Se l’aveste persa nell’intenso e
straziante Pieces of a woman, il concorso della
Mostra di Cinema di Venezia offre un’altra interessante occasione
di godere della bravura della star di questa edizione, la
britannica Vanessa Kirby. È sua la scintilla che accende
The World to Come di Mona Fastvold, adattamento
dell’omonimo racconto di Jim Shepard, qui anche sceneggiatore al
fianco di Ron Hansen (che al lido avevamo già conosciuto per
The Assassination of Jesse James by the Coward Robert
Ford, nel 2007).
È lei la bellissima e vitale Tallie,
che trasferitasi con il marito nella Contea di Schoharie scuote la
pigra quotidianità della coppia formata da Katherine Waterston (Abigail) e Casey Affleck (Dyer). Siamo nel 1856, e
all’epoca erano piccole famiglie contadine a popolare questo angolo
dello Stato di New York, sorta di coloni coraggiosi consacrati al
duro lavoro e poco altro. Come emerge sin dalle prime scene del
film e dalle pagine del diario della stoica Abigail, un costante
contrappunto che fa da io narrante – e da coscienza – all’intera
vicenda.
Parole ed emozioni
Il potere della scrittura è il primo
protagonista che incontriamo, strumento di fuga, libertà ed
emancipazione per donne costrette a un ruolo pericolosamente vicino
a quello di ogni altro strumento a disposizione del fattore. Una
porta aperta verso altri mondi, o altri alieni come lei.
Una porta spalancata ad accogliere la nuova amica, con la quale
subito si stabilisce un rapporto speciale che riempia il vuoto
delle loro vite. E che vediamo trasformarsi sotto i nostri occhi in
una storia romantica e contenuta, nella quale lo stesso desiderio
sembra cercare una sua forma espressiva.
Che non può esser solo quella delle
parole, che pure avvicinano le due donne, o delle emozioni, così
difficili da formalizzare. La comprensione profonda che si
stabilisce tra loro supera ogni codice e la passione, che a lungo
il film lascia sottintesa, traspare da piccoli gesti, sguardi,
sorrisi. Il risultato è una storia d’amore talmente soffusa e
intima da fagocitare l’intero sviluppo, che procede in maniera
volutamente diseguale.
Un amore difficile
Lento, placido,
inizialmente, quasi a seguire e sottolineare il rigido inverno che
fa da incipit al ‘mondo che è’. Immobile, poi, soppiantato dal
racconto e dal succedersi degli incontri tra Abigail e Tallie.
ugualmente statico per lunghi tratti. L’azione langue, sia sullo
schermo sia a livello narrativo, e tanto i ruoli quanto la crisi
non potrebbero definirsi senza la voce off ad accompagnarci.
E forse l’attenzione dello
spettatore sarebbe messa a più dura prova se non ci fossero degli
intermezzi a scaldare gli animi. Ovviamente siamo sempre dalle
parti di dramma e disperazione, vista la realtà che vivono i nostri
personaggi, nella quale persino Dio delude le aspettative
(figurarsi gli uomini, e le donne), ma con l’arrivo della bella
stagione le fughe delle due ci regalano scorci piacevoli e momenti
di aperta poesia.
La tragedia è inevitabile
Una volta scoperte le carte, ecco
l’accelerazione. Dichiaratasi ‘prigioniera dell’assenza’ della
compagna, è la silenziosa Abigail a proporre una vena ‘crime’
inaspettata. Ormai liberata dalla scoperta dei suoi sentimenti può
affrontare anche il marito, sfidare il ruolo impostole e azzardare
un sospetto nei confronti di un altro uomo. I mezzi a sua
disposizione però son sempre quelli della parola e della scrittura,
che tornano protagonisti in un finale ‘a sorpresa’ che lascia non
pochi rammarichi.
Non tanto per l’accenno alla parte
più turbolenta della passione amorosa, finalmente rivelata, quanto
per quello all’evoluzione del carattere di Abigail. Irriducibile e
armata di nuovo coraggio, pronta a sfidare convenzioni, mascolinità
varie e persino la realtà. Il lasciarci intuire una tale forza fa
parte dell’ondata con cui si conclude il film, un colpo di coda nel
quale sembrano concentrarsi e sfogarsi le emozioni tanto a lungo
compresse. E dopo il quale tutto sembra possibile. Sulla strada
verso il tanto promesso ‘mondo che verrà’.
Negli ultimi 12 anni, il MCU ha rivoluzionato lo
standard dei cinecomic. Se da un lato è facile sottolineare le
incredibili performance degli attori, le immagini straordinarie, le
scene d’azione epiche e il lavoro senza precedenti sulla
continuity, dall’altro ciò che distingue davvero
l’universo condiviso è il tono dei suoi film. La musica ha sempre
giocato un ruolo enorme nell’impostazione di questi toni, ed ecco
che
The Direct ha raccolto le migliori canzoni utilizzate nei film
del MCU:
Prima di vederli apparire sullo
schermo, sentiamo il sottile basso di “The Rubberband Man”
degli Spinners. È un momento tanto funky quanto perfetto, che
anticipa il viaggio attraverso la galassia di questi eroi in
procinto di incorrere in una serie (almeno all’apparenza)
indistricabile di problemi.
“Shoot to Thrill” – Iron Man 2 / The Avengers
Ovviamente, Iron Man è stato in
grado di infondere il proprio marchio anche nei temi musicali dei
film a lui dedicati. Molto spesso, gli AC/DC hanno rappresentato il
catalizzatore di quel marchio. Nel suo ingresso alla Stark Expo in
Iron
Man 2, Tony ha mostrato al mondo di che pasta è fatto
sulle note epiche di “Shoot to Thrill”.
La canzone è stata utilizzata anche
in
The Avengers, quando Tony Stark è arrivato in ritardo – ma
sempre in grande stile – al primo incontro della squadra con Loki
ad Amburgo.
“Opps” – Black Panther
Black
Panther è stato considerato un fenomeno culturale per
tutta una serie di ragioni, una delle quali è l’uso del genere
hip-hop per dare ancora più credibilità ad alcune incredibili
sequenze.
L’inclusione di “Opps” di
Kendrick Lamar nel mezzo di una scena di inseguimento in auto
piuttosto sorprendente, non ha fatto altro che aumentare l’energia
intrisa nell’intera sequenza. La colonna sonora del film,
vincitrice dell’Oscar, è uno dei tanti elementi che hanno
contribuito a dare vita a Wakanda e alla storia di T’Challa.
“Trouble Man” – Captain America: The Winter Soldier
Captain America: The Winter Soldier potrebbe essere
considerato il film più radicato nella realtà del MCU, e anche in questo caso, la
musica è al servizio della storia. Nella prima scena del film,
assistiamo all’incontro tra Steve Rogers e Sam Wilson.
A fare da sottofondo a quel momento,
abbiamo la canzone “Trouble Man” di Marvin Gaye (con tanto
di riferimento al film omonimo). Quella stessa canzone viene
riprese nella scena finale, quando Cap è ormai sconfitto e
distrutto.
“Dear Mr. Fantasy” – Avengers: Endgame
In Avengers:
Endgame, i fratelli Russo non ci hanno risparmiato le
emozioni forti, e ciò non riguarda soltanto le tragiche morti di
alcuni degli eroi più amati, ma anche l’utilizzo della musica.
Dopo essere stati trascinati di
nuovo nella tristezza cementata da Avengers:
Infinity War, ascoltiamo le bellissime note di “Dear
Mr. Fantasy” mentre diamo il nostro primo sguardo a Tony
Stark, dopo lo schiocco delle dita di Thanos.
“O-O-H Child” – Guardians of the Galaxy Vol. 1
Il primo Guardiani della Galassia è il film che ha avuto un
impatto decisivo sull’uso della musica nei film dedicati ai
supereroi. Uno degli aspetti più importanti di come la musica è
stata utilizzata in questo film è rappresentato dal realismo.
Lo stereo dell’astronave Milano
giace tra le macerie mentre Peter Quill colpisce Ronin sulle note
di “O-O-H Child” dei Five Stairsteps. Sarebbe potuta
passare alla storia come una delle sequenze più imbarazzanti di
sempre, e invece, grazie alla visione di James
Gunn, quella canzone si adatta perfettamente al momento.
Father & Son – Guardians of the Galaxy Vol. 2
https://www.youtube.com/watch?v=_1gtbfuZaHg
Quando abbiamo appreso per la prima
volta che avremmo avuto un film del MCU con un procione parlante, un
albero articolato a malapena, Dave Bautista coperto di vernice e
uno degli attori di The Walking Dead dipinto di blu,
nessuno di noi sapeva davvero a cosa sarebbe andato incontro.
Anni dopo, Guardiani della Galassia Vol. 2 e la scena finale con
Rocket Racoon in lacrime, ci avrebbe regalato uno dei momento più
emozionanti dell’universo condiviso. “Father and Son” di
Cat Stevens risuona nella scena del funerale di Yondu insieme agli
altri Ravager, ed è senza dubbio una delle scene più sorprendenti
del MCU fino ad oggi.
“Brandy” – Guardians of the Galaxy Vol. 2
Prendere un’oscura canzone pop degli
anni ’70 come “Brandy” dei Looking Glass ed usarla come
una delle canzoni di un film di supereroi crivellato di alieni è
davvero una scelta ardua. Ma James Gunn riesce a far funzionare
sempre tutto quello che la sua mente iperattiva partorisce.
Guardiani della Galassia Vol. 2 è una grande storia
sulla famiglia e sul destino, e questa canzone non serve soltanto
da velata motivazione per l’antagonista e per il suo destino, ma
può anche essere cantata a squarciagola da Meridith Quill in una
straordinaria Ford Mustang di seconda generazione.
“Come and Get Your Love” –
Guardians of the Galaxy Vol. 1
Nessuno, nemmeno i fan dei fumetti,
sapevano cosa aspettarsi dal primo Guardiani della Galassia. E per i primi sei minuti e
diciotto secondi del film, sembrava di essere di fronte
all’ennesimo film ambientato nello spazio realizzato con un budget
elevato.
Poi, Chris Pratt si infila le cuffie
di un vecchio walkman… e sentiamo per la prima volta “Come and
Get Your Love” dei Redbones. Quella scena sarà destinata a
cambiare la nostra percezione del MCU per sempre…
“Back in Black” – Iron
Man/Spider-Man: Far From Home
Nessuno metterà mai in dubbio che
Iron Man sia stato un punto di svolta per tutti coloro
che amano i film di supereroi. Una volta che abbiamo sentito
“Back In Black” degli AC/DC in un film su un miliardario
che beve whisky in un Hum-v, abbiamo subito capito che sarebbe
stato un film speciale.
E proprio come la maggior parte
delle cose incredibili del MCU, anche questa canzone ha un
significato molto più profondo. L’abbiamo infatti sentita anche in
Spider-Man:
Far From Home, a sottolineare quanto sia stata importante
la relazione tra Tony Stark e Peter Parker.
“Immigrant Song” – Thor: Ragnarok
Questa canzone, quella scena con il
Dio del Tuono… quella battaglia finale in Thor:
Ragnarok… è tutto più che perfetto. Non c’è davvero
bisogno di spiegare perché “Immigrant Song” dei Led
Zeppelin sia senza dubbio il meglio che il MCU abbia da offrire.
“It’s Been A Long, Long Time” – Avengers: Endgame
Non c’è dubbio che Steve Rogers sia
il cuore del MCU. 21 film e, per tutto il tempo,
dal primo giorno in cui l’abbiamo visto entrare in azione, tutto
ciò che Cap voleva era ballare con la sua amata Peggy. E dopo aver
dato tutto quello che poteva in nome del suo paese, Steve ottiene
finalmente di poter realizzare il suo desiderio. Nella scena finale
che chiude la Saga dell’Infinito, Cap fa suonare “It’s Been A
Long, Long Time” di Harry James. La conclusione perfetta di
uno degli archi narrativi più amati dai fan dell’universo
condiviso.
In occasione di una recente
intervista con PeopleTV’s Couch
Surfing, Jeff Goldblum ha parlato di Jurassic
World: Dominion, l’atteso nuovo capitolo della saga
dedicata ai dinosauri, le cui riprese sono nuovamente in corso dopo
lo stop causato dalla pandemia di Covid-19.
Proprio in merito alla pandemia e
all’emergenza sanitaria, l’attore ha lasciato intendere che alle
luce di quanto accaduto a livello mondiale sono state apportate una
serie di modifiche alla sceneggiatura: “Ci sono alcuni elementi
nel film che stiamo trovando particolarmente calzanti, ma altri che
toccano corde troppo sensibili che la produzione sta sistemando.
L’obiettivo è quello di renderli più giusti in riferimento all’oggi
e più adatti ai tempi che stiamo vivendo.”
Goldblum, che nel film tornerà a
vestire i panni del Dr. Ian Malcolm dopo
Jurassic Park, Il mondo perduto – Jurassic Park e un breve
cameo in Jurassic World – Il regno distrutto, ha poi parlato
brevemente del suo personaggio, sottolineando quanto sia sempre
stato rilevante: “Si dà il caso che il mio personaggio parli e
abbia sempre parlato di certe cose. Della fragilità
della nostra specie e di quanto sia necessaria la cooperazione
globale, di quanto sia necessario credere nella scienza e nel suo
fondamento etico, necessario per unirci nella fiducia e nella
connettività come famiglia, oltre che per raggiungere il nostro
potenziale e fare del bene da soli per questo glorioso pianeta
“.
