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Godzilla 2: scelti gli sceneggiatori

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Godzilla 2: scelti gli sceneggiatori

A due anni di distanza dal debutto nelle sale del Godzilla diretto da Gareth Edwards e con Kong: Skull Island che sembrerebbe aver terminato la produzione, la Legendary Productions ha finalmente deciso di concentrarsi su Godzilla 2.

A scrivere la sceneggiatura del film saranno Michael Dougherty Zach Shields, mentre la pellicola dovrebbe giungere nelle sale il 22 marzo 2019.

Fonte: Comic Book Movie

Doctor Strange: le prime impressioni della stampa

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Doctor Strange: le prime impressioni della stampa

Doctor Strange è finalmente in procinto di esordire al cinema e, mentre i fan di casa Marvel sono in trepidante attesa, la critica internazionale si è finalmente espressa sull’ultimo lavoro firmato Marvel Studio.

Qui di seguito vi proponiamo un’estratto delle molteplici recensioni apparse in rete:

“Finalmente è ovvio perché abbiano scelto una grande star come Cumberbatch, perché Doctor Strange è qui per guidarci nella prossima decade di film Marvel, proprio come fatto da Downey nella scorsa decade. Doctor Strange è essenzialmente un reboot di Iron Man, solo con più cose da vedere quando sei sballato… è una buona strategia e funziona.” [uprox]

“Le performance sono decisamente entusiasmanti: Cumberbatch è fascinoso e frizzante, nonostante sia pieno di se stesso affronterà le sue paure, Swinton fa grande uso delle sue incredibili capacità e Rachel McAdams (nei panni della futura fidanzata di Strange) aiuta la storia a mantenere i piedi per terra nonostante tutti gli bizzarri sviluppi. Mikkelsen è tristemente utilizzato al di sotto delle sue capacità.” [The Wrap]

“Alla fine la maggiore conquista di questo film è aver espanso con successo il Marvel Cinematic Universe. L’inserimento di questo tipo di magia e poteri al livello visto in questo film come mai fatto in precedenza all’interno di questo universo.” [IGN]

“Sì questo nuovo progetto condivide lo stesso look e la stessa fantasia vista nel resto dei film Marvel, ma allo stesso modo ha apportato una certa ventata di freschezza ed originalità. Per questo personaggio lo studio ha creato un dilemma esistenziale per cui il suo eroe imperfetto cercherà uno scopo che lo condurrà nell’occulto in una Nuova Era di magia e stregoneria in cui Doctor Strange troverà la sua chiamata.” [Variety]

“Un film su un uomo che pensa al futuro ma che è profondamente spaventato del fallimento, Docotr Strange può essere visto come una sorta di autoritratto dello Studio che lo ha prodotto.” [Indiewire]

Doctor Strange: il trailer italiano del film con Benedict Cumberbatch

L’uscita di Doctor Strange è prevista per il 26 Ottobre 2016. Dirige Scott Derrickson da una sceneggiatura di Jon Aibel e Glenn Berger, rimaneggiata da Jon Spaihts. Nel cast del film al fianco del protagonista Benedict Cumberbatch sono stati confermati Tilda SwintonRachel McAdams Chiwetel Ejiofor.

Dai Marvel Studios arriva la storia del neurochirurgo di fama mondiale, il Dottor Stephen Strange, che viene derubato dell’uso delle sue preziose mani a seguito di un terribile incidente d’auto. Quando la medicina tradizionale lo tradisce, Strange decide di rivolgere le sue speranze di guarigione altrove, verso un mistico ordine noto come Kamar-Taj. Qui scoprirà che non si tratta solo di un centro di guarigione, ma anche di un avanposto che combatte delle forze oscure e sconosciute che vogliono distruggere la nostra realtà. Strange dovrà quindi scegliere, armato di un nuovo potere e nuove capacità, se tornare alla sua vita di successi e agi o se lasciarsi tutto alle spalle e ergersi contro il male.

Produttore del film, Kevin Feige, con Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan Lee e Stephen Broussard come produttori esecutivi.

Fonte: Comic Book Movie

Deadpool 2: svelato il motivo dell’abbandono di Miller

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Deadpool 2: svelato il motivo dell’abbandono di Miller

Appena ieri, come un fulmine in ciel sereno, è giunta la notizia circa l’abbandono di Tim Miller alla regia di Deadpool 2, forfait dovuto a divergenze creative con la star del film Ryan Reynolds.

In giornata, tuttavia, sono arrivate ulteriori notizie che potrebbero aiutare a far chiarezza su quanto realmente accaduto: sembrerebbe, infatti, che Reynolds, in fase di negoziazione del rinnova contrattuale, abbia ottenuto una sorta di controllo creativo sulla pellicola, in particolar modo sui futuri casting. Ciò che si è rivelato essere il pomo della discordia sembrerebbe essere proprio il casting di Cable, parte che Miller avrebbe voluto affidare a Kyle Chandler trovandosi così in disaccordo con Ryan Reynolds.

Non ci resta, dunque, che attendere ulteriori sviluppi per scoprire chi sarà il fortunato che sostituirà Miller alla regia. Vi terremo aggiornati su tutti i dettagli.

Deadpool 2: le riprese a inizio 2017?

Deadpool ha incassato 363 070 709 dollari in Nord America e 417 408 522 dollari nel resto del mondo, per un totale mondiale di 780 479 231 dollari. Deadpool è stato accolto generalmente bene dalla critica, soprattutto grazie alla recitazione di Ryan Reynolds e alla comicità pungente e ironica della sceneggiatura.

Negli Stati Uniti d’America, Deadpool ha stabilito un nuovo record, diventando il film vietato ai minori ad incassare di più ($132.4 milioni) nel week-end d’apertura, per un esordio totale di $264.7 milioni, dietro solo a Cinquanta sfumature di grigio per quanto riguarda i film rated R.

Fonte: Comic Book Movie

Festa di Roma 2016: i migliori film della manifestazione

Festa di Roma 2016: i migliori film della manifestazione

Arrivata alla sua undicesima edizione, anche quest’anno si è conclusa la Festa di Roma 2016, manifestazione cinematografica con base operativa all’Auditorium Parco della Musica di Renzo Piano. Dopo avvicendamenti, modifiche al titolo e alla definizione dell’evento, critiche sull’effettivo scopo della kermesse, al secondo anno della direzione artistica di Antonio Monda, si potrebbe definire questa Festa, che si è spostata anche sul territorio romano, dal quartiere Eur con il drive in, alle proiezioni al carcere di Rebibbia, una vera e propria rassegna del miglior cinema visto nei festival di Cannes, Berlino e Toronto. Accantonata infatti la pretesa degli anni passati di presentare solo opere inedite in tutto il mondo, la Festa del Cinema di Roma ha avuto la possibilità di proiettare alcuni dei migliori titoli che vedremo nella prossima stagione cinematografica, compresi dei film che vedremo protagonisti nella season awards 2017.

Cinefilos.it, presente ormai dal 2010 alla Festa, poi Festival e di nuovo Festa, ha seguito anche per il 2016 la rassegna e di seguito segnala ai suoi lettori quelli che sono i titoli migliori da recuperare in sala.

Si comincia con il titolo più “nominato” dalla redazione: Sing Street. Il musical di John Carney ambientato nella Dublino del 1985 ha conquistato con il trascinante ritmo, i simpatici protagonisti e la storia, semplice ma convincente. Tutt’altri toni sono quelli di Manchester By The Sea, titolo impegnativo con protagonista un Casey Affleck nel ruolo della vita; parentesi buffe e problemi concreti puntellano un dramma umano che racconta il dolore nella sua forma più pura e totalizzante. Ha conquistato il premio del pubblico invece Captain Fantastic, film diretto da Matt Ross con Viggo Mortensen mattatore assoluto, in cui si raccontano le dinamiche di una famiglia atipica che però alla base si rivela sempre guidata dall’amore reciproco.

Festa di Roma 2016: il nostro speciale

Sempre di famiglia, sorrisi e lacrime, racconta The Hollars, diretto e interpretato da John Krasinski mentre tutt’altro genere sono i film d’animazione visti alla Festa di Roma 2016: Kubo e la Spada magica e Louise en Hiver. Da una parte la stop-motion della Laika, dall’altra la poesia della tradizione con colori pastello, i due film sono una tappa obbligatoria per chi ama le storie animate.

Chicche insolite e originali sono invece altri due film, che la Festa ha portato a Roma. Hell or High Water è una sorta di western atipico, con protagonisti Ben Foster e Chris Pine, ma anche un Jeff Bridges in gran forma, nei panni di un saggio e scafato Texas Ranger. Per chi invece ama lo zombie movie, è obbligatorio recuperare, semmai arriverà nelle nostre sale, Train to Busan!

Trai film che sicuramente vedremo in sala e che si posizionano in uno spazio più canonico della narrazione cinematografica, segnaliamo Florence Foster Jenkins, con Meryl Streep nei panni della cantante lirica più stonata della storia, e Lion, un’epopea sulla ricerca della propria casa di un giovane indiano adottato da una coppia di australiani, basato su una storia vera.

Ogni festival che si rispetti ha i suoi titoli che “dividono” e la Festa di Roma non fa eccezione, per cui Cinefilos.it si schiera anche dalla parte di due film che all’Auditorium hanno particolarmente diviso: Una e The Secret Scripture, entrambi con protagonista Rooney Mara.

