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Neil Patrick Harris: 10 cose che non sai sull’attore

Neil Patrick Harris: 10 cose che non sai sull’attore

Attore, cantante, prestigiatore e showman dello spettacolo statunitense, Neil Patrick Harris si è affermato negli anni grazie alla sua grande versatilità e al suo incontenibile carisma. Interprete di alcuni tra i più noti personaggi della televisione degli ultimi decenni, è oggi una vera e propria icona, seguito e apprezzato dai suoi numerosi fan in tutto il mondo.

Ecco 10 cose che non sai di Neil Patrick Harris.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Neil Patrick Harris Oscar

Neil Patrick Harris: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. La carriera cinematografica dell’attore ha inizio nel 1988 con il film Il grande cuore di Clara, per poi proseguire con titoli come Starship Troopers (1997), Sai che c’è di nuovo? (2000), Harold & Kumar (2008), I puffi (2011), I Muppet (2011), I puffi 2 (2013), Un milione di modi per morire nel West (2014), con Amanda Seyfried, L’amore bugiardo – Gone Girl (2014), con Ben Affleck e Rosamund Pike, e DownsizingVivere alla grande (2017), con Matt Damon. Nel 2022 tornerà al cinema con The Matrix 4, con Keanu Reeves.

9. È noto per i suoi ruoli televisivi. Harris ottiene una prima popolarità televisiva grazie alla serie Doogie Howser (1989-1993), per poi prendere parte ad alcuni episodi di celebri titoli come La signora in giallo (1993), Will & Grace (2000), e Law & Order: Criminal Intent (2004). Il ruolo della sua carriera arriva però con How I Met Your Mother, dove dal 2005 al 2014 interpreta il leggendario Barney Stinson, recitando accanto agli attori Jason Segel e Cobie Smulders. Di recente si è poi fatto apprezzare per il ruolo del Conte Olaf in Una serie di sfortunati eventi (2017-2019).

8. È celebre anche come doppiatore. Particolarmente capace ad adattare la propria voce in base al personaggio ricoperto, Harris si è distinto anche per le sue qualità nel doppiaggio. Tra i film per cui ha ricoperto tale ruolo si annoverano Piovono polpette (2009), Cani & Gatti – La vendetta di Kitty (2010) e Piovono polpette 2 – La rivincita degli avanzi (2013). Ha poi dato voce al personaggio di Spider-Man in Spider-Man: The New Animated Serie (2003).

Neil Patrick Harris: il suo matrimonio

7. Si è sposato in Italia. Nel 2014 l’attore si è sposato a Perugia, in Italia, con il compagno David Burtka, con il quale aveva una relazione dal 2004 e per il quale fece coming out nel 2006. A celebrare le nozze fu la regista Pamela Fryman, che aveva collaborato con Harris per How I Met Your Mother. Durante il ricevimento seguente la cerimonia, si è invece esibito Elton John, amico della coppia.

Neil Patrick Harris ha due figli

6. È diventato padre. Nell’ottobre del 2010 l’attore, insieme al suo compagno, diventa padre dei gemelli Harper Grace e Gideon Scott, avuti tramite madre surrogata. Sul profilo Instagram dell’attore è possibile ritrovare numerose foto della famiglia durante alcuni momenti di svago divenuti particolarmente celebri tra i fan di Harris.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Neil Patrick Harris How I Met Your Mother

Neil Patrick Harris in How I Met Your Mother

5. Ha personalmente eseguito i trucchi di magia visti nella serie. Nel corso delle stagioni, Barney si diletta in più occasioni con alcuni numeri di magia, spesso particolarmente sorprendenti. Per eseguirli, tuttavia, non è stato necessario ricorrere a particolari effetti speciali o controfigure. Harris è infatti un rinomato prestigiatore, ed ha personalmente eseguito con successo i trucchi previsti.

4. Ha inventato una celebre espressione. Tra i maggiori tormentoni di Barney Stinson, vi è quello relativo al “The Bro Code”, un sacro codice di regole da rispettare per poter essere a tutti gli effetti un fidato amico fraterno. Benché nella serie si giochi sull’invenzione di tale codice, fu proprio Harris a contribuire alla sua istituzione, come supportato anche dalla sua non esistenza sul Web prima del 2008, anno in cui compare nella serie.

3. Gli è stato donato un prezioso oggetto della serie. Al termine della serie, ogni membro del cast ebbe modo di portare via con sé alcuni tra i maggiori e più ricorrenti oggetti presenti nella serie. Harris decise di tenere con sé il famoso “The Playbook”, ovvero il libro ricco degli stratagemmi che il suo personaggio, Barney, utilizza nel corso delle stagioni per conquistare le sue numerose donne.

Neil Patrick Harris e gli Oscar

2. Ha condotto la celebre cerimonia. Nel 2015 Harris viene scelto come conduttore dell’87ª edizione dei premi Oscar. In tale occasione, l’attore ha avuto modo di sfoggiare nuovamente le proprie doti canore come anche quelle di ballerino. Resta memorabile, tuttavia, il suo sketch ispirato al film Birdman, candidato quell’anno, che lo portò a presentarsi sul palco in mutande.

Neil Patrick Harris: età e altezza

1. Neil Patrick Harris è nato ad Albuquerque, in New Mexico, Stati Uniti, il 15 giugno del 1973. L’attore è alto complessivamente 183 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Tobey Maguire: 10 cose che non sai sull’attore

Tobey Maguire: 10 cose che non sai sull’attore

Diventato celebre per essere stato il primo Spider-Man cinematografico, l’attore Tobey Maguire ha negli anni dimostrato di essere un valido interprete, prendendo parte a titoli di vario genere attraverso cui far emergere le proprie potenzialità. Negli ultimi anni ha però diradato la sua attività da attore, ricoprendo principalmente il ruolo di produttore.

Ecco 10 cose che non sai di Tobey Maguire.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Tobey Maguire fisico

Tobey Maguire: i suoi film

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attore debutta al cinema con Voglia di ricominciare (1993), con Leonardo DiCaprio, per poi recitare in Tempesta di ghiaccio (1997), di Ang Lee, Harry a pezzi (1997), Paura e delirio a Las Vegas (1998), Le regole della casa del sidro (1999), Cavalcando col diavolo (1999), Wonder Boys (2000), Seabiscuit – Un mito senza tempo (2003), Intrigo a Berlino (2006), di Steven Soderbergh, Brothers (2009), con Jake Gyllenhaal, Il grande Gatsby (2013), Un giorno come tanti (2013), e La grande partita (2014). Tornerà al cinema nel 2021 con il film Babylon, diretto da Damie Chazelle e con gli attori Brad Pitt ed Emma Stone.

9. Ha interpretato un celebre supereroe. Nel 2002 l’attore acquista popolarità mondiale grazie al film Spider-Man, dove dà vita al celebre supereroe. Riprenderà poi il ruolo nel sequel Spider-Man 2 (2004) e in Spider-Man 3 (2007). Con questa trilogia Maguire si afferma come attore di successo, nonché come la versione preferita del supereroe per molti fan. Ha inoltre modo di recitare accanto agli attori Kirsten Dunst e James Franco.

8. È anche produttore. Maguire si è distinto negli anni anche per la sua attività di produttore, iniziata nel 2002 per il film La 25ª ora. Negli anni l’attore ha poi partecipato alla produzione di film come Seabiscuit – Un mito senza tempo (2003), Rock of Ages (2012), La grande partita (2014), Brittany non si ferma più (2019), Boyz in the Wood (2019), Migliori nemici (2019), con Sam Rockwell, The Violent Heart (2020) e Babylon (2021).

Tobey Maguire: chi è sua moglie

7. È stato sposato. Nel 2007, dopo un periodo di frequentazione, Maguire sposa alle Hawaii Jennifer Sweetheart, di professione designer di gioielli. I due hanno avuto poi due figli, nati rispettivamente nel 2006 e nel 2009. Molto riservata, la coppia non ha mai rilasciato particolari notizie riguardo la propria vita sentimentale, ma nel 2017 annunciano pubblicamente di aver divorziato.

Tobey Maguire e il poker

6. È un noto giocatore di poker. Una delle più grandi passioni dell’attore è quella per il poker. Maguire è infatti un noto giocatore, e molto del suo patrimonio sembra derivato da sue grosse vincite, a tal punto che secondo molti è uno dei motivi per cui ha diradato i suoi lavori cinematografici. In più occasioni è inoltre stato definito come un giocatore particolarmente competitivo e agguerrito.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Tobey Maguire Spider-Man

Tobey Maguire è Spider-Man

5. Non ha mai letto i fumetti dedicati al personaggio. Maguire ha raccontato di non aver mai letto i fumetti Marvel incentrati su Spider-Man e di non conoscere la sua storia raccontata in essi. Ciò che lo ha spinto ad accettare il ruolo è infatti stata la sola sceneggiatura, da lui giudicata particolarmente buona e comprensiva di tutto ciò che gli occorreva sapere sul personaggio.

4. Ha avuto problemi con il celebre bacio. Nel girare l’iconico bacio tra Spider-Man e Mary Jean sotto la pioggia, Maguire ha dovuto affrontare diverse difficoltà. Poiché si trovava a testa in giù, infatti, il suo naso continuava a riempirsi d’acqua per la pioggia, creandogli diverse difficoltà nella respirazione e nel mantenere la concentrazione per la scena.

3. Ha confermato la rivalità con un suo collega. Maguire e l’attore James Franco hanno interpretato rispettivamente Peter Parker e Harry Osborn, amici fraterni e in seguito rivali. Al di fuori dei loro personaggi, tuttavia, i due interpreti erano tutt’altro che in buoni rapporti. Maguire rimase infatti particolarmente offeso da un commento che Franco fece riguardo la sua recitazione, e tra loro si generò una rivalità ancora oggi esistente.

Tobey Maguire: il suo fisico

2. Si è allenato duramente per il ruolo di Spider-Man. Per poter interpretare il celebre supereroe, Maguire ha dovuto sottoporsi ad un lungo periodo di allenamento, che lo ha portato ad esercitarsi tanto nel sollevamento pesi quanto nelle arti marziali. Inoltre, ha dovuto seguire una rigida dieta di proteine, arrivando ad ottenere un fisico particolarmente scolpito e muscoloso.

Tobey Maguire: età e altezza

1. Tobey Maguire è nato a Santa Monica, in California, Stati Uniti, il 27 giugno 1975. L’attore è alto complessivamente 172 centimetri.

Fonte: IMDb

Dustin Hoffman: 10 cose che non sai sull’attore

Dustin Hoffman: 10 cose che non sai sull’attore

Unanimemente riconosciuto come uno dei più grandi interpreti dagli anni Sessanta in poi, Dustin Hoffman è una vera e propria leggenda della recitazione, in grado di passare con disinvoltura dalla commedia al thriller, dal film politico a quello fantastico. Nel corso dei decenni ha dato vita a personaggi rimasti iconici per la loro complessità e il ritratto che da questi emerge della società americana.

Ecco 10 cose che non sai di Dustin Hoffman.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Dustin Hoffman filmografia

Dustin Hoffman: la sua filmografia

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. Hoffman ottiene grande popolarità grazie al film Il laureato (1967), per poi confermarsi grande interprete con titoli come Un uomo da marciapiede (1969), Il piccolo grande uomo (1970), Cane di paglia (1971), Papillon (1973), Lenny (1974), Tutti gli uomini del presidente (1976), con Robert Redford, Il maratoneta (1976), Kramer contro Kramer (1979), con Meryl Streep, Tootsie (1982), Rain Man – L’uomo della pioggia (1988), con Tom Cruise, Hook – Capitan Uncino (1991), con Robin Williams, Virus letale (1995), e Sesso & potere (1997), con Robert De Niro.

Dustin Hoffman: oggi

9. Ha preso parte a noti film recenti. L’attore continua ancora oggi a recitare in film particolarmente celebri, continuando ad affermare il proprio status di gigante della recitazione. Tra i titoli più significativi si annoverano Mi presenti i tuoi? (2004), con Ben Stiller, The Lost City (2005), di Andy Garcia, Profumo – Storia di un assassino (2006), Mr. Magorium e la bottega delle meraviglie (2007), con Natalie Portman, La versione di Barney (2010), The Program (2015), The Meyerowitz Stories (2017) e L’uomo del labirinto (2019).

8. È anche doppiatore. In anni recenti Hoffman ha avuto modo di affermarsi anche come doppiatore, ricoprendo tali vesti per i film Kung Fu Panda (2008), Kung Fu Panda 2 (2011) e Kung Fu Panda 3 (2016), dove dà voce al saggio maestro Shifu. Ha poi partecipato al doppiaggio anche dei film Striscia, una zebra alla riscossa (2005) e Le avventure del topino Despereaux (2008).

7. Ha recitato in una nota serie televisiva. Non sono molte le produzioni televisive a cui Hoffman ha preso parte, ma nel 2016 recita in alcuni episodi di I Medici, co-prodotta da Italia e Regno Unito, e incentrata sull’ascesa della famiglia Medici nella Firenze del Rinascimento. Qui l’attore interpreta Giovanni di Bicci de’ Medici, il patriarca della potente famiglia, recitando però nella sola prima stagione.