Jurassic
World: Dominion vedrà sia Chris
Pratt che Bryce
Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a
loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella
Pineda, Jake Johnson e Omar
Sy. Laura
Dern e Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic
Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan
Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta
nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe
originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff
Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World:
Il Regno Distrutto.
Ridley Scott ha confermato di essere ancora al
lavoro su un nuovo film di Alien. Rilasciato nel 1979, il primo film del
franchise ha cambiato per sempre la storia del cinema grazie alla
sua combinazione di fantascienza e horror, e anche alla presenza
dell’iconica eroina femminile Ellen Ripley, interpretata da
Sigourney Weaver.
Dopo tre film senza il suo diretto
coinvolgimento (e un paio di spinoff appartenenti alla serie
Alien vs. Predator), Scott è finalmente tornato ad
occuparsi della saga grazie al prequel Prometheus del 2012, un tentativo di espandere
la mitologia di Alien che è stato accolto con enorme scetticismo da
parte dei fan. Il film ha avuto anche un sequel, Alien:
Covenant del 2017, che ha incassato soltanto 240
milioni al box office mondiale e che – almeno apparentemente –
aveva congelato il franchise per sempre.
Nonostante quel film
sia stato bombardato tanto dalla critica quanto dal pubblico,
sembra che ci sia ancora speranza per altri film della saga di
Alien. Parlando con
Forbes, è stato proprio Ridley Scott a confermare di essere ancora al
lavoro su un altro film del franchise, senza però nascondere i suoi
dubbi in merito all’approccio da adottare con il nuovo film
rispetto alla proprietà in generale.
“Un nuovo film è in programma.
Con Prometheus e Covenant abbiamo provato a seguire
una nuova strada e a reinventarci. Qualora andassimo avanti con la
saga, non credo racconteremo una storia ambientata prima dei fatti
narrati in Prometheus. Ciò che è stato fatto è già sufficiente.
Adesso i fan si stanno facendo una serie di domande fondamentali:
Alien, il facehugger, il chestubster… è stato già detto tutto su di
loro o c’è ancora altro da raccontare? Noi continuiamo a chiedersi
se si dovrebbe ripartire da zero, e magari provare a conservare il
‘brand’ Alien solo in funzione del franchise. La domanda
fondamentale continuano ad essere questa.”
Alien: proseguire con i prequel o ripartire da zero?
Insomma, Ridley Scott sembra fortemente intenzionato a
far proseguire il franchise di Alien, anche se ciò dovesse significare far
ripartire la storia “da zero”. Nonostante Covenant
ha lasciato una porta aperta per un eventuale prosieguo, Scott
sembra essere consapevole che forse è arrivato il momento di
svecchiare in qualche modo il franchise, optando per nuove
soluzioni narrative. Sarà davvero così? Solo il tempo ce lo
dirà…
Tenet ha
incassato più di 100 milioni di dollari al box office mondiale,
tagliando il traguardo grazie alla release in Cina e negli Stati
Uniti della scorso settimana e superando di gran lunga le
aspettative. Il film, diretto da Christopher Nolan, avrebbe dovuto riportare il
pubblico in sala, ma al di là delle classiche speculazioni, nessuno
poteva davvero sapere se ciò sarebbe effettivamente accaduto.
La maggior parte dei cinema che
hanno riaperto in tutto il mondo seguono – giustamente – una serie
di politiche rigorose per cercare di contenere la diffusione del
Coronavirus, limitando drasticamente il numero di posti per ogni
singola proiezione. Tenet è
stato il primo grande blockbuster hollywoodiano ad essere
rilasciato dopo un’estate particolarmente triste che ha visto i
cinema costretti a rimanere chiusi a causa della pandemia.
Variety – via
Screen Rant – riferisce che il film ha raggiunto i 100 milioni
di dollari a livello internazionale questo fine settimana, e
sebbene questo non sarà sufficiente per salvare il botteghino, è
sicuramente un inizio promettente. La longevità è la chiave in
questi tempi incerti e, non essendoci molto altro in uscita, la
Warner Bros. può ancora sperare che il suo film abbia la capacità
di realizzare un profitto superiore al budget di 200 milioni di
dollari impiegato per la produzione del film.
Lo studio spera di superare almeno
la soglia dei 450 milioni di dollari in tutto il mondo: grazie
all’incasso internazionale di 100 milioni di dollari questo fine
settimana, sembra alquanto possibile che il film riesce a superare
quella soglia. Sempre lo scorso fine settimana, il film ha anche
incassato 20 milioni di dollari in Cina e sta lottando per il primo
posto al box office, un altro promettente indicatore del fatto che
Tenet prospererà
nonostante le precedenti incertezze circa la sua uscita in
sala.
A quanto pare, non sembra esserci
fine per la diatriba tra la Warner Bros. e Ray
Fisher in merito alla produzione di Justice
League. Dopo che l’interprete di Cyborg ha
pubblicamente accusato il regista Joss
Whedon di aver assunto un comportamento poco
professionale durante le riprese aggiuntive, la major ha
ufficialmente avviato un’indagine per provare la veridicità delle
pesanti affermazione dell’attore.
Alcuni giorni fa, Fisher ha
dichiarato sempre via Twitter
che la DC Films gli avrebbe fatto pressioni per cercare di non
coinvolgere Geoff Johns nelle sue affermazioni
(già comunque tirato in ballo dall’attore in merito alla vicenda
tramite alcuni tweet passati). Dopo le recenti dichiarazioni, la
Warner Bros. ha rilasciato un comunicato ufficiale per spiegare
meglio la vicenda, sottolineando che – in realtà – Fisher non
starebbe collaborando alle indagini.
Secondo quanto si legge nel
comunicato, l’interprete di Cyborg non avrebbe procurato delle
“prove credibili” dei presunti comportamenti “non
professionali” e non avrebbe voluto incontrare un investigatore
terzo. Così, subito dopo la diffusione del comunicato, Fisher è
tornato nuovamente all’attacco, smentendo – sempre via
Twitter – quanto affermato dalla major e postando una copia
della mail mandata al suo avvocato:
“Grazie a tutti per il supporto
e per aver notato il modo disperato e indiscriminato da parte della
Warner Bros. di mettermi in cattiva luce continuando a proteggere
chi ha il potere. Ho incontrato l’investigatore su Zoom il 26
Agosto. Ecco la mail che ho mandato al mio team e al sindacato
degli attori subito dopo.”
“Ho appena riattaccato con
l’investigatore. Ho dovuto concludere la chiamata prima di entrare
nel dettaglio. È chiaro che è stato ingaggiato dalla Warner Bros.
Pictures e non da Warner Media. Le sue conclusioni verranno
condivise unicamente con i legali della Warner Bros. Pictures.
Inoltre c’era un’altra persona in linea, come testimone, e noi non
lo sapevamo. Ho detto che avevo bisogno anche io di un’altra
persona in linea, per sicurezza. Ha cercato di farmi rimanere, ma
gli ho detto che avrei dovuto consultarmi con il mio team prima di
procedere.
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Il celebre regista e sceneggiatore
italiano, Dario Argento, festeggia oggi il suo
ottantesimo compleanno e, per l’occasione, Infinity propone una
selezione di alcuni titoli diretti dal re del brivido.
Tra i più amati capolavori di Dario
Argento, accompagnato dalla celebre colonna sonora dei
Goblin, Profondo Rosso segue le vicende
del pianista Marc, che è testimone dell’omicidio di Helga e vuole
scoprire chi l’ha uccisa, ma le persone in grado di aiutarlo a
risolvere il mistero vengono uccise una alla volta…
Con le musiche di Ennio Morricone e
interpretati da Asia Argento, sono disponibili su Infinity anche
Il Fantasma dell’Opera, tratto
dall’omonimo romanzo di Gaston Leroux, in cui il fantasma
dell’Opera si invaghisce della bella Christine ed esce dai
sotterranei del teatro; e La Sindrome di
Stendhal, in cui la poliziotta Anna Manni viene
rapita e stuprata dal serial killer al quale sta dando la caccia:
le conseguenze sulla sua personalità saranno devastanti.
Interpretato da Stefania
Rocca, Liam Cunningham e
Claudio Santamaria, Il
Cartaio segue le vicende di un misterioso e spietato
assassino che sfida le forze dell’ordine che gli danno la caccia.
Il killer si firma “Il Cartaio” per la sua mania per il gioco delle
carte.
Non ho
sonno racconta la storia del giovane Giacomo che,
traumatizzato in tenera età dall’assassinio della madre, indaga su
un serial killer che miete vittime seguendo un’inquietante
filastrocca ed è aiutato dall’ex commissario Ulisse Moretti.
In
Trauma, un giovane aiuta un’adolescente,
interpretata da Asia Argento, fuggita da una clinica dopo aver
assistito all’omicidio dei genitori, a trovare il killer prima che
uccida di nuovo…
Durante una recente intervista con
The
Movie Dweeb, Dan Fogler, interprete di Jacob
Kowalski nella saga di Animali Fantastici, ha
paralto della possibilità che altri personaggi del mondo di
Harry
Potter possano essere incorporati nel nuovo franchise,
come accaduto alla versione giovane di Silente interpretata da
Jude Law.
Tra i possibili personaggi, è stato
tirato in ballo anche Hagrid, il mezzogigante
guardiacaccia, nonché Custode delle Chiavi e dei Luoghi ad
Hogwarts, colui che rivela la verità sulla sua natura e
sull’esistenza del Mondo Magico ad Harry. A tal proposito,
Fogler ha detto: “Non sarebbe male un crossover con Hagrid.
Sarebbe interessante. È di questo che si parla in giro? Onestamente
non lo sapevo. Io ci ho sempre pensato, perché amo il personaggio.
Chi non ama Hagrid?”
A quel punto l’attore ha esposto la
sua teoria e parlato di come Hagrid potrebbe
essere inserito all’interno del franchise di Animali
Fantastici: “Magari la madre di Hagrid, Fridwulfa,
potrebbe andare da Newt e dirgli: ‘Questo è mio figlio, puoi
prenderti cura di lui?’. Ma Newt sarebbe un po’ troppo occupato.
Allora verrebbe da me, che potrei rispondere: ‘Va bene. Mi prenderò
cura di questo bambino gigante’.”
Parlando poi dell’atteso Animali
Fantastici 3, le cui riprese partiranno ufficialmente
il prossimo Ottobre dopo essere state rimandate a causa
dell’emergenza Covid-19, Fogler ha aggiunto brevemente: “Il mio
personaggio avrà sicuramente tanto da fare in questo nuovo film, e
ne sono felicissimo. Tutta la storia punterà alla Seconda Guerra
Mondiale.”
Animali Fantastici 3 risponderà ai
misteri insoluti del precedente episodio?
Al momento la data di uscita
di Animali
Fantastici 3 è ancora fissata per Novembre 2021:
non è chiaro se i continui ritardi nella produzione avranno effetti
anche sull’uscita in sala. I
crimini di Grindelwald si è concluso con
diversi cliffhanger, inclusa la rivelazione che
Credence Barebone (Ezra
Miller) è in realtà Aurelius Dumbledore, il fratello
perduto da tempo di Albus. Proprio per questo, i fan non vedono
l’ora di scoprire in che modo la trama del terzo film risponderà ai
misteri insoluti del precedente episodio.
Da quando i personaggi di Wanda e
Visione sono diventati ufficialmente una coppia nel MCU, i fan hanno cominciato a
chiedersi se i Marvel Studios avrebbero mai introdotto
nell’universo condiviso i loro due figli, Billy e Tommy. In tal
senso, le prime immagini ufficiali della serie WandaVision presenti all’interno dello
spot trasmesso in occasione dello scorso SuperBowl, potrebbero
aver rivelato più del dovuto sulla trama dello show.
Le immagini hanno confermato che, al
di là dell’ambientazione da sit-com anni ’50, la serie con Elizabeth
Olsen e Paul
Bettany omaggerà anche altri celebri classici
della tv americana. Inoltre, per una manciata di secondi, è
possibile vedere i personaggi di Wanda e Visione di fronte a due
culle: naturalmente, i fan hanno iniziato a speculare sulla
presenza dei loro gemelli (nonché futuri Vendicatori) all’interno
della serie.
È da tempo che ci parla del
possibile debutto di Wiccan e Speed nel MCU, e adesso un nuovo rumor
sembrerebbe confermare i piani dei Marvel Studios in relazione ai due
gemelli. Secondo quanto riportato da Jeremy Conrad di
MCU Cosmic (via
The Direct), Wiccan e Speed appariranno in Doctor
Strange in the Multiverse of Madness insieme allo
Stregone Supremo e a Wanda Maximoff. Nello specifico, nel sequel
appariranno le versioni ormai adulte dei personaggi che vedremo in
WandaVision(che dovrebbero, comunque, apparire anche
nella serie).
Con Doctor Strange 2 la Marvel
preparerà il terreno per l’introduzione degli Young Avengers?
