Machete torna a colpire e con lui
tutta la banda di strambi personaggi che ruotano intorno a lui.
Ecco un nuovo surreale spot per Machete Kills, seconda
avventura cinematografica di Machete/Danny Trejo,
diretto da Robert Rodriguez.
Ecco lo spot tv del film e a seguire
un nuovo poster:
Dopo il successo del
primo Machete, diventato un
autentico cult cinematografico in tutto il mondo, il visionario
regista di Sin
City, Robert
Rodriguez, torna con uno dei film più attesi della
nuova stagione: Machete Kills, dal 7
novembre al cinema.
L’ex-agente Federale Machete viene
ingaggiato dal governo degli Stati Uniti per eliminare un pazzo
rivoluzionario e un eccentrico trafficante d’armi miliardario
(Mel Gibson) il cui piano è diffondere guerra e
anarchia in tutto il pianeta.
Ecco la Trama: L’ex-agente
Federale Machete Cortez, è stato assunto dal Presidente degli Stati
Uniti per una missione che sarebbe impossibile per qualsiasi uomo
mortale. Deve eliminare un rivoluzionario pazzo e un eccentrico
miliardario trafficante d’armi che ha ordito un piano per
diffondere la guerra in tutto il pianeta.
Ecco quattro nuove
immagini per Lo Hobbit la Desolazione di
Smaug, prossimo film a tema tolkieniano che
arriverà sul grande schermo a dicembre 2013.
A pubblicare le immagini è il sito
Richardarmitage.net, fan site dedicato all’attore che
interpreta Thorin Scudodiquercia, fiero Re sotto la Montagna e capo
della spedizione di nani (e hobbit) alla riconquista del
Tesoro.
Trama: Le avventure di Bilbo
Baggins e della compagnia di dodici nani di Thorin Scudodiquercia,
formata da Balin, Dwalin, Kili, Fili, Dori, Nori, Ori, Oin, Gloin,
Bifur, Bofur e Bombur. Il gruppo deve recuperare il tesoro posto
nel cuore della Montagna Solitaria, sorvegliato dal drago
Smaug.
Sta per essere rilasciato un nuovo
trailer di Lo Hobbit: La desolazione di
Smaug. Ad affarmarlo è Alberta Film Ratings,
che da anche ulteriori informazioni sul trailer, che dovrebbe avere
una durata di 2 minuti e 23 secondi. Nessuna data è però stata
segnalata a riguardo, seppur l’uscita di questo nuovo contenuto
sembri sempre più prossimo.
Ricordiamo che Lo
Hobbit la Desolazione di Smaug, è il secondo
capitolo della trilogia, eduscirà
al cinema il 12 dicembre 2013.
Trama: Le avventure di Bilbo
Baggins e della compagnia di dodici nani di Thorin Scudodiquercia,
formata da Balin, Dwalin, Kili, Fili, Dori, Nori, Ori, Oin, Gloin,
Bifur, Bofur e Bombur. Il gruppo deve recuperare il tesoro posto
nel cuore della Montagna Solitaria, sorvegliato dal drago
Smaug.
Dopo Jared Harris,
che si era aggiunto al cast all’inizio del mese, ora anche
Jane Adams entra a far parte del gruppo di lavoro
di Poltergeist. La Adams è conosciuta al
pubblico soprattutto per aver preso parte alla serie tv
Hung – Ragazza squillo, ma ha già
interpretato diversi ruoli sul grande schermo.
Il remake
di Poltergeist sarà distribuito
dalla MGM in collaborazione con
la Fox 2000.
Nel film Rosmarie
DeWitt e Sam Rockwell sono
stati incaricati di interpretare il ruolo dei coniugi Bowen, i
genitori di una sventurata ragazzina che sarà posseduta da
oscure forze paranormali. Jared Harris,
secondo le indiscrezioni del caso, interpreterà la figura di
Carrigan: un ex professore universitario attualmente impegnato con
un nuovo lavoro in una tv via cavo alla conduzione di una
trasmissione intitolata Pulitori di Case
Infestate. Queste sono le ultime e più interessanti
notizie in merito alla produzione della pellicola che vanta tra i
produttori uno dei maestri dell’orrore, Sam
Raimi, che dopo aver recentemente portato nelle
sale il remake del suo
originale La Casa per
la regia di Fede Alvarez, si prepara ad
offrirci la rivisitazione di un’altro classico dell’horror.
Gil Kenan dirigerà da una
sceneggiatura
di David Lindsay-Abaire, con Sam Raimi(per
l’appunto), RobTapert e Roy Lee nel
ruolo di produttori. Al momento nessun programma di
produzione è stato ufficializzato.
Vi ricordiamo che il film originale
(Poltergeist – Recensione)
uscito nel 1982, è stato diretto da Tobe
Hooper e nato da un’idea di Steven Spielberg che ha anche
prodotto il film. Quel film generò ben due
sequel, Poltergeist II: The Other
Side nel 1986 e Poltergeist
III nel 1988.
Una nuova commedia è stata messa in
cantiere. Il protagonista sarà Jason Segel e la
trama dovrebbe essere alquanto particolare. La pellicola sarebbe
infatti ispirata ad una storia vera, un massiccio furto di sciroppo
d’acero. Il titolo del film non è ancora stato deciso.
Nel deposito di St. Louis de
Blandford, a nord est di Montréal in Canada, vennero
infatti rubate diverse tonnellate di sciroppo d’acero,
per un valore di svariati milioni di dollari. La valutazione
dell’entità del furto è ancora in corso, così come le indagini: nel
magazzino erano conservate 4.500 tonnellate di sciroppo
d’acero per un valore complessivo intorno ai 30 milioni di dollari,
dei produttori di sciroppo d’acero del Québec. Ancora non è chiaro
quando sia stato commesso il furto né chi siano i responsabili.
L’attore, protagonista della serie
televisiva How I met your mother, verrà
diretto in questo inusuale film da Seth Gordon,
mentre la sceneggiatura sarà affidata a
Chris Sheridan.
Gravity è
il prossimosci-fi in uscita. Lavoro
di Alfonso Cuaron, la pellicola vedrà tra i
suoi protagonisti Sandra
Bullock e George Clooney.
La Warner Bros. ha pubblicato online una nuova featurette del
film, dedicata alla versione IMAX e sulla tecnologia impiegata per
girare le scene più complesse e straordinarie del film. Vi
proponiamo dunque la featurette da poco rilasciata:
Gravity, il film
Il film si basa su una
sceneggiatura scritta da Alfonso Cuarón, Jonás
Cuarón, Rodrigo Garcia, mentre
la fotografia è curata da Emmanuel
Lubezki, che ha condotto un lavoro maniacale sulle
numerose sequenze realizzate completamente i CGI e riprese con la
tecnologia stereoscopica. Gravity uscirà
in America e in Italia, in 3D, il prossimo 4
ottobre.
Trama:
Sandra Bullock interpreta la dottoressa Ryan
Stone, un brillante ingegnere medico alla sua prima missione
sullo Shuttle, mentre Matt Kowalsky (George
Clooney) è un astronauta veterano al comando della sua
ultima missione prima del ritiro. Durante quella che sembra una
passeggiata nello spazio di routine, ecco che accade il
terribile incidente. Lo Shuttle viene distrutto e Stone
e Kovalsky rimangono a volteggiare nella più totale oscurità
completamente soli e attaccati l’uno all’altra. Il silenzio
assordante è la conferma della perdita definitiva di ogni contatto
con la Terra e, con esso, ogni speranza di essere salvati. La paura
si trasforma in panico e ogni boccata d’aria consuma il poco
ossigeno rimasto. Ma l’unica strada verso casa potrebbe
essere quella di spingersi ancora più lontano, nella terrificante
distesa dello spazio.
