È ora disponibile il trailer
ufficiale di Ultras, film originale
Netflix in associazione con
Mediaset, prodotto da Indigo
Film, che uscirà in alcuni cinema selezionati il
9, 10 e 11 marzo distribuito da Indigo
Film (per le sale:
www.ultrasilfilm.com/) e sarà disponibile su Netflix dal 20
marzo.
Alla regia Francesco
Lettieri, autore di oltre sessanta videoclip (per
Liberato, Calcutta, Emis Killa, Thegiornalisti, Motta e molti altri
che hanno ottenuto 160 milioni di visualizzazioni complessive) e
qui al suo esordio con un lungometraggio.
Il film è scritto dallo stesso
Lettieri insieme a Peppe Fiore, e ha come
protagonisti Aniello Arena, Ciro Nacca, Simone Borrelli,
Daniele Vicorito, Salvatore Pelliccia e Antonia
Truppo.
Le musiche di Ultras sono di
LIBERATO.
Ultras –
la sinossi
Napoli. A quasi cinquant’anni Sandro
è ancora il capo degli Apache, il gruppo di ultras con cui ha
passato tutta la vita allo stadio: una vita di violenza, scontri,
passioni e valori incrollabili. Ma ora che un Daspo gli impedisce
di avvicinarsi alla curva, quei valori iniziano a vacillare. Sandro
sente per la prima volta il bisogno di una vita normale, di una
relazione, magari anche di una famiglia. E ha incontrato Terry che
è bellissima e non ha paura di niente.
Angelo ha sedici anni e considera gli Apache la sua famiglia,
Sandro la sua guida, la persona che ha preso il posto di suo
fratello Sasà, morto anni prima durante gli scontri di una
trasferta. ULTRAS è la storia della loro amicizia, di una fede e di
un amore scanditi dalle ultime settimane di un campionato di
calcio. E dell’inevitabile incontro di entrambi con il proprio
destino.
They Shall Not Grow Old
– Per sempre giovani, il documentario prodotto e
diretto da Peter Jackson realizzato in occasione
del centenario della Grande Guerra, sarà al cinema il 2 – 3
– 4 Marzo 2020, come uscita evento, distribuito da
Mescalito Film. Qui il trailer del film.
They Shall Not Grow
Old è un documentario realizzato esclusivamente con
materiali originali recuperati negli
archivi dell’Imperial War Museums e della
BBC. Peter Jackson ha però lavorato al materiale
raccolto in maniera molto personale, combinando gli audio originali
con le testimonianze dei veterani ancora in vita. Le immagini sono
state elaborate, colorate e convertite in 3D in alcuni casi, per
dare al racconto un impronta originale. In questo modo il regista
ha colto l’occasione di raccontare, con del materiale prezioso, un
periodo storico che da sempre lo ha interessato.
Tricia Tuttle,
direttore artistico del BFI London Film Festival, ha dichiarato:
“Cento anni dopo la I Guerrra Mondiale sappiamo molte cose
dell’effetto terribile che ha avuto il conflitto sui soldati e
sulla quantità di caduti che ha decimato una generazione. Peter
Jackson offre una nuova visione della vita al fronte, permettendo
ai soldati stessi di raccontare la loro storia. Il lavoro svolto
dal suo team è al tempo stesso commovente ed eccezionale, riporta
in vita persone vissute cento anni fa, rinnovando il materiale
d’archivio. Poterlo avere in anteprima mondiale al BFI London Film
Festival è un privilegio”.
Peter Jackson ha
commentato: “Volevo attraversare le nebbie del tempo e portare
questi uomini da noi, così da fargli riacquistare la loro umanità,
invece che farli sembrare delle figure alla Charlie Chaplin in
vecchi film d’archivio. Grazie alle moderne tecniche
computerizzate, abbiamo potuto ricreare la Grande Guerra come loro
l’hanno vissuta”.
Arriverà il 19 marzo nelle sale
italiane Creators
– The Past, il film che, nelle parole dei suoi
realizzatori, è il primo blockbuster fantasy italiano con ambizioni
internazionali. Ambizioni che vengono confermate anche dal cast del
film, che trai protagonisti vede anche Gérard
Depardieu e William
Shatner.
A dirigere il film c’è
Piergiuseppe Zaia, realizzatore di videoclip e qui
alla sua prima esperienza con il lungometraggio. Al suo fianco, in
veste di sceneggiatrice, produttrice e anche co-protagonista, c’è
Eleonora Fani. Abbiamo incontrato entrambi in
occasione della presentazione del film al Lucca Comics
and Games 2019, e ci hanno parlato del loro
incontro, del progetto e delle sue altissime ambizioni.
Creators – The Past, la genesi
“Ci siamo conosciuti tramite
amici comuni – comincia Zaia – e ho scoperto che lei aveva
una casa perfetta come location per il film che volevo girare. Di
quel soggetto è rimasto poco, ma è nata una grande affinità e
abbiamo iniziato a lavorare a una sceneggiatura che poi è diventata
Creators – The Past, un progetto enorme.”
Zaia ha capito immediatamente
l’impulso artistico poliedrico di Fani, che ha cominciato sin da
piccola con la recitazione, salvo poi spostare il suo interesse
sulla psicologia per poi tornare alla recitazione.
“Tra le tante cose di cui mi
sono occupata nel corso della mia carriera, il teatro è stata una
delle prime passioni – dichiara Fani – Da piccola ho
frequentato la scuola di teatro di Anna Bolens di Torino, che ho
frequentato quasi solo con lezioni private proprio con la Bolens.
Ero molto piccola e il corso che c’era era per gli adulti, ma lei
si era appassionata a me e voleva che recitassi in un suo
adattamento da Tennessee Williams, che prevedeva proprio una
bambina come protagonista. Ho studiato 5 anni con lei.”
Un percorso didattico che in realtà
non l’ha mai abbandonata, anche da grande: “Quando ho finito
l’università, ho scritto un libro, pubblicandolo come una
sceneggiatura teatrale – continua – Dopo diverse
presentazioni ho sviluppato, basandomi anche sui miei studi di
psicologia, un mio metodo, che si chiama psicomimesi e che si basa
proprio sul teatro e sulla rappresentazione, utilizzando, appunto,
gli strumenti psicologici. In realtà, quindi, il mio approccio al
cinema e al teatro deriva dalla ricerca di strade terapeutiche. Poi
è normale che il fascino per l’arte c’era comunque molto forte in
me e quindi quando ci siamo incontrati lui mi ha offerto il ruolo
nel film.”
Creators – The
Past, world building
Il mondo di Creators –
The Past è un’ambientazione completamente fantasy,
che ha previsto quindi un lavoro di world building abbastanza
articolato, come in ogni fantasy che si rispetti e che voglia avere
una coerenza interna inattacabile.
“La costruzione del mondo è
stata semplice in quanto abbiamo una visione molto chiara e
realistica di quello che sarebbe poi stato il mondo” comincia
Zaia. “Ci siamo basati su un sistema simbolico di riferimento,
per cui è stato poi semplice procedere e dare coerenza ad un intero
mondo – gli fa eco immediatamente Fani – C’è mitologia,
c’è il sistema babilonese, c’è un po’ di tutto ma la storia è
coerente perché si basa sulla struttura simbolica preesistente. La
mia stessa casa, che è il set del film, è un ottagono perfetto e
tutta la sua architettura ruota intorno al numero 8.”
Il regista però non riesce a
nascondere l’ambizione di un progetto che probabilmente per
estensione rappresenta davvero un unicum nel panorama italiano:
“Abbiamo cercato di creare qualcosa di culturalmente elevato. È
importante che il film dia allo spettatore modo di riflettere e non
stiamo qui ad additare la Chiesa o le altre religioni. Abbiamo
semplicemente raccontato la nostra versione, che per noi è quella
reale.”
Il progetto è tanto più
straordinario in quanto non prevede l’utilizzo di fondi pubblici.
Una vera e propria autoproduzione ad alto budget che era
indispensabile, secondo Zaia, per lavorare con l’indipendenza
creativa che desideravano: “Creators –The Past è come un
kolossal americano, non esiste lo sponsor perché lo avrebbe
rovinato. Noi abbiamo scelto di fare come fanno i grandi film, non
abbiamo chiesto soldi pubblici e non ci siamo rivolti a film
commission. Volevamo libertà creativa e siamo passati alla censura
perché abbiamo realizzato un film fantasy pulito e per tutti. Il
gruppo produttivo è formato da amici e abbiamo già una struttura
solida per i due seguiti che ci saranno. Questo è Creators – The
Past, poi avremo The Present e The Future.”
Il film sarà distribuito in Italia
da Artuniverse a partire dal 19 marzo 2020 in
collaborazione con 30 Holding.
È il più giovane del gruppo, è
quello che ha maggiori potenzialità, ma è anche uno degli eroi più
amati di sempre, sia tra gli amanti dei fumetti che tra quelli del
cinema: Spider-Man dovrebbe certamente
essere uno dei candidati a diventare il nuovo leader degli
Avengers, ora che Tony Stark e Steve
Rogers si sono “fatti da parte”.
Ed ecco di seguito perché:
Rifiuta l’offerta di Tony
A Peter Parker viene data
la prima possibilità nel mondo degli eroi, quando Tony Stark lo
recluta per affrontare Captain America in Captain America: Civil
War. Da quel momento, tutto ciò che Peter voleva
era diventare un Vendicatore.
Durante la sua prima avventura da
protagonista, Spider-Man: Homecoming,
Peter cerca continuamente di dimostrare di essere pronto a unirsi
al team. Alla fine, dopo aver salvato il mondo da Avvoltoio, riceve
la chiamata da Tony: è stato scelto per diventare un Avenger.
Tuttavia, Peter decide di rimanere nell’amichevole Spider-Man di
quartiere fino a che avrà bisogno di qualcuno che lo sorvegli.
Abbandona il ballo
Parte della lotta interiore del
personaggio di Spider-Man è sempre stata quella di destreggiarsi
tra i suoi doveri di eroe e la sua vita normale negli ordinari
panni di Peter Parker. In molti casi, ciò richiede che Peter compia
molti sacrifici, soprattutto se si considera che è ancora un
giovane adolescente al liceo.
Dopo aver abbracciato la sua vita da
ragazzo normale, Peter trova il coraggio di chiedere finalmente a
Liz di andare con lui al ballo della scuola. Tuttavia, dopo aver
appreso che suo padre, Adrian Toomes, è il malvagio avvoltoio,
Peter deve abbandonare il ballo per salvare tutti dai piani di
Toomes. È quel tipo di sacrificio personale che dimostra che il
ragazzo si assume la responsabilità di essere un eroe.
Sconfigge Mysterio
Parte di ciò che rende
grande un eroe è l’avere fiducia nelle proprie capacità. Peter
spesso ha bisogno di spingersi verso nuovi limiti mentre affronta
minacce crescenti. Quando combatte contro Mysterio, Peter viene
gravemente messo in difficoltà dalla capacità del cattivo di
distorcere la realtà. Questo rende Peter molto insicuro.
Tuttavia, quando si incontrano di
nuovo, Peter smette di reagire agli attacchi di Mysterio e si
affida invece al suo “senso di ragno” per sconfiggerlo. Peter non
solo è così abbastanza coraggioso da riprendersi da una
terrificante sconfitta, ma è anche in grado di fidarsi delle sue
capacità per sconfiggere il cattivo.
Va nello spazio
Peter si sente chiaramente
più a suo agio nei panni dell’amichevole Spider-Man di quartiere,
ma quando l’universo è in pericolo, si alza e esce dalla sua
comfort zone. Quando i servi di Thanos invadono la Terra, Peter non
esita a unirsi a Iron Man e agli altri eroi nella lotta. Anche
quando quella lotta si sposta nello spazio, anche Peter fa quel
grande salto.
Sebbene Tony sia inizialmente
arrabbiato per il fatto che Peter lo abbia seguito, alla fine deve
ammettere anche il coraggio del giovane. È in questo momento che
Spider-Man diventa ufficialmente membro dei Vendicatori.
Intrappolato
Dopo aver incontrato Tony
per la prima volta, Peter si guadagna un upgrade importante per il
suo costume, il che migliora notevolmente le sue possibilità per la
lotta contro il crimine. Tuttavia, Tony deve presto insegnargli la
stessa lezione che ha imparato a sua volta: un eroe deve essere
tale con o senza il suo costume.
Dopo aver fatto parecchi danni
infatti, Tony gli sottrae la sua tuta high-tech, e il ragazzo deve
affrontare Avvoltoio nel suo completo “fatto a mano”. Dopo essere
stato intrappolato tra le macerie, Peter ricorda a se stesso che
era Spider-Man anche prima di avere il nuovo costume targato Stark
Industries e usa la propria forza per liberarsi.
Dallo sceneggiatore candidato all’
Oscar Tony McNamara (La Favorita), arriva
The
Great, un dramma comico,
satirico sull’ascesa di Caterina la Grande da un estraneo alla
monarca regnante da più tempo nella storia della Russia.
The
Great è creato e scritto da Tony McNamara che ne
è anche il produttore esecutivo, gli altri produttori esecutivi
sono Marian Macgowan, Josh Kesselman e Ron West della Thruline,
Brittany Kahan Ward della Echo Lake, Doug Mankoff e Andrew
Spaulding, Elle Fanning, Mark Winemaker e Matt Shakman. Il progetto
è prodotto dalla Civic Center Media in associazione con MRC
Television.
The Great: quando esce e dove vederlo in
streaming
STARZPLAY, il
servizio di streaming premium di Starz, ha annunciato oggi che ha
firmato un accordo di licenza con ViacomCBS Global Distribution
Group per MRC Television’s attesissima serie “The
Great” nel Regno Unito, Repubblica
d’Irlanda, Germania, Austria, Spagna, Francia, Italia,
Svizzera, Belgio, Olanda, Lussemburgo, e l’America Latina. La nuova
serie andrà in onda nell’estate 2020.
Il servizio di streaming premium
STARZPLAY è disponibile sull’applicazione Apple TV, e da agli
abbonati accesso a serie di successo come “The Act” and
“Ramy”; ed il prequel di Batman della DC Comics “Pennyworth”;
la secondo stagione della serie psicologica d’orrore scritto da
Stephen King e JJ Abrams, ‘Castle Rock’ oltre ad una crescente
selezione di Originali esclusivi STARZ come “The Spanish Princess”
e la serie di prossima uscita “Dublin Murders” nello stesso giorno
del loro lancio negli USA, oltre che a film di successo come
The Kingdom e Terminator 2: Judgement Day.
