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Richard Linklater: Dream Is Destiny, recensione

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Richard Linklater: Dream Is Destiny, recensione

Boyhood è probabilmente il suo film che lo ha fatto conoscere anche a un pubblico generalista, la trilogia Before il suo prodotto più originale che simboleggia il suo amore per la vita quotidiana, ma sono tanti i progetti, brutti e belli, per i quali si conosce (e si ama) Richard Linklater. Nel documentario Richard Linklater: Dream Is Destiny, presentato nella selezione ufficiale della Festa di Roma 2016, la documentarista Karen Bernstein, e al fondatore di The Austin Chronicle, Louis Black, raccontano proprio questo: i successi, gli insuccessi, le lotte e le ispirazioni del regista che, per definizione, racconta “la vita” nella sua normalità.

Richard Linklater è senza dubbio un personaggio che nelle sue scelte narrative è sempre stato fedele al suo modo di vedere il mondo e i rapporti umani. Il suo cinema “banale” riesce a raccontare anche i personaggi più comuni con una luce intensa e approfondita, cosa che ha reso la schiera dei suoi fan sempre più numerosa e i suoi spettatori più coinvolti, emotivamente e personalmente, nelle sue semplici storie.

Rimanendo fedele a questo tipo di poetica cinematografica dell’oggetto del loro racconto, la Bernstein e Black (che nel documentario intervista lo stesso Linklater), costruiscono un racconto lineare, anche cronologicamente parlando, che riesce a raccontare l’essenza di Richard Linklater nel suo complesso con la sua stessa onestà.

Richard Linklater: Dream Is Destiny recensione

Il film è costruito con un susseguirsi di immagini di repertorio, l’intervista che Linklater ha registrato con Louis Black e le testimonianze di attori e altri personaggi del cinema che hanno lavorato con lui. Particolare spazio è dedicato chiaramente a Ethan Hawke, che ha lavorato con lui, co-sceneggiandoli, nei tre Before e in Boyhood, l’opera più ambiziosa e complessa che Linklater ci abbia mai regalato fino a oggi. Con Hawke ci sono anche Julie Delpy, ovviamente, ma anche Jonathan Demme, Jack Black e molti altri.

Gli scritti, gli schizzi, le riflessioni che ogni giorno Richard lascia su carta sono le radici che si innestano profonde nel suo modo di lavorare e che costituiscono, ad un certo punto, il prossimo progetto, la prossima storia che Linklater regista affronta di petto, con la consueta onestà.

E se le testimonianze dirette di Richard in persona, dei genitori, degli attori che hanno lavorato con lui arricchiscono il quadro relativo alla sua vita professionale, sono principalmente le immagini di repertorio che aiutano a costruire un ritratto completo di un uomo fedele alle sue passioni e ai suoi istinti, soprattutto asservito al suo modo di raccontare la banalità della vita in tutta la sua complessa quotidianità.

Richard Linklater Dream is Destiny

Festa di Roma 2016: Meryl Streep incanta il pubblico dell’Auditorium

Meryl Streep ha letteralmente stregato il pubblico dell’Auditorium Parco della Musica in occasione dell’ottava giornata della Festa del Cinema di Roma.

La più grande attrice vivente. Un modello per tutte le giovani donne che decidono di intraprendere la carriera d’attrice. Una donna dal fascino unico e inimitabile, che ancora si sorprende di vedere una sala gremita per lei, in totale visibilio.

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Meryl Streep regina del tappeto rosso alla Festa di Roma 2016

Arrivata nella capitale per presentare il suo prossimo film, Florence Foster Jenkins (in arrivo nelle sale italiane il prossimo 22 dicembre grazie a Lucky Red), il tre volte premio Oscar è stata la protagonista di uno degli ormai famosissimi Incontri Ravvicinati (Closer Encounters) durante il quale, attraverso alcune clip tratte dai suoi film più celebri e le domande di Antonio Monda, è stata passata in rassegna una carriera straordinaria fatta di ruoli femminili memorabili.

Una carriera che dura ormai da quarant’anni (iniziata con ruoli già indimenticabili come quelli ne Il Cacciatore di Michael Cimino e Kramer contro Kramer di Robert Benson) e che non ha mai forgiato il carattere e lo spirito di una professionista che ha davvero lavorato con i più grandi registi del mondo: “Sono un’attrice alla quale non si può insegnare nulla”, ammette fiera e divertita la Streep. “Sono informabile. Amo i registi. Ho lavorato davvero con i più grandi. Molti di loro non ci sono più, purtroppo. Da ciascuno di loro ho imparato qualcosa.”

Eppure, nonostante una filmografia che vanta più di 40 titoli (La Scelta di Sophie e I Ponti di Madison County sicuramente tra i più amati), ci sono ancora registi con i quali non ha avuto la possibilità o la fortuna di lavorare: “Un regista con il quale vorrei lavorare è senza alcun dubbio Martin Scorsese“, ammette.

Attiva sia al cinema, sia in televisione che a teatro, durante l’incontro Meryl ha parlato a 360° del suo lavoro di attrice, rivelando quale delle tre forme d’arte si addice di più ad un’instancabile professionista come lei: “Adoro lavorare a teatro. Mi piace sentire il respiro delle persone. Le loro risate, chiaramente se si tratta di una pièce comica. Il cinema è diverso: la sua bellezza sta nel fatto che anche il più piccolo dettaglio può trovare eco e risonanza. E poi il cinema è fatto di moltissimi strati. È un’arte a più livelli. Anche il teatro può darti la possibilità di immergerti completamente e trovare la profondità che stavi cercando, ma solo se prima hai stabilito una certa empatia con il pubblico.”

Festa di Roma 2016: conferenza stampa con Meryl Streep

Tre gli Oscar vinti nel corso della sua carriera (è inoltre l’attrice che detiene il record per il più alto numero di candidature ricevute – ben 19): l’ultimo in ordine di tempo, nel 2012 per The Iron Lady. A proposito di quell’esperienza e dell’aver interpretato Margaret Thatcher, la Streep ha spiegato: “Quel personaggio era chiaramente molto diverso da me. Eppure, credo che tutte le donne si siano trovate nella loro vita a percepire un certo sdegno da parte di chi non le riteneva idonee a ricoprire una determinata posizione, soprattutto da parte degli uomini. La Thatcher è entrata in un mondo che non era accogliente nei confronti di una donna leader. E credo che le cose non siano poi cambiate così tanto. Ad esempio, Hilary Clinton viene criticata perché parla a voce troppo alta e per il fatto che è una donna attraente. Ecco, questo avviene perché l’attenzione è focalizzata solo nei confronti del modo in cui dice le cose e non su quell’importanza di quello che effettivamente dice.”

L’incontro è stata anche l’occasione per rivelare alcuni dettagli inediti a proposito della sua vita personale, sempre in relazione alla sua carriera invidiabile. Parlando infatti delle sue comprovate doti canore (che la Streep ha avuto modo di sfoggiare in pellicole quali Radio America, Mamma Mia!, Into the Woods e – anche se in maniera diversa – nell’ultimo Florence), l’attrice ha spiegato: “Non ho mai voluto fare la cantante. Ho sempre voluto fare l’attrice. A 12 anni ho cantato in un musical scolastico il brano O Holy Night. Qualcuno mi notò e suggerì ai miei genitori di farmi prendere lezioni di canto. Così mia madre mi portò da un insegnante di New York. Ho fatto lezioni per due anni, poi ho smesso perché mi ero messa in testa di fare la cheerleader.”

L’incontro si è poi concluso con una personalissima riflessione sul nostro cinema. Silvana Mangano e Anna Magnani sono le attrici italiane che Meryl Streep ama di più: “Le ho conosciute in un momento particolare del cinema americano quando non c’erano molti ruoli davvero interessanti per le donne”, ha spiegato l’attrice. “Vedevo i loro film all’università o nei piccoli cinema. La cosa che subito mi colpì di loro fu il loro aspetto esotico e il loro stile di vita provinciale. C’era nel modo di essere e di recitare qualcosa di primoridale. Erano attrici pure, un po’ come Alba Rohrwacher. Credo sia l’attrice italiana può brava che abbiate oggi.”

Meryl Streep all’Auditorium per la Festa di Roma 2016: le foto

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Festa di Roma 2016: Sword Master 3D recensione del film di Derek Yee

Nella cornice della Festa di Roma 2016 c’è spazio anche per il linguaggio, teso e poetico, del wuxia tradizionale cinese: il genere più famoso esportato dalla Tigre Asiatica torna a ruggire con Sword Master 3D, film diretto da Tung – Shing ‘Derek’ Yee e che trova il suo massimo punto di forza soprattutto nell’uso rivoluzionario della tridimensionalità applicata alla bellezza sfolgorante delle immagini artistiche.

Ispirato da una wuxia novel (come suggerisce il nome, una graphic novel ad argomento wuxia) di Gu Long pubblicata nel 1975 (ed intitolata The Third Master’s Sword), Derek Yee “coreografa” le vicende del Terzo Maestro del Palazzo di Spade, ormai stanco della violenza all’interno del mondo delle arti marziali, che decide di inscenare la propria morte scappando e fingendosi un garzone all’interno di una casa di tolleranza. Il suo acerrimo rivale Yan, un cavaliere errante moribondo che ha deciso di vivere i suoi ultimi giorni in solitudine e lontano da rancore ed odio, lo incontra in un povero villaggio oppresso dal Padrone locale (membro di un’oscura setta di reietti delle arti marziali) e lo prende come suo allievo, insegnandogli tutti i suoi colpi segreti. Mentre i due uomini affrontano un percorso – simile ma diverso – di crescita e consapevolezza, la sposa del Terzo Maestro – Qiuidi – abbandonata sull’altare progetta un piano sanguinario per stanare il suo (ex) compagno e consumare, così, la propria vendetta.

Questa classica storia che segue il tradizionale iter fiabesco/folkloristico/mitologico del viaggio dell’eroe non trova il proprio punto di forza nella sceneggiatura o nell’originalità: non arricchisce ulteriormente il già ricco panorama del genere, nonostante la presenza come produttore del regista Tsui Hark; i duelli fanno procedere drammaturgicamente la pellicola, destreggiandosi con maestria tra lunghi flashbacks e siparietti che rallentano il ritmo, scalando le marce della tensione. sword master 3dLa vera svolta è nell’uso del 3D: già Hark ne aveva sperimentato il potenziale nei film della serie di Detective Dee, ma stavolta sceglie con fiducia di affidarsi alle sapienti mani di un altro regista per raccontare una storia antica quanto le leggende della Cina stessa, ma allo stesso tempo aggiornata al gusto di un pubblico sempre più abituato alla spettacolarizzazione della scena e all’esperienza totalizzante che continua, incessantemente, a cercare.