Naturalmente, non esiste ancora una
conferma ufficiale e per adesso si tratta di un puro e semplice
rumor. Tuttavia, è interessante notare come l’eventuale presenza
dei personaggi di Wiccan e Speed nel sequel di Doctor
Strange rappresenti un segnale forte – unito alla recente
voce circa la presenza di America Chavez nel film – della volontà
da parte dei Marvel Studios di preparare il
terreno all’introduzione degli Young Avengers sul
grande schermo. Inoltre, il fatto che in
WandaVision potrebbero apparire sia le versioni bambine
che le versioni adulte di Billy e Tommy sembra confermare che nella
serie assisteremo a numerosi viaggi nel tempo.
Annunciato ufficialmente questa
estate al Comic-Con di San Diego, Doctor
Strange 2 vedrà Benedict
Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange.
Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche
Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth
Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista
dopo WandaVision.
Secondo Collider, la
produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo
sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non
è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere
firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe
intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro
mani con il regista.
È stato battuto il primo ciak di
Mission
Impossible 7 e Christopher McQuarrie,
regista che torna al franchise alla sua proficua collaborazione con
Tom Cruise ha condiviso, direttamente dal
set del film, una suggestiva immagine di quello che ci aspetta da
questa nuova avventura di Ethan Hunt.
Naturalmente stiamo parlando della
ripresa delle riprese (perdonate il gioco di parole) successiva al
lockdown e alla pausa forzata. Di seguito l’immagine molto
suggestiva dal set, che preannuncia grandi stunt per il nostro
inossidabile Tom Cruise.
Nei prossimi due capitoli della saga
di Mission Impossible, Tom
Cruise e Rebecca
Ferguson torneranno nei panni di Ethan Hunt e
Ilsa Faust. I due film vedranno coinvolti anche Shea
Whigham (Kong: Skull Island), Hayley
Atwell (Captain America: Il primo
vendicatore), Pom
Klementieff (Guardiani della Galassia)
e Esai
Morales (Ozark). Christopher
McQuarrie scriverà e dirigerà i film, che faranno il loro
debutto nelle sale americane rispettivamente il 19 novembre 2021 e
il 4 novembre 2022.
Black Widow dovrebbe
raccontare non soltanto delle origini di Natasha e del suo passato
primi di unirsi ai Vendicatori, ma dovrebbe servire anche come
passaggio di testimone per il personaggio di Yelena Belova
interpretato da Florence
Pugh, che dovrebbe diventare a tutti gli effetti la
nuova Vedova Nera. In attesa dell’arrivo del film nelle sale (si
spera il prossimo Novembre), è stata proprio Scarlett
Johansson ha rivelare in una recente intervista
con
Digital Spy come ha appreso dello scioccante destino di
Black Widow nell’ensemble movie del
2019.
“Kevin Feige mi ha chiamato e mi
ha detto: ‘Guarda, ovviamente siamo in un momento in cui ci saranno
grandi sacrifici e grandi perdite’. Lo avevamo previsto tutti.
Quindi non sembrava una cosa fuori contesto o slegata dai
personaggi”, ha spiegato Johansson. “Per certi versi aveva
senso per me, credo, anche se ero comunque triste all’idea. Ma dopo
aver riattaccato il telefono ricordo di aver pensato, ‘Ok, immagino
che toccherà a me’.”
Scarlett Johansson sulla morte di
Nat in Endgame: “Mi ci è voluto un po’ per elaborare la
cosa”
“Mi ci è voluto un po’ per
elaborare la cosa”, ha concluso l’attrice. “È stata
certamente una notizia dolceamara, ma non è stato uno shock”.
Anche se Johansson era preparata a quello che sarebbe accaduto a
Nat, per i fan è stato comunque uno shock assistere al destino di
uno dei sei Vendicatori originali. Dopo la morte di Tony Stark e
Natasha Romanoff e il ritiro a vita privata di Steve Rogers, i
membri ancora attivi degli Avengers originali sono soltanto tre:
Thor, Hulk e Occhio di Falco. Tuttavia, con Clint Barton che sta
per consegnare il suo arco a Kate Bishop, Jane Foster che si
prepara a brandire il Mjolnir e l’arrivo di She-Hulk, è probabile che i fan dovranno prepararsi
a dire addio all’intera formazione originale molto presto.
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Arriva domani, lunedì 7
settembre, alla Mostra Internazionale d’arte
cinematografica di Venezia, in concorso
nella selezione ufficiale Venezia
77,Never Gonna Snow Again, il
film diretto dai visionari e pluripremiati Malgorzata
Szumowska e Michal
Englert e interpretato da Alec
Utgoff, (attore ucraino naturalizzato inglese conosciuto a
Hollywood e dintorni per vari ruoli tra cui l’ultimo nella serie TV
Stranger Things) qui nei panni di un magico
massaggiatore del corpo e dell’anima.
Un massaggiatore entra nelle case e
nelle vite dei cittadini di un ricco quartiere residenziale, i cui
abitanti, a dispetto della loro ricchezza, trasudano tristezza
interiore e desiderio. Le mani del misterioso nuovo arrivato hanno
proprietà curative, i suoi occhi penetrano le loro anime. Alle loro
orecchie, il suo accento russo suona come una melodia del passato,
un ricordo di un’infanzia più sicura e protetta. Zhenia, questo è
il suo nome, cambierà le loro vite.
Never Gonna Snow
Again, che è già stato scelto come film per rappresentare
la Polonia ai prossimi Oscar 2021, sarà nelle sale italiane
prossimamente con I Wonder Pictures
Never Gonna Snow Again, la trama
Un massaggiatore dell’Est fa il suo ingresso
nella vita dei facoltosi abitanti di una comunità scialba e
inaccessibile, i quali, a dispetto della loro ricchezza, trasudano
tristezza interiore e desiderio. Le mani del misterioso nuovo
arrivato hanno proprietà curative, i suoi occhi penetrano le
loro anime. Alle loro orecchie, il suo accento russo suona come una
melodia del passato, un ricordo di un’infanzia più sicura e
protetta. Zhenia, questo è il suo nome, cambierà le loro
vite.
Il
commento del regista
La parola “neve” può assumere svariati
significati ed evocare molteplici emozioni. Se da un lato
può essere un elemento pervasivo e pericoloso, dall’altro
è fonte di sicurezza e conforto, una coperta che ci riporta
alle favole dell’infanzia. Oggi, viene associata alla distruzione
del clima del pianeta per mano dell’uomo e, di conseguenza, alla
sua lenta sparizione dalla nostra vita. I protagonisti sono
concentrati su un piccolo mondo rassicurante, che danno per
scontato. Tuttavia, dietro le apparenze, sono alla ricerca di una
dimensione più spirituale. I personaggi bramano il contatto,
l’intimità, il sesso, la comprensione, la libertà. Finanziariamente
ricchi e spiritualmente poveri, sono sopraffatti da una brama
inconscia. Proiettano le proprie fantasie su uno sconosciuto che,
dopo essere entrato nelle loro vite, agisce come uno specchio.
È difficile dire se questa esperienza sia reale o
un’illusione. La foresta magica nella quale si trovano con lo
sconosciuto è puramente frutto della loro immaginazione,
oppure esiste veramente? Il film è avvolto da un’aura di
mistero. Vorremmo incoraggiare il pubblico a riflettere sulle
condizioni attuali dell’Europa. Il nostro obiettivo
è suscitare una serie di domande, sottili, all’insegna
dell’umorismo, senza alcun preconcetto da parte nostra.
Nel mondo del cinema e delle serie
tv si fa sempre un distinguo tra gli attori americani e quelli
britannici. Grazie alla loro formazione teatrale, in genere si
tende a considerare gli attori inglesi come più completi o
semplicemente migliori. Ma è davvero così? A prescindere dai
giudizi personali, oggi vi parliamo di Tobias
Menzies uno degli attori inglese più apprezzati e famosi,
soprattutto negli ultimi anni.
Scopriamo insieme tutto
quello che c’è da sapere su Tobias Menzies, sulla sua
formazione e vita privata e sulla sua brillante carriera.
Tobias Menzies vita privata e
carriera
10. Nato il 7
marzo del 1974 nel quartiere di Hammersmith, a Londra, Tobias
Menzies è figlio di Gillian Simpson, un’insegnante e di Peter
Menzier, un produttore radiofonico della BBC. Insieme al fratello
minore Luke, frequenta la Perry Court Rudolf Steiner School a
Canterbury, nel Kent, dove viene formato seguendo il controverso
Steiner System.
La Steiner
Education prende il nome da Rudolf Steiner, fondatore
dell’antroposofia, detta
anche ‘scienza dello spirito’. La sua pedagogia spinge gli alunni a
sviluppare capacità intellettive, artistiche e pratiche in modo
unitario e completo. Gli insegnanti e le scuole che applicano
questa tipologia di insegnamento, creano curriculum di studi
completamente diversi da quelli delle scuole tradizionali che sono
invece legate alle direttive governative.
Nonostante l’antroposofia di Steiner sia stata declassata a
pseudo-scienza, le scuole che applicano il metodo Steiner sono
ancora molte e viste non esattamente di buon occhio.
9. Formatosi col
metodo Steiner, Tobias continua i suoi studi prima alla Frensham
Hights School vicino Farnham, nel Surrey e poi alla Deborah Moody’s
Years Out Drama Company. Nel 1994 si iscrive alla Royal
Academy of Dramatic Art, dove consegue la laurea quattro
anni più tardi, nel 1998. Durante i suoi anni di college, inoltre,
Tobiez Menzie partecipa al The Spontaneity Shop, un programma
teatrale d’improvvisazione comica.
Tobias Menzies film e serie
tv
8. La carriera di
Tobias Menzies comincia in televisione nel 1998 quanto viene scelto
per il cast della serie Casualty dove appare in un
arco di 11 episodi. Con il nuovo millennio, l’attore continua la
sua gavetta con i film per la tv Longitude (2000)
e Summer in the Suburbs (2000) e con una
comparsata nella famosa serie L’Ispettore Barnaby
(2000). Nello stesso anno, inoltre, partecipa alla realizzazione
del film per il grande schermo The Low Down,
diretto da Jamie Thraves.
7. Nei primi dieci
anni del nuovo millennio, Tobias partecipa a tantissimi progetti
sia per il cinema che per la televisione. Tra i più importanti
ricordiamo le serie tv I Saw You (2002),
Ultimate Force (2002), Rome
(2005-2007), Fairy Tales (2007),
Bonekickers – I segreti del tempo (2008),
Spooks (2009), Any Human Heart
(2010) e Law & Order: UK (2010) e i film per la tv
A very Social Secretary (2005),
Persuasion (2007) e The Relief of
Belsen (2007).
6. Negli stessi
anni lo vediamo sul grande schermo e in produzioni di grande
prestigio come Neverland – Un Sogno per la Vita
(2004), Casino
Royale (2006) ed Espiazione
(2007).
Quest’ultimo film, diretto da
Joe
Wright e tratto dall’omonimo romanzo di Ian
McEwan, racconta la storia di una famiglia alto borghese e
di un’accusa infondata che distrugge la vita di due sorelle. Siamo
nell’Inghilterra del 1935 quando, in un caldissimo giorno d’estate,
la piccola Briony Tallis (Saoirse
Ronan) coglie sua sorella Cecilia (Keira
Knightley) e Robbie Turner (James
McAvoy), figlio della serva, in atteggiamenti
compromettenti. Avendo da sempre una cotta per Robbie, Briony
fraintende i gesti del ragazzo, accusandolo di essere un maniaco
sessuale. Una lunga serie di fraintendimenti e faranno finire il
ragazzo in carcere e distruggeranno per sempre il rapporto tra le
due sorelle.
Tobias Menzies in Il Trono di
Spade
5. Col passare del
tempo la notorietà di Tobias cresce sia al cinema che in
televisione. Di questi anni sono i film Hysteria (2011),
Black Sea (2014), Una (2016) e
Underworld: Blood Wars (2016). Ma mentre la sua
carriera cinematografica si ferma, quella televisiva continua e
prospera sul piccolo schermo.
4. Dal 2011 Tobias
partecipa a tantissime serie tv come The Shadow
Line (2011), Eternal Law (2012),
The Thick of It (2012), Secret
State (2012), Getting On (2012), Black
Mirror (2013), Doctor Who (2013) e Il Trono di
Spade (2013-2019).
Quest’ultima, tratta dall’omonima
saga fantasy letteraria di George R. R. Martin, è
una serie della HBO, creata da David
Benioff e D. B. Weiss. La serie
è ambientata in un mondo immaginario diviso in in due continenti,
quello Occidentale (Westeros) e quello Orientale (Essos). Il
continente Occidentale è quello più grande e civilizzato, dove
sorge anche la città capitale, detta Approdo del Re, e dove si
trova il Trono di
Spade dei Sette Regni. Le famiglie nobili più ricche e potenti
del continente sono costantemente in lotta per la conquista del
trono, scatenando guerre e improbabili alleanze.