Gli abbonati al canale STARZPLAY sulla App
Apple TV possono guardare online o scaricare e godersi offline le
loro serie ed i film preferiti attraverso STARZPLAY, che è
disponibile su iPhone, iPad, Apple TV ed alcune smart TV della
Samsung.
“The Great ha tutto quello che
STARZPLAY cerca di offrire al nostro pubblico a livello mondiale,
pubblico che da noi si aspetta solo contenuti premium,” ha
affermato Superna Kalle, EVP, Starz International Digital Networks.
“Un premiato sceneggiatore, un cast di grande talento, e.
dulcis in fundo, una storia di grande intrattenimento molto
divertente e, al tempo stesso, toccante. Siamo molto orgogliosi di
aggiungere ‘The Great’ to our content offering.”
The Great: la trama e il cast
Con solo fatti storici occasionali
la serie è interpretata da
Elle Fanning,
Nicholas Hoult, Phoebe Fox, Adam Godley, Gwilym Lee, Charity
Wakefield, Douglas Hodge, Sacha Dhawan, Sebastian de Souza, Bayo
Gbadamosi e Belinda Bromilow.
Indicata come una tra le migliori
attrici della sua generazione, Rooney Mara ha dato
prova del proprio talento grazie a personaggi fragili, imperfetti
ma dotati allo stesso tempo di un invincibile gamma di sentimenti.
Negli ha collaborato con alcuni dei più affermati attori e autori,
maturando come interprete fino a diventare una delle più richieste
del panorama hollywoodiano.
Attiva tanto al cinema quanto in
importanti cause ambientali e animaliste, la Mara è senza dubbio
una delle personalità più affascinanti oggi presenti nel mondo
dello spettacolo, capace di coniugare semplicità, eleganza e
professionalità. Ecco 10 cose che non sai di Rooney
Mara.
2. Ha ottenuto due
nomination ai premi Oscar. Nel corso della sua carriera
l’attrice è stata candidata a due premi Oscar. Nel 2012 fa infatti
parte della cinquina come miglior attrice, con il film
Millennium – Uomini che odiano le donne, mentre nel 2016
viene candidata come miglior attrice non protagonista per il suo
ruolo nel film Carol.
Rooney Mara: chi è sua sorella
3. Anche sua sorella è una
nota attrice. Rooney Mara è la sorella dell’attrice
Kate
Mara, nota per i suoi ruoli nei film I segreti di
Brokeback Mountain, Fantastic 4 – I Fantastici Quattro e
Sopravvissuto – The Martian. L’attrice celebre per il
film Millennium ha in diverse occasioni
affermato di essersi appassionata alla recitazione grazie alla
sorella, la quale l’ha poi incoraggiata a debuttare in tale
mondo.
Rooney Mara e Joaquin Phoenix
4. Ha una relazione con il
noto attore. Dal 2016 l’attrice ha una relazione con
Joaquin Phoenix, conosciuto sul set del film
Her. I due hanno confermato la loro storia apparendo
insieme ad alcuni eventi di gala, come anche al Festival
di Cannes. Nessuno dei due attori possiede un account social
network, e conducono una vita piuttosto riservata, dividendosi tra
il cinema e le numerose cause animaliste e ambientali da loro
sostenute. Nel luglio del 2019 viene ufficialmente annunciato il
loro fidanzamento.
5. Hanno recitato insieme
più volte. Dopo essersi conosciuti sul set del film
Her, dove interpretavano il ruolo di una coppia in
procinto di divorziare, i due attori hanno nuovamente condiviso la
scena per il film Don’t Worry, dove Phoenix ha voluto
accanto la compagna. Ha poi reso il favore prendendo parte al film
Maria Maddalena, dove la Mara era protagonista. In tutti e
tre questi film, i loro personaggi hanno o hanno avuto una
relazione.
Parte delle cose che non sai di Rooney
Mara
Rooney Mara e Givenchy
6. È l’ambasciatrice di un
noto profumo. Dal 2018 l’attrice è il volto che fa da
testimonial al profumo L’interdit, della celebre Givenchy. Tale
ruolo era un tempo ricoperto dall’iconica Audrey
Hepburn, e la Mara si è detta onorata di poter essere
parte di tale progetto. L’attrice ha dichiarato di non essere
solita legarsi a marche di questo tipo, ma la politica e le persone
dietro Givenchy l’hanno convinta ad usare la propria immagine per
rilanciare un profumo che sfida a superare i propri limiti.
Rooney Mara in Millennium – Uomini
che odiano le donne
7. Ha ottenuto la parte in
un modo insolito. Il regista David
Fincher era certo che Mara fosse la scelta giusta per la
parte di Lisbeth Salander, ma altrettanto non erano i produttori.
Per convincerli, Fincher chiese all’attrice di passare una serata
fuori e di ubriacarsi in modo eccessivo. Il giorno dopo, Fincher la
presentò, in pieno stato di post sbornia, ai produttori, i quali si
convinsero che aveva la tempra giusta per la parte.
8. Ha perso molto peso per
il ruolo. Nonostante non le fosse stato richiesto,
l’attrice decise di perdere una grande quantità di peso, così da
risultare maggiormente pelle e ossa e poter caratterizzare il
proprio personaggio a partire da questo aspetto fragile. Alla fine,
divenne così magra che Fincher, spaventato, la incoraggiò a
riacquisire qualche chilo.
Rooney Mara in Carol
9. La prima scena d’amore è
stata girata in una data speciale. Per pura casualità, la
scena in Carol che vede l’attrice intenta in un rapporto
sessuale con la sua co-protagonista Cate
Blanchett, è stata girata il 17 aprile, che è anche la
data di compleanno della Mara. Questa ha dichiarato che poter
recitare insieme alla Blanchett è stato un vero e proprio sogno che
si realizza.
Rooney Mara: età e altezza
10. Rooney Mara è nata a
Bedford, nello stato di New York, Stati Uniti, il 17
aprile 1985. L’attrice è alta complessivamente 160 centimetri.
Divenuto iconico grazie ad alcuni
personaggi in celebri film come La cosa, Grosso guaio a
Chinatown e 1997: Fuga da New York, Kurt
Russell è negli divenuto uno degli attori più
apprezzati dell’attuale panorama statunitense. Distintosi per la
sua versatilità, Russell ha saputo distaccarsi dal ruolo del duro
per ricoprire panni ben diversi, che gli hanno permesso di ottenere
il favore di un ampio pubblico. Ecco 10 cose che non sai di
Kurt Russell.
Parte delle cose che non sai di Kurt Russell
Kurt Russell: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attore esordisce al cinema con il
film Il californiano (1964), per poi recitare in I
ragazzi di Camp Siddons (1966), La TV ha i suoi
primati (1971), L’uomo dinamite (1971), Charley e
l’angelo (1973), L’uomo più forte del mondo (1975) e
La fantastica sfida (1980). Grazie al film 1997: Fuga
da New York (1981) e La cosa (1982) raggiunge una
grande popolarità, che lo porta ad ottenere ruoli da protagonista
in Silkwood (1983), Grosso guaio a Chinatown
(1986), Fuoco assassino (1991), Stargate (1984),
Tango & Cash (1989), Fuga da Los Angeles (1996),
Vanilla Sky (2001), Miracle (2004), Sky
High – Scuola di superpoteri (2005), Poseidon (2006)
e Grindhouse – A prova di morte (2007). Negli ultimi anni
ha poi recitato in Fast & Furious 7 (2015), The Hateful
Eight (2015), Deepwater – Inferno
sull’oceano (2016), Fast & Furious 8 (2017),
Guardiani della
Galassia Vol. 2 (2017), Qualcuno salvi il
Natale (2018) e C’era una volta a…
Hollywood (2019).
2. Ha preso parte a prodotti
televisivi. Negli anni Russell ha partecipato in diverse
occasioni ad alcune serie TV come Disneyland (1967-1972),
Alla ricerca di un sogno (1974) e Racconti della
frontiera (1976). Il suo primo ruolo di rilievo arriva però
grazie al film televisivo Elvis – Il re del rock (1979),
dove interpreta il celebre cantante, e con cui ottiene una
nomination agli Emmy Award.
3. Non utilizza
controfigure. L’attore ha affermato di non utilizzare
controfigure per le scene più difficili da girare, preferendo
eseguire da sé le acrobazie richieste. Molti dei film in cui ha
recitato sono infatti ricchi di sequenze d’azione, a cui Russell
non si è mai tirato indietro sfoggiando grande passione per questo
mestiere, come anche una gran capacità di saper padroneggiare la
situazione.
Kurt Russell: chi è la sua
compagna
4. Ha una relazione da molto
tempo con una nota attrice. Nel 1983 l’attore conosce
l’attrice Goldie Hawn sul set del film Swing
Shift, e intraprendono una relazione che dura ancora oggi. I
due non si sono mai sposati, preferendo considerarsi semplicemente
fidanzati, e nel 1986 hanno dato alla luce il loro unico figlio.
Russell è inoltre il padre adottivo della figlia che la Hawn aveva
avuto da un precedente matrimonio.
5. Hanno recitato insieme in
diversi film. Oltre ad aver recitato insieme nel film
Swing Shift, grazie al quale si sono potuti conoscere
meglio, la coppia aveva già recitato insieme nel film Pazza
banda di famiglia (1968), e poi ancora in Una coppia alla
deriva (1987), e in Qualcuno salvi il Natale (2018),
dove la Hawn interpretava il ruolo di Mrs. Claus. Torneranno a
recitare insieme nell’atteso sequel Qualcuno salvi il Natale
2.
Parte delle cose che non sai di Kurt Russell
Kurt Russell è Santa Claus
6. Ha fatto comporre una
speciale lista dei bambini buoni. Nel suo ruolo di Santa
Claus, Russell ha il compito di portare durante la notte di Natale
regali ai bambini che si sono comportati bene. Nella lista a
riguardo che si può vedere in un dato momento del film, è possibile
leggere diversi nomi. Questi non sono inventati, bensì sono i nomi
dei reali nipoti dell’attore, che egli ha voluto far inserire come
regalo inaspettato.
Kurt Russell in La Cosa
7. Ha dovuto farsi crescere
la barba per molto tempo. Per ottenere la celebre barba
sfoggiata nel film da MacReady, il personaggio interpretato da
Russell, l’attore ha impiegato all’incirca un anno. Tale pazienza è
stata poi premiata, poiché il look del personaggio è divenuto
iconico e ha contribuito alla sua fortuna.
8. Non era convinto del
risultato del film. Durante le prime proiezioni di prova
del film, l’attore aveva espresso alcuni dubbi sul film completo,
affermando che gli effetti utilizzati per il mostro non rendessero
giustizia. Questa era in realtà un’opinione condivisa da tutto il
cast, il quale in seguito ritornò sui propri passi, e lo stesso
Russell affermò che a distanza di anni La cosa è uno dei
suoi migliori film.
Kurt Russell e Quentin
Tarantino
9. Ha lavorato in diverse
occasioni con il noto regista. Russell è uno degli attori
ricorrenti nel cinema di Quentin Tarantino,
essendo comparso in tre dei suoi film. Il primo fu Grindhouse –
A prova di morte, dove Russell interpreta il ruolo dello
stuntman Mike, venne poi The Hateful Eight, dove ricopre
il ruolo di John Ruth “il Boia”, e infine appare brevemente in
C’era una volta a… Hollywood, nel ruolo del casting
director Randy, nonché del narratore esterno.
Kurt Russell: età e altezza
10. Kurt Russel è nato a
Springfield, nel Massachusetts, Stati Uniti, il 17 marzo
1951. L’attore è alto complessivamente 180 centimetri.
Nota per i suoi ruoli horror, tanto
al cinema quanto in televisione, l’attrice Taissa
Farmiga si è affermata in breve tempo per le sue doti
interpretative, raggiungendo un ampio pubblico grazie ai titoli di
rilievo in cui ha recitato. Ad oggi è considerata una giovane
promessa della recitazione, avendo collaborato anche con importanti
attori e autori, grazie ai quali ha potuto maturare rapidamente.
Ecco 10 cose che non sai di Taissa Farmiga.
Parte delle cose che non sai di Taissa Farmiga
Taissa Farmiga: i suoi film
1. Ha recitato in noti film
horror. L’attrice debutta al cinema nel 2011 con il film
Higher Ground, per poi ottenere maggior notorietà con
Bling Ring
(2013). Successivamente recita in Innamorarsi a Middleton
(2013), Mindscape (2013) e nella commedia horror The
Final Girls (2015). È poi protagonista di 6 anni
(2015), per poi prendere parte a Nella valle della
violenza (2016), L’eccezione alla regola (2016), e
What They Had (2018). Nel 2018 ha poi un ruolo di rilievo
nei film Il corriere – The
Mule, Mistero al Castello BlackWood e The Nun – La
vocazione del male, con cui torna a recitare nel genere
horror.
2. È nota per i suoi ruoli
televisivi. La Farmiga è particolarmente celebre per aver
preso parte alla serie antologica American Horror Story,
rispettivamente nelle stagioni Murder House (2011),
Coven (2013), Roanoke (2016) e
Apocalypse (2018). Ha poi recitato anche nella serie
Wicked City (2015), dove ricopre il ruolo di Karen
McClaren. Nel 2019 recita invece nell’episodio Not All Men
di The Twilight Zone, mentre prossimamente è attesa tra i
protagonisti della serie The Gilded Age.
Taissa Farmiga è su Instagram
3. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram, dove possiede un profilo seguito da 1,9 milioni di
persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere
fotografie scattate in momenti di svago, come anche curiosità
quotidiane. Non mancano poi immagini promozionali dei suoi progetti
da interprete.
Taissa Farmiga: chi è il suo
fidanzato
4. Ha una relazione con un
giovane regista. Nel 2014 l’attrice annuncia tramite un
post sul proprio profilo Instagram di avere una relazione il
regista e sceneggiatore Hadley Klein. I due sono soliti condividere
alcune tappe della loro relazione sui rispettivi social network,
facendo intendere che la loro relazione diventa ogni giorno più
solida.
Taissa Farmiga e Evan Peters
5. Non ha avuto nessuna
relazione con il collega. Dopo aver percepito un’ottima
chimica di coppia tra la Farmiga e l’attore Evan
Peters, suo collega nella serie American Horror
Story, numerosi fan hanno ipotizzato che tra i due ci fosse
una relazione. Tali voci non sono mai state confermate, e vengono
infine messe a tacere nel momento in cui l’attrice rivela la sua
relazione con Klein.
Parte delle cose che non sai di Taissa Farmiga
Taissa Farmiga e Vera Farmiga
6. È la sorella della nota
attrice. L’attrice è sorella di Vera
Farmiga, da cui la separano 21 anni di differenza.
