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Evil Dead Rise: Bruce Campbell anticipa una location totalmente diversa

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Bruce Campbell non tornerà nei panni di Ash nell’annunciato reboot di Evil Dead che sarà diretto da Lee Cronin, ma il leggendario attore figurerà comunque in qualità di produttore del progetto. Intitolato Evil Dead Rise, sul nuovo film non sappiamo ancora molto, ma sembra che il riavvio non vanterà la tradizionale ambientazione boschiva della saga.

Durante un Q&A in occasione del tour “Keep Your Distance” (via CBR), Campbell ha scherzato dicendo: “Questa volta l’Evil Dead fo****à una città intera”. Si tratta di un approccio decisamente inaspettato ma anche eccitante al franchise, e le dichiarazioni dell’attore non fanno che confermare quanto Cronin voglia fare molto di più che seguire lo stesso identico percorso tracciato dai capitoli precedenti.

Sebbene Evil Dead Rise presenterà un cast completamente nuovo, a Bruce Campbell è stato chiesto se ha davvero appeso la motosega al chiodo o se i fan possono ancora sperare in un suo cameo nel nuovo film. A ciò, Campbell ha risposto con un semplice ma enigmatico: “Chi può dirlo?”. Ciò significa che non è escluso che l’attore possa effettivamente apparire nel film.

Campbell ha interpretato per la prima volta Ash Williams nel classico cult di Sam Raimi del 1981, noto in Italia come La Casa. Successivamente, ha ripreso il ruolo ne La Casa 2, L’Aramata delle Tenebre e nell’acclamata serie targata Starz, Ash vs Evil Dead.

La saga di Evil Dead, diretta e prodotta da Sam Raimi

Evil Dead (in italiano La Casa) è il titolo di una serie di film horror, diretti e prodotti da Sam Raimi ed interpretati da Bruce Campbell. Le trame dei film girano attorno alle storie di cinque ragazzi che hanno intenzione di trascorrere un week-end in uno chalet di montagna, ma il ritrovamento di un libro, che solo dopo scopriranno essere un libro dei morti, comincerà a creare loro qualche problema. Il primo film è uscito nel 1981; il sequel – La Casa 2 – è uscito nel 1987, mentre il terzo capitolo – L’Armata delle Tenebre – nel 1992.

Il Padrino – Parte III: in arrivo la Director’s Cut di Coppola con un nuovo finale

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Arriva da Variety la notizia che presto verrà rilasciata una nuova versione de Il Padrino – Parte III, una versione completamente restaurata, con un nuovo inizio e un nuovo finale, che utilizzerà il titolo pensato in origine dal regista Francis Ford Coppola. Il film ha chiuso l’epica saga del regista italo-americano sulla famiglia criminale Corleone, iniziata con l’adattamento del 1972 del romanzo di Mario Puzo. Il gangster dalle venature noir venne nominato a ben dieci premi Oscar, vincendone tre, tra cui miglior film, miglior attore protagonista (Marlon Brando) e miglior sceneggiatura non originale (scritta dallo stesso Puzo insieme a Coppola).

Il padrino – Parte II è uscito due anni dopo, con l’aggiunta di Robert De Niro al cast, con la storia del suo personaggio (un giovane Vito Corleone) che si svolge in parallelo a quella del Michael Corleone di Al Pacino. Il sequel è stato un successo ancora più grande, vincendo sei Oscar su ben undici nomination, con DeNiro che ha anche portato a casa l’ambita statuetta come miglior attore non protagonista. Coppola aveva considerato ormai conclusa la storia di Corleone dopo l’uscita del secondo film, ma venne convinto a scrivere e dirigere un terzo capitolo. Uscito solo nel 1990, Il Padrino – Parte III non è certamente un brutto film (ha anche ottenuto sette nomination agli Oscar), ma è universalmente considerato l’episodio più debole della trilogia.

Adesso, la Paramount Pictures ha annunciato che rilascerà al cinema una nuova versione del film, con il titolo “Mario Puzo’s The Godfather, Coda: The Death of Michael Corleone”, ossia il titolo scelto inizialmente da Coppola, prima che i dirigenti dello studio lo semplificassero per l’uscita nelle sale del 1990. Coppola ha completamente restaurato il film insieme ai suoi editori, aggiungendovi un nuovo inizio, un nuovo finale e anche delle riprese alternative di alcune scene, oltre a nuovi spunti musicali. Coppola ha definito la nuova versione del film una “conclusione più appropriata alla storia dei Corleone”.

“Mario Puzo’s The Godfather, Coda: The Death of Michael Corleone è un riconoscimento nei confronti del titolo di Mario e del mio titolo preferito, nonché delle nostre intenzioni originali in merito a ciò che poi divenne Il Padrino – Parte III”, ha dichiarato Francis Ford Coppola. “Per questa nuova versione del capitolo finale della trilogia, ho creato un nuovo inizio e una nuova fine e ho riorganizzato alcune scene, inquadrature e spunti musicali. Con queste modifiche, con il filmato e il suono ripristinati, si tratta per me di una conclusione più appropriata per Il Padrino e Il Padrino – Parte II. Sono grato a Jim Gianopulos e alla Paramount per avermi permesso di rivisitare il film.”

La Director’s Cut de Il Padrino – Parte III a 30 anni dall’uscita del film nelle sale

La riedizione de Il Padrino – Parte III avrà luogo in occasione del 30esimo anniversario dell’uscita del film al cinema e, sulla base delle dichiarazioni di Coppola, sarà molto più vicina alla sua visione originale del film. È facile intuire perché i dirigenti, all’epoca, scelsero di cambiare il titolo del film: non solo per seguire la logica degli altri due titoli del franchise, ma anche – e soprattutto – per evita il principale spoiler sulla trama, ossia la morte di Michael Corleone. Ora, circa tre decenni dopo, è chiaro che non ci sia più nulla che possa rovinare la visione allo spettatore.

Doctor Strange 2: il titolo di lavorazione conferma la presenza di America Chavez?

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Le riprese del sequel di Doctor Strange dovrebbero partire ufficialmente in Inghilterra il prossimo Novembre. Nel film Benedict Cumberbatch tornerà a vestire i panni dello Stregone Supremo, affiancato questa volta da Elizabeth Olsen nelle vesti di Scarlet Witch. Anche Chiwetel Ejiofor tornerà ad interpretare Mordo.

Negli ultimi mesi si è parlato tantissimo dei numerosi personaggi che potrebbero essere introdotti nel sequel: tra questi figurano Clea e, con enorme sorpresa, anche America Chavez. Nello specifico, è dall’inizio dell’anno che si parla con una certa insistenza del fatto che Miss America possa effettivamente apparire in Doctor Strange in the Multiver of Madness, e giusto qualche settimana fa abbiamo appreso che i Marvel Studios erano proprio alla ricerca di una giovane attrice portoricana, di età compresa tra i 12 e i 15 anni, per affidarle il ruolo dell’eroina creata da Otto Binder e Al Gabriele.

Adesso, Lizzie Hill di Murphy’s Multiverse (via The Direct), riporta che il titolo di lavorazione ufficiale del sequel di Doctor Strange sarà “Stellar Vortex“, che confermerebbe la presenza del personaggio di Chavez nel film. Ma in che modo il titolo “Stellar Vortex” (letteralmente “Vortice Stellare”) si collega all’eroina? È presto detto: uno dei poteri di America Chavez nei fumetti è la capacità di aprire portali verso altre realtà e altri universi. Tuttavia, il metodo con cui è in grado di aprire tali portali è veramente unico: generalmente, infatti, i portali in questione hanno la forma di una stella, che il personaggio deve prendere a pugni o calci per “aprirli”.

Ecco perché la parola “Stellar” del titolo di lavorazione del sequel potrebbe far proprio riferimento ai poteri del personaggio, confermandone quindi la presenza. Come ipotizza sempre da Lizzie Hill, questo indicherebbe che America Chavez avrà un ruolo molto importante da svolgere nel sequel di Doctor Strange

Annunciato ufficialmente questa estate al Comic-Con di San Diego, Doctor Strange 2 vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff alias Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

Secondo Collider, la produzione ha fatto già un passo in avanti assumendo lo sceneggiatore Jade Bartlett. Il suo ruolo non è stato ancora chiarito, visto che lo script dovrebbe essere firmato da Derrickson in persona e quindi Bartlett dovrebbe intervenire solo a limare il testo o magari a scrivere a quattro mani con il regista.

Il primo film su Doctor Strange è uscito nel 2016 e ha raccontato la nascita dell’eroe, dall’incidente di Stepehn Strange fino al confronto con Dormammu. Nel film c’erano anche Benedict Wong, Tilda Swinton Chiwetel EjioforRachel McAdams non tornerà nei panni di Christine Palmer. Abbiamo rivisto Strange in Infinity War e in EndgameDoctor Strange in the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022.

Army of the Dead: Netflix espande l’universo del film di Zack Snyder

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Army of the Dead segnerà il ritorno di Zack Snyder al genere horror dopo L’alba dei morti viventi del 2004. Il film arriverà su Netflix il prossimo anno e seguirà un gruppo di mercenari che cerca di portare a termini la più grande rapina mai tentata in una Las Vegas infestata da zombie. Il cast del film annovera anche Dave Bautista, Ella Purnell e Garret Dillahunt.

Il servizio di streaming è chiaramente fiducioso che gli abbonati risponderanno positivamente alla nuova fatica del regista di Batman v Superman e Justice League, dal momento che nella giornata di ieri – come apprendiamo da Variety – è stato confermato che un film prequel ancora senza titolo e una serie animata basati sull’universo di Amy of the Dead sono ufficialmente in fase di sviluppo. Shay Hatten, uno degli sceneggiatori del film, scriverà sia il prequel che lo show televisivo.

“Sono incredibilmente eccitato per l’opportunità di collaborare nuovamente con Netflix mentre espandiamo l’universo di Army of the Dead sia con un prequel internazionale, sia esplorando il mondo visivamente dinamico dell’animazione”, ha dichiarato Snyder in un comunicato ufficiale. “È stata una grande collaborazione e siamo entusiasti che Netflix consideri questa grande proprietà intellettuale come lo facciamo noi”.

È interessante notare che il film prequel sarà diretto e interpretato da Matthias Schweighöfer, uno dei membri del cast di Army of the Dead, e che si concentreàr sul personaggio da lui interpretato, Ludwig Dieter. In merito a ciò, l’attore ha dichiarato: “È già stato un grande piacere far parte di questo meraviglioso ensemble attorno a Zack Synder. È stato un progetto affascinante. Sono felice che ora venga sviluppato su così tanti livelli diversi.”

Per quanto riguarda la serie anime, il cui titolo sarà Army of the Dead: Lost Vegas, lo storyboard artist di Justice League nonché veterano del DC Animated Universe, Jay Oliva, figurerà come showrunner e regista di due episodi.

La serie racconterà la storia delle origini del personaggio di Bautista e della sua squadra di soccorso mentre affrontano la misteriosa fonte dell’epidemia di zombi durante la caduta iniziale di Las Vegas. Snyder ha anche firmato per dirigere almeno due episodi dello show. Bautista e altri attori riprenderanno i loro ruoli dall’originale Army of the Dead.

Chadwick Boseman: neanche la Marvel e Kevin Feige sapevano della malattia

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La notizia della tragica scomparsa di Chadwick Boseman, il Black Panther del MCU, a soli 43 anni, ha lasciato il mondo di Hollywood e non solo in uno stato di shock. L’attore combatteva da circa quattro anni contro un cancro al colon, ma non aveva mai reso pubblica la sua malattia.

Adesso, un lungo report di The Hollywood Reporter fa luce su come l’attore statunitense sia riuscito a mantenere segreta la sua condizione e la sua lotta contro la terribile malattia. Nell’articolo si parla della grande sfida che dovrà essere affrontata dalla Disney per cercare di mandare avanti il franchise di Black Panther (il cui sequel era già stato annunciato ufficialmente).

Secondo la fonte, nessuno della grande famiglia Marvel era a conoscenza delle condizioni di salute di Boseman: “A parte la famiglia, soltanto pochissime persone sapevano che Chadwick stava male. Tra queste, il suo socio produttore Logan Coles, il suo storico agente Michael Greene, l’allenatore Addison Henderson e il regista Brian Helgeland. Queste persone erano più o meno informate sulla gravità delle sue condizioni.”

Come spiegato alla fonte da Shuyler Moore, avvocato esperto in questioni finanziare legate al mondo del cinema, non sono necessari controlli medici ai fini assicurativi per lavorare a grandi blockbuster come i film dei Marvel Studios. Questo tipo di obbligo è molto più frequente nel cinema indipendente, dal momento che sono gli stessi studios – salvo casi eccezionali – ad accollarsi il rischio di tragedie come malattia o morte.

Kevin Feige, presidente dei Marvel Studios, ha ricevuto un’e-mail poco prima del 28 agosto (giorno della scomparsa di Boseman) che lo informava dell’aggravarsi delle condizioni dell’attore. Come sottolinea la fonte, una settimana prima del tragico avvenimento, l’attore era convinto di potersi rimettere in forma e di poter iniziare a girare il sequel di Black Panther, le cui riprese erano state programmate per Marzo 2021. A Settembre Boseman avrebbe dovuto iniziare gli allenamenti.