Tobias Menzies in Il Trono
di Spade interpreta Lord Edmure
Tully, lord di Delta delle Acque e Lord Supremo del
Tridente, figlio ed erede del defunto Lord Hoster Tully, di Delta
delle Acque. Zio materno di Robb, Sansa, Arya, Bran, Rickon e Robin
Stark, Lord Edmure Tully ha combattuto al fianco di suo nipote Robb
durante la sua ascensione come Re nel Nord. [fonte:
Fandom]
Il Trono di
Spade è andato in onda dal 2011 al 2019 per un totale
di 8 stagioni e 73 episodi e
Tobias Menzies compare nella serie in un arco di 9
puntate, dalla 3×03 “Walk of Punishment” (2013)
alla 8×06 “The Iron Throne” (2019).
Tobias Menzies in Outlander
3. Grazie alla sua
presenza altalenante nel Trono di Spade, Tobias può dedicarsi anche
ad altri progetti. Il più importante è sicuramente Outlander, serie tv
ambientata in Scozia a cavallo di quasi due secoli.
Tratta dall’omonima saga letteraria
di Diana Gabaldon e creata da Ronald D.
Moore per la Starz, Outlander racconta
la storia di Claire Randall (Caitriona
Balfe), un’infermiera della seconda guerra mondiale,
di ritorno dal fronte insieme al marito Frank (Tobias
Menzies). La coppia, scampata alla guerra, decide di
partire per le Highland scozzesi per una seconda luna di miele.
Durante il loro soggiorno a Inverness, Claire fa visita alla
collina di Craigh na Dun dove, entrando in un cerchio
fatto di enormi massi, viene magicamente catapultata nella Scozia
del 1743.
La donna, sola e in un luogo a lei
completamente sconosciuto, incontra il capitano Jack Randall
(Tobias Menzies), un antenato di suo marito che,
abusando dei suoi poteri, tenta di violentarla. Fortunatamente
Claire viene tratta in salvo da Murtagh Fitzgibbons (Duncan
Lacroix) e condotta al clan dei MacKenzie a Castle Leoch.
Qui Claire fa la conoscenza di Jamie Fraser (Sam
Heughan), un giovane guerriero, forte e valoroso,
ricercato dalle Giubbe Rosse.
L’unica speranza per Claire di
ritornare nella sua epoca è quella di varcare di nuovo il cerchio
di Craigh na Dun ma, grazie alle sue doti d’infermiera,
viene costretta a rimanere al castello come guaritrice. Claire
dovrà dunque stare al gioco e guadagnarsi la fiducia dei suoi nuovi
protettori per poter un giorno tornare a casa.
Outlander, in onda
dal 2014 e ancora in corso d’opera, a oggi conta al suo attivo
5 stagioni e 67 episodi. Nella
serie Tobias Menzies interpreta due personaggi
molti diversi, Frank, il marito premuroso della
Claire del 1945 e il malvagio Jack Randall,
capitano violento e corrotto.
Tobias Menzies in The Crown
2. Dopo aver
partecipato alle serie Testimoni Silenziosi
(2014), The Honourable Woman (2014),
Catastrophe (2015-2017), The Night Manager (2016),
The Terror (2018) e al film tv King
Lear (2018), per Tobias arriva un nuovo esaltante progetto
televisivo. Nel 2019 viene scelto per partecipare alla fortunata
serie The
Crown, nel ruolo del Principe
Filippo, marito della Regina Elisabetta II
d’Inghilterra.
Creata da Peter
Morgan per Netflix, la serie The
Crown racconta la storia della Regina Elisabetta II, a
partire dal 1947 agli inizi del XXI secolo. Nella prima
stagione vengono raccontati i primi anni di
matrimonio tra Elisabetta e Filippo di Edimburgo
fino alla scoppio della crisid i Suez nel 1956. La seconda
stagione, invece, si concentra di più sulla politica e
sui mandati a primo ministro di Anthony Eden e
Harold MacMillan, ultimo dei quali rovinato dal
cosiddetto Scandalo
Profumo del 1963. In quell’anno, infatti, fu scoperta
la relazione segreta di John Profumo, l’allora segretario di Stato
per la guerra, con la modella Christine Keeler,
amante anche di una presunta spia sovietica. Lo scandalo mandò il
governo Macmillan a gambe all’aria e il ministro fu costretto a
dimettersi. Nella stessa stagione assistiamo anche alla nascita del
principe Edoardo.
La terza
stagione si concentra invece sull’elezione e poi sul
mandato del primo ministro Harold Wilson nel 1964.
Inoltre, viene raccontato, nello stesso periodo, il giubileo dei
primi venticinque anni del regno di Elisabetta II, ascesa al trono
nel 1977. La quarta
stagione, che sarà disponibile su Netflix dal 15
novembre 2020, racconterà degli eventi dal 1977, anno
dell‘incontro
tra Carlo e Lady Diana Spender, al 1990, anno delle
dimissione da primo ministro di Margaret
Thatcher.
Tobias Menzies in The
Crown interpreta il Principe Filippo a
partire dalla terza stagione in poi.
Segui Tobias Menzies sui
social
1. Per essere
sempre aggiornati sulla vita privata ma soprattutto sulla carriera
di Tobias Menzies, vi consigliamo di seguire il
suo account ufficiale Twitter e l’account
Instagram
ufficiale della serie The Crown targata
Netflix.
Arriva in concorso a
Venezia 77The World To Come
diretto da Mona Fastvold con protagonisti Katherine Waterston, Vanessa Kirby,
Christopher Abbott e
Casey Affleck.
La pellicola è prodotta da
Sea Change Media (Casey Affleck, Whitaker Lader),
Killer Films (Pamela Koffler, Christine Vachon,
David Hinojosa, Ben Kuller) Hype Film (Ilya Stewart, Murad Osmann,
Pavel Buria), Charades (Carole Baraton, Pierre
Mazars, Yohann Comte), M.Y.R.A. Entertainment
(Margarethe Baillou), Yellow Bear Entertainment (Andrew Morrison),
Panasper Films e Ingenious Media.
The World to Come prende in
esame le vite di due donne comuni, che sono diventate figure sempre
più straordinarie ed eroiche nella mia vita. È un grande onore
essere riuscita a condividere la loro storia con il pubblico.
The World to Come, la trama
Verso la metà dell’Ottocento nel nord dello
stato di New York, Abigail si appresta a iniziare un nuovo anno
nella fattoria in cui vive con il marito Dyer. Mentre rifette
sull’anno che verrà, sfogliando le annotazioni del suo diario, si
percepisce il forte contrasto tra il comportamento pacato e stoico
della donna e le complesse emozioni che affiorano dalle pagine.
All’arrivo della primavera, Abigail incontra Tallie, donna
estroversa di straordinaria bellezza, appena trasferitasi con il
marito Finney in una fattoria nelle vicinanze. Le due provano a
stringere una relazione, riempendo un vuoto nelle loro vite di cui
non conoscevano l’esistenza.
Il film segue il crescere
dell’intimità e dell’appassionato attaccamento tra le due donne,
proprio mentre incominciano a comprendere di non avere alcun
modello a cui riferirsi per la condizione in cui si trovano. Mentre
i mariti fanno i conti con l’intensità del legame delle loro mogli,
tra i sentimenti feriti di Dyer e la gelosia vendicativa di Finney,
gli eventi culminano con la decisione di quest’ultimo di
allontanare Tallie, e la determinazione di Abigail a seguire la sua
anima gemella.
Con il suo esordio nella metà degli
anni Sessanta, Ettore
Scola si è da subito affermato come uno dei registi
più interessanti e originali del panorama cinematografico italiano.
Riconosciuto poi anche a livello internazionale, egli ha nel corso
della propria carriera realizzato alcuni dei più acclamati e
celebri di sempre, veri e propri gioielli che hanno portato in alto
il nome del cinema italiano nel mondo.
Grazie alle sue collaborazioni con
alcuni tra i più grandi interpreti italiani, Scola ha dato vita a
personaggi e storie indimenticabili, in bilico tra il nostalgico e
il grottesco. Veri e propri ritratti di un’Italia e di
un’italianità ancora oggi spesso attuali, in grado di raccontare
vizi e virtù di un popolo unico.
Ecco 10 cose che non sai di
Ettore Scola.
Parte delle cose che non sai sul
regista
Ettore Scola: i suoi film
10. Ha diretto celebri
lungometraggi. L’esordio del regista avviene con Se
permettete parliamo di donne (1964), poi seguito da apprezzati
titoli come Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico
misteriosamente scomparso in Africa? (1968), Dramma della
gelosia – Tutti i particolari in cronaca (1970), con
Marcello Mastroianni, e C’eravamo tanto
amati (1974), considerato uno dei suoi più belli. Si è poi
reso celebre con i film Brutti, sporchi e cattivi (1976),
Una giornata
particolare (1977), I nuovi mostri (1977), La
terrazza (1980), Ballando ballando (1983), La
famiglia (1987), con Vittorio Gassman, e
Splendor (1989). Negli ultimi anni ha poi diretto
Romanzo di un giovane povero (1995), con Isabella
Ferrari, Concorrenza sleale (2001), con
Sergio
Castellitto, e Gente di Roma (2003), con
Edoardo Leo. Nel 2013 il suo ultimo film
è Che strano chiamarsi
Federico, con Sergio
Rubini.
9. È stato sceneggiatore di
celebri film. Oltre ad aver poi scritto molti dei film da
lui anche diretti, Scola ha iniziato ben prima di diventare regista
una fervida attività da sceneggiatore, contribuendo alla scrittura
di alcuni dei film oggi annoverati come classici del cinema
italiano. Tra questi si annoverano Un americano a Roma
(1954), Accadde al commissariato (1954), Lo
scapolo (1955), I giorni più belli
(1956),Il conte Max (1957), Nata di
marzo (1958), Nel blu dipinto di blu (1959), Il
sorpasso (1962), La marcia su Roma (1962), I
mostri (1963), Il magnifico cornuto (1964) e Io
la conoscevo bene (1965).
8. Ha ricevuto importanti
riconoscimenti. Scola è ancora oggi uno dei registi più
premiati in Italia e all’estero. Un primo importante riconoscimento
da lui ottenuto è quello del Gran Premio al Festival
cinematografico internazionale di Mosca per il film C’eravamo
tanto amati, nel 1975. L’anno seguente vince invece la miglior
regia per Brutti, sporchi e cattivi al Festival
di Cannes. Nel corso della sua carriera, inoltre, Scola ha
ricevuto ben tre David di Donatello alla miglior regia, due alla
miglior sceneggiatura e due per il miglior film. Nel 2011, invece,
gli è stato assegnato il David alla carriera.
Ettore Scola agli Oscar
7. È stato candidato al
prestigioso premio. Il successo dei film di Scola è noto
anche all’estero, a tal punto che in quattro occasioni il regista è
stato candidato al premio Oscar per il miglior film straniero. La
prima fu nel 1978 per Una giornata particolare, e in
seguito per I nuovi mostri, Ballando ballando e
La famiglia. In tali occasioni ha sempre rappresentato
l’Italia, tranne che per Ballando ballando, dove
concorreva invece in rappresentanza dell’Algeria. Pur non vincendo
mai l’ambito premio, Scola ha avuto modo di portare il proprio
cinema nel mondo, venendo riconosciuto come uno dei maggiori autori
del nostro cinema.
Ettore Scola e Alberto Sordi
6. Era molto legato al
celebre attore. Scola conobbe il celebre attore Alberto
Sordi negli anni Cinquanta, iniziando a lavorare con
lui in radio. Ben presto, i due finiscono con il formare un
sodalizio artistico particolarmente fortunato, sfociato poi in
diverse collaborazioni cinematografiche. Scola dirige infatti Sordi
prima in Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico
misteriosamente scomparso in Africa?, e in seguito in alcuni
episodi di I nuovi mostri, La più bella serata della
mia vita e Romanzo di un giovane povero. Per Scola,
Sordi è sempre stato un modello eccezionale, inventore di alcuni
tra i più memorabili personaggi della nostra cinematografia.
Parte delle cose che non sai sul
regista
Ettore Scola: la moglie e le
figlie
5. Era sposato con una
sceneggiatrice. Nel corso della sua vita Scola è sempre
stato legato all’amata Gigliola Fantoni, anche lei
sceneggiatrice e regista. Non è noto l’anno di matrimonio dei due o
il modo in cui si siano conosciuti, ma il loro rapporto è stato
sempre particolarmente stretto. Al momento della scomparsa del
regista, poi, le parole più toccanti nel ricordarlo sono state
proprio quelle della moglie, che ancora oggi continua a portare in
alto il nome di uno dei più apprezzati e celebri registi del nostro
cinema.
4. Ha avuto due
figlie. Dal matrimonio con la Fantoni, Scola ebbe due
figlie, chiamate Paola e Silvia. Entrambe hanno poi a loro modo
seguito le orme del padre, collaborando con lui per alcune sue
opere in qualità di aiuto regista e sceneggiatrice. Le due hanno
poi anche realizzato anche un documentario dedicato al padre,
intitolato Ridendo e scherzando, dove si ripercorrono la
vita e le opere dell’autore. In seguito, hanno pubblicato anche un
libro di memorie dal titolo Chiamiamo il babbo. Ettore Scola,
una storia di famiglia.