Nonostante ciò le due hanno più volte dichiarato di avere un
profondo legame ed un rapporto di amicizia, che si è poi tramutato
anche in collaborazioni lavorative. Fu proprio Vera Farmiga ad
introdurre la sorella minore nel mondo della recitazione,
convincendola a partecipare al suo debutto da regista. Da quel
momento la piccola Farmiga rimase incantata da tale mondo,
decidendo di perseguire tale strada.
7. Hanno interpretato i
ruoli di madre e figlia. Per via della differenza di età
tra di loro, ma date anche le somiglianze dovute all’essere
sorella, le due si sono ritrovate ad interpretare madre e figlia
nella commedia romantica Innamorarsi a Middleton,
sfoggiando un’ottima chimica di coppia.
Taissa Farmiga in American Horror
Story
8. Ha interpretato ruoli
diversi. Per via della natura antologica della serie,
l’attrice si è trovata a ricoprire personaggi diversi in base alla
stagione. Nella prima è Violet Harmon, problematica adolescente che
con il resto della sua famiglia si trasferisce nella casa in cui
avrà luogo la narrazione. Nella terza stagione è invece la strega
Zoe Benson. Riprenderà poi entrambi i ruoli per l’ottava
stagione.
9. Non ha problemi con
l’horror. La Farmiga ha dichiarato di non riscontrare
difficoltà nel recitare in prodotti di genere horror, ma anzi di
trovare lo spavento in sé piuttosto facile da interpretare, potendo
attingere ai reali momenti di paura che si possono provare
quotidianamente.
Taissa Farmiga: età e altezza
10. Taissa Farmiga è nata a
Readington, New Jersey, Stati Uniti, il 17 agosto 1994.
L’attrice è alta complessivamente 165 centimetri.
Popolare sin dai suoi primi ruoli
cinematografici, Jeff Goldblum si è negli anni
distinto per il suo carisma e la sua versatilità, che lo hanno
portato a prendere parte a progetti di varia natura, dal grande
blockbuster hollywoodiano al piccolo film d’autore. Reinventatosi
negli ultimi anni, Goldblum non manca di dimostrarsi interprete di
alto livello, capace di affascinare il pubblico e la critica e di
stupire per le sue continue trovate attraverso cui porre in risalto
la propria personalità. Ecco 10 cose che non sai di Jeff
Goldblum.
Parte delle cose che non sai di Jeff Goldblum
Jeff Goldblum: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
film. Goldblum esordisce al cinema con il film Il
giustiziere della notte (1974), e recita poi in opere di
rilievo come Nashville (1975), Io e Annie
(1977), Terrore dallo spazio profondo (1978) e Il
grande freddo (1983). Ottiene ulteriore popolarità recitando
in Tutto in una notte (1985), La mosca(1986)
e Jurassic Park (1993). In seguito, continua a
guadagnare consensi grazie a film come Independence
Day(1996), Il mondo perduto – Jurasic Park
(1997), Come cani e gatti (2001), Le
avventure acquatiche di Steve Zissou (2004), e L’uomo
dell’anno (2006). Negli ultimi anni si è poi affermato
grazie ai film Grande Budapest
Hotel (2014), Independence Day –
Rigenerazione(2016), Thor:
Ragnarok(2017), Jurassic World – Il regno
distrutto(2018), Hotel
Artemis(2018) e The
Mountain(2018).
2. Ha preso parte a
produzioni televisive. Agli inizi della sua carriera
l’attore ha recitato anche in diversi episodi di serie TV di
successo, tra cui si annoverano Starsky & Hutch (1977),
Premiata agenzia Whitney (1980), Freinds (2003),
Will & Grace (2005), Raines (2007), Law &
Order: Criminal Intent (2009-2010), Glee (2012), e
Portlandia (2012-2015). Dal 2019 è protagonista, nei panni
di sé stesso, della serie documentaria The World According
to Jeff Goldblum.
3. Si è distinto come
doppiatore. Nel corso degli anni Goldblum ha ricoperto in
diverse occasioni anche il ruolo di doppiatore. Ciò è avvenuto sia
per le serie animate Capitan Planet e i Planeteers
(1990-1991), I Simpson (1996) e King of the Hill
(1992), quanto per i film d’animazione Il principe
d’Egitto (1998), Zambezia (2012) e L’isola dei
cani (2018). Ha inoltre partecipato al doppiaggio dei
videogiochi Independence Day (1997), Call of Duty:
Black Ops III (2015) e Jurassic World Evolution
(2018).
Jeff Goldblum è su Instagram
4. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram, dove ha un profilo seguito da 2 milioni di persone.
All’interno di questo l’attore è solito condividere fotografie
scattate in momenti di svago, condividendo anche curiosità
quotidiane con i propri fan. Non mancano poi immagini realizzate
per servizi di moda o per promuovere i propri progetti da
interprete.
Jeff Goldblum: moglie e figli
5. È stato sposato più
volte. Goldblum ha avuto in totale tre mogli. La prima è
stata l’attrice Patricia Gaul, con cui è stato sposato dal 1980 al
1986. Dal 1987 al 1991 è invece impegnato nel matrimonio con
l’attrice Geena Davis. Dopo alcune relazioni nel corso degli anni,
l’attore si sposa una terza volta con la ginnasta olimpica Emilie
Livingston, nel 2014. Nel 2015 e nel 2017 nasceranno i due figli
della coppia.
Parte delle cose che non sai di Jeff Goldblum
Jeff Goldblum in Jurassic Park
6. Non condivide alcuni
pensieri del suo personaggio. Nel celebre film
Jurassic Park, Goldblum ricopre il ruolo di Malcom, uno
dei protagonisti che si recano all’interno del misterioso parco
divertimenti. Il personaggio è oggi riconosciuto come uno dei più
celebri nella carriera dell’attore, tuttavia questi ha dichiarato
di non condividerne alcuni aspetti. Il principale di questi è che,
contrariamente a Malcolm, Goldblum pensa che un parco tematico con
veri dinosauri sarebbe un’idea molto attraente.
7. Una battuta in
particolare è tra le sue preferite. Tra le diverse
battute del film divenute celebri, l’attore è particolarmente
legato a quella che recita “Life finds a way“, che esprime
tanto la filosofia del personaggio quanto un concetto filosofico
applicabile a numerosi altri aspetti della vita e del suo
progredire.
Jeff Goldblum in La mosca
8. Per il suo ruolo ha
dovuto sottoporsi ad ore di trucco. Per dar vita alle più
mostruose mutazioni del suo personaggio all’interno del film La
mosca, l’attore si è dovuto sottoporre a più di cinque ore
quotidiane di trucco, necessarie per applicare le deformità
richieste. Il trucco al completo arrivava inoltre a pesare più di 2
chili.
Jeff Goldblum in Thor
9. Il colore della pelle del
suo personaggio è stato cambiato per lui. Nel film
Thor: Ragnarok l’attore ricopre il ruolo
del Grandmaster. Originariamente nei fumetti questo viene
raffigurato con la pelle di color blu, ma il regista Taika
Waititi ha dichiarato di non aver voluto far applicare
tale trucco a Goldblum poiché egli è un ottimo attore e non
necessitava di un ulteriore strumento per la caratterizzazione del
personaggio.
Jeff Goldblum: età e altezza
10. Jeff Goldblum è nato a
Pittsburgh, in Pennsylvania, Stati Uniti, il 22 ottobre
1952. L’attore è alto complessivamente 195 centimetri.
Noto per i suoi ruoli televisivi,
l’attore Nathan Parsons si è negli anni distinto
grazie alla sua partecipazione a celebri titoli, che gli hanno
permesso di raggiungere un ampio pubblico. Agli occhi di questo
Parsons ha potuto sfoggiare le proprie doti ed una buona
versatilità. In breve tempo ha infatti ricoperto una buona varietà
di ruoli, cosa che gli ha permesso di dimostrare la sua capacità
nel calarsi in contesti spesso molto diversi l’uno dall’altro.
Ecco 10 cose che non sai di Nathan Parsons.
Parte delle cose che non sai di Nathan Parsons
Nathan Parsons: i suoi film
1. Si è distinto per diversi
lungometraggi horror. L’attore esordisce al cinema con un
piccolo ruolo film Denti (2007), a metà tra la commedia e
l’horror. Successivamente continua a recitare in film dell’orrore
come The Brotherhood V: Alumni (2009), The Roommate –
Il terrore ti dorme accanto (2011), e Pet (2016). Nel
2020 ottiene invece un ruolo nel film drammatico sentimentale
Cosa mi lasci di te.
2. È noto per i suoi ruoli
televisivi. Parsons diventa celebre sul piccolo schermo
grazie alla soap opera General Hospital, dove dal 2009 al
2015 recita nel ruolo di Ethan Lovett. Successivamente ottiene
ruoli di rilievo nelle serie A passo di danza (2012-2013),
True Blood (2014) e The
Originals (2014-2018). Dal 2017 al 2018 ricopre il ruolo
di Nick Branson nella serie C’era una volta, mentre dal
2019 è Max Evans in Roswell, New Mexico.
3. Ha iniziato la sua
carriera come doppiatore. Prima di diventare un volto noto
della televisione, Parsons ha ricoperto il ruolo di doppiatore per
le versioni statunitensi di alcuni anime giapponesi. Tra questi si
annoverano Nadia – Il mistero della pietra azzurra
(1990-1991), Nadia e il mistero di Fuzzy (1991) e
Devilman Lady (1998).
Nathan Parsons è su Instagram
4. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram, dove possiede un profilo seguito da 101 mila persone.
All’interno di questo Parsons è solito condividere fotografie
scattate in momenti di svago, ma anche diverse curiosità quotidiane
o immagini di posti visitati. Non mancano, infine, anche foto e
video promozionali dei suoi progetti da interprete.
Nathan Parsons: la sua vita
privata
5. È molto
riservato. All’attore non piace rendere pubblico ciò che
fa parte della propria vita privata, tra cui eventuali relazioni
sentimentali. Poco o nulla si sa infatti riguardo all’attore
celebre per General Hospital. Sui suoi profili social non
vengono condivisi post che farebbero pensare ad una relazione
sentimentale, e per tanto non è possibile stabilire se Parsons
abbia o meno una fidanzata.
Parte delle cose che non sai di Nathan Parsons
Nathan Parsons e Jeanine Mason
6. Si vociferava avesse una
relazione con la collega. Tra le poche indiscrezioni
circolate intorno al nome dell’attore, vi è quella secondo cui sul
set di Roswell, New Mexico, avesse intrapreso una
relazione con la collega Jeanine Mason. I due sono
i protagonisti della serie, ed hanno partecipato insieme a numerosi
eventi di gala, tanto da far immaginare una loro possibile
relazione, ma nessuna conferma è arrivata a riguardo.
Nathan Parsons in C’era una
volta
7. È entrato a far parte
della serie. Parsons ha fatto la sua comparsa nella nota
serie fantasy a partire dalla settima stagione di questa. Qui ha
ricoperto il ruolo di Nick, un avvocato sicuro di sé e carismatico.
Il personaggio è comparso nell’episodio Pretty in Blue, ed
ha fatto la sua ultima comparsa in The Guardian, limitando
la comparsa dell’attore alla sola settima stagione.
Nathan Parsons in The
Originals
8. Aveva lasciato il
ruolo. Nella prima stagione della serie TV The
Originals, andata in onda nel 2014, l’attore ricopriva il
ruolo del lupo mannaro Jackson. Tuttavia, decise di lasciare la
parte per recitare nel ruolo di un vampiro in True Blood.
Questa tuttavia si concluse nello stesso 2014, e Parsons tornò così
a riprendere il proprio ruolo in The Originals.
9. Sapeva a cosa andava
incontro il suo personaggio. Nella quinta stagione il
personaggio interpretato dall’attore, Jackson Kenner, raggiunge
l’apice del suo arco narrativo, il quale si conclude con l’episodio
The Tale of Two Wolves. Parsons ha dichiarato che sapeva
da tempo cosa sarebbe accaduto al suo personaggio, anche già prima
di iniziare a girare la prima stagione, ritenendosi poi grato per
il percoso che ha potuto compiere.
Nathan Parsons: età e altezza
10. Nathan Parsons è nato ad
Adelaide, in Australia, il 16 giugno 1988. L’attore è alto
complessivamente 183 centimetri.
Popolare e versatile attore
hollywoodiano, Benicio del Toro si è negli
anni distinto grazie ad alcuni iconici ruoli, che hanno fatto la
sua fortuna. Con il tempo ha così potuto raggiungere le vette
dell’industria cinematografica, collaborando con alcuni tra i più
importanti attori e registi.
Vincitore di un premio Oscar,
l’attore è celebre anche per aver alternato progetti più mainstream
a lungometraggi indipendenti, in cui ha potuto maggiormente
dimostrare le proprie doti da interprete. Ecco 10 cose che
non sai di Benicio del Toro.
Parte delle cose che non sai di Benicio del Toro
Benicio del Toro: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attore debutta al cinema con un piccolo
ruolo nel film 007 – Vendetta privata (1989), per poi
recitare in Lupo solitario (1991), Fearless – Senza
paura (1993) e I soliti sospetti (1995), che ne
decreta una prima popolarità. Partecipa poi a lungometraggi di
rilievo come Basquiat (1996), Paura e delirio a Las
Vegas (1998), Snath – Lo strappo (2000) e
Traffic (2000), con cui si consacra come interprete. Tra
gli altri titoli celebri a cui del Toro ha preso parte si
annoverano 21 grammi (2003), Sin City (2005),
Che – L’argentino (2008), Che – Guerriglia
(2008), Wolfman (2010), Le belve
(2012), Guardiani della
Galassia (2014), Escobar
(2014), Vizio di forma
(2014), Sicario
(2015), Star Wars: Gli ultimi
Jedi (2017), Soldado
(2018) e The French Dispatch (2020).
2. Ha preso parte a prodotti
televisivi. Meno frequenti sono invece le incursioni di
del Toro sul piccolo schermo. Dopo aver recitato in serie come
Miami Vice (1987), Agente speciale Kiki Camarena sfida
ai narcos (1990), Racconti di mezzanotte (1994) e
Fallen Angels (1995), l’attore torna in televisione con la
serie Escape at Dannemora (2018), diretta da Ben
Stiller e di cui è protagonista nei panni di un
detenuto in fuga, a cui le autorità danno la caccia.
3. Ha ricoperto il ruolo di
doppiatore. Nel corso della sua carriera, in due occasioni
del Toro ha prestato la propria voce. La prima avviene nel 2015 per
il film d’animazione Il piccolo principe, dove doppia il
personaggio del serpente. La seconda è invece per Swiper la volpa
del film live action Dora e la città perduta.
