In The Prom Dee
Dee Allen (la tre volte vincitrice del premio Oscar Meryl Streep) e
Barry Glickman (il vincitore del Tony Award James Corden) sono star
del palcoscenico di New York City alle prese con una situazione
critica: il loro nuovo e costoso spettacolo di Broadway è un grosso
flop che ha improvvisamente distrutto le loro carriere. Nel
frattempo, in una piccola città dell’Indiana, la studentessa del
liceo Emma Nolan (l’esordiente Jo Ellen Pellman) sta vivendo un
dispiacere molto diverso: nonostante il sostegno del preside del
liceo (Keegan-Michael Key), il capo dall’associazione
genitori-insegnanti (Kerry Washington) le ha vietato di partecipare
al ballo di fine anno con la sua ragazza, Alyssa (Ariana DeBose).
Quando Dee Dee e Barry decidono che la difficile situazione di Emma
è la causa perfetta per aiutarli a riabilitare la propria immagine
pubblica, si mettono in viaggio con Angie (la vincitrice del premio
Oscar Nicole Kidman) e Trent (Andrew Rannells), un’altra coppia di
cinici attori in cerca di un’ascesa professionale. Ma il loro
egocentrico attivismo, tipico delle celebrità, gli si ritorce
inaspettatamente contro e i quattro si trovano a capovolgere le
proprie vite mentre si riuniscono per offrire a Emma una notte in
cui può celebrare chi è veramente.
Diretto da Ryan Murphy e interpretato anche da Tracey Ullman,
Kevin Chamberlin, Mary Kay Place, Logan Riley, Nico Greetham, Sofia
Deler e Nathaniel J. Potvin, The Prom è lo spettacolare adattamento
cinematografico e dal grande cuore del pluripremiato musical di
Broadway di Chad Beguelin, Bob Martin e Matthew Sklar, candidato ai
Tony Award. La sceneggiatura è scritta da Bob Martin e Chad
Beguelin; il film è prodotto da Ryan Murphy, Dori Berinstein, Bill
Damaschke, Alexis Martin Woodall e Adam Anders.
La Universal
Pictures ha diffuso il trailer di Notizie dal
mondo conTom
Hanks, una commovente storia scritta e diretta da
Paul Greengrass che per la prima volta torna a
lavorare con l’interprete del suo
Captain Phillips – Attacco in mare aperto, candidato
all’Oscar come miglior film nel 2013.
Cinque anni dopo la fine della
Guerra Civile, il Capitano Jefferson Kyle Kidd (Tom
Hanks), un veterano di tre conflitti, si sposta di
città in città narrando storie vere condividendo con chi lo ascolta
vicende di presidenti e regine e racconti di faide gloriose,
catastrofi devastanti ed emozionanti avventure vissute in remoti
angoli del globo. Nelle pianure del Texas, il suo percorso incrocia
quello di Johanna (Helena Zengel, System Crasher), una ragazzina di
dieci anni adottata sei anni prima dai membri della tribù nativa
dei Kiowa che l’hanno allevata come una di loro. Johanna, ostile ad
un mondo mai conosciuto prima, viene rimandata dagli zii biologici
contro la propria volontà.
Kidd acconsente a riportare la bambina là dove la legge
stabilisce debba vivere. E nel corso del loro viaggio di centinaia
di miglia in un territorio caratterizzato da una natura ostile, i
due sono costretti ad affrontare immensi ostacoli sia di natura
umana che naturale, mossi entrambi dal desiderio di trovare
finalmente un luogo da poter chiamare casa.
“Notizie dal mondo è
ambientato in un mondo pericoloso e tristemente diviso, ed è un
viaggio che conduce sia il capitano Jefferson Kyle Kidd (Tom
Hanks) che la ragazzina, Johanna (Helena Zengel), ad
una grande scoperta. Sono due personaggi “persi”, anche se in modo
diverso, e sono entrambi alla ricerca di un proprio luogo di
appartenenza. Ed è proprio questa la grande forza emotiva alla base
del loro viaggio. Kidd e Johanna vivono grandi avventure
affrontando grandi pericoli e, in pratica, il film è la storia di
un viaggio verso la redenzione”.
Tom Hanks sul suo personaggio (Captain Jefferson
Kyle Kidd) nel film:
“Mi piace sia ascoltare una magnifica storia che raccontarne
una, per questo ero così entusiasta all’idea di interpretare il
capitano Jefferson Kyle Kidd. È un gran divulgatore, è motivato, si
emoziona, ha un animo nobile ed è spinto dal desiderio di scoprire
la verità. Kidd desidera trasmettere al suo pubblico un’onesta
visione di ciò che accade nel mondo perché è consapevole del fatto
che, insieme ad informare e a divertire, la lettura delle notizie
può trasformarsi in un momento altamente educativo”.
Tom Hanks su Helena Zengel, attrice dodicenne che
interpreta “Johanna” nel film:
“Non posso far altro che insistere sull’incredibile carisma
della giovane Helena Zengel. Credo che attori si nasca. Non si
impara ad essere attori, lo si è e basta. I suoi silenzi, i suoi
occhi, il suo istinto: magari non è consapevole delle varie regole
della recitazione, ma le conosce già”.
Dopo il premio in Orizzonti a
Venezia 77, Pietro Castellitto arriva al cinema con
I Predatori, suo esordio alla regia che segue
una carriera d’attore già lunga e che lo vede mettere in immagini
una storia scritta poco più che ventenne. Il film, premiato proprio
alla sceneggiatura, racconta la collisione di due mondi che si
trovano messi accidentalmente in comunicazione da Federico,
interpretato proprio dallo stesso Castellitto.
La trama de I Predatori
Federico Pavone, rampollo di una
famiglia alto borghese intellettuale, padre chirurgo e madre
regista, è un giovane dottorando di filosofia che segue da vicino
il suo professore, alimentato dalla bruciante passione verso
Nietzsche. Quando il progetto che lo vede coinvolto e che riguarda
proprio la riesumazione della salma dal filoso tedesco lo esclude
per ragioni surreali, Federico medita vendetta. Le sue maldestre e
plateali scelte lo porteranno ad entrare in contatto con i Vismara,
proletari, ignoranti, di estrema destra e con una illegale
dimestichezza con le armi da fuoco.
I Predatori racconta di mondi che si
scontrano, ognuno dei quali incontra e incrocia l’altro nella
totale inconsapevolezza. I ricchi sono ignari dei poveri che
guardano ai ricchi che disprezzano. Un ritratto di lotta svogliata
di classe in cui le generazioni a confronto finiscono soltanto per
urlarsi addosso senza però ascoltarsi né tanto meno parlarsi e
comunicare. Simbolica di questa cattiva abitudine è la scena di una
surreale cena di famiglia, con il personaggio interpretato da
Maria Catellitto che in rima spiattella sotto al
naso di ogni generazione tutte le discrepanze e le incongruenze
della loro vita.
Lotta di classi e di
generazioni
La sensazione è che Pietro Castellitto guardi con benevolenza il
proletario con il quale non ha niente in comune e allo stesso tempo
scriva con distacco e feroce critica di quella borghesia alta a
cui, grazie alla sua famiglia, di fatto appartiene. Ma oltre ai
conflitti privati della persona (che in questa sede poco
importano), è interessante vedere come il giovane esordiente non
ancora trentenne abbia un occhio per la regia che si sforza di
cercare angolazioni insolite e inquadrature ricercate, mentre
mostri proprio nella sceneggiatura il suo vero punto di forza.
Quella de I Predatori è una partitura raffinata per
un’orchestra formata da tanti strumenti, di ogni ordine e grado,
che all’inizio partono tutti insieme discordanti, indipendenti, e
solo alla fine trovano un’armonia comune, una storia coesa. Questo
tipo di scelta, con tanti personaggi tra raccontare, tante piccole
storie da far collimare, fa di questa storia un esordio
assolutamente insolito che è sintomo di uno sguardo sveglio sulla
contemporaneità e uno spiraglio di speranza per quello che sarà il
racconto del nostro tempo al cinema, nel prossimo futuro.
Una commedia grottesca
I Predatori è una commedia grottesca, che
offre un punto di vista disincantato, un racconto acido sulle
piccolezze della comunità che merita compassione e biasimo, ma che
sempre inconsapevole si fronteggia con i propri limiti e i proprio
spettri rappresentati con la stessa indifferenza e
inconsapevolezza. Fa ridere di gusto, lascia spiazzati, intriga e
diverte.
MINIFILMLAB è il progetto dedicato a giovani
filmmaker che vanta la prestigiosa Supervisione Artistica del
regista SilvioSoldini,
sviluppato da MINI e OffiCine (il Laboratorio di Alta Formazione
nel cinema di Anteo e IED Istituto Europeo di Design). Sempre
pronta a condividere con la sua community (e non solo) passioni,
interessi ed esperienze, MINI insieme a OffiCine porta
orgogliosamente avanti da tre anni un laboratorio che, lungo un
percorso formativo di tre mesi, permette a un gruppo di giovani
aspiranti cineasti di apprendere tutte le fasi di realizzazione di
un film.
Il progetto ha ad oggi realizzato
5 cortometraggi apprezzati da critica e pubblico,
che raccontano piccole, grandi storie di tutti i giorni, ispirate a
quel mondo di emozioni, passione e divertimento che costituiscono
l’essenza stessa del Brand.
I corti sono tutti visibili
sul sito MINI FILMLAB (a
questo link)
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Giunto alla terza
edizione, MINI FILMLAB ha dato vita a progetti validi e
apprezzati da critica e pubblico: Una tradizione di famiglia,
Battiti, Tutta colpa di Rocky, Gli Atomici Fotonici e
Pepitas, 5 cortometraggi che raccontano piccole, grandi
storie di tutti i giorni, ispirate a quel mondo di emozioni,
passione e divertimento che costituiscono l’essenza stessa di MINI,
e che hanno visto come protagonisti- tra gli altri – volti noti del
grande e del piccolo schermo come VinicioMarchioni, MatildeGioli, LinoGuanciale, MarinaRocco, IvanoMarescotti,
Erica Del Bianco, Ariella Reggio, Emanuele Fortunati.
MINI FilmLab rappresenta il contenuto principale
di MINI MOVES CINEMA, progetto che
celebra la rinascita del legame tra la settima arte e il brand
britannico.
I corti sviluppati da MINI FILMLAB
in questi anni si sono rivelati un successo inaspettato, diventando
protagonisti acclamati dei Festival dedicati agli short
movie. Numerosi sono stati i premi aggiudicatisi dai vari
corti: Pepitas, del
regista Alessandro Sampaoli, con la
partecipazione degli attori Lino
Guanciale e Ariella Reggio, in
occasione di Cortinametraggio 2019 ha
ottenuto il Premio Del Pubblico –
Farecantine; Premio Rai Cinema Channel per
il “corto più web”; il Premio Augustus Color;
il Premio Miglior Corto Commedia, assegnato
dall’ospite d’onore del Festival Barbara Bouchet e
il Premio Miglior Attrice – Dolomia per
l’interpretazione di Ariella Reggio; mentre a Inferenze
Short Film Festival 2019 si è aggiudicato
il Premio Miglior Regia e il Premio
Miglior Cast. Il corto Battiti
invece, del regista Michele Bizzi,
con Vinicio
Marchioni ed Erica Del Bianco,
si è distinto sempre a Inferenze 2019 per
la Miglior Sceneggiatura, realizzata
da Alessia Rotondo; Una
tradizione di famiglia, attualmente iscritto a
numerosi Film Festival, ha vinto il premio Miglior Attore
per IvanoMarescotti a
ZerotrentaFestival.