Ettore Scola e la politica
3. Si è sempre interessato
di politica. Con le sue opere Scola ha spesso trattato
anche temi sociali e relativi alla vita politica, aspetti che da
sempre lo affascinavano e di cui si interessava in prima persona.
Egli, inoltre, non nascose mai le proprie simpatie politiche per i
partiti di sinistra, e il suo impegno politico lo portò infine, nel
1989, a far parte del governo ombra del Partito Comunista Italiano,
venendo delegato alla cura e alla gestione dei Beni Culturali.
Ettore Scola dirige C’eravamo
tanto amati
2. È considerato il suo
capolavoro. Nel 1974 Scola dirige C’eravamo tanto
amati, che si rivela uno dei maggiori successi di critica e
pubblico di quell’anno, e gli permette di essere considerato uno
tra i più grandi cineasti italiani di sempre. Il film è a metà tra
la commedia all’italiana e il cinema d’impegno sociale, e
ripercorre circa 30 anni di storia del nostro paese, con personaggi
e scene oggi divenute memorabili. Arricchito da un cast
comprendente alcuni tra i migliori attori di quel momento, il film
ricevette numerosi riconoscimenti, ed è ancora oggi indicato come
il capolavoro di Scola.
Ettore Scola: la morte e
l’età
1. Ettore Scola è nato a
Trevico, in Campania, il 10 maggio del 1931, ed è deceduto a Roma il
19 gennaio del 2016 a causa di un malore avuto nei giorni
precedenti. In seguito alla sua scomparsa, si sono tenuti numerosi
eventi in suo onore, che hanno permesso di scoprire o riscoprire
molto del suo cinema.
Miss
Marx è il secondo dei quattro film italiani in
concorso in questa strana e discussa edizione della Mostra
Internazionale di Cinema di Venezia. L’edizione del Covid, come
molti la definiscono, non senza qualche timore. Una edizione nella
quale il film di Susanna Nicchiarelli irrompe con una innegabile
forza e una inattesa freschezza. Come aveva fatto già nel 2017,
quando il suo Nico, 1988 – sugli ultimi anni di vita della
ex cantante dei Velvet Underground e musa di Andy Warhol – vinse il
Premio Orizzonti.
Con questo quarto lungometraggio, la
regista romana sembra continuare a giocare con l’immagine di
intellettuale “organico” (come si sarebbe detto una volta),
soprattutto ripensando al Cosmonauta del 2009 e al
La scoperta dell’alba del 2013, adattamento
cinematografico dell’omonimo romanzo di Walter Veltroni. Non un
cliché, ovviamente, né una etichetta, anche se la vicenda ruota
intorno alla figlia minore del filosofo teorico del comunismo, Karl
Marx. Una figura appassionata e coinvolgente, colta e volitiva come
non era comune vedere alla fine del secolo XIX. Una paladina ante
litteram dei diritti delle donne e dei lavoratori, che seguiamo
nella promozione di femminismo e socialismo, nella sua
partecipazione alle lotte operaie e per l’abolizione del lavoro
minorile. Ma anche la protagonista di una storia d’amore che oggi
definiremmo “tossica”, quella con il più leggero Edward Aveling, un
incontro capace di cambiare la sua vita per sempre.
A dare vita alla giovane Eleanor è
Romola Garai, che mancava all’appello dal
Suffragette del 2015 e che qualcuno ricorderà nel
Espiazione (Atonement) di Joe
Wright o nella miniserie BBC ispirata alla Emma di
Jane Austen. Ma attenzione a vedere anche qui una ‘organicità’ che
non c’è. L’interpretazione dell’ottima trentottenne e
l’impostazione data dalla Nicchiarelli alla sua biografia regalano
imprevisti schiocchi, quando non vere e proprie esplosioni di
colore e musica. Che non ci si aspetterebbe forse a far da colonna
sonora a una vicenda del genere, ma che non sorprenderanno i più
avvezzi allo stile della regista.
Miss Marx, musica e
libertà
Emblematica la prima scena,
inaspettatamente punk. Perfetta – ma lo scopriremo poi –
introduzione del personaggio: una Miss Marx coloratissima, tra
Woodstock e Desigual, che esplode nell’ultima
sequenza, liberatoria e a suo modo disperata. Momenti
contrappuntati da alcuni degli splendidi riarrangiamenti dei
torinesi Gatto ciliegia contro il Grande Freddo (gli stessi del
film precedente) e degli statunitensi Downtown Boys, su tutti
quelli de L’Internazionale e Dancing in the Dark.
E che tracciano un circolo, che nel suo chiudersi affida ai
pannelli conclusivi il racconto della fine della lotta di Eleanor.
Non solo politica, ovviamente. Purtroppo.
“Future is on our side” si
illudeva, e proclamava convinta la nostra antieroina, una
combattente, in grado di partire dalle teorie paterne per
scardinare le dinamiche di disuguaglianza tra uomini e donne,
superandole nella sua lotta per l’abolizione del lavoro minorile,
ma non abbastanza da gestire diversamente il suo rapporto con
Aveling. Un amore accettato con i suoi pro e i suoi contro, con una
consapevolezza rara per il tempo e la situazione, ulteriore
conferma della forza di una donna capace di lottare per quello che
voleva, anche se non esattamente per il proprio bene. Un elemento
imprescindibile nella caratterizzazione di una protagonista che
altrimenti sarebbe stata ben più piatta e polverosa e che sullo
schermo acquista invece corpo e unicità.
Il socialismo dal volto umano
L’universalità di una relazione
tanto contraddittoria e sofferta, fin troppo vicina a quelle di
tanti, la modernità di un rapporto fuori dagli schemi e dalle
convenzioni sociali, sono componenti fondamentali della vicenda.
Ancor più di quelli legati alla sfera pubblica, alla Eleanor
politica, la cui voce spicca di fronte a una platea di uomini
incapaci di emergere dallo sfondo. Una scelta anche visiva, oltre
che concettuale, della Nicchiarelli, determinata a capovolgere i
clichés del dramma in costume e dell’epoca. Anche a costo di
rivelare gli aspetti più esecrabili, fin troppo umani, di icone
sopravvissute alle ingiurie dei secoli e al crollo delle ideologie.
Facendo strabordare dalla cornice temporale un’ondata di umanità,
contraddizioni e sentimenti, che travolge tutto. Anche lei,
Miss
Marx, che in un finale alla C’era una volta in
America si appropria del piacere dell’amato ‘carnefice’ prima
della definitiva liberazione.
Sono disponibili le prime immagini
di Mank, il nuovo film di David
Fincher per Netflix. Proprio nelle scorse ore, Charles
Dance, ospite a Venezia 77, aveva parlato del film,
definendo Fincher un vero e proprio genio e informando che il film
era stato girato con le stesse lenti che Welles aveva usato per
Quarto Potere, visto che racconta proprio del
backstage di quel capolavoro.
1 di 6
Dopo aver lanciato brand del calibro
di House of Cards e Mindhunter,David Fincher torna a lavorare con
Netflix. Il regista dirigerà
Mank, un progetto dalla lunghissima gestazione per
lui, che racconta dell’uomo che ha condiviso con Orson
Welles il premio Oscar per la migliore sceneggiatura
originale di Quarto
Potere.
A interpretare lo sceneggiatore,
Herman J. Mankiewicz, ci sarà Gary
Oldman, mentre il film è stato scritto da Howard
Fincher il padre defunto di David.
Il film dovrebbe entrare in fase di
riprese il prossimo novembre a Los Angeles, e Fincher girerà in
bianco e nero. A produrre il film invece troviamo Ceán
Chaffin, frequente collaboratrice di Fincher, e
Douglas J. Urbanski che aveva già prodotto L’ora
più buia, film per il quale Oldman ha il premio Oscar come migliore
attore protagonista.
Mank doveva essere
il progetto a cui David Fincher voleva dedicarsi
dopo The Game del 1997, con Kevin
Spacey accreditato come protagonista, tuttavia la
produzione è stata rallentata a causa della decisione di Fincher di
girare in bianco e nero, proprio come Quarto Potere.
Mankiewicz è stato uno degli
sceneggiatori più noti e meglio pagati nei primi anni di Hollywood
e ha lavorato con Orson Welles per Quarto
Potere. Ex-corrispondente di Berlino per il Chicago
Tribune e critico teatrale del New York Times e del New Yorker,
Mankiewicz ha scritto alcuni dei film più importanti del suo
periodo, e sia lui che Welles hanno condiviso l’Oscar per la
migliore sceneggiatura originale per Quarto Potere
nel 1941. Altri film a cui ha lavorato durante la sua carriera
includono Il mago di Oz, L’uomo del mondo, Pranzo alle
otto, L’idolo delle folle e The Pride of St.
Louis.
Oldman ha appena recitato per
Netflix nel film diretto da Steven SoderberghThe Laundromat, il film drammatico che racconta lo
scandalo dei Panama Paper, insieme a un cast che
include Meryl Streep e Antonio
Banderas.
Sempre per Netflix,
David Fincher ha prodotto la raccolta di racconti
animati Love, Death & Robots.
Film da festival. Il parigino
Quentin Dupieux, alias Mr.Oizo per gli
appassionati di musica elettronica, è uno di quegli autori capace,
più di molti altri, di interpretare il senso di una manifestazione
cinematografica e di realizzare lungometraggi che rappresentano
guilty pleasure per gli appassionati di cinema
d’autore.
Mandibules, la
trama
Nel caso di
Mandibules, presentato fuori concorso alla 77esima
Mostra del Cinema di Venezia, la sua visione surreale e i suoi
concetti estremi, tuttavia molto semplici e immediati, si
materializzano sullo schermo nella rappresentazione di un insetto
gigante. Jean-Gab (David Marsais) e Manu
(Grégoire Ludig) , sempre alla ricerca di trovare
il modo di sopravvivere e di sbarcare il lunario, trovano
accidentalmente una mosca enorme nel bagagliaio di un’auto. Senza
scomporsi, dopo un attimo di perplessità, pensano di ammaestrarla
per poi farla esibire per guadagnare molti soldi.
Il film si gioca tutto fra il
rapporto fra i due e la loro “gallina dalle uova d’oro”. In questo
road movie surreale (Jean-Gab e Manu devono portare a termine una
missione) emerge la sincerità dell’amicizia che li lega e l’umanità
con cui trattano il mostro. Questi tre personaggi borderline
dimostrano di essere più vivi di tutti coloro che incontrano, e in
un certo senso ne escono vincenti. La loro esistenza, alla fine, è
fatta di espedienti, e ne sono totalmente consapevoli. In
Mandibules, Dupieux, utilizza il suo humor
dell’assurdo per mettere in scena situazioni paradossali mai
scontate, coincidenze e incontri casuali, in 77 minuti che si
rivelano la durata perfetta per evitare l’esagerazione.
Oltre ai due bravissimi
protagonisti, e alla mosca degna di un film scifi anni ’50, a
tenere la scena è Adèle Exarchoupoulos (La
vita di Adèle), nella parte di Agnes, una ragazza
impossibilitata a moderare il tono di voce a causa di un incidente
sugli sci. Sempre perché il mondo più reale è quello ai
confini.
In occasione della presentazione a
Venezia 77, ecco la nostra intervista a Romola
Garai e Susanna Nicchiarelli,
rispettivamente protagonista e regista di Miss
Marx.
Miss
Marx di Susanna Nicchiarelli con
protagonisti Romola Garai, Patrick Kennedy, John Gordon
Sinclair, Felicity Montagu, Karina Fernandez, Oliver
Chris, e Philip Gröning.
La storia di Eleanor mi ha dato
l’opportunità di esplorare temi incredibilmente contemporanei
in un contesto d’epoca, ma ho ritenuto necessario capovolgere i
clichés del dramma in costume. Ho cercato di sovvertire l’immagine
dell’eroina vittoriana e sostituirla con quella emblematica e
moderna di una donna che combatte sul fronte personale e pubblico.
Credo che la storia di Eleanor richieda di essere raccontata con
delicata ironia: la sua vita sentimentale fu assurda e tragica, i
suoi guai condivisibili anche per le donne di oggi. Ma questa
storia richiede anche un profondo rispetto: le battaglie di Eleanor
e dei suoi compagni risultano più che mai attuali e urgenti,
oggi come ieri.
Miss
Marx: la trama
Brillante, colta, libera e
appassionata, Eleanor è la figlia più piccola di Karl Marx: tra le
prime donne ad avvicinare i temi del femminismo e del socialismo,
partecipa alle lotte operaie, combatte per i diritti delle donne e
l’abolizione del lavoro minorile. Quando, nel 1883, incontra Edward
Aveling, la sua vita cambia per sempre, travolta da un amore
appassionato ma dal destino tragico.
La diciottesima edizione del
Premio Kinéo – che quest’anno ha cambiato veste,
diventando “Kinéo New Generation” per “sottolineare la capacità del
premio di sapersi rinnovare, abbracciando anche il mondo delle
piattaforme streaming nazionali e internazionali”, come ha
sottolineato la direttrice e ideatrice Rosetta Sannelli – come
sempre assegna il prestigioso riconoscimento ad alcuni dei migliori
talenti cinematografici internazionali.