Il futuro di Black Panther dopo la morte di Chadwick Boseman

Al momento la Marvel non si sta più concentrando sul sequel del cinecomic di Ryan Coogler e a questo punto è quasi certo che le riprese non partiranno più a Marzo del prossimo anno. Le opzioni per cercare di fronteggiare la scomparsa di un membro importante della grande famiglia Marvel sono diverse: se da un lato è altamente improbabile che l’attore venga rimpiazzato, dall’altro si fa sempre più strada l’ipotesi che possa essere Shuri, la sorella di T’Challa interpretata da Letitia Wright, a raccogliere il titolo di Black Panther (come del resto accade anche nei fumetti).

Black Widow rifletterà l’era del #MeToo

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Black Widow rifletterà l’era del #MeToo

Black Widow arriverà nelle sale il prossimo Novembre. Il cinecomic Marvel con Scarlett Johansson sarebbe dovuto arrivare nelle sale lo scorso Maggio, ma è stato posticipato a causa dell’emergenza Coronavirus.

In una recente intervista con Empire, è stata proprio la Johansson a condividere i suoi pensieri in merito ad alcuni temi femministi che saranno al centro dell’atteso cinecomic: “Penso che questo film in particolare rifletta molto quello che sta succedendo riguardo al movimento Time’s Up e al movimento #MeToo.”

“Sarebbe un tale errore se non affrontassimo quel discorso, se questo film non prendesse quella situazione di petto”, ha spiegato l’attrice. “Penso che, in particolare per Cate, la nostra regista, fosse davvero importante fare un film sulle donne che aiutano altre donne, che sollevano altre donne da una situazione molto difficile. Qualcuno mi ha chiesto se Natasha fosse una femminista. Certo che lo è, è ovvio! È una domanda assurda.”

Insieme alle dichiarazioni dell’attrice, la fonte ha condiviso anche una nuova immagine ufficiale di Black Widow. La still in questione ci mostra un confronto alquanto teso tra Natasha Romanoff e il malvagio Taskmaster. La campagna marketing del film si è bloccata a causa del COVID-19, ma dovrebbe riprendere nelle prossime settimane (con un nuovo trailer che dovrebbe essere rilasciato a breve).

La regia di Black Widow è stata affidata a Cate Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è stata riscritta nei mesi scorsi da Ned Benson (The Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme a Scarlett Johansson ci saranno anche David HarbourFlorence Pugh e Rachel Weisz.

In Black Widow, quando sorgerà una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni prima che diventasse un membro degli Avengers.

Pierfrancesco Favino presenta in concorso Padrenostro a Venezia 77

Sarà presentato in concorso alla 77esima edizione della Mostra del cinema di Venezia, Padrenostro il nuovo film con protagonista Pierfrancesco Favino, diretto da Claudio Noce. Nel cast anche Barbara Ronchi, Mattia Garaci, Francesco Gheghi, Anna Maria De Luca, Mario Pupella, Lea Favino, Eleonora De Luca, Antonio Gerardi, Francesco Colella, Paki Meduri, Giordano De Plano.

La sua figura forte, magnetica, eroica, assurge ad archetipo di un’intera generazione di uomini per i quali le emozioni erano percepite solo come debolezza e obbligate a essere camuffate da silenzi. Nel dicembre del 1976, quando mio Padre subì l’attentato, io avevo un anno e mezzo: abbastanza per comprendere la paura, troppo pochi per capire che quell’affanno avrebbe abitato dentro di me per molto tempo. Non sono mai riuscito a dirglielo. Scrivere questa lettera a mio Padre tracciando i contorni di una generazione di bambini “invisibili” avvolti dal fumo delle sigarette degli adulti non è stato facile; provare a farlo mutando le parole da private in universali è stata una grande sfida come cineasta e come uomo.

Padrenostro: la trama

Roma, 1976. Valerio ha dieci anni e una fervida immaginazione. La sua vita di bambino viene sconvolta quando, insieme alla madre Gina, assiste all’attentato ai danni di suo padre Alfonso da parte di un commando di terroristi. Da quel momento, la paura e il senso di vulnerabilità segnano drammaticamente i sentimenti di tutta la famiglia. Ma è proprio in quei giorni difficili che Valerio conosce Christian, un ragazzino poco più grande di lui. Solitario, ribelle e sfrontato, sembra arrivato dal nulla. Quell’incontro, in un’estate carica di scoperte, cambierà per sempre le loro vite.

The Duke con Jim Broadbent a Venezia 77

The Duke con Jim Broadbent a Venezia 77

Sarà presentato oggi fuori concorso il nuovo film di Roger Michell The Duke con protagonisti Jim Broadbent, Helen Mirren, Fionn Whitehead, Matthew Goode, Anna Maxwell Martin.

The Duke, nella grande tradizione delle Ealing Comedies, mostra un uomo semplice che parla apertamente ai potenti. Per quanto si tratti di una storia seria, non va presa troppo sul serio.

The Duke, la trama

Nel 1961, Kempton Bunton, un taxista di sessant’anni, rubò il ritratto del Duca di Wellington di Francisco Goya dalla National Gallery di Londra. Fu il primo (e finora unico) furto nella storia della Gallery. Kempton mandò una richiesta di riscatto asserendo che avrebbe restituito il dipinto a condizione che il governo si impegnasse a favore degli anziani attraverso maggiori investimenti: si era a lungo battuto affinché i pensionati avessero diritto alla televisione gratuita. Ciò che accadde successivamente è leggenda. Fu solo cinquant’anni più tardi che l’intera storia venne a galla: Kempton aveva intessuto una trama di bugie. L’unica verità era che era una brava persona, determinato a cambiare il mondo e salvare il suo matrimonio. Come e perché avesse deciso di ricorrere al Duca per portare a compimento il suo piano rimane una storia incredibilmente affascinante.

Robert Pattinson positivo al coronavirus, The Batman in pausa

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Robert Pattinson positivo al coronavirus, The Batman in pausa

È Robert Pattinson il membro della crea di The Batman ad essere risultato positivo al tampone del coronavirus, così come riportato qualche ora fa. La Warner Bros aveva confermato la positività di un membro della produzione, senza specificare chi fosse, ma adesso Vanity Fair riferisce che si tratta proprio di Pattinson.

“Un membro della produzione di The Batman è risultato positivo al test del COVID-19 e si è messo in isolamento volontario, in conformità con i protocolli stabiliti – ha detto in un comunicato un portavoce della Warner Bros – Le riprese sono temporaneamente sospese.”

La notizia della chiusura arriva giorni dopo che il set era stato riaperto a seguito della chiusura forzata dello scorso marzo, quando le riprese erano a circa sette settimane dall’inizio. Le riprese del film dovrebbero essere completate entro la fine dell’anno per rispettare le consegne e la data d’uscita, tuttavia con un nuovo stop e tre mesi di materiale da girare, sembra davvero difficile.

The Batman: il teaser trailer

CORRELATE:

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

The Batman: interrotte le riprese, membro della crew positivo al COVID-19

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La Warner Bros. ha sospeso le riprese di The Batman, nel Regno Unito, dopo che un membro della crew è risultato positivo al COVID-19. “Un membro della produzione di The Batman è risultato positivo al test del COVID-19 e si è messo in isolamento volontario, in conformità con i protocolli stabiliti – ha detto in un comunicato un portavoce della Warner Bros – Le riprese sono temporaneamente sospese.”

La notizia della chiusura arriva giorni dopo che il set era stato riaperto a seguito della chiusura forzata dello scorso marzo, quando le riprese erano a circa sette settimane dall’inizio. Le riprese del film dovrebbero essere completate entro la fine dell’anno per rispettare le consegne e la data d’uscita, tuttavia con un nuovo stop e tre mesi di materiale da girare, sembra davvero difficile.

The Batman: il teaser trailer

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Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Fonte: Variety

Mulan, recensione del live action Disney diretto da Niki Caro

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Mulan, recensione del live action Disney diretto da Niki Caro

Lo avevamo detto all’inizio dell’anno, quando avevamo avuto la possibilità di vedere poche scene dal film, ma alla luce della visione completa ne abbiamo la certezza: Mulan è il miglior adattamento in live action che la Walt Disney abbia mai tirato fuori dai suoi classici animati.

Basato più sulla leggenda cinese che sul cartone animato del 1998, il film vede protagonista l’intrepida Mulan, che sin da bambina dimostra di essere in grado di adoperare il chi, una forza interiore che la connette con il mondo e che la rende in grado di compiere meraviglie. Arrivata in età da marito, la ragazza viene promessa ad uno sconosciuto, ma la sua indole indomita la renderà molto poco appetibile per il partito mentre, contemporaneamente, una minaccia incombe sulla sua famiglia. L’Imperatore sta arruolando di nuovo il suo esercito, perché gli Unni sono alle porte e la Cina è chiamata nuovamente alla guerra. Desiderosa di salvare suo padre da morte certa, perché ferito e avanti con gli anni, Mulan ne ruba spada, cavallo e armatura, e si finge uomo nell’esercito cinese. Qui la ragazza sarà costretta a convivere con i suoi coetanei, i quali impareranno a rispettare la sua voce e a cooperare con lei. Ma la battaglia è vicina e il segreto della ragazza non rimarrà tale a lungo.

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Mulan, un’avventura epica sulle spalle di una ragazzina

Diretto da Niki Caro, il film Disney sfrutta al massimo tutte le sue potenzialità spettacolari. Corse a cavallo, combattimenti, coreografie di lotte corpo a corpo o a suo di spade, ogni scena è coreografata alla perfezione, traducendosi in un intrattenimento di buon livello. Inoltre anche il lavoro sull’attualizzazione della protagonista è fatto con grande intelligenza.

Ogni live action con protagonista una principessa, nell’era post #MeToo, prevede che questo personaggio sia sveglio, indipendente e coraggioso, forzando quanto già di rivoluzionario c’era dentro i classici d’animazione. Cosa fare quando il personaggio in questione lo è già? Mulan, sia quella della leggenda che quella del cartone animato, è tutto questo, ma la rilettura femminista della storia introduce degli elementi fantasy per rafforzarne il senso.

film-più-attesi-wonder-womanIl vero Riflesso e la questione Mushu

Nella versione animata la I want song è Riflesso, quella in cui la protagonista rivela le sue paure e i suoi desideri. Nel film, la canzone viene rievocata solo da pochi accordi in sottofondo, mentre la fanciulla guerriera capisce che per corrispondere davvero al suo riflesso e quindi per realizzarsi, deve scendere in battaglia come una donna, per abbracciare la sua vera natura e compiere il suo destino. Una sfumatura sottile che però risulta epica e moderna allo stesso tempo.

Molte delle polemiche che hanno preceduto il film si sono concentrate sull’assenza di Mushu, il draghetto che nel film consiglia e aiuta Mulan a sopravvivere nell’accampamento. Il film sostituisce il drago con una fenice, simbolo di rinascita. La scelta si rivela estremamente adatta soprattutto perché il draghetto del film d’animazione era il comic device, mentre in questo caso la linea comica viene completamente sacrificata, per cui la presenza di un uccello mitologico che aleggia rassicurante alle spalle della protagonista a mo di guardiano è più che efficace e si sposa molto bene con il tono del film.

Straordinaria anche Liu Yifei, nei panni di Mulan, grande carisma ed innata eleganza la rendono una protagonista perfetta per un blockbuster che riesce ad intrattenere e divertire, soprattutto grazie alla regia di Caro che non perde occasione per spingere sull’acceleratore grazie ai mezzi che la Disney le ha messo a disposizione.

Charles Dance: intervista al protagonista di The Book of Vision

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Charles Dance: intervista al protagonista di The Book of Vision

Charles Dance è il protagonista di The Book of Vision, l’esordio al cinema di fiction di Carlo Hintermann e presentato come titolo di apertura alla 35° Settimana Internazionale della Critica, a Venezia 77. Ecco la nostra intervista.

Con The Book of VisionCarlo S. Hintermann firma il suo primo lungometraggio e dirige un cast internazionale che vanta nomi come Charles Dance, attore inglese star della serie TV Game of ThronesLotte Verbeek, molto nota al mondo delle serie TV (The Black List, Outlander, I Borgia), Sverrir Gudnason protagonista di Borg McEnroeIsolda Dychauk (I Borgia, Faust, TwoGirls) e Filippo Nigro. Il film aprirà la 35° edizione della Settimana Internazionale della Critica a Venezia il 3 settembre.

Nel trailer ufficiale del film, co-prodotto con Entre Chien et Loup (Belgio) e Luminous Arts Productions (UK) con Rai Cinema e il sostegno della Direzione Generale Cinema e la Provincia di Trento, si possono cogliere le atmosfere visionarie e le suggestive ambientazioni in location straordinarie. Altissimo il valore artistico, estetico e produttivo del film, che porta la firma di eccellenze del settore a partire dal produttore esecutivo Terrence Malick. Direttore della fotografia Joerg Widmer, tra i più celebrati direttori della fotografia europei, Scenografo David Crank, considerato uno dei più talentuosi scenografi americani e costumista Mariano Tufano, vincitore del David di Donatello per i costumi di Nuovomondo nel 2007. Musiche Hanan Townshend in collaborazione con Federico Pascucci.

L’artwork è stato realizzato da Lorenzo Ceccotti, in arte LRNZ, Conceptual Visual Designer del film.

