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Peaky Blinders: cast, trama e personaggi

Peaky Blinders: cast, trama e personaggi

Quello delle serie tv è un universo assai competitivo, pieno di contenuti di generi differenti e adatti al pubblico di ogni età. Eppure, nonostante l’abbondanza di prodotti televisivi forniti dai network di tutto il mondo, solo alcune serie tv riescono davvero a incontrare il favore dei telespettatori. Tra queste, negli ultimi anni, c’è sicuramente Peaky Blinders, una serie tv britannica andata in onda sulla BBC.

Creata da Steven Knight, Peaky Blinders è una serie tv in costume, ambientata a Birmingham negli anni del primo dopoguerra, e che racconta delle vicende della famiglia criminale degli Shelby.

Peaky Blinders cast e trama

Ci troviamo a Birmingham nel 1919, in una città distrutta dalla Grande Guerra e dove la popolazione tenta di sopravvivere alla crisi sociale ed economica. Nel quartiere di Small Heath, vive la famiglia degli Shelby, legata al mondo del crimine. Soldato decorato, reduce della Prima Guerra Mondiale, il secondogenito Thomas Shelby (Cillian Murphy) è di fatto il boss della pericolosa gang dei Peaky Blinders. Una delle sue caratteristiche è quella di nascondere delle lamette nel risvolto del cappello così da avere sempre un’arma a portata di mano.

I Peaky Blinders controllano ogni attività criminale della città ma la leadership di Tommy viene messa a dura prova con l’arrivo dell’ispettore di polizia Campbell (Sam Neill), inviato da Winston Churchill con il compito di recuperare un carico di armi rubate, ripulire la città dai criminali e distruggere le pericolose organizzazioni comuniste e sovversive. A collaborare con Campbell c’è anche Grace Burgess (Annabelle Wallis), un’affascinante donna irlandese dal passato assai misterioso. Grace riuscirà per conto dell’ispettore a infiltrarsi nel clan Shelby, creando non pochi problemi ai Peaky Blinders.

Ma Campbell non è il solo problema degli Shelby. Thomas, infatti, deve fare i conti anche con un altro rivale, il boss Billy Kimber (Charlie Creed-Miles), con il quale condivide il mercato delle scommesse clandestine. A complicare ulteriormente la situazione è anche Ada Shelby (Sophie Rundle), sorella di Tommy, John (Joe Cole) e Arthur (Paul Anderson), innamorata di un operaio attivista comunista di nome Freddy Thorne (Iddo Goldberg), del quale resta incinta. Agli Shelby, quindi, non resta altro che allontanare Freddy dalla città perché Ada possa partorire il suo bambino lontano da occhi indiscreti.

Tuttavia, con il clan di Kimber che si fa sempre più invadente e Campbell alle calcagna, Thomas dovrà scendere a patti con famiglie rivali per ristabilire il controllo su Birmingham.

Peaky Blinders personaggi: la famiglia Shelby

In onda dal 2013, la serie tv Peaky Blinders è ormai arrivata alla sua quinta stagione e i personaggi, protagonisti delle avventure dei gangster di Birmingham, sono sempre di più.

Protagonista indiscusso della serie è Thomas Michael Shelby, detto Thommy, interpretato da Cillian Murphy, che è a capo dei terribili Peaky Blinders. Nonostante abbia prestato servizio come sergente maggiore dell’esercito britannico nella Prima Guerra Mondiale e sia stato decorato per il suo coraggio, Thommy è uno spietato criminale che gestisce ogni attività illecita della città insieme alla sua famiglia.

Thommy ha due fratelli e una sorella. Arthur W. Shelby Jr (Paul Anderson), è il maggiore dei fratelli Shelby nonché il più violento. A causa della sua partecipazione alla grande guerra, Arthur soffre di disturbo da stress post traumatico che si manifesta con improvvisi scatti d’ira che sfociano in violenza. Inoltre, a causa dei suoi continui sbalzi d’umore, il primogenito degli Shelby ha tendenze suicide.

John Michael Shelby (Joe Cole), anch’egli veterano di guerra, è il più piccolo dei fratelli ed è anche quello da temperamento meno violento. Vedovo e padre di ben quattro figli, John è attivo nella serie fino alla quarta stagione in cui resta vittima di un attentato da parte di alcuni nemici.

Nella famiglia Shelby, la quota femminile è divisa tra due persone. La prima è Ada Thorne (Sophie Rundle), unica sorella di Athurn, John, e Tommy. Dopo la sua travagliata storia con il sovversivo Freddie Thorne (Iddo Goldberg), relazione che ha generato un bambino, il piccolo Karl, anche Ada entra a far parte attivamente dei Peaky Blinders. Ad aiutare il clan a gestire gli affari illeciti c’è anche Elizabeth Gray, detta Polly (Helen McCrory), zia di Tommy e dei suoi fratelli, che svolge il ruolo di tesoriera.

Peaky Blinders personaggi: i villain della serie

In ognuna delle stagioni di Peaky Blinders, la famiglia degli Shelby si trova a dover combattere contro qualcuno che minaccia il clan e le sue attività illecite.

Nelle prime due stagioni, il villain per eccellenza è Chester Campbell (Sam Neill), poliziotto irlandese inviato da Churchill in persona per raddrizzare la città perduta di Birmingham. Ad aiutarlo nella sua difficile missione c’è la bella Grace Burgess (Annabelle Wallis), che lavora sotto copertura come baristta nel covo dei Peaky Blinders. Tuttavia, il fascino del male e del potere, finirà per corromperla e ben presto Grace passerà, per così dire, al lato oscuro della forza, abbandonando Campbell e la sua missione.

A mettere i bastoni tra le ruote a Tommy e ai Peaky Blinders, nella prima stagione c’è anche Billy Kimber (Charlie Creed-Miles), uno dei tanti boss della città che si occupa di scommesse clandestine sui cavalli e che gli Shelby dovranno neutralizzare. Dalla seconda stagione in poi, Kimber lascia il posto ad altri pericolosi criminali come Alfie Solomons, interpretato da Tom Hardy. Si tratta di un pericolo boss di una gang ebraica che controlla il quartiere di Camden Town, un uomo molto scaltro e intelligente ma anche estremamente violento e imprevedibile.

Ma Camden Town non è controllata solo dal terribile Solomons. Una fetta del territorio spetta, infatti, anche alla mafia italiana, capeggiata dal boss Darby Sabini (Noah Taylor), figlio di immigrati italiani, in guerra contro Alfie e Thomas per il controllo della città di Birmingham.

Nelle ultime stagioni, inoltre, dall’America arriva un altro nemico dei Peaky Blinders, il mafioso newyorkese Luca Changretta (Adrien Brody), trasferitosi in Inghilterra per compiere i suoi piani di vendetta.

Peaky Blinders 5: un finale shock

La quinta stagione di Peaky Blinders, andata in onda nel 2019, è come sempre ambientata nel Regno Unito ma stavolta, gli affari della famiglia Shelby si spingono ben oltre il vecchio continente.

La Shelby Company, attiva negli States già da molti anni, è adesso capeggiata da Ada Thorne, che si occupa degli affari di famiglia oltre oceano. La quinta e per adesso ultima stagione comincia il 29 ottobre del 1929, ovvero durante il cosiddetto ‘martedì nero’, giorno del crollo della borsa di New York. A causa dell’incompetenza di Michael che non non vende le azioni il giorno prima del crollo, la famiglia perde tutti i suoi investimenti costringendo quindi Tommy a trovare fonti di guadagno alternative per arginare i danni.

[SPOILER ALERT]

Tuttavia, il leader dei Peaky Blinders non sembra essere più quello di una volta. Dopo la morte di sua moglie Grace, Tommy inizia a fare uso di oppioidi per mitigare il dolore ma la sua dipendenza diventa sempre più preoccupante. A causa di queste sostanze, il boss è sempre in uno stato psicotico-paranoide, tormentato dalle visioni della sua defunta moglie che lo invita a unirsi a lei nell’aldilà.