IL PREMIO KINÉO “NEW
GENERATION”
Il Premio Kinéo “diamanti al cinema
italiano”, è nato nel 2002 per iniziativa del Ministero per i Beni
e le Attività Culturali, progettato e promosso dall’Associazione
Culturale Kinéo, ideato e diretto da Rosetta Sannelli. Fin dagli
esordi ha realizzato una stretta collaborazione con Cinecittà, con
il Centro Sperimentale di Cinematografia e con il MIBACT. Da
allora, ogni anno si svolge all’interno della Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica di Venezia, di cui è evento speciale
collaterale.
Quest’anno, giunto alla diciottesima
edizione, il Premio Kinéo ha saputo rinnovarsi ancora una volta. La
storica kermesse, infatti, per l’occasione, ha voluto intitolarsi
“Kinéo New Generation”, una scelta che intende sottolineare la
capacità del premio di sapersi rinnovare, abbracciando anche il
mondo delle piattaforme streaming nazionali e internazionali che,
proprio di questi tempi, ci hanno costretto a ripensare nuove forme
di fruizione e del cinema e dell’audiovisivo in un contesto quasi
universale, anche se la sala cinematografica sarà ancora per molto
la “piattaforma regina, quella che ci regalerà emozioni e
magia.
Una nuova visione di tutto il
settore audiovisivo, tanto interconnesso, ci ha guidato verso un
incontro predestinato, con le fondatrici dell’Italian Television
Festival di Los Angeles (ITTV), Valentina Martelli, Cristina
Scognamillo e Francesca Scorcucchi, un progetto che vuole unireil
mondo del cinema e il mondo della televisione, valorizzando
produzioni uniche e complementari che diventano successi
internazionali e che portano all’attenzione di un pubblico
internazionale tutto il mondo dell’audiovisivo italiano.
TUTTI I
PREMIATI
Miglior Film Drammatico: Pinocchio
di Matteo Garrone – Produzione Archimede Film/Mibact – 01
Distribution
Miglior Commedia: Odio l’estate di Massimo Venier – Produzione
Agidi – Distribuzione Medusa Film
Miglior Opera Prima: L’Immortale di Marco D’Amore – Produzione
Cattleya/Fandango – Distribuzione Vision Distribution
Miglior Attore Protagonista: Pierfrancesco Favino per Hammamet di
Gianni Amelio
Miglior Attrice Protagonista: Anna Foglietta per Genitori quasi
perfetti di Laura Chiossone
Miglior Attore Non Protagonista: Lino Capolicchio per Il signor
Diavolo di Pupi Avati
Miglior Attrice Non Protagonista: – Silvia D’Amico per Brave
Ragazze di Michela Andreozzi
Menzione speciale Opera Prima: Picciridda – Con i piedi nella
sabbia di Paolo Licata – Alba produzioni
Menzione speciale Opera Prima: Nevia di Nunzia di Stefano –
Produzione Archimede Film
Kinéo Giovani Rivelazioni: Rossella Romano
Kinéo Giovani Rivelazioni: Massimiliano Caiazzo
Premio SNCCI Pubblico & Critica: Volevo nascondermi di Giorgio
Diritti
Kinéo International Award Best Actress: Olga Kurylenko
Kinéo International Award Best Actor in a Drama Series: Madds
Mikkelsen for Hannibal
Kinéo International Award Best Production in a Drama Series: Martha
De Laurentiis for Hannibal
Kinéo International Award Best Picture: Joker by Todd Phillips
Kinéo Life Achieving Award: Oliver Stone
Kinéo International Award: Sara Serraiocco
Kinéo – Green & Blu Project U.N.Award: Katherine Waterson
IL PREMIO
ITTV/KINEO
Il Premio ITTV/KINEO è un
riconoscimento voluto da Kinéo e ITTV- The Italian Tv Festival di
Los Angeles, dedicato alla migliore Serie televisiva italiana,
premierà la produzione TV e i protagonisti che hanno ottenuto
maggiori consensi negli Stati Uniti.
Nel settembre del 2021, infatti, il Kinéo volerà a Los Angeles,
durante la II edizione di ITTV Festival dove sarà consegnato
l’ITTV/KINEO premiando produzioni e protagonisti più amati.
Il regista Roger
Michell, noto ai più per l’iconica commedia romantica
Notting Hill, ha presentato nella sezione
Fuori Concorso della 77ª Mostra d’arte cinematografica di Venezia,
il suo ultimo lavoro The Duke.
Commedia in puro stile british
racconta la storia vera di Kempton Bunton, anziano
di Newcastle che nel 1961 fu coinvolto nel furto di un dipinto di
Francisco Goya alla National Gallery di Londra; unico furto nella
storia ai danni della celeberrima galleria. Il dipinto in questione
è un ritratto del duca di Wellington, da qui il titolo del
film.
The Duke, tratto da una storia vera
Il furto è in realtà un pretesto per
mostrare al pubblico la storia del protagonista, un buono, che con
i suoi metodi stravaganti si è sempre esposto per il bene comune
confidando nella reciproca solidarietà tra gli esseri umani. L’uomo
della porta accanto, il vicino che chiede in prestito una cosa,
sempre per aiutare qualcuno che ha più bisogno.
Curioso a tal proposito, nell’ambito
della programmazione festivaliera, come l’eccentrico e altruista
Bunton di The Duke sia stato presentato lo stesso giorno
del documentario dedicato a Greta Thunberg.
Lontani anni luce, i due, hanno in comune il voler migliorare una
situazione e la caparbietà per riuscire ad ottenerlo.
Il cast di The Duke
Nel ruolo del protagonista
Jim Broadbent, che con il suo inconfondibile stile
ci regala una performance da manuale, affiancato da un cast
stellare tra cui si distinguono: Helen Mirren, Fionn
Whitehead e Matthew Goode. La Mirren si conferma ancora
una volta una punta di diamante del cinema britannico, nel ruolo
della moglie, apparentemente secondario, ci regala nelle scene a
due con Broadbent i momenti più irriverenti del film. Fionn
Whitehead, conosciuto per il ruolo da protagonista in
Dunkirk di Christopher
Nolan, interpreta uno dei figli della coppia, l’unico che
vive ancora con loro. Devoto al padre avrà un ruolo decisamente
cruciale. Come cruciale e carismatico è l’avvocato interpretato da
Goode che sceglierà di assistere un uomo, agli occhi di tutti,
indifendibile.
Orfano del suo cast nella prima
veneziana, anche Jim Broadbent era misteriosamente
assente alla proiezione in Sala Grande, dopo aver presenziato alla
conferenza stampa tenutasi nel pomeriggio; The Duke è uno di quei film che risplende di
luce propria senza bisogno di lustrini per attirare l’attenzione.
Conquista il pubblico che in film come questo riscopre il piacere
di tornare al cinema. Una storia vera raccontata bene, con quel
pizzico di humor raffinato e freddure pungenti che non possono che
innescare una sonora risata.
Un racconto ironico e raffinato
La regia si mette al servizio della
storia, anche se non mancano i virtuosismi. In particolare la scena
del furto viene narrata attraverso un controcampo di sguardi. Gli
sguardi sospettosi, espressivi ed enigmatici dei ritratti che
circondano quello del duca, e anche qui l’ironia irrompe, una mano
porta via il Goya e, dietro, sullo sfondo, appare in risalto
L’Urlo di Edvard Munch. Ciò che appare
statico diventa dinamismo narrativo grazie al montaggio. A tal
proposito risultano molto convincenti anche le scene d’archivio
della Londra degli anni Sessanta mescolate al nuovo girato.
The Duke, senza essere retorico e struggente,
tocca molti temi importanti come il senso di colpa, il lutto e
l’assenza di dialogo nelle coppie. Punto di forza del film resta
però soprattutto il protagonista di cui verrebbe voglia di sapere
di più, magari leggendo una delle sue tante opere per cui “
Shakespeare dovrebbe cominciare a preoccuparsi”.
Sarà presentato in concorso oggi a
Venezia77 Pieces Of a Woman, il nuovo film
di Kornél Mundruczó con protagonisti
Vanessa Kirby,
Shia LaBeouf, Ellen Burstyn, Jimmie Fails, Molly Parker, Sarah
Snook, Iliza Shlesinger e Benny Safdie.
È possibile sopravvivere dopo che si
è persa la persona che più si amava? A cosa ci si
aggrappa quando sembra che non ci siano più appigli? Mia
moglie ed io volevamo condividere con il pubblico una delle nostre
esperienze più personali attraverso la storia di un figlio non
nato, nella convinzione che l’arte possa essere la miglior cura per
il dolore. Saremo gli stessi di prima dopo una tragedia? Riusciremo
a trovare qualcuno che ci accompagni nella caduta libera del
dolore? Il mondo appare capovolto, un luogo in cui non riusciamo
più a orientarci. Con Pieces of a
Woman volevamo realizzare una storia autentica su una
tragedia e su come imparare a convivere con quel dolore. Una
perdita sfugge alla nostra comprensione o al nostro controllo, ma
porta con sé la capacità di rinascere.
Pieces Of a Woman: la trama
Martha e Sean Carson, una coppia di Boston, sono in procinto di
avere un bambino. La loro vita cambia irrimediabilmente durante un
parto in casa, per mano di un’ostetrica confusa e agitata che verrà
accusata di negligenza criminale. Comincia così un’odissea lunga un
anno per Martha, che deve sopportare il suo dolore e al contempo
gestire le difficili relazioni con il marito e la dispotica madre,
oltre che confrontarsi in tribunale con l’ostetrica, divenuta
oggetto di pubblica denigrazione. Pieces of a
Woman è un’aria profondamente personale e
dolorosamente familiare, tratteggiata in ricercati toni di grigio,
la storia trascendente di una donna che impara a convivere con la
sua perdita.
Secondo film italiano in concorso
alla 77esima Mostra d’Arte Cinematografica di
Venezia, domani sarà presentato Miss
Marx di Susanna Nicchiarelli con
protagonisti Romola Garai, Patrick Kennedy, John Gordon
Sinclair, Felicity Montagu, Karina Fernandez, Oliver
Chris, e Philip Gröning.
La storia di Eleanor mi ha dato
l’opportunità di esplorare temi incredibilmente contemporanei
in un contesto d’epoca, ma ho ritenuto necessario capovolgere i
clichés del dramma in costume. Ho cercato di sovvertire l’immagine
dell’eroina vittoriana e sostituirla con quella emblematica e
moderna di una donna che combatte sul fronte personale e pubblico.
Credo che la storia di Eleanor richieda di essere raccontata con
delicata ironia: la sua vita sentimentale fu assurda e tragica, i
suoi guai condivisibili anche per le donne di oggi. Ma questa
storia richiede anche un profondo rispetto: le battaglie di Eleanor
e dei suoi compagni risultano più che mai attuali e urgenti,
oggi come ieri.
Miss Marx: la trama
Brillante, colta, libera e
appassionata, Eleanor è la figlia più piccola di Karl Marx: tra le
prime donne ad avvicinare i temi del femminismo e del socialismo,
partecipa alle lotte operaie, combatte per i diritti delle donne e
l’abolizione del lavoro minorile. Quando, nel 1883, incontra Edward
Aveling, la sua vita cambia per sempre, travolta da un amore
appassionato ma dal destino tragico.
In occasione della presentazione in
Concorso a Venezia 77, ecco Claudio Noce e
Pierfrancesco Favino che parlano di
Padrenostro.
Nel cast anche Barbara
Ronchi, Mattia Garaci, Francesco Gheghi, Anna Maria De Luca, Mario
Pupella, Lea Favino, Eleonora De Luca, Antonio Gerardi, Francesco
Colella, Paki Meduri, Giordano De Plano.
La sua figura forte, magnetica,
eroica, assurge ad archetipo di un’intera generazione di uomini per
i quali le emozioni erano percepite solo come debolezza e obbligate
a essere camuffate da silenzi. Nel dicembre del 1976, quando mio
Padre subì l’attentato, io avevo un anno e mezzo: abbastanza per
comprendere la paura, troppo pochi per capire che quell’affanno
avrebbe abitato dentro di me per molto tempo. Non sono mai riuscito
a dirglielo. Scrivere questa lettera a mio Padre tracciando i
contorni di una generazione di bambini “invisibili” avvolti dal
fumo delle sigarette degli adulti non è stato facile; provare a
farlo mutando le parole da private in universali è stata una
grande sfida come cineasta e come uomo.
Padrenostro: la
trama
Roma, 1976.
Valerio ha dieci anni e una fervida immaginazione. La sua vita di
bambino viene sconvolta quando, insieme alla madre Gina, assiste
all’attentato ai danni di suo padre Alfonso da parte di un commando
di terroristi. Da quel momento, la paura e il senso di
vulnerabilità segnano drammaticamente i sentimenti di tutta la
famiglia. Ma è proprio in quei giorni difficili che Valerio conosce
Christian, un ragazzino poco più grande di lui. Solitario, ribelle
e sfrontato, sembra arrivato dal nulla. Quell’incontro, in
un’estate carica di scoperte, cambierà per sempre le loro vite.