Benicio del Toro non ha una
moglie
4. Non è mai stato
sposato. In più occasioni del Toro ha dichiarato la sua
intenzione di non sposarsi né di avere relazioni ufficiali.
L’attore ha infatti messo la sua carriera sempre in cima alle sue
priorità, rilasciando ben poche notizie circa la sua vita
sentimentale. Tra le poche cose note a riguardo, vi è la breve
storia avuta con Kimberly Stewart, figlia del noto Rod Stewart, con
la quale l’attore ha avuto una figlia nel 2011.
Benicio del Toro e Brad Pitt
5. Ha una forte somiglianza
con il noto attore. Negli anni sono in molti ad aver
riconosciuto una certa somiglianza tra del Toro e Brad Pitt. I
due sono infatti stati più volte scambiati l’uno per l’altro, e sul
Web è possibile ritrovare numerosi siti e foto che pongono a
confronto i due, sottolineandone somiglianze e differenze. del Toro
è stato anche definito come la versione sudamericana di Pitt.
Parte delle cose che non sai di Benicio del Toro
Benicio del Toro è Che Guevara
6. Si è preparato per anni
al ruolo. Il progetto su un film dedicato a
Ernesto “Che” Guevara era in cantiere da anni, con
del Toro sempre confermato per il ruolo del celebre rivoluzionario.
Per prepararsi al meglio ad un ruolo che sentiva come uno dei più
importanti per la sua carriera, l’attore ha speso ben sette anni a
fare ricerche su Guevara, tra interviste, documentari e libri a lui
dedicati.
7. Ha girato la seconda
parte per prima. La storia di Guevara viene raccontata in
due parti, Che – L’argentino e Che – Guerriglia.
Pur narrando eventi successivi, quest’ultima venne girata prima per
via di alcune esigenze narrative. Tra queste vi è era la necessità
per del Toro di tagliarsi la barba per poter recitare la versione
giovane del personaggio, che compare in alcuni flashback.
Benicio del Toro in Escobar
8. Ha interpretato il noto
narcotrafficante. Nel 2014 l’attore interpreta il noto
criminale colombiano in un film a lui dedicato. In diverse
interviste del Toro ha affermato che tra tutti i cattivi da lui
interpretato, questo è il più crudele. L’attore ha svelato di aver
anche avuto dei dubbi, inizialmente, riguardo all’accettare il
ruolo, ma fu infine convinto dal regista Andrea Di
Stefano.
Benicio del Toro in Star Wars
9. Ha preso parte alla
celebre saga di fantascienza. Nell’ottavo film della saga,
Gli ultimi Jedi, l’attore dà vita al personaggio di DJ, un
disonesto manipolatore che approfitta delle situazioni per trarne
il massimo vantaggio personale. Il personaggio ha soltanto una
parte relativamente significativa nel film, e in molti si
aspettavano un approfondimento futuro. Tuttavia, nel capitolo
successivo, L’ascesa di Skywalker, questo non è
ricomparso.
Benicio del Toro: età e
altezza
10. Benicio del Toro è nato
a San Germán, Puerto Rico, il 19 febbraio 1967. L’attore è
alto complessivamente 188 centimetri.
Celebre per i suoi ruoli comici,
tanto al cinema quanto in televisione, l’attore Simon
Pegg non ha disdegnato negli anni anche importanti
partecipazioni a film di diverso genere, con buona prevalenza della
fantascienza. Pegg si è così distinto come un brillante interprete,
capace di dar vita a personaggi divenuti iconici.
Protagonista indiscusso della
“Trilogia del Cornetto”, Pegg ha negli anni guadagnato sempre più
popolarità, tanto presso il pubblico quanto presso la critica, che
ne ha in più occasioni premiato il talento. Ecco 10 cose
che non sai di Simon Pegg.
Parte delle cose che non sai di Simon Pegg
Simon Pegg: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
commedie e film di fantascienza. L’attore
debutta al cinema con il film Guest House Paradiso (1999),
per poi recitare in Un’insolita missione (2001) e 24
Hour Party People (2002). Ottiene grande popolarità grazie al
film L’alba dei morti dementi (2004), per poi distinguersi
anche in Mission: Impossible III (2006), Hot Fuzz
(2007), Star System – Se non ci sei non esisti (2008),
Star Trek
(2009), Ladri di cadaveri – Burke & Hare (2010),
Paul (2011), Le avventure di Tintin – Il segreto
dell’Unicorno (2011), Mission: Impossible – Protocollo
fantasma (2011), Into Darkness – Star
Trek (2013), La fine del
mondo (2013), Mission: Impossible –
Rogue Nation (2015), Star Wars: Il
risveglio della Forza (2015), StarTrek
Beyond (2016), Ready Player One
(2018) e Mission: Impossible –
Fallout (2018).
2. Ha preso parte a
produzioni televisive. Pegg si fa inizialmente conoscere
grazie alla partecipazione di serie come Faith in the
Future (1996-1998), We Know Where You Live (1997) e
Big Train (1998-2002). La vera notorietà arriva però con
la serie Spaced (1999-2001), di cui è ideatore e
sceneggiatore. Successivamente, in modo più sporadico, parteciperà
a titoli come Band of Brothers – Fratelli al fronte
(2001), Black Books (2004), Doctor Who (2005) e Mob City (2013).
Nel 2019 recita poi nel ruolo di Hugh Campbell nella serie
Amazon The
Boys (2019). Nel 2020 sarà invece protagonista della serie
Truth Seekers.
3. Si è distinto come
doppiatore. In più occasioni l’attore si è dimostrato un
abile doppiatore, ricoprendo tale ruolo per i film d’animazione
L’era glaciale 3 – L’alba dei dinosauri (2009), L’era
glaciale 4 – Continenti alla deriva (2012) e L’era
glaciale – In rotta di collisione (2016), dove dà voce al
personaggio di Buck. Ha poi partecipato al doppiaggio della serie
NetflixDark Crystal – La resistenza
(2019).
4. È un affermato
sceneggiatore. Pegg è speso anche l’autore delle
sceneggiature dei film in cui recita. Tra queste si annoverano
quelle facenti parte della cosiddetta “Trilogia del Cornetto”,
ovvero L’alba dei morti dementi, Hot Fuzz e La fine
del mondo. Ha poi contribuito alla scrittura di Paul, Star
Trek Beyond e della serie Spaced.
Simon Pegg e Nick Frost
5. Hanno lavorato insieme in
diversi film. Pegg è noto per la sua collaborazione con
l’attore Nick Frost, con il quale ha recitato nei film che
compongono la “Trilogia del Cornetto”. I due sono diventati celebri
come formidabile coppia comica, e non nascondono la forte amicizia
che li lega anche fuori dal set. Prossimamente torneranno a
recitare insieme nella serie Truth Seekers, incentrata
sulle disavventure di una squadra di investigatori del
paranormale.
Parte delle cose che non sai di Simon Pegg
Simon Pegg in Star Trek
6. Non ha sostenuto alcun
provino per il suo ruolo. Nei nuovi film dedicati a
Star Trek, l’attore ricopre il ruolo di Scotty, membro
dell’USS Enterprise. Pegg ha dichiarato di non aver sostenuto alcun
provino per la parte, ma di aver semplicemente ricevuto una mail
dal regista J. J.
Abrams, il quale gli offriva la parte. L’attore ha poi
dichiarato che avrebbe pagato pur di essere in quel film,
accettando immediatamente il ruolo.
7. Ha lavorato sull’accento
del proprio personaggio. Per dar vita a Scotty,
personaggio noto per il suo accento scozzese, l’attore si è fatto
aiutare da sua moglie, originaria di Glasgow, per poter risultare
realistico a riguardo. Il lungo studio di Pegg è poi stato premiato
dai fan, i quali hanno particolarmente apprezzato la sua versione
del personaggio.
Simon Pegg in Star Wars
8. Ha dato voce ad un
personaggio nella saga. Appassionato di fantascienza, Pegg
chiese al regista Abrams di poter partecipare anche con una piccola
parte al film Star
Wars – Il risveglio della forza. Questi gli assegnò il
doppiaggio del personaggio Unkar Plutt, losco commerciante che si
può ritrovare nelle prime scene del film, dove è intento in una
trattativa con la protagonista Rey.
Simon Pegg: il suo patrimonio
9. È un comico molto
pagato. Negli anni Pegg si è affermato come una delle
personalità comiche più di rilievo all’interno dell’industria
hollywoodiana, e grazie ai numerosi ruoli ricoperti come attore,
doppiatore e sceneggiatore è arrivato a raggiungere il
considerevole patrimonio di circa 25 milioni di dollari.
Simon Pegg: età e altezza
10. Simon Pegg è nato a
Gloucester, in Inghilterra, il 14 febbraio 1970. L’attore
è alto complessivamente 178 centimetri.
Tra i più talentuosi attori della
sua generazione, Paul Dano si è negli anni
distinto come un interprete in grado di assumere ruoli
continuamente diversi, da loschi e controversi personaggi ad altri
ben più ricchi di compassione. Si è inoltre affermato grazie alla
sua collaborazione con importanti attori e autori, grazie ai quali
ha potuto maturare continuamente.
Ad oggi Dano si distingue per la sua
filmografia ricca di alcuni tra i maggiori successi degli ultimi
anni, che gli hanno permesso di ottenere le attenzioni del pubblico
e della critica. Ecco 10 cose che non sai di Paul
Dano.
Parte delle cose che non sai di Paul Dano
Paul Dano: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attore esordisce al cinema con il film
The Newcomers (2000), e negli anni seguenti recita in
titoli come Il club degli imperatori (2002), La
ragazza della porta accanto (2004), Identità violate
(2005), La vera storia di Jack & Rose (2005), e
The King (2005). La notorietà arriva però con Little
Miss Sunshine (2006), dove recita accanto all’attrice Abigail
Breslin. Nel 2007 si consacra con il suo intenso ruolo
in Il petroliere, dove condivide la scena con Daniel
Day-Lewis. Negli anni seguenti partecipa a film di
rilievo come Motel Woodstock (2009), Un perfetto
gentiluomo (2010), Innocenti bugie (2010),
Cowboys & Aliens (2011), Ruby Sparks
(2012), Looper (2012), Prisoners
(2013), 12 anni
schiavo (2013), Love & Mercy
(2014), Youth – La
giovinezza (2015), Swiss Army Man (2016) e
Okja
(2017).
2. Ha debuttato alla
regia. Nel 2018 l’attore presenta al Sundance Film
Festival il suo primo film da regista, Wildlife, da
lui anche scritto. Protagonisti sono gli attori Jake
Gyllenhaal e Carey Mulligan, marito e
moglie nell’America degli anni ’60, il cui matrimonio naufraga
sotto gli occhi del loro figlio adolescente. Il film ha ricevuto
ottimi apprezzamenti da parte della critica, venendo poi presentato
anche al Festival
di Cannes.
3. Ha partecipato al
doppiaggio di un noto film. Nel 2009 l’attore è tra i
doppiatori del film Nel paese delle creature selvagge,
diretto da Spike Jonze e tratto dall’omonimo libro
illustrato. Qui presta la voce al personaggio di Alexander, una
delle creature protagoniste che faranno parte dell’avventura
vissuta dal giovane Max, protagonista del film.
Paul Dano e Daniel Day-Lewis
4. Ha lavorato in più
occasioni con il celebre attore. Tra le collaborazioni più
importanti nella carriera di Dano, vi è certamente quella con
l’attore Daniel Day-Lewis, con cui ha recitato sia
in La storia di Jack & Rose che in Il petroliere.
Per quest’ultimo in particolare, il loro rapporto è stato piuttosto
particolare. Dano ha dichiarato che durante le riprese Day-Lewis
non gli ha mai rivolto la parola, rimanendo nel proprio
personaggio, il quale nel film è in duro conflitto con quello del
giovane attore.
Paul Dano in Il Petroliere
5. Inizialmente aveva un
ruolo minore. Originariamente Dano era stato scelto per
ricoprire il ruolo del fratello di Eli, il quale compare solo per
poche scene. Dopo averle girate, però, il regista Paul
Thomas Anderson rimase così colpito dalla sua
interpretazione che decise di affidargli anche il ruolo di Eli,
particolarmente importante nella storia, rendendo così i due
fratelli dei gemelli.
Parte delle cose che non sai di Paul Dano
6. È stato malmenato per un
maggior realismo. In una delle scene più intense del film,
il personaggio protagonista interpretato da Day-Lewis aggredisce
fisicamente quello di Dano. Per rendere più realistica la scena,
l’attore ha acconsentito affinché l’aggressione non venisse
simulata, di fatto prendendo numerosi schiaffi e botte in diverse
parti, cosa che lo ha anche aiutato a rimanere nella parte e
fornire una performance migliore.
Paul Dano in Youth – La
giovinezza
7. Ha recitato per un
celebre regista italiano. Nel 2015 Dano ricopre un ruolo
di rilievo nel film Youth – La giovinezza, di
Paolo Sorrentino. Qui è Jimmy Tree, un attore
hollywoodiano deluso e in cerca di riscatto, il quale per
prepararsi ad un nuovo ruolo si ritira presso la struttura dove si
trovano anche i protagonisti. Il personaggio è stato descritto come
un’ode a tutti quegli attori che provano frustrazione nel vedersi
ricordati sempre e solo per gli stessi ruoli.
Paul Dano in Prisoners
8. È tra i protagonisti del
thriller di Denis Villeneuve. Tra i ruoli più celebri di
Dano vi è quello di Alex Jones nel film Prisoners.
L’attore ha ricordato l’esperienza come una delle più difficili
della sua carriera, affermando che la parte più difficile fu
proprio la costruzione del personaggio. Nel fare ricerca a
riguardo, Dano si è infatti reso conto di quanto sia difficile
portare in scena un ruolo con una storia dolorosa alle spalle.
Paul Dano sarà L’Enigmista
9. Darà vita al noto
villain. Nel 2021 l’attore tornerà al cinema con il film
The
Batman, nuova versione cinematografica del celebre
cavaliere oscuro di Gotham, stavolta interpretato da
Robert
Pattinson. Nel film uno dei villain principali sarà
quello de L’Enigmista, uno dei più noto e perfidi nemici di Batman,
già apparso al cinema nel 1995 nel film Batman Forever,
dove era interpretato da Jim
Carrey.
Paul Dano: età e altezza
10. Paul Dano è nato a New
York, Stati Uniti, il 19 giugno 1984. L’attore è alto
complessivamente 185 centimetri.
Considerato a buon diritto il
massimo esponente della recitazione tramite motion capture,
Andy Serkis è una delle personalità più
poliedriche attualmente in attività nell’industria hollywoodiana.