Nonostante il suo alterato stato mentale ed emotivo, Tommy continua a occuparsi della gestione del clan ma ci sono nuovi problemi per lui all’orizzonte. Suo cugino, Michael Gray (Finn Cole), figlio di zia Polly, è ormai cresciuto ed è convinto di poter approfittare delle sue debolezze per prendere il comando dei Peaky Blinders. Inoltre, sullo scenario politico britannico si è appena affacciato un nuovo e inquietante personaggio, Oswald Mosley (Sam Claflin), sostenitore di Mussolini e del movimento fascista.

Per evitare l’ascesa di Mosley, gli Shelby dovranno formare nuove alleanze, anche con i clan rivali, e tentare così un colpo di stato.

Peaky Blinders 6 e 7: il futuro della serie

Grazie al successo ottenuto con le prime cinque stagioni, Steven Knight, creatore della serie, ha annunciato il rinnovo di Peaky Blinders per una sesta e una settima nonché ultima stagione. Tuttavia, la loro messa in onda è ancora molto lontana. A causa della pandemia di Corona Virus, ancora in corso, molte produzioni televisive e cinematografiche hanno purtroppo dovuto chiudere i battenti e rimandare le riprese a data da destinarsi.

Al momento dunque non sappiamo quando Peaky Blinders tornerà in onda né tanto meno quale sarà la trama delle stagioni finali. Tuttavia, considerato il finale della quinta stagione, possiamo immaginare quale sarà il naturale futuro della serie.

[SPOILER ALERT]

Nel finale della 5×06, infatti, abbiamo lasciato Tommy in preda alle allucinazioni a causa della morte della moglie, mentre disperato si punta una pistola alla tempia. Tuttavia è assai improbabile che il protagonista della serie alla fine prema il grilletto. Lo stesso Steven Knight ha infatti più volte ricordato che il destino ultimo della serie è sempre stato quello di arrivare a raccontare la storia degli Shelby durante la Seconda Guerra Mondiale.

La quinta stagione si apre con il crollo della borsa di New York nel 1929 e ripercorre in Europa tutte le fasi dell’ascesa del movimento nazi-fascista, soprattutto con l’introduzione del personaggio di Oswald Mosley. Interpretato nella serie da Sam Claflin, Sir Oswald Ernald Mosley è un personaggio realmente esistito e che ha fatto parte del mondo politico inglese, molto attivi negli anni trenta del novecento.

Politico di estrema destra e simpatizzante del movimento fascista italiano e del suo leader, Benito Mussolini, nel 1932 Mosley fonda l’Unione Britannica dei Fascisti. Il partito, che per un certo tempo venne appoggiato dai conservatori, acquisì una certa popolarità perché a favore dell’anticomunismo e del protezionismo.

Peaky Blinders streaming: dove vedere la serie

Le nuove stagioni di Peaky Blinders sono in arrivo anche se bisognerà attendere ancora un po’ prima di poter conoscere il destino di Tommy Shelby e compagni. Inoltre, stando a quanto dichiarato da Steven Knight, alla serie potrebbe anche seguire un film o uno spinoff. Nel frattempo, è possibile rivedere tutte le stagioni di Peaky Blinders in abbonamento sulla piattaforma streaming di Netflix.

Fonte: Wiki, IMDB

Omaggio al Maestro Ennio Morricone alla Cerimonia d’inaugurazione di Venezia 77

La Cerimonia d’inaugurazione della 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, trasmessa in diretta mercoledì 2 settembre su Rai Movie a partire dalle ore 19.00, si aprirà con un omaggio al Maestro Ennio Morricone, recentemente scomparso.

La Roma Sinfonietta, diretta dal Maestro Andrea Morricone, figlio di Ennio, e composta da 3 primi violini, 3 secondi violini, 1 viola, 1 violoncello e 1 contrabbasso, eseguirà sul palco della Sala Grande del Palazzo del Cinema, Il tema di Deborah, composta per la colonna sonora del film C’era una volta in America (1984) di Sergio Leone. La cerimonia d’apertura vedrà la presenza del figlio di Ennio, Marco, e dei famigliari.

Ennio Morricone, già Leone d’Oro alla carriera della Mostra del Cinema del 1995, è stato un musicista e compositore cinematografico tra i più influenti e prolifici della seconda metà del Novecento. In questo modo, la Biennale intende rendere omaggio al suo genio universalmente riconosciuto.

Venezia 77: pre-apertura con Molecole di Andrea Segre

Venezia 77: pre-apertura con Molecole di Andrea Segre

Il nuovo film del regista veneziano Andrea Segre (Io sono LiL’ordine delle coseIl pianeta in mare), il documentario Molecole (71’) realizzato nella Venezia chiusa per il coronavirus, sarà proiettato nella serata di Pre-apertura di martedì 1 settembre della 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, in Sala Darsena (Palazzo del Cinema) e al PalaBiennale al Lido.

Alla speciale serata-omaggio di Pre-apertura, con inizio alle ore 21.00, sarà invitato il pubblico di Venezia attraverso la collaborazione con i quotidiani “Il Gazzettino”“La Nuova di Venezia e Mestre” e il “Corriere del Veneto”.

Tra febbraio e aprile 2020 il regista Andrea Segre, mentre preparava due progetti per il teatro e per il cinema, è rimasto bloccato a Venezia a causa della diffusione del coronavirus e delle conseguenti misure di quarantena nazionale. Venezia è la città che ha ospitato e che ospita molti dei suoi progetti lavorativi, era la città di suo padre, una città complessa sotto molteplici aspetti. Questa pandemia ha “congelato” e svuotato il capoluogo veneto, riconsegnandolo alla sua natura e alla sua storia, ma anche – a livello personale – alle memorie familiari del regista, che in quei giorni ha raccolto appunti visivi e storie nel documentario Molecole. Riemerge così il legame con il padre veneziano, scienziato chimico-fisico e vero protagonista del film, morto dieci anni fa. Si mescolano in questo modo l’isolamento della città e quello più intimo e personale del regista, autore anche della sceneggiatura originale. Il film uscirà nelle sale cinematografiche a partire dal 3 settembre 2020.

“Per fare un film bisogna pensarlo, scriverlo, organizzarlo, girarlo. Per Molecole non c’è stato nulla di tutto ciò. Non mi sono nemmeno accorto di girarlo. L’ho vissuto ed è uscito da solo, in un tempo e una dimensione che non potevo prevedere. Molecole è sgorgato. Come l’acqua. Poterlo presentare come film di pre-apertura della Mostra è per me un grande onore, il modo migliore per ringraziare la città che lo ha fatto nascere.” (Andrea Segre)

Molecole, il film

Regia: Andrea Segre sceneggiatura: Andrea Segre interpreti: Gigi Divari, Elena Almansi, Maurizio Calligaro, Giulia Tagliapietra, Patrizia Zanella musica: Teho Teardo produzione: ZaLab Film con Rai Cinema, in associazione con Vulcano e Istituto Luce Cinecittà, in collaborazione con Teatro Stabile del Veneto Carlo Goldoni distribuzione: ZaLab Film   Italia 2020, 71’

Andrea Segre, il regista

Andrea Segre (Dolo, Italia, 1976) è regista di film e documentari. Il pianeta in mare (2019) è stato presentato Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2019. Il suo primo lungometraggio di finzione, Io sono Li (2011), è stato presentato a Venezia alle Giornate degli Autori, La prima neve (2013) ha partecipato alla sezione competitiva Orizzonti alla Mostra di Venezia, L’ordine delle cose (2017) è stato presentato alla Mostra come Proiezione Speciale. Tra i documentari, ha realizzato Lo sterminio dei popoli zingari (1998, film d’esordio), Marghera Canale Nord (2003, Proiezione Speciale a Venezia), Come un uomo sulla terra (2008), Il sangue verde (2010, presentato alle Giornate degli Autori), Mare Chiuso (co-diretto con Stefano Liberti, 2012, Evento Collaterale del Consiglio d’Europa a Venezia) e I sogni del lago salato (2015, Progetto Speciale alle Giornate degli Autori).