Perché i festival, le kermesse, le rassegne e le feste di cinema servono anche e soprattutto a questo: a incontrarsi, a discutere, a confrontarsi, a mettere persone diverse di fronte alle stesse opere per scoprire in quanti modi un film, che si spera sempre sia anche un’opera d’arte, riesce a catturare l’attenzione del singolo spettatore, critico, appassionato.

Festa di Roma 2016: Ralph Fiennes, Juliette Binoche e Kristin Scott Thomas sul red carpet – foto

Ralph Fiennes, Juliette Binoche e Kristin Scott Thomas hanno sfilato sul red carpet di chiusura della Festa di Roma 2016. La Manifestazione cinematografica romana ha ospitato il trio di attori straordinari che hanno partecipato all’omaggio che la Festa ha riservato a Anthony Minghella e al suo film premio Oscar Il Paziente Inglese, di cui quest’anno ricorre il ventesimo anniversario.

Ecco Ralph Fiennes, Juliette Binoche e Kristin Scott Thomas sul tappeto rosso dell’Auditorium:

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Ralph Fiennes presenta Il Paziente Inglese

Il paziente inglese (The English Patient) è un film del 1996 diretto da Anthony Minghella, tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore canadese Michael Ondaatje. Il paziente inglese è uno dei film più premiati della storia, mantenendo il record con Gigi di Vincente Minnelli e L’ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci per aver vinto ben 9 Oscar nel 1997, oltre a 2 Golden Globe e 6 BAFTA mentre l’attrice Juliette Binoche fu premiata con l’Oscar (attrice non protagonista) e l’Orso d’Argento a Berlino come miglior attrice.

Festa di Roma 2016: Lion, recensione del film con Dev Patel

Festa di Roma 2016: Lion, recensione del film con Dev Patel

Annunciandosi come uno dei protagonisti della prossima stagione dei premi a Hollywood, Lion fa parte della selezione ufficiale della Festa di Roma 2016. Diretto da Garth Davis, il film vede protagonista Dev Patel (The Millionaire) affiancato da Rooney Mara, Nicole Kidman e David Wenham.

Il racconto è basato sulle memorie di Saroo Brierley che ripercorre la straordinaria vicenda che lo ha visto protagonista: all’età di 5 anni Saroo sale per sbaglio su un treno che lo conduce a Calcutta, lasciandosi alle spalle la famiglia e il piccolo villaggio indiano dove è nato. Sperduto nella caotica metropoli, Saroo viene portato in un centro di accoglienza per orfani e poi adottato da una benestante coppia australiana. All’età di 25 anni, il bimbo ormai uomo ha scordato il suo passato. Ma basta un profumo, un sapore, come per Proust e le madeleine, a fargli ricordare una vita dimenticata. Il giovane uomo si mette così sulle tracce del suo villaggio e di sua madre.

Tratta da una storia vera, la vicenda di Lion è la classica storia che scalda il cuore, che sembra essere stata messa insieme da un abile sceneggiatore che conosce tutte le regole per portare sullo schermo una fiaba. Eppure, l’incredibile diventa molto più efficace di milioni di storie inventate quando viene portato al cinema e consegnato al grande pubblico, affamato di lieto fine.

Impostato come classico racconto hollywoodiano, farcito di personaggi buoni e di rassicuranti situazioni, nonostante la storia di fondo, Lion rivendica la sua bellezza nella prima parte, ambientata in  India, con protagonista lo straordinario Sunny Pawar, giovanissimo interprete di Saroo bambino, che con avidità scruta il mondo nuovo e caotico che si trova ad affrontare in completa solitudine, attraverso due occhi magnetici, dolci e curiosi. La seconda parte della storia, con Patel che occupa la scena, è quella con un ritmo cinematograficamente più incalzante ma allo stesso tempo meno originale.

lion

Toccando temi importanti come l’importanza delle radici e della famiglia, Lion ha anche il pregio di offrire a Nicole Kidman uno dei suoi migliori ruoli dai tempi di Fur (2006) e di rinnovare l’immagine di Dev Patel come attore versatile e finalmente libero dalla “condanna” del suo ruolo più famoso.

Il film di Davis è senza dubbio un prodotto per il grande pubblico, una storia confortante e un baluardo di gioia in un mondo dove la tragedia è effettivamente imperante. Nonostante l’insito atteggiamento di superiorità nei confronti di un racconto così “buono”, anche lo spettatore più cinico ha bisogno, di tanto in tanto, di una calda pacca sulla spalla.

Al Final del Túnel: recensione del film di Rodrigo Grande

Al Final del Túnel: recensione del film di Rodrigo Grande

Un martellante jazz ci accoglie dalle prime scene e ci accompagna con ritmo nella storia thriller di Al Final del Túnel, una co-produzione spagnola e argentina per la regia di Rodrigo Grande con Leonardo Sbaraglia, Clara Lago e Pablo Echarri, che figura anche tra i produttori. Presentato alla Festa del Cinema di Roma in Selezione Ufficiale e accolto da stampa e pubblico con applausi a scena aperta, risate e reazioni di sorpresa, il film è senza dubbio tra i più originali in concorso.

Joaquín (Leonardo Sbaraglia) è un ingegnere informatico costretto su una sedia a rotelle in una grande casa dove si sente il peso di una vita precedente. Costretto dai debiti, decide di affittare una stanza alla ballerina Berta (Clara Lago) e sua figlia Betty (Uma Salduende), che da due anni ha smesso di parlare. Una notte, mentre sta lavorando, Joaquín sente dei rumori sospetti dall’altro lato della parete e in breve tempo, grazie alla sua manualità tecnologica, riesce origliare la conversazione e a vedere tramite una microcamera cosa sta succedendo nel seminterrato accanto. Scopre così che una banda di delinquenti, guidati da Galereto (Pablo Echarri), sta scavando un tunnel per arrivare alla banca dall’altro lato della strada e fare un grosso colpo aiutati da un poliziotto corrotto. Sommerso dai debiti, Joaquín decide di scavare un entrata alternativa per batterli sul tempo nella rapina. Ma se l’ostacolo della sedia a rotelle potrebbe sembrare il più grande, la storia si complica quando scopre che Berta non è solo una ballerina…

Commedia, thriller, crime e anche momenti da classico film horror confluiscono in Al Final del Túnel, tra colpi di scena e svolte decisamente sorprendenti e originali che stupiscono fino all’ultimo minuto. Rodrigo Grande si districa in riprese difficili nel tunnel, tenendo alta la suspance dietro al protagonista paraplegico che, se di aspetto ci ricorda un George Clooney argentino, nelle azioni sembra più un incrocio tra MacGyver e il Tom Cruise di Mission Impossible. Non c’è solo mera tensione e urgenza di sopravvivere a degli eventi che si evolvono come schegge impazzite, ma grazie anche ad una sceneggiatura brillante, il regista riesce ad indagare nel modo giusto nella psiche dei protagonisti, dalla condizione “intrappolata” di Joaquín, ai conflitti interni di Berta, fino ai misteriosi silenzi di Betty.

 

Marvel: Stan Lee rivela il suo cameo preferito, vorrebbe più spazio

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Manca davvero pochissimo per il debutto al cinema del nuovo film Marvel Studios, Doctor Strange e in attesa di scoprire come sarà il nuovo cameo di Stan Lee, il papà dei Marvel Comics ha rivelato in una recente intervista quale sia il suo cameo preferito:

“Erano tutti divertente da fare, ma il mio preferito è quello in cui sto con Thor e beviamo qualcosa. Gli chiedo  un drink e lui dice, “No, è troppo forte per te.” Ma io insisto, e lui me lo dà. Nella scena successiva, mi stanno trascinando via, e poi dico ‘Excelsior!”

Marvel: Stan Lee rivela i camei in arrivo

Stan Lee ha poi continuato rivelando la ragione del perché questo cameo in particolare sia il suo preferito: “La ragione per cui sia il mio preferito è perché è l’unico con due scene. Quindi, penso che sia un suggerimento ai registi d’ora in poi, voglio apparire almeno in un paio di scene”.

Che dire, nel futuro vedremo più scene insieme al grande Stan Lee? noi ce lo auguriamo.

MarvelVi ricordiamo che il prossimo film in arrivo sarà Doctor Strange che debutterà al cinema il 26 Ottobre 2016. Dirige Scott Derrickson da una sceneggiatura di Jon Aibel e Glenn Berger, rimaneggiata da Jon Spaihts. Nel cast del film al fianco del protagonista Benedict Cumberbatch sono stati confermati Tilda SwintonRachel McAdams Chiwetel Ejiofor.

Dai Marvel Studios arriva la storia del neurochirurgo di fama mondiale, il Dottor Stephen Strange, che viene derubato dell’uso delle sue preziose mani a seguito di un terribile incidente d’auto. Quando la medicina tradizionale lo tradisce, Strange decide di rivolgere le sue speranze di guarigione altrove, verso un mistico ordine noto come Kamar-Taj. Qui scoprirà che non si tratta solo di un centro di guarigione, ma anche di un avanposto che combatte delle forze oscure e sconosciute che vogliono distruggere la nostra realtà. Strange dovrà quindi scegliere, armato di un nuovo potere e nuove capacità, se tornare alla sua vita di successi e agi o se lasciarsi tutto alle spalle e ergersi contro il male.

Produttore del film, Kevin Feige, con Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan Lee e Stephen Broussard come produttori esecutivi.