Distintosi come regista, produttore e interprete, Serkis è
particolarmente noto per aver prestato movenze e voce ad alcune
delle più celebri creature del cinema recente, dal
Gollum di Il Signore degli Anelli al primate Cesare in
L’alba del pianeta delle scimmie. Ecco 10
cose che non sai di Andy Serkis.
Parte delle cose che non sai di Andy Serkis
Andy Serkis: i suoi film
1. È noto per le sue
performance tramite motion capture. Serkis raggiunge
grande popolarità grazie ai film Il Signore degli Anelli – La
compagnia dell’anello (2001), Il Signore degli Anelli – Le
due torri (2002) e Il Signore degli Anelli – Il ritorno
del re (2003), dove con l’inedita tecnologia della motion
capture dà vita al personaggio di Gollum, che riprenderà anche nel
prequel Lo Hobbit – Un viaggio
inaspettato (2012). Successivamente nel film King
Kong (2005), utilizza nuovamente tale tecnologia per dare
corpo al gigantesco gorilla, mentre nei film L’alba del pianeta delle
scimmie (2011), Apes Revolution – Il
pianeta delle scimmie (2014) e The War – Il pianeta
delle scimmie (2017) veste i panni di Cesare.
3. Si è distinto come
regista. Negli ultimi anni Serkis si è interessato anche
alla regia, debuttando con il film drammatico Ogni tuo
respiro (2017). Successivamente realizza una versione in
motion capture de Il libro della giungla, con un film
intitolato Mowgli (2018) e
distribuito su Netflix. Nel 2020 Serkis è atteso alla regia di
Venom 2, sequel basato sul celebre villain con Tom
Hardy nuovamente nel ruolo di protagonista.
Andy Serkis e gli Avengers
4. Ha servito come
consulente per la motion capture. Oltre ad aver recitato
in Avengers: Age of Ultron con il
personaggio del pericoloso terrorista Ulysses Klaue, l’attore ha
ricoperto il ruolo di consulente alla motion capture, in quanto
massimo esperto di tale tecnologia. La sua presenza ha infatti
contribuito alla miglior resa di personaggi ricreati in CGI come
Hulk o il villain Ultron.
Andy Serkis è Gollum
5. Ha lavorato a lungo sulla
voce del personaggio. Per ottenere la particolarissima
voce di Gollum, il personaggio che ha reso celebre Serkis, questi
ha dichiarato di aver cercato di riprodurre alcuni suoni emessi dai
suoi gatti, umanizzandoli affinché potessero essere uno spunto di
partenza per i lamenti tipici del personaggio.
Parte delle cose che non sai di Andy Serkis
6. Inizialmente doveva solo
doppiare il personaggio. Quando sostenne il provino per il
ruolo di Gollum, era previsto che Serkis fornisse solo una prova
vocale per il personaggio. Tuttavia, il regista Peter
Jackson fu così colpito dalla prova dell’attore da
decidere di affidargli anche i movimenti del personaggio.
Andy Serkis in Star Wars
7. È l’attore dietro un noto
personaggio. Nella nuova trilogia di film dedicati a
Star
Wars, l’attore ha interpretato tramite motion capture il
personaggio del Leader Supremo Snoke, che si presenta come un
potente Sith nonché maestro di Kylo Ren. Il personaggio si è
affermato come uno dei più misteriosi, generando molteplici teorie
da parte dei fan. Serkis ha dichiarato di sapere da sempre le
origini del villain, ma che non rivelerà mai ciò che gli è stato
detto a riguardo.
Andy Serkis è King Kong
8. Ha studiato il movimento
dei gorilla. Per poter dar vita ad una realistica
rappresentazione di King Kong nel film del 2005, l’attore ha
trascorso molto tempo a studiare il modo in cui i gorilla si
muovono e interagiscono con l’ambiente circostante. Nel corso di
queste ricerche ha inoltre sviluppato una grande amicizia con uno
dei gorilla dello zoo di Londra
Andy Serkis dirige Venom
9. È il regista del
sequel. Serkis è stato chiamato alla regia del sequel
dedicato alla celebre nemesi di Spider-Man. Tra i motivi per cui è
stato scelto, vi è l’aiuto che egli può dare per le performance di
motion capture richieste ai protagonisti. Serkis ha inoltre
affermato che esplorerà ulteriormente i personaggi principali,
spingendo al massimo il loro potenziale visivo.
Andy Serkis sarà Alfred
Pennyworth
10. È stato annunciato come
il nuovo interprete del personaggio. Tramite un tweet, il
regista Matt Reeves ha annunciato che Serkis
ricoprirà il ruolo di Alfred Pennyworth nell’atteso nuovo film sul
cavaliere oscuro di Gotham. L’attore aveva già lavorato con Reeves
nella trilogia dedicata al pianeta delle scimmie, e per ora non ha
rivelato alcuna fonte di ispirazione per la sua versione di
Alfred.
Celebre per il suo ruolo televisivo
in alcune note serie TV targate DC Comics, l’attrice Caity
Lotz ha in breve tempo guadagnato le attenzioni del grande
pubblico, costruendo una carriera divisa tra cinema e televisione.
Affermatasi in diversi generi, grazie a cui ha potuto mettere alla
prova la propria versatilità, l’attrice è oggi ricordata
prevalentemente per il ruolo di White Canary, entrato rapidamente
nell’immaginario televisivo. Ecco 10 cose che non sai di
Caity Lotz.
Parte delle cose che non sai di Caity Lotz
Caity Lotz: i suoi film e le serie
TV
1. Ha recitato in alcuni
noti lungometraggi. L’attrice debutta al cinema nel 2006
con il film Ragazze nel pallone – Tutto o niente, per poi
recitare in The Pact (2012), The Machine (2013),
Battle of the Year – La vittoria è in ballo (2013),
The Pact 2 (2014), Missed Call (2015), 400
Days (2015), Small Town Crime (2017) e Year
One (2018).
2. È celebre per i ruoli
televisivi. La Lotz è ben più nota per le sue
partecipazioni televisive, che la vedono inizialmente recitare con
un ruolo ricorrente nella quarta stagione della serie Mad
Men (2011), accanto all’attore Jon
Hamm. Successivamente ha avuto un ruolo di rilievo
nella serie Death Valley (2011), per poi ottenere il ruolo
di Sara Lance, alias White Canary nella serie Arrow
(2013-2020), condividendo la scena con l’attore Stephen
Amell. Ruolo che riprenderà anche in
Supergirl (2017-2019), Batwoman (2019),
The
Flash (2016-2019) e in modo più continuativo in
Legends of Tomorrow (2016-2020).
3. Ha diretto un episodio
della serie in cui recita. Particolarmente legata alla
serie Legends of Tomorrow, che le ha permesso di ottenere
una notevole celebrità, l’attrice ha compiuto il passo dietro la
macchina da presa per firmare la regia dell’episodio Mortal
Khanbat, la cui messa in onda negli Stati Uniti è prevista per
il 25 febbraio 2020. Per l’attrice si tratta della prima esperienza
come regista.
Caity Lotz è su Instagram
4. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 2 milioni di persone.
All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie
scattate in momenti di svago, come anche curiosità quotidiane. Non
mancano inoltre diversi dietro le quinte dai set da lei
frequentati, e immagini promozionali dei suoi progetti da
interprete.
Caity Lotz è single?
5. È molto riservata circa
la sua vita sentimentale. Negli anni la Lotz si è
dimostrata particolarmente restìa a condividere dettagli della
propria vita sentimentale, preferendo tenere questa completamente
nascosta ai media, ai fan e in generale ai riflettori che il lavoro
da attrice porta inevitabilmente con sé. Per tanto, attualmente non
è possibile sapere se la Lotz sia single o sia impegnata in una
relazione.
Parte delle cose che non sai di Caity Lotz
Caity Lotz e Lady Gaga
6. Ha ballato per la nota
cantante. Inizialmente la Lotz aveva intrapreso la
carriera da ballerina, arrivando ad esibirsi per celebri cantanti
nei loro spettacoli dal vivo o nei videoclip delle loro canzoni.
Tra questi vi è la cantante Lady Gaga, e in
particolare nei video ufficiali dei brani Paparazzi e
LoveGame è possibile ritrovare la Lotz tra le ballerine
presenti.
Caity Lotz: i suoi addominali
7. È nota per il suo
fisico. Parallelamente alla carriera d’attrice, la Lotz ha
continua a seguire la propria passione per le arti marziali, come
anche del parkour. Tali discipline le hanno permesso di affermarsi
anche come stuntman, tanto da non aver bisogno di alcuna
controfigura durante le scene più complicate da girare. È dunque
comprensibile che la Lotz sfoggi un fisico particolarmente
scolpito, con degli addominali particolarmente evidenti.
Caity Lotz in Arrow
8. È tornata a recitare
nella serie. Dopo aver fatto parte delle prime stagioni di
Arrow, l’attrice era stata poi trasferita in Legends
of Tomorrow. Tuttavia nella settima stagione della serie
dedicata al celebre arcere, la Lotz compie un annunciato ritorno
nell’episodio Lost Canary. Stando a quanto dichiarato
dall’attrice, la puntata è ispirata alle Birds of Prey, noto gruppo
di supereroine DC.
9. Ha sostituito un’altra
attrice. Inizialmente il ruolo di Sara Lance in
Arrow era stato affidato all’attrice Jacqueline MacInnes
Wood, che ha dato vita al personaggio per l’intera prima stagione.
Alla fine di questa la Lance muore, salvo poi ritornare in vita
nella seconda stagione con l’alias di White Canary e con il volto
della Lotz, che sostituì dunque la precedente attrice.
Caity Lotz: età e altezza
10. Caity Lotz è nata a San
Diego, California, Stati Uniti, il 30 dicembre 1986.
L’attrice è alta complessivamente 168 centimetri.
Tra i più spietati e dirompenti
comici attualmente in attività, Ricky Gervais è
divenuto celebre per non avere peli sulla lingua, trovando sempre
il modo più brillante per dire la sua su fatti di attualità e
sull’ipocrisia vigente nel mondo dello spettacolo. Apprezzato anche
per i suoi ruoli cinematografici e televisivi, Gervais ha in più
occasioni dato prova di saper portare in scena una grande umanità,
dimostrando di essere ben più di un cinico comico. Ecco 10
cose che non sai di Ricky Gervais.
Parte delle cose che non sai di Ricky Gervais
Ricky Gervais: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
film comici. Dopo essere divenuto comico come stand-up
comedian, Gervais debutta al cinema con il film For Your
Consideration (2006), per poi diventare volto ancor più noto
grazie al film Una notte al museo (2006), con Ben
Stiller. Successivamente recita in Stardust
(2007), Ghost Town (2008), Una notte al museo 2
– La fuga (2009), Il primo dei bugiardi (2009),
L’ordine naturale dei sogni (2010), Muppets 2 –
Ricercati (2014), Notte al museo – Il
segreto del faraone (2014), Special
Correspondents (2016) e David Brent: Life on the Road
(2016).
2. È noto per i suoi ruoli
televisivi. Nel 1999 l’attore conquista il pubblico
interpretando diversi personaggi in The Jim Taveré Show,
per poi diventare celebre grazie al ruolo di David Brent nella
serie britannica The Office (2001-2003). Negli anni
successivi prende parte alle serie Extras (2005-2007),
Life’s Too Short (2011-2013), Learn Guitar with David
Brent (2013), e Derek (2012-2014). Dal 2019 è
protagonista della serie NetflixAfter Life, dove ha messo in luce
anche le proprie doti drammatiche.
3. È anche produttore,
sceneggiatore e regista. Negli anni Gervais si è distinto
come personalità poliedrica, ricoprendo anche il ruolo di
sceneggiatore e regista dei film Il primo dei bugiardi,
L’ordine naturale dei sogni e Special Correspondents,
ma anche delle serie The Office, Extras, Life’s Too Short,
Derek e After Life. L’attore ha poi prodotto anche
tali titoli, insieme ad i suoi numerosi spettacoli da comico.
Ricky Gervais: i suoi show
4. Ha raggiunto il successo
grazie ai suoi show comici. Dalla fine degli anni ’90
Gervais inizia a rendersi protagonista di diversi show da stand-up
comedian, dando vita con questi a veri e propri tour in giro per il
mondo e guadagnando ottimi riscontri di critica e pubblico. Tra i
più noti si ricordano
Animals (2003), Politics (2004),
Fame (2007), Science (2009), Humanity
(2017) e SuperNature (2020). Questi ultimi due sono
disponibili anche sulla piattaforma di streaming Netflix.
Ricky Gervais: chi è la sua
compagna
5. Ha una lunga relazione
sentimentale. Gervais ha conosciuto la sua attuale
compagna nel 1982, durante gli studi universitari a Londra. Questa
è Jane Fallon, scrittrice e produttrice. I due sono sempre stati
riservati circa la loro vita privata, e rare occasioni l’attore ha
parlato della loro relazione. A riguardo ha affermato che non hanno
intenzione di sposarsi poiché la ritengono una cerimonia superflua,
come anche hanno espresso la volontà di non avere figli.
Parte delle cose che non sai di Ricky Gervais
Ricky Gervais in Humanity
6. È diventato uno dei suoi
show più di successo. Con Humanity, Gervais torna
alla stand-up comedian dopo anni di assenza. In questo show,
distribuito su Netflix, l’attore dà sfogo alle sue opinioni,
scagliando il proprio noto sarcasmo contro l’essere famosi, la
mortalità e una società che prende tutto sul personale.
Humanity è in breve diventato uno dei suoi più grandi
successi, dando vita ad un fortunato tour in diversi paesi del
mondo.
Ricky Gervais in The Office
7. È l’ideatore della
serie. Nel 2001 Gervais ottiene grande notorietà grazie
alla serie The Office, da lui ideata, scritta, diretta,
prodotta e interpretata. Girata come un mockumentary, la serie si
incentra sul personaggio di David Brent, direttore di una piccola
filiale di un impresa cartaria. Gran parte del successo deriva dai
frequenti tentativi di Brent di guadagnare l’approvazione dei suoi
dipendenti, il più delle volte con risultati catastrofici.
8. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Con tale serie Gervais ebbe accesso ad un
vasto pubblico, ottenendo una grande popolarità. Per il suo
dirompente ruolo arrivò a vincere un Golden Globe per il miglior
attore in una serie televisiva musical o comedy. The
Office è stata inoltre la prima ed unica serie britannica a
vincere il premio come miglior serie televisiva comedy o
musical.