Un’esperienza simile a quella dei concerti, dove ci si può lasciar avvolgere dal turbinio indistinto delle emozioni suscitate dal “live”: qui in Sword Master 3D il concetto è ridimensionato, ma l’esito che si vorrebbe mantenere è sempre lo stesso, ovvero stupire e meravigliare il pubblico accorso in sala. Durante i duelli si rimane sorpresi nel vedere e poter quasi percepire/toccare lame, spade, pugnali, pericolose armi ninja che vengono scagliati contro il nemico ma che sembrano colpire “noi”, gli spettatori, pronti a sobbalzare nel buio della sala.

Wonder Woman: per Joss Whedon il trailer è stato “magnifico”

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Wonder Woman: per Joss Whedon il trailer è stato “magnifico”

Joss Whedon non ha mai fatto mistero della sua passione per il personaggio di Wonder Woman e non ha mai nascosto l’intenzione di dirigere un film tutto suo sull’eroina DC. Adesso che il film in questione è stato prodotto dalla Warner Bros, con Gal Gadot come protagonista e Patty Jenkins alla regia, il regista ha dichiarato che spera davvero che il film sia un successo.

“Voglio che sia un buon film. Il trailer è stato magnifico. Probabilmente sarà deluso, io più di ogni altro se non sarà un buon film, perché comincerò a pensare cose del tipo ‘la mia versione però’… ma ci credo molto. Nel trailer c’era lo scudo, e tutto il resto, e sono positivo, sarà bello. Tutto sembra presagirlo.” E voi cosa vi aspettate da Wonder Woman?

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Gal Gadot ha fatto il suo esordio nei panni di Wonder Woman in Batman v Superman Dawn of Justice di Zack Snyder, al fianco di Ben Affleck e Henry Cavill.

Trama: “Prima di diventare l’eroina che tutti conosciamo, Wonder Woman era Diana, principessa delle Amazzoni, addestrata per diventare una guerriera invincibile. Cresciuta in una paradisiaca isola protetta, quando un pilota americano, in seguito a un incidente, approda sulle sue rive e annuncia un grandissimo conflitto che infuria nel mondo esterno, Diana lascia la sua casa, convinta di poter fermare la minaccia. Combattendo insieme all’uomo in una guerra che potrebbe mettere fine a tutte le guerre, Diana scoprirà i suoi straordinari poteri andando incontro al suo vero destino”. 

Wonder WomanIl film è prodotto da Charles Roven, Zack Snyder e Deborah Snyder, con Richard Suckle, Stephen Jones, Wesley Coller, Geoff Johns, Connie Nielsen e Rebecca Roven come executive producers.

Vi ricordiamo che il film è diretto da Patty Jenkins e vedrà protagonista Gal Gadot affiancata da Chris Pine, Connie Nielsen, Robin Wright, David Thewlis, Danny Huston, Elena Anaya, Ewen Bremner e Saïd Taghmaoui. Il film arriverà al cinema il 23 giugno 2017.

Guarda il trailer del Comic Con di Wonder Woman

Fonte

Power Rangers: i nuovi elmi nel dettaglio nei motion poster

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Power Rangers: i nuovi elmi nel dettaglio nei motion poster

L’account Twitter ufficiale del film sui Power Rangers ha pubblicati i nuovi motion poster dei cinque eroi di Angel Grove in cui possiamo dare uno sguardo da vicino ai nuovi elmi che indosseranno Jason, Trini, Zack, Billy e Kimberly nel film diretto da Dean Israelite.

Power Rangers: il primo trailer del film Lionsgate

Jason, Trini, Zack, Billy e Kimberly, ovvero, Austin St. John, Thuy Trang, Walter Jones, David Yost e Amy Jo Johnson avranno il volto di Dacre Montgomery (Betrand The Terrible), Naomi Scott (The Martian), Ludi Lin (Marco Polo), RJ Cyler (Me And Earl And The Dying Girl) e Becky Gomez (Empire). Elizabeth Banks sarà Rita Repulsa. Bryan Cranston presta il suo volto a Zordon.

power rangersEcco la trama: Power Rangers segue cinque ragazzi delle superiori, piuttosto ordinari, che devono diventare qualcosa di straordinario quando scoprono che la loro piccola città, Angel Grove, insieme a tutto il mondo, è minacciata da una potenza aliena. Scelti dal destino, i nostri eroi capiranno presto che sono gli unici che possono salvare il pianeta. Ma per farlo, devono imparare a gestire la loro vita di tutti i giorni con l’essere un Power Ranger.

Joss Whedon: l’organizzazione della Marvel contro il cinema della DC

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Durante un’intervista con Complex, Joss Whedon ha di nuovo affrontato il fatidico argomento Marvel vs DC. Il regista, che ha lavorato con la Marvel prima con i fumetti e poi al cinema, non ha mai nascosto il suo interesse, dall’altro lato, per la DC e in particolare per il personaggio di Wonder Woman.

Parlando della ‘rivalità’ tra le due case di fumetti, Whedon ha dichiarato: “Non ho visto Suicide Squad. Ho visto Batman v Superman. Ognuno ha il suo metodo. Credo che la Marvel abbia raggiunto un successo maggiore sistematicamente. La DC ha un approccio più cinematografico, le loro cose hanno un aspetto straordinario, ma credo che d’altro canto Kevin Feige sia un narratore eccellente. Tiene molto alla coerenza, e credo che in ogni film aggiunga un po’ di personalità. L’hanno fatto con Ant-Man e lo faranno con Doctor Strange, e in tv stanno realizzando cose magnifiche. Il lavoro di Marvel-Netflix è straordinario. La decisione della DC di tenere separati cinema e televisione, con attori diversi che interpretano gli stessi personaggi contemporaneamente è davvero interessante.”

Sicuramente l’approccio di Whedon non è di ostilità, ma mette in gioco molti fattori e dimostra di apprezzare il metodo creativo che per ora vige alla Warner Bros, avendo specificato l’efficacia visiva dei prodotti DC Films.

Voi che ne pensate?

Fonte: SR

Aquaman: per James Wan sarà un’avventura ‘cappa e spada’

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Aquaman: per James Wan sarà un’avventura ‘cappa e spada’

Dopo la prima immagine ufficiale di Amber Heard nei panni di Mera, non avevamo avuto più aggiornamenti su Aquaman, fino alle ultime dichiarazioni di James Wan, regista del film, che durante un’intervista a ET ha parlato del suo progetto con la Warner Bros.

“Non voglio svelare troppo, ma posso dire che lo spirito del film che sto cercando di realizzare è quello di un classico ‘cappa e spada’, un’avventura action, chiaramente ambientata in mare. È come se I predatori dell’arca perduta incontrasse All’inseguimento della pietra verde.”

Parlando poi della presentazione del personaggio di Aquaman (Jason Momoa) in Batman v Superman Dawn of Justice e poi in Justice League, Wan si dice completamente d’accordo con il lavoro fatto da Zack Snyder: “Penso che Amber e Jason, nei loro momenti in Justice League, saranno in grado di dare un assaggio di quello che sarà poi il loro mondo e il loro tono nel film dedicato a loro. In pratica gratteranno la superficie di quello che io intendo fare.”

Aquaman: come verrà realizzata la comunicazione subacquea?

Aquaman sarà diretto da James Wan (Insidious, L’evocazione The Conjuring, Fast and Furious 7) e vedrà protagonista Jason Momoa (Game of Thrones). Con lui ci sarà Amber Heard (Magic Mike XXL, The Danish Girl) nei panni di Mera. Il cinecomic arriverà al cinema nel 2018.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Will Beall (Gangster Squad).

Logan: il trailer del film con Hugh Jackman in bianco e nero

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Logan: il trailer del film con Hugh Jackman in bianco e nero

Ecco una poetica versione in bianco e nero del trailer di Logan. A realizzarlo è stato Kyle Crichton che ha pubblicato sul suo canale Youtube il video, che potete vedere di seguito:

https://www.youtube.com/watch?v=2NFJbNmhxeg

Considerando il tono del film che si evince dal filmato e le varie foto pubblicate negli ultimi giorni dal profilo Instagram del film, il bianco e nero sembra una scelta estetica davvero indicata. Che ne pensate?

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Logan: primo trailer italiano con Hugh Jackman

Per Hugh Jackman questo ritorno nei panni del mutante con gli artigli di adamantio sarà la sua ottava volta (se si conta anche il cameo di X-Men L’Inizio) nel personaggio. È l’attore che più di tutti rappresenta i mutanti Marvel al cinema, una sorta di Robert Downey Jr per il corrispettivo MCU, e potrebbe essere arrivato alla fine del suo coinvolgimento nel franchise proprio con questo film.

Logan ha un’uscita prevista per il 3 marzo 2017. Alla regia c’è James Mangold (già regista di Wolverine L’Immortale), mentre nel cast ci saranno Hugh Jackman, Boyd Holbrook, Richard E. Grant, Stephen Merchant, Eriq La Salle, Elise Neal e Patrick Stewart.

Joss Whedon e il futuro: vorrebbe dirigere un film di Star Wars

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Joss Whedon e il futuro: vorrebbe dirigere un film di Star Wars

Joss Whedon è probabilmente il regista più amato dai fan dei cinecomics, avendo portato per la prima volta sul grande schermo gli Avengers. Dopo Age of Ultron, il regista ha apparentemente chiuso la sua collaborazione con Marvel, per il momento, ma resta sempre aperto a collaborare di nuovo con la casa delle idee e con qualunque altro studio che gli offra la possibilità di portare qualcosa di personale in un disegno più grande.

In particolare, Joss Whedon ha dichiarato di non disdegnare affatto l’idea di dirigere un film di un franchise importante come quello di Star Wars: “Credo sia una cosa divertente da fare, non credete? Mettere qualcosa di personale al servizio di un disegno più grande se ti permettono di aggiungere la tua interpretazione. Non c’è niente di diverso da nessun’altro racconto. A volte bisogna barcamenarsi, ma per esempio la Marvel mi ha fatto fare due film che sono fondamentalmente miei. Per cui, farei un film su Bond? Si. Anne Hathaway tornerebbe di nuovo a fare Catwoman? Perché no. Voglio fare un film di Star Wars? Certo. Perché mai si dovrebbe dire di no? Ho visto il trailer di Rogue One e ho pensato che vorrei davero fare qualcosa del genere.”

Che i vertici della LucasFilm siano in ascolto? Che ne pensate?

Joss Whedon rivela quale Avengers sarebbe perfetto come Presidente degli USA

Fonte: ScreenRant

Avengers Infinity War: alcuni degli Illuminati appariranno nel film

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Kevin Feige è sicuramente una preziosa fonte di informazioni per quello che riguarda la produzione dei film Marvel, e l’atteso Avengers Infinity War non fa eccezione.

Il boss dei Marvel Studios ha infatti parlato di nuovo dei personaggi che vedremo nel film che siglerà la fine della Fase 3 e ha annunciato che potremmo vedere anche alcuni dei personaggi che costituiscono la formazione degli Illuminati.

“Dunque, quello che è interessante in merito agli Illuminati – ha dichiarato Feige – è che alcuni personaggi della formazione interagiscono con altri personaggi, quindi non so esattamente in che modo seguendo la storyline, ma alcuni personaggi tra questi saranno visti sullo schermo nel prossimo Avengers Infinity War.”

Gli Illuminati sono un gruppo di personaggi dei fumetti, creato da Brian Michael Bendis (testi) e Steve McNiven (disegni), pubblicato dalla Marvel Comics. Considerando che la formazione originale della squadra, composta da Namor, Iron Man, Freccia Nera, Charles Xavier, Doctors Strange e Reed Richards, fanno già parte del MCU, nons arebbe strano vederne alcuni all’opera contro Thanos.

Che ne pensate?

Avengers Infinity War: anche i personaggi del piccolo schermo nel film?

Avengers Infinity War arriverà al cinema il 4 Maggio 2018. Christopher Markus e Stephen McFeely si occuperanno della sceneggiatura del film, mentre la regia è affidata a Anthony e Joe Russo.

Fonte: SR

Rogue One A Star Wars Story: svelata la durata del film?

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Rogue One A Star Wars Story: svelata la durata del film?

Il sito Event Cinemas ha svelato, anche se non in maniera ufficiale, la durata complessiva di Rogue One A Star Wars Story, che arriverà al cinema il prossimo 14 dicembre. Il film diretto da Gareth Edwards dovrebbe essere lungo 133 minuti, ovvero 2 ore e 13, il che lo renderebbe cinque minuti più breve di Star Wars il Risveglio della Forza. La durata sembra ragionevolmente attendibile, anche se non si hanno ancora conferme ufficiali dalla LucasFilm o dalla Disney.

Rogue One A Star Wars Story: il trailer numero tre

Diretto da Gareth Edwards su una sceneggiatura di Gary Whitta e Chris Weitz, Rogue One a Star Wars Story è un film prequel ambientato negli anni tra La Vendetta dei Sithe Una Nuova Speranza. L’uscita in Italia è prevista per il 14 dicembre 2016. Nel cast del film Felicity JonesMads Mikkelsen, Rizz AhmedDiego LunaForest Whitaker, Jiang Wen e Ben Mendelsohn. 

Il film sarà certamente ambientato durante a “Dark Time” dell’Impero, Tra gli episodi III e IV e sarò il più oscuro e grintoso film dell’universo di Star Wars. Sembra che il film sarà un war movie vecchia maniera. Nella storia tutti i Jedi vivono in clandestinità e probabilmente saranno sullo sfondo della storia principale. Ci saranno inoltre un sacco di nuove forme di vita aliena. Saranno introdotti nuovi personaggi droidi e Alieni. At-at, X-Wings, Ala-Y, A-Sts saranno presenti nella storia. Ci sarà molta azione nella Jungla. Sembra un nuovo droide sarà parte della banda di ribelli che tentano di rubare i piani della Morte Nera. Felicity Jones sarà un soldato ribelle pronta per la battaglia.

Black Panther: ci sarà un personaggio creato solo per il film

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Black Panther: ci sarà un personaggio creato solo per il film

Continua la produzione di Black Panther in casa Marvel, e dopo avervi rivelato il titolo di lavorazione del film di Ryan Coogler, arriva adesso via Variety una nuova informazione in merito al casting del film.

Letitia Wright, che vedremo in Ready Player One di Steven Spielberg, è entrata a far parte del cast e interpreterà Serita, un personaggio creato appositamente per il film con protagonista Chadwick Boseman. Sembra probabile che si tratti di un quarto membro del Dora Milajea, il corpo di guardia personale di T’Challa.

Black Panther: l’anello di T’Challa ha dei poteri?

Coogler scriverà e dirigerà Black Panther che seguirà la storia di T’Challa, il re guerriero di Wakanda, da dove era stata interrotta in Captain America Civil War. Non è ancora chiaro quali altri personaggi parteciperanno alla storia, anche se sembra una buona possibilità che nel film ci sia anche Ulysses Klaw, che ha esordito in Avengers Age of Ultron con il volto di Andy Serkis. Inoltre sembra ci possa essere spazio anche per Everett Ross, visto sempre in Civil War con il volto di Martin Freeman.

Chadwick Boseman interpreta il protagonista, T’Challa, già visto in Captain America Civil War. Con lui ci sono Michael B. Jordan che interpreterà Erik Killmonger (un villain nel materiale d’origine), il premio Oscar Lupita Nyong’o, che sarà Nakia, un ex membro del Dora Milaje di Wakanda, ora agente del Killmonger, e Danai Gurira nei panni di Okoye, un membro del Dora Milaje, le donne che si allenano per diventare le mogli del Re di Wakanda. Winston Duke sarà Man Ape.

Black Panther arriverà al cinema il 16 febbraio del 2018.

Festa di Roma 2016: Meryl Streep regina del tappeto rosso – foto

Festa di Roma 2016: Meryl Streep regina del tappeto rosso – foto

La giornata di giovedì 20 ottobre alla Festa di Roma è stata tutta per Meryl Streep, vera e propria leggenda internazionale che ha portato alla manifestazione capitolina il suo ultimo film, Florence Foster Jenkins.

Di seguito gli scatti dal tappeto rosso dell’Auditorium:

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Festa di Roma 2016: conferenza stampa con Meryl Streep

Festa di Roma 2016: Florence Foster Jenkins recensione del film con Meryl Streep e Hugh Grant

Festa di Roma 2016: The Hollars diretto da John Krasinski

Festa di Roma 2016: The Hollars diretto da John Krasinski

Sarà presentato oggi nella selezione ufficiale della Festa del cinema di Roma 2016The Hollars, il film diretto da John Krasinski con protagonisti Anna Kendrick, Mary Elizabeth Winstead, Sharlto Copley e Richard Jenkins.

Festa di Roma 2016: The Hollars diretto da John Krasinski

Trama The Hollars: John Hollar è un artista di New York costretto a tornare nella piccola città della provincia americana che ha lasciato da tempo, nel momento in cui riceve la notizia della malattia di sua madre. Dopo essere tornato nella casa in cui è cresciuto, John rimane immediatamente coinvolto, suo malgrado, nei problemi della sua famiglia disfunzionale, ritrova un vecchio rivale di quando era al liceo e la sua ex fidanzata particolarmente esuberante, tutto questo mentre la sua ragazza, a New York, sta per avere un bambino e lui sta per diventare padre.

Festa di Roma 2016: Michele Placido con 7 minuti

Festa di Roma 2016: Michele Placido con 7 minuti

Sarà presentato oggi alla Festa del cinema di Roma 20167 minuti, il nuovo film di Michele Placido che vede protagonisti AMBRA ANGIOLINI, CRISTIANA CAPOTONDI, FIORELLA MANNOIA, MARIA NAZIONALE, VIOLANTE PLACIDO, CLÉMENCE POÉSY, SABINE TIMOTEO e con OTTAVIA PICCOLO e ANNE CONSIGNY.

7 minuti una produzione Goldenart con Rai Cinema arriverà al cinema dal 3 Novembre 2016.

Festa di Roma 2016: Michele Placido con 7 minuti

7 MINUTI Da una storia vera: I proprietari di un’azienda tessile italiana cedono la maggioranza della proprietà a una multinazionale.

Sembra che non siano previsti licenziamenti, operaie e impiegate possono tirare un sospiro di sollievo. Ma c’è una piccola clausola nell’accordo che la nuova proprietà vuole far firmare al Consiglio di fabbrica. Undici donne dovranno decidere per sé e in rappresentanza di tutta la fabbrica, se accettare la richiesta dell’azienda. A poco a poco il dibattito si accende, ad emergere prima del voto finale saranno le loro storie, fatte di speranza e ricordi. Un caleidoscopio di vite diversissime e pulsanti, vite di donne, madri, figlie.

Doctor Strange: nuovo video “Controllare il fato e il destino”

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Doctor Strange: nuovo video “Controllare il fato e il destino”

Walt Disney Pictures ha diffuso un nuovo contributo video di Doctor Strange, l’attesissima nuovo film Marvel Studios in uscita il 26 ottobre che trascinerà il pubblico in un viaggio pericoloso, misterioso e strabiliante.

Secondo il produttore Kevin Feige “nell’Universo Cinematografico Marvel ci sono numerosi film ambientati in contesti urbani: si tratta di storie ‘a misura d’uomo’ per così dire. E poi c’è il livello cosmico, che abbiamo esplorato in film come ThorGuardiani della Galassia e The Avengers. Ma nei fumetti Marvel c’è anche un lato soprannaturale molto importante, che non avevamo ancora esplorato al cinema. Doctor Strange è il film ideale per entrare finalmente in quel reame”.

Doctor Strange: le prime reazioni al film con Benedict Cumberbatch

Per realizzare un film che si amalgamasse con il realismo dell’Universo Cinematografico Marvel, il regista Scott Derrickson voleva assicurarsi di prendere molto sul serio il lato scientifico delle dimensioni alternative, rispettando le varie teorie scientifiche sugli universi paralleli. “Il misticismo” spiega il regista, “rifugge le nostre categorizzazioni e la nostra abilità di comprendere attraverso la conoscenza, che è scientifica e dimostrabile. Ai miei occhi, il misticismo non nega l’esistenza della realtà: vuole semplicemente dirci che esiste una realtà superiore che va oltre la nostra comprensione”.

Doctor Strange: il trailer italiano del film con Benedict Cumberbatch

L’uscita di Doctor Strange è prevista per il 26 Ottobre 2016. Dirige Scott Derrickson da una sceneggiatura di Jon Aibel e Glenn Berger, rimaneggiata da Jon Spaihts. Nel cast del film al fianco del protagonista Benedict Cumberbatch sono stati confermati Tilda SwintonRachel McAdams Chiwetel Ejiofor.

Doctor StrangeDai Marvel Studios arriva la storia del neurochirurgo di fama mondiale, il Dottor Stephen Strange, che viene derubato dell’uso delle sue preziose mani a seguito di un terribile incidente d’auto. Quando la medicina tradizionale lo tradisce, Strange decide di rivolgere le sue speranze di guarigione altrove, verso un mistico ordine noto come Kamar-Taj. Qui scoprirà che non si tratta solo di un centro di guarigione, ma anche di un avanposto che combatte delle forze oscure e sconosciute che vogliono distruggere la nostra realtà. Strange dovrà quindi scegliere, armato di un nuovo potere e nuove capacità, se tornare alla sua vita di successi e agi o se lasciarsi tutto alle spalle e ergersi contro il male.

Produttore del film, Kevin Feige, con Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan Lee e Stephen Broussard come produttori esecutivi.

Florence Foster Jenkins: recensione del film con Meryl Streep

Florence Foster Jenkins: recensione del film con Meryl Streep

Ad appena un anno di distanza dal suo ultimo lungometraggio – un biopic dal titolo The Program – il celebre regista de Le Relazioni Pericolose, Stephen Frears, torna all’attacco con Florence Foster Jenkins film liberamente ispirato alla vita dell’omonima cantante d’opera.

La storia si svolge a New York nei gloriosi anni venti. Florence (Meryl Streep), è una ricca ereditiera, una donna bizzarra ed eccentrica che, pur non avendo alcun tipo di talento musicale, sogna di diventare una famosa cantante lirica. Convinta di poter stregare il pubblico newyorkese con la sua voce non proprio angelica, Florence tenterà la scalata al successo con l’aiuto del marito St. Clair Bayfield (Hugh Grant), un nobile inglese squattrinato nonché mediocre attore teatrale, e del giovane pianista Cosmè McMoon (Simon Helberg).

florence-foster-jenkins-1Stephen Frears ancora una volta sceglie di raccontarci la storia di una donna eccezionale e complessa nella sua diversità, con quella grazia e raffinatezza caratteristiche del suo stile. Nonostante infatti la storia di Florence fosse stata già proposta al cinema soltanto un anno fa da Xavier Giannoli con il suo Marguerite – film che conquistò pubblico e critica al Festival di Venezia  -, l’ultima fatica di Frears sembra avere una marcia in più. Mentre il film di Giannoli è un vero e proprio ‘one woman show’, Florence Foster Jenkins lascia spazio di manovra anche agli altri personaggi; il ritratto della protagonista si delinea anche e soprattutto grazie alla presenza di una coppia di comprimari d’eccellenza come Hugh Grant, straordinario nella parte del marito fedifrago e devoto allo stesso tempo, e Simon Helberg – l’Howard Wolowitz di The Big Bang Theory – che dà vita ad un personaggio a dir poco esilarante dimostrando di essere pronto ad abbandonare il mondo delle sitcom per spiccare il volo.

Si tratta quindi di una commedia brillante ma non solo; a momenti di estrema comicità Frears contrappongono infatti scene davvero drammatiche che creano uno leggero squilibrio nella narrazione e rallentano in alcuni punti il ritmo di un film che, per la maggior parte, corre spedito e senza intoppi. A fare la differenza, oltre al magnifico impianto estetico del film, è senza alcun dubbio la presenza di una protagonista immensa ed ineguagliabile nella sua bravura. Dopo aver visto infatti Meryl Streep cantare come un usignolo in film come Mamma Mia!, Radio America e il più recente Into The Woods, sorprende che  la stessa possa essere tanto convincente con una voce tanto sgraziata e stonata.

florence-foster-jenkins-2Grazie quindi ai suoi colori pastello, ai tessuti preziosi e scintillanti degli eccentrici abiti della protagonista, alla sua accattivante atmosfera così retrò, Florence Foster Jenkins è un film che incanta e che riesce a placare la fame di bellezza dello spettatore. Nonostante non sia il Frears migliore degli ultimi anni, questo film è un irrinunciabile ‘pasticcino’ da festival al quale nessuno saprà rinunciare.

Festa di Roma 2016: conferenza stampa con Meryl Streep

Festa di Roma 2016: conferenza stampa con Meryl Streep

Dopo aver visto confessarsi e sfilare sul tappeto rosso star internazionali come Tom Hanks, Viggo Mortensen e Oliver Stone oggi la Festa del Cinema di accoglie la meravigliosa Meryl Streep, leggenda del cinema.

L’attrice premio Oscar più premiata al mondo, qui a Roma per l’anteprima italiana del film Florence Foster Jenkins di Stephen Frears, subito dopo la proiezione si è concessa ai giornalisti in una lunga ed entusiasmante conferenza stampa. Ecco il resoconto dell’incontro.

Festa di Roma 2016: Florence Foster Jenkins recensione del film con Meryl Streep e Hugh Grant

Si dice che solo chi canta senza cuore può definirsi davvero senza talento; dopo essersi messa alla prova con il difficile ruolo di Florence, come considera questa affermazione?

“È un’affermazione davvero interessante e che non avevo mai sentito. Penso che la utilizzerò in futuro quando dovrò parlare di Florence [ride]. Per me il talento è prima di tutto una questione di passione; tutto ciò che facciamo perde d’importanza se non lo facciamo con amore.”

Nel corso della sua carriera l’abbiamo vista affrontare ruoli sempre differenti e mai facili. Questa volta come si è preparata per il personaggio di Florence?

“Devo ammettere che è stato molto difficile ed interessante lavorare su Florence. Non ho mai avuto un ruolo come questo […] Quando ho iniziato a prepararmi per affrontare questo nuovo personaggio, mi è subito venuto in mente un episodio di cui avevo letto tempo fa e che riguardava il famoso compositore statunitense George Gershwin; nonostante il suo incredibile talento, spesso Gershwin suonava da solo in una sala vuota, andando fuori tempo quasi come volesse stonare di proposito. Ecco, questo mi ha fatto pensare immediatamente a Florence, alla quale non importava cantare bene o meno ma lo faceva solo perché era una cosa che la rendeva felice.”

Le elezioni presidenziali americane sono ormai alle porte e tutti noi conosciamo bene le sue opinioni a riguardo; c’è qualcosa che vorrebbe dire agli americani, un messaggio che vorrebbe condividere, affinché votino per Hillary Clinton o per Donald Trump?

“[ride] Devo dire che onestamente non ne sento la necessità. Stanno entrambi facendo un ottimo lavoro da soli, senza il mio aiuto, a difendere i propri valori…soprattutto Trump [ride]. Penso che gli americani abbiano ormai capito di che pasta è fatto e di quanto valga Hillary. Ora la decisione spetta a loro.”

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Nel film St. Clair – interpretato da uno splendido Hugh Grant – protegge sua moglie Florence dalle recensioni negative che continuano a pioverle addosso. C’è mai stato un St. Clair nella sua vita che, per risparmiarle un dolore, le ha tenuto nascoste delle recensioni non proprio lusinghiere?

“[ride] Devo ammettere che non leggo mai le recensioni. Senza offesa ma penso che il giornalismo al giorno d’oggi sia avvelenato da una massiccia dose di criticismo che spesso e volentieri si abbatte sulle donne soprattutto riguardo l’aspetto estetico; si parla di come sia invecchiata una donna, di quante rughe le siano comparse sul viso o di quanto sia ingrassata… Preferisco evitare tutto questo, non mi interessa. Mi affido di solito alle persone che mi amano e che amano ciò che faccio; il loro parere per me conta più degli altri anche non è quasi mai obiettivo [ride].”

Lei è ormai considerata una leggenda del cinema, un’attrice alla quale le ragazze più giovani si ispirano e che prendono ad esempio. Come si sente ad essere un modello per le nuove generazioni di attrici?

“Mi sento davvero onorata ed obbligata a dare il massimo in ogni cosa che faccio. Devo dire che mi sento spesso sotto pressione, soprattutto il primo giorno di lavoro, perché appena metto piede sul set sento immediatamente gli occhi di tutti addosso. Le persone tendono a trattarmi come un mito ma io sono una persona come le altre; voglio che, soprattutto al lavoro, non ci siano muri tra me e i miei colleghi né tantomeno che loro abbiamo paura di me [ride]. Anche io commetto errori; spesso sul set capita che, nonostante le indicazioni dettagliate del regista, io sbagli o mi dimentichi una battuta o che vada a destra invece che a sinistra: solo in quel momento le persone cominciano a rilassarsi.”

L’abbiamo vista spesso cantare in film come Radio America e Mamma Mia! e sappiamo che ha una bellissima voce. Con Florence invece si è dovuta confrontare con una donna che è tutto fuorché intonata; in che modo si è preparata?

“Sembra strano ma la preparazione è stata lunga e molto complessa. Avevo un vocal coach che mi seguiva e ricordo che, proprio mentre cercavo di capivo come riuscire ad interpretare quelle bellissime arie in pieno stile Florence, mi divertivo a provocare con i miei atteggiamenti il mio bravissimo pianista russo che faceva di tutto per trattenersi e non scoppiare a ridere.”

Ricordiamo tutti con quanto vigore ha sostenuto, all’ultima edizione del Festival di Berlino, il film italiano Fuocoammare di Gianfranco Rosi e sicuramente saprà che sarà il candidato italiano nella categoria Miglior Film Straniero ai prossimi Oscar. Forse non sa che la candidatura di Rosi è stata accompagnata da una lunga polemica proprio perché  per molti il film sarebbe stato meglio nella categoria documentario; continuerà a sostenere Fuocoammare agli Academy?

“Oh ma certo! Sono molto orgogliosa che il film di Rosi sia stato scelto per rappresentare l’Italia agli Oscar e spero che l’Academy lo vorrà sostenere. È un film assolutamente unico nel suo genere. Per noi americani spesso le tragedie del mediterraneo sono solo numeri o statistiche lette dai presentatori del tg della sera; vedere invece immagini di corpi senza vita in acqua o il volto insanguinato di un bambino terrorizzato scampato ad un bombardamento è qualcosa che colpisce nel profondo. Tutti sappiamo riconoscere il male ma spesso non riusciamo ad immaginarne gli effetti catastrofici. Fuocoammare è un film importante che continuerò a sostenere.”

Nonostante la poca maturità di Florence, che sembra quasi una bambina intrappolata nel corpo di un’adulta, lei è riuscita a rendere il suo personaggio molto complesso e a regalarci tutto un caleidoscopio di emozioni.

“Prima di tutto grazie per il complimento, lo apprezzo molto. È bello che sia riuscita a trasmettere così tanto con un solo personaggio. Florence è una donna molto più complessa di quanto si possa pensare; proprio come una bambina riesce a strapparti un sorriso con un show improvvisato, così anche l’ingenuità di Florence ti colpisce dritto al cuore […] In lei ci sono ancora quell’incoscienza e quella spontaneità che tutti noi, purtroppo o per fortuna, perdiamo naturalmente crescendo.”

Per Florence l’arte, la musica, è una vera e propria ragione di vita; per lei cosa vuol dire fare cinema?

“È lo stesso per me. Quando recito mi sembra sempre la prima volta, provo le stesse sensazioni, lo stesso brivido del primo giorno. Il mio entusiasmo non svanisce con il passare del tempo e ogni ruolo riceve le stesse attenzioni; ogni personaggio va difeso e curato perché ognuno merita il suo posto nel mondo.”

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Per lei recitare è un po’ come nascondersi in un personaggio oppure sente in qualche modo di prevaricarlo?

“Alcuni dei registi con i quali ho lavorato potrebbero dire che io in effetti l’abbia fatto [ride]. In realtà non ho mai voluto prevaricare i personaggi ma immergermi completamente in essi: è una sorta di mio guilty pleasure [ride] È qualcosa che ho sempre fatto già da piccola quando mi divertivo a fingere di essere mia nonna; voler essere qualcun altro è un privilegio che viene concesso a noi attori al quale non potrei mai rinunciare. È terribilmente egoista, lo so [ride].”

Nel film di Stephen Frears si parla tanto dell’amicizia di Florence con Arturo Toscanini, noto direttore d’orchestra italiano; cosa le piace dell’Italia?

“[parla in italiano] Ooohhh amo tutti! In America tutti vogliono essere italiani [ride].”

C’è qualche attrice giovane oggi che pensa possa essere in un certo senso la sua erede e che possa fare una carriera simile alla sua?

“In tanti anni di carriera penso di aver infranto un bel po’ di tabù e di aver fatto strada alle nuove generazioni. Anni fa quando un’attrice arrivava a sessant’anni diventava inutile e nessuno sapeva cosa farle fare e la sua carriera si spegneva lentamente. Adesso, anche grazie alla televisione, le donne hanno molto più libertà e scelta.”

Meryl Streep

Il personaggio di Florence vive in un’illusione per placare il suo dolore fisico e non solo. Crede che questa possa essere una soluzione? E, ha mai pensato di saper fare qualcosa che invece non le riusciva poi così tanto bene?

“I film sono un’illusione. Senza il cinema e i film voi non sareste qui con me. Tutti abbiamo bisogno di illusione per vivere e per affrontare la vita quotidiana senza sentire il costante desiderio di suicidarci [ride] Per quanto riguarda la seconda parte della domanda, non mi viene in mente niente di specifico ma ho dei figli che non perdono mai occasione di ricordarmi cosa non riesco a fare [ride].”

Non so se lo sa ma esiste un film francese, Marguerite di Xavier Giannoli, presentato l’anno scorso al Festival del Cinema di Venezia, che racconta una storia molto simile a quella di Florence Foster Jenkins. Volevo sapere se ha mai visto questo film e cosa ne pensa.

“Ho sentito molto parlare di Marguerite e sempre con toni entusiastici ma purtroppo non l’ho ancora visto.”

 

Festa di Roma 2016: Fritz Lang recensione del film di Gordian Maugg

Fritz Lang, all’apice della sua carriera, dopo i grandi successi realizzati in Germania, è in profonda crisi nel trovare la giusta ispirazione per un nuovo film, che gli viene pressantemente richiesto dai suoi produttori.

Nel suo vivere smodato e svogliato, tra prostitute e abuso di droga, si imbatte sul giornale nella notizia di un crudele assassino seriale a Düsseldorf. Decide così di indagare e di costruire il suo nuovo film sulla vicenda, abbandonando la grandiosità della messinscena e l’uso delle masse, che lo avevano caratterizzato nelle sue opere precedenti, per potersi liberamente dedicare alla psicologia di un singolo personaggio, avvalendosi  anche al supporto del sonoro. L’indagare, vagando in uno stato di psicosi generale creata dall’assassino e il confrontarsi con lui dopo l’ arresto, lo porterà a una dolorosa riflessione nei confronti di se stesso.

Gordian Maugg getta in pasto al pubblico un Lang molto diverso dalla logica mitizzazione che solitamente avviene nei confronti delle figure di spicco di arte e cultura. Con un duro e convincente bianco e nero, in un formato quadratoide che richiama le vecchie pellicole, racconta senza pudori e senza pietà i tormenti di un uomo famoso, egocentrico, drogato, sadico, costretto a fare i conti con un passato duro e violento. Lo vediamo in crisi con la moglie Thea, anche sua sceneggiatrice, ma soprattutto alle prese con i tragici ricordi della guerra, con le persone da lui uccise in Galizia e con la ferita all’occhio che lo accompagnò per tutta la vita.

Il regista costruisce una sfrontata indagine da parte di Fritz Lang sul mostro di Düsseldorf, aiutata e permessa da un suo amico nella Polizia, dove i fatti reali si mescolano con l’immaginazione e con la finzione filmica. In questo sta tutta l’originalità e la destrezza di Maugg, che riesce abilmente a costruire un insieme di sequenze in cui il confine tra realtà e finzione viene continuamente spezzato con sapienti irruzioni visive di personaggi ed elementi. Un azzeccato uso di materiali di repertorio e di spezzoni di film dello stesso Fritz Lang, in particolare M – Il Mostro di Düsseldorf, diviene materia plasmabile nelle sue mani rappresentando una scelta vincente. Gli interpreti sono convincenti e perfettamente calati nei ruoli, supportati da una fotografia ben calibrata, anche se forse scontata, per il suo richiamo duro e tagliente, oltre al già citato bianco e nero, al cinema espressionista tedesco.

Rimane solamente il dubbio di quanto si sia spinta la mano sulla fantasia, forzando il reale svolgersi degli eventi e giocando forse troppo sulla figura di Fritz Lang.

Tutte le news e le recensione nel nostro speciale dedicato alla Festa del cinema di Roma

 

Festa di Roma 2016, foto: Meryl Streep all’Auditorium

Ecco le prime foto Meryl Streep all’Auditorium dove presenta nella selezione ufficiale della Festa del cinema di Roma 2016 Florence Foster Jenkins, il film diretto da Stephen Frears. Ecco tutte le foto:

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Florence Foster Jenkins racconta la storia vera della cantante d’opera Florence Foster Jenkins, diventata nota per le sue scarse abilità canore. Meryl Streep è la protagonista della pellicola, affiancata da Hugh Grant, Simon Helberg, Nina Arianda e Rebecca Ferguson.

Le riprese del film si sono svolte nel Regno Unito. Nel film vediamo la Streep nei panni di Florence Foster Jenkins con Grant nei panni del suo partner St. Clair Bayfield.

Meryl StreepIl film è la storia vera dell’ereditiera di New York ossessionata dall’idea di diventare una cantante d’opera. La sua voce che lei percepiva nella sua testa era bellissima, ma per tutti gli altri era chiaramente orribile. Suo “marito” e agente, St. Clair Bayfield, un aristocratico inglese che faceva l’attore, era determinato a proteggre la sua amata Florence dalla verità. Ma quando lei decise di dare un concerto pubblico a Carnegie Hall nel 1944, lui seppe immediatamente che era di fronte alla più grande sfida della sua vita.

Il film è diretto da Stephen Frears su una sceneggiatura di Nicholas Martin e nel cast vediamo anche Simon Helberg, Rebecca Ferguson e Nina Arianda. Il film uscirà nelle sale britanniche il prossimo 6 maggio, mentre negli Stati Uniti arriverà il 12 agosto.

Kubo e la spada magica: recensione del film in stop-motion

Kubo e la spada magica: recensione del film in stop-motion

Il giovanissimo Kubo, scampato grazie alla mamma alla furia del malvagio nonno, si guadagna da vivere affascinando gli abitanti di un piccolo villaggio di pescatori con il suo magico dono di dar vita a storie mirabolanti facendole saltar fuori dagli origami animati al suono del suo Shamisen. Il nonno ha rubato un occhio al piccolo Kubo quando era appena nato e ora vorrebbe impossessarsi di quello rimasto, facendo ricorso a tutte le sue arti malvagie e all’aiuto di due terribili zie.

Che Laika sforni capolavori non è certo una novità e le quattro candidature all’Oscar sui quattro film finora realizzati lo conferma pienamente. L’Oriente messo in scena in Kubo e la spada magica da Travis Knight innamorato perdutamente del Giappone dai tempi in cui seguiva il padre (Proprietario di Nike) nei suoi viaggi di lavoro, è veramente sorprendente per accuratezza di dettagli e per maestosità, nonché per l’originale capacità di interpretazione grafica, che ci regala un Giappone dei tempi dei samurai unico e convincente. I set, costruiti realmente in teatro di posa, in scala 1:5,  sono stati poi ulteriormente moltiplicati ed estesi con sapienti interventi di compositing digitale, rendendo le ambientazioni fortemente spettacolari e soprattutto credibili.

Kubo e la spada magicaI personaggi sono meravigliosi e denotano un lungo studio per approdare alle felici scelte definitive. Kubo, il protagonista, riesce letteralmente a sfondare lo schermo, regalando una miriade di espressioni e di emozioni da fare invidia al migliore degli attori in carne e ossa. La riconoscibilità dei caratteri stilistici dei personaggi rappresenta un altro punto di forza del progetto. Si capisce dai primi fotogrammi che si tratta di un film con il marchio Laika, ormai sinonimo di qualità e garanzia per una storia avvincente, mai banale, con contenuti adatti a ogni età e soprattutto con le giuste tinte macabre, che l’accompagnano dai tempi dello stupefacente Coraline.

In Kubo e la spada magica l’uso del digitale è massiccio, necessario per supportare la grandiosità delle situazioni sceniche, ma anche discreto e non prova mai a rubare la scena all’animazione a passo uno, che rimane in tutta la sua riconoscibilità.

Le voci originali sono di grandi attori del calibro di Charlize Theron, Art Parkinson, Ralph Fiennes, George Takei, Rooney Mara e Matthew McConaughey, e di conseguenza anche l’impostazione fondamentale della recitazione impartita ai burattini. Rimane quindi la paura per il doppiaggio italiano, che come spesso avviene per i film d’animazione potrebbe sminuire o male interpretare il grande lavoro di base fatto sulla caratterizzazione dei personaggi.

Kubo e la spada magica

La colonna sonora, piacevole, funzionale alla narrazione e chiaramente dal sapore orientale, è dell’italiano Dario Marianelli. Per i titoli di coda la cantautrice e pianista Regina Spektor ha realizzato una cover di “While My Guitar Gently Weeps”, celebre brano dei Beatles, scritto da George Harrison.

Travis Knight, approdato finalmente alla regia dopo anni di lavoro come capo animatore e produttore, ci regala un gioiello dell’animazione a passo uno, un viaggio fantastico adatto a spettatori di ogni età. Una festa per gli occhi, un turbine di colori, l’avventura di una piccola armata di personaggi strabilianti immersi in  ambientazioni mozzafiato che si rifanno a un Giappone antico e reinventato con intelligente fantasia. Il quarto film di casa Laika Kubo e la Spada Magica rappresenta l’ennesimo riuscito passo avanti nel perfezionamento di quella particolare forma di animazione riportata non troppi anni fa alla ribalta dal buon Tim Burton.

Logan: anche Xavier e X-23 (?) negli screen dal trailer

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Logan: anche Xavier e X-23 (?) negli screen dal trailer

Il primo trailer di Logan ci ha dato un assaggio di quello che sarà il terzo film su Wolverine, con protagonista uno Hugh Jackman invecchiato e alle prese con il tempo che scorre inesorabile, anche per un mutante eternamente giovane come quello che interpreta ormai da 16 anni.

Di seguito potete vedere qualche screen ad alta risoluzione dal trailer stesso in cui vediamo non solo Logan e l’annunciato Xavier, ma anche una ragazzina che dovrebbe essere X-23:

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Logan: primo trailer italiano con Hugh Jackman

Per Hugh Jackman questo ritorno nei panni del mutante con gli artigli di adamantio sarà la sua ottava volta (se si conta anche il cameo di X-Men L’Inizio) nel personaggio. È l’attore che più di tutti rappresenta i mutanti Marvel al cinema, una sorta di Robert Downey Jr per il corrispettivo MCU, e potrebbe essere arrivato alla fine del suo coinvolgimento nel franchise proprio con questo film.

Logan ha un’uscita prevista per il 3 marzo 2017. Alla regia c’è James Mangold (già regista di Wolverine L’Immortale), mentre nel cast ci saranno Hugh Jackman, Boyd Holbrook, Richard E. Grant, Stephen Merchant, Eriq La Salle, Elise Neal e Patrick Stewart.

Doctor Strange: le prime reazioni al film con Benedict Cumberbatch

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Mentre il 26 ottobre 2016 è sempre più vicino e l’uscita nelle nostre sale di Doctor Strange si approssima, arrivano dagli Stati Uniti le prime reazioni alla visione del film.

Quello che sembra un sentimento condiviso dai più è che, lontano dai soliti sensazionalismi legati a un nuovo film Marvel in uscita, questa volta la casa delle idee abbia prodotto un film intelligente e visivamente innovativo, che porta avanti l’aspetto estetico del MCU e non solo storie e personaggi. Inoltre anche il 3D sembra essere stato sfruttato a pieno.

Ecco alcune delle impressioni a caldo:

Steven Weintraub: Doctor Strange è diverso da qualunque film di Marvel ed è per questo che amo la Marvel. Continuano a a reinventarsi facendolo sembrare semplice. La componente visiva è meravigliosa. Vale la pena guardarlo in 3D. Ci sono due scene nei titoli di coda ed entrambe anticipano il futuro…senza spoiler. Non è il miglior film Marvel, ma è un fantastico adattamento di Doctor Strange con delle sequenze che vi manderanno al tappeto.

Peter Sciretta: Le scene d’azione di Doctor Strange rendono i quadri di MC Escher perfettamente innocui. Cumberbatch è completamente immerso nel personaggio, il film è più divertente di quanto mi aspettassi, un richiamo alle storie in solitario in stile Iron Man.

Josh L. Spoockey: Dico Sì alla Proposta di Legge della California 64 perché voglio qualunque cosa si fumino alla Marvel, e la voglio subito. La magia in Doctor Strange rende Harry Potter come un circolo di prestigiatori. Tra le cose migliori, i personaggi del film sono il più multidimensionali possibile. Lo sviluppo e la conclusione delle storie sono architettate a dovere.

Erik Davis: È decisamente il film Marvel più strano fino ad oggi, ma è selvaggio e strano nei migliori modi possibili. Aspetto visivo da urlo, storia ben inquadrata. Le scene d’azione sono incredibili, ferocemente folli, frenetiche e nerd. Se c’è un punto debole, è l’umorismo. Non si fonde bene come nel caso degli altri film Marvel.

David Ehrlick: Doctor Strange è colpevole di *tutti* i soliti problemi dei film Marvel, ma Tilda Swinton e alcune sequenze impressionanti lo rendono uno spettacolo meritevole di essere visto. Non pensavo che l’avrei detto, ma finalmente abbiamo un film Marvel con una bella colonna sonora. Che fortuna essere vivi per assistere a tutto ciò.

Mike Ryan: Mi è piaciuto. Il film più autonomo dall’UCM degli ultimi tempi. Mi è quasi sembrato un reboot di Iron Man. Nel senso che sembra che quel coglione ma affascinante Stephen Strange sia destinato a prendere il posto di quel coglione ma affascinante Tony Stark. Strange e Stark sono *quasi* lo stesso personaggio. Ha senso che scelgano una star come Cumberbatch per entrare in gioco ora che Downey si prepara a dire addio. Spero solo che un giorno impari a essere semplicemente Doctor Normal.

Wolfman Bibbiani: Non lo metterei nella top cinque dei film Marvel, ma Doctor Strange è un film di grande intrattenimento con grandi idee, CGI da favola e scene d’azione uniche.

Alex Welch: Doctor Strange contiene alcune delle migliori scene d’azione in un film Marvel. Ci sono solo problemi con l’umorismo e con il ritmo della storia. Benedict È Doctor Strange, la sua performance tiene incollati allo schermo per tutto il film. E poi anticipa qualcosa di molto eccitante per l’Universo Marvel in arrivo. Ultima cosa: la colonna sonora di Michael Giacchino è la migliore mai ascoltata in un cinecomic della Casa delle Idee.

Jeff Cannata: Ricordate quando Matrix vi ha fatto ricredere su cosa fosse possibile mostrare nelle scene d’azione? Doctor Strange lo fa per 4 o 5 volte.

Doctor Strange: il trailer italiano del film con Benedict Cumberbatch

L’uscita di Doctor Strange è prevista per il 26 Ottobre 2016. Dirige Scott Derrickson da una sceneggiatura di Jon Aibel e Glenn Berger, rimaneggiata da Jon Spaihts. Nel cast del film al fianco del protagonista Benedict Cumberbatch sono stati confermati Tilda SwintonRachel McAdams Chiwetel Ejiofor.

Dai Marvel Studios arriva la storia del neurochirurgo di fama mondiale, il Dottor Stephen Strange, che viene derubato dell’uso delle sue preziose mani a seguito di un terribile incidente d’auto. Quando la medicina tradizionale lo tradisce, Strange decide di rivolgere le sue speranze di guarigione altrove, verso un mistico ordine noto come Kamar-Taj. Qui scoprirà che non si tratta solo di un centro di guarigione, ma anche di un avanposto che combatte delle forze oscure e sconosciute che vogliono distruggere la nostra realtà. Strange dovrà quindi scegliere, armato di un nuovo potere e nuove capacità, se tornare alla sua vita di successi e agi o se lasciarsi tutto alle spalle e ergersi contro il male.

Produttore del film, Kevin Feige, con Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Alan Fine, Stan Lee e Stephen Broussard come produttori esecutivi.

Star Wars: JJ Abrams rivela un nuovo dettaglio sul duello tra Rey e Kylo Ren

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Grazie ai contenuti speciali presenti nell’edizione Home Video di Star Wars Il Risveglio della Forza, veniamo a conoscenza di un interessantissimo e inedito dettaglio sul film diretto da JJ Abrams.

In un estratto dal commento audio al film diffuso poche ore fa online, infatti, Abrams ha rivelato che Ava DuVernay (regista dell’acclamato Selma) ha avuto un ruolo fondamentale nella preparazione della scena che vede duellare Rey (Daisy Ridley) e Kylo Ren (Adam Driver). Nello specifico, si tratta della sequenza in cui Rey si scaglia contro il maestro dei Cavalieri di Ren, che venne girata durante un reshoot quando la maggior parte delle riprese era ormai terminata.

Come spiegato dal regista, la DuVernay gli consigliò di includere nella scena il momento in cui Rey fa un respiro profondo, chiude gli occhi e senta la Forza scorrere potente in lei. Un dettaglio che ha aggiunto ancora più pathos al duello, specie dopo la scena in cui vediamo Rey impugnare la spada di Luke richiamandola a sé proprio grazie alla Forza.

Cosa ne pensate?

Star Wars Il Risveglio della Forza: leggi la recensione 

Star Wars Il Risveglio della Forza è arrivato sul grande schermo il 16 dicembre 2015 con un cast che include il ritorno di Harrison Ford, Carrie Fisher, Mark Hamill, Anthony Daniels, Peter Mayhew e Kenny Baker con le nuove aggiunte John BoyegaDaisy RidleyAdam DriverOscar IsaacAndy SerkisDomhnall GleesonLupita Nyong’oGwendoline Christie Max von Sydow.

Star Wars Episodio Il Risveglio della Forza si svolge circa 30 anni dopo i fatti raccontati in Episodio VI Il Ritorno dello Jedi.

star-wars-il-risveglio-della-forza-1Dopo la distruzione della seconda Morte Nera e la caduta dell’Impero, dalle ceneri di quest’ultimo è nato il sinistro Primo Ordine, con a capo il Leader Supremo Snoke e il suo braccio destro Kylo Ren. Oltre alla Resistenza, sostenuta dalla Repubblica e guidata dal generale Leia Organa, il pericolo numero uno del Primo Ordine è l’ultimo dei cavalieri Jedi, Luke Skywalker, misteriosamente sparito da tempo. A cercare Luke è anche sua sorella Leia che vede in lui l’unica possibilità di ristabilire pace e giustizia nella galassia. Per trovarlo, Leia ha inviato sul pianeta Jakku uno dei suoi più bravi e coraggiosi piloti, Poe Dameron. La missione segreta di Poe è quella di recuperare un indizio sul luogo in cui si trova Luke…

Fonte: ScreenRant

Film al cinema del 20 ottobre: Piuma, America Pastoral e Io Daniel Blake

Piuma di Roan Johnson: E’ la storia di Ferro e Cate, due ragazzi come tanti, ai giorni nostri. Una gravidanza inattesa e il mondo che inizia ad andare contromano: la famiglia (quella accogliente e “normale” del ribelle Ferro, quella sgangherata e fuori dagli schemi della più assennata Cate), la scuola (i fatidici esami di maturità), gli amici (che sì, li capiscono, ma devono partire per il viaggio organizzato dopo gli esami), il lavoro (che non c’è). Tra tentennamenti e salti nel buio, prese di responsabilità e bagni di incoscienza, i due protagonisti attraverseranno i nove mesi più emozionanti e complicati della loro vita, cercando di non perdere la loro purezza e quello sguardo poetico che li rende così speciali.

Cicogne in Missione di Nicholas Stoller, Doug Sweetland: Le cicogne portano i bambini… o almeno una volta era così. Adesso consegnano i pacchi per Cornerstore.com, il gigante del commercio online. Junior, il miglior impiegato dell’azienda, è sul punto di ricevere una promozione quando per sbaglio attiva la Macchina Fabbrica-Bambini, dando così vita a una bimba adorabile e assolutamente non autorizzata. Nel disperato tentativo di recapitare questo fagottino di problemi prima che il capo se ne accorga, Junior e la sua amica Tulip, l’unica umana a Stork Mountain, iniziano una corsa contro il tempo per portare a termine la loro prima consegna, intraprendendo un viaggio frenetico e rivelatore durante il quale più di una singola famiglia potrebbe trovare la felicità e le cicogne potrebbero tornare a svolgere la loro vera missione.

Jack Reacher 2: Punto di non ritorno di Edward Zwick: Jack Reacher (Tom Cruise) ritorna con il suo marchio di giustizia nel sequel Jack Reacher: Punto di non ritorno. Susan Turner (Cobie Smulders), maggiore dell’esercito che dirige la vecchia unità investigativa di Reacher, viene arrestata con l’accusa di spionaggio e Reacher, consapevole della sua innocenza, deve aiutarla ad uscire di prigione e scoprire la verità dietro una grande cospirazione del governo per proteggere i loro nomi e salvare le loro vite. Fuggitivo dalla legge, Reacher scopre un potenziale segreto del suo passato che potrebbe cambiare la sua vita per sempre.

American pastoral di Ewan McGregor: Tratto dal libro capolavoro di Philip Roth vincitore del Premio Pulitzer, American Pastoral è la storia di Seymour Levov detto “lo Svedese”, un uomo che dalla vita ha avuto tutto: bellezza, carriera, soldi, una moglie ex Miss New Jersey e una bambina a lungo desiderata, ma il cui mondo pian piano va in pezzi quando la figlia ormai adolescente compie un attacco terroristico che provoca una vittima. Come è possibile che una tragedia di questo tipo sia accaduta proprio allo Svedese, la persona che per tutta la sua vita ha incarnato il Sogno Americano? Dove ha sbagliato?

Io, Daniel Blake di Ken Loach: Per la prima volta nella sua vita, Daniel Blake, un falegname di New Castle di 59 anni, è costretto a chiedere un sussidio statale in seguito a una grave crisi cardiaca. Il suo medico gli ha proibito di lavorare, ma a causa di incredibili incongruenze burocratiche si trova nell’assurda condizione di dover comunque cercare lavoro – pena una severa sanzione – mentre aspetta che venga approvata la sua richiesta di indennità per malattia. Durante una delle sue visite regolari al centro per l’impiego, Daniel incontra Katie, giovane madre single di due figli piccoli che non riesce a trovare lavoro. Entrambi stretti nella morsa delle aberrazioni amministrative della Gran Bretagna di oggi, Daniel e Katie stringono un legame di amicizia speciale, cercando come possono di aiutarsi e darsi coraggio mentre tutto sembra beffardamente complicato.

Deadpool 2: ecco le attrici in lizza per il ruolo di Domino

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Deadpool 2: ecco le attrici in lizza per il ruolo di Domino

Sappiamo ormai da diverso tempo che Mackenzie Davis potrebbe essere la favorita per interpretare il ruolo di Domino nell’atteso Deadpool 2. Tuttavia Collider ha reso nota la lista di attrici che sarebbero in lizza per il ruolo, e a quanto pare la 20th Century Fox non avrebbe già deciso per la Davis.

La fonte riporta che la major ha già incontrato (o incontrerà a breve) per un provino le seguenti attrici: Mary Elizabeth Winstead (10 Cloverfield Lane, Scott Pilgrim vs. the World), Lizzy Caplan (Now You See Me 2, Masters of Sex), Sienna Miller (Burnt, American Sniper), Sofia Boutella (Star Trek Beyond, Kingsman: The Secret Service) Stephanie Sigman (Narcos, Spectre) e Sylvia Hoeks (Overspel, Blade Runner 2049).

A queste si aggiungerebbero anche Mackenzie Davis (Halt and Catch Fire), Ruby Rose (Orange Is the New Black), Eve Hewson (The Knick) e Kelly Rohrbach (Baywatch).

La lista è davvero lunga, e sicuramente nei prossimi giorni verranno svelati i nomi che arriveranno realmente a contendersi la parte.

Chi vorreste vedere nei panni di Domino?

Deadpool 2: le riprese a inizio 2017?

Deadpool ha incassato 363 070 709 dollari in Nord America e 417 408 522 dollari nel resto del mondo, per un totale mondiale di 780 479 231 dollari. Deadpool è stato accolto generalmente bene dalla critica, soprattutto grazie alla recitazione di Ryan Reynolds e alla comicità pungente e ironica della sceneggiatura.

Negli Stati Uniti d’America, Deadpool ha stabilito un nuovo record, diventando il film vietato ai minori ad incassare di più ($132.4 milioni) nel week-end d’apertura, per un esordio totale di $264.7 milioni, dietro solo a Cinquanta sfumature di grigio per quanto riguarda i film rated R.

Fonte: ScreenRant

Willy Wonka e la Fabbrica di Cioccolato: in arrivo il prequel

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Willy Wonka e la Fabbrica di Cioccolato: in arrivo il prequel

A circa due mesi dalla scomparsa di Gene Wilder, indimenticabile interprete – tra gli altri – di Willy Wonka e la Fabbrica di Ciccolato, arriva la notizia che la Warner Bros. è al lavoro su un prequel dedicato al personaggio nato dalla penna di Roald Dahl.

Il film non sarà un nuovo adattamento del romanzo uscito nel 1964 o del suo seguito Il grande ascensore di cristallo, né una storia di origini, ma racconterà bensì un’avventura vissuta da Willy Wonka in età giovanile. Nel nuovo film non saranno neanche presenti personaggi storici come Charlie Bucket, che probabilmente appariranno in altri film se si deciderà di dare il via ad un vero e proprio franchise. La nuova pellicola Wonka sarà prodotta da  David Heyman (la saga di Harry Potter), mentre la sceneggiatura porterà la firma di Simon Rich.

Willy Wonka e la Fabbrica di Cioccolato: reunion del cast dopo 44 anni

La fabbrica di cioccolato è tra i più famosi libri per ragazzi scritti da Roald Dahl. Il racconto è ispirato alla giovinezza di Dahl: quando frequentava la Repton School, la famosa ditta produttrice di cioccolato Cadbury spediva ai collegiali delle scatole piene di nuovi tipi di dolci e un foglietto per votare. I dolci preferiti venivano quindi immessi nel mercato.

Da questa storia sono stati tratti due film: Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato di Mel Stuart e La fabbrica di cioccolato di Tim Burton.

Fonte: CS

Festa di Roma 2016, David Mamet: “Non bisogna mai sfidare il fato ma cercare sempre la Verità”

Sette film. Sette brevi sequenze per riassumere l’incredibile carriera di David Mamet, “rockwriter” (se così possiamo definirlo con un neologismo), un uomo che ha trasformato la scrittura (per il cinema, la tv o il teatro) diventando a sua volta un personaggio in grado di calamitare l’attenzione degli spettatori grazie al magnetismo, l’ironia, la conversazione brillante e ad un atteggiamento sempre all’insegna del politicamente scorretto.  Protagonista di un recente Incontro Ravvicinato  alla Festa di Roma 2016, ha ripercorso la propria carriera da autore e regista tramite “sette pezzi facili”, commentandoli e arricchendoli con aneddoti ad essi legati.

Le prime quattro clip erano tratte da film che ha scritto e diretto: in ordine, ad aprire le danze è stato Phil Spector. Riguardo a tale film tv targato HBO e con protagonisti Al Pacino ed Helen Mirren, Mamet ha approfondito il suo rapporto – da autore – con il biopic e con la scrittura di un personaggio realmente esistito: cosa lo rende affascinante ai suoi occhi?

Condannato per assassinio e ancora in carcere, il film della HBO analizza il rapporto tra il noto produttore discografico e il suo avvocato che non crede alla sua colpevolezza: così, per il ruolo del primo la scelta era ricaduta su Pacino che, come Mamet, non ha voluto approfondire il legame con il “vero” Spector. Da sceneggiatore, il Premio Pulitzer ha preferito solo intrattenere con il discografico un carteggio dal carcere; da attore, invece, il premio Oscar ha preferito creare un personaggio vicino allo Spector di quei tempi e lontano dall’ombra di oggi. Per il ruolo dell’avvocato, invece, racconta Mamet come incontrarono alcune difficoltà con il casting: la prima scelta fu Bette Midler (costretta a rinunciare per problemi di salute) così riuscirono a convincere la Mirren (chi si è ritirata a vivere in Italia) persuadendola ad accettare.

La curiosità più grande che ha spinto David Mamet ad approcciarsi ad un personaggio realmente esistito è legata al suo potenziale: per scrivere un biopic – confessa – non bisogna seguire qualche strana poetica, bisogna limitarsi ad osservare: non ci sono delle caratteristiche specifiche da seguire, l’importante è descrivere le persone e catturare la fonte della nostra attenzione verso di loro.

david mametLa seconda clip è tratta dal film Spartan, che vede protagonisti Val Kilmer e Kristen Bell, e il noto drammaturgo ha riflettuto – ovviamente condendo il tutto con vari aneddoti divertenti – il suo rapporto con alcuni attori: dalla Bell conosciuta sul set del programma tv Funny or Die e poi provinata e scelta per il suo film, passando per Danny DeVito, suo grande amico, anch’egli pronto a prestarsi a scherzi e situazioni imbarazzanti d’ogni tipo nate sui set, fino a Gene Hackman: protagonista accanto a DeVito di The Heist, l’attore ha un carattere difficile che, però, sembra aver messo da parte per lavorare con Mamet e godersi, nel miglior modo possibile, l’esperienza sul set; e proprio quest’ultimo film, The Heist, è il protagonista della terza clip, ricca di adrenalina e tensione ma povera di dialoghi. A tal proposito, viene rivolta a Mamet una domanda provocatoria: preferisce ricoprire il ruolo di regista o di sceneggiatore/drammaturgo?

Per il diretto interessato entrambi sono interessanti: scrivere un dialogo è un’arte difficile nella quale solo pochi riescono ad eccellere. Nel cinema, al contrario che nella tv, è più importante ciò che viene mostrato piuttosto che ciò che viene detto. Bisogna quindi imparare a procedere con una scrittura per immagini piuttosto che a parole, come ha cercato di fare anche lui con The Heist, che rappresentava una vera sfida: non sapeva girare, figuriamoci un film d’azione. Ma solo guardando i film di Sam Peckinpah è risucito a trovare le risposte che cercava. Creare un’inquadratura, immortalare un fotografa, non è solo un onere del regista: il risultato finale si ottiene grazie all’esperienza e alla bravura del direttore della fotografia e degli attori, anche se la sfida più grande rimane sempre quella in sala di montaggio, che si trasforma spesso in una vera e propria corsa contro il tempo.

L’ultima clip da regista e sceneggiatore mostra Hollywood, Vermont: una commedia su Hollywood e i suoi meccanismi, che fa nascere una domanda: in questo gioco di rimandi, quanto spazio è lasciato all’improvvisazione degli attori e quanto alla scrittura?

Mamet, ridendo, risponde dicendo che « Se sei un grande chef, non puoi dire ai camerieri che servono ai tavoli di cambiare, a loro piacimento, le portate prima di servirle» ovvero: nel suo modo unico e politicamente scorretto, conferma che non si lascia mai niente al caso e che il concetto di improvvisazione è abolito; del resto, dopo cinquant’anni di cinema, teatro, tv e con attori importanti e noti, nessuno si è mai concesso la libertà di improvvisare qualcosa variando “sul tema”, anche perché scrivere è il suo mestiere, e non il loro.

Sempre a proposito di ispirazioni e modelli  nel suo mestiere, viene chiesto al drammaturgo se è vero che Harold Pinter è stato il suo punto di riferimento a teatro: secondo David Mamet, la drammaturgia non si può insegnare nelle scuole. Per studiarla, bisogna partire da un’ottima fonte d’ispirazione: nel momento in cui si scopre che qualcun altro, prima di noi, ha già fatto qualcosa di molto buono, bisogna superarla subito (o, almeno, provarci). Per tale motivo Pinter ha rappresentato, per lui, una vera e propria guida.

Nella seconda parte si approfondisce il Mamet “semplice” sceneggiatore, e il primo film della lista è Gli Intoccabili di Brian De Palma. Dopo aver confessato di aver scritto una sceneggiatura su Malcom X circa 10-15 anni prima che Spike Lee girasse il suo film, Mamet si perde nel flusso degli aneddoti e dei ricordi: racconta del suo nuovo romanzo ambientati a Chicago e con protagonisti numerosi gangsters, come pure di Sean Connery e di quando “rischiò” di finire in un film scritto dal drammaturgo e nel quale avrebbe dovuto recitare anche il nostro Nino Manfredi: solo che alla fine l’assistente dell’attore italiano chiese di poter apportare alcune correzioni al personaggio di Manfredi, Mamet si rifiutò e, alla fine, la collaborazione sfumò del tutto. Un piccolo appunto che il drammaturgo/scrittore fa a De Palma, regista de Gli Intoccabili, riguarda la famosa scena della carrozzina “rubata” (palesemente) a S. Ejzenstejn.

La penultima clip dà spazio ad una delle sue sceneggiature ritenute un capolavoro: si tratta del film Il Verdetto, diretto da Sidney Lumet (suo grande amico) e che vede protagonista Paul Newman nei panni di un avvocato e che, in un primo momento, avrebbe dovuto/voluto scrivere la sceneggiatura del film ispirandosi ad un vero fatto di cronaca accaduto in un ospedale di Boston. Prima di quel film David Mamet aveva realizzato ben 25 sceneggiature rifiutate, finché non scrisse questa per un progetto che coinvolgeva – in un primo momento – Lumet e l’attore Robert Redford mentre un’altra persona doveva scrivere la sceneggiatura completa e definitiva. Ma alla fine persero due pezzi fondamentali del puzzle e Lumet si ritrovò in “cabina di regia”: così anche Mamet, suo amico, si “imbarcò” nel progetto. Piccola curiosità: all’inizio il suo script non prevedeva la presenza di un verdetto; ma alla fine ripensò alle parole di Alfred Hitchcock (parafrasando: se si ambienta un film a Parigi, bisogna mostrare prima o poi la Torre Eiffel) e così lo inserì nello script definitivo.

L’ultimo film esemplificativo della ricca carriera di Mamet non poteva non essere Americani: oltre a raccontare che il ruolo di Alec Baldwin è stato aggiunto appositamente per lui e per il film (e quindi non era previsto nella versione originale), evoca di nuovo le premesse che hanno portato alla nascita di questo capolavoro della drammaturgia: all’epoca lavorava a Chicago in un’agenzia immobiliare, e aveva raccolto un ampio spaccato di una variegata umanità.  Quando, tempo dopo, si ritrovò ad insegnare recitazione nel Vermont, un college propose di portare in scena una sua opera, e la scelta ricadde su Americani (che nel frattempo aveva scritto): così nacque questo capolavoro.

Un’ultima riflessione prima di concludere l’incontro riguarda il rapporto tra il drammaturgo e la politica, o almeno il “politicamente corretto”: ha cercato tutta una vita di rincorrere il desiderio di liberarsi, definitivamente, di questa convenzione  sociale, anche a costo di mettersi nei guai. Racconta che da ragazzo non aveva nessun talento, e rischiava di passare il tempo rincorrendo lavori poco qualificati oppure cacciandosi nei guai e finendo in prigione: a salvarlo è stata la passione per la scrittura, prima di scoprire di riuscirci e di avere anche un discreto successo. La vita gli ha insegnato che non bisogna mai sfidare il Fato  e che la Verità è fondamentale. In fin dei conti la drammaturgia parla e crea la menzogna, il disequilibrio; solo quando viene svelata la Verità allora si ristabilisce uno status quo. Solo attraverso quest’ultima ci si può veramente liberare, riconfermando il potere del teatro e il suo ruolo sociale.

Mary Poppins Returns: Colin Firth nel cast

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Mary Poppins Returns: Colin Firth nel cast

Il cast di Mary Poppins Returns si arricchisce di un altro premio Oscar. Dopo Meryl Streep, arriva da Variety la notizia che anche Colin Firth farà parte del cast dell’annunciato sequel del classico Disney Mary Poppins con protagonista l’intramontabile Julie Andrews. Nel film Firth interpreterà William Weatherall Wilkins, presidente della Fidelity Fiduciary Bank che conosciamo già grazie al film originale. Il cast comprende già Emily Blunt, nel ruolo che fu di Julie Andrews, Lin-Manuel Miranda, creatore del musical di grandissimo successo Hamilton, e il tre volte premio Oscar Meryl Streep, che interpreterà il ruolo della cugina Topsy. Ben Whishaw (Spectre, The Zero Theorem, Paddington) interpreterà invece Michael Banks da adulto, mentre Emily Mortimer sarà Jane Banks adulta. Parliamo di un personaggio minore, che nei libri di  P.L. Travers conosciamo inizialmente col nome di Topsy Tartlet. Dopo il matrimonio si chiamerà invece Topsy Turvey. Il personaggio non era stato incluso nel film Disney del 1964.

Mary Poppins Returns: primi dettagli sulla trama, sarà un sequel diretto

Il film arriverà in sala il 25 dicembre 2018 e racconta di Jane e Michael Banks oramai diventati adulti che, dopo una grave perdita, accolgono in casa Mary Poppins. Attraverso le sue doti magiche, e con l’aiuto del suo amico Jack, Mary aiuterà la famiglia a riscoprire la gioia e il senso di meraviglia che hanno abbandonato le loro vite. La sceneggiatura sarà scritta da David Magee; per quanto riguarda la colonna sonora, importantissima per questo progetto, il candidato al premio Oscar Marc Shaiman si occuperà della composizione, mentre il vincitore del Tony Award Scott Wittman scriverà nuove canzoni originali. A dirigere il film è stato chiamato un esperto di musical, Rob Marshall. L’ambientazione, che nel primo film era di poco precedente alla Prima Guerra Mondiale, in questo film sarà quella della Grande Depressione, mentre la storia sarà basata sulle storie di Pamela Lyndon Travers su Mary Poppins e la famiglia Banks.

Fonte: CS

Logan: primo trailer italiano di Wolverine 3 con Hugh Jackman

Logan: primo trailer italiano di Wolverine 3 con Hugh Jackman

È stato diffuso dalla 20th Century Fox il primo trailer italiano di Logan, terzo film con protagonista Wolverine interpretato da Hugh Jackman.  Potete vederlo di seguito.

Logan: Hugh Jackman è “Vecchio Wolverine” nella nuova foto

Per Hugh Jackman questo ritorno nei panni del mutante con gli artigli di adamantio sarà la sua ottava volta (se si conta anche il cameo di X-Men L’Inizio) nel personaggio. È l’attore che più di tutti rappresenta i mutanti Marvel al cinema, una sorta di Robert Downey Jr per il corrispettivo MCU, e potrebbe essere arrivato alla fine del suo coinvolgimento nel franchise proprio con Logan.

Il film ha un’uscita prevista per il 3 marzo 2017. Alla regia c’è James Mangold (già regista di Wolverine L’Immortale), mentre nel cast ci saranno Hugh Jackman, Boyd Holbrook, Richard E. Grant, Stephen Merchant, Eriq La Salle, Elise Neal ePatrick Stewart.

Fonte: 20thCenturyFox