Durante questo evento di 24 ore, i
fan avranno la possibilità di creare e gestire la propria
visione di oltre 100 ore di contenuti on demand tra tv, film,
fumetti, giochi e altro, che metterà in mostra il lavoro
di oltre 500 talenti, artisti e scrittori provenienti da tutto il
mondo. Tutti i contenuti che vorrete vedere, quando volete, e dove
(su piattaforme mobili e desktop). Questo evento offrirà ai fan
l’opportunità di portare la passione per l’universo DC a un livello
superiore! Si potrà accedere a contenuti esclusivi dietro le quinte
di serie TV e film, ad un’ampia raccolta di DC
comics, fan art, cosplay e molto altro
ancora.
Tutto quello che dovete sapere sul
Multiverse:
WatchVerse: I panel includono l’introduzione
ufficiale di Batwoman di WBTV, oltre a Superman & Lois, Legends of
Tomorrow della DC, Stargirl della DC, Black Lightning,
versioni estese dei panel di Flash (TV) e Titans che hanno
debuttato durante la Hall of Heroes, e tanto altro ancora. Tenetevi
aggiornati sulle ultimissime notizie durante il giorno
dell’evento
ITALY
LOVES DC: il panel italiano all’interno del
WatchVerse! Autori, scrittori, attori, musicisti e DJ – tutti
personaggi noti dello scenario pop italiano – si incontreranno per
condividere le proprie esperienze professionali con i personaggi
dell’Universo DC. Mirka Andolfo, Elena Casagrande ed Emanuela
Lupacchino, che lavorano alla DC come autrici, si incontreranno per
una originale conversazione in onore del Multiverso DC. Nicola
Nocella, Riccardo Zanotti (Pinguini Tattici Nucleari) e Gianluca
Gazzoli poi sveleranno le origini della loro passione per i
supereroi e i super-villains targati DC, e discuteranno
dell’influenza che questi hanno avuto sui loro percorsi
cinematografici, musicali e radiofonici. Modera Giorgio Viaro.
InsiderVerse: qui i fan potranno accedere al
dietro le quinte al fianco dei maestri che portano in vita la DC in
tutte le sue forme: dai comics ai giochi, serie TV, film, parchi a
tema, consumer products e altro ancora.
Blerd & Boujee: la programmazione di Blerd &
Boujee celebra la cultura di Blerd (aka “Black Nerd”) e il suo
impatto in tutto il mondo, con artisti, voci, musicisti e diversi
contenuti.
FunVerse: Fun è il nome del gioco in FunVerse,
un luogo perfetto per condividere il tuo fandom DC. Leggi centinaia
di comics digitali gratuiti, mettiti in posa alla postazione
selfie, esplora la Joker Escape Room e molto altro ancora.
YouVerse: qui i FAN sono i protagonisti. Si
possono ammirare più di 17.000 fan art, cosplay e contenuti
generati dagli utenti di tutto il mondo; non dimenticate di votare
i vostri preferiti.
Lo store DC
presenterà dei fantastici nuovi prodotti come la nuova key
art di Wonder Woman 84, il logo art di Gotham
Knights e Suicide Squad: Kill the Justice League, il logo DC Fandome 2020,
nuovi entusiasmanti prodotti di Design by Humans e Amazon come
adesivi, tappetini per mouse, tazze, decorazioni murali e accessori
per telefoni.
Tutti questi contenuti possono
essere trasmessi in streaming esclusivamente sul sito
DCFanDome.com, disponibili a livello globale per desktop e
dispositivi mobili, in 9 lingue (Italiano, Inglese, Cinese,
Francese, Tedesco, Giapponese, Coreano, Portoghese, Spagnolo).
Inoltre, sempre il 12 settembre, tutte le famiglie potranno
divertirsi col DC Kids FanDome (www.DCKidsFanDome) che sarà live per
sole 24 ore.
Ecco il trailer di
Assandira, il nuovo film di Salvatore
Mereu, che sarà presentato Fuori concorso alla 77. Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia domenica 6
settembre. Il film prodotto da Elisabetta Soddu e Salvatore
Mereu, una produzione Viacolvento con Rai Cinema, uscirà
nelle sale il 9 settembre distribuito da Lucky
Red.
Sinossi – Zuppo d’acqua fin
dentro alle ossa, Costantino si avvita sul pagliaio come un vecchio
legno restituito alla terra dal mare in burrasca. La pioggia
torrenziale ha appena finito di spegnere il fuoco che si è mangiato
in una notte sola l’agriturismo in mezzo al bosco, Assandira. Ma la
pioggia non ha spento il dolore, il rimorso bruciante per il figlio
che è morto in mezzo alle fiamme e che non è riuscito a
salvare.
All’alba, i primi ad arrivare
sono i carabinieri e il giovane magistrato: Costantino prova a
raccontare loro cosa è successo in quell’ultima notte, a spiegare
come tutto è cominciato…
EST – Dittatura Last Minute è
un originale road-movie ambientato nel 1989 alla vigilia
della caduta del muro, tratto da una storia vera e girato tra il
Cesenate e la Romania. Il film è scritto e diretto da Antonio
Pisu (che ritorna alla regia dopo la sua opera prima Nobili
Bugie) e prodotto da Genoma Films diPaolo Rossi
Pisu, e in collaborazione con Maurizio Paganelli e Andrea
Riceputi, autori del libro “Addio Ceausescu” da cui è tratta
la sceneggiatura. La storia nasce appunto da un’idea degli stessi
Maurizio Paganelli e Andrea Riceputi che nel 1989, giovani
ventiquattrenni dal grande entusiasmo, intrapresero con un amico il
viaggio raccontato nel film. Il ruolo del protagonista è affidato a
Lodo Guenzi – voce e chitarra de Lo Stato Sociale nonché
diplomato all’accademia di Arte Drammatica Nico Pepe – che con il
film EST – Dittatura Last Minute fa il suo esordio sul
grande schermo. Al suo fianco gli altri due attori esordienti
Matteo Gatta e Jacopo Costantini. Il film è stato
realizzato con il sostegno della Regione Emilia Romagna.
Arriva il 4 settembere su NetflixAway, la nuova serie
fantascientifica ideata da Andrew Hinderaker e
scritta dalla showrunner Jessica Goldberg. La
serie si posiziona su un gradino molto alto della recente
produzione originale della piattaforma streaming, confermando che
comunque, nonostante una serie di progetti di medio e basso
livello, il servizio può ancora offrire dei prodotti per i quali
vale la pena pagare l’abbonamento. Oltretutto affidare la serie
intera a Hilary Swank sembra la chiave di volta per il
successo di Away.
Away, la trama
La due volte premio Oscar
interpreta Emma Green, un’astronauta e scienziata in forze alla
NASA che da giovanissima ha condotto una brillante carriera
nell’agenzia spaziale e che adesso è stata scelta per guidare una
mission to Mars, una missione importantissima per cominciare a
portare avanti un ambizioso progetto di colonizzazione del Pianeta
Rosso. Green è quindi messa a capo di un team che dovrà gestire e
comandare, facendo in modo che ognuno dei membri possa riporre la
sua fiducia in lei.
Oltre a questo compito che sembra
molto difficile, Emma deve anche gestire una vita privata che
richiederebbe la sua presenza fisica, ma che in concomitanza con la
sua missione, la costringe ad avvalersi dei più sofisticati sistemi
di comunicazione per stare comunque vicino alla figlia adolescente,
Alexis (Talitha Bateman), e al marito
(Josh Charles), ingegnere alla NASA, con
problemi di salute. Le due sfide di Green si sommano a quella che è
la vera e propria missione raccontata dalla serie, in 10 episodi,
ovvero la conquista di Marte con un progetto internazionale mai
messo in piedi prima.
Hilary Swank è la colonna portante della
serie, così come la sua Emma Green è la colonna portante della
missione spaziale e della sua famiglia. L’attrice, dopo anni in cui
non aveva avuto a disposizione copioni particolarmente stimolanti,
torna in un ruolo che ci ricorda quale grande interprete sia e
soprattutto che la mette in condizione di dare ad un personaggio
femminile forte, in un mondo di uomini, tutte quelle
caratteristiche tipicamente femminili, come la compassione e la
dolcezza, che in questo caso sembrano trascendere i generi ed
applicarsi semplicemente all’umanità delle persone.
Il cast di Away
Il primo banco di prova di Green è
il suo equipaggio: scienziati e astronauti che provengono da tutto
il mondo e che non hanno molta simpatia per questa leader che non
considerano all’altezza. Mark Ivanir interpreta il
veterano russo Misha, astronauta di grande esperienza e
presunzione, che meglio di tutti rappresenta lo stereotipo
dell’uomo che non vuole essere comandato da una donna, per giunta
più giovane. Scopriamo però che Misha ha delle ragioni molto
profonde, delle motivazioni che danno tridimensionalità al suo
personaggio.
Vivian
Wu interpreta Lu, astronauta cinese apparentemente
gelida e scostante, che da subito rivela una personalità nascosta,
e che, scopriamo presto, è costretta a nascondere degli enormi
segreti che riguardano la sua vita privata, esigenza che ha delle
conseguenze anche nella sua vita professionale. Ato
Essandoh è Kwesi, novellino dello spazio ma scelto per la
missione perché è un esperto botanico, figura fondamentale per
l’impresa che questo piccolo equipaggio si troverà a compiere.
Infine, Ray Panthaki interpreta
Ram, è lui il medico del team, il personaggio che funge da ago
della bilancia, mite e accondiscendente, sempre pronto ad appianare
i conflitti e supportare il team.
In mezzo a questa umanità variegata
per origini, problematiche e caratteri, Emma Green deve trovare un
posto da leader e un proprio ordine, mentre una parte di sé
vorrebbe tornare sulla Terra, dove la sua famiglia ha bisogno di
lei, e il suo istinto la spinge sempre più lontano, verso la
missione da compiere, il coronamento del suo sogno, della sua
ambizione di essere umano.
Swank riesce a condensare tutte
queste emozioni e tensioni con una duttilità e una delicatezza
davvero rare, dando anche corpo ad un personaggio davvero moderno e
paritario, che occupa un posto di comando per la sua bravura e che
gestisce i rapporti con grande umanità e le emergenze con
professionalità. Non c’è niente di umorale in Emma Green, niente di
femminile nel senso dequalificante del termine: lei è un comandante
di una spedizione spaziale, una donna ambiziosa, una
professionista, una leader, una madre, una moglie, e tutto con lo
stesso livello di dedizione e competenza.
Anche se la componente umanista di
Away ne costituisce la spina dorsale, la serie è
un prodotto di fantascienza davvero raffinato, che abbraccia tutti
gli archetipi visivi e narrativi del genere ottenendo una serie con
un arco narrativo solido, una resa estetica affascinante e una
presa emotiva salda sullo spettatore.
Arriva in concorso alla 77esima
edizione della Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di VeneziaNicole Garcia che presenta il suo ultimo film,
Amants, storia di un primo, lungo ed intenso amore
corroborato da un’evoluzione lunga un’intera vita. Reduce dagli
anni 50′ di Mal di pietre, sua ultima fatica
dietro la macchina da presa, Nicole Garcia ritorna
a raccontare l’amore attraverso gli occhi di personaggi femminili
al centro di triangoli amorosi il cui unico comune denominatore
sembra essere una prigione senza amore.
Se nel precedente film che vedeva
protagonista Marion Cotillard, la donna al centro della
vicenda era per sua scelta finita in un matrimonio senza
sentimento. Questa volta il matrimonio della protagonista
interpretata da Stacy Martin avviene per
necessità. Infatti, tormentata da un prematuro abbandono del suo
primo e unico amore, la Lisa di Amants si rifugia
in un rassicurante legame privo di affetto per la paura di non
riuscire a sopravvivere.
Amants, la trama
Amants racconta la
storia di Lisa e Simon, inseparabili. Sono innamorati l’uno
dell’altra da quando erano adolescenti. Capita una tragedia,
provocata dalle attività criminali di Simon. Egli è in pericolo e
fugge. Senza Lisa. Lei aspetta invano notizie da lui. Tre anni
dopo, è sposata con Leo quando le loro strade si incrociano
nuovamente su un’isola nell’Oceano Indiano.
Fin dalle prime battute, il film si
rivela essere un dramma sentimentale incastrato nelle pieghe
spinose di un melodramma, i cui personaggi sono tratteggiati in
modo superficiale e sono quasi sempre in balia degli eventi senza
essere veri artefici del proprio destino.
Lascia perplessa anche la regia del
film, al limite del televisivo, prevedibile e scontata come del
resto lo è tutta la storia. Seppur ricca di buone intenzioni, la
vicenda non riesce mai a sorprendere veramente, finendo per
diventare un involucro di elementi ricorrenti del cinema della
regista francese quali passione, morte, senso di colpa e desiderio.
Tematiche che non vengono affrontare di petto bensì di rigetto.
Infatti, non capiamo mai realmente
il sentimento di Lisa, seppur interpreta ottimamente dalla sempre
brava Stacy Martin, unica vera vittima della
storia. Probabilmente sarebbe molto più interessante comprendere il
suo stato d’animo e la sua esistenza condizionata inesorabilmente
dalle brame di due uomini: il primo giovane, bello e dannato, il
secondo vecchio e alla constante ricerca di qualcosa che non può
comprare.