Ancora nuovi contenuti per Carrie, ennesimo remake del
romanzo di Stephen King, che verrà diretto
da Kimberly
Peirce evedrà Chloe Moretz nei
panni della protagonista. Il film, ricordiamo, sarebbe dovuto
essere proiettato nei cinema statunitensi già nel marzo 2013, ma la
data di uscita è stata rimandata al 18 ottobre. In Italia il film
arriverà nelle sale il 28 novembre.
Online è apparso ora il tema
musicale del film, composto da Marco Beltrami, che vi
proponiamo:
Vi ricordiamo
cheCarrieè il remake
del film del 1976 diretto da Brian De
Palma. Ad interpretare il ruolo che fu
di Sissy Spacek ci sarà, per questa
versione del 2013, la
giovane Chloe Grace Moretz,
mentre Julianne Moore interpreta
la sua fanatica madre.
Completato il cast
del film diretto da Kimberly
Peirce (Boys don’t cry)Alex
Russell, Ansel
Elgort, Gabriella
Wilde. La pellicola è basata
sull’omonimo romanzo breve di Stephen
King.
Trama:
Tratto dal romanzo di
Stephen King, il film è il remake di Carrie, lo sguardo
di Satana diretto nel 1976 da Brian De Palma con protagonista Sissy
Spacek. Protagonista della storia è Carrie White, un’adolescente
complessata per l’educazione sbagliata ricevuta dalla madre nonché
zimbello della scuola dove viene ridicolizzata di continuo. Quando
Carrie scopre di avere dei misteriosi poteri telecinetici inizierà
ad usarli per vendicarsi.
Continuano ad aggiungersi nuovi
membri al cast di The Giver,
l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo scritto
da Lois Lowry, che sarà diretto da
Philip Noyce.
Dopo le ultime due new entry,
Meryl Streep e Katie Holmes, ora
tocca a Taylor Swift. Ad annunciarlo è
l’Hollywood Reporter, che aggiunge anche le indiscrezioni
sul ruolo che l’attrice interpreterà, quello di Rosemary,
l’ultima adolescente addestrata dal Donatore. L’attrice si
unirà, oltre che alle due attrice sopracitate, a Jeff
Bridges (produttore insieme a Nikki
Silver)eOdeya
Rush,Brenton Thwaites nella
realizzazione di questo sci-fi.
Ecco la trama del romanzo: Ambientato in una società del
futuro prossimo, dove sono state annullate le differenze
individuali, la percezione del dolore, la passione e i sentimenti
più profondi, il libro racconta un anno di vita di Jonas, dodicenne
ambizioso. Nella Comunità non ci sono scelte, colori, piaceri,
amore, emozioni, e persino il tempo atmosferico è sempre lo stesso.
Non puoi sceglierti il lavoro, il consorte, la famiglia. Nella
“Cerimonia dei Dodici”, ai 12enni viene assegnato
il lavoro che avrebbero dovuto svolgere per il resto
della loro vita. Jonas, in questa cerimonia, viene insignito del
compito di ricevere le Memorie dell’Umanità. Egli raccoglie i
ricordi dal “Giver” provando sulla propria pelle tutte quelle
sensazioni che nessun altro membro della comunità conoscerà mai:
scopre i colori, il significato dell’amore, del dolore, della
frustrazione, e scopre il terribile segreto della Società in cui
vive. Si rende conto quindi che la strada verso la conoscenza è un
cammino senza ritorno.
Cast: Whitney Houstm, Kevin
Costner, Bill Cobbs, Tomas Arana
Trama: L’ex agente segreto
Frank Farmer si lascia il passato alle spalle e, corroso dai sensi
di colpa, decide di accettare un complicato incarico come guardia
del corpo per l’attrice e cantante più famosa del momento.
Analisi:
Con Guardia del Corpo ci
troviamo di fronte ad uno anomalo ibrido; un romance-thriller, due
generi difficili da amalgamare senza che l’uno non si imponga
sull’altro, ed in questo caso il regista Mick
Jackson fa del suo meglio sfornando un patinatissimo,
ma godibile romance, con una bella colonna sonora ed un plot
thriller tutto da dimenticare. Il soggetto di Guardia
del corpo ha avuto una lunga e travagliata
gestazione, lo script originale risale al 1976 e avrebbe dovuto
vedere nei due ruoli principali l’attore Steve
McQueen e la cantante Diana Ross,
progetto finito in naftalina poi ripescato nel ’79 sempre la
Ross coinvolta, stavolta Ryan O’Neal come
co-protagonista, niente di fatto anche in questo caso, così si
arriva all’odierna versione, anche se nella fase di pre-produzione
era stata interpellata anche la popstar Madonna.
Rimasto nell’immaginario di tutti per la splendida colonna sonora
eseguita da Whitney Houston, Guardia
del corpo è un film che emoziona in superficie grazie
ad una trama convenzionale e di poso spessore. Il merito va agli
attori, in quanto la stessa Houston ed uno strabiliante
Kevin Costner dove la sceneggiatura fa acqua da
tutte le parti, il lavoro fascino ed il loro gioco di sguardi ed
una perfetta alchimia, riesce a risollevare le sorti del
lungometraggio.
Prodotto dallo stesso Kevin
Costner, il film ha riscosso negli anni Novanta un
notevole successo, immortalato dai 16 milioni di dischi venduti
della colonna sonora, con I Will Always Love You di
Dolly Parton reinterpretata dalla Houston in testa
alle classifiche mondiali. Un risultato a dir poco curioso: il
romantic-thriller sceneggiato da Lawrence Kasdan
soffre di evidenti vuoti narrativi (come ho già puntualizzato)
situazioni ostentate e intrecci che fanno a cazzotti con la logica.
L’escalation che porta allo smascheramento del colpevole mostra il
fianco a enormi interrogativi, inspiegabili conclusioni che di
fatto non raccontano la psicologia della professione ma si limitano
a sfruttarla per riproporre l’ennesima storia d’amore tra due
personalità agli antipodi. La scelta di mettere un giovanissimo
Costner al centro dell’attenzione, è una mossa azzardata ma che
nonostante tutto, propone l’effetto sperato, ed il merito va anche
al fatto di aver puntato sulla Huston. La scelta di Mick
Jackson dietro la macchina da presa ha giovato solo ed
esclusivamente allo slancio economico della pellicola, perché
Guarda del Corpo è stato un astuto soft
drama travestito da thriller, patinato e incoerente. Un lungo
videoclip musicale che esalta la bellezza, le doti canore e
attoriali di un’indimenticabile icona pop, alla quale si deve
l’altrimenti inspiegabile successo del film.