Dustin Hoffman in Virus letale

6. È stato il protagonista del noto film. Nel 1995 l’attore è protagonista del film Virus letale, dove interpreta il colonnello Sam Daniels, incaricato di studiare il pericoloso virus che si sta diffondendo negli Stati Uniti per trovarvi quanto prima una cura. Inizialmente il ruolo era stato offerto all’attore Harrison Ford, il quale però rifiutò. La parte venne allora assegnata ad Hoffman, e venne riscritta per poter essere più in linea con la sua personalità.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Dustin Hoffman Rain Man

Dustin Hoffman in Rain Man

5. Non era convinto del potenziale del film. Durante le riprese di Rain Man l’attore era particolarmente preoccupato e insicuro riguardo il progetto e la sua stessa interpretazione. In più occasioni minacciò di abbandonare il film, considerandolo il peggiore della sua carriera. Tuttavia, venne poi smentito dal successo riscontrato, e la sua performance fu premiata con il premio Oscar al miglior attore.

4. Ha studiato a lungo per il ruolo. Per poter risultare credibile nel dar vita ad un personaggio affetto da autismo, l’attore ha speso circa un anno in compagnia di persone affette da tale disturbo, così da poter comprendere le loro particolarità e il rapporto che queste avevano con i rispettivi famigliari. Per l’attore era importante dar vita ad un’interpretazione sincera e realistica, non ad una mera imitazione.

Dustin Hoffman in Papillon

3. Ebbe un difficile rapporto con il co-protagonista. Durante le riprese del film Papillon, Hoffman e l’attore Steve McQueen, che interpretavano due galeotti in fuga dal loro carcere, ebbero diversi problemi relazionali. I due si sforzarono di dimostrarsi professionali, ma una sorta di rivalità li spinse a non essere particolarmente collaborativi l’uno con l’altro.

2. Ha basato il suo personaggio su un noto sceneggiatore. Per il ruolo del falsario Louis Dega, Hoffman si ispirò al celebre sceneggiatore Dalton Trumbo. Ricordando l’incontro con questi, l’attore ripropose per il suo personaggio una serie di riti e particolarità riscontrate nello scrittore. Questi, secondo Hoffman, era dotato di un carattere esuberante e una tenacia che ben si sposavano con il suo personaggio.

Dustin Hoffman: età e altezza

1. Dustin Hoffman è nato a Los Angeles, in California, Stati Uniti, l’8 agosto 1937. L’attore è alto complessivamente 167 centimetri.

Fonte: IMDb

Jonny Lee Miller: 10 cose che non sai sull’attore

Jonny Lee Miller: 10 cose che non sai sull’attore

Divenuto celebre grazie alle sue interpretazioni negli anni Novanta, l’attore Jonny Lee Miller si è più volte riaffermato grazie a nuovi progetti e personaggi in grado di esaltarne le doti attoriali. Ad oggi attivo prevalentemente in televisione, Miller non manca di conquistare i suoi fan con ruoli spesso imprevedibili.

Ecco 10 cose che non sai di Jonny Lee Miller.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Jonny Lee Miller Instagram

Jonny Lee Miller: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. Miller ottiene popolarità sin dai suoi film di debutto, Hackers (1995) e Trainspotting (1996), con Ewan McGregor. Successivamente, recita in titoli come Afterglow (1997), Mansfield Park (1999), Dracula’s Legacy – Il fascino del male (2000), L’uomo senza legge (2004), Nella mente del serial killer (2004), Melinda e Melinda (2004), con Chloë Sevigny, e Æon Flux – Il futuro ha inizio (2005). Negli ultimi anni ha invece recitato in Endgame (2009), Dark Shadows (2012), con Johnny Depp e Michelle Pfeiffer, Byzantium (2012), e T2 Trainspotting (2017).

9. È noto per i suoi ruoli televisivi. Trasferitosi sul piccolo schermo, l’attore ha ottenuto particolare popolarità grazie al ruolo di Eli Stone nella serie Eli Stone, dove ha recitato dal 2008 al 2009. In seguito, ha preso parte a Emma (2009) e Dexter (2010), con Michael C. Hall. Dal 2012 è invece protagonista della serie Elementary nel ruolo di Sherlock Holmes, recitando accanto all’attrice Lucy Liu.

8. È stato nominato ad importanti premi. Grazie alle serie televisive Eli Stone e Elementary, l’attore è stato candidato, rispettivamente nel 2008 e nel 2012, come miglior attore in una serie. Sempre per Elementary, è invece stato candidato ai Teen Choice Award, a conferma del grande successo dell’attore tra un pubblico di giovani.

Jonny Lee Miller è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 233 mila persone. All’interno di questo l’attore è solito condividere immagini relative a momenti di svago, come anche dei luoghi da lui visitati. Non mancano infine anche foto relative ai suoi progetti da interprete, promossi grazie al social.

Jonny Lee Miller è Frankenstein

6. Ha interpretato il celebre personaggio. Nel 2011 Miller è protagonista insieme all’attore Benedict Cumberbatch dello spettacolo Frankenstein, realizzato per il National Theatre. In esso, i due interpretano a fasi alterne il celebre mostro della letteratura. Lo spettacolo è stato poi reso disponibile per un breve periodo sulla piattaforma YouTube.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Jonny Lee Miller Elementary

Jonny Lee Miller: chi è sua moglie

5. È stato sposato con una celebre attrice. Sul set del film Hackers Miller conobbe l’attrice premio Oscar Angelina Jolie, con la quale intraprese una relazione culminata poi nel 1996 con il matrimonio. Questo dura in realtà molto poco, e dopo soli diciotto mesi i due si separano, arrivando ad ufficializzare il divorzio nel 2000. I due sono tuttavia rimasti in buoni rapporti.

4. Si è sposato di nuovo. A partire dal 2006 Miller ha iniziato a frequentare l’attrice Michele Hicks, nota per aver partecipato a titoli come Mulholland Drive Orange Is the New Black. I due si sposeranno poi nel luglio del 2008 e nel dicembre dello stesso anno nasce il primo figlio. La coppia ha poi avuto modo di recitare insieme nella serie Elementary.

Jonny Lee Miller in Dexter

3. Ha avuto un ruolo ricorrente nella serie. L’attore ha fatto la sua comparsa nella celebre serie crime a partire dal settimo episodio della quinta stagione, ricoprendo il ruolo di Jordan Chase. Il suo è poi diventato un ruolo piuttosto ricorrente nella serie, comparendo fino al dodicesimo episodio della quinta stagione.

Jonny Lee Miller in Elementary

2. Ha diretto alcuni episodi della serie. Particolarmente legato alla serie Elementary, che gli ha permesso di ottenere nuova popolarità in televisione, l’attore si è per questo titolo cimentato anche nelle sue prime regie. Ha infatti compiuto il passo dietro la macchina da presa dirigendo tre episodi, rispettivamente il sesto e il sedicesimo della sesta stagione, e il quarto della settima stagione.

Jonny Lee Miller: età e altezza

1. Jonny Lee Miller è nato a Kingston upon Thames, nei pressi di Londra, Inghilterra, il 15 novembre del 1972. L’attore è alto complessivamente 177 centimetri.

Fonte: IMDb

Kate Hudson: 10 cose che non sai sull’attrice

Kate Hudson: 10 cose che non sai sull’attrice

Celebre attrice comica statunitense, Kate Hudson si è negli anni costruita una carriera di tutto rispetto, prendendo parte a titoli di grande successo di pubblico e critica. Apprezzata per il suo carisma, ha saputo sfoggiare una buona versatilità pur rimanendo all’interno del genere commedia, ma compiendo talvolta delle incursioni nel thriller o nell’action.

Ecco 10 cose che non sai di Kate Hudson.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Kate Hudson Glee

Kate Hudson: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice debutta al cinema nel 1998 con Desert Blue, per poi guadagnare popolarità recitando in titoli come 200 Cigarettes (1999), con Ben Affleck, Quasi famosi (2000), con Billy Crudup, Il dottor T e le donne (2000), Alex & Emma (2003) e Tu, io e Dupree (2006), con Owen Wilson. In seguito ha iniziato a sperimentare film di generi diversi come Nine (2009), con Daniel Day-Lewis, Bride Wars – La mia migliore nemica (2009), con Anne Hathaway, The Killer Inside Me (2010), con Casey Affleck, Il fondamentalista riluttante (2012), Wish I Was Here (2014), Rock the Kasbah (2015), Deepwater – Inferno sull’oceano (2016) e Marcia per la libertà (2017).

9. Ha preso parte a note serie TV. Dopo aver recitato in alcuni episodi di serie come Cinque in famiglia (1996) e EX Streets (1997), l’attrice ottiene popolarità in televisione grazie al ruolo di Cassandra July nella popolare serie Glee, con l’attore Darren Criss, recitandovi per cinque episodi tra il 2012 e il 2013. Nello stesso 2013 interpreta Rhonda nella commedia Come distruggere il tuo capo, dove recita accanto all’attore Jon Hamm.

8. Ha scritto e diretto un cortometraggio ricco di star. Nel 2007 l’attrice debutta alla regia del cortometraggio Cutlass, da lei anche scritto. Questo è incentrato sul rapporto tra una madre e sua figlia, dove la richiesta di quest’ultima di poter avere una chitarra scatena nel genitore una serie di ricordi sulla propria adolescenza. Il cortometraggio è interpretato da alcune note celebrità hollywoodiane, come Dakota Fanning, Kurt Russell e Kristen Stewart.

Kate Hudson è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo verificato e seguito da 12 milioni di persone. All’interno di questo è solita condividere foto che la ritraggono in momenti di svago, sia con la propria famiglia che in compagnia di amici o colleghi. Non mancano però anche numerose curiosità o riflessioni personali che l’attrice è solita condividere con i propri fan.

6. Utilizza il social per promuovere il proprio lavoro. Tramite il proprio account Instagram, la Hudson è solita condividere anche immagini relative ai propri progetti lavorativi. Ciò avviene sia tramite l’utilizzo di locandine, video, immagini di backstage o interviste rilasciate per varie riviste.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Kate Hudson compagno

Kate Hudson: sua madre e suo padre

5. È figlia di due noti attori. La Hudson è figlia dell’attrice premio Oscar Goldie Hawn, e del cantante Bill Hudson. Tuttavia, per via del divorzio tra i genitori, a partire dal terzo anno d’età l’attrice è cresciuta a stretto contatto con Kurt Russell, celebre interprete hollywoodiano e nuovo compagno di sua madre, che lei considera come fosse suo padre.

Kate Hudson: il suo compagno e i figli

4. Ha avuto una relazione con un celebre cantante. L’attrice è stata a lungo legata a Matthew Bellamy, frontman della celebre band inglese Muse. Dalla loro unione, nel luglio del 2011, è nato il figlio Bingham Hawn Bellamy (per la Hudson si tratta del secondo, avendo già avuto un primo figlio nel 2004). Nel 2014, tuttavia, la Hudson e Bellamy annunciano la loro separazione e la fine della loro relazione.

3. Ha un nuovo compagno. Nell’ottobre del 2018 nasce il nuovo figlio dell’attrice, avuto dal compagno Danny Fujikawa, di professione musicista. I due, che si conoscevano da diversi anni, hanno ora confermato la loro relazione, dichiarando di non escludere in futuro il matrimonio.

Kate Hudson in Glee

2. Ha avuto difficoltà ad interpretare il personaggio. Anche se compare soltanto in cinque episodi della quarta stagione della serie Glee, l’attrice ha avuto modo di dar vita ad un personaggio memorabile. La sua Cassandra July è infatti rimasta nota come la severa insegnante di danza di Rachel. La Hudson ha però raccontato di aver fatto fatica a dar vita al personaggio, non trovandosi a suo agio nell’interpretare la parte del cattivo di turno.

Kate Hudson: età e altezza

1. Kate Hudson è nata a Los Angeles, in California, Stati Uniti, il 19 aprile 1979. L’attrice è alta complessivamente 168 centimetri.

Fonte: IMDb

Stagione di caccia, dal graphic novel, in film con Andrea Pennacchi

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Stagione di Caccia, il graphic novel di Emiliano Pagani e Bruno Cannucciari, diventerà un film, prodotto da Mastrangelo Cinematografica di Livia Mastrangelo. Edito da Tunuè nella collana Prospero’s Book, Stagione di caccia è uscito nelle librerie e fumetterie italiane il 7 novembre, pochi giorni dopo essere stato presentato in anteprima a Lucca Comics & Games, il più importante evento fumettistico del panorama europeo.

La sceneggiatura del film sarà firmata da Antonello Sammito. L’esordiente Giulia Di Battista, diplomata del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, sarà dietro la macchina da presa. L’inizio delle riprese è previsto per la primavera del 2021.

