Liev Schreiber avrebbe potuto interpretare Sabertooth in Logan – The Wolverine di James Mangold, ma l’attore ha poi rivelato di non essere mai stato contattato. Tuttavia, un paio di fonti diverse hanno affermato che era in trattativa per apparire nel sequel di Deadpool. Naturalmente, Schreiber non si è visto, mentre l’attore di Sabertooth del primo film degli X-Men, Tyler Mane, ha ripreso il ruolo per un breve (ma sanguinoso) scontro con Logan.

La risposta di Liev Schreiber sulla sua assenza dal film

Parlando con Collider, Liev Schreiber sembra aver confermato che gli è stato chiesto di interpretare nuovamente il personaggio, prima di spiegare perché ha rifiutato. “È incredibile. Non so come ci si sente quando le persone pensano a qualcosa che hai fatto e lo apprezzano a tal punto da volerlo rifare”, ha esordito. “Sono rimasto così sorpreso dal fatto che avessimo così tanti fan, e sono rimasto così sorpreso dal fatto che la gente stesse facendo una campagna per farmi partecipare al nuovo film di Deadpool”. “Ad essere onesti, è molto faticoso portare il proprio corpo a quel punto”, ha aggiunto. “So che ho guardato Hugh [Jackman] prepararsi di nuovo e ho pensato: ‘Mi va bene stare in disparte’”.

Gli approfondimenti su Deadpool & Wolverine

Shawn Levy dirige Deadpool & Wolverine, con Ryan Reynolds, Hugh Jackman, Emma Corrin, Morena Baccarin, Rob Delaney, Leslie Uggams, Karan Soni, Matthew Macfadyen, e Dafne Keen. Il film è stato scritto da Ryan Reynolds, Rhett Reese, Paul Wernick, Zeb Wells e Shawn Levy.

 
 

Peacemaker – Stagione 2: Nicholas Hoult avrebbe girato una scena nei panni di Lex Luthor

Peacemaker stagione 2

James Gunn ha detto chiaramente che il nuovo DCU sarebbe stato un universo condiviso molto più coeso di quanto non lo sia mai stato il DCEU, quando ha assunto la carica di co-CEO dei DC Studios, e sappiamo già che il prossimo reboot di Superman avrà dei collegamenti con la seconda stagione di Peacemaker. È stato confermato che Frank Grillo interpreterà Rick Flag Sr. in entrambi i progetti ma un nuovo rumor afferma che un personaggio molto più importante è destinato a farsi sentire anche nella seconda stagione di Peacemaker dopo aver fatto il suo debutto sul grande schermo.

Secondo Grace Randolph, Nicholas Hoult ha girato una scena nel ruolo di Lex Luthor per la seconda stagione dello show con protagonista John Cena. Grace non è nota come la più attendibile delle fonti, ma in passato ha pubblicato alcuni scoop significativi, per cui riteniamo che questa notizia meriti una certa attenzione. Inoltre, in base alle recenti foto sul set, Luthor sta probabilmente finanziando Flag e la sua banda per la cattura dell’Uomo d’Acciaio in Superman, quindi sarebbe logico che continuasse a tirare le fila di Rick anche in Peacemaker.

Peacemaker, cosa sappiamo sulla seconda stagione

Peacemaker esplora la storia del personaggio che John Cena riprende all’indomani del film del 2021 del produttore esecutivo James Gunn, Suicide Squad – un uomo irresistibilmente vanaglorioso che crede nella pace ad ogni costo, non importa quante persone debba uccidere per ottenerla!”. I dettagli sulla trama della seconda stagione sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che Frank Grillo riprenderà il ruolo di Rick Flag Sr. e cercherà di vendicarsi per l’uccisione da parte di Peacemaker di suo figlio Rick Jr. (Joel Kinnaman) avvenuta in The Suicide Squad.

Gunn, Peter Safran e Matt Miller sono i produttori esecutivi di Peacemaker. Anche il produttore esecutivo John Cena e il produttore consulente Stacy Littlejohn sono coinvolti nella produzione dello show. Nel cast si ritrovano anche Sol Rodríguez nei panni di Sasha Bordeaux, Tim Meadows nei panni di Langston Fleury e David Denman in un ruolo misterioso. Al momento, non è stata annunciata una data di debutto.

 
 

Blade: i Marvel Studios potrebbero decidere il destino del film nei prossimi mesi

Blade Marvel

Il viaggio di Blade verso il ritorno sul grande schermo è stato fino ad ora a dir poco inebriante. Il film è stato annunciato per la prima volta al Comic-Con di San Diego nel 2019, quando il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige ha presentato Mahershala Ali come il Daywalker del MCU. Stacy Osei-Kuffour è stato incaricato di scrivere la sceneggiatura nel febbraio 2021, con l’idea di terminare le riprese entro la fine dello stesso anno. La data di inizio è stata presto posticipata, ma Bassam Tariq è salito a bordo per dirigere poco prima che Blade facesse un cameo vocale in Eternals.

Sono seguiti ulteriori ritardi e Tariq è stato sostituito dal regista Yann Demange. A questo punto, Beau DeMayo e Michael Starrbury avevano entrambi messo mano alla sceneggiatura, seguiti da Nic Pizzolatto e Michael Green. Diversi membri del cast hanno poi lasciato il film man mano che si accumulava il ritardo e poi, lo scorso giugno, Demange si è dimesso, mentre Eric Pearson è stato assunto per rifinire la sceneggiatura. Ora, secondo lo scooper Daniel Richtman, il destino del progetto sarà probabilmente deciso entro la fine del 2024.

Ciò significa che la possibilità che venga abbandonato non è esclusa, anche se sembra uno scenario quantomai estremo e improbabile. “Siamo ancora impegnati nel film e siamo così impegnati che non lo faremo finché non sarà giusto”, ha detto Feige di Blade all’inizio di quest’anno. “Il che è stato frustrante per noi e per alcuni fan perché ci è voluto un po’ di tempo. Ma ora abbiamo un nuovo sceneggiatore che ci sta lavorando, ho letto metà della sua nuova bozza e per ora mi sembra buona”.

Wesley è fantastico, Wesley è il più grande. Mahershala è quello che è arrivato quattro anni fa… cinque anni fa… e ha detto ‘Voglio interpretare [Blade]’, ecco di cosa si tratta in questo film”. In quell’occasione Feige ha anche rivelato che il film sarà vietato ai minori. Non resta a questo punto che attendere ulteriori sviluppi nella vicenda, per scoprire quale sarà il destino del film. Naturalmente, la speranza è che venga confermato e si giunga alla soluzione per riportare degnamente Blade sul grande schermo.

Blade, tutto quello che sappiamo sul film

Del nuovo Blade e si sa ancora molto poco se non che esplorerà la natura del personaggio, un vampiro in grado di camminare alla luce del sole che usa i suoi poteri per dare la caccia ai suoi simili malvagi. Il personaggio era già stato raccontato al cinema con i film Blade, Blade II e Blade: Trinity, dove ad interpretare il personaggio vi era l’attore Wesley Snipes. La scelta di Mahershala Ali per assumere ora tale ruolo sembra aver messo d’accordo tutti, con l’attore indicato perfettamente idoneo sia a livello estetico che di carisma.

Il personaggio di Ali, come noto, ha già avuto un suo piccolo ingresso nell’MCU. Sua è infatti la voce che si può ascoltare nella scena post titoli di coda del film Eternals, quella in cui compare anche l’attore Kit Harington e la celebre Lama d’Ebano, che a sua volta sembra comparirà in Blade. Come noto, il film sta però affrontando numerosi problemi produttivi, con Ali che sembra essere stato scontento delle prime versioni della sceneggiatura.

Sarebbe dunque stata attuata una forte fase di riscrittura, che ha però naturalmente portato il progetto a subire ritardi sia sull’inizio delle riprese che sull’uscita in sala, attualmente fissata al 7 novembre 2025. Recentemente, inoltre, era stato riportato che Yann Demange ha abbandonato la regia del film, presumibilmente per via di alcuni contrasti con Ali. Blade è dunque ora alla ricerca di un nuovo regista.

LEGGI ANCHE:

 
 

Superman: il film viene descritto come “l’esatto opposto di L’Uomo d’Acciaio”

superman film 2025

C’è un’enorme quantità di intrighi intorno ai piani di James Gunn per il DCU e con il suo Superman in fase di post-produzione, si attendono maggiori dettagli su questo atteso film, il suo tono e il modo in cui imposterà il futuro del franchise. Ora, riguardo a ciò che il regista intende fare al di là del personaggio, lo scooper Daniel Richtman dice di aver sentito dire che Superman è “fantastico” e lo definisce “un completo spostamento verso la fantascienza e il fantasy hardcore, l’esatto opposto di L’Uomo d’Acciaio”.

E aggiunge: “È ambientato in un mondo molto diverso dal nostro e molto lontano dal DCEU. Gli eroi esistono da sempre e vedremo come hanno influenzato la storia di questo mondo e come hanno plasmato il DCU”. “Il DCU sarà caratterizzato da vari progetti ambientati in diverse linee temporali, non solo ai giorni nostri. Quindi più in linea con l’approccio di Star Wars che della Marvel”. Onestamente questa sembra la direzione giusta per il DCU ed è bello sapere che Gunn non intende replicare il MCU.

Il fatto che “gli eroi esistono da sempre” dà anche senso al fatto che Hal Jordan e Guy Gardner, le Lanterne Verdi, saranno più vecchi delle loro versioni fumettistiche. Per il primo, ad oggi, il ruolo sarebbe stato offerto a Josh Brolin, mentre nel ruolo di Guy vi è Nathan Fillion. Ad ogni modo, sembra che i DC Studios stiano cercando di creare una storia per questo mondo piuttosto che partire da zero come ha fatto la Warner Bros. con il DCEU.

Tutto quello che sappiamo sul Superman di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.

Nel cast anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas Hoult Nathan Fillion. Sean Gunn, María Gabriela de Faría, Terence Rosemore, Wendell Pierce, Sara Sampaio, Anthony Carrigan, Pruitt Taylor Vince completano il cast.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

 
 

Kjærlighet (Love) in concorso a Venezia 81

Kjærlighet (Love)

Sarà presentato stasera in concorso all’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica Kjærlighet (Love), il film norvegese diretto da Dag Johan Haugerud con Andrea Bræin Hovig, Tayo Cittadella Jacobsen, Marte Engebrigtsen, Lars Jacob Holm, Thomas Gullestad, Marian Saastad Ottesen, Morten Svartveit.

In merito al film il regista ha commentato: “Per molti versi questo film è utopico: riguarda il tentativo di raggiungere l’intimità sessuale e mentale con gli altri senza necessariamente conformarsi alle norme e alle convenzioni sociali che governano le relazioni. Credo che l’invenzione narrativa svolga un ruolo cruciale nell’immaginare mondi possibili e mentalità alternative. Permette alle persone di esprimersi e comportarsi in modi spesso insoliti. Questo serve da ispirazione per pensare in modi diversi nella vita reale. Con Kjærlighet, e l’intera trilogia, il mio obiettivo principale è stato quello di far capire che è possibile immaginare nuovi modi di pensare e comportarsi“.

La trama di Kjærlighet (Love)

Marianne, una dottoressa pragmatica, e Tor, un infermiere compassionevole, stanno entrambi evitando le relazioni convenzionali. Una sera, dopo un appuntamento al buio, Marianne incontra Tor sul traghetto. Tor, che spesso passa lì la notte in cerca di incontri fortuiti con altri uomini, le racconta di esperienze di intimità spontanea e di importanti conversazioni. Incuriosita da questa prospettiva, Marianne inizia a mettere in discussione le norme sociali e si chiede se tale intimità casuale possa essere un’opzione anche per lei. Kjærlighet è parte della trilogia Sex Drømmer Kjærlighet.

 
 

Qing Chun: Gui (Youth: Homecoming) in concorso a Venezia 81

Qing Chun: Gui (Youth: Homecoming)

Sarà presentato stasera in concorso all’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica Qing Chun: Gui (Youth: Homecoming), il documentario cinese diretto da Bing Wang.

In merito al film il regista ha dichiarato: “In Cina la maggior parte dei giovani lavora duramente per mantenersi. Gli stipendi sono molto bassi, le giornate infinite e non c’è quasi tempo di riposare. La società cinese ha ridotto la loro vita quotidiana a lavoro. Guadagnare denaro è diventato l’unica ambizione”.

La trama di Qing Chun: Gui (Youth: Homecoming)

Con l’avvicinarsi delle vacanze di Capodanno i laboratori tessili di Zhili sono quasi deserti. I pochi dipendenti rimasti sono in disperata attesa dello stipendio per pagarsi il viaggio di ritorno a casa. Dalle rive del fiume Yangtze alle montagne dello Yunnan, tutti festeggeranno nelle proprie città natali e celebreranno i rituali di prosperità con la famiglia. Per Shi Wei questa è anche l’opportunità di sposarsi, come per Fang Lingping. Il marito, ex tecnico informatico, dovrà seguirla a Zhili dopo la cerimonia. Imparare è difficile, ma ciò non ostacola l’avvento di una nuova generazione di lavoratori

 
 

M. Il figlio del secolo, le foto dal red carpet con Joe Wright e Luca Marinelli

Joe Wright e Luca Marinelli 2
Joe Wright e Luca Marinelli a Venezia 81 - Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Si è tenuta questa sera il red carpet di M. Il figlio del secolo, la serie (recensione) SKY fuori concorso all’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Ecco le foto del regista Joe Wright accompagnati dal cast Luca Marinelli, Francesco Russo, Barbara Chichiarelli, Benedetta Cimatti, Lorenzo Zurzolo, Gaetano Bruno, Paolo Pierobon, Vincenzo Nemolato.

Scritta da Stefano Bises (Gomorra – La Serie, The New Pope, ZeroZeroZero, Speravo de morì prima) e Davide Serino (1992, 1993, Il Re, Esterno Notte), con soggetto di serie e soggetti di puntata firmati da Stefano Bises, Davide Serino e Antonio Scurati, la serie racconterà gli accadimenti che portarono Mussolini a impossessarsi dell’Italia e a fondare la dittatura in modo storicamente accurato, ampiamente documentato e testimoniato da più fonti.

La colonna sonora è composta da Tom Rowlands, noto anche per essere parte del duo britannico di musica elettronica The Chemical Brothers, tra i pionieri che hanno portato il big beat in prima linea nella cultura pop, scalando le classifiche di tutto il mondo. Pluripremiati, hanno all’attivo 6 Grammy Awards, 1 Brit Award, 1 MTV Europe Music Award e un NMA Award.

Il cast di M – Il Figlio del Secolo

Accanto a Marinelli nel cast Francesco Russo (Call My Agent – Italia, A classic horror story, Freaks Out), che interpreta Cesare Rossi; Barbara Chichiarelli (Suburra – La serie, The Good Mothers, Favolacce) nei panni di Margherita Sarfatti; Benedetta Cimatti (Ricordi?, Tina Anselmi – Una vita per la democrazia) in quelli di Donna Rachele; Federico Majorana (Prisma, Favolacce, Padre Pio) interpreta Amerigo Dumini; Lorenzo Zurzolo (EO, Prisma, Baby) è invece Italo Balbo. E ancora Federico Mainardi (Il ritorno di Casanova, Il mammone) che interpreta Albino Volpi; Maurizio Lombardi (The Young Pope, The New Pope, 1992, Ripley) nei panni di Emilio De Bono;  Gianmarco Vettori (La Belva, Briganti, Padrenostro) in quelli di Dino Grandi; Gaetano Bruno (Martin Eden, Indivisibili, Il Cacciatore, Doc – Nelle tue mani) che interpreta Giacomo Matteotti; Paolo Pierobon (Rapito, Esterno notte, Qui rido io, 1994) nei panni di Gabriele D’Annunzio; Elena Lietti (Il Miracolo,Anna, Il sol dell’avvenire, Siccità) è Velia Titta, moglie di Giacomo Matteotti; Gianluca Gobbi (Fabrizio De Andrè – Principe Libero) nel ruolo di Cesare Maria de Vecchi; Gabriele Falsetta (Io sono l’amore) in quello di Roberto Farinacci. Vincenzo Nemolato (La chimera, Tutto chiede salvezza, Supersex) interpreta Vittorio Emanuele III.

La trama di M – Il Figlio del Secolo

“M – Il Figlio del Secolo” racconta l’ascesa politica di Mussolini e della sua creatura: il fascismo. Prima un movimento, poi un partito che Mussolini conduce fino al vertice del governo italiano per poi sovvertire la democrazia e instaurare la dittatura.

Attraverso un linguaggio contemporaneo – con Mussolini che rompe la quarta parete e si rivolge direttamente a noi per rivelarci i suoi pensieri più inconfessabili e commentare le svolte della Storia – la serie offre un ritratto originale, “pop”, a tratti pregno di umorismo nero, dell’uomo che, pur avendo tradito ideali, persone e istituzioni, pur essendosi macchiato di atti di violenza inaudita, fece innamorare di sé l’Italia intera, diventandone l’incontrastato Duce.

 
 

IDDU: le foto dal red carpet con Toni Servillo e Elio Germano

Iddu
Il cast di Iddu a Venezia 81 - Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Si è tenuta questa sera il red carpet di IDDU, terzo film italiano in concorso all’all’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Ecco le foto dei registi Fabio Grassadonia e Antonio Piazza accompagnati dal cast  Toni ServilloElio Germano, Daniela Marra, Barbora Bobulova, Fausto Russo Alesi, Giuseppe Tantillo, Antonia Truppo, Tommaso Ragno.

In merito al film i registi hanno commentato: “L’idea iniziale di questo film è nata dalla lettura dei numerosi pizzini ritrovati nel corso della lunga latitanza del capomafia Matteo Messina Denaro. Attraverso queste insolite lettere, il boss gestiva la sua vita in clandestinità e i suoi affari. I pizzini trascendevano però la funzione pratica di comunicazione criminale e lasciavano emergere aspetti della sua personalità e la natura del mondo tragico e ridicolo che intorno a lui volteggiava spericolatamente. Traendo libera ispirazione dai pizzini, Iddu racconta il carteggio fra Matteo, principe riluttante di un mondo insensato, e Catello, maschera grottesca di solare amoralità. Con Matteo e Catello ci immergiamo nel vuoto dentro il quale un popolo sguazza come fosse un gran mare baciato dal sole e dagli dei“.

La trama di IDDU

Sicilia, primi anni Duemila. Dopo alcuni anni in prigione per mafia, Catello, politico di lungo corso, ha perso tutto. Quando i Servizi segreti italiani gli chiedono aiuto per catturare il suo figlioccio Matteo, ultimo grande latitante di mafia in circolazione, Catello coglie l’occasione per rimettersi in gioco. Uomo furbo dalle cento maschere, instancabile illusionista che trasforma verità in menzogna e menzogna in verità, Catello dà vita a un unico quanto improbabile scambio epistolare con il latitante, del cui vuoto emotivo cerca di approfittare. Un azzardo che con uno dei criminali più ricercati al mondo comporta un certo rischio…

 
 

Lady Gaga: 10 cose che forse non sai sull’attrice e cantante

Lady Gaga
Lady Gaga a Venezia 81 Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Lady Gaga, pseudonimo di Stefani Joanne Angelina Germanotta, è da oltre un decennio a questa parte una delle artiste pop in assoluto più importanti. Attiva nei campi della musica, del cinema, della moda e dell’attivismo, si è sempre distinta come una personalità camaleontica, eccentrica, capace di dar vita ad accesi dibattiti grazie alla sua sola presenza. Poche personalità dello spettacolo possono vantare una simile popolarità e progetto dopo progetto Gaga continua a dimostrare di saper attentamente scegliere in cosa lasciarsi coinvolgere.

Ecco 10 cose che forse non sai di Lady Gaga.

Lady Gaga e le sue canzoni, da Poker Face a Bloody Mary

1. Poker Face, il primo grande successo. Nel 2008 Gaga ha pubblicato il suo album d’esordio The Fame, contenente il popolarissimo brano Poker Face. Lanciato come secondo singolo, questo ha vissuto successo inaspettato che è riuscito a bissare quello del primo, raggiungendo la posizione numero uno nelle classifiche mondiali di oltre venti Paesi e diventando il secondo singolo della cantante a raggiungere la prima posizione nella Billboard Hot 100. Il singolo è risultato il più venduto del 2009 con 9,8 milioni di copie vendute, contribuendo all’affermazione della cantante.

2. Ha pubblicato sette album e vinto numerosi Grammy. Ad oggi Gaga ha pubblicato un totale di dieci album, di cui 7 in studio. Grazie a brani come Bad Romance e Alejandro si è affermata nel mondo della musica, consacrandosi poi grazie a brani come Shallow, Always Remembre Us This Way, Million Reasons, Love for Sale o la recente Hold My Hand. Gaga, intoltre, ha vinto ad oggi ben 13 premi Grammy, tra i quali si annoverano quelli per Miglior album dance per The Fame, Miglior performanca vocale femminile pop per Bad Romance e Miglior canzone scritta per media visuali per Shallow.

3. Una sua vecchia canzone è stata ora pubblicata come singolo. Nel dicembre del 2022 il brano Bloody Mary, tratto dal secondo album della Gaga, Born This Way del 2011, è stato ripubblicato come singolo a seguito dell’enorme successo ottenuto tramite la sua associazione alla danza che Jenna Ortega fa nella serie Mercoledì. Tale danza è poi stata replicata numerose altre volte, sempre utilizzando il brano della Gaga, fino a quando lei stessa non si è cimentata nella cosa. A distanza di oltre dieci anni, dunque, questo suo brano è tornato sulla cresta dell’onda.

Lady-Gaga-A-Star-Is-Born

Lady Gaga: i suoi film e le serie TV

4. Ha recitato in celebri film. Nel 2013 Gaga debutta in un film per il cinema recitando nel ruolo di La Camaleon in Machete Kills. Successivamente ha interpretato sé stessa in Muppets 2 – Ricercati (2014) e Bertha in Sin City – Una donna per cui uccidere (2014), con Eva Green. Torna al cinema nel 2018 come protagonista del film A Star Is Born, dove recita accanto a Bradley Cooper. Per la sua interpretazione, è stata candidata al premio Oscar come Miglior attrice. Nel 2021 ha invece interpretato Patrizia Reggiani in House of Gucci. Nel 2024 è invece in Joker: Folie à Deux, accanto a Joaquin Phoenix, nel ruolo di Harley Quinn.

5. Ha anche preso parte a note serie. La prima comparsa di Gaga in una serie televisiva risale al 2001, quando ha recitato nel nono episodio della terza stagione di I Soprano. Ha in seguito interpretato sé stessa nel decimo episodio della terza stagione di Gossip Girl, mentre ha avuto poi un ruolo da protagonista nella quinta stagione della serie American Horror Story, Hotel, interpretando il ruolo di Elizabeth “La Contessa” Johnson. Per tale ruolo ha poi vinto il Golden Globe come Miglior attrice in una miniserie o film per la TV.

Lady Gaga agli Oscar per Til It Happens to You, Shallow e Hold My Hand

6. È stata candidata all’ambito premio e l’ha vinto in un’occasione. Nel 2016 Gaga ha ricevuto la sua prima nomination all’Oscar nella categoria Miglior canzone originale per il brano Til It Happens to You, che è diventata la quinta canzone tratta da un documentario nella storia a ricevere una candidatura al premio. Nel 2019 è poi stata nuovamente candidata in tale categoria per il brano Shallow, presente nel film A Star Is Born. In quell’occasione, Gaga ha poi vinto l’ambito premio. È infine tornata agli Oscar nel 2023, candidata per il brano Hold My Hand, presente nel film Top Gun: Maverick.

Lady Gaga in A Star Is Born

7. È rimasta particolarmente segnata dal suo personaggio. Quello in A Star Is Born è stato il primo ruolo da protagonista in un film per Lady Gaga. Lavorare al personaggio di Ally è stata per lei un’esperienza particolarmente intensa. Ha infatti affermato di essersi così affezionata al suo personaggio durante le riprese, che ha dovuto tingersi i capelli di biondo non appena il film è finito per lasciarla andare e non vivere più nel suo ricordo. Ha anche dichiarato che nella vita reale non assomiglia per niente a tale personaggio, in quanto molto più ambiziosa di lei.

Lady-Gaga-Joker

Lady Gaga è Harley Quinn in Joker: Folie à Deux

8. È rimasta sempre nel personaggio. Come Joaquin Phoenix in entrambi i film sul Joker, Lady Gaga ha seguito un rigido metodo di recitazione per la sua interpretazione. Ha insistito affinché il cast e la troupe la chiamassero solo “Lee” durante le riprese. Il direttore della fotografia di entrambi i film di Joker, Lawrence Sher, ha dichiarato: “Non ho mai incontrato la vera Lady Gaga sul set, non la conoscevo affatto”.

Lady Gaga è su Instagram

9. È presente sul social network. L’attrice e cantante è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 57 milioni di persone e dove attualmente si possono ritrovare oltre tremila post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice o cantante, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma vi sono anche post relativi alle sue attività legate al mondo della moda. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora.

Lady Gaga: età e altezza

10. Lady Gaga è nata il 28 marzo del 1986 a New York, Stati Uniti. La cantante e attrice è alta complessivamente 1,55 metri.

Fonte: IMDb, Instagram

 
 

Joaquin Phoenix: 10 cose che forse non sai sull’attore

Joaquin Phoenix
Joaquin Phoenix a Venezia 81 Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Joaquin Phoenix è uno di quegli attori che sembrano già aver visto e assaporato il bene e il male della vita. Occhi che hanno visto di tutto, così profondi che sembrano raccontare da soli tutta la sua vita, la sua gavetta e il suo passato turbolento. Quest’attore ha sempre lavorato sodo per costruirsi una carriera solida e concreta, apparendo in diversi ruoli iconici, ed è stato capace di conquistarsi una massiccia parte di pubblico con il suo talento unico. Ecco, allora, dieci cose da sapere su Joaquin Phoenix.

Joaquin Phoenix: i suoi film

1. Joquin Phoenix: i suoi film. Nel 1986, Joaquin debutta al cinema con Space Camp – Gravità zero, continuando con Parenti, amici e tanti guai (1989), Da morire (1995) e The Yards (2000). Il successo arriva con Il Gladiatore (2000), proseguendo con Signs (2002), The Village (2004), Quando l’amore brucia l’anima – Walk the Line (2005), I padroni della notte (2007), Two Lovers (2008) e Joaquin Phoenix – Io sono qui! (2010). Tra i suoi ultimi film, vi sono The Master (2012), C’era una volta a New York (2013), Lei (2013), Vizio di forma (2014), Irrational Man (2015), A Beautiful Day – You Were Never Really Here (2017), Maria Maddalena (2018), The Sister Brothers (2018) e Joker (2019). Nel 2021 ha recitato in C’mon C’mon, seguito poi da Beau ha paura (2023) e Napoleon (2023). Nel 2024 riprende il ruolo di Arthur Fleck in Joker: Folie a Deux.

2. Joaquin Phoenix è anche doppiatore e produttore. Dopo tanti anni a lavorare con attore, anche Joaquin Phoenix ha deciso di sperimentare diverse strade, tra cui quella del doppiaggio e della produzione. L’attore, infatti, ha prestato la propria voce per il film Koda, fratello orso (2003), mentre ha partecipato alla produzione del lungometraggio Joaquin Phoenix – Io sono qui!, dei documentari I Am Dying (2015), CAMP: The Documentary (2016), What the Health (2017), della serie documentaria 4Real (2007) e del corto Across My Land (2017).

Joaquin Phoenix è Joker

3. Per interpretare Joker, Joaquin Pheonix ha perso diverso peso. È capitato molto spesso di vedere molte trasformazioni fisiche da parte degli attori per interpretare personaggi particolari e basta pensare solo a Christian Bale e Matthew McConaughey per rendersene conto. Ma da oggi, c’è un nome in più da aggiungere sulla lista ed è quello di Joaquin Phoenix. L’attore, infatti, per poter interpretare Joker nell’omonimo film, ha dovuto perdere circa 23 chili, una cosa che si nota in particolare durante le sue scene a torso nudo.

Joaquin Phoenix Joker Folie à Deux

4. Joker: Folie a Deux è il suo primo sequel. Dopo il successo di Joker è stato annunciato un sequel dal titolo Joker: Folie a Deux, dove Phoenix riprende il ruolo di Arthur Fleck e Lady Gaga fa il suo ingresso nel ruolo di Harley Quinn. Il film, è il primo sequel nella carriera dell’attore, con Joker che è dunque il primo personaggio da lui interpretato per più di una volta. Il film è attualmente atteso in sala il 2 ottobre 2024 e come già riportato includerà elementi musicali al proprio interno.

Joaquin Phoenix è Napoleone Bonaparte in Napoleon

5. La sceneggiatura è stata riscritta su di lui. Nel realizzare il film, Scott sapeva sin da subito di voler affidare il ruolo a Phoenix. Ciò che non aveva previsto, però, è quanto l’interpretazione dell’attore potesse essere intensa. Proprio per far sì che il film si sposasse meglio con la performance che Phoenix era pronto a dare nei panni di Napoleone, si scelse di riscrivere buona parte della sceneggiatura affinché si adattasse all’attore.

Joaquin Phoenix in Il gladiatore

6. Ha dovuto perdere peso. Mentre guardava le riprese giornaliere di Il gladiatore, Sir Ridley Scott notò che Joaquin Phoenix stava ingrassando. Ne parlò allora con il produttore, che andò da Phoenix e gli disse: “Ridley dice che sei grasso”. Il giorno dopo, Phoenix, in armatura completa, andò da Scott e gli disse: “Ho sentito che sembro un piccolo criceto grasso. Ho pensato che fosse la cosa giusta da fare. Sono l’imperatore di Roma, perché non dovrei sembrare un po’ più dissoluto?”. Da quel momento Phoenix non mangiò per settimane per dimagrire.

Joaquin Phoenix in Lei

7. Ha stretto un’amicizia speciale sul set. In Lei, Phoenix interpreta Theodore Twombly, uomo solitario che sviluppa una relazione sentimentale con un’intelligenza artificiale autonominatasi Samantha. Sul set di quel film, Amy Adams, che interpretava lì la miglior amica di Theodore, ha raccontato che lo sceneggiatore e regista Spike Jonze rinchiudeva lei e Joaquin Phoenix in una stanza per un’ora o due ogni due giorni e li costringeva a parlare tra loro. Jonze lo faceva per permettere agli attori di conoscersi meglio e Adams attribuisce a proprio a questo il merito della stretta amicizia nata tra lei e Phoenix.

Napoleon Vanessa Kirby Joaquin Phoenix

Joaquin Phoenix, Rooney Mara e il figlio

8. Joaquin Phoenix ha un figlio con Rooney Mara. Se negli ultimi anni Joaquin Phoenix ha vissuto un periodo del tutto sereno, la risposta è solo una: Rooney Mara. Pare che i due abbiano iniziato a frequentarsi dalla fine del 2016 e che si siano completamente innamorati sul set del film Maria Maddalena, anche se si conoscono da molti anni e avevano già condiviso il set del film Lei. Nel 2020 nasce il loro primo figlio, River, chiamato così in onore del fratello maggiore di Joaquin, morto per overdose nel 1993 a 23 anni. Nel giugno del 2024, invece, è nato il loro secondo figlio.

Joaquin Phoenix e gli Oscar

9. Ha vinto l’ambito premio. Nel corso della sua carriera Phoenix è stato candidato per quattro volte al premio Oscar. Prima come Miglior attore non protagonista per il Il gladiatore e poi come Miglior attore per Quando l’amore brucia l’anima, The Master e Joker. Grazie a quest’ultimo film ha poi vinto l’ambito premio. Il suo discorso, una volta salito a ritirare la statuetta sul palco, si è però concentrato non tanto su vari ringraziamenti quanto sul far riflettere riguardo tematiche legate ai diritti degli animali, che notoriamente l’attore ha molto a cuore.

Joaquin Phoenix: età, altezza e fisico

10. Joaquin Phoenix è nato il 28 ottobre del 1974 a San Juan, Porto Rico. La sua altezza è di 173 centimetri e il suo peso è di circa 70 chili.

Fonti: IMDb, Biography, Daily Mail, Collider

 
 

Creature Commandos: svelata la data della premier della serie animata DCU

Creature Commandos serie tv

La serie animata Creature Commandos ha fissato la sua data di debutto su Max e ciò avverrà il 5 dicembre. I nuovi episodi saranno trasmessi ogni giovedì, con la prima stagione composta da sette episodi, andando dunque a concludersi il 16 gennaio. Secondo il titolo ufficiale, la serie “segue una squadra segreta di mostri incarcerati e reclutati per missioni ritenute troppo pericolose per gli esseri umani. Quando tutto il resto fallisce… sono la vostra ultima, peggiore opzione”.

Tutto quello che sappiamo su Creature Commandos

La serie animata Creature Commandos, composta da 7 episodi, sarà trasmessa in streaming su Max e avrà come protagonisti David Harbour  nel ruolo di Eric Frankenstein/Mostro di Frankenstein, Indira Varma nel ruolo della Sposa, Maria Bakalova di Guardiani della Galassia Vol. 3 nel ruolo della Principessa Ilana Rostovic, Zoe Chao nel ruolo della Dott.ssa Nina Mazursky, Alan Tudyk nel ruolo del Dottor Phosphorus, Sean Gunn nel ruolo di Weasel  e Frank Grillo nel ruolo di Rick Flag Senior.

Steve Agee riprenderà il suo ruolo di Peacemaker, John Economos. È prevista anche la partecipazione di Viola Davis nel ruolo di Amanda Waller. Recentemente James Gunn ha rivelato di considerare La sposa di Indira Varma come il personaggio principale della serie. Ha anche aggiunto che non sta dirigendo alcun episodio, ma ha diretto le sessioni di registrazione di ciascun attore.

La nuova serie riprende direttamente dopo il finale della prima stagione di Peacemaker, che lascia la Waller con le mani legate dal punto di vista operativo, il che significa che non è più in grado di farla franca mettendo in gioco vite umane per portare a termine le sue missioni clandestine e moralmente discutibili. Al contrario, recluta una banda di disadattati, non diversamente dalla Suicide Squad e da Peacemaker“, ha rivelato Gunn.

Aggiunge che i protagonisti di Creature Commandos “sono dei veri e propri mostri, e non vedo l’ora di farveli conoscere. Creare questa serie è stata una delle gioie assolute della mia vita“.

 
 

I figli degli altri: dal cast al finale, tutto quello che c’è da sapere sul film

I figli degli altri film

Cosa vuol dire essere genitori? E cosa essere figli? Occorre essere legati dallo stesso sangue per poter ricopre uno di questi ruoli? Da sempre ci si interroga su questi dilemmi e in molteplici occasioni registi provenienti da ogni parte del mondo hanno cercato di rispondere a questi quesiti, come ad esempio il giapponese Kore’eda Hirokazu con film come Un affare di famiglia e Broker – Le buone stelle. Un altro film che ha riflettuto su tali tematiche è però I figli degli altri (qui la recensione).

Diretto nel 2022 da (regista nota anche per Planetarium e Un estate con Sofia), il film racconta proprio di una donna in cerca di figlio, come se ciò fosse indispensabile per poter essere madre. Il suo percorso in I figli degli altri sarà dunque proprio quello di scoprire il significato di tale ruolo attraverso un percorso accidentato e proprio per questo ricco di maggiori insegnamenti. Un film dunque molto toccante, che affronta tematiche sempre attuali e su cui c’è ancora troppa divisione.

Per chi è in cerca di un film che spinga dunque verso un certo tipo di riflessioni, è questo un film decisamente da non perdere. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a I figli degli altri. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

I figli degli altri cast

La trama di I figli degli altri

Il film racconta la storia di Rachel, una donna di 40 anni, senza figli e innamorata della sua vita, condita dai suoi studenti, dai suoi amici e dalle lezioni di chitarra. Quando conosce Ali, si innamora di lui, ma l’uomo ha già una figlia di 4 anni, Leila. Sin da subito Rachel stringe un forte legame con la bambina e la tratta come se fosse propria, pur sapendo che il suo rapporto con lei potrebbe interrompersi in qualunque momento o essere compromesso da Alice, la vera madre di Leila. Nasce quindi in Rachel il desiderio di un figlio proprio accompagnato da una profonda rabbia.

Il cast del film

Ad interpretare la protagonista, Rachel, vi è l’attrice Virginie Efira. Inizialmente conduttrice televisiva, Efira si è poi dedicata alla recitazione, prendendo parte a film come Un amore all’altezza, dove recita accanto a Jean Dujardin, Tutti gli uomini di Victoria e Benedetta. Accanto a lei, nel ruolo del compagno Ali vi è l’attore Roschdy Zem, visto anche in L’innocente di Louis Garrel, mentre Callie Ferreira-Gonçalves interpreta Leila, la bambina con cui Rachel stringe un forte legame.

L’altro celebre nome nel cast di I figli degli altri è quello di Chiara Mastroianni, figlia dei celebri Marcello Mastroianni e Catherine Deneuve, vista in film come L’hotel degli amori smarriti, La ragazza con il braccialetto e Marcello mio. In questo film, interpreta Alice. Completano il cast Yamée Couture nel ruolo di Louana, sorella di Rachel, Michel Zlotowski in quelli del padre di Rachel e Victor Lefebvre in quello di Dylan, studente di Rachel. Nel film compare anche il celebre regista Frederick Wiseman nel ruolo del dott. Wiseman.

I figli degli altri finale

Il finale di I figli degli altri: cosa accade a Rachel?

Nel corso del film, dunque, Rachel desidera avere un figlio con Ali, ma il suo ginecologo la avverte che non le resta molto tempo. Investe così molto nella relazione con Leila, andando a prenderla ogni due settimane dalla sua lezione di judo. Incontra anche Alice, con la quale ha un rapporto cordiale. Tuttavia, a mandarla ulteriormente in crisi arriva Louanna, la sua sorella minore, la quale rivela di essere rimasta incinta per caso. Di fronte a questa notizia Rachel cerca di dare il suo supporto e incoraggiamento.

Dentro di sé, però, diventa gradualmente sempre più amareggiata, chiedendosi inoltre se è destinata a rimanere una “comparsa” nella vita di Leila. Il figlio che desiderava con Ali sembra destinato a non arrivare e quando l’uomo le rivela improvvisamente che Alice gli ha chiesto di tornare insieme a lei e che sta dunque mettendo fine alla loro relazione anche se la ama, Rachel si vede costretta a prendere le distanze anche da Leila. La nascita del figlio di Louanna, tuttavia, le offre l’opportunità di tornare ad avere una relazione con un figlio, seppur di un altro.

Qualche anno dopo, tuttavia, Rachel rivede per caso Dylan, un alunno in difficoltà a cui si era dedicata molto nel tentativo di aiutarlo a costruirsi un futuro. Ritrovandolo, scopre che ha trovato la sua vocazione nel mondo della ristorazione, dove oram lavora come capo cameriere. Dylan, quindi, la ringrazia per aver creduto in lui. Da questo inaspettato incontro Rachel comprende l’importanza del ruolo che ha svolto per lui e forse per altri studenti ancora. I figli degli altri diffonde così il messaggio che non bisogna necessariamente essere legati da un rapporto di sangue per poter essere figli e genitori.

Il trailer di I figli degli altri e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di I figli degli altri grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 5 settembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

 
 

The Witch: la spiegazione del finale del film

The Witch spiegazione finale

Ci sono pochi dubbi, tra spettatori e critici cinematografici, sul fatto che The Witch (qui la recensione) sia uno dei migliori film horror degli ultimi anni. Questo film del 2015 diretto da Robert Eggers (oggi noto per aver diretto anche The Lighthouse e The Northman), appartenente al cosiddetto folk horror, include appunto elementi folkloristici attraverso cui evocare paure primordiali, strutturandosi in particolare attorno a temi come la potenza della natura, la fede religiosa e la lotta eterna tra forze del bene e forze del male. Anche per tali caratteristiche, The Witch è oggi indicato come uno dei principali esponenti dell’elevated horror.

L’idea per questo film nasce dall’attrazione che Eggers prova sin da bambino nei confronti della figura della strega. Reduce dal cortometraggi come Hansel and Gretel, The Tell-Tale Heart e Brothers, egli desiderava dar vita per il suo primo lungometraggio proprio un racconto incentrato sulle streghe, per come esse venivano intese secondo la concezione cristiana. Pur muovendosi nel genere horror, Eggers si è impegnato per conferire al film uno stile molto personale, caratterizzato da una grande accuratezza storica, la volontà di giocare con le luci e le ombre e la capacità di evocare la paura attraverso gli ambienti e l’atmosfera.

Il successo è stato da subito straordinario, ponendo Eggers sotto le attenzioni di critica e pubblico. A distanza di qualche anno dalla sua uscita, The Witch è ancora un film insuperato e memorabile, esempio perfetto di un cinema horror d’autore che si distingue all’interno del proprio genere di riferimento. In questo articolo alcune curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

The Witch trama
Anya Taylor-Joy in The Witch. © 2016 – A24

 

La trama e il cast di The Witch

Il film racconta di William, un uomo che viene allontanato dalla comunità in cui vive per via dell’estrema rigidità con cui applica gli insegnamenti di Dio. Convinto di essere nel giusto, egli decide di trasferirsi con la moglie Katherine e i suoi cinque figli ai margini di un bosco disabitato, optando per l’autosostentamento e una vita umile. L’equilibrio ritrovato viene però ben presto spezzato da un fatto sconvolgente: il figlio più piccolo scompare misteriosamente nel nulla. Da questo momento strani fatti iniziano ad accadere, portando la famiglia a convincersi che delle forze maligne aleggino su di loro e che Thomasin, la primogenita, sia in realtà una malvagia strega.

Protagonista del film nei panni di Thomasin è l’attrice Anya Taylor-Joy, qui al suo film di debutto. Eggers ha raccontato di essere rimasto particolarmente colpito dal suo volto e dalla sua presenza scenica, ritenendola perfetta sia per incarnare un personaggio di quell’epoca sia per contribuire alla sua ambiguità. Nei panni del capofamiglia William vi è invece l’attore Ralph Ineson, celebre per le serie Il Trono di Spade, dove ha interpretato Dagmer nella seconda stagione. L’attrice Kate Dickie, anche lei vista in Il Trono di Spade con il ruolo di Lysa Tully Arryn, interpreta qui Katherine, moglie di William. Completano il cast Harvey Scrimshaw, Ellie Grainger e Lucas Dawson nei panni dei figli Caleb, Mercy e Jonas.