Festa di Roma 2016: a lezione di stop motion con Stefano Bessoni

Festa di Roma 2016: a lezione di stop motion con Stefano Bessoni

In occasione dell’undicesima Festa del Cinema di Roma e della presentazione di Kubo e La Spada Magica, il nuovo film della Laika, il filmmaker, illustratore ed esperto d’animazione Stefano Bessoni è salito in cattedra e ci ha regalato una piccola lezione introduttiva sulla stop motion.

stefano bessoni kubo e la spada magica

Kubo e la Spada Magica: alla Festa di Roma l’incontro sulla stop motion con Stefano Bessoni

Questa tecnica, considerata per decenni poco adatta ai film d’animazione commerciali – come quelli della Disney – negli ultimi anni ha visto accrescere invece la sua popolarità tra il pubblico grazie soprattutto al genio di Tim Burton che ha saputo dimostrare la validità e soprattutto la versatilità della stop motion. Ma a dare un contributo fondamentale è stata la casa di produzione Laika, fondata nel 2005 da Travis Knight, figlio di Philip Knight, fondatore e proprietario della famosa multinazionale di calzature Nike. In soli undici anni di attività, la Laika è riuscita a produrre ben quattro lungometraggi d’animazione in stop motion che hanno ottenuto tutti un grandissimo successo. Dopo aver co-prodotto La Sposa Cadavere con la Tim Burton Production, l’azienda di Knight ha sfornato nel 2009 quel piccolo gioiellino dark di Coraline e La Porta Magica; a questo primo ‘tentativo’ sono seguiti Paranorman (2012), Boxtrolls – Le Scatole Magiche (2014) – presentato in anteprima alla settantunesima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia – e in ultimo Kubo e La Spada Magica che dei quattro è il lungometraggio che ha richiesto un lavoro maggiore e che porta la tecnica a un livello stilistico superiore. Il perché ce l’ha spiegato nel dettaglio proprio Stefano Bessoni.

kubo e la spada magica

Questa tecnica – che si differenzia da quella più tradizionale del disegno bidimensionale e da quella più moderna del digitale – permette la ricostruzione di un’azione catturando ogni singolo momento del movimento in un frame corrispondente; a differenza dell’animazione tradizionale, dove ogni singola variazione viene fotografata e poi riposizionata in sequenza, con la stop motion è possibile invece utilizzare soggetti tridimensionali e snodati. Tra le varie tecniche utilizzate – ricordiamo la claymation che utilizza pupazzi in plastilina (Wallace and Gromit), la bidimensionale cutout animation che utilizza ritagli di giornale o di stoffe come in un collage (South Park) e la object animation che utilizza oggetti di uso quotidiano (Lego Movie) – quella più comune è sicuramente la puppet animation, quella cioè che si serve dei burattini. A partire dalla fabbricazione di questi piccoli esserini di gomma con un complesso scheletro in alluminio – metallo estremamente duttile che permette ogni movimento -, il processo creativo di intere scene o azioni porta via un’enorme quantità di tempo e denaro; un singolo burattino può infatti costare dai 1000 ai 50mila dollari e mediamente, in una sola settimana di lavoro, si realizzano dai 10 ai 20 secondi di animazione, un’inezia se si pensa alla durata complessiva di un film. Creare un lungometraggio interamente in stop motion non richiede quindi solo una discreta quantità di denaro ma anche grande pazienza e dedizione.

stop motion

Secondo Stefano Bessoni, tra i film della Laika, Kubo e La Spada Magica viene considerato il più innovativo e degno di nota proprio per la qualità delle animazioni che sono le più complesse finora realizzate. Solitamente, per i film in stop motion, si cerca di rendere le animazioni quanto più semplici possibile proprio per evitare la dilatazione dei tempi di pre-produzione; in Kubo invece ci sono burattini – che di solito sono alti appena trenta centimetri e che sono quindi facilmente manovrabili – che possono arrivare a tre metri d’altezza e che hanno richiesto mesi e mesi di lavoro. Sì perché per ogni burattino esistono un’infinità di ‘pezzi di ricambio’; per rendere realistici e meno complessi alcuni movimenti, elementi come i capelli, vestiti e le singole parti del viso, vengono riprodotti in serie e sostituiti quando la situazione lo richiede.

Kubo e La Spada Magica

Ma quello che salta quasi subito all’occhio in Kubo è la ‘pulizia’ dell’animazione stessa; stop motion e digitale, pur essendo tecniche di natura opposta, si trovano spesso a lavorare in sincrono per rendere il prodotto finito ancor più raffinato. Questo processo, che per alcuni viene considerato un passo in avanti nell’evoluzione dell’animazione stop motion, a lungo andare potrebbe modificare e quasi stravolgere la natura grezza e imprecisa ma così terribilmente affascinante di questa tecnica animata che affonda le sue radici in un terreno cinematografico davvero molto antico.

https://www.youtube.com/watch?v=a3VhSsdoQ-0

Deadpool 2: Tim Miller abbandona la regia del sequel

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Arriva da Variety la notizia che il regista Tim Miller ha abbandonato la regia di Deadpool 2, l’atteso sequel del cinecomic con Ryan Reynolds.

La fonte riporta che il regista ha abbandonato il progetto per divergenze creative con il protagonista Reynolds.

Al momento non sappiamo chi sostituirà Miller alla regia. Vi terremo aggiornati su tutti i dettagli.

Deadpool 2: le riprese a inizio 2017?

Deadpool ha incassato 363 070 709 dollari in Nord America e 417 408 522 dollari nel resto del mondo, per un totale mondiale di 780 479 231 dollari. Deadpool è stato accolto generalmente bene dalla critica, soprattutto grazie alla recitazione di Ryan Reynolds e alla comicità pungente e ironica della sceneggiatura.

Negli Stati Uniti d’America, Deadpool ha stabilito un nuovo record, diventando il film vietato ai minori ad incassare di più ($132.4 milioni) nel week-end d’apertura, per un esordio totale di $264.7 milioni, dietro solo a Cinquanta sfumature di grigio per quanto riguarda i film rated R.

Fonte: Variety

Festa di Roma 2016: Ralph Fiennes ricorda Anthony Minghella e l’esperienza ne Il Paziente Inglese

A vent’anni dal trionfo agli Oscar e dall’uscita in sala, Il Paziente Inglese è ancora un classico del cinema mondiale, opera famosissima e di grande successo di Anthony Minghella. In occasione della celebrazione del ventesimo anniversario del film, Ralph Fiennes, che nel film interpreta il protagonista Laszlo de Almásy, ha raccontato la sua esperienza sul set con Minghella e il suo ricordo di quella straordinaria esperienza.

“Lavorare con Anthony è stata un’esperienza indimenticabile. Tutti ricorderemo per sempre il suo spirito di collaborazione e il modo in cui coltivava le abilità di ognuno, di ogni attore, valorizzando l’effettivo valore di ogni persona che lavorava con lui, e solo così riusciva ad ottenere un’atmosfera di collaborazione effettiva, come esseri umani e come artisti. Sono estremamente grato per questa proiezione speciale questa sera, perché così possiamo ricordare il suo straordinario spirito (…) Tutti i collaboratori del film non sono stati coinvolti nella visione del regista, ma sono stati davvero a parte di quella visione. Lui ha fatto sentire alle persone coinvolte il valore del loro lavoro.”

In che modo Il Paziente Inglese ha cambiato la sua carriera d’attore?

“Sì, come dicevo, questo film ha significato moltissimo per me, ma non solo per me, ha cambiato la vita di tutti quelli che ci hanno lavorato, e questo proprio per causa e grazie a Anthony, grazie al suo spirito.”

Il film è stato girato anche in Italia. Cosa ricorda di quell’esperienza?

“Ricordo bene le riprese a Cinecittà, dove abbiamo girato per tre settimane tutti gli interni del monastero e dove io ero sempre coperto dal trucco che ricreava la ustioni. Poi ci siamo spostati a Pienza, era credo ottobre, la stagione dei tartufi. E poi la Toscana e ci siamo spostati al Lido di Venezia, dove abbiamo creato la scena dell’albergo al Cairo. Lì abbiamo girato la scena del ballo che si vede in ogni trailer del film, con me e Kristin. E quella scena mostra la vera tenacia di Minghella perché ha insistito a realizzare una scena che potesse mostrare la reazione chimica trai due personaggi. E credo che non sarebbe venuta così bene se lui non avesse costretto tutti a rifarla il giorno dopo la prima ripresa.”

Il film ha vinto 9 premi Oscar, diventando il protagonista di tutta la stagione del premi del 1997. Cosa ricorda di quella notte?

“Ricordo la notte degli Oscar, è stata magnifica. È buffo che in queste situazioni io sono sempre super nervoso, anche se quella volta fu un trionfo per tutti, per Anthony e anche per Juliette (Binoche, che vinse l’Oscar per la migliore non protagonista, ndr).”

Ralph FiennesLa sua carriera ha dimostrato che Ralph Fiennes è capace di affrontare qualsiasi tono e personaggio. Come sceglie le parti da interpretare?

“Ogni ruolo è una sfida, se un attore riesce a esprimere diversi livelli di emozione è importante ma allo stesso tempo è anche grazie ai registi che si ha la possibilità di approcciarsi a ruoli differenti. In A Bigger Splash per esempio facevo un personaggio un po’ più leggero, ma è un ruolo che è venuto da me e sta ai registi offrirti questi ruoli.”