Jurassic World: Dominion, scene d’azione con il cast originale e i nuovi dinosauri

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Jeff Goldblum ha rivelato che Jurassic World: Dominion presenterà una scena d’azione con il trio originale ed un nuovo dinosauro. Dominion sarà l’ultimo film della trilogia di Jurassic World e dovrebbe portare a termine l’intero franchise dedicato ai dinosauri. La produzione del film è iniziata all’inizio di quest’anno, ma a causa della pandemia di Coronavirus le riprese si sono interrotte a metà marzo. Dominion è stata una delle prime produzioni di Hollywood a tornare sul set il mese scorso e, a parte un cambio di location a seguito di un’epidemia a Malta, pare che le riprese stiano procedendo senza intoppi.

Nonostante i dettagli della trama siano alquanto limitati in questo momento, pare che Jurassic World: Dominion segnerà la fine di un’era. Oltre al ritorno della maggior parte delle star di Jurassic World, Dominion ci riporterà ufficialmente alle radici del franchise di Jurassic Park. Per la prima volta dal film originale del 1993, infatti, Jeff Goldblum, Sam Neill e Laura Dern torneranno a lavorare insieme. In realtà, il personaggio di Ian Malcolm interpretato da Goldblum era già apparso in Jurassic World: Il Regno Distrutto, ma in quel caso si era trattato di un breve cameo. Le cose saranno molto diverse in Dominion, dal momento che proprio Neill ha promesso che tutti e tre gli attori avranno dei ruoli sostanziali.

Adesso, in una nuova intervista con Insider (la stessa in cui ha anticipato che presto tornerà a lavorare con Taika Waititi), Jeff Goldblum ha rivelato alcuni dettagli su ciò che i fan dovranno aspettarsi da Dominion. La cosa più eccitante che l’attore ha condiviso è che la prima scena che ha girato per il film di Colin Trevorrow è stata sia con Neill che con Dern, e anche se non ha potuto fornire dettagli concreti, non ha comunque nascosto la sua eccitazione. “La prima scena che abbiamo girato… era una scena con me, Laura e Sam ed eravamo… non posso rivelare troppo, ma siamo stati tutto il giorno rinchiusi un questo spazio ristretto”, ha dichiarato l’attore. “Lo vedrete! Lo scoprirete quando vedrete il film. Eravamo tutti e tre in questo spazio minuscolo ed eravamo minacciati da… non potrei dirlo! Una sorprendente fazione di creature preistoriche che probabilmente non avete mai visto prima.”

Sarà il Pyroraptor la nuova terrificante creatura di Jurassic World: Dominion?

Dalle parole di Goldblum, sembra che Ian, Ellie Sattler (Dern) e Alan Grant (Neill) si ritroveranno al centro dell’azione e che alcuni nuovi dinosauri daranno loro del filo da torcere. Anche se non è chiaro quali saranno questi nuovi dinosauri, potrebbe trattarsi dei Pyroraptor apparsi di recente in alcune foto dal set. I fan hanno già intravisto le varie creature che saranno incluse nel film, ma il Pyroraptor ha senza dubbio il potenziale per essere tra i più spaventosi. A rendere le cose ancora più eccitanti è il fatto che alcuni dinosauri non saranno ricreati attraverso la CGI: Dominion, infatti, utilizzerà l’animatronica, come confermato anche da Goldblum.

Jurassic World: Dominion vedrà sia Chris Pratt che Bryce Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella Pineda, Jake Johnson e Omar SyLaura Dern e Sam Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che avevano in Jurassic Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta in Jurassic World: Il Regno Distrutto.

Sedicicorto 2020: ecco le giurie della nuova edizione

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Sedicicorto 2020: ecco le giurie della nuova edizione

Sedicicorto Forlì International Film Festival, in programma dal 2 all’11 ottobre in edizione ibrida, in streaming su MyMovies.it e dal vivo alla Sala San Luigi e all’Auditorium Intesa San Paolo di Forlì, presenta le giurie delle sezioni competitive.

Animalab: Monica Manganelli, dopo il grande successo di Butterflies in Berlin, cortometraggio animato che ha fatto incetta di premi negli ultimi 12 mesi, torna a Forlì in veste ufficiale. La affiancheranno i colleghi artisti Virgilio Villoresi e la sudcoreana Jooyoung Soheili.

CortItalia: Elena Bouryka, regista e attrice, si dovrà confrontare, per decidere quale cortometraggio vincerà il concorso riservato alle produzioni italiane, con due giornalisti e direttori di festival. Boris Sollazzo, voce di Radio Rock, firma di Rolling Stone e direttore artistico di Linea d’Ombra Festival. E poi Steve Della Casa, uno dei pilastri di Hollywood Party, mitica trasmissione sul cinema alla Radio(3), ex direttore del Torino Film Festival e regista di documentari sulle sue passioni di celluloide, dai musicarelli al cinema horror classico italiano.

IranFest diventa una sezione competitiva a tutti gli effetti, giuria compresa, composta da Giancarlo Zappoli, direttore editoriale di MyMovies.it. Aitor Arenas Suso, direttore del festival di cortometraggi Humor en Corto, ovviamente incentrato su brevi film per far ridere. Infine, in rappresentanza dell’Iran, il regista Milad Tangshir, che con i suoi film è stato selezionato a Venezia, Torino e al Sundance.

Chiudiamo con la sezione Movie. Per il concorso internazionale i giurati saranno: il giornalista britannico e Presidente del board della Short Film Conference Laurence Boyce. Giacomo Manzoli, direttore del dipartimento delle arti dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. Infine, Sandrine Cassidy, produttrice e direttore del dipartimento festival e distribuzione della School of Cinematic Arts di LosAngeles.

A queste si aggiungono la giuria per la sezione sperimentale Experia, composta dal comitato di selezione di Sedicicorto, la giuria della sezione Animare, composta dai bambini iscritti alla newsletter dedicata del festival ai cui voti si aggiungeranno quelli arrivati sulla piattaforma di Il Cinemino, e la giuria per la sezione CortInLoco, composta dagli studenti della Scuola di Cinema di Cesena.

Sedicicorto Forlì International Film Festival 2020 si terrà dal 2 all’11 ottobre ed è realizzato con il contributo di Comune di Forlì, Film Commission Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna, DG Cinema e Audiovisivo – Mibact e Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì la sponsorship di Intesa San Paolo, Daniele Alessandrini Abbigliamento, Cantine DreiDonà e Acquainbrick, con il patrocinio del Parlamento Europeo e FEDIC.

The New Mutants: il cast parla del film arrivato finalmente in sala

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“Non abbiamo fatto un film di supereroi, ma un film in cui delle persone stanno passando un periodo difficile per scoprire qual è il loro posto nel mondo.” In poche parole si riduce a questo il succo di The New Mutants, il film di Josh Boone che è finalmente arrivato nelle sale italiane, dopo aver affrontato una serie di situazioni davvero complicate che ne hanno condizionato la produzione e ritardato l’uscita di quasi due anni.

Il film sui nuovi mutanti è nato in produzione alla Fox, la sua uscita è stata poi posticipata per delle necessità di reshoot, riprese aggiuntive, e poi si è trovato nel bel mezzo dell’acquisizione di Fox da parte di Disney. Successivamente, il film è stato ulteriormente posticipato a causa della pandemia di COVID-19 ancora in corso, per arrivare ad un’uscita in sordina proprio adesso, alla fine di una strana estate, proprio mentre il cinema e l’esperienza in sala si sta riprendendo.

Nessun reshoot per The New Mutants

Uno degli elementi più interessanti emersi nel corso della conferenza stampa con il regista e il cast protagonista, è stato che il film non è effettivamente passato sotto a nessuna ripresa aggiuntiva. Boone ha infatti detto che la produzione di The New Mutants era concluso alla vigilia della fusione e il procedimento che si è avviato di lì a poco ha impedito qualsiasi intervento sul girato, per cui il film è uscito soltanto con una rielaborazione di ciò che era già stato portato a termine durante le riprese ordinarie.