Ricky Gervais e i Golden Globe
9. È noto per le sue
conduzioni imprevedibili. Data la sua popolarità, Gervais
è stato chiamato a condurre ben cinque edizioni dei premi Golden
Globe, rispettivamente nel 2010, 2011, 2012, 2016 e 2020. Durante
questi eventi ha guadagnato ulteriore notorietà per i suoi
monologhi comici ma allo stesso tempo particolarmente critici nei
confronti dei presenti in sala o dei più recenti fatti di
attualità, rubando letteralmente l’attenzione di tutti.
Ricky Gervais: il suo
patrimonio
10. È uno dei comici più
ricchi del mondo dello spettacolo. Grazie ai suoi numerosi
lavori come attore, produttore, regista e sceneggiatore, Gervais ha
guadagnato negli anni numerosi riconoscimenti, che gli hanno
permesso di raggiungere un patrimonio stimato di 130 milioni di
dollari. Questo ha fatto di lui uno dei comici più redditizi e più
ricchi del mondo dello spettacolo.
La tendenza di Hollywood di
riproporre a distanza di anni sequel di fortunati film si
ripresenta attraverso Bad Boys For Life,
terzo capitolo della trilogia iniziata nel 1995 e proseguita nel
2003 dal regista Michael
Bay, il quale ora cede la cabina di regia agli
esordienti Adil El Arbi e Bilall
Fallah. Come per gli altri casi di questo tipo, l’elemento
su cui costruire la narrazione diventa il tempo trascorso, con
tutti i cambiamenti che questo ha inesorabilmente portato con sé.
Così, anche i due celebri ragazzacci protagonisti, interpretati
nuovamente da Will Smith e Martin Lawrence, si trovano a fare i conti con
un mondo le cui regole sono cambiate, e dove gli anni alle proprie
spalle sono più di quelli che si hanno ancora davanti sé.
Al centro della trama di questo
terzo episodio vi è la volontà dell’agente Marcus Burnett (Martin
Lawrence) di appendere il distintivo al chiodo e
andare in pensione, decisione presa in seguito al suo essere
diventato nonno. Il suo collega, Michael Lowery (Will
Smith) non è però entusiasta di questa sua scelta,
desiderando ancora vivere grandi avventure in compagnia della sua
spalla. L’occasione si presenta nel momento in cui alcuni spietati
assassini tentano di uccidere Lowery, il quale non resterà con le
mani in mano e si metterà in cerca di chi lo vuole morto,
convincendo Burnett a seguirlo nell’impresa.
Bad Boys For Life: il tempo passa
per tutti
Non è pensabile realizzare un sequel
a distanza di diciassette anni senza prendere in considerazione il
tempo passato tra un capitolo e l’altro. Di questo parere sono
anche gli sceneggiatori Joe Carnahan e
Peter Craig, che pongono già nella sequenza
introduttiva la necessità dei protagonisti di prendere coscienza
del non essere più gli agguerriti giustizieri di un tempo,
trovandosi invece a confrontarsi con ruoli più “umili” come quelli
dati dalla nascita di figli e nipoti.
Un cambiamento che non può non
portare in campo tanta nostalgia, che diventa allo stesso tempo
l’elemento di disaccordo tra i due protagonisti. Se Burnett assume
un ruolo più pacato, Lowery al contrario cerca di rimanere dinamico
ed esplosivo sino all’ultimo. Una contrapposizione permessa anche
dalla differente fisicità portata in scena dai due attori
protagonisti, dove Lawrence è appesantito dagli anni, Smith sembra
non essere mai stato più in forma di così.
I due sceneggiatori costruiscono
così un film che tiene conto delle differenze tra i due, ponendole
in rilievo per poter dar vita a continue situazioni comiche, e
sfruttandole anche per far evolvere la narrazione. Ne deriva
un’opera che mantiene le sue caratteristiche da irriverente
poliziesco, facendo però prevalere un aspetto umano che,
comprensibilmente, nei precedenti capitoli era meno sottolineato, e
che ora apporta invece nuovo valido materiale alla storia dei due
bad boys.
Nonostante tali premesse,
Bad Boys For Life non manca di regalare
adrenaliniche sequenze d’azione, riprendendo le caratteristiche dei
precedenti due film e rielaborandole tenendo conto delle novità
linguistiche generatesi negli anni. Nel suo mantenere
quell’atmosfera da cop movie anni novanta, con la strana coppia di
protagonisti, il temibile villain di turno, la violenza dilagante
ma non gratuita e il linguaggio spinto, la pellicola sfoggia
infatti un altro dei suoi pregi nel non scadere nelle esagerazioni
che oggi sempre più spesso è facile ritrovare nel genere. Per
riuscire in ciò sembra essere stato determinante non avere più Bay
alla regia.
I due nuovi registi provenienti dal
Belgio liberano infatti il film dagli eccessi di cui il cinema di
Bay è costellato, ricercando un equilibrio tra la narrazione e
l’intrattenimento visivo, senza che quest’ultimo finisca con
l’oscurare il primo. Ciò significa meno azione, ma quella che c’è
garantisce quel tasso di spettacolarità e di adrenalina che si
ricerca in un film come questo, dimostrando allo stesso tempo quel
controllo che spesso sembra invece sfuggire a Bay.
Ottenendo ciò, i registi riescono a
raggiungere l’obiettivo di esaltare la coppia protagonista, vero e
proprio carburante per il ritmo di un film che non manca ad ogni
modo di porre sul piatto una forse esagerata presenza di eventi,
che finiscono talvolta per essere sacrificati rispetto
all’approfondimento che avrebbero invece meritato. Se si
tralasciano alcune leggerezze di sceneggiatura, tuttavia, sarà
possibile fruire di un prodotto pensato per intrattenere al meglio
il suo pubblico, e che ci racconta qualcosa di più sui suoi due
brillanti protagonisti.
Celebre e apprezzata attrice,
Hilary Swank ha negli anni recitato in celebri
film hollywoodiani, affermandosi per la devozione riposta nel dar
vita ai personaggi a lei affidati. Grazie al suo talento l’attrice
ha inoltre potuto ottenere alcuni dei premi più prestigiosi
dell’industria, continuando ancora oggi a distinguersi per la sua
versatilità e la ricerca di progetti sempre diversi tra loro.
Ecco 10 cose che non sai di Hilary Swank.
Hilary Swank: i suoi film
1. Ha recitato in celebri
lungometraggi. La Swank debutta con un ruolo da
co-protagonista nel film Buffy – L’Ammazza Vampiri (1992),
per poi ottenere una prima celebrità grazie al film Karate Kid
4 (1994). Successivamente recita nei film A volte
ritornano ancora (1996), Lolita – I peccati di
Hollywood (1997) e Boys Don’t Cry (1999), che ne
consacra la carriera. Qui la Swank recita accanto all’attrice
Chlöe
Sevigny. Negli anni seguenti prende parte ai film
The Gift (2000), Insomnia (2002), The
Core (2003), Ore 11:14 – Destino fatale (2003), e
Million Dollar
Baby (2004), di Clint Eastwood, dove dà vita ad una delle
interpretazioni migliori della sua carriera. In seguito recita nei
film Black Dahlia (2006), PS. I Love You (2007),
Amelia (2009), Capodanno a New
York (2011), The Homesman
(2014), La truffa dei
Logan (2017), I Am Mother (2019) e The Hunt
(2020).
2. Ha preso parte a
produzioni televisive. All’inizio della sua carriera la
Swank recita in alcune puntate di serie TV come Evening
Shade (1991-1992), Genitori in blue jeans
(1991-1992), Camp Wilder (1992) e Beverly Hills
90210 (1997-1998). Reciterà poi anche nei film televisivi
Victim of Rage (1994), Terror in the Family
(1996), Prove mortali (1997), Delitto senza
movente (1997) e MAry e Martha (2013). Nel 2018 è tra
i protagonisti della serie Trust – Il rapimento Getty,
mentre prossimamente è attesa nella serie Away.
3. Si è affermata come
produttrice. Nel corso degli anni l’attrice ha svolto
anche il ruolo di produttrice, in particolare per alcuni
lungometraggi da lei anche interpretati. Tra questi si annoverano i
film Ore 11:14 – Destino fatale, Beautiful Ohio (2006),
Amelia, The Resident (2011), Something Borrowed –
L’amore non ha regole (2011), Qualcosa di
buono (2014) e What They Had (2018).
4. Ha partecipato al
doppiaggio di una nota serie. Tra il 2019 e il 2020 la
Swank presta la voce al personaggio di Joey Pogo, famosa pop star
presente in alcuni episodi dell’ultima stagione della celebre serie
animata BoJack Horseman, distribuita su Netflix.
Hilary Swank: chi è il marito
5. Conobbe il primo marito
sul set di un film. Nel 1997 la Swank sposa l’attore e
regista Chad Lowe, conosciuto sul set del film Lolita – I
peccati di Hollywood, dove entrambi recitavano. Un divertente
aneddoto riguardante la coppia è quello che vede l’attrice
dimenticarsi di ringraziare Lowe durante il suo discorso per
l’Oscar vinto nel 2000. L’attrice avrà tuttavia modo di rimediare
alla dimenticanza nel 2005, quando ritirerà il suo secondo Oscar.
Tuttavia, nel 2006, la coppia annuncia la separazione e in seguito
il divorzio.
6. Si è sposata una seconda
volta. Dopo alcune relazioni di diversi anni, l’attrice ha
annunciato nel giugno del 2018 le nozze con Philip Schneider,
produttore conosciuto tramite amici comuni. I due hanno celebrato
l’evento in un ranch in California, circondati da sequoie e alberi
secolari.
Hilary Swank e gli Oscar
7. Ha vinto l’ambito
premio. L’attrice vanta due nomination ai premi Oscar come
miglior attrice protagonista, ed in entrambe le occasioni ha poi
riportato la vittoria, facendo di lei una delle poche interpreti ad
aver vinto per ogni volta in cui è stata nominata. L’Oscar vinto
per Million Dollar Baby di Clint Eastwood ha poi fatto di lei la prima
interprete a vincere tale premio per il ruolo di un pugile
donna.
Hilary Swank in Karate Kid 4
8. È il ruolo che l’ha resa
celebre. Dopo il successo della trilogia
di Karate Kid, la produzione decise di realizzare un
quarto capitolo. Tuttavia l’attore Ralph Macchio
annunciò che non avrebbe ripreso il ruolo di Daniel LaRusso. Per
sostituirlo, fu indetto un casting per una protagonista femminile.
La Swank vinse la parte battendo oltre 500 candidate, e grazie a
quel ruolo avrebbe poi ottenuto grande popolarità.
Hilary Swank e il suo fisico
9. È da sempre una
sportiva. Sin da giovane la Swank si è dichiarata un
amante dello sport, partecipando anche come nuotatrice alle
Olimpiadi giovanili e ai campionati dello Stato di Washington.
Questa sua passione la caratterizza ancora oggi, e grazie anche ai
ruoli da lei ricoperti, da Karate Kid 4 a Million
Dollar Baby, ha avuto in più occasioni di sfoggiare un fisico
particolarmente allenato.
Hilary Swank: età e altezza
10. Hilary Swank è nata a
Lincoln, nel Nebraska, Stati Uniti, il 30 luglio 1974.
Si è svolta a Roma la presentazione
alla stampa di Onward – Oltre la magia,
il nuovo film Disney Pixar diretto da Dan Scanlon
che arriverà nelle sale italiane a partire dal 16 aprile. Presente
all’incontro stampa c’era non solo il regista, noto agli
appassionati Pixar per aver diretto Monsters
University, ma anche parte del cast di doppiatori
italiani: Sabrina Ferilli, Raul Cremona, Favj, Fabio
Volo e David Parenzo.
Sabrina Ferilli,
che non è nuova al doppiaggio e al lavoro con Pixar, ha esordito:
“Io adoro il doppiaggio, e non capita a tutti, a me piace
proprio. È un’arte a sè stante. Poi c’è da dire che ti può aiutare,
quando devi doppiare te stessa in scene dal vero che non sono
venute bene. E mi piacciono i film animati. Doppiare Laurel è stata
un’esperienza ottima.”
Favij, che pure ha
già lavorato come doppiatore per la Pixar in Ralph
Spacca Internet, è invece figlio unico quindi forse
un po’ distante dalla storia del film, che racconta l’avventura di
due fratelli orfani di padre, sulle tracce del genitore. “Già
dal trailer ho visto una forte somiglianza del protagonista con me.
Non mi era mai successo prima d’immedesimarmi così in un film, era
da tempo che non piangevo al cinema. Pensavo a come avrei agito io
al suo posto, da figlio unico. Per me mio padre è stato anche un
po’ mio fratello.”
Fabio Volo, invece,
dà la voce al papà dei due elfi, anche questo un ruolo marginale, a
dispetto della centralità della figura del padre. “Ho fatto
altre esperienze di doppiaggio, trovo che sia un ponte tra la radio
e la recitazione. Ho seguito bene la storia, poi ho due figli
maschi. Il tema mi ha ricordato una canzone di Janis Joplin, dove
un verso fa: I would trade all my tomorrow for a single yesterday
(Scambierei tutti i miei domani per un solo ieri, Me and Bobby
McGee, ndr). Il film risponde a un desiderio profondo di recuperare
le cose che prima eravamo troppo piccoli per capire, di parlare con
tuo padre come faresti ora, da uomo a uomo.”
David Parenzo,
anche lui voce in un breve cameo, è felice del suo impegno, seppur
minimo: “Sono contento di averlo fatto per i miei tre figli,
che tra poco saranno quattro. È un onore, perché il film ha
tantissimi livelli di lettura. Non lo dico per fare una marchetta:
siamo davanti a un’esperienza familiare che può essere condivisa da
grandi e piccoli.”
Raul Cremona, anche
lui ospite della conferenza, pronuncia una sola parola, ovviamente
magica: “Io volevo fare il mago sin da quando avevo 16 anni, ma
la magia che vale la pena di scoprire è quella nelle persone. Non
devi smettere di provare a essere chi ti senti di essere.”
Ospite d’onore però è stato
Scanlon in persona, che ha portato sullo schermo
una storia che ha un fortissimo spunto personale. Il regista ha
infatti un fratello e i due sono rimasti orfani di padre quando
erano troppo piccoli per ricordarlo. “Io e mio fratello ci
siamo sempre chiesti come sarebbe stato trascorrere una giornata
con nostro padre e questo è stato l’inizio, la genesi di Onward-
oltre la magia”.
A chi dice che il film parla di
legami familiari, Scanlon risponde che se da una parte quella è la
lettura più immediata e giusta, c’è anche un’altra componente molto
importante nella storia: “Credo sia un film che parla di
sostegno, di persone che nella nostra vita hanno fatto di tutto per
aiutarci a diventare quello che siamo, un fratello, un amico, un
insegnante. C’è sempre qualcuno nella vita che ci ha aiutato a
diventare quello che siamo oggi e questo è un modo per ringraziare
queste persone.”
Onward – Oltre la
magia è il primo film Pixar che presenta un
personaggio apertamente omosessuale, un ruolo minuscolo, ma un
segno di apertura e normalizzazione verso la rappresentazione della
diversità in maniera realistica: “Per questo film abbiamo
voluto che i mondi rappresentati fossero estremamente realistici e
mettessero in scena tutte le diversità. Ora non so cosa accadrà in
futuro, però per questo film siamo orgogliosi di aver presentati la
realtà.”
Dan Scanlon chiude
spiegando cos’è per lui la vera magia: “Nel film, la magia è il
potenziale nascosto dentro di noi. Il nostro protagonista è un
ragazzo timido che non realizza il suo potenziale perché ha paura.
Lo scopo del film è ricordarci che se tutto ci sembra facile con la
tecnologia, può essere interessante scegliere la strada più
contorta a volte e mettersi alla prova.”
Onward – Oltre la
magia arriverà in sala il 16 aprile, distribuito da
Disney.
Una delle discussioni più
interessanti ed affascinanti sorte ancor prima dell’assegnazione
degli Oscar di quest’anno, era relativa al “genere” di appartenenza
di Parasite: può l’acclamato
film di Bong Joon-ho essere considerato un
horror? Nell’ottima di critca acuta alla società e alla
lotta di classe – argomenti che sempre più di recente sono stati
affrontati dal genere horror (prendiamo ad esempio Scappa – Get
Out e Noi, entrambi di
Jordan Peele) -, Parasite potrebbe
tranquillamente essere annoverato come horror capace di rompere gli
schemi narrativi del genere.
Di recente, sempre più titoli dalle
venature horror (e non propriamente tali, dal momento che il genere
è sempre stato considerato di serie B) sono riusciti a catturare
l’attenzione tanto della critica quanto del pubblico, fino ad
arrivare ad essere riconosciuti dai più illustri sindacati o dalle
più rinomate organizzazioni, ricevendo validissimi
riconoscimenti.
Ecco 10 horror (o presunti tali)
che, prima di Parasite, hanno ricevuto premi molto
importanti:
Dracula di Bram Stoker (1992)
Le interazioni di Dracula sul grande
schermo non si contano. Quella di Francis Ford Coppola è
sicuramente una delle più conosciute e amate, ma anche quella ad
aver ricevuto il maggior numero di riconoscimenti. Il film con Gary
Oldman ha ricevuto tre Oscar, per il miglior trucco, per i migliori
costumi e per il miglior montaggio sonoro (ma era stato candidato
anche per la miglior scenografia). Ha anche vinto ben cinque Saturn
Award: per il miglior film horror, la miglior regia (Coppola), il
miglior attore protagonista (Goldman), la migliore sceneggiatura e
i migliori costumi.
Lo Squalo (1975)
Lo Squalo di Steven Spielberg è universalmente
riconosciuto come uno dei più grandi blockbuster di tutti i tempi.
È un thriller avventuroso, sì, ma è in grado anche di mescolare
sapientemente numerosi elementi proveniente dal genere horror.
All’inquietante, tensiva ed immortale colonna sonora di John
Williams sono stati conferiti l’Oscar, il Golden Globe, il BAFTA e
persino un Grammy. Altri due Academy Awards sono stati vinti dal
film nelle categorie miglior montaggio e miglior sonoro.
Il Presagio (1976)
Vero e proprio classico del genere
horror, ha dato vita a tre sequel ed un remake. Al pari de Lo
Squalo,Il Presagio di Richard Donner non era
propriamente uno dei titoli che avrebbe potuto incontrare i gusti
dell’Academy, almeno all’epoca della sua uscita. Ciononostante, il
film ottenne l’Oscar per la miglior colonna sonora, nominata ai
Grammy e premiata anche con l’International Film Music Critics
Awards. Indubbiamente, una colonna sonora sensazionale, capace di
suggerire a pieno il vero terrore intriso nella storia.
Un Lupo Mannaro Americano a Londra (1981)
Il film horror diretto da
John Landis nel 1982 viene ancora oggi ricordato
come uno dei titoli sui lupi mannari a contenere al suo interno la
migliore scena di trasformazione di un personaggio (da uomo a
bestia) della storia del cinema. Quella scena è talmente
incredibile e potente da aver permesso al film di conquistare
l’Oscar al miglior trucco, oltre a due Saturn Award: miglior film
horror e – ancora – miglior trucco.
A Quiet Place (2018)
A Quiet Place di John
Krasinski è sicuramente uno degli horror moderni più riusciti.
Nella season award del 2018, il film riuscì a conquistare un numero
sconfinato di candidature, nonostante non sia riuscito a vincere
nessun riconoscimento importante. Agli Oscar e ai Golden Globe è
stato candidato rispettivamente per il miglior montaggio sonoro e
per la miglior colonna sonora originale. L’American Film Institute
l’ha inserito tra i dieci miglior film dell’anno, mentre Emily
Blunt ha trionfato agli Screen Actors Guild come migliore attrice
non protagonista. Il sequel arriverà nelle sale americane il
prossimo 20 marzo.
Rosemary’s Baby (1968)
Un classico del genere, nonché uno
dei capolavori di Roman Polanski. Un film senza tempo, capace
ancora oggi di affascinare, sedurre e spaventare allo stesso tempo.
Ruth Gordon (interprete di Minnie Castevet) portò a casa l’Oscar e
il Golden Globe come migliore attrice non protagonista, mentre
Polanski ricevette il Directo’s Guild Award. Anche due David di
Donatello nel palmarès della pellicola: miglior regista straniero
(Polanski) e migliore attrice straniera (Mia Farrow).
Alien (1979) e Aliens (1986)
Due dei più grandi titoli
appartenenti al genere horror/fantascientifico, che nonostante
siano stati diretti da due registi diversi (Ridley Scott e James
Cameron) e presentino dei toni altrettanto discordanti, hanno
entrambi avuto un successo incredibile. Il primo Alien ha ottenuto
l’Oscar per i migliori effetti visivi ed una candidatura per la
migliore scenografia (premiata, invece, con il BAFTA). Il secondo,
invece, ottenne ben sette candidature agli Oscar, portando a casa
due statuette: miglior montaggio sonoro e migliori effetti
speciali. Entrambi i capitoli della saga hanno vinto il Saturn
Award come miglior film. Per il suo ruolo in Aliens, Sigourney
Weaver ricevette una nomination all’Oscar e al Golden Globe come
migliore attrice.
Scappa – Get Out (2017)
Scappa – Get Out di Jordan
Peele è stato uno dei “casi cinematografici” del 2017.
L’incredibile successo riscosso dal film, culminò con la vittoria –
assolutamente inaspettata – dell’Oscar alla migliore sceneggiatura
originale. Il film ottenne altre tre candidature: miglior film,
miglior regia e miglior attore protagonista (Daniel Kaluuya). La
sceneggiatura di Jordan Peele conquistò anche il Writer’s Guild
Award, mentre l’American Film Institute lo inserì tra i dieci
migliori film dell’anno.
Il Silenzio degli Innocenti (1991)
Uno dei più grandi film della storia
del cinema, nonché uno dei titoli il cui genere di appartenenza è
stato ampiamente dibattuto. Un thriller? Un dramma? Un poliziesco?
O addirittura un horror? Semplicemente, il capolavoro del compianto
Jonathan Demme è tutte queste cose messe insieme, e anche di più.
Ad oggi, è il terzo film, dopo Accadde una
notte e Qualcuno volò sul nido del cuculo, ad
aver vinto i cinque premi Oscar più ambiti: miglior
film, miglior regia (Demme), miglior attore (Anthony
Hopkins), miglior attrice (Jodie Foster)
e sceneggiatura (Ted Tally).
L’Esorcista (1975)
Universalmente riconosciuto come il
più grande film horror di tutti i tempi, L’Esorcista di William
Friedkin ricevette ben 10 candidature agli Oscar, incluso quella
per il miglior film (vero e proprio clamore per l’epoca e per il
genere di film). Due le statuette vinte: migliore sceneggiatura non
originale e miglior sonoro. Tra gli altri riconoscimenti importanti
che il classico si è aggiudicato, ricordiamo quattro Golden Globe
(miglior film, miglior regia (Friedkin), migliore attrice non
protagonista (Linda Blair), miglior sceneggiatura) e quattro Saturn
Award (miglior film horror, migliore sceneggiatura, miglior trucco
e migliori effetti speciali).
La musa dei Velvet Underground
raccontata nella sua dimensione più intima, la vita di
Christa Päffgen dopo Nico, quando l’artista esprime a pieno sé
stessa, allontanandosi dai cliché che la volevano bella e
fatale per percorrere con rabbia e passione sentieri
musicali oscuri e malinconici, per riannodare le fila della propria
esistenza. È questa l’essenza di Nico,1988, diretto e sceneggiato da Susanna Nicchiarelli,
trionfatore a Venezia 2017 nella sezione Orizzonti.
Prodotto da Vivo Film e Rai Cinema, Nico 1988 ha raccolto
ampi consensi anche ai David di Donatello 2018 – Migliore
Sceneggiatura, Miglior Trucco (Marco Altieri), Miglior Acconciatore
(Daniela Altieri) e Miglior Suono (Adriano Di Lorenzo, Alberto
Padoan, Marc Bastien, Eric Grattepain, Franco Piscopo). La colonna
sonora del film si deve a Gatto Ciliegia contro il grande freddo e
conta su diversi brani di Nico interpretati dall’attrice
protagonista, la danese Trine Dyrholm (Festen, Love is
all you need, Orso d’Argento a Berlino per La comune
di Thomas Vinterberg).
Nico, 1988 secondo Susanna Nicchiarelli
Intervistata, la regista ha
dichiarato che con Nico 1988 il suo intento non
era fare un film biografico, ma “fare un film su una cosa che
nessuno sa, che sta dietro a qualcosa che tutti
sanno”. Ed è proprio questa la forza del film:
mostrare una Nico inedita, ormai lontana dal clamore dei riflettori
del primo periodo, ma più autentica, facendola conoscere a quanti
ancora la identificano solo con la limitata e limitante esperienza
assieme ai Velvet Underground. “Mi sembrava che la vita
di Nico diventasse più interessante dopo i quarant’anni, quando era
meno famosa e meno bella”.
Mentre sulla scelta di Trine
Dhyrolm per il ruolo della protagonista Nicchiarelli ha affermato:
“Ho scelto lei perché aveva l’energia giusta, era brava, e
soprattutto non somigliava a Nico. Quando ho iniziato a cercare
un’attrice, sapevo di doverne trovare una che non somigliasse a
Nico. Era l’unico modo per distaccarmi dall’originale e creare la
mia Nico”.
Trine Dyrholm è Nico
Trine Dyrholm si cala ottimamente
nel ruolo della protagonista, pur non somigliandole esteticamente.
L’attrice riesce a rendere con un’interpretazione toccante
ed emotivamente sentita il tormentato personaggio di Nico.
Una donna forte, nonostante l’infanzia turbolenta, la vita
sregolata, la dipendenza, l’allontanamento dal figlio Ari, col
quale in ultimo recupera un rapporto. Nico non si arrende e
affronta i propri demoni, cercando una tranquillità che trova forse
solo nell’ultimo periodo della sua vita. Ne emerge il ritratto
vivido di chi ha voluto con tenacia tracciare la propria strada,
scontrandosi con la fatica di affermarsi per ciò che realmente
era.
Trine Dyrholm cantante per
Nico, 1988
L’attrice danese mette al servizio
del personaggio le proprie doti canore. La stessa Dyrholm è infatti
anche una cantante ed ha interpretato tutti i brani di Christa
Päffgen presenti nel film, riarrangiati per l’occasione. Il
personaggio di Nicoè stato creato proprio a
partire dalla vocalità così particolare, parte integrante della sua
identità, che Dyrholm ha saputo efficacemente ricreare.
Una serie di pezzi accuratamente selezionati dal repertorio della
cantante – tra cui Nibelungen, My heart is empty, My only
child, These days – dai toni oscuri ma grintosi, e alcune
emblematiche esibizioni live scandiscono i momenti salienti del
film e accompagnano lo spettatore a scoprire cosa si agita
nell’animo della protagonista. Significativa la performance durante
il concerto oltre la cortina di ferro, un’esplosione di energia
davanti a pochi ma entusiasti fan.
Nico, 1988, le frasi più
significative
Ecco come risponde il personaggio
di Nico in un’intervista a chi le chiede perché porti sempre con sé
un registratore, rendendo il profondo legame tra musica e memorie
d’infanzia: “Cerco un suono che ho sentito quando ero bambina.
Non quello in particolare, ma la sua qualità. Era il vento che lo
portava, era il suono di Berlino bombardata, della guerra che
finiva, della città che bruciava. Non era un vero suono. Era tante
cose allo stesso tempo. Era il suono della sconfitta”.
Sugli alti e bassi di una carriera
e di una vita: “Sono stata in cima, sono caduta in basso.
Entrambi i luoghi sono vuoti”. Infine, una frase che
sintetizza il difficile rapporto con la bellezza e con la propria
immagine, oltre a racchiudere tutta la grinta di Nico: “Sono
brutta? Bene, perché non ero felice quando ero bella”. Chi
volesse approfondire, può consultare la recensione del film:
Le foto dal set di
The
Batman hanno evidenziato una Batsuit abbastanza
simile a una tuta da combattimento, un costume che sembra ricavato
da sesti meccanici, il che si sposa alla perfezione con l’approccio
realistico e crudo che Matt Reeves sembra voglia
portare avanti nella sua versione per il cinema dell’Uomo
Pipistrello.
In particolare, su Instagram sono state pubblicate nuove
immagini che mostrano il dettaglio di un “bracciale” del costume
del Crociato di Gotham e sembra che il nostro eroe sarà munito di
nuove armi. Il manicotto del costume presenta infatti una specie di
“faretra” e dentro sono chiaramente visibili dei dardi che
sicuramente saranno utili sia nel combattimento corpo a corpo che
in quello a distanza.
Il cast di The
Batman è formato da molti volti noti: insieme
a Robert
Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno
anche Andy
Serkis (Alfred), Colin
Farrell(Oswald
Chesterfield/Pinguino), Zoe
Kravitz (Catwoman), Jeffrey
Wright (Jim Gordon) e Paul
Dano (Enigmista). Infine, John
Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast
anche Peter
Sarsgaard, ma c’è ancora mistero sul suo ruolo.