Cast: Audrey
Hepburn, William Holden, Humphrey Bogart, Walter Hampden, Martha
Hyer
Trama: Sabrina
(Hepbrun) è la figlia dell’autista di una famiglia di miliardari;
l’amore senza speranza per il più giovane degli eredi della casata
(Holden), la spingerà a tentare il suicidio, salvata dal più
grande dei due (Bogart); in seguito al gesto, la giovane
verrà mandata a studiare cucina a Parigi, per tornare qualche anno
dopo, completamente trasformata: da giovane e ingenua ragazzina ad
una donna elegante e sofisticata, che finirà per conquistare i
cuori di entrambi i fratelli, dando il via ad una serie di equivoci
sullo sfondo delle trame e delle lotte di potere del mondo
dell’alta finanza.
Analisi: Lanciata
nell’empireo del cinema mondiale da Vacanze
Romane, Audrey Hepburn si avvia alla
definitiva consacrazione quale icona di stile (nel film i suoi
abiti sono firmati Givenchy, contribuendo alla vittoria dell’Oscar
per i migliori costumi) oltre ad attrice di primo livello
(l’interpretazione le valse la nomination all’Oscar, già vinto
proprio con Vacanze Romane, che non
sarebbe però mai riuscita a doppiare), in questo capolavoro nella
storia della commedia sentimentale, firmato dal maestro
Billy Wilder.
Sabrina è uno
splendido esempio di commedia nello stile del regista:
sentimenti, un pizzico di dramma, gag ‘di alleggerimento’ inserite
con sapienza senza cadere nella farsa; ad affiancare la
protagonista (la cui voce accompagna il film anche
nell’interpretazione del tema portante, La vie en rose), due attori
del calibro di William Holden ed Humphrey
Bogart; e forse il pregio maggiore del film sta proprio
nell’idea di usare due protagonisti per il quale la commedia non
era un territorio del tutto abituale: da una parte il ‘pistolero’
Holden, dall’altra l’oscuro Bogart, qui peraltro in una delle sue
ultime interpretazioni. Proprio il personaggio di Bogart era stato
originariamente pensato per Cary Grant, forse più
adatto al ruolo, ma la sua interpretazione in Sabrina (pur
giudicata tutt’altro che memorabile) appare ancora oggi come
un’efficace trovata, con l’effetto in parte straniante di
vedere Bogie alle prese con patimenti sentimentali per lui
abbastanza inconsueti. Il resto è tutto nella luminosa bellezza di
Audrey Hepburn, a conciliare in modo disarmante semplicità ed
eleganza sofisticata.
Vincitore di un Goden Globe per la
migliore sceneggiatura, inserito nel 2002 nel National Film
Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti,
Sabrina è stato oggetto di un inutile
remake a metà anni ’90 che – pur affidato alle sapienti mani di
Sydney Pollack – non è riuscito lontanamente a
riprodurre la magia dell’originale con un trio di protagonisti
(Julia Ormond, Harrison Ford e Greg
Kinnear) che si sono rivelati solo pallide copie degli
originali.
Cast: Rufus Sewell,
William Hurt, Kiefer Sutherland, Jennifer Connelly, Richard
O’Brien
Trama: Un uomo
privo di memoria si ritrova braccato da alcune misteriose entità,
note come gli Stranieri; qualche aiuto esterno e una buona
dose di ‘poteri psichici’ permetteranno al protagonista di giungere
alla verità su sé stesso, svelando allo stesso tempo una
terrificante realtà, celata dietro le ombre della ‘Città
Oscura’ del titolo, immersa in una sorta di notte perenne.
Analisi: Il
successo planetario arriso al Corvo
(complice il tragico destino del protagonista Brandon
Lee) aveva reso Alex Proyas
uno dei ‘nomi caldi’ del cinema sci-fi e dintorni; con le ampie
risorse a disposizione, il regista australiano gioca ancora una
volta con le ambientazioni: la città è costruita
ex-novo, Dark City è girato
interamente in studio, senza avvalersi di alcuna location ‘reale’,
per un film che fa dell’impatto visivo il suo principale punto di
forza; non a caso l’aggettivo più usato ed abusato per l’occasione
è stato ‘visionario’.
Una città che appare uscita
direttamente da un immaginario onirico, a
ricordarne tante altre senza essere direttamente conducibile ad
alcuna, in cui svolge una vicenda che finisce per avere forse
qualche contorsione di troppo, lasciando costantemente
lo spettatore nell’incertezza di cosa lo aspetterà lungo il
percorso verso la verità. Si respira già aria ‘da Matrix’, che
sarebbe giunto a distanza di un anno, riproponendone alcuni
dei temi di fondo seppur sostituendo le atmosfere plumbee di Proyas
con la grandeur da ‘supereroi in salsa cyberpunk’ dei Wachowsky, i
quali non a caso avrebbero riutilizzato parte delle scenografie
create da Darius Wolsky sui progetti di Patrick Tatopoulos.
Il protagonista ha il volto
dell’inglese Rufus Sewell, in uno dei ruoli
più importanti, di una carriera poi snodatasi senza particolari
scosse; attorno a lui, in un cast tutto sommato efficace, si fanno
ricordare Kiefer Sutherland, William Hurt e
Jennifer Connelly.
Contrastato l’esito: al botteghino
gli incassi di Dark City hanno
pareggiato a mala pena i costi, complice la contemporanea uscita
del Titanic cameroniano, ma anche per il suo essere un film lontano
dai gusti del ‘grande pubblico’, che dal ‘regista del Corvo’ forse
si aspettava nuovamente una vicenda più ‘lineare’… come spesso
succede in questi casi, il film è in seguito diventato ‘oggetto di
culto’ per gli appassionati del genere che ne hanno gradito le
atmosfere da incubo kafkiano. La critica ne ha apprezzato
soprattutto atmosfere e messa in scena.
Particolarmente curata la colonna
sonora, come d’abitudine per Proyas: alle sonorizzazioni di
Trevor Jones si affiancano i brani, tra gli altri,
di Gary Numan ed Echo and The
Bunnymen, all’insegna di quelle sonorità post-punk,
altrimenti definite ‘gotiche’, più che mai adatte alle atmosfere
del film.
Cast: Julia Roberts, Richard
Gere, Ralph Bellamy, Jason Alexande
Trama: Vivian è una
prostituita di Hollywood. Bella ed insicura, la sua vita cambierà
radicalmente quando conoscerà il bello e ricco Edward Lewis
che da “brutto anatoccolo” la trasforma in una bellissima
principessa.
Analisi: Il veterano
Garry Marshall conosce a fondo la
materia. A tutti piace Cenerentola, fiaba che contiene
tutti gli elementi fondamentali del sogno romantico per
eccellenza, ed il regista non fa altro che reclutare due fascinosi
protagonisti che sfoggiano una notevole alchimia e sex-appeal ed
applica le regole di quel classico. A questa miscela va aggiunto
poi il repertorio da favola riveduto e aggiornato in maniera
furba ed oltremodo ammiccante, tra lusso, vestiti sfarzosi e
limousine, poi il piccolo trauma pre-finale che spinge lo
spettatore a fare comunque il tifo per l’impossibile
accoppiata, la dichiarazione finale da manuale, il sorriso
della Roberts e l’indiscutibile charme di Gere. Che altro si può
volere? Pretty Woman è un
ottimo romance d’intrattenimento, in perfetto equilibrio tra
romanticismo, glamour e fiaba, insomma potrebbe far storcere il
naso per la confezione troppo convenzionale, patinata e con i
contenuti prevedibili e stravisti, ma l’appeal di questa pellicola
rimane inalterata nel tempo.Prende il titolo dal
classico di Roy Robinson e la trama dalle più scontate (ma non per
questo romantiche) storie d’amore e diventa una classico. Complice
il fascino di Richard Gere, già famoso all’epoca, e il sorriso di
Julia Roberts, Pretty Woman si colloca a pieno nel novero dei film
romantici che continuano a stregare e ad incantare il pubblico. Non
importa infatti quante volte il film venga trasmesso in tv, trova
sempre un foltissimo gruppo di persona pronte a dedicargli la
propria serata.