I giovani protagonisti hanno poi girato il film in un vero istituto per salute mentale, scelta che ha conferito molta autenticità alla loro recitazione e alla costruzione di un’ambientazione spettrale ed inquietante.

Per quanto riguarda il lavoro che il regista ha portato avanti in relazione ai fumetti di origine dei personaggi, tutti i protagonisti hanno dichiarato che il lavoro sul personaggio ha previsto una parte di ricerca sui testi, e quindi tutti hanno letto molti fumetti, ma allo stesso tempo, per cercare di realizzare un film che potesse essere capito e apprezzato da tutti, hanno costruito dei personaggi che fossero molto radicati nella realtà e nel momento emotivo che stavano vivendo in quel momento, così da fondere le necessità cinematografiche alle radici fumettistiche.

The New Mutants è un thriller con sfumature horror, originale e ambientato in un ospedale isolato dove un gruppo di giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche. Quando iniziano ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove abilità mutanti e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre cercano di fuggire. Diretto da Josh Boone e scritto da Boone e Knate Lee, il film vede nel cast la presenza di Maisie WilliamsAnya Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu Hunt Henry Zaga.

Lasciami andare: trailer del film con Stefano Accorsi

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Lasciami andare: trailer del film con Stefano Accorsi

Warner Bros ha diffuso il trailer del film Lasciami andare di Stefano Mordino che chiuderà la 77esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Nel cast Stefano Accorsi, Valeria Golino, Serena Rossi, Maya Sansa, Ludovico Benedetti.

Lasciami andare, il film

Marco (Stefano Accorsi) e Anita (Serena Rossi) scoprono di aspettare un figlio. Finalmente un raggio di luce nella vita di Marco, messa duramente alla prova dal dolore per la scomparsa di Leo, il suo primogenito avuto con la prima moglie Clara (Maya Sansa).  Improvvisamente però, nella vita di Marco e della sua ex moglie, irrompe Perla (Valeria Golino), la nuova proprietaria della casa dove la coppia abitava fino al tragico incidente. La misteriosa donna sostiene di sentire costantemente una strana presenza e la voce di un bambino che tormenta sia lei che suo figlio.  Marco si ritrova così combattuto tra i legami del passato e un futuro ancora da scrivere.

Venezia 77: il trailer e il manifesto di Lacci, film d’apertura

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Venezia 77: il trailer e il manifesto di Lacci, film d’apertura

Lacci, diretto da Daniele Luchetti (La nostra vita, Mio fratello è figlio unico, Il portaborse) e interpretato da Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura Morante, Silvio Orlando, Giovanna Mezzogiorno, Adriano Giannini, Linda Caridi è il film di apertura, Fuori concorso, della 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (2 settembre – 12 settembre 2020) diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale di Venezia.

“Negli ultimi tempi abbiamo avuto paura che il cinema potesse estinguersi – ha dichiarato Daniele Luchetti – E invece  durante la quarantena ci ha dato conforto, come una luce accesa in una caverna. Oggi abbiamo una consapevolezza in più: i film, le serie, i romanzi, sono indispensabili nelle nostre vite. Lunga vita ai festival, dunque, che permettono  di  celebrare  tutti assieme il senso vero del nostro lavoro. Se qualcuno ha pensato che potesse essere inutile, ora sa che serve a tutti. Con Lacci sono onorato di aprire le danze del primo grande festival di un tempo imprevisto”.

“Da 11 anni, la Mostra del Cinema non veniva aperta da un film italiano – ha dichiarato Alberto Barbera – La felice opportunità è offerta dal bellissimo film di Daniele Luchetti, anatomia della difficile coesistenza di una coppia, alle prese con tradimenti, ricatti emotivi, sofferenze e sensi di colpa, non senza un piccolo giallo che viene svelato solo nel finale.  Sostenuto da un cast eccezionale, il film è anche il segno del felice momento che sta attraversando il nostro cinema, in continuità con la tendenza positiva delle ultime stagioni che la qualità dei film invitati a Venezia quest’anno non potrà che confermare”.

Napoli, primi anni ‘80: il matrimonio di Aldo e Vanda entra in crisi quando Aldo si innamora della giovane Lidia. Trent’anni dopo, Aldo e Vanda sono ancora sposati. Un giallo sui sentimenti, una storia di lealtà ed infedeltà, di rancore e vergogna. Un tradimento, il dolore, una scatola segreta, la casa devastata, un gatto, la voce degli innamorati e quella dei disamorati. Dal romanzo di Domenico Starnone, per il “New York Times” uno dei 100 migliori libri del 2017, il nuovo film di Daniele Luchetti.

Lacci sarà proiettato mercoledì 2 settembre, nella Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido di Venezia, nella serata di apertura della 77. Mostra. Prodotto da IBC Movie con Rai Cinema, Lacci è scritto da Domenico Starnone, Francesco Piccolo e Daniele Luchetti. 

Daniele Luchetti – Nota biografica

Daniele Luchetti nasce a Roma nel 1960. La Sacher Film produce il suo primo film da regista, Domani accadrà (1988), che vince il David di Donatello per il miglior regista esordiente. Il successivo Il portaborse (1991) è il suo primo grande successo di critica, ottiene un’ottima accoglienza al festival di Cannes e vince il David di Donatello per la miglior sceneggiatura e per il miglior attore protagonista. Successivamente dirige La scuola (1995), I piccoli maestri (1998) e Mio fratello è figlio unico (2007), protagonisti Elio Germano e Riccardo Scamarcio, che viene presentato a Cannes nella sezione Un Certain Regard e si aggiudica 5 David di Donatello. Luchetti torna a Cannes nel 2010, questa volta in concorso, con il film La nostra vita interpretato da Elio Germano che sulla Croisette si aggiudica il Premio per la migliore interpretazione maschile. Il film ottiene inoltre tre David di Donatello incluso quello per il miglior regista. Il film più recente di Luchetti è Momenti di trascurabile felicità, realizzato nel 2019.

Chadwick Boseman: il tributo degli Avengers al compagno caduto

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La ABC ha trasmesso un video tributo dedicato a Chadwick Boseman, attore interprete di Black Panther che si è spento a soli 43 anni a causa di un cancro al colon. A partecipare al video tutti i suoi compagni Vendicatori, che hanno condiviso con occhi lucidi e voce spezzata il loro ricordo del collega di set.

https://twitter.com/CEvansNews/status/1300280367518289920?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1300280367518289920%7Ctwgr%5E&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.badtaste.it%2Fvideo%2Fchadwick-boseman-ecco-il-tributo-dei-marvel-studios-trasmesso-in-tv-negli-stati-uniti%2F444512%2F

 

https://twitter.com/carolwasps/status/1300290525577134081?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1300290525577134081%7Ctwgr%5E&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.badtaste.it%2Fvideo%2Fchadwick-boseman-ecco-il-tributo-dei-marvel-studios-trasmesso-in-tv-negli-stati-uniti%2F444512%2F

Morto Chadwick Boseman, la star di Black Panther

 

 

MCU: 10 grandi opportunità che la Marvel ha perso

MCU: 10 grandi opportunità che la Marvel ha perso

Nel corso degli anni, il MCU è stato elogiato dai fan di tutto il mondo per il modo in cui è riuscito a rappresentare sul grande schermo determinati personaggi (pensiamo a Captain America e Ant-Man) e anche per il modo in cui è riuscito ad adattare storie proveniente dai fumetti considerate molto complesse (come “Civil War” o “Infinity Gauntlet”). Tuttavia, l’universo condiviso non è esente da errori, e spesso si è lasciato sfuggire l’occasione di approfondire personaggi o avvenimenti in modi che avrebbero merito un riguardo maggiore. The Direct ha raccolto le 10 grandi occasioni mancate dell’Universo Cinematografico Marvel:

La morte di Zola

avengers: endgameAnche se i Marvel Studios hanno sempre avuto dei problemi ad uccidere i loro cattivi, come Ronan e Malekith, la distruzione del Dr. Zola in Captain America: The Winter Soldier ha particolarmente colpito i fan, che l’hanno sempre ritenuta uno spreco di potenziale.