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche
di Batman v Superman: Dawn of Justice,
Justice League, Wonder Woman e del
sequel Wonder Woman 1984) mentre l’uscita
nelle sale è stata già fissata al 25 giugno 2021.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“,
scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in
modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di
Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una
cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham
City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
È stato annunciato da tanto tempo e
finalmente è arrivato. Il nuovo fumetto di Star
Wars: High Republic è stato presentato dalla
Lucasfilm come una nuova iniziativa editoriale che prevede
l’approfondimento di un periodo storico dell’universo creato da
George Lucas che non è stato ancora raccontato: si
tratta dei periodo molto precedente ai fatti di La Minaccia
Fantasma.
L’idea è che questi fumetti e
romanzi si concentreranno sulla Repubblica e sull’Ordine Jedi
quando entrambe le istituzioni erano al culmine, e la speranza è
che da questi testi potremmo apprendere cose in più anche di più
sull’ascesa dei Sith.
Con il tempo sapremo cosa ci
racconterà questa nuova serie, ma al momento la
Lucasfilm ha diffuso un comunicato che chiarisce
il fatto che “questo periodo nella sequenza temporale di Star
Wars non si sovrapporrà a nessuno dei film o serie attualmente
previsti per la produzione, dando a creatori e partner spazio per
raccontare storie di Star Wars in una sequenza temporale mai
esplorata prima.”
In altre parole, è improbabile che,
almeno per adesso, serie su Disney+ o film, dal futuro quantomai
incerto, possano affrontare storie ambientate nello stesso
periodo.
Attraverso l’account Twitter ufficiale del
film, è stato diffuso un teaser che anticipa l’arrivo – previsto
per la giornata di domani – del primo trailer ufficiale di
Candyman,
“sequel spirituale” del piccolo cult horror del 1992 (noto in
Italia col titolo Candyman – Terrore dietro lo specchio),
che sarà sceneggiato e prodotto da Jordan Peele,
acclamato regista di Scappa – Get
Out e Noi.
Il cast di
Candyman annovera Yahha Abdul
Mateen II (Aquaman), Teyonah Parris (Se la
strada potesse parlare), Nathan Stewart-Jarrett
(Misfits) e Colman Domingo (Euphoria).
Yahha Abdul Mateen
II ha vestito i panni di Black Manta
in Aquaman, il
cinecomic campione di
incassi targato DC e Warner Bros, ma si è fatto notare
anche nella serie The Get Down,
prodotto originale Netflix, e lo abbiamo visto anche nel
thriller Noi diretto
dallo stesse Peele.
Per quanto
riguarda Candyman, la regia è stata
affidata a Nia Da Costa, mentre lo studio ha
annunciato che il film sarà un “sequel spirituale” dell’originale e
che si tornerà nel quartiere in cui è iniziata la leggenda.
L’uscita nelle sale americane è
prevista il 12 Giugno 2020.
L’emergenza
coronavirus non accenna a diminuire e, dopo i primi giorni
di allarmismo, per fortuna sia i mezzi di comunicazione che il buon
senso stanno contenendo l’isteria di massa che si è sfiorata
durante il fine settimana.
Tuttavia, l’epidemia è molto lontana
dall’essere debellata, per cui continuano le misure cautelari e la
chiusura degli esercizi pubblici. In particolare, i cinema del nord
Italia restano chiusi e anche le uscite in sala dei film vengono
rimandate a data da destinarsi.
Di seguito, ecco l’elenco completo
dei film previsti per le prossime settimane che hanno sospeso la
distribuzione e che non si sa ancora quando arriveranno in
sala.
Si vive una volta sola Volevo nascondermi Ritorno al crimine (rinvio non ancora
ufficiale) Cambio Tutto Artic – Un’avventura glaciale Lupin III – The First Dopo il matrimonio Onward (16 aprile) Il Talento del Calabrone The Grudge Un Amico Straordinario Charlie’s Angels Salvo amato, Livia mia
Un terzo film dedicato a
Deadpool vedrà la luce prima o poi sotto l’egida
della Disney, come confermato anche da Ryan
Reynolds alla fine dello scorso anno. In attesa di un
annuncio ufficiale, il concept artist Andrew
Domachowski ha condiviso attraverso la sua pagina ArtStation, alcuni bellissimi
concept inediti di Deadpool 2.
I concept ci mostrano i looki
alternativi dei personaggi di Juggernaut, Domino,
Cable e Omega Red. Alcuni ci mostrano
anche gli attori Brad Pitt e Janelle
Monáe, che erano stati inizialmente pensati dalla Fox per
i ruoli rispettivamente di Cable e Domino (poi affidati a
Josh Brolin e Zazie Beetz).
L’ironia della sorte ha poi voluto che lo stesso Pitt apparisse
brevemente nel film, nei panni di un mutante invisibile.
Deadpool è un
personaggio molto amato, non solo dai lettori dei fumetti, e i
primi due film sotto l’egida della Fox sono stati un vero successo
al box office: non sorprende, dunque, che la Marvel abbia deciso di far
proseguire le avventure di Wade Wilson sul grande schermo. La vera
domanda adesso è un’altra: il film sarà vietato ai
minori? Deadpool 3rappresenterà
ufficialmente il primo film R-rated dei Marvel Studios?
Vi ricordiamo che a confermare
l’ingresso di Deadpool nel MCU era stato Alan
Horn, presidente di Walt Disney Studios, durante il
CinemaCon di Las Vegas, rassicurando il pubblico accorso al panel
che presto arriverà un altro titolo della serie di film
con Ryan
Reynolds.
A circa un mese dall’arrivo nelle
sale di No Time to Die, la Universal Pictures ha
diffuso online una nuova bellissima featurette che ci porta dietro
le quinte dell’attesissimo Bond 25, che
segnerà l’ultima apparizione di Daniel Craig nei
panni dell’iconico agente segreto.
Nonostante i dettagli sulla trama
del film non siano ancora stati resi noti, la nuova featurette
anticipa che il nuovo misterioso villain della pellicola, ossia
Safin (interpretato dal premio Oscar Rami
Malek), sarà il nemico più pericoloso che Bond ha mai
dovuto affrontare. Sembra anche che il personaggio non avrà alcun
tipo di collegamento con il precedente Spectre, e che
opererà attraverso una propria organizzazione separata per cercare
di abbattere Bond e i suoi alleati.
Potete ammirare la featurette nella parte alta
dell’articolo.
Il film, atteso nelle sale l’8
aprile 2020, vede nel cast Daniel
Craig (James
Bond), Ralph
Fiennes (M), NaomieHarris (Eve
Moneypenny), Ben
Whishaw (Q), Rory
Kinnear (Bill Tanner) e Jeffrey
Wright (Felix Leiter). Le new entry del cast sono
invece Rami
Malek, Billy Magnussen, Lashana
Lynch e Ana de Armas.
Vi ricordiamo che la produzione ha
assunto Phoebe Waller-Bridge per
“ravvivare” lo script di Bond 25 sotto
speciale richiesta di Craig, grande fan
di Fleabag e Killing
Eve, le due serie prodotte e scritte dall’attrice. Era dal
1963 (l’ultima fu Johanna Hardwood con Dr.
No e From Russia With Love) che la casa di
produzione non assumeva una donna per dare voce ai personaggi del
franchise, una scelta oggi più che mai “rilevante”.
In No Time To
Die, Bond si gode una vita tranquilla in
Giamaica dopo essersi ritirato dal servizio attivo. Il suo quieto
vivere viene però bruscamente interrotto quando Felix Leiter, un
vecchio amico ed agente della CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La
missione per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori si
rivela essere più insidiosa del previsto, portando Bond sulle
tracce di un misterioso villain armato di una nuova e pericolosa
tecnologia.
Continuano a piovere rumor sui
personaggi che potrebbero apparire nel nuovo film MarvelShang-Chi and
the Legend of the Ten Rings, le cui riprese
partiranno a breve in Australia. Secondo quanto riportato da
MCU Cosmic, infatti,
un mutante dei fumetti potrebbe apparire nel cinecomic.
Si tratta di Taki
Matsuya, meglio conosciuto come Wiz Kid,
un genio del computer purtroppo confinato su una sedia a rotelle.
Il suo potere consiste nella capacità di creare macchinari con la
sola forza della mente, qualcosa che potrebbe tornare utile al
Mandarino o agli agenti del MI6. Qualora il personaggio dovesse
davvero apparire nel film, non sappiamo se nei suoi confronti verrà
usato il riferimento di “mutante”, dal momento che i piani della
Disney per introdurre gli X-Men nel MCU sembrano non aver ancora
trovato una propria forma compiuta.
In passato è stato riportato che i
Marvel Studios avrebbero intenzione di
spianare la strada all’arrivo dei mutanti nel MCU con l’attesissimo film dedicato
a GliEterni: se davvero sarà così, la presenza
di Wiz Kid in Shang-Chi potrebbe avere una sua ragion
d’essere.
L’uscita nelle sale
di Shang-Chi and The Legend Of The Ten
Rings è fissata al 12 febbraio
2021.Il personaggio ha esordito sui fumetti Marvel nel 1973 in quella che è
considerata l’età del bronzo della produzione editoriale. L’eroe è
un noto esperto di arti marziali e numerosi stili di combattimento
oltre che futuro membro dei Vendicatori. All’inizio della sua
storia era considerato il figlio di Fu Manchu, e non è chiaro se
questa connessione verrà riadattata nei film o se è qualcosa che lo
studio eviterà del tutto.
Destin Daniel
Cretton, acclamato regista di Short Term
12 e The Glass Castle (prossimamente
uscirà il suo ultimo lavoro Just Mercy, con Michael
B. Jordan, Jamie Foxx e Brie Larson) è stato
scelto per dirigere il film che vanta la sceneggiatura
di Dave Callaham (The Expendables,
Godzilla, Doom e Wonder Woman 1984).
Vi ricordiamo che nei panni del
protagonista ci sarà l’attore canadese Simu
Liu, visto di recente nella commedia di NetflixKim’s Convenience. Insieme a
lui, nel cast, figureranno anche Tony
LeungChiu-wai nei panni del
Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe
interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il
villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime
possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti
saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo
superpotere è l’ipnosi.
Liam Neeson è
sicuramente uno degli attori più amati della sua generazione. Al di
là dell’indiscutibile talento, la fama dell’attore è innegabilmente
legata ad una serie di ruoli che hanno contribuito a definire il
suo status di icona di Hollywood. Tra questi, c’è
sicuramente quello di Henri Ducard/Ra’s al Ghul, leader
della Setta delle Ombre e mentore di Bruce Wayne, nella saga
de Il Cavaliere
Oscuro di Christopher Nolan.
In una recente intervista con
ET in occasione della
promozione del film Ordinary Love, in cui recita al fianco
di Lesley Manville (Il Filo Nascosto), è stato
chiesto a Neeson se ci sarà, in futuro, la possibilità di rivederlo
all’interno di un film di supereroi. Sorprendentemente, la risposta
dell’attore è stata negativa, con lo stesso che ha in realtà
ammesso di non essere un grande appassionato del genere:
“Ad essere onesti, no. Non
credo. Non sono un grande fan del genere cinecomic”, ha
dichiarato Neeson. “Voglio dire, è Hollywood… con tutte
le campanelle e i fischietti e tutti i risultati in campo
tecnologico che sono stati raggiunti… una cosa che ammiro… ma
onestamente, non ho alcuna voglia di andare in palestra per tre
mesi, pomparmi e infilarmi in una tuta di velcro con un
mantello.”
L’attore ha poi aggiunto:
“Ammiro gli attori che lo fanno. Alcuni li conosco
personalmente e so che interpretano i loro personaggi in un modo
fantastico. È solo che non è il mio genere. Davvero, non lo è. Il
primo Star
Wars che mi ha visto coinvolto è stato girato 22 anni fa. Lì mi
sono divertito, perché era comunque qualcosa di nuovo. Mi ricordo
che recitavo davanti a delle palline da tennis, che poi sarebbero
diventate delle piccole creature pelose o roba del genere. È stato
interessante, da un punto di vista recitativo, provare a farla
sembrare una cosa reale. Ma è stata la mia prima e ultima volta. È
abbastanza estenuante.”
In attesa di scoprire se Sam
Raimi dirigerà ufficialmente Doctor Strange
2 (ricordiamo che il regista è in trattative con
i Marvel Studios per sostituire Scott
Derrickson), arriva un nuovo interessantissimo rumor sulla trama
del film, in particolare su un attore che potrebbe apparire in un
breve cameo all’interno del nuovo cinecomic incentrato sul
personaggio di Stephen Strange.
Secondo una teoria riportata da
CBR che sta prendendo
sempre più piede nel web, sono in molti ad essere convinti che,
qualora Raimi venisse confermato alla regia di Doctor
Strange 2, il regista coinvolgerà nel film
Bruce Campbell, suo attore feticcio per
eccellenza. Per quale motivo? È presto detto: Campbell,
protagonista dell’iconica saga de La Casa ad opera di
Raimi, avrebbe dovuto interpretare il personaggio di
Mysterio in Spider-Man 4, ultimo capitolo
della saga dedicata all’Uomo Ragno che venne però cancellato dalla
Sony.
Ma cosa c’entra Mysterio con il
sequel di Doctor Strange? Nonostante il personaggio nel
MCU sia interpretato da
Jake Gyllenhaal, molti fan sono convinti che
proprio grazie all’esplorazione dei numerosi Multiversi presenti
all’interno dell’Universo Marvel, nel cinecomic con
Benedict Cumberbatch verrà introdotta una versione
alternativa di Quentin Beck che sarà interpretata proprio da
Campbell.
Una teoria che potrebbe apparire
assurda, ma che in realtà potrebbe rappresentare per Raimi
l’occasione perfetta per permettere finalmente al suo attore
feticcio di interpretare il celebre villain ed esaudire così un
recondito desiderio. Voi cosa ne pensate?
Annunciato ufficialmente questa
estate al Comic-Con di San Diego, Doctor Strange
2 vedrà Benedict
Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange.
Diretto da Scott Derrickson, il sequel vedrà
anche Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth
Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista
dopo WandaVision. Le riprese
dovrebbero cominciare nella prima metà del 2020.
Secondo Collider, la
produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo
sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non
è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere
firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe
intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro
mani con il regista.
Il primo film su Doctor
Strange è uscito nel 2016 e ha raccontato la nascita
dell’eroe, dall’incidente di Stepehn Strange fino al confronto con
Dormammu. Nel film c’erano anche Benedict Wong, Tilda
Swinton e Chiwetel
Ejiofor. Rachel
McAdams non tornerà nei panni di Christine
Palmer. Abbiamo rivisto Strange in Infinity
Ware
inEndgame.