Tuttavia, dietro la favola e il
romanticismo, il film si rivela alquanto semplice, per confezione e
morale (assente), una fiaba sotto la quale conviene non scavare
troppo.
Nonostante tutto rimane un
film confezionato a doc per lacrimare moderatamente mangiucchiando
frutta secca o pop-corn, seduti comodamente sul fedele divano
sgualcito sapendo già come andrà a finire, ma diciamoci la
verità, chi fra di noi non lo ha visto almeno 10 volte?
Ecco la quarta, criptica clip di
Nymphomaniac,
atteso e già molto discusso film di Lars Von Trier
che arriverà al cinema il prossimo 25 dicembre, per far trascorrere
a tutti gli spettatori un Natale all’insegna dei valori familiari
tradizionali!
La Pixar ha deciso di girare
un film per la tv in occasione di Halloween, ovvero Toy Story
of Terror, che andrà in onda sulla Abc il prossimo
Ottobre.
È stata diffusa la notizia della
presenza di Carl Combat, un soldato giocattolo che ha
vissuto in un albergo stregato. Questo personaggio, al quale darà
voce l’attore Carl Weathers, è già apparso in una
breve scena del primo Toy Story.
Eccolo nelle prime foto tratte dal
cortometraggio:
La trama di questa novità
Pixar è molto divertente. Il corto vedrà i protagonisti
della saga di Toy story alle prese con una divertente
avventura, che li porterà in un motel dove uno dei giocattoli verrà
dato per disperso. Gli altri lo cercheranno, imbattendosi in una
serie di misteriosi eventi, che renderanno l’avventura divertente e
a tratti paurosa.
Il piano della Pixar era
proprio quello di riunire i personaggi più amati della saga,
Woody e Buzz in testa, in uno speciale dedicato alla
festa americana più famosa nel mondo, Halloween, per far divertire
ancora una volta tutti i fan dei giocattoli viventi.
Oltre alla presenza vocale di
Carl Weathers, le voci dei personaggi saranno ancora una
volta di Tom Hanks, Tim Allen, Don Rickles, Wallace Shawn,
Kristen Schaal, Timothy Dalton, Joan Cusack.
E’ partito ieri il Roma Web Fest con
un incredibile successo di pubblico. Alle 9.30 all’ingresso del
teatro una folla di centinaia di giovanissimi aspettava
l’apertura del il primo festival italiano interamente dedicato alle
Web-series.
La rassegna di prodotti nativi della
rete è stata inaugurata con la tavola rotonda presieduta dal Prof
Mario La Torre, (Università di Roma La Sapienza – Referente Mibac,
DG Cinema), Ledinamiche finanziarie delle web
series. Molti gli interventi al panel da Cristina Loglio a
Gianmarco Committeri a Leonardo Ferrara.
Rilevante è stato l’intervento
dell’Onorevole Michele Baldi che ha annunciato: “Siamo i pionieri
di una nuova rivoluzione”, per la prima volta, attraverso un
emendamento approvato il 26 Settembre, le webseries sono state
inserite all’interno della nuova legge regionale
sull’audiovisivo. Dunque oggi il prodotto web serie può
essere finanziato con fondi pubblici. Una rivoluzione. Un passo
avanti da Giganti! Siamo i secondi in Europa (dopo la Francia
che è sempre all’avanguardia) a non considerare le web serie un
prodotto di serie B.
Hanno concluso il panel Luca Vecchi
e Claudio Di Biagio che hanno presentato alla platea il nuovo
progetto “Dylan Dog-Vittima degli eventi”, raccontando la loro
esperienza sul crowfounding, e con un ironico tocco personale,
hanno sollevato la difficile questione del reperimento di fondi per
questo genere di progetti creativi.
I ragazzi delle scuole, si sono
appassionati al workshop con i ragazzi della Buoncostume. Simone
Laudiero e gli altri ragazzi del famoso gruppo comico hanno
spiegato alle giovani menti come si realizza una web serie.
Parallelamente alle tavole
rotonde, nelle sale gremite di persone, sono state proiettate le
web series finaliste.
Ancora Proiezioni nel pomeriggio e
un’altra tavola rotonda “Le web serie sono diventate Grandi?”. Il
panel Presieduto da Janet De Nardis, Direttore Artistico del
Festival, ha focalizzato l’attenzione sulla crescita esponenziale
che le web series hanno acquistato nel corso di quest’ultimo
periodo e dell’importanza di includere e di percepire le webseries
come un vero e proprio prodotto dell’ audiovisivo. Il panel
composto da Daniele Borgia, di Fox, Ludovico Bessegato della Cross
Productions, Emiliana De Blasio, Matteo Bruno dei Freaks,
Gino Zagari Anec e Manlio Castagna, vice direttore artistico del
Giffoni Film Festival, ha riscontrato al pari di quello precedente
un successo di pubblico inaspettato.
Grandissimo riscontro ha suscitato
la sessione di pitching, in cui in un lasso di tempo cronometrato i
filmmaker hanno avuto l’opportunità di presentare i loro progetti
ad alcune delle più importanti produzioni cinematografiche
Italiane.
Ultime ma non meno importanti le
Anteprime che sono state proiettate dalle 18,30. Giovani talenti,
ma anche registi esperti, hanno mostrato e presentato i loro
nuovissimi lavori . Il tutto introdotto da due presentatori
d’eccezione Janet De Nardis e Maximiliano Gigliucci.
Questo è solo l’inizio ancora molte
le sorprese attendono il pubblico durante questa nuova giornata,
nuove tavole rotonde, nuove proiezioni, ma soprattutto il tanto
atteso Evento Fashion Film in cui le Fashion blogger si sfideranno
a colpi di Flash Fashion Film.
Non Tralasciamo ovviamente l’evento
delle proiezioni speciali “Virale” che si terrà alle 21:00. I “
grandi” delle web series presenteranno i loro progetti
speciali.
Il Roma Web Fest è patrocinato dal
Mibac, dalla Regione Lazio, dal Comune di Roma, dall’Anica, da Roma
e Lazio Filmcommission, dall’Anec, dall’Anem, dall’Agis,
dall’Agiscuola e da RAI FICTION. Inoltre collabora con la Giffoni
Academy, con Altaroma, L’accademia del lusso, lo IED e Romeur.
Nel panorama del cinema messicano,
prezioso baluardo di una fiorente tradizione indipendente, si sono
distinti nell’ultimo ventennio autori che sono riusciti ad arrivare
anche al grande pubblico, con opere apprezzate (a volte più, a
volte meno) anche dalla più elitaria classe di cinefili incalliti.
I nomi in questione, o meglio, la Triade, si compone di autori come
Guillermo Del Toro, Alejandro Gonzàlez Iñárritu e
Alfonso Cuaròn, fresco dei riflettori della 70esima Mostra
d’Arte Cinematografica di Venezia, sotto i quali pare abbia
realmente brillato con la sua ultima fatica,
Gravity.
L’opera che il regista messicano ha
presentato in Fuori Concorso è uno sci-fi con due unici
protagonisti, interpretati da George Clooney e da
un’apprezzatissima Sandra Bullock, in quello che è stato
definito il ruolo più difficile della sua carriera. Vincitore del
Future Film Festival Digital Award, Gravity è un film
che, a detta di molti, resterà un punto di svolta nel genere
sci-fi, e del quale sono stati decantati gli spettacolari piani
sequenza e l’atmosfera ‘claustrofobica’ che il regista è riuscito a
ricreare, come nel precedente I figli degli uomini,
tratto dal romanzo della scrittrice britannica Phyllis Dorothy
James, che consacrò il suo talento nel 2006 con ben tre
nomination agli Oscar.
Nato e cresciuto a Città del
Messico, dopo essersi laureato in filosofia e cinema alla UNAM, il
giovane Alfonso Cuaròn comincia la sua carriera dalle
cosiddette “retrovie”: inizia infatti a lavorare in televisione
come tecnico e, da cosa nasce cosa, si ritrova a collaborare in
alcuni progetti come aiuto regista e coregista, fino a quando, nel
1991 debutta con la sua prima opera, Uno per tutte
(Solo con tu pareya), una brillante commedia con
protagonista un giovane playboy, vittima di uno scherzo che lo
condurrà quasi al suicidio.
Il film riscosse un grande successo, ma non fu subito tutto rose
e fiori per l’opera prima del regista: scritto dallo stesso Cuaròn
e da suo fratello, Carlos, a lavoro ultimato il governo messicano
si rifiutò di distribuirlo. Così, inviato a numerosi festival
cinematografici, tra cui quello di Toronto dove riscosse molto
successo, due anni dopo dalla sua realizzazione, il film poté
finalmente essere distribuito anche in Messico e, ad oggi, occupa
l’87esimo posto nella classifica dei 100 film messicani da vedere.
Ma questa non fu la sola, benché enorme vittoria che Cuaròn ottenne
grazie alla pellicola: Sydney Pollack ne rimase tanto
impressionato da chiedere la collaborazione di Cuaròn ad un
episodio della serie televisiva noir, Fallen Angels….
Insomma, quando si dice la persona giusta, nel posto giusto, al
momento giusto.
E Cuaròn, cominciata la sua
carriera con il piede sull’acceleratore, non accenna a fermarsi:
gli anni immediatamente successivi della sua carriera, sono
dedicati ai riadattamenti di due romanzi. Uno è A Little
Princess, primo film del regista messicano ad essere
prodotto negli USA, acclamato dalla critica nonostante il flop al
botteghino; il secondo, che è anche il più conosciuto è
Paradiso Perduto, in cui il regista messicano
trasporta il romanzo ottocentesco di Dickens, Grandi
Speranze, nella contemporaneità, dimostrando che una grande
storia può rivivere in tutte le epoche, a patto che sia ben
costruita e che si possa avvalere dell’aiuto di un cast che non
passa di certo inosservato: Robert De Niro, Gwyneth Paltrow
e Ethan Hawke.
E, come se tutto questo non fosse
bastato, ecco che il talento messicano accellera ancora: nel 2001
Alfonso Cuaròn realizza Y tu mama
tambien, pellicola sui temi dell’amicizia e del
sesso come scoperta di se stessi, con il quale è riconosciuto
definitivamente come autore cinematografico che riesce a
destreggiarsi abilmente in quel limbo impalpabile eppur così
presente che si crea tra la cultura e la tradizione del suo paese e
la tendenza verso un modello hollywoodiano che non si può certo
ignorare.
Una tendenza che prenderà
concretamente forma nel 2004, quando Cuaròn dirigerà Harry
Potter e il prigioniero di Azkban, cogliendo l’occasione di
arrivare a tutte le variegate categorie di spettatori che, volenti
o nolenti, non possono certo restare immuni dal fenomeno Harry
Potter.
Anche stavolta, il nostro mette a
segno un gran colpo, realizzando quello che, a detta dei più severi
critici che gli hanno sempre rimproverato un pizzico di retorica di
troppo, è l’episodio migliore (cinematograficamente parlando) della
saga creata dalla penna di J.K. Rowling. E d’altronde,
perché la cosa dovrebbe stupirci? Per un veterano degli adattamenti
letterari come Cuaròn, non potevamo che aspettarcelo.
Insomma, quando non gli va bene al
botteghino, la critica lo consola, e se la critica non gli è tanto
a favore, al botteghino è un successo: Cuaròn cade sempre in piedi!
D’altro canto, con la sua ultima opera pare aver messo d’accordo
quasi tutti, anche se non sembra disposto a lasciare andare quella
sua ridondanza che potrebbe trascinarlo pericolosamente sul baratro
del manierismo.
Per ora, però, letteralmente
stremato (per sua stessa ammissione) da
Gravity, il regista ha confessato che,
nonostante sia soddisfatto del risultato, non ha intenzione di
ripetere l’esperienza di un film così impegnativo, dichiarando di
volersi dedicare a un horror. Augurargli buona fortuna? Quasi
sicuramente, non gli serve.
Per il nuovo film di Matthew
Vaughn , The Secret Service, era stato chiesto a
Leonardo
DiCaprio di far parte del cast. Sembrava che
l’attore non fosse convinto e invece, oggi arriva la notizia che
Leonardo
DiCaprio abbia ceduto alle richieste del
regista, accettando di far parte del cast.
L’attore farà parte di un cast
eccezionale, composto da Micheal Caine, Samuel L.
Jackson, Colin Firth, David Beckham, Adele, Elton John,
Taylor Swift, Taron Egerton e Sophie Cookson. Il film è
l’adattamento cinematografico della serie a fumetti di Mark
Millar e Dave Gibbson, che vede protagonista un agente
segreto britannico che recluta e cerca di formare il nipote,
ragazzo ribelle e piccolo criminale dei sobborghi di Londra.
L’agente porta il nipote in una scuola di spie che forma agenti
segreti alla 007.
La sceneggiatura è stata scritta
dallo stesso Vaughn, tra l’altro già regista di Kick-
Ass e X-men: L’inizio, insieme a Jane
Goldman e ne sarà anche il produttore, con la sua
Marv-Films. Il film è previsto nelle sale per il 14 Novembre
2014, salvo imprevisti, e a breve si darà il via alla
produzione.
Il rischio di Anni
felici, nuovo lavoro di Daniele Luchetti, era di
scivolare in una mera “operazione nostalgia”, di lasciarsi andare
essenzialmente alla voglia di rievocare l’atmosfera colorata dei
Seventies, gli happenings, la liberazione sessuale, o
anche semplicemente il passato della propria famiglia. La storia è
ispirata alle vicende di casa Luchetti; vediamo la figura del
regista nel piccolo Dario (Samuel Garofalo). Pericolo
scampato.
Anni felici è
ambientato a Roma, anni Settanta. Guido e Serena. Lui, artista in
cerca di affermazione, insegue la trasgressione senza sentirla
davvero. Lei vive per il suo uomo e spesso gli impone la sua
presenza. È un amore sincero, ma fatto di attaccamento eccessivo,
ricatti. Di ogni loro momento, litigi e rappacificazioni, alterne
fortune lavorative, i figli Dario e Paolo sono testimoni. Nella
ricerca dei propri spazi di libertà, i coniugi innescano
cambiamenti dopo i quali nulla sarà più come prima.
C’è il clima degli anni ’70, ma il
film non cade negli stereotipi, anzi li svela e vi oppone una
realtà. Primo fra tutti la libertà sessuale – Serena cerca davvero
sé stessa attraverso nuove esperienze e cambierà – ma anche
l’immagine dell’artista trasgressivo, la famiglia perfetta.
Centrale è un tema universale: la difficoltà di un amore adulto,
nella coppia e con i figli, non egocentrico, che non costringa in
una trappola. Guido e Serena si opprimono a vicenda: lui è
insicuro, cerca costantemente conferme in lei, in altre donne,
nell’approvazione dei critici. Allo stesso tempo, però, mal
sopporta la presenza eccessiva della moglie. Chiede spazio, ma non
ne vuole dare e non sa affrontare la vita solo con se stesso –
Kim Rossi Stuart dà sapientemente spessore al
personaggio.
Serena – Micaela Ramazzotti emerge con forza e spontaneità in un
ruolo che per certi versi ricorda altre sue interpretazioni, ma
esplora anche nuovi aspetti – vive dell’amore possessivo che
riversa su marito e figli, ma non vede se stessa. Entrambi però
evolvono. Prima Serena, che si allontana da Guido, spezzando così
il circolo vizioso. Capiscono che amare l’altro significa anche
lasciarlo libero o liberarsene, trovando il proprio spazio.
Comprendono che la libertà, magari prima concessa con dolore, è
invece anche necessaria per sé, per ripensarsi.
Cifra del regista: un realismo
quasi verista, che spoglia i suoi protagonisti di ogni orpello. Vi
si attacca con primi piani molto stretti. C’è poi un omaggio al
mezzo-pellicola, questo sì un po’ nostalgico. Il super 8 in
particolare restituisce lo sguardo di Dario bambino, è il suo modo
per farsi apprezzare e ascoltare. Molto appropriata la scelta dei
due piccoli attori: a loro e al rapporto con i genitori sono
affidati alcuni tra i momenti più efficaci e toccanti del film,
sostenuto pure da dialoghi pregnanti.
La Columbia Pictures ha diffuso un
nuovo spot TV del film con Tom Hanks
Captain Phillips – Attacco in mare aperto. Il
film, diretto da Paul Greengrass, vede
protagonisti accanto ad Hanks, anche Catherine Keener, Max
Martini, Yul Vazquez, Michael Chernus, Chris Mulkey, Corey Johnson,
David Warshofsky, John Magaro e Angus
MacInnes.
Basato
sull’autobiografia A Captain’s Duty: Somali Pirates,
Navy SEALS, and Dangerous Days at Sea, scritta dal vero
Phillips, il film verrà distribuito nelle sale cinematografiche
americane l’11 ottobre, mentre in Italia arriverà
il prossimo 7 novembre.
Prossimamente
vedremo Tom Hanks anche
in Saving Mr. Banks, in cui l’attore
due volte premio Oscar vestirà i panni di Walt
Disney. Diretto da John Lee
Hancock (The Blind Side), il film racconterà
la storia vera della nascita di Mary
Poppins, concentrandosi in modo particolare sul
rapporto tra l’autrice australiana del romanzo Pamela
Lyndon Travers (interpretata da Emma
Thompson) e Walt Disney, e degli sforzi di quest’ultimo
(durati quattordici anni) per cercare di ottenere i diritti del
libro. Saving Mr. Banks verrà rilasciato nei
cinema italiani a partire dal 16 gennaio
2014.
In un prossimo futuro, una forza
aliena ostile ha attaccato la Terra. Se non fosse per i leggendari
eroi resistenti della Flotta Internazionale del Comandante Mazer
Rackham (Ben Kingsley), tutto sarebbe perduto. In preparazione a un
prossimo attacco, il colonnello Hyrum Graff (Harrison Ford) e il
corpo militare internazionale stanno allenando le migliori giovani
menti per trovare il futuro successore di Mazer. Tutto fa pensare
che possa essere Ender Wiggin (Asa Butterfield), un ragazzo timido
ma brillante per intelligenza strategica, che viene arruolato per
aggiungersi all’elite dei combattenti.Basato sul pluripremiato
best-seller omonimo, Ender’s
Game uscirà il 1 novembre 2013 negli USA, e
comprende nel cast Abigail
Breslin, Asa
Butterfield, Hailee
Steinfeld, Harrison
Ford, Ben
Kingsley, Viola
Davis. Tutte le info utili nella nostra
Scheda: Ender’s Game.
Abbiamo visto, al cinema, tante
versioni della favola La Bella e la Bestia, a
partire dal celebre cartoon Disney fino al recente
Beastly, di stampo più giovane e moderno e
ll’omonima serie tv che vedere coinvolta Kristin
Kreuk nei panni della bella.
Ora arriverà al cinema il nuovo
adattamento cinematografico della stessa storia, diretto da
Christophe Gans (Silent Hill e Il
patto dei lupi),La Bella e la
Bestia, che uscirà nei cinema francesi nel Febbraio
2014. Protagonisti di questa nuova trasposizione sono Lea
Seydoux e Vincent Cassel, che vediamo per la prima volta
nel nuovo poster del film.
Quest’anno, l’adattamento della
famosa storia non è l’unico che arriverà al cinema, infatti
usciranno altre due versioni cinematografiche della storia, una
diretta da Guillermo del Toro, che vedrà come protagonista
Emma Watson, e un altro live-action, The
Beast, prodotto ancora una volta dalla Disney.
Qui sotto potete vedere il nuovo
poster del film con Vincent Cassel.
Bella notizia per i fan
di Harry Potter. Dopo aver saputo di una nuova serie dedicata al
mondo magico di J.K Rowling, Gli animali fantastici:
dove trovarli, arriva la notizia di un possibile film
dedicato al mondo del Quidditch.
Anche questo sarebbe ispirato ad un
minilibro, realizzato dall’autrice, Il Quidditch attraverso i
secoli, scritto da Kennilworthy Whisp, autore
fittizio della storia dello sport più amato dal maghetto Harry
Potter.
Nella storia protagoniste potrebbero
essere le tre squadre più famose della storia del Quidditch,
Wimbourne Wasps, Chudley Cannons, Kenmare Kestrels, e l’autore
potrebbe essere il personaggio focale del film, come sarà per
Newt Scamander in Animali fantastici: dove
trovarli.
Un altro progetto collegato al mondo
fantastico della magia, potrebbe essere quello de Le
fiabe di Beda il Bardo, libro nominato nella saga
Potteriana negli ultimi due film, libro di favole e leggende
magiche.
Ecco una nuova foto del cast umano
del prossimo capitolo di Transformers, che come vi abbiamo
annunciato tempo fa, si intitolerà Transformers Age of
Extinction.
Piccole anticipazioni
sulla trama. Il film comincerà dove è finito
il terzo capitolo, in un mondo in cui nonostante la
minaccia dei Deception è stata debellata,
l’umanità ne è uscita distrutta. La pace non durerà poi così tanto,
quando alcuni uomini potenti, cercando di studiare la
tecnologia dei robot alieni.