Toby Jones ha interpretato in modo avvincente il personaggio ne Il primo vendicatore, per poi dargli una sfumatura più vendicativa ed inquietante in The Winter Soldier. Sfortunatamente, i server che lo tenevano in vita furono completamente distrutti quando Alexander Pierce tentò di uccidere Rogers e Natasha facendo saltare in aria il bunker in cui erano presenti Zola ed i nostri eroi. Tuttavia, le cose sarebbero potute andare diversamente, poiché Zola sarebbe dovuto sopravvivere per portare avanti la sua crociata contro Capitan America.

In uno storyboard che dovrebbe far riferimento ad una delle prime bozze del film, invece di Zola che viene distrutto dopo aver rivelato l’infiltrazione dell’HYDRA nello SHIELD, è lui che spiega quale sia il suo algoritmo. Ma, per un motivo che non scopriremo mai, i Marvel Studios hanno deciso di uccidere il personaggio.

Un nuovo team di Vendicatori

avengers endgameAlla fine di Avengers: Age of Ultron, il pubblico ha potuto godere dell’assaggio di un team completamente nuovo di Vendicatori guidato da Captain America e Black Widow, mentre War Machine, Falcon, Wanda e Vision avrebbero agito come suoi nuovi membri. Tuttavia, l’unica volta in cui i fan li vedono in azione insieme come una squadra è durante l’inizio di Captain America: Civil War, e anche in quel caso, non tutti gli eroi sono presenti. Poco dopo l’incidente provocante con Wanda, la squadra viene sciolta.

Non abbiamo mai visto o sentito parlare di nessuna delle loro altre missioni o di come si sono comportati da soli senza l’aiuto finanziario di Tony Stark e l’assenza di Bruce Banner. All’indomani degli eventi di Civil War, in Spider-Man: Homecoming si parla spesso degli Avengers che non si sono sciolti, anche se il team a cui si fa riferimento in quel film dovrebbe essere composto soltanto da Iron Man, War Machine e Visione, ma anche in questo caso i fan non vedono mai questa squadra in azione.

In effetti, esiste un concept art che mostra Visione e War Machine coinvolti nel salvataggio di alcuni civili su un traghetto, insieme ad Iron Man, ma tale concept non è mai stato utilizzato in sceneggiatura. Farli apparire insieme sarebbe stato molto utile per mostrare al pubblico come ci fosse ancora una squadra attiva di Vendicatori nel mondo, dal momento che Tony invita persino Peter a unirsi a loro alla fine del film.

Gli accordi di Sakovia

Oltre al fatto che i fan non hanno avuto modo di vedere queste temporanee formazioni di Vendicatori in azione, gli effetti degli accordi di Sokovia hanno avuto pochissima risonanza nell’universo condiviso, a parte Tony e Steve che si separano mentre gli altri eroi sono in fuga o agli arresti domiciliari.

Dopo Captain America: Civil War, gli Accordi vengono citati solo tre volte: una volta durante Spider-Man: Homecoming, quando uno degli insegnanti di Peter li menziona brevemente; una seconda volta in Avengers: Infinity War quando Ross ordina a Rhodey di arrestare Steve Rogers; infine in Ant-Man and the Wasp quando l’agente Woo spiega a Cassie perché Scott era agli arresti domiciliari.

In effetti, è davvero strano che questa legge non abbia più importanza nei film, soprattutto in quelli con protagonista di Spider-Man. In effetti, Tony non li menziona nemmeno una volta quando rimprovera Peter per essere andato contro i suoi desideri nel perseguire Avvoltoio. Inoltre, gli Accordi avrebbero potuto essere menzionati anche per il fatto che Tony ha svincolato Peter dall’essere costretto a firmarli, dal momento che fino a quel momento aveva avuto a che fare con crimini non propriamente “degni” di un Vendicatore. 

L’occhio di Nick Fury

Avengers: Infinity WarCaptain Marvel ha rivelato che l’origine del trauma oculare di Nick Fury era opera di un felino alieno. Anche se questo non è stato un enorme passo falso, avrebbe comunque potuto portare ad uno sviluppo del personaggio molto più significativo.

Nei fumetti, ci sono più origini relative all’occhio danneggiato di Fury, a seconda della continuity: tuttavia, fanno più o meno tutte riferimento a quando Fury venne inflitto da una granata vagante o da un’esplosione d’auto. In Captain America: The Winter Soldier, si sono fatti diversi riferimenti al motivo per cui il personaggio indossa una benda sull’occhio.

Nello specifico, Fury dice che il motivo per cui ha perso l’occhio è stato a causa di qualcuno “di cui si era fidato” in passato. Nello stesso film, si è andati anche oltre il mero intrigo, dal momento che Fury ha rivelato la sua ferita tanto a Pierce quanto al pubblico, palesando così dei segni causati da alcuni artigli. Ciò ha dato vita a tutta una serie di speculazioni, con alcuni fan che hanno cominciato a credere che Wolverine o altri importanti personaggi Marvel avessero tradito la fiducia di Fury.

Ecco perché non è difficile immaginare perché molti siano rimasti delusi quando è stato spiegato in Captain Marvel che la ferita di Fury è stata opera di Goose.

Zia May scopre che Peter è Spider-Man

Spider-Man: Far From HomeUna delle più grandi occasioni mancate di Spider-Man: Homecoming è certamente la scena in cui zia May scopre che Peter Parker è Spider-Man. A causa della natura del MCU, dopo la rivelazion non vediamo mai la discussione tra i due personaggi circa la natura da supereroe del ragazzo. Proprio per questo, i fan sono stati lasciati a speculare sulla dinamica tra Peter e zia May fino all’uscita di Spider-Man: Far From Home.

Ci si aspetterebbe che zia May esitasse a lasciare che Peter continuasse a essere Spider-Man. Tuttavia, in Far From Home, a questa rivelazione non viene mai dato il tipo di peso che merita, soprattutto perché nel primo film era implicito che zia May si sarebbe effettivamente opposta al fatto che  Peter fosse invischiato in situazioni tanto pericolose. Questo dovrebbe essere un momento enorme per entrambi i personaggi, ma purtroppo sullo schermo non è stato mai raccontato.

Il debutto di Black Panther e Captain Marvel

A causa all’ex CEO della Marvel Entertainment, Ike Perlmutter, Black Panther e Captain Marvel sono stati relegati nel dimenticatoio per anni, nonostante la passione e il desiderio di Kevin Feige di portarli sullo schermo (come dichiarato dallo stesso nelle varie interviste). Un film su Black Panther era in sviluppo dal 2008, mentre Captain Marvel aveva una sceneggiatura già nel 2013, ma abbiamo visto i rispettivi film soltanto nel 2018 e nel 2019.

Proprio per tali sconcertante sviluppi, entrambi sono arrivati quasi sul finire della “Saga dell’Infinito”, soprattutto Captain Marvel. Se i rispettivi film avessero avuto la possibilità di arrivare prima in sala, i fan avrebbero potuto vedere Black Panther interagire di più con personaggi come Tony Stark, e magari cementare ulteriormente Wakanda come paese nell’universo del MCU.

Edgar Wright e la regia di Ant-Man

Qualunque cosa i fan potessero pensare delle idee e delle intenzioni originali di Edgar Wright per il primo Ant-Man (che si tratti di includere il Regno Quantico o di uccidere Janet senza tante cerimonie), sarebbe stato, senza dubbio, uno dei film miglior film (almeno dal punto di vista registico) di questo gigantesco franchise. Noto essenzialmente per le sue satire di genere, Edgar Wright ha uno stile ben preciso, che quasi sempre fa ricorso ad un montaggio capace di rendere anche le azioni più banali estremamente coinvolgenti e istruttive.