“Di questo lavoro ho provato a cogliere e isolare la visione trascendente e immanente della natura, che brulica fuori e dentro il corpo, sempre in mutamento come l’anima. Per un artista visuale raccontare le storie senza tempo è allo stesso tempo una grande sfida formale e di onestà, ma anche un’opportunità rarissima. Non posso quindi che essere grato per essere stato considerato all’altezza di presentare un’opera tanto profonda, complessa e ricca.”  LRNZ

SINOSSI

Eva (Lotte Verbeek), una giovane e promettente dottoressa, abbandona la sua carriera per immergersi nello studio della Storia della medicina e mettere in discussione tutto: la propria natura, il proprio corpo, la propria malattia e un destino che sembra segnato. Johan Anmuth (Charles Dance) è un medico nella Prussia del Settecento, in bilico tra nuove spinte razionaliste e antiche forme di animismo. Book of Vision è il manoscritto capace di intrecciare le loro esistenze in un vortice ininterrotto. Lontano dall’essere un testo scientifico, il libro contiene le speranze, le paure e i sogni di più di 1800 pazienti: il medico prussiano sapeva come ascoltarli e il loro spirito vaga ancora tra le pagine, dove vita e morte fanno entrambe parte di un unico flusso. La storia di Anmuth e dei suoi pazienti darà così a Eva la forza per vivere appieno la propria vita, comprendendo che niente si esaurisce nel proprio tempo.

The Book of Vision, recensione del film di Carlo Hintermann #Venezia77

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Dopo una lunga carriera nel mondo del cinema, tre documentari e un credits anche in The Tree of Life di Terrence Malick come unità italiana, Carlo Hintemann esordisce alla regia con The Book of Vision, che realizza in collaborazione con il co-regista di The Dark Side of The Sun, Lorenzo Ceccotti (LRNZ), in questa sede Conceptual Visual Designer e autore del suggestivo poster.

The Book of Vision, la storia tra passato e presente

Il film, scelto come apertura della 35° Settimana Internazionale della Critica a Venezia 77, racconta una “visione trascendente e immanente della natura” che si infiltra nei corpi in continuo mutamento e li fa dialogare con l’ambiente, con la natura stessa. Questo dialogo continuo tra pieni e vuoti, natura e uomo, passato e presente, si concretizza in primo luogo nella struttura narrativa del film. La storia racconta di Eva (Lotte Verbeek), una giovane e promettente dottoressa, che decide di abbandonare la sua carriera per immergersi nello studio della Storia della medicina e mettere in discussione tutto ciò in cui ha sempre creduto: la propria natura, il proprio corpo, la propria misteriosa malattia e un destino che sembra segnato.

Nelle sue ricerche, Eva si imbatte nel Libro della Visione che la porta dentro le memorie di un medico prussiano del Settecento, Johan Anmuth (Charles Dance), un umanista della medicina che, a differenza dei dottori moderni, pensava fosse importante prendersi cura del paziente nella sua interezza di essere umano, non soltanto della malattia con un approccio scientifico. Attraverso quelle parole, Eva diventa Elizabeth, un nobildonna prussiana, in cura (e segretamente innamorata e ricambiata) da Anmuth. La storia di quello che sembra essere l’ultimo dei medici umanisti e di questa affascinante e malinconica donna diventano una seconda vita per Eva, una proiezione di sé nel passato, un ponte emozionale che le fa vivere due vite in una e le permette di affrontare la sua malattia e la sua condizione con uno stato d’animo più saldo e sicuro.

the book of vision film 2020Suggestioni per immagini che mettono da parte la logica

L’andamento ondivago del racconto di Hintermann, perso tra passato e presente, tra fantasia e realtà, si presta principalmente ad una fruizione emotiva, perché se da una parte lo sguardo è completamente rapito dalla totale bellezza dell’immagine, dall’utilizzo della luce alla scelta di posizionamento della camera che crea angoli e suggestioni insolite, questa visione così alta e poetica si scontra con una apparente incapacità di tenere il testo ancorato alle immagini, in cui la struttura narrativa che si perde, per ritrovarsi soltanto nel finale, lasciando però qualche vuoto, qualche nesso logico pendente.

I volti degli interpreti, guidati dall’affascinante Lotte Verbeek (Eva/Elizabeth) si confondono tra passato e presente, dal momento che quasi tutti loro interpretano due ruoli differenti nelle due linee temporali, e questa doppia presenza, specialmente per Verbeek e per Charles Dance, rafforza ancora di più la suggestione di connessione universale tra i moderni scienziati che cercano una verità andata perduta, e i vecchi “lettori” del creato, esseri umani protesi ad ascoltare i messaggi che la Natura stessa è in grado di comunicare loro. Soprattutto la parte della storia ambientata nel passato si avvale di alcune invenzioni visive che catturano l’immaginazione e la trascinano dentro al racconto, come il misterioso “albero dei morti” che il fuoco dell’industria vuole abbattere, o la foresta stessa che respira e comunica con chi possiede l’indole propensa ad accoglierne le verità.

Il debito verso Malick

In The Book of Vision, il libro della visione non è soltanto l’oggetto fisico, ma è il film stesso che diventa impressione colma di spunti filosofici che se da una parte non vengono del tutto affrontati o approfonditi, sono comunque dettagli che rivendicano la loro presenza e contribuiscono alla ricca e selvaggia confusione che trasuda da ogni inquadratura. L’occhio di Hintermann è stato sicuramente educato dalle sue collaborazioni prestigiose tanto che in più di un’occasione si possono notare scelte che omaggiano smaccatamente il cinema di Terrence Malick, che qui compare come produttore esecutivo.

The Book of Vision è un’opera che lascia interdetti sul piano narrativo, confondendo lo spettatore con una resa da sceneggiatura che forse avrebbe meritato maggiore attenzione, ma che allo stesso tempo riesce a parlare allo spirito, alla pancia dello spettatore, attraverso la bellezza luminosa delle immagini che lo compongono.

Homeland: cast, trama e personaggi

Homeland: cast, trama e personaggi

Il genere televisivo spy thriller non conosce mai crisi. Il pubblico ama le avvincenti storie di spionaggio ed essere partecipe di indagini sotto copertura con finali al cardiopalma. Tuttavia, nonostante ci siano un’infinità di serie tv di questo tipo, solo alcune riescono davvero a fare breccia nel cuore dei telespettatori. Tra le più appassionanti degli ultimi anni c’è sicuramente Homeland – Caccia alla Spia, diventata una vera e propria serie cult.

Ispirata alla famosa serie israeliana Prisoners of War creata da Gideon Raff, Homeland, creata da Howard Gordon e Alex Gansa per Showtime, racconta dell’agente della CIA, Carrie Mathison, affetta da disturbo bipolare, alle prese una nuova possibile minaccia per gli Stati Uniti.

Homeland cast e trama

Dopo otto ani di prigionia, il sergente dei Marines, Nicholas Brody (Damian Lewis), ritenuto scomparso in azione durante la guerra in Iraq, viene invece liberato e fa ritorno a casa. Una volta arrivato negli States, Brody viene accolto come un eroe nazionale, un sopravvissuto che non si è mai piegato ai suoi aguzzini.

Ma mentre tutti acclamano il ritorno dell’eroe, c’è chi non è convinto della veridicità della sua storia. L’analista della CIA, Carrie Mathison (Claire Danes), è l’unica a sospettare di Brody, credendo che possa essere una vera minaccia per gli Stati Uniti. L’agente ha infatti identificato Bordy come uno sconosciuto prigioniero di guerra americano che poi si è convertito all’Islam ed è diventato uno dei seguaci di al-Qaida.

Nonostante i suoi sospetti, Carrie non è in grado di provare le sue teorie per mancanza di prove. Non riuscendo però a mollare il caso, l’agente decide di coinvolgere i suoi capi, chiedendo che Brody sia messo sotto stretta sorveglianza per evitare e prevenire un nuovo attacco terroristico su suolo americano. Carrie è convinta infatti che le prove della colpevolezza di Brody siano nascoste nel suo garage dove l’ex marine compie in segreto i suoi riti di preghiera. Non avendo purtroppo telecamere nascoste nell’edificio, l’agente è costretta a mollare la presa.

Mentre le indagini di Carrie procedono a rilento, Brody invece diventa il volto pubblico delle forze armate statunitensi; tra interviste e ospitate nei talk show, l’ex marine è ormai l’uomo più amato d’America. La sua popolarità è alle stelle e c’è chi addirittura pensa ci possa essere un futuro per lui nel mondo politico.

Carrie dovrà fare ricorso a tutti i suoi assi nella manica per smascherare Brody e arrivare finalmente alla verità.

Homeland personaggi

La serie Homeland – Caccia alla Spia, andata in onda dal 2013 al 2020 per ben 8 stagioni e 96 episodi, negli anni ha subito diversi stravolgimenti di cast. Nonostante i protagonisti siano sempre gli stessi, ad ogni stagione c’è un nuovo personaggio che fa la sua comparsa e che sarà inevitabilmente al centro dell’azione.

Protagonista indiscussa della serie è Carrie Mathison, interpretata da Claire Danes, un’analista della CIA assegnata all’unita Antiterrorismo. E’ una donna forte e determinata nonostante debba affrontare la difficile realtà del suo disturbo bipolare, malattia di cui anche il padre era affetto. A complicare la vita di Carrie ci pensa l’ex marine Nicholas Brody (Damian Lewis), rimasto prigioniero di al-Qaida per otto anni e misteriosamente liberato dalle sue carceri.

Ma mentre la Mathison si affanna a cercare le prove del coinvolgimento di Brody in attività terroristiche, l’ex marine tenta di riprendere in mano la propria vita. Dopo otto anni torna a casa ma scopre che sua moglie Jessica Brody (Morena Baccarin), dopo la sua presunta morte, ha iniziato una relazione con Mike Faber (Diego Klattenhoff), capitano dei Marines e migliore amico di Brody. Insomma, nonostante tutta l’America ormai lo veda come un eroe, Nicholas sente di aver perso tutto.

A guidare l’Antiterrorismo e le indagini contro Abu Nazir (Navid Negahban), alto membro di al-Qaida, è David Estes (David Harewood), capo dell’agente Mathison. Ma uno dei personaggi più importanti della serie e della vita di Carrie è senza dubbio Saul Berenson (Mandy Patinkin), capo della divisione Medio Oriente della CIA, nonché suo amico e mentore.

In ognuna delle stagioni di Homeland, la storia si fa sempre più intricata e i personaggi continuano ad aumentare. Il lavoro della CIA si interseca a quello della politica e alla fine è sempre più difficile riconoscere i buoni dai cattivi.

Homeland 8: l’ultima stagione?

Grazie al successo ottenuto dalla sua sesta stagione, Homeland, nel 2016 è stata rinnovata per altre due stagioni. L’ottava stagione, che sarebbe stata poi l’ultima della serie, è andata in onda sul cane Showtime dal 9 febbraio al 26 aprile 2020.

[SPOILER ALERT]

In quest’ultima stagione vediamo Carrie Mathison che cerca di riprendersi dallo shock dei mesi di prigionia nei gulag russi. Nonostante fisicamente l’agente CIA stia recuperando le forze, è la memoria a farle brutti scherzi. I suoi ricordi sono confusi e frammentati e la donna si trova ancora in un precario stato emotivo.

https://www.youtube.com/watch?v=mXFZ4fEPRJ8&feature=emb_title

Nel frattempo Saul Berenson è diventato consigliere della Sicurezza Nazionale al servizio del Presidente Warner. Il suo obiettivo, nonché il più importante dell’amministrazione Warner, è mettere fine alla guerra in Afghanistan. Saul ha quindi il compito difficile di negoziare la pace con i talebani ma per farlo ha bisogno dell’aiuto di Carrie e dei suo contatti in Medio Oriente. La città di Kabul fa infatti resistenza e, per difendersi dagli attacchi stranieri, crea alleanze con pericolosi mercenari e signori della guerra.

Contro quindi il parere dei medici, Saul convince Carrie a tornare in azione per aiutarlo nella sua difficile missione, un’ultima volta.

Con l’ottava stupefacente stagione di Homeland si chiude un cerchio. Carrie tornerà in azione e, tra missioni sotto copertura, salti temporali e decisioni discutibili, anche la sua lealtà verrà messa in discussione, come quella dell’ex marine Nicholas Brody nella prima stagione. Inoltre, molte delle questioni irrisolte delle stagioni precedenti trovano una loro risoluzione negli ultimi episodi di Homeland 8.

Homeland 9: il futuro della serie

Con la messa in onda dell’ottava stagione di Homeland e del suo finale ricco di tensione, in molti si sono chiesti se gli autori non avessero in mente una nuova stagione conclusiva. Il finale di Homeland 8 ha infatti lasciato tutti i fan della serie a bocca aperta. Vediamo quindi nel dettaglio cos’è successo in quest’ultima puntata, la 8×12 dal titolo “Prigioni di Guerra”.

[SPOILER ALERT]

Nel finale Carrie sembra intenzionata a uccidere il suo mentore Saul Berenson nel tentativo così di costringerlo a divulgare il nome della sua fonte segreta, spingendo a sua volta l’intelligence russa a consegnare un’importante prova che avrebbe fermato una nuova guerra in Medio Oriente. Tuttavia, Saul riconosce il bluff di Carrie e, prima che le possa mettere e mani sulle informazioni, brucia la sua fonte.

A questo punto l’azione si sposta in Russia due anni e mezzo più tardi. Carrie si è trasferita a Mosca dove vive con il suo nuovo fidanzato, Yevgeny Gromov (Costa Ronin), ex ufficiale delle forze armate russe, e ha appena scritto un libro contro la CIA. Nonostante tutto però, Carrie continua a lavorare per gli Stati Uniti, mandando informazioni riservate a Saul, sostituendo di fatto il suo vecchio informatore.