Il concept artist Ryan
Lang ha condiviso sul suo account Instagram una bozza
di lavorazione e un concept su come sarebbe dovuta apparire la
battaglia finale contro Thanos in Avengers: Endgame. Eccolo di
seguito:
Avengers:
Endgame è arrivato nelle nostre sale il 24 aprile
2019. Nel cast del film Robert
Downey Jr., Chris
Evans, Mark
Ruffalo, Chris
Hemsworth e Scarlett
Johansson. Dopo gli eventi devastanti di Avengers:
Infinity War, l’universo è in rovina a causa
degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati
rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi
ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Dopo la notizia che
Jared Leto riprenderà il ruolo di Joker visto inSuicide Squad per delle scene di
Justice League Snyder’s Cut, arrivano
nuovi aggiornamenti, dal versante produttivo, sul film di Snyder.
Due produttori della versione di Joss Whedon
distribuita nelle sale non sono più associati al progetto e non
saranno accreditati sulla Snyder Cut. È solo l’ultimo sviluppo ora
che il tanto atteso recut del film sta finalmente arrivando ai fan
dopo anni di richiesta.
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
Come ogni anno, è tempo di dolcetto
o scherzetto, ma anche di qualche brivido di terrore. E in
occasione della notte più spaventosa dell’anno, da sabato
24 a sabato 31 ottobre torna ad accendersi Sky
Cinema Halloween:oltre 70 titoli “da
paura” che spaziano tra vari generi, dai film per tutta la famiglia
e le divertentissime parodie, fino agli horror più spaventosi. I
film saranno disponibili anche on demand su Sky e
in streaming su NOW TV.
La collezione comprende ben tre
prime visioni sul canale, tutte da non perdere: sabato 24
ottobre alle 21.15 su Sky Cinema Uno e alle 21.45
su Sky Cinema Halloween andrà in onda il successo
“La famiglia
Addams”, la nuova versione animata dedicata alla
famiglia più dark del piccolo e grande schermo, con alcuni
doppiatori italiani d’eccezione, come Pino Insegno, Virginia
Raffaele, Raoul Bova e Loredana Bertè. Lunedì 26
ottobre sarà il turno di “Sono solo
fantasmi”, commedia dai toni soprannaturali
interpretata e firmata da Christian De Sica, con Carlo Buccirosso e
Gianmarco Tognazzi, che verrà trasmessa alle 21.15 su Sky
Cinema Uno e alle 21.45 su Sky Cinema
Halloween. E per la notte di Halloween,
sabato 31 ottobre alle 21.15 su Sky Cinema
Halloween l’horror “Il colore venuto dallo
spazio”, tratto da una storia di H.P.
Lovecraft, con protagonista
Nicolas Cage alle prese con un meteorite che si
scaglia improvvisamente nel giardino di casa.
Da non perdere inoltre, sul canale
Premium Cinema 1 (canale 313 di Sky satellite e
internet, canale 463 del digitale terrestre), venerdì 30
ottobrealle 21.15 la prima tv di
“It – Capitolo
Due”, il sequel del film del 2017 “It” e
basato anch’esso sul romanzo di Stephen King.
Oltre alle prime visioni, su Sky
Cinema Halloween anche tanti film da rivedere: tra quelli per tutta
la famiglia ci sono“Casper”, la commedia
fantastica con Christina Ricci e Bill
Pullman; “Monster House”, il
travolgente film d’animazione prodotto da Steven Spielberg e Robert Zemeckis
ambientato proprio durante la notte di Halloween;
“Stardust”, l’avventurosa fiaba fantasy
con
Michelle Pfeiffer, Charlie Cox e Robert De Niro; “Biancaneve e il
cacciatore”, la rilettura della famosa fiaba con
Kristen Stewart,
Chris Hemsworth e Charlize Theron; e “Il mistero
della casa del tempo”, l’intrigante fantasy
di Eli Roth con Jack Black, Cate Blanchett e Kyle MacLachlan. Non
mancano le parodie a tema, come i primi tre capitoli della saga
“Scary Movie”, “Horror
Movie”, l’immortale “Frankenstein
Junior” e l’esilarante fantaparodia “La
fine del mondo” con Simon Pegg, Nick Frost e Martin
Freeman.
Ci sarà spazio anche per gli horror
più spaventosi e inquietanti come “Ghost
Rider”, il cinecomic in cui Nicolas Cage è uno
stuntman che deve sfidare un esercito di terribili demoni; il
reboot sul supereroe demoniaco
“Hellboy”con David Harbour e Milla
Jovovich; “Hansel & Gretel – Cacciatori di
streghe”, la versione action-fantasy dell’immortale
fiaba con Jeremy Renner e Gemma Arterton; l’horror gotico di
Tim Burton, premiato con l’Oscar® per la
scenografia, “Il mistero di Sleepy
Hollow” con
Johnny Depp e Christina Ricci. E ancora, il primo
capitolo della saga “Scream” di Wes
Craven; il cult degli anni 90 che ha consegnato alla leggenda
Brandon Lee, morto durante le riprese, “Il corvo – The
crow”, e il sequel “Il corvo
2”; l’horror sul tema del doppio con Lupita Nyong’o
“Noi” di Jordan Peele; il capolavoro del
cinema horror contemporaneo “It Follows”;
e la storia intrisa di paure e superstizioni “Il signor
diavolo”, che ha segnato il ritorno di Pupi Avati al
genere horror.
A Liam Neeson non è stato mai chiesto di tornare
in Star
Wars. L’attore ha interpretato Qui-Gon Jinn, il maestro Jedi di
Obi-Wan Kenobi (Ewan
McGregor) in Star Wars: Episodio I – La Minaccia
Fantasma del 1999. Sfortunatamente, Qui-Gon è morto per
mano di Darth Maul, il che significa che non è apparso in altri
film, successivamente.
Dopo il successo della trilogia
originale, il creatore George Lucas ha escogitato
un modo per continuare la saga di Skywalker attraverso la trilogia
prequel. Il trio di film ha raccontato il viaggio di Anakin
Skywalker nel suo percorso che lo ha portato dall’apprendistato
Jedi fino alla caduta nel Lato Oscuro, corrotto dall’imperatore
Palpatine. I prequel di Star Wars hanno la loro serie di problemi,
ma generalmente hanno funzionato bene in termini di scelte di
casting. McGregor era perfetto nel ruolo del giovane Obi-Wan
Kenobi, che in precedenza era interpretato da Sir Alec Guinness. Lo
stesso si potrebbe dire di Neeson, che ha dato vita al valoroso
Maestro Jedi Qui-Gon Jinn.
Con la rinascita di Star Wars dopo
l’acquisizione di Lucasfilm da parte della Disney, il franchise ha
sviluppato nuovi progetti sia sul grande che sul piccolo schermo.
Detto questo, si potrebbe presumere che Neeson sia stato avvicinato
per riprendere il suo ruolo di Qui-Gon Jinn, ma l’attore ha detto a
Collider che non è accaduto.
“Ho doppiato Qui-Gon Jinn in un
paio di versioni animate. Non riesco a ricordarne i nomi. Io e Sam
Jackson abbiamo interpretato i nostri cavalieri Jedi per quei film
lì. Penso di averne fatto due. Ma per i film non sono stato
contattato, no. Non li ho davvero seguiti, ad essere onesto. Non so
se si sono conclusi o meno. Ho sentito che hanno fatto un film sul
personaggio di Harrison [Ford], Han Solo, e che ha avuto un po’ di
problemi.”
A dispetto della cattiva fama de
La Minaccia Fantasma, il personaggio di Liam Neeson rimane molto amato, e sarebbe
bello vederlo in qualche altra storia del franchise.
Dopo il
delicato Duet e il premiato (con l’Oscar)
Dear Basketball, a cui ha lavorato insieme al
compianto campione Kobe Bryant, Glen
Keane si cimenta finalmente nella regia del lungometraggio
d’animazione, lui che ha passato la vita a ideare ed animare
personaggi, contribuendo a costruire l’immaginario collettivo di
intere generazioni. Dopo aver mosso i capelli della Sirenetta ed
aver guidato i passi di Basil l’Investigatopo, Keane arriva a
Netflix e firma la regia di
Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria, film
d’animazione originale in arrivo il 23 ottobre sulla
piattaforma.
La trama di Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria
Fei Fei ha la vita perfetta, ama ed
è amata dai suoi genitori, passano le giornate a confezionare
dolcetti di luna, mooncake, e la vita è perfetta così. La bambina
cresce curiosa e coccolata, dall’affetto e dalle storie che le
racconta la madre sulla Dea della Luna, Chang’e. Purtroppo la madre
di Fei Fei muore, e lei e suo padre si fanno forza, riuscendo
comunque a conquistarsi una piccola porzione di serenità. Fino a
che l’uomo non decide di risposarsi. Ma il desiderio più che
legittimo del padre non trova comprensione nella figlia, ai cui
occhi si sta perpetrando un tradimento! Decide così di costruire un
razzo per andare sulla luna, nella speranza di dimostrare a tutti
che la Dea delle storie che le raccontava la madre esiste e di
ricordare al padre l’amore che lui provava per lei e allontanare la
nuova compagna. Il viaggio di Fei Fei si rivelerà molto più
avventuroso e istruttivo di quanto lei stessa avrebbe mai
immaginato e il ritorno sulla Terra avrà risultati altrettanto
imprevisti.
Da una sceneggiatura di
Audrey Wells, alla cui memoria è dedicato il film
(la sceneggiatrice di The Hate U Give si è spenta nel 2018),
Glen Keane realizza uno spettacolo visivo
assolutamente magnifico, vivace e magico, al chiaro di luna che non
è mai stato tanto romantico, almeno da lontano! Perché quando la
guardi da vicino, la luna di
Over the Moon è uno spettacolo pop, frizzante e
luminoso, come la sua Dea, l’irresistibile Chang’e. Il film è un
viaggio nella cultura familiare cinese, intrisa di riti e
tradizioni, ma anche di problemi e dinamiche che sono comuni a
tutte le famiglie in tutte le parti del mondo, ma su questo sfondo
si stagliano le figure principali di Fei Fei e Chang’e, due donne,
due caratteri, due mondi che si intrecciano e scoprono le loro
similitudini attraverso il mezzo del viaggio e della scoperta.
Over the Moon, un’avventura per scoprire se stessi
Over the Moon è anche un viaggio musicale che tocca
diversi generi e avvicina il film alla migliore tradizione Disney,
non a caso Keane è un veterano della Casa di Topolino che si è
lanciato in quest’avventura con Netflix portando con sé tutto il
suo bagaglio di esperienza e collaborando con nuovi visionari
talenti che hanno arricchito il suo linguaggio. Nei tratti, nei
movimenti, nelle linee morbide si intercetta lo stile d’animazione
di Keane, nello humor e nello spessore degli argomenti trattati si
riconosce invece lo stile di Wells, sceneggiatrice puntuale, sempre
attenta al racconto delle diversità che si incrociano.
Ricco di stimoli visivi, debitore
all’iconografia orientale,
Over the Moon racconta l’amore nelle sue declinazioni,
racconta l’elaborazione del lutto e della perdita, ma racconta
anche l’avventura, la determinazione, la spensieratezza, la
capacità di lottare per ciò in cui si crede e il coraggio di
abbracciare il cambiamento, anche quando fa paura e rappresenta un
salto nell’ignoto.
Il network americano della CBS ha
diffuso foto e anticipazioni di SEAL Team 4×01, il
primo episodio dell’annunciata quarta
stagionedi SEAL
Team.
In SEAL Team 4×01
che si intitolerà dall’episodio “God of War” Bravo Team entra in
territorio nemico nella catena montuosa di Spin Ghar innevata per
catturare Al-Hazred, il leader di un gruppo terroristico e figlio
del leader terrorista che Jason ha abbattuto all’inizio della sua
carriera e lo ha reso Bravo One . Quando vengono attaccati,
Jason e Cerberus, il membro canino di Bravo, vengono separati dalla
squadra, nella prima parte della premiere in due parti della quarta
stagione di SEAL TEAM, che debutterà mercoledì 25 novembre sulla
CBS.
In SEAL Team 4×01
protagonisti
David Boreanaz (Jason Hayes) Max Thieriot (Clay
Spenser) Neil Brown Jr. (Ray Perry) AJ Buckley (Sonny Quinn) Toni
Trucks (Lisa Davis) Jessica Paré (Mandy Ellis) Justin Melnick
(Brock Reynolds) Tyler Grey (Trent Sawyer) Scott Foxx (Full Metal)
Judd Lormand ( Lt. Cdr. Eric Blackburn). Le guest star sono Parisa
Fakhri (Naima Perry) Callard Harris (Curtis “Cujo” Johnson) Bailey
Chase (Eddie Guzman) Tim Chiou (Michael “Thirty Mike” Chen) Joe
Pistone (Romeo OIC) Jay Abdo ( Asim Al-Hazred) Ali Eldein (Young
Azfaar Al-Hazred).
SEAL Team
4×01
SEAL
Team 4 è la quarta stagione
della nuova serie tv SEAL
Team creata da Benjamin Cavellper il
network americano della CBS. Nel
cast di SEAL Team 4
protagonisti David
Boreanaz interpreterà il capitano Jason Hayes, Max
Thieriot, Neil Brown Jr., A.J. Buckley, Jessica Paré e Tony
Trucks.
I Seal non saranno solo impiegati
sul suolo americano, ma anche in giro per il mondo dove
dimostreranno il loro forte patriottismo e senso di appartenenza
alla terra stelle e strisce. Lasciare figli e famiglia per partire
in missione non è mai un compito facile, ma i nostri paladini
saranno pronti a gettare il cuore oltre l’ostacolo per
la difesa del proprio Paese. SEAL
Teamdebutterà in America a
Settembre 2017.
“Sono molto legata al mondo
dell’animazione, anche perché credo che sia fatto più per gli
adulti per far capire loro delle cose che i bambini già
sanno.” Così Elodie, voce amatissima della
scena pop italiana, esordisce, parlando del suo coinvolgimento nel
nuovo progetto Netflix,
Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria per la
regia del leggendario Glen Keane.
“Spesso quando guardo i cartoni
animati mi commuovo molto, ed è capitato anche in Over the Moon.
C’è un dialogo, alla fine del film, tra i personaggi di Fei Fei e
Chang’e che mi ha colpita molto. Il film mostra dei momenti molto
belli e si parla dell’amore a 360° in termini molto importanti,
soprattutto visto che ci si rivolge ai bambini.”
Il film parla di famiglia, amore, ed
ha una protagonista estremamente caparbia e determinata, non sembra
difficile immaginare in quale parte di Over the
MoonElodie si sia identificata di
più: “Mia sorella si chiama Fei, la protagonista Fei Fei.
Ci ho visto tanto della mia famiglia, di mia sorella di più, di
come eravamo da bambine e di come ci siamo vissute. Di come abbiamo
trattato l’argomento dell’amore, nel film si parla di amore perso,
di amore trovato, dell’accettazione. In questo ho ritrovato molto
di quando ero piccola, mi ha colpito particolarmente, mi immedesimo
sempre tanto nelle cose che guardo.”
“Questa canzona mi ha messo alla prova”
Sorridente e disponibile,
Elodie spiega anche che il suo approccio
all’originale di Volo Via, Over the Moon, il
brano principale della colonna sonora del film, si è sentita
intimidita ma non per questo ha evitato la sfida: “Quando ho
sentito la versione in inglese, mi è preso un colpo perché è tanto
diversa dalla mia vocalità e dal mio modo di cantare, però mi piace
sempre mettermi alla prova e fare cose che mi mettono in
difficoltà. Non nego che ci sono stati momenti di frustrazione,
perché io sono una testa dura. Anche se ascolto cosa dicono gli
altri, devo fare di testa mia, quindi cantare un pezzo che si
ispira molto al pop lirico, un approccio alla musica diverso dal
pop, con la proiezione della voce in testa, ti frustra perché non
ti fa sentire all’altezza. Però lo volevo fare e quindi ho detto
che ci avrei comunque provato.”
La canzone entrerà in tante vite
attraverso il film, che arriva direttamente dentro alle case degli
spettatori. Questo ingresso nell’immaginario dei più piccoli le
piace molto, come dice lei stessa: “Mi fa sentire un po’ una
fatina, è una bella sensazione. Mi piace l’idea di far parte di un
progetto che amo, mi piace come l’animazione tratta argomenti
importanti, con semplicità e sensibilità. Per quello mi sento molto
orgogliosa”.
Elodie non è nuova alla
collaborazione con l’animazione, visto che lo scorso Marzo
l’abbiamo ascoltata in Trolls World Tour di Universal, in cui doppia
Barb. La nuova collaborazione con Netflix e con Over the Moon l’ha
riconnessa con un pubblico molto giovane che già aveva ad inizio
carriera: “Quando ho fatto il talent, sono sempre stata
un’attrattiva per i più piccoli, avevo anche i capelli rosa. Ero
esteticamente irresistibile per i bambini, fan giovanissimi che ho
perso nel tempo, ma sono abituata ad avere fan molto giovani. Mi
piacerebbe in realtà incontrarli di persona, avere un confronto con
i bambini.”
Elodie: “Pocahontas era fichissima!”
dal film Disney, Pocahontas (1995)
Come su tutte le cose di cui parla,
anche sui film d’animazione e sulle loro eroine Elodie ha le idee
belle chiare: “Fei Fei mi piace perché ha dei difetti, sia
lei che Chang’e hanno caratteristiche positive, ma anche aspetti
decisamente negativi. Le eroine del passato erano troppo belle,
troppo buone, perfette, idealizzate. Non potrai mai identificarti
con una Cenerentola, con una Ariel, con una Biancaneve. Sono delle
donne che non esistono. Uno dei miei cartoni animati preferiti è
Pocahontas, perché lei era una donna che vedeva le cose senza la
necessità di dire, era attaccata alle cose importanti, alla natura,
era fichissima!”
E proprio in merito alle eroine
d’animazione del passato e alla tendenza che si ha oggi a
ri-raccontarle, Elodie spiega: “Il passato serve per ricordarci
che il presente è così per un motivo, non dobbiamo cancellarlo o
revisionarlo, anche tramite i cartoni animati. È meglio raccontare
storie nuove, con personaggi nuovi, c’è tanto da dire e dare spazio
a queste nuove storie secondo me è importante.”
Ricordiamo che
Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria arriva
su Netflix il 23 ottobre, è diretto dal maestro Glen
Keane e vede il coinvolgimento di Elodie, nella versione
italiana, per il brano Volo Via.
Oggi Disney+ lancia in Italia
GroupWatch, la nuova funzionalità di visione
condivisa per connettersi con amici e familiari e guardare insieme
film e show dell’intera library Disney+ anche quando si è distanti.
GroupWatch permette la visione in contemporanea fino a 7 persone
collegate con diversi dispositivi: da web, mobile, dispositivi
connessi alle TV e Smart Tv.
“La narrazione prende vita quando si
è in grado di condividerla e godersela con gli altri, e in questo
momento in cui molti sono ancora lontani dai loro amici e dalla
famiglia, GroupWatch offre un modo per connettersi virtualmente in
modo sicuro, guardando in maniera condivisa le proprie storie
Disney+ preferite con le proprie
persone preferite comodamente dal proprio salotto”, ha dichiarato
Jerrell B Jimerson, SVP Product Management per Disney+.
Gli abbonati possono dare il via a
questa esperienza attraverso l’icona GroupWatch che si trova nella
pagina dei dettagli delle serie e dei film della vasta library
Disney.
Verrà poi fornito un link per
invitare fino ad altre sei persone a condividere la visione (è
richiesto l’abbonamento a Disney+). Gli inviti devono essere
originati dal cellulare o dal web, ma è possibile guardare il film
o la serie dal dispositivo TV collegato o dalla Smart TV.
La riproduzione sincronizzata di
GroupWatch permette ad ogni partecipante di interrompere la visione
per una pausa bagno, giocare, riavvolgere per guardare di nuovo una
scena preferita o avanzare velocemente per l’intero gruppo.
Durante la visione, gli spettatori
possono reagire in tempo reale con sei diverse emojis: “allegro”,
“divertente”, “triste”, “arrabbiato”, “spaventato” e “sorpreso”
attraverso l’app Disney+.
A più di trent’anni dall’uscita
nelle sale dell’iconico Ghostbusters, il cast
originale, composto da Bill
Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson, Sigourney
Weavere Annie
Potts di nuovo insieme per ridar vita a una delle
saghe cinematografiche più amate della storia. Diretto da
Jason Reitman, il film sarà nelle sale dall’estate
2021 prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner Bros.
Entertainment Italia. Tra i protagonisti anche Mckenna
Grace,
Finn Wolfhard, Carrie
Coon ePaul
Rudd.
Ghostbusters:
Legacy, diretto da Jason
Reitman e prodotto da Ivan
Reitman, è il nuovo capitolo della saga
originale Ghostbusters. Arrivati in una piccola città,
una madre single e i suoi due figli iniziano a scoprire la loro
connessione con gli Acchiappafantasmi originali e la segreta
eredità lasciata dal nonno. Ghostbusters:
Legacy è scritto da Jason Reitman & Gil Kenan.
Netflix
Italia ha diffuso il trailer ufficiale di La
vita davanti a sé, il nuovo film originale Netflix di Edoardo Ponti con
protagonista Sophia Loren. Il film che uscirà il
13 Novembre 2020 in tutto il mondo vede nel cast
anche Ibrahima Gueye, Renato Carpentieri, Iosif Diego
Pirvu, Abril Zamora, Massimiliano Rossi, Babak Karimi.
Scritto da Ugo Chiti e Edoardo
Ponti, il film si basa sul romanzo “La vie devant soi” di Romain
Gary e racconta la storia di Madame Rosa, un’anziana ebrea ed ex
prostituta che per sopravvivere negli ultimi anni della sua vita
ospita nel suo piccolo appartamento una sorta di asilo per bambini
in difficoltá. Riluttante, accetta di prendersi carico di un
turbolento dodicenne di strada di origini senegalesi, di nome Momò.
I due sono diversi in tutto: età, etnia e religione. Per questo
all’inizio la loro relazione è molto conflittuale, ma ben presto
si trasformerà in un’inaspettata e profonda amicizia, quando,
nonostante tutto, si renderanno conto di essere anime affini,
legate da un destino comune che cambierà le loro vite per
sempre.
Prodotto da Carlo Degli Esposti,
Nicola Serra per Palomar La
vita davanti a sé vede cooinvolti alla fotografia
Angus Hudson, al montaggio Jacopo Quadri, alla scenografia Maurizio
Sabatini, ai costumi Ursula Patzak e le musice sono firmate da
Diane Warren.
Ecco la nostra intervista con
Glen Keane, storico animatore della Walt Disney
Pictures, che si cimenta con la regia del lungometraggio animato
con
Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria, dal 23
ottobre disponibile su Netflix.
Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria una
co-produzione Pearl Studio e
Netflix, vede come produttrici le celebri
Gennie Rim e Peilin
Chou. Nella versione originale del film, la voce
della giovane protagonista Fei Fei è dell’attrice
rivelazione Cathy Ang. Il voice cast originale
vede inoltre la presenza di Phillipa Soo
(Chang’e), Robert G. Chiu (Chin), Ken
Jeong (Gobi), John Cho (Papà),
Ruthie Ann Miles (Mamma), Margaret
Cho (Zia Ling), Kimiko Glenn (Zia Mei),
Artt Butler (Zio) e Sandra Oh
(Signorina Zhong).
Over the Moon – Il fantastico mondo di Lunaria, la
trama
Una brillante ragazzina, spinta
dalla determinazione e dalla passione per la scienza, costruisce
una navicella spaziale per andare sulla Luna e dimostrare
l’esistenza della leggendaria dea che vi abita.
Una volta atterrata, rimane
coinvolta in una ricerca inaspettata e scopre un luogo bizzarro
popolato da creature fantastiche. Diretto dal leggendario animatore
Glen Keane e prodotto da Gennie Rim e Peilin Chou, “Over the Moon –
Il fantastico mondo di Lunaria” è un’emozionante avventura musicale
che racconta la capacità di andare avanti, l’accettazione di novità
inattese e il potere dell’immaginazione.
Regista: il premio Oscar Glen Keane (Dear
Basketball)
Produttori: Gennie Rim (Gli
Incredibili, Cars, Ratatouille e
Up), Peilin Chou (Mulan,Romy & Michelle, Il
piccolo yeti)
Autore: Audrey Wells (The Hate U
Give)
Co-regista: il premio Oscar John Kahrs
(Paperman)
Produttori esecutivi: Janet Yang (The Joy
Luck Club), Glen Keane, Ruigang Li, Frank Zhu, Thomas Hui
Musiche di: Christopher Curtis
(Chaplin), Marjorie Duffield, Helen Park
(KPOP)
Compositore: il premio Oscar Steven Price
(Gravity)
Una teoria del filosofo
norvegese Finn Skårderud sostiene che l’essere umano nasca con un
deficit di 0,5% di alcol nel sangue. Cosa succederebbe dunque se si
provasse a colmare tale mancanza, mantenendo poi costante il nuovo
livello alcolemico? È questa la domanda a cui tenta di rispondere
il regista danese Thomas
Vinterberg (Il sospetto, Kursk) con il
suo nuovo film Un altro giro.
Sviluppando questa premessa egli
arriva così a costruire un film che è tanto un ode all’alcol quanto
una riflessione sulla mezza età e sulla necessità di sentirsi
liberi. Dotato di grande umorismo, ma anche di una forte componente
drammatica, il film si è affermato come uno dei migliori visti
durante la Festa del Cinema di Roma. Qui è stato
accolto dopo il mancato svolgimento del Festival
di Cannes.
La storia è quella di Martin
(Mads
Mikkelsen), annoiato professore di storia consapevole
di vivere una vita ogni giorno più grigia e priva di stimoli. In
seguito ad un crollo emotivo durante il compleanno di un suo
storico amico, egli viene introdotto ad una particolare teoria.
Secondo questa, mantenendo un livello costante di alcol nel sangue
si può aumentare la creatività e ridurre la pressione dei propri
problemi. Questi, insieme ai tre amici, anche loro insegnanti e con
esistenze problematiche, decide di intraprendere tale esperimento.
I primi risultati si rivelano per loro emozionanti e
particolarmente positivi. Ben presto i loro eccessi presenteranno
però anche l’altro lato della medaglia, con cui i quattro dovranno
inevitabilmente fare i conti.
Un altro giro: un brindisi alla
vita
Un film che elogia gli aspetti
positivi dell’alcol sembra una vera e propria follia. Eppure, in
mano a Vinterberg tale premessa è diventata l’occasione per una
riflessione sulla società e le sue problematiche. Tutto nasce dalle
ricerche condotte su grandi personalità della storia, da Churchill
ad Hemingway, i quali hanno dato il meglio di sé grazie
all’influenza degli alcolici. Il regista, pur non nascondendo mai
gli inevitabili effetti negativi, dimostra il potenziale di tali
bevande nell’aiutare gli oppressi a sentirsi più disinibiti.
L’alcol diventa così il pretesto per parlare di personalità
apparentemente giunte al capolinea. Grazie a quella che viene
ritratta come una vera e propria bevanda magica, i quattro
protagonisti riescono invece a riscoprire quel senso di libertà
tanto tipico dei giovani che riempiono le prime immagini del
film.
Ha così per loro inizio una
rinascita che li porta ad essere protagonisti dei momenti migliori
del film, carichi di un umorismo tanto semplice quanto efficace.
Può infatti essere scontato ridere nel guardare quattro uomini
adulti in preda all’ubriachezza. Vinterberg, però, arricchisce tali
sequenze facendo mantenere ai personaggi credibilità e umanità, e
sono proprio tali valori a renderli tanto comprensibili da generare
la risata. Su di loro, quasi come fosse un documentario, il regista
costruisce poi lo svolgersi della teoria, da confermare o sfatare.
Il risultato di questa può forse essere prevedibile, ma le
conclusioni a cui il film giunge sono piuttosto inaspettate.
L’alcol sembra infatti qui servire
ad ognuno dei personaggi per prendere coscienza dei propri limiti.
Ma sfuggire a lungo da questi non è possibile, e ben presto arriva
dunque il momento di fare i conti con la propria vita. È così che
dopo tanto divertimento, con sequenze realmente memorabili, si
entra in un terzo atto ben più introspettivo e cupo. Un cambio di
registro certamente rischioso, ma che permette di esaltare il
racconto di quattro amici e del loro desiderio di sentirsi
nuovamente parte della vita. Poiché, oltre a trattare del ruolo e
del peso dell’alcol nelle passate e presenti generazioni, il cuore
narrativo non ruota che intorno ad una storia di esseri umani
fragili e feriti dalla mezza età. Questi non aspirano ad altro se
non ad una seconda possibilità.
DRUK
Un altro giro: la recensione
Con Un altrogiro
(di bevute, ma anche della giostra della vita) si costruisce così
un discorso più universale di quanto si potrebbe pensare. Tale
capacità è data in primo luogo dal grande intrattenimento fornito,
composto da una sovrabbondanza di colori, musiche, luoghi, ma anche
dalla grande umanità dei personaggi. La stessa sceneggiatura,
scritta da Vinterberg insieme a Tobias Lindholm, è un tripudio di
situazioni che danno vita ad un’epica dell’alcol, risultando
avvincente ed emotivamente toccante su più fronti. Questa non è
però certo priva di pecche. Specialmente nel corso del terzo atto,
qui particolarmente complesso per contenuti, si avverte infatti
un’incertezza nei confronti del finale. Questo sembra più volte sul
punto di arrivare, salvo poi ritardare ancora di qualche scena il
suo arrivo vero e proprio.
Lo spettatore dovrebbe in realtà qui
riabituarsi ad un ritmo più pacato, ben lontano da quello festoso e
comico che ha caratterizzato i primi due terzi del film. Per
contenuti e riflessioni è infatti questo il momento più complicato
dell’opera. Attraverso questo si può però evincere tutta la forza
della storia e della pellicola in sé. La possibile frustrazione
avvertita nell’attesa del vero finale viene però infine ampiamente
ricompensata. Un gigantesco Mads Mikkelsen (ma
anche gli altri tre co-protagonisti non sono da meno) si lancia
infatti in quella che è probabilmente una delle sequenze finali di
maggior impatto viste di recente. Durante questa Un altro
giro riafferma tutta la sua forza, la sua vitalità e il suo
valore più profondo.
L’abbiamo vista in decine di film,
europei e statunitensi, action e drammatici, ma per molti di noi
Franka Potente sarà sempre – e per sempre –
Lola corre. Dal fortunato film di Tom
Tykwer, allora suo compagno di vita, in realtà sono
cambiate molte cose. Negli ultimi ventidue anni, tra alti e bassi,
abbiamo imparato a conoscerli in vesti anche molto diverse da
quelle di allora, eppure non può essere un caso che la prima scena
di Home, il suo tanto atteso esordio alla regia,
ci mostri un ragazzone tatuato, dai capelli colorati di rosso,
sfrecciare su uno skate sulle strade deserte della California meno
celebrata.
Home: accoglienza, rifiuto e
inserimento
Una citazione? Un’esca per vecchi
fan? Una casualità? Un’omaggio alla cultura Underground alla quale
si è sempre mostrata molto legata? Tutto è possibile, ma sono
domande che si dimenticano rapidamente quando si inizia a prestare
attenzione alla storia che si va sviluppando. Quella di Marvin
Hacks, tornato a casa per accudire la madre, gravemente malata,
dopo aver scontato 17 anni di carcere per l’omicidio di una signora
del paese. Ma oggi, a 40 anni, non riconosce quello che era il suo
mondo. A malapena conosce il mondo esterno che lo circonda, dove
non ci sono più CD e chiunque ha uno smartphone. L’unica costante
sembra essere l’odio dei Flintow, nipoti della vittima, ma è
l’intera comunità a rifiutarlo, a non accettare il suo ritorno.
Un tema che vanta mille e più
declinazioni nella storia del cinema e della letteratura, uno dei
topoi più sfruttati e universali che si possa scegliere, ma per la
sua Opera Prima l’attrice e cantante tedesca dai bisnonni siciliani
non poteva non avere qualcosa di più da raccontare. Soprattutto
dopo l’esperienza precedente della regia del cortometraggio
Digging for Belladonna, presentato al Festival di Berlino
del 2006, dai toni decisamente più sentimental-surreal-fantasy.
Grandi interpreti, emozioni
forti
Autrice di una sceneggiatura
asciutta, quasi povera a tratti, la Potente si rivela molto abile
nel gestire le incredibili interpretazioni dei suoi protagonisti
principali, Jake McLaughlin (Marvin) e Kathy Bates (sua madre). Due
figure che emergono gradualmente, senza bisogno di parole o grandi
dialoghi, grazie all’intensità delle espressioni e a una fisicità
che pur massiccia riesce a trasmettere tenerezza e resilienza,
forza e dignità allo stesso tempo.
Nel loro silenzio, nel loro
continuare a vivere il quotidiano con la normalità che gli è
consentita, resistendo al peso delle colpe del passato e dei facili
giudizi altrui, germogliano i semi di una umanità che appariva
impossibile. Nella scoperta reciproca dei due, nella loro sorpresa,
c’è anche quella degli spettatori, che inevitabilmente rischieranno
di ritrovarsi ad asciugarsi gli occhi davanti a un amore tanto puro
e semplice.
Più che espiazione e giustizia a
muovere questi personaggi sono la disperazione, l’isolamento,
l’incapacità di far spaziare lo sguardo e i sentimenti. Di
riconoscere la pietà dentro di sé e la diversità nell’altro, da
quel che ci si aspetta che sia e da quel che era. Il ritorno a casa
del nostro antieroe, in questo dramma esplicitamente e
insistentemente non violento, sembra suggerire altro. Altri viaggi,
esodi, incontri, più comuni e – di nuovo – universali, che siamo
abituati a giudicare come i cittadini di Clovis, nella contea di
Fresno. Per i quali il perdono è solo una conseguenza, lo sforzo
maggiore quello di scoprire di esser in grado di cambiare se stessi
e la vittoria più grande quella di saper vincere la paura di farlo
e delle sue conseguenze.
Il regista ucraino Vadim
Perleman, noto soprattutto per il suo La casa
di sabbia e nebbia, che nel 2003 ricevette diverse
nomination agli Oscar, torna ad affacciarsi al panorama
internazionale con Lezioni di persiano,
un dramma ambientato nel 1942 che mostra l’inferno dei campi di
concentramento nazisti, in particolare di un cosiddetto campo di
transito in Germania.
Sceglie però di farlo da un punto di
vista insolito e in un certo senso privilegiato: il microcosmo di
una relazione che diventa via via più stretta tra un prigioniero
ebreo e un ufficiale delle SS. Una relazione in cui il linguaggio e
la parola la fanno da padroni, restituendo dignità alle vittime e
riequilibrando, sia pure in minima parte, le sorti.
Lezioni di
persiano, la trama
Nel 1942 l’ebreo Gilles,
Nahuel Pérez Biscayart, viene arrestato dalle SS
nella Francia occupata dai nazisti. La maggior parte degli
arrestati con lui vengono brutalmente fucilati poco dopo la
partenza. Per salvarsi Gilles dice di non essere ebreo, ma
persiano. La menzogna gli salva la vita, dal momento che
l’ufficiale Koch, Lars Eidinger, sta cercando
proprio un persiano che gli possa insegnare la lingua farsi, avendo
deciso dopo la guerra di andare in Iran e aprire un ristorante a
Teheran. Gilles scopre presto, però, quanto sia difficile creare
ogni giorno parole in una lingua inventata da insegnare
all’ufficiale, finché non trova un efficace stratagemma. La sua
sopravvivenza è comunque appesa a un filo. Il trattamento
preferenziale riservatogli suscita infatti invidie e gelosie sia
tra i prigionieri che tra le guardie del campo, come Max,
Jonas Nay, ed Elsa, Leonie
Benesch, per nulla convinti che Gilles sia davvero
persiano.
Lezioni di
persiano, un nuovo linguaggio per vivere, far
vivere e ricordare
Basato sul racconto Invenzione
di una lingua di Wolfgang Kohlhaase, e sceneggiato da
Ilya Zofin, Lezioni di persiano
utilizza la chiave del linguaggio come metafora di fronte al dramma
dello sterminio degli ebrei, come veicolo di riscatto e di memoria.
La lingua inventata da Gilles prende vita nella sua mente e poi
nella realtà quando viene insegnata a Koch, proprio grazie ai nomi
dei prigionieri del campo. Attraverso la parola, gli uomini ridotti
a numeri, a massa, disumanizzati e infine uccisi, ritrovano vita e
dignità. I loro nomi restano in questa lingua inventata e
resteranno poi nella memoria del protagonista, laddove invece lo
scritto, i registri dei campi, andranno perduti, bruciati dai
nazisti in fuga. Altro tema fondamentale dunque è l’importanza
della memoria, da mantenere a qualunque costo. I nomi dei
prigionieri, unica cosa che resta di loro in un campo che si
riempie e si svuota di continuo, in un ciclo di morte, sono
anche quelli che consentono a Gilles di salvare la propria
vita.
La relazione tra Gilles e
Koch – cui danno corpo le efficaci interpretazioni di
Nahuel Pérez Biscayart (120 Battiti al
minuto di Robin Campillo,
Ci rivediamo lassù di Albert
Dupontel) e Lars Eidinger
(Sils Maria e Personal
Shopper di Olivier Assayas) – non
sarebbe possibile senza il tramite di questa lingua, i due
resterebbero distanti. Invece grazie ad essa, un legame si crea,
consentendo anche a Koch di esprimersi, paradossalmente a pieno, in
modo sincero. Il suo personaggio ha così un’evoluzione, seppur
parziale.
L’arma più efficace contro
il male: l’ironia
Altro aspetto fondamentale del film
che riesce ad alleggerire, inaspettato, la narrazione è l’ironia,
il sarcasmo che permea la scrittura e restituisce lo sguardo del
regista sui nazisti. Si mostrano anche le piccole invidie e
rivalità nel campo, come quella tra Elsa, una brava Leonie
Benesch (Il nastro bianco di
Michael Haneke) e Jana, Luisa-Céline
Gaffron. Non mancano neppure i pettegolezzi, per quanto
sia strano pensare che ve ne siano in un contesto simile. Ciò può
risultare straniante, ma è anche divertente. Il risultato è a
tratti una vera messa in ridicolo delle figure dei gerarchi nazisti
e dell’intero ambiente in cui si muovono. Si pensi sia a Koch, che
al comandante del campo, interpretato da Alexander
Beyer. Emblema di questo è appunto la figura di Koch nei
panni del discente: qui è lui in posizione subordinata ed è vittima
di una vera e propria presa in giro da parte di Gilles, che
peraltro avrà su Koch conseguenze. Quest’inversione di ruoli fa
sorridere. Attraverso di essa Perelman fa, in un certo qual modo,
giustizia, innescando anche una riflessione.
Il film non aggiunge granché al
genere cui appartiene, ma risulta piacevole, ben recitato e curato
nella ricostruzione realistica, dalle ambientazioni ai costumi di
Alexey Kamyshov, a tutta la messa in scena. Le
scenografie sono affidate a Dmitri Tatarnikov e
Vlad Ogai. La fotografia di Vladislav
Opelyants restituisce lo sguardo del regista sul mondo del
campo, che dà comunque una visione prevalentemente cupa, plumbea e
nebbiosa. Oltre due ore passano senza che ci si annoi, proprio
grazie all’alternanza tra dramma e ironia e alle buone prove degli
attori. Nonostante la vasta produzione cinematografica sul tema
della Shoah, la trattazione non è banale. Questo è già un buon
risultato. Distribuito in Italia da Academy Two e
Lucky Red, Lezioni di
persiano è in sala dal 5 novembre 2020.
Il motivo hitchcockiano dell’uomo
ordinario calato in una situazione straordinaria è un po’ il
piedistallo drammatico di The Courier – L’ombra delle
spie, spy story diretto da Dominic
Cooke (che aveva esordito al cinema con il debole
adattamento di Chesil Beach di Ian McEwan): la storia
raccontata è quella vera di Greville Wynne, uomo d’affari
britannico che durante la Guerra Fredda aiutò la CIA a penetrare
nel programma nucleare sovietico facendosi aiutare dalla sua fonte
russa, Oleg Penkovsky. Pochi sanno che il contributo dei due fornì
le informazioni cruciali che posero fine alla crisi dei missili
cubani, e The Courier li celebra nel segno della classica
formula eroica-biografica.
The Courier, la recensione
Prevedibilmente il film si muove
all’interno della grammatica di genere provocando una serie di déjà
vu cinematografici fin troppo recenti nella memoria collettiva: ci
sono schegge de Il ponte delle spie di Steven Spielberg – riprendendo la
dinamica del rapporto tra due personaggi di schieramenti diversi
che collaborano per un fine comune – e di The Imitation
Game, il biopic su Alan Turing, e non soltanto per la presenza
di Benedict Cumberbatch (che qui interpreta il
protagonista Wynne), ma anche per il tono e l’andamento, la
gestione dei momenti più sentimentali e i ruoli ben definiti dei
personaggi all’interno dell’impianto drammaturgico.
Cooke viene dal teatro e si sente,
perché sembra prediligere l’azione che provocano i dialoghi anziché
insistere sugli spostamenti tra Inghilterra e Russia. A sostenerlo,
più che in Chesil Beach, è proprio la “confezione”
produttiva, dalla suggestiva e plumbea fotografia di Sean Bobbitt
(Hunger, Shame, 12 anni schiavo e
Widows) alle musiche di Abel Korzeniowski (Animali
Notturni, Penny Dreadful), senza contare la fortuna
di avere nel cast attori del calibro di Cumberbatch, Rachel
Brosnahan e Jessie Buckley. E
nell’insieme il film funziona, forse grazie alla spinta
dell’ordinario che diventa straordinario e che ci ricorda come sono
le persone che non ti aspetti a cambiare il corso della storia. Nel
bene e nel male.
Jared Leto sta
tornando alla DC Comics, riprendendo il ruolo di Joker visto in
Suicide Squad del 2016, per apparire
nella nuova versione di Justice League di Zack Snyder, come
riferisce
Variety.
Non è chiaro se Leto avrebbe sempre
dovuto apparire in Justice League prima che Snyder lasciasse il
film all’inizio del 2017 in anticipo, o se Leto sia una nuova
aggiunta data la durata di quattro ore della Justice League
Snyder’s Cut, che sarà presentato in anteprima su HBO Max
nel 2021.
Indipendentemente da ciò, il
coinvolgimento di Leto unisce ulteriormente i due film, Justice
League e Suicide Squad, che vedeva Batman di Ben Affleck in un
cameo mentre cercava di sconfiggere il Joker di Leto e Harley Quinn
di Margot Robbie. Batman v Superman: Dawn of Justice,
anch’esso diretto da Snyder, presenta una ripresa del costume di
Robin in una teca della BatCaverna che riporta la scritta in
vernice gialla “Ha Ha Ha Joke’s on you Batman”, un riferimento alla
trama del fumetto di Batman in cui il Joker uccide Robin.
Potrebbe darsi che il Batman della
Justice League Snyder’s Cut possa avere la possibilità di vendicare
il suo amico, mettendo Joker in manette.
Le riprese aggiuntive
della Snyder
Cut di Justice
League dovrebbero avere luogo questo mese e durare
soltanto per una settimana. Nonostante la breve durata, il budget
sarà comunque elevato: pare infatti che saranno necessari 70
milioni di dollari per girare il nuovo materiale. Le riprese
aggiuntive coinvolgeranno Ben Affleck (Batman), Henry
Cavill (Superman), Gal
Gadot (Wonder Woman) e probabilmente
anche Ray
Fisher (Cyborg). Al momento non sappiamo se
anche Jason
Momoa (Aquaman) e/o Ezra
Miller (Flash) saranno coinvolti nei reshoot.
Vi ricordiamo che
la Snyder
Cut di Justice
League uscirà nel 2021 sulla piattaforma
streaming di Warner Bros HBO Max che è disponibile negli USA
dall’Aprile scorso. Attualmente non sappiamo se in Italia la
versione debutterà su qualche piattaforma streaming dato che HBO
MAX non è disponibile nel nostro paese. Ma sappiamo che HBO in
Italia ha un accordo in esclusiva con SKY, dunque potrebbe essere
una valida teoria pensare che in Italia il film possa essere
programmato su SKY CINEMA o su SKY ATLANTIC. Tuttavia, quest’ultima
è solo una supposizione dunque non ci resta che aspettare ulteriori
notizie.
La figura di Pablo
Escobar è divenuta particolarmente ricorrente nel cinema e
nella serialità degli ultimi anni. Personalità controversa e
dall’innegabile fascino, egli ha calcato più volte lo schermo
interpretato da diversi celebri interpreti. Ogni opera basata su di
lui ne ha esplorato aspetti e punti di vista diversi. Nel film del
2017 Escobar – Il fascino del male,
diretto da Fernando Léon de Aranoa, il celebre
narcotrafficante è narrato a partire dal suo rapporto con la
giornalista e amante Virginia Vallejo. Tale coppia è qui
interpretata da due attori realmente sposati al di fuori delle
scene: Javier
Bardem e Penélope
Cruz.
La pellicola è infatti basata sul
bestseller della Vallejo Amando Pablo, odiando Escobar,
pubblicato per la prima volta nel 2007. All’interno di questo
l’autrice racconta della sua relazione amorosa con il capo del
Cartello di Medellìn. Nel libro si raccontano una grande serie di
dettagli privati, poi utilizzati nel film per poter dar vita ad un
ritratto inedito del celebre criminale colombiano. Da sempre
desideroso di interpretarlo, Bardem spinse affinché venissero
acquistati i diritti sull’opera, da cui è poi in breve stato
realizzato il film.
Questo venne poi presentato Fuori
Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, dove ricevette una
tiepida accoglienza da parte della critica. Diverse lodi furono
però state riservate ai due protagonisti, poi candidati anche ai
prestigiosi premi Goya. Al momento della sua uscita in sala il film
riuscì ad incassare un totale di più di 17 milioni in diversi
territori, confermando il grande interesse del pubblico nei
confronti del personaggio. Numerose sono poi le curiosità legate al
titolo, in particolare quelle relative al suo cast di attori.
Proseguendo nella lettura sarà possibile scoprire le principali tra
queste come anche le piattaforme dove è possibile ritrovare il film
in streaming.
Escobar – Il fascino del male: la
trama del film
Il film prende le mosse dall’ascesa
criminale di Escobar e arriva fino al 1993, anno della sua morte.
Un percorso che si snoda lungo la vita privata e professionale del
narcotrafficante, ripercorrendo i turbolenti anni Ottanta, il
periodo del narcoterrorismo, la lotta contro la possibile
estradizione negli Stati Uniti e il rapporto con la giornalista
Virginia Vallejo. È proprio grazie al supporto della donna che
Escobar diventa un personaggio pubblico, ottiene il sostegno di
gran parte del popolo colombiano e decide di avviarsi alla carriera
politica: vuole governare e finalmente cambiare le sorti di un
Paese logorato dalla povertà. La storia ha così inizio proprio
quando Escobar è già un affermato uomo d’affari.
La sua gente però comincia a
rendersi conto che dietro alle sue azioni ci sono intenzioni oscure
ed egoistiche, che quei suoi modi bonari celano sete di ricchezza e
potere, senza scrupoli né rimorsi. Escobar deve riconquista la loro
fiducia, e per riuscirvi si affida all’amante Virginia Vallejo.
Questa godeva di un accesso privilegiato alla mente di Escobar,
alle sue idee e alle sue intenzioni più intime. Per questo decide
di sostenerlo nella sua carriera politica, chiudendo un occhio su
quella criminale. Ciò non dura però a lungo, e ben presto la donna
non riuscirà più a reggere il peso delle azioni dell’uomo che
amava. Quando l’agente della DEA, l’agenzia antidroga americana,
Neymar le offrirà una via di fuga, la Vallejo non potrà che
accettarla.
Escobar – Il fascino del male: il
cast del film
Nel ruolo dei due protagonisti vi è
quindi la celebre coppia di attori spagnoli composta da Bardem e la
Cruz. Per poter interpretare il ruolo del celebre narcotrafficante,
l’attore ha dovuto sottoporsi ad una non indifferente
trasformazione fisica. Bardem ha infatti dovuto acquisire diversi
chili, al fine di ottenere una stazza fisica somigliante a quella
di Escobar. Ciò gli ha richiesto una particolare dieta, che gli ha
permesso di raggiungere il peso necessario nel giro di breve tempo.
Inoltre, l’attore si è dedicato a lunghe ricerche, leggendo
numerose testimonianze su Escobar, così da poterlo comprendere al
meglio e risultare realistico nel suo ritratto. Ad oggi la sua è
considerata una delle più affascinanti interpretazioni del
criminale.
Allo stesso modo la Cruz si è
documentata a lungo sulla Vallejo, cercando di immedesimarsi nelle
sue scelte e nelle situazioni da lei dovute affrontare. L’attrice
ha in seguito raccontato che quella per questo film è stata una
delle sfide più difficili della sua carriera. A favorire la buona
riuscita del tutto vi era però il legame che la unisce a Bardem.
Questo ha infatti permesso di conferire una certa credibilità alle
scene che li ritraggono insieme. Nel film è infine presente anche
il noto attore Peter
Sarsgaard, interprete di numerosi film di successo, e
che dà qui vita all’agente DEA Shepard. Questi è poi l’uomo che
riesce ad andare incontro cattura di Escobar. Nel film sono poi
presenti numerosi altri attori di origini sudamericane o spagnole,
come Oscar Jaenada, che recita nel ruolo di
Santoro.
Escobar – Il fascino del male: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. Escobar – Il fascino
del male è infatti presente su Rakuten TV, Chili
Cinema, Infinity, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per poter usufruire
del film, sarà necessario sottoscrivere un abbonamento generale o
noleggiare il singolo film. In questo modo sarà poi possibile
vedere il titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video,
senza limiti di tempo. Il film è inoltre in programma in
televisione per mercoledì 21 ottobre alle
ore 21:30 sul canale
TV8.
Dopo il folgorante esordio
cinematografico con District 9,
il regista sudafricano Neill Blomkamp porta sul
grande schermo una nuova storia di fantascienza, ambientata in un
futuro particolarmente distopico. Si tratta di Elysium, avvincente
idea originale scritta dallo stesso Blomkamp al cui interno si
ritrovano tutte le caratteristiche tipiche del regista e già
riscontrabili nel precedente film. Egli torna infatti ad utilizzare
il genere per esplorare tematiche di tipo politico e sociale,
dall’immigrazione alla sovrappopolazione, dalla divisione in classi
sociali alle diritto alla salute.
Il regista raccontò di aver avuto
l’idea per il film nel momento in cui provò ad immaginare un
realistico futuro per la specie umana. Durante la fase di
scrittura, tuttavia, si rese conto che ciò che stava descrivendo
era sempre più simile all’effettivo presente. Decise così di
calcare alcuni aspetti, in modo da rendere il film una vera e
propria distopia non tanto lontana da quella in cui l’umanità già
vive. Per dar vita ai suoi personaggi si è poi avvalso della
partecipazione di alcuni noti attori di Hollywood, i quali insieme
ai grandi effetti speciali sono diventati la vera attrazione del
film.
Al momento della sua uscita in
sala, il film si rivelò nuovamente un buon successo per il regista.
A fronte di un budget di circa 115 milioni di dollari,
Elysium arrivò ad incassarne oltre 286 in tutto il mondo.
Il titolo venne accolto positivamente dalla critica, la quale pur
sottolineando alcune ingenuità narrative riscontrò una grande
capacità di intrattenere e stupire lo spettatore. Ad oggi quella di
Blomkamp è una fantascienza particolarmente affascinante, capace di
unire invenzione cinematografica a tematiche attuali e scottanti.
Numerose sono le curiosità riguardo al film, molte delle quali
legate al suo cast di attori. Di seguito si potranno scoprire le
principali tra queste.
Elysium: la trama del film
La storia è ambientata nel
2154 in un mondo ormai sovrappopolato, dove l’umanità si è spaccata
in due classi nettamente divise. Pochi eletti hanno infatti la
possibilità di vivere all’interno di un’enorme stazione spaziale
chiamata Elysium. Questa orbita attorno alla terra, e
contiene tutti i lussi desiderabili. Al contrario, la parte povera
della popolazione è costretta a vivere sul pianeta Terra, ormai
luogo inquinato e destinato al degrado. Le città sono diventate
veri e propri ammassi di gente, senza un preciso ordine a regolare
la loro esistenza. Molti di questi ultimi, però, tentano
continuamente di introdursi illegalmente all’interno di Elysium, il
quale però ha delle regole particolarmente rigide riguardo
l’immigrazione.
In questo contesto vive Max Da
Costa, giovane operaio con un turbolento passato alle spalle. Egli
lavora nella compagnia produttrice di robot che vengono poi
utilizzati a scopi di vigilanza su Elysium. Max nutre un profondo
fascino nei confronti della stazione spaziale. Cresciuto in un
orfanotrofio, egli da sempre possiede il desiderio di potervisi
recare un giorno, dando una svolta alla propria vita. Le cose per
lui subiscono una piega inaspettata nel momento in cui, a causa di
un incidente in fabbrica, viene sottoposto ad una dose di
radiazioni gamma che gli conferiscono solo pochi giorni di vita.
Per potersi salvare, Max avrà bisogno di recarsi su Elysium, dove
si trovano le cure adatte a lui. Arrivare fin lassù, però, non sarà
affatto facile. Per lui ha così inizio una pericolosa ma necessaria
avventura.
Elysium: il cast del film
Per il suo primo film girato con il
supporto di Hollywood, il regista ha avuto la possibilità di
avvalersi della partecipazione di alcuni grandi nomi della
recitazione. Originariamente, egli aveva offerto il ruolo del
protagonista al rapper e attore Eminem. Questi,
però, chiede di girare il film nella città di Detroit, ma ciò non
era possibile. Blomkamp affidò allora la parte a Matt
Damon, il quale si era dichiarato interessato al
progetto. Per poter dar vita al personaggio, egli si sottopose ad
un lungo allenamento fisico, con il fine di implementare la propria
capacità muscolare. Ciò gli permise di ottenere l’aspetto possente
richiesto per la parte. L’attore decise anche di radersi realmente
la testa, così da avvertire ulteriormente la realisticità della
cosa.
Nel film è poi presente la premio
Oscar Jodie
Foster nel ruolo di Jessica Delacourt, segretario
della difesa di Elysium e principale antagonista del film. Per
l’attrice tale ruolo fu una vera novità, sia per il suo carattere
sia per la sua evoluzione all’interno del film. L’attrice
brasiliana Alice
Braga, nota anche per Io sono
leggenda, recita invece nel ruolo di Frey Santiago, amica
di lunga data di Max. Sharlto Copley torna invece
a lavorare con Blomkamp dopo District 9 nel ruolo dello
spietato agente Kruger. Nel film sono poi presenti anche gli attori
Diego
Luna e Wagner Moura nei ruoli di
Julio e Spider, due rivoluzionari che aiuteranno il protagonista a
dotarsi dell’armatura giusta per poter raggiungere Elysium.
Elysium: il trailer e dove vedere
il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film, o
per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. Elysium è infatti
presente su Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple
iTunes e Amazon Prime Video. Per poter usufruire
del film, sarà necessario sottoscrivere un abbonamento generale o
noleggiare il singolo film. In questo modo sarà poi possibile
vedere il titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video,
senza limiti di tempo. Il film è inoltre in programma in
televisione per martedì 20 ottobre alle
ore 21:30 sul canale
TV8.
Ecco la nostra intervista a
Max Barbakow, regista di Palm
Springs presentato alla Festa del Cinema di Roma 2020
e che arriverà nelle sale italiane il 22 ottobre distribuito da I
WONDER PICTURES.
La commedia è diretta da Max
Barbakow e vede protagonisti Andy Samberg, Cristin Milioti,
J. K. Simmons, Meredith Hagner, Camila Mendes, Tyler Hoechlin e
Peter Gallagher.
Palm
Springs – Vivi come se non ci fosse un domani è
diventato in breve tempo un cult negli USA, forte del successo di
critica e pubblico raccolto in occasione del Sundance Film
Festival, dove la pellicola è stata acquistata per oltre 17 milioni
e mezzo di dollari da Neon e Hulu, segnando il record storico di
vendita per un film al Sundance. La scatenata commedia sarà
presentata alla quindicesima Festa del Cinema di Roma per poi
arrivare sugli schermi italiani dal 22 ottobre grazie ad
I WONDER PICTURES.
Romantica e divertente, Palm
Springs – Vivi come se non ci fosse un domani,
segue le vicende di due sconosciuti, Nyles (Andy Samberg) e Sarah
(Cristin Milioti), che si incontrano casualmente a un matrimonio a
Palm Springs e restano bloccati in un loop temporale tra amore,
disillusione e confusione.
SINOSSI: Mentre è bloccato a un
matrimonio a Palm Springs, Nyles (Andy Samberg – Brooklyn
Nine-Nine, SNL) incontra Sarah (Cristin Milioti – How I Met Your
Mother, Modern Love), damigella d’onore e pecora nera della
famiglia. Dopo essere stata salvata da un brindisi disastroso,
Sarah inizia ad essere attratta da Nyles e dal suo nichilismo
insolito. Ma quando il loro incontro improvvisato è ostacolato da
un’interruzione surreale, anche Sarah deve cominciare ad
abbracciare l’idea che nulla ha davvero importanza e cominciare a…
vivere come se non ci fosse un domani!
Dopo aver lanciato brand del
calibro di House of Cards e
Mindhunter,David Fincher torna a
lavorare con Netflix. Mank,
un progetto dalla lunghissima gestazione per lui, racconta
dell’uomo che ha condiviso con Orson Welles il
premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale di Quarto
Potere.
A interpretare lo sceneggiatore,
Herman J. Mankiewicz, ci sarà Gary Oldman, mentre il film è stato scritto da
Howard Fincher il padre defunto di David. Il film
dovrebbe entrare in fase di riprese il prossimo novembre a Los
Angeles, e Fincher girerà in bianco e nero. A produrre il film
invece troviamo Ceán Chaffin, frequente
collaboratrice di Fincher, e Douglas J. Urbanski
che aveva già prodotto L’ora più buia, film per il quale Oldman ha
il premio Oscar come migliore attore protagonista. Mank doveva
essere il progetto a cui David Fincher voleva
dedicarsi dopo The Game del 1997, con Kevin
Spacey accreditato come protagonista, tuttavia la
produzione è stata rallentata a causa della decisione di Fincher di
girare in bianco e nero, proprio come Quarto Potere.
Mankiewicz è stato uno degli
sceneggiatori più noti e meglio pagati nei primi anni di Hollywood
e ha lavorato con Orson Welles per Quarto
Potere. Ex-corrispondente di Berlino per il Chicago
Tribune e critico teatrale del New York Times e del New Yorker,
Mankiewicz ha scritto alcuni dei film più importanti del suo
periodo, e sia lui che Welles hanno condiviso l’Oscar per la
migliore sceneggiatura originale per Quarto Potere
nel 1941. Altri film a cui ha lavorato durante la sua carriera
includono Il mago di Oz, L’uomo del mondo, Pranzo alle
otto, L’idolo delle folle e The Pride of St.
Louis. Oldman ha appena recitato per Netflix nel film
diretto da Steven SoderberghThe
Laundromat, il film drammatico che racconta lo scandalo
dei Panama Paper, insieme a un cast che include
Meryl Streep e Antonio Banderas.
Sempre per Netflix, David Fincher
ha prodotto la raccolta di racconti animati Love, Death &
Robots.
Nuvole: il virtual concert”, il
tributo musicale virtuale al Disney+ Original movie e
all’eredità di Zach Sobiech, sarà trasmesso in live streaming su
Facebook.com/DisneyPlus sabato
24 ottobre alle 20.00. Il concerto vedrà la partecipazione di:
OneRepublic, renforshort, Fin Argus, Sabrina Carpenter e Sammy
Brown (il migliore amico e partner musicale di Zach Sobiech), tutti
presenti nella colonna sonora del film. Tra le altre esibizioni e
apparizioni ci saranno Jason Mraz, DCapella, Neve Campbell, Justin
Baldoni, Tom Everett Scott, Madison Iseman, Lil Rel Howery e molti
altri.
Nuvole(titolo originale:
Clouds) è disponibile in streaming su Disney+, mentre è possibile trovare la
colonna sonora del film della Interscope Records su tutte le
piattaforme digitali. Il singolo di Zach Sobiech, “Clouds”, ha
raggiunto il primo posto su iTunes negli Stati Uniti lo scorso fine
settimana, arrivando in cima alla classifica per la seconda volta
dal 2013.
Basato su un’incredibile storia
vera, Nuvole è un inno alla vita del cantautore Zach
Sobiech (Fin Argus). Zach è uno studente diciassettenne che ama
divertirsi e dotato di un naturale talento musicale, che convive
con l’osteosarcoma, un raro cancro alle ossa. All’inizio del suo
ultimo anno scolastico si sente pronto per affrontare il mondo ma,
quando riceve la notizia che la malattia si è diffusa, lui e la sua
migliore amica e coautrice di canzoni Sammy (Sabrina Carpenter)
decidono di trascorrere il tempo limitato che gli rimane inseguendo
i loro sogni. Con l’aiuto del suo mentore e insegnante, il signor
Weaver (Lil Rel Howery), a Zach e Sammy arriva l’occasione della
vita e viene offerto loro un contratto discografico. Con il
sostegno dell’amore della sua vita, Amy (Madison Iseman), e dei
suoi genitori, Rob e Laura (Tom Everett Scott e Neve Campbell),
Zach intraprende un viaggio indimenticabile sull’amicizia, l’amore
e il potere della musica. Nuvole è disponibile su Disney+
Nuvole è diretto da Justin Baldoni e
prodotto da Andrew Lazar, Justin Baldoni e Casey La Scala. La
sceneggiatura è di Kara Holden su una storia di Casey La Scala &
Patrick Kopka e Kara Holden. Il film è prodotto dai Wayfarer
Studios, Warner Bros. Pictures e Mad Chance / La Scala Films.
Guarda il teaser trailer di
Raya e l’Ultimo Drago, diretto da Don
Hall e Carlos López Estrada e prodotto da Osnat
Shurer e Peter Del Vecho, il nuovo lungometraggio
d’animazione Walt Disney Animation Studios Raya e l’Ultimo
Drago arriverà prossimamente nelle sale italiane.
Raya e l’Ultimo Drago, la
trama
Molto tempo fa, nel fantastico
mondo di Kumandra, umani e draghi vivevano insieme in armonia. Ma
quando una forza malvagia ha minacciato la loro terra, i draghi si
sono sacrificati per salvare l’umanità. Ora, 500 anni dopo, quella
stessa forza malvagia è tornata e Raya, una guerriera solitaria,
avrà il compito di trovare l’ultimo leggendario drago per riunire
il suo popolo diviso. Durante il suo viaggio, imparerà che non
basterà un drago per salvare il mondo, ci vorrà anche fiducia e
lavoro di squadra.
Raya
e l’Ultimo Drago è diretto da Don Hall e Carlos López
Estrada, co-diretto da Paul Briggs e John Ripa, e prodotto da Osnat
Shurer e Peter Del Vecho. Nella versione originale del film,
Kelly Marie Tran presta la propria voce a Raya,
mentre Awkwafina interpreta Sisu, l’ultimo drago.
Grande Giove! Nel 1985, il regista
Robert Zemeckis, il produttore esecutivo
Steven Spielberg ed il produttore e
sceneggiatore Bob Gale cominciarono un viaggio in
tre tappe attraverso il tempo che distrusse tutti i record ai
botteghini di tutto il mondo e fece di Ritorno al
futuro una delle più amate trilogie nella storia del
cinema.
Universal Pictures Home
Entertainment Italia celebra il 35° anniversario del primo
entusiasmante film con Back to the future: The Ultimate
Trilogy, disponibile per la prima volta in 4k Ultra HD e
in Blu-Ray e DVD dal 21 ottobre – proprio nel fatidico “Back to the
future day”!
Questa collection è ricca di
materiali inediti esclusivi, tra cui un bonus disc che arriva con
oltre un’ora di contenuti speciali inediti, come i rari video delle
audizioni di Hollywood delle star
Ben Stiller, Kyra Sedgwick, Jon Cryer, Billy Zane, Peter
DeLuise e C. Thomas Howell, un tour dei
gadget e souvenir del film accompagnati da Bob Gale, uno sneak peek
del nuovo show musicale ed un episodio speciale della popolare
serie Youtube “Could You Survive The Movies?”. Unisciti a Marty
McFly (Michael
J. Fox), Doc Brown (Christopher
Lloyd) e alla mitica DeLorean nell’avventura di una
vita, attraverso passato, presente e futuro, che mette in moto una
esplosiva reazione a catena che minaccia il continuum
spazio-tempo!
Back to the future: The
Ultimate Trilogy include tutti e tre i film della trilogia
in formato da collezione digipack, oltre ad un disco bonus che
contiene i contenuti speciali (nelle edizioni Blu-Ray e 4K). Per la
prima volta, il passato, il presente ed il futuro si uniscono per
mostrarsi nella magnifica risoluzione dell’Ultra HD per festeggiare
questo anniversario. I nuovi formati 4k Ultra HD e Blu-ray
rimasterizzato portano con loro una qualità estrema di visione, più
colori che mai, ed un sonoro immersivo e multi-dimensionale. Creato
da Steven Spielberg, Robert Zemeckis e Bob
Tutti e tre i film saranno
disponibili per la prima volta in 4k Ultra HD, ma saranno
disponibili anche in Dvd in una collection standard.
Universal Pictures Home
Entertainment Italia metterà quindi sul piatto una grande quantità
di prodotti imperdibili targati Ritorno al futuro: oltre alla
collection Dvd standard, saranno infatti disponibili le collection
premium Digipack in formato Blu Ray e 4k UHD. Ma non finisce qui:
oltre a queste edizioni, saranno rilasciate ben due Collector’s
Edition imperdibili presso rivenditori selezionati in edizione
limitata:
BACK TO THE FUTURE 35TH ANNIVERSARY TRILOGY LIMITED EDITION
GIFT SET (4K UHD): Include una replica esclusiva e fluttuante
dell’iconico Hoverboard.
BACK TO THE FUTURE 35TH ANNIVERSARY: LIMITED STEELBOOK
COLLECTION (4K UHD): Include tre steelbook con un design nuovo e…
complementare!
Il film sarà disponibile in 4K
Ultra HD in una confezione doppia che include il 4K Ultra HD
Blu-rayTM e il Blu-rayTM. Il disco 4K Ultra HD disc comprende gli
stessi contenuti extra della versione Blu-rayTM, tutti nella
straordinaria risoluzione 4K. 4K Ultra HD è la migliore esperienza
visiva per la visione di un film. Il 4K Ultra HD presenta la
combinazione della risoluzione 4K di quattro volte superiore al
classico HD, la brillantezza dei colori dell’High Dynamic Range
(HDR) con una resa audio totalmente immersiva per un’esperienza
sonora multidimensionale. Blu-rayTM sfodera il potere della tua TV
HD e si dimostra il modo migliore per vedere i film a casa, con la
risoluzione di 6 volte superiore rispetto al DVD, extra esclusivi e
un sonoro in modalità surroud, come al cinema.
Fast
and Furious 11 sarà l’ultimo film di Toretto and
Family, così come annuncia ufficialmente Universal. A dirigere è
stato chiamato Justin Lin, che ha già diretto il
terzo, quarto, quinto, sesto e nono episodio della saga e che si
occuperà del capitolo 10 e 11.
Questo, naturalmente, significa che
la storia legata al personaggio di Vin Diesel si concluderà, ma
anche che non è certo detto che tutta la saga si interromperà, dal
momento che il franchise ha dimostrato di essere adeguato ad una
serie di spin off che possono essere sfruttati.
Il primo di questi spin off,
Hobbs & Shaw con Dwayne Johnson e
Jason Statham, è uscito nel 2019 e ha incassato oltre 759
milioni di dollari in tutto il mondo. Con soli $ 174 milioni di
quel totale provenivano dai cinema negli Stati Uniti e in Canada,
si sottolinea quanto siano diventati cruciali gli incassi
internazionali per questo franchise. Il film con il maggior incasso
del franchise, il numero 7 del 2015, ha incassato 1,16 miliardi di
dollari solo da incassi esteri e ha guadagnato di più in Cina
(390,9 milioni di dollari) di quanto abbia fatto con incassi
nazionali (353 milioni di dollari).
L’ultimo film della serie
principale, il titolo conciso “F9”, avrebbe dovuto debuttare
all’inizio di quest’anno, ma la Universal ha spinto il progetto al
Memorial Day 2021 sulla scia della pandemia COVID-19.
La regia sarà firmata
da Justin Lin, già regista di numerosi
capitoli del franchise, mentre la release del film è stata spostata
all’aprile 2021(inizialmente il film sarebbe
dovuto arrivare al cinema nel 2020).
È il 2014 quando Fortuna Loffredo,
una bambina di 6 anni, precipita giù dall’ottavo piano di un
edificio a Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli. Per anni
tale vicenda rimane avvolta dal mistero, finché la verità non viene
a galla. Proprio a partire da tale spunto prende forma il film
Fortuna, esordio alla regia di Nicolangelo
Gelormini.
Questo è poi stato presentato in
anteprima alla 15ᵃ edizione della Festa
del Cinema. Egli, insieme allo sceneggiatore
Massimiliano Virgilio, costruisce un racconto di
formazione che non manca di tingersi di sfumature horror e risvolti
surreali, con l’intento di raccontare di un mondo brutale
caratterizzato dall’omertà. Il film diventa così una rilettura di
quell’evento che sfiora il grottesco, ma che nella sua ambizione
formale rischia di distrarre dal vero cuore tematico.
Protagonista è Nancy
(Cristina Magnotti), una bambina timida che vive
con i genitori in un palazzone di una periferia degradata. Chiusa
da qualche tempo in un silenzio che allarma sua madre (Valeria
Golino), viene seguita da Gina (Pina
Turco,Il vizio della
speranza), una psicologa dell’Asl distratta e scostante.
La bambina sembra non riconoscersi nel nome con cui gli adulti la
chiamano e sente di non appartenere a ciò che la circonda. Come in
una favola a cui a volte stenta a credere, pensa di essere una
principessa in attesa di tornare sul suo pianeta nello spazio. Sono
Anna (Denise Aisler) e Nicola (Leonardo
Russo), i suoi amici del cuore, a chiamarla Fortuna. Ed è
solo con loro che condivide un segreto indicibile, che appartiene a
un mondo nero di adulti senz’anima.
Fortuna: in un mondo di piccoli e
giganti
È una creatura strana
Fortunata. Sin dalle sue prime scene lascia intendere
l’esistenza di un problema, il quale viene però taciuto fino a
tempo debito. Si assiste così ad una lunga serie di stranezze,
nevrosi, frenesie e situazioni al limite dell’assurdo. Da queste
emerge in maniera prepotente il contrasto tra la generazione dei
bambini e quella degli adulti. La comunicazione tra loro risulta
difficile se non addirittura negata nella maggior parte delle
situazioni. Il quasi mutismo della protagonista non fa che
sottolineare tale aspetto. Attraverso di lei entriamo dunque in un
contesto che appare caratterizzato tanto dalla fantasia dei piccoli
quanto dalla squallida realtà dei più grandi, i quali
all’occorrenza assumono l’aspetto di spaventosi giganti da cui è
bene fuggire.
Questa dualità, tra bambini e adulti
ma anche tra indifesi e potenti, diventa in modo sempre più
evidente l’elemento caratteristico dell’intero film. Il regista
sottolinea ciò attraverso inquadrature dalla composizione spaccata
a metà, ma ancor di più dalla struttura stessa del film. Questo si
compone di due atti, attraverso i quali possiamo inizialmente
scoprire un lato della protagonista, per poi entrare in contatto
con il suo opposto, ben meno dedito a fantasiose fughe dalla
realtà. Si snoda così un dramma che ha alla base un mondo
dell’infanzia che viene distrutto, insieme ai suoi sogni, da una
società che l’innocenza l’ha ormai persa da tempo. In entrambe le
parti di cui si compone il film si può dunque fare la conoscenza di
personaggi misteriosi e sgradevoli. Essi sono evidenti
rappresentati di orrori indicibili, con cui Fortuna e i suoi amici
sono costretti ad interagire.
Tematiche forti, sempre attuali,
ancora troppo spesso veri e propri tabù del nostro mondo.
Consapevole della loro gravità, Gelormini tenta di comunicarcele
attraverso una cornice che prova a proporle con un approccio quasi
sperimentale, giocando sul montaggio, sul sonoro, sull’immagine e
sulle sue possibilità. Via via che la realtà dei fatti si
intromette nella storia però, anche questi orpelli lasceranno
spazio al vero cuore del film. Nel portarlo a questo, lo spettatore
è però sottoposto ad una narrazione che facilmente genera un certo
distacco emotivo. Non è chiaro se il regista aspirasse in modo
consapevole a tale sensazione, volendo forse trasmettere il senso
di smarrimento della protagonista. L’impenetrabilità del tutto
risulta però in modo eccessivo una pecca del film.
Fortuna: la recensione
Con Fortuna il regista
dimostra il coraggio di portare al cinema una storia difficile. La
volontà di non prenderla di petto ma costruirvi intorno qualcosa di
diverso è poi a suo modo affascinante. Non lo è più, però, nel
momento in cui si viene sottoposti ad un sempre più continuo uso di
simbolismi volti a raccontare quanto a viene. Talvolta questi
risultano troppo espliciti, altre volte troppo fuori da ogni
logica, finendo così con il perdere quel precario equilibrio della
credibilità. Arriva infatti un momento in cui si è bombardati da
una serie di immagini che dovrebbero comunicare stati d’animo, ma
finiscono solo con l’infastidire in modo irrecuperabile. Viene
dunque da chiedersi se non ci fossero modi più coinvolgenti e meno
sensazionalistici nel raccontare tale storia.
Ciò che però in modo ancor più
evidente preoccupa di Fortuna è l’apparente mancanza di un
pubblico di riferimento. Troppo forte per i bambini, forse troppo
sperimentale per gli adulti. Mancando tale individuazione il film
non riesce ad acquisire una propria specificità né un linguaggio
adeguato. La commistione dei generi, che vanno dal grottesco al
drammatico senza disdegnare alcune caratteristiche da horror, non è
qui utilizzata in modo da permettere la comprensione della vera
natura del progetto. Tant’è che giunti al finale si rimane quasi
spiazzati per le rivelazioni fatte, e che risultano un troppo
brusco cambio rispetto a quanto fino a quel momento visto.
Un nuovo link da aggiungere ai
preferiti: www.fareastream.it.
Di che cosa si tratta? Si tratta, appunto, di
Fareastream, la prima piattaforma italiana
completamente dedicata al cinema asiatico e lanciata dal
più grande festival orientale d’Europa, cioè il Far East
Film di Udine!
Dalle 21.00 di mercoledì 21
ottobre tutti gli appassionati e tutti i curiosi potranno
dunque avere a portata di click il meglio del made in
Asia, dai blockbuster che hanno polverizzato i botteghini
ai cult che hanno fatto innamorare i cinefili, e anche il
meglio del FEFF, come l’irresistibile road movie
Survival Family o i due dei
titoli-rivelazione del 2020: lo splendido noir coreano
Beasts Clawing at Straws di Kim
Young-hoon e l’esplosivo, mistico, psichedelico
Labyrinth of Cinema, l’opera d’arte
totale di Obayashi Nobuhiko.
Il 21 ottobre, per
iniziare,saranno subito disponibili30 titoli: chi desidera viaggiare per tutta l’Asia
senza fermarsi mai potrà guardarsi un film al giorno per un mese
intero! Sulla piattaforma verranno poi caricati periodicamente
nuovi contenuti, tra evergreen del
FEFF e capolavori da
riscoprire,grandi
classici e primissime visionicomeThrow DowndiJohnnie To(restaurato dal FEFFconL’Immagine ritrovata di
Bologna) eRamen
Heads, l’incredibile documentario diKoki Shigenosu migliori chef del
Giappone. Gli spettatori potranno muoversi dentro il menu
della library in base al genere e alla provenienza geografica o
potranno scegliere di percorrere uno degli itinerari monografici
già messi a punto: quello dedicato al sommo maestro
Ozu, per esempio, e quello dedicato alla mitica coppia
Ip Man-Donnie Yen.
Fareastream, ricordiamo, ha come partner
tecnicoMymovies.ite
saràattiva solo sul territorio
italiano. I film saranno disponibili
nellaversione doppiata(ove
esistente) e in quellaoriginale(con sottotitoli italiani).