Questo stile si sarebbe sposato alla grande con la personalità e le abilità di un personaggio come Ant-Man, quindi non c’è da meravigliarsi che i Marvel Studios abbiano deciso di assumerlo quando hanno iniziato a pensare al film. Sfortunatamente, come poi sappiamo tutti, Wright ha abbandonato il progetto per alcune “divergenze creative”. 

Ant-Man e Wasp “esclusi” dagli Avengers originali

The Avengers Oscar 2019

In una prima bozza di The Avengers, prima che Scarlett Johansson venisse scelta per il ruolo di Vedova Nera in Iron Man 2, Joss Whedon aveva inizialmente pianificato di includere anche Janet Van Dyne (alias The Wasp) nella squadra. Nel sequel Avengers: Age of Ultron, sempre Whedon aveva brevemente pensato di far apparire Hank Pym come il creatore di Ultron (omaggiando così i fumetti), ma alla fine cambiò idea.

Si tratta di un vero peccato, dal momento che se Ant-Man e The Wasp fossero stati introdotti come membri originali degli Avengers, Hank avrebbe potuto ancora essere il creatore originale di Ultron come lo è nei fumetti. Per non parlare del fatto che Janet, il personaggio letteralmente responsabile della nomina della squadra nei fumetti, avrebbe potuto avere maggiore rilevanza all’interno dell’universo condiviso.

Hulk

Sicuramente non è un segreto a questo punto che i fan non sia rimasti soddisfatti della storyline di Bruce Banner/Hulk in Avengers: Endgame. Alcuni fan hanno persino colto dei segni premonitori di ciò che la Marvel aveva in serbo per il Gigante Verde già in Thor: Ragnarok. Gli elementi della trama del fumetto “Planet Hulk” sono stati usati come mera vetrina per il personaggio, senza alcuna crescita per lo stesso.

D’altra parte, in quello stesso film, era la prima volta che la dinamica tra Hulk e Banner era più vicina ai fumetti, dove Hulk è una persona con desideri e bisogni definiti. Purtroppo, tale elemento viene appena accennato dopo che Hulk si trasforma di nuovo in Banner, mentre il resto del film lo tratta più come qualcosa sul quale poterci scherzare.

L’arco narrativo del personaggio è diventato ancora più confuso in Avengers: Infinity War, quando Hulk viene sconfitto da Thanos e si rifiuta di “uscire” per aiutare Bruce. In effetti, i fan non vedranno mai più Bruce trasformarsi in Hulk. In Endgame, il personaggio si è già sviluppato al di fuori di ciò che viene raccontato nel film, e tutto viene ridotto ad un brevissimo dialogo con Scott Lang.

Team-up che non vedremo mai

avengers infinity warLe interazioni tra personaggi del MCU che non vedremo mai sono forse le più dolorose, ma parte di ciò era comunque fuori dal controllo di Kevin Feige. La causa di determinati team-up che non vedremo mai è ascrivibile a diversi fattori, incluso il fatto che i Marvel Studios che non hanno mai avuto i diritti sui personaggi nella stesso momento.

Come accennato in precedenza nell’articolo, Tony Stark e T’Challa non si scambiano una singola battuta nell’universo condivso, nemmeno in Captain America: Civil War, e adesso non avranno mai più la possibilità di farlo, a causa del finale di Avengers: Endgame. La morte di Tony Stark significa anche che personaggi come gli X-Men e i Fantastici Quattro, che adesso possono finalmente essere introdotti nel MCU, non avranno la possibilità di condividere con lo schermo con determinati personaggi (pensiamo per esempio al Cap interpretato da Chris Evans), a causa della scadenza dei contratti di alcuni attori.

Comedians: al via le riprese del nuovo film di Gabriele Salvatores

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Sono iniziate venerdì  scorso a Trieste le riprese del nuovo film di Gabriele Salvatores Comedians, prodotto da Indiana Production e Rai Cinema in collaborazione con  Friuli Venezia Giulia Film  Commission.  Comedians di Trevor Griffiths è un testo teatrale scritto alla fine degli anni ‘70 ed è stato giudicato dalla critica come una delle più riuscite pièce teatrali del teatro inglese contemporaneo.

La pièce è stata rappresentata in tutto il mondo, la prima americana venne allestita a Broadway per la regia di Mike Nichols.  «Molti anni fa misi in scena Comedians per il Teatro dell’Elfo di Milano. Lo spettacolo, interpretato da giovani attori, che in seguito sono diventati molto famosi, venne replicato per tre anni di seguito e Griffiths ne fu molto contento e quando recentemente gli ho proposto di adattare il testo per lo schermo con grande entusiasmo mi ha risposto “Go ahead with all speed. You’ll do it well”.

Adattare per lo schermo il testo di Griffith dà sicuramente la possibilità di creare un film sulla comicità seppure non si tratti solo di questo.  Infatti, attraverso le varie performance il film ci farà riflettere sia sul significato di comicità che sull’importanza di fare delle scelte nella vita e di rimanere fedeli alle scelte fatte.

Nel cast del film Ale e Franz, Natalino Balasso, Demetra Bellina, Marco Bonadei, Elena Callegari, Aram Kian, Walter Leonardi, Riccardo Maranzana, Giulio Pranno, Vincenzo Zampa e con la partecipazione straordinaria di Christian De Sica.

Venezia 77: un poker di donne per il Premio Kinéo

Venezia 77: un poker di donne per il Premio Kinéo

Poker di donne al Premio Kinéo ideato e diretto da Rosetta Sannelli. Arrivano in Laguna, infatti, quattro splendide donne ad illuminare la 18. edizione dello storico riconoscimento: la ex Bond Girl, Olga Kurylenko, premiata per la sua bella interpretazione in The Room, Katherine Waterston (Animali Fantastici e dove trovarli), Anna Foglietta (Genitori quasi perfetti) e la giovane Sara Serraiocco (In viaggio con Adele, Lo spietato).

Tra gli altri personaggi attesi in Laguna, Oliver Stone, Mads Mikkelsen con la moglie, l’attrice e coreografa danese Hanne Jacobsen, Pierfrancesco Favino, Matteo Garrone, Marco D’Amore e la produttrice Martha De Laurentiis. D’Amore e De Laurentiis riceveranno l’ITTV/Kinéo Award, un premio nato dalla partnership tra il Kinéo e ITTV – The Italian Tv Festival di Los Angeles, ideato da Valentina Martelli, Cristina Scognamillo e Francesca Scorcucchi, dedicato alla migliore Serie televisiva italiana e volto a premiare la produzione TV e i protagonisti che hanno ottenuto maggiori consensi negli Stati Uniti.

Nel settembre del 2021, inoltre, il Kinéo volerà a Los Angeles, durante la II edizione di ITTV Festival dove sarà consegnato l’ITTV/KINEO premiando produzioni e protagonisti più amati.

Ospite d’onore del Premio Kinéo Maria Francesca Spatolisano, Chairman delle Nazioni Unite, Vice del Segretario Generale António Guterres, per il Coordinamento delle Politiche e Inter-Agency nel Dipartimento degli Affari Economici e Sociali. La Spatolisano è stata Ambasciatrice dell’Unione Europea all’ODEC e all’UNESCO.

Tra le sue funzioni anche il perseguimento di obiettivi di sviluppo sostenibile.

Tra le novità di quest’anno anche la sede, con la serata di premiazione all’aperto a Venezia in Campo Santa Sofia, a due passi da Ponte Rialto, e la cena ufficiale degli artisti nella dimora cinquecentesca dei Dogi Morosini: Ca’ Sagredo. Un modo per creare una vera e propria integrazione delle due realtà territoriali della Mostra.