In questa condizione si innesta
palesemente la percezione che il desiderio di Lisa è quello di
isolarsi in un mondo senza amore e senza uomini ma almeno con la
consapevolezza che nessun altro a parte lei possa determinare il
suo destino.
Oggigiorno quella dei bambini è una
delle fette di pubblico più ambite dagli studios di produzione. Se
da sempre la Disney ha in loro il proprio pubblico privilegiato,
sempre più anche gli altri grandi nomi dell’industria aspirano a
realizzare film, d’animazione o meno, che possano trovare il favore
dei più giovani.
Oggi l’offerta a riguardo è dunque
diventata talmente vasta da poter far perdere l’orientamento. Di
seguito, si elencheranno allora alcuni tra i migliori film
per bambini, da vedere e rivedere da soli o in
compagnia.
Ecco i migliori 10 film per
bambini da vedere assolutamente.
Film per bambini del 2020
Sonic – Il film
Celebre grazie al videogioco
Sonic the Hedgehog, il personaggio alieno dalle sembianze
di un ricco è infine arrivato al cinema con un film che ha tra i
suoi protagonisti anche gli attori James
Marsden e Jim Carrey.
Il titolo è inoltre divenuto involontariamente popolare per le
proteste contro il design del celebre personaggio. Questo è stato
poi ridisegnato da capo, andando incontro al completo favore del
pubblico. Sonic – Il
film ha così avuto modo di diventare uno dei più grandi
successi della stagione.
La trama ruota intorno all’arrivo
di Sonic sul pianeta terra, dove si nasconde per evitare di essere
trovato, catturato e studiato. Dotato di una super velocità, per il
ricco risulta però difficile non combinare guai, e così ben presto
attirerà su di sé le attenzioni dello scienziato Ivo Robotnik, il
quale aspira a farne una preda grazie alle sue brillanti
invenzioni. Ad aiutare Sonic, a quel punto, potrà esserci soltanto
l’umano in cui l’alieno si imbatte, ovvero il giovane sceriffo Tom
Wachowski.
Trolls World Tour
Sequel del film Trolls,
uscito al cinema nel 2016, Trolls World
Tour è basato sulle celebri bambole ideate da
Thomas Dam. Inizialmente previsto per la sala,
dove sarebbe dovuto arrivare il 2 aprile del 2020, il film è
tuttavia stato poi distribuito direttamente
sulle principali piattaforme PVOD (Premium Video On Demand) a
partire dal 10 aprile. Ciò è stato causato dall’emergenza sanitaria
Covid-19, che ha richiesto la chiusura dei cinema. Ciò non ha
impedito al film di ottenere successo, affermandosi anzi come uno
dei titoli più noleggiati del periodo.
La trama è ambientata quattro anni
dopo gli eventi del precedente film, e vede i protagonisti Poppy e
Branch cercare di sventare i malvagi piani della regina Barb.
Questa infatti, in seguito alla scoperta dell’esistenza di altre
tribù di trolls, aspira a sovraneggiare anche su di esse. I due
piccoli amici dovranno così impedire che ciò avvenga, e nel farlo
impareranno che ognuna delle altre cinque comunità è dedicata ad un
genere musicale. Mantenere questa varietà sarà ora più vitale che
mai. Tra i doppiatori originali del film si annoverano noti nomi
come Anna Kendrick,
Justin
Timberlake e Sam
Rockwell.
Dolitte
Celebre per il personaggio di Iron
Man, nel 2020 l’attore Robert Downey
Jr. ha invece riportato in sala il dr. Dolittle,
protagonista della serie di romanzi scritti da Hugh
Lofting. Il celebre dottore in grado di parlare con gli
animali è così tornato sul grande schermo con una trasposizione
ambientata in epoca vittoriana. A circondare Downey Jr, una
simpatica serie di animali, le cui voci appartengono ad alcuni noti
attori di Hollywood. Si segnala infatti la presenza di
John Cena,
voce dell’orso Yoshi, Marion
Cotillard, voce della volpe Tutu, e Tom
Holland, voce del cane Jip.
La trama di Dolittle è
incentrata sulla missione affidata all’omonimo dottore, incaricato
di partire alla ricerca di una cura per la giovane regina, affetta
da un male ignoto. Grazie a tale viaggio, dove sarà circondato dai
suoi amici animali, egli ritroverà la voglia di vivere, svanita in
seguito alla scomparsa della moglie anni prima. Sul suo percorso,
tuttavia, non mancherà di imbattersi in pericolosi nemici e
misteriosi alleati.
Scooby!
Reboot dei vari film di
Scooby-Doo, la pellicola è una nuova storia animata
sulla Mystery Gang, composta da Shaggy, Fred, Daphne, Velma e il
celebre cane che dà il titolo alla serie. A dare voce a questi
personaggi vi sono noti attori come Gina Rodriguez,Zac Efron e
Amanda
Seyfried. Scooby! era inizialmente previsto
per uscita al cinema nel maggio del 2020, ma a causa dell’attuale
pandemia è stato distribuito direttamente in digitale a partire dal
26 giugno. In breve, è diventato uno dei titoli più richiesti tra i
tanti presenti nei cataloghi delle piattaforme streaming.
In questa loro nuova avventura si
va alle origini dell’incontro tra l’alano fifone Scooby e del suo
inseparabile amico Shaggy. I due, insieme al resto della Myster
Gang, dovranno risolvere un caso particolarmente complesso.
Qualcuno sembra infatti intenzionato a liberare il mitologico cane
Cerbero, scatenando l’apocalisse. Le loro indagini contro il tempo
saranno l’unica cosa che potrà portarli a scongiurare il caos.
Film per bambini su Netflix
La famiglia Willoughby
Presente sulla piattaforma Netflix dalla fine dell’aprile 2020, il film
d’animazione La famiglia Willoughby è basato sull’omonimo
libro per bambini scritto da Lois Lowry. Scritto e
diretto da Kris Pearn, già regista di Piovono
polpette 2 – La rivincita degli avanzi, il titolo vanta anche
in questo caso la partecipazione di noti interpreti nelle vesti qui
dei doppiatori dei personaggi protagonisti della storia. In
particolare, la voce del Gatto appartiene al celebre comico
Ricky
Gervais.
Al centro delle vicende vi sono i
quattro bambini della famiglia Willoughby, i quali improvvisamente
si ritrovano ad essere abbandonati dai loro genitori egoisti.
Insieme all’orfana Ruth, trovata lungo la strada, il gruppetto
dovrà ora imparare ad adattare i propri valori antiquati al mondo
contemporaneo, con il fine di creare una nuova e moderna famiglia.
Una storia irriverente e agrodolce per riflettere in modo originale
e genuino sui veri valori della famiglia.
Klaus – I segreti del Natale
Film d’animazione in 2D candidato
ai premi Oscar, Klaus – I segreti del
Natale è opera del regista e sceneggiatore Sergio
Pablos, co-autore del celebre Cattivissimo me.
Basato su una storia originale e senza tempo, il film è stato
realizzato grazie una combinazione unica del classico disegno
animato a mano con le tecnologie digitali più all’avanguardia. Il
titolo, distribuito su Netflix nel novembre del 2019, è noto
specialmente per il doppiaggio italiano, che vanta il cantante
Marco Mengoni per il personaggio di Jesper, e di
Francesco
Pannofino nel ruolo di Klaus.
La storia segue le vicende di un
giovane postino egoista che, ritrovatosi a lavorare in una remota
città scandinava, stringe un’improbabile amicizia con un solitario
fabbricante di giocattoli. Con lui, darà vita ad un progetto:
portare doni ad ogni bambino buono che scriverà una letterina
all’imponente Klaus. I fini del postino Jesper, tuttavia, sono ben
altri. Egli aspira infatti a lasciare quanto prima quel luogo, ma
il clima natalizio avrà infine la meglio anche su di lui,
cambiandone i desideri e sciogliendo il suo brutto carattere.
Dennis la minaccia
Classico del 1993, Dennis la
minaccia è entrato a far parte dell’immaginario comune come
uno dei film per bambini più celebri di sempre, adatto però anche
ad un pubblico più adulto. Tratto dall’omonima striscia di fumetti
risalente agli anni Cinquanta, il titolo vanta attori celebri come
Walter Matthau e Christopher
Lloyd, mentre nel ruolo del giovanissimo protagonista
vi è Mason Gamble. Il film si trova attualmente
sulla piattaforma Netflix, ed è senz’altro uno dei titoli da
recuperare assolutamente se si è alla ricerca di film per
bambini.
La trama ruota intorno al celebre
Dennis, un bambino incontenibile sempre alla ricerca di avventure e
guai in cui cacciarsi. La sua vittima preferita è il burbero vicino
George Wilson, il quale mal sopporta il pestifero bambino. Quando
le circostanze obbligano però l’anziano ad ospitare Dennis in casa
sua, non passa molto che iniziano a succederne di tutti i colori.
Improvvisamente, però, il bambino viene rapito da un cinico
vagabondo e per George verrà così il momento di mettersi alla
ricerca di Dennis, svelando quindi un affetto nei suoi
confronti.
Film per bambini su Disney+
Lo schiaccianoci e i quattro
regni
Adattamento cinematografico
dell’omonimo racconto e balletto, Lo schiaccianoci e i
quattro regni è arrivato al cinema nel 2018 per la regia
di Lasse Hallström e con un cast comprendente
Keira Knightley,
Mackenzie Foy, Helen Mirren
e Morgan
Freeman. Ricco di effetti speciali ammalianti, e con
una colonna sonora d’eccezione, il film intrattiene ed emoziona nel
pieno della tradizione dei classici Disney, in cui si inserisce
perfettamente. In più, la pellicola contiene il duetto originale
tra Andrea Bocelli e suo figlio Matteo, i quali si
esibiscono nella struggente Fall on Me, brano ideato
proprio per il film. Attualmente, il film è presente sulla
piattaforma Disney+.
La trama ruota intorno alla giovane
Clara, la quale durante la cena per la vigilia di Natale si ritrova
ospite, insieme al padre, di un ricco uomo d’affare amico di
famiglia. Qui, però, la giovane viene distratta da un filo dorato
che attraversa i corridoi. Seguendolo, si ritroverà catapultata in
un mondo magico e colorato, composto di quattro regni.
Attraversandoli senza paura, Clara incontrerà nuovi amici e
alleati, i quali la prepareranno ad una missione che solo lei può
compiere: introdursi nel più cupo dei quattro regni e sottrarre
un’antica chiave magica alla perfida Madre Ginger.
La carica dei 101
Altro classico Disney, La
carica dei 101 – Questa volta la magia è vera è il rifacimento
live-action di uno dei più conosciuti lungometraggi d’animazione
dello studios. Al momento della sua uscita, nel 1996, il film ebbe
un grandissimo successo, merito anche dell’interpretazione di
Glenn
Close nei panni di Crudelia De Mon. Accanto a lei, si
ritrovano nel film anche attori come Jeff Daniels
e Hugh
Laurie, nel ruolo di Gaspare. Ma i veri protagonisti
sono loro, l’esercito di 101 piccoli dalmata, in grado di scaldare
i cuori di grandi e piccini. Anche questo titolo, nonché gli
originali animati e il sequel, sono presenti sulla piattaforma
Disney+.
La trama ripercorre grossomodo
quella dell’originale d’animazione. Dall’incontro tra due dalmata
adulti, appartenenti rispettivamente ad un imbranato progettisti di
videogiochi e ad una dipendente di una casa di moda, nascerà
un’incredibile cucciolata composta da 101 teneri cagnolini. Venuta
a sapere del miracolo, la malvagia Crudelia De Mon, titolare della
casa di moda specializzata in pellicce d’animale, aspira a rapire i
piccoli per farne un abito tutto per sé. I dalmata, tuttavia, non
si lasceranno catturare tanto semplicemente, e daranno filo da
torcere alla donna fino a sventare il suo malefico piano.
Diario di una schiappa
Tra i principali film per bambini,
impossibile non citare anche Diario di una
schiappa, primo di una trilogia basata sull’omonimo libro
di Jeff
Kinney. Ricco di situazioni comiche, il titolo è
interpretato dagli attori ZacharyGordon, nei panni del giovane protagonista, e poi
da Chloë Grace Moretz,
Robert Capron, Devon Bostick e Steve
Zahn. Titolo di grande successo, il film ha soddisfatto
quanti avevano apprezzato le avventure dell’undicenne Greg Heffley,
diventanto ben presto un cult da vedere assolutamente. Per farlo,
basterà abbonarsi alla piattaforma Disney+, dove si può trovare il titolo
e i suoi sequel.
La storia è quella di Greg, che
mentre si appresta ad affrontare il difficile mondo delle scuole
medie, aspira a raggiungere la maggior popolarità possibile.
Sfortunatamente, però, egli sembra ben lontano dal raggiungere tale
traguardo, ritrovandosi invece ad essere considerato una schiappa.
Per tentare di rifuggire da questa etichetta, il giovane stilerà un
elenco di propositi, i quali però finiranno con l’assumere
conseguenze inaspettate. Grazie a questa serie incredibile di
avventure, tuttavia, Greg imparerà che il mondo delle medie non è
come se lo aspettava.