Questo intricato e ambiguo finale, per i fan della serie nasconde la volontà da parte degli autori di produrre una nuova stagione di Homeland. Tuttavia in una recente intervista rilasciata a Entertainment Weekly, Alex Gansa ha dichiarato di non aver fatto piani per una nona stagione di Homeland.

“Come ha detto Howard (Gordon), ‘Mai dire mai!”. Siamo tutti contenti di come sia finita la serie. Per adesso un nuovo capitolo non sembra necessario ma chi lo sa cosa potrà accadere in futuro […] ma per adesso, sembra proprio la fine”. [fonte: Entertainment Weekly]

Homeland su Netflix

Tutte le stagioni di Homeland – Caccia alla Spia, sono disponibili in abbonamento sulla piattaforma streaming di Netflix.

Fonte: Wiki, IMDB, Fandom, Entertainment Weekly

Smallville, la serie tv: cast, trama e personaggi

Smallville, la serie tv: cast, trama e personaggi

Nei primi anni duemila molti network hanno mandato in onda nuove serie tv dedicate al mondo teen e che sono diventate dei cult della televisione. Stiamo parlando di serie come Gilmore Girls, Roswell, Everwood, Veronica Mars, One Tree Hill e ovviamente Smallville.

Creata da Alfred Gough e Miles Millar per il network della CW, Smallville racconta dell’adolescenza di Clark Kent e dell’inizio del mito di Superman, uno degli eroi più famosi dell’universo DC Comics.

Smallville cast e trama

Nella notte del 16 ottobre del 1989 una pioggia di meteoriti contenenti materiale radiattivo, la kriptonite, si abbatte sul Kansas e sulla cittadina di Smallville. Jonathan Kent (John Schneider) e sua moglie Martha Kent (Annette O’Toole), trovandosi poco distanti dal punto dell’impatto, si avvicinano alla zona e scoprono un bambino vicino a un’astronave. I coniugi quindi decidono di trarre in salvo il piccolo, portandolo via con sé e crescendolo come fosse un figlio.

Dodici anni più tardi, il piccolo bambino alieno è ormai cresciuto e fa parte della famiglia. Clark Kent (Tom Welling) è un adolescente dal carattere buono e paziente, sempre disposto ad aiutare gli altri, rispettoso e coraggioso. Cosciente di aver dei poteri sovrumani ma non in grado ancora di controllarli completamente, Clark tenta di stare fuori da guai.

https://youtu.be/DoBFUuqQYyk

Tuttavia, c’è chi a scuola indaga sulla pioggia di meteoriti del 1989 e sugli effetti del materiale radioattivo dei frammenti ancora presenti sul suolo dell’impatto. Una delle giornaliste più curiose e che vuole andare in fondo a questa storia è Chloe Sullivan (Allison Mack), migliore amica di Clark, una ragazza molto intelligente e intraprendente con una terribile cotta per il giovane Kent.

Secondo le indagini di Chloe, pare ci siano dei ragazzi che, a causa delle fuoriuscite di materiale radioattivo, abbiano subito delle mutazione genetiche e sviluppato degli strani poteri. Ma se questo strano materiale, la kryptonite, dona agli altri poteri straordinari e pericolosi, a Clark causa non pochi problemi. Sembra infatti che il ragazzo risponda in maniera opposta all’esposizione alla kryptonite che gli causa forti dolori.

Smallville, Clark Kent e Lex Luthor: la nascita di un’amicizia

Durante le sue indagini, Chloe, affiancata da Clark e dall’amico Pete Ross (Sam Jones III), finirà per mettersi nel guai, intralciando i piani del malvagio miliardario Lionel Luthor (John Glover), padre di Lex Luthor (Michael Rosenbaum). A complicare ulteriormente le cose c’è la nascita di una strana amicizia tra Lex e Clark, nata a seguito del salvataggio del giovane miliardario da parte di Kent durante un incidente stradale.

[SPOILER ALERT]

https://youtu.be/REsO0CTgZpA

Lex, distratto dal cellulare alla guida della sua macchina sportiva, sbanda e finisce contro il guard rail, investendo Clark e facendo finire entrambi nel fiume. Kent, uscito illeso dall’impatto con l’auto, si tuffa e porta in salto Lex, intrappolato nella sua macchina.

Nonostante Clark gli abbia salvato la vita e i suoi ricordi siano confusi, Lex non riesce a non pensare al momento dell’impatto e al fatto che il giovane Kent fosse proprio sulla sua traiettoria. Come mai Clark è riuscito a salvarsi nell’impatto? E come ha fatto da solo a tirarlo fuori dalle macerie inabissate della sua macchina? Ci sono tante cose che non tornano in quell’incidente e Lex è intenzionato a scoprire la verità.

Grazie a quel salvataggio, tra Lex e Clark comincia una strana amicizia, rapporto che nel corso del tempo subirà alcune radicali trasformazioni. Mentre Clark, infatti, sembra credere alla buona fede di Lex, il giovane miliardario comincia a indagare alle sue spalle, prendendo informazioni sulla sua vita. C’è qualcosa di misterioso in Clark che Lex non vede l’ora di scoprire.

Smallville episodi: l’evoluzione della serie nelle stagioni

Nel corso della prima stagione impariamo a conoscere pian piano tutti i personaggi principali di Smallville. In ogni puntata, Clark e compagni si trovano alle prese con il cosiddetto “mostro della settimana”, ovvero un essere umano che, colpito dalle radiazioni della kryptonite, ha sviluppato degli strani poteri che utilizza per i suoi loschi scopi.

Dopo lo strano incidente con Lex Luthor, Clark capisce di avere poteri sovrumani che vanno ben oltre la sua immaginazione, poteri che può utilizzare per aiutare gli altri e la città a fermare questi criminali. Nonostante però le sue intenzioni siano onorevoli, Clark tenta in tutti i modi di nascondere i suoi poteri, cercando di conciliare la sua vita d’adolescente con quella di ‘vigilante’

[SPOILER ALERT]

https://youtu.be/_0e4Im-5rfU

Ma se è vero che “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, è vero anche che da grandi poteri derivano un mucchio di scomode domande. Clark inizia a prendere coscienza di sé e a controllare i suoi poteri ma i dubbi sul suo passato sono ancora tanti. Nella prima stagione Kent comincia a fare domande sulle sue origini aliene e sul suo arrivo sulla Terra. Clark è infatti atterrato a Smallville durante la tempesta di meteoriti, evento che ha provocato la morte dei genitori di Lana Lang (Kristin Kreuk), la ragazza di cui Clark è innamorato.

Dalla seconda stagione in poi, insieme al cattivo della settimana, vengono introdotti anche alcuni archi narratici un po’ più complessi e che riguardano personaggi principali della serie o addirittura il passato di Clark. Sempre nella seconda stagione, inoltre, viene introdotto il personaggio del Dottor Virgil Swann (Christopher Reeve), uno scienziato che collabora con Clark e che lo aiuterà a scoprire tutti i tasselli mancanti delle sue origini aliene.

Le stagioni di Smallville

Ma se nella seconda stagione c’è chi aiuta Clark a custodire il suo segreto e a recuperare la memoria del suo passato perduto, nella terza stagione c’è chi farà di tutto per remargli contro. E’ proprio da questo punto in poi che i rapporti tra il giovane Kent e i Luthor si incrinano. Il malvagio Lionel Luthor è sempre più vicino a scoprire il segreto di Clark ed è intenzionato a servirsi dei poteri kryptoniani per i suoi loschi scopi. Questo continuo tira e molla tra Lionel e Clark, finirà col rovinare anche il già fragile rapporto d’amicizia con Lex.

[SPOILER ALERT]

https://youtu.be/ky4nbXWTsjQ

Col passare del tempo, più Clark si avvicina a scoprire la verità sul suo passato e più la sua vita è in pericolo. Quando il suo padre biologico, Jor-El (Terence Stamp, voce), si manifesta, alcuni dei nemici del suo pianeta cominciano a minacciare la Terra. Nella quinta stagione Clark combatte contro Brainiac (James Marsters) , un malvagio androide che vuole liberare il Generale Zod (Callum Blue), nemico di Jor-El, dalla prigione della Zona Fantasma.

Una volta aperti i canali di comunicazione tra la Terra e Krypton – pianeta alieno dov’è nato Superman –, i personaggi umani e alieni cominciano sempre più di frequente a interagire tra loro.

Iniziamo quindi a conoscere nuovi personaggi appartenenti a entrambi i mondi come Lois Lane (Erica Durance), cugina di Chloe, Kara Zor-El (Laura Vandervoort), cugina kryptoniana di Clark, il malvagio Doomsday, alias Davis Bloom (Sam Witwer) e Tess Mercer (Cassidy Freeman), sorellastra di Lex Luthor.

Smallville stagione 10

Smallville è stata una delle serie tv più longeve della tv americana, tanto da arrivare a ben 10 stagioni e 217 episodi. Prodotta dal 2001 al 2011, la serie ha appassionato milioni di spettatori in tutto il mondo, tenendoli incollati al televisore per dieci anni. La decima stagione, andata in onda sul canale della CW dal 24 settembre 2010 al 13 maggio 2011, ha segnato, purtroppo per i fan, la fine della serie.

A partire dalla quinta stagione, gli autori di Smallville si sono concentrati maggiormente sullo sviluppo del personaggio di Clark Kent e della sua trasformazione da adolescente con poteri a vero supereroe. Nonostante la serie non segua l’andamento narrativo classico dei fumetti di Superman, ad un certo punto, durante le stagioni finali, il Clark Kent di Smallville fa il suo ingresso ufficiale nel mondo della DC. Vengono infatti introdotti alcuni dei supereroi e supercriminali storici della DC Comics, come Oliver Queen/Arrow (Justin Hartley), Kara Zor-El/Kara Kent/Supergirl (Laura Vandervoort), il malvagio Darkseid e molti altri ancora.

[SPOILER ALERT]

In questa stagione Clark Kent, aka Superman, dovrà combattere contro un nuovo terribile nemico, Darkseid. Si tratta di un alieno despota proveniente dall’apocalittico pianeta di Apokolips da sempre attratto dalla Terra e desideroso di impadronirsene. Malvagio oltre ogni immaginazione, Darkseid è anche dotato di straordinari poteri persuasivi ed è in grado di entrare nel corpo di un’altra persona e controllarne i pensieri e le azioni.

Grazie alla possessione, in passato Darkseid aveva tentato di sconfiggere Clark utilizzando persone anche a lui vicine come Oliver Queen. Nella decima stagione, l’alieno demoniaco stringe un patto con Lionel Luthor; lui avrà la sua anima se riporterà in vita il figlio Lex. Darkseid quindi resuscita Lex Luthor e si impossessa del corpo di Lionel per affrontare e distruggere Clark.

Smallville 11: il ritorno di Clark Kent?

La fine di Smallville aveva spezzato il cuore di tutti i fan della serie che, fedeli, avevano seguito le avventure del giovane Superman per ben dieci anni. Circa un anno fa, proprio gli stessi fedelissimi seguaci di Tom Welling, avevano lanciato una petizione online per chiedere una nuova stagione di Smallville.

Nonostante la news della petizione sia rimbalzata il giro per il web e sia stata firmata da tantissimi fan, a frenare l’entusiasmo generale è stato lo stesso protagonista. In un’intervista, infatti, l’attore aveva dichiarato:

“Ci sono persone che vorrebbero vedermi nuovamente nei panni di Superman… e ci sono persone a cui non piacerebbe; a dire il vero nessuno mi ha effettivamente proposto di farlo. Per cui non lo so, sarebbe un po’ strano. Non so chi è Clark Kent oggi. Sarebbe sicuramente Superman…”

https://www.youtube.com/watch?v=xNnD4trB-RA

Ma se il progetto di Smallville 11 è stato accantonato, i fan di Tom Welling e delle serie dell”universo DC hanno ricevuto, tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020, un grande sorpresa. Il giovane Superman, ovvero il Clark Kent di Smallville, è apparso in Crisis of Infinite Earths, il sesto crossover di Arrowverse, episodio che mette in comunicazione le serie di Supergirl, Batwoman, The Flash, Arrow e Legends of Tomorrow.

Tom Welling e Erica Durance, nei panni di Clark Kent e Lois Lane, sono comparsi nella seconda parte del crossover quando Iris West-Allen, incontra la sua controparte su Earth-38. In questo universo parallelo, Lois e Clark hanno avuto un figlio e Superman non ha più poteri. Kent ha rinunciato a fare l’eroe per poter vivere una vita normale insieme alla sua famiglia.

Smallville streaming ita: dove vedere la serie

Purtroppo al momento le stagioni di Smallville non sono disponibili in Italia né sulla piattaforma streaming di Netflix né su Amazon Prime Video. Tuttavia, le prime quattro stagioni della serie sono disponibili in acquisto su Rakuten o sul Microsoft Store.

https://www.youtube.com/watch?v=Olu4691XfZM

Fonte: Wiki, IMDB, Fandom,

Meno di Trenta alla Mostra, il primo incontro con Blu Yoshimi

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Meno di Trenta alla Mostra, il primo incontro con Blu Yoshimi

Sarà Blu Yoshimi l’attrice con meno di trent’anni che inaugurerà il ciclo di incontri di “Meno di Trenta alla Mostra”; presente alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia per accompagnare la presentazione di “Cigar au miel” di Kamir Aïnouz, la giovane attrice è già stata candidata alla prima edizione del premio “Meno di Trenta” per la categoria di Migliore Attrice-Categoria Cinema” con il film “Likemeback” di Leonardo Guerra Seragnoli.

Con il suo talento, impegno e simpatia, Blu Yoshimi incarna a pieno lo spirito di questa iniziativa:  “Meno di Trenta” alla Mostra” è infatti un’occasione per valorizzare i giovani protagonisti dell’audiovisivo italiano presenti alla Mostra di Venezia.

L’appuntamento è oggi 3 settembre alle ore 18.00 all’Italian Pavilion, allestito all’interno dell’Hotel Excelsior.

Gli incontri, condotti dai giornalisti Cristiana Paternò (Cinecittà News.it) e Stefano Amadio (Cineitaliano.info), si svolgeranno dal 3 al 10 settembre e verranno trasmessi in diretta streaming sul sito www.italianpavilion.it.

L’accesso allo spazio Italian Pavilion è regolato dalle norme anti-covid: accesso a numero chiuso, controllo della temperatura, tracciabilità, mascherine e igienizzazione delle mani.

BLU YOSHIMI

Blu Yoshimi , classe 1997. Lavora come attrice per il cinema, televisione e teatro dal 2001. Debutta al cinema nel 2008 a fianco di Nanni Moretti nel film “Caos Calmo”, poi protagonista di “Piuma”, “Likemeback” e prossimamente di un film italo-argentino. Nel 2019 ha fatto parte della giuria per i cortometraggi di “Alice Nella Citta’”, sezione legata alla Festa del Cinema di Roma e poi ha ricoperto un ruolo sul set opera prima di Kamir Ainouz, nel film “Cigare Au Miel”. Ha iniziato a studiare recitazione all’eta’ di 9 anni con compagnie teatrali, a 11 con membri dell’actors’ studio quali Doris Hicks, Michael Margotta, Jack Waltzer, Cloe Xaufflaire, Lidia Vitale e Mary Setrakian per il canto.

Segue la filosofia e il lavoro di scuole internazionali quali il Susan Batson Studio di New York e Estudio Coraza di Madrid. Nel frattempo continua i suoi studi universitari al Dams sviluppando uno studio approfondito sulla scrittura cinematografica che sta mandando avanti nella creazione di soggetti di serie, cortometraggi e due lungometraggi. Puntando ad un mondo migliore usa la sua immagine supportando e promuovendo cause sociali come nel caso del FAI e Every Child Is My Child.

No Time to Die: il trailer ufficiale del nuovo Bond

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No Time to Die: il trailer ufficiale del nuovo Bond

È stato diffuso un nuovo trailer ufficiale italiano di No Time to Die, il prossimo film dedicato al franchise di James Bond che vedrà protagonista Daniel Craig.

SINOSSI di No time to Die

In No Time To Die, Bond si gode una vita tranquilla in Giamaica dopo essersi ritirato dal servizio attivo. Il suo quieto vivere viene però bruscamente interrotto quando Felix Leiter, un vecchio amico ed agente della CIA, ricompare chiedendogli aiuto. La missione per liberare uno scienziato dai suoi sequestratori si rivela essere più insidiosa del previsto, portando Bond sulle tracce di un misterioso villain armato di una nuova e pericolosa tecnologia.

Diretto da Cary Joji Fukunaga, l film vedrà protagonisti un cast d’eccezione composto da Daniel CraigLéa SeydouxRalph FiennesRami MalekNaomie HarrisBen WhishawJeffrey WrightAna De Armas, Rory Kinnear, Dali Benssalah, Billy Magnussen, David Dencik e Lashana Lynch.

MCU: i 10 personaggi secondari più sottovalutati

MCU: i 10 personaggi secondari più sottovalutati

Il MCU è pieno zeppo di personaggi memorabili, anche se i personaggi principali del franchise possono variare da film a film. Tuttavia, almeno fino ad oggi, i personaggi principali sono stati sicuramente i Vendicatori e Thanos. Nuovi personaggi come Black Panther e Captain Marvel diventeranno certamente personaggi ancora più centrali, ora che Iron Man e Captain America non ci sono più. Tuttavia, c’è anche un altro gruppo di personaggi che opera più nell’ombra ma che contribuisce ugualmente a avanti la storia. Parte del motivo per cui il MCU ha avuto così tanto successo è che anche molti dei personaggi secondari dinamici e interessanti. In effetti, come portato alla luce da Screen Rant, molti di questi personaggi meritano più attenzione, perché spesso ampiamente (e ingiustamente) sottovalutati.

Maria Hill

Anche se Maria Hill è apparsa in molti film del MCU nel corso degli anni, a cominciare da The Avengers del 2012, il suo personaggio non è mai stato sviluppato a dovere, né esplorato realmente in profondità.

È un personaggio che piace a molti fan, oltre ad essere estremamente intelligente e capace. È un peccato che le sue origini e il suo background non siano stati approfonditi di più nei vari film, anche perché era uno dei pochi personaggi femminili durante i primi anni di vita del franchise.

Peggy Carter

Peggy Carter è un altro personaggio che molti fan amano e che non ha mai avuto davvero la sua grande occasione. Nonostante abbia ottenuto una serie tv a lei dedicata, lo show è stato cancellato dopo soltanto due stagioni (senza considerare che le serie Marvel non hanno mai avuto lo stesso impatto dei film).

Il modo in cui la sua trama è stata gestita nei vari film non ha mai reso davvero giustizia al personaggio. Avengers: Endgame ha finito per “sbarazzarsi” dello sviluppo del personaggio e del suo passato assicurandosi semplicemente cnhe Steve Rogers potesse finalmente vivere la sua vita insieme a lei. Per una donna così pionieristica, forte e tosta, è stato un vero peccato.

Sif

Sif è un altro personaggio che è apparso in alcuni dei primi film del MCU e poi è scomparso dalla circolazione. Era un personaggio con tantissimo potenziale, che sfortunatamente non ha avuto lo sviluppo e lo spazio che si meritava.

Le sue abilità di guerriera la rendevano affascinante e sarebbe stato fantastico vederla interagire con più personaggi oltre a quelli dell’universo di Thor

Pepper Potts

Purtroppo, molti dei personaggi di questa lista sono donne, e questo perché per molti anni il MCU ha avuto personaggi femminili incredibili che – purtroppo – non hanno avuto abbastanza tempo a disposizione sullo schermo. Pepper Potts è chiaramente una donna di grande talento con capacità di leadership. Quando ha iniziato a gestire le Stark Industries, è stata una cosa grandiosa per l’azienda.

Tuttavia, la maggior parte delle sue scene nei film ruotano attorno alla sua relazione con Tony Stark, e per lo più viene concepita come un semplice interesse amoroso. In realtà, questo personaggio ha molto più potenziale di quanto visto sullo schermo. 

Loki

Se prendiamo in considerazione il fandom della Marvel, Loki potrebbe non sembrare un personaggio sottovalutato, poiché è davvero molto amato da tantissime persone. È anche uno dei pochi personaggi in questa lista che avrà la sua serie su Disney+, quindi ci sarà sicuramente l’opportunità di esplorare ancora di più la storia il personaggio.

Tuttavia, trattandosi di un personaggio tanto interessante quanto quello di suo fratello, siamo certi che avrebbe merito molto più spazio al cinema.

Hela

Hela è l’unico personaggio di questa lista ad essere un cattivo a tutti gli effetti, e anche lei è apparsa soltanto in un film. Tuttavia, ha avuto un bel impatto sull’intero universo e sull’immaginario dei fan.

È stata uno degli antagonisti più coinvolgenti del MCU e la performance di Cate Blanchett ha decisamente elevato la caratura del personaggio. È un peccato che le dinamiche familiari tra Hela, Thor e Loki non siano state esplorate di più…

Maria Rambeau

Maria Rambeau è un personaggio che è apparso solo in un film, ed è probabile che potrebbe non apparire nei futuri film di Captain Marvel. Tuttavia, si spera che lo sarà. In qualità di pilota straordinario e madre single, è un personaggio con cui è molto facile identificarsi e che ha il potenziale necessario per essere uno dei non-eroi più avvincenti di sempre.

A molti fan è piaciuta molto anche la relazione tra Maria e Carol Danvers, e pensano che abbia più senso trasformare tale rapporto in una relazione LGBTQ+ rispetto a quello tra Carol e Valkyria.

Bucky Barnes

Bucky Barnes è un altro personaggio che ha un gran numero di fan. È sicuramente uno dei personaggi preferito dal fandom e sarà anche co-protagonista di una prossima serie tv in arrivo su Disney+.

Tuttavia, almeno fino ad oggi, Bucky non ha avuto lo spazio o lo sviluppo sullo schermo che meritava. Il personaggio è ancora potenzialmente avvincente, dato il suo passato con Steve  Rogers e quello che gli ha fatto l’HYDRA, ma ciò non toglie che già in passato avrebbe meritato un’attenzione ancora maggiore.

James “Rhodey” Rhodes

Rhodey è un personaggio di colore, e sappiamo quanto i Marvel Studios abbiano faticato nel corso degli anni in materia di “inclusione”. Anche se Rhodey è un personaggio affascinante, considerato soprattutto il suo background militare e la sua relazione con Tony Stark, viene scelto principalmente per il ruolo di aiutante.

Ci sono molte cose sulla sua storia e sulla sua personalità che avrebbero potuto essere sviluppate e sfruttate ai fini narrativi in maniera diversa.

Shuri

In Black Panther, Shuri è uno dei principali membri del cast, ma è apparsa a malapena negli ultimi due film degli Avengers. Si spera che questo cambierà nei film futuri e non solo in Black Panther 2.

La sua energia vitale, il suo senso dello stile, il suo ironico senso dell’umorismo e il fatto che sia la persona più intelligente del MCU, la rendono un personaggio molto affascinante, che merita assolutamente di essere approfondito in futuro.

Letitia Wright dice addio a Chadwick Boseman, sarà lei la nuova Black Panther?

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Anche Letitia Wright ha condiviso il suo tributo a Chadwick Boseman, a ormaicinque giorni dall’annuncio della sua prematura morte a causa di un cancro al colon. L’attrice, che in Black Panther interpreta Shuri, la geniale sorella minore di T’Challa, ha condiviso un video molto toccante, in cui parla del suo dolore di sorella per la perdita di un fratello.

Ecco di seguito il video:

https://www.instagram.com/p/CEnRJPMBPT6/

Al di là della bellezza e delicatezza di questo ricordo, Wright potrebbe essere al centro di un rinnovato interesse per i Marvel Studios, visto che potrebbe essere proprio lei ad occupare il posto lasciato vuoto da Boseman. Di fronte al rifiuto di scegliere un nuovo attore per il ruolo, lo Studio potrebbe infatti rivolgersi proprio a Letitia/Shuri, visto che nei fumetti è lei che ad un certo punto assume il ruolo di Regina del Wakanda e Black Panther del suo popolo.

Al momento possiamo immaginare che la produzione del sequel di Black Panther sia stata messa completamente in fermo, con un lavoro di riscrittura che sarà necessario alla luce delle tristi novità.

Dwayne Johnson e la sua famiglia hanno avuto il Coronavirus

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Dwayne Johnson e la sua famiglia hanno avuto il Coronavirus

Dwayne Johnson è soltanto l’ultima star di Hollywood in ordine di tempo a cui è stato diagnosticato il COVID-19. Tom Hanks e Rita Wilson sono state le prime celebrità a risultare positive al virus. Anche se all’epoca non erano negli Stati Uniti, il virus era già in agguato a Hollywood. Idris Elba è stata la star successiva a risultare positiva, e con il passare del tempo il numero di casi è aumentato, con tantissime altre star (tra cui anche Bryan Cranston) risultate tutti positivi al virus.

The Rock ha iniziato la sua carriera come star della WWE ed in poco tempo è diventato uno degli attori più richiesti di Hollywood. Ha preso parte alla longeva saga di Fast and Furious, ha doppiato Maui nel classico Disney Oceania ed è stato protagonista del riavvio del franchise di Jumanji. Tra i prossimi progetti dell’attore figurano anche l’attesissimo Black Adam, cinecomic DC in arrivo al cinema il prossimo anno, e l’action thriller Red Notice in cui reciterà al fianco di Ryan Reynolds e Gal Gadot.

Dwayne Johnson ha annunciato la sua diagnosi di COVID-19 attraverso un post su Instagram. Ha filmato un video di 11 minuti in cui spiega che lui, sua moglie e le sue due figlie sono risultati positivi al virus un paio di settimane fa. Ha rivelato che, sebbene sia stato uno dei momenti più difficili che abbia mai dovuto affrontare, adesso lui e tutta la sua famiglia si sono completamente ripresi. Mentre lui e sua moglie presentavano sintomi gravi, le sue due figlie avevano solo una leggera tosse. L’attore ha spiegato di aver contratto il virus da alcuni amici di famiglia e ha ricordato ai fan di restare vigili, poiché il virus è ancora in circolazione.

I fan hanno naturalmente mostrato tutto il loro sostegno attraverso i commenti. Il video ha raggiunto oltre 1,3 milioni di visualizzazioni e non c’è da stupirsi, considerato che The Rock è una celebrità amata non solo per il suo lavoro ma anche, e soprattutto, per la sua personalità. Per vedere il video, cliccate sull’immagine di seguito:

The Boys 2: recensione della serie Amazon Prime Video

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The Boys 2: recensione della serie Amazon Prime Video

Dal 4 settembre The Boys 2 sarà disponibile su Amazon Prime Video con i primi tre episodi della seconda stagione di The Boys e con i restanti cinque distribuiti uno a settimana, ogni venerdì. Si tratta di un appuntamento temuto e atteso dai fan di Butcher e di Patriota, che tornano a capeggiare le rispettive fazioni, facendo i conti con un profondo cambiamento.

Perché se al primo giro era stata una vera scoperta, travolgente, scorretta, violenta e volgare, al secondo giro Eric Kripke non fa sconti e alza l’asticella, regalandoci innanzitutto una serie di dinamiche nuove, approfondite, che non si adeguano assolutamente a quanto già visto (ma lo elevano) e in secondo luogo approfondisce, modifica, fa crescere i personaggi che già conoscevamo, inserendoli in situazioni nuove, soprattutto alla luce dei fatti visti in chiusura del primo ciclo.

The Boys 2, decostruzione di due leader

La serie si apre sul funerale di Translucent, che era stato brutalmente ucciso dai Boys e che gli aveva messo contro i Sette. Patriota dal canto suo cerca di prendere il comando della Vought, tentando di occupare il vuoto lasciato da Madelyn. Tuttavia si troverà a confrontarsi con due personaggi nuovi davvero difficili da fronteggiare: da una parte il minaccioso Stan Edgar, amministratore delegato dell’azienda che lo tiene per il guinzaglio e gli ricorda il suo ruolo di puro oggetto di marketing all’interno dell’organizzazione; dall’altra arriva nel gruppo, a sostituire Translucent, Stormfront, sfrontata, irriverente e affascinante nuova “eroina” che gli renderà la vita complicata.

Per quanto riguarda Butcher, a inizio serie viene creduto disperso, ma non tarda a riprendere il suo posto trai Boys, che nel frattempo si erano dati alla clandestinità. Tuttavia la sua scoperta che la moglie è ancora viva e il conseguente venir meno della sua motivazione principale di odio nei confronti dei Sette, lo spinge a ridimensionare anche il suo atteggiamento, diventando leggermente più ragionevole e riflessivo, senza però perdere un briciolo della sua sanguinosa violenza. In questo processo gli viene in soccorso Hughie, che nella prima stagione era stato un protagonista vittima degli eventi, maldestro e forse un po’ fuori posto. Adesso, il giovane si impegnerà ad occupare con “onore” il suo posto nei Boys, scalando anche le vette del comando e diventando un pari di Butcher, quando in precedenza ne era stato una sorta di allievo.

Il politicamente scorretto come impegno… politico

La serie a fumetti di Garth Ennis Darick Robertson trova un suo secondo adattamento, un seguito naturale alla prima stagione di grande successo di The Boys, un proseguimento più grande, più maturo, più approfondito, ma anche più violento, scorretto, sgradevole, senza la minima traccia di eroismo, politicamente scorretto, non solo per ciò che mostra, ma anche perché in un’epoca di timore e di grandissima (a volte eccessiva) attenzione a ciò che si racconta e si dice, The Boys 2, più che mai, non fa sconti e mette su piazza tutti gli argomenti di maggiore attualità sociale e politica, sbattendo in faccia allo spettatore razzismo, sessismo, violenza, nazionalismo.

Questo fa di The Boys 2 non solo una serie politicamente scorretta, ma una serie politica, civile e tutt’altro che poco attenta o superficiale. La serie di Kripke ci mostra il mondo come potrebbe essere se smettessimo di tentare di combattere tutto ciò che crediamo sbagliato, ci mostra l’apologia, portata all’estremo, di vizi sistemici della nostra società, che esistono e che poco a poco si cerca di sradicare. E insieme a questo importantissimo valore sociale, la serie è anche intrattenimento puro, ma solo per i forti di stomaco.

The Batman: Robert Pattinson ha sempre avuto l’approvazione di Nolan

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Il tour promozionale di Tenet si sta rivelando l’occasione perfetta per la stampa di provare a carpire quante più dichiarazioni possibili sugli argomenti più svariati da parte di Christopher Nolan. Dopo aver discusso del suo futuro con i cinecomics, adesso il regista ha commentato anche la scelta di Robert Pattinson come protagonista di The Batman, essendo l’attore tra i membri del cast del suo ultimo film e avendo Nolan, in passato, diretto un’intera trilogia dedicata al Cavaliere Oscuro.

Intervistato da Entertainment Tonight, Christopher Nolan si è detto entusiasta del lavoro sicuramente straordinario che Pattinson farà come nuovo Crociato di Gotham, parlando di come le varie iterazioni sul grande schermo contribuiscano a mantere sempre viva la natura del personaggio: “Una delle prime cose che ho imparato quando andai a parlare con la DC Comics prima di Batman Begins è che il personaggio di Bruce Wayne prospera proprio grazie alle varie riletture. Ogni generazione dà vita alla sua versione di Batman ed è questo che permette di mantenere sempre vivo e aggiornato il suo mito e la sua leggenda.”

Parlando invece del casting di Robert Pattinson, Nolan ha spiegato che fin da subito, quindi prima ancora di vedere le prime immagini ufficiali del film di Matt Reeves, sapeva che l’attore avrebbe dato vita ad una nuova interessante iterazione del personaggio. Come faceva a saperlo? Gli è bastato lavorare con lui sul set di Tenet: “Avendo lavorato con Robert posso dire con assoluta certezza che può fare qualsiasi cosa si metta in testa di fare. Non potrei essere più eccitato di così nello scoprire cosa farà con Batman.”

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Thor: Love and Thunder, Natalie Portman in Australia per le riprese?

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Natalie Portman è arrivata in Australia, presumibilmente per iniziare a girare Thor: Love and Thunder. L’attrice premio Oscar ha fatto il suo debutto nel MCU nel 2011 con il primo Thor diretto da Kenneth Branagh, per poi tornare nei panni di Jane Foster in Thor: the Dark World del 2013. Il personaggio è stato poi assente in Thor: Ragnarok del 2017 (nonostante sia poi apparso brevemente in Avengers: Endgame del 2019).

Adesso, la Portman tornerà nell’universo del Dio del Tuono, anche se in un ruolo molto diverso, poiché in Love and Thunder il suo personaggio diventerà ufficialmente Mighty Thor. L’idea che Jane diventasse il nuovo Thor è presa direttamente dai fumetti, dove il personaggio si ammalò di cancro e ricevette assistenza da Asgard, dimostrandosi degna di brandire il Mjolnir. In uno dei più grandi plot twist dei fumetti, ogni volta che Jane prendeva in mano il martello e si trasformava in Thor, i suoi trattamenti contro il cancro venivano invertiti, aggiungendo un pesante elemento di conflitto alla sua situazione.

Il ruolo di Portman come nuovo Thor in Love and Thunder è stato ufficializzato nel 2019, ma da allora non ci sono stati grandi aggiornamenti in merito alla trama del film. Adesso, però, il Daily Mail riferisce che l’attrice premio Oscar è arrivata con la sua famiglia in Australia, e pare che sia proprio per iniziare a lavorare sul film, anche se al momento non esiste ancora nessuna conferma in merito, né sappiamo quando le riprese inizieranno ufficialmente.

In Thor: Love and Thunder si parlerà anche della malattia di Jane Foster?

Ad oggi non sappiamo se Love and Thunder affronterà apertamente il tema del cancro al seno di Jane Foster, come accaduto nei fumetti. Tempo fa, in merito alla questione, Taika Waititi aveva dichiarato: “Non lo sappiamo. Quell’arco narrativo nei fumetti è stato di grande ispirazione e ha influenzato le prime bozze della sceneggiatura. Ma alla Marvel, cambiamo sempre tutto. Potrei dire una cosa adesso, e tra due anni sarebbe completamente l’opposto, addirittura quella cosa potrebbe non esistere più. Continuiamo a scrivere  anche in fase di post-produzione.”

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 11 febbraio 2022.

Taika Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarokcosì come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

Dune: Denis Villeneuve non è soddisfatto della versione di Lynch

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Dune: Denis Villeneuve non è soddisfatto della versione di Lynch

Denis Villeneuve, il regista del prossimo adattamento cinematografico di Dune, ha ammesso di non essere totalmente soddisfatto della versione realizzata da David Lynch nel 1984. Prima che venisse confermata la nuova trasposizione del celebre romanzo sci-fi di Frank Herbert, il film di Lynch è stato per più di trent’anni l’unico adattamento destinato al grande schermo di quell’opera.

In molti ricorderanno che la produzione della versione di Lynch fu particolarmente travagliata, e che il film venne non solo stroncato dalla critica ma accolto negativamente anche dal pubblico. Di recente lo stesso Lynch ha ammesso di non ricordare con particolare affetto il suo adattamento. Nel 2000 il romanzo è stato adattato per il piccolo schermo (la miniserie Dune – Il destino dell’universo), ma da allora nessuno ha più cercato di destreggiarsi con il complicato materiale originale partorito dalla mente di Herbert.

Per anni molti si sono chiesti se il romanzo originale non fosse semplicemente “infilmabile”, fino a quando non è stato confermato che Denis Villeneuve, regista di Sicario, Arrival e Blade Runner 2049, avrebbe diretto un nuovo adattamento della colossale opera fantascientifica. In una recente intervista con Empire, è stato proprio il regista ha spiegare perché ha accettato di dirigere la nuova traspozione.

Nel corso dell’intervista, Villeneuve ha ammesso di non essere totalmente soddisfatto del modo in cui Lynch ha interpretato la storia, nonostante sia un grandissimo fan del regista: “Sono un grande fan di David Lynch. È un maestro. Quando ho visto il suo Dune ricordo l’eccitazione e la gioia, ma la sua visione… devo ammettere che ci sono parti che amo e altri elementi che non mi fanno sentire propriamente a mio agio. Diciamo che non sono mai stato totalmente soddisfatto da quel film. Ecco perché ho sempre pensato tra me e me: ‘C’è bisogno di un altro film basato su quel film… c’è bisogno di una sensibilità diversa’.”

Dune e i vari tentativi di portare il romanzo al cinema nel corso degli anni

Considerando quanto sia amato e al tempo stesso intricato il romanzo originale di Herbert, è facile capire perché Lynch e diversi altri registi nel corso degli anni non siano mai riusciti a trasformare l’esperienza sul grande schermo in qualcosa di davvero soddisfacente. In effetti, il divario lungo circa 36 anni tra l’adattamento di David Lynch e il nuovo riavvio di Denis Villeneuve in arrivo a Dicembre è pieno di storie di personalità del mondo di Hollywood che non sono mai riuscite a catturare davvero l’essenza del romanzo. Sarà riuscito nell’ardua impresa Villeneuve? Purtroppo, lo scopriremo soltanto una volta che il film verrà distribuito al cinema… 

CORRELATE:

In DuneTimothée Chalamet interpreterà il protagonista Paul Atreides, nato sul pianeta Caladan dal matrimonio fra il duca Leto Atreides I e la sua concubina Lady Jessica. Nel cast anche Javier BardemZendayaOscar IsaacRebecca FergusonStellan SkarsgardDave Bautista, Charlotte Rampling Jason Momoa. Ricordiamo che il film arriverà nelle sale americane il 18 Dicembre 2020.

Venezia 77: intervista a Luigi Lo Cascio per Lacci

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Venezia 77: intervista a Luigi Lo Cascio per Lacci

Ecco la nostra intervista a Luigi Lo Cascio, protagonista di Lacci, il nuovo film di Daniele Luchetti, presentato in apertura alla settantasettesima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Con lui, nel film, ci sono protagonisti Alba RohrwacherLaura Morante, Silvio Orlando, Giovanna Mezzogiorno, Adriano Giannini, Linda Caridi.

Lacci, il film

Napoli, primi anni ‘80: il matrimonio di Aldo e Vanda entra in crisi quando Aldo si innamora della giovane Lidia. Trent’anni dopo, Aldo e Vanda sono ancora sposati. Un giallo sui sentimenti, una storia di lealtà ed infedeltà, di rancore e vergogna. Un tradimento, il dolore, una scatola segreta, la casa devastata, un gatto, la voce degli innamorati e quella dei disamorati. Dal romanzo di Domenico Starnone, per il “New York Times” uno dei 100 migliori libri del 2017, il nuovo film di Daniele Luchetti.

Lacci sarà proiettato mercoledì 2 settembre, nella Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido di Venezia, nella serata di apertura della 77. Mostra. Prodotto da IBC Movie con Rai CinemaLacci è scritto da Domenico StarnoneFrancesco Piccolo e Daniele Luchetti.

Daniele Luchetti nasce a Roma nel 1960. La Sacher Film produce il suo primo film da regista, Domani accadrà (1988), che vince il David di Donatello per il miglior regista esordiente. Il successivo Il portaborse (1991) è il suo primo grande successo di critica, ottiene un’ottima accoglienza al festival di Cannes e vince il David di Donatello per la miglior sceneggiatura e per il miglior attore protagonista. Successivamente dirige La scuola (1995), I piccoli maestri (1998) e Mio fratello è figlio unico (2007), protagonisti Elio Germano e Riccardo Scamarcio, che viene presentato a Cannes nella sezione Un Certain Regard e si aggiudica 5 David di Donatello. Luchetti torna a Cannes nel 2010, questa volta in concorso, con il film La nostra vita interpretato da Elio Germano che sulla Croisette si aggiudica il Premio per la migliore interpretazione maschile. Il film ottiene inoltre tre David di Donatello incluso quello per il miglior regista. Il film più recente di Luchetti è Momenti di trascurabile felicità, realizzato nel 2019.

Lacci, la recensione

Christopher Nolan: “Il mio lavoro con la DC è finito”

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Christopher Nolan: “Il mio lavoro con la DC è finito”

Il regista e sceneggiatore Christopher Nolan, attualmente nelle nostre sale con la sua ultima fatica Tenet, ha confermato che la sua esperienza con i film di supereroi si è ufficialmente conclusa. Dopo i due Batman diretti negli anni ’90 da Joel Schumacher, Batman Begins di Nolan ha non solo riavviato le avventure del Crociato di Gotham sul grande schermo, ma in larga parte anche rivoluzionato il genere supereroistico al cinema.

Ancorando il personaggio di Bruce Wayne alla realtà, Nolan ha indubbiamente contribuito ad inaugurare l’era moderna dei cinecomics, facendo in qualche modo da pioniere rispetto a tutto ciò che è poi arrivato dopo. Il cavaliere oscuro è ancora oggi considerato uno dei più grandi film tratti dai fumetti di tutti i tempi, anche se dopo la fine della sua trilogia dedicata all’iconico personaggio DC, il regista britannico non è mai più stato coinvolto in alcun progetto legato all’universo dei fumetti (fatta eccezione per L’uomo d’acciaio di Zack Snyder, dove figura in quanto autore del soggetto).

In una recente intervista con Geeks of Color, Christopher Nolan e John David Washington hanno discusso dell’ultimo sconvolgente film del regista, Tenet. Verso la fine dell’intervista, a Washington è stato chiesto un commento in merito al fatto che molti fan vorrebbero vederlo nei panni di Lanterna Verde e se fosse effettivamente disponibile ad universi al DCEU. A quel punto Washington si è girato verso Nolan e ha esclamato: “Chiedetelo a lui”, ipotizzando un possibile film sul personaggio diretto proprio dal regista, che si è limitato a rispondere così alla provocazione dell’attore: “Credo che i miei giorni con la DC siano finiti. Tuttavia, John sarebbe una scelta davvero eccellente.”

HBO Max sta attualmente sviluppando una serie tv dedicata a Lanterna Verde, mentre alla Warner Bros. dovrebbe essere ancora in cantiere un film dedicato al Corpo delle Lanterne Verdi. Entrambi i progetti mirano a rilanciare il franchise dopo che il film di Ryan Reynolds del 2011 è stato stroncato sia dai fan che dalla critica. Anche se i personaggi del film e della serie non sono ancora essere scelti, Washington potrebbe davvero essere una scelta interessante per un eroe come John Stewart.

Nonostante la sua carriera sia ancora agli inizi, John David Washington ha già dimostrato di essere un attore di grande talento grazie al suo ruolo nella serie Ballers e nel film BlacKkKlansman di Spike Lee, grazie al quale ha anche ricevuto una nomination ai Golden Globes.

Quentin Tarantino: 10 cose che non sai sul regista

Quentin Tarantino: 10 cose che non sai sul regista

Considerato uno dei registi più influenti della sua generazione, Quentin Tarantino ha contribuito in modo inequivocabile a ridefinire il cinema degli ultimi tre decenni, pur avendo diretto soltanto nove lungometraggi. Con le sue opere ha portato all’ennesima potenza il postmodernismo, dando vita a nuovi linguaggi e tecniche oggi di estrema popolarità.

I dialoghi iperrealistici, la violenza eccessiva, la non linearità della narrazione e il citazionismo sono tra i suoi principali marchi di fabbrica. Il tutto condito da quell’estetica pulp che da sempre contraddistingue il suo cinema. Ogni suo nuovo film è atteso come un vero e proprio evento, che non manca di dividere critica e pubblico, ma suscitando sempre e comunque emozioni forti.

Ecco 10 cose che non sai di Quentin Tarantino.

Quentin Tarantino Pulp Fiction

Quentin Tarantino: la sua filmografia

10. Ha scritto e diretto film estremamente famosi. Tarantino debutta al cinema nel 1992 con il film Le iene, dove dirige gli attori Steve Buscemi e Tim Roth. La consacrazione arriva però nel 1994 con Pulp Fiction, con John Travolta e Samuel L. Jackson, che gli vale la Palma d’Oro al Festival di Cannes. Successivamente dirige l’episodio L’uomo di Hollywood del film Four Rooms, e poi Jackie Brown (1997), Kill Bill: Volume 1 (2003), Kill Bill: Volume 2 (2004), Grindhouse – A prova di morte (2007), con Kurt Russell, Bastardi senza gloria (2009), con Brad Pitt, Django Unchained (2012), con Jamie Foxx e Christoph Waltz, The Hateful Eight (2015) e C’era una volta a… Hollywood (2019), con Leonardo DiCaprio e Margot Robbie.

9. È solito comparire in dei cameo nei suoi film. Tarantino è noto anche per compiere dei cameo da attore all’interno dei suoi film. Ciò avviene sin dal suo primissimo titolo, Le iene, dove ricopre il ruolo di Mr. Brown, uno dei membri della banda criminale destinato a fare una brutta fine. Il suo cameo più noto è però quello di Jimmie Dimmick in Pulp Fiction, il quale si lancia in un divertente monologo che lascia trasparire tutte le nevrosi del personaggio. Celebre è anche la sua breve apparizione in Django Unchained, dove viene letteralmente fatto esplodere dal protagonista. Infine, in Bastardi senza gloria appare come uno dei nazisti a cui i protagonisti hanno fatto lo scalpo.

8. Ha vinto due premi Oscar. Tarantino è unanimemente apprezzato per le sue sceneggiature, da sempre caratterizzate da una scrittura brillante, dialoghi complessi e un’originale reinvenzione dei generi. Non sorprende dunque che egli abbia vinto ben due Oscar per la miglior sceneggiatura originale, rispettivamente per Pulp Fiction e Django Unchained. Tarantino vanta poi altre due nomination nella medesima categoria, per Bastardi senza gloria C’era una volta a… Hollywood, tre candidature come miglior regista e una per il miglior film.

Quentin Tarantino dirige Pulp Fiction

7. Rifiutò grandi progetti per poter lavorare al film. In seguito al successo di Le iene, Tarantino era diventato una vera e propria celebrità. Ogni produttore voleva lavorare con lui, e in diversi gli offrirono la regia di titoli poi divenuti grandi successi. Tra questi, Tarantino avrebbe potuto dirigere Speed e Man in Black. Egli, tuttavia, non riteneva affini a sé tali storie e preferì ritirarsi ad Amsterdam per poter lavorare in pace ad una sua sceneggiatura originale. In breve, diede vita a Pulp Fiction. Tale film gli portò ancor più fortuna del primo, e lo consacrò come uno dei registi più affermati e talentuosi della scena indipendente americana.

6. Cercò in tutti i modi di convincere Uma Thurman a recitare nel film. Per il ruolo di Mia Wallace, tra i più importanti del film, Tarantino aveva in cima alla sua lista delle preferenze l’attrice Uma Thurman. Questa, tuttavia, inizialmente rifiutò il ruolo, non convinta del progetto. Disperato, Tarantino la contattò telefonicamente, leggendole personalmente l’intera sceneggiatura. L’attrice, a quel punto, si convinse della qualità del progetto, e finì con l’accettare la parte. Questa si rivelò poi una delle sue interpretazioni più famose e universalmente acclamate.

Quentin Tarantino: chi è sua moglie

5. Ha sposato una cantante. Da sempre molto riservato riguardo la propria vita sentimentale, Tarantino ha tuttavia annunciato, nel giugno del 2017, il proprio fidanzamento ufficiale con la cantante israeliana Daniella Pick. I due si erano conosciuti nel 2009, quando il regista si trovava in Israele per promuovere il suo nuovo film, Bastardi senza gloria. La coppia giunge poi al matrimonio nel novembre del 2018, con una cerimonia ebraica. Pochi mesi dopo, nell’agosto del 2019, hanno invece annunciato di aspettare il loro primo figlio, Leo, nato poi il 22 febbraio del 2020. Attualmente la coppia risiede a Tel Aviv, in Israele.

Quentin Tarantino è su Instagram?

4. Non possiede un profilo social. Negli anni Tarantino ha più volte dichiarato di non essere un grande fan dei social network e simili, confermando di non possedere alcun account di questo tipo. Su Instagram, tuttavia, è possibile trovare diverse fan page dedicate a lui e al suo cinema. La più popolare di queste è seguita da ben 559 mila persone, e tra gli oltre 554 post è possibile ritrovare sia immagini o video tratti dai suoi film, come anche retroscena, curiosità, immagini dal set o ancora di eventi di gala a cui Tarantino ha personalmente preso parte.

Quentin Tarantino: il suo patrimonio

3. Possiede un ricco patrimonio. Nonostante abbia diretto soltanto nove film, la popolarità di Tarantino è talmente tanta che ha permesso a questi di diventare dei grandissimi successi di botteghino. Occorre però calcolare che egli non si è limitato a tale attività, occupandosi anche di scrivere sceneggiature per film diretti da altri, come anche di produrre opere di alcuni suoi amici registi. La sua grande influenza nell’industria lo ha così portato anno dopo anno a maturare un patrimonio sempre più consistente. Oggi questo è stimato intorno alla cifra di 120 milioni di dollari.

Quentin Tarantino: ha origini italiane

2. È da sempre molto legato all’Italia. Tarantino è noto anche per il suo grande apprezzamento nei confronti del cinema italiano degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, e ha indicato gli autori Sergio Leone, Mario Bava e Lucio Fulci come suoi grandi idoli e fonti di ispirazione. Molti dei suoi film dimostrano infatti un grande debito nei confronti di questi e altri celebri registi del Bel Paese. Egli stesso, inoltre, vanta delle origini italiane. Suo padre Tony, infatti, era figlio di immigrati, i quali provenivano dalla Campania, e più precisamente da Portici e Castellammare di Stabia.

Quentin Tarantino: età e altezza

1. Quentin Tarantino è nato a Knoxville, nel Tennessee, Stati Uniti, il 27 marzo del 1963. Il regista è alto complessivamente 185 centimetri.

Fonte: IMDb

Gloria Guida: 10 cose che non sai sull’attrice

Gloria Guida: 10 cose che non sai sull’attrice

Icona della commedia sexy all’italiana, l’attrice Gloria Guida ha conquistato il cuore degli italiani nel corso di tutti gli anni Settanta, ottenendo un notevole successo anche all’estero. Grazie alla sua bellezza, alla sua spontaneità e alle sue buone capacità recitative è entrata a far parte dell’immaginario collettivo, distinguendosi in particolare per il ruolo della liceale.

Ecco 10 cose che non sai di Gloria Guida.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Gloria Guida biografia

Gloria Guida: la sua biografia

10. Aveva intrapreso una carriera da cantante. Prima di diventare una celebre attrice del panorama nazionale, la Guida aveva avuto modo di compiere i suoi primi passi nel mondo dello spettacolo come cantante. Iniziò infatti a 17 anni, nel 1972, partecipando alla manifestazione canora Un disco per l’estate, grazie a cui ottenne una prima popolarità. Dopo aver avuto modo di incidere qualche singolo, come L’uomo alla donna non può dire di no e Cuore, fatti onore, si candida per partecipare al Festival di Sanremo del 1973, non venendo però ammessa. Tale evento la spinge probabilmente a dedicarsi più alla carriera cinematografica, tralasciando quella musicale.

9. Ha abbandonato le scene. Dopo circa un decennio di attività cinematografica, l’attrice decide di rinunciare al grande schermo, concentrandosi invece sul teatro. Ben presto, tuttavia, annuncia il totale abbandono delle scene. Questo avviene in seguito al suo matrimonio, e la Guida afferma che tale decisione è stata da lei presa anche per poter avere più tempo di dedicarsi alla figlia. Tornerà soltanto nel 2009 in televisione per recitare nella serie Fratelli Benvenuti. Dal 2018, invece, ha intrapreso l’attività di conduttrice di programmi come Le ragazze e L’Attesa.

Gloria Guida: la sua filmografia

8. Ha recitato in celebri film italiani. Il debutto cinematografico avviene per lei grazie ai film La ragazzina e La minorenne, entrambi del 1974. Negli anni successivi, acquista sempre più popolarità grazie a titoli come Quell’età maliziosa (1975), Blue Jeans (1975), La novizia (1975), e La liceale (1975), che la consacra definitivamente. Reciterà poi anche in Il medico… la studentessa (1976), Scandalo in famiglia (1976), L’affittacamere (1976), Il triangolo delle Bermude (1978), La liceale nella classe dei ripetenti (1978), Avere vent’anni (1978), Travolto dagli affetti familiari (1978), L’infermiera di notte (1979), La liceale seduce i professori (1979), La liceale, il diavolo e l’acquasanta (1979), Fico d’India (1980), Bollenti spiriti (1981), La casa stregata (1982) e Sesso e volentieri (1982).

7. Ha preso parte ad alcune produzioni televisive. Dopo aver abbandonato il grande schermo, l’attrice ha particolarmente diradato le proprie presenze nel mondo dello spettacolo, comparendo solo a teatro e in alcune produzioni televisive. La prime di queste fu la commedia Se devi dire una bugia dilla grossa, del 1986. Nel 1988, invece, recita nelle due puntate che compongono la miniserie comica Festa di Capodanno. Dopo di ciò, si ritira dalle scene per tornarvi, come anticipato, soltanto nel 2009 con Fratelli Benvenuti, dove recita nel ruolo di Doris, moglie del protagonista Lorenzo, interpretato dall’attore Massimo Boldi.

Gloria Guida e Lino Banfi

6. Ha recitato in alcuni film con il noto attore. Quello della commedia sexy è un genere che ha visto avvicendarsi diversi nomi noti del cinema italiano. Tra questi vi è Lino Banfi, che ha avuto modo di recitare insieme alla Guida in diverse occasioni. La prima di queste fu per il film L’affittacamere, dove l’attore interpreta il futuro sposo della sorella della Guida, in un susseguirsi di imprevisti comici e piccanti. I due hanno poi nuovamente condiviso la scena in La liceale nella classe dei ripetenti, dove Banfi stavolta è il padre di lei, e in La liceale seduce i professori, dove i due attori sono invece legati dalla parentela zio-nipote. Hanno infine recitato insieme anche in L’infermiera di notte, replicando dinamiche già viste nei precedenti film.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Gloria Guida Johnny Dorelli

Gloria Guida e Johnny Dorelli

5. È sposata con il noto cantante e attore. Grazie allo spettacolo teatrale Accendiamo la lampada, del 1979, la Guida ha modo di conoscere il noto attore e cantante Johnny Dorelli, con il quale intraprende una lunga relazione. Dal loro amore nascerà poi la figlia Guendalina, per la quale la Guida deciderà di abbandonare le scene e dedicarsi alla famiglia. La coppia, infine, si sposerà ufficialmente soltanto nel 1991. Nel corso degli anni, hanno sempre mantenuto un velo di riservatezza sulla loro vita privata, evitando l’ingresso indesiderato del gossip in essa.

4. Hanno recitato insieme in alcuni film. Dopo essersi conosciuti sul palcoscenico di un teatro, i due hanno poi avuto modo di recitare insieme nel film Bollenti spiriti, del 1981, dove recitano nel ruolo di due eredi di uno stesso castello, trovandosi così a doverlo condividere malvolentieri. Il secondo titolo è invece Sesso e volentieri, basato su diversi episodi dove i due attori interpretano vari personaggi. La coppia ha infine avuto l’occasione di ritrovarsi anche sul set della miniserie Festa di Capodanno, uno degli ultimi titoli in cui ha recitato l’attrice.

Gloria Guida è su Instagram

3. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 26,5 mila persone. All’interno di questo, con un totale di oltre 900 post, la Guida è solita condividere numerose immagini relative alla propria quotidianità, tra curiosità e momenti di svago. Non mancano poi anche post relativi ai suoi nuovi lavori in televisione, come anche ricordi della sua passata carriera da attrice degli anni Settanta. Variegato e colorato, l’attrice ha sempre dimostrato una grande attenzione al proprio profilo, mantenendolo continuamente aggiornato.

Gloria Guida: oggi

2. È una conduttrice. A partire dal decennio appena trascorso la Guida è tornata ad essere un volto popolare della televisione italiana, prendendo da prima parte a programmi come Io canto, Lasciami cantare!, e Tale e quale show, dove ha avuto modo di impersonare le cantanti Patty Pravo, Raffaella Carrà, Arisa e Noemi. In seguito, ha collaborato come inviata per il programma Verissimo, mentre dal 2018 al 2019 ha condotto Le ragazze, dove si proponevano eventi della storia italiana raccontati attraverso il punto di vista di donne diverse per estrazione sociale e culturale.

Gloria Guida: età e altezza

1. Gloria Guida è nata a Merano, in Trentino-Alto Adige, Italia, il 19 novembre 1955. L’attrice è alta complessivamente 170 centimetri.

Fonte: IMDb

Star Wars IX: John Boyega difende J.J. Abrams e spara a zero sulla Disney

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Star Wars: L’Ascesa di Skywalker è stato preso di mira dai fan per molte ragioni diverse, ma il modo in cui il film ha trattato personaggi come Finn (John Boyega) e Rose (Kelly Marie Tran) è stato sicuramente al centro delle polemiche più accese. In molti hanno lamentato il modo in cui l’arco narrativo di Finn si sia concluso, mentre per quanto riguarda Rose, il suo ruolo è stato relegato ad un vero e proprio cameo rispetto all’episodio precedente, forse in risposta ad alcuni fan della saga che non avevano mostrato particolare interesse per il personaggio.

Adesso, in una lunga intervista a cuore aperto con GQ, John Boyega ha difeso il regista J.J. Abrams, ma ha riconosciuto che il suo personaggio è stato messo da parte nonostante sia sempre stato considerato una parte fondamentale del franchise: “Dovete lasciare in pace il mio amico”, ha dichiarato l’attore riferendosi al regista. “Non sarebbe nemmeno dovuto tornare per cercare di rimediare ai loro casini. Spesso ti lasci coinvolgere in alcuni progetti e sai già che non ti piacerà tutto. Quello che direi alla Disney è di non prendere un personaggio di colore soltanto per questioni di marketing e venderlo come più importante di quello che effettivamente è all’interno di un franchise dove poi verrà messo da parte. Non va bene. Lo dico apertamente.”

“Sapevate cosa fare con Daisy Ridley, sapevate cosa fare con Adam Driver”,ha continuato Boyega. “Sapevate cosa fare con tutti gli altri personaggi, ma quando si è trattato di Kelly Marie Tran, quando si è trattato di John Boyega… avete mandato a f*****o tutto. Cosa volete che dica?”

John Boyega parla della sua esperienza sul set di Star Wars

“Quello che vogliono che tu dica è: ‘Mi è piaciuto farne parte. È stata una grande esperienza’. Accetterò di dire una cosa del genere soltanto quando mi ritroverò a far parte di esperienze che possano veramente definirsi fantastiche”, ha ammesso senza mezzi termini l’attore. “Hanno dato tutte le sfumature ad Adam Driver, tutte le sfumature a Daisy Ridley. Siamo onesti! Daisy lo sa. Adam lo sa. Lo sanno tutti. Non sto dicendo nulla di nuovo.”

Sicuramente, le dichiarazioni di Boyega in merito alla sua esperienza con il franchise di Star Wars non possono lasciare indifferenti, anche se non è la prima volta che l’attore si scaglia apertamente contro la saga. Tuttavia, è innegabile che diversi personaggi di questa nuova trilogia abbiano ricevuto trattamenti diversi rispetto ad altri. Che sia stata esclusivamente colpa dello studio o in parte anche responsabilità di J.J. Abrams e Chris Terrio (co-autore della sceneggiatura), questo forse non lo sapremo mai…

Lucasfilm e il regista J.J. Abrams uniscono ancora una volta le forze per condurre gli spettatori in un epico viaggio verso una galassia lontana lontana con Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’avvincente conclusione dell’iconica saga degli Skywalker, in cui nasceranno nuove leggende e avrà luogo la battaglia finale per la libertà.

Il cast del film comprende Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian McDiarmid Billy Dee Williams.

Melissa Leo: 10 cose che non sai sull’attrice

Melissa Leo: 10 cose che non sai sull’attrice

Con una carriera iniziata in televisione e proseguita al cinema, l’attrice Melissa Leo ha conquistato ruolo dopo ruolo sempre maggiori attenzioni e onori. A partire dal nuovo millennio, in particolare, ha avuto modo di partecipare ad una serie di importanti titoli che ne hanno messo in luce la versatilità e il talento, portandola ai massimi riconoscimenti dell’industria. Ad oggi l’attrice continua ad essere particolarmente impegnata, divisa tra produzioni di vario genere, e sempre pronta a dimostrare nuove sfumature del proprio talento.

Ecco 10 cose che non sai di Melissa Leo.

Melissa Leo The Fighter

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Melissa Leo: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. Il debutto cinematografico dell’attrice avviene nel 1985 con il film Prostituzione, di cui è protagonista. Negli anni successivi, però, si dedica prevalentemente alla televisione, e tornerà a recitare in un film di rilievo soltanto nel 2003 con 21 grammi, con Sean Penn. Successivamente, prende parte a titoli come Le tre sepolture (2005), di Tommy Lee Jones, The Cake Eaters (2007), Frozen River – Fiume di ghiaccio (2008), Sfida senza regole (2008), con Robert De Niro, Stanno tutti bene (2009) e The Fighter (2010), con Christian Bale, con cui si consacra. Negli anni seguenti, è invece nel cast di Flight (2012), Attacco al potere (2013), Oblivion (2013), con Tom Cruise, Prisoners (2013), The Equalizer (2014), La grande scommessa (2015), Snowden (2016), La donna più odiata d’America (2017) e The Equalizer 2 – Senza perdono (2018), con Denzel Washington.

9. Ha preso parte a note produzioni televisive. Tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta, la Leo ha recitato prevalentemente in ruoli di rilievo per la televisione, affermandosi in particolare per le serie I ragazzi della prateria (1989-1990) e Homicide, dove recita dal 1993 al 1997 nel ruolo di Kay Howard. Terminata la serie, l’attrice ha ripreso a dedicarsi anche al cinema, dove ha ottenuto importanti risultati. Negli anni, tuttavia, non ha mancato di tornare sul piccolo schermo per serie e film come Treme (2010-2013), con John Goodman, Mildred Pierce (2011), Wayward Pines (2015), All the Way (2016), con Bryan Cranston, I’m Dying Up Here (2017-2018), e Un volto, due destini (2020).

8. Ha numerosi progetti futuri. Attualmente la Leo è più impegnata che mai, divisa tra numerosi film di prossima uscita che le permetteranno di imporsi nuovamente nell’industria e presso il grande pubblico. Il primo di questi titoli è il crime Body Brokers, con l’attore Frank Grillo. A seguire, sarà nell’action comedy Thunder Force, con Melissa McCarthy, nel thriller Measure of Revenge, nel drammatico Coast, nell’action Ida Red, in Shelter con Zazie Beetz, e nel drammatico Always on My Mind.

Melissa Leo e gli Oscar

7. Ha vinto il prestigioso premio. Nel 2011 l’attrice ottiene alcuni tra i maggiori riconoscimenti dell’industria per il ruolo di Alice Ward, madre del protagonista, in The Fighter. Tra questi, viene candidata come miglior attrice non protagonista al premio Oscar, che poi infine vince, consacrando la propria carriera. La Leo, inoltre, non era alla sua prima nomination, essendo già stata candidata nel 2008 come attrice protagonista per il film Frozen River – Fiume di ghiaccio, ma in quell’occasione venne sconfitta da Kate Winslet.

6. Il suo discorso è rimasto memorabile. Nel salire sul palco a ritirare il premio, l’attrice si è dimostrata particolarmente emozionata e sconvolta, a tal punto da rimanere inizialmente senza parole. Il silenzio viene tuttavia poi interrotto da quello che sarebbe diventato uno dei discorsi più memorabili di quell’edizione. In preda all’emozione, infatti, la Leo non si contiene ed esclama “When I watched Kate two years ago, it looked so f***ing easy”, riferendosi alla vittoria della Winslet l’anno in cui erano entrambe candidate. L’imprecazione genera immediatamente grandi risate e apprezzamenti per l’onesta, facendo della Leo la star della serata.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Melissa Leo Prisoners

Melissa Leo in The Fighter

5. Non si sentiva giusta per la parte. Nel film The Fighter, l’attrice interpreta il ruolo della madre dei due personaggi principali. Tuttavia, inizialmente, la Leo non era sicura di accettare la parte, poiché si considerava troppo giovane per questa. L’attrice, infatti, aveva soltanto 11 e 14 anni in più ai due attori protagonisti. Il regista riuscì però a tranquillizzarla a riguardo, affermando che grazie al trucco e alle luci avrebbe potuto tranquillamente sembrare la vera madre dei due. Dopo alcuni test, la Leo si convinse del risultato e accettò la parte che poi l’avrebbe portata all’Oscar.

4. È sempre rimasta nel personaggio. Attrice devota e pronta a tutto per dar vita ai propri personaggi, la Leo decise di rimanere nei panni di Alice Ward anche durante le pause tra le riprese. Ciò le permise di calarsi meglio nel ruolo, prendendo confidenza con il suo modo di pensare, muoversi e agire. Aggirandosi tra le location con anche i costumi del personaggio indosso, l’attrice venne spesso scambiata dai residenti locali per la vera Alice Ward, a dimostrazione di quanto la mimesi attuata dalla Leo fosse estremamente fedele e realistica.

Melissa Leo in Prisoners

3. Si è trasformata fisicamente per il ruolo. Nel thriller Prisoners, l’attrice interpreta il ruolo di Holly Jones, zia di Alex, sospettato del rapimento alla base del film. La Leo, che è solita cercare di trasformarsi quanto più possibile per calarsi meglio nei panni dei propri personaggi, richiese di poter indossare una parrucca grigia, e si fece inoltre preparare dai costumisti un posteriore in gommapiuma che potesse darle un aspetto più goffo. Inoltre, per caratterizzare ulteriormente la trasandatezza del personaggio, impedì che gli occhiali indossati venissero puliti alla fine di ogni giornata, così da mantenere quello sporco naturale.

Melissa Leo: chi è suo marito?

2. È molto riservata sulla propria vita personale. L’attrice è tanto devota all’arte della recitazione quanto legata alla propria privacy, da lei sempre difesa. Della sua vita al di fuori delle scene, infatti, si sa molto poco. Attualmente, non è infatti dato sapere se l’attrice abbia o meno una relazione in corso, e ad ogni modo non sembra essere sposata. L’unica notizia riguardo alla propria vita sentimentale è quella che l’ha vista legata per un breve tempo all’attore John Heard, con il quale ha avuto un figlio nel 1987.

Melissa Leo: età e altezza

1. Melissa Leo è nata a New York, Stati Uniti, il 14 settembre del 1960. L’attrice è alta complessivamente 163 centimetri.

Fonte: IMDb

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