 Con lo stesso spirito, ma guardando al futuro, torna, quindi, il Premio Kinéo, evento speciale collaterale della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dando appuntamento anche in streaming a sabato 5 settembre 2020 alle ore 13.30 per la conferenza stampa all’Italian Pavilion, all’Hotel Excelsior del Lido.

L’Associazione Kinéo, inoltre, promuoverà il convegno coordinato da Carlo Gentile del SNCCI, il 5 Settembre a Cà Sagredo, dalle ore 09.00 alle ore 14.00, durante il Meeting “The Next Present And The Future Of The Audiovisual. How a Video Can Change The World.”

“Qual è lo stato del sistema audiovisivo mondiale, il contributo che cinema, web e televisione possono dare e stanno dando per migliore il nostro mondo, l’ambiente, il clima ed il nostro modo di vivere?

Queste sono alcune domande a cui risponderanno i relatori e promotori rappresentanti delle Nazioni Unite, del CSC, della SIAE, della RAI, del Parlamento Italiano, dell’Istituto Luce-Cinecitta, della Cineteca di Milano, Vision Distribution e CinemAmbiente.

Il Premio Kinéo, si realizza col patrocinio del CSC (Centro Sperimentale di Cinematografia) e in collaborazione con l’AD del CSC Production, Marcello Foti, con SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori), ANEC (Associazione Nazionale Esercenti Cinema), con il SNCCI (Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani), e il sostegno della DGCA (Direzione Generale Cinema e Audiovisivo) del Mibact (Ministero per i Beni e le Attività Culturali). E’, inoltre, in collaborazione con la Giornata Mondiale del Cinema Italiano promossa dall’Intergruppo Cinema della Camera dei Deputati della Repubblica Italiana.

Christopher Nolan: “Nei miei film le emozioni provate col primo Bond visto al cinema”

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È cosa alquanto risaputa che Christopher Nolan sia un’amante del personaggio e della saga di James Bond. In occasione della promozione di Tenet, il regista ha parlato con GamesRadar del fatto che, durante la sua carriera, abbia sempre cercato attraverso i suoi film di ricreare le emozioni che lui stesso provò durante la visione al cinema de La spia che mi amava (The Spy Who Loved Me), decimo film della saga uscito nel 1977, con Roger Moore nei panni di 007.

In merito a ciò, il regista ha spiegato: “Il primo film di James Bond che ricordo di aver visto al cinema è stato La spia che mi amava con Roger Moore. Ancora oggi è uno dei miei preferiti, anche se è un film che cerco di non riguardare troppo spesso. Quando l’ho riguardato di recente, però, l’ho fatto vedere anche ai miei figli e ho rivissuto determinate emozioni”. 

“Credo di aver avuto sette anni quando lo vidi al cinema con mio padre”, ha spiegato Nolan. “Quello che ho sempre cercato di conservare da quella esperienza è la sensazione di avere la possibilità di saltare dentro lo schermo e di viaggiare in ogni angolo del pianeta vedendo cose straordinarie. Aveva una portata spettacolare davvero notevole. Era escapismo allo stato pure con l’aggiunta di una componente fantasy. D’altronde, c’era una macchina che diventava un sottomarino e altre cose del genere.”

Il regista ha poi aggiunto: “Penso di aver speso buona parte della mia carriera alla continua ricerca di quelle sensazioni, cercando di fornire attraverso i miei film un’analoga esperienza al pubblico. Ho sempre voluto riportare le persone a quel senso di meraviglia relativo a ciò che i film possono fare e dove ti possono accompagnare.”

Tenet di Christopher Nolan arriverà al cinema il 03 Agosto. Il cast annovera John David WashingtonRobert PattinsonElizabeth DebickiMichael CaineKenneth Branagh, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson Clémence Poésy. Il film, il primo lungometraggio di Nolan dal 2017, anno di uscita di Dunkirk, viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale.

The Suicide Squad: il personaggio che James Gunn ha preferito non includere

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In occasione del DC FanDome, la Warner Bros. ha finalmente svelato tutti (o quasi) i personaggi che vedremo nell’attesissimo The Suicide Squad che sarà scritto e diretto da James Gunn. Naturalmente, oltre ai personaggi già visti nel cinecomic di David Ayer del 2016, nella nuova iterazione di Gunn in arrivo al cinema il prossimo anno, ci saranno tutta una serie di personaggi mai visti prima sul grande schermo.

Di recente, il regista ha rivelato che la DC non gli ha mai imposto quali personaggi avrebbe potuto usare o meno nel suo film. Piuttosto, è stato lo stesso Gunn ad aver deciso di togliere dal film alcuni particolari villain. Come rivelato via Twitter, infatti, inizialmente nel film sarebbe dovuto apparire anche il personaggio di Dogwelder: alla fine, però, Gunn ha deciso di eliminarlo per una ragione ben precisa.

“Dogwelder è stato ovviamente preso in considerazione”, ha spiegato James Gunn in risposta alla domanda di un fan. “Ma sai… essendo un amante degli animali, non sono sicuro che sia qualcosa che personalmente vorrei vedere espresso attraverso il cinema.”

Dogwelder, un personaggio troppo “controverso” per The Suicide Squad

Nei fumetti, Dogwelder è un membro della Sezione 8. Lavora al fianco di diversi personaggi altrettanto bizzarri, come Flemgem e Shakes. Dogwelder ha un dono particolarmente strano: saldare cani morti su altri cattivi. Anche se The Suicide Squad presenterà scene di violenza, è chiaro dal ragionamento di Gunn che Dogwelder è un personaggio un po’ troppo “controverso” per il suo film, sottolineando quanto le “abilità” dello stesso non siano piacevoli da vedere sul grande schermo. In effetti, includere un personaggio come Dogwelder avrebbe potuto scatenare non poche polemiche…

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

Jeff Goldblum e Taika Waititi di nuovo insieme per un misterioso progetto

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Jeff Goldblum e Taika Waititi potrebbero tornare a lavorare insieme dopo Thor: Ragnarok. Questo è quello che ha lasciato intendere l’attore in una recente intervista con Insider, rivelando di aver parlato con Waititi della possibilità di realizzare qualcos’altro insieme, anche se al momento il progetto in questione sarebbe assolutamente top secret.

In Thor: Ragnarok, Goldblum ha interpretato il personaggio del Gran Maestro, un essere cosmico che governa il pianeta Sakara e che ama manipolare forme di vita inferiori come gli umani. Come dichiarato più volte dallo stesso attore, durante la lavorazione del film Waititi lo ha spesso incoraggiato a improvvisare sul set affinché “facesse suo” il personaggio, che di fatto è diventato molto amato dai fan anche grazie all’interpretazione di Golblum.

Sono un suo fan, ovviamente. Sono un fan di Taika Waititi”, ha dichiarato Jeff Goldbum. “Lo adoro. Lo adoravo anche prima di avere l’occasione di lavorare con lui e forse faremo qualcos’altro insieme. Abbiamo parlato di fare qualcos’altro che deve rimanere segreto al momento. Quel che è certo è che farei di tutto con lui.”

E se Jeff Goldblum apparisse nel nuovo film di Star Wars diretto da Taika Waititi?

In seguito alle dichiarazioni di Jeff Goldbum, in molti hanno cominciato a speculare sul fatto che l’attore e il regista possano tornare a lavorare fianco a fianco nel nuovo annunciato film della saga di Star Wars che sarà diretto e co-sceneggiato proprio da Taika Waititi. Anche la fonte ha ipotizzato che la nuova collaborazione tra i due potesse avere a che fare con la celebre saga fantascientifica. Per questo ha suggerito all’attore un possibile ruolo “alieno” all’interno del franchise, che per tutta risposta ha dichiarato: “Oh, sarebbe divertente. Beh, l’ho già fatto una volta per Taika e la Marvel, con Ragnarok, anche se ero un personaggio un po’ strano, cattivo. Ad ogni modo, posso immaginare di cosa parli.”