Stagione di caccia, la trama

Bruno è un esperto cacciatore, la sua preda principale sono i cinghiali, che popolano il bosco ai cui margini vivono, in un casale isolato dal resto della comunità, Giulia, Emma e Tiziana. Le tre donne, nonostante caratteri molto diversi, sono grandi amiche e gestiscono insieme la loro azienda agricola specializzata in prodotti biologici. Un’attività guardato con scetticismo dagli altri abitanti del borgo, tutti figli e nipoti di cacciatori. Proprio con Bruno nascono i maggiori contrasti, acuiti da una serie di furti che stanno colpendo le case del paese. I primi indiziati di questi crimini sono gli immigrati che da qualche tempo sono arrivati sul territorio. Ma l’attenzione che viene loro riservata distoglie l’attenzione dal continuo aumento dei cinghiali nel bosco, che inizia a stare loro stretto.

Stagione di caccia è un racconto di genere che si ispira alle cronache contemporanee e a una solida tradizione letteraria. Una storia molto attuale che ha già trovato il suo primo interprete. Andrea Pennacchi sarà il protagonista maschile del film, nel ruolo di Bruno, il cacciatore.

Attore e autore teatrale, Pennacchi è stato tra gli interpreti di Io sono Li, lungometraggio diretto da Andrea Segre, presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2011 nella sezione Giornate degli Autori. Ha lavorato nuovamente con Segre in La prima neve, ha poi collaborato con Carlo Mazzacurati nell’ultimo film del regista prematuramente scomparso, La sedia della felicità, con Silvio Soldini (Il colore nascosto delle cose), Ivan Silvestrini (Arrivano i prof), Stefano Sollima (Suburra) e Marco Bonfanti, che lo ha diretto nel film originale Netflix L’uomo senza gravità.

Andrea Pennacchi ha partecipato a molte produzioni televisive, tra cui Non uccidere, Don Matteo e 1994 e come coprotagonista accanto a Paola Cortellesi alla serie Petra, prossimamente su SKY. Nel novembre 2018 ha presentato, durante una puntata della trasmissione Propaganda Live, il monologo dal titolo This is Racism – Ciao Teroni. Lo straordinario successo registrato gli ha fatto guadagnare uno spazio fisso nel programma ideato e condotto da Diego “Zoro” Bianchi, durante il quale interpreta ogni settimana i monologhi del Pojana, personaggio da lui creato.

Da qualche settimana è disponibile, Pojana e i suoi fratelli, volume edito da People che raccoglie i monologhi di Propaganda Live e altri testi teatrali.

Emiliano Pagani e Bruno Cannucciari

Stagione di caccia è la loro seconda collaborazione. Kraken, il loro precedente graphic novel, è stato anch’esso opzionato per una trasposizione cinematografica.

Emiliano Pagani, classe 1969, livornese, inizia a pubblicare nel 1991 sulle pagine del settimanale satirico toscano Il Vernacoliere, dove nasce la serie nel classico strip La famiglia Quagliotti, da lui disegnata e scritta. Sempre sulla stessa rivista arriva qualche anno dopo Don Zauker, satira anticattolica di cui è creatore e sceneggiatore, illustrata da Daniele Caluri e attualmente pubblicata nella collana Feltrinelli Comics, che farà guadagnare loro il prestigioso Premio Attilio Micheluzzi per la migliore sceneggiatura di serie umoristica nel 2007.

Bruno Cannucciari nasce a Roma nel 1964. La sua avventura nel mondo del fumetto inizia sulle storiche pagine di Comic Art negli anni Ottanta, per poi continuare nel decennio successivo al fianco di Silver, il papà di Lupo Alberto, personaggio di cui Cannucciari ha realizzato negli anni centinaia delle sue classiche tavole autoconclusive. Kraken uscirà in una nuova edizione nelle edicole il 16 giugno.

Dispatches from Elsewhere, recensione della serie di Jason Segel

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Dispatches from Elsewhere, recensione della serie di Jason Segel

Disponibile dal 15 giugno su Prime Video, Dispatches from Elsewhere era stato presentato all’ultima Berlinale 2020, su grande schermo, nel mondo ancora ignaro di ciò che sarebbe accaduto da lì a pochi giorni. La serie, che in patria (prodotta da AMC è made in USA) è andata in onda nella tradizionale fruizione di un episodio per volta, arriva negli altri Paesi, a che in Italia, sulla piattaforma di streaming che quindi permette il binge-watching e una fruizione leggermente differente, soprattutto se si considera che quasi ogni episodio si apre e si chiude con un intrigante Richard E. Grant, l’enigmatico Octavio, che parla direttamente allo spettatore, svelando e a volte deridendo i meccanismi narrativi tradizionali delle serie tv.

Dispatches from Elsewhere è ispirata ad un fatto reale

Ma andiamo con ordine. Dispatches from Elsewhere è ispirata ad un documentario del 2013, The Institute, che racconta la storia del Jejune Institute, luogo di un gioco interattivo dal vivo, una sorta di evoluzione del gioco di ruolo, che coinvolse 10000 partecipanti, reclutati attraverso volantini bizzarri. La serie è ambientata a Filadelfia e vede il citato Octavio a capo di un Istituto che recluta volontari, tramite dei volantini, per una specie di gioco sociale. Conosciamo così Peter (Jason Segel), un annoiato impiegato di un servizio di streaming che legge in questo annuncio una fuga dalla sua monotona realtà. Si imbatte così nella Elsewhere Society, che gli assegna delle prove da superare tramite indizi, e che deve affrontare insieme ad una squadra di complici, formata da un trio eterogeneo di personaggi altrettanto bizzarri: Janice (Sally Field), Simone (Eve Lindley) e Fredwynn (André Benjamin). Questa bizzarra squadra si porrà domande sulla realtà che sta vivendo, ma riuscirà a trovare anche molto di più di quello che avrebbe mai immaginato.

Dispatches from Elsewhere è ideata, scritta, interpretata e per alcuni episodi diretta da Jason Segel. Il Marshall di How I Met Your Mother dimostra una grande maturità artistica che scavalca la comicità con cui il grande pubblico lo ha conosciuto e sfodera un registro struggente e drammatico davvero intenso, che diventa il vero cuore della serie. Oltre al gioco intellettuale che si muove agilmente tra i generi e i toni, mescolando a sequenze quasi lynchane l’animazione e la rottura della quarta parete, Segel aggiunge alla storia un potentissimo nucleo emotivo che ricorda vagamente Sense8 (senza la componente fortemente erotica), nella misura in cui anche in questo caso la connessione e la comunità diventano la vera scoperta, la rivoluzione.

Un registro drammatico inedito per Segel

Dispatches from ElsewhereSegel compie un raffinato lavoro di scrittura, realizzando anche un perfetto quadro di inclusività e armonia, ponendolo come un dato di fatto e dandolo per scontato, come dovrebbe essere anche nella società civile, senza dare troppo peso, ad esempio, al fatto che Simone è una trans, o che Fredwynn è di colore. Segel mostra le varie umanità, complesse, articolate, sole, spaventate, e le mette in condizione di rispecchiarsi nell’altro e di fare comunità, attraverso un costrutto narrativo che parte come semplice gioco intellettuale e pian piano mostra la sua vera faccia, forse meno originale ma sicuramente emozionante e coinvolgente.

Da un punto di vista visivo, la serie viene settata con il primo episodio, diretto proprio da Jason Segel, come un’interessante esperienza che ad uno stile classico associa momenti di sperimentazione e contaminazione (frequenti sono le sequenze in animazione), specialmente dal punto di vista fotografico. Questa scelta linguistica si protrae per tutta la serie e si sposa molto bene con la sensazione di straniamento destata dal parlare direttamente allo spettatore del personaggio di Richard E. Grant.

Dispatches from Elsewhere ci chiama in causa, ci affascina e ci ingaggia come giocatori del suo esperimento sociale, ci fa mettere nei panni (nel vero senso della parola) dei protagonisti e ci fa scoprire tutti vulnerabili e desiderosi di far parte di una comunità, di un cerchio emotivo che ci comprende e ci protegge, che ci fa sentire a casa.

La volta buona di Vincenzo Marra al cinema dal 2 Luglio

La volta buona di Vincenzo Marra al cinema dal 2 Luglio

E’ La volta buona di Vincenzo Marra con protagonista Massimo Ghini, affiancato da Max Tortora, Francesco Montanari e dal giovane Ramiro Garcia, arriverà in sala giovedì 2 luglio e sarà il primo film che debutta al cinema dopo la riapertura. Grazie all’impegno della distribuzione Altre Storie insieme ai produttori Lotus Production – una società Leone Film Group – e TIMVISION che hanno deciso di sostenere la riapertura delle sale cinematografiche, il pubblico italiano potrà tornare al cinema per godersi un film nuovo, un film per tutti, girato tra l’Italia e l’Uruguay, che affronta i grandi temi della vita: la famiglia, la paternità, la migrazione. Un’opera firmata da Vincenzo Marra, amato e premiato regista italiano, con  Massimo Ghini per la prima volta protagonista assoluto.

In un momento per niente facile che ci ha visto e ci vede tutti coinvolti, abbiamo deciso di sostenere la riapertura dei cinema con uno dei nostri titoli più importanti.” – ha dichiarato Cesare Fragnelli, distributore del film per Altre Storie – “La regia precisa di Vincenzo Marra e il suo cast eccezionale raccontano, con il tono della commedia dolceamara, una grande storia che parla di sogni, di giovani, di famiglia, e si rivolge al cuore di tutti noi. Una formula, amata dalla critica all’ultima Festa del Cinema di Roma, che siamo certi saprà dare la giusta speranza ai nostri spettatori, perché è questo il momento giusto de LA VOLTA BUONA: il momento di affrontare a testa alta il virus che ci ha colpiti negli ultimi mesi, il momento di rialzarsi e tornare in sala insieme al grande pubblico. Perché la voglia di cinema, del cinema autentico, emozionante, è più forte di ogni altra cosa.

La volta buona: la trama

Bartolomeo, procuratore sportivo, vive di espedienti e piccoli imbrogli. Negli anni ha sprecato le tante occasioni che ha avuto, il vizio del gioco gli ha fatto perdere soldi e famiglia e ora passa le giornate nei campetti di periferia sperando di trovare il nuovo Maradona. Sempre alla ricerca del colpo di fortuna, un giorno riceve una telefonata: in Uruguay c’è un ragazzino, Pablito, che è un vero fenomeno, un fuoriclasse che sicuramente sfonderà nel calcio italiano. Per Bartolomeo è finalmente arrivata l’occasione per riprendersi tutto quello che ha perso. Per Pablito si può realizzare il sogno di una vita migliore. Per entrambi sembra essere la volta buona…

La volta buona è prodotto da Lotus Production – una società di Leone Film Group – e TIMVISION in associazione con Altre Storie distribuito da Altre Storie

10 bellissimi attori dietro a “mostri” del cinema

10 bellissimi attori dietro a “mostri” del cinema

Nell’immaginario collettivo, il villain di turno è sempre associato ad un aspetto spesso terrificante: a volte affascinante, altre volte invece semplicemente trasandato. Eppure, i più grandi antagonisti della storia del cinema sono spesso stati interpretati da attori che nella vita reale si sono sempre contraddistinti, oltre che per il loro talento, anche per il loro aspetto: non soltanto per la loro bellezza, ma soprattutto per il fascino e per il carisma. Ecco di seguito 10 attori considerati bellissimi che, spesso, si sono ritrovati ad interpretare villain dall’aspetto… respingente!

Gwendoline Christie – Star Wars: Il Risveglio della Forza

Quando ha ottenuto la parte di Captain Phasma in Star Wars: Il Risveglio della Forza del 2015, Gwendoline Christie – divenuta famosa per aver interpretato Brienne di Tarth in Game of Thrones – ha scritto la storia come la prima donna ad interpretare un villain dell’universo di Star Wars.

Phasma si è rivelato un personaggio molto amato dai fan della celebre saga fantascientifica (notoriamente molto difficili da accontentare), che hanno reagito in maniera negativa quando Rian Johnson non è riuscito a sfruttare correttamente le sue potenzialità nel seguito del 2017, Star Wars: Gli Ultimi Jedi

Helena Bonham Carter – Alice in Wonderland

Alice in Wonderland: recensione

Conosciuta per i molti film che ha realizzato con il suo ex ex partner Tim Burton, Helena Bonham Carter è molto più del suo look eccentrico, costituito da folli parrucche e da un trucco spesso gotico. È stata nominata all’Oscar come migliore attrice per la sua interpretazione nel film Le ali dell’amore del 1997 ed è stata nominata nella categoria miglior attrice non protagonista per il suo lavoro al fianco di Colin Firth ne Il discorso del re.

Il popolarissimo film biografico su Re George VI è uscito 2010, lo stesso anno del grande successo di Burton Alice in Wonderland. All’epoca dell’uscita del film, in merito alla Regina Rossa l’attrice dichiarò: “Ho adorato interpretarla, soprattutto per il suo aspetto. Fondamentalmente mi piace sempre mimetizzarmi. È sempre liberatorio interpretare qualcuno che ha praticamente smesso di crescere”. La Carter ha interpretato un altro “personaggio orribile”, dando vita alla perfida Bellatrix Lestrange nelle saga di Harry Potter.

