Mentre Spider-Man: Far From Home
ha lasciato il pubblico con alcuni cliffhanger che cambiano tutte
le carte in tavola nell’universo dell’Uomo Ragno, come la
rivelazione dell’identità segreta di Spider-Man e il fatto che Nick
Fury sia uno Skrull, la pre-produzione di Spider-Man
3 ha creato lo stesso grado di attesa, visto che la
pandemia di COVID-19 ha tenuto i fan appesi ad un filo.
Originariamente previsto per il luglio 2021, Sony ha rinviato
l’uscita del film a novembre 2021, e poi ancora una volta alla data
attuale del 17 dicembre 2021.
Le date delle riprese hanno subito
simili spostamenti e ritardi, con la terza uscita del franchise di
Homecoming che doveva entrare in produzione
nell’estate del 2020. Si diceva che il programma di produzione
fosse stato posticipato all’autunno 2020, ma poi è arrivata la
notizia di un altro spostamento, riferita dallo stesso Tom
Holland, quando l’attore si è lasciato sfuggire in
un’intervista che Spider-Man 3 avrebbe dovuto
terminare le riprese entro febbraio 2021. Ora, via The Direct sappiamo
quando Spider-Man tornerà finalmente sul set.
Tom
Holland si è unito al MCU nei panni
di Peter Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe
chiave all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre
film dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due
standalone: Spider-Man:
Homecoming e Spider-Man: Far
From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato
tra Marvel e Sony ha permesso al
personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per
ancora un altro film a lui dedicato –
l’annunciato Spider-Man 3 – e per un
altro film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi
del MCU.
Dopo essere esplosa grazie a
Normal People, serie Hulu di grande successo
tratta dall’omonimo romanzo di Sally Rooney,
Daisy Edgar-Jones è stata scelta per recitare nel
film Fresh.
Il progetto Legendary sarà il
debutto alla regia di Mimi Cave, una veterana dei
video musicali che ha lavorato con Vance Joy, Danny
Brown e Tune-Yards, tra gli
altri. Lauryn Kahn ha firmato la
sceneggiatura, mentre la trama del film è tenuta segreta.
Adam McKay e
Kevin Messick di Hyperobject
Industries si occuperanno della produzione e hanno già
lavorato con Kahn in Ibiza, una commedia Netflix. Prima di recitare nell’adattamento
della serie basata sul best seller di Sally
Rooney, Daisy Edgar-Jones è apparsa in
Gentleman Jack di HBO e BBC, nella serie
drammatica britannica Cold Feet e nell’adattamento
della serie di StudioCanal di H.G. Wells War of the
Worlds.
Rispetto al passato, oggi il
pubblico sa cosa aspettarsi bene o male da un film. E così
Hollywood e l’industria cinematografica devono impegnarsi ancora di
più per offrire qualcosa che sia davvero in grado di colpire
l’attenzione dello spettatore, magari lasciandolo turbato alla fine
della visione, con più domande che risposte. In genere, un film
palesa fin da subito quali sono i suoi intenti narrativi, quali
siano le motivazioni dei personaggi e dove la trama voglia andare a
parare. Ovviamente, ci sono le dovute eccezioni. Molti film,
infatti, oltre ad affascinare il pubblico, risultato
particolarmente intricati, riempiendo le menti dello spettatore di
teorie, ipotesi e speculazioni.
Screen Rant ha raccolto 15 celebri pellicole che meritano
almeno una seconda visione per essere comprese appieno:
Akira
Molti anime giapponesi sono
carichi di simbolismi e molti di essi richiedono ripetute visioni
per poterli apprezzare appieno. Il più famoso di questo gruppo è
senza dubbio il famosissimo Akira, che ha influenzato tutti, da James
Cameron alle sorelle Wachowski. Basato sul manga omonimo, racconta
la storia di un giovane membro di una banda di motociclisti che
vive in una Tokyo futuristica e distopica che improvvisamente
sviluppa spaventosi poteri psichici e telecinetici.
Una prima visione di Akira
lascerà la maggior parte degli spettatori sbalorditi. Solo
attraverso le ripetute visioni, gli strati narrativi iniziano a
districarsi abbastanza da consentire di comprendere appieno cosa
sta accadendo. L’obiettivo finale è comprendere la sequenza finale
e le parole “Io sono Tetsuo”, oggetto di dibattito da
decenni.
Ghost in the Shell
Un altro anime giapponese
che può essere paragonato ad Akira in termini di
complessità è certamente Ghost in the Shell. In contrasto con lo
spensierato manga originale, più orientata all’azione,
l’adattamento cinematografico animato è un assoluto frullatore che
mette in discussione la natura stessa di ciò che significa essere
umani in un’era cibernetica.
Sebbene non manchino
l’azione e le immagini mozzafiato, Ghost in the Shell
preferisce scavare in profondità, concentrandosi sul cyborg Motoko
Kusanagi e sul suo conflitto interiore per capire chi e cosa è
veramente. In tale senso, l’adattamento live-action del 2017 che
messo totalmente da parte questa profondità.
La terra silenziosa
Questo cult prodotto in
Nuova Zelanda, noti soprattutto tra i cinefili più incalliti, è
salito alla ribalta negli ultimi anni grazie alla distribuzione in
home video. Basato sul romanzo di Craig Harrison del 1981,
La terra silenziosa racconta la storia di un uomo
che crede di essere l’unico essere umano rimasto sulla Terra. Dopo
aver trovato altri due sopravvissuti che, come lui, erano tutti in
uno stato di angoscia al momento della scomparsa dell’umanità,
decidono insieme di impedire l’attivazione di un esperimento
governativo, che potrebbe essere stata la causa originale.
Il film stesso è carico di
simbolismi e forse è la rappresentazione più forte e realistica di
un essere umano che affronta la prospettiva che l’umanità possa
svanire. La sequenza finale, tuttavia, è noto per le sue immagini
strabilianti e il suo significato nascosto. Si tratta di una
congettura religiosa? Di un viaggio interdimensionale? Le ripetute
visioni potrebbero aiutare a dare un senso a tutto.
Blade Runner
Sono in molti ormai a dare
per scontato il simbolismo e l’intricata trama di Blade Runner, dal momenti che sono trascorsi
ormai decenni dalla sua uscita al cinema. Per chi non avesse mai
avuto la fortuna di vedere uno dei capolavori realizzati da Ridley
Scott, sappiate che state per immergervi nella visione di un gran
bel rompicapo.
Blade Runner è
universalmente riconosciuto come uno dei film più complessi di
sempre, un film che ha sempre richiesto più di una visione per
permettere allo spettatore di assorbire realmente tutto ciò che ha
da offrire. La sua influenza sul genere fantascientifico è
indubbia, ma i suoi numerosi intrecci, i personaggi così misteriosi
e il tema “È lui o non è lui” continuano a renderlo un
punto fermo tra le gemme della storia del cinema.
Americani
Americani
è noto soprattutto per il suo cast eclettico, composto
essenzialmente da attori di serie A, performance incredibilmente
affascinanti e parecchio linguaggio volgare. Racconta la storia di
diversi agenti immobiliari che si trovano sotto il controllo delle
autorità dopo che una serie di ambiti contatti di vendita è stata
rubata dall’ufficio.
Questa è solo la punta dell’iceberg,
dal momento che Americani mostra un ritratto poco
lusinghiero e sporco del gioco delle vendite e dei giocatori
moralmente falliti coinvolti. Deve essere guardato più volte
semplicemente per poter meglio entrare nelle teste dei molteplici
personaggi che compongono la storia. Per coloro che non sono
avvezzi al mondo delle vendite, parte del gergo può anche creare
confusione. Tuttavia, ne vale la pena anche solo per vedere
l’interpretazione di Alec Baldwin. Eroe o cattivo? È difficile
dirlo…
Inception
Inception, il
celebre film di Christopher Nolan del 2011, ha affascinato il
pubblico con la sua interpretazione unica del genere
heist. Scavando a fonto nel tema e nelle implicazioni dei
sogni, Inception è un film che richiede tutta l’attenzione
dello spettatore per tenere davvero traccia di ciò che sta
accadendo.
Ogni livello del subconscio presenta
nuovi pericoli per la gang protagonista. Il finale ambiguo che
lascia lo spettatore con più domande che risposta non solo
necessita almeno di una seconda visione, ma la impone.
Moon
Da quando è stato
rilasciato nel 2009, Moon ha ottenuto un ampio
seguito e elogi universali. Realizzato con un budget esiguo di soli
cinque milioni di dollari, ha dato vita ad una base lunare, un
robot e una serie di altri effetti sorprendenti.
Sebbene il film abbia una struttura
lineare e relativamente facile da seguire, è la grande svolta
centrale del film che stravolge tutto ciò che pensavamo di sapere.
Già alla seconda visione il film assume i contorni di un’esperienza
completamente diversa…
Interstellar
Interstellar
si differenzia dalla maggior parte degli epici film di fantascienza realizzati ad
Hollywood, in quanto non è interessato alla fantasia, ma piuttosto
alla realtà e alla vera scienza. Il film non tiene lo spettatore
per mano, e si aspetta che il pubblico stia al passo con tutti i
complessi concetti scientifici che tira in ballo.
La natura radicata della scienza che
viene presentata nel film è accattivante, ma una seconda visione
consente agli spettatori di concentrarsi meglio sulla storia che
viene raccontata.
La donna che visse due volte
Il classico La
donna che visse due volte di Hitchcock è senza dubbio uno
dei suoi più grandi thriller. Per chi non lo conoscesse, la
premessa è semplice: il detective Scottie viene assunto per seguire
la moglie di un vecchio amico del college. Da lì la storia cambia e
si trasforma, come fanno i migliori thriller.
Com’è nel classico stile del
regista, il film era già in anticipo sui tempi per quanto riguarda
la struttura insolita e manipolatrice, non solo nei confronti del
pubblico ma anche degli stessi personaggi. Sebbene il film abbia
più di 50 anni, regge ancora oggi il confronto e affascina
qualsiasi tipo di spettatore.
L’uomo senza sonno
Christian
Bale offre una delle più grandi interpretazioni della sua
carriera. Avendo perso un sacco di peso per il ruolo, è davvero
irriconoscibile nei panni di Trevor Reznik. Il film presenta molti
concetti surreali e ultraterreni apparentemente contraddittori.
Trevor giustifica la sua scioccante
perdita di peso come risultato del non aver dormito per molti mesi.
Combinato con altri strani avvenimenti, il film diventa un vero e
proprio puzzle. Il climax rivela tutto e ricontestualizza l’intero
film, rendendo le visioni successive un’esperienza completamente
nuova.
Pulp Fiction
Pulp Fiction, il rivoluzionario successo di
Quentin Tarantino che ha definito ufficialmente la sua carriera, è
stato una boccata d’aria fresca quando è uscito nel 1994. Il film
presenta più protagonisti e una struttura non lineare. Questo non è
evidente fin dall’inizio, ma tutto viene rivelato durante il film,
portando ad un climax soddisfacente e inaspettato.
Il film ha avuto successo sia di
critica che di pubblico e, sebbene sia più che probabile che tutti
abbiano già visto questo grande classico, merita comunque un posto
in questa lista.
Shutter Island
Shutter
Island è uno dei thriller moderni più oscuri e
intriganti. Le cose iniziano in modo abbastanza innocente, con due
detective inviati sull’isola di Shutter per condurre un’indagine,
solo per ritrovarsi bloccati lì.
Il film offre uno dei più grandi
colpi di scena verso il finale, che altera completamente la storia
che è stata raccontata fino al quel momento. Questo è un altro film
in cui una seconda visione significa guardare un film completamente
nuovo.
Se mi lasci, ti cancello
Se
mi lasci, ti cancello è confusionario come le menti di
Joel e Clem. È questo è – ovviamente – uno dei maggiori punti di
forza del film. Tuttavia, la struttura non lineare del film non
diventa subito evidente.
In modo spettacolare, il climax del
film assembla perfettamente tutti i pezzi, come un puzzle che
domina il tavolo della nostra sala da pranzo. Concedere al film
un’altra visione è un’esperienza certamente gratificante, offrendo
una comprensione più profonda dei personaggi.
Memento
Memento
piega la mente come pochi film riescono a fare, cominciando dal
climax del film e poi tornando alla scena precedente, fino a
raggiungere l’inizio della storia. Questa struttura rivoluzionaria
rende il film impossibile da capire finché tutto non è stato
rivelato, rendendo le visioni successive ancora più
piacevoli.
I molti segreti che
il film custodisce non possono essere compresi e scoperti finché
gli eventi del film non vengono esaminati con tutte le informazioni
necessarie. Fondamentalmente, se hai guardato Memento solo
una volta, non hai visto “davvero” Memento.
Synecdoche, New York
Synecdoche, New
York è un film che probabilmente meriterebbe più di una
visione, e non soltanto due. In realtà, ad una seconda visione,
potrebbero sorgere ancora più domande. Il film racchiude così tanti
personaggi, sottotrame, eventi della vita e dettagli
idiosincratici, che richiede un’attenzione totale ad ogni singola
visione.
È un film che ha davvero bisogno di
essere digerito e interiorizzato più e più volte. Sebbene la natura
non convenzionale del film possa scoraggiare alcuni, non c’è dubbio
che ciò che impareranno grazie al film, e ciò che il film
comunicherà loro, rimarrà per molto, molto tempo…
Lo scorso 3 Settembre è arrivata
come un fulmine a ciel sereno la
notizia che Robert Pattinson è risultato positivo al
Coronavirus. A causa di ciò, la produzione dell’attesissimo
The
Batman di Matt
Reeves – che era ufficialmente ripartita soltanto
due giorni prima, il 1 Settembre appunto – era stata nuovamente
messa in stand-by.
In seguito alla diffusione della
notizia, si era vociferato che la produzione sarebbe comunque
andata avanti senza Robert Pattinson (con Reeves intenzionato a
lavorare con lo stunt dell’attore per tutte quelle riprese che non
necessitano della sua presenza), ma a poche ore dalla circolazione
di quei rumor è stato
Variety a mettere a tacere ogni tipo di dubbio, confermando che
la produzione del film resterà in pausa e che tutti coloro che sono
entrati in contatto con Pattinson – sia membri del cast che membri
della troupe – sono ancora in quarantena.
Come si legge nel report della
fonte: “La produzione di The
Batman continua ad essere in pausa dopo che Robert Pattinson è
risultato positivo al Covid-19. I membri della troupe sono ancora
impegnati con la costruzione dei set e dei vari oggetti di scena
presso i Warner Bros. Studios di Leavesden, Regno Unito, ma le
persone della produzione che sono entrate in contatto con Pattinson
sono in quarantena. La produzione sta ancora facendo il
tracciamento dei contatti. È improbabile che le riprese riprendano
fino alla fine del periodo di quarantena, che durerà circa due
settimane.”
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
Sappiamo ormai da diverso tempo che
Ant-Man 3 è ufficialmente in fase di sviluppo,
anche se ad oggi non esistono molti dettagli sulla terza avventura
cinematografica di Scott Lang. Eppure, un nuovo report di Screen
Rant sembra suggerire che il film potrebbe finalmente
introdurre i Fantastici
Quattro nell’universo condiviso.
In che modo i personaggi creati da
Stan Lee e Jack Kirby potrebbe fare il loro debutto nel MCU? Secondo la teoria esposta
dalla fonte, il terzo Ant-Man, che sarà diretto ancora una
volta da Peyton Reed (già regista dei primi due
film), potrebbe ufficialmente introdurre il Macroverso (detto anche
Overspace), in pratica l’opposto del Regno Quantico, ed è proprio
lì che potremmo incontrare per la prima volta Reed Richards e
soci.
Per stessa ammissione di Reed in
una recente intervista, Ant-Man
3 è stato già descritto come un film “molto più
grande e articolato dei primi due, con un modello visivo molto,
molto diverso”. Le dichiarazioni del regista potrebbero
riferirsi – anche se si tratta di mere speculazioni, è doveroso
ricordarlo! – proprio al Macroverso, raggiungibile solo acquisendo
dimensioni gigantesche (in pratica il contrario di quello che
avviene per accedere al Regno Quantico).
Ant-Man 3 introdurrà l’Oversapce?
Grazie ai fumetti, sappiamo che i
Fantastici
Quattro hanno avuto più volte a che fare con
l’Overspace. La fonte suggerisce che, proprio grazie alla diverse
modalità di scorrimento del tempo tra le varie dimensioni, diversi
anni prima Reed e gli altri potrebbero esservi rimasti bloccati nel
corso di qualche esperimento, avanzando anche l’ipotesi che Mister
Fantastic possa anche essere un collega di Hank Pym e aver stretto
con lui una lunga amicizia.
Inoltre, sempre come sottolineato
dalla fonte, non bisogna dimenticare che Peyton
Reed ha sempre avuto una naturale propensione verso i
Fantastici
Quattro, tant’è che diversi anni fa propose
addirittura alla Fox un soggetto basato proprio su quei
personaggi.
Naturalmente, esistono anche
diverse altre speculazioni in merito a ciò che potremmo vedere in
Ant-Man
3: si mormora, ad esempio, che M.O.D.O.K. possa essere
il villain principale, mentre l’introduzione di Cassie Lang nei
panni di Stature potrebbe preparare il terreno per l’assemblaggio
degli Young Avengers.
In attesa dell’arrivo in rete,
domani, del primo trailer di Dune,
ecco un breve assaggio del film di Denis
Villeneuve che riporta in sala il romanzo di Frank
Herbert, già raccontato da David Lynch.
Almeno apparentemente, sembra che
per ora non sia prevista alcuna Ayer Cut di
Suicide Squad, ed è passato un po’ di
tempo dall’ultima volta che abbiamo avuto aggiornamenti in merito
da David
Ayer. Tuttavia, proprio mentre alcuni fan stavano
iniziando a gettare la spugna, ecco che il regista è tornato con
altre rivelazioni sul suo adattamento DC Comics del 2016.
Non è un segreto che la maggior
parte delle scene con protagonista il Joker siano state eliminate
in fase di montaggio, ma Ayer ha ora rivelato via
Twitter che il piano originale per Suicide
Squad era che il film si aprisse con June Moon
che scopriva e rilasciava Incantatrice. Da lì, il Clown Principe
del Crimine sarebbe stato mostrato mentre prendere parte ad un
“lungo assalto” all’Arkham Asylum.
Da lì, avrebbe trasformato la
Dottoressa Harleen Quinzel in Harley Quinn, e sembra che il piano
originale per il film fosse che la narrazione proseguisse in
maniera molto più lineare (piuttosto che saltare avanti e indietro
nel tempo, con diversi flashback che fanno luce sulle storie di
origine di ciascuno di questi cattivi).
In un altro
tweet, Ayer ha chiarito di non aver mai pianificato che
Suicide
Squad fosse vietato ai minori: il rating pensato
da subito per il cinecomic è sempre stato PG-13. Tuttavia, il film
ha comunque superato i limiti imposti da quella valutazione e alla
fine è stato vietato ai minori di 15 anni nel Regno Unito.
Suicide
Squad è un film del 2016 diretto da David
Ayer con Will
Smith, Margot
Robbie, Jared
Leto, Joel
Kinnaman, Jai Courtney, Cara
Delevingne, Viola
Davis, Scott Eastwood, Raymond Olubawale, Jay Hernandez, Ike
Barinholtz, Ted Whittall, Robin Atkin
Downes e David
Harbour. Nel film i più temuti supercriminali del
mondo vengono reclutati in gran segreto da Amanda Waller per
costituire la Task Force X, una squadra di antieroi che in seguito
alla morte di Superman avrà il compito di difendere l’umanità da
ogni genere di minaccia.
