La Universal svela il primo poster
ufficiale del film Cocain orso, ed è esattamente
quello che ci si può aspettare. Dopo aver diretto Pitch
Perfect 2 e Charlie’s Angels del 2019, entrambi accolti
piuttosto male, l’attrice e regista Elizabeth Banks si è diretta in una direzione
completamente diversa con il suo terzo lungometraggio dietro la
macchina da presa: un thriller chiamato Cocainorso. Ispirato da
un’incredibile storia vera, il film in uscita seguirà un orso bruno
che si scatena in una furia omicida in una foresta del Kentucky
dopo aver involontariamente ingerito cocaina.
Ora, tre mesi prima dell’uscita
nelle sale, il primo poster ufficiale di Cocain
orso è stato svelato su Twitter. Basti dire che il poster
è esattamente quello che ci si aspetterebbe da un film su un orso
che ingerisce cocaina. Il poster evidenzia che il film è “ispirato
da eventi reali” con un sottotitolo “un film stupefacente”.
L’attore Warwick
Davis è noto per aver recitato in alcuni dei più celebri
film cult degli anni Ottanta, ma anche per la sua partecipazione a
grandi saghe fantasy o di fantascienza. Oggi Davis vanta dunque uno
status da icona, personaggio estremamente popolare e amato dal
grande pubblico, che continua giustamente a celebrarlo. Con ogni
sua interpretazione, Davis non solo regala nuove emozioni ma
abbatte continuamente limiti e stereotipi.
2. Ha recitato anche per la
televisione. Oltre ad aver recitato in popolarissimi film
per il cinema, l’attore ha preso parte anche a numerosi progetti
per la televisione. In particolare, ha recitato nei film
L’avventura degli Ewoks (1984) e Il ritorno degli
Ewoks (1985). Ha poi recitato nelle serie Le cronache di
Narnia (1989-1990), Il magico regno delle favole
(2000), Merlin (2010), Life’s Too Short (2011) e
Doctor Who (2013). Dal 2022 è uno dei protagonisti della
serie Willow.
3. È anche sceneggiatore e
produttore. Oltre ad essersi distinto come attore, Davis
ha nel corso della sua carriera ricoperto anche il ruolo di
sceneggiatore. Ha infatti partecipato alla scrittura di Agent
One-Half, delle serie Life’s Too Short e Dwarves
Assemble e del cortometraggio Making of Star
Wars Caravan of Courage an Ewok Adventure. Per questi
progetti, a lui molto cari, Davis ha poi ricoperto anche il ruolo
di produttore.
Warwick Davis in Harry Potter
4. Ha interpretato un
professore di magia. Nella saga di Harry Potter
l’attore ha ricoperto più ruoli, ma quello principale e più iconico
è quello del professor Filius Vitious, insegnante di incantesimi e
direttore di Corvonero, caratterizzato naturalmente dalla bassa
statura, che gli rende necessario salire su una pila di libri per
vedere al di là della cattedra. Il personaggio sarà presente in
quasi tutti i film, acquisendo sempre più importanza, specialmente
ne I Doni della Morte, dove lo si può ritrovare anche
intento in alcuni duelli contro i Mangiamorte.
Warwick Davis in Star Wars
5. Ha interpretato diversi
personaggi nel corso della saga. La carriera di Davis è
strettamente legata alla saga di Star Wars, per la quale
ha interpretato diversi personaggi. In Il ritorno dello
Jedi, suo debutto cinematografico, ha interpretato il
guerriero ewok Wicket. W. Warrick, poi ripreso anche per i film
L’avventura degli Ewok e Il ritorno degli Ewok.
In La minaccia fantasma ha invece è comparso brevemente in
tre ruoli differenti, mentre ha poi interpretato Wollivan in
Il risveglio della forza, Weeteef Cyubee in Rogue
One, Wodibin in Gli ultimi Jedi, Weazel in
Solo, e infine di nuovo Warrick in L’ascesa di
Skywalker.
Warwick Davis in Willow
6. Il film è stato scritto
appositamente per lui. Dopo aver lavorato con l’attore sul
set di Il ritorno dello Jedi, George
Lucas decise di dar vita ad un film dove Davis potesse
essere il protagonista indiscusso, dimostrando le proprie qualità
come interprete. È così nato Willow, film fantasy divenuto
un vero e proprio cult, per il quale l’attore si è dovuto preparare
imparando un accento diverso dal suo solito, apprendendo come
prendersi cura di un bambino, come cavalcare un cavallo, come
combattere con la spada e come eseguire la magia.
7. Ha ripreso il ruolo a
trent’anni di distanza. In più occasioni Davis ha espresso
forte interesse all’idea di poter tornare ad interpretare Willow,
per scoprire cosa è cambiato nel corso della sua vita. Dopo anni di
speculazioni, l’occasione è infine arrivata grazie alla serie
Willow, disponibile dal 30 novembre su Disney+. Davis ha raccontato a riguardo di
essersi sentito sopraffatto dalle emozioni nel corso delle
riprese, avendo non solo avuto la possibilità di interpretare
nuovamente il suo caro personaggio ma anche di rivedere alcuni
luoghi dove era stato girato il film, ritrovandoli sempre
meravigliosi.
Warwick Davis: la moglie e i figli
8. È sposato. Sul
set del film Willow, che lo ha reso particolarmente
celebre, Davis conosce l’attrice Samantha D.
Burroughs, anch’ella affetta da nanismo. I due si sposano
poi nel 1991 e sono ancora oggi una coppia molto solida. Dal loro
matrimonio sono nati quattro figli, dove i primi due sono però
deceduti subito dopo la nascita. Annabelle è
invece nata nel 1997 e Harrison, l’ultimo figlio
della coppia, è nato nel 2003.
Warwick Davis è su Instagram
9.Ha un
profilo sul social network. Warwick Davis è presente sul
social network Instagram, con un profilo seguito attualmente da
99.2 mila persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato
appena una ventina di post, principalmente relativi a momenti
trascorsi in compagnia di amici o della famiglia in varie
occasioni. Non mancano però anche curiosità legate al suo lavoro
che l’attore condivide con i propri fan. Seguendolo si può dunque
rimanere aggiornati sulle sue attività.
Warwick Davis: età e altezza dell’attore
10. Warwick Davis è nato a
Epsom, in Inghilterra, il 3 febbraio del 1970. L’attore,
affetto da nanismo, è alto complessivamente 1,07 metri.
Angela Bassett in Black
Panther: Wakanda Forever - Credit Marve/Disney
I Marvel Studios lanciano la loro
campagna per gli Oscar di Black
Panther: Wakanda Forever mettendo in risalto la
performance dell’attrice Angela Bassett. Dalla sua uscita nelle sale
questo mese, il sequel di Black Panther ha
incassato 676 milioni di dollari in tutto il mondo, senza segni di
rallentamento. Inoltre, proprio come il suo predecessore, l’uscita
è stata accolta con elogi dalla critica e pubblico entusiasta.
Black
Panther: Wakanda Forever segna la chiusura della Fase
4 del MCU.
La Marvel punta i riflettori sulla
regina Ramonda di Angela Bassett nella loro campagna per
gli Oscar per Black
Panther: Wakanda Forever. Il poster, che pone
l’accento sul ruolo fondamentale di Bassett nel film e tutto il
coinvolgimento nella storia, chiarisce che la Marvel intende
presentare il film per le nomination agli Oscar in “tutte le
categorie”.
A profound take on life and legacy. Critics
are hailing Marvel Studios’ BLACK PANTHER: WAKANDA FOREVER as,
“emotionally powerful, poignant, and a cultural force to be
reckoned with.” pic.twitter.com/4yk6N2h7sa
Il sequel del MCU onorerà il defunto
Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità
del suo personaggio, T’Challa. Black
Panther: Wakanda Forever è arrivato nelle sale l’11
novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio
interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI.
Nel film Marvel Studios
Black Panther:
Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela
Bassett), Shuri (Letitia
Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai
Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba)
lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze
mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del
Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro
storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia
(Lupita
Nyong’o) e di Everett Ross (Martin
Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del
Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo
di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da
Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e
Alex Livinalli.
Bones and All di Luca
Guadagnino si presenta come la storia di due ragazzi
cannibali, ma il suo vero significato è molto più profondo. Il film
segue il viaggio di Maren (Taylor
Russell) e Lee (Timothée
Chalamet) negli Stati Uniti dell’era reaganiana, il
loro legame romantico e il percorso di crescita e scoperta di sè
che passa anche attraverso l’orrore che condividono: la loro natura
di cannibali.
Bones & All è una storia d’amore,
non una storia di cannibali
I protagonisti di Bones and All saranno anche dei cannibali, ma
la loro storia è soprattutto una storia d’amore. Con
Chiamami col tuo nome, Guadagnino
ha adottato un approccio più diretto, raccontando quella che
potrebbe essere una storia d’amore controversa ma di facile
comprensione; questa volta, il regista si serve della metafora del
cannibalismo per rappresentare qualcosa che la società disprezza e
in modo che il pubblico possa capire che i due protagonisti sono
diversi da tutti gli altri. Infatti, la maggior parte delle persone
faticherebbe a empatizzare con una storia di cannibalismo, ma il
sentirsi diversi dagli altri è un qualcosa che ci accomuna molto
più facilmente. Questo è il cuore pulsante del film: non il
cannibalismo di Maren e Lee, ma
il fatto che si amano perché riescono a vedersi per quello che
sono. È anche il motivo per cui il finale lascerà molti con il
cuore spezzato, perché il fatto che Maren perda
Lee cibandosene come testimonianza assoluta del
loro amore reciproco è un’immagine estremamente potente quando si
capisce cosa alimenta questo amore.
Cosa significa davvero mangiare
qualcuno in “Bones & All”
Il concetto di mangiare
qualcuno “fino all’osso” viene introdotto nel film da Jake, uno dei
tanti personaggi cannibali di Bones and All. Michael
Stuhlbarg fa un lavoro fenomenale nell’interpretare
Jake in questa scena, creando un’atmosfera
estremamente inquietante: descrive a Maren e
Lee che Brad (David
Gordon Green) – con cui sembra avere una relazione
romantica – in origine non era un eater, ma è Jake
che lo ha convertito. In seguito, dice a Maren e
Lee che, nel momento in cui mangeranno qualcuno
fino all’ossa, la potenza di questo atto cannibale cambierà per
sempre la loro vita. Questo fa pensare che mangiare qualcuno in
quel modo faccia parte della crescita, ma la dicitura fino all’osso
potrebbe anche avere un significato nell’economia della storia
d’amore tracciata nel film.
Nel corso di Bones and All, Maren e
Lee si nascondono da tutti coloro che non sono
cannibali. Prima di incontrare Lee,
Maren si imbatte in Sully, la cui
attrazione per Maren viene confermata alla fine del film. Tuttavia,
Maren non ricambia mai i sentimenti che Sully prova per lei. Al
contrario, è estremamente cauta con lui. D’altro canto, però, si
apre completamente a Lee e non ha nulla da nascondergli. Ecco
perché la prima volta che Maren mangia qualcuno “fino all’osso” è
alla fine del film, quando decide di mangiare Lee. “Bones and all”
suona molto simile all’espressione “warts and all“, che si
riferisce a tutte le qualità di una persona, comprese quelle
negative. Ciò significa che, in un contesto romantico, mangiare
qualcuno “fino all’osso” potrebbe riferirsi alla condivisione
dell’amore con qualcuno che ci accetta completamente per quello che
siamo, proprio come Maren e
Lee.
Il road trip di Bones & All ha a
che fare con la propria casa e identità
Il road trip di Bones and All inizia come il viaggio di
Maren alla ricerca di sua madre; tuttavia, questo
raggiunge un epilogo insperato quando la madre tenta di ucciderla.
Inoltre, l’avventura di Maren e
Lee attraverso il Midwest degli Stati Uniti ha un
significato molto più profondo: uno dei temi principali di Bones and All è l’identità, in particolare il
modo in cui questi due giovani personaggi stanno capendo chi sono
in questo mondo estremamente complicato. Il concetto di casa è
molto importante per le loro identità, per ragioni diverse.
Maren sta compiendo un viaggio alla scoperta di se
stessa e di chi è senza più il padre nella sua vita, e parte di
questo processo consiste nel trovare un posto da chiamare casa.
Questo obiettivo viene raggiunto, almeno per un po’, quando lei e
Lee si sistemano alla fine del film. Dall’altra
parte, Lee va costantemente a trovare la sorella minore a casa. È
un simbolo di come la casa di una persona sia sempre una parte di
essa, che si tratti di famiglia, ricordi, valori o altro.
D’altra parte, l’ambientazione nel
Midwest si collega a un messaggio universale che il film trasmette
sull’identità. La relazione romantica tra Jake e
Brad, insieme a una scena che presenta un incontro
sessuale tra Lee e un altro uomo, allude al fatto che la trama
cerca anche di affrontare la questione dell’omosessualità in
America. Come già detto, sentirsi diversi dagli altri è un’emozione
piuttosto universale, ma sapere che gli altri vedono qualcuno in
modo diverso può portare quella persona a nascondere parti di sé.
Nel Midwest americano ci sono molti pregiudizi e spesso odio verso
le comunità emarginate: per questo motivo, l’ambientazione di
Bones and All assume ancora più
significato.
Bones and All sarà eccessivo per alcuni
spettatori, ma è ben lontano da ciò che ci si aspetterebbe da un
film sul cannibalismo. Mentre film come Fresh
usano il cannibalismo per creare una sorta di anti-romanzo, questo
film è forse la storia più romantica dell’anno. La ricchezza
tematica di Bones and All garantisce che il film
venga analizzato a lungo alla ricerca di significati più
profondi.
Onorata con il riconoscimento alla
carriera ai Gotham Awards 2022,
Michelle Williams ha ritirato il suo premio dalle mani
del collega e amico
Paul Dano (che ha sostituito Steven
Spielberg, che ha contratto il Covid), e nel discorso di
ringraziamento ha porto lei stessa un tributo a Mary Beth
Peil, l’attrice che in Dawson’s Creek interpretava la
nonna di Jen, il personaggio culto di Williams.
A partire dal minuto 1:51:50, ecco
l’introduzione di paul Dano e il discorso di ringraziamento di
Michelle Williams:
The Fabelmans è scritto da Spielberg insieme
al drammaturgo Premio Pulitzer Tony Kushner, storico collaboratore
del regista, due volte candidato all’Oscar® per le sceneggiature di
Lincoln e Munich. I produttori sono la candidata all’Oscar® Kristie
Macosko Krieger, Spielberg e Kushner.
The Fabelmans, uno spaccato intenso
e personale dell’infanzia americana del XX secolo, è il racconto di
formazione di un giovane che scopre uno sconvolgente segreto di
famiglia e il potere salvifico del cinema. Il film, che ha già
vintoil Premio del Pubblico al Festival di
Toronto, è interpretato dalla quattro volte candidata all’Oscar®
Michelle Williams, Paul Dano, Seth Rogen, Gabriel LaBelle e dal
candidato all’Oscar® Judd Hirsch, con le musiche del premio Oscar®
John Williams, la fotografia del premio Oscar® Janusz Kaminski e il
montaggio dei premi Oscar® Michael Kahn e Sarah Broshar.
Prodotto da Amblin
Entertainment, The Fabelmans è un’esclusiva per l’Italia
Leone Film Group con Rai Cinema e sarà al cinema dal 22 dicembre
con 01 Distribution.
Everything Everywhere All at Onceha portato a
casa il premio principale durante la cerimonia dei Gotham Awards
2022, i premi al cinema indipendente USA. Il film ha portato a casa
anche il premio alla migliore performance da non protagonista,
assegnato a Ke Huy Quan, meglio noto per il suo ruolo di
Data ne I Goonies e di Shorty in Indiana
Jones e il Tempio Maledetto.
Di seguito, tutti i vincitori della
serata:
BREAKTHROUGH TELEVISION UNDER 40 MINUTES
“Abbott
Elementary” (ABC)
“As We See It” (Amazon Prime Video) “Mo” (Netflix) – WINNER
“Rap Sh!t” (HBO Max)
“Somebody, Somewhere” (HBO)
BREAKTHROUGH TELEVISION OVER 40 MINUTES
“Pachinko” (Apple+) – WINNER
“Severance” (Apple+)
“Station Eleven” (HBO Max)
“This Is Going To Hurt” (AMC+)
“Yellowjackets” (Showtime)
TELEVISION PERFORMERS
Bilal
Baig (“Sort Of”)
Ayo Edebiri (“The Bear”)
Janelle James (“Abbott Elementary”)
Matilda Lawler (“Station Eleven”)
Britt Lower (“Severance”)
Melanie Lynskey (“Yellowjackets”)
Sue Ann Pien (“As We See It”)
Minha Kim (“Pachinko”)
Zahn McClarnon (“Dark Winds”) Ben Whishaw (“This Is Going To Hurt”) – WINNER
BREAKTHROUGH NONFICTION SERIES
“The
Andy Warhol Diaries”
“The Last Movie Stars”
“Mind Over Murder”
“The Rehearsal” “We Need to Talk About Cosby” – WINNER
BREAKTHROUGH DIRECTOR
Charlotte Wells (“Aftersun”) – WINNER
Owen Kline (“Funny Pages”)
Elegance Bratton (“The Inspection”)
Antoneta Alamat Kusijanovic (“Murina”)
Beth De Araújo (“Soft & Quiet”)
Jane Schoenbrun (“We’re All Going to the World’s Fair”)
BEST SCREENPLAY
Kogonada (“After Yang”)
James Gray (“Armageddon Time”)
Lena Dunham (“Catherine Called Birdy”) Todd Field (“Tár”) – WINNER
Sarah Polley (“Women Talking”)
BREAKTHROUGH PERFORMER
Frankie
Corio (“Aftersun”)
Kali Reis (“Catch the Fair One”) Gracija Flipovic (“Murina”) – WINNER
Anna Diop (“Nanny”)
Anna Cobb (“We’re All Going to the World’s Fair”)
OUTSTANDING SUPPORTING PERFORMANCE
Mark
Rylance (“Bones and All”)
Brian Tyree Henry (“Causeway”) Ke Huy Quan (“Everything Everywhere All at Once”) –
WINNER
Raúl Castillo (“The Inspection”)
Gabrielle Union (“The Inspection”)
Nina Hoss (“Tár”)
Noémie Merlant (“Tár”)
Hong Chau (“The Whale”)
Ben Whishaw (“Women Talking”)
Jessie Buckley (“Women Talking”)
OUTSTANDING LEAD PERFORMANCE
Cate
Blanchett (“Tár”) Danielle Deadwyler (“Till”) – WINNER
Dale Dickey (“A Love Song”)
Colin Farrell (“After Yang”)
Brendan Fraser (“The Whale”)
Paul Mescal (“Aftersun”)
Thandiwe Newton (“God’s Country”)
Aubrey Plaza (“Emily the Criminal”)
Taylor Russell (“Bones and All”)
Michelle Yeoh (“Everything Everywhere All At Once”)
BEST INTERNATIONAL FEATURE
“Athena”
“The Banshees of Inisherin”
“Corsage”
“Decision to Leave” “Happening” – WINNER
“Saint Omer”
BEST DOCUMENTARY FEATURE
“All That Breathes” – WINNER
“All the Beauty and the Bloodshed”
“I Didn’t See You There”
“The Territory”
“What We Leave Behind”
BEST FEATURE
“Aftersun”
“The Cathedral”
“Dos Estaciones” “Everything Everywhere All at Once” – WINNER
“Tár”
I Gotham Independent Film Awards
sono premi cinematografici statunitensi destinati al cinema
indipendente, assegnati annualmente a partire dal 1991. Presentati
dall’organizzazione non a scopo di lucro Independent Filmmaker
Project (IFP), i premi erano originariamente destinati solo ai film
prodotti negli Stati Uniti nord-orientali, in particolare nello
stato di New York, per poi ampliarsi nel corso degli anni a tutti
gli Stati Uniti.
Non tutti i film western raccontano
storie grossomodo inventate basate sullo scontro tra cowboy e
indiani o sul continuo espandersi della frontiera statunitense. Ci
sono infatti molti film che propongono uno sguardo più attento
sulla vita di personalità realmente esistite in quel tempo. Tra
questi si colloca il film Oceano di fuoco –Hidalgo, diretto nel 2004 dal regista
Joe Johnston (noto per aver diretto anche
Jurassic Park III e
Captain America – Il primo
vendicatore). Tale film narra infatti la storia di un noto
cowboy e del rapporto con il suo straordinario cavallo Mustang.
Girato in stati americani quali
California, Dakota del Sud, Montana e Oklahoma, ma anche in
Marocco, dove si sono svolte le scene relative alla corsa tra
cavalli, Oceano di fuoco – Hidalgo propone dunque una
storia poco nota ma estremamente epica, nella quale in molti hanno
ritrovato metafore sulla politica attuale, negate però dallo
sceneggiatore John Fusco. Si tratta dunque di un
film particolarmente epico, realizzato con un imponente budget di
100 milioni di dollari. Pur non avendo ottenuto il successo
sperato, la pellicola ha negli anni guadagnato sempre più fama, sia
per la presenza di noti attori che per alcune scene divenute molto
celebri.
La storia di Oceano di fuoco –
Hidalgo è infatti quantomai appassionante, ricca di tutti
quegli elementi che rendono questa tipologia di film irresistibili.
Gli appassionati di contesti western ma in cerca di racconti
diversi dai soliti, troveranno in questo film il titolo giusto da
vedere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
storia vera. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Oceano di fuoco – Hidalgo:
la trama e il cast del film
Ambientato nel 1897, il film ha per
protagonista il cowboy Frank T. Hopkins, un tempo
tra i Pony Express più veloci dell’esercito degli Stati Uniti e
ora, tra i problemi d’alcolismo e il rimorso per quanto compiuto in
guerra, finito ad esibirsi in alcuni show insieme al suo cavallo
Hidalgo. Quando un giorno Frank viene invitato a
partecipare all’Oceano di Fuoco, una gara di sopravvivenza di 3000
miglia nel deserto arabo, la vita sembra concedergli quella seconda
opportunità che attendeva. Arrivato in Medio Oriente, però, Frank
si troverà a doversi scontrare con numerosi ostacoli, rappresentati
sia dalle avverse condizioni naturali sia dall’ostilità degli altri
partecipanti.
Ad interpretare Frank T. Hopkins vi
è l’attore Viggo
Mortensen, scelto sulla base del successo della
trilogia di Il Signore degli
Anelli. Per tale ruolo, l’attore si allenò al fine di
poter eseguire personalmente quanti più stunt possibile, senza
ricorrere a controfigure. Al termine delle riprese, Mortensen
decise anche di adottare uno dei cavalli utilizzati, più
precisamente quello chiamato T.J., che appare anche sulla locandina
del film. Accanto a Mortensen si ritrovano anche Omar
Sharif, interprete dello Sceicco Riyadh, ammiratore di
Hopkins, e Zuleikha Robinson in quelli di Jazira,
la sua figlia che stringe una tenera amicizia con il
protagonista.
Oceano di fuoco – Hidalgo:
la vera storia dietro al film
Come anticipato, Oceano di fuoco
– Hidalgo racconta le vicende che vedono Frank T.
Hopkins (vissuto dal 1865 al 1951) partecipare alla
competizione nota come Oceano di Fuoco nel deserto arabo. Il
resoconto di tale competizione sarebbe descritto nelle memorie
dello stesso Hopkins, consultate dallo sceneggiatore al momento
della scrittura della sceneggiatura. Che Hopkins sia esistito è
certo, ma ci sono molti dubbi sia sulla sua partecipazione alla
competizione indicata sia sull’esistenza stessa di quest’ultima.
Anzi, quanto raccontato da Hopkins è oggi generalmente ritenuto
come falso, interamente frutto della sua fantasia.
Hopkins racconta di come la
competizione Oceano di Fuoco si sia svolta per oltre mille anni in
Arabia Saudita, prevedendo l’attraversamento a cavallo di 3 mila
miglia di deserto e di come egli sia stato il primo non arabo a
prendervi parte. Tutto ciò è in seguito stato smentito, con anche
il governo dell’Arabia Saudita che ha precisato come una tale
competizione non abbia mai avuto luogo. La storia raccontata dal
film, dunque, non può essere considerata come basata su eventi
realmente avvenuti, nonostante è così che sia stata pubblicizzata.
Oceano di fuoco – Hidalgo è piuttosto basato sulla
fantasia dello stesso Hopkins, personalità su cui ancora oggi ci
sono scarse documentazioni.
Oceano di fuoco – Hidalgo:
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Oceano di fuoco – Hidalgo grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Chili Cinema, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
lunedì 28 novembre alle ore 21:10
sul canale Rai Movie.
Gianluca Mangiasciutti si posiziona
ufficialmente dietro la macchina da presa con L’uomo
sulla strada, per regalare una pellicola drammatica
dalle venature romantiche che sancisce il suo esordio in regia. Per
corroborare il suo prodotto, il regista cala nei panni dei suoi
protagonisti un’intensa Aurora Giovinazzo, conosciuta soprattutto
per Freaks Out, e un cupo Lorenzo Richelmy dallo sguardo
magnetico.
L’opera prima di
Mangiasciutti è stata presentata ad Alice nella città, sezione a parte della Festa
del Cinema di Roma 2022. Il film può vantare già una vittoria,
ossia il Premio Solinas come miglior soggetto
scritto. L’uomo sulla strada è distribuito da Eagles Pictures e
arriverà nelle sale italiane dal 7 dicembre.
L’uomo sulla strada, la trama
Irene (Aurora
Giovinazzo) ha 8 anni quando, in una mattinata
trascorsa in compagnia del padre a raccogliere funghi, si trova ad
assistere alla sua morte improvvisa. Il colpevole, il cui volto lei
vede attraverso il finestrino della sua utilitaria, fugge via senza
neppure soccorrerlo o chiedere aiuto. Passano dieci anni, la sua
vita è cambiata. Essendo lei l’unica testimone dell’incidente,
nessuno è riuscito a trovare il pirata della strada, ma Irene è
decisa a scovarlo e fargliela pagare. Non ha altri obiettivi nella
vita, se non quello di ricordarsi il suo volto che da allora la
tormenta.
Quando inizia a lavorare in una
fabbrica, abbandonando momentaneamente la scuola, la ragazza
incontra Michele (Lorenzo
Richelmy), il proprietario, nonché unico responsabile
della morte del padre. Lei non lo riconosce, non sa chi sia. Lui
invece non ha dubbi a riguardo, e dopo l’incontro con Irene il
senso di colpa inizia a crescere a dismisura. I due però cominciano
a frequentarsi e gradualmente a provare dei sentimenti l’uno per
l’altra, in una relazione pericolosa che nasconde un terribile
segreto.
Una narrazione che si ferma in
superficie
Mangiasciutti predispone la
narrazione con un incidente scatenante intrigante, ponendo sul
piatto diegetico un thriller che sembra strutturarsi su buone
premesse. Il regista decide di focalizzarsi sulla
protagonista, Irene, con un approccio quasi
totalizzante, conferendole un temperamento
impulsivo/aggressivo su cui tenta di fare un lavoro di formazione.
Giovinazzo a primo impatto sembra ricordare l’Amanda Clarke di
Revenge: in questo caso il suo obiettivo è trovare
l’assassino del padre, anche a costo di mettere a repentaglio la
sua vita già molto incrinata. La ricerca ossessiva, che dovrebbe
permeare tutto il tessuto narrativo di L’uomo sulla
strada, dopo alcune sequenze diventa però quasi effimera e
nel progredire del racconto si discioglie come ghiaccio al
sole.
Il desiderio di vendetta inizia
gradualmente a non scandire più le scene che si susseguono dopo il
primo atto, cedendo il passo solo alla tematica amorosa
rappresentata dalla relazione pericolosa e fragile di Irene e
Michele che, nel tentativo di stabilizzarsi in fretta all’interno
della pellicola, perde un po’ di mordente. Molti anche i momenti
appena accennati e ai quali non si concede lo spazio di un
approfondimento per raggiungere un climax ultimo pregno di
patos. Lo script attraverso cui i personaggi devono costruirsi non
sembra porre l’accento sulla loro tridimensionalità, ed è
come se la mdp avesse paura ad andare oltre, fermandosi in
superficie tramite un montaggio di primi piani che purtroppo però
oltre a restituire le emozioni del momento – grazie alla bravura
degli attori e al setting ridotto all’osso per risaltarne la
presenza – non riesce a connettere davvero lo spettatore al vero
cuore dei protagonisti.
Il punto di forza è la
suspense
L’universo hitchcockiano si è sempre
fondato sull’elemento della suspense come
meccanismo principale per confezionare un prodotto attrattivo. Tale
tecnica, che costituisce il punto cardine delle pellicole del
cineasta – si ricordi La finestra sul cortile o
Pyscho – è sempre stata indispensabile per avere una
fruizione il cui effetto ansiogeno è predominante. Lo spettatore è
indotto a partecipare attivamente nonostante non possa agire
direttamente da buon voyeur quale sia, e questo induce ad avere uno
sguardo sulla scena molto più trepidante. Il successo di un buon
thriller sta nel saperlo usare con astuzia, e Mangiasciutti riesce
ad inserirlo in modo funzionale in L’uomo sulla
strada.
Sin dalla prima sequenza
dell’omicidio si conosce il volto del pirata della strada, ma mai
quello del padre, le cui fattezze rimangono ignote per poter
veicolare l’attenzione esclusivamente sull’assassino, unica vera
ossessione di Irene. Questo artificio narrativo il regista
lo sfrutta per stabilire la rotta attraverso cui il racconto si
dipanerà, che non è approfondire la fragilità psicologica
della protagonista a causa del trauma, ma piuttosto il legame con
il colpevole del reato. Quando la vita di Irene comincia a
intrecciarsi inconsapevolmente con quella del “killer”, il loro
rapporto agli occhi di chi lo osserva oltre la quarta parete
diventa molto più inquietante.
Lo spettatore, a differenza della
protagonista, sa cosa è realmente accaduto e soprattutto conosce
l’identità della persona che le sta di fronte. In tal modo egli
vive quell’ansia caratterizzante della suspense che lo induce a
domandarsi cosa succederà quando la verità sarà portata alla
conoscenza di Irene. È questa la principale ragione per cui
l’attenzione rimane alta, nonostante la presenza di alcune scene
statiche.
È chiaro dunque che L’uomo
sulla strada sia stato più un test per Mangiasciutti, una
preparazione del terreno per le prossime opere il cui risultato
sarà di certo più completo e approfondito. I presupposti ci sono
tutti affinché il regista possa creare storie di un livello alto,
sia nella disposizione narrativa che contenutistica. Seppur nella
pellicola si evinca la sofferenza nel dispiegare la storia, non si
può negare che Mangiasciutti conosca l’arte della cinematografia.
Semplicemente, con il tempo, saprà masticarla meglio.
L’universo degli Addams si è
risvegliato con l’arrivo di Mercoledì,
serie televisiva firmata da Tim Burton, approdata il 23
novembre sulla piattaforma Netflix.
Obiettivo del regista era far rivivere uno dei personaggi più
iconici e anticonformisti del piccolo schermo, quello
dell’inquietante e gotica Mercoledì,
adolescente sopra le righe e figlia di Morticia e Gomez Addams. Un
outsider che porta in scena una outsider, questo il rapporto fra la
Mercoledì e
Tim Burton, e che “battezza” la sua
protagonista.
Degli Addams, creati dalla fantasia
di Charles Addams, sono state realizzate molte
versioni in passato, ma è stato solo Barry Sonnenfeld con le sue
pellicole del 1991 e del 1993 a conferire un taglio macabro e
mortuario a Mercoledì,
con l’impeccabile interpretazione di Christina Ricci, scatenandone il successo.
Seppur Tim Burton abbia scelto di focalizzarsi sul
coming of age di Mercoledì,
la popolarità di questa stravagante famiglia non è mai scemata.
Ecco perché nelle serie non potevano mancare degli
Easter Eggs riconducibili agli adattamenti più
famosi degli Addams, a partire proprio dalla sitcom degli
anni Sessanta. Scopriamo insieme quali sono.
1Scooby Doo
Nel quarto episodio, Woe What a
Night,Mercoledì ha una sorta di diverbio con
lo sceriffo Donovan Galpin, il quale cerca di placare la sua
inclinazione all’investigazione dicendole “Senti Velma, perché
tu e la banda di Scooby non vi dedicate ai vostri compiti e
lasciate le indagini ai professionisti?“
Il
riferimento è senza dubbio alla terza puntata della prima stagione
di Speciale Scooby, che si chiamava Scooby Doo
incontra la famiglia Addams, anche se il titolo originale è
Wednesday is Missing, andata in onda 23 settembre del ’73.
In quella puntata crossover, gli Addams lasciano il gruppo di
investigatori insieme a Mercoledì e Pugsley, ma quando lei
scompare, la compagnia di detective è obbligata a risolvere il caso
della sua scomparsa prima del ritorno dei genitori.
Più grande è il sogno, più alto è
il prezzo. Guarda il nuovo trailer di BABYLON
di Damien Chazelle con
Brad Pitt, Margot
Robbie e Diego Calva.
#BabylonIlFilm dal 19 gennaio 2023 al cinema. Dal Premio Oscar
Damien Chazelle, regista di LA LA LAND e WHIPLASH,
un racconto memorabile ambientato nella Los Angeles degli anni
’20.
BABYLON, una storia di ambizioni smisurate e di
eccessi oltraggiosi, che ripercorre l’ascesa e la caduta di
molteplici personaggi in un’epoca di sfrenata decadenza e
depravazione nella sfavillante Hollywood. Con
Brad Pitt, Margot
Robbie e Diego Calva, e un cast corale che comprende
Jovan Adepo, Li Jun Li e Jean Smart. SCRITTO E DIRETTO
DA Damien Chazelle PRODOTTO DA Marc
Platt, p.g.a., Matthew Plouffe, p.g.a., Olivia Hamilton, p.g.a.
PRODUTTORI ESECUTIVI Michael Beugg, Tobey Maguire,
Wyck Godfrey, Helen Estabrook, Adam Siegel.
CAST
Brad Pitt, Margot
Robbie, Diego Calva, Jean Smart, Jovan Adepo, Li Jun
Li, P.J. Byrne, Lukas Haas, Olivia Hamilton, Tobey Maguire, Max
Minghella, Rory Scovel, Katherine Waterston, Flea, Jeff Garlin,
Eric Roberts, Ethan Suplee, Samara Weaving, Olivia Wilde
La nuova serie originale
Disney+, Il mistero
dei templari – La serie prodotta Disney Branded
Television prodotta da ABC Signature per Disney+ proseguirà poi ogni mercoledì
con un nuovo episodio a settimana.
Il mistero dei templari – La serie, quando esce
e
Disney+, Il mistero
dei templari – La serie in streaming debutterà il 14
dicembre sulla piattaforma streaming con i primi due episodi.
Il mistero dei templari – La serie, la trama e il
cast
La vita di Jess Valenzuela
(Lisette Olivera) viene stravolta quando un
enigmatico sconosciuto le dà un indizio su un tesoro secolare che
potrebbe essere collegato a suo padre, morto da tempo. Jess ha un
talento per risolvere gli enigmi e la sua abilità viene messa alla
prova quando lei e i suoi amici seguono una serie di indizi
nascosti in manufatti e monumenti americani. Ma riuscirà Jess a
superare in astuzia un trafficante di antichità del mercato nero in
una corsa per trovare il più grande tesoro perduto della storia e
scoprire la verità sul passato della sua famiglia?
Oltre a Lisette Olivera, la serie è
interpretata da Zuri Reed (Flatbush Misdemeanors) nel
ruolo di Tasha, l’amica di Jess che si unisce alla caccia al tesoro
e che sarà costretta a riconsiderare il suo modo di pensare per
aiutare la sua migliore amica; Antonio Cipriano (Jagged Little
Pill a Broadway) nei panni di Oren, un simpatico ma
egocentrico imbranato con una conoscenza enciclopedica delle teorie
cospirative che cerca di riconquistare l’affetto di Tasha; Jordan
Rodrigues (Lady
Bird) nel ruolo di Ethan, il migliore amico d’infanzia di
Jess di cui è innamorato sin dal giorno in cui si sono conosciuti;
Jake Austin Walker (Rectify) nei panni di Liam, un
musicista in difficoltà che piace a tutti, sempre con il dente
avvelenato, che proviene da una lunga stirpe di cacciatori di
tesori; Catherine Zeta-Jones (Chicago) nel
ruolo di Billie, una miliardaria tosta, esperta di antichità
sul mercato nero e cacciatrice di tesori che vive secondo il
proprio codice; e Lyndon Smith (Parenthood) nei panni
dell’agente dell’FBI Ross, un investigatore ostinato che si rende
conto che una cospirazione più grande è in atto. Inoltre,
Harvey Keitel (Pulp
Fiction), che ha interpretato Peter Sadusky nel franchise
cinematografico de Il mistero dei Templari, si unisce al cast della serie
come guest star nello stesso ruolo. Jerry Bruckheimer,
Cormac e Marianne Wibberley, Jonathan Littman e KristieAnne Reed
sono gli executive producer della serie insieme a Rick Muirragui,
che è anche sceneggiatore. Anche Jon Turteltaub è executive
producer. Mira Nair è regista ed executive producer.
L’attore Jonathan
Majors è impegnato tra cinema e televisione solo da pochi
anni, ma è già diventato un nome estremamente popolare grazie alla
sua partecipazione a progetti di alto profilo. Ora che è stato
scelto come prossimo grande cattivo del Marvel Cinematic Universe, la sua
popolarità è destinata a crescere negli anni e sempre più egli avrà
modo di dar prova di tutto il suo talento.
2. Ha preso parte ad alcune
serie TV. Oltre a recitare per il cinema, Majors è apparso
anche in alcune serie TV di particolare popolarità. Ha infatti
recitato in When We Rise (2017) ed è poi stato tra i
protagonisti della serie horror Lovecraft Country – La terra dei
demoni (2020). Nel 2021 ha invece recitato nell’ultimo
episodio della serie Marvel Loki, dedicata al celebre dio
dell’inganno e con protagonista Tom
Hiddleston.
3. È anche
produttore. Majors non si sta interessando solo di
recitazione, ma anche di produzione. Prossimamente, infatti, egli
ricoprirà il ruolo di produttore esecutivo per i film The Man
in My Basement e Magazine Dreams, nei quali comparirà
naturalmente anche come attore. Majors sta dunque dimostrando di
volersi occupare sempre di più di cinema a 360°, sostenendo
attivamente i progetti che lo vedono coinvolto e nei quali crede di
più.
Jonathan Majors è Kang nel Marvel
Cinematic Universe
4. È entusiasta del
ruolo. Come noto, Majors interpreterà Kang il
Conquistatore nella Saga del Multiverso della Marvel. Dopo essere
comparso in Loki, egli sarà presente anche in Ant-Man
and the Wasp: Quantumania e in Avengers: The Kang
Dynasty. L’attore si è detto entusiasta di poter dar vita
a tale personaggio e in particolare di interpretare un cattivo
tanto complesso e pericoloso. Sarà lui il grande protagonista delle
prossime fasi dell’MCU e l’attore si sente particolarmente
gratificato dal ruolo assegnatogli.
5. Si sta sottoponendo ad un
duro allenamento. L’attore ha affermato che l’aspetto più
difficile del dover interpretare Kang è il dover raggiungere una
forma fisica impeccabile. Per rendere minaccioso il personaggio,
Majors si sta infatti sottoponendo ad un durissimo allenamento
fisico fatto di ore ed ore in palestra ed una rigida dieta a base
di pollo, tacchino e riso. Stando a quanto svelato da alcune foto,
l’attore sta però riuscendo nell’intento di metter su una massa
muscolare incredibile, che renderà Kang ancor più pericoloso.
Jonathan Majors in Loki
6. Ha tenuto nascosto il suo
coinvolgimento nella serie. Come noto a chi ha visto la
serie Loki, l’attore compare nell’ultimo episodio nei
panni di Colui Che Rimane, una delle varianti di Kang il
Conquistatore. Benché ci fossero molte teorie sul coinvolgimento
del personaggio nella serie, Majors è riuscito a mantenere il
segreto sulla propria partecipazione fino all’ultimo. L’attore ha
infatti affermato di non parlare molto con le persone e di tenere
sempre un profilo basso nel proprio quotidiano. Ciò gli ha permesso
di preservare il segreto e l’effetto sorpresa.
Jonathan Majors in Creed 3
7. Sarà l’avversario del
protagonista. Nel nuovo capitolo della serie di film
spin-off della saga di Rocky, dove Michael B.
Jordan interpreta Adonis Creed, figlio di Apollo, Majors
interpreta Anderson Dame, ex amico di Adonis in cerca di riscatto.
Parlando del personaggio, l’attore ha anticipato che sarà
un’antagonista molto umano e che sarà difficile per gli spettatori
odiarlo proprio per via del suo difficile vissuto e il suo
desiderio di riscatto. Majors ha poi affermato di essersi
affezionato molto al personaggio e di considerarlo tra i suoi
preferiti di sempre.
Jonathan Majors non è su Instagram
8. Non possiede un
account. Cercando l’attore su Instagram si potrà notare
come egli non possieda alcun account. Majors ha infatti confermato
di non avere profili ufficiali sul noto social network, preferendo
per ora non condividere le proprie attività su di esso. Come noto,
l’attore ci tiene ad essere quanto più riservato possibile e non
sembra intenzionato a gestire anche le responsabilità di un account
su Instagram. Tuttavia è possibile seguire alcune fan page molto
attive nel condividere novità legate unicamente alla sua vita
professionale.
Jonathan Majors: chi è la sua
fidanzata
8. È molto
riservato. Come anticipato, Major è molto riservato circa
la sua vita al di fuori del set e non è solito condividere
particolari a riguardo. Non è dunque noto se attualmente egli sia
più o meno impegnato in una relazione. L’attore ha però rivelato di
aver una figlia di 9 anni, ma non ha svelato chi sia la madre della
bambina né se abbia ancora una frequentazione sentimentale con tale
donna. Majors si è però detto molto attento alla formazione della
figlia, seguendola passo passo affinché possa crescere come una
persona responsabile e attenta alle dinamiche del mondo.
Jonathan Majors: età, altezza e fisico dell’attore
10. Jonathan Majors è nato a
Lompoc, California, Stati Uniti, il 7 settembre del 1989.
L’attore è alto complessivamente 1,83 metri. L’attore è inoltre
noto per il suo fisico particolarmente possente, atletico e
muscoloso, sfoggiato nel corso di alcuni servizi fotografici e per
la preparazione ai film Creed III e Ant-Man and the
Wasp: Quantumani.
È stato diffuso il primo poster di
Bussano
alla Porta (Knock At The Cabin), il nuovo
film di M. Night Shyamalan che arriverà nelle
sale italiane il prossimo 2 febbraio 2023, distribuito da
Universal. Eccolo:
Mentre sono in vacanza in una
baita isolata, una bambina e i suoi genitori vengono presi in
ostaggio da quattro sconosciuti armati che chiedono alla famiglia
di compiere una scelta impensabile per evitare l’apocalisse. Con un
accesso limitato al mondo esterno, la famiglia deve decidere in
cosa credere prima che tutto sia perduto.
Prodotto dal visionario regista
M. Night Shyamalan, Bussano alla Portaè
interpretato da
Dave Bautista (Dune,
Guardiani della Galassia), dal candidato al Tony Award e
all’Emmy Jonathan Groff (Hamilton, Mindhunter), da
Ben Aldridge (Pennyworth,
Fleabag), dalla candidata al BAFTA Nikki
Amuka-Bird (Persuasione, Old), dall’attrice esordiente
Kristen Cui, da Abby Quinn
(Piccole donne, Landline) e da
Rupert Grint (Servant,
la saga di
Harry Potter).
Universal Pictures presenta una
produzione Blinding Edge Pictures, in associazione con FilmNation
Features e Wishmore Entertainment, Bussano
alla Porta (Knock At The Cabin) un film di
M. Night Shyamalan. La sceneggiatura è di
M. Night Shyamalan e Steve Desmond & Michael
Sherman, basata sul bestseller nazionale “The Cabin at the End of
the World” di Paul Tremblay. Il film è diretto da M. Night
Shyamalan e prodotto da M. Night Shyamalan,
Marc Bienstock (Split, Glass) e Ashwin
Rajan (Servant, Glass). I produttori
esecutivi sono Steven Schneider, Christos V. Konstantakopoulos e
Ashley Fox.
Deadline riporta che
Studiocanal produrrà un adattamento live-action della serie di
Hugo PrattCorto Maltese, con
Frank Miller che firmerà il progetto in veste
di creatore, sceneggiatore e produttore esecutivo. In
collaborazione con Canal+, Studiocanal svilupperà sei episodi della
durata di un’ora.
L’EP della serie è Jemma
Rodgers (The Railway Children Return), insieme a Silenn
Thomas, l’ultimo dei quali è CEO di Frank Miller
Ink. La supervisione degli effetti visivi è Phil
Tippett, il cui lavoro include i franchise di
Star
Wars e Jurassic Park e
Willow. Studiocanal EVP Global Production Ron
Halpern e Executive Managing Director TV Francoise Guyonnet
supervisioneranno per lo studio.
Hugo Pratt ha
lanciato la serie nel 1967. Maltese è un audace capitano di mare le
cui avventure si sono svolte nella prima parte del 20° secolo. Il
racconto d’avventura riccamente disegnato fondeva fantasia e realtà
mentre Maltese entrava in contatto con alcuni dei personaggi più
influenti della letteratura – Jack London, Ernest Hemingway, Butch
Cassidy – mentre attraversava mari e oceani.
Frank Miller, che ha co-diretto con
Robert Rodriguez i primi due film di Sin
City, e i cui fumetti e graphic novel includono
300,
The Dark Knight Returns Batman: Year One e
Daredevil: Born Again, quest’anno ha lanciato un
nuovo banner editoriale, Frank Miller
Presents.
“Ho scoperto Corto Maltese per
la prima volta leggendo i libri al Forbidden Planet di New York da
giovane”, ha detto Miller. “Poi durante i miei viaggi, ho
studiato e scoperto un’edizione in un’edicola a Roma. L’opera
d’arte era così espressiva e così audace che è saltata fuori dalla
carta da giornale. Mi ha spazzato via. Era pieno di magia e
avventura romantica. Maltese è un mascalzone che potrebbe parlare
con gli dei. Per me ha mostrato il potere del fumetto in cui il
linguaggio non è una grande barriera. Da allora sono un fan di
Corto Maltese. Questo è il viaggio dell’eroe nella sua forma più
classica, e non potrei essere più onorato di contribuire a portare
in questa serie il romanticismo, l’eroismo e il misticismo di fondo
della creazione di Pratt”.
Patrizia Zanotti,
stretta collaboratrice di Pratt, ha affermato che c’era un alto
livello di rispetto per Miller e le sue opere da parte del creatore
di Corto Maltese, scomparso nel 1996. “Hugo
Pratt ha apprezzato il lavoro di Frank Miller fin dall’inizio,
tanto che lo ha pubblicato sulla rivista Corto Maltese nel 1988.
Pratt come Miller sono studenti del fumetto classico americano come
Milton Caniff con il loro uso di ombre, inchiostri drammatici e
pennellate audaci. Chi meglio di Frank Miller per reinterpretare il
mondo di Hugo Pratt dopo tutti i personaggi e i mondi che il
leggendario creatore ci ha portato? Pratt sarebbe entusiasta di
vedere rivivere il suo personaggio Corto Maltese attraverso un
autore che ha la straordinaria capacità di portare avanti miti
senza tempo presentando personaggi iconici alle nuove generazioni.
Pratt ha detto attraverso uno dei suoi personaggi che “nulla è
scritto che non possa essere riscritto”.
Arthouse, label di I
Wonder Pictures dedicato al cinema più autoriale e innovativo,
porta in sala dal 22 dicembre il film Vincitore del Premio
della Giuria al Festival di Cannes, Eo del regista
polacco Jerzy Skolimowski, già vincitore a Cannes del Premio
alla Miglior Sceneggiatura con Moonlighting, e a Venezia del
Gran Premio della Giuria con Essential Killing.
Presentato Fuori Concorso alla
40esima edizione del Torino Film Festival, Eorilegge
un classico di Bresson, Au hasard Balthazar, e mettendosi
nella testa di un asino – animale intelligente e sensibile,
costretto allo spettacolo dell’umana violenza e dell’umana
insensatezza – ne visualizza i pensieri, i ricordi, i desideri.
Attraverso gli occhi e le vicissitudini di Eo, Skolimowski
mette in scena un inedito ritratto delle relazioni sociali e
dei cambiamenti culturali in atto nel mondo moderno.
Eo, la trama
Vincitore del Premio della Giuria
a Cannes, e selezionato per rappresentare la Polonia agli Oscar, è
la storia di un asino di nome EO, che liberato da un circo polacco
inizia un viaggio attraverso l’Europa fino a giungere in Italia,
incontrando e conoscendo le gioie e i dolori dell’umanità più
varia. Una versione poetica, tenera, dolceamara e profondamente
umanista di un “road movie”, un ritratto delle relazioni sociali e
dei cambiamenti culturali in atto nel mondo moderno, che ci aiuta a
estendere i confini della nostra empatia. L’ottantacinquenne Jerzy
Skolimowski, in una rilettura di un classico di Bresson, ci porta
dentro la testa dell’asino, animale intelligente, caparbio e
sensibile, costretto allo spettacolo dell’umana insensatezza, e ne
visualizza i pensieri, gli amori, i ricordi, i desideri.
Gabriel LaBelle as Sammy
Fabelman in The Fabelmans, co-written, produced and directed by
Steven Spielberg.
Leone Film Group e
Rai Cinema presentano il poster italiano e le nuove immagini di
The
Fabelmansdi
Steven Spielberg che, dopo il debutto nelle sale
americane, si conferma uno dei film più attesi della stagione
cinematografica.
The Fabelmans è il nuovo film del regista
quattro volte Premio Oscar Steven Spielberg – un’ icona nella
storia del cinema – e la sua opera più intima e personale in cui
per la prima volta mette in scena la sua vita, la sua famiglia, i
suoi sogni, in un racconto di formazione appassionante e
universale.
(from left) Sammy Fabelman
(Gabriel LaBelle), Mitzi Fabelman (Michelle Williams), Burt
Fabelman (Paul Dano), Natalie Fabelman (Keeley Karsten), Reggie
Fabelman (Julia Butters) and Lisa Fabelman (Sophia Kopera) in The
Fabelmans, co-written, produced and directed by Steven
Spielberg.
Sammy Fabelman (Gabriel
LaBelle) in The Fabelmans, co-written and directed by Steven
Spielberg.
Gabriel LaBelle as Sammy
Fabelman in The Fabelmans, co-written, produced and directed by
Steven Spielberg.
Il film, che ha già
vintoil Premio del Pubblico al Festival di
Toronto, è interpretato dalla quattro volte candidata all’Oscar®
Michelle Williams, Paul Dano, Seth Rogen, Gabriel LaBelle e dal
candidato all’Oscar® Judd Hirsch, con le musiche del premio Oscar®
John Williams, la fotografia del premio Oscar® Janusz Kaminski e il
montaggio dei premi Oscar® Michael Kahn e Sarah Broshar.
Prodotto da Amblin
Entertainment, The Fabelmans è un’esclusiva per l’Italia
Leone Film Group in collaborazione con Rai Cinema e sarà al cinema
dal 22 dicembre con 01 Distribution.
Da quando ha assunto il ruolo di
capo dei DC Studios, James Gunn ha accennato sui social a progetti
di diversi eroi che potrebbero apparire nel futuro del DCU. Negli
ultimi anni la popolarità dei film prodotti dai DC Studios è stata
in calo, tanto che il contorto e disordinato DCEU
è stato ribattezzato DCU,
probabilmente influenzato dal MCU dei Marvels Studios,
con il regista di Suicide SquadJames Gunn al timone. La nuova direzione dello
studio mira a costruire una storia coerente per il franchise e a
farlo progredire ottimamente, introducendo nuovi personaggi e
consolidando quelli già affermati dell’ormai defunto
DCEU, tra cui Superman e
Batman.
James Gunn, insieme al co-CEO Peter
Safran, ha assunto questo nuovo incarico il 1° novembre
2022, ripromettendosi di portare lo studio in una nuova direzione e
di iniziare a far crescere la domanda di progetti DC. Da allora,
Gunn è stato molto attivo sui social media
postando immagini di alcuni personaggi DC Comics meno noti,
sollevando domande su chi potrebbe potenzialmente arrivare sul
grande schermo nelle future proprietà del DCU.
1Jonah Hex
Jonah Hex ha avuto una
carriera nel live-action superiore a quella di chiunque altro
(eccetto Superman) a cui James Gunn si è riferito su Twitter. Da quando
Josh Brolin lo ha interpretato nel film del
2010, Jonah Hex, è apparso come personaggio in DC’s Legends
of Tomorrow e ha avuto una lunga carriera nei progetti di
animazione DC. Il 16 novembre 2022, James Gunn ha postato
un’immagine di Hex per celebrare il 50° anniversario del
personaggio nei fumetti DC; oltre a celebrarne l’icona, pensiamo
che Gunn abbia suggerito che un altro adattamento di Hex potrebbe
essere in programma nel prossimo futuro.
Jonah Hex è un personaggio
incredibilmente ricco di materiale da cui attingere e, se adattato
nel nuovo DCU, il
cinico cacciatore di taglie potrebbe rifondare il nuovo franchise
con alcuni progetti più grintosi. È noto che James Gunn sia un grande fan dei film western,
quindi è probabile che questo burbero cowboy possa arrivare presto
sul grande schermo. In definitiva, il fatto che James Gunn sia
stato incredibilmente attivo sui social media non può che essere
una buona notizia per i DC Studios: sta cercando di far parlare di
sé e di suscitare entusiasmo per le nuove storie del DCU.
La star di Love Actually, Hugh Grant, dice che non voleva fare la sua
ormai famosa scena di ballo nel film di Richard
Curtis. Il classico film di Natale Love Actually ha debuttato nel 2003, con un
cast stellare che comprende Emma Thompson, Alan Rickman,
Liam Neeson e Grant. Diretto da
Richard Curtis, la commedia romantica segue nove
storie d’amore interconnesse di varia natura: alcune romantiche,
altre familiari e altre platoniche. La trama di Grant nel film vede
l’attore nei panni di David,
un neoeletto Primo Ministro del Regno Unito, che sviluppa
un’attrazione per un membro del suo staff, Natalie (Martine
McCutcheon).
Mentre David si adatta al suo nuovo
ruolo, ottiene una grande vittoria sia personalmente che
professionalmente resistendo al Presidente degli Stati Uniti
(Billy Bob Thornton) durante un discorso
entusiasmante al suo popolo e agli uomini del Presidente. Più tardi
quella notte, una stazione radio trasmette “Jump” delle
Pointer Sisters in suo onore, e David balla in un
momento dolce e sciocco che da allora è diventato sinonimo del
film. Durante un’apparizione in The Laughter & Secrets of Love
Actually: 20 Years Later con ABC News (tramite Deadline), Curtis e Grant
discutono della scena della danza del Primo Ministro, rivelando la
riluttanza di Grant a filmarla nonostante fosse sotto “una
ghigliottina contrattuale“. Ha detto Hugh Grant: “L’ho visto nella
sceneggiatura e ho pensato: ‘Beh, odierò farlo. Non mi piaceva
affatto fare il ballo, figuriamoci provarlo… E fino ad oggi, ci
sono molte persone, e sono d’accordo con loro, che pensano che sia
la scena più straziante mai affidata alla celluloide. Ma poi ad
alcune persone piace.”
Da parte di chi scrive ringraziamo
Hugh Grant per essere comunque riuscito a
girare quella scena che è ormai a tutti gli effetti un piccolo
culto.
La star di Logan –
The Wolverine,
Dafne Keen, condivide il consiglio che Hugh Jackman le ha dato sul set del film
degli X-Men. Jackman ha fatto il suo debutto come
Wolverine nel film X-Men del 2000 e ha continuato
a riprendere il ruolo nove volte in quasi due decenni, ponendo
effettivamente fine alla corsa del suo personaggio con Logan del
2017 (anche se tornerà e farà il suo debutto nel Marvel Cinematic Universe in
Deadpool 3).
Logan
rappresenta il punto più alto del franchise, al momento, e si
concentra su una storia più oscura e dai toni cupi in cui un
Wolverine ormai vecchio ha come missione quella di proteggere il
giovane
mutante X-23, nota anche come Laura (Keen) e portarla al
sicuro. Il film ha visto il debutto di Keen come clone/figlia
biologica di Logan e
ha creato un futuro più ampio per il suo personaggio come
successore di Logan dopo
la sua morte.
Dopo aver fatto il suo debutto
cinematografico in Logan –
The Wolverine,Dafne Keen ha continuato a recitare nel
ruolo di Lyra nella serie fantasy acclamata dalla critica di
HBO MaxHis Dark Materials e
apparirà nella prossima serie di Star
Wars
The Acolyte. Durante una conversazione con Marie Claire, Keen ha parlato
della pletora di consigli che ha ricevuto durante le riprese di
Logan, sia da Hugh Jackman che dal regista
James Mangold. Uno dei consigli chiave di Jackman
per Keen è stato quello di trattare la troupe “allo stesso modo”
mentre era sul set.
“Hugh Jackman è stato
fantastico come numero uno sul set nell’insegnarmi come trattare la
troupe. Era la persona più brillante con la troupe, mi ha insegnato
quanto la distanza tra il cast e la troupe sia sbagliata e che
tutti devono essere trattati allo stesso modo. Era vicino a tutti i
membri dell’equipaggio, conosceva i nomi di tutti e comprava i
biglietti della lotteria ogni settimana. Ho imparato le basi da lui
e mi sento molto fortunata per il fatto che me l’abbia insegnato
lui”.
Guardiani della Galassia Holiday Special ha un
Easter Egg di Eternals che rovina
inconsapevolmente uno dei più grandi cliffhanger di Fase 4 del MCU.
Il riferimento che vediamo nello Speciale Natalizio è uno strano
passo falso per un franchise così ossessionato dai dettagli. Il
penultimo film Marvel di James
Gunn (a meno che non sfidi le aspettative e ritorni
nonostante il suo ruolo di leader nella DCU) è un regalo festivo, un mix tipico di cuore
e risate. Contiene anche importanti rivelazioni per
Guardiani della Galassia Vol. 3, inclusa la
rivelazione che Mantis è la sorella di Star-Lord e quali sono i
poteri di Cosmo il Cane Spaziale.
Mentre il secondo speciale Marvel
(dopo Werewolf By Night) è considerata un bonus per
l’MCU principale, James Gunn ha confermato che
Guardiani della Galassia Holiday Special è
canonico e deve essere guardato prima del Vol 3.
Questo status canonico rende il fatto che un dettaglio sullo sfondo
confermi la presenza di Kingo sulla Terra particolarmente confuso.
Potrebbe essere solo un Easter Egg, ma l’apparizione fugace di
Kingo suggerisce che sia sopravvissuto al rapimento di Arishem
negli ultimi momenti di Eternals e la Terra deve
aver superato il minaccioso giudizio del Celestiale.
In Guardiani della Galassia Holiday Special,
Mantis e Drax vengono inizialmente ostacolati nel loro tentativo di
trovare e rapire Kevin Bacon, e si distraggono con
superalcolici e balli. Mentre camminano verso una discoteca,
all’angolo tra Cherokee Avenue e Hollywood Boulevard appare un
poster di uno spettacolo natalizio – chiamato Kingo’s
Christmas – che suggerisce il controverso il destino
dell’eroe interpretato da Kumail Nanjiani dopo la fine di
Eternals è già assicurato.
L’unica altra menzione di Kingo è
arrivata in Ms Marvel, in cui è stato citato solo
come attore di Bollywood, e non come supereroe (una curiosa svista
se la sua vera identità fosse nota). In altre parole,
Kingo’s Christmas non può essere la
pubblicità di uno spettacolo più vecchio che viene riprodotto come
registrazione per capitalizzare la sua fama. Dal design del poster,
sembra anche chiaro che stia pubblicizzando uno spettacolo teatrale
individuale.
Se Kingo è tornato sulla Terra nel
2025 (quando probabilmente è ambientato Guardiani della Galassia Holiday Special),
sappiamo già che Arishem ha liberato lui e i suoi compagni fatti
prigionieri alla fine di Eternals. Il Celestiale
rapisce Sersi, Phastos e Kingo per esaminare i loro ricordi e
giudicare la Terra, presumibilmente alla Forgia del Mondo. Affinché
sia possibile che Kingo si esibisca nel suo spettacolo di Natale,
deve essere implicito che l’eroe è stato rimandato sulla Terra.
Anche se il giudizio di Arishem non è completo, il Celestiale
apparentemente non ha punito Kingo per il tradimento degli Eterni e
per aver ostacolato l’Emersione. Staremo a vedere come si risolverà
questo piccolo dettaglio che confonde non poco le idee.
Cinque adolescenti
durante un party giocano con un’intelligenza artificiale che
sorteggia sfide pericolose: la più estrema di tutte li costringerà
ad abbandonare la propria innocenza. Sarà nei cinema dal 28
novembre Space Monkeys, lungometraggio d’esordio di
Aldo Iuliano, già vincitore del Globo d’Oro e di
numerosi premi internazionali per il cortometraggio
Penalty.
Prodotto da
Andrette Lo Conte per Freak
Factory con Rai Cinema, con il contributo
di Regione Calabria e Calabria Film Commission, ha
come protagonisti Souad Arsane (attrice
francese rivelazione ai César 2019), Amanda
Campana (“Summertime”), Riccardo
Mandolini ( “Baby”), Ambrosia
Caldarelli (“Circeo”), Haroun
Fall (“Zero”).
La fotografia è di
Daniele Ciprì, il montaggio di Marco
Spoletini, le musiche di Enrico Melozzi,
lescenografie di Paki Meduri, i costumi di
Francesca Sartori e Mara Masiero,
la sceneggiatura è firmata da Severino Iuliano,
Alessandro Giulietti e Aldo
Iuliano.
Cosa spinge gli
adolescenti a giocare con la morte per sentirsi vivi? Da questo
interrogativo nasce l’esigenza del regista di raccontare le
complessità emotive della Generazione Z, dai loro
comportamenti borderline all’amore senza confine di genere, dal
rapporto con la tecnologia al concetto di sopravvivenza nel tessuto
sociale reale e virtuale.
“Space Monkeys”
è un film che si ispira a fatti di cronaca attuali e mostra la
solitudine provata dagli adolescenti contemporanei nel proprio
percorso di crescita individuale e interazione sociale: ragazzi e
ragazze cresciuti in un mondo dove la tecnologia confonde reale e
virtuale e li allontana dalla propria umanità. «Una
generazione che vive il futuro prima ancora di sognarlo, guidata
dal proprio istinto», così descrive l’opera Aldo
Iuliano.
Mentre J.K. Rowling
continua a raccogliere polemiche, Helena Bonham Carter che ha recitato nel
franchise di Harry Potter nei panni di Bellatrix
Lastragne, si è fatta avanti schierandosi dalla parte dell’autrice.
Nonostante abbia creato uno dei franchise fantasy più amati di
tutti i tempi, Rowling è rimasta impantanata in pesanti polemiche
negli ultimi anni dopo essere stata presa di mira per una serie di
tweet e commenti visti come transfobici, con l’autrice di
bestseller che ha subito un pesante contraccolpo fino ad arrivare a
minacce di morte. La Rowling è rimasta in gran parte ferma nelle
sue convinzioni da allora, e diverse star di Harry
Potter hanno condiviso i loro pensieri a riguardo.
In una recente intervista con
The Times, Helena Bonham Carter ha parlato del
contraccolpo nei confronti dell’autrice di Harry Potter
J.K. Rowling. L’attrice di Bellatrix Lestrange ha difeso
la Rowling contro coloro che parlano male di lei, ritenendo che le
critiche che le sono state rivolte siano “orrende” e
“un mucchio di stronzate“.
“Penso che sia stata
perseguitata. Il giudizio delle persone è stato portato
all’estremo. Ha parlato della sua opinione, in particolare essendo
stata anche lei vittima di abusi. Ognuno porta la propria storia di
traumi e forma le proprie opinioni da quell’esperienza di trauma, e
devi rispettare da dove vengono le persone e il loro dolore. Non
dovete essere tutti d’accordo su tutto, sarebbe folle e noioso. Non
parla in modo aggressivo, sta solo dicendo qualcosa della sua
stessa esperienza. Personalmente penso che [le mie costar]
dovrebbero lasciarle esprimere le sue opinioni, ma penso anche che
siano molto consapevoli che prendendo quelle posizioni stiano anche
proteggendo i loro fan e la loro generazione.”
Emma Watson e
Daniel Radcliffe si sono espressi più volte con
contrarietà rispetto a quanto dichiarato da Rowling e Helena Bonham Carter non è la prima che invece
si schiera dalla parte dell’autrice.
Greta Gerwig ha
rivelato come ha convinto di nascosto il suo frequente
collaboratore e partner Noah Baumbach a scrivere
insieme a lei il prossimo film di Barbie.
Dopo che una rappresentazione live-action dell’iconica fashion doll
di Mattel è stata annunciata nel 2019, la sua fase di
pre-produzione ha visto molteplici cambiamenti nella direzione
creativa fino a quando la protagonista Margot Robbie si è assicurata i diritti
del film attraverso la sua società di produzione LuckyChap
Entertainment.
Dopo che i produttori del film hanno
trascorso un arduo processo di scouting per sceneggiatori e registi
insieme a Mattel e Warner Bros., Greta Gerwig ha
accettato di dirigere l’ambizioso progetto, con una sceneggiatura
che ha scritto insieme a Baumbach e che, secondo quanto riferito,
vedrà Barbie
avventurarsi nel mondo reale con Ken, interpretato da Ryan Gosling, dopo essere stato espulso
dall’ambiente artificialmente perfetto di Barbieland.
Gerwig ha riferito di come ha
accettato il compito di co-scrivere Barbie per
conto suo e del partner Noah Baumbach,
inizialmente a sua insaputa. Spiega che poco dopo aver dato alla
luce il loro figlio, Gerwig ha deciso che il film, interpretato da
Margot Robbie, sarebbe stata la perfetta
collaborazione successiva per la coppia.
“[Margot Robbie] è venuta da me
e mi ha detto: ‘Saresti interessata a scriverlo?’, e io ho detto:
‘Sì!’ E poi ho detto: ‘E anche a Noah piacerebbe scriverlo.’ E non
ne avevo davvero parlato con Noah… avevo un bimbo di sei mesi
quando ho detto sì e stavo facendo tutto insieme a Noah… È stato
nel marzo del 2020 che Noah ha detto: “Dovremmo scrivere un film su
Barbie?” Ho detto: “Sì e anche avere qualche idea per questo!”
“Perché non ci hai proposti per scrivere qualcosa di diverso?” E io
ero tipo, “Perché ho una sensazione. Mi piace Margot e ho un
feeling”.”
Barbie
presenta un cast ricco di stelle, che potrebbero essere un grande
incentivo per il pubblico. Margot Robbie compare nel ruolo
principale insieme a Ryan Gosling, poi ci sono
America Ferrera, Simu Liu nei panni
di un altro Ken,
Kate McKinnon, Ariana Greenblatt,
Alexandra Shipp, Emma Mackey, Kingsley
Ben-Adir. Secondo quanto riferito, Issa
Rae come un’altra Barbie, Michael Cera,
Rhea Perlman,
Will Ferrell come CEO di Mattel e Ncuti
Gatwa come un altro Ken.
Al via le riprese in Veneto de
I cacciatori del cielo, docu-film sulla storia
dell’asso dell’aviazione Francesco Baracca interpretato da
Giuseppe Fiorello, prodotto da Anele in
collaborazione con Aeronautica Militare, con
Rai Documentari, in coproduzione con
Istituto Luce Cinecittà e con il sostegno di
Intesa Sanpaolo, che Rai manderà in onda nel
prossimo mese di marzo.
Il progetto, scritto da
Pietro Calderoni e Valter Lupo, con la
collaborazione di Mario Vitale e la consulenza storica di Paolo
Varriale, celebra il Centenario della costituzione dell’Aeronautica
Militare attraverso il racconto delle imprese eroiche, della vita e
dell’amicizia di quei pionieri del volo che si distinsero per le
loro azioni e il loro coraggio durante la Prima Guerra Mondiale e
le cui gesta gettarono le basi per la nascita dell’Aeronautica
Militare avvenuta il 28 marzo 1923. Un racconto avvincente che
intervalla alla fiction vera e propria preziosi materiali di
repertorio, sia foto che filmati d’epoca, e animazioni originali e
che abbraccia temi universali come amicizia, grandi sogni e
amore.
Giuseppe Fiorello
è il tenente pilota del Regio Esercito Francesco Baracca, che per i
suoi meriti sarà in breve promosso prima capitano e poi maggiore,
assumendo nel frattempo il comando della 91a Squadriglia, la
“Squadriglia degli assi”: romagnolo, sanguigno, istintivo e
coraggioso, affascinante e colto, di ottima famiglia, generoso,
spavaldo ma mai inutilmente votato al sacrificio. Ricordato come
“l’Asso degli assi” per aver conseguito il maggior numero di
vittorie aeree tra i piloti italiani della Grande Guerra, riuscendo
ad avere la meglio in 34 combattimenti abbattendo altrettanti
velivoli nemici, Francesco Baracca si impose rapidamente
nell’immaginario collettivo del popolo italiano come un eroe
nazionale la cui morte, avvenuta a 30 anni il 19 giugno 1918 nel
corso di una missione sul Montello, suscitò grande commozione in
tutto il Paese.
A suo nome nel 1926 fu inaugurato a
Lugo di Romagna il Museo Baracca, dal 1993 trasferito nella casa
natale del pilota, luogo particolarmente suggestivo che ospita
anche il caccia su cui ha conseguito la sua 30a vittoria e dove si
effettueranno alcune riprese grazie alla collaborazione con il
Comune di Lugo di Romagna ed Emilia-Romagna Film Commission.
Nel cast, accanto a
Giuseppe Fiorello, anche Luciano
Scarpa nel ruolo del Comandante Pier Ruggero Piccio, in
seguito primo Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica,
Claudia Vismara, che dà il volto a Norina
Cristofori, giovane cantante lirica che vivrà un’intensa storia
d’amore con Francesco e Andrea Bosca che
interpreta il personaggio di finzione Bartolomeo Rocca, meccanico
addetto alla manutenzione dell’aereo di Baracca.
Gerard Butler torna al cinema
nell’adrenalinico action movie The
Plane, questa volta nei panni di un coraggioso
pilota che per salvare i suoi passeggeri da una violenta tempesta,
effettua un rischioso atterraggio d’emergenza su una remota isola
delle Filippine. I superstiti dovranno però affrontare una nuova
minaccia: degli spregiudicati guerriglieri indipendentisti che
vivono in quelle terre.
Il gruppo viene infatti rapito e
sarà compito del comandante Brodie Torrance proteggere i
sopravvissuti presi in ostaggio e portarli in salvo. Ad affiancarlo
in questa missione impossibile, troverà un ex Marine (Mike
Colter, il celebre ‘Luke
Cage’ dell’Universo Marvel) in arresto che era a bordo
dell’aereo scortato dall’FBI. A dirigerli, il regista francese
Jean-François Richet, Premio César per il dittico
con protagonista Vincent Cassel, Nemico pubblico N. 1 –
L’istinto di morte e Nemico pubblico N. 1 –
L’ora della fuga. Nel cast anche Daniella
Pineda (Jurassic World – Il
dominio), Yoson An (Mulan)
e Tony
Goldwyn (Divergent, Scandal).
The Plane arriverà nelle sale
italiane a partire dal 26 gennaio
2023 distribuito da Lucky
Red e Universal Pictures International
Italy.
La trama del film
Durante una violenta tempesta, il
comandante Brodie Torrance (Gerard Butler) salva i suoi passeggeri
con un atterraggio di emergenza. L’aereo plana però su un’isola
devastata dalla guerra e per il gruppo, preso in ostaggio da
pericolosi ribelli, è l’inizio di un vero e proprio incubo. L’unica
persona su cui Torrance potrà contare è Louis Gaspare (Mike
Colter), un uomo accusato di omicidio che l’FBI stava trasportando
sul suo volo. Riuscirà il nostro capitano a portare in salvo i
passeggeri e fuggire dall’isola?
Sembra che la valutazione PG-13 di
Avatar: la via dell’acqua di James
Cameron contenga una precisa differenza rispetto a quanto
descritto per Avatar, il primo film del 2009.
Sam Worthington e Zoe
Saldana tornano a guidare il cast del sequel di
James Cameron con Jake e Neytiri che trovano la
loro casa ancora una volta sotto l’attacco della RDA, guidata dal
rianimato colonnello Quaritch di
Stephen Lang. Avatar: The Way of
Water vedrà la famiglia Sully viaggiare verso la tribù
dell’acqua dei Metkayina nella speranza di raccogliere forze per
combattere gli avidi umani e salvare ancora una volta Pandora.
A meno di un mese dalla sua
premiere,
Avatar: la via dell’acqua ha ufficialmente ricevuto
una classificazione PG-13 dalla Motion Picture Association. La
descrizione di questa valutazione, secondo Filmratings.com, cita
“sequenze di forte violenza e azione intensa, nudità parziali e
linguaggio forte”. È interessante notare che l’inclusione
della “nudità parziale” è un importante allontanamento dal
film originale di Cameron, che invece vedeva la
“sensualità” inclusa nella descrizione del rating
PG-13.
Avatar: la via dell’acqua si svolge dentro e intorno
all’oceano. Sully (Sam
Worthington) e Neytiri (Zoe
Saldana) hanno dei figli. “Ovunque andiamo”, dice
Sully, “so una cosa, questa famiglia è la nostra fortezza”. Il
sequel sembra ancora più sbalorditivo nella sua grafica blu intenso
rispetto al film del 2009. Creature tutte nuove: vediamo i Na’vi su
pesci volanti, uccelli, creature che comunicano con una balena,
eppure in qualche modo divisi nonostante la loro affinità con la
natura: le persone aliene sono divise, combattono l’una contro
l’altra in una lotta tra pistole e frecce. È davvero un mondo
completamente nuovo che alza la posta in gioco del precedente film
3 volte vincitore di Oscar.
Avatar: la via dell’acqua debutterà il 14
dicembre 2022, seguito dal terzo capitolo il 20
dicembre 2024. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si
dovrà attendere ancora qualche anno: 18 dicembre
2026 e 22 dicembre 2028.
Il cast della serie di film è
formato da
Kate Winslet, Edie Falco,
Michelle Yeoh,
Vin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia
Sam Worthington,
Zoe Saldana,
Stephen Lang,
Sigourney Weaver, Joel David Moore,
Dileep Rao e Matt Gerald.
La Marvel ha finalmente risolto un
persistente mistero su una presunta morte in Avengers:
Infinity War, e lo ha fatto in occasione di Guardiani della Galassia Holiday
Special. C’è sempre stata un po’ di
ambiguità in merito a quelli che Thanos ha ucciso in Infinity War,
sia prima dello Schiocco che quelli che sono andati distrutti con
esso. La maggior parte dei destini erano chiari, ma un personaggio
la cui sorte era rimasta nel dubbio era quello di Taneleer Tivan,
alias il Collezionista, dopo che Thanos gli ha sottratto la Gemma
della Realtà.
Il Collezionista è apparso solo
brevemente, ma sembrava probabile che fosse tra coloro che Thanos
aveva ucciso in Avengers: Infinity War. Quando i
Guardiani della Galassia arrivarono su Knowhere, Tivan sembrava
essere vivo, ma si scopre poi che Thanos possedeva già la Gemma
della Realtà e che quello che hanno visto arrivati lì era una
illusione generata da lui. Quando l’illusione si dissolve, si vede
chiaramente a terra il corpo del Collezionista, ma non si sa, in
effetti, se è vivo o morto. In una svolta sorprendente degli
eventi, tuttavia, Guardiani della Galassia Holiday Special
rivela che i Guardiani ora possiedono Knowhere, e questo conferma
che il Collezionista è sopravvissuto a Infinity
War.
All’inizio di Guardiani della Galassia Holiday Special,
Kraglin riflette sul fatto che è periodo di Natale, e Nebula
afferma che non solo i Guardiani possiedono Knowhere, ma
specificatamente dice: “Da quando abbiamo acquistato Knowhere dal
Collezionista…” Dal momento che i Guardiani non possedevano
Knowhere durante Avengers: Infinity War, questo
può essere possibile solo se il Collezionista è sopravvissuto e
continua a sopravvivere alla sequenza temporale di Guardiani della Galassia Holiday Special.
Questo si adatta alla convinzione di Benicio del Toro che il Collezionista sia
sopravvissuto a Infinity War, come disse nel 2018:
“Penso che sia vivo. Sì… penso che, sai, penso che sia vivo.
Gli stai parlando!”.
Ma come è sopravvissuto? Sebbene
Thanos abbia sempre affermato che stava cercando di bilanciare
l’universo, ha anche mostrato spietatezza nell’acquisire le Gemme
dell’Infinito, come ha dimostrato distruggendo Xandar e
sacrificando sua figlia, Gamora. Sembra improbabile che avrebbe
deciso di risparmiare il Collezionista senza motivo, soprattutto
perché anche nell’illusione mostra disprezzo per lui, ma Tivan era
un mercante e un grande negoziatore. Ciò significa che è certamente
possibile che sia stato in grado di garantire la sua sopravvivenza
in cambio della consegna a Thanos della Gemma della Realtà.
C’è anche il fatto che il
Collezionista è incredibilmente potente. Sebbene non sia stato
esplorato molto nel MCU, è un Anziano
dell’universo e ha vissuto una vita incredibilmente lunga,
è in grado di sopportare molti più danni di un essere umano. Questo
va oltre nei fumetti, dove è confermato che il Collezionista non
può morire (tecnicamente può essere ucciso, ma il processo richiede
la sua distruzione a livello molecolare). Questo potrebbe anche
spiegare come sia sopravvissuto a Infinity War;
detta immortalità proveniva da Lady Death, che è stata vista in
forma di una statua all’Eternità in Thor: Love and
Thunder e quindi esiste nel MCU in qualche forma.
Non è confermato se il Collezionista sia immortale nel MCU, ma in
entrambi i casi è tra i personaggi sopravvissuti ad
Avengers: Infinity War.
Mentre tre adattamenti televisivi
sono ancora in fase di sviluppo per il personaggio, Antonio Banderas condivide la sua idea per un
nuovo film di Zorro con Tom
Holland. Originariamente creato dallo scrittore
Johnston McCulley, Zorro è un
vigilante mascherato noto per aver aiutato a difendere la gente
della sua città natale del Pueblo di Los Angeles da una varietà di
avidi uomini d’affari e leader politici corrotti. Sebbene
interpretato da una varietà di persone sia sul grande che sul
piccolo schermo, il ritratto di Zorro da parte di Banderas sia in
The Mask of Zorro che in The Legend of
Zorro rimane uno dei suoi ruoli e incarnazioni più
iconici, tanto che l’idea di trovare un erede sullo schermo per il
personaggio si fa davvero complicata.
In una recente intervista con
ComicBook.com per discutere
dell’imminente Il gatto con gli stivali: L’ultimo
desiderio, ad Antonio Banderas è stato chiesto cosa
pensasse di tornare per un nuovo film di Zorro.
Non solo l’attore ha confermato il suo interesse ad essere in
un’altra avventura, ma ha anche espresso interesse a cercare un
nuovo attore nel ruolo, nominando Tom Holland come
suo successore ideale.
“Sì, lo farei. Considererei
questa possibilità. Perché no? Penso che durante le interviste di
oggi ho detto qualcosa del genere a qualcuno… ho detto che se lo
chiamano Zorro, farò quello che ha fatto Anthony Hopkins nel primo
film e quindi passerò il ruolo a qualcun altro. Tom Holland. Ho
fatto Uncharted con lui, ed è così energico e divertente, e ha
anche questa scintilla. Perché no?”
Tra Spider-Man e Uncharted, Tom
Holland ha già la sua quantità di saghe da raccontare al cinema, ma
chissà che la proposta di Antonio Banderas non verrà accolta!
Alfred Molina è l’ultimo attore del
MCU ad affrontare le critiche di
Martin Scorsese alla Marvel, ma lo fa da una
prospettiva unica. Scorsese è un regista americano leggendario e
altamente decorato, tuttavia, ha ottenuto risposte contrastanti
sulla sua opinione sui film Marvel. Il regista ha paragonato i film
Marvel e il
genere dei supereroi ai “parchi a tema”.
In sostanza, ha espresso la
convinzione che i film Marvel siano efficaci nel
fornire brividi una tantum per i cercatori di adrenalina, ma non
sono riusciti a essere un vero cinema astenendosi dal conversare
sulla condizione umana. La sua prospettiva ha acceso il dibattito
all’interno dell’industria cinematografica e ha ottenuto risposte
da diverse star e registi Marvel.
In un’intervista con The Independent, Alfred
Molina ha affrontato le critiche di Scorsese ai film
Marvel. Tuttavia, ha affrontato la questione in modo leggermente
diverso, non essendo d’accordo con l’affermazione di
Scorsese, ma ammettendo anche che c’è un problema
con i film Marvel. Secondo lui, il problema non è che la Marvel è
una forma d’arte minore, ma che i suoi film sono troppo costosi.
Quando un singolo film costa 300 milioni di dollari, suggerisce che
non si è riusciti a dare a tutti i film pari opportunità.
“[Il cinema è] una chiesa molto
ampia e c’è spazio per qualsiasi tipo di denominazione. In
definitiva, la realizzazione di quei film non è il problema. Il
problema è la distribuzione iniqua dei fondi disponibili per la
realizzazione di film. I film devono davvero costare $ 300 milioni?
Questi film devono avere $ 150 milioni spesi (in promozione) per
avere un pubblico? Qualunque cosa possano dire i contabili, o
qualunque sia l’economia, c’è una sorta di disuguaglianza in
questo. [Mi piacerebbe vedere] che parte di quei soldi della
Premier League vadano ai campionati inferiori. Nonostante tutto il
tipo di lucentezza egualitaria che ci piace dare a questo business,
non ce n’è molto in termini reali”.
La prospettiva, mai affrontata prima
d’oggi in questo argomento, sembra davvero interessante ed è forse
la chiave sia per capire la posizione di Scorsese, sia per dare un
volto diverso al mercato che al momento è in seria difficoltà.
Un nuovo report rivela il budget di
Avatar: la via dell’acqua di James
Cameron ed si tratta di una cifra molto più alta di quanto
immaginato. L’imminente sequel di Avatar uscirà finalmente nelle
sale il 14 dicembre dopo un’attesa di tredici anni e vedrà
Sam Worthington,
Zoe Saldana e
Stephen Lang riprendere i rispettivi ruoli di
Jake Sully, Neytiri e il colonnello Miles Quaritch. Ambientato un
decennio dopo gli eventi del primo film, Sully, che ora è un Na’vi,
ha costruito una famiglia con Neytiri su Pandora e deve proteggere
la sua casa dagli umani mentre la RDA ritorna ed esige la guerra
contro i Na’vi.
Ora, un recente pezzo di The
Hollywood Reporter ha riferito di aver rivelato il budget
impiegato per
Avatar: la via dell’acqua. Secondo fonti vicine alla
produzione, il film è uno dei più costosi nella storia di
Hollywood, con un costo compreso tra $ 350 milioni e $ 400 milioni.
Con la Disney che ha speso oltre $ 1 miliardo per i quattro sequel
di Avatar, non sorprende che il film sia stato più costoso della
prima puntata, che è costata $ 237 milioni.
Avatar: la via dell’acqua si svolge dentro e intorno
all’oceano. Sully (Sam
Worthington) e Neytiri (Zoe
Saldana) hanno dei figli. “Ovunque andiamo”, dice
Sully, “so una cosa, questa famiglia è la nostra fortezza”. Il
sequel sembra ancora più sbalorditivo nella sua grafica blu intenso
rispetto al film del 2009. Creature tutte nuove: vediamo i Na’vi su
pesci volanti, uccelli, creature che comunicano con una balena,
eppure in qualche modo divisi nonostante la loro affinità con la
natura: le persone aliene sono divise, combattono l’una contro
l’altra in una lotta tra pistole e frecce. È davvero un mondo
completamente nuovo che alza la posta in gioco del precedente film
3 volte vincitore di Oscar.
Avatar: la via dell’acqua debutterà il 14
dicembre 2022, seguito dal terzo capitolo il 20
dicembre 2024. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si
dovrà attendere ancora qualche anno: 18 dicembre
2026 e 22 dicembre 2028.
Il cast della serie di film è
formato da
Kate Winslet, Edie Falco,
Michelle Yeoh,
Vin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia
Sam Worthington,
Zoe Saldana,
Stephen Lang,
Sigourney Weaver, Joel David Moore,
Dileep Rao e Matt Gerald.