Charlize Theron – Monster

Charlize Theron è nota per interpretare personaggi che sono spietati e sexy allo stesso tempo. Eppure, nel corso della sua incredibile carriera, ci sono state delle eccezioni… da Oscar! La serial killer Aileen Wuornos è un personaggio sicuramente tosto, ma non sexy in senso tradizionale. La donna uccise sette uomini nel corso di una follia omicida durata cinque mesi ed iniziata alla fine del 1989: nel 2002, è stata giustiziata in Florida.

Theron ha interpretato Wuornos nel bellissimo Monster del 2003, diretto dalla futura regista di Wonder Woman, Patty Jenkins, regalando una performance che l’Academy ha ritenuto degna della prestigiosa statuetta alla migliore attrice. Per meglio prepararsi al ruolo, Theron è ingrassata notevolmente, sottoponendosi ad ore ed ore di trucco per rendere visibili gli anni di abusi sulla pelle della “sua” Aileen.

Elizabeth Banks – Power Rangers

Power Rangers

Indubbiamente tra i più iconici cattivi della tv per bambini di tutti i tempi, la Rita Repulsa del reboot di Power Rangers del 2017 era molto diversa dalla stravagante e comica incarnazione che abbiamo conosciuto negli anni ’90. La versione del personaggio interpretata da Elizabeth Banks, infatti, è stata trasformata seguendo una vera e propria moda ad Hollywood.

“Così tante persone hanno lavorato al mio costume”, dichiarò l’attrice in un’intervista dell’epoca. “È stato davvero intenso. Ad un certo punto mi sono ritrovata ad indossare una protesi per tutto il corpo, dalla testa ai piedi”. Un abito in cui entrarci sembrerebbe essere stato un vero calvario per la bella attrice e regista, sicuramente più “ingombrante” dei costumi sgargianti sfoggiati nella saga di Hunger Games.

Ralph Fiennes – Harry Potter

ralph fiennes harry potter

Ralph Fiennes aveva quasi rifiutato il ruolo di Lord Voldemort nella saga di Harry Potter, salvo poi lasciarsi convincere ad accettare la parte da sua sorella. La performance del celebre attore britannico è forse una delle trasformazioni più sottovalutate della storia di Hollywood.

Tutto ciò che riguarda la sua interpretazione di “Colui che non deve essere nominato” è assolutamente perfetto, dagli insensibili omicidi dei Babbani all’iconica risata. L’Academy non è mai riuscita a riconoscere il lavoro di Fiennes nel franchise, come molti spettatori non sono mai riusciti a riconoscere l’interprete dietro Voldemort, grazie al lavoro straordinario del truccatore Mark Coulier, che è riuscito a rendere il bellissimo attore decisamente terrificante!

Ray Park – Star Wars: La Minaccia Fantasma

Darth Maul

La trilogia prequel di George Lucas ha sempre diviso i fan della saga, ma ci ha anche regalato uno dei cattivi più memorabili di Star Wars: Darth Maul. Introdotto nel 1999 in Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma, Maul si scontra con il Maestro Jedi Qui-Gon Jinn (Liam Neeson) in uno dei duelli con le spade laser più belli dell’intero franchise.

Ray Park (all’epoca 22enne) si allenava per 15 ore al giorno per meglio entrare nei panni dell’apprendista Sith di Darth Sidious. “Il look di Darth Maul, il Signore dei Sith, penso sia stato fantastico”, aveva dichiarato in una vecchia intervista l’attore. I fan della saga hanno reagito negativamente all’apparizione “shock” di Maul nel discutibile Solo: A Star Wars Story, criticandone in particolare l’iconico look, che sembrava lievemente modificato rispetto al film del 1999.

Elena Anaya – Wonder Woman

Wonder Woman del 2017 è stato riconosciuto come una tappa fondamentale per le donne all’interno del genere supereroistico, e non solo per la star protagonista (Gal Gadot) e per la regista (Patty Jenkins). Il film, acclamato dalla critica, ha anche utilizzato un cattivo donna, con la splendida attrice spagnola Elena Anaya che ha interpretato il ruolo di Isabel Maru, meglio conosciuta come Dottor Poison, una scienziata turca la cui conoscenza di veleni e tossine mortali spinge i tedeschi a reclutarla durante la prima guerra mondiale.

L’attrice aveva spiegato che indossare il costume del personaggio l’aveva aiutata ad entrare meglio nella sua mentalità, anche se recitare in esso non era esattamente confortevole, soprattutto a causa della maschera indossata per circa 12 ore al giorno e che la Anaya ha avuto numerose difficoltà a dover rimuovere ogni volta.

Javier Bardem – Pirates of the Caribbean: La vendetta di Salazar

Pirati dei Caraibi 5

Il vincitore dell’Oscar Javier Bardem ha ormai cinquant’anni, ma ciò non ha reso l’attore spagnolo meno carismatica rispetto al passato. Semmai, la star di Skyfall sembra diventare sempre più affascinante con l’avanzare dell’età. Nel 2017 l’attore ha interpretato Armando Salazar in Pirati dei Caraibi: La Vendetta di Salazar, portando sullo schermo un personaggio dall’aspetto tutt’altro che ammaliante.

Bardem ha trascorso la maggior parte del tempo sul set al trucco, dal momento che doveva apparire come un cacciatore di pirati resuscitato di recente dalla tomba. Un processo che ha richiesto circa tre ore giornaliere per essere completato. Nonostante sia il film della saga che abbia ottenuto i consensi meno favorevoli, l’interpretazione dell’attore spagnolo è stata amata ed elogiati indistintamente.

Lee Pace – Guardiani della Galassia/Captain Marvel

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Lee Pace ha interpretato Ronan l’Accusatore sia in Guardiani della Galassia del 2014 sia in Captain Marvel del 2019, personaggio che ha richiesto diverse ore di trucco per poter vedere la luce. Nonostante le difficoltà richieste dalle parte, l’attore non ha mai nascosto il suo entusiasmo nell’essere entrato a far parte della grande famiglia Marvel.

D’altronde, Pace è un attore esperto di “trasformazioni”, dal momento che aveva già interpretato il Re degli Elfi Thranduil, padre di Legolas, nella trilogia de Lo Hobbit di Peter Jackson.

Naomie Harris – Pirati dei Caraibi

L’attrice britannica Naomie Harris è probabilmente conosciuta per aver interpretato Moneypenny nella saga di James Bond al fianco di Daniel Craig, ma prima di assumere il ruolo della sensuale segretaria di M, ha interpretato Tia Dalma nel secondo e nel terzo capitolo della saga di Pirati dei Caraibi.

In un’intervista del 2007, la Harris aveva così descritto la routine alla quale doveva sottoporsi prima di iniziare a girare: “Non è stato poi così male: una parrucca, rossetto e ombretto neri, alcuni segni tribali e un mix di oro e polvere scura sul viso. I denti erano denti prostetici. Dovevo anche riempirmi la bocca di una verdura colorante prima di ogni ripresa… l’idea era che Tia Dalma trasudasse inchiostro e male.”

Fonte

Spike Lee difende Woody Allen… ma poi si scusa!

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Spike Lee è attualmente impegnato con la promozione del suo ultimo film, Da 5 Bloods (disponibile dallo scorso 12 giugno su Netflix), e in una recente ospitata alla trasmissione In the Morning in onda sulla radio newyorkese WOR, ha apertamente difeso Woody Allen, schierandosi contro la “cultura della cancellazione”.

Intervistato da Len Bermna e Michael Riedel, Lee avrebbe pubblicamente preso le difese del regista di Un Giorno di Pioggia a New York, dichiarando: “Vorrei solo dire che Woody Allen è un grande, grande regista e che questa cultura della cancellazione non riguarda solo lui. Quando ripenseremo a tutto questo, ci accorgeremo che è stato come uccidere qualcuno, che è stato come cercare di cancellare qualcuno… come se non fosse mai esistito. Woody è un amico e un tifoso dei Knicks come me. So cosa sta passando in questo momento.”

Poco dopo le sue dichiarazioni, però, Spike Lee ha pubblicato attraverso il suo profilo Twitter ufficiale un messaggio in cui si è “scusato” per le sue affermazioni relative all’amico e collega: “Mi scuso profondamente. Le mie parole erano SBAGLIATE. Non tollero e non tollererò mai le molestie sessuali, le aggressioni o la violenza. Questo trattamento causa danni reali che non possono essere minimizzati. Sinceramente, Spike Lee.”

La vita di Woody Allen e i problemi legati alla distribuzione di Un Giorno di Pioggia a New York

Le parole di Spike Lee fanno ovviamente riferimento alle ultime vicissitudini che hanno travolto la vita di Woody Allen (con nuove accuse da parte di Dylan Farrow, figlia di Mia Farrow – ex compagna di Allen -, portate alla luce dal fratello Ronan) e messo a rischio la distribuzione del suo ultimo film Un Giorno di Pioggia a New York, con gli Amazon Studios che hanno cancellato il contratto con il regista, restituendogli i diritti del film con Timothée Chalamet e Elle Fanning.

Fonte: The Wrap

Gemme dell’Infinito: Gli Eterni risponderà all’ultima domanda

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Gemme dell’Infinito: Gli Eterni risponderà all’ultima domanda

Il nuovo film Marvel Studios, Gli Eterni, potrebbe risolvere l’ultimo mistero che aleggia intorno alle Gemme dell’Infinito. Nel 2012, i Marvel Studios hanno introdotto Thanos nella scena post-credit di The Avengers. All’epoca non si avevano piani specifici per il Titano Pazzo, ma c’era solo il desiderio di rivelare che, dietro l’invasione dei Chitauri causata da Loki, ci fosse una minaccia cosmica. Ma questa idea ispirata, nata da un’intuizione di Joss Whedon, era destinata a trasformare l’intero universo cinematografico Marvel.

La Marvel guardò alla Fasi 1 e si rese conto di aver introdotto potenti oggetti che potevano essere ricollegati come alle Gemme dell’Infinito. E così le prime tre fasi dell’MCU sono diventate la Saga dell’Infinito, con Thor (Chris Hemsworth) che in Avengers: Age of Ultron, ha identificato l’entità della minaccia che incombeva sui Vendicatori e sulla Terra, quando dice, a fine film, che qualcuno stava giocando una partita molto più complicata, usandoli come pedine. Il climax si è dispiegato in Avengers: Infinity War, quando Thanos (Josh Brolin) è uscito delle ombre e ha collezionato con successo le Gemme dell’Infinito. La storia dei potenti oggetti, apparentemente, termina quando Thanos le distrugge all’inizio di Avengers: Endgame. Ma, in realtà, rimane un ultimo mistero.

Secondo il Collezionista (Benicio del Toro), le Gemme dell’Infinito erano originariamente singolarità che precedevano l’universo stesso. Furono forgiate in forma lingotti concentrati da forze sconosciute e sembrano essere stati rivendicati dall’antica razza conosciuta come i Celestiali. In Guardiani della Galassia, il Collezionista ha fatto comparire delle visioni che mostravano un Celestiale che con la Gemma del Potere, la viola, giudicava interi mondi, mentre in Avengers: Endgame Nebula (Karen Gillan) si riferiva al pianeta Vormir – il mondo in cui è nascosta la Gemma dell’Anima – come “il centro dell’esistenza dei celestiali”. Ma i Celestiali caddero, quasi estinti, e le Gemme dell’Infinito furono disperse. Furono accuratamente nascoste, la Gemma del Potere nascosta su un antico tempio sul pianeta Morag; la Gemma dello Spazio, la Gemma della Realtà e la Gemma della Mente impiantate in altri oggetti; la Gemma del Tempo sorvegliata dai Maestri delle Arti Mistiche; e la posizione della Pietra dell’Anima persa nel mito. Ma chi ha nascosto le Gemme dell’Infinito?

L’ultimo mistero legato alle Gemme dell’Infinito

Ci sono importanti indizi che suggeriscono che le Gemme dell’Infinito siano state nascoste da qualcuno che le aveva trovate, sulla Terra. La Gemma dello Spazio divenne il Tesseract, il gioiello della casa del tesoro di Odino, sorvegliato da un altro dei Nove Reami; la Gemma della Realtà cadde nelle mani degli Elfi Oscuri su un altro dei pianeti dei Nove Reami, collegato alla Terra. La Gemma del Tempo era custodita dai Maestri delle Arti Mistiche a Kamar-Taj, e, secondo il fumetto preludio ad Avengers: Infinity War, i Maestri conoscevano anche il nascondiglio della Gemma del Potere. Tutto ciò suggerisce che i Celestiali persero le Gemme dell’Infinito sulla Terra e furono quindi disperse e nascoste da esseri sconosciuti.