La spiegazione del finale

Nel corso del film, i genitori di Thomasin e i fratelli rimasti incolpano la ragazza delle disgrazie e minacciano di processarla per stregoneria quando torneranno in città. Naturalmente, Thomasin nega le loro accuse; è sconvolta dagli orrori che si sono abbattuti sulla loro famiglia proprio come i suoi genitori. Rapidamente, la famiglia si sgretola quando avvengono ulteriori disgrazie: la stalla viene distrutta, il bestiame viene ucciso, William viene ucciso da una delle sue capre e gli altri fratelli di Thomasin vengono attaccati dalla strega. Ma in tutto questo, Katherine continua a scaricare la colpa sulle spalle della figlia.

Thomasin è l’unica figlia rimasta e la più facile da incolpare. Deve essere lei, giusto? Inghiottita dal dolore, Katherine attacca la figlia in un ultimo disperato tentativo di liberarsi della piaga sulla loro famiglia. Thomasin riesce però a respingerla e a malincuore la uccide per legittima difesa, rimanendo così l’ultimo membro della sua famiglia ancora in vita. Thomasin è ormai certa che qualche forza strana e malevola stia portando scompiglio nel suo mondo e ordina alla capra nera della sua famiglia di parlarle come ha fatto con i suoi fratelli.

The Witch Anya Taylor-Joy
Anya Taylor-Joy in The Witch. © 2016 – A24

Con sua grande sorpresa, la capra risponde e le chiede se vuole “vivere in modo delizioso”, tentandola con i vizi e i lussi che le sono stati nascosti durante i mesi di dura vita nella fattoria: cibo e libertà e molto, molto altro. Tutto ciò che deve fare è togliersi i vestiti e firmare il suo nome nel libro del diavolo, dando volontariamente la sua anima. Dopo tutto quello che ha passato, tutte le morti e le tragedie, la corruzione della sua famiglia e della sua innocenza, Thomasin è finalmente pronta a cedere alle forze oscure che è stata accusata di aver evocato.

Si addentra così nella foresta dove trova non una sola strega, ma un’intera congrega che partecipa a un rituale e danza intorno a un falò infuocato. Thomasin è confusa quando iniziano a levitare, ma un senso di giubilo cresce dentro di lei quando anche lei inizia a sollevarsi sopra gli alberi, nella notte. In conclusione, dunque, nonostante i suoi sforzi, Thomasin non riesce a sconfiggere le accuse di stregoneria e non avendo altro a cui rivolgersi, alla fine abbraccia questo ruolo che le è stato ingiustamente imposto, spinta sistematicamente a consegnare la sua anima al diavolo.

Ha fatto del suo meglio per aiutare la sua famiglia a sopravvivere, solo per essere tormentata dai fratelli, sbugiardata dal padre e svergognata dalla madre. I suoi stessi genitori preferirebbero mandarla a vivere con un’altra famiglia piuttosto che tenerla con sé, ritenendo che la sua presenza sia la radice dei loro problemi. La fede in Dio ha portato a Thomasin e alla sua famiglia solo dolore e tormento, di cui Thomasin stessa si è fatta carico. Quando tutto è perduto, trova un barlume di speranza in Black Phillip, che chiede così poco ma offre così tanto. Perché non dovrebbe unirsi a lui?

The Witch Ralph Ineson
Ralph Ineson in The Witch. © 2016 – A24

A livello tematico, dunque, il film ruota attorno ad un forte conflitto di natura psicologica che si sviluppa nel personaggio di Thomasin. La ragazza è divisa tra la vita in una repressiva e patriarcale famiglia puritana e il desiderio di dar sfogo ai suoi istinti più primordiali, caratterizzati dalla brama di indipendenza, dalla sessualità e dalla ricerca del potere. Nei momenti finali del film, quando vediamo Thomasin sollevarsi sopra gli alberi, il suo volto è dunque un caleidoscopio di emozioni: orrore ed esultanza, eccitazione e paura.

Sebbene possa temere ciò che accadrà nella sua nuova vita, è finalmente libera. Libera dalle accuse della sua famiglia, dall’affidarsi a una fede cieca ricevendo in cambio solo infelicità e dalla repressione religiosa e sessuale a cui l’ha costretta il suo stile di vita puritano. Ironicamente, trova la liberazione proprio in ciò che suo padre e la sua religione le avevano insegnato a temere per tutta la vita: la dannazione. Il film ruota dunque intorno a queste due forze opposte, mostrando i modi in cui attraggono a sé l’essere umano. La figura della strega, demonizzata dai cristiani, va dunque a rappresentare quella libertà spirituale e fisica che la protagonista ricerca.

Il trailer di The Witch e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di The Witch grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 5 settembre alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

 
 

Oblivion: la spiegazione del finale del film con Tom Cruise

Oblivion spiegazione finale film Tom Cruise
© 2013 - Universal Pictures

Prima che Tom Cruise e il regista Joseph Kosinski unissero i loro sforzi per svettare sullo schermo e al botteghino con Top Gun: Maverick, i due hanno collaborato a Oblivion (qui la recensione). Il film di fantascienza del 2013 racconta la storia della Terra dopo un’invasione aliena, quando il pianeta è in gran parte inabitabile a causa delle armi nucleari che l’umanità ha usato per sconfiggere gli invasori extraterrestri. O almeno, questo è ciò che ci viene detto all’inizio. Circa 60 anni dopo, la maggior parte dei sopravvissuti della Terra vive su un enorme satellite nello spazio chiamato Tet.

Le poche persone rimaste sulla Terra, come Jack (Tom Cruise) e Victoria (Andrea Riseborough), contribuiscono allo sforzo di trasferire l’umanità in una nuova casa sulla più grande delle lune di Saturno, Titano. Per farlo, riparano i droni che perlustrano la superficie del pianeta e tengono d’occhio gli Scav – gli ultimi alieni rimasti sulla superficie – per proteggere le piattaforme idroelettriche che prelevano le ultime risorse della Terra per il viaggio dell’umanità.

Le cose, però, non sono come sembrano. Jack lotta con sogni vividi che sembrano ricordi e un senso di esaurimento che non riesce a superare. Si rifugia spesso in una baita in riva al lago, in una zona del suo settore in qualche modo del tutto priva delle distruzioni della guerra. Quando dal cielo cade una navicella contenente diverse persone, tra cui la donna dei suoi sogni, diventa evidente che ciò che Jack “sa” della sua vita non è del tutto vero. Ecco tutto quello che c’è da sapere sul finale di “Oblivion”.

La vera identità degli Scav

Tom Cruise e Morgan Freeman in Oblivion (2013)
© 2013 – Universal Pictures

Gli Scav dominano gran parte dell’attenzione di Jack e Victoria in “Oblivion”. All’inizio, apprendiamo che queste figure nere incappucciate sono gli ultimi resti dell’invasione aliena. Mentre l’umanità ha trionfato su di loro, questi malvagi intrusi continuano a combattere. Ogni loro azione sembra diretta a interrompere il piano per salvare le risorse della Terra e partire per Titano. Sfortunatamente, gli spettatori – insieme a Victoria e Jack – sono stati ingannati.

Gli Scav sono dei sopravvissuti. Questo è vero. Tuttavia, non sono sopravvissuti alieni. Sono esseri umani. Guidato da Beech (Morgan Freeman), questo gruppo sta effettivamente cercando di far deragliare la missione che Jack, Victoria e i droni hanno cercato di proteggere e mantenere. Inutile dire, però, che questi “Scav” non lo fanno per danneggiare l’umanità. Piuttosto, stanno cercando di salvarla.

Nonostante la linea ufficiale che Jack e Victoria hanno ricevuto fin dall’inizio del film, ed evidentemente per anni prima, l’umanità non ha trionfato sugli invasori extraterrestri. Non ci sono alieni in fuga sulla Terra. Ci sono solo persone disperate che lottano per sopravvivere. E per anni Jack e Victoria hanno contribuito alla sempre più probabile estinzione della loro specie, mentre il vero nemico si nascondeva in bella vista.

Il Tet non è quello che sembra

Tet Oblivion

Ancora una volta, ciò che sembra essere vero all’inizio di Oblivion si rivela una vera e propria menzogna quando si parla del Tet. All’inizio del film, al pubblico viene detto che il Tet è una gigantesca stazione spaziale in orbita sopra il pianeta. Dopo le devastazioni della guerra, è il luogo in cui l’umanità si è riunita per sfuggire alla Terra morente e prepararsi al viaggio verso Titano. È per questo che Jack e Victoria sono rimasti indietro: per assicurarsi che la Terra sia adeguatamente minata e che gli abitanti del satellite possano continuare la loro vita in relativa sicurezza fino al momento della partenza.

L’idea che il Tet sia un satellite pieno di persone è esatta, ma non è quello che si pensa. In realtà, il Tet stesso è la forza d’invasione che ha distrutto la luna e ha mosso guerra alla Terra. Gli alieni, come si scopre, non sono umanoidi. Non sono nemmeno organismi come li intendiamo noi. Piuttosto, l’unico vero nemico alieno è una vasta intelligenza artificiale aliena ospitata all’interno del Tet. Essa intende utilizzare le piattaforme idroelettriche per privare la Terra delle risorse necessarie ad alimentarsi per gli anni a venire, ma l’intelligenza artificiale non è l’unico essere presente sul satellite.

Le coppie

Ci sono persone nel Tet, ma non sono gli ultimi membri dell’umanità. Come già detto, sulla Terra esistono dei sopravvissuti umani che lottano per resistere alle dure condizioni e alle mire del Tet attraverso Jack e Victoria. Le persone sul satellite sono solo altri Jack e Victoria, una schiera di cloni che l’IA extraterrestre ha a disposizione per inviare sulla Terra e continuare il lavoro di sminamento del pianeta.

I Jack e le Vika che il pubblico incontra non sono che una coppia di tanti sulla Terra. Il Tet ha diviso la Terra in settori, ciascuno pattugliato da una coppia di cloni di Jack e Victoria. Anche le parti del pianeta che si suppone siano radioattive sono bugie, un modo per evitare che un Jack ne incontri un altro mentre è di pattuglia. Etichettando le aree come pericolose e proibite, il Tet riesce a limitare le attività di Jack nonostante la sua curiosità. Almeno per un po’.

I Jack e le Victoria sul satellite sono dei backup. Se un sopravvissuto umano è fortunato e uccide un Jack, un altro lo sostituirà il giorno dopo. Allo stesso modo, se dovesse verificarsi un incidente e il crollo di una torre uccidesse una Victoria, una nuova Vika verrebbe installata in una torre ricostruita il prima possibile.

Salvare la Terra

Oblivion

 

Sebbene la Terra di Oblivion sia stata effettivamente devastata dalla guerra e il suo ambiente sia stato permanentemente alterato dalla distruzione della Luna, si scopre che ciò che Jack e Victoria credevano inizialmente sullo stato devastato del pianeta era una bugia raccontata loro ripetutamente dall’IA extraterrestre.

In realtà, la vittoria del Tet sull’umanità è stata così rapida e totale che i governi mondiali non sono mai riusciti a rivolgere il loro arsenale nucleare contro gli invasori. Come già detto, le presunte zone irradiate erano solo un mezzo per dividere artificialmente il pianeta tra le coppie Jack e Vika. Tra la devastazione ambientale causata dalla distruzione della luna e un esercito di droni e cloni di Jack e Vika, la Terra non ha mai avuto molte possibilità.

Il futuro della razza umana, infatti, non è in orbita attorno a Saturno. Non c’è nessuna colonia in attesa su Titano. Sebbene l’invasione abbia alterato la Terra e reso il pianeta molto meno ospitale di prima, è ancora in grado di sostenere la vita. Questo se si impedisce al Tet di prosciugare il pianeta dalle risorse.

L’equipaggio della NASA

Nel 2017, un equipaggio della NASA è partito dalla Terra per una missione esplorativa verso la luna più grande di Saturno, Titano. L’astronave era la Odyssey e la squadra era pronta a spingersi nello spazio come mai nessuna missione con equipaggio umano era riuscita a fare. Della squadra facevano parte il comandante della missione Jack, la sua copilota Victoria e il membro dell’equipaggio Julia (Olga Kurylenko), che era anche la moglie di Jack. Purtroppo, le cose non sono andate come previsto.

Da qualche parte sulla strada per Titano, la squadra della Odyssey incontrò il Tet. Considerandolo ostile, Jack e Victoria hanno scaraventato il resto dell’equipaggio, ancora in ibernazione, in capsule di salvataggio, rispedendoli sulla Terra. Nel frattempo, Jack e Victoria non avevano altra scelta che rimanere ai comandi dell’unità di comando mentre il Tet li attirava a sé. Non si sa quanto siano vissuti i Jack e Vika originali dopo la cattura, ma hanno fornito abbastanza materiale genetico per creare un letale esercito di cloni.

Costruire una bugia

Mentre l’astronave di salvataggio della Odyssey si dirigeva verso la Terra, il Tet clonava un vero e proprio esercito di Jack. Con l’aiuto di alcuni droni super avanzati, questa ondata infinita di soldati a cui è stato fatto il lavaggio del cervello ha invaso il pianeta in tempi record. Nonostante la considerevole forza lavoro e la tecnologia della Terra, il Tet non fu all’altezza e l’umanità cadde a tempo di record.

Dopo di che, i Jack vennero reimpiegati come guardie. L’IA mentì loro su chi fossero e su cosa fosse successo sulla Terra. Gli fu detto che la loro memoria doveva essere occasionalmente cancellata per spiegare la loro mancanza di storia e gli strani sogni che spesso condividevano. Successivamente, i cloni di Victoria si unirono ai Jack per creare delle squadre. I Jack e i Vikas sono diventati collaboratori, amici e amanti allo stesso tempo: l’ultima speranza dell’umanità di proteggere il proprio futuro, o almeno così è stato detto loro. Infine, furono inviati dei droni per aiutare ogni coppia a eliminare gli “Scav”, in modo che i cloni non scoprissero mai che in realtà stavano dando la caccia agli umani. Non restava che aspettare che il Tet esaurisse tutte le risorse della Terra.

La donna dei sogni di Jack

Oblivion film

Sia a Jack che a Victoria viene detto che ricevono periodicamente una cancellazione della memoria per il loro bene. Tuttavia, Jack fa sogni vividi che non sembrano provenire da un precedente turno di servizio. Vede invece una Terra pre-invasione, una New York brulicante di vita e una donna che non ha mai conosciuto. Questo fino a quando lei non cade dal cielo.

Più di 60 anni dopo essere entrata in ibernazione ed essere stata respinta sulla Terra, la capsula di salvataggio dell’Odyssey finalmente atterra. Nonostante i tentativi del Tet di bloccare il radiofaro – a Jack viene detto all’inizio del film che il radiofaro cerca di chiamare i rinforzi alieni – i sopravvissuti umani “Scav” riescono a trasmettere il segnale abbastanza a lungo da riportare a casa la capsula di salvataggio.