L’Academy continua nella sua volontà
di rinnovarsi e di restare al passo coi tempi, ma soprattutto di
rendere gli Oscar dei premi a sostegno
dell’inclusione della diversificazione nel cinema. Come apprendiamo
da
Deadline, oggi l’associazione ha annunciato una nuova riforma
all’interno del meccanismo di selezione dei film.
Tale riforma è stata approvata con
l’obiettivo di promuovere un’equa rappresentazione sullo schermo
per quanto riguarda i temi legati all’identità di genere,
all’orientamento sessuale, all’etnia e alla disabilità. La riforma
in questione entrerà in vigore a partire dalla 96esima
edizione degli Academy Awards, quindi nel 2024. Come
leggiamo nel report della fonte, una riforma simile verrà messa in
atto anche dai BAFTA, gli Oscar inglesi.
Le categorie di rappresentazione che
verranno prese in considerazione dalla riforma dovranno interessare
il cast, la troupe, lo studio cinematografico e altre aree legate
allo sviluppo e all’uscita del film. A partire dal 2024, quindi,
per essere presi in considerazione per la categoria
“Miglior Film“, una produzione dovrà
obbligatoriamente soddisfare almeno due dei quattro nuovi standard
imposti dalla riforma.
In una nota congiunta David
Rubin, presidente dell’Academy, e Dawn
Hudson, CEO dell’Academy, hanno commentato: “Lo
sguardo deve essere ampliato per riflettere la popolazione globale
sia nella creazione di film che nel pubblico che li guarda.
Crediamo che questi standard di inclusione saranno catalizzatori di
un profondo e duraturo cambiamento nella nostra
industria.”
La riforma non avrà alcun impatto
sulla prossima edizione degli Oscar, la numero 93,
che si svolgerà il prossimo 25 Aprile. La cerimonia di premiazione,
che generalmente si tiene a Febbraio, è stato posticipata di
diversi mesi a causa dell’emergenza Coronavirus.
A quanto pare Luca
Guadagnino, che si occuperà della regia del nuovo
adattamento di Scarface, è determinato a realizzare un film
vietato ai minori che possa scioccare il pubblico. Il film
originale, diretto nel 1932 da Howard Hawks, ha avuto già un primo
rifacimento – molto più celebre – nel 1982, diretto da
Brian De Palma, sceneggiato da Oliver
Stone e con Al Pacino nei panni del protagonista Tony
Montana, un immigrato cubano che in breve tempo divenne uno dei più
potenti criminali di Miami.
Nonostante all’epoca della sua
uscita in sala causò molte controversie proprio a causa
dell’eccessiva dose di violenza, il film fu un successo al box
office mondiale e ad oggi è considerato un vero e proprio cult.
Adesso, un nuovo remake è attualmente in sviluppo per conto di
Joel e Ethan Coen (che si
occuperanno di scrivere la sceneggiatura), con Luca
Guadagnino incaricato dalla Universal di occuparsi della
regia.
In un’intervista con BadTaste.it, nell’ambito del Festival di Venezia, il regista di
Chiamami Col Tuo Nome e Suspiria ha rivelato che il suo intento è quello di
realizzare un film che possa essere tanto scioccante per il
pubblico quanto nel 1982 lo fu la versione di De Palma. Riferendosi
al personaggi di Tony Mantana come ad un “archetipo”,
Guadagnino ha spiegato che i personaggi cattivi come lui sono il
“sintomo” del bisogno degli immigrati di raggiungere il Sogno
Americano. Il regista ha poi aggiunto che il suo film sarà vietato
ai minori e che la sceneggiatura, che ha definito
“grandiosa”, sarà l’elemento chiave che condurrà alla
realizzazione di un film “scioccante”.
“La verità è che mi interessa
il personaggio di Tony Montana. È un sintomo del Sogno
Americano”, ha spiegato Guadagnino. “E penso che questi
film siano fatti per i loro tempi. Il mio Scarface arriverà 40 anni
dopo il precedente. Penso che la cosa importante di questi film non
sia il fatto che siano attraenti e fondamentali come quello di
Brian De Palma. L’importante è sapere che Tony Montana è un
personaggio archetipico. Le cose importanti sono: A) Deve essere
ben fatto, la sceneggiatura deve essere eccezionale, e lo è; B) Il
nostro Tony Montana deve essere aggiornato. Non voglio imitare
niente; C) Questo film deve essere scioccante. Il film di Brian De
Palma è stato classificato R, quindi voglio anche io un grande R
per il mio film.”
In questi giorni Luca
Guadagnino è stato protagonista della 77esima
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia dove ha
presentato, Fuori Concorso, il suo nuovo documentario
Salvatore – Shoemaker of Dreams, dedicato allo
stilista e imprenditore italiano Salvatore Ferragamo. Il
documentario verrà distribuito in Italia prossimamente grazie a
Lucky Red.
È da molto tempo, ormai, che si
parla di un possibile Kill Bill Vol. 3 e diverso tempo fa
l’attrice Vivica A. Fox aveva suggerito un ruolo per
Zendaya nell’ipotetico film. Nelle
intenzioni di Quentin Tarantino, infatti, ci sarebbe la
volontà di raccontare la storia della figlia ormai adulta di
Vernita Green (il personaggio interpretato dalla Fox) e della sua
vendetta nei confronti di Beatrix Kiddo (Uma
Thurman) per la morte della madre.
All’epoca Vivica A. Fox aveva suggerito proprio Zendaya(Spider-Man:
Homecoming, The
Greatest Showman, Euphoria) per
il ruolo della figlia di Vernita, dichiarando:
“Nel corso di un’intervista mi hanno chiesto a quale
giovane attrice avrei fatto interpretare quel personaggio. Io
risposi facendo il nome di Ambrosia, ma loro volevano il nome di
un’attrice affermata, e così ho risposto Zendaya. Quanto sarebbe
fico? Probabilmente darebbe il via libera al progetto. Inoltre, lei
e Uma sono molto alte e insieme spaccherebbero. E poi adoro
Zendaya.”
Adesso, è stata la stessa Zendaya (che a Dicembre vedremo
nell’attesissimo Dune di
Denis Villeneuve) a commentare le parole di Fox in una recente
intervista con Empire, dichiarandosi
“onorata” per la proposta dell’attrice: “Ho letto quella cosa!
Sono stata onorata che abbia fatto il mio nome. Ovviamente è
incredibile e sono molto lusingata che abbia pensato a me. Però, è
soltanto un’idea. Internet inizia a parlare di una cosa e sembra
che funzioni.”
Nel corso degli anni, lo stesso
Quentin Tarantino ha parlato più e più volte
della possibilità di un terzo capitolo di
Kill Bill. Il regista ha dichiarato di averne anche
parlato con Uma
Thurman e che il progetto potrebbe effettivamente
vedere la luce tra circa tre anni. Tuttavia, non esiste alcuna
certezza in merito alla cosa, dal momento che Tarantino è noto per
aver spesso parlato di suoi progetti che poi non si sono mai
concretizzati.
In attesa che il regista ci delizi
con nuovi aggiornamenti sul possibile Kill Bill Vol. 3, ricordiamo che il suo
ultimo film, C’era una volta a
Hollywood, è uscito nelle sale lo scorso anno. Il
film, con protagonisti Leonardo
DiCaprio, Brad
Pitte Margot
Robbie, ha vinto 3 Golden Globe su 5 candidature,
tra cui il Golden Globe per il miglior film commedia o musicale, e
2 Premi Oscar su un totale di 10 candidature.
La nostra intervista a Oleh
Yutgof, attore conosciuto grazie alla terza stagione di
Stranger Things, e protagonista di
Never Gonna Snow Again, film in Concorso a
Venezia 77 e prossimamente in sala con I Wonder Pictures.
Un massaggiatore entra nelle case e
nelle vite dei cittadini di un ricco quartiere residenziale, i cui
abitanti, a dispetto della loro ricchezza, trasudano tristezza
interiore e desiderio. Le mani del misterioso nuovo arrivato hanno
proprietà curative, i suoi occhi penetrano le loro anime. Alle loro
orecchie, il suo accento russo suona come una melodia del passato,
un ricordo di un’infanzia più sicura e protetta. Zhenia, questo è
il suo nome, cambierà le loro vite.
Never Gonna Snow
Again, che è già stato scelto come film per rappresentare
la Polonia ai prossimi Oscar 2021, sarà nelle sale italiane
prossimamente con I Wonder Pictures
Never Gonna Snow Again, la trama
Un massaggiatore dell’Est fa il suo ingresso
nella vita dei facoltosi abitanti di una comunità scialba e
inaccessibile, i quali, a dispetto della loro ricchezza, trasudano
tristezza interiore e desiderio. Le mani del misterioso nuovo
arrivato hanno proprietà curative, i suoi occhi penetrano le
loro anime. Alle loro orecchie, il suo accento russo suona come una
melodia del passato, un ricordo di un’infanzia più sicura e
protetta. Zhenia, questo è il suo nome, cambierà le loro
vite.
Il
commento del regista
La parola “neve” può assumere svariati
significati ed evocare molteplici emozioni. Se da un lato può
essere un elemento pervasivo e pericoloso, dall’altro è fonte di
sicurezza e conforto, una coperta che ci riporta alle favole
dell’infanzia. Oggi, viene associata alla distruzione del clima del
pianeta per mano dell’uomo e, di conseguenza, alla sua lenta
sparizione dalla nostra vita. I protagonisti sono concentrati su un
piccolo mondo rassicurante, che danno per scontato. Tuttavia,
dietro le apparenze, sono alla ricerca di una dimensione più
spirituale. I personaggi bramano il contatto, l’intimità, il sesso,
la comprensione, la libertà. Finanziariamente ricchi e
spiritualmente poveri, sono sopraffatti da una brama inconscia.
Proiettano le proprie fantasie su uno sconosciuto che, dopo essere
entrato nelle loro vite, agisce come uno specchio. È difficile dire
se questa esperienza sia reale o un’illusione. La foresta magica
nella quale si trovano con lo sconosciuto è puramente frutto della
loro immaginazione, oppure esiste veramente? Il film è avvolto da
un’aura di mistero. Vorremmo incoraggiare il pubblico a riflettere
sulle condizioni attuali dell’Europa. Il nostro obiettivo è
suscitare una serie di domande, sottili, all’insegna dell’umorismo,
senza alcun preconcetto da parte nostra.
Dopo Alfred
Hitchcock, anche Netflix prova ad adattare il romanzo di
Daphne Du
Maurier, Rebecca. Nel cast
del film diretto da Ben Wheatley ci sono
Armie Hammer, Lily James e Kristin Scott
Thomas
Una giovane sposina arriva
nell’imponente tenuta di famiglia del marito su una costa inglese
battuta dal vento e si ritrova a combattere l’ombra della sua prima
moglie, Rebecca, la cui eredità vive nella casa
anche molto tempo dopo la sua morte. Un adattamento moderno del
romanzo gotico di Daphne Du Maurier arriva su
Netflix: interpretato da Armie Hammer, Lily James
e Kristin Scott Thomas.
È stato diffuso il trailer
ufficiale di Nomadland, nuovo
film di Chloé Zhao con protagonista la due volte
premio Oscar Frances McDormand.
Nomadland
segue Fern (McDormand), una donna che, dopo il collasso economico
di una cittadina rurale nel Nevada, fa i bagagli e parte nel suo
van per provare la vita on-the-road, fuori dalla società
convenzionale, da moderna nomade. Il film include i nomadi veri
Linda May, Swankie e Bob Wells che fanno da mentori e compagni a
Fern nel suo viaggio attraverso il vasto paesaggio dell’Ovest
americano.
Nomadland
è prodotto da Frances McDormand (Olive Kitteridge su HBO),
Peter Spears (Chiamami col tuo nome), Molly Asher (The
Rider), Dan Janvey (Re della Terra Selvaggia), e
Chloé Zhao (The Rider– Il sogno di un cowboy).
Protagonista del film, oltre a McDormand, è David Strathairn
(Good Night, and Good Luck.). Zhao torna a lavorare con il
suo direttore della fotografia per The Rider, Joshua James
Richards (La terra di Dio). Le musiche nel film sono del
compositore italiano Ludovico Maria Enrico Einaudi e il montaggio
di Zhao. Alla Searchlight, il film è stato coordinato dai
presidenti della produzione Matthew Greenfield e David Greenbaum e
dal vice presidente della produzione Taylor Friedman.
ChloéZhao è una regista, sceneggiatrice, montatrice, e
produttrice rinomata per il suo lavoro nel suo film d’esordio,
Songs My Brothers Taught Me (2015), presentato in prima
mondiale al Sundance Film Festival. Il suo secondo lungometraggio,
The Rider (2017), ha ricevuto diversi riconoscimenti fra i
quali le candidature agli Independent Spirit Awards per miglior
film e miglior regista. Zhao ha diretto il film di prossima uscita
dei Marvel StudiosEternals, programmato per il 2021 e distribuito
da Walt Disney Studios.
Il film è basato su un fatto
realmente accaduto a Novocherkassk il 2 giugno del 1962 e secretato
fino agli anni ’90. Nel 1992 venne avviata la prima inchiesta. Le
vittime del massacro erano state occultate in tumuli sotto falso
nome perché non venissero mai ritrovate. I principali sospetti fra
gli alti vertici governativi erano già morti. I responsabili non
sono mai stati condannati.
Penelope Cruz sarà
la protagonista de L’immensità, il nuovo film di
Emanuele Crialese che torna alla regia dopo nove
anni di pausa, Terraferma è infatti del 2011.
L’attrice premio Oscar sarà la madre di una famiglia degli anni
’70, che vive un amore viscerale per i propri figli in un momento
storico di cambiamento.
L’immensità è
scritto da Emanuele Crialese, Francesca Manieri e
Vittorio Moroni. Il regista ha raccontato che
Penelope Cruz incarnerà “un archetipo che può solo venire alla
luce dall’incontro umano e artistico con la sensibilità di una
grande attrice come Penelope Cruz”.
Intanto, l’attrice spagnola ha
dichiarato: “Sono fan di Emanuele Crialese da lungo tempo e
L’immensità è una delle migliori sceneggiature che abbia mai letto.
Non vedo l’ora di tuffarmi in questa avventura magica con lui e il
resto del team per dare vita a un personaggio di cui sono già
innamorata”. Le riprese del film cominceranno nel 2021.
A otto anni da Bellas
Mariposas, Salvatore Mereu torna al
cinema con Assandira, torna così a raccontare la
Sardegna, con un occhio affezionato e allo stesso tempo crudo,
spietato su un rapporto tra uomo, tradizione e ambiente che diventa
feroce e tragico. Per farlo si serve del volto scavato di
Gavino Ledda, già autore di Padre Padrone
e qui interprete di Costantino, un pastore sardo completamente
vittima di se stesso e degli eventi.
È su un suo primo piano sofferente e
graffiato che si apre il film, sotto una pioggia torrenziale,
mentre su luogo di un incidente, la cui natura è difficile da
identificare da subito, si aggira come un fantasma, rifugiandosi su
un pagliaio, farneticando, in una profonda e toccante voce fuori
campo che percorre tutto il film, su senso di vergogna e dolore. La
storia è ambientata negli anni Novanta, quando la moda degli
agriturismi che facevano conoscere la vita di campagna ai turisti
stranieri e cittadini divenne una moda. Mario, unico figlio di
Costantino, torna nel suo paesino d’origine in Sardegna con la
moglie tedesca, Greta, con una proposta per il vecchio padre:
trasformare un vecchio podere in un agriturismo, uno spiraglio di
riqualificazione, modernità e soprattutto di ricchezza, in una
terra di pastori, semplice e antica, ancorata alla tradizione ma
non abituata a mostrarsi. Comincia così per Mario e Greta, e solo
dopo per Costantino, una avventura che sembra eccitante e nuova e
che, piano piano, si trasforma in qualcosa di pericoloso e
tragico.
La terra e la carne di
Assandira
Salvatore Mereu si
attacca ai volti dei suoi protagonisti, attori professionisti e
non, che si mettono a nudo, carne e anima, davanti alla camera. E
l’occhio del regista va proprio a scavare nella terra e nei
pensieri, specialmente di Costantino, la cui voce ci guida in una
storia che adotta il linguaggio del thriller investigativo,
costruito su flashback e testimonianze, e progressive rivelazioni.
Un approccio accattivante ad una storia che si fa indagine
antropologica di una semplicità della vita di campagna che viene
contaminata dal progresso, quel turismo moderno, invasivo e
invadente. I gruppi rumorosi di tedeschi e danesi non sono
interessati alla verità della vita dei pastori, ma sono
intrattenuti da una rappresentazione della stessa che sfocia nella
farsa e nell’esagerazione di luoghi comuni, con il personaggio di
Greta che diventa ammaliatrice, promotrice, artefice principale
dell’azione.
La giunonica donna si pone in mezzo
a due uomini a loro modo simili, per quanto è bionda e vitale lei,
sebbene portatrice di una doppiezza strisciante e ambigua, sono
scuri, pelosi, rugosi padre e figlio. Mario è una vittima
consapevole, si piace scientemente al volere della moglie, mentre
Costantino, da restio e conservatore, si fa sedurre dal corpo della
donna, dalla sua vitalità, dalla sua apparente purezza, soprattutto
dalla fisicità calda di Greta. Una scelta che lo porterà poi alla
rovina.
Un paradiso terrestre pronto a distruggersi
Assandira è un
posto magico, un piccolo paradiso costruito su un sogno, ma proprio
come il paradiso terrestre custodisce un’insidia, un pericolo, un
lato oscuro che finirà per devastarlo. Attraverso il volto segnato,
sempre in primo piano, dell’ottimo e profondo Ledda,
Salvatore Mereu racconta una fiaba dall’esito
tragico, adotta il linguaggio del thriller investigativo e offre
una riflessione antropologica su un dialogo vizioso tra passato e
presente, dove il primo è stuprato e strumentalizzato da un
presente sempre più annichilito dalla noia.
Ci son storie vere che diventano
esemplari ed altre che ci fanno sorprendere di non averle mai
sentite prima, ma in nessuna di queste due categorie potrebbe
rientrare lo spunto al quale si è ispirato Andrei Konchalovsky per
il suo ultimo Dorogie Tovarischi (Cari Compagni),
in concorso alla 77. Mostra Internazionale di Cinema di Venezia.
Sullo sfondo, infatti, c’è il massacro avvenuto a Novocherkassk il
2 giugno del 1962, del quale si è potuto sapere solo nel 1992
grazie alla Glasnost di Gorbaciov e all’inchiesta affidata
all’investigatore Yuri Bagraev, non a caso chiamato a fare da
consulente alla sceneggiatura.
Il bilancio finale fu di 87 feriti e
26 morti, i corpi dei quali furono seppelliti sotto falso nome per
cancellare ogni prova dell’accaduto. Di fatto preservando i
colpevoli, a tutt’oggi mai condannati. Un esempio agghiacciante
della distorsione dell’informazione e dell’uso della censura ad
ampio raggio da parte del regime comunista sovietico, in questo
caso post Staliniano, che viviamo attraverso l’esperienza della
protagonista, Caposettore del Comitato Locale del Partito, Lyudmila
Syomina. La donna, interpretata dalla moglie del regista Julia
Vysotskaya, da sempre irreprensibile militante convinta della bontà
degli ideali comunisti e dell’onnipotenza del defunto leader, si
getta alla disperata ricerca della figlia, data per morta e
scomparsa dietro la fumosa organizzazione del KGB.
Cari Compagni, una storia
dalle radici antiche
“Volevo fare un film sulla
generazione dei miei genitori” e sulla disillusione di quanti
avevano sognato una società diversa, ha dichiarato il regista, che
da circa 10 anni coltivava questo progetto. Da prima ancora della
sua vittoria del Leone d’argento con Le notti bianche del postino nel 2014 e
Paradise nel 2016 proprio al Lido, dove torna
per omaggiare a suo modo la purezza di quegli uomini e donne, in
molti casi prime vittime del crollo di quelle ideologie. Un tributo
da leggere tra le righe, in effetti, ma non così nascosto,
sicuramente più evidente nelle espressioni della gente comune e
nella loro umanità. Volti e speranze che Konchalovsky sottolinea e
incornicia con inquadrature attente, sicuramente sostenute dal
bianco e nero utilizzato e dal formato scelto, l’ormai insuale
4:3.
A tratti, i paradossi dell’Apparato
assumono toni quasi farseschi, o teatrali, come nelle immagini
dello sciopero e dei primi morti osservate da dietro i vetri di una
finestra chiusa, ma tutto si trasforma rapidamente in tragedia.
Prima sociale, politica e poi personale, con la missione della
donna intorno alla quale tutto ruota. La foga emotiva di questa
madre angosciata spicca facilmente sugli sfondi scelti per
rappresentare una realtà storica fatta di uffici, ospedali e case
private, di soldati senza volto e folle vocianti tanto quanto di
icone religiose e quadri di Stalin.
Tessere di un puzzle che piano perde
di umanità, sposando perfettamente l’immagine stereotipata che
tutti (almeno quelli che ricordano il periodo in questione) abbiamo
di quel contesto, proprio mentre tutto spinge per far emergere
sempre più esempi di pietà e solidarietà tra le vittime, carnefici
compresi. Fondamentali nel procedere della ricerca, che si sviluppa
tra le maglie dell’istituzione, tra alleati imprevedibili e
improbabili, fino alla conclusione più attesa.
Andrà tutto
bene
La parabola che disegna Konchalovsky
è evidente, le sue sorprese non sono narrative, ma la realtà di cui
son intrisi i fatti riportati colpisce ancora più duramente.
Analogamente emoziona di più il turbamento della protagonista
nell’affrontare la nomenklatura schierata per la lettura del
discorso – il cui incipit dà il titolo al film – che dovrebbe
salvarla piuttosto che le implicazioni o le conseguenze della sua
scelta. Le parole vengono meno. E i paralleli tra la chiusura della
città e il lockdown vissuto da tutti noi, o tra il conclusivo
“Staremo meglio” e lo slogan che abbiamo visto apparire su molti
dei nostri balconi, vengono naturali. Non senza regalarci un ultimo
brivido, drammaticamente sincero.
Iron Man è stato l’eroe che ha dato il via alla
Saga dell’Infinito, e le conseguenze del suo ultimo sacrificio
sono state ciò che ha portato al termine il franchise così come
abbiamo imparato a conoscerlo in tutti questi anni. Anche se un
nuovo capitolo del MCU sta per iniziare senza
Tony Stark, è probabile che lo spirito del “genio, miliardario,
playboy, filantropo” influenzerà comunque le nuove trame
dell’universo condiviso.
The Direct ha raccolto sette modi in cui potremmo vedere
l’influenza di
Iron Man nel futuro del MCU:
Le avventure di Spider-Man
La storia di Spider-Man nel
MCU ha ruotato pesantemente attorno
al suo rapporto con Tony Stark. Sia in Captain
America: Civil War che in Spider-Man:
Homecoming, abbiamo visto Tony reclutare Peter ed
introdurlo all’universo dei Vendicatori, cercando al tempo stesso
di aiutare il giovane a trovare la sua strada. Tony proclama
ufficialmente Peter un membro dei Vendicatori in Avengers:
Infinity War, mentre il tragico finale di Avengers:
Endgame spingerà Peter ad affrontare le conseguenze della
scomparsa del suo mentore in Spider-Man:
Far From Home. Naturalmente, non bisogna dimenticare che i
principali cattivi di entrambi i film in solitaria di Spidey –
rispettivamente Avvoltoio e Mysterio – sono stati degli ex
dipendenti della Stark Industries, adesso in cerca di vendetta.
Detto questo, Kevin Feige ha
dichiarato che andando avanti Spider-Man non resterà bloccato
nell’ombra del suo mentore come lo è stato finora, e che lo scopo
di Far
From Home era quello di chiarire che Spidey sarà un
supereroe distinto e non “il prossimo Iron Man”. Tuttavia, la
saggezza che Peter ha appreso da Tony influenzerà indubbiamente il
suo viaggio in futuro, senza considerare tutta l’eredità lasciata
dall’eroe (sia in termini di costumi che di accessori). Per non
parlare del fatto che Avvoltoio è ancora vivo, e anche Mysterio
potrebbe benissimo esserlo…
La mentalità di Doctor Strange
Sebbene Spider-Man sia
l’eroe della Fase 4 che ha avuto il rapporto più stretto con Iron
Man, certamente non è stato l’unico ad essere profondamente colpito
dalla sua morte. In Avengers:
Infinity War, Doctor Strange chiarisce che è disposto a
sacrificare chiunque per sconfiggere Thanos, cercando di rimanere
stoico nel suo caratteristico sarcasmo. Ci sono alcuni punti nel
corso di quel film e di Avengers:
Endgame in cui vediamo Strange rimanere fedele a questa
sorta di mantra sacrificale, e durante tutti questi momenti, Tony è
sempre al fianco di Strange.
Subito prima che Doctor Strange
scomparisse in Infinity
War, disse esplicitamente: “Tony, non c’era altro
modo”. È abbastanza inquietante, considerando che metà
dell’universo è poi effettivamente scomparso, ma lo è ancora di più
in riferimento al successivo sacrificio di Tony per salvare
l’intera umanità. Durante la battaglia finale di Endgame,
dice minacciosamente a Tony: “Se ti dico cosa succede, non
succederà”, e in seguito alza lentamente un dito per indicare
che il suo schiocco è l’unico modo in cui i Vendicatori potranno
vincere.
Non riusciamo a
sentire più nulla da parte di Doctor Strange dopo questo momento,
ma il personaggio appare al funerale con tutti gli altri eroi e i
momenti appena descritti mostrano quanto l’impatto si Stark sulla
sua vita sia stato importante. Strange non possiede più la Pietra
del Tempo, quindi probabilmente non dovrà avere più a che fare con
certe tipologie di fardelli, ma gli eventi passato potrebbero
avere delle conseguenze sulla sua mentalità. Strange si sente in
colpa per aver influenzato Iron Man come ha fatto? Sente per la
prima volta la gravità di ciò che significa sacrificarsi come
supereroe? Speriamo di avere un’idea di come si sta riprendendo
dagli eventi traumatici della fine della Saga dell’Infinito in
Doctor
Strange in the Multiverse of Madness.
I dieci anelli e il “vero” Mandarino
Il Mandarino è un
classico cattivo di Iron Man nei fumetti, ma la versione del
personaggio vista in Iron Man 3 si è rivelata essere soltanto un attore di
nome Trevor Slattery. Tuttavia, uno dei tanti annunci del MCU al Comic-Con di San Diego nel
2019 è stato che il “vero “Mandarino apparirà nel prossimo film
Shang-Chi. In effetti, il titolo completo del cinecomic,
Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings, allude anche ai
legami con il passato del MCU, dato che nel primo film di
Iron Man, “Dieci Anelli” è il nome del gruppo terroristico che
rapisce Tony Stark in Afghanistan.
Grazie al cortometraggio bonus
presente nell’edizione home video di
Thor: The Dark World, “All Hail the King”, sappiamo già un
po’ del vero mandarino e del suo legame con il resto del MCU. Secondo quel corto, l’attuale
Mandarino è quello responsabile dei Dieci Anelli, ed è pienamente
consapevole (e non troppo felice) di quello che è successo a Trevor
durante gli eventi di Iron Man 3. Dato che queste informazioni non
sono ancora state divulgate in uno dei film del MCU, è probabile che tornerà in
azione in Shang-Chi anche per collegare la trama di quel film
con gli eventi del MCU accaduti fino ad ora.
Le conseguenze della morte di Thanos
Parlando ancora di collegamenti, un
altro cattivo sconfitto da Iron Man nel MCU ha stretti legami con un gruppo
che sta per fare il suo debutto nell’universo condiviso. Gli
Eterni è in programma per la Fase 4 e, nella tradizione
dei fumetti Marvel, Thanos è in realtà un
Eterno.
Anche se non è ancora stato
confermato se Thanos avrà o meno il sangue degli Eterni nel
MCU, sarebbe sicuramente un modo
efficace per collegare la prima storia sul grande schermo degli
Eterni al resto del franchise. Possibili flashback di un Thanos più
giovane che vive tra gli altri Eterni potrebbero far parte del
film; ciò che potrebbe essere ancora più interessante è vedere gli
Eterni nel film reagire alla sua morte e alla sua sconfitta dopo lo
schiocco di Iron Man. Gli Eterni esistono da migliaia di anni nella
tradizione del MCU e sono stati indubbiamente
influenzati dalla Decimazione e dal Blip, e l’idea di conoscere la
prospettiva di tutta la situazione da coloro che hanno sempre
identificato Thanos come uno di loro, è una prospettiva decisamente
allettante.
Il sacrificio di Stark potrebbe aver
inconsapevolmente giocato un ruolo nel ricongiungimento del team
degli Eterni nel MCU? Purtroppo, dovremo aspettare
fino al rilascio del film dedicato a Gli
Eterni nel 2021 per scoprirlo.
Un biglietto per il Multiverso
Anche il
Guanto dell’Infinito è uno degli oggetti preferiti dai fan in
quanto dispositivo centrale nell’iconico momento “I am Iron
Man” in Avengers:
Endgame, in realtà non è l’unico pezzo di
tecnologia Stark che gioca un ruolo importante nel film. Tony è
quello che ha scoperto la maggior parte della tecnologia utilizzata
per il viaggio nel tempo, e sebbene sia stata messa da parte alla
fine del film, per quanto ne sappiamo, esiste ancora e potrebbe
essere riutilizzata in futuro.
Sappiamo che il Multiverso entrerà
in gioco nel prossimo film di Doctor
Strange, presumibilmente anche nella serie Loki, e
probabilmente anche in altri progetti futuri. Con la tecnologia del
viaggio nel tempo vista in Endgame,
che ci ha portato alla scoperta di versioni alternative del
MCU, è possibile che questa sia la
porta verso una qualche forma di Multiverso per alcuni
personaggi.
La tecnologia lascia anche la porta
aperta al ritorno, in qualche modo, dei personaggi deceduti.
Captain America si è ritirato in una versione alternativa del
passato, ma altri personaggi potrebbero potenzialmente usarla per
tornare indietro, se necessario. E persino uno stesso Iron Man
alternativo potrebbe essere portato nella linea temporale attuale
usando la stessa tecnologia creata dal suo sé dell’universo
principale. Endgame
ha aperto la porta a quasi tutti i personaggi per fare tornare nel
MCU, e Tony Stark è colui che ha
reso possibile che gli eroi rimanenti la utilizzassero.
La prossima generazione
Ovviamente, il vasto
curriculum di imprese tecnologiche di Tony Stark non è l’unica cosa
che l’eroe si è lasciato alle spalle; Avengers:
Endgame ci ha presentato la sua giovane figlia,
Morgan, che sembra già interessata all’attività di famiglia… se il
suo gioco con l’elmetto di Rescue è effettivamente indicativo.
Anche se Morgan
sembra un po’ giovane per diventare un supereroe a tutti gli
effetti, ci sono molti modi in cui potrebbe essere coinvolta nelle
azioni dei Vendicatori in futuro. Sembra molto vicina al
sopravvissuto Happy Hogan, e sicuramente altri che erano vicini a
suo padre come Spider-Man e War Machine la stanno controllando di
tanto in tanto, quindi potremmo vederla interagire con loro in
futuro.
Si dice che un
progetto dedicato agli
Young Avengers sia in fase di sviluppo, quindi potremmo non
dover aspettare così tanto per rivedere Cassie, se la Marvel troverà un modo per
inserirla n quel gruppo. E poi c’è la possibilità che lei passi al
lato oscuro; una trama che coinvolge la sua svolta contro i
Vendicatori dopo aver perso suo padre in una delle loro missioni
potrebbe essere una direzione molto avvincente per la Marvel in futuro.
L’intero MCU
Siamo
onesti: il sacrificio di Iron Man tramite lo schiocco del Guanto
dell’Infinito ha impedito a Thanos di distruggere l’universo e
crearne uno nuovo. Pertanto, è il motivo per cui tutti
nell’universo cinematografico Marvel – almeno quelli nella linea
temporale principale – possono continuare i loro viaggi, così come
i personaggi che dobbiamo ancora incontrare possono iniziare il
loro.
Anche se non è
direttamente collegato con le storie future di tutti i personaggi,
lo spirito di Iron Man sarà presente in esse perché sanno che è lui
che alla fine ha mantenuto l’universo e le loro avventure
intatte.
Di recente, infatti, è apparsa in
rete – via Instagram
– una foto che ritrae Benedict Wong, interprete di
Wong nel primo Doctor
Strange e nel MCU (è apparso anche in Infinity
War ed Endgame),
insieme a Simu Liu, protagonista di
Shang-Chi. I due attori si trovano in Australia, dove le
riprese del film in arrivo al cinema nel 2021 sono finalmente
pronte a ripartire dopo lo stop causato dalla pandemia di
Covid-19.
Semplice coincidenza o Wong tornerà
davvero nei panni di Wong per un breve cameo in Shang-Chi? Al momento è difficile dirlo,
nonostante già in passato – come riportato da
We Got This Covered – si fosse parlato della possibilità che
anche il Karl Mordo di Chiwetel Ejioforsarebbe
potuto apparire nel film. Di seguito lo scatto che ritrae Wong e
Liu insieme, a cena presso uno dei ristoranti della nota catena
KOGI Korean BBQ:
I primi dettagli sulla trama di
Shang-Chi
Stando ai primi dettagli sulla trama
emersi diverso tempo fa, Shang-Chi non sarà soltanto il Maestro
delle arti marziali che i fan hanno imparato a conoscere grazie ai
fumetti: sembra, infatti, che il protagonista avrà l’abilità di
dare vita ad una serie di cloni di se stesso (un potere simile a
ciò che è già in grado di fare nei fumetti), e sarà proprio
quest’abilità a metterlo nel radar del Mandarino. Cresciuto in uno
speciale orfanotrofio dov’è stato addestrato al combattimento,
Shang-Chi decide di fuggire per poi finire, anni dopo, di nuovo
nelle grinfie del villain. Il Mandarino promette a Shang-Chi soldi,
potere e – cosa ancora più importante – la libertà, se accetterà di
combattere in un torneo dove al vincitore verranno consegnati i
Dieci Anelli a cui fa riferimento il titolo.
L’uscita nelle sale di Shang-Chi
and the Legend of the Ten Rings è fissata
al 7 maggio 2021. Destin Daniel Cretton,
acclamato regista di Short Term
12 e The Glass Castle (di recente è
uscito il suo ultimo lavoro Il
Diritto di Opporsi, con Michael B. Jordan, Jamie Foxx
e Brie
Larson) è stato scelto per dirigere il film che vanta la
sceneggiatura di Dave Callaham (The
Expendables, Godzilla,Wonder
Woman 1984).
Vi ricordiamo che nei panni del
protagonista ci sarà l’attore canadese Simu
Liu, visto di recente nella commedia di NetflixKim’s Convenience. Insieme a
lui, nel cast, figureranno anche Tony
LeungChiu-wai nei panni del
Mandarino, e Awkwafina,
che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è
vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci
sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto
i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo
superpotere è l’ipnosi.
Alcuni giorni fa è stato il
compleanno di Idris
Elba e il regista e sceneggiatore di The Suicide
Squad, James
Gunn, ha colto l’occasione per condividere un
dettaglio alquanto interessante in merito al coinvolgimento
dell’attore nel progetto. Attraverso il suo account
Twitter, infatti, Gunn ha fatto una rivelazione decisamente
sorprendente in merito a Bloodsport, il
personaggio che Elba interpreterà nell’atteso cinecomic.
Come molti ricorderanno, all’inizio
era stato riferito che Elba era in trattative per unirsi al cast
del film e andare a sostituire Will Smith nei panni di
Deadshot. Soltanto in seguito è stato confermato
che la star di Luther avrebbe interpretato un personaggio
completamente diverso, anche se non è mai stato rivelato quali
fossero i reali piani della Warner Bros. e se il ritorno di Floyd
Lawton fosse mai stato realmente preso in considerazione.
Indipendentemente da ciò, James
Gunn ha affermato quanto segue: “Raramente scrivo
ruoli per attori che non ho mai incontrato, ma ho fatto esattamente
questo per Idris Elba in The Suicide Squad e non potrei essere più felice di
averlo fatto. Sei andato oltre le mie aspettative sia come attore
sia come essere umano. Non vedo l’ora che la gente ti veda nei
panni di Bloodsport.”
È interessante che il regista abbia
scritto specificamente Bloodsport per Idris Elba,
e sarebbe interessante scoprire se originariamente aveva
pianificato di averlo come Deadshot o se quello era il personaggio
a cui aveva sempre pensato per l’attore. Ad ogni modo, sarà molto
divertente vedere cosa porterà l’attore al DCEU grazie al suo
comprovato talento.
In una recente intervista, Christopher Nolan ha spiegato lo strano modo
in cui ha girato una delle sue inquadrature preferite di Tenet.
Tra i film più attesi dell’anno, Tenet è finalmente uscito nelle sale americane il
3 Settembre (in Italia è uscito il 26 Agosto) dopo alcuni rinvii
dovuti alla pandemia di Coronavirus. Il film, a metà tra action e
sci-fi, vede protagonisti, tra gli altri,
John David Washington, Robert
Pattinson e Elizabeth
Debicki. Sebbene abbia fortemente diviso la critica,
il film
ha già superato i 100 milioni di dollari al box office
mondiale.
Tenet
è indubbiamente sulla buona strada per diventare un altro dei
classici di Nolan, dal momento che le sue strabilianti regole circa
i viaggio nel tempo e la fisica hanno lasciato molti spettatori
scioccati e perplessi. Anche il modo in cui è stato girato il film
mostra quanto siano davvero uniche e rivoluzionarie le capacità
registiche di Christopher Nolan, soprattutto perché non è
stato utilizzato alcun green screen durante la produzione. Durante
la produzione, Nolan ha persino fatto saltare in aria un vero
aereo, con l’obiettivo di regalare agli spettatori un’esperienza
ancora più coinvolgente e credibile, evidenziando così la sua
totale dedizione nei confronti dell’esperienza
cinematografica.
Di recente, Christopher Nolan ha rivelato come ha girato
una delle sue inquadrature preferite di Tenet in un’intervista con
il podcast di
CinemaBlend. Ha spiegato che, nonostante l’inquadratura non
fosse relativa ad una parte essenziale del film, è stata comunque
molto complicata da realizzare e che non avrebbe mai avuto il
coraggio di portarla a termine se non avesse avuto un’esperienza
adeguata con le telecamere IMAX.
L’esperienza con le cineprese IMAX
è tornata utile a Nolan sul set di Tenet
“Una delle mie inquadrature
preferite nel film, che non è niente di speciale, è quella sulla
prua della nave con le onde che si infrangono al contrario. Eravamo
su questo rompighiaccio quando pensammo: ‘Proviamo a piazzare la
cinepresa lì fuori, attaccandola allo scafo”. Hoyte, il direttore
della fotografia, e Ryan, il nostro capo macchinista, trovarono un
piccolo oblò a prua e costruirono un binario per far scivolare la
cinepresa all’esterno e usare una specie di bastone per tenerla
ferma rivolta verso il basso.”
“È stata (ride)… è
stata un’inquadratura molto complessa da realizzare, ma sono cose
che non avremmo mai osato fare quando abbiamo cominciato a usare
quelle cineprese IMAX per Il Cavaliere Oscuro. Semplicemente, con
il tempo e l’esperienza, finisci per utilizzarle come ogni altra
cinepresa, ed è stato liberatorio.”
Alan Grant e
Ian Malcolm torneranno insieme in Jurassic
World: Dominion e così Sam Neil e
Jeff Goldblum sono impegnati nelle riprese del
film. Ma per celebrare la loro reunion, le due icone hanno
registrato dei video in cui si lanciano in un duetto jazz. Ecco di
seguito i video:
Jurassic
World: Dominion vedrà sia Chris
Pratt che Bryce
Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a
loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella
Pineda, Jake Johnson e Omar
Sy. Laura
Dern e Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic
Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan
Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta
nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe
originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff
Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World:
Il Regno Distrutto.
Shazam
2 – il cui titolo ufficiale sarà Shazam! Fury of the Gods – sarebbe dovuto
arrivare nelle sale ad Aprile 2022, ma è stato successivamente
posticipato a Novembre dello stesso anno a causa del COVID-19. Si
sa ancora molto poco su cosa aspettarsi dal sequel, anche se è
stato confermato il ritorno del cast originale e del regista
David F. Sandberg, incluso quello dello
sceneggiatore Henry Gayden.
In una recente intervista con
Dan Fogler’s 4D Xperience, il
protagonista
Zachary Levi ha parlato della nuova data di
uscita del sequel e del possibile inizio delle riprese: “Hanno
annunciato il sequel subito dopo il primo film. Sapevano che
saremmo andati bene al botteghino ed erano soddisfatti già così.
Stanno lavorando al sequel già da parecchio tempo, con una certa
costanza, e l’idea è quella di iniziare a girare nella prima parte
dell’anno prossimo. Il Covid ha reso tutto incerto, ma dobbiamo
darci una mossa. I piccoli protagonisti crescono in
fretta.”
In origine, Shazam! Fury
of the Gods doveva essere girato in contemporanea a
Black
Adam, ma ad oggi non sappiamo se effettivamente sarà
ancora così. Sempre nel corso della medesima intervista, Levi ha
anche parlato di un possibile testa a testa con l’anti-eroe
interpretato da
Dwayne Johnson: “Non è una cosa che dipende da me
e non ne ho idea. The Rock vive su un pianeta tutto suo. Fa quello
che vuole. Vedremo come andrà. Nei fumetti Black Adam e Captain Marvel – il mio vero nome – sono come
lo yin e lo yang. Sono identici.”
Tutto quello che c’è da sapere su
Shazam!
Shazam!è
uscito nelle sale ad aprile 2019. Nel cast Zachary
Levi, Asher Angel, Mark
Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe Herman, Ian
Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta
Milans e Djimon
Hounsou.
Abbiamo tutti un supereroe dentro di
noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso di
Billy Batson, basterà gridare una sola parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni
si trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico
mago. Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si
diverte nella versione adulta di se stesso facendo ciò che
qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi!
Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole
testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un
bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per
combattere le forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus
Sivana.
Guardiani della Galassia Vol. 2 presentava un
certo numero di cattivi, ma il personaggio di Ayesha interpretato
da Elizabeth Debicki era innegabilmente
memorabile. Inseguendo la squadra per quasi tutto il sequel, alla
fine è apparsa in una delle tante scene post-credits, decisa a
vendicarsi. Fu proprio per questo motivo che decise di creare
“Adam”, un personaggio meglio conosciuto dai fan dei fumetti come
Adam Warlock.
La speranza è che Ayesha faccia
parte di Guardiani della Galassia Vol. 3 e pare che
anche la stessa Debicki abbia voglia di tornare ad interpretare il
personaggio. In una recente intervista con
ComicBook in occasione della promozione di Tenet, infatti,
Elizabeth Debicki ha dichiarato le sarebbe
piacerebbe tornare nei panni dell’essere artificiale nell’Universo
Cinematografico Marvel.
“Lo vorrei. Adoro Ayesha. Mi è
davvero piaciuto interpretarla e mi è davvero piaciuto fare quel
film e lavorare con il cast e con James
Gunn. Mi sono divertita tantissimo. Spero di poterla
interpretare ancora. A volte mi capita di pensare al tuo trono
d’oro, al suo vestito d’oro… che sono lì che aspettano, da qualche
parte dietro le quinte. Mi piacerebbe molto tornare ad
interpretarla, anche solo per un secondo.”
Anche se il suo ruolo sarebbe
probabilmente di supporto, sarebbe comunque fantastico vedere
Ayesha tornare in azione, perché c’è chiaramente ancora molto da
raccontare sul personaggio, in particolare dopo che ha giocato un
ruolo chiave nella creazione di “Adam”. Per ora non ci resta che
attendere: sappiamo che James
Gunn ha ultimato la sceneggiatura di Guardiani della Galassia Vol. 3,
quindi è probabile che prima o poi sapremo se ci sarà ancora spazio
per Ayesha sul grande schermo.
A causa della pandemia di Covid-19,
l’avvio della Fase 4 del MCU è stato
ufficialmente rinviato, e adesso i fan non vedono l’ora di scoprire
cosa ha in serbo per loro l’universo condiviso dopo l’uscita di
Avengers:
Endgame e la conclusione della Saga dell’Infinito.
Insieme al ritorno di alcuni personaggi ormai noti, il pubblico non
vede l’ora di scoprire i nuovi personaggi che debutteranno
nell’universo proprio a partire da questa quarta fase, che si
tratti di film o di serie tv.
Tra i progetti più attesi della Fase
4 c’è ovviamente il film dedicato a Gli Eterni, la cui
usciti è stato purtroppo posticipata al 2021 (sarebbe dovuto
arrivare nelle sale a Novembre). Nonostante la campagna marketing
della pellicola non sia ancora ufficialmente partita, negli ultimi
mesi diverse star coinvolte nel cinecomic hanno parlato del film e
di cosa i fan dovranno aspettarsi dalla storia, senza chiaramente
anticipare nulla di troppo “spoileroso”.
Di recente, attraverso una serie di
tweet, è stato Kumail Nanjiani – che nel film interpreterà
Kingo – ad anticipare qualcosina in relazione all’atteso film
dedicato ai personaggi creati da Jack Kirby. Come
la maggior parte dei fan, anche l’attore non vede l’ora che i
Marvel Studios rilascino il primo trailer
ufficiale del film, ma ovviamente neanche lui sa con precisione
quando ciò avverrà. Nanjiani ha poi anticipato che il film sarà
davvero “eccitante” e che l’attesa verrà assolutamente
ricompensata.
Gli Eterni sarà un film “epico
ed elettrizante” secondo Kumail Nanjiani
“Prometto che il film varrà
l’attesa”, ha scritto l’attore via
Twitter. “È il progetto più eccitante, divertente, epico,
elettrizzante, esilarante e commovente a cui abbia mai preso parte.
Ed è enorme. La portata del film è diversa da qualsiasi cosa io
abbia mai visto. Ogni volta che mi muovevo per le mie riprese,
rimanevo sbalordito dai set ogni giorno”.Secondo quanto riferito, le riprese de Gli Eterni sono
ufficialmente terminate. Il film è attualmente in fase di
post-produzione.
Gli Eterni, diretto
da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit
Harington (Black Knight), Kumail
Nanjiani (Kingo), Lauren
Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma
Hayek (Ajak), Lia
McHugh (Sprite), Gemma
Chan (Sersi) e Don
Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12
Febbraio 2021.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi
Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un
aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un
uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama
muoversi tra gli umani.
Il nome di John Nania potrebbe
istintivamente non dirvi nulla, ma sappiate che si tratta dello
stuntman che opera da controfigura a Sebastian Stan, il Bucky Barnes del MCU, che negli ultimi anni ha
contribuito al lavoro dell’attore sul set dei film dell’universo
condiviso. Di recente Nania è stato ospite di uno dei podcast
di The Screen
Forum e ha parlato non soltanto del suo futuro in qualità di
stuntman ma anche di quello del personaggio interpretato da
Stan.
Avendo lavorato anche sul set
dell’attesa serie The Falcon and The Winter Soldier, Nania
sembra essersi fatto un’idea di ciò che i Marvel Studios avrebbero in serbo per il
futuro del Soldato d’Inverno, e ha condiviso le sue idee proprio
durante l’intervista: “Ci sono ancora un bel po’ di cose che mi
aspettano e che voglio fare. Non credo che la storia del Soldato
d’Inverno nell’Universo Cinematografico Marvel si sia conclusa. Ha ancora
molto da fare e non vedo l’ora di farne parte.”
Successivamente, Nania ha elogiato
il cast della serie Disney+, la cui produzione è stata
ritardata a causa della pandemia di Covid-19, anticipando che i fan
dovranno aspettarsi delle scene d’azione davvero epiche:
“Anthony Mackie, Sebastian Stan, Emily VanCamp, Daniel Brühl,
ho visto questi ragazzi recitare e sono dei veri professionisti.