Gli Eterni è l’occasione perfetta per i Marvel Studios per risolvere questo mistero legato alle Gemme dell’Infinito. Il film sembra aver riscritto l’origine degli Eterni, trasformandoli in antichi alieni che furono inviati a proteggere la Terra, presumibilmente dai Celestiali. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha ulteriormente suggerito che Gli Eterni coprirà un arco temporale di decine di migliaia di anni, il che significa che potrebbe mostrare esattamente cosa è successo ai Celestiali e alle Gemme negli anni passati. In tal caso, Gli Eterni diventa essenzialmente un prequel dell’intero Marvel Cinematic Universe, occupando così un posto assolutamente unico in questo universo condiviso.

CORRELATE: 

Gli Eterni, diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina Jolie (Thena), Richard Madden (Ikaris), Kit Harington (Black Knight), Kumail Nanjiani (Kingo), Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak), Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan (Sersi) e Don Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta da Matthew Ryan Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12 febbraio 2021.

Guardiani della Galassia: un nuovo team nell’ipotetico quarto film

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James Gunn, che ha diretto entrambi i capitoli della saga di Guardiani della Galassia e che dirigerà anche l’attesissimo Guardiani della Galassia Vol. 3, ha anticipato che un’eventuale Guardiani della Galassia Vol. 4 potrebbe avere come protagonista un nuovo team di eroi. Di recente Gunn ha portato a termine la produzione di The Suicide Squad per conto della Warner Bros., mentre attualmente è impeganto con la pre-produzione di Guardiani della Galassia Vol. 3

Il regista, la cui filmografia include – in qualità di sceneggiatore – i due film di Scooby-Doo usciti nei primmi anni del 2000 e il thriler/horror The Belko Experiment del 2016, è conosciuto soprattutto per il suo contributo all’Universo Cinematografico Marvel. Il terzo film dedicato ai Guardiani sarebbe dovuto arrivare nelle sale a maggio di quest’anno, ma venne ufficialmente posticipato dopo che il regista fu temporaneamente licenziato dalla Disney a causa di alcuni controversi tweet del passato. Successivamente, venne nuovamente ingaggiato per occuparsi del film, che sarà basato sulla sceneggiatura da lui inizialmente concepita. La Marvel, però, ha dovuto aspettare che Gunn terminasse i suoi lavori con il suo The Suicide Squad, attualmente in fase di post-produzione.

Adesso, via Instagram, Gunn ha risposto ad un fan che ha voluto sapere se Guardani della Galassia Vol. 3 sarà effettivamente il capitolo finale del franchise dedicato a Star Lord & co. Gunn ha risposto che “probabilmente” sarà l’ultimo film dei Guardiani che dirigerà e che “probabilmente sarà l’ultimo film del franchise con protagonista l’attuale team di eroi”, nonostante abbia dichiarato che le cose potrebbero sempre cambiare.

Guardiani della Galassia Vol. 3 segnerà la fine dell’arco narrativo dell’attuale “formazione” di eroi

James Gunn non ha ovviamente specificato quali personaggi dell’Universo Marvel potremmo formare la nuova ipotetica squadra al centro di Guardiani della Galassia Vol. 4, ma è innegabile tra quante opzioni la Disney avrebbe la possibilità di scegliere. Per quanto riguarda il coinvolgimento di Gunn nel franchise, è palese che l’arco narrativo dell’attuale “formazione” di Guardiani si concluderà alla fine del terzo film.

Scritto e diretto da James GunnGuardiani della Galassia Vol. 3 non ha ancora una data di uscita ufficiale. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente a Febbraio 2021. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff e Karen Gillan, con Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor.

The Suicide Squad: James Gunn spiega la scelta del titolo

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The Suicide Squad: James Gunn spiega la scelta del titolo

Stando a quanto rivelato dal regista James Gunn, il titolo ufficiale di The Suicide Squad è nato letteralmente per gioco. I fan non vedono l’ora di vedere la nuova iterazione della Squadra Suicida sul grande schermo, soprattutto dopo l’accoglienza negativa che è stata riservata al film di David Ayer del 2016.

Al momento i dettagli su The Suicide Squad sono piuttosto scarsi: sappiamo soltanto che il nuovo film sarà un completo reboot e non un sequel diretto del film di Ayer, nonostante numerosi personaggi di quel film riprenderanno i loro ruoli, come Margot Robbie, Joel Kinnaman, Jai Courtney e Viola Davis. Tra le new entry figurano, invece, Idris Elba, John Cena, Peter Capaldi, Taika Waititi, Nathan Fillion e Pete Davidson. Non tutti i personaggi che il nuovo cast interpreterà sono stati rivelati, ma Gunn ha già specificato che non tutti sopravviveranno.

Adesso, in un recente Q&A su Instagram, il regista e sceneggiatore ha rivelato le origini dietro il titolo ufficiale del film, The Suicide Squad. In molti si sono chiesti come mai fosse stato scelto proprio quel titolo, dal momento che non è molto diverso dalla pellicola uscita nel 2016. A tal proposito, Gunn ha spiegato: “Una volta l’ho proposto in maniera scherzosa e alla Warner Bros. e ai produttori è piaciuto. Non ci sono molte possibilità che cambi, ma non si sa mai.”

Ancora nessun materiale ufficiale relativo a The Suicide Squad, in arrivo al cinema il 6 agosto 2021

Ha senso che il film di Gunn non si chiami Suicide Squad 2, dal momento che non sarà una vera continuazione del film di Ayer. A questo punto, i fan sono pienamente consapevoli che il film di Gunn sarà totalmente slegato da quanto avvenuto in precedenza. Al momento non abbiamo visto ancora nessun materiale ufficiale relativo al film. Ricordiamo che l’uscita in sala è fissata per il 6 agosto 2021: è improbabile che subisca variazione, dal momento che le riprese del film si sono ufficialmente concluse prima della scoppio della pandemia di Covid-19. 

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael Rooker, Nathan Fillion, Taika Waititi, John Cena, Peter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian e Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

Oscar 2021: tutte le novità della prossima edizione

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Oscar 2021: tutte le novità della prossima edizione

Non è la prima volta che si parla della possibilità che la cerimonia di premiazione degli Oscar 2021 venga ufficialmente posticipata a causa della pandemia di Covid-19. Già lo scorso maggio, infatti, un report di Variety aveva suggerito che la prossima edizione degli Academy Awards potrebbe non avere luogo a causa delle conseguenze dell’emergenza Coronavirus.

Al momento la nuova edizione degli Oscar è prevista per il 28 febbraio del prossimo anno, ma stando a quanto riportato online nelle ultime ore, sembra che il consiglio di amministrazione dell’Academy si riunirà virtualmente proprio in queste ore per discutere del futuro della 93esima edizione del prestigioso riconoscimento, che – lo ricordiamo – per la prima volta nella storia considererà per le votazioni insieme ai titoli che sono usciti (o che usciranno) in sala, anche i film che hanno debuttato direttamente in streaming (senza quindi passare per la sala cinematografica).

Il nuovo aggiornamento in merito agli Oscar 2021 arriva da The Hollywood Reporter (via ComingSoon.it), secondo cui l’Academy deciderà proprio in queste ore le sorti della cerimonia e l’eventuale rinvio: stando alla fonte, la cerimonia potrebbe essere posticipata fino a otto settimane dopo la data inizialmente prevista (28 febbraio). Inoltre, l’Academy dovrà decidere se estendere o meno la finestra di eleggibilità dei film ben oltre la data del 31 dicembre 2020, sempre in considerazione dell’attuale situazione mondiale che ha letteralmente stravolto l’industria cinematografica.

Le nuove regole dell’Academy, dal numero di titoli candidabili a Miglior Film alla nascita dell’Academy Screening Room

Sempre di recente, l’Academy aveva annunciato una serie di novità relative al proprio regolamento, un vero e proprio processo di ristrutturazione che resterà in vigore almeno fino al 2025: dalla cerimonia del prossimo anno, infatti, il numero di candidati al miglior film resterà fissato a 10, e non sarà più un numero variante tra 5 e 10. Inoltre, sempre a partire dal prossimo anno verrà istituita l’Academy Screening Room, una sala cinematografica virtuale accessibile dal sito ufficiale degli Oscar che permetterà ai tutti i membri registrati di poter visione i lungometraggi qualificabili per le specifiche categorie.

La Sirenetta: Halle Bailey parla delle critiche al suo casting

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La Sirenetta: Halle Bailey parla delle critiche al suo casting

La giovane Halle Bailey, scelta come interprete di Ariel nell’atteso adattamento live action del Classico Disney La Sirenetta, ha parlato per la prima volta delle critiche mosse dai fan al suo casting. L’ingaggio dell’attrice è stato ufficializzato a luglio dello scorso anno, insieme a quello di Jacob Tremblay, Melissa McCarthy e Awkwafina.

Le riprese del remake, che sarà diretto da Rob Marshall, sono state posticipate a causa della pandemia di Covid-19, ma è molto probabile che il film arrivi al cinema già nel 2021. Inoltre, è stato confermato che – oltre alla celebri canzoni della colonna sonora originale – il live action conterrà anche quattro nuovi brani composti appositamente per il film.

Quando venne annunciato che la Bailey – nota per la serie Grown-ish sarebbe stata l’interprete di Ariel nel live action, in molti reagirono in maniera decisamente positiva alla notizia. Tuttavia, una fetta di pubblico criticò la scelta dell’attrice e il fatto che, nel live action, il personaggio di Ariel non avrebbe avuto gli iconici “capelli rossi”.

Anche Jodie Benson, voce di Ariel nel classico originale de La Sirenetta, difende il casting di Halle Bailey

A quanto pare però, Halle Bailey ha deciso di ignorare quella tipo di reazioni, concentrandosi esclusivamente su chi ha apprezzato la sua scelta come nuova Ariel cinematografica. In una recente intervista con Variety (via Screen Rant), infatti, ha dichirato: “Non mi piace catalizzare la mia attenzione sulle cose negative. Credo che questo ruolo sia davvero un qualcosa più grande di me, e sono certa che sarà un’esperienza bellissima. Sono davvero eccitata di essere parte di tutto ciò.”

Quando venne ufficializzato il casting dela Bailey, diverse fonti riportarono che la giovane attrice era la favorita fin dall’inizio. Anche l’attrice Jodi Benson, voce di Ariel nella versione originale del classico originale, aveva espresso tutto il suo supporto nei confronti dell’ingaggio della giovane attrice afroamericana, dichiarando: “La cosa più importante è raccontare la storia. Penso che lo spirito del personaggio sia ciò che conta davvero. Ciò che porti di un personaggio per quanto riguarda il loro cuore e il loro spirito… è ciò che conta davvero.”

La Sirenetta vedrà nel cast Halle Bailey (nei panni di Ariel), Jonah Hauer-King (nei panni del Principe Eric), Javier Bardem (in trattative per interpretare Re Tritone), Melissa McCarthy (nei panni di Ursula, la perfida strega del mare), Daveed Diggs (Sebastian), Jacob Tremblay (Flounder) e Awkwafina (Scuttle). Questa versione del classico sarà diretta dal regista di Il Ritorno di Mary Poppins e Into The Woods, Rob Marshall, e includerà sia i brani dell’originale d’animazione del 1989, sia canzoni inedite a cui lavoreranno Alan Menken e Lin-Manuel Miranda.

The Flash: molto presto ci saranno novità sul film

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The Flash: molto presto ci saranno novità sul film

Le ultime novità in merito al travagliatissimo adattamento di The Flash risalgono allo scorso maggio, quando abbiamo appreso – via The Illuminerdi – che la Warner Bros. starebbe considerando l’idea dei ingaggiare una nuova attrice per Irish West, l’interesse amoroso di Barry Allen, personaggio interpretato da Kiersey Clemons in Justice League di Zack Snyder, ma tagliato dalla versione cinematografica del film.

In merito all’uscita nelle sale, la release del cinecomic è al momento fissata per il 2 giugno 2022, ma per quanto riguarda l’inizio della produzione – purtroppo – non ci sono ancora aggiornamenti, dal momento che la situazione relativa al ritorno sui set dopo l’emergenza Coronavirus non sembra abbia trovato ancora una sua precisa e adeguata risoluzione. Eppure, a breve potremmo avere nuovi aggiornamenti sul cinecomic… almeno secondo quanto ha lasciato intendere la produttrice Barbara Muschietti.

Nonostante il clima di profonda incertezza che circonda ormai l’industria cinematografica da diversi mesi, un recente commento su Instagram della Muschietti sembra preannunciare che forse, a breve, avremmo nuove notizie a proposito del cinecomic, quasi sicuramente in merito all’inizio delle riprese. In risposta ad un fan che chiedeva novità sul film, la produttrice e sorella di Andy Muschietti – che si occuperà della regia – ha confermato che “molto presto ci saranno novità”.

Ezra Miller dovrebbe dedicarsi prima alle riprese di Animali Fantastici 3 e poi iniziare a girare The Flash

Se le cose andranno secondo quanto inizialmente stabilito, Ezra Miller, interprete di The Flash nel DCEU, dovrà girare prima il terzo capitolo della saga di Animali Fantastici e poi iniziare le riprese del cinecomic affidato al regista di IT e IT – Capitolo Due. Di recente il giovane attore è finalmente al centro di una bufera mediatica a causa di alcune sconcertanti immagini che lo hanno visto protagonista.