In attesa di scoprire nuovi dettagli sulla rinnovata collaborazione tra Goldblum e Waititi, ricordiamo che il film di Star Wars diretto dal regista neozelandese verrà scritto dallo stesso in collaborazione con Krysty Wilson-Cairns. Al momento non sappiamo ancora quando il film arriverà nelle sale.

Tenet: gli incassi internazionali superano le aspettative

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Tenet: gli incassi internazionali superano le aspettative

Tenet  di Christopher Nolan è ufficialmente arrivato in diversi mercati internazionali e i gli incassi del film nel primo weekend di apertura hanno indubbiamente superato le aspettative. I risultati al botteghino sono stati alquanto disastrosi quest’anno, dal momento che la pandemia di Covid-19 ha portato alla chiusura dei cinema e al posticipo di innumerevoli film.

Nelle ultime settimane i cinema hanno cominciato gradualmente a riaprire sia negli Stati Uniti che a livello internazionale, sebbene alcuni grandi mercati americani restino ancora chiusi. Tuttavia, dal momento che il Coronavirus è ancora un problema reale, in molti erano curiosi di vedere quale sarebbe stata la reazione del pubblico una volta che i cinema avrebbero riaperto e i film sarebbero tornati a circolare nelle sale.

Da molti Tenet è stato visto come il film che avrebbe “salvato” il cinema e, di conseguenza, gli incassi a livello mondiale. Anche prima dello scoppio della pandemia, il nuovo film di Nolan era uno dei titoli più attesi dell’anno. Inizialmente sarebbero dovuto arrivare nelle sale a Luglio, ma alla fine la Warner Bros. è stata costretta a ritardare l’uscita più e più volte.

Invece di aspettare che tutte le sale cinematografiche riaprissero su scala globale, lo studio ha deciso di procedere con un piano di rilascio non convenzionale. Di conseguenza, Tenet è stato lanciato prima in diversi mercati internazionali a partire dallo scorso 26 Agosto, mentre in alcune città degli Stati Uniti e in Cina debutterà alla fine di questa settimana, precisamente il 3 Settembre.

Come riportato da THR (via Screen Rant), Tenet è riuscito a scuotere il botteghino internazionale e a donargli nuova linfa vitale, arrivando ad incassare oltre 53 milioni di dollari, un risultato che ha superato di gran lunga le aspettative. Il risultato è il frutto degli incassi di oltre 40 mercati, incluso il Canada: soltanto 37 milioni di dollari provengono dalle aree dell’Eurpa, dell’Africa e del Medio Oriente.

Attraverso una nota ufficiale, il presidente del Warner Bros. Pictures, Toby Emmerich, ha dichiarato: “Siamo partiti da un fantastico inizio a livello internazionale e non potremmo essere più contenti. Christopher Nolan ha ancora una volta consegnato un film degno di un evento che richiede di essere visto sul grande schermo. Siamo entusiasti che il pubblico di tutto il mondo abbia l’opportunità di vedere Tenet.”

Tenet di Christopher Nolan arriverà al cinema il 03 Agosto. Il cast annovera John David WashingtonRobert PattinsonElizabeth DebickiMichael CaineKenneth Branagh, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson Clémence Poésy. Il film, il primo lungometraggio di Nolan dal 2017, anno di uscita di Dunkirk, viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale.

Ant-Man 3: il regista parla della “relazione egualitaria” tra Scott e Hope

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Ant-Man e Wasp sono due dei supereroi Marvel più importanti ed iconici. Essendo membri fondatori degli Avengers nei fumetti Marvel, i due eroi hanno finalmente ottenuto il tanto atteso debutto sul grande schermo in Ant-Man del 2015, ma poiché il film si concentrava su un arco narrativo ben preciso, ossia la redenzione di Scott Lang, la Wasp di Evangeline Lilly è stata “menzionata” soltanto alla fine, nello specifico nella scena a metà dei titoli di coda che ha anticipato il costume del personaggio.

Ant-Man and the Wasp ha finalmente mantenuto la promessa, mettendo Scott Lang e Hope van Dyne fianco a fianco in un’avventura che era in gran parte legata all’arco narrativo emotivo di Hope. I due minuscoli supereroi sono diventati un duo indistruttibile, che ha combattuto l’uno accanto all’altro nell’epico finale di Avengers: Endgame, e ora il regista di Ant-Man 3 ha fornito un aggiornamento su come il personaggio di Wasp si adatterà all’interno del terzo film.

In un’intervista con Yahoo Entertainment, il regista Peyton Reed ha fornito alcuni aggiornamenti sullo stato di Ant-Man 3 e sul futuro della relazione tra la Wasp di Evangeline Lilly e l’Ant-Man di Paul Rudd. Il corrispondente di Yahoo, Kevin Polowy, ha sottolineato l’equilibrio di genere portato al franchise di Ant-Man dando a Rudd e Lilly il medesimo compenso economico e lo stesso screentime a disposizione in Ant-Man and the Wasp. Polowy ha poi chiesto a Peyton Reed se ci si possa aspettare lo stesso per il terzo film. La risposta del regista è stata la seguente:

“Sono una partnership, e lei è una parte molto, molto importante di ciò… ed è stata una cosa molto gratificante. Immagino che tecnicamente siamo stati il ​​primo film Marvel con un’eroina presente nel titolo del film. Trovare quel tipo di equilibrio in quel film è stato molto importante per me, perché storicamente è un campo da gioco in cui entrano in scena gli uomini. Ma questo sta veramente, veramente cambiando… in un modo fantastico, aggiungerei.”

Quanto partiranno le riprese di Ant-Man 3?

Al regista è stato quindi chiesto se il team creativo abbia o meno già “modellato la storia” del terzo film. Reed ha risposto: “Sì. Niente è ancora ufficiale, ma stiamo lavorando tranquillamente. Stiamo lavorando nonostante la pandemia”. Come riportato dalla fonte, i piani sono quelli di iniziare a girare entro la fine del 2020, o al massimo all’inizio del 2021, e di far uscire il film già nel 2022.

Chadwick Boseman: il commovente tributo del regista di Black Panther

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Mentre la grande famiglia Marvel e l’intero mondo di Hollywood continuano a rendere omaggio a Chadwick Boseman, scomparso tragicamente lo scorso venerdì dopo una battaglia di quattro anni contro un cancro al colon, il regista di Black Panther, Ryan Coogler, ha condiviso – via Variety – un lungo e commovente tributo all’attore.

“Prima di condividere i miei pensieri sulla morte del grande Chadwick Boseman, porgo le mie condoglianze alla sua famiglia, che significava davvero tanto per lui. A sua moglie, Simone, soprattutto.

Ho ereditato la scelta del casting della Marvel e dei fratelli Russo in merito a T’Challa. È qualcosa di cui sarò per sempre grato. La prima volta che ho visto la performance di Chad nei panni di T’Challa, era in un taglio incompiuto di Captain America: Civil War. Stavo cercando di capire se dirigere Black Panther fosse o meno la scelta giusta per me. Non lo dimenticherò mai: ero seduto in una sala montaggio nel Disney Lot e stavo guardando le sue scene. La sua prima scena era con Scarlett Johansson nei panni di Black Widow, poi era con quel titano del cinema sudafricano che risponde al nome di John Kani, che interpretava il padre di T’Challa, King T’Chaka. È stato in quel momento che ho capito che volevo fare quel film. Dopo che il personaggio di Scarlett li lascia, Chad e John hanno iniziato a conversare in una lingua che non avevo mai sentito prima. Suonava familiare, pieno degli stessi click e smack che i bambini di colore fanno negli Stati Uniti. Gli stessi click che spesso vengono considerati irrispettosi o impropri. Ma avevano una musicalità che sembrava antica, potente e africana.

Ho finalmente incontrato Chad di persona all’inizio del 2016, una volta che aveva firmato per dirigere il film. Si è intrufolato tra i giornalisti che si erano radunati per una conferenza stampa che stavo tenendo per Creed, ci siamo incontrati nella green room. Abbiamo parlato delle nostre vite, del tempo che ho passