Robert Downey Jr. è attualmente impegnato con
la promozione di Dolittle, il suo
primo ruolo dal lontano 2015 dopo ben 5 film del MCU nei panni di Iron
Man, incluso il campione d’incassi Avengers:
Endgame in cui abbiamo assistito alla morte di
Tony Stark. La promozione del film basato sul personaggio ideato da
Hugh Lofting si sta naturalmente rivelando una ghiotta occasione da
parte della stampa estera per chiedere alla celebre star se ci sarà
mai un ritorno di Iron Man sul grande schermo.
Durante un podcast di Joe Rogan – lo stesso
in cui l’attore ha parlato brevemente di
The Batman con Robert Pattinson -, è stato chiesto a
Robert Downey Jr. se fosse interessato a
interpretare nuovamente Iron Man: l’attore ha spiegato di essere
adesso proiettato su ruoli differenti, ma non ha escluso
categoricamente la possibilità di tornare a vestire i panni del il
personaggio se un’eventuale storia futura del MCU dovesse
richiederlo.
“Per me, ricominciare è fuori
discussione”, ha spiegato Downey. “Mi sento di aver fatto
tutto ciò che avrei potuto fare con quel personaggio. Ci dovrebbero
essere le giuste argomentazioni e una serie di eventi utili a
giustificarne il ritorno per convincermi a tornare. Ma la verità è
che sono interessato a fare altre cose.”
In un’altra intervista con Today, invece,
l’attore è apparso decisamente possibilista in merito ad un ritorno
dell’iconico supereroe: “Sono davvero contento di essere
arrivato dove sono arrivato”, ha spiegato Downey. “Mi
sento veramente fortunato. Non solo quel genere di persona che…
insomma, voglio provare a mantenere una certa classe.
Vedremo!”
Al momento non sappiamo se
rivedremo mai il personaggio di Iron Man sul
grande schermo, né sappiamo se i Marvel Studios siano intenzionati
a reintrodurlo nelle loro storie, magari attraverso un recasting.
Per lungo tempo si è parlato di un possibile ritorno del
personaggio in un cameo nell’attesissimo Black
Widow: essendo però il film ambientato tra gli
eventi di Civil War e quelli di Infinity War, la
presenza di Tony Stark sarebbe giustificata dalla collocazione
temporale degli eventi narrati nel cinecomic dedicato a Natasha
Romanoff. Come Iron Man possa effettivamente tornare in vita nel
MCU dopo quanto accaduto in Endgame, resta ad oggi un
mistero.
La CBC ha diffuso il nuovo inedito
promo e le foto promozionali di Star
Trek: Picard, la nuova serie tv sci-fi in arrivo
quest’anno.
Patrick Stewart, è protagonista di Star
Trek: Picard la nuova serie su Jean-Luc Picard
che arriverà in oltre 200 paesi e territori, al di fuori degli
Stati Uniti e del Canada.
In base all’accordo pluriennale con
CBS, ogni episodio sarà disponibile su
Amazon Prime Video entro 24 ore dall’anteprima
americana. L’annuncio congiunto è stato presentato oggi da CBS
Studios International e Amazon Prime Video.
La nuova serie Star
Trek: Picard vede Sir Patrick Stewart
riprendere il ruolo del venerabile Jean-Luc
Picard, che ha interpretato per sette stagioni in “Star
Trek: Next Generation”. La serie seguirà questo personaggio iconico
nel prossimo capitolo della sua vita.
Negli Stati Uniti, la serie sarà
disponibile esclusivamente su CBS All Access, il servizio di
abbonamento diretto al consumatore di CBS, disponibile su tutte le
principali piattaforme digitali, incluso Amazon Channels e Fire
TV.
Star Trek: Picard, il cast
Accanto a Stewart, il cast della
serie vede anche la presenza di Alison Pill (The Newsroom), Harry
Treadaway (Penny Dreadful), Isa Briones (American Crime Story:
Versace), Santiago Cabrera (Salvezza), Evan Evagora (nuovo
arrivato), e Michelle Hurd (Blindspot). La serie sarà prodotta da
CBS Television Studios in associazione con Secret Hideout e
Roddenberry Entertainment. Alex Kurtzman, Michael Chabon, Akiva
Goldsman, James Duff, Patrick Stewart, Heather Kadin, Rod
Roddenberry e Trevor Roth saranno i produttori esecutivi e Aaron
Baiers (Secret Hideout) sarà il co-produttore esecutivo e Kirsten
Beyer sarà il produttore supervisore.
Le riprese del terzo
Spider-Man con Tom
Holland dovrebbero partire quest’estate: tra le
location in cui il film verrà girato, pare sia inclusa anche
l’Islanda, dettaglio che potrebbe aver anticipato chi sarà il
villain principale del film. Holland si è unito al MCU nei panni di
Peter Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave
all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre film
dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due standalone:
Spider-Man: Homecoming e
Spider-Man: Far From Home. La scorsa
estate, un nuovo accordo siglato
tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di
restare nel MCU per ancora un altro film a lui dedicato –
l’annunciato Spider-Man 3 – e per un
altro film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi del
MCU.
Al momento sappiamo ancora
pochissimo circa il nuovo Spider-Man ambientato
nel MCU. Il film arriverà nelle sale americane a luglio 2021 e sarà
diretto ancora una volta da Jon Watts, già regista
di Homecoming e
Far From Home.
Oltre a Tom
Holland, nel cast dovrebbero tornare anche Zendaya (MJ) e
Jacob Batalon (Ned Leeds), nonostante la loro
presenza nel film non sia stata ancora confermata ufficialmente. È
probabile che la storia del terzo film prenderà le mosse dalla
scena post-credits di Far From Home, nella quale abbiamo
visto J. Jonah Jameson (J.K: Simmons) rivelare
l’identità segreta di Peter ed annunciare che Spidey ha ucciso
Mysterio.
Adesso, a circa un anno e mezzo
dall’arrivo del film nelle sale, sembra che tutto sia pronto per
l’inizio della produzione di Spider-Man
3. Come apprendiamo grazie a ComicBook, le riprese
del nuovo film dedicato al simpatico arrampicamuri dovrebbe partire
il prossimo luglio e concludersi a novembre, e svolgersi ad
Atlanta, New York, Los Angeles e perfino in Islanda. La fonte
sottolinea che il film con Holland non sarà il primo film del MCU
ad essere girato in Islanda, dal momento che anche alcune scene di
Thor: The
Dark World sono state girate sull’isola nordica.
Sempre la fonte suggerisce che il dettaglio relativo alle riprese
in Islanda avrebbe anticipato quello che sarà il villain principale
del film, ossia Kraven il Cacciatore.
Tra le location menzionate dalla
fonte, l’Islanda è senza dubbio quella più interessante, perché
suggerisce che Peter Parker viaggerà ancora una volta al di fuori
degli Stati Uniti: forse Peter raggiungerà l’isola proprio perché
il personaggio di Kraven, uno dei più grandi nemici dell’Uomo
Ragno, farà effettivamente parte della storia. Chiaramente, si
tratta di una mera speculazione, dal momento che le riprese in
Islanda potrebbero riferirsi all’inclusione di un altro personaggio
e quindi di una differente storyline.
La AMC annuncia
oggi di aver rinnovato per la sesta e ultima stagione Better
Call Saul, l’acclamata serie spin-off di Breaking Bad. AMC e
Sony Pictures Television lo hanno annunciato oggi
dal Press Tour della Television Critics ‘Association (TCA). La
serie prequel di
Breaking Bad, Better Call Saul dunque
arriverà per una sesta e ultima stagione di 13 episodi, che andrà
in produzione entro la fine dell’anno e in onda nel 2021.
La serie riprenderà esattamente dal finale della quinta
stagione, quando la decisione di Jimmy McGill (Bob
Odenkirk) di praticare la legge come “Saul Goodman”
crea ondate di cambiamento inattese e profonde per coloro che sono
in orbita.
“Fin dal primo giorno di Better
Call Saul il mio sogno era quello di raccontare la storia completa
del nostro eroe complicato e compromesso, Jimmy McGill – ora AMC e
Sony stanno realizzando quel sogno”, ha dichiarato Showrunner
e il produttore esecutivo Peter Gould. “Non potremmo
essere più grati ai fan e ai critici che stanno rendendo possibile
questo viaggio. Il prossimo mese inizieremo a lavorare alla
sesta e ultima stagione – faremo del nostro meglio per attaccare
l’atterraggio. “
“Il via libera al prequel di
una delle serie più iconiche della storia della televisione è una
delle scelte più audaci che AMC abbia mai preso. Ma, grazie al
genio creativo di Vince Gilligan e Peter Gould, è stato anche uno
dei più gratificanti “, ha affermato Sarah Barnett, presidente
di AMC Networks
Entertainment Group e AMC Studios. “È stata una gioia
assoluta collaborare con il team di straordinario talento di Better
Call Saul, che – dopo cinque stagioni – continua a offrire alcune
delle migliori interpretazioni narrative e dalle sfumature più
belle oggi in televisione. Ci congratuliamo con Vince, Peter,
i nostri produttori, scrittori e abbiamo fatto una corsa
straordinaria e non vediamo l’ora di condividere questo capitolo
finale con i fan ”
“Come Breaking Bad, Better Call
Saul è la narrazione brillante al suo meglio. Vince e Peter
hanno creato un mondo affascinante e personaggi avvincenti che sono
diversi da qualsiasi altra cosa in televisione “, ha
dichiarato Jeff Frost, presidente della Sony Pictures
Television. “E le eccezionali esibizioni di questo
straordinario cast hanno incantato e affascinato il pubblico ogni
stagione. Mentre siamo tristi che questa straordinaria serie sta
per concludersi, non vediamo l’ora che Vince e Peter divulgino la
conclusione sensazionale.”
Prodotto da Sony Pictures
Television, Better
Call Saul è interpretato da
Odenkirk, Jonathan Banks, Rhea Seehorn, Patrick Fabian, Michael
Mando, Tony Dalton e Giancarlo Esposito ed è prodotto da Gould,
Gilligan, Mark Johnson, Melissa Bernstein e Thomas Schnauz. Better
Call Saul ha ottenuto un Peabody Award 2018 e, in quattro stagioni,
ha ottenuto 32 nomination agli Emmy Award, tre nomination ai Golden
Globe Award, due Writers Guild Awards, tre Critics ‘Choice Awards,
due Television Critics Association Awards e tre AFI Awards per
“Programmi TV dell’anno”, tra le altre nomination alla Gilda.
A quanto pare, la Lucasfilm starebbe
corteggiando Taika Waititi per affidargli lo sviluppo di un
nuovo film della saga di Star
Wars. Con l’uscita nelle sale lo scorso dicembre
de L’Ascesa di
Skywalker, la saga degli Skywalker iniziata nel
lontano 1977 è finalmente giunta a conclusione. Nonostante la
Lucasfilm abbia annunciato tre nuovi film del franchise previsti
per il 2022, il 2024 e il 2026, al momento non sappiamo di che tipo
di progetti si tratta. Dopo la cancellazione dei nuovi film della
serie ad opera di David
Benioff e D.B. Weiss (creatori di
Game of Thrones), al momento gli unici nuovi film della
serie ancora in carreggiata sono quelli ai quali sta lavorando
Rian
Johnson, regista de Gli Ultimi Jedi, e il
film che starebbe sviluppando Kevin
Feige, presidente dei Marvel Studios.
Considerata la sua storia con la
Disney, la Lucasfilm e anche con i Marvel Studios (è stato il
regista di Thor: Ragnarok e uno dei registi della
prima stagione di The Mandalorian),Taika
Waititi – attualmente impegnato sul set del suo nuovo
film, Next Goal Wins, con Michael
Fassbender – è da sempre considerato dai fan uno dei
possibili nuovi registi della saga di Star
Wars. E a quanto pare, la stessa Lucasfilm
sembrerebbe condividere le opinioni del fandom…
Come riportato nelle ultime ore da
The Hollywood
Reporter, la Lucasfilm avrebbe proposto a Waititi di sviluppare
un nuovo film di Star Wars: la fonte non
specifica se Waititi è stato incaricato soltato della
sceneggiatura, o se gli sia stata proposta anche la regia. THR,
inoltre, specifica che non è chiaro se il film che sia stato
proposto a Waititi è un progetto originale o se si tratta del film
che starebbe sviluppando Feige.
In attesa di nuovi dettagli,
ricordiamo che JoJo
Rabbit, l’ultima facita di Taika Waititi, è
uscito ieri nelle nostre sale. Il film, che annovera nel cast anche
Scarlett Johansson e Sam
Rockwell, è candidato a sei premi Oscar, incluso
miglior film e miglior sceneggiatura non originale.
Accantonato ufficialmente il
progetto sul live action di Akira, una volta
terminate le riprese di Next Goal Wins, Taika Waititi si
dedicherà alla produzione di Thor: Love and
Thunder, il nuovo attesissimo film dedicato al
Dio del Tuono interpretato da Chris Hemsworth, che vedrà il
ritorno del premio Oscar Natalie Portman nei panni
di Jane Foster.
Crescere è non è mai facile, e a
complicare le cose ci si mette di mezzo il sesso. Dalla scoperta al
desiderio, ecco che questo caratterizza in modo quasi ossessivo le
vite degli adolescenti protagonisti di Sex Education
2, la nuova stagione della fortunata e apprezzata
serie TV targata Netflix, ideata da Laurie Nunn, e in arrivo
sulla piattaforma dal 17 gennaio. Se i primi otto episodi portavano
lo spettatore all’interno del liceo Moordale, dove era possibile
conoscere i vari protagonisti e i loro conflitti, le nuove puntate
sono pronte a regalare ulteriori sviluppi, ma non senza riservare
sorprese. Forse leggermente inferiore rispetto all’esplosiva prima
stagione, la serie non manca ad ogni modo di riproporre, in modo
innovativo, quegli elementi che ne hanno decretato il successo.
Se la prima stagione si concludeva
con il fidanzamento di Otis (Asa
Butterfield) con Ola (Patricia
Allison), i nuovi episodi presenteranno un protagonista
ormai definitivamente sbocciato sessualmente. Questi dovrà però ora
imparare a padroneggiare gli impulsi sessuali appena emersi per
portare avanti la sua relazione, cercando allo stesso tempo di
gestire il rapporto conflittuale con Maeve (Emma
Mackey). Nel frattempo, il liceo Moordale è alle prese
con un’epidemia di clamidia, che rende evidente la necessità di una
migliore educazione sessuale scolastica.
Sex Education 2: il sesso è parte
di noi
«Il sesso non ci rende
completi, quindi come potrebbe mancarti un pezzo?». È questa
frase, pronunciata dalla terapista sessuale Jean Milburn, a
racchiudere il cuore di questa seconda stagione. Se infatti nella
prima molti dei ragazzi si trovavano alle prese con i primi
contatti sessuali, ora è tempo di imparare a gestire quanto
appreso. Una responsabilità non da poco, perché si sa,
dall’attrazione fisica può nascere quella sentimentale, ed è questa
a causare le vere ferite emotive. Le nuove puntate affrontano
dunque di petto quanto fino ad ora costruito, ponendo i personaggi
di fronte a nuovi conflitti, eventi apparentemente “normali” che
assumono, se guardati con occhi da adolescenti, proporzioni
catastrofiche.
Ora più che mai, infatti, è tempo
di scoprirsi. Ed è così che Sex Education
si apre ad un’incredibile varietà sessuale, trattandola con una
gentilezza ed una spontaneità straordinarie. L’amore, che sia
eterosessuale, bisessuale, omosessuale o pansessuale, non è qui mai
una cosa a cui guardare con sospetto. Questo passa quasi
inosservato, non desta scandalo. È una realtà mentalmente aperta
quella qui raffigurata. E se qualche personaggio prova paure circa
la propria sessualità, queste nascono da sé stessi, dalle proprie
insicurezze, dal non piacersi abbastanza. D’altronde «è
difficile farsi piacere uno che non si piace», come recita uno
dei protagonisti.
Ma oltre al sesso c’è di più, e
così la serie si apre ad un più ampio respiro arrivando a trattare
tematiche particolarmente attuali nel contesto giovanile, dal
conflitto acceso con i genitori all’incertezza e alle pressioni
verso il futuro, fino alla solidarietà femminile, a cui è riservata
una delle sotto trame più emozionanti all’interno dei nuovi
episodi. Il tutto sorretto da quella scrittura intelligente che ha
caratterizzato la serie sin dal suo debutto. Una sceneggiatura che
si basa su luoghi e personaggi canonici a cui è poi dato modo di
sbocciare in tutta la loro forza, dando vita a percorsi che
mostrano la capacità degli autori di mantenere gli elementi di
successo della serie senza ripetersi. Autori che, pur se non più
adolescenti, sanno descrivere con la giusta dose di nostalgia
quell’età, fatta di piccoli dettagli e grandi esplosioni
interne.
Sex Education: la recensione della
serie Netflix
Pur non raggiungendo, probabilmente
per motivi narrativi, il picco raggiunto dalla prima stagione,
Sex Education riesce nuovamente ad
affermarsi come un prodotto gioioso, in grado di rappresentare nel
modo più vivace possibile un contesto tanto fervido. Lo fa grazie
ad una messa in scena dai colori vividi, i quali associati a
brillanti dialoghi costruiscono alcuni dei momenti emotivamente più
forti della serie, a cui non manca anche in questo caso una
calzante colonna sonora. Grazie ad un cast che ancora una volta
conferma la sua forte alchimia, dando vita ad una coralità ai cui è
difficile rimanere estranei. Ognuno dei giovani protagonisti, anche
quelli con meno spazio narrativo, segue un percorso che trova
progressivo sviluppo, e si rivela fondamentale per dar vita ad un
ritratto completo di un’adolescenza tanto inclusiva.
Accompagnata da sincere emozioni,
momenti di puro umorismo, sequenze, scene e immagini dal forte
impatto, e una dilagante libertà di linguaggio, la serie si
ripropone così come uno dei prodotti più interessanti della
piattaforma streaming, di quelli che, senza tabù, meglio sa parlare
di e ad un’adolescenza che si definisce anche attraverso la
scoperta della sessualità. Un processo di crescita qui messo in
scena con tutte le difficoltà del caso, a cui è però possibile
sopravvivere se si trova il coraggio di esprimere i propri
sentimenti, anche qualora questo dovesse far soffrire.
La Sony Pictures
ha diffuso il trailer internazionale di Peter Rabbit 2: Un
birbante in fuga, il sequel del film Peter Rabbit, a sua volta basato sull’omonimo
personaggio protagonista dei racconti di Beatrix.
Peter Rabbit 2: Un birbante in fuga, trama
L’amabile canaglia è tornata. Bea,
Thomas e i conigli sono ora una famiglia ma Peter, nonostante i
suoi sforzi, non riesce a togliersi di dosso la sua reputazione di
birbante. La vita fuori dal giardino lo aspetta e una fuga in città
lo catapulterà in un mondo ricco di sorprese e avventure dove il
suo carattere dispettoso verrà messo alla prova. Dovrà scegliere
che tipo di coniglio vorrà diventare da grande.
Nel cast ritornano i protagonisti Domhnall Gleeson nel ruolo di Thomas McGregor,
Rose Byrne nel ruolo di Bea e David
Oyelowo.
La ricognizione nel
cinema europeo contemporaneo della 38a edizione di
Bergamo Film Meeting si soffermerà sul lavoro
di João
Nicolau (Portogallo), Rúnar
Rúnarsson (Islanda) e Danis
Tanović (Bosnia ed Erzegovina). Dei tre registi, le cui
opere si caraterizzano per l’attenzione alle vicissitudini di
individui immersi nelle contraddizioni della società, in balia
delle turbolente problematiche generazionali, e straziati dalle
complessità dei conflitti socio politici, sarà presentata la
personale completa.
La sezione si
completerà con Boys & Girls. The best of Cilect
Prize, che mostrerà una selezione dei film di diploma
delle scuole di cinema europee che aderiscono al CILECT, e
con Europe, Now! Film Industry Meetings, due
giornate professionali, in programma il 13 e 14 marzo,
che intendono essere una piattaforma di networking e
aggiornamento sulle opportunità che festival, mercati, training
programmes e fondi europei e nazionali offrono oggi a giovani
registi e produttori italiani, in un’ottica di
internazionalizzazione e professionalizzazione.
Il Festival, in programma dal 7 al 15 marzo, proporrà inoltre 7
lungometraggi in anteprima italiana nella Mostra
Concorso; 15 documentari nel concorso Visti
da Vicino; la retrospettiva dedicata a Jerzy
Skolimowski, regista, sceneggiatore e attore polacco,
figura tra le più importanti e originali del cinema d’autore
mondiale; l’omaggio, accompagnato dalla mostra Gwen, le
livre de sable, al maestro
dell’animazione Jean-François Laguionie; il
passaggio di testimone con Bergamo Jazz;
il Kino Club,sezione
per i giovani spettatori; insieme alle anteprime e ad un vivace
contorno di appuntamenti realizzati grazie al network di
collaborazioni con le diverse realtà culturali del territorio e non
solo.
Bergamo Film
Meeting inaugurerà ufficialmente la sua
38a edizione venerdì 6 marzo,
presso il Teatro
Sociale di Bergamo alle ore
21.00 con il film THX
1138 (L’uomo che fuggì dal futuro,
1971) di George Lucas musicato dal vivo
dagli Asian Dub Foundation, in anteprima
europea.
Il programma completo della
38a edizione sarà annunciato a
fine febbraio.
Robert Downey Jr. è entusiasta del
casting di Robert Pattinson in The
Batman. Downey Jr. ha iniziato a muovere i primi
passi nel mondo del cinema negli anni ’80, e dopo un periodo non
proprio fortunato, è tornato alla ribalta grazie al ruolo di
Iron Man nel
MCU. A partire dal 2008, l’attore
ha interpretato Tony Stark in ben 9 film della Saga dell’Infinito,
fino a quando il suo personaggio non è stato ucciso in Avengers:
Endgame, uscito nelle sale lo scorso anno.
Riguardo alla controparte DC del
genere supereroistico, Robert
Pattinson è attualmente impeganto a girare le sue
scene di The Batman, film che – al pari
di Joker – non
dovrebbe far parte del DCEU. In seguito alla notizia del casting di
Pattinson, il popolo di internet non si è risparmiato in quanto a
critiche sulla decisione della Warner Bros., critiche insorte
soprattutto per il passato dell’attore legato alla saga di
Twilight. Ad essere onesti, le medesime reazioni sono
state riservate anche a Michael
Keaton e a Ben
Affleck, quindi è possibile che si tratti di uno
scetticismo più radicato in merito al Crociato di Gotham che di un
risentimento vero e proprio nei confronti dell’attore.
Una persona che non sembra affatto
nutrire dubbi sulla scelta della Warner, è appunto Robert
Doweny Jr. In un recente podcast di Joe Rogan, infatti, la star del film di
prossima uscita Dolittle ha
parlato brevemente di The Batman e ha
avuto la possibilità di commentare la scelta di Robert
Pattinson come nuovo Uomo Pipistrello, dichiarando:
“Voglio vedere cosa farà Pattinson. Mi piace quel
ragazzo.”
Cosa ne pensate? Condividete l’opinione di Tony Stark?
Il cast di The
Batman è formato da molti volti
noti: Andy Serkis sarà Alfred
e Colin Farrell sarebbe in trattative
per interpretare Oswald Chesterfield aka Pinguino, Zoe
Kravitz (la nuova Catwoman dell’universo
DC), Jeffrey Wright (commissario Jim
Gordon) e Paul Dano (Enigmista),
infine John Turturro sarà il boss
Carmine Falcone. Nel cast anche Peter
Sarsgaard ma c’è ancora mistero sul suo ruolo.
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche
di Batman v Superman: Dawn of
Justice, Justice League, Wonder Woman e del
sequel Wonder Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale
è stata già fissata al 25 giugno 2021.
“The Batman esplorerà un caso di
detective“, scrivono le fonti, “Quando alcune persone
iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà
scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere
il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali
di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues
Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale
fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché
sono tutti sospettati“.
La Fase 4 dell’Universo
Cinematografico Marvel prenderà ufficialmente il
via il prossimo maggio con l’arrivo nelle sale di Black
Widow, il cinecomic totalmente incentrato sul
personaggio di Natasha Romanoff, interpretato da Scarlett
Johansson. Nelle ultime ore, i Marvel Studios hanno
diffuso online una nuova sinossi ufficiale del film.
Ambientato tra gli eventi di
Captain
America: Civil War e quelli di Avengers:
Infinity War, Black Widow
racconterà la storia di un’oscura cospirazione che inevitabilmente
porterà lo spettatore a scoprire di più sul passato di Natasha come
spia russa. Ora qualcuno sembra essere sulle sue tracce, e Natasha
sarà costretta a chiudere i conti con alcune relazioni che aveva
lasciato in sospeso prima di unirsi allo SHIELD e agli eroi più
potenti della Terra.
Di seguito la sinossi aggiornata del film:
“Nei thriller spionistico ad
alto tasso d’azione Black Widow dei Marvel Studios, Natasha
Romanoff, meglio conosciuta come Vedova Nera, affronta le parti più
oscure dei recessi della sua anima quando una pericolosa
cospirazione insorge ed è legata proprio al suo passato. Inseguita
da una forza che non si fermerà di fronte a nulla pur di
eliminarla, Natasha dovrà fare i conti con il suo passato da spia e
con le relazioni interrotte che si è lasciata alle spalle prima che
diventasse un membro degli Avengers.”
La nuova anteprima
ufficiale del film ha mostrato Natasha riunirsi con la sua
“famiglia surrogata”, ossia con Yelena (Florence
Pugh) e Alexei (David Harbour). Insieme, i tre
pianificano come fronteggiare un nuovo programma legato alla Red
Room, la struttura di addestramento sovietica dove si sono allenati
a diventare degli assassini letali, come il temibile
Taskmaster. La nuova sinossi suggerisce che Black
Widow dovrà confrontarsi con il suo passato per cercar di salvare
il futuro del MCU.
La regia di Black
Widow è stata affidata a Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel,
mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi
da Ned Benson (The Disappearance of
Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci saranno
anche David Harbour, Florence
Pugh, e Rachel
Weisz.
Dopo lo straordinario successo
di Avengers:
Endgame, diventato il maggiore incasso mondiale
di sempre, Scarlett
Johansson riprende il suo ruolo di Natasha
Romanoff/Black Widow.
In qualità di grande episodio finale
della saga, L’Ascesa di Skywalker prende
alcune importanti decisioni sull’universo di Star
Wars, tanto in merito al passato e al presente del
franchise, quanto in merito al suo futuro. Non solo i film che
verranno saranno completamente diversi, ma da ora in avanti anche
guardare i vecchi episodi con la conoscenza di ciò che accadrà in
seguito sarà, inevitabilmente, un’esperienza totalmente nuova.
Dopo i 10 riferimenti alle
vecchie trilogie che potreste non aver notato, di seguito
abbiamo raccolto 10 modi in cui il film di J.J.
Abrams ha cambiato completamente la saga di Star
Wars. Per fortuna, nessuno di questi modi rovina
effettivamente il franchise: così, anche se non siete amanti della
trilogia sequel, potrete sembra guardare a quella originale come al
capolavoro che è sempre stato.
La progenie di Rey
Ne Il Risveglio della
Forza, Rey non sa molto circa il suo passato. Non ha memoria
dei suoi genitori, ricordando in maniera molto vaga che sono
scappati via su una nave. Ne Gli Ultimi Jedi, Kylo le
rivela che i suoi genitori non sono “nessuno”, abbandonata su Jakku
e venduta ad un trafficante di rottami. Ne L’Ascesa di
Skywalker viene finalmente rivelato che suo padre era figlio
dell’Imperatore Palpatine: Rey è quindi la nipote del Signore
Oscuro dei Sith.
Mentre alcuni avrebbero preferito
che Rey non avesse una progenie così definita, il film di J.J.
Abrams sottolinea come a volte, voltare le spalle al proprio
destino, sia necessario per fare la cosa giusta e forgiare il
proprio percorso al servizio della giustizia.
Distruggere il Primo Ordine
La tangibile minaccia che affligge
la Galassia nei film della trilogia sequel è il Primo Ordine. Non è
esattamente chiaro come l’organismo politico sia arrivato al
potere, anche se Palpatine potrebbe certamente avere a che fare con
la sua creazione. In ogni caso, il Primo Ordine non potrà più fare
del male a nessuno dopo la gloriosa vittoria di Rey e della
Resistenza nella battaglia di Exegol, con l’intera Galassia che
unisce le forze per fermare una volta per tutte le loro terribili
azioni.
Snoke
Uno dei più
grandi misteri che circondava il Primo Ordine era l’identità del
suo enigmatico leader, Snoke. I fan sono rimasti scioccati quando
Kylo lo ha eliminato ne Gli Ultimi Jedi, anche se la prima scena de
L’Ascesa di Skywalker spiega subito da dove provenisse e
quale fosse il suo obiettivo.
Il Leader Supremo che il Primo
Ordine aveva così tanto ammirato non era altri che un clone creato
da Palpatine. E il Signore Oscuro dei Sith non si è neanche
risparmiato nel realizzarlo, considerando quanto Snoke sia sia
spinto lontano nel suo piano per controllare la Galassia.
L’addestramento Jedi di Leia
Come membro
della famiglia Skywalker, la sensibilità di Leia nei confronti
della Forza è qualcosa di innato. Le sue abilità si rivelano essere
molto più forti di quanto inizialmente pensato, come quando la
vediamo tornare in salvo dallo spazio ne Gli Ultimi Jedi.
La prima scena di Rey ne L’Ascesa di Skywalker ci mostra
il suo addestramento sotto la direzione di Leia, mentre la scena
con Luke contiene un flashback che mostra il suo addestramento Jedi
con la sorella dopo gli eventi narrati ne Gli Ultimi Jedi.
Tuttavia, Leia rinunciò all’addestramento, sebbene pare abbia
comunque avuto abbastanza esperienza per riuscire ad utilizzare la
Forza al momento opportuno.
Il mondo occulto dei Sith
Nonostante il loro status di villain
principali del franchise, i Sith sono rimasti dei personaggi
alquanto misteriosi per tutti e nove i film. L’unico vero Sith
sotto forma di vera forza del male che abbiamo avuto modo di
conoscere è stato Palpatine, e neanche abbiamo saputo troppo circa
il suo passato. Finalmente, ne L’Ascesa di Skywalker è
stato rivelato il loro mondo occulto, Exegol.
All’inizio del film
vediamo Kylo Ren arrivare sul pianeta desertico, mentre nel gran
finale toccherà anche a Rey e al resto della Resistenza. Il film ci
ha permesso di scoprire qualcosa in più sui Sith rispetto a quanto
fatto in precedenza da altri media, nonostante le misteriose figure
che venerano Palpatine e lavorano per lui, aggiungono ancora più
mistero alle loro origini e alla loro dimora.
La corruzione di Kylo
In tutti e
due gli episodi precedenti, si pensava che fosse Snoke a manipolare
la mente di Kylo. All’inizio de L’Ascesa di Skywalker,
invece, scopriamo che è stato sempre Palpatine a tormentare i
pensieri del figlio di Han e Leia. Se da un lato è stato
entusiasmante assistere al ritorno dell’Imperatore, dall’altro è
stato sicuramente deludente scoprire che nessuna delle teorie su
chi fosse realmente a manipolare la mente di Ben – Darth Vader?
Snoke? – aveva il minimo fondamento.
La relazione tra Kylo e Rey
Kylo ha sempre sentito una sorta di
connessione con Rey, legame che non è mai riuscito a spiegarsi.
Perfino Palpatine, nonostante tutte le sue conoscenze e il suo
immenso potere, brancolava nel buio in merito alla loro vera
relazione. Ne L’Ascesa di Skywalker li vediamo diventare
una diade nella Forza: due persone unite al misterioso potere
grazie alla loro sensibilità, cosa che li rende essenzialmente un
solo essere agli occhi della Forza.
Questo spiega come i due siano stati
in grado di comunicare anche a considerevoli distanze. Inoltre,
sempre grazie a questa diade, ne film di Abrams li vediamo
protagonisti di uno dei duelli con le spade laser più belli
dell’intera saga, quando Kylo si trova sul pianeta Kijimi e lei
sullo Star Destroyer dove Ben aveva nascosto la maschera di Darth
Vader.
La morte di tutti i membri degli Skywalker
I nove film di Star Wars
costituiscono la saga degli Skywalker perché raccontano la storia
del lignaggio della famiglia, da Anakin fino a Ben Solo. Alla fine
de L’Ascesa di Skywalker, tutti i membri della famiglia
Skywalker risultano morti o scomparsi. Per quanto sia triste
prenderne atto, sarà comunque Rey a portare avanti il nome della
famiglia, sebbene non sia imparentata con Luke, Leia e tutti gli
altri dal sangue. Questo è un tema centrale all’interno del film di
J.J. Abrams, anche se il personaggio principale della trilogia
sequel volta le spalle al destino per abbracciare uno diverso.
Distruggere Palpatine una volta per tutte
Per nove film e oltre quarant’anni,
Palpatine ha controllato gli eventi, principalmente agendo
nell’oscurità. Si pensava fosse stato eliminato una volta per tutte
ne Il Ritorno dello Jedi, ma a quanto pare neanche cadere
in una fossa senza fine può fermare Il Signore Oscuro dei Sith. Rey
è l’unica che riesce a sconfiggerlo definitivamente, trasformandolo
letteralmente in nient’altro che in un cumulo di polvere. Neanche
l’essere più potente dell’Universo potrà resuscitare dopo una morte
del genere…
Rendere possibile la clonazione dei Jedi
Nel videogioco Star Wars: Il
potere della Forza, viene affrontato per la prima volta il
tema della clonazione degli Jedi, qualcosa che si pensava fosse
impossibile. Anche ne L’Ascesa di Skywalker, l’uso da
parte di Palpatine dei cloni di Snoke sembra implicare che la
clonazione di un essere sensibile alla Forza è possibile. Tutto ciò
solleva però un importante quesito che forse non troverà mai
risposta: c’è mai stato un vero Snoke che sia servito da modello
per i suoi cloni, o il Leader Supremo è stato creato da uno
scarto?
Sarà l’attrice e produttrice
Cate Blanchett a presiedere la
Giuria internazionale del Concorso della
77. Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica della
Biennale diVenezia (2 > 12 settembre
2020), che assegnerà il Leone d’oro per il miglior film e
gli altri premi ufficiali.
La decisione è stata presa venerdì
10 gennaio u.s. dal Cda della Biennale presieduto
da Paolo Baratta, che ha fatto propria la proposta
del Direttore artistico del settore cinema Alberto
Barbera.
Cate Blanchettnell’accettare la
proposta ha dichiarato: “Ogni anno attendo la selezione di
Venezia e ogni anno essa risulta sorprendente e notevole. Venezia è
uno dei festival di cinema più suggestivi al mondo – una
celebrazione di quel mezzo provocatorio e stimolante che è il
cinema in tutte le sue forme. E’ un privilegio e un piacere essere
quest’anno presidente di giuria”.
Alberto Barberaha dichiarato: “Cate Blanchett non è soltanto
un’icona del cinema contemporaneo, corteggiata dai più grandi
registi dell’ultimo ventennio e adorata dagli spettatori di ogni
tipo. Il suo impegno in ambito artistico, umanitario e a
sostegno dell’ambiente, oltre che in difesa dell’emancipazione
femminile in un’industria del cinema che deve ancora confrontarsi
pienamente con i pregiudizi maschilisti, ne fanno una figura di
riferimento per l’intera società. Il suo immenso talento d’attrice,
unitamente a un’intelligenza unica e alla sincera passione per il
cinema, sono le doti ideali per un presidente di giuria. Sarà un
enorme piacere ritrovarla in questa nuova veste a Venezia, dopo
averla applaudita come magnifica interprete dei film
Elizabeth di Shekhar Kapur e I’m not there di
Todd Haynes, che le valse la Coppa Volpi come miglior attrice nel
2007”.
Ecco il trailer
italiano di Judy, il film di
Rupert Goold con Renée Zellweger, che sarà al cinema dal 30
gennaio 2020, distribuito da
Notorious Pictures.
Renée Zellweger,
protagonista dell’emozionate biopic Judy,
continua a ricevere importanti riconoscimenti che confermano la sua
eccezionale interpretazione. Dopo aver vinto il Golden
Globe come Miglior Attrice in un film drammatico e il
premio come Miglior Attrice ai Critics Choice
Awards – i premi che la critica statunitense assegna ai
migliori film e programmi televisivi – ha ottenuto la candidatura
come Miglior Attrice Protagonistaagli
Oscar®, dove il film è candidato anche per Miglior
trucco e acconciatura.
L’attrice premio
Oscar® interpreta Judy Garland,
leggendaria icona internazionale e protagonista di enormi successi
come Il mago di Oz, È nata una
stella e Incontriamoci a St. Louis. Diretto
dal regista britannico Rupert Goold (True
Story), il film – attraverso flashback che regalano alcune
delle performance più eccezionali della sua carriera – esplora in
particolare l’ultimo periodo della vita della Garland, prima della
sua morte, tra amori tormentati, drammi familiari e il costante
amore dei suoi fan. A completare il cast, tra gli altri,
sono Rufus Sewell (Dark
City, L’uomo nell’alto
castello), Jessie Buckley (A
proposito di
Rose, Chernobyl), Michael
Gambon (Il mistero di Sleepy Hollow, la saga
di Harry Potter) e Finn
Wittrock (The Normal
Heart, American Horror Story).
Judy sarà
distribuito nelle nostre sale da Notorious
Pictures a partire dal 30 gennaio 2020,
in occasione del 50° anniversario della morte della Garland e
dell’80° anniversario de Il Mago di Oz.
Con Richard
Jewell, Clint Eastwood torna a raccontare sul grande
schermo la figura dell’”eroe americano”, idea portata avanti ormai
da diversi anni, con Sully,
American
Sniper e Ore 15:17 –
Attacco al treno. I quattro film formano infatti
una tetralogia immaginaria in cui il regista analizza il
personaggio eroe, l’uomo comune che assurge a figura
pubblica per un caso, un accidente, una semplice circostanza che
l’ha visto al posto giusto nel momento giusto.
Già nel racconto di American Sniper, Clint Eastwood trova il suo modo di mettere in
scena la figura del soldato, reduce e sopravvissuto, che viene poi
distrutto dal suo stesso spettro. E così accade anche in Sully, in maniera differente, naturalmente,
visto che nel film il personaggio comune diventa brevemente eroe
per caso per poi precipitare nel vortice del dubbio.
Richard
Jewell, eroe inconsapevole
Proprio questo accade a
Richard Jewell, una guardia di sicurezza
che pensa, con grande candore, che il suo scopo nella vita sia
proprio quello di difendere le persone. Questo suo eccesso di zelo
lo trasforma in un buffo collega e in un tipo facile da prendere in
giro,per le altre guardie di sicurezza. Per Richard però sembra non
rappresentare un problema, visto che fintanto che indossa una
divisa si considera un difensore dei cittadini. E la situazione non
cambia quando viene assunto come addetto alla sicurezza, uno tra
mille, in occasione delle Olimpiadi del ’96, ad Atlanta.
Fiero di rappresentare un sistema
che difende le persone, Richard prende molto sul serio il suo
incarico, e quando trova uno zaino abbandonato in un parco, durante
uno dei concerti che precedono l’inizio delle gare, nessuno
affronta la situazione con la sua stessa serietà. Nell’arco di
pochi minuti, gli artificieri scoprono un ordigno fatto in casa e
riescono ad allontanare dalla zona il maggior numero di civili
possibili.
Richard diventa così, per tre
magiche ore, un eroe. Senza il suo pronto intervento moltissime
persone avrebbero perso la vita o sarebbero rimaste ferite
nell’attacco. Ma la gloria dell’omino grasso e goffo dura poco.
Subito gli agenti del FBI si mettono sulle sue tracce ed è proprio
lui a diventare il sospettato numero 1.
Clint Eastwood
racconta i moderni eroi americani
Come era già accaduto con
Sully, anche per Richard
JewellClint Eastwood parte da un fatto di cronaca
(la sceneggiatura firmata da Billy Ray è basata
sull’articolo di Vanity Fair “American Nightmare — The Ballad
of Richard Jewell” di Marie Brenner) per individuare l’eroe
riluttante che “ha solo fatto il suo dovere” e che viene messo al
centro delle indagini, unico sospettato di un crimine che non ha
commesso.
L’intento del regista è quello di
focalizzare l’attenzione sulla convinzione, quasi ottusa, del suo
protagonista, di fare la cosa giusta a mettersi a disposizione
delle indagini, del FBI, dello Stato. Una convinzione che viene
scossa solo dal suo avvocato, interpretato da Sam Rockwell, e da sua madre, Kathy
Bates (nominata all’Oscar 2020
per questo ruolo). Entrambi si fanno spalle, forza, anima e
rabbia di Richard, interpretato da Paul Walter
Hauser (I,
Tonya), che invece sembra voler subire tutto e
tutti. Solo quando deciderà di alzare la testa, senza per questo
tradire se stesso, riuscirà a diventare protagonista attivo della
sua storia.
La distanza tra sogno e
realtà
Clint Eastwood mette in scena proprio la
sfasatura tra quello che dovrebbe essere il sistema, rappresentato
dal “puro” Richard, e la realtà dei fatti, impersonata dall’agente
del FBI con il volto di Jon
Hamm. È invece un vero peccato che il ruolo di
Olivia Wilde, che interpreta la cronista
rampante e arrivista, priva di scrupoli, sia così sfuocato nel suo
tratto psicologico, lei che sarebbe dovuta essere la
personificazione dei media, e quindi di uno dei grandi poteri/mali
di questo mondo.
Solido nella scrittura e nella
regia, senza rinunciare ad alcuni momenti di delicatezza che
caratterizzano l’ultima produzione di Eastwood, Richard
Jewell è un nuovo tassello nel racconto del suo Paese che
il regista sta portando avanti, un racconto fatto di storie vere e
persone comuni che a tutti gli effetti è l’America, oggi.
Aperte le
iscrizioni ai concorsi internazionali per lungometraggi e
cortometraggi del Lucca Film Festival e Europa Cinema
2020, il festival in programma dal 18 al
26 aprile 2020 tra Lucca e
Viareggio,unodegli
eventi di punta tra le manifestazioni organizzate e supportate
dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
Il
festival,che ha portato negli anni in
Toscana grandi nomi del cinema internazionale
da Oliver Stone a David
Lynch, da Rutger
Hauer a George Romero, è da
sempre impegnato a valorizzare produzioni contemporanee
indipendenti e il concorso rappresenta una vetrina internazionale
grazie al quale registi da tutto il mondo potranno candidare i
propri film alla sezione competitiva in programma al festival.
Concorso
Lungometraggi
I film
selezionati per il concorso lungometraggi saranno 12 e competeranno
per l’assegnazione di tre premi: il Miglior
lungometraggio (3000 euro), assegnato da una giuria
composta da nomi di spicco nel panorama
cinematografico, Miglior lungometraggio – giuria
studentesca, conferito da una giuria di studenti
universitari e Miglior
lungometraggio– giuria
popolare (premio del pubblico). I film possono
essere iscritti entro il 28 febbraio. La giuria internazionale
delle precedenti edizioni è stata composta da celebrità del mondo
del cinema quali Paulo Branco, Daniele Gaglianone, Cristi Puiu,
Rutger Hauer e Philip Groening. Il comitato di selezione sarà
composto da Martino Martinelli, Stefano Giorgi e Cristina
Puccinelli. Le pellicole selezionate saranno annunciate (sul
sito e sulla pagina Facebook della manifestazione) entro il 27
marzo 2020 (per informazioni: [email protected]).
Il bando completo è disponibile sul sito del
Festival: www.luccafilmfestival.it/iscrizione-concorso-lungometraggi-2020
Concorso
Cortometraggi
Confermata la
storica competizione dei cortometraggi –
alla sua quindicesima edizione
– cheoffre
un premio in denaro per l’opera
vincitrice del valore di 500 euro. Le candidature
potranno essere presentate entro il 28
febbraio, inviando il lavoro sotto forma di link
a [email protected] oppure
iscrivendosi sulle piattaforme
di Filmfreeway e Festhome. Sono più
di 300 i lavori che ogni anno arrivano al vaglio del
comitato di selezione; tra gli autori anche nomi celebri, come
quello di Adan Jodorowsky, figlio del celeberrimo artista cileno,
ma anche registi del calibro di Luca Ferri, Adriano Valerio,
Giuseppe Boccassini, Giuseppe Spina, Leonardo Carrano. Le
opere selezionate dal comitato presieduto da Rachele Pollastrini
saranno annunciate ufficialmente (sul sito e sulla pagina Facebook
della manifestazione) entro il 27 marzo (per informazioni scrivere
a [email protected]) Il bando è
disponibile sul sito del
festival: www.luccafilmfestival.it/iscrizione-al-concorso-di-cortometraggi-2020 .
Per iscriversi
alle giurie studentesca bisogna inviare
una e-mail a [email protected] con oggetto:
“LFFEC20 Giuria Studentesca” (entro il 27
marzo).
Il Lucca Film
Festival e Europa Cinema, presieduto da Nicola Borrelli, è un
evento a cadenza annuale di celebrazione e diffusione della cultura
cinematografica che coinvolge ogni anno un pubblico sempre più
ampio. Grazie a proiezioni, mostre, convegni e concerti il Festival
si distingue tra i tanti grazie a programmazioni audaci ma al
contempo attentamente studiate.
Il Lucca Film
Festival e Europa Cinema è tra gli eventi di punta delle
manifestazioni organizzate e sostenute dalla Fondazione Cassa di
Risparmio di Lucca. Banca Generali Private e Banca Pictet sono i
Main Sponsor della manifestazione e le mostre sono prodotte con il
sostegno di Societe Generale. Il festival si avvale inoltre del
supporto di Fondazione Banca del Monte di Lucca, Lucar S.p.A,
ICare, Martinelli Luce, Wella, Lions Club Lucca Le Mura,
Luccaorganizza, Il Ciocco S.p.A, Cantina Campo alle Comete,
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo,
Regione Toscana, Fondazione Sistema Toscana, Comune di Lucca,
Comune di Viareggio della collaborazione e co produzione di
Provincia di Lucca, Robert F. Kennedy Human Rights Italia, Teatro
del Giglio di Lucca, Fondazione Giacomo Puccini e Puccini Museum –
Casa Natale, Fondazione Carlo Ludovico Ragghianti, Fondazione UIBI,
Università degli Studi di Firenze, Accademia di Belle Arti di
Carrara, CNA Cinema e Audiovisivo Toscana, Istituto Luigi
Boccherini e Liceo Artistico Musicale e Coreutico Augusto
Passaglia. Si ringraziano anche Federazione Italiana Teatro Amatori
(FITA), Lucca Comics & Games, la Direzione
Regionale di Trenitalia, Unicoop Firenze, Confcommercio delle
Province di Lucca e Massa Carrara, il Corso di Laurea in Discipline
dello Spettacolo e della Comunicazione del Dipartimento di Civiltà
e Forme del Sapere dell’Università di Pisa e Photolux Festival per
la collaborazione
New
Mutants arriverà finalmente nelle sale americane il
prossimo 3 aprile, grazie alla Disney. Nonostante la
travagliatissima produzione, il primo trailer
ufficiale del film di Josh Boone sembra
confermare che il progetto non sia particolarmente cambiato in
seguito all’acquisizione della Fox da parte della Casa di
Topolino.
Anche se il film sembrava essere
destinato a non vedere mai la luce, le cose sono fortunatamente
cambiante e le prime immagini ufficiali hanno dimostrato che ci
sono diversi elementi per cui essere ancora emozionati in merito
all’uscita del tredicesimo film dell’universo
X-Men. Di seguito abbiamo raccolti 5 motivi per
cui non vediamo l’ora di vedere il cinecomic basato sulla serie a
fumetti Marvel “Nuovi Mutanti”:
Nuovi personaggi
È sempre
emozionante vedere nuovi personaggi sul grande schermo, soprattutto
se si è fan delle storie a fumetti. Tuttavia, raccontare la storia
di alcuni giovani mutanti alle prese con lo sviluppo dei loro
poteri rappresenta una scelta decisamente inedita. È sempre bello
vedere nuova linfa vitale prendere corpo sul grande
schermo.
È un processo che
permette di puntare i riflettori su alcuni personaggi meno
conosciuti che potrebbero rubare la scena, offrendo opportunità
agli attori di interpretare personaggi che potrebbe essere molti
amati dal pubblico.
I mutanti verso il MCU?
Anche se è altamente improbabile, la
prospettiva che New Mutants rappresenti l’introduzione
degli X-Men all’interno dell’Universo Cinematografico Marvel è
comunque allettante. Le potenzialità dell’introduzione di questi
personaggi nell’universo condiviso creato da Kevin Feige sarebbero davvero sconfinate.
I fan aspettano da tantissimo tempo
di vedere gli X-Men al fianco degli Avengers: ecco perché sono in
molti a sperare che New Mutants possa effettivamente
essere collegato al MCU. Sarà davvero così? La speranza è sempre
l’ultima a morire…
Magik
Uno dei più grandi personaggi ad
aver il potenziale necessario a catturare davvero il favore del
pubblico è senza ombra di dubbio Magik. Il casting di Anya
Taylor-Joy sembra particolarmente azzeccato, ma c’è qualcosa di
veramente speciale che riguarda questo membro dei Nuovi
Mutanti.
Le abilità di Magik sono
sorprendenti e negli ultimi anni è diventata sempre più popolare
grazie ai fumetti. Con una storia sviluppata su più livelli ed un
viaggio reso interessante, crediamo che il personaggio possa
davvero essere una delle cose migliori del film.
Il tono horror del film
La
decisione di particolareggiare questo film con una serie di
venature horror è stata certamente un colpo di genio: è innegabile
quanto il progetto risalti e si allontani da alcuni canoni
piuttosto tradizionali che avrebbero potuto etichettarlo come il
“classico film di supereroi”. Ci auguriamo davvero che il film
riesca a spingersi oltre i limiti e che non si limiti alla
tradizionale confezione del prodotto per famiglie.
Non ci sono mai stati film di
supereroi che abbiano provato a giocare con il genere horror,
quindi pensiamo che New Mutants possa essere l’occasione
perfetta per regalare agli spettatore qualche momento davvero
spaventoso.
Sinistro
Ci sono
stati diversi rumor sui villain che sarebbero stati coinvolti nel
film. Se da un lato sembra essere certa la presenza di alcuni
antagonisti mutanti, dall’altro c’è da essere alquanto entusiasti
all’idea che il film possa introdurre il personaggio di Sinistro
sul grande schermo.
L’arrivo del personaggio è stato
anticipato diverse volte, anche nella scena dei titoli di coda di
X-Men: Apocalisse, con riferimento alla Essex Corporation.
È uno degli storici nemici degli X-Men, noto per le sue abilità e
per i suoi esperimenti sui mutanti. I fan non vedono l’ora di
vedere il personaggio prendere vita al cinema. E se fosse proprio
New Mutants l’occasione che molti aspettavano?
Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker ha ufficialmente
superato il miliardo di dollari al box office mondiale. Uscito lo
scorso dicembre, il film ha ufficialmente chiuso la saga degli
Skywalker iniziata nel lontano 1977 con Una Nuova
Speranza. Nonostante l’importante traguardo, però, la corsa al
box office del film di J.J. Abrams è stata
certamente più lenta rispetto ai precedenti due episodi della
trilogia sequel.
Stando ai dati riportati da CNBC,
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker ha
ufficialmente superato il miliardo di dollari al box office
mondiale, diventando il settimo film della Disney uscito nel 2019 a
tagliare l’importante traguardo. In America la pellicola ha
incassato fino ad ora 481 milioni di dollari, mentre nel resto del
mondo ne ha raccolti 591 milioni, arrivando così a toccare la vetta
del miliardo a 28 giorni dalla sua release.
Se messo a paragone con i risultati
raggiunti da Il Risveglio della Forza e Gli Ultimi
Jedi, la cosa al miliardo de L’Ascesa di Skywalker è
stata certamente più indolente: Episodio VII ha raggiunto
il miliardo al botteghino a soli 12 giorni dall’uscita, mentre
Episodio VIII a soli 19. Anche se la vita in sala del film
non si è ancora esaurita, è altamente improbabile che Episodio
IX riesca a chiudere la sua corsa superando gli 1.3 miliardi
del film di Rian Johnson.
Lucasfilm e il
regista J.J. Abrams uniscono ancora una
volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio
verso una galassia lontana lontana con Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione
dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende
e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.
Il cast del film
comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver,
Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi
Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri
Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie
Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Diretto da J.J. Abrams e prodotto da
Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, Star Wars:
L’Ascesa di Skywalker è scritto da J.J. Abrams e Chris
Terrio, mentre Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i
produttori esecutivi.
Ospite dello show di Ellen DeGeneres
in occasione della promozione di Dolittle,Robert Downey Jr. ha incontrato un
giovane fan che gli ha raccontato come il personaggio di
Iron Man abbia cambiato la sua vita. Sul canale
YouTube del
popolarissimo show americano, è stato caricato un estratto
dell’ospitata a Downey Jr. in cui è lo stesso attore ad
intervistare Vincent, un ragazzino di 10 anni, ospite del talk
insieme ai suoi genitori.
La madre di Vincent ha spiegato che
il bambino ha smesso di parlare quando aveva soltanto un anno e che
all’età di quattro gli è stato diagnosticato l’autismo. Quando
Robert Downey Jr. ha chiesto a Vincent com’è stato
perdere la capacità di comunicare, il bambino ha spiegato che è
stato estremamente doloroso. Il padre di Vincent ha raccontato che
è stato molto difficile per suo figlio imparare a farsi degli amici
e a comunicare i propri bisogni e i propri sentimenti.
Nel corso dell’intervista il piccolo
Vincent ha orgogliosamente rivelato che i suoi genitori gli hanno
regalato un elmetto di Iron Man. Una volta
indossato, Vincent è riuscito a superare le sue paure e a diventare
molto più sicuro di sé. Lo stesso padre di Vincent ha spiegato che
proprio grazie all’elmetto, suo figlio è diventato un bambino
diverso, capace adesso di sfruttare ancora di più la sua
immaginazione, di comunicare con gli altri e di aprirsi a loro.
Potete vedere il bellissimo estratto dell’intervista di
seguito:
Molte persone sottovalutano
l’impatto significativo che i film di supereroi e i fumetti possono
avere sui bambini, che guardando questi personaggi ordinari
trasformarsi in supereroi e salvare il mondo si sentono ispirati e
diventano più sicuri. È molto importante, in una società come la
nostra, che i bambini abbiano modelli da seguire come questi eroi,
portatori di valori positivi utili a migliorare la fiducia in se
stessi. Celebrità come Robert Downey Jr., che
sfruttano l’opportunità di interpretare personaggi come Iron Man
per entrare in contatto con le milioni di persone che li ammirano,
meritano soltanto elogi.
A proposito di
Dolittle, ricordiamo che il film arriverà
nelle sale italiane il 30 gennaio. Il personaggio del Dottor
Dolittle è stato creato dall’autore
britannico Hugh Lofting nel 1920. Il cast del
film è pieno di star che prestano la loro voce ai protagonisti in
CGI, tra cui Rami Malek, Emma Thompson, Michael Sheen,
Selena Gomez, Octavia Spencer, Antonio Banderas, John Cena, Marion
Cotillard e Tom
Holland.
Il prossimo James
Bond potrebbe essere interpretato da un attore di
colore, ma di sicuro non da una donna, stando a quanto rivelato di
recente dai produttori della saga. No Time to
Die, in arrivo nelle sale italiane il prossimo
aprile, segnerà l’ultima apparizione cinematografica di
Daniel Craig nei panni dell’agente 007.
Da tempo ormai si vocifera su chi sarà a raccogliere l’eredità
dell’attore britannico: Idris Elba e Tom
Hiddleston sono stati a lungo i più quotati, ma per un
certo periodo si è parlato anche della possibilità che l’iconico
James Bond venisse interpretato da una donna.
Al centro della discussione è poi
finita l’attrice Lashana Lynch (Captain Marvel), che in molti hanno dato
come futura interprete del famoso agente. In effetti, il primo
trailer ufficiale di No Time to Die ha
svelato che la Lynch interpreterà nel film il personaggio di Nomi,
conosciuta anche come Agente 00: e se il personaggio anticipasse la
venuta di una nuova generazione di spie? Se fosse proprio Nomi a
raccogliere l’eredità di Bond? Ad ogni modo, dal primo trailer
emerge tanto una certa rivalità tra l’agente in questione e Bond,
quanto il fatto che alla fine i due uniranno le forze per
combattere il villain Safin interpretato dal premio Oscar
Rami Malek.
Al momento i dettagli più nascosti
della trama di No Time to Die non sono
stati sviscerati, ecco perché – trattandosi dell’ultima
interpretazione di Craig – in molti continuano a chiedersi chi sarà
il prossimo James Bond. In una recente intervista con Variety, gli storici
produttori della saga Barbara Broccoli e
Michael G. Wilson hanno affrontato proprio la
questione, rivelando di non aver ancora iniziato a pensare al
prossimo attore per la saga, essendo ancora troppo focalizzati su
Bond 25. I due produttori, però, hanno
anche confermato che, al di là del nuovo attore che verrà scelto
per l’iconico ruolo, questo non sarà di sicuro una donna. La
Broccoli ha spiegato: “Potrebbe essere un attore di colore, ma
sarà un uomo. Credo assolutamente che si debbano creare nuovi
personaggi per le donne, nuovi personaggi femminili forti. Ma non
sono particolarmente interessata a prendere un personaggio maschile
e a farlo interpretare ad una donna. Penso che le donne possano
aspirare a personaggi ancora più interessanti di questo.”
E sempre a proposito del futuro
della saga di James Bond, sempre la Broccoli nel corso della
medesima intervista ha spiegato che nulla esclude che i prossimi
film del franchise possano essere destinati non più al grande
schermo, ma bensì ad uno dei colossi dello streaming. Queste le sue
parole: “Facciamo questi film per il pubblico. Ci piace pensare
che questi film vengano realizzati per essere fruiti attraverso il
grande schermo. Detto questo, però, bisogna anche guardare al
futuro. Sono i fan che decidono in che modo preferiscono consumare
un determinato prodotto e goderne il più possibile. Credo che non
si possa escludere nulla, perché è il pubblico che prende quel tipo
di decisioni. Non siamo noi.”
Il film, atteso nelle sale l’8
aprile 2020, vede nel cast Daniel
Craig (James Bond), Ralph
Fiennes (M), NaomieHarris (Eve
Moneypenny), Ben
Whishaw (Q), Rory
Kinnear (Bill Tanner) e Jeffrey
Wright (Felix Leiter). Le new entry del cast sono
invece Rami
Malek, Billy Magnussen, Lashana
Lynch e Ana de Armas.
Vi ricordiamo che la produzione ha
assunto Phoebe Waller-Bridge per
“ravvivare” lo script di Bond 25 sotto
speciale richiesta di Craig, grande fan
di Fleabag e Killing
Eve, le due serie prodotte e scritte dall’attrice. Era dal
1963 (l’ultima fu Johanna Hardwood con Dr.
No e From Russia With Love) che la casa di
produzione non assumeva una donna per dare voce ai personaggi del
franchise, una scelta oggi più che mai “rilevante”.
In No Time To
Die, Bond si gode una vita tranquilla in
Giamaica dopo essersi ritirato dal servizio attivo. Il suo quieto
vivere viene però bruscamente interrotto quando Felix Leiter, un
vecchio amico ed agente della CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La
missione per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori si
rivela essere più insidiosa del previsto, portando Bond sulle
tracce di un misterioso villain armato di una nuova e pericolosa
tecnologia.
Luke Skywalker sarebbe dovuto
apparire sotto forma di Fantasma di Forza a Kylo Ren nella versione
di Star
Wars: Episodio IX ad opera di Colin
Trevorrow. Come sappiamo ormai tutti, il regista di
Jurassic World era stato incaricato dalla Lucasfilm di
scrivere e dirigere Star Wars 9, per poi abbandonare il
progetto a causa di alcune divergenze creative. Così, J.J.
Abrams venne nuovamente coinvolto nella saga – dopo aver
già diretto Il Risveglio della Forza – e lavorò a quello
che è poi diventato L’Ascesa di
Skywalker.
Nonostante abbia ufficialmente
superato il miliardo al box office mondiale e sia stato comunque
accolto in maniera positiva da una larga fetta del fandom di
Guerre Stellari, il film ha ricevuto anche molte critiche
negative, spingendo tanto il pubblico quanto gli addetti ai lavori
a chiedersi come sarebbe effettivamente stata la versione del film
firmata da Trevorrow.
Nella giornata di ieri vi abbiamo
appunto riportato i dettagli sulla
versione di Star Wars: Episodio IX ad
opera di Colin Trevorrow, emersi online grazie ad
un report di The Playlist. La
sceneggiatura del regista, intitolata “Duel of the
Fates“, contiene alcune differenze sostanziali
rispetto a quella de L’Ascesa di
Skywalker. Le principali differenze riguardano il
ruolo di Rose Tico e il fatto che Rey non sia la nipote di
Palpatine (che nel film non sarebbe neanche dovuto comparire).
Anche l’arco narrativo di Kylo Ren doveva essere completamente
diverso. Ne L’Ascesa di Skywalker assistiamo alla sua
redenzione e al sacrificio da parte di Ben per salvare Rey (e la
Galassia); in Duel of the Fates, invece, tutti i tentativi
di riportare Ben al Lato Chiaro della Forza si rivelano vani, e il
personaggio muore restando il villain che abbiamo imparato a
conoscere nei primi due capitoli.
Adesso, nuovi dettagli emersi sulla
versione di Star Wars 9 di Trevorrow rivelano che in
Duel of the Fates il personaggio di Kylo avrebbe dovuto
fare i conti con un estremo conflitto personale, molto diverso
rispetto a quello visto nel film di Abrams. Stando ad un nuovo
report di Collider, infatti, la
missione principale di Kylo nella sceneggiatura di Trevorrow era
quella di porre fine alla lotta tra i Jedi e i Sith una volta per
tutte. All’inizio del film, Kylo si trovava nel vecchio castello di
Vader, su Mustafar, a combattere contro le voci e perfino contro le
visioni di suo nonno. Ancora più interessante è il fatto che il
personaggio di Luke Skywalker sarebbe apparso a Kylo sotto forma di
Fantasma di Forza, collegamento diretto alla battuta di Luke
“Ci vediamo, ragazzino!” alla fine de Gli Ultimi
Jedi.
I personaggi di Luke e Kylo hanno
sempre avuto una dinamica molto affascinante all’interno della
trilogia sequel e sarebbe stato sicuramente interessante vedere
un’ultima interazione tra i due personaggi nel capitolo finale
della saga degli Skywalker. Nonostante Gli Ultimi Jedi
sembra anticipare che la storyline di Luke e Kylo non si sia ancora
conclusa, ne L’Ascesa di Skywalker i due personaggi non
interagiscono mai, mentre vediamo Kylo in preda ai suoi tormenti e
alle sue angosce per l’assassinio di suo padre Han Solo.
Celebre per i suoi ruoli televisivi,
l’attrice Kate Walsh si è distinta per la sua
capacità di assumere ruoli sempre diversi, in generi distanti l’uno
dall’altro. A renderla famosa, in particolare, è stato il ruolo di
Addison Montgomery nella serie Grey’s Anatomy. Negli anni ha saputo
reinventarsi, trovando in più occasioni il favore della critica e
del pubblico.
Ecco 10 cose che non sai su
Kate Walsh.
Kate Walsh: i suoi film
1. È celebre per aver
partecipato ad un noto film. L’attrice debutta al cinema
nel 1996 con il film Crocevia per l’inferno.
Successivamente recita in The Family Man (2000), Sotto
il sole della Toscana (2003), After the Sunset
(2004), Derby in famiglia (2005), Vita da strega
(2005), e Legion (2010). Nel 2012 diventa celebre con la
sua partecipazione al film Noi siamo
infinito, dove recita accanto all’attrice Emma
Watson. Negli anni seguenti recita in Scary Movie
V (2013), Estate a Staten Island (2015), The
Silent Man (2017), Il viaggio delle ragazze (2017) e
A Modern Family (2018).
2. È celebre per i ruoli
televisivi. Negli anni l’attrice si è distinta per i suoi
ruoli televisivi, recitando in serie come Homicide (1997),
Law & Order (1997), Il fuggitivo (2001), e
CSI – Scena del crimine (2004). Ottiene però la fama con
la serie Grey’s Anatomy, dove recita dal 2005 al 2012.
Riprende il ruolo di Addison Montgomery nello spin-off Private
Practice, in onda dal 2007 al 2013. Successivamente recita
nelle serie Fargo (2014), Bad Judge (2014-2015),
Tredici (2017-in corso) e The Umbrella
Academy (2019-in corso).
3. Ha prodotto una serie
TV. La Walsh figura come produttrice esecutiva della serie
Bad Judge, di cui è protagonista nel ruolo di Rebecca
Wright. Composta da una stagione di tredici episodi, la serie è una
commedia incentrata sulla vita privata di un giudice della Corte
Criminale.
Kate Walsh è su Instagram
4. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 2,6 milioni di persone.
All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie
scattate in momenti di svago, con amici o colleghi. Non mancano
tuttavia anche immagini o video promozionali dei suoi progetti da
interprete.
Kate Walsh in Grey’s Anatomy
5. Potrebbe tornare nella
nuova stagione. Presenza fissa durante le prime tre
stagioni della serie, l’attrice ha in seguito lasciato per recitare
nello spin-off a lei dedicato. Stando a quanto riportato da alcune
indiscrezioni, l’attrice potrebbe apparire nella celebre serie
medical-drama, anche solo come guest star. La Walsh non ha né
confermato né smentito la notizia, affermando solo di essere sempre
rimasta vicino alle vicende di Grey’s Anatomy.
Kate Walsh in Private Practice
6. Ha lasciato la serie per
nuovi progetti. Dopo aver recitato in oltre cento episodi
della serie Private Practice, l’attrice ha confermato la
sua decisione di abbandonare il ruolo per potersi dedicare a nuovi
progetti, cinematografici e televisivi, appendendo dunque al chiodo
il personaggio che l’ha accompagnata per diversi anni della sua
carriera.
Kate Walsh in Tredici
7. Ha interpretato un ruolo
importante. L’attrice ha recitato nelle prime due stagioni
della serie NetflixTredici, ricoprendo il ruolo di
Olivia Baker, madre della protagonista Hannah Baker. Per vendicare
la morte della figlia, la donna darà il via ad un duro processo
legale contro la scuola dove la figlia era vittima di bullismo.
Kate Walsh in The Umbrella
Academy
8. Ha avuto un ruolo
ricorrente. Nella serie Netflix The Umbrella
Academy l’attrice dà vita al personaggio The Handler, una
donna che lavora per la Commissione ed ha la capacità di viaggiare
nello spazio e nel tempo grazie ad alcune speciali valigette. Il
personaggio si è affermato come uno dei principali villain, dando
modo all’attrice di sfoggiare nuove sfumature del suo talento.
Kate Walsh non ha figli
9. Non ha avuto
figli. Nonostante diverse relazioni ed un matrimonio,
l’attrice non ha avuto figli. In generale, riguardo la sua vita
sentimentale, si è sempre mostrata piuttosto riservata, preferendo
non diffondere notizie a riguardo, né tramite i social network né
tramite interviste.
Kate Walsh età e altezza
10. Kate Walsh è nata a San
Jose, in California, Stati Uniti, il 13 ottobre 1967.
L’attrice è alta complessivamente 174 centimetri.
Noto per la serie di film di
American Pie, l’attore Jason Biggs si è
negli anni costruito una carriera all’insegna della comicità,
recitando in celebri commedie e numerose serie TV. I fan lo
ricordano tuttavia per il ruolo dell’imbranato Jim Levenstein, il
quale gli ha permesso di sfoggiare il suo carisma comico.
Ecco 10 cose che non sai di
Jason Biggs.
Jason Biggs: i suoi film
1. È celebre per i suoi film
comici. L’attore debutta al cinema nel 1997 con il film
Camp Stories, per poi ottenere la fama con American
Pie (1999), film divenuto negli anni un vero e proprio cult,
dove l’attore interpreta il personaggio di Jim Levenstein.
Successivamente l’attore recita in commedie come Boys and Girls
– Attenzione: il sesso cambia tutto (2000), American
School (2000), Assatanata (2001) e American Pie
2 (2001) e American Pie – Il matrimonio (2003).
Prende parte poi ai film Anything Else (2003), Jersey
Girl (2004), 8 amici da salvare (2006), La sposa
fantasma (2008), e La ragazza del mio migliore amico
(2008). Nel 2012 riprende il ruolo che l’ha reso celebre nel film
American Pie: Ancora
insieme. Negli ultimi anni recita invece nei film
Grassroots (2011), Amateur Night (2016) e
Caro dittatore (2018).
2. Ha recitato anche in
televisione. Biggs ottiene una prima notorietà recitando
nella serie Un professore alle elementari (1991-1992), per
poi prendere parte a Così gira il mondo (1994-1995),
Total Security (1997), Mad Love (2011), The
Good Wife (2012-2013) e in Orange Is The New Black
(2013-2019), dove ricopre il ruolo di Larry Bloom. Nel 2016 recita
invece nella serie I Like You Just the Way I Am.
3. Ha ricoperto il ruolo di
produttore. L’attore ha ricoperto in più occasioni il
ruolo di produttore, il più delle volte per progetti che lo
vedevano partecipare anche come interprete. Tra questi si
annoverano la serie Mad Love e il film American Pie:
ancora insieme.
4. Ha doppiato un celebre
personaggio. Biggs si è affermato anche come doppiatore
della serie animata Teenage Mutant Ninja Turtles,
andata in onda dal 2012 al 2014. Qui l’attore prestava la voce a
Leonardo, il leader del celebre gruppo di tartarughe ninja.
Jason Biggs è su Instagram
5. Ha un acocunt
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 562 mila persone.
All’interno di questo Biggs è solito condividere foto scattate in
momenti di svago, con amici o colleghi. Non mancano tuttavia anche
immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.
Jason Biggs e Adam Sandler
6. Viene spesso confuso con
il noto attore. Biggs viene spesso confuso con il celebre
attore comico Adam Sandler. Date le loro carriere
composte di film talvolta simili, i due interpreti sono infatti
stati più volte oggetto di tale scambio, a tal punto che in molti
sono convinti che sia Sandler ad aver recitato in American
Pie.
Jason Biggs e Woody Allen
7. È stato protagonista di
un film del noto autore. Nel 2003, nel pieno della sua
popolarità, l’attore è stato scelto da Woody Allen
come interprete principale del suo film Anything Else. Qui
ricopre il ruolo di Jerry Falk, problematico autore comico in piena
crisi di coppia. Ad aiutarlo sarà l’anziano David Dobel,
interpretato dallo stesso Allen.
Jason Biggs in American Pie
8. Ha dovuto personalmente
girare le scene di sesso. Per girare le scene di sesso del
film, la produzione aveva previsto delle controfigure per gli
interpreti principali. La controfigura di Biggs, però, si presentò
il giorno delle riprese con una profonda cicatrice sullo stomaco,
venendo così licenziato perché inutilizzabile. L’attore fu così
costretto a girare personalmente tali scene.
Jason Biggs in Orange Is The New
Black
9. Il suo personaggio non è
stato sviluppato. Nella celebre serie Netflix, l’attore aveva ricoperto il ruolo di Larry
Bloom, ex fidanzato del personaggio Piper. Tuttavia l’attore ha
dichiarato che gli sceneggiatori hanno preferito tralasciare il
personaggio per concentrarsi sulle storie di altri personaggi, e
che per tanto non sarebbe comparso nelle nuove stagioni.
Jason Biggs età e altezza
10. Jason Biggs è nato a
Pompton Plains, New Jersey, stati Uniti, il 12 maggio
1978. L’altezza complessiva dell’attore è di 175 centimetri.
Dopo il successo di
Goodnight Mommy, presentato alla Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia alla sua 71°
edizione, Severin Fiala e Veronika
Franz tornano al cinema con The
Lodge, che parte da un concept molto simile al loro
film d’esordio, ma che ha esiti estremamente differenti.
Nell’opera prima dei registi
austriaci una donna, a seguito di un incidente, rimane
profondamente sfigurata e i suoi figli non riescono a riconoscere,
sotto alle bende che le proteggono il volto, la madre che
conoscevano. In questo film, invece, una giovane donna rimane da
sola con i figli del nuovo fidanzato, che rifiutano la sua
esistenza nella vita del padre e la colpevolizzano per il suicidio
della madre. In una baita in montagna, isolati dal resto del mondo,
i tre dovranno fare i conti con fantasmi del passato e segreti
inconfessabili, mentre lo spettatore sarà di volta in volta tratto
in inganno, senza capire da che parte sia la verità.
La trama di The
Lodge
Il concept del film è decisamente
vincente. La prima mezz’ora della storia imposta una serie di
elementi molto intriganti, che sembrano appartenere al genere
thriller che volge al sovrannaturale, dal trauma nella vita dei
piccoli protagonisti (il suicidio della madre) al passato
inquietante della loro aspirante matrigna che, da piccola, fu
l’unica sopravvissuta di una strage dai risvolti misteriosi che
vide vittima un’intera setta religiosa guidata dal padre della
donna.
A questi elementi, che si collocano
perfettamente nella tradizione del genere thriller, e che quasi
arrivano a lambire l’horror, si infrangono però contro un problema
di fondo, in The Lodge: la storia sembra
girare su se stessa e moltissimi di questi elementi non trovano un
vero e proprio riscontro nello sviluppo delle vicende, non trovano
una giustificazione nel corso degli eventi. La casa delle bambole
sembra premonire ed evocare ciò che accadrà, ma non assume mai un
vero e proprio senso diegetico, limitandosi ad essere una specie di
elemento premonitorio soltanto per lo spettatore.
Allo stesso modo, il passato
traumatico della protagonista femminile finisce per essere
solamente tratteggiato, un gancio per spingere i due bambini a
prendere delle decisioni specifiche, nel film, che porteranno
avanti la narrazione in maniera che confonde lo spettatore, ma
forse non nella maniera partecipativa sperata. Ovvero lo spettatore
si ritrova confuso dal racconto, ma non perché i registi riescono
ad instillare in lui il dubbio sull’identità del “cattivo” nella
storia, ma perché loro stessi sembrano confusi nella
rappresentazione degli eventi.
Una bella regia non basta
Nonostante questo aspetto abbastanza
importante, Severin Fiala e Veronika
Franz si confermano maestri della messa in scena e della
regia, riuscendo a sopperire alle mancanze della scrittura con uno
stile davvero elegante, che mette in risalto le location
incredibili e le performance, anch’esse degne di nota. Su tutti
Riley Keough che riesce con grande bravura a
tratteggiare il suo personaggio, nonostante una scrittura non
troppo solida.
The Lodge
utilizza al meglio il linguaggio del thriller ma distribuisce male
gli elementi della sua storia, provocando un effetto di
insoddisfazione laddove non tutti i nodi narrativi sembrano trovare
una risoluzione o una spiegazione.
La Sony Pictures
ha diffuso il trailer internazionale di Bloodshot, l’atteso film
che vedrà protagonista l’attore Vin
Diesel. Basato sull’omonimo fumetto bestseller,
Vin
Diesel, nel ruolo di Ray Garrison, interpreta
un soldato riportato in vita dopo essere stato ucciso in
battaglia.
Trasformato nel supereroe Bloodshot
dalla società RST e potenziato grazie alla nanotecnologia, Ray
diventa una forza inarrestabile, più forte che mai e in grado di
rimarginare le proprie ferite all’istante. Nel controllare il suo
corpo, però, la società è in grado di manipolare anche la sua mente
e i suoi ricordi. L’obiettivo di Ray sarà quello di scoprire cos’è
reale e cosa non lo è.
Nel cast del film anche
Eiza González, Sam Heughan nel ruolo di Jimmy Dalton,
Toby Kebbell nel ruolo di Ax, Guy
Pearce nel ruolo del Dr. Emil Harting, Lamorne
Morris nel ruolo di Wilfred Wigans, Talulah
Riley nel ruolo di Gina DeCarlo, Alex
Hernandez nel ruolo di Tibbs Jóhannes e Haukur
Jóhannesson nel ruolo di Nick Baris.
Yellowstone 3 è la
terza stagione della serie tv creata da Taylor
Sheridan e John Linson per il Paramount
Network con
Kevin Kostner.
Yellowstone 3 è la
terza stagione della serie tv Yellowstone
drammatica creata da Taylor Sheridan e
John Linson che è stata presentata in anteprima il
20 giugno 2018 su Paramount Network.
Yellowstone 3 quando esce e dove vederla in streaming
La prima stagione è disponibile in
prima visione assoluta su Sky Atlantic dal 13 marzo 2020. La terza
stagione di Yellowstone è
tutt’ora inedita e debutterà negli USA il 21 Giugno 2020.
Yellowstone 3: trama e cast
Yellowstone
segue “la famiglia Dutton, guidata da John Dutton, che controlla il
più grande ranch contiguo degli Stati Uniti . Il ranch è
costantemente attaccato da coloro che confina con gli sviluppatori
di terre, una riserva indiana e il primo Parco Nazionale degli
Stati Uniti d’America . È uno studio intenso di un mondo violento
lontano dall’esame dei media, in cui la conquista della terra
guadagna miliardi di sviluppatori e i politici vengono acquistati e
venduti dalle più grandi società petrolifere e di legname del
mondo. Laddove gli omicidi irrisolti non sono una novità, sono una
conseguenza della vita in la nuova frontiera. È il migliore e il
peggio degli Stati Uniti visto attraverso gli occhi di una famiglia
che rappresenta entrambi “.
In Yellowstone 3
protagonisti sono Kevin Costner nel ruolo di John Dutton, è un
patriarca miliardario della sesta generazione della famiglia
Dutton, che controlla il Yellowstone Dutton Ranch, il più grande
ranch contiguo degli Stati Uniti. Luke Grimes nei
panni di Kayce Dutton, un ex SEAL della Marina degli Stati Uniti e
uno dei figli di John ed Evelyn. Kelly Reilly nei panni di Beth Dutton, una
finanziera e figlia di John ed Evelyn. Wes Bentley
nei panni di Jamie Dutton, avvocato, aspirante politico e uno dei
figli di John ed Evelyn. Cole Hauser nel ruolo di
Rip Wheeler, caposquadra del ranch di Yellowstone e del braccio
destro di John. Kelsey Asbille nel ruolo di Monica
Long Dutton, moglie dei nativi americani di Kayce. Brecken
Merrill nel ruolo di Tate Dutton, figlio di Kayce e Monica
e unico nipote di John. Jefferson White nel ruolo
di Jimmy Hurdstrom, un ranch di Yellowstone. Danny
Huston nel ruolo di Dan Jenkins, un miliardario
sviluppatore di terreni dalla California con l’aspirazione di
costruire su parti di Yellowstone.
Saranno Priyanka Chopra
Jonas e Richard Madden i protagonisti di
Citadel,
la saranno i protagonisti della serie evento dei Fratelli Russo. A
darne notizia è stata Amazon Studios che produce la
serie e che lancerà su Prime Video.
Amazon ha anche annunciato oggi che
una produzione in lingua locale del franchise avrà origine dal
Messico, oltre alle versioni precedentemente annunciate in Italia e
India. Madden e Chopra reciteranno nell’edizione americana
della “nave madre” della serie.
Josh Appelbaum, André
Nemec, Jeff Pinkner e Scott Rosenberg di Midnight Radio
serviranno come scrittori e produttori esecutivi di
Citadel. Patrick Moran, Mike Larocca
e Joe e Anthony Russo sono i produttori esecutivi. La
serie italiana sarà coprodotta con Amazon Studios e
Cattleya (Gomorra), parte di ITV Studios,
e la serie indiana sarà sviluppata da Raj Nidimoru e
Krishna DK (The Family Man) e prodotta con Amazon
Studios.
Clark Gregg è uno
di quegli attori che diventano subalterni al personaggio che li ha
resi celebri. Nel caso di Gregg si tratta dell’agente dello
S.H.I.E.L.D. Phil Coulson, apparso tanto al cinema quanto in
televisione. Negli anni però l’attore ha saputo distinguersi
partecipando anche ad importanti film d’autore, distinguendosi per
la sua versatilità.
Ecco 10 cose che non sai su
Clark Gregg.
Clark Gregg: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attore ha esordito al cinema con il film
Le cose cambiano (1988), per poi recitare in L’ombra
di mille soli (1989), Sotto il segno del pericolo
(1994), I soliti sospetti (1995), Il prigioniero
(1997), Magnolia (1999), Hollywood, Vermont
(2000), A.I. – Intelligenza Artificiale (2001), One
Hour Photo (2002), Spartan (2004), Chiamata da
uno sconosciuto (2006), Soffocare (2008) e Iron
Man (2008), dove interpreta per la prima volta il personaggio
che lo renderà celebre. Gregg recita poi nei film (500) giorni
insieme (2009), Iron Man 2 (2010), Thor (2011), I
pinguini di Mr. Popper (2011), The Avengers
(2012), Un giorno come tanti (2013), La legge della
notte (2016) e Captain Marvel
(2019), dove riprende il ruolo dell’agente Coulson.
2. È celebre per alcune
serie TV. Nel corso della sua carriera l’attore ha preso
parte a diversi progetti televisivi, come le serie Law &
Order (1991), Le avventure del giovane Indiana Jones
(1993), Sex and the City (2000), West Wing – Tutti gli
uomini del Presidente (2001-2004), Will & Grace
(2003), e The Shield (2004). Gregg interpreta poi il ruolo
dell’agente Coulson anche in televisione, come protagonista della
serie Agents of S.H.I.E.L.D. (2013-in corso).
3. Si è distinto come
regista. Gregg ha debuttato alla regia con il film
Soffocare, tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore
Chuck Palahniuk. Interpretato da Sam
Rockwell, il film racconta le vicende di Victor Mancini,
diviso tra il rapporto con la madre, ricoverata in una costosa
clinica, e il suo metodo per guadagnare soldi: fingere di soffocare
mentre mangia in ristoranti esclusivi.
Clark Gregg è su Instagram
4. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un proprio profilo, seguito da 1,2 milioni di
persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere
fotografie scattate in momenti di svago, ma particolarmente
numerose sono anche le immagini promozionali dei suoi progetti da
interprete.
Clark Gregg ha un profilo
Twitter
5. È presente sul noto
social network. L’attore possiede un proprio account
personale anche su Twitter, dove ha un totale di 725 mila follower.
Qui Gregg è solito condividere notizie sui propri progetti futuri,
ma anche scambiare opinioni con i propri fan o colleghi. Non
mancano inoltre curiosità da lui ricondivise.
Clark Gregg ha una moglie
6. È sposato con una nota
attrice. Il 21 luglio del 2001 l’attore sposa
Jennifer Grey, attrice nota per il ruolo di “Baby”
nel film Dirty Dancing. Nel dicembre dello stesso anno
nasce la loro prima figlia, chiamata Stella. La coppia si è negli
anni dimostrata piuttosto riservata circa la loro vita
sentimentale, tenendo questa lontano dai social network.
Clark Gregg canta Toxic
7. Si è esibito in una
lip-sync battle. L’attore ha lasciato tutti senza parole
quando nell’aprile del 2016 si esibì in una lip-sync battle,
reinterpretando la canzone Toxic di Britney
Spears. Vestito da hostess, Gregg ha dato vita ad una
grande performance, con tanto di esibizione coreografica.
Clark Gregg in Agents of
S.H.I.E.L.D.
8. Nella nuova stagione
interpreterà un personaggio inedito. La serie sembrava
essersi conclusa con la quinta stagione, ma Gregg ha annunciato che
sono in lavorazione altre due stagioni brevi. In queste, tuttavia,
l’attore non riprenderà il ruolo dell’agente Coulson, e si è
dichiarato entusiasta da ciò che hanno pensato per lui gli
sceneggiatori, affermando che per il pubblico potrebbe risultare
inquietante.
Clark Gregg in Captain Marvel
9. È stato ringiovanito
digitalmente. Per riprendere il ruolo dell’agente Coulson
nel film Captain Marvel, l’attore ha dovuto
essere ringiovanito digitalmente. Gregg ha raccontato di aver
inviato diverse sue foto anni ’90 alla produzione, che le ha
studiate per riprodurne le sembianze nel film.
Clark Gregg età e altezza
10. Clark Gregg è nato a
Boston, Stati Uniti, il 2 aprile 1962. L’altezza
complessiva dell’attore è di 175 centimetri.
Si è tenuta questa mattina a Milano
alla presenza della regista Niki Caro una
proiezione speciale di unfootage di Mulan,
l’atteso nuovo live-action targato Disney.
Il nuovo film riprende la leggenda
di Mulan,
già raccontata in parte nell’omonimo film d’animazione del 1998,
36º Classico Disney. Durante l’evento sono state mostrata tre scene
ed un inedito promo del film. Fin dalle prime sequenze, capiamo che
non siamo di fronte ad un remake bensì ad un’inedita trasposizione
ispirata all’antica leggenda cinese di Hua Mulan.
Le prime impression su Mulan (2020)
La prima sequenza proiettata ci ha
rivelato il cuore intimista del film con Mulan
alle prese con la preparazione verso la guerra. Un breve e dolce
confronto con il padre ci mostra tutto il potere evocativo del
film e ci rivela
quanto la pellicola abbia una componente drammaturgia molto forte
che va a trattare temi quali la tradizione, il dovere e la
devozione. La seconda scena è invece una sequenza nel quale vediamo
Mulan
arruolata nell’esercito, determinata a riscattare la propria
famiglia. Questa sequenza ci mostra invece la componente action del
film che è davvero di pregevole fattura. La scena girata in maniera
esemplare non solo ci dimostra quanto il film sarà anche
visivamente sorprendete ma anche quanto l’azione sarà strettamente
legata all’evoluzione drammaturgica del personaggio. Infine,
l’ultima scena rivela una serie di sequenze a cavallo che
sottolineano l’aspetto epico del film che si preannuncia davvero
avvincente.
In merito al film Niki
Caro ha rivelato quanto l’idea di lavorare ad una nuova
trasposizione l’abbia colpita: “La prima cosa che mi ha
sorpreso quando ho iniziato questo progetto è stata capire che
l’amatissimo film animato Mulan non è l’originale, perché il
personaggio originale della storia arriva da una ballata cinese che
si pensa abbia origine fin dal 1700. La storia è poi stata
raccontata e raccontata per molto tempo e ogni bambino cinese
conosce la sua storia quindi è davvero interessante l’idea di come
tradurlo in una versione live-action per il pubblico di oggi nel
2020.”
“Volevo quindi onorare sia il
film d’animazione sia la ballata originale e appunto vedere come
meglio rendere questa figura di ragazza che si traveste da uomo per
sostituire il padre in guerra. Per me fare questo per Disney e in
live action è un privilegio e il mio unico obiettivo è stato
rendere questo viaggio vero”
In merito alla protagonista
interpretata dall’attrice Yifei Liu, la regista ha
rivelato: “Noi abbiamo girato tutto il mondo in lungo e largo e
in ogni regione e villaggio della Cina per poter trovare un volto
che fosse perfetto per il ruolo. Dopo un anno ancora non eravamo
riusciti a trovare la persona giusta. Ma era così importante
trovare la persona giusta abbiamo ri-iniziato a cercare e siamo
tornati in Cine e abbiamo incontrato tutte le giovani attrici
cinesi che per un motivo o per un altro non erano allora
disponibili e così finalmente dopo molto tempo siamo riusciti a
trovare Yifei Liu. E quando ci sia conosciute entrambe eravamo
dell’idea che lei fosse nata per interpretare Mulan. Nelle scene
che avete visto si lei è fantastica, ma posso dirvi che nel film
sarà grandiosa.”
In merito al personaggio di
Mulan e alla presenza nel comparto produttivo di
William Kong (produttore del pluripremiato film La tigre e
il dragone) Niki Caro ha rivelato quanto
la sua pellicola differisce dalla tradizione di film di arti
marziali di Honk Kong: “Pur avendo apprezzato quello che è
stato un film veramente epico come La tigre e il dragone e pur
avendo apprezzato anche l’utilizzo rappresentazioni epiche, mi sono
detta che questa Mulan doveva essere un po’ più radicata,
letteralmente, il suo modo di muoversi doveva essere molto più
fisico e molto più in linea con quello che può fare il corpo di una
giovane donna, e devo anche aggiungere che abbiamo, veramente,
un’attrice dal talento sconfinato perché lei fa la maggior parte
delle scene senza controfigura, essendo abilissima sia
nell’utilizzo della spada che nelle arti marziali, nonché provetta
cavallerizza; oltre a questo è una donna intelligentissima e sa
anche cantare.”
In merito alle differenze tra il
film d’animazione la regista Niki Caro ha
rivelato: “Ci sono diversi punti sui quali volevo poter
garantire una continuità per onorare il film d’animazione con
alcuni aspetti critici come ad esempio la sequenza in cui si
combinano i matrimoni e poi all’inizio nella sceneggiatura del live
action non c’era nessun riferimento ad una scena invece veramente
straordinaria del film d’animazione che ho voluto inserire, quella
della valanga.”
In merito alla sua presenza da
“Donna regista” e dal fatto che fosse un film action la regista
Niki Caro ha affermato: “Parlando di
travestimenti la domanda sulla mia presenza in qualità di donna
questa è forse una domanda travestita, in realtà si sta chiedendo
ad una donna regista come possa riuscire a fare dei film
d’azione…voglio dirvelo adesso Italia, è la cosa più naturale di
questo mondo. Voglio dire, non ho mai fatto film d’azioni fino ad
ora e ho amato fare questo film, spero di farne altri. Quello che
posso dire riguardo alla differenza tra questo tipo di film e
l’action movie classico. In genere partono questi ultimi con l’idea
di essere un po’ “cool” e devo dire che in questo nostro film tutte
le scene d’azione sono accentrate sulla figura di Mulan e
sulla sua storia, sulla sua anima e sul suo viaggio e quindi per
questo risultano più reali, più vere e di questo sono orgogliosa e
poi devo dire che è un personaggio tostissimo da dei calci nel ….
da del filo da torcere.”
Vi ricordiamo che
Mulan arriverà al cinema in Italia il 26 Marzo
distribuito da Walt Disney Pictures Italia.
Nel film quando l’Imperatore della
Cina decreta che un uomo per ogni famiglia dovrà arruolarsi
nell’Armata Imperiale per difendere il Paese dall’attacco di
invasori provenienti dal Nord, Hua Mulan, la figlia maggiore di un
rispettato guerriero, prende il posto del padre malato. Dopo
essersi travestita da uomo ed essersi arruolata con il nome di Hua
Jun, Mulan verrà messa alla prova in ogni momento del suo cammino e
dovrà trovare la propria forza interiore e dimostrare tutto il suo
autentico potenziale. Nel corso di questo epico viaggio si
trasformerà in una stimata guerriera guadagnandosi il rispetto di
una nazione riconoscente e l’orgoglio di un padre.
Con l’uscita nella sale di
Star
Wars: L’Ascesa di Skywalker, si è definitivamente
conclusa un’avventura cinematografica durata ben quarantadue anni.
Trattandosi del gran finale, J.J. Abrams e il suo
team hanno cercato di includere al suo interno il maggior numero di
riferimenti possibile alle precedenti trilogie. Alcuni di questi
erano particolarmente evidenti, altri invece sono sfuggiti persino
all’occhio dello spettatore più attento e vigile.
Dopo i 10 rumor che si sono
rivelati falsi, ecco di seguito 10 dettagli che collegano
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker alla
trilogia originale e a quella prequel che forse non avete
notato:
La medaglia di Chewbacca
Un celebre momenti
di Una Nuova Speranza avviene durante la cerimonia di
consegna della medaglia dopo aver distrutto la Morte Nera. Luke e
Han ottengono il loro giusto riconoscimento, mentre Chewbacca è
costretto a presenziare senza riceve alcuna
medaglia.
Dopo aver vinto la battaglia finale
ne L’Ascesa di Skywalker, Maz Kanata si avvicina a Chewie
e gli offre una medaglia. Una scena carina, ma forse un po’ stonata
all’interno di un momento così importante per la conclusione del
franchise. Una strizzata d’occhio ad una dei momenti più celebri
della saga distoglie l’attenzione dalla gioia del momento
presente.
Wedge Antilles
Wedge Antilles è probabilmente il
pilota di maggior talento dell’Alleanza Ribelle, al pari di Luke
Skywalker. È uno dei pochissimi personaggi a sopravvivere ad
entrambi gli attacchi alla Morte Nera, testimonianza indiscutibile
del suo talento.
Data la sua dedizione alla causa,
aveva senso permettere al personaggio di aiutare la Resistenza
durante la battaglia finale su Exegol. Ha anche una battuta, ma
forse non appare al momento giusto, quindi è facile che alcuni non
lo abbiano notato. La presenza del personaggio interpretato da
Denis Lawson è particolarmente importante, dal momento che si
tratta dello zio di Ewan McGregor: anche il celebre attore scozzese
appare in un cameo, seppur solo come doppiatore.
Il Festival di Aki-Aki
Mentre cercano di localizzare uno
dei due Wayfinder dei Sith su Pasana, Rey e i suoi amici si trovano
nel bel mezzo del Festival degli Antenati di Aki-Aki. C-3PO
menziona casualmente questo festival che si svolge solo una volta
ogni quarantadue anni. Non si tratta di un numero arbitrario, ma
bensì di un qualcosa che nasconde una sua rilevanza.
Una Nuova Speranza è
uscito nel 1977, quarantadue anni prima de L’Ascesa di
Skywalker. Tale numero testimonia quanto sia stato davvero
epico questo viaggio. Chiunque sia stato abbastanza grande da
vedere il primo film sul grande schermo, ha assistito con il film
di J.J. Abrams a qualcosa di davvero speciale dal punto di vista
cinematografico.
Luke/Red 5
Dopo aver convinto
Rey a non arrendersi, Luke solleva la sua vecchia X-Wing fuori
dall’acqua per permettere alla ragazza di usarla. I fan hanno
subito notato le somiglianze tra questo momento e quello su Dagobah
quando Luke tenta di fare lo stesso ne L’Impero Colpisce
Ancora.
All’epoca era molto
più difficile per lui, ma ne L’Ascesa di Skywalker lo fa
senza problemi, dal momento che agisce come Fantasma di Forza. La
sua espressione dice tutto, mentre la piena soddisfazione
attraversa il suo volto. Ciò che Luke poteva a mala pena concepire
trent’anni fa, adesso è diventato un gioco da ragazzi; qualcosa che
può fare addirittura da morto.
I dialoghi di Palpatine
I dialoghi di
Palpatine sono pieni zeppi di richiami alle sua battute nei
precedenti film. Nel film, durante il finale, quando si trova a
pronunciare la battuta “Fallo!” di fronte a Rey, lo fa in
un maniera simile a quanto visto ne La Vendetta dei Sith,
quando ordina ad Anakin di decapitare il conte Dooku.
Inoltre, all’inizio
del film dice Kylo Ren: “Il Lato Oscuro della Forza è un
percorso verso molte abilità che alcuni considerano
innaturali”. Queste sono le stesse parole che dice ad Anakin
nel terzo film della trilogia prequel. Ogni personaggio ha una
serie di battute che sono intramontabili, quindi ha senso che
Palpatine le ripete anche decenni dopo.
Dejarik
Chiamato più comunemente “Space
Chess”, Dejarik è un videogioco usato da molti durante i periodi di
inattività del Millennium Falcon. Nel film i personaggi di Poe,
Finn e Chewie vengono introdotti proprio mentre vi giocano, mentre
sono intenti ad ironizzare sui misteri dietro la vittoria del
Wookie.
I due sostengono che il vantaggio
di Chewie sia dovuto alla sua veneranda età. Probabilmente, i
Wookies sono più intelligenti di quanto la maggior parte delle
persone immagina. Oppure, chissà: lasciarlo vincere potrebbe essere
soltanto un modo per non farlo infuriare…
Wicket
In genere i fan
identificano gli Ewok come il primo allarmante segnale della fine
del genio creativo di George Lucas. Gli abitanti della Luna boscosa
di Endor offrono comunque il loro contributo alla tradizione: ne
Il Ritorno dello Jedi, grazie alle loro abilità riescono
infatti a distruggere l’Impero Galattico, che li aveva sempre
sottovalutati.
Data la loro
importanza, sarebbe stato un sacrilegio lasciarli fuori dal gran
finale. Non solo vengono ringraziati nel film, ma addirittura
ricompare Wicket, interpretato nientemeno che da Warwick Davis.
Anche il figlio dell’attore ha avuto la possibilità di apparire
sullo schermo nei panni di un Ewok.
Mustafar
La scena di
apertura vede Kylo Ren trovare uno dei due Wayfinder dei Sith sul
pianeta Mustafar. Non è immediatamente riconoscibile, soprattutto
se in riferimento all’immagine scolpita nella memoria grazie a
La Vendetta dei Sith, ma le fiamme e gli alberi aridi ne
suggeriscono la situazione climatica.
Kylo Ren è stato fortunato che lui
e Rey non abbiano combattuto su quel pianeta, altrimenti potrebbe
aver finito per esultare sulla riva di un fiume di lava, proprio
come suo nonno. Forse, avrebbe affrontato un combattimento simile
al duello con le spade laser tra Anakin e Obi-Wan in Episodio
III.
La battaglia finale
Proprio quando la Resistenza sta
per perdere ogni speranza, un’armata di navi provenienti da tutta
la Galassia si avventa nel campo di battaglia. Tra le navi ci sono
una varietà di riferimenti e easter egg alle prime due trilogie e
alle serie animate, Clone Wars e
Rebels.
È bello assistere al ritorno di
tutto questo equipaggio, anche se forse le navi non sono pilotate
dalle stesse persone. Inoltre, non viene mai specificato se siano
effettivamente sopravvissuti alla battaglia finale oppure no.
I due soli di Tatooine
La scena finale de film si svolge
su Tatooine, dove è cresciuto Luke Skywalker. Dopo aver dichiarato
il suo cognome come Skywalker, Rey guarda i due soli. Questo
momento ricord lo sguardo solenne di Luke rivolto allo stesso
panorama in Una Nuova Speranza. Un’altra cosa interessante
da sottolineare è come anche la trilogia prequel si concluda su
Tatooine, con un Luke bambino cullato dai suoi genitori
adottivi.
Le reazioni alla mancata nomination
a Greta
Gerwig nella categoria Migliore regista per
Piccole Donne sono state immediate, sia
nel mondo di Hollywood che in quello della stampa
specializzata.
Mentre anche le sue attrici
protagoniste si sono scaldate, protestando contro l’Academy e
contro la mancata nomination per la regia di Piccole
Donne, Greta
Gerwig ha fatto sentire pubblicamente la sua voce
in un messaggio affidato ai social di Emma Watson, in cui si dice
grata all’Academy per le sei nomination a Piccole Donne e a tutte
le persone che hanno contribuito alla realizzazione del film.
Da Greta ❤️: “Sono traboccante di
felicità—grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie (sono sei!)
all’Academy. Questo film di Piccole Donne ha impiegato 30 anni per
essere fatto, dalla prima volta in cui Louisa May Alcott e Jo March
hanno attraversato il tempo e lo spazio e mi hanno fatto credere
che potessi diventare una scrittrice e una creatrice. Ogni singola
persona che ci ha lavorato ha immesso nel film cuore e anima e
siamo tutti grati all’Academy che ha riconosciuto lo sforzo
collettivo. Io sono personalmente fiera di ogni persona che ha
lavorato al film, e scoppio di gioia per ognuno di loro.Devo
pronunciare alcuni dei loro nomi ad alta voce, perché sono
profondamente emozionata per loro. La mia partner di
riprese/maga/genio Saoirse Ronan, tu sei la mia ispirazione, la mia
onestà e la mia co-capitana, sempre; la mia piccola superstar
Florence Pugh, la Marmee dei nostri sogni Laura Dern (cosa? Storia
di un Matrimonio?), la nostra meravigliosamente talentuosa e
ridicolmente intelligente Emma Watson, la splendente anima e forza
vitale Eliza Scanlen, la nostra Regina Meryl, e la quinta sorella
March e il principe di zona Timothee Chalamet. Gli uomini che, come
dice Louisa, rendono “degna la cavaleria di esistere” Chris Cooper,
Tracy Letts, James Norton, Bob Odenkirk, e Louis Garrel. I costumi
di Jacqueline Durran, i set di Jess Gonchor, e la musica di
Alexandre Desplat—mi hanno fatto doni incredibili e ogni frame del
film è ripieno delle loro doti, del loro lavoro, della loro cura.
Amy Pascal, non ho parole abbastanza grandi ma tu sai cosa intende
il mio cuore. Tutti alla Sony e alla COlumbia Pictures,
specialmente Tom Rothman, il mio partner preferito e campione
instancabile. Scrivere e dirigere questo film è stato un onore e
condividerlo con il pubblico è stato un viaggio che mi ha scaldato
il cuore. Spero che il nostro Piccole Donne rappresenti per
un’altra generazione di ragazze e donne quello che ha rappresentato
per me: accendere un fuoco per scrivere un libro, fare un film,
cantare dei versi. Da tutti noi Piccole Donne e Uomini, grazie
all’Academy.”
Le parole di Greta Gerwig sono
sicuramente di gratitudine, ma non si può non sottolineare che la
Gerwig abbia specificato che l’Academy ha riconosciuto lo “sforzo
collettivo” non riconoscendo forse il suo, nella categoria della
regia. Tuttavia è pacifico stabilire che nelle sue intenzioni non
ci sono polemiche, ma forse solo il desiderio di andare avanti e
mettere fine alla polemica che ha seguito le nomination.
Nel cast Saoirse
Ronan,
Emma Watson, Florence Pugh, Eliza Scanlen,
Laura Dern,
Timothée Chalamet, Tracy Letts, Bob Odenkirk, James Norton,
Louis Garrel, Chris Cooper e Meryl
Streep.
La sceneggiatrice e regista Greta Gerwig
(Lady Bird) ha realizzato il film di Piccole Donne
basandosi sia sul romanzo di Louisa May Alcott che sui suoi
scritti, ripercorrendo avanti e indietro nel tempo la vita
dell’alter ego dell’autrice, Jo March. Secondo la Gerwig, la tanto
amata storia dellesorelle March – quattro giovani donne ognuna
determinata a inseguire i proprisogni – è al tempo stesso
intramontabile e attuale. Jo, Meg, Amy e Beth March, nel film sono
interpretate da Saoirse Ronan, Emma Watson, Florence Pugh, ed Eliza
Scanlen, con Timothee Chalamet nei panni del loro vicino Laurie,
Laura Dern in quelli di Marmee, e Meryl Streep nel ruolo della Zia
March.