Ultime indiscrezioni dal set di
Scemo & più Scemo 2, per quanto riguarda i componenti
del cast. Avevamo già anticipato in un precedente articolo che
erano trapelate da Twitter le prime foto dei due protagonisti,
Jim Carrey e Jeff Daniels.
Ora alcuni rumors dicono che
Jennifer Lawrence abbia filmato un cameo in questo sequel,
interpretando la versione giovane del personaggio dell’attrice
Kathleen Turner, riconfermata nel cast.
La Lawrence in questo periodo è
anche lei ad Atlanta a girare Hunger Games: Il canto della
rivolta, proprio vicino al set di Scemo & più Scemo
2.
Inoltre nel cast è stato confermato
Rob Riggle, che interpreterà un doppio ruolo, ovvero due
gemelli, uno dei due molto alla mano di nome Travis e l’altro un
po’ instabile chiamato Capitain Lippencott.
Il film sarà ambientato a Rhode
Island, 18 anni dopo lo scorso episodio. Al momento il film è
previsto per il 2014, anche se il periodo non è ancora certo.
É ufficiale: il sequel di
Come Ammazzare il Capo e vivere felici uscirà il 26
Novembre 2014. Almeno questa è la data diffusa dalla casa di
produzione New Line Cinema.
Il regista del film sarà Sean
Anders, già alla direzione di Sex Drive e
That’s my boy, che dirigerà i volti noti del primo
film, Jason Bateman Charlie Day e Jason Sudeikis. I
tre attori interpreteranno di nuovo il gruppo di amici che nel
primo film decisero di ammazzare ognuno il proprio capo.
Il primo film, scritta da John
Francis Daley e Jonathan Goldstein, fece un incasso di
117 Milioni di dollari, un vero successo.
Come Ammazzare il capo e
vivere felici 2 uscirà cinque giorni dopo un altro film
attesissimo, Hunger Games: il canto della rivolta,
che si prospetta essere un grande record d’incassi.
Alfonso Cuarón,
apprezzato regista di origini messicane, ci ha da sempre abituato a
repentini cambi di rotta nel suo stile cinematografico. Assiduo
frequentatore di commedie (Y tu mamá
también nel 2011) adattamenti letterari (il terzo capitolo
di Harry Potter ma anche Paradiso
Perduto dal Dickens di Grandi Speranze) con
felici esperienze nella fantascienza (I Figli degli
Uomini) si avventura per la prima volta in un vero e
proprio thriller ad alto tasso di adrenalina.
Gravity,
questo il nome del nuovo progetto, è stato presentato come film di
apertura alla Settantesima mostra del cinema di Venezia,
riscuotendo un grande successo da parte del pubblico presente alla
proiezione. Un’idea, quella del film, nata molto tempo fa quando
insieme al figlio Jonàs iniziò a scrivere soggetto e sceneggiatura
che sarebbero poi state proposte alla Universal Pictures. Anni di
contrattazioni, vari tira e molla e alla fine è la Warner Bros a
produrre il film le cui riprese iniziano nel 2010 a Londra.
La pellicola è girata in digitale,
essendo così compatibile con la post-produzione in 3D che in questo
caso sarà sicuramente un plus per la visione cinematografica,
considerata anche l’ambientazione particolare.
Gravity parla di una missione nello spazio intrapresa
dalla dottoressa Ryan Stone, un ingegnere biomedico interpretata da
Sandra Bullock, e dall’astronauta Kowalsky, interpretato da
George Clooney, giunto ormai alla sua ultima missione sullo
Space Shuttle. Panorami mozzafiato, atmosfera rarefatta e assenza
di gravità, questo caratterizza la missione dei due protagonisti,
immersi in una pace e un silenzio irreali. Questo fino a che,
durante alcune riparazioni esterne alla stazione orbitante che li
ospita, i due si ritrovano nel bel mezzo di una pioggia di
meteoriti che li coglie di sorpresa e li lascia in balia di se
stessi a gravità zero.
Ma oltre alla trama mozzafiato,
agli effetti speciali curati da una delle società più rinomate del
settore (la Framestore che ha firmato anche gli es di
Superman Returns e Il Cavaliere
Oscuro), il nuovo thriller di Cuarón vanta anche due
protagonisti di tutto rispetto. Per il ruolo della dottoressa Stone
erano stati inizialmente tirati in ballo grandi nomi, come
Natalie Portman e Naomi Watts, ma si è infine scelta
Sandra Bullock ancora fresca del suo primo Oscar ottenuto
nel 2010 per The Blind Side, accompagnata dal bello
di Hollywood per antonomasia Geroge Clooney. I due che
lavorano per la prima volta insieme hanno subito dimostrato un
enorme affiatamento.
La pellicola uscirà in Italia a
partire dal 3 Ottobre.
Gravity, il film
Il film si basa su una
sceneggiatura scritta da Alfonso Cuarón, Jonás
Cuarón, Rodrigo Garcia, mentre
la fotografia è curata da Emmanuel
Lubezki, che ha condotto un lavoro maniacale sulle
numerose sequenze realizzate completamente i CGI e riprese con la
tecnologia stereoscopica. Gravity uscirà
in America e in Italia, in 3D, il prossimo 4
ottobre.
Trama:
Sandra Bullock interpreta la dottoressa Ryan
Stone, un brillante ingegnere medico alla sua prima missione
sullo Shuttle, mentre Matt Kowalsky (George
Clooney) è un astronauta veterano al comando della sua
ultima missione prima del ritiro. Durante quella che sembra una
passeggiata nello spazio di routine, ecco che accade il
terribile incidente. Lo Shuttle viene distrutto e Stone
e Kovalsky rimangono a volteggiare nella più totale oscurità
completamente soli e attaccati l’uno all’altra. Il silenzio
assordante è la conferma della perdita definitiva di ogni contatto
con la Terra e, con esso, ogni speranza di essere salvati. La paura
si trasforma in panico e ogni boccata d’aria consuma il poco
ossigeno rimasto. Ma l’unica strada verso casa potrebbe
essere quella di spingersi ancora più lontano, nella terrificante
distesa dello spazio.
Al cinema Adriano di
Roma il regista Daniele Luchetti ha presentato
assieme al cast il suo ultimo lavoro Anni felici, in
sala dal 3 ottobre. Il film, in parte autobiografico, racconta la
storia di una famiglia a metà anni ’70, del grande amore tra Guido
(Kim Rossi Stuart) e Serena (Micaela
Ramazzotti), che però vive di eccessivo attaccamento e
ricatti sentimentali e aspira alla libertà, dei loro due bambini,
involontari spettatori di tutto ciò che accade tra i genitori e del
mondo che si muove attorno, in un periodo di grande fermento.
Parlare dei propri genitori non è
facile, come s’è accostato a questo lavoro?
Daniele Luchetti: “Il film
comincia dicendo “sono io”, mentre i titoli di coda ricordando che
i fatti sono immaginari. La verità sta nel mezzo. (…) Il rapporto
con mio padre (…) era stimolante, (…) ricordo il senso di
collaborazione e complicità Lo stimolo verso la libertà
d’espressione in casa nostra è stato quotidiano. (…) Il film
è un atto d’amore all’umanità dei miei genitori e a come sono stati
in grado di vivere le loro passioni fino in fondo. C’è anche una
parte che invece racconta cosa non c’è stato nella loro vita. (…)
Lo spazio immaginario tra il desiderio di avere vite più piene e
quello che non è stato, è in questo film”.
Come avete lavorato ai vostri
personaggi?
Micaela Ramazzotti: “Per
interpretare questa donna contraddittoria (…) e complessa (…), con
un suo fascino profondo, una ferita nell’anima (…) sono partita dal
suo sguardo della madre di Daniele (Luchetti ndr) (…)
determinato, forte e intenso, in cui ho cercato di catturare
qualcosa della sua profondità. Come regista, poi, Daniele vuole
cogliere il momento. (…) Mi ha spronato a non aver paura di
cambiare, perché in realtà, Serena sono dieci donne insieme. (…) Mi
interessava molto interpretare una donna che tradisce, con la sua
sofferenza, angoscia, paura. (…) Forse Serena è una femminista
vera, che vuole essere libera e indipendente”.
Kim Rossi Stuart: “Ho accettato
volentieri la sfida di un personaggio che sulla carta (…) correva
un po’ il rischio di essere monolitico (…). Di conseguenza, abbiamo
lavorato su questo aspetto. Mi sono sentito di fare proposte di
caratterizzazione anche abbastanza estreme, attraverso le quali
creare dei chiaroscuri e un’empatia con questo
personaggio”.
C’è un po’ di nostalgia nel
guardare a quegli “anni felici”?
D. L.: “Ho fatto il film non per
nostalgia, ma per guardare il passato con curiosità, inventando
anche molte cose che mi hanno aiutato a capirlo meglio”.
Guardando il film viene da dire:
gli anni felici della pellicola
D. L.: “Nel giro di pochissimi
anni non sarà più possibile girare in pellicola. (…) Per noi la
pasta della pellicola è l’immaginario del cinema. Il digitale,
nonostante alcuni indubbi vantaggi, (…) è una tecnologia molto
nuova, ancora immatura e che (…) ci fa ripensare il modo di fare il
cinema. Non so ancora capacitarmi del fatto che stiamo buttando
nella spazzatura una delle cose più preziose dell’ingegno
umano”.
Dalla Alcon Entertainment arriva
Prisoners
un film della Warner Bros. Pictures con i candidati all’Oscar
Hugh Jackman (“Les Misérables”) e
Jake Gyllenhaal (“Brokeback Mountain”), per la regia
di Denis Villeneuve, che ha diretto “Incendies”, candidato
all’Oscar come miglior film straniero. Cosa sei disposto a fare per
proteggere la tua famiglia? Keller Dover (Hugh
Jackman) si trova ad affrontare il peggiore incubo per
un genitore. Sua figlia di sei anni, Anna, scompare insieme alla
sua amica Joy e mentre i minuti diventano ore, il panico prende il
sopravvento. L’indizio principale è un camper fatiscente
parcheggiato nella loro strada. A capo dell’investigazione, il
Detective Loki (Jake
Gyllenhaal) arresta il suo proprietario, Alex Jones
(Paul Dano), ma la mancanza di prove lo costringe al suo
rilascio.
Mentre la polizia segue diverse piste, la pressione cresce e
sapendo che è in gioco la vita di sua figlia, fuori di sé Dover
decide di non avere altra scelta che quella di prendere in mano la
situazione. Ma fino a dove si spingerà questo padre disperato, per
proteggere la sua famiglia?
Con
Hugh Jackman e
Jake Gyllenhaal, il thriller drammatico “Prisoners” è
interpretato da un cast stellare, tra cui la candidata all’Oscar
Viola Davis (“The Help,” “Doubt”), la candidata al
Golden Globe, Maria Bello (“A History of
Violence,” “The Cooler”), il candidato all’Oscar,
Terrence Howard (“Hustle & Flow”), il premio
Oscar,
Melissa Leo (“The Fighter”) e
Paul Dano.
Denis Villeneuve
dirige Prisoners
da una sceneggiatura originale di Aaron Guzikowski. Il candidato
all’Oscar Broderick Johnson (“The Blind Side”), Kira Davis, il
candidato all’Oscar® Andrew A. Kosove (“The Blind Side”) e Adam
Kolbrenner sono i produttori, con Edward L. McDonnell, John H.
Starke, Robyn Meisinger, Mark Wahlberg e Stephen Levinson come
produttori esecutivi. Villeneuve è supportato da
un importante team creativo che include il direttore della
fotografia, dieci volte candidato all’Oscar, Roger A. Deakins
(“Skyfall”), la scenografa candidata all’Oscar, Patrice Vermette
(“The Young Victoria”), il montatore premio Oscar, Joel Cox
(“Unforgiven”), il montatore Gary Roach e la costumista Renée
April. Le musiche sono di Jóhann Jóhannsson.
Guarda il Trailer
italiano del film Lo sguardo di Satana
Carrie, l’atteso remake del film di
De Palma, trasposizione cinematografica
dell’omonimo romanzo di Stephen King, che
vedrà Kimberly
Peircealla regia eChloe Moretz come
attrice principale.
Vi ricordiamo
cheCarrieè il remake del
film del 1976 diretto da Brian De
Palma. Ad interpretare il ruolo che fu
di Sissy Spacek ci sarà, per questa
versione del 2013, la
giovane Chloe Grace Moretz,
mentre Julianne Moore interpreta
la sua fanatica madre.
Completato il cast del film diretto
da Kimberly Peirce (Boys don’t
cry)Alex
Russell, Ansel
Elgort, Gabriella
Wilde. La pellicola è basata sull’omonimo
romanzo breve di Stephen King.
Trama:
Tratto dal romanzo di Stephen King,
il film è il remake di Carrie, lo sguardo di Satana diretto nel
1976 da Brian De Palma con protagonista Sissy Spacek. Protagonista
della storia è Carrie White, un’adolescente complessata per
l’educazione sbagliata ricevuta dalla madre nonché zimbello della
scuola dove viene ridicolizzata di continuo. Quando Carrie scopre
di avere dei misteriosi poteri telecinetici inizierà ad usarli per
vendicarsi.
Su IMDB è
recentemente comparsa una possibile trama del secondo capitolo
riguardante il mondo dei vendicatori, The Avengers: Age
Of Ultron. Sul sito, bisogna sottolinearlo, può
scrivere chiunque: l’elemento che però ha creato scalpore riguarda
il fatto che la Disney non abbia smentito il
tutto, dichiarando semplicemente la trama non ancora ufficiale.
Ed eccola qui: “Dopo gli avvenimenti
di New York, il governo degli Stati Uniti smobilitano i
vendicatori, colpevoli di aver raso al suolo l’intera città, per
lasciar spazio ad Ultron, un nuovo super-soldato
costruito tramite la tecnologia di Stark e sotto
il pieno controllo del governo stesso. Ma quando il guerriero-robot
si rivolterà contro l’umanità, Ironman e gli altri
saranno costretti a tornare in azione per superare la prova più
difficile di sempre”.
The Avengers – Age of
Ultron uscirà nelle sale cinematografiche di tutto il
mondo l’ 1 maggio 2015. La regia è affidata ancora una volta a
Joss Whedon, mentre la sceneggiatura sarà tratta
dal lavoro di Jack Kirby e Stan Lee. Gli
interpreti principali restano quelli del primo episodio:
Scarlett Johansson (vedova nera),
Chris Hemsworth (Thor), Samuel L.
Jackson (Fury), Robert Downey Jr
(IronMan), Chris Evans (Capitan America) e
Mark Ruffalo (Hulk).