Manca ancora un po’ all’arrivo
di The Vampire Diaries 6, l’atteso
sesto ciclo di episodi della serie di successo targata The CW
e in attesa gustiamoci questo video contenete i bloopers dello
show. Nel video i protagonisti Ian Somerhalder, Nina
Dobrev, Paul Wesley, Candice Accola, Matt Davis, Kat
Graham.
Il network americano della The CW
ha diffuso una foto promozionale di The Vampire Diaries &
The Originals, gli show di successo e nell’immagine che
trovate di seguito protagonisti gli attori Ian
Somerhalder e Joseph Morgan:
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The Vampire Diaries
è una serie televisiva statunitense di genere fantasy creata da
Kevin Williamson e Julie Plec, che ha debuttato il 10 settembre
2009 sul network The CW. È basata sull’omonima serie di libri di
Lisa Jane Smith, dal titolo italiano Il diario del
vampiro.
The Vampire Diaries è
una serie televisiva statunitense di genere horror creata da Kevin
Williamson e Julie Plec, che ha debuttato il 10 settembre 2009 sul
network The CW. È basata sull’omonima serie di libri di Lisa Jane
Smith, dal titolo italiano Il diario del vampiro.
La protagonista è Elena Gilbert,
una normale ragazza adolescente che vive a Mystic Falls, in
Virginia. La sua vita viene sconvolta quando scopre che il suo
ragazzo, Stefan Salvatore, è un vampiro, e che è stata adottata.
Stefan si accorge che Elena è identica alla prima donna della sua
vita, la vampira che trasformò lui e suo fratello Damon Salvatore
nel 1864: Katherine Pierce. I due fratelli si innamorano anche di
Elena ed entrano a far parte della sua vita. Il loro scopo è
proteggerla dal vampiro Originale Klaus e da altre forze che
ambiscono al pieno controllo della ragazza, che si è rivelata
essere una delle doppelgänger di Amara. Gli amici di Elena vengono
spesso coinvolti nelle situazioni soprannaturali e combattono per
vivere serenamente a Mystic Falls, un luogo costantemente
tormentato dal proprio passato.
Poco tempo fa vi avevamo rivelato
che la Universal Picture e la Imagine
Entertainment avevano acquistato i diritti per la
trasposizione cinematografica della serie di romanzi
Cronache dei vampiri (The Vampire
Chronicles), della scrittrice statunitense
Anne Rice.
Adesso The Wrap riporta la notizia
che Josh Boone, regista di Colpa delle
stelle, sarebbe in trattative per dirigere il primo
adattamento della serie, ancora senza titolo. Secondo quanto
riportato online, Boone dovrebbe occuparsi anche della
sceneggiatura della pellicola, che si baserà sul secondo e sul
terzo libro della serie, The Vampire
Lestat (Scelti dalle tenebre) e
The Queen of the Damned (La regina
dei dannati), in cui la narrazione è affidata al vampiro
Lestat, antagonista del primo romanzo della saga,
Intervista col vampiro.
Brian Grazer
produrrà il nuovo film in collaborazione con Alex
Kurtzman e Roberto Orci.Bobby
Cohen figura tra i produttori esecutivi insieme ad
Erica Huggins della Imagine.
Non estraneo al genere horror,
prima di dirigere The Vampire Chronicles,Josh
Boone dovrà completare le riprese dell’adattamento
cinematografico del romanzo di Stephen King,
The Stand (L’ombra dello
scorpione), ad opera della Warner Bros.
Dopo il grande successo del francese
Quasi amici – Intouchables di
Olivier Nakache e Éric Toledano,
che nel 2011 conquistò critica e pubblico di tutto il mondo con la
sua favola vera, divertente e commovente, di dolore, amicizia e
integrazione, è arrivato The Upside – sempre
amici, versione americana della pellicola targata
2017 e diretta da Neil Burger. Doveva essere
distribuito in Usa da marzo 2018, ma essendo prodotto dalla
Lantern Entertainment di Harvey
Weinstein – assieme alla STX Film, Escape Artists
Productions e Amazon Studios – ha
risentito del noto scandalo che lo ha investito e la sua uscita è
stata posticipata a gennaio 2019. Ha ottenuto buoni incassi in
patria, mentre in Italia è disponibile su Prime Video da aprile 2019.
La trama di The
Upside
Il canovaccio attorno a cui si
sviluppa il film è ben noto. Il ricco aristocratico Philippe,
Bryan Cranston, è tetraplegico. Frustrato
dalla malattia e mai ripresosi dal dolore per la morte della
moglie, assume come badante un giovane uomo di colore, Dell,
Kevin Hart, che viene dalla periferia ed è in
libertà vigilata. All’inizio non è facile trovare un’intesa tra due
mondo così diversi, ma pian piano i due scoprono i reciproci lati
positivi. Sarà Dell a convincere Philippe a riprendersi la propria
vita, nonostante la disabilità, e a coltivare i piaceri che ancora
gli si offrono. Mentre Philippe spingerà Dell a investire su ciò
che conta davvero per lui e ad avere più fiducia in sé stesso,
concedendogli una seconda possibilità.
La storia vera all’origine
di The Upside
The
Upside, come il suo predecessore, è ispirato alla
vera storia del duca Philippe Pozzo di Borgo –
direttore della nota azienda produttrice di champagne Pommery,
rimasto paralizzato dopo un incidente in parapendio – e del suo
aiutante Abdel Sellou, da lui stesso narrata nel
libro Il diavolo custode, edito in Italia da Ponte alle
Grazie. Anche Sellou ha voluto raccontare questa grande amicizia
dal suo punto di vista nel libro Mi hai cambiato la vita,
Salani Editore.
The
Upside, un remake che tiene testa
all’originale
Due sono gli interrogativi
principali che si pongono nell’accingersi alla visione del film. Il
primo è se e quanto fosse necessaria una riproposizione del film in
versione Usa, dal punto di vista del pubblico, dal momento che
sulla speranza dei produttori di bissare quello che è stato un
enorme successo in termini economici e di popolarità non vi sono
dubbi. In altri termini, riesce The
Upside ad aggiungere qualcosa, un elemento proprio,
originale, che possa suscitare l’interesse del pubblico,
scrollandosi di dosso il rischio di essere una copia pedissequa?
Oppure, se non aggiunge originalità, riesce a mantenersi vitale e
godibile, commovente e divertente, profondo e leggero come lo era
stato l’originale? È insomma all’altezza dell’originale?
Quasi
amici contava sulla bravura di un attore solido
come François Cluzet, una vera sicurezza del
cinema francese, e sulla comicità di Omar Sy. La
strana coppia funzionava e trascinava lo spettatore tra risate e
commozione con un ritmo coinvolgente, regalando alla Francia uno
dei suoi migliori incassi di sempre. The Upside
resta fedele all’originale ma non lo fa rimpiangere. Riesce a
dedicare ai rapporti umani quella cura che è l’essenza del film e
che non sempre è facile trovare nel cinema americano. Non
si trasforma in una commedia meccanica, che mira solo alla risata.
In diversi momenti si ride di gusto, ma lo si fa in modo
intelligente e mai gratuito. L’incontro-scontro tra il
mondo dei bianchi, rappresentato dal ricco Philippe e quello dei
neri, simboleggiato da Dell, due mondi opposti che si scoprono
complementari, è nell’America di oggi uno sprone all’integrazione e
un buon punto di partenza per una riflessione.
Il cast di The
Upside
Se il film riesce a
mantenere la sua verve e la sua complessità è merito di un buon
cast, a partire da Bryan Cranston – premiato
con Emmy e Golden Globe per la sua interpretazione di Walter White
nella serie televisiva Breaking Bad e
candidato all’Oscar per L’ultima parola – La vera
storia di Dalton Trumbo – che dà prova di duttilità e
grande sensibilità nell’interpretare Philippe, combattuto fra
l’attaccamento alla vita, la frustrazione dell’immobilità e il
dolore per la scomparsa della moglie, che lo portano a lasciarsi
andare. Kevin Hart –Scary Movie 3,
Jumanji: Benvenutinella
giungla, Una spia e mezzo – da attore comico dà
vita a divertenti siparietti, specie quando è alle prese con le
diavolerie da ricchi che popolano il mondo di Philippe. Quello che
forse non ci si aspetta è che si dimostri all’altezza anche dei
momenti più profondi, mostrando nuove sfaccettature del suo
talento.
A completare il cast Nicole
Kidman, che col suo aspetto esile e diafano interpreta in
modo misurato la apparentemente rigida ma sensibile Yvonne,
segretaria personale di Philippe. Julianna
Margulies è Lily, con cui Philippe ha una relazione
epistolare, mentre Tate Donovan è l’antipatico
Carter.
La colonna sonora e
l’omaggio ad Aretha Franklin
Infine, uno spazio va dedicato alla
colonna sonora. Quale modo migliore per rappresentare l’incontro
tra due mondi distanti, se non con due tradizioni musicali
totalmente differenti? Questo era un tratto distintivo di
Quasi Amici e resta tale anche in
The Upside. Lì c’erano la musica classica
e contemporanea di Mozart,
Bach,Vivaldi e
Ludovico Einaudi a illustrare i gusti di
Philippe, il suo mondo sofisticato e aristocratico da un lato; il
funk e il degli Earth, Wind & Fire
dall’altro, a dare voce al mondo di Driss. Qui Philippe è un amante
dell’opera, la Turandot e altri classici, del canto lirico
di Luciano Pavarotti, mentre l’idolo di Dell è “la
Regina del Soul”, Aretha Franklin, all cui memoria
il film è dedicato. Nessuno dei due protagonisti sopporta la musica
dell’altro, finché i due riescono a trovare una mediazione anche in
questo. L’importante traguardo è suggellato dal finale del film,
visivamente molto suggestivo e musicalmente affidato proprio alla
calda e potente voce di Aretha Franklin che vola sulle note di un
classico dell’opera. Le musiche originali del film sono di
Rob Simonsen.
L’esilarante sitcom di Netflix The
Upshaws ha accumulato in sordina un’impressionante serie
di sei episodi, e ora la serie è pronta a tornare presto per la sua
settima e ultima puntata. Creata per il piccolo schermo da Regina
Y. Hicks e Wanda Sykes, la serie racconta di una famiglia nera
della classe operaia dell’Indiana che cerca di avere successo negli
affari e allo stesso tempo di costruire i propri legami familiari.
Il fulcro della serie è l’attività di autoriparazione di Bennie
(Mike Epps) e il suo rapporto logoro con la cognata e socia in
affari Lucretia (Sykes). Pur non essendo un’idea innovativa, The
Upshaws brilla per il suo umorismo tagliente.
Sebbene Netflix sia noto per le sue serie di massa con
budget giganteschi, lo streamer ha trovato il successo anche con
progetti più piccoli come TheUpshaws. Il costo
contenuto e la rapidità di produzione hanno permesso allo show di
andare in onda per quattro stagioni a partire dal 2021, anche se
gli show più importanti dello streamer languono in un limbo di
produzione a tempo indeterminato. Sfortunatamente, la parte 7 di
The Upshaws è confermata per la fine della popolare sitcom,
che uscirà di scena dopo un’impressionante serie di cinque
stagioni. Anche se non è chiaro cosa ci sia in serbo per Bennie e
il resto della famiglia Upshaw, la settima parte sarà senza dubbio
un tripudio di risate come i suoi predecessori.
La parte 7 di The Upshaws è confermata
Ancor prima della première della sesta parte, prevista per
l’inizio del 2025, Netflix aveva già deciso la settima parte di The
Upshaws. Con la notizia del giugno 2024, Netflix ha annunciato (via
Deadline) che non solo la sitcom si era guadagnata la settima
parte, ma che la settima parte avrebbe anche concluso la serie.
Sebbene non sia stata fornita alcuna ragione per la cancellazione,
sembra che la decisione di terminare lo show sia stata presa di
comune accordo.
Il rinnovo preventivo (prima della première della sesta parte)
suggerisce che lo show è sempre stato in programma per cinque
stagioni, ed è già uno degli show multi-camera di maggior successo
dello streamer. La settima parte sarà composta da un totale di 12
episodi e arriverà presumibilmente nel 2025. Con la fine di The
Upshaws a breve, Netflix non avrà più sitcom multicamera sulla sua
piattaforma. That ’90s Show è andato in onda in contemporanea con
The Upshaws per due stagioni, ma è stato cancellato nel 2024.
La parte 7 di The Upshaws sarà la stagione finale
La stagione finale porterà The Upshaws a un totale di 60
episodi, posizionandosi solo dietro Fuller House (che ha avuto una
durata di 75 episodi) e The Ranch (80 episodi). Sebbene non sia
noto il motivo della cancellazione dello show, almeno avrà un
finale conclusivo grazie al rinnovo preventivo.
Dettagli sul cast di The Upshaws Parte 7
Come qualsiasi altra sitcom, The Upshaws si affida a un cast
costante di stagione in stagione per costruire un rapporto
umoristico tra i personaggi. Per quanto riguarda questo aspetto, si
prevede che tutti i volti noti delle prime sei puntate della sitcom
saranno presenti per riprendere i loro ruoli. Forse il più
importante è che l’attore comico Mike Epps tornerà a vestire i
panni del meccanico oberato di lavoro Bennie, che sarà nuovamente
tormentato dalla cognata e socia in affari Lucretia (Wanda
Sykes).
La figlia minore, Maya, sarà probabilmente interpretata dalla
rientrante Journey Christine, mentre il figlio maggiore, Bennie
Upshaw Jr, sarà interpretato da Jermelle Simon. Anche una serie di
altri volti familiari potrebbe tornare, soprattutto con la settima
parte che conclude la sitcom di Netflix.
Dettagli sulla trama di The Upshaws Parte 7
La conclusione di una sitcom è sempre un affare complicato e The
Upshaws non farà eccezione a questa tradizione consolidata nel
tempo. Mentre ci si aspetta un commiato sentito, i dettagli
specifici della storia sono un po’ più sfuggenti a causa della
natura a basso rischio delle sitcom. Bennie continuerà
probabilmente a lottare per tenere a galla il suo garage,
affrontando anche gli alti e bassi della vita familiare. Nel
frattempo, l’irrequietezza di Lucretia arriverà probabilmente a un
punto di svolta nell’ultima serie di episodi, e potrebbe rimanere
con la sua famiglia o andarsene ancora una volta.
Anche i figli di Bennie e Regina stanno entrando in nuove fasi
della loro vita, e questo non solo fornisce materiale narrativo per
la settima parte, ma rappresenta anche una sfida emotiva per i loro
genitori. Come se le cose fossero già abbastanza stressanti per
Bennie e Regina, potrebbero dover imparare a gestire il fatto che
il loro affiatato nucleo familiare sta crescendo e si sta
separando. I 12 episodi della settima parte saranno probabilmente
ricchi di contenuti, ma senza sacrificare l’umorismo leggero che
funziona così bene. Qualunque cosa accada nell’ultima stagione di
The Upshaws, il divertimento è assicurato.
Bastano due parole per capire che il
classico del crimine di Brian De Palma del 1987,
The Untouchables – Gli intoccabili, si ispira alla
realtà: Al Capone.
Nel film, il famoso boss mafioso,
interpretato da Robert De Niro, è inseguito da una banda di
agenti speciali dell’U.S. Bureau of Prohibition soprannominati
The Untouchables – Gli intoccabili. Un gruppo
guidato da Eliot Ness, interpretato nel film da Kevin Costner. Gli altri Intoccabili sono
Sean Connery nel ruolo di Jim Malone, Andy Garcia nel ruolo di George Stone e
Charles Martin Smith nel ruolo di Oscar Wallace.
La sceneggiatura, scritta da David
Mamet, è basata sull’omonimo libro di memorie di Ness e Oscar
Fraley. Ness morì nel maggio del 1957, poco prima dell’uscita
del libro. La sua fama postuma ha raggiunto nuove vette dopo
l’uscita del film. Che siate nuovi al film o che vi stiate
accontentando di rivederlo, ecco uno sguardo alle storie vere (e
non così vere) che stanno dietro a The Untouchables – Gli
intoccabili.
Il proibizionismo
Negli Stati Uniti il proibizionismo
durò dal 1920 al 1933. Il fuorilegge degli alcolici ha dato potere
e ricchezza a criminali organizzati come Capone, che in quel
periodo controllava più o meno tutta Chicago. Il film di De Palma
inizia con un giornalista che chiede a Capone perché si dichiari
semplicemente sindaco.
Nel gennaio 1919 fu approvato il 18°
emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti, che vietava la
produzione, la vendita e la distribuzione di alcolici. Più tardi,
nello stesso anno, i legislatori approvarono il National Prohibit
Act, che delineava le modalità di applicazione della nuova legge.
La gente la soprannominò subito Volstead Act, in onore del deputato
del Minnesota Andrew Volstead, che dirigeva la Commissione
Giudiziaria della Camera e supervisionò l’approvazione della
legge.
La legge istituì anche la
Prohibition Unit, una divisione dell’IRS responsabile
dell’applicazione della legge. Secondo
The Mob Museum:
[L’unità era composta da agenti che
non erano tenuti a sostenere esami di servizio civile, lasciando la
porta aperta ai membri del Congresso e ai politici locali per
nominare i loro amici, compresi i candidati con un passato
discutibile.
Naturalmente, questo lasciava spazio
alla corruzione nel processo. E i boss mafiosi come Capone potevano
operare con un certo livello di protezione.
L’Ufficio del proibizionismo
Per tutti gli anni Venti, i membri
dell’Unità per il Proibizionismo, spesso con l’assistenza delle
forze dell’ordine locali, si misero al lavoro per reprimere i
contrabbandieri. Il Mob Museum fa notare che alcuni di questi
agenti ottennero fama nazionale e altri furono ripresi nei
cinegiornali dei cinema.
Nel 1930, l’Unità per il
Proibizionismo passò dal Dipartimento del Tesoro al Dipartimento di
Giustizia. Assunse un nuovo nome: Bureau of Prohibition. Il Mob
Museum osserva che l’escalation di crimini violenti precipitò
questo trasferimento al Dipartimento di Giustizia, che era meglio
equipaggiato per affrontare mafiosi come Capone.
I veri The Untouchables – gli
Intoccabili
Una delle stelle del Bureau fu
l’agente speciale Eliot Ness. A soli 26 anni, fu nominato nuovo
capo investigativo dell’ufficio di Chicago del Bureau. Secondo
l’Enciclopedia Britannica, l’età di Ness era proprio il motivo per
cui il Bureau era interessato ad assumere uomini come lui. La loro
giovinezza li rendeva “estremamente impegnati e non corruttibili”.
Così nacque il soprannome “gli Intoccabili”.
La banda degli Intoccabili era
composta da circa 10-15 uomini. L'”ultimo degli uomini di Ness”,
Albert Wolff, è morto nel 1998 a 95 anni. Il suo
necrologio sul New York Times riporta le sue parole:
Non sono nato per vendermi, non sono
fatto così. La paga non era buona, ma non ero costretto a lavorare,
ero felice di farlo. A quell’epoca non c’erano molti del mio genere
nel dipartimento, e ne ero orgoglioso”.
Negli ultimi anni, Wolff ha lavorato
come consulente tecnico per il
film di Brian De Palma, mostrando persino a Kevin Costner come
impugnare correttamente una pistola. Ma quando il film fu
proiettato, si oppose ad alcune rappresentazioni. Riferendosi al
famoso incontro di Ness con Capone nel film, Wolff avrebbe detto:
“Non è che uno si imbatte in uno come Capone per strada”.
Questo fu solo l’inizio del
complicato rapporto del film con la realtà.
Chi era il vero Elliot Ness?
Come i suoi antenati, anche Ness
amava la stampa, come mostra De Palma nel film. Lo storico Alex von
Tunzelmann nota in un saggio per il
Guardian che Ness “era un auto-pubblicitario di prim’ordine”.
Ma, come continua von Tunzelmann, questa era praticamente una delle
uniche rappresentazioni accurate del vero Ness nel film.
Nel 2014, Neel Tucker ha
scritto sul Washington Post che il libro di Ness “è quasi tutta
finzione”. La storia degli Intoccabili è riemersa quell’anno dopo
che un gruppo di senatori statunitensi ha proposto di intitolare a
Ness la sede del Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and
Explosives. Come ha detto l’autore Daniel Okrent al Post, “tanto
valeva intitolarla a Batman”.
Il Post riporta che gran parte del
racconto di Ness è mitizzato e iperbolico. Nel libro, Ness “evita i
proiettili di un sicario, si tuffa da un’auto che cerca di
investirlo, prende a pugni dei malviventi, scambia battute con
prostitute saccenti e prosciuga l’enorme operazione di Capone”. È
il tipo di eroismo audace descritto nel film.
Ness scrisse anche che Capone chiese
ai suoi amici di uccidere Ness. A proposito di tali affermazioni,
il Post osserva che:
Erano praticamente tutte
sciocchezze, ma la gente le amava.
Quindi cosa è successo davvero?
La strategia fiscale
Ness fu un funzionario delle forze
dell’ordine molto influente, spesso accreditato di aver contribuito
a modernizzare il lavoro investigativo. E ha danneggiato gravemente
le operazioni di Capone a Chicago. La verità, tuttavia, diventa
oscura quando si discute di quanto merito abbia Ness.
Nel film, Ness è al centro
dell’azione: lavora con i procuratori, escogita l’idea della frode
fiscale (con l’aiuto di Oscar Wallace) e in seguito convince il
procuratore a rimanere sul caso. Ma le cose non sono andate proprio
così.
Secondo il Post, Ness e i suoi
uomini passarono i “primi sei mesi del 1931 a razziare le birrerie
nascoste di Capone”. In seguito si misero al lavoro su un’accusa di
contrabbando di 5.000 capi d’accusa contro Capone. Tuttavia,
Johnson, il procuratore degli Stati Uniti, che “amava il lavoro di
Ness”, optò per un approccio diverso.
I giurati, ragionò Johnson, amavano
bere. Ma odiavano le persone che imbrogliavano sulle tasse. Così,
piuttosto che tentare l’approccio al contrabbando di Ness, si mise
contro Capone per evasione fiscale. La giuria condannò Capone per
cinque capi d’accusa e il giudice lo condannò a 11 anni di
carcere.
Dopo una carriera a realizzare
documentari di successo, interessantissime storie di attualità
politica e sociale, Errol Morris si dedica ad uno
dei personaggi più affascinanti, controversi e importanti della
storia politica degli Stati Uniti negli ultimi quarant’anni:
Donald Rumsfeld nel film The unknown
known. Il documentarista, come è nel suo stile, ripercorre
la carriera di Rumsfeld con arguzia e intelligenza, conducendo
un’intervista durante la quale il soggetto è messo più volte con le
spalle al muro. Con la consueta eleganza che lo caratterizza,
Morris ritrae il personaggio in tutti i suoi aspetti, riuscendo ad
offrire un ritratto omogeneo e oggettivo di una figura politica
forte e schierata che senza dubbio genera ancora oggi contrastanti
idee nell’opinione pubblica.
The unknown known
Da Reagan e Nixon, fino ad approdare al fianco di Bush Junior,
Donald Rumsfeld è riuscito, nell’arco di più di 40
anni di carriera, a manovrare il Governo della più grande potenza
mondiale, rimanendo in prima fila durante tutti gli ultimi e grandi
sconvolgimenti (e scandali) che hanno coinvolto la Casa Binaca e il
Presidente degli Stati Uniti d’America.
Morris conduce la narrazione
alternando l’intervista a filmati d’epoca, documenti originali
declassificati e un sapiente utilizzo della grafica che movimenta
il racconto, rendendo il documentario, genere didattico e forse
noioso per eccellenza, un vero e proprio pezzo di cinematografia
moderna, all’altezza di grandi film di fiction.
Unipol Biografilm
Collection e I Wonder Pictures presentano
in 23 sale del circuito UCI Cinemas un
appuntamento settimanale dedicato al genere cinematografico che fa
dello sguardo diretto sulla realtà la propria caratteristica
principale, il documentario.
Ogni martedì sarà
possibile assistere in sala ai più coinvolgenti racconti di vita,
narrati da autori premiati nei più prestigiosi festival del mondo,
presentati in lingua originale con i sottotitoli in
italiano.
Grazie alla scommessa di Unipol
Biografilm Collection e del circuito UCI Cinemas, contenuti di
qualità dalla forte valenza culturale come i film documentari,
spesso visibili in Italia esclusivamente nel circuito delle sale
d’essai e dei festival cinematografici perché considerati
interessanti solo per una ristretta cerchia di spettatori, si
allargano al pubblico popolare dei multisala. Una scommessa che
pone però le sue radici nel dato concreto del crescente
successo commerciale del genere documentario nel mondo, e
in particolar modo negli Stati Uniti e in Francia.
L’ottavo appuntamento della
rassegna, martedì 14 aprile alle ore 20.30, sarà
la proiezione speciale di The Unknown Known –
Morris Vs Rumsfeld di Errol Morris,
pellicola presentata in concorso alla settantesima edizione della
Mostra del Cinema di Venezia, nel 2013.
Il film è un lucido e rigoroso
ritratto di Donald Rumsfeld, uno dei grandi architetti della guerra
in Iraq. Rumsfeld entra in scena come scrittore/attore della
propria vita leggendo una scelta dei suoi “fiocchi di neve”, le
decine di migliaia di appunti annotati nel periodo in cui fu membro
del Congresso, consigliere di quattro diversi presidenti e per due
volte segretario della Difesa. Il Rumsfeld scrittore è deciso,
filosofico e amante delle massime e delle regole; il Rumsfeld
attore non è meno controllato di quanto lo fosse durante le sue
virtuosistiche conferenze stampa a proposito del conflitto
iracheno, e altrettanto provocatorio. La sua visione del mondo è
imperativa e sicura di sé: “La vera pace può venire soltanto dalla
forza militare”.
Arriva il primo trailer
del documentario The Unknown Known
di Errol Morris che abbiamo visto e amato
alla Mostra di Venezia quest’anno. Il film è incentrata sulla
carriera della figura di Donald Rumsfeld, un
uomo che ha fatto parte della vita politica della Casa Bianca dal
1960 fino al 2003.
Da Wikipedia: Donald
Rumsfeld fu eletto nel 1962 alla Camera dei Rappresentanti e
rieletto nel 1964, 1966 e 1968. Nel 1969 si dimise dal congresso
per assumere incarichi nell’amministrazione di Richard Nixon. Nel
1973 lasciò Washington per assumere l’incarico di ambasciatore
statunitense alla NATO. Dal 1974 tornò a Washington per far parte
dello staff del presidente Gerald Ford, sotto la cui presidenza
rivestì in particolare il ruolo di Capo di gabinetto presidenziale
(con Dick Cheney suo vice) e quindi di Segretario alla Difesa dal
1975 al 1977. Fu così il più giovane Segretario alla Difesa della
storia degli Stati Uniti. Dal 1977 al 1985 Rumsfeld ebbe incarichi
dirigenziali di alto livello nella G.D. Searle & Company, arrivando
ad esserne presidente. La G.D. Searle & Company è una
multinazionale farmaceutica nota per la pillola contraccettiva
Enovid e per il dolcificante brevettato con il nome di aspartame.
Nello stesso periodo, tuttavia, Rumsfeld non abbandonò la carriera
nell’amministrazione statunitense. Tra gli altri incarichi
ricoperti, dal 1983 al 1984 fu inviato speciale di Ronald Reagan in
Vicino Oriente. Fu in questa veste che incontrò Saddam Hussein,
all’epoca sostenuto dagli Stati Uniti nella guerra contro l’Iran.
Risale a quest’epoca il famoso video in cui Rumsfeld stringe la
mano a Saddam. Dal 1985 al 1990 Rumsfeld continuò a portare avanti
in parallelo carriera pubblica e affari privati. Dal 1990 al 1993
diresse la General Instrument Corporation. Nel 1997 Rumsfeld ha
fondato, con altri esponenti della destra ultraconservatrice
statunitense, il Project for a New American Century (Progetto per
un nuovo secolo americano), il cui ruolo è stato determinante nella
decisione di dichiarare guerra all’Iraq. Nel 2001 Rumsfeld fu
nominato dal neo-presidente degli Stati Uniti, George W. Bush,
Segretario alla Difesa. Nel secondo mandato, iniziato nel 2005,
Rumsfeld è confermato nel suo ruolo, dal quale però si dimette il
giorno 8 novembre del 2006, all’indomani della pesante sconfitta
dei Repubblicani nelle cosiddette elezioni di medio termine, e fu
sostituito dall’ex capo della CIA, Robert Gates.
La cantautrice candidata
ai GRAMMY Awards Andra Day ha ricevuto la
nomination ai Golden Globe come Migliore
Attrice Protagonista in un film drammatico per la sua
interpretazione di Billie Holiday nel film The United
States of America VS. Billie Holiday. Diretto dal
regista Premio Oscar Lee Daniels (The
butler), scritto dal Premio Pulitzer Suzan-Lori
Parks e interpretato da Andra Day e Trevante Rhodes
(Moonlight), il film si è aggiudicato anche la nomination
per la Miglior Canzone “Tigress and tweed” interpretata
proprio da Andra Day.
The United States
of America VS. Billie Holiday arriverà in Italia
al cinema grazie a BiM Distribuzione. È uscita il 19
febbraio la colonna sonora del film distribuita da Warner
Records.
Degli anni Quaranta
l’icona della musica jazz Billie Holiday collezionava successi in
tutto il mondo, mentre il governo federale statunitense decideva di
trasformare la Holiday nel capro espiatorio di una dura battaglia
contro la droga prendendo di mira la sua fragile e complicata vita.
Il fine ultimo delle azioni intraprese contro la cantante non era
però legato alla droga, ma a impedirle di eseguire la sua
straziante ballata “Strange fruit”, grido di denuncia contro i
linciaggi del governo degli U.S.A. e contributo essenziale
per il movimento per i diritti civili.
The Union vede una
spia che recluta il suo vecchio fidanzato per una missione
pericolosa, ma i due finiscono insieme al momento dei titoli di
coda? L’Unione è un’organizzazione di spionaggio composta da
“colletti blu” e, dopo una missione fallita per recuperare
informazioni riservate nell’incipit del film, ha bisogno di
reclutare un “signor nessuno” per un’operazione di recupero. Questo
porta l’agente Roxanne Hall (Halle
Berry) a riallacciare i rapporti con l’ex fidanzato
Mike (Mark
Wahlberg), un operaio edile la cui vita è diventata
stagnante. Dopo aver accettato con riluttanza, Mike riceve due
settimane di addestramento per diventare una spia.
Mike si dimostra migliore di quanto
ci si aspettasse, ma Roxanne scopre presto che a rubare le
informazioni è stato il marito Nick (Mike Colter), separato e
presunto defunto. Nick incastra anche il capo dell’Unione
Brennan (J.K.
Simmons) per fargli prendere la colpa, portando alla
chiusura del gruppo. Il finale di questo
film d’azione con Mark Wahlberg porta Roxanne
e Mike in Croazia per impedire la vendita delle informazioni e la
resa dei conti con Nick. Dopo che quest’ultimo è stato ucciso e
l’hard disk rubato è stato recuperato, la scena finale vede
Mike e Roxanne partecipare al matrimonio del migliore amico di Mike
nel New Jersey.
Cosa succede a Mike e Roxanne
dopo la fine della loro missione
Il cast di The
Union è composto da Wahlberg e Berry, e il film punta molto
sulla chimica tra i due. Nonostante gli scherzi da spia e le
sparatorie, il film è in parte incentrato su due persone che si
ritrovano quando sono più vecchie e più sagge. The
Union si conclude con Mike e Roxanne che
partecipano al matrimonio e decidono di riprovare la loro
relazione, con il ripostiglio del custode come prima
destinazione.
Prima che possano arrivarci,
Brennan arriva per comunicare a Mike che fa ufficialmente parte
dell’Unione, quindi sembra che Roxanne e Mike saranno partner
personali e professionali. Il fatto che i due si mettano
insieme non dovrebbe essere uno shock, dal momento che l’intero
film è stato costruito in funzione di questo. Nonostante la
tensione romantica, The Unionnon
mostra mai Mike e Roxanne mentre si baciano.
L’apertura del film vede l’agente
Nick inviato a recuperare le informazioni da un agente della CIA
disonesto, ma la sua squadra viene rapidamente spazzata via e lui
viene colpito e presumibilmente ucciso. In apparenza,
sembra che il film abbia scelto un volto riconoscibile come
quello di Colter solo per scioccare gli spettatori quando viene
rapidamente ucciso, ma ovviamente ha molto di più da fare.
In seguito Nick riemerge e dice a Roxanne che il traditore è
Brennan. Tuttavia, la donna scopre subito che Nick ha
tradito l’Unione e sta lavorando con Juliet Quinn (alias la
banditrice) per vendere le informazioni al miglior
offerente.
Nick racconta a Roxanne
che, dopo aver rischiato la vita e aver portato a termine tante
missioni dell’Unione senza alcuna ricompensa o merito, ha deciso di
cambiare e di incassare.
Nick racconta a Roxanne che dopo
aver rischiato la vita e completato tante missioni senza alcuna
ricompensa, ha deciso di cambiare e incassare. Purtroppo, questo ha
comportato l’uccisione di alcuni dei suoi ex colleghi e il
tentativo di uccidere anche sua moglie. Nick si era stancato dei
principi fondanti dell’Unione, ma invece di andarsene e diventare
un mercenario, voleva usare le sue capacità per arricchirsi
rapidamente.
L’improbabile reclutamento di
Mike ha perfettamente senso
La premessadi The
Union ha il sapore della realizzazione di un desiderio, in
quanto prevede che un uomo che conduce una vita normale venga
trasportato in una piena di pericoli ed emozioni. Sulla carta,
tuttavia, è facile chiedersi perché un’organizzazione di
spionaggio di alto livello dovrebbe reclutare qualcuno conzeroesperienza come
spia. La sceneggiatura inserisce la risposta nella storia,
poiché le informazioni rubate riguardano le identità di chiunque –
sia esso un agente di polizia, dell’FBI,
dell’MI6, ecc.
L’Unione ha bisogno di un
perfetto sconosciuto per la missione, che si presenti come
acquirente , ma anche di qualcuno di cui fidarsi per fare
la cosa giusta. Per questo Roxanne sceglie Mike, ritenendo che
abbia un potenziale di cui nemmeno lui è consapevole. Il fatto che
Mike sia stato un atleta all-star e che il suo lavoro di muratore
corrisponda al profilo di un agente dell’Unione. Sebbene il suo
reclutamento sia logico, il fatto che diventi un agente di successo
dopo solo due settimane di addestramento è un elemento che non
corrisponde alla realtà.
Perché il sindacato recluta
solo persone “colletti blu
Mark Wahlberg ha definito il suo
personaggio dell’Unione un “colletto blu” di Bond, e il
film conferma questo paragone. Mike non indossa abiti eleganti o
guida auto appariscenti, ma si lancia in numerose sparatorie e
scazzottate. Anche tutti i membri della squadra sono molto
semplici, e Brennan spiega che l’Unione recluta solo
persone con un background da colletti blu perché sono quelle che
“portano a termine le
cose”.
Secondo la logica di Brennan, i
colletti blu sono considerati invisibili nella società normale,
nonostante siano quelli che “costruiscono le città” e le
fanno funzionare. Brennan è alla ricerca di persone intelligenti e
che abbiano lavorato sodo, non di chi ha frequentato le migliori
università o proviene da ambienti privilegiati. Si tratta di una
premessa unica per un’avventura di spionaggio, anche se la
sensazione è che The Union avrebbe potuto esplorare ancora
di più questo aspetto.
La banditrice d’asta di Jessica De
Gouw aggiunge un po’ di sollievo comico a The Union. Pur
essendo un cattivo amorale che cerca di vendere informazioni
riservate altamente dannose, almeno si diverte. Quinn si rivela
anche essere la nuova compagna sentimentale di Nick, ma
quando Roxanne li affronta nel finaledi The Union, invece di far
sparare le sue guardie del corpo a Roxanne, la Banditrice decide di
andarsene e lasciare che Nick si districhi da solo.
Il Banditore se ne va in parte
perché non vuole più avere a che fare con Nick, poiché quello che
avrebbe dovuto essere uno scambio pulito è diventato un pasticcio.
Il film lascia anche aperta la porta a un ritorno del
personaggio di De Gouw perThe Union
2, quindi se un sequel dovesse arrivare, un ritorno
di De Gouw è d’obbligo.
The Union
può anche ruotare intorno alle spie, ma in fondo è una frizzante
commedia sentimentale. Funziona meglio quando si concentra
sull’evoluzione della relazione tra Roxanne e Mike, ma il
messaggio di fondo del film è che non è mai troppo tardi per dare
una svolta alla propria vita. Mike è felice della sua vita
così com’è; potrebbe essere al verde, ma ha una grande serie di
amici e si trova a suo agio nella sua città natale. Tuttavia, c’è
un senso di sviluppo arrestato in lui, come se la vita gli fosse
passata davanti.
Il ritorno di Roxanne non solo gli
offre una seconda possibilità con l’ex amore della sua vita, ma lo
sfida anche a realizzare il suo potenziale. Lei e gli altri se ne
accorgono, ma anche quando Mike dimostra di essere un talento
naturale per il lavoro, continua a dubitare. The Union
vede il protagonista di Wahlberg tentare la sorte e vedere se è
destinato a cose più grandi; alla fine, Mike e Roxanne sono tornati
insieme e lui è un agente segreto di prim’ordine. In breve, il film
suggerisce che inseguire un sogno è sempre una buona cosa.
Come il finale di The Union
prepara un sequel
Nel finale di The Union Brennan non
solo dà il benvenuto a Mike nell’organizzazione, ma dice anche a
lui e a Roxanne che possono avere solo pochi giorni di riposo prima
di tornare al lavoro. Brennan li manderà in missione a
Marrakesh, anche se non fornisce dettagli precisi sul
lavoro. Forse non si tratta di un’idea diretta di The
Union 2, ma di sicuro il pubblico ha già in mente il
seme di un franchise prima della fine del film.
C’è anche la tendenza a far
scappare Juliet Quinn/La banditrice, con Roxanne che ha giurato di
darle la caccia. Un eventuale sequel di The
Union potrebbe giocare con alcuni tasselli, ma quasi
certamente si concentrerebbe sull’adattamento di Mike e Roxanne a
diventare partner romantici e professionali. In definitiva,
spetterà agli abbonati di Netflix decidere
se un sequel si farà, ma visto il cast stellare, non
sarebbe un grande shock.
Netflix ha diffuso il trailer ufficiale di
The
Unforgivable, il nuovo film originale con protagonista
Sandra Bullock. Diretto da Nora
Fingscheidt e scritto da Peter Craig,Hillary Seitz e Courtenay
Miles, il film vede protagonisti anche Vincent D’Onofrio,
Jon Bernthal, Richard Thomas, Linda Emond, Aisling Franciosi,
Rob Morgan, Emma Nelson, Will Pullen, Thomas Guiry e
Viola Davis. The
Unforgivable è prodotto da
Graham King, Sandra Bullock e Veronica Ferres.
In The
UnforgivableRuth Slater
(Bullock) esce di prigione dopo una condanna per un crimine
violento e si reinserisce in una società che si rifiuta di
perdonare il suo passato. Mentre affronta giudizi negativi nei
luoghi dove un tempo si sentiva a casa, si rende conto di avere
un’unica speranza di redimersi: ritrovare la sorella più piccola
che suo malgrado aveva abbandonato.
Esiste davvero la possibilità di una
nuova vita per un pregiudicato? The Unforgivable
sembra porre questa domanda allo spettatore, portando sullo schermo
la storia struggente di un’assassina che tenta di ritrovare i
suoi affetti una volta uscita di prigione. Il film
di Nora Fingscheidt è un validissimo adattamento
della serie inglese Unforgiven, soprattutto grazie alla
protagonista Sandra
Bullock. Vediamo il perché.
Due sorelle e un omicidio
Ruth Slater (Sandra
Bullock) è in carcere da vent’anni, metà della sua
vita. È accusata di aver sparato ad un poliziotto mentre una
squadra tentava di sfrattare lei e la sorellina Katy dalla
proprietà del padre defunto. Per buona condotta, Ruth
viene liberata e cerca di rimettersi in carreggiata: trova lavoro,
anzi due lavori. Non riesce però a darsi pace: vuole riabbracciare
la sorella, desiderio che le ha dato la forza di resistere tutti
quegli anni prigione. Katherine ora vive in una nuova
famiglia, suona il pianoforte ed è ignara del suo passato: conserva
solo qualche immagine confusa. Grazie a John (Vincent
D’onofrio) un avvocato dal cuore buono, Ruth
affronta pregiudizi e spettri passati nel tentativo di ritrovare
l’unico straccio di famiglia che le è rimasto. La pena da scontare,
anche dopo il carcere, sembra essere ancora lunga per
Ruth…
Le relazioni famigliari al centro
della storia
Famiglie distorte, assenti, mozzate,
stravolte, surrogate. C’è ogni possibile sfumatura dei rapporti
famigliari in The Unforgivable. Genitori morti in
vari modi, figli sofferenti e traumatizzati. Ma anche fratelli che
vivono fianco a fianco e sorelle separate forzatamente. La potenza
del lungometraggio è tutta racchiusa nelle emozioni che
viaggiano attraverso le relazioni parentali.
Emozioni forti che in The
Unforgivable scaturiscono da un evento tragico,
vissuto da entrambi i fratelli. La morte del poliziotto cambia la
vita non solo a Katy e Ruth, ma anche ai figli
del poliziotto ucciso: i ragazzi, una volta adulti, portano dentro
un dolore incolmabile, una rabbia che si trasforma in voglia di
vendetta e rivincita. In The Unforgivable è
mostrato il circolo vizioso della sofferenza: ogni accadimento
luttuoso genera nuovo dolore a nuove persone, in una spirale che
arriva a risucchiare tutti i personaggi del film.
Sandra Bullock: potente e
glaciale
Ruth è una donna segnata
profondamente dalle tragedie che si sono susseguite nella sua vita:
la morte dei genitori, l’assassinio, la perdita della sorella, il
carcere. Fin dalle prime immagini, il volto di Sandra Bullock ci comunica il tormento
interiore, la sofferenza del personaggio. Lo sguardo perso,
annebbiato, il viso che pare impassibile a tutto. E in questa
immensa freddezza, le poche espressioni marcate risultano
potentissime e dense d’emozione.
Con fare stoico, Ruth si è
arresa al suo destino, ma non si lascia demotivare. Nonostante
tutto, ha ancora degli obiettivi da realizzare: riprendere il
lavoro che l’appassionava da giovane, ritrovare Katy.Sandra marcia imperterrita, letteralmente:
cammina tantissimo in The Unforgivable, proprio a
rendere l’idea della resilienza del personaggio.
I buoni in The Unforgivable
Per il punto di vista adottato, in
The Unforgivable non esiste un vero e proprio
personaggio cattivo: abbiamo invece tanti anti-eroi. L’anti-eroe è
quel character che, per quanto moralmente scorretto, è presentato
in modo da sembrare umano, dotato di emozioni e di sensibilità.
Il discorso vale in primis per
Ruth. Non si riesce a non compatirla, anche se siamo
consapevoli del fatto che sia un’assassina. Come lo
spettatore, anche gli altri personaggi del film sono combattuti.
Inizialmente, o non appena vengono a sapere della sua condotta, la
disprezzano. Ma conoscendola a poco a poco ne colgono il lato umano
e la sofferenza. La lotta per ripulire l’identità, per essere
perdonata non è solo della protagonista: anche il pubblico e i
personaggi sono combattuti a livello morale. Ruth è buona
o cattiva?
Perché The Unforgivable merita di
essere visto
Un film ricco, carico di emozioni,
che affronta il tema della scarcerazione in chiave originale.
The Unforgivable merita anche per i colpi di scena
e la cura con cui le immagini sono state costruite, in un ottimo
mix di inquadrature ampie e composite e primissimi piani.
The Unforgivable è
disponibile in streaming sulla piattaforma Netflix.
Negli Stati Uniti, su HBO, è diventata la prima miniserie
i cui ascolti sono cresciuti senza sosta di settimana in settimana.
In UK i numeri da record fatti registrare su Sky hanno superato
perfino quelli dalla prima stagione de Il Trono
di Spade. The Undoing – Le verità non
dette, con Nicole Kidman e Hugh Grant protagonisti, è fra le miniserie
più attese e già più chiacchierate dell’anno.
The Undoing – Le verità non dette:
quando esce e dove vederla in streaming
The Undoing – Le verità non
dette uscirà tutta subito l’8 gennaio alle 6.00 di
mattina, quando tutti gli episodi saranno disponibili On
Demand su Sky e in streaming su NOW TV. Dalle 21.15 di
domani partirà anche su Sky Atlantic, dove andrà in onda ogni
venerdì per tre settimane. Il 9 e il 10 gennaio, inoltre, Sky
Atlantic +1 (canale 111) diventa Sky Atlantic Maratone, con una
programmazione interamente dedicata alla serie.
The Undoing – Le verità
non dette: la trama
Ambientata nell’esclusivo Upper
East Side di Manhattan, la serie è un appassionante family drama
con atmosfere da thriller psicologico che ha conquistato anche la
critica internazionale: una serie “assolutamente
avvincente” per il Guardian, “bellissima” per
Entertainment Weekly. Dal romanzo di Jean Hanff Korelitz “You
Should Have Known”- caso letterario del 2014 dal 19 gennaio in
libreria grazie a PIEMME in un’edizione tie-in col nuovo titolo
The Undoing– Le verità non dette – una storia
sulle bugie che raccontiamo a noi stessi, quando scegliamo – più o
meno inconsciamente – di chiudere gli occhi pur di non vedere la
verità che abbiamo davanti.
Creata da David E.
Kelley – già dietro al successo di Ally McBeal e
Big Little Lies, che gli è valso un Emmy Award – e diretta
dalla regista premio Oscar Susanne Bier, The
Undoing – Le verità non detteracconta di Grace Fraser
(Kidman), una terapista newyorkese di successo, e di suo marito
Jonathan Fraser (Grant), stimato oncologo pediatrico. Grace e
Jonathan vivono la vita che hanno sempre sognato, fino a quando un
violento omicidio e delle inquietanti rivelazioni sconvolgeranno il
loro destino e il peso di verità non dette scaverà delle crepe
profonde nella loro storia.
Il cast di The Undoing –
Le verità non dette
La serie vanta un cast in cui,
accanto a Kidman e Grant, spiccano
Donald Sutherland (Hunger
Games,
Ella & John – The Leisure Seeker), Édgar Ramírez (American
Crime Story: L’assassinio di Gianni Versace,
Joy), Noah Jupe (Honey Boy,
Le Mans ’66 – La grande sfida) e Matilda De Angelis (Veloce come il
vento, L’incredibile storia dell’Isola delle Rose),
che interpreterà Elena Alves. Un ruolo assolutamente centrale ai
fini dello svolgimento della trama per la giovane attrice italiana,
quello di una giovane artista che entra nella cerchia di amicizie
di Grace mentre quest’ultima pianifica una raccolta fondi per la
prestigiosa scuola frequentata dai loro figli.
Grace Fraser conduce una vita
praticamente perfetta a Manhattan. Psicoterapeuta affermata, abita
in una bella casa e ha una splendida famiglia composta dal marito
Jonathan e Henry (Noah Jupe), il figlio dodicenne che frequenta una
scuola privata d’élite nell’Upper East Side. Ma all’improvviso un
abisso si apre nella vita della donna: una morte violenta, un
marito che scompare nel nulla. Messa di fronte a una catena di
terribili rivelazioni, Grace capisce che potrebbe non conoscere
affatto il marito. Lei, che solitamente consiglia alle donne di
ascoltare l’istinto anche quando dice cose che non si vogliono
sentire, si rende conto che potrebbe non aver dato ascolto ai suoi
stessi consigli.
Disponibile dal 14 maggio
su Amazon Prime Video, The Underground Railroad è la nuova serie
Amazon Original firmata dal premio Oscar Barry
Jenkins. Basato sull’omonimo romanzo premio Pulitzer
di Colson Whitehead, lo show si
distanzia dalla trama originale per accogliere svolte nuove e
impreviste, seguendo l’istinto del suo creatore ma rispettando lo
spirito di partenza.
The Underground Railroad – la trama
La trama di The
Underground Railroad racconta un disperato tentativo di
fuga. La protagonista è Cora Randall, interpretata dall’esordiente
Thuso Mbedu, che prova a fuggire dalla sua
condizione di schiavitù, nel periodo subito precedente la Guerra
Civile Americana. La nostra eroina si ritrova nel Sud e la sua vita
è in costante pericolo. Scappa per riuscire a raggiungere la tanto
agognata libertà, che di fatto le viene negata dalla nascita.
Fugge da una piantagione
in Georgia, mettendosi sulle tracce della famigerata “ferrovia
sotterranea”. Scopre con sorpresa che non si tratta di una leggenda
o di una metafora ma di una vera e propria ferrovia, colma di
ingegneri e conducenti. Una rete segreta che si diffonde sotto il
suolo del Sud razzista e schiavista.
Il suo lungo viaggio non
è privo di pericoli, e alle sua calcagna c’è sempre Ridgeway (Joel
Edgerton), un cacciatore di taglie intenzionato a riportarla
indietro, spedendola nuovamente in catene nella piantagione dalla
quale è scappata. A spingerlo non vi è solo la sua “professione” ma
anche una motivazione personale: la madre della giovane, Mabel, è
infatti l’unica persona che l’uomo non sia riuscito a catturare
nella sua lunga carriera.
Cora si sposta da uno
Stato all’altro, lottando per restare in vita. Un viaggio
estenuante, che la vede fronteggiare il ricordo di una madre che
l’ha abbandonata e il terrore di una condizione alla quale non
vuole tornare. È decisa a lottare con tutte le sue forze perché in
questo mondo nessuno è disposto a regalarti nulla, soprattutto se
il colore della tua pelle ti definisce automaticamente uno
schiavo.
Il racconto di un popolo
Barry
Jenkins ha scelto di raccontare la sua storia, quella
degli afroamericani in quanto comunità, della loro origine come
popolo, a partire dalla condizione di schiavitù nella quale sono
stati tenuti per troppo tempo e senza alcuna ragione. Lo fa
seguendo l’ucronia di un romanzo che si è imposto alla sua
attenzione già dopo la realizzazione di Moonlight e che è rimasto a
maturare dentro di lui, fino alla possibilità, grazie ad Amazon
Studios, di realizzarne un adattamento che fosse in qualche modo la
sua lettura della stessa storia.
Il linguaggio di The Underground Railroad però non è quello
della denuncia, della violenza, della rivolta. Come sua
meravigliosa abitudine, Jenkins racconta anche la più terribile
delle vicende con grazia ed eleganza, partendo da circostanze reali
per assumere poi i toni sognanti e poetici di un racconto che non
perde mai la sua efficacia universale, anche trasfigurato da un
linguaggio tanto personale quanto distintivo.
E
il merito va anche agli interpreti, all’esordiente Thuso
Mbedu la cui Cora è il cuore pulsante e sanguinante della
storia, al veterano Joel Edgerton, che regala
sempre grande intensità ai suoi personaggi e che nonostante sia il
volto più noto della produzione, si mette al servizio del suo
narratore e di Ridgeway, il suo sgradevole personaggio. Citiamo anche il piccolo
Chase W. Dillon e Aaron Pierre
che contribuiscono nel comporre un quadro espressivo prezioso e
intenso.
Violenza e bellezza nel cinema di Jenkins
Il racconto di Jenkins
non segue un percorso temporale lineare, ma viaggia con la velocità
del flusso di coscienza da un quadro all’altro, mantenendo sempre
una grande coerenza formale e regalando allo spettatore fortissime
emozioni accostate alla bellezza delle sue immagini, un vero e
proprio topos nel cinema e nella serialità da lui firmata,
che trova in questo nuovo prodotto, da lui interamente scritto e
girato, una nuova vetta.
Prodotta dalla Plan B di
Brad Pitt, da Pastel e da Big Indie con Amazon
Studios, The Underground Railroad sarà disponibile
su Amazon Prime Video dal prossimo 14 maggio 2021.
The
Umbrella Academy che avrà come protagonista l’attrice
Ellen Paghe debutterà il 15 febbraio su
Netflix.
https://youtu.be/LMeqY7ogdF8
Basato sui celebri fumetti e
graphic novel The
Umbrella Academy, è stata creata e scritta da Gerard
Way (My Chemical Romance) e illustrato da Gabriel Bá, The
Umbrella Academyè
una serie live-action che segue i membri di una famiglia
disfunzionale di supereroi (The Umbrella Academy) – Monocle,
Spaceboy, The Kraken, The Rumor, The Séance, Number Five, The
Horror e The White Violin – mentre lavorano insieme per risolvere
la misteriosa morte del padre mentre modellano la loro personalità
e abilità divergenti. Pubblicato da Dark Horse Comics, la
serie a fumetti ha ottenuto molti elogi da parte di fan e critici
per il suo alternato e intrigante approccio al genere dei
supereroi.
The Umbrella Academy, la serie tv
The
Umbrella Academy sarà prodotta da Universal Cable
Productions. Steve Blackman (Fargo, Altered Carbon) sarà
produttore esecutivo e showrunner, con produttori esecutivi
Mike Richardson di Bluegrass Television e Keith Goldberg di
Dark Horse Entertainment. Gerard Way sarà come produttore
co-esecutivo. La sceneggiatura pilota è stata adattata dalla
serie di fumetti di Jeremy Slater (The
Exorcist).
In The Umbrella
Academy protagonisti sono Ellen
Page, Tom Hopper, Robert Sheehan, Emmy Raver-Lampman, David
Castaneda, Aidan Gallagher, Mary J. Blige , Ashley
Madekwe, Cameron Britton, Colm Feore, Adam Godley, John
Magaro e Kate Walsh.
Nel 1989, in un solo giorno, più di
quaranta giovani donne si ritrovano inspiegabilmente incinte per
dare alla luce quarantatré bambini speciali, poiché dotati di
indicibili superpoteri. Quando sette di questi bambini
vengono adottati da Sir Reginald Hargreeves, nasce la
curiosa Umbrella Academy, un’accademia di supereroi destinati a
salvare il mondo… o quasi. È così che inizia la storia di una delle
serie Netflix più
popolari e amate dal pubblico: The
Umbrella Academy, tratto dalla serie a fumetti
ideata e scritta da Gerard Way (cantante della band My
Chemical Romance), illustrata da Gabriel Bá e pubblicata da
Dark Horse Comics.
Dopo il debutto della prima
stagione nel febbraio del 2019, l’intraprendente serie – prodotta
da UCP, una divisione di Universal Studio Group per Netflix – è giunta al capolinea con la sua
quarta stagione, disponibile dall’8 agosto 2024
sulla piattaforma della N rossa.
The Umbrella Academy: dove eravamo
rimasti?
Proprio quando credono di aver
salvato ancora una volta il mondo e di essere tornati al proprio
presente, i fratelli Hargreeves si ritrovano catapultati in un
universo parallelo. Qui, il loro amato e dedito padre ha allevato
un nuovo gruppo di combattenti superdotati, conosciuti come la
Sparrow Academy. In questa nuova squadra, il Numero 1 è il forzuto
Marcus (Justin Cornwell), mentre la Numero 3 è la
cupa e cieca Fei (Britne Oldford), capace di
vedere il mondo attraverso gli occhi dei suoi amati corvi. Il
Numero 4 è il deformato Alphonso (Jake Epstein),
che può assorbire il dolore inflittogli per restituirlo ai suoi
nemici. Poi c’è la dolce e pacifica Sloane (Genesis
Rodriguez), che ha il potere di manipolare la gravità, e
la Numero 6, Jayme (Cazzie David), in grado di
indebolire i suoi avversari provocando allucinazioni con il suo
sputo velenoso. Il Numero 7 è poi Christopher, un potente cubo
telecinetico. Infine, il Numero 2 degli Sparrow è un volto
familiare per gli Umbrella: Ben, il loro compianto fratello che in
questo universo è vivo e vegeto, oltre che una sleale canaglia.
Dopo un incontro tutt’altro che
pacifico, i fratelli della Umbrella Academy si uniscono alla
Sparrow Academy. Mentre cercano di dimostrare quale famiglia sia
più degna dell’esigente ed egocentrico padre, devono collaborare
per affrontare l’ennesima minaccia di fine del mondo legata al
misterioso Hotel Oblivion. Tuttavia, i piani degli Hargreeves
raramente vanno come previsto e, dopo un epico scontro, finiscono
per far ripartire da zero ancora una volta la loro linea temporale.
Al termine dell’ennesimo Big Bang da loro causato, Cinque
(Aidan Gallagher), Luther (Tom
Hopper), Viktor (Elliot
Page), Klaus (Robert Sheehan), Lila
(Ritu Arya), Diego (David
Castañeda), Allison (Emmy Raver-Lampman)
e Ben (Justin Hong-Kee Min) si ritrovano a dover
ricostruire una nuova vita… senza poteri. Tuttavia, proprio quando
sembrano essersi adattati alle loro vite da comuni mortali, il
destino bussa nuovamente alla loro porta, portando con sé
una nuova crisi che minaccia la fine del
mondo (qui per un riassunto approfondito della
Stagione 3).
La fine dell’inizio
Privati dei loro straordinari
poteri, nel primo episodio della quarta stagione, ambientato sei
anni dopo la conclusione della terza, ritroviamo gli
Umbrella sotto nuove vesti. Viktor, silenzioso e
introverso, è ora proprietario di un piccolo e frequentato bar.
Luther ha intrapreso la carriera di strip-teaser spaziale; mentre
Diego e Lila, dopo essersi sposati e aver messo su famiglia, sono
alienati in una noiosa vita scandita dagli impegni dei tre figli
piccoli. Allison ha finalmente realizzato il suo sogno di fare
carriera nel mondo dello spettacolo e di vedere crescere la sua
dolce Claire, ora adolescente. E Klaus, che vive nel seminterrato
di Allison per gentile concessione, è diventato un sobrio e ansioso
zio germofobico che, insieme a Luther, cerca vanamente di tenere
unita la famiglia, o almeno ciò che ne resta. Infine, Cinque cerca
di dare un senso alla sua nuova vita come dipendente della CIA,
mentre frequenta un misterioso e pericoloso gruppo di sostegno.
Ma nonostante abbiano perso i loro
superpoteri, il coraggio e il desiderio di combattere contro
qualche spietato cattivo rimangono sentimenti costanti negli
Hargreeves, come se fossero destinati per sempre a salvare
e distruggere il mondo, bloccati in un ciclo punitivo
infinito di vittorie e sconfitte. Tuttavia, c’è qualcosa di diverso
in questa stagione: i sette fratelli, seppur con non poca
titubanza, rispondono ancora una volta alla chiamata dell’universo,
che chiede loro di rimettere a posto ciò che è stato
lasciato in sospeso fin dall’inizio. Chi con nuovi poteri
e chi con quelli vecchi (riavuti dopo aver bevuto l’ultimo
barattolo di Marigold), gli Hargreeves si trovano quindi costretti
a fare i conti con un destino crudele e severo, ma che si
rivela essere tragicamente inevitabile. Dunque sì, è
necessario salvare il mondo ancora una volta… ma a quale prezzo,
ora?
Una famiglia (super) disfunzionale… come tante
altre
Il sacrificio, il destino e
la redenzione sono solo alcune delle tematiche affrontate
nel corso della serie. Tuttavia, il tema centrale resta quello
della famiglia. Gli Hargreeves, al di là dei loro straordinari
poteri, sono semplicemente esseri umani fragili e complessi che
cercano di essere amati e di amare, e di ricostruire quella
famiglia che Sir Reginald ha loro negato. La loro lotta
non è solo contro nemici minacciosi e apocalissi imminenti, ma
anche e soprattutto contro le proprie insicurezze e debolezze,
contro la paura profonda di non essere accettati per ciò che si è
e, come se non bastasse, di restare soli.
Ciò che rende davvero gli
Hargreeves capaci di entrare in sintonia con gli spettatori è il
loro essere irrimediabilmente incasinati e feriti.
Questo gruppo di eroi si è sempre distinto per la famiglia
malridotta e disfunzionale che rappresentano, incarnando
così l’esempio di tante altre famiglie nel mondo. Famiglie in cui
ci sono divergenze e incomprensioni, in cui ci si ferisce e non ci
si ascolta, in cui le bugie sono all’ordine del giorno e il rancore
è alimentato dal silenzio, e in cui si è alla costante ricerca di
uno sguardo benevolo e di approvazione.
A differenza di molte altre
rappresentazioni di supereroi, quindi gli Hargreeves non
sono perfetti né infallibili. Al contrario, la loro
unicità e autenticità nascono dalle profonde cicatrici emotive,
scaturite da un male comune: la figura paterna di Sir Reginald
Hargreeves, un genitore autoritario e distante, che tratta i suoi
figli più come strumenti e burattini da manipolare che come
individui bisognosi di affetto e amore. Questa rappresentazione
realistica e complessa della famiglia è uno dei motivi principali
per cui la serie riesce a coinvolgere ed emozionare il
pubblico: gli spettatori vedono riflessi nei personaggi
non solo le lotte eroiche, ma anche le dinamiche familiari
quotidiane, rendendo TheUmbrella
Academy una storia fantastica di supereroi profondamente
umana e paradossalmente sincera.
The Umbrella
Academy non è esente da difetti: molti eventi
risultano caotici e confusi, e in alcune occasioni la trama appare
guidata da una logica stravagante e priva di senso. Diverse
sotto-trame rimangono aperte e non vengono adeguatamente risolte
nei sei episodi spesso frenetici della quarta stagione. Inoltre, i
personaggi, ad eccezione di Viktor e, sotto alcuni aspetti, Klaus,
sembrano mancare di un vero arco di evoluzione nel corso delle
stagioni. Dal primo all’ultimo episodio,
le loro intenzioni di crescita e il desiderio di cambiamento
sembrano sempre soccombere alla loro incapacità di perdonare,
voltare pagina e guardare davvero avanti. Tuttavia, il
tragicomico e bizzarro show di Netflix riesce a farsi
amare e, soprattutto, a far affezionare terribilmente il
pubblico a questa sgangherata e adorabile famiglia
nata per caso (e per errore).
Infine, chi li ha davvero amati
spererà con tutto il cuore di rivederli un’ultima volta, negli
ultimissimi minuti dell’episodio 6, magari felici, in quel grande e
rigoglioso giardino. Ma non siate troppo tristi se questo non
dovesse accadere: come tutti i più grandi eroi, gli
Hargreeves hanno sacrificato se stessi per salvare il mondo
intero, compiendo il più grande atto d’amore e regalando
al pubblico il degno finale di uno show che merita senza
alcun dubbio di “esistere”, nonostante tutto.
Tratta dall’omonima graphic novel
di Gerard Way, meglio
noto come ex frontman della band My Chemical
Romance, The Umbrella Academy è la
nuova serie prodotta da Netflix,
in arrivo sulla piattaforma a partire dal 15 febbraio. La serie,
che ha tra i suoi protagonisti Ellen Page, Tom Hopper,
Robert Sheehan, Cameron Britton e
Mary J. Blige, ha al centro della sua storia una
sbandata famiglia di supereroi. Tra dramma, azione, commedia e
cultura pop, The Umbrella Academy
soddisfa le alte aspettative e si afferma come l’ennesimo gioiello
del colosso streaming.
La serie ha per protagonisti sette
bambini con poteri speciali, nati nello stesso giorno nel 1989, e
adottati da Sir Reginald Hargreeves, misterioso miliardario e
fondatore dell’Umbrella Academy, con la quale si prefigge il
compito di addestrare i suoi figli adottivi a salvare il mondo.
Tuttavia, con l’adolescenza dei ragazzi, la famiglia si smembra e
ognuno intraprende la propria strada. A distanza di anni, i sette
eroi, ormai adulti, si troveranno a riunirsi in occasione della
morte del loro padre adottivo, scoprendo ben presto di avere a che
fare con qualcosa di molto più grande.
Steve Blackman, ideatore della
serie, sembra sapere come catturare l’attenzione degli spettatori,
e punta a trasporre quegli elementi della graphic novel di Gerard
Way che l’hanno resa celebre, facendone allo stesso modo i punti di
forza della serie. Sin dall’episodio pilota si ha così la
sensazione di trovarsi davanti ad un prodotto di ottima fattura,
dove la sceneggiatura ci presenta a dovere tutti i tasselli del
puzzle, da personaggi ben caratterizzati e psicologicamente
approfonditi, ad un contesto che vive di un’attraente e cupa
atmosfera di morte, data dall’arrivo di un’imminente
apocalisse.
Ricordando in questo opere come
Hellboye
Watchmen, la serie ha nella
costruzione della propria atmosfera uno dei punti centrali. Si
viene letteralmente rapiti dal tono cupo che aleggia su ogni
puntata, dove l’attesa per qualcosa che si avverte stare per
accadere mantiene viva l’attenzione e la tensione. Tutto ciò
tuttavia non grava eccessivamente sullo spettatore, merito anche di
un brillante umorismo che contribuisce a stemperare i toni e
rendere ancor più coinvolgente la storia. I momenti comici sono ben
dosati e ben costruiti, così da generare quel giusto di
divertimento che non stona con l’atmosfera generale. Non solo
divertimento però, e i momenti più drammatici o romantici non
tardano ad arrivare, permettendoci di entrare ancor meglio
nell’intimo dei personaggi, acquisendo una maggior empatia nei loro
confronti.
Questa fusione di generi
contribuisce a rendere The Umbrella
Academy un prodotto variegato, con molteplici
sfumature e un’anima viva e frizzante. Difficile per tanto rimanere
estranei alla narrazione e ad alcune ben precise sequenze,
che rivelano il grande fascino della messa in scena di cui la serie
è capace. Contribuiscono al successo del prodotto anche le
interpretazioni di un cast corale, dove ognuno riesce a sfoggiare
il meglio di sé e del proprio personaggio.
Ben presto, attraverso i personaggi
protagonisti diventa chiaro di come la narrazione voglia
concentrarsi sui legami che uniscono questa disfunzionale famiglia
di supereroi, lasciando, pur con la sua fondamentale importanza,
l’apocalisse in secondo piano. Ognuno dei protagonisti deve infatti
scontrarsi prima con ostacoli interni che non esterni, e il
rapporto tra i sette supereroi diventa così il modo per
ripercorrere la storia di una famiglia, dove la mancanza di amore e
fratellanza ha dato vita a demoni contro i quali ora bisogna fare i
conti. Solo attraverso il doloroso cammino che porta al perdono per
ciò che è stato sarà infatti possibile affrontare le minacce del
presente.
The Umbrella
Academy offre dunque molto più di quello che ci si
potrebbe aspettare. Piccoli dettagli che la rendono una serie
brillante, dove la regia e la colonna sonora sono splendidi valori
aggiunti, e la cura nella costruzione narrativa e visiva garantisce
intrattenimento ed emozioni su più livelli.
Netflix ha diffuso le prime foto ufficiale e
la data di uscita di The
Umbrella Academy, l’annunciato adattamento seriale
dell’omonima serie di romanzi.
La serie tv debutterà il 15 febbraio su Netflix
Basato sui celebri fumetti e
graphic novel The
Umbrella Academy, è stata creata e scritta da Gerard
Way (My Chemical Romance) e illustrato da Gabriel Bá, The
Umbrella Academyè
una serie live-action che segue i membri di una famiglia
disfunzionale di supereroi (The Umbrella Academy) – Monocle,
Spaceboy, The Kraken, The Rumor, The Séance, Number Five, The
Horror e The White Violin – mentre lavorano insieme per risolvere
la misteriosa morte del padre mentre modellano la loro personalità
e abilità divergenti. Pubblicato da Dark Horse Comics, la
serie a fumetti ha ottenuto molti elogi da parte di fan e critici
per il suo alternato e intrigante approccio al genere dei
supereroi.
The Umbrella Academy, la serie tv
The
Umbrella Academy sarà prodotta da Universal Cable
Productions. Steve Blackman (Fargo, Altered Carbon) sarà
produttore esecutivo e showrunner, con produttori esecutivi
Mike Richardson di Bluegrass Television e Keith Goldberg di
Dark Horse Entertainment. Gerard Way sarà come produttore
co-esecutivo. La sceneggiatura pilota è stata adattata dalla
serie di fumetti di Jeremy Slater (The
Exorcist).
In The
Umbrella
Academyprotagonisti
sono Ellen Page, Tom Hopper, Robert Sheehan, Emmy
Raver-Lampman, David Castaneda, Aidan Gallagher, Mary J.
Blige , Ashley Madekwe, Cameron Britton, Colm Feore, Adam
Godley, John Magaro e Kate
Walsh.
The
Umbrella Academy tornerà per la sua quarta e ultima
stagione il mese prossimo, ma l’adattamento di Netflix
della serie di fumetti più venduta di Gerard Way non concluderà la
sua corsa senza controversie.
Rolling Stone ha pubblicato
un articolo in cui vengono messe in evidenza le accuse mosse contro
lo showrunner Steve Blackman, che è stato accusato
di “comportamento tossico, bullismo, manipolativo e di ritorsione”
da dodici persone tra sceneggiatori e personale di supporto in una
denuncia delle risorse umane presentata lo scorso anno.
Nell’articolo, Blackman è descritto
come uno “showrunner manipolatore e caotico” che ha
coltivato “un posto di lavoro tossico mettendo i membri dello
staff gli uni contro gli altri” e si è preso il merito del
lavoro che non ha prodotto. Lo showrunner è stato anche accusato di
fare commenti “sessisti, omofobici e transfobici”.
La Universal Content
Productions, di proprietà della NBC, ha avviato
un’indagine interna dopo la presentazione della denuncia e si dice
che Blackman sia stato trovato “più o meno pulito”
rispetto alla maggior parte delle accuse. Tuttavia, le 12 persone
interpellate da Rolling Stone negano tutto ciò.
Il rappresentante di Blackman ha
rilasciato la seguente dichiarazione: “Nel corso di sei anni e
quattro stagioni in cui ha supervisionato migliaia di persone tra
troupe, attori e sceneggiatori, Steve Blackman ha portato ‘The Umbrella Academy’ a diventare una
serie amata con fan devoti, con storie avvincenti e un team
dedicato che l’ha realizzata. Queste accuse da parte di una
manciata di dipendenti scontenti sono completamente false e
oltraggiose e non riflettono in alcun modo l’ambiente di lavoro
collaborativo, rispettoso e di successo che il signor Blackman ha
coltivato”.
In un’intervista con Tudum, lo
showrunner di The
Umbrella Academy Steve Blackman
ha anticipato alcuni eventi della quarta stagione e ha affrontato
la scena post-credits della terza stagione che fa da sfondo alla
nuova stagione. Ha dichiarato che nulla nella serie – compreso
“Sparrow” Ben (Justin H. Min) nella metropolitana – è fatto per
caso:
“Siamo chiari: quello è Sparrow
Ben. La domanda che dovreste porvi è: che cazzo ci fa su un treno
della metropolitana coreana a leggere un libro sulla ceramica?
Strano, vero? Certo che lo è! Questa è “The Umbrella Academy”. Come
ogni buon fan di “Umbrella” sa, nessun momento della serie esiste
in modo isolato. Tutto ciò che vediamo ha un significato. E questo
momento non fa eccezione. Ben ha un motivo per essere
lì…“.
Nel cast di The
Umbrella Academy figurano anche Elliot Page (Close To You) nel ruolo di Vanya,
Tom Hopper (Love in the Villa) nel ruolo di
Luther, Robert Sheehan (The Last Bus) nel ruolo di
Klaus e Aidan Gallagher (Nicky, Ricky, Dicky &
Dawn) nel ruolo di Five, David Castañeda nel ruolo
di Diego e Ritu Arya nel ruolo di Lila. La sinossi
ufficiale della stagione recita:
I fratelli Hargreeves si sono
dispersi dopo che la resa dei conti all’Hotel Oblivion ha portato a
un completo reset della loro linea temporale. Privati dei loro
poteri, ognuno di loro è stato lasciato a cavarsela da solo e a
trovare una nuova normalità, con gradi di successo molto diversi.
Tuttavia, le caratteristiche del loro nuovo mondo inquietante si
rivelano troppo difficili da ignorare a lungo. Il loro padre
Reginald, vivo e vegeto, è uscito dall’ombra ed è entrato
nell’occhio pubblico, supervisionando un potente e nefasto impero
commerciale. Una misteriosa associazione nota come i Custodi tiene
riunioni clandestine nella convinzione che la realtà in cui vivono
sia una menzogna e che stia per arrivare una grande resa dei conti.
Mentre queste nuove e strane forze cospirano intorno a loro, la
Umbrella Academy deve riunirsi un’ultima volta – rischiando di
sconvolgere la pace traballante che tutti hanno sopportato così
tanto per garantire – per mettere finalmente le cose a posto.
La quarta e ultima stagione diThe Umbrella Academyprodotta da Netflix
ha aggiunto tre nuovi volti al cast. Come abbiamo appreso da
Variety si tratta diNick
Offerman, Megan Mullally e David
Cross.Nell’agosto 2022 è
stato annunciato che la serie di successo si
sarebbe conclusa con la suaquarta stagione.
Nick Offerman
(“The
Last of Us“, “Parks and Recreation”) e Megan
Mullally (“Will & Grace”, “Party Down”), che nella vita
reale sono marito e moglie, interpreteranno il Drs. Gene e
Jean Thibedeau. I personaggi sono descritti
come “una coppia sposata di professori universitari del New
Mexico che indossano calzature comode e soffrono del caso più
estremo di deja vu che questa linea temporale abbia mai
visto“. Cross (“Arrested
Development”, “Mr. Show”) interpreterà Sy
Grossman, descritto come “un onesto e timido
imprenditore e padre di famiglia che cerca disperatamente di
riallacciare i rapporti con la figlia separata, che non si fermerà
davanti a nulla pur di riaverla”.
Il trio si unisce ai membri del cast
di ritorno
Elliot Page, Tom Hopper, David Castañeda, Emmy Raver-Lampman,
Robert Sheehan, Aidan Gallagher, Justin H. Min, Ritu Arya e Colm
Feore. La produzione dell’ultima stagione è
attualmente in corso a Toronto.
Netflix deve ancora confermare ufficialmente
di quanti episodio sarà composta la quarta stagione, ma diverse
fonti affermano che la stagione finale sarà più breve delle
stagioni di 10 episodi che lo show ha fatto in passato. La
terza stagione di The Umbrella
Academy” è uscita su Netflix nel giugno 2022, con la
stagione 2 in onda nel 2020 e la stagione 1 nel 2019. Lo spettacolo
è basato sulle omonime graphic novel scritte da Gerard
Way e illustrate da Gabriel Bá. Segue una famiglia di
fratelli adottivi con superpoteri che si ritrovano a cercare di
fermare la fine del mondo.
Steve Blackman ha
sviluppato la serie per la televisione e funge da produttore
esecutivo e showrunner nell’ambito del suo accordo globale con
Netflix. Anche
Jesse McKeown, Mike Richardson, Keith Goldberg, Scott
Stuber e Beau Bauman sono i produttori esecutivi. Way
e Bá servono come produttori co-esecutivi. La serie è prodotta
per Netflix da
UCP.
Da oggi 15 febbraio, arriva su
NetflixThe
Umbrella Academy, la nuova serie originale della
piattaforma di streaming basata sull’omonica graphic novel
supereroistica. In occasione della presentazione alla stampa a
Londra, abbiamo intervistato Tom Hopper
e Emmy Raver-Lampman, interpreti di Luther e
Allison nello show.
The
Umbrella Academy (15 febbraio 2019) è una nuova serie
tratta dai popolari fumetti vincitori del premio Eisner, creati e
scritti da Gerard Way (frontman del gruppo My Chemical Romance),
illustrati da Gabriel Bá e pubblicati da Dark Horse Comics. La
serie, che ha per protagonisti Ellen Page, Tom Hopper, Emmy
Raver-Lampman, Robert Sheehan, David Castañeda, Aidan Gallagher,
Cameron Britton e Mary J. Blige, racconta una strana
storia: nello stesso giorno del 1989, quarantatré neonati nascono
in diverse parti del mondo, figli di donne che non si conoscono e
che fino al giorno prima non avevano mostrato segni di alcuna
gravidanza.
Sette di loro vengono adottati da
Sir Reginald Hargreeves, un industriale miliardario, che dà vita
all’Umbrella Academy e addestra i suoi “bambini” a salvare il
mondo. I suoi piani vanno però in fumo. Negli anni
dell’adolescenza, fratture interne alla famiglia portano allo
scioglimento della squadra. La morte di Hargreeves fa riavvicinare
i sei membri sopravvissuti, che ormai hanno circa trent’anni.
Luther, Diego, Allison, Klaus, Vanya e Number Five collaborano per
cercare di scoprire cosa si cela dietro la misteriosa morte del
padre. Ma la famiglia così ricomposta è nuovamente divisa dalle
personalità divergenti e dalle abilità contrastanti, oltre che
dall’imminente minaccia di un’apocalisse globale.
Da oggi 15 febbraio, arriva su
NetflixThe
Umbrella Academy, la nuova serie originale della
piattaforma di streaming basata sull’omonica graphic novel
supereroistica. In occasione della presentazione alla stampa a
Londra, abbiamo intervistato Mary J. Blige e
Cameron Britton, che nello show danno vita a
Cha-Cha e Hazel, i due killer atipici alle calcagna dei nostri
eroi.
The
Umbrella Academy (15 febbraio 2019) è una nuova serie
tratta dai popolari fumetti vincitori del premio Eisner, creati e
scritti da Gerard Way (frontman del gruppo My Chemical Romance),
illustrati da Gabriel Bá e pubblicati da Dark Horse Comics. La
serie, che ha per protagonisti Ellen Page, Tom Hopper, Emmy
Raver-Lampman, Robert Sheehan, David Castañeda, Aidan Gallagher,
Cameron Britton e Mary J. Blige, racconta una strana storia: nello
stesso giorno del 1989, quarantatré neonati nascono in diverse
parti del mondo, figli di donne che non si conoscono e che fino al
giorno prima non avevano mostrato segni di alcuna gravidanza.
Sette di loro vengono adottati da
Sir Reginald Hargreeves, un industriale miliardario, che dà vita
all’Umbrella Academy e addestra i suoi “bambini” a salvare il
mondo. I suoi piani vanno però in fumo. Negli anni
dell’adolescenza, fratture interne alla famiglia portano allo
scioglimento della squadra. La morte di Hargreeves fa riavvicinare
i sei membri sopravvissuti, che ormai hanno circa trent’anni.
Luther, Diego, Allison, Klaus, Vanya e Number Five collaborano per
cercare di scoprire cosa si cela dietro la misteriosa morte del
padre. Ma la famiglia così ricomposta è nuovamente divisa dalle
personalità divergenti e dalle abilità contrastanti, oltre che
dall’imminente minaccia di un’apocalisse globale.
Il prossimo 15 febbraio, arriverà
su NetflixThe
Umbrella Academy, la nuova serie originale della
piattaforma di streaming basata sull’omonica graphic novel
supereroistica. In occasione della presentazione alla stampa a
Londra, abbiamo intervistato Steve Blackman, che è
produttore e showrunner della serie ed Ellen Page, la diva di Juno che per
l’occasione si è prestata al piccolo schermo.
The
Umbrella Academy (15 febbraio 2019) è una nuova serie
tratta dai popolari fumetti vincitori del premio Eisner, creati e
scritti da Gerard Way (frontman del gruppo My Chemical Romance),
illustrati da Gabriel Bá e pubblicati da Dark Horse Comics. La
serie, che ha per protagonisti Ellen Page, Tom Hopper, Emmy
Raver-Lampman, Robert Sheehan, David Castañeda, Aidan Gallagher,
Cameron Britton e Mary J. Blige, racconta una strana storia: nello
stesso giorno del 1989, quarantatré neonati nascono in diverse
parti del mondo, figli di donne che non si conoscono e che fino al
giorno prima non avevano mostrato segni di alcuna gravidanza. Sette
di loro vengono adottati da Sir Reginald Hargreeves, un industriale
miliardario, che dà vita all’Umbrella Academy e addestra i suoi
“bambini” a salvare il mondo. I suoi piani vanno però in fumo.
Negli anni dell’adolescenza, fratture interne alla famiglia portano
allo scioglimento della squadra. La morte di Hargreeves fa
riavvicinare i sei membri sopravvissuti, che ormai hanno circa
trent’anni. Luther, Diego, Allison, Klaus, Vanya e Number Five
collaborano per cercare di scoprire cosa si cela dietro la
misteriosa morte del padre. Ma la famiglia così ricomposta è
nuovamente divisa dalle personalità divergenti e dalle abilità
contrastanti, oltre che dall’imminente minaccia di un’apocalisse
globale.
Da oggi 15 febbraio, arriva su
NetflixThe Umbrella Academy, la nuova
serie originale della piattaforma di streaming basata sull’omonica
graphic novel supereroistica. In occasione della presentazione alla
stampa a Londra, abbiamo intervistato David
Castañeda e Robert Sheehan, che nello
show interpretano Numero 2 e Numero 4, ovvero Diego e Klaus!
[brid video=”382847″ player=”15486″ title=”The Umbrella Academy
David Castaeda e Robert Sheehan intervista”]
THE UMBRELLA ACADEMY (15 febbraio
2019) è una nuova serie tratta dai popolari fumetti vincitori del
premio Eisner, creati e scritti da Gerard Way (frontman del gruppo
My Chemical Romance), illustrati da Gabriel Bá e pubblicati da Dark
Horse Comics. La serie, che ha per protagonisti Ellen Page, Tom
Hopper, Emmy Raver-Lampman, Robert Sheehan, David Castañeda, Aidan
Gallagher, Cameron Britton e Mary J. Blige, racconta una strana
storia: nello stesso giorno del 1989, quarantatré neonati nascono
in diverse parti del mondo, figli di donne che non si conoscono e
che fino al giorno prima non avevano mostrato segni di alcuna
gravidanza. Sette di loro vengono adottati da Sir Reginald
Hargreeves, un industriale miliardario, che dà vita all’Umbrella
Academy e addestra i suoi “bambini” a salvare il mondo. I suoi
piani vanno però in fumo. Negli anni dell’adolescenza, fratture
interne alla famiglia portano allo scioglimento della squadra. La
morte di Hargreeves fa riavvicinare i sei membri sopravvissuti, che
ormai hanno circa trent’anni. Luther, Diego, Allison, Klaus, Vanya
e Number Five collaborano per cercare di scoprire cosa si cela
dietro la misteriosa morte del padre. Ma la famiglia così
ricomposta è nuovamente divisa dalle personalità divergenti e dalle
abilità contrastanti, oltre che dall’imminente minaccia di
un’apocalisse globale.
Dopo il
teaser promo la Netflixha diffuso le foto promozionali
di The
Umbrella Academy l’annunciato adattamento seriale
dell’omonima serie di romanzi. The
Umbrella Academy che avrà come protagonista l’attrice
Ellen Paghe debutterà il 15 febbraio su
Netflix.
Basato sui celebri fumetti e
graphic novel The Umbrella Academy, è stata
creata e scritta da Gerard Way (My Chemical Romance) e illustrato
da Gabriel Bá, The Umbrella Academyè
una serie live-action che segue i membri di una famiglia
disfunzionale di supereroi (The Umbrella Academy) – Monocle,
Spaceboy, The Kraken, The Rumor, The Séance, Number Five, The
Horror e The White Violin – mentre lavorano insieme per risolvere
la misteriosa morte del padre mentre modellano la loro personalità
e abilità divergenti. Pubblicato da Dark Horse Comics, la
serie a fumetti ha ottenuto molti elogi da parte di fan e critici
per il suo alternato e intrigante approccio al genere dei
supereroi.
The Umbrella Academy, la serie tv
The
Umbrella Academy sarà prodotta da Universal Cable
Productions. Steve Blackman (Fargo, Altered Carbon) sarà
produttore esecutivo e showrunner, con produttori esecutivi
Mike Richardson di Bluegrass Television e Keith Goldberg di
Dark Horse Entertainment. Gerard Way sarà come produttore
co-esecutivo. La sceneggiatura pilota è stata adattata dalla
serie di fumetti di Jeremy Slater (The
Exorcist).
In The
Umbrella
Academyprotagonisti
sono Ellen Page, Tom Hopper, Robert Sheehan, Emmy
Raver-Lampman, David Castaneda, Aidan Gallagher, Mary J.
Blige , Ashley Madekwe, Cameron Britton, Colm Feore, Adam
Godley, John Magaro e Kate
Walsh.
La
quarta stagione di “The
Umbrella Academy”, eternamente sfortunata per i
fratelli Hargreeves, cambia ancora una volta il loro status quo in
molti modi. Per Luther “Spaceboy” Hargreeves (Tom
Hopper), questi cambiamenti non riguardano solo il
depotenziamento della famiglia. Ha anche perso l’amata moglie e
membro della Sparrow Academy dell’universo alternativo, Sloane
Hargreeves (Genesis Rodriguez).
Potente manipolatrice di gravità e
persona notevolmente più gentile della maggior parte degli altri
fratelli Hargreeves dell’universo Sparrow, Sloane si lega a Luther
poco dopo il loro primo incontro e la loro dinamica da Romeo e
Giulietta è una delle storyline più importanti della terza
stagione. Tuttavia, dopo che Allison “The Rumor”
Hargreeves (Emmy Raver-Lampman) ha resettato la linea temporale di
“The
Umbrella Academy” alla fine della terza stagione,
Sloane non si vede più.
Secondo lo showrunner Steve
Blackman, la brusca scomparsa di Sloane e la sua successiva assenza
nella quarta stagione non facevano parte del piano originale. È
stata invece causata dal fatto che, mentre di solito lo show ha 10
episodi per stagione, questa stagione finale ne ha solo sei. Dato
che la quarta stagione di “The
Umbrella Academy” è breve e dolce, il tempo a
disposizione non è stato sufficiente per portare a termine l’arco
di Luther e Sloane. “Non sono mai riuscito a portare a termine
la storia di Luther e Sloane che avrei voluto fare in questa
stagione”, si è lamentato Blackman in un’intervista a
TV Line. “Per ragioni logistiche, non siamo riusciti a
farla funzionare. Non siamo riusciti a farla funzionare”.
La prevista perdita di memoria si è trasformata in un’assenza
misteriosa
Oltre a confermare che Sloane
Hargreeves è stata vittima della dura realtà dei vincoli temporali,
Steve Blackman ha anche fatto luce sul tipo di trama che
“The Umbrella Academy” aveva in mente per lei e
Luther. Naturalmente, si tratta di una notizia piuttosto negativa
per l’eternamente innamorato Spaceboy. “Volevo che Sloane fosse
viva, ma che non si ricordasse di Luther e che lui cercasse di
convincerla ad amarlo di nuovo”, ha detto Blackman, spiegando il
piano originale della quarta stagione nell’intervista a TV
Line.
In un’altra intervista rilasciata
al sito web
Tudum di Netflix, Blackman ha approfondito ulteriormente la
situazione. Lo showrunner ha rivelato che, mentre l’uccisione di
Sir Reginald Hargreeves (Colm Feore) da parte di Allison avrebbe
potuto cancellare del tutto Sloane dall’esistenza, ha un’altra idea
sul destino inedito e non affrontato del membro dell’Accademia
Sparrow nella quarta stagione.
“Penso che Sloane esista nella
linea temporale, ma non ha mai trovato Luther e Luther non ha mai
trovato lei”, ha detto lo showrunner. “Potrebbe essere in
giro per il mondo, ma l’abbiamo lasciata sconosciuta. Se mi
chiedete cosa penso, penso che sia da qualche parte là fuori. Ma
potrebbe non ricordare nulla e potrebbe essere così lontana da
Luther da non poterlo raggiungere”. Anche se questo non
rappresenta esattamente una chiusura piacevole per la storia
d’amore Sloane-Luther, i fan potrebbero trovare confortante sapere
che lo showrunner crede personalmente che la storia di Sloane non
finisca con la riscrittura della realtà della
terza stagione.
La
quarta stagione di The
Umbrella Academy ha risolto alcuni dei più grandi
misteri lasciati dalle stagioni precedenti e il suo finale ha
finalmente spiegato perché non ci sono stati cellulari per tutta la
serie. La quarta stagione di The
Umbrella Academy si è conclusa ed è stata ricca di
colpi di scena e grandi rivelazioni, soprattutto sulle origini
degli Hargreeves. Dopo essere approdata nella linea temporale
personalizzata di Reginald alla fine della
terza stagione, la quarta stagione di The Umbrella Academy ha
ritrovato gli Hargreeves e Lila (Ritu Arya) sei
anni dopo, mentre tutti vivono la vita più normale che avessero mai
avuto.
Gli Hargreeve sono stati riuniti per
una missione di salvataggio, ma questo li ha portati a
ricongiungersi con il padre e a scoprire alcune inquietanti verità
sulla morte di Ben (Justin H. Min) nella prima
linea temporale, sulle loro origini e sulla fonte dell’evento
apocalittico noto come “La Purificazione”. Con grande sorpresa di
Reginald, è stata sua moglie Abigail (Liisa
Repo-Martell) a spostare tutti i pezzi per innescare la
Purificazione, che ha finito per ripristinare la linea temporale
principale. La scena finale di Umbrella Academy ha mostrato la
linea temporale principale e ha fatto una sottile ma importante
rivelazione.
Il finale di The Umbrella Academy
implica che Sir Reginald ha bloccato la tecnologia della Terra
L’unico modo per far sì che la
Purificazione abbia successo ed evitare altre apocalissi nel
multiverso è che gli Hagreeve e Lila si sacrifichino, poiché la
Purificazione ha bisogno di tutte le particelle di calendula.
Sfortunatamente, questo significava anche che gli Hargreeve
sarebbero stati completamente cancellati dalla storia, e quindi non
sarebbero tornati nella linea temporale principale. La scena finale
di Umbrella Academy porta il pubblico in un parco della linea
temporale principale, dove la famiglia di Lila e la figlia di
Allison sono vive e vegete. Questa scena mostrava anche personaggi
delle stagioni passate che vivevano una vita completamente normale
e felice, tra cui l’Handler.
Sembra che la tecnologia abbia
smesso di svilupparsi dopo l’insolita nascita degli Hargreeve nel
1989. Ciò che risalta dell’apparizione dell’Handler nella scena
finale di The Umbrella Academy non è solo il fatto
che sia una donna felice e normale, ma anche che stia usando un
cellulare. In tutto The Umbrella Academy non è
stato mostrato un solo cellulare, e la tecnologia in generale
sembrava bloccata alla fine degli anni ’80/inizio anni ’90, come se
la tecnologia avesse smesso di svilupparsi dopo l’insolita nascita
degli Hargreeve nel 1989. L’esistenza dei cellulari nella linea
temporale principale, in cui non sono presenti i figli di Marigold
e Reginald, suggerisce che la presenza e l’influenza di Reginald
sono responsabili dello strano sviluppo della tecnologia sulla
Terra.
Come l’assenza di cellulari in The
Umbrella Academy ha migliorato la serie tv
La mancanza di telefoni cellulari e
di altre tecnologie moderne in The Umbrella Academy è stata
sottolineata fin dalla prima stagione, ambientata nel 2019. Anche
la seconda linea temporale del 2019 (detta anche “linea temporale
Sparrow”) e la linea temporale di Reginald nella quarta stagione
non avevano i cellulari, ma questo ha migliorato la serie in modo
sottile ma importante. L’assenza di telefoni cellulari ha aggiunto
un’atmosfera misteriosa alla serie, futuristica per certi versi ma
anche un po’ retrò per altri, e ha contribuito a stabilire che si
trattava di una linea temporale molto diversa da quella reale.
La mancanza di telefoni cellulari in
The Umbrella Academy ha anche aggiunto difficoltà
alle storie degli Hargreeves. In più occasioni, nel corso della
serie, gli Hargreeves hanno avuto bisogno di contattarsi con
urgenza, ma un mondo senza cellulari ha reso tutto più complicato.
Il mondo di The Umbrella Academy non deve più
preoccuparsi di questo, perché il sacrificio degli Hargreeves ha
permesso alla tecnologia di progredire come dovrebbe.
Netflix ha annunciato la data di uscita di
The Umbrella Academy 4, la
quarta stagione di The
Umbrella Academy, l’ultimo capitolo dell’adattamento a
fumetti di successo. La quarta stagione della serie in streaming
uscirà giovedì 8 agosto 2024. Oltre all’annuncio, è stata
rilasciata anche una serie di poster dei personaggi che mostrano il
cast.
Dai un’occhiata ai poster dei
personaggi della quarta stagione di The
Umbrella Academy qui sotto:
La squarta stagione di Umbrella
Academy vedrà ancora una volta Elliot Page nei panni di Viktor,
Tom Hopper, Emmy Raver-Lampman, Robert Sheehan, David
Castañeda nei panni di Diego, Aidan
Gallagher nei panni di Numero Cinque, Justine H.
Min nei panni di Ben, Ritu Arya nei panni
di Lila e Colm Feore come Reginald.
Quali nuovi attori saranno presenti
nella quarta stagione di The Umbrella Academy?
La quarta stagione introdurrà
nel cast David Cross, Nick Offerman e Megan
Mullally. La
terza stagione ha introdotto nuovi personaggi: Justin Cornwell
(I Am the Night) nei panni di Marcus, Britne Oldford (Hunters) nei
panni di Fei, Jake Epstein (Suits) nei panni di Alphonso, Genesis
Rodriguez (Big Hero 6) nei panni di Sloane e Cazzie David nei panni
di Jayme, così come un cubo di psykronium che induce il terrore
esistenziale nel ruolo di Christopher.
The Umbrella Academy è creato e
prodotto da Steve Blackman (Fargo, Altered Carbon). I
produttori esecutivi sono Gerard Way e Gabriel Bá, insieme a Jeff
F. King (Hand of God), Bluegrass Television e Mike Richardson e
Keith Goldberg della Dark Horse Entertainment.
Steve Blackman, showrunner
The Umbrella Academy 4, parla
della natura scioccante del finale della serie The
Umbrella Academy. Il finale ha visto i fratelli
Hargreeves sacrificarsi ed essere cancellati dalla storia per
salvare l’universo, rendendosi conto che questo era l’unico modo
per sistemare tutte le linee temporali rotte e le apocalissi che
avevano causato. La
quarta stagione di The Umbrella Academy
4 si è conclusa con una linea temporale ripristinata
senza la famiglia disfunzionale degli Hargreeves, attorno alla
quale lo show aveva ruotato fin dall’inizio.
Parlando con Collider, Blackman ha spiegato perché ha
scelto di concludere la serie in questo modo e ha rivelato
come il cast ha reagito ai loro destini. Ha parlato dell’importanza
di sovvertire un finale tradizionale per una storia di supereroi
che rendesse giustizia agli archi dei personaggi. Blackman ha anche
detto che, pur avendo preso in considerazione altri finali, questa
era la conclusione che aveva sempre desiderato e che riteneva più
adatta all’intera serie. Guardate i suoi commenti qui sotto:
All’inizio volevo sfidare il
concetto di: puoi essere un supereroe se nessuno sa che sei mai
esistito o sa chi sei?Volevo un finale non
tradizionale.Non volevo che morissero, di per sé, ma questo
era un modo per farli arrivare a un finale degno, in cui salvano il
mondo, ma salvano un mondo che loro stessi hanno mandato in
tilt.Non direttamente, ma erano comunque la ragione per cui
le cose stavano andando male.
Questo era il finale che volevo
davvero.Ho parlato di altri finali, ma sono sempre tornato
aquesto nella mia mente.Ho detto a [il cast]: “Non
sta morendo davvero, sta smettendo di esistere”.So che
sembra una questione semantica, ma è leggermente diverso.Ma
la verità è che il finale è piaciuto a tutti.Pensavano che
fosse una buona via d’uscita.È stato triste girare quella
scena finale, ma credo che tutti abbiano pensato che fosse un
finale degno.Erano tutti molto soddisfatti.Non c’è
stato nessuno che si sia opposto.Hanno pensato: “Questa è
la via d’uscita”.
Ho tenuto nascoste le ultime
pagine del copione fino alla fine, come ho fatto in ogni
stagione.Non è per cattiveria.È solo che non voglio
che pensino troppo alla scena.Voglio che sia un po’ più
spontanea.Così gliel’ho data la sera prima, o un giorno e
mezzo prima, e loro sono arrivati e hanno detto: “Wow!”.È
stato bello.
Il finale di Umbrella Academy
raggiunge un traguardo raro per gli originali Netflix
Nonostante i problemi con la
narrazione complessiva della quarta stagione di The
Umbrella Academy, la serie ha potuto avere un
finale definitivo, un lusso che la maggior parte delle
serie originali Netflix non ha a causa delle cancellazioni premature.
The
Umbrella Academy ha sempre trovato un modo per
estendere la sua storia introducendo nuove linee temporali e
apocalissi, bloccata in un ciclo in cui le azioni eroiche degli
Hargreeves in una linea temporale finiscono per distruggere
un’altra realtà. L’unico modo per porre fine al ciclo era che i
fratelli Hargreeves si sacrificassero e venissero cancellati da
tutta la storia.
L’uccisione di tutti i personaggi
principali e la loro cancellazione dalla linea temporale
ripristinata ha assicurato che questa fosse davvero la fine
della storia e non ha lasciato spazio a potenziali spinoff o a una
quinta stagione. Gli attori hanno avuto la possibilità di
vedere il viaggio dei loro personaggi fino alla fine, un culmine
dolceamaro dopo averli interpretati per anni e visto lo sviluppo di
ogni personaggio. Questa opportunità, insieme a quella di Blackman
di realizzare il finale che più desiderava, sta diventando sempre
meno comune.
La stagione finale ha anche
risposto a molte domande rimaste in sospeso nel corso della
serie, tra cui il modo in cui il Ben Hargreeves originale
è morto a causa dell’Incidente Jennifer e il motivo per cui una
versione di Cinque ha fondato la Commissione. The Society,
1899 e molte altre serie originali di Netflix non
hanno mai avuto l’opportunità di dare un seguito a molti degli
allettanti misteri che avevano lasciato intendere. Il finale di
The
Umbrella Academy era tutt’altro che perfetto, ma
è stato un trionfo avere un finale conclusivo.