The LEGO Batman Movie: Ralph Fiennes è Alfred

La Tortue Rouge: recensione del film Studio Ghibli

La Tortue Rouge: recensione del film Studio Ghibli

Dopo essere stato molto apprezzato allo scorso festival di Cannes arriva alla Festa del Cinema di Roma La Tortue Rouge di Michaël Dudok de Wit, un particolare film d’animazione senza alcun dialogo e prodotto anche da Studio Ghibli.

È la storia di un uomo che scampa miracolosamente a un naufragio e approda su un isola tropicale deserta, ma piena di piante e animali. L’uomo non si perde d’animo e sopravvive grazie a tutto quello che quell’atollo sperduto riesce a regalargli. Tenta però più volte di fuggire e di tornare alla civiltà, costruendosi una zattera con il bambù. Ma ogni volta che si allontana dall’isola qualcosa distrugge la sua imbarcazione, costringendolo a tornare.

Quando l’uomo scopre che è una gigantesca tartaruga marina rossa a ostacolarlo si avventa su di lei e con rabbia la ribalta, abbandonandola sulla spiaggia a morire. Dopo qualche ora però si pente del suo gesto violento e avventato e tenta inutilmente di farla riprendere. Ma quando la creatura sembra ormai completamente priva di vita, il carapace si spacca e suo il corpo si trasforma in quello di una bellissima ragazza dai lunghi capelli rossi.

La Tortue Rouge è un film estremamente raffinato

La tortue rouge

Michaël Dudok de Wit realizza un film estremamente raffinato, dalla grafica essenziale e di grande rigore stilistico. Gioca con i colori tenui che costituiscono una pacata tavolozza, assai efficace a sintetizzare l’essenza di un isola tropicale e arriva addirittura a desaturare quasi completamente le scene notturne, creando un interessante contrasto espressivo tra giorno e notte. Rinuncia completamente alle parole e si abbandona ai suoni, ai rumori, ai versi dei tanti animali e al commento musicale.

Pur nella drammaticità della storia, in La Tortue Rouge non mancano spunti di pacata ironia, che rendono godibile la narrazione, senza mai perdere di eleganza, come le tante piccole avventure che vivono i granchi che popolano la spiaggia.

Si afferrano i tanti temi importanti che sono alla base, come l’istintività umana, la lotta tra uomo e natura e di come siano fragili gli equilibri tra le due parti, e anche la famiglia, intesa come meccanismo fondamentale della ciclicità della vita, ma rimangono aperte tante interpretazioni. Forse qualche chiave di lettura in più non avrebbe certamente guastato in questa toccante fiaba moderna che ha il sapore di un sogno fatto addormentandosi in riva al mare.

Keeping Up With the Joneses: nuova clip con Gal Gadot

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Keeping Up With the Joneses: nuova clip con Gal Gadot

Non c’è solo Wonder Woman per Gal Gadot. L’attrice lavora a diversi progetti, tra i quali Keeping Up With the Joneses, commedia diretta da Greg Mottola e prodotta da Walter Parkes e Laurie MacDonald. La pellicola arriverà nei cinema americani il 21 novembre. Ecco l’ultima clip del film.

https://www.youtube.com/watch?v=FsDze75cvZ4&feature=youtu.be&a

Oltre a Gal Gadot, il cast comprende anche Zach Galifianakis, Jon Hamm e Isla Fisher.

Keeping Up With the Joneses ha come protagonista una normale coppia benestante della periferia americana, la cui vita viene stravolta dall’arrivo dei nuovi vicini di casa sexy e carismatici. La coppia diviene sospettosa, comincia a spiare i nuovi arrivati e ben presto scopre che in realtà i due sono agenti in missione sotto copertura.

Fonte: YT Joblo

Doctor Strange: nuova clip e spot esteso del film con Benedict Cumberbatch

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Manca veramente poco all’uscita di Doctor Strange, l’attesissimo nuovo film Marvel Studios in uscita il 26 ottobre. Walt Disney Pictures ha intanto diffuso una nuova clip e uno spot tv esteso del film con protagonista Benedict Cumberbatch.

https://www.youtube.com/watch?v=yj96BTSJ8yE

https://www.youtube.com/watch?v=MTeH8xoXdHs

Doctor Strange: il trailer italiano del film con Benedict Cumberbatch

L’uscita di Doctor Strange è prevista per il 26 Ottobre 2016. Dirige Scott Derrickson da una sceneggiatura di Jon Aibel e Glenn Berger, rimaneggiata da Jon Spaihts. Nel cast del film al fianco del protagonista Benedict Cumberbatch sono stati confermati Tilda SwintonRachel McAdams Chiwetel Ejiofor.

Doctor StrangeDai Marvel Studios arriva la storia del neurochirurgo di fama mondiale, il Dottor Stephen Strange, che viene derubato dell’uso delle sue preziose mani a seguito di un terribile incidente d’auto. Quando la medicina tradizionale lo tradisce, Strange decide di rivolgere le sue speranze di guarigione altrove, verso un mistico ordine noto come Kamar-Taj. Qui scoprirà che non si tratta solo di un centro di guarigione, ma anche di un avanposto che combatte delle forze oscure e sconosciute che vogliono distruggere la nostra realtà. Strange dovrà quindi scegliere, armato di un nuovo potere e nuove capacità, se tornare alla sua vita di successi e agi o se lasciarsi tutto alle spalle e ergersi contro il male.

Produttore del film, Kevin Feige, con Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan Lee e Stephen Broussard come produttori esecutivi.

All We Had: poster del film diretto da Katie Holmes

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All We Had: poster del film diretto da Katie Holmes

Gravitas Ventures ha pubblicato il primo poster di All We Had, film interessante soprattutto perchè vedrà l’esordio alla regia di Katie Holmes. Ve lo mostriamo.

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Nel cast ovviamente Katie Holmes (Ray Donovan, Batman Begins), Stefania Owen (The Carrie Diaries), Luke Wilson (Roadies), Richard Kind (Inside Out), Mark Consuelos (Queen of the South), Judy Greer (Ant-Man) ed Eva Lindley (Mr. Robot).

Per quindici anni, Ruthie Carmichael (Stefania Owen) e la sua giovane madre, Rita (Katie Holmes), non hanno mai avuto una vita stabile. Fuggendo ultimo fidanzato di Rita, si trovano a vivere nella loro auto, che viaggia verso est alla ricerca di una vita migliore. Quando il denaro si esaurisce e la loro auto si rompe, le due rimangono bloccate in una piccola città, dove Rita finalmente trova un lavoro stabile come cameriera al Tiny, un ristorante locale dove si comincia a creare un ambiente familiare, soprattutto grazie al cuore tenero di Marty (Richard Kind), il proprietario della tavola calda, e Pam (Eva Lindley), una cameriera transessuale con grandi sogni che diventa la più cara amica di Ruthie.

Katie Holmes dirige da una sceneggiatura di Josh Boone e Jill Killington, tratta dal romanzo di Annie Weatherwax. Il film sarà distribuito negli Stati Uniti a partire dal 9 dicembre.

Fonte: CS

Festa di Roma 2016: 2Night recensione del film di Ivan Silvestri

Festa di Roma 2016: 2Night recensione del film di Ivan Silvestri

Il giovane regista Ivan Silvestrini ha presentato il film 2night nella sezione Panorama di Alice nella Città alla Festa del Cinema di Roma 2016. 

2Night è un intimo passo a due tra due anime che si incontrano in una notte romana e che con lo scorrere delle ore iniziano a conoscere meglio l’altro ma anche se stessi. La storia viene portata in scena da due volti nuovi e freschi alla loro prima prova da protagonisti, Matilde Gioli e Matteo Martari, che si sono caricati sulle loro spalle tutto il peso del film, “permettendo” solo ad un altra persona di interferire.

Due personaggi senza nome, un Lui e una Lei, si incontrano per caso in un locale di Testaccio, lei velocemente gli fa capire che è disponibile e senza tante spiegazioni inizia la loro notte in macchina. In una Roma illuminata solo dai tipici lampioni gialli, in un orario imprecisato con la città che dorme, i due protagonisti iniziano a conoscersi tra botta e risposta in una macchina che diventa tutto il loro mondo. Lei è esuberante, non la smette mai di parlare, indipendente e senza peli sulla lingua, Lui invece è silenzioso, insicuro, nasconde qualcosa ma è molto incuriosito da lei e per questo le permette di condurre il gioco. Arrivati sotto casa di lei al Pigneto, inizia la ricerca per un parcheggio e questo li porterà a condividere più momenti, pensieri e fragilità di quello che avevano pensato, trasformando quello che era iniziato come una notte di divertimento in un modo per conoscere l’altro nel profondo.

2night-poster2night è il remake di un film Israeliano, dove due sconosciuti cercano parcheggio nella caotica Tel Aviv, imparando a conoscersi. L’interessante idea ripresa da Silvestrini si adatta bene alla città di Roma, mettendola in risalto attraverso riprese innovative e ben studiate, ad esempio quelle negli stretti spazi della macchina,(chi conosce Roma però, noterà che spesso e volentieri i protagonisti guidano nel verso opposto rispetto alla loro meta, ma concediamoglielo… non sono romani!).

L’automobile diventa sin da subito un piccolo mondo dove i protagonisti imparano a muoversi, a conoscersi e anche a maturare in poche ore, un espediente che permette di focalizzarci su di loro per conoscerli e creare la giusta connessione con lo spettatore. Matilde Gioli interpreta un personaggio al limite dell’insopportabile, ma lo interpreta bene, facendone trasparire tutte le sfumature e fragilità dietro la maschera e Matteo Martari, con la sua voce profonda da rubacuori e viso interessante, si conferma uno degli attori della nuova generazione da tenere d’occhio.

2Night però non convince del tutto, facendo subentrare la noia nei momenti in cui la faccenda si fa troppo seria o meglio i protagonisti si prendono troppo sul serio, rovinando con pensieri troppo profondi una cosa, in fin dei conti, semplice.

The Ivory Game: trailer e poster del documentario prodotto da Leonardo DiCaprio

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Netflix ha pubblicato online trailer e poster di The Ivory Game, che sarà rilasciato presso il Centro IFC di New York e su Netflix venerdì 4 novembre.

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Dal produttore esecutivo Leonardo DiCaprio, The Ivory game è un thriller documentario, che esplora l’oscuro traffico di avorio. Il premiato regista Richard Ladkani e il regista candidato all’Oscar, Kief Davidson, hanno girato sotto copertura per 16 mesi, in Cina e Africa. Con loro si è impegnato un team di agenti dei servizi segreti, attivisti sotto copertura, ranger e appassionati, per infiltrarsi nella corrotta rete mondiale del traffico di avorio.

Una produzione firmata Terra Mater Film Studios e Vulcan Productions, il documentario segue i bracconieri alla ricerca dell’oro bianco di avorio. Il film diventa un urgente campanello d’allarme, che ricorda come il tempo ormai stringa per gli elefanti africani, che si stanno pericolosamente avvicinando all’estinzione.

Altri produttori esecutivi sono stati Joanne Reay, Dinah Czezik-Müller, Paul G. Allen, Carole Tomko, Adam Del Deo, Lisa Nishimura e Jennifer Davisson. Wolfgang Knöpfler, Walter Kohler e Kief Davidson sono produttori.

Fonte: CS

Animali Fantastici: Tuono Alato nella copertina di Empire

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Animali Fantastici: Tuono Alato nella copertina di Empire

Manca ormai meno di un mese all’uscita in Italia di  Animali Fantastici e Dove Trovarli, la nuova saga magica pronta a conquistare tutti i fan di JK Rowling e Harry Potter. Intanto la pellicola si prende la copertina di Empire, dominata da una delle creature che vedremo nel film.

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La creatura in copertina è Tuono Alato (Thunderbird), da tenere in grande considerazione, visto che dona oltretutto il nome a una delle case della Scuola di Magia e Stregoneria di Ilvermorny. Tuono Alato prende il nome da una creatura che crea tempeste con le ali. Questa casa venne fondata da Chadwick Boot.

Animali Fantastici e Dove Trovarli: il fan event globale alla Festa di Roma

La sinossi: Animali Fantastici e Dove Trovarli inizia nel 1926 con Newt Scamander che ha appena terminato un viaggio in giro per il mondo per cercare e documentare una straordinaria gamma di creature magiche. Arrivato a New York per una breve pausa, pensa che tutto stia andando per il verso giusto, se non fosse per un No-Maj (termine americano per Babbano) di nome Jacob, una valigetta lasciata nel posto sbagliato, e per la fuga di alcuni degli Animali Fantastici di Newt, che potrebbero causare molti problemi sia nel mondo magico che in quello babbano.

La pellicola vedrà il debutto della scrittrice stessa, JK Rowling, come sceneggiatrice, affiancata da Steve Kloves, sceneggiatore dei film di Harry Potter. Alla produzione ci sarà David Heyman, mentre David Yates sarà il regista.

Fonte: CB

Anne Hathaway sul suo premio Oscar: “Ho finto di essere felice”

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Agli Oscar 2013, Anne Hathaway ha ritirato il suo annunciato Academy Award (aveva vinto tutti i premi di categoria durante la stagione dei premi dello stesso anno) per la migliore attrice non protagonista, grazie alla sua struggente interpretazione di Fantine in Les Misérables.

Adesso però l’attrice torna a parlare di quella notte, dichiarando al Guardian che non era affatto felice di quel riconoscimento.

“Sono dovuta stare in piedi di fronte a quelle persone e sentire qualcosa che in realtà non sentivo – ha dichiarato Anne Hathaway – Sembra una cosa ovvia, vinci un Oscar e dovresti esserne felice. Non mi sono sentita felice. Mi è sembrato sbagliato che io stessi in piedi in un abito che costava di più di quello che molte persone vedranno mai nella loro intera vita e vincere un premio per aver interpretato un dolore che fa parte davvero della collettività degli esseri umani.”

“Ho provato a fingere di essere felice – ha continuato l’attrice – Questa è la verità e questo è accaduto. Fa schifo. Ma quello che si impara da queste esperienze è che se senti di poter morire dall’imbarazzo, in realtà non è possibile.”

Anne Hathaway tornerebbe nei panni di Catwoman

La dichiarazione sembra alquanto inaspettata, dal momento che la Hathaway ha sempre dichiarato, in precedenza, di aver sempre sognato di interpretare Fantine nella storia di Victor Hugo. Che ve ne pare?

Fonte: Variety

Avengers Infinity War: Cobie Smulders conferma la sua presenza

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Avengers Infinity War: Cobie Smulders conferma la sua presenza

Mancano ancora due anni di attesa per potere ammirare sul grande schermo Avengers Infinity War. Intanto continuano ad arrivare conferme sul cast. L’ultima durante una recente intervista con Jimmy Kimmel, nella quale Cobie Smulders ha confermato la sua presenza nel terzo film dei Vendicatori.

Vi ricordiamo che Cobie Smulders interpreta Maria Hill nei film Marvel Cinematic Universe. L’attrice ha dunque confermato la sua presenza in Avengers: Infinity War. Ecco il video dell’attrice da Jimmy Kimmel:

https://www.youtube.com/watch?v=vV0UGoEBY8I

In questi giorni ritroveremo Cobie Smulders nel cast di Jack Reacher 2, il cui titolo ufficiale sarà Jack Reacher Never Go Back, accanto a Tom Cruise.

Per quanto riguarda Avengers Infinity War, la pellicola arriverà al cinema il 4 Maggio 2018. Christopher MarkusStephen McFeely si occuperanno della sceneggiatura del film, mentre la regia è affidata a Anthony e Joe Russo.

Fonte: CBM

Train to Busan: recensione del film di Yeon Sang-Ho

Train to Busan: recensione del film di Yeon Sang-Ho

Un treno parte la mattina presto da una stazione di Seoul, diretto verso Busan. A bordo, passeggeri di ogni tipo pronti ad affrontare un viaggio: ma nessuno di loro è pronto a fronteggiare un’epidemia di zombie che sta contagiando le città dell’intera Corea del Sud e che li raggiunge fin sopra il loro treno, ultimo baluardo per la loro sicurezza che adesso dovranno essere pronti a difendere ad ogni costo. Questa è la trama dell’adrenalinico Train to Busan, film sudcoreano presentato stamattina alla Festa di Roma 2016 e che ha già battuto ogni record in patria, incassando 63,9 milioni di dollari e del quale è già stato annunciato un imminente remake ad opera della 20th Century Fox.

Uno zombie-movie atipico che riscrive, aggiornandola, la “genealogia” dei morti che ritornano, restituendone un immagine ben lontana dallo stereotipo americano (creato da Romero nel ’68) che li vuole lenti, inesorabili e affamati; in questo horror moderno i non – morti sono vittime di un contagio (partito da un senzatetto di Seoul), elemento che si ricollega ad una mitologia più contemporanea (sospesa sempre tra Romero e Resident Evil) dove la morte è una malattia, un male che mangia dall’interno e che spinge ad una insaziabile avidità di carne umana.

Train to BusanÈ comunque possibile interpretare Train to Busan attraverso una chiave di lettura alternativa che superi la brillante patina di suspense, action e orrore creata da  Yeon Sang-Ho: l’horror potrebbe semplicemente costituire una macabra allegoria della nostra società, divisa dall’eterna lotta di classe (tema presente anche in altri film asiatici di genere sci – fi, come Snowpiercer), dal consumismo dilagante, dall’alienazione e dall’egoismo pronti a diffondersi come una pandemia e a dividere le persone, allontanandole. Il treno è la vita stessa, scorre lungo i propri binari, è diviso in scompartimenti e i viaggiatori non si conoscono tra loro, evitando qualunque tipo di contatto durante il viaggio. Sottoporre questo ampio campionario d’umanità ad una causa esterna estrema (l’arrivo di un’apocalisse zombie) sovverte lo status quo di partenza e lo costringe a prendere delle decisioni drastiche, che spesso mettono in luce aspetti nascosti – positivi o negativi – delle svariate personalità.

Train to Busan si “nutre” della tensione, dell’adrenalina e dell’ansia che riesce a creare mentre sinuosamente fa scivolare lo spettatore in un orribile incubo che sarà costretto ad ammirare, con stupore sempre più crescente, ad occhi aperti seduto sulla propria poltroncina.

Festa di Roma 2016: Captain Fantastic con Viggo Mortensen vince il premio del pubblico

All’undicesima edizione della Festa del cinema di Roma trionfa Captain Fantastic (recensione), secondo lungometraggio firmato da Matt Ross, già interprete per registi del calibro di Martin Scorsese, Terry Gilliam e John Woo. 

Dunque, il pubblico premia la genuinità e lo spirito autopico del film con protagonista uno straordinario Viggo Mortensen.

Guarda il trailer del film con Viggo Mortensen

Captain Fantastic è un film che attraversa i generi, in grado di alternare sequenze spassose a momenti di pura commozione, anche grazie alla straordinaria interpretazione di Viggo Mortensen, uno degli attori più amati del cinema americano per i suoi ruoli ne Il Signore degli Anelli, A History of Violence e La promessa dell’assassino, che gli è valso la candidatura all’Oscar come miglior attore protagonista. Mortensen interpreta Ben, un padre che vive isolato con sua moglie e i sei figli nelle foreste del Nord America: una tragedia li costringerà ad affrontare il mondo esterno e un sistema di valori completamente diverso.Captain Fantastic sarà nelle sale italiane a dicembre distribuito da Good Films.  Viggo Mortensen incontrerà sempre domani il pubblico per uno degli incontri ravvicinati più attesi di questa edizione.

 Captain Fantastic recensione del film

Leonardo DiCaprio attore e produttore del biopic su Sam Phillips

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Leonardo DiCaprio attore e produttore del biopic su Sam Phillips

Arriva dall’Hollywood Reporter  la notizia che Leonardo DiCaprio sarà la star del biopic dedicato all’imprenditore e produttore discografico statunitense Sam Phillips.

Il film si baserà sul libro “Sam Phillips: The Man Who Invented Rock ‘N’ Roll”, i cui diritti di sfruttamento sono stati acquistati dalla Paramount Pictures.

Oltre a interpretare Phillips, DiCaprio sarà anche il produttore del film grazie alla sua Appian Way. Tra i produttori figura anche Mick Jagger.

Sam Phillips è stato il produttore di star di successo come Elvis Presley, Ike Turner, Howlin’ Wolf, Jerry Lee Lewis e Johnny Cash.

Leonardo DiCaprio produrrà il film su Captain Planet

Fonte: CS

Avengers Infinity War: un altro personaggio di Doctor Strange nel film

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Sappiamo ormai da tempo che Benedict Cumberbatch tornerà a vestire i panni di Doctor Strange in Avengers Infinity War. Adesso, arriva la conferma che anche un altro membro del cinecomic di Scott Derrickson in arrivo in Italia il prossimo 26 ottobre seguirà lo Stregone Supremo nell’atteso film che vedrà riuniti sul grande schermo i più grandi supereroi della Marvel.

Si tratta di Benedict Wong, che in Doctor Strange interpreta il ruolo di Wong, il Maestro delle arti mistiche. In una recente intervista con ComicBook.com, infatti, lo stesso Wong ha dichiarato: “Sono davvero eccitato all’idea di tornare nei panni di Wong in Avengers Infinity War. Non vedo l’ora, ma per adesso è tutto quello che posso dirvi.”

È probabile che quello di Wong in Infinity War sarà quasi sicuramente un cameo, ma la conferma della sua presenza potrebbe far sperare anche in quella di altri personaggi, come L’Antico o Mordo.

Voi cosa ne pensate?

Avengers Infinity War

Avengers Infinity War arriverà al cinema il 4 Maggio 2018. Christopher Markus e Stephen McFeely si occuperanno della sceneggiatura del film, mentre la regia è affidata a Anthony e Joe Russo.

Avengers Infinity War: Benedict Cumberbatch conferma la presenza di Doctor Strange

Doctor Strange arriverà al cinema il 4 novembre 2016. Dirige Scott Derrickson da una sceneggiatura di Jon Aibel e Glenn Berger, rimaneggiata da Jon Spaihts. Nel cast del film al fianco del protagonista Benedict Cumberbatch sono stati confermati Tilda Swinton, Rachel McAdams e Chiwetel Ejiofor. Produttore del film, Kevin Feige, con Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan Lee e Stephen Broussard come produttori esecutivi.

Dai Marvel Studios arriva la storia del neurochirurgo di fama mondiale, il Dottor Stephen Strange, che viene derubato dell’uso delle sue preziose mani a seguito di un terribile incidente d’auto. Quando la medicina tradizionale lo tradisce, Strange decide di rivolgere le sue speranze di guarigione altrove, verso un mistico ordine noto come Kamar-Taj. Qui scoprirà che non si tratta solo di un centro di guarigione, ma anche di un avanposto che combatte delle forze oscure e sconosciute che vogliono distruggere la nostra realtà. Strange dovrà quindi scegliere, armato di un nuovo potere e nuove capacità, se tornare alla sua vita di successi e agi o se lasciarsi tutto alle spalle e ergersi contro il male.

Produttore del film, Kevin Feige, con Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan Lee e Stephen Broussard come produttori esecutivi.

Fonte: CBM

Justice League: Wonder Woman nella nuova foto ufficiale

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Justice League: Wonder Woman nella nuova foto ufficiale

Una nuova foto di Wonder Woman tratta da Justice League è stata diffusa online dopo che la supereroina è stata ufficialmente nominata Ambasciatrice Onoraria per l’Emancipazione delle Donne e delle Ragazze da parte delle Nazioni Unite.

Wonder Woman nominata Ambasciatrice delle Nazioni Unite

Per celebrare l’avvenimento, il regista Zack Snyder ha diffuso online una nuova bellissima immagine ufficiale di Gal Gadot nei panni della guerriera tratta proprio dal film che vedrà riuniti sul grande schermo i più grandi supereroi della DC.

Potete vederla di seguito:

Justice League

Justice League: Wonder Woman rivela com’è lavorare con Batman & co.

Tutte le news sul mondo dei film della DC COMICS nel nostro canale dedicata alla DC FILMS.

Sinossi: Alimentato dalla sua fede verso l’umanità, restaurata e ispirata dall’atto altruistico di Superman, Bruce Wayne chiede l’aiuto all’alleata, Diana Prince, per affrontare un nemico ancora più grande. Insieme, Batman e Wonder Woman lavoreranno velocemente per trovare e reclutare una squadra di metaumani per controbattere questa grande minaccia che li attende. Ma nonostante la formazione di una squadra di eroi senza precedenti composta da Batman, Wonder Woman, Aquaman, Cyborg e The Flash potrebbe già essere troppo tardi per salvare il pianeta da un attacco di proporzioni catastrofiche.

Ecco il primo trailer di Justice League dal Comic Con

Justice League sarà diretto ancora una volta da Zack Snyder ed è previsto per il 10 novembre 2017. Nel film vedremo protagonista Henry Cavill come Superman, Ben Affleck come Batman, Gal Gadot come Wonder Woman, Ezra Miller come Flash, Jason Momoa come Aquaman, e Ray Fisher come Cyborg. Nel cast confermati anche: Amber Heard, Amy Adams, Jesse Eisenberg, Willem Dafoe, J.K. Simmons e Jeremy Irons. I produttori esecutivi del film sono Wesley Coller, Goeff Johns e Ben Affleck stesso.

Fonte: CS

Chris Pine nel cast di Nelle Pieghe del Tempo di Ava DuVernay

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Chris Pine nel cast di Nelle Pieghe del Tempo di Ava DuVernay

Chris Pine si è unito ufficialmente al cast di Nelle pieghe del tempo (A Wrinkle in Time), adattamento cinematografico del romanzo di Madeleine L’Engle del 1962 che sarà diretto da Ava DuVernay, regista dell’acclamato Selma.

La notizia è stata diffusa dall’Hollywood Reporter, il quale annuncia che Chris Pine, visto di recente al cinema in Star Trek Beyond, interpreterà Mr. Murry, il padre della piccola protagonista del film, che avrà il volto di Storm Reid (12 anni schiavo, A Happening of Monumental Proportions).

Oltre a Chris Pine e Storm Reid, nel cast ci saranno anche Oprah Winfrey (che con la DuVernay aveva già lavorato proprio nel sopracitato Selma), il premio Oscar Reese Witherspoon (Walk the Line, Wild) e Mindy Kaling (The Mindy Project, The Office).

Nelle pieghe del tempo è il primo di quattro romanzi, la serie si intitola Time Quartet e gli altri romanzi della tetralogia si intitolano: A Wind in the Door, A Swiftly Tilting Planet e Many Waters. Nel 1989 la L’Engle ha pubblicato An Acceptable Time, che è considerato un quinto libro della stessa serie, anche se ambientato diverse generazioni dopo i primi quattro.

Chris Pine smentisce un insistente rumor su Wonder Woman

Di seguito la trama del romanzo Nelle Pieghe del Tempo:

Meg Murry, una ragazza di quattordici anni, è considerata dai suoi coetanei e dai suoi insegnanti una ragazza dal carattere irascibile e stupida, e a scuola non si inserisce bene. La sua famiglia riconosce i suoi problemi come una mancanza di maturità emozionale, ma la considera anche capace di grandi cose. La sua famiglia è composta dalla sua bellissima madre scienziata; da suo padre, anch’egli scienziato scomparso misteriosamente; dal fratello di cinque anni, Charles Wallace Murry — un super genio in erba – e da Sandy e Dennys Murry, i due gemelli atleti di dieci anni.

Il libro incomincia con “Era una notte buia e tempestosa”, un’allusione alle parole iniziali nel romanzo Paul Clifford di Edward George Bulwer-Lytton scritto nel 1830. Dopo un’altra brutta giornata di scuola Meg, non riuscendo a dormire si ritrova con il fratello Charles e la madre in cucina a bere latte. Vedono nel cortile una strana vecchia signora che sembra essersi persa, la fanno entrare per scaldarsi, perché nevica e inizia la conoscenza con la signora Cose’, una donna eccentrica, venuta ad abitare da poco in una casa loro vicina. Charles aveva già precedentemente fatto la sua conoscenza. Dopo aver asciugato i suoi piedi e dopo aver fatto uno spuntino di mezzanotte con Charles, Meg e la loro madre la signora Cosè inizia a dire a una già perplessa Dr. Murry che “esiste davvero una cosa tipo il TESP-ACT”. Subito dopo ciò Meg e Charles incontrano un ragazzo di nome Fort Calvin, anche lui dotato di un’intelligenza molto pronta e sveglia. È un ragazzo di ceto sociale elevato, che sebbene sia uno stereotipo del “grande ragazzo del campus” risulta essere entusiasta di unirsi ai ragazzi per incontrare più lontano la signora Cosè e le sue ugualmente eccentriche amiche signora Chi e Quale.

Cosè, Chi e Quale risultano essere creature trascendentali che trasportano Meg, Charles Wallace, e Calvin per le galassie con il TESP-ACT, che viene definito simile a “piegare” il tessuto dello spazio e del tempo. Le tre signore rivelano ai ragazzi che la galassia sta per essere conquistata da una nuvola oscura, che è la visibile manifestazione del male. Il padre scomparso di Meg stava lavorando per un progetto segreto del governo per ottenere un viaggio più veloce della luce attraverso il TESP-ACT, e accidentalmente finisce su Camazotz, un pianeta alieno che è all’interno della nuvola del male. I ragazzi scoprono anche che la Terra è parzialmente coperta dall’oscurità, sebbene grandi figure religiose, filosofi, artisti stiano combattendo contro di essa. Insieme con il fatto che la signora Cosè era una stella che ha smesso di essere una stella per salvare la Terra dal controllo dell’oscurità. I ragazzi giungono a Camazotz e salvano il padre di Meg che è stato imprigionato da un malvagio cervello senza corpo con potenti poteri telepatici, che gli abitanti di Camazotz chiamano “IT”. Charles Wallace è mentalmente chiamato da IT, ed è lasciato indietro quando gli altri scappano facendo un TESP-ACT attraverso la Cosa Nera e arrivano ad un pianeta abitato da bestie che non hanno la vista, ma sono dotate di intelligenza. Dopo un breve periodo di recupero, Meg è mandata indietro da sola su Camazotz essendole stato detto che è l’unica ad avere il potere per salvare Charles Wallace. Confrontandosi con IT, Meg si rende conto che può liberare suo fratello amandolo intensamente, perché l’amore è un’emozione che IT, nella sua malvagità non può capire. Charles Wallace viene liberato e tutti ritornano sulla Terra.

Fonte: CS

Freaks: il capolavoro maledetto di Tod Browning

Freaks: il capolavoro maledetto di Tod Browning

L’aggettivo “maledetto” viene solitamente impiegato per definire alcuni specifici prodotti culturali (nel nostro caso specifico di tipo filmico) che, per un motivo o per l’altro, fin dalle proprie origini possiedono la capacità di imprimersi indelebilmente nell’immaginario popolare più per la presunta aura di mistero e leggenda che vi aleggia attorno che per il loro effettivo contenuto. A tal proposito, ben poche di fatto appaiono le pellicole degne di poter essere definite “maledette”, come Freaks! alcune grazie a mitologici e inspiegabili accadimenti legati alla propria genesi produttiva – come nei casi al limite del perturbante de L’Esorcista (1973), Omen (1976) o Amytiville Horror (1979) –,  altri invece in seguito a celeberrimi e travagliati interventi censori che ne hanno visto in gran parte alterata (spesso irrimediabilmente) la propria forma, esattamente come Rapacità (1924) e Sul globo d’argento (1989) tristemente testimoniano.

Ma sopra ogni altro esempio possibile, proprio in quella perturbante twilight zone che unisce leggenda, verità e una gran dose d’immaginazione alimentata dal tempo e dalla mitomania cinefila ecco collocarsi Freaks, pellicola del 1932 divenuta nel corso degli anni un autentico fenomeno di culto, tanto negli ambienti underground quanto nelle cerchie di raffinati cultori della settima arte. Un film giustamente definito e definibile “maledetto” sia nelle peripezie che ne hanno visto la nascita che nelle vicissitudini a dir poco grottesche che ne hanno accompagnato la perpetrazione in questi ultimi ottant’anni.

La potenza culturale di Freaks

Per riuscire realmente a comprendere quale potenza culturale (e quale relativa eredità) possa mai sprigionarsi da un tale insieme di fotogrammi è bene procedere con ordine, in quanto, così come accade per ogni prodotto realmente definibile “artistico”, è dalla genesi dell’autore che si comprende e conseguentemente giunge a quella dell’opera. In questo caso la figura mitica chiamata in causa è quella di Tod Browning, giovane promessa della giovane Hollywood d’inizio ‘900 destinata a una rapida e strabiliante ascesa nel cinema appena istituzionalizzatosi così come  a un altrettanto repentino e inglorioso epilogo.

Cresciuto con una profonda ammirazione verso il mondo circense (esattamente come il futuro collega italiano Federico Fellini) e avendo avuto modo di avvicinarvisi per un certo periodo della propria scapestrata giovinezza, il giovane Tod (pseudonimo di Charles Albert Jr) si fa le ossa nel mondo del cinema direttamente alle dipendenze del leggendario regista David W. Griffith, per il quale svolge il triplice ruolo di assistente, attore e sceneggiatore nel capolavoro Intolerance del 1916, prima di muovere da solo i primi passi dietro la macchina da presa durante il periodo del muto grazie alla grande amicizia col produttore Irving Thalberg, all’epoca ai vertici della Universal Pictures. Ed è proprio per la casa di produzione fondata da Carl Laemmle che Browning realizza alcune pellicole caratterizzate da tematiche morbose e inquietanti che rivelano il suo peculiare gusto per un mondo malsano e perturbante nel quale i veri protagonisti sono quei “diversi” che popolavano di consueto i baracconi da fiera e le carovane circensi ancora a inizio XX° secolo.

Con Il trio infernale (1925) il regista narra ad esempio di un gruppo di furfanti grotteschi e disumani dediti al travestitismo, il cui leader è un nano vestito da neonato intento a fumare grossi sigari – diretto antenato del Baby Herman di Chi ha incastrato Roger Rabbit (1988), mentre con Lo sconosciuto (1927) si cimenta nella vicenda bohémien di un trapezista che decide di farsi amputare le braccia in modo da poter restare in compagnia di una giovane collega fobica degli abbracci maschili. Passando attraverso narrazioni tipicamente proto-orrorifiche quali Il fantasma del castello (1927) e trame poliziesche come quelle di La grande città (1928) Browning decide infine di dare una drastica svolta di qualità alla propria carriera approfittando della recente rivoluzione (e subito moda) del cinema sonoro dirigendo Dracula (1931), prima e ormai famosissima trasposizione filmica del romanzo di Bram Stoker caratterizzata da una messa in scena formalmente impeccabile ma eccessivamente statica e teatrale a causa dell’ingombro e delle difficoltà tecniche delle prime cineprese sonore, nella quale il volto del vampiro più famoso di tutti i tempi è quello della leggenda ungherese Bela Lugosi.

FreaksDopo aver diretto un’ultima pellicola drammatica incentrata sul mondo pugilistico dal titolo Iron Man (1931), l’ormai affermato cineasta di Louisville decide lasciare la Universal per seguire il suo amico e mentore Thalberg verso la MGM, ed è proprio in seno al più famoso studio hollywoodiano che egli medita di realizzare una pellicola interamente dedicata al mondo del circo e ai suoi abitanti più illustri, ovvero i cosiddetti “freaks” (dura e spregiativa terminologia anglosassone che sta a indicare tutti coloro che sono in qualche modo “strani” e “diversi”, spesso al limite del “mostruoso”), il tutto attraverso un ruvido e impietoso racconto di vendetta e fratellanza nel quale a vincere, questa volta, sono proprio coloro che il mondo è solito emarginare.

La vicenda, nella sua sconcertante crudezza e semplicità, è pesto esposta: in un circo ambulante caratterizzato dai più consueti e variegati “fenomeni da baraccone” (donne barbuta, gemelli siamesi, uomini senza arti, donne cannone ecc.) il nano Hans è fidanzato con la collega di spettacolo Frieda, me ben presto inizia a nutrire una forte attrazione per Cleopatra, splendida e altezzosa trapezista che è solita illudere il piccolo uomo per ottenere regali e favori economici. Grazie alla complicità del forzuto Ercole di cui è dichiaratamente invaghita, Cleopatra decide di sposare Hans, iniziando però un processo di sordido avvelenamento nei suoi riguardi con lo scopo di ereditarne la piccola fortuna. Venuti a conoscenza del terribile piano ordito dalla coppia, gli amici di Hans (i Freaks del titolo, così come li etichetta la trapezista in uno sfogo alcolico durante la grottesca festa di nozze) decidono di vendicarlo, accoltellando a morte Ercole e sfigurando orribilmente la bella Cleopatra, la quale sarà in seguito esposta al pubblico in qualità di “donna-gallina” durante i futuri spettacoli girovaghi della compagnia.

Se già di per sé un racconto del genere può risultare alquanto bizzarro e a dir poco estremo per gli standard del cinema americano dell’epoca già avviato verso l’imminente codice di autocensura (l’integerrimo “codice Hays”), ancora più azzardate – e in verità coraggiose – appaiono le scelte registiche impiegate da Browning nella realizzazione di un film che avrebbe sollevato un tale polverone mediatico da mettere in atto una delle più radicali e feroci campagna di boicottaggio e indignazione pubblica dell’industria del film.

Come prima cosa il cineasta decise di ingaggiare autentici fenomeni circensi già all’epoca molto noti e in gran parte provenienti dalle sue passate frequentazioni di gioventù, alcuni di essi in seguito divenuti famosi negli ambienti mondani, come ad esempio Prince Randian (l’Uomo-Torso privo di tutti e quattro gli arti), Josephine Joseph (l’ermafrodita più celebre d’Europa), le sorelle siamesi Daisy e Violet Hilton, Frances O’Connor (la ragazza senza braccia) e Johnny Eck (l’uomo senza gambe). Mai prima di allora il grande schermo aveva osato sfoggiare così apertamente il tema della diversità e delle malformazioni corporee, tanto che apparve a dir poco deplorevole al pubblico di allora il fatto che entità così “diverse” e “mostruose” potessero essere capaci di provare sentimenti così “umani” quali la fratellanza la compassione, sentimenti che – almeno nella finzione filmica – li conducaono a coalizzarsi per giustiziare, secondo un proprio codice d’onore (il “codice dei Freaks” come lo chiama l’imbonitore nell’incipit della pellicola), coloro che ordiscono a loro danno e che, cosa ancora più grave, tradiscono la loro fiducia.

Descritto dagli stessi attori come un despota e un insaziabile perfezionista avvezzo al facile insulto, Browning ebbe modo di contare sulle superbe interpretazioni di Olga Baclanova nelle vesti della perfida Cleopatra e del nano di origini tedesche Harry Eales (già attore di punta nel sopracitato I tre furfanti e fratello di Daisy Earles, colei che nel film interpreta la fidanzata Frieda), ma ciò non poté salvare la pellicola dal turbolento e mitico destino che l’avrebbe attesa al varco e che ne avrebbe in gran parte alimentato la leggenda per gli anni avvenire. Malgrado fosse stato ideato fin dall’origine come una pellicola horror con cui rilanciare la non certo facile situazione della MGM, Freaks venne in seguito prontamente disconosciuto dai suoi stessi produttori in seguito alle polemiche seguite alla prima tenutasi il 16 febbraio del 1932, venendo in seguito vietato sia dalla Germania di Hitler fino al 1945 e anche dall’Italia fascista fino ai tardi anni ’70, quando la RAI ne chiese una traduzione e una conseguente uscita cinematografica limitata (in tv bisognerà invece aspettare gli anni ’80 grazie alla fascia notturna di Enrico Ghezzi). Addirittura nel Regno Unito la pellicola venne interdetta al pubblico ben oltre il 1964.

freaks Il più grande smacco a cui però Browning dovette andare in contro fu la censura e la conseguente mutilazione di oltre un quarto d’ora di girato – in seguito distrutto e purtroppo a oggi del tutto irrecuperabile – che, stando a quanto riportano le testimonianze dell’epoca, corrisponderebbe a due sequenze a dir poco estreme: la prima riguardante i dettagli della mutilazione inferta dai freaks al corpo di Cleopatra e la seconda al destino ben diverso e poco lusinghiero riservato a Ercole, evirato e costretto a cantare in pubblico in falsetto. In seguito alle aspre polemiche sollevate da questa sua controversa produzione il cineasta un tempo celebre e acclamato si vide letteralmente sbattuta in faccia la porta dei grandi studios e a nulla valsero le ultime collaborazioni di genere con la MGM – tra cui i suggestivi ma ormai manieristici I Vampiri di Praga (1935) e La bambola del diavolo (1936) – poiché agli albori della Seconda Guerra Mondiale la fulgida e promettente carriera di Browning era ormai giusta irrimediabilmente al capolinea.

Ben otto decadi abbondanti sono passate da quando Freaks squarciò letteralmente i bianchi schermi dell’America post Grande Depressione e altrettanto numerose (e fantasiose) sono state le leggende maturate attorno a questo controverso “tumore su celluloide” – tra cui una sequela di svenimenti e addirittura un improbabile ma suggestivo aborto spontaneo che avrebbe accompagnato la prima storica proiezione – e sembra esse ormai giunto il momento di conferire la giusta notorietà e il degno valore a un film che in realtà un po’ tutti conosciamo (almeno nel mito popolare) e che molti hanno già visto (spesso senza ammetterlo) in una miriade di versioni più o meno apocrife passate di soppiatto nelle programmazioni di terza serata. Ed è proprio a tal proposito che, grazie al progetto “Il Cinema ritrovato al Cinema” realizzato dai laboratori di restauro dell’Immagine Ritrovata della Cineteca di Bologna, a partire da lunedì 24 ottobre Freaks ritorna nei cinema delle maggiori città italiane in qualità rinnovata per far apprezzare finalmente al grande pubblico dei nostri tempi un’opera “maledetta” che già grandi maestri del cinema postmoderno hanno avuto modo di omaggiare con sentito affetto, partendo dagli universi dandy-trash di John Waters e giungendo alle filosofie cinefile di The Dreamers (2007) di Bertolucci, senza dimenticare il più celebre e dichiarato omaggio televisivo ad opera di American Horror Story – Freak Show, prodotto seriale anch’esso di culto capace di riproporre tutto l’orrore e la visionarietà del suo antenato a lungo relegato ai margini del cinema “ufficiale.

E noi, spettatori 2.0, facendo eco all’allegro coro di grotteschi e deformi personaggi che popolano i risicati e superstiti 60 minuti del girato, possiamo solo gridare a gran voce «l’accettiamo… è uno di noi!».

Festa di Roma 2016: La tortue rouge è l’ultimo film della selezione ufficiale

Dopo aver conquistato all’ultimo Festival di Cannes il premio speciale Un Certain Regard, arriva alla Festa di Roma 2016 nella selezione ufficiale La tortue rouge, il film d’animazione privo di dialoghi diretto da Michaël Dudok de Wit e prodotto tra gli altri dallo studio d’animazione giapponese Studio Ghibli.

Dopo un naufragio su un’isola tropicale popolata da tartarughe ed uccelli esotici, un uomo si trova a combattere per la sopravvivenza. Tenta più volte di fuggire dall’isola con una zattera da lui costruita, ma tutte le volte è ostacolato da una creatura sottomarina, una grande tartaruga rossa.

Quando finalmente l’uomo ha il sopravvento sulla tartaruga, che è abbandonata sulla spiaggia a morire, compare sull’isola una ragazza misteriosa. Come due nuovi Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre, l’uomo e la ragazza iniziano una vita tranquilla, anche se costellata da alcune avversità, allietata dalla nascita di un figlio

Alla Festa di Roma 2016 Kristin Scott Thomas, Ralph Fiennes e Juliette Binoche

Saranno Kristin Scott Thomas, Ralph Fiennes e Juliette Binoche i protagonisti di oggi alla Festa del cinema di Roma 2016 che celebra uno dei più amati film della storia: domani, sabato 22 ottobre alle ore 19, a vent’anni dall’uscita in sala (avvenuta nel 1996), la Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica ospiterà la proiezione de Il paziente inglese di Anthony Minghella. Il film sarà presentato dagli straordinari protagonisti che hanno reso indimenticabile questa pellicola.

Alla Festa di Roma 2016 Kristin Scott Thomas, Ralph Fiennes e Juliette Binoche

Il paziente inglese (The English Patient) è un film del 1996 diretto da Anthony Minghella, tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore canadese Michael Ondaatje. Il paziente inglese è uno dei film più premiati della storia, mantenendo il record con Gigi di Vincente Minnellie L’ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci per aver vinto ben 9 Oscar nel 1997, oltre a 2 Golden Globe e 6 BAFTA mentre l’attrice Juliette Binoche fu premiata con l’Oscar (attrice non protagonista) e l’Orso d’Argento a Berlino come miglior attrice.

Festa di Roma 2016: arriva Lion, con Rooney Mara e Dev Patel

Festa di Roma 2016: arriva Lion, con Rooney Mara e Dev Patel

Sarà presentato oggi alla Festa del cinema di Roma 2016 Lion, l’atteso film di Garth Davis che vede protagonisti  Dev Patel, Rooney Mara e Nicole Kidman.

Presentato al  Festival di Toronto, Lion è basato sul romanzo autobiografico di Saroo Brierley A Long Way Home e racconta proprio la storia di Saroo che, a cinque anni, addormentatosi su un treno si ritroverà catapultato a mille miglia di distanza dal suo villaggio a Calcutta. Dopo essere sopravvissuto a Kolkata, Saroo verrà adottato da una coppia australiana (Nicole Kidman e David Wenham).

Una volta cresciuto (interpretato da Dev Patel), il giovane sentirà forte il richiamo del passato e con l’aiuto di Google Earth andrà alla ricerca della sua famiglia biologica. Rooney Mara impreziosisce il cast del film che debutterà al Festival di Toronto il 10 settembre, prima di approdare nelle sale americane il 25 novembre, data che ha visto lanciare i contendenti agli Oscar della TWC: negli anni passati, Il discorso del re e The Imitation Game.

Lion: primo trailer del film con Dev Patel, Nicole Kidman e Rooney Mara

Lion, è l’opera prima di Garth Davis che è già stato regista di numerosi episodi della miniserie di Jane Campion Top of the Lake.