Il nostro protagonista, un clone di Jack chiamato Tech 49, vede il velivolo precipitare e lo insegue. Quando arriva, trova diverse capsule a forma di bara piene di persone – addormentate, ma vive. Ne libera una, una donna che assomiglia in modo inquietante alla donna dei suoi sogni. Si tratta di Julia, moglie del Jack originale e persona che alla fine sveglia Tech 49 alla realtà di ciò che sta accadendo.

Purtroppo, prima che Jack possa svegliare il resto dei sopravvissuti, un drone arriva e apre il fuoco. Nonostante sia il custode dei droni, Jack non riesce a fermarli. Salva Julia, ma l’attacco provoca la morte del resto dell’equipaggio degli astronauti della NASA.

Il piano di Beech

oblivion

Per un po’, il comportamento insolito di Tech 49 Jack e i suoi viaggi nella sua eclettica cabina non sembrano essere stati registrati dal Tet, e se Victoria è preoccupata, non lo dice. A ogni controllo, sostiene che lei e Jack rimangono una squadra efficiente. Qualcuno che se ne accorge, però, è un uomo di nome Beech.

Il leader dei sopravvissuti umani (o “Scav”) nel settore della Tech 49 osserva il clone abbastanza a lungo da capire che c’è qualcosa di strano in lui. In sostanza, Beech si rende conto prima di 49, o di chiunque altro, che il clone è in qualche modo più connesso al suo passato di quanto sarebbe possibile. Il viaggio del Tech 49 alla baita sul lago non ha forse rivelato che stava vivendo i ricordi del Jack originale, ma è abbastanza insolito perché Beech se ne accorga.

In seguito a questi strani viaggi, Beech ipotizza che Jack possa essere “risvegliato”. Può scoprire la verità su ciò che è accaduto alla Terra, su chi è e su ciò che gli è stato chiesto di fare. Quando Tech 49 finalmente si risveglia, è Beech a riempire gli spazi vuoti su come gli alieni hanno usato Jack per portare la gente quasi all’estinzione. È anche Beech a proporre il piano per distruggere definitivamente il Tet utilizzando una bomba che solo Jack può completare.

Il ruolo di Victoria

Mentre Jack si occupa di gran parte del lavoro pratico richiesto dal Tet, Victoria è il suo occhio nel cielo, aiutandolo a dirigere i droni disabilitati. Inoltre, comunica con “Sally” (Melissa Leo), il loro presunto contatto per il controllo della missione sul Tet. Come Jack, Vika è consapevole del fatto che i droni vengono eliminati ogni mezzo decennio e, all’inizio del film, sembra essere d’accordo con questa disposizione. Sembra anche che si renda conto, forse anche prima di Jack, che le cose non sono esattamente come sembrano sulla Terra. Tuttavia, a differenza di Jack, si sente fortemente motivata a mantenere lo status quo e il loro accordo nonostante questa consapevolezza. Di conseguenza, mentre la scoperta di Julia crea in Jack il desiderio di saperne di più, Victoria raddoppia il suo impegno nella missione.

Sebbene il film non ci offra mai la stessa comprensione della mente di Victoria rispetto a quella di Jack, l’implicazione sembra essere che mentre i problemi di clonazione rendono Jack eccessivamente curioso, hanno reso Victoria eccessivamente leale. Di conseguenza, Victoria nasconde a Sally e al Tet le sue preoccupazioni su Jack fino a quando non deve assolutamente rivelarle. Questo le costa la vita, ma garantisce che Tech 49 e Julia possano sfuggire all’attacco dei droni. Anche 60 anni nel futuro e innumerevoli cloni dopo, Victoria non riesce evidentemente a smettere di essere il braccio destro di Jack, il suo copilota in pericolo fino alla fine.

Oblivion victoria

Julia completa il puzzle

Julia, la moglie del Jack originale, faceva parte della missione che ha incontrato per la prima volta il Tet nello spazio. Dopo essere stata messa nella capsula d’emergenza insieme a molti dei suoi compagni di equipaggio, viene lanciata verso la Terra e lasciata in ibernazione. Il viaggio dura 60 anni, ma alla fine atterra sul pianeta. Il suo arrivo e le successive rivelazioni sulla sua vita con Jack mettono finalmente in contatto il Tech 49 con i ricordi dell’originale – l’inconscio collettivo di Jack, per così dire.

Quando lei e il Tech 49 si imbattono in un altro Jack, il Tech 52, la lotta tra i Jack si conclude con un colpo di pistola. Per aiutarla, Tech 49 la porta nel suo rifugio segreto per curarle le ferite. Lì, i due sperimentano il riaccendersi di vecchie passioni. Il loro legame si consolida completamente e il Tech 49 inizia a comportarsi come il Jack originale di 60 anni prima. Sebbene sfugga a una spiegazione scientifica, il legame con il Tech 49 sembra trasformarlo completamente nel Jack originale in termini di ricordi, personalità e impegno verso l’umanità.

La verità su Sally

Il contatto della missione di Jack e Victoria sul Tet, Sally, si rivela alla fine nient’altro che una sfaccettatura dell’IA. È una falsa facciata umana, un altro modo per impedire a Jack e Vikas di conoscere la verità sul passato, sul presente e sul vero scopo della loro missione.

La decisione dell’IA aliena di usare Sally suggerisce che è consapevole dei problemi metafisici del processo di clonazione umana. Sebbene il Tet non sia consapevole della rigenerazione dei ricordi del Jack pre-clone che Tech 49 sviluppa in qualche modo, l’IA sembra capire che i legami precedenti si trasmettono evidentemente ai cloni. Pertanto, la presenza aliena sceglie Sally, l’operatore di controllo della missione sulla Terra per l’Odyssey, come maschera.

Per quanto riguarda il motivo per cui Sally appare solo come ologramma invece che come clone, ci sono diverse ragioni. In primo luogo, Jack e Victoria erano sulla Odyssey quando è stata presa dal Tet. Sally era sulla Terra, quindi non c’era un corpo da clonare. In secondo luogo, un altro clone aumenterebbe il rischio di esposizione, soprattutto un clone che deve trasmettere dallo spazio. Perché preoccuparsi di questo rischio? Infine, c’è la questione dell’efficienza. Un ologramma permette al Tet di trasmettere dal cielo, fornisce il volto familiare necessario per manipolare le coppie e non crea alcun rischio di scoperta.

Oblivion trama

Sconfiggere definitivamente gli alieni

Con Tech 49 che torna a essere il vero Jack, lui e Julia si uniscono a Beech e agli altri Scav. Purtroppo, prima di morire, Victoria rivela il ritorno di Julia al Tet, rendendola un bersaglio. Tuttavia, questo dà agli umani sopravvissuti il primo vero mezzo per raggiungere il Tet dopo 60 anni. Fingendo di rimanere un soldato fedele, il tecnico 49 accetta di trasportare Julia al Tet. Ansiosa di eliminare la minaccia che rappresenta, l’IA accetta prontamente.

Quando la capsula di ibernazione di Jack e Julia viene portata sul Tet, l’IA si trova ad affrontare una situazione molto diversa dal previsto. Innanzitutto, Julia non si trova da nessuna parte. Al suo posto, Jack ha portato a bordo Beech. In secondo luogo, non sono arrivati a mani vuote. Al contrario, hanno una bomba. Prima che l’IA possa fermarli, il tecnico 49 e Beech fanno esplodere il dispositivo, sacrificandosi. L’esplosione che ne deriva innesca una reazione a catena che distrugge completamente il Tet e i numerosi cloni di Jack e Victoria a bordo. Finalmente, 60 anni dopo l’inizio della guerra sulla Terra, l’umanità ha finalmente, veramente, vinto.

Tecnologia 52

Dopo essersi reso conto in modo scioccante di non essere l’unico Jack sulla Terra quando il suo clone Tech 49 ha invaso il suo settore e lo ha messo fuori combattimento, Tech 52 sembra vivere una rivelazione simile. Sebbene gli spettatori non vedano Tech 52 dal momento in cui il suo clone lo batte fino alla fine del film, le ultime parole del personaggio chiariscono che anche lui ha attinto ai ricordi del Jack originale.

Ancora più interessante è il suggerimento che egli abbia accesso anche ai ricordi unici del Tech 49. Questi ricordi aiutano questa versione di Jack a realizzare il suo sogno. Questi ricordi aiutano questa versione di Jack a raggiungere la baita sul lago, un luogo in cui non era mai stato prima. Come spiega, “lo conosco. Io sono lui”.

Il Tech 52 impiega ancora tre anni per dare un senso a questi nuovi ricordi condivisi, ma alla fine lo guidano fino alla porta d’ingresso della baita e a Julia. Dato che il Tech 52 possiede sia i ricordi del Jack originale che quelli del Tech 49, le scene finali suggeriscono che ora diventerà il partner di Julia. In sostanza, è l’ibrido perfetto di entrambi i suoi amori perduti.

© 2013 – Universal Pictures

Ricostruzione per il futuro

La decisione di Tech 49 di sacrificarsi e salvare Julia non salva solo la vita di quest’ultima, ma anche quella del figlio che porta in grembo, il primo umano nato su una Terra libera dal Tet dopo 60 anni. Tre anni dopo, Julia è diventata il capo della crescente comunità di sopravvissuti che iniziano ad arrivare al lago, uno dei luoghi della Terra non toccati dalla guerra e dai cambiamenti ambientali provocati dalla distruzione della Luna. Sebbene solo una parte dell’umanità sia sopravvissuta all’invasione e ai 60 anni successivi, molti di loro arrivano al lago di Julia cercando di ricostruire la loro comunità. Dato che il Tet ha diviso il mondo in settori, sembra anche probabile che queste comunità in evoluzione si stiano formando in tutto il mondo.

Può essere scomodo e lento. Potrebbero volerci generazioni. Ma la fine di “Oblivion” suggerisce che c’è speranza per l’umanità e per la Terra nel suo complesso. Quando scorrono i titoli di coda, il futuro si fa finalmente più luminoso.

Speranze di un sequel di Oblivion?

Le voci su un sequel di “Oblivion” sono state limitate, e ci sono alcune ragioni. In primo luogo, la critica ha accolto il film con scarso entusiasmo e il pubblico sembra pensarla allo stesso modo. Inoltre, sebbene il film non sia stato un flop assoluto al botteghino, non ha ottenuto i risultati che lo studio avrebbe potuto sperare data la potenza della star Cruise.

In secondo luogo, e forse più importante, “Oblivion” chiude in modo abbastanza definitivo la sua trama. Il Tet viene distrutto e l’umanità inizia a ricostruire la civiltà. Forse ci sono altre storie da raccontare su questo o sulla relazione e il figlio di Jack e Julia, ma finora non è emersa alcuna sceneggiatura. Secondo l’Hindustan Times, il regista Joseph Kosinski aveva espresso interesse per un film prequel già nel 2013, ma non ci sono indicazioni che tale progetto abbia mai superato la fase dell’idea.

Naturalmente, non bisogna mai dire mai. Il rapporto tra successi e insuccessi di Cruise è aumentato negli anni successivi a “Oblivion”, rendendolo più sicuro. “Oblivion” è una storia isolata, ma con Hollywood che investe più che mai nella costruzione di franchise, potrebbe sempre esserci un altro film all’orizzonte. Resta da vedere se “Oblivion” rimarrà uno dei tanti film di Tom Cruise che non avranno mai un sequel.

 
 

Iddu: la recensione del film di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza – Venezia 81

Iddu recensione film Elio Germano

A sette anni dallo splendido Sicilian Ghost Story, Fabio Grassadonia e Antonio Piazza tornano a firmare la regia di un lungo, Iddu, e raccontano di nuovo uno spaccato della Sicilia, con un racconto saldamente ancorato alla realtà, pur concedendosi, come già in passato, una deviazione nel mondo onirico della fantasia. Iddu è uno dei cinque film italiani in Concorso all’81° edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia.

La storia tra realtà e finzione

Sicilia, primi anni Duemila. Dopo alcuni anni in prigione per mafia, Catello, politico di lungo corso, ha perso tutto. Quando i Servizi segreti italiani gli chiedono aiuto per catturare il suo figlioccio Matteo, ultimo grande latitante di mafia in circolazione, Catello coglie l’occasione per rimettersi in gioco. Uomo furbo dalle cento maschere, instancabile illusionista che trasforma verità in menzogna e menzogna in verità, Catello dà vita a un unico quanto improbabile scambio epistolare con il latitante, del cui vuoto emotivo cerca di approfittare. Un azzardo che con uno dei criminali più ricercati al mondo comporta un certo rischio…

Iddu, colui che non deve essere nominato

Toni Servillo e Elio Germano si confrontano a colpi epistolari in questo fantasy realistico in cui il boss della mafia, Matteo Messina Denaro, viene fotografato nella sua latitanza ma, soprattutto nella prima parte, anche nella sua assenza. Grassadonia e Piazza decidono di mettere in scena proprio questo aspetto del personaggio (reinventato per l’occasione) utilizzando lo stesso linguaggio adottato da Spielberg ne Lo Squalo, in cui il terrore viene tenuto fuori campo per la maggior parte del tempo, espediente che ne aumenta la portata. Iddu è l’uomo misterioso, quello che si nasconde, il cui nome non si pronuncia mai, è un’incognita ma anche una dannazione. A questo “mistero” si contrappone invece Catello, uomo presenzialista e istrionico, un contraltare perfetto rispetto al boss che si nasconde.

Toni Servillo superstar

Il risultato di queste contrapposizioni rende Iddu uno strano ibrido che mette continuamente a confronto la drammaticità tossica e cattiva dell’ambiente di mafia con una scrittura ironica, affidata principalmente al personaggio di Toni Servillo, il quale ancora una volta si conferma un interprete raffinatissimo che lascia trasparire in ogni piega espressiva del suo volto tutto l’amore che nutre per la sua professione. Un lavoro che svolge con competenza, ma anche una passione travolgente. Dietro di lui e Elio Germano segue uno stuolo di interpreti diligenti, trai quali Daniela Marra, Barbora Bobulova, Fausto Russo Alesi, Antonia Truppo, Tommaso Ragno, tra gli altri.

Fabio Grassadonia e Antonio Piazza approfittano ancora una volta di uno spunto reale per raccontare il loro mondo fantastico, rurale e cattivo, antico e ai margini, e nonostante questo sempre affascinante.

 
 

The Deliverance – La redenzione, spiegazione del finale: chi sopravvive al film horror demoniaco di Netflix?

the deliverance spiegazione finale film horror netflix

Non capita spesso di vedere un film horror soprannaturale con un cast quasi interamente nero, soprattutto se si tratta di possessione demoniaca, ma l’ultimo film di Lee Daniels, The Deliverance – La redenzione, mira a cambiare le cose. Entrato nella Top 10 dei film più visti di Netflix dopo la sua uscita il 30 agosto, The Deliverance è un’interpretazione diversa dei demoni standard che vediamo nella maggior parte dei film horror, anche se riesce comunque a soddisfare tutte le esigenze a cui siamo abituati. Dopo che la madre single Ebony Jackson (Andra Day) trasferisce la sua famiglia in una nuova casa, i suoi figli vengono presto colpiti dall’antico male che vi abita. Come in tutti i film horror infestati da demoni, come L’esorcista, Il presagio o L’evocazione – The Conjuring, l’unico modo per affrontare veramente il problema del demonio è rivolgersi a Dio stesso. Come finisce The Deliverance? Beh, il titolo stesso è un indizio inequivocabile…

Qual è il problema della casa dei Jackson?

The Deliverance - La redenzione Caleb McLaughlin
Caleb McGlaughlin nel ruolo di Nate e Andra Day nel ruolo di Ebony in The Deliverance – La redenzione. Cr. Aaron Ricketts/Netflix © 2024

Non passa molto tempo da quando la famiglia Jackson e la madre di Ebony, Alberta (Glenn Close), si trasferiscono nella loro nuova casa di Pittsburg prima che le cose diventino inquietanti. All’insaputa della madre, il figlio minore di Ebony, Andre (Anthony B. Jenkins), inizia a parlare con una presenza in casa che chiama Trey, e questa forza spirituale è tutt’altro che un amico. Ben presto, Trey si rivela più maligno di quanto non lasciasse intendere all’inizio e Andre, suo fratello maggiore, Nate ( Caleb McLaughlin di Stranger Things), e la loro sorella, Shante (Demi Singleton), iniziano a mostrare segni di abuso fisico. Questo complica le cose per Ebony che, a causa dei suoi precedenti penali e della sua storia di alcolismo, è già tenuta sotto stretta osservazione dall’agente dei servizi sociali Cynthia (Mo’Nique), la quale crede che la madre stia abusando fisicamente dei suoi figli, salvo poi assistere lei stessa alla possessione di Andre.

Mentre il demone inizia a manifestarsi in ognuno dei tre figli di Ebony, trasformandoli nei loro terrori a casa e a scuola, tutto arriva al culmine quando uccide Alberta. Sebbene Ebony avesse un rapporto complicato con la madre, questa perdita è la goccia che fa traboccare il vaso e, oltre a perdere la custodia dei figli, si rivolge alla Chiesa per chiedere aiuto. Sebbene Alberta non sia riuscita a convincere il suo ministro a fare qualcosa per l’infestazione demoniaca, Ebony si confronta con una donna di nome Bernice James (Aunjanue Ellis-Taylor), un’autoproclamata apostola che ha già avuto a che fare con questa specifica casa e questo particolare demone. I Jackson non sono i primi a essere perseguitati da questo spirito maligno, ma sono i primi a sopravvivere. Bernice racconta a Ebony la storia dei precedenti proprietari della casa e di come l’intera famiglia sia stata uccisa dal demone al suo interno, che sperava di reclamare l’anima del giovane Trey, che per primo aveva iniziato un’amicizia con lo spirito maligno. Ora, fingendosi Trey, il demone ha continuato la sua missione con Andre.

Non è chiaro da quanto tempo il demone viva nella nuova casa dei Jackson, né da quanto tempo sia presente il buco nel seminterrato (probabilmente un portale per l’inferno), ma sono chiare le sue intenzioni. Non vuole solo far impazzire la famiglia, vuole che si uccidano a vicenda, come è chiaro quando il demone usa Nate per far quasi annegare Andre nella vasca da bagno. Allo stesso modo, l’uccisione di Alberta, l’unica cristiana nata (anche se in difficoltà nel vivere la sua fede) della casa, l’ha tenuta al riparo da altri potenziali pericoli.

Come fa Ebony a scacciare il demone?

The Deliverance - La redenzione Andra Day
The Deliverance. Andra Day nel ruolo di Ebony e Anthony B. Jenkins nel ruolo di Andre in The Deliverance – La redenzione. Cr. Aaron Ricketts/Netflix © 2024

I demoni non sono esattamente i più facili da eliminare, soprattutto quando hanno fatto di una particolare abitazione la loro casa, ed Ebony Jackson lo impara a sue spese. Con l’aiuto di Bernice James, anch’essa ministro ordinato, Ebony porta Andre a casa loro per eseguire una “liberazione”. A differenza dell’esorcismo cattolico (che a volte prende questo nome), in questo caso la liberazione invoca direttamente il potere di Gesù Cristo, anziché passare attraverso un sacerdote, un santo o l’autorità della Chiesa cattolica romana. Questo tipo di liberazione deriva da ambienti più carismatici del cristianesimo che credono nell’uso moderno dei doni dello Spirito Santo di cui si parla in 1 Corinzi 12, come il parlare in lingue e la guarigione fisica. Così, Bernice ed Ebony affrontano il demone da sole, e l’operazione va bene per la metà di quanto avrebbero sperato.

Durante il conflitto, il demone passa dalla forma di Andre a quella di un’Alberta dall’aspetto demoniaco, con Glenn Close che offre un’interpretazione straordinaria, spaventosa sia per noi sul divano che per Ebony, che vede la madre defunta di nuovo viva in una forma corrotta. Ma le cose vanno in tilt quando il demone fugge e uccide Bernice, non lasciando a Ebony altra scelta che portare a termine la liberazione da sola. Nell’affrontare il demone nel seminterrato, vicino allo stesso buco da cui è strisciato fuori, Ebony – che è prima contorta e tormentata dall’angelo caduto – invoca il nome di Gesù per essere liberata, e le sue preghiere vengono presto esaudite. Lo spirito maligno, che a questo punto ha preso le sembianze di Ebony, perde il suo potere ed è costretto a tornare da dove è venuto.

Prima di morire, Bernice si premura di dire a Ebony di non avere paura. La Bibbia ci dice di “non avere paura” in 365 occasioni, una per ogni giorno dell’anno, e Bernice sottolinea questo fatto con il suo ultimo respiro. Anche se ha fallito nella sua missione, lasciando che la paura si insinuasse nel suo cuore, esorta Ebony a mettere da parte la paura di perdere i suoi figli per l’influenza del demonio, e persino la morte, e ad avere invece fede che Dio la libererà. Come dice Giacomo 4:7, solo quando ci si sottomette a Dio si può resistere efficacemente al diavolo. Alla fine, Ebony fa esattamente così e la sua famiglia viene salvata.

La liberazione della famiglia Jackson è più di quanto si possa immaginare

The Deliverance - La redenzione storia vera
Athony B Jenkins nel ruolo di Andre in The Deliverance – La redenzione. Cr. Aaron Ricketts/Netflix © 2024.

Sei mesi dopo, con l’aiuto di Cynthia, Ebony ottiene di nuovo la custodia dei suoi figli. Ma soprattutto, si dimostra una donna cambiata dopo la sua esperienza soprannaturale. Quando si è incontrata con Bernice prima della liberazione, Ebony si è confrontata con la dura realtà di dover ricevere Gesù Cristo come suo Signore e Salvatore per combattere questa battaglia spirituale. Sebbene non fosse sicura di potersi impegnare con Dio, ritenendo di essere troppo avanti con gli anni, Bernice le spiegò che non si trattava di un impegno transazionale. Consegnare la sua vita a Cristo non significava solo liberarsi del demone, ma doveva essere un vero e proprio cambiamento del cuore che avrebbe cambiato radicalmente la sua prospettiva sul mondo. Quando è costretta a eseguire la liberazione da sola, vediamo che Ebony inizia miracolosamente a parlare in lingue sconosciute, che in alcuni ambienti cristiani è considerato un segno esteriore che una persona è stata battezzata dallo Spirito Santo. Solo dopo aver ricevuto questo dono, il demone viene effettivamente scacciato e la famiglia Jackson viene liberata da questo male.

Essendosi veramente impegnata nella fede, la Ebony che vediamo alla fine del film è ben lontana dalla donna troppo aggressiva ed enfaticamente insicura che vediamo all’inizio. Non incolpa più gli altri per i suoi problemi, non picchia più i suoi figli e non impreca come un marinaio, ma ha messo da parte le sue tendenze alla rabbia e alla dipendenza in cambio dell’appagamento e del perdono che ha trovato in Cristo. Per molti versi, La liberazione non riguarda solo l’esorcismo di un demone dai figli dei Jackson, ma anche la liberazione di Ebony dalla paura alla fede e il modo in cui trasformare e migliorare se stessa è l’unico modo in cui la sua famiglia può rimanere veramente unita. Questi temi di guerra spirituale dimostrano che il soprannaturale non è l’unica battaglia (né gli angeli caduti sono gli unici demoni) che i cristiani devono affrontare. Spesso è il nemico interiore che è più difficile da sconfiggere, ed è solo battendo se stessa – da qui il motivo per cui il demone prende le sembianze di Ebony – che la nostra eroina riesce alla fine a vincere.

Quando la famiglia Jackson torna a Philadelphia, riunita dopo mesi di lontananza, Ebony è una donna cambiata. È sobria di mente e di corpo, sta migliorando le circostanze della sua vita e sta cercando di riconciliarsi con il marito che l’ha abbandonata. Sebbene a volte il film fatichi a decollare, è il finale pieno di speranza del film – che dimostra che la liberazione del titolo non riguardava solo Andre, ma anche l’anima mortale di Ebony – a far sì che il film sia all’altezza. Non sappiamo cosa succederà alla famiglia Jackson, ma sappiamo che affronteranno le sfide insieme, con una madre che ora vuole essere la donna che è chiamata a essere.

 
 

The Accident, la spiegazione del finale: Charro ha ucciso Emiliano?

The Accident spiegazione finale
Credit Netflix

Diretta da Klych López e Gracia Querejeta, The Accident offre il meglio di entrambi i mondi, combinando l’emozione di un dramma messicano con il ritmo lento della telenovela. Con dieci episodi, l’ultima offerta messicana di Netflix segue un gruppo di personaggi interessanti, ognuno con le proprie motivazioni e i propri conflitti, dopo che un tragico incidente ha causato la morte di tre bambini. Le conseguenze dell’incidente gettano le basi per un thriller messicano ricco di suspense e caratterizzato da crimine, lussuria e senso di colpa. Man mano che la serie si dipana, la trama si infittisce quando altri personaggi rimangono invischiati in una rete che tiene legati i loro destini. Estremamente ricco di emozioni e drammi, The Accident espande la sua semplice premessa per offrire un thriller che tiene a bada i suoi segreti fino alla fine. In particolare, il finale di The Accident fa sì che ci sia ancora molto da esplorare se la serie dovesse tornare per un’altra uscita su Netflix.

Un incidente fatale decide il destino di tutti in The Acciden

L‘evento scatenante di The Accident è la tragica morte di tre bambini – Rodrigo (Yago Andreu Sandoval), Gabriel (Dhaniel Cardoza) e Mateo (Sebastián Guevara) – quando una casa gonfiabile viene spazzata via da una forte raffica di vento durante la festa di compleanno di Rodrigo. Naturalmente, la morte dei tre bambini lascia i genitori dei ragazzi in una situazione di spaccatura emotiva. Tuttavia, ogni coppia gestisce la situazione a modo suo. I genitori di Rodrigo, Emiliano (Sebastián Martínez) e Daniela (Ana Claudia Talancón), hanno difficoltà a digerire la notizia della morte del figlio nel giorno del suo compleanno. Allo stesso modo, la madre di Mateo, Brenda (Valentina Acosta), perde la sua stabilità emotiva e inizia a fare pressioni sul marito Javier (Ruben Zamora) per avere un altro figlio, una proposta che non va giù a Javier.

D’altro canto, il padre di Gabriel, Charro (Alberto Guerra), cerca di vendicarsi per la morte del figlio. È interessante notare che l’amica di Rodrigo, Paula (Pau Menna), è caduta in un fiume vicino durante l’incidente ed è stata salvata in seguito dal padre, Fabián (Erick Elias), e da Daniela. Inizialmente, la colpa dell’incidente ricade sulla governante di Emiliano, Moncho (Silverio Palacios), che sembra aver dimenticato di fissare correttamente il palo che avrebbe dovuto tenere la casa a terra. Tuttavia, per il pubblico diventa chiaro che la colpa è di Emiliano, che aveva detto a Moncho che si sarebbe occupato del paletto, ma se ne era dimenticato quando aveva ricevuto un’importante telefonata d’affari che stava aspettando.

Chi è responsabile della morte di Moncho in The Acciden?

All’inizio della prima stagione, Emiliano e Javier convincono Moncho ad assumersi la colpa dell’incidente in cambio di un passaggio sicuro negli Stati Uniti per la sua famiglia. Tuttavia, quando Charro viene a sapere della negligenza di Moncho, trama per farlo uccidere in prigione. Ma prima che Charro riesca nel suo intento, Moncho viene ucciso da un uomo di nome Barroso (Esteban Soberanes), dando vita a un’indagine di polizia da parte del capo Santos (Mauricio Isaac). La lista dei sospettati comprende tutti i genitori che avevano chiari motivi per uccidere Moncho, compresa Daniela, che fa parte del corpo di polizia. Sebbene la moglie di Moncho, Yolanda (Shani Lozano), e Santos sospettino che Emiliano sia il responsabile della morte di Moncho, solo nell’episodio finale viene rivelata la vera identità del responsabile della morte di Moncho.

Nell’episodio 10, “Il verdetto”, si scopre che la moglie di Charro, Lupita (Eréndira Ibarra), ha ingaggiato Eulogio Pinto, alias Barroso, per uccidere Moncho, responsabile della morte del figlio Gabriel. Questa rivelazione è una sorpresa perché, altrimenti, Lupita continua a essere torturata e maltrattata dal marito criminale, Charro. Infine, quando Barroso cerca di ricattare Lupita per ottenere più soldi, Lupita uccide Barrosso avvelenandolo, proprio come lui aveva avvelenato Moncho. Incastra anche Charro per la morte di Barrosso utilizzando bonifici bancari dal conto di Charro a Barrosso, rivendicando finalmente una vita libera dalla paura per sé e per il figlio Alex (Sebastian Dante).

Come finisce Emiliano in prigione?

 the accident
Credit Netflix

L’accordo di Emiliano con i “gringos” (gli americani) per il parco divertimenti che intendeva costruire rimane un punto di discussione per tutti i dieci episodi de The Accident. Inizialmente, è l’eccitazione per l’affare che costringe Emiliano a commettere un errore, causando la morte dei bambini. Su insistenza dei suoi soci d’affari, Javier e David, Emiliano cerca di nascondersi dalla responsabilità delle morti perché se Emiliano venisse condannato, l’affare da quaranta milioni di dollari con gli americani cadrebbe. Tuttavia, alla fine arriva al punto di rottura e ammette la sua colpa, facendosi arrestare per l’omicidio colposo dei tre bambini. In seguito, quando Lucia (Macarena García Romero), la figlia di Emiliano, scappa con Alex, il figliastro di Charro, Emiliano ottiene la libertà provvisoria con l’aiuto di Javier per andare a cercare la figlia.

Infuriato per la scomparsa della figlia insieme ad Alex, Emiliano si reca da Charro e lo minaccia di conseguenze, facendo sì che Charro invii il suo scagnozzo Peyote (Cayetano Arámburo) a uccidere Lucia e a cercare vendetta per il ruolo di Emiliano nella morte del figlio. Fortunatamente, il tempestivo intervento di Emiliano salva Lucia dalle mani di Peyote, anche se la trova priva di sensi a causa di un’overdose. Peyote fa un altro tentativo in ospedale, ma Daniela spara a Peyote, facendo credere a Charro che Daniela lo stia cercando. La morte di Peyote porta Charro a stringere una nuova alleanza con il procuratore Ulises (Luis Ernesto Franco), che è anche l’ex amante di Daniela. Ulises intende tornare con Daniela dopo aver messo Emiliano dietro le sbarre. Sebbene Lucia si salvi e Daniela ed Emiliano trovino una piccola occasione per riconciliarsi, Emiliano viene nuovamente arrestato da Ulises per aver minacciato Charro dopo essere entrato con la forza nella sua proprietà. Questo accade anche dopo che Carla (Regina Blandón), sorella di Daniela e giornalista, pubblica un’intervista a Yolanda che rivela il segreto del tentativo di Emiliano di corrompere Moncho per fargli assumere la colpa. L’intervista di Carla a Yolanda chiarisce che è Emiliano il responsabile delle morti.

Charro cerca di ottenere un pezzo dell’affare di Emiliano

alberto guerra the accident
Credit Netflix

Prima di essere arrestato per l’omicidio di Barrosso, Charro stringe un accordo con Javier e David. Con Emiliano accusato di omicidio colposo, Charro trova l’opportunità di costringere Javier e David a rimuovere Emiliano dall’affare del parco divertimenti e a fare di Charro un socio. Purtroppo per Charro, le cose non vanno come voleva. Dopo il ritrovamento di antichi manufatti nel cantiere, gli americani si tirano indietro, lasciando Charro arrabbiato con i suoi nuovi soci. Per dare un po’ di sollievo a Charro, Emiliano riceve due anni di carcere per la sua negligenza, nonostante i tentativi di Javier. Con Emiliano dietro le sbarre, Charro punta a regolare un vecchio conto con David, che in precedenza aveva avuto un rapporto sessuale con Lupita.

Sotto l’apparenza di una discussione d’affari, Charro convoca David al cantiere e gli spara a bruciapelo prima di seppellirlo nel cantiere che verrà presto sgomberato. Nonostante le mosse calcolatrici di Charro, Lupita si vendica di tutte le angherie subite incastrando Charro per l’omicidio di Moncho. Anche quando va in prigione, Charro inizia a preparare la sua prossima mossa. Si ritrova una cella nella stessa prigione in cui Emiliano ha trascorso la sua pena. Tuttavia, quando Charro affronta Emiliano, vede una nuova versione di Emiliano, che sembra determinato a uscire e a stare di nuovo con la sua famiglia.

Cosa succede agli altri personaggi di The Accident?

Il finale di The Accident  stabilisce il corso del futuro di tutti i suoi personaggi. Per Emiliano potrebbe non essere facile finire in prigione con Charro così vicino. All’esterno, Daniela sta aiutando sua figlia Lucia a rimettersi in piedi dopo la sua lotta contro la tossicodipendenza. Per fortuna, Lucia ha dalla sua parte il sostegno di Alex. Con la scomparsa di David, Carla avvia una campagna online per cercare il suo compagno. Javier e Brenda guardano a un nuovo inizio: la coppia decide di iniziare a cercare un figlio. Potrebbe essere anche l’inizio di un nuovo inizio per Lupita, ora che la presenza di Charro non la perseguita più. Fabián si schiera anche contro la madre di Paula, Roxana (Paulina Dávila), dopo che questa ha cercato di ottenere la custodia di Paula. Nel finale, si vede Yolanda imbarcarsi su un volo per gli Stati Uniti dopo aver ricevuto l’aiuto promesso da Emiliano, nonostante Yolanda abbia rilasciato un’intervista contro Emiliano.

Il finale di The Accident lascia la storia e i personaggi a un interessante punto di svolta dopo questa stagione. La serie messicana ha già esplorato la maggior parte delle trame e degli archi dei personaggi. Tuttavia, ha anche un ampio margine di approfondimento se dovesse tornare per un’altra stagione. Complessivamente, The Accident si diverte con la sua drammaticità a mantenere vivo il mistero, permettendo ai personaggi di costruire il proprio percorso nel corso dei dieci episodi. Con quasi tutti gli episodi che hanno un cliffhanger episodico, The Accident termina anche il finale con una nota di tensione, promettendo altri colpi di scena ad alta intensità – qualcosa che non sembra finire con questa serie messicana di Netflix.

 
 

Todd Phillips svela che Joaquin Phoenix ha voluto fortemente un sequel di Joker

Joaquin Phoenix
Joaquin Phoenix a Venezia 81 Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Anche se la performance del 2019 di Joker al botteghino ha fatto facilmente intuire che un sequel sarebbe stato rapidamente autorizzato, i fan sono rimasti un po’ sorpresi quando Joker: Folie à Deux (recensione) è stato annunciato perché il primo film sembrava praticamente autonomo. C’era però un elemento che faceva sperare i fan sulla qualità del nuovo capitolo: Joaquin Phoenix, un attore che ha dichiarato di non amare i sequel, ha accettato di riprendere il ruolo del protagonista. Durante una domanda e risposta dopo una proiezione anticipata del film, alla quale Collider era presente, il regista Todd Phillips ha rivelato che, sorprendentemente, è stato Phoenix a spingere perché Joker avesse un sequel.

Durante il Q&A, Phillips ha rivelato che a metà delle riprese di Joker, lui e Phoenix stavano già giocando con le idee per un sequel. Il regista ha anche osservato che un indicatore del fatto che fossero pronti per qualcosa di più era la loro sensazione generale una volta che la produzione aveva raggiunto gli ultimi giorni:

“Ricordo di aver postato una foto dell’ultimo giorno del primo Joker, molti anni fa, e Joaquin mi abbracciava con le lacrime agli occhi, e questo non è normale per la fine di un film. Non perché non mi avrebbe più rivisto, ma perché ci siamo innamorati di Arthur e pensavamo che ci fosse altro da raccontare nel suo viaggio. Joaquin ha detto scherzando: “Avremmo potuto girare per altri tre mesi il primo film”, e io la pensavo allo stesso modo. Anche in questo caso, di solito, dico: “Tiratemi fuori di qui. Portami in sala di montaggio e cerchiamo di capire cos’è questo”. Ma in Joker 1 abbiamo semplicemente amato Arthur, e so che anche Joaquin lo ha amato”.

Joaquin Phoenix voleva che Joker 2 lo “spaventasse”

Joaquin Phoenix Venezia 81 - 07
Joaquin Phoenix a Venezia 81 Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Todd Phillips ha aggiunto che il rallentamento durante la pandemia ha dato loro spazio per iniziare a esplorare diversi scenari per Arthur Fleck e che sarebbe stato interessante vedere il personaggio affrontare le conseguenze delle sue azioni. Infine, Phoenix ha concordato con Phillips la realizzazione di un sequel a patto che si sentisse “spaventato” come nel primo film, nel senso che si sarebbero presi dei rischi con la storia e avrebbero davvero esplorato le possibilità del personaggio e del mondo in cui vive.

Joker: Folie à Deux vede nel cast anche Lady Gaga (A Star Is Born), Zazie Beetz (Deadpool 2), Ken Leung (Avatar: The Last Airbender), Catherine Keener (The Adam Project), Steve Coogan (The Trip) e Brendan Gleeson (The Banshees of Inisherin).

 
 

Ariana Grande e Cynthia Erivo sfidano la forza di gravità nel nuovo trailer di Wicked

Anche se siamo tristi per la fine dell’estate, ringraziamo il cielo che sia settembre perché mancano poco più di due mesi all’arrivo di Wicked: Parte 1. Per celebrare l’occasione, la Universal Pictures ha rilasciato l’ultimo teaser che anticipa ciò che accadrà nella prima parte dell’adattamento cinematografico di Jon M. Chu del musical vincitore del Tony Award. Ariana Grande e Cynthia Erivo continuano a rubare la scena in quest’ultimo teaser, lasciando che le loro voci volino più in alto che mai.

Divisa in due parti per motivi di tempo, la prima metà di Wicked presenterà al pubblico Galinda Upland (Grande) ed Elphaba Thropp (Erivo), due nuove studentesse della Shiz University che non potrebbero essere più diverse – o almeno così pensano. Galinda ha conosciuto solo una vita di popolarità e rosa, mentre Elphaba è sempre stata vista come un’emarginata, soprattutto grazie alla sua pelle verde. I loro mondi si scontrano all’università magica ed entrambe le giovani donne si influenzano a vicenda, stringendo un’amicizia che le porterà nella Città di Smeraldo, dove incontreranno il Mago di Oz. Ma le cose non sono come sembrano e presto le strade delle due donne si separeranno mentre lottano contro le ingiustizie che le circondano.

Sapevamo che il cast di Wicked sarebbe stato molto ricco, soprattutto quando Erivo e Grande hanno firmato, ma la lista dei partecipanti è cresciuta fino a diventare qualcosa di più grande dell’ego di Oz stesso. Al cast di quello che sarà senza dubbio uno dei film più importanti dell’anno partecipano Michelle Yeoh (Everything Everywhere All at Once), Jeff Goldblum (Thor: Ragnarok), Jonathan Bailey (Fellow Travelers), Ethan Slater (Fosse/Verdon), Peter Dinklage (Game of Thrones), Bowen Yang (Saturday Night Live) e altri ancora.

Jon M. Chu punta al successo con ‘Wicked’

Dopo aver debuttato alla regia con Step Up 2: The Streets del 2008 (probabilmente il miglior film della serie Step Up ), Chu ha continuato a sfidare la gravità e a diventare grande negli ultimi dieci anni. Il regista si è cimentato in vari generi con il suo occhio dietro a titoli come G.I. Joe: Retaliation, Now You See Me 2 e Crazy Rich Asians, ma siamo entusiasti di riaverlo dietro a un altro adattamento musicale. In precedenza, Chu ha diretto la trasposizione per il grande schermo di In the Heights di Lin-Manuel Miranda, che ci ha regalato le impressionanti interpretazioni di Anthony Ramos (Twisters), Melissa Barrera (Abigail) e altri ancora. Ora, è destinato a rifare tutto da capo con entrambe le parti di Wicked.

 
 

Perché Adar sembra diverso nella seconda stagione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere?

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere 2 adar

La serie fantasy epica di Prime Video basata sulle opere di J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, è tornata per la sua seconda stagione. Ambientata durante la Seconda Era della Terra di Mezzo, la serie si concentra sui vari uomini, elfi e nani che cercano di mettere da parte i vecchi pregiudizi e di fare fronte comune contro la crescente malvagità di Sauron (Charlie Vickers). Dopo essere riuscito a convincere gli elfi a forgiare tre anelli del potere, Sauron si adopera per manipolare i suoi nemici e farli combattere tra loro, mentre usa il fabbro elfico Celebrimbor (Charles Edwards) per forgiare altri anelli con cui dominare tutta la Terra di Mezzo.

Nella prima stagione, la vera identità di Sauron non è stata rivelata. Era invece travestito da Halbrand, un uomo che incontra Galadriel (Morfydd Clark) ed è apparentemente dalla parte del bene prima che venga rivelato che ha manipolato dall’ombra per tutta la stagione. Al posto di Sauron come Signore Oscuro, la serie ha creato un nuovo cattivo di nome Adar, interpretato da Joseph Mawle . Tuttavia, nella seconda stagione, Mawle è stato sostituito da Sam Hazeldine, ma la domanda è: perché?

Chi è Adar de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere?

Durante i Giorni Antichi della Terra di Mezzo, Adar era uno degli elfi originari catturati dal primo Signore Oscuro, Morgoth. Fu torturato e stravolto dalla crudeltà di Morgoth e usato per creare la prima generazione di orchi. Questo gli valse il titolo di “signore padre” tra le generazioni successive di orchi. Alla fine Sauron lo liberò dalla prigionia e, poco dopo, Morgoth fu sconfitto e bandito dal mondo. Sauron tentò di dichiararsi il prossimo Signore Oscuro, ma Adar aveva imparato ad amare gli orchi come suoi figli e non apprezzava il fatto che Sauron fosse disposto a gettare via le loro vite per la sua ambizione. Così, guidò i suoi orchi nella ribellione e distrusse la forma fisica di Sauron (interpretato da Jack Lowden).

La seconda stagione vede Adar e gli orchi sottomettere tutti i sopravvissuti delle Terre del Sud che riescono a trovare e uccidere quelli che non si sottomettono. Tra i suoi prigionieri c’è Halbrand, il presunto re delle Terre del Sud e attuale travestimento di Sauron. Halbrand convince Adar che Sauron non solo è vivo, ma si è alleato con gli elfi per distruggere Adar e i suoi orchi. In cambio della vita degli abitanti delle Terre del Sud, Halbrand promette di infiltrarsi tra gli elfi di Eregion mentre Adar raduna i suoi eserciti per distruggerli.

Perché l’attore di Adar è stato sostituito?

La decisione di sostituire l’attore di Adar è stata presa dopo la prima stagione. Mawle ha dichiarato su X (ex Twitter) che avrebbe lasciato la serie. Ha annunciato di aver deciso di lasciare la serie per poter esplorare altre opportunità di carriera, ma ha dichiarato di essersi divertito a interpretare il personaggio e di essere entusiasta dell’accoglienza positiva ricevuta. In effetti, anche tra le persone che non hanno apprezzato Gli anelli del potere, il sostegno per Adar è stato forte. Mawle lo ha interpretato con un’aura ossessiva di stanchezza del mondo. Questo ha aiutato il pubblico a compatirlo tanto quanto a detestarlo per le sue azioni crudeli nei confronti dei personaggi principali. Ora, Hazeldine è un ottimo attore ed è apparso in serie fantasy di successo come Sandman di Netflix. Le scene che ha interpretato finora nella seconda stagione dimostrano la sua capacità di catturare il dolore interiore di Adar e il mix sfumato di amore per gli orchi e odio per tutti gli altri. Nel corso della seconda stagione, quando Adar guiderà ancora una volta i suoi orchi alla guerra, il pubblico avrà molte opportunità di vedere cosa c’è di diverso nella versione di Hazeldine di Adar.

La decisione di reinserire Adar nel cast si distingue anche per il personaggio di Bronwyn (Nazanin Boniadi), una dottoressa delle Terre del Sud che ha guidato la sua gente nella resistenza contro gli orchi. Come Mawle, Boniadi ha rifiutato di tornare per la seconda stagione e, nonostante il suo personaggio si sia ripreso dalle ferite riportate in battaglia, si scopre che è morta a causa di un veleno persistente nell‘episodio 3 della seconda stagione, “L’aquila e lo scettro”. Mentre il ruolo di Bronwyn nella storia era più insignificante, e quindi potevano permettersi la sua morte, Adar era chiaramente posizionato come un antagonista importante. Nella Stagione 1 era l’antagonista principale, soprattutto perché l’identità di Sauron era sconosciuta. Mentre la seconda stagione si concentra principalmente su Sauron come antagonista principale, Adar svolge ancora un ruolo importante, soprattutto perché possiede un esercito di orchi e sta stringendo alleanze con il troll Damrod (doppiato da Benjamin Walker) per attaccare Eregion.

 
 

Only Murders in the Building avrà una quinta stagione per Disney+

Only Murders in the Building
da DISNEY ITALIA

Disney+ ha annunciato che la serie comedy Only Murders in the Building, vincitrice degli Emmy e prodotta da 20th Television, è stata rinnovata per una quinta stagione composta da dieci episodi. La quarta stagione di Only Murders in the Building è attualmente disponibile in streaming su Disney+, con nuovi episodi ogni martedì.

Il cast della quarta stagione è il più ricco di star, con il ritorno si Meryl Streep, pluripremiata agli Oscar/Emmy, e di Eugene Levy, Zach Galifianakis, Eva Longoria, Richard Kind, Melissa McCarthy, Kumail Nanjiani e Molly Shannon che si uniscono a Steve Martin, Martin Short, Selena Gomez e Michael Cyril Creighton.

I co-creatori e sceneggiatori di Only Murders in the Building sono Steve Martin e John Hoffman (Grace and Frankie, Looking). I produttori esecutivi della quarta stagione includono John Hoffman, Steve Martin, Martin Short, Selena Gomez, Dan Fogelman and Jess Rosenthal. La serie è stata sempre ben accolta dalla critica e la quarta stagione è Certified Fresh on Rotten Tomatoes al 97%. La terza stagione ha ottenuto 21 nomination agli Emmy, il numero più alto di nomination agli Emmy per la serie ad oggi.

 
 

Todd Phillips fa chiarezza sul coinvolgimento di James Gunn in Joker: Folie à Deux

Todd Phillips
Todd Philipps a Venezia 81 Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Collider ha recentemente assistito a una proiezione anticipata dell‘attesissimo Joker: Folie à Deux , dove, insieme ad altri membri della stampa, ha avuto l’opportunità di sedersi con il regista Todd Phillips e il co-sceneggiatore Scott Silver per un Q&A. La conversazione ha toccato vari aspetti della produzione del film, compreso il coinvolgimento dei nuovi vertici dei DC Studios, James Gunn e Peter Safran.

Con l’enorme successo del primo film sul Joker nel 2019, che ha incassato oltre 1 miliardo di dollari in tutto il mondo e ha fatto guadagnare a Joaquin Phoenix un premio Oscar, le aspettative per il sequel sono alte. Tuttavia, il panorama della DC Films è cambiato radicalmente dall’uscita del Joker originale. I nuovi DC Studios, guidati da Gunn e Safran, hanno inaugurato una nuova era di narrazione interconnessa e direzione creativa. Questo ha portato a chiedersi se la produzione di Joker: Folie à Deux (la nostra recensione) sia stata influenzata dalla nuova leadership dei DC Studios. Quando gli è stato chiesto se il processo di produzione fosse cambiato con la nuova era dei DC Studios, o se Gunn e Safran avessero avuto qualche input, Phillips è stato chiaro nella sua risposta:

“Con tutto il rispetto per loro, questo è una specie di film della Warner Bros. Anche loro volevano che fosse come dire: ‘Ok, Todd ha fatto la sua cosa, lasciamo che Todd continui a fare la sua cosa’”.

Silver, che ha co-scritto sia l’originale che il sequel insieme a Phillips, ha chiarito ulteriormente la tempistica, dicendo: “Abbiamo iniziato prima ancora che loro salissero a bordo”. I commenti del duo sottolineano che lo sviluppo di Joker: Folie à Deux era già ben avviato prima che Gunn e Safran prendessero le redini dei DC Studios.

La nuova dirigenza DC non ha “nulla a che fare” con Joker 2

Joker: Folie à Deux Lady Gaga

Todd Phillips ha anche sottolineato che il film è stato autorizzato prima dell’insediamento della nuova dirigenza, aggiungendo: “Quindi, anche se hanno visto una parte del film, non è come la DC vera e propria, anche se dopo ci sarà scritto DC. Ha senso?”. Silver è intervenuto nuovamente per sottolineare l’autonomia del loro progetto, affermando senza mezzi termini: “Sì. No, non hanno nulla a che fare con il film”.

La distinzione è fondamentale per i fan. Mentre Joker: Folie à Deux porta il marchio DC, rimane comunque un progetto di Todd Phillips, libero dall’influenza della più ampia pianificazione dell’Universo DC. I commenti di Phillips suggeriscono che la Warner Bros. ha riconosciuto la visione unica che ha portato al primo film e ha voluto preservare questa indipendenza creativa per il sequel. Il film sembra rientrare nella stessa categoria dei film di The Batman di Matt Reeves, nelle storie “elseworlds” della DC.

Con l’avvicinarsi dell’uscita di Joker: Folie à Deux si avvicina, è chiaro che il film si distinguerà dalle narrazioni interconnesse del più ampio Universo DC, offrendo ai fan un’altra immersione profonda nell’inquietante mondo di Gotham attraverso la lente singolare di Phillips. Il coinvolgimento di James Gunn e Peter Safran, a quanto pare, inizia e finisce con una visione, lasciando l’oscura e grintosa arte di Joker saldamente nelle mani di Phillips.

 
 

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, episodio 4: clip presenta Tom Bombadil

Tom Bombadil

Prime Video ha pubblicato la prima clip del quarto episodio di domani della seconda stagione Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere (qui la recensione), e introduce un personaggio che i fan dell’opera di J.R.R. Tolkien aspettavano di vedere portato in vita sullo schermo da molto tempo.

Nella clip, vediamo lo Straniero mettersi nei guai quando cerca di estrarre un ramo da un albero per costruire il suo bastone da mago. In un momento che ricorda Merry e Pipino che cadono in balia del Vecchio Salice nel libro, lo Straniero viene intrappolato e consumato dall’albero finché il vecchio Tom Bombadil (Rory Kinnear) non arriva in soccorso.

Se avete letto la trilogia fondamentale di Tolkien, dovreste avere molta familiarità con questo misterioso personaggio, introdotto insieme alla moglie Goldberry quando Frodo e la sua compagnia attraversano la Vecchia Foresta in La Compagnia dell’Anello.

Bombadil era chiaramente un individuo molto potente, in grado di indossare l’anello senza diventare invisibile o essere influenzato dal suo male.

Tolkien non ha mai rivelato molto su Tom Bombadil, ma ha affermato di essere esistito prima che il Signore Oscuro arrivasse ad Arda, il che ha portato a speculare sul fatto che potrebbe essere stato vivo prima dell’arrivo dei Valar. Resta da vedere se Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere approfondirà un po’ di più il personaggio, ma se lo facesse incorrerebbe probabilmente nell’ira di molti puristi di Tolkien.

La serie tv Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere

La prima stagione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere ha ottenuto un successo senza precedenti, è stata vista da più di 100 milioni di persone in tutto il mondo, con più di 24 miliardi di minuti di streaming. L’attesissima serie ha conquistato più di 25 milioni di spettatori nel mondo nel suo primo giorno di uscita, divenendo il più grande debutto nella storia di Prime Video, e ha anche debuttato al n. 1 nelle classifiche di streaming generali di Nielsen nel suo weekend di uscita.

Lo show ha inoltre battuto tutti i precedenti record di spettatori di Prime Video, e ha portato nuove iscrizioni a Prime più di qualsiasi altro contenuto precedentemente lanciato. Inoltre, Gli Anelli del Potere è la prima serie Original in ogni area del mondo – Nord America, Europa, area Asia-Pacifico, America Latina e nel resto del mondo. Il finale di stagione è stato un evento culturale globale con numerosi hashtag dedicati alla serie tra cui #TheRingsofPower e altri in trend su Twitter in 27 Paesi per un totale di oltre 426 ore nel weekend.

La seconda stagione di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è prodotta dagli showrunner ed executive producers J.D. Payne & Patrick McKay. A loro si uniscono gli executive producer Lindsey Weber, Callum Greene, Justin Doble, Jason Cahill e Gennifer Hutchison, insieme alla co-executive producer Charlotte Brandstrom, i produttori Kate Hazell e Helen Shang e i co-produttori Andrew Lee, Matthew Penry-Davey e Clare Buxton.

 
 

M – Il Figlio del Secolo: recensione della serie di Joe Wright con Luca Marinelli – Venezia 81

M - Il Figlio del Secolo recensione
M - Il Figlio del Secolo Foto Sky

Tra gli eventi speciali del Fuori Concorso di Venezia 81, c’è anche  a presentazione di M – Il Figlio del Secolo, la serie Sky diretta da Joe Wright e interpretata da Luca Marinelli, e adattamento del l’omonimo romanzo premio Strega di Antonio Scurati.

La trasposizione, a opera di Stefano Bises e Davide Serino, propone un ritratto moderno e graffiante di Benito Mussolini e della sua ascesa politica, dalla fondazione dei Fasci di Combattimento fino all’imposizione della più feroce dittatura che l’Italia abbia conosciuto. Un’ascesa fulminea, acclamata da una popolazione allo stremo dopo le sofferenze della Prima Guerra Mondiale, che ha permesso l’apertura verso un movimento che avrebbe dovuto risollevare l’italianità ferita e che ha invece trascinato il Paese, dopo indicibili e ingiustificabili violenze interne, verso la disfatta della Seconda Guerra Mondiale.

M – Il Figlio del Secolo ha il ritmo della contemporaneità

Gli elementi caratteristici di M – Il Figlio del Secolo sono innanzitutto linguistici. Joe Wright, regista di comprovato rigore e inventiva, si affida ancora una volta a Valerio Bonelli, montatore con cui lavora dal 2017, e conferisce alla serie un ritmo forsennato e allo stesso tempo ordinato , che replica la velocità e il rigore del Futurismo, corrente letteraria all’interno della quale è fiorito il contesto culturale in cui si inserisce Mussolini filosofo della nuova italianità. Il fascismo nasce dalle aberrazioni di quella corrente di pensiero e il ritmo che Bonelli e Wright danno alla serie lo rappresenta in maniera eccellente.

M – Il Figlio del Secolo Foto Sky

Interessante è anche l’uso della musica contemporanea con il coinvolgimento del Chemical Brothers: far risultare moderno e d’impatto un pensiero come quello fascista ricorrendo alla filologia musicale dell’epoca, sarebbe stato controproducente. Invece, una musica moderna e di rottura ha sullo spettatore contemporaneo lo stesso effetto che deve aver avuto il pensiero fascista sull’italiano medio di inizio novecento.

Grottesco e rivolto direttamente al pubblico

A questo comparto tecnico ricercato e puntuale si aggiunge un’interpretazione di Luca Marinelli sempre sul limite della macchietta. Il tono grottesco adottato per la maggior parte delle scene della serie, le inquadrature forzate, i punti di vista insoliti sono senza dubbio elementi che contribuiscono a dipingere un Mussolini sgradevole e spregiudicato, ma fermamente convinto dei suoi mezzi e del suo scopo alto, della sua investitura ad ammodernatore dello Stato. Il Mussolini di Marinelli si vuole differenziare da tutti quelli che gli stanno intorno, mente a tutti e per questo alla fine è davvero solo. Persino chi lo segue, adottandone i metodi di violenza e prevaricazione, viene poi allontanato e Benito, guardando più volte in macchina, come a parlare con se stesso e con lo spettatore, si trova costretto a prendere le distanze da quello che lui stesso ha creato.

M. Il figlio del secolo
photo credits Andrea Pirrello

E Marinelli porta a compimento un lavoro egregio, soprattutto alla luce delle sue dichiarazioni in cui confessa che “da antifascista, sospendere il giudizio sul personaggio è stata una delle cose più difficili e dolorose che abbia mai fatto nella mia carriera”. Accanto a Marinelli nel cast Francesco Russo, che interpreta Cesare Rossi; Barbara Chichiarelli nei panni di Margherita Sarfatti; Benedetta Cimatti in quelli di Donna Rachele; Federico Majorana interpreta Amerigo Dumini; Lorenzo Zurzolo è invece Italo Balbo.

M – Il Figlio del Secolo si candida a essere l’evento televisivo italiano più importante di questa stagione e forse anche per le stagioni a venire, un prodotto che parla purtroppo anche della contemporaneità e che potrebbe essere accolto con favore anche al di fuori dei confini nazionali.