Quando lavori con loro capisci perché questi personaggi sono così
fantastici e grazie a questo show li vedremo sotto una luce
totalmente differente.”
Lo stuntman di Sebastian Stan
promette epiche scene d’azione nella serie su Bucky Barnes e Sam
Wilson
“Per quanto riguarda l’azione,
ho preso parte ad alcune cose piuttosto ambiziose in passato, ma
questa, davvero, potrebbe essere il progetto più ambizioso a cui
abbia mai lavorato”. Le parole di Nania lasciano presagire una
serie ad alto tasso adrenalinico. La speranza è che i Marvel Studios possano portare a
termine i lavori su The Falcon and The Winter Soldier il prima
possibile. La serie, inizialmente prevista per quest’estate,
dovrebbe ora debuttare sul servizio di streaming in
autunno.
Ricordiamo che la serie si svolgerà
dopo gli aventi narrati in Avengers:
Endgame, in cui Sam e Bucky sono tornati in
vita dopo essere rimasti vittima dello “schiocco delle dita” di
Thanos, pronti ad aiutare gli altri Vendicatori a sconfiggere il
Titano Pazzo ed il suo esercito.
The Falcon and The Winter Soldier sarà
composta da 6 episodi della durata di un’ora ciascuno. Al momento
la serie non è stata rinnovata per una seconda stagione.
Presentato alle Giornate degli
Autori 2020, in occasione della 77° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia, Spaccapietre è il nuovo film di
Gianluca e Massimiliano De Serio. Nel video anche
i protagonisti Salvatore Esposito e Ludovico
Carrino.
SPACCAPIETRE,
il nuovo film dei fratelliGianluca
eMassimiliano De Serio,
che sarà in sala – distribuito da La Sarraz Distribuzione –
dal 7 settembre, in contemporanea al passaggio al
Lido, dove sarà l’unico film italiano in concorso alle Giornate
degli Autori.
Uno straordinario e inedito Salvatore
Esposito interpreta Giuseppe, spaccapietre che dopo un
grave incidente sul lavoro è disoccupato. Suo figlio Antò sogna di
fare l’archeologo e fantastica sull’occhio vitreo del padre, come
se fosse il segno di un superpotere. Sono rimasti soli da quando
Angela, madre e moglie adorata, è morta per un malore mentre era al
lavoro nei campi. Senza più una casa, costretto a chiedere lavoro e
asilo in una tendopoli insieme ad altri braccianti stagionali,
Giuseppe ha ancora la forza di stringere a sé Antò, la sera, e
giocare a raccontarsi una storia. In questa storia irromperà Rosa,
una donna incontrata nei campi che le sopraffazioni del “padrone”
non hanno corrotto, e la cui umanità sarà per entrambi rifugio,
forza e ribellione.
«In Spaccapietre – spiegano
i registi – arte
e biografia personale si intrecciano inseparabilmente. La vicenda
al centro del film prende spunto da un fatto di cronaca di qualche
estate fa, la morte sul lavoro della bracciante pugliese Paola
Clemente, e dall’assurda coincidenza con la morte di nostra nonna
paterna, deceduta lavorando negli stessi campi nel 1958. E, come il
padre di Giuseppe nel film, anche nostro nonno paterno, prima di
partire per Torino negli anni ‘60, faceva lo “spaccapietre”. Il
film è innanzitutto il tentativo di riappropriarci di un’anima,
quella di nostra nonna mai conosciuta, attraverso la storia e il
corpo di un’altra donna. Ma è anche un film d’amore paterno in cui
affiorano puri i temi della morte, della violenza, della paura,
dell’amore, della vendetta».
Nel cast anche
Samuele Carrino, Licia Lanera, Antonella Carone, Giuseppe
Loconsole, Vito Signorile.
È l’unico italiano in concorso alla
Settimana della Critica 2020Non odiare, film d’esordio di Mauro
Mancini con Alessandro Gassmann e Sara Serraiocco, e l’Italia fa certamente
bella figura nell’ambito della prestigiosa selezione veneziana,
presentata nel corso della 77° edizione della Mostra.
Non Odiare, la trama
Cosa faresti se ti trovassi sul
luogo di un incidente e, potendo prestare un primo soccorso ad un
uomo gravemente ferito, scoprissi che si tratta di un simpatizzante
del nazismo? È quello che accade nei primissimo minuti del film, in
cui Simone Segre (cognome che rivela l’origine ebraica), chirurgo
professionista, assiste ad un incidente automobilistico. Si
precipita nell’auto incidentata e prova a fermare l’emorragia
dell’uomo incastrato nell’abitacolo, ma scoprendogli il petto e il
braccio scopre dei tatuaggi: la svastica sul cuore e il logo delle
SS sul polso. Simone lascia andare il laccio emostatico
improvvisato, lascia morire l’uomo, viene meno al giuramento di
Ippocrate. Proverà comunque ad espiare il proprio gesto, assumento
come domestica la figlia maggiore dell’uomo morto (e sepolto con
gli onori fascisti).
Opera prima a volte ingenua con spunti interessanti
Mauro Mancini
affronta un argomento non proprio nuovo ma con un approccio
originale, lo fa nell’approccio ai personaggi e in quello alle
dinamiche tra di essi, pur volando un po’ troppo a pelo d’acqua,
senza mai immergersi a pieno né nelle loro psicologie, né nelle
pieghe della trama che più di una volta sembrano sprecate e buttate
via, come un finale non troppo riuscito.
Tuttavia lo spunto più interessante
del film riguarda gli attori, il loro modo di mettere in scena i
personaggi e il modo in cui la scrittura tratta in maniera
originale gli stessi, perché mai rinchiusi in uno stereotipo o nel
già visto. Il ricco chirurgo ebreo è un single, non ha una
famiglia, una casa molto grande e l’apparente desiderio di
liberarsi da un’eredità paterna che sembra ingombrante. La giovane
protagonista invece sceglie di sacrificarsi per il fratelli,
abbandonato un’aspettativa di vita che le piaceva per provvedere a
loro dopo la morte del padre filo fascista, eppure, nonostante sia
chiaramente contraria all’approccio del padre alla vita e alla sua
ideologia, ne parla sempre con tenerezza. Il fratello mezzano, che
vuole a tutti i costi percorrere il sentiero paterno, invece, si
rivela quello che è, un ragazzino con tante idee confuse nella
testa, idee che non capisce davvero ma che segue ciecamente.
Lontano dall’odio, verso
un punto di contatto
Per tutti e tre questi personaggi ci
sono degli interpreti assolutamente superbi, con Gassmann e
Serraiocco che consegnano due interpretazioni molto delicate e
gentili e con il giovane Luka Zunic, vera e
propria rivelazione del film. Il suo volto dai tratti angelici, gli
occhi chiari e profondi, si scontrano con la rubidità che il suo
personaggio ostenta e che, in fondo, non gli appartiene.
Fedele al titolo dell’opera,
Non Odiare, Mancini mette in scena dei figli
orfani che cercano la redenzione e l’affermazione da parte dei
padri defunti. Occupano capi opposti di una linea retta, ma tutti
gli eventi e i comportamenti che assumono nel corso della vicenda
li portano ad avvicinarsi, a cercare gli uni negli altri, gli
elementi di similitudine e non quelli di contrasto, allontanandosi
così dall’odio.
Luca Guadagnino si
definisce fortunato durante l’intervista su Salvatore –
Shoemaker of Dreams, il documentario su Salvatore
Ferragamo che è stato presentato come proiezione speciale
durante Venezia 77.
Salvatore – Shoemaker of
Dreams, il docufilm diretto da Luca
Guadagnino alla 77. Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia. Scritto da Dana Thomas e diretto da
Luca Guadagnino è prodotto da Francesco Melzi d’Eril e Gabriele
Moratti con Stella Savino come produttore esecutivo.
Sinossi:
L’appassionante storia umana, artistica e imprenditoriale di
Salvatore Ferragamo, dall’infanzia a Bonito, dove ha realizzato le
sue prime scarpe, al viaggio in America in cerca di fortuna, dalle
esperienze a Hollywood al ritorno in Italia, dal rischio del
fallimento alla rinascita nel suo laboratorio di Firenze fino alla
definitiva consacrazione. Carattere, istinto, genio, curiosità e
straordinaria intuizione: Salvatore – Shoemaker of Dreams
mostra il mistero e il fascino di una figura complessa, un’icona
della moda italiana e mondiale che non ha mai perso di vista
l’importanza dei legami famigliari. Il docufilm, con la voce
narrante di Michael Stuhlbarg, si avvale di immagini inedite e
testimonianze che vedono protagonisti, accanto ai membri della
famiglia Ferragamo, il regista Martin Scorsese, la costumista
Deborah Nadoolman Landis, e numerosi studiosi, docenti, stilisti,
giornalisti, critici di moda e cinematografici.
Il regista Luca Guadagnino dichiara: “Cosa è il genio? Come
nasce un sistema, che sia il cinema o la moda? E l’ossessione
furiosa di una ricerca costante di idee e creazione come si sposa
con la tradizione e i valori della famiglia? Salvatore Ferragamo
(1898-1960), protagonista e testimone del XX secolo è la risposta a
queste domande”.
È stata messa in rete una foto della
action figure ufficiale di Ajak, il personaggio di Salma
Hayek ne Gli Eterni. La foto mostra
chiaramente il costume del personaggio che vedremo nel film al
momento in fase di post produzione. Ecco lo scatto di seguito:
Gli Eterni, diretto
da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina
Jolie (Thena), Richard
Madden (Ikaris), Kit
Harington (Black Knight), Kumail
Nanjiani (Kingo), Lauren
Ridloff (Makkari), Brian Tyree
Henry (Phastos), Salma
Hayek (Ajak), Lia
McHugh (Sprite), Gemma
Chan (Sersi) e Don
Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12
febbraio 2021.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, il
cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi
Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un
aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un
uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama
muoversi tra gli umani.