The Flash arriverà al cinema il 2 giugno 2022. Christina Hodson è attualmente in trattative per scrivere una nuova versione del film, dopo i suoi lavori in pellicole come BumblebeeBirds of Prey. La trama del film si baserà sulla serie a fumetti del 2011 “Flashpoint”, scritta da Geoff Johns e disegnata da Andy Kubert, anche se Muschietti ha già confermato che il film presenterà una “diversa versione di Flashpoint rispetto a quella che i fan si aspettano.”

James Gunn ricorda il primo incontro tra Stan Lee e Tom Holland

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James Gunn ricorda il primo incontro tra Stan Lee e Tom Holland

La storia del primissimo incontro tra Tom Holland e Stan Lee è inaspettatamente divertente, almeno secondo quanto rivelato di recente dal regista e sceneggiatore James Gunn. Holland si è unito al MCU nel 2016, quando ha interpretato il ruolo di Peter Parker per la prima volta in Captain America: Civil War.

Da allora, il giovane attore è apparso in ben cinque film dell’Universo Cinematografico Marvel, incluso il più recente Spider-Man: Far From Home. L’iconico personaggio dell’Uomo Ragno è stato creato da Lee in collaborazione con Steve Ditko nel lontano 1962, e ancora oggi resta uno dei personaggi più amati che la fervida immaginazione del compianto “papà dei supereroi” abbia mai partorito.

Tom Holland tornerà nei panni di Spider-Man nella Fase 4 dell’universo condiviso, anche se al momento i dettagli sul nuovo attesissimo Spider-Man 3 sono piuttosto scarsi (soprattutto in merito all’inizio della produzione, attualmente sospesa a causa della pandemia di Covid-19). I piani per il simpatico arrampicamuri prevedono, oltre al film in solitaria in arrivo nelle sale a novembre del prossimo anno, anche un’ulteriore apparizione in un altro film (che potrebbe essere tanto un episodio del MCU quanto un titolo dello Spider-Verse della Sony).

Fu James Gunn a presentare Tom Holland a Stan Lee, subito dopo l’ingaggio dell’attore come nuovo Spider-Man

Durante un recente Q&A su Instagram, James Gunn ha ricordato il momento in cui presenterò per la prima volta a Stan Lee la nuova incarnazione cinematografica dell’Uomo Ragno, ossia Tom Holland. Gunn ha ricordato l’evento perché un fan gli ha chiesto di parlare di un aneddoto relativo a Lee che lo stesso regista e sceneggiatore era solito ricordare. A quel punto Gunn ha spiegato:

“Presentai io Tom Holland a Stan Lee, poco dopo il suo ingaggio per interpretare il nuovo Spider-Man. Stan gli disse: ‘Mi dicono che sei fantastico! Personalmente, non mi sembra!’. E tutto scoppiammo a ridere”. Naturalmente, di lì a breve, Lee cambiò radicalmente idea, dal momento che dopo l’uscita del primo Spider-Man: Homecoming, in diverse intervista, il celebre fumettista ha più volte elogiato l’interpretazione di Holland, arrivandolo a definire lo Spider-Man che mi ero immaginato quando ho scritto il personaggio”. 

Tom Holland si è unito al MCU nei panni di Peter Parker nel 2016: da allora, è diventato un supereroe chiave all’interno del franchise. Non solo è apparso in ben tre film dedicati ai Vendicatori della Marvel, ma anche in due standalone: Spider-Man: Homecoming Spider-Man: Far From Home. La scorsa estate, un nuovo accordo siglato tra Marvel e Sony ha permesso al personaggio dell’Uomo Ragno di restare nel MCU per ancora un altro film a lui dedicato – l’annunciato Spider-Man 3 – e per un altro film in cui lo ritroveremo al fianco degli altri eroi del MCU.

Kenneth Branagh: 10 cose che non sai sull’attore

Kenneth Branagh: 10 cose che non sai sull’attore

Rinomato attore shakespeariano, Kenneth Branagh si è negli anni distinto come uno dei cineasti più influenti della sua generazione, capace tanto di dar vita a memorabili personaggi quanto di realizzare opere da regista in gradi di ottenere il plauso di critica e pubblico. Personalità versatile, Branagh ha nel corso della sua carriera affrontato con successo molti dei generi più in voga oggi al cinema.

Ecco 10 cose che non sai di Kenneth Branagh.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Kenneth Branagh Hamlet

Kenneth Branagh: i suoi film da attore e da regista

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. Il primo grande successo cinematografico dell’attore è il film Enrico V (1989), seguito poi da titoli come Frankenstein di Mary Shelley (1994), con Robert De Niro, Riccardo III – Un uomo, un re (1996), di Al Pacino, Celebrity (1998), Harry Potter e la camera dei segreti (2002), Operazione Valchiria (2008), Marilyn (2011), con Michelle Williams, Jack Ryan – L’iniziazione (2014), con Chris Pine, Dunkirk (2017), Assassinio sull’Orient Express (2017), Casa Shakespeare (2018), Tenet (2020), con John David Washington, e Assassinio sul nilo (2021).

9. È un apprezzato regista. Nel corso della sua carriera Branagh si è distinto come regista, dimostrando di poter affrontare generi spesso molto diversi tra loro. Il suo primo film in tali vesti è stato Enrico V (1989), seguito da L’altro delitto (1991), Gli amici di Peter (1992), Il canto del cigno (1992), Molto rumore per nulla (1993), Frankenstein di Mary Shelley (1994), Nel bel mezzo di un gelido inverno (1995), e Hamlet (1996). In anni più recenti ha invece diretto Il flauto magico (2006), Sleuth – Gli insospettabili (2007), con Michael Caine, Thor (2011), con Chris Hemsworth, Cenerentola (2015), Assassinio sull’Orient Express (2017), Casa Shakespeare (2018) e Artemis Fowl (2020). Nel 2021, con Belfast, ha vinto il suo primo premio Oscar per la sceneggiatura.

8. È stato più volte nominato all’Oscar. Particolarmente apprezzato all’interno dell’industria hollywoodiana, Branagh ha ricevuto nel corso della sua carriera quattro importanti nomination al premio Oscar. Le prime due furono rispettivamente come regista e attore protagonista di Enrico V. In seguito, venne candidato per la miglior sceneggiatura non originale di Hamlet. Nel 2011 è invece stato candidato come miglior attore non protagonista per il film Marilyn.

Kenneth Branagh ed Emma Thompson

7. È stato sposato con la nota attrice. Nel 1987, sul set della miniserie Fortunes of War, conobbe l’attrice Emma Thompson, con la quale intraprese una relazione culminata nel matrimonio nel 1989. Per via dei rispettivi impegni di lavoro, tuttavia, i due finirono con l’allontanarsi, annunciando la separazione nel 1995. La rottura sembra essere stata anche dovuta dalla relazione che Branagh intraprese con Helena Bonham Carter, alla quale rimase legato fino al 1999.

Kenneth Branagh dirige Thor

6. Ha immaginato il film come una rilettura di Shakespeare. Nel dirigere il film dedicato al divino Thor, Branagh ha affermato di aver pensato alla sua storia come ad un dramma shakespeariano, dove il figlio deve confrontarsi con il padre e gli intrighi di corte per poter arrivare ad una propria affermazione. Secondo lui, infatti, la trama del film è un incrocio tra l’autore inglese, la mitologia nordica e il mondo dei fumetti.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Kenneth Branagh Poirot

Kenneth Branagh è Hercule Poirot

5. Ha lavorato molto sul look dei baffi del personaggio. Tratto distintivo di Hercule Poirot, personaggio nato dalla penna di Agatha Christie, sono i suoi baffi. Per la sua versione di Poirot, Branagh decise di dar vita ad un look particolarmente stravagante, che fece storcere il naso ai fan del personaggio. Il regista e attore si giustificò però affermando che nel romanzo questi vengono più volte nominati, meritando dunque di avere una loro particolarità.

4. Ha studiato a fondo il personaggio. Per poter dar vita al celebre detective, Branagh ha speso molto tempo a leggere i romanzi di cui è protagonista, ricercando una propria chiave interpretativa. Nel farlo, l’attore si è concentrato in particolar modo sull’idea di giustizia di Poirot, la quale nel film cambia in relazione agli eventi che si verificano.

Kenneth Branagh in Hamlet

3. Ha girato il film in pellicola. Nel realizzare la sua versione dell’opera di Shakespeare, Branagh decise di affidarsi alla pellicola 65mm. Questa gli permise infatti di dar vita ad inquadrature particolarmente ricche di dettagli in alta risoluzione. Molte delle riprese da lui previste, inoltre, potevano essere realizzate soltanto con l’utilizzo di tale formato.

2. Ebbe difficoltà a trovare una produzione. Branagh intendeva realizzare una versione completa dell’Amleto, raggiungendo pertanto quasi quattro ore di film. Tuttavia, nessuna produzione sembra intenzionata a dar vita a tale opera, con la preoccupazione delle difficoltà nella sua distribuzione. Fu solo la Castle Rock Entertainment a dichiararsi interessata e a fornire il budget necessario a Branagh.

Kenneth Branagh: età e altezza

1. Kenneth Branagh è nato a Belfast, nell’Irlanda del Nord, il 20 dicembre del 1960. L’attore è alto complessivamente 177 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Da 5 Bloods – Come Fratelli, recensione del film di Spike Lee

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Da 5 Bloods – Come Fratelli, recensione del film di Spike Lee

Dopo il grandioso successo di BlackkKlansman, che gli è valso il suo primo Oscar (per la sceneggiatura) Spike Lee torna con Da 5 Bloods – Come Fratelli, un progetto singolare e davvero molto interessante. Con la solita lucida rabbia, Lee riesce ad intrattenere e denunciare, ad inventare e a confermarsi uno dei grandi narratori del cinema classico, sfruttando questa volta la ferita, sempreverde nel cuore dell’America, della Guerra del Vietnam.

I titolo, abbracciando lo slang, indica letteralmente i 5 fratelli di sangue, anche se i protagonisti veri e propri della storia sono Paul (Delroy Lindo), Otis (Clarke Peters), Melvin (Isiah Whitlock Jr) ed Eddie (Norm Lewis), quattro veterani del Vietnam che sono tornati nel sud-est asiatico. Quella che nelle prime scene sembra essere una vacanza di lusso, si rivela un viaggio nella memoria e una missione da compiere: ritrovare il corpo del leader della squadra Norman (Chadwick Boseman), morto in azione davanti ai loro occhi.

Con Da 5 Bloods Spike Lee prevede il futuro

Scritto nel 2018 e girato nel 2019, Da 5 Bloods sembra pensato domani. Spike Lee, osservatore attento ed intransigente della sua realtà e del suo Paese, racconta con grande perizia la Guerra americana bianca, quella in Vietnam, e lo fa dal punto di vista di quelli che venivano sbattuti in prima linea, a compiere le missioni più rischiose, coloro ai quali non veniva riconosciuto il merito di aver combattuto e che non erano parte di una grande nazione bianca, ma comunque che sentivano bruciante l’orgoglio per aver risposto alla chiamata ed essere tornati per raccontarlo: i soldati di colore.

Lee racconta quello che non era mai stato raccontato, nel ricco filone della narrativa cinematografica relativa alla Guerra in Vietnam, ovvero la posizione del soldati neri in un conflitto che apparteneva loro ancora meno che ai soldati bianchi. Si trovavano infatti ad affrontare persone oppresse, come loro negli USA, persone che non li avevano mai appellati con la “parola che comincia per N”, eppure erano fieri del loro coraggio in campo.

Ma, chi ha combattuto lo sa bene, la guerra non finisce mai, né nella testa di chi torna, né nel cuore di chi la ricorda, qualche volta nemmeno sul campo. E così, gli eroi di Spike Lee, si trovano ad imbracciare i fucili per svolgere un compito che, da nobile, diventa quasi greve, simbolo di quell’avidità e cattiveria che resta umana.

Da 5 Bloods mescola generi e toni

Il lavoro che Spike Lee fa sul genere è incredibile, partendo dal war movie, mescola generi e soprattutto toni, giocando con il buddy movie, con il cinismo del film di guerra con lo sfondo del Vietnam, citandoli e parodiandoli in diverse sequenze del film. Alterna i toni dell’avventura a quelli del road movie, passando per la commedia nera, realizzando un effetto così spossante e bizzarro che gli ultimi 15 minuti, in cui fa esplodere tutta la dolcezza e l’emozione di cui è capace, sono un vero e proprio shock emotivo.

Da 5 Bloods procede su due piani temporali, il presente, che vede i veterani appesantiti dagli anni ma ancora ben capaci di imbracciare le armi e lottare, e il passato, in cui i quattro protagonisti sono con il loro leader. I quattro veterano appaiono nel passato così come lo sono nel presente, spaventati e stanchi, vecchi, che seguono il loro leader, colui che non riesce a sopravvivere, che loro torneranno indietro a prendere. Il corpo bellissimo di Chadwick Boseman si scontra violentemente con quelli invecchiati e sudati dei suoi compagni, e proprio lui rappresenta la loro parte migliore, quella che li invita all’amore, a non ammutinarsi alla notizia dell’assassinio di Martin Luther King, a scegliere sempre la strada del perdono. Questa via illuminata prenderà il sopravvento in un inedito finale, che per quanto duro e attuale, apre la strada a toni di dolcezza che oseremmo dire insoliti per Lee.

Tra la bellezza del grande cinema, l’esaltazione e la mescolanza dei generi e dei toni, l’impegno sociale sempre lucidissimo, Spike Lee regala ancora una volta agli spettatori, con un solo film, un manifesto politico, una lezione di cinema e un’avventura umana preziosa.

Artemis Fowl: la recensione del nuovo film Disney+

Artemis Fowl: la recensione del nuovo film Disney+

Inizialmente previsto per il grande schermo, il film Artemis Fowl ha infine dovuto arrendersi, per via dell’emergenza Covid-19, ad una distribuzione sulla piattaforma Disney+. Una scelta che, alla luce della scarso potenziale del film, potrebbe essersi rivelata più vantaggiosa. Diretto da Kenneth Branagh, questo racchiude in sé i primi due libri della saga fantasy per ragazzi, ed era pensato per essere la risposta della Disney ad Harry Potter. Pur avvalendosi di attori del calibro di Colin Farrell, Judi Dench e Josh Gad, il film stenta tuttavia a trovare una propria personalità.

Protagonista del film è Artemis Fowl II (Ferdia Shaw), un geniale dodicenne miliardario cresciuto con una spiccata conoscenza di fate e creature magiche, passione ereditata da suo padre. Nel momento in cui proprio quest’ultimo verrà rapito da forze misteriose e vendicative, Artemis dovrà scontrarsi con quelle che credeva fossero solo leggende, e avrà bisogno di tutta la magia possibile per riuscire a salvare suo padre e la dinastia dei Fowl.

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Artemis Fowl: un fantasy mancato

Risulta sempre più difficile oggi stupire il pubblico con narrazioni fantasy. Sono pochi i casi in cui produttori e registi sono riusciti a trovare la giusta chiave per raccontare qualcosa di nuovo, qualcosa che non sapesse di già visto. Artemis Fowl ha al suo interno tutti elementi che, pur non essendo novità per il cinema, avevano comunque il potenziale per raccontare qualcosa di diverso, che potesse catturare l’attenzione e il cuore degli spettatori. Dal rapporto padre-figlio alla presenza di intriganti creature, da un’ignota minaccia alla scoperta di far parte di qualcosa di più grande del previsto.

Nonostante ciò, una volta che l’opera ha introdotto gli spettatori nel proprio mondo, sembra faticare nel trovare un modo coerente per intrattenerli. In particolare, risultano poco incisive alcune scelte prese per questo primo film di una potenziale saga. Nell’ambientare la quasi totalità del film nei pressi della villa dei Fowl, si avverte una staticità che non giova né allo sviluppo della storia né all’attenzione di chi guarda. Benché inizialmente si avvertano i colpi di scena giusti per l’inizio dell’avventura, questa manca poi di partire realmente, lasciando insoddisfatti per ciò che si sarebbe invece potuto, e dovuto, mostrare.

Se si può pensare alla volontà di tenere determinati scenari per futuri sequel, questa appare però essere una scelta controproducente. Molto viene infatti semplicemente accennato, senza dar modo di più approfondite esplorazioni, che avrebbero probabilmente permesso allo spettatore di familiarizzare in modo più appropriato con il mondo narrativo. La sensazione che se ne ricava è quella di una visione distaccata, dove molto poco importa dei personaggi e delle loro necessità.

Artemis Fowl Disney+

Artemis Fowl: la recensione

Il film Disney non trova dunque un modo di far incastrare tra di loro i propri elementi, dando vita ad una narrazione che procede con difficoltà, con un susseguirsi stonato di eventi. Tra i molti punti deboli del film, il più sconfortante è certamente una messa in scena povera di fantasia, che finisce con il sembrare l’espressione di un lavoro svogliato. Lo stesso Branagh, regista che in più occasioni ha dimostrato le proprie abilità dietro la macchina da presa, da Thor fino ad Assassinio sull’Orient Express, sembra essere qui legato da un materiale che non permette maggior espressione creativa.

La volontà di racchiudere i primi due libri della saga in un film della durata di un’ora e mezza scarsa non ha infatti contribuito alla sua riuscita. La sceneggiatura di Conor McPherson schiaccia gli eventi tra di loro, senza consentirgli un più ampio respiro. Ciò porta ad uno sviluppo insufficiente tanto del giovane protagonista, che rimane pressoché estraneo allo spettatore, quanto dei personaggi che lo circondano e che avrebbero invece dovuto sostenere la storia.

Artemis Fowl risulta così essere l’incipit strozzato di quella che dovrebbe essere una nuova saga cinematografica, incapace di sfruttare adeguatamente gli intrighi della sua storia. L’uscita sulla piattaforma Disney+ potrebbe aver in parte salvato un prodotto che, date tali premesse, al cinema poteva rischiare di dar vita ad un clamoroso flop. Sul piccolo schermo, e all’interno di un catalogo più ampio, potrebbe invece trovare un proprio pubblico. Ciò tuttavia non salva la Disney dall’aver realizzato un film privo di quella magia per cui lo studio è celebre.

Rocket Raccoon: la bellissima action figure di Hot Toys 

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Rocket Raccoon: la bellissima action figure di Hot Toys 

La nota società di giocattoli Hot Toys ha rivelato le immagini di una nuova action figure da collezione dedicata a procione spaziale Rocket Raccoon, divertente personaggio del Marvel Cinematic Universe doppiato da Bradley Cooper e introdotto per la prima volta nel primo film dei Guardiani della Galassia.

L’action figure in scala 1/6 è basata sull’apparizione di Rocket Raccoon in Avengers: Endgame l’acclamato film diretto dai fratelli russo che ha chiuso la Infinity saga. Come leggiamo dalla didascalia fornita l’action figure da collezione di Rocket in scala 1/6° include una testa appena dipinta che ritrae la sua espressione ruggenti, un corpo specializzato con articolazioni potenziate, un costume finemente sartoriato con sciarpe intercambiabili, un certo numero di mani intercambiabili, pistole e blaster, una rappresentazione 1/6 del guanto Gauntlet, e due paia di occhiali intercambiabili.

Avengers: Endgame è il film del 2019 diretto da Joe Russo, Anthony Russo con Robert Downey Jr.Chris EvansMark RuffaloChris HemsworthScarlett Johansson.

Diretto da Anthony e Joe Russo e ambientato dopo le vicende narrate in Avengers: Infinity War, il film mostrerà al pubblico come la catastrofica catena di eventi scatenata da Thanos, che ha dimezzato la popolazione dell’universo e colpito il team degli Avengers, spingerà i supereroi rimasti a intraprendere un’ultima azione nello spettacolare capitolo conclusivo di 22 film Marvel Studios. Prodotto da Kevin Feige, Avengers: Endgame vede Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Michael Grillo, Trinh Tran, Jon Favreau e Stan Lee nel ruolo di produttori esecutivi, mentre la sceneggiatura è firmata da Christopher Markus e Stephen McFeely.

Affascianti look alternativi di Black Panther in alcuni concept art inediti

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Mentre cresce l’attesa di scoprire cosa ci riserverà il futuro di Black Panther nell’annunciato Black Panther 2, sequel in cantiere in casa Marvel Studios del fortunatissimo film del 2016, oggi vi segnaliamo alcuni concept inediti che rivelano look alternativi del personaggio legati alla sua prima apparizione nel film di successo Captain America: Civil War.

I concept art inediti riguardano principalmente la parte relativa al volto e alla maschera che copre l’identità di T’Challa / Pantera Nera e sono firmati ad opera del conceptual artist Andy Park che ha lavorato per i Fratelli Russo proprio in Captain America: Civil War. , il cinecomic che fa parte del Marvel Cinematic Universe.

Vi ricordiamo che Black Panther 2 è l’annunciato sequel del 2022 che sarà diretto da Ryan Coogler e vedrà il ritorno nel cast di Chadwick Boseman, nel ruolo di T’Challa / Pantera Nera e Martin Freeman nei panni di Everett Ross.

Ryan Coogler è stato confermato a capo del sequel per il quale curerà sia regia che sceneggiatura. Intervistato da Indiewire, il filmaker americano ha confessato di non sentire alcuna pressione per questo nuovo progetto e spiegato cosa intende raggiungere con la prossima avventura di T’Challa: “Credo che la pressione sarà sempre lì ad aspettarmi. Ho avuto la possibilità di realizzare tre lungometraggi, ognuno dei quali aveva il suo specifico tipo di pressione e sui quali gravavano aspettative diverse […] Ma qui si tratterà di girare un sequel, il che è qualcosa che non ho mai fatto prima, ed è un sequel di un film che ho diretto, quindi penso che ci sarà molta pressione e per questo cercherò di concentrarmi sul lavoro come sempre. Giorno dopo giorno, un passo alla volta, eliminando l’ansia intorno a noi, per creare una storia che abbia un qualche tipo di significato.

La Sposa di Frankenstein: il progetto è ancora vivo

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La Sposa di Frankenstein: il progetto è ancora vivo

Il film La Sposa di Frankenstein appartenente al Dark Universe della Universal è ancora in fase di sviluppo. Ricordiamo che lo Studio Universal è uno dei più antichi di Hollywood, ancora in attività, e che sin dai suoi primi giorni ha avuto grande successo di pubblico con i film che portavano al cinema i grandi mostri della letteratura, tanto che sono diventati un suo vero e proprio marchio.

A partire dagli anni ’20 e mantenendo lo slancio fino agli anni ’50, la Universal ha sfruttato con grande felicità degli spettatori e delle tasche degli investitori, le figure di Dracula, Frankenstein e l’Uomo Invisible (solo per citarne alcuni) e questo lavoro ha anche posto le basi per i film di mostri in tutto il mondo. I Toho Studios del Giappone hanno sviluppato Godzilla, la Hammer Film Productions inglese ha rilasciato titoli come Revenge of Frankenstein e The Abominable Snowman. I film sui mostri erano un grande affare e, negli ultimi anni, la Universal ha deciso di voler esplorare ancora una volta quei titoli originali.

Sfortunatamente, The Dark Universe – un universo condiviso che racchiudeva tutti questi mostri – si è aperto e chiuso con l’insuccesso de La Mummia, con Tom Cruise. I creativi della Universal nel progetto, Alex Kurtzman e Chris Morgan si sono allontanati subito dopo che il film non ha registrato il successo sperato. Alla fine, la Universal ha deciso di abbandonare tranquillamente il suo concetto di Dark Universe a favore del riavvio autonomo per ogni mostro, il che ha già portato ad un ottimo prodotto, L’uomo invisibile con Elizabeth Moss.

David Koepp ha riscritto la sceneggiatura de La Sposa di Frankenstein

In altre parole, il Dark Universe può anche essere morto, ma l’impegno di Universal nel riportare sullo schermo i mostri classici per una nuova generazione potrebbe non esserlo. Ciò è stato ulteriormente sottolineato recentemente da una conversazione che Collider ha avuto con l’acclamato sceneggiatore David Koepp. Durante l’intervista, Koepp ha rivelato di aver ha deciso di rivisitare la sua sceneggiatura per La sposa di Frankenstein, mentre il progetto è andato in pausa a causa del COVID-19. Koepp ha affermato di essere stato in grado di trasformare la sceneggiatura in ciò che aveva sempre desiderato e attribuisce il merito di aver avuto questa possibilità alla Universal, che è stata così gentile da permettergli di “riprovare” a riscrivere una storia su cui molte persone si sono avvicendate:

“Ora ho una versione nuova, una versione che a loro piace molto. Penso che al momento stiano parlando con i registi (…) Non tutte le idee funzionano ma è merito loro. Ciò che ho davvero ammirato della Universal è che hanno durante lo sviluppo hanno avuto la lucidità di alzare le mani e dirmi: “Aspetta. Questa cosa non sta funzionando. Fermiamoci a pensare a dei progetti per un anno o due.” Ho pensato che fosse davvero una scelta intelligente. E le grandi aziende oggigiorno non lo fanno spesso. Non ci sono molti momenti in cui vanno le grandi aziende capiscono subito che il loro progetto non sta funzionando, si fermano e ripartono dall’inizio.”

Suicide Squad: Batman e Harley Quinn in uno scatto inedito

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Suicide Squad: Batman e Harley Quinn in uno scatto inedito

Come molto di voi sapranno Ben Affleck ha fatto alcune apparizioni come Bruce Wayne / Batman nel film del 2016 Suicide Squad, presentandosi in una scena post-crediti con Amanda Waller, sconfiggendo e arrestando Deadshot interpretato da Will Smith e inseguendo il Joker e Harley Quinn in una scena d’azione. Quest’ultima sequenza si è concludeva con il Cavaliere Oscuro che veniva baciato accidentalmente Harley Quinn dopo averla rianimata – e poi averla presa in custodia.

Ora, il regista David Ayer è tornato su Instagram per condividere un nuovo scatto di una scena tagliata dall’adattamento dell’omonimo fumetto DC Comics. Come possiamo vedere dall’immagine, una sanguinosa Harley si sta avvicinando a Batman, e questa sembra essere un’alternativa – forse più violenta (A detta del regista) – rispetto alla scena che abbiamo visto nel taglio cinematografico del film. E’ molto probabile che questo scatto fa parte dell’enorme materiale scartato dal film del quale lo stesso Ayer ha parlato,  in seguito ai cambi imposti dallo studios e al rimontaggio del film.  Sarebbe davvero interessante se potessimo avere l’occasione di vedere il film come inizialmente immaginato, dato che il primo trailer visto entusiasmò non poco sia noi che tutto il fandome della DC Comics e che secondo David Ayer era il vero mood del film, prima di essere trasformato in una commedia in seguito al successo di Deadpool. Ecco di seguito lo scatto diffuso dal regista:

Suicide squad

Vi ricordiamo che nel 2020 uscirà il reboot The Suicide Squad che comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang) insieme alle new entry Idris ElbaMichael Rooker, Peter CapaldiNathan Fillion, Sean Gunn, David Dastmalchian, Storm ReidTaika Waititi e John Cena. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

Secondo le ultime indiscrezioni, Nathan Fillion dovrebbe interpretare Arm-Fall-Off-Boy, che i lettori dei fumetti ricorderanno come il criminale con la capacità di staccare i propri arti e usarli come armi, potere guadagnato grazie ad un elemento metallico antigravità. Altri nomi circolati nelle ultime settimane sono Ratcatcher e Peacemaker, ma i report segnalano che Sean Gunn potrebbe vestire i panni di Weasel e Flula Borg quelli di Javelin; Pete Davidson potrebbe interpretare Blackguard, mentre Michael Rooker Savant.

Matrix 4 rimandato ufficialmente al 2022

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Matrix 4 rimandato ufficialmente al 2022

Anche Matrix 4 rientra nell’elenco di film di un certo rilievo targati Warner Bros, la cui uscita è stata posticipata. Il film non è ancora stato girato, per cui a differenza di altri titoli, come Wonder Woman 1984 o Tenet, la pandemia ha interrotto le riprese, e non la preparazione e l’uscita vera e propria del film.

La Warner Bros ha annunciato che Matrix 4 uscirà al cinema l’1 aprile 2022, spostandone la data d’uscita di un anno, circa, visto che l’uscita originariamente prevista era l’1 maggio 2021.

Matrix 4 vittima, come tanti, della pandemia

Ricordiamo che anche questo è uno dei film che ha risentito dell’emergenza sanitaria mondiale, la pandemia da coronavirus, al momento ancora in corso, e che quindi come molti altri film, ha subito uno slittamento nella data d’uscita, in attesa che i cinema siano di nuovo luoghi sicuri in cui recarsi per godere dello spettacolo su grande schermo, così come è stato pensato dai filmmaker.

Matrix 4 vedrà nel cast il ritorno di Keanu ReevesCarrie-Ann Moss e Jada Pinkett-Smith al fianco delle new entry Yahya Abdul-Mateen II, Neil Patrick Harris, Jonathan Groff, Jessica Henwick Toby Onwumere. L’uscita nelle sale è fissata per l’1 aprile 2022. Il nuovo capitolo del franchise sarà diretto da Lana Wachowski. La sceneggiatura del film è stata firmata a sei mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell.

Iron Man: un ritorno alle origini nel fumetto

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Iron Man: un ritorno alle origini nel fumetto

Mentre al cinema Iron Man interpretato da Robert Downey Jr ha chiuso la sua storia nel migliore dei modi, sacrificando la propria vita per il bene comune, sembra che nel fumetto in casa Marvel Comics si stia pensando ad un ritorno alle origini. Infatti, dopo che Dan Slott ha deciso di lasciare il fumetto come già accaduto in passato con il cambio di guarda si guarda ad un riavvio della serie che avrà come obiettivo un ritorno al passato, verso una rappresentazione più classica del personaggio. Per questo è stato ingaggiato l’acclamato scrittore e produttore Christopher Cantwell (Doctor DoomHalt and Catch Fire della TV ) e l’artista e superstar internazionale CAFU (Jane Foster: Valkyrie) per offrire una nuova rilettura dell’iconico personaggioni.

Tra le varie novità  Christopher Cantwell e CAFU saranno impegnati nell’offrire ai lettori della Marvel una nuova era dell’uomo di ferro, tra cui una nuovissima armatura che sarà disegnata dal leggendario artista Marvel Alex Ross. Dunque il numero uno 1 della nuova collana sarà davvero imperdibile! 

In merito al nuovo impegno Christopher Cantwell  ha dichiarato “Sono al settimo cielo all’idea di avere una possibilità di scrivere sul Vendicatore d’oro. Fin da bambino sono sempre stato affascinato dal personaggio di Iron Man e dalla rappresentazione degli anni ’80 di Bob Laytone.  In questa nuova storia sto mirando a dare qualche risposta alle domande: chi dovrebbe essere Iron Man oggi? Un angelo? Un dio? O solo un uomo umile?” – “Tony cercherà di spogliare l’idea di Iron Man fino al suo nucleo di metallo, qualcosa che sarà costantemente in contrasto con il suo ego gigante. Vedremo se riuscirà davvero a tenere sotto controllo la sua arrogante immagine di sé, anche se altri con complessi di Dio punteranno a conquistare tutto l’universo” Ecco il trailer diffuso per il lancio del nuovo fumetto:

Chris Evans svela il segreto del successo del Marvel Cinematic Universe

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Chris Evans è stato il cuore del Marvel Cinematic Universe per tutte le prime tre Fasi, insieme a Robert Downey Jr. e Chris Hemsworth. Si può dire quindi che pochi, meglio di lui, hanno la dimensione reale di quanto è stato grande il successo di questo progetto che 12 anni fa sembrava una follia, e che invece ha completamente cambiato il volto della produzione hollywoodiana di blockbuster, modificando anche lo storytelling del genere action per ragazzi, anzi codificando un genere tutto nuovo, il cinecomic.

Chris Evans ha trovato il comune denominatore del successo Marvel Studios

Ospite al podcast The Hollywood Reporter‘s Awards Chatter, Chris Evans ha parlato proprio di questo successo, indicando il denominatore comune a tutti i film dei Marvel Studios che, secondo lui, e secondo molti, è la principale ragione per cui il progetto ha avuto un enorme successo. Evans ha spiegato che secondo lui la storia comincia e finisce con Kevin Feige, dicendo: “Sarebbe una cosa se ci fossero alcuni film Marvel buoni e altri cattivi. Un’altra se ci fossero alcuni film che fanno tanti soldi e altri nessuno. Ma non è successo questo. Immagino che quando inizi a raccogliere i dati capisci qual è il comune denominatore, il penso davvero che debba essere Kevin Feige. Lui non lascia che le cose vengano fatte male.”

Ricordiamo che Chris Evans ha interpretato Steve Rogers/Captain America per sette film, oltre ad un paio di cameo presenti in ancora altri film del Marvel Cinematic Universe. Alla fine di Avengers: Endgame lo abbiamo visto consegnare il suo scudo a Sam Wilson/Falcon (Anthony Mackie), il che plausibilmente segna il suo addio al personaggio e al MCU.

Godzilla vs. Kong arriverà nel 2021, lo annuncia il regista

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Godzilla vs. Kong arriverà nel 2021, lo annuncia il regista

Arriva da Adam Wingard in persona l’annuncio che Warner Bros e Legendary hanno posticipato l’uscita di Godzilla vs. Kong al 2021. Il regista, via Instagram, ha pubblicato il seguente messaggio, in cui spiega: A tutti i fan di Godzilla e Kong, so che non vedete l’ora di vedere la battaglia del secolo, ma con tutto quello che sta accadendo, dobbiamo aspettare un po’ di più per vedere chi ne uscirà vincitore. Trovate lo schermo più grande possibile per vedere Kong e Godzilla che si fronteggiano, a maggio 2021!

Interessante la scelta di parole di Wingard riguardo allo “schermo più grande possibile”. Sembra chiaro che la Warner Bros ha fatto un investimento importante ed è altrettanto chiaro che questo è proprio il genere di film che guadagna tantissimo in user experience quando visto al cinema!

https://twitter.com/Legendary/status/1271596528336076800?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1271596528336076800&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fgodzilla-vs-kong-release-date-delayed-2021%2F

Ricordiamo Godzilla vs. Kong è uno dei film che ha risentito dell’emergenza sanitaria mondiale, la pandemia da coronavirus, al momento ancora in corso, e che quindi come molti altri film, ha subito uno slittamento nella data d’uscita, in attesa che i cinema siano di nuovo luoghi sicuri in cui recarsi per godere dello spettacolo su grande schermo, così come è stato pensato dai filmmaker.

Godzilla vs. Kong sarà diretto da Adam Wingard e vedrà nel cast Alexander SkarsgårdMillie Bobby BrownRebecca Hall, Brian Tyree Henry, Shun Oguri, Eiza González, Jessica Henwick, Julian Dennison, Kyle Chandler Demián Bichir. Il film farà parte di un nuovo universo condiviso, denominato MonsterVerse, a cui appartengono anche Godzilla (2014), Kong: Skull Island (2017) e Godzilla II: King of the Monsters (2019).

Wonder Woman 1984 uscirà il prossimo autunno

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Wonder Woman 1984 uscirà il prossimo autunno

La Warner Bros ha finalmente annunciato le date d’uscita dei suoi prossimi blockbuster e, dopo Tenet di Christopher Nolan spostato al 31 luglio 2020, anche Wonder Woman 1984 ha la sua nuova data d’uscita. Il film con Gal Gadot è slittato addirittura al prossimo autunno, precisamente il 2 ottobre del 2020.

Ricordiamo che il sequel del film del 2017 è uno dei film che ha risentito dell’emergenza sanitaria mondiale, la pandemia da coronavirus, al momento ancora in corso, e che quindi come molti altri film, ha subito uno slittamento nella data d’uscita, in attesa che i cinema siano di nuovo luoghi sicuri in cui recarsi per godere dello spettacolo su grande schermo, così come è stato pensato dai filmmaker.

Wonder Woman 1984 è stato definito dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale“, che poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale definendolo “la prossima iterazione della supereroina”.

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L’ordine cronologico del personaggio di Diana Prince è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn of Justice per poi tornare al vecchio secolo con Wonder Woman. Il sequel vedrà ancora Gal Gadot nei panni di Diana Prince opposta a Kristen Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel cast figureranno anche Chris Pine (volto del redivivo Steve Trevor) e Pedro Pascal (nei panni di Maxwell Lord).

Tenet: ufficialmente rinviata l’uscita del film di Nolan

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Tenet: ufficialmente rinviata l’uscita del film di Nolan

C’era da aspettarselo e adesso arriva finalmente la conferma ufficiale che l’uscita di Tenet di Christopher Nolan è stata rinvitata. Il film, che sarebbe dovuto uscire il 17 luglio, arriverà nelle sale USA il 31 luglio. Solo due settimane di posticipazione non dovrebbero essere troppo pesanti da sopportare per i fan del regista britannico, che sta tenendo tutti con il fiato sospeso, ma potrebbero essere decisive per permettere a tutti loro di poter partecipare alla proiezione in sala.

Ricordiamo che Tenet è uno dei film che ha risentito dell’emergenza sanitaria mondiale, la pandemia da coronavirus, al momento ancora in corso, e che quindi come molti altri film, ha subito uno slittamento nella data d’uscita, in attesa che i cinema siano di nuovo luoghi sicuri in cui recarsi per godere dello spettacolo su grande schermo, così come è stato pensato dai filmmaker.

Tenet, il film

Protagonisti del film oltre ai già citati Robert Pattinson e John David Washington ci sono anche Elizabeth Debicki, Michael Caine, Kenneth Branagh, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson e Clémence Poésy. Il film, il primo lungometraggio di Nolan dal 2017, anno di Dunkirk, viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale. Il regista ha scritto la sceneggiatura da un’idea originale e le riprese in sette paesi sono ora in corso.

Tenet arriverà al cinema il 03 Agosto 2020. Christopher Nolan ed Emma Thomas producono, con Thomas Hayslip come produttore esecutivo. Il team di Tenet include il direttore della fotografia di Dunkirk Hoyte van Hoytema (girato in un mix di Imax e 70mm) e la montatrice Jennifer Lame, lo scenografo Nathan Crowley, il costumista Jeffrey Kurland e il supervisore del VFX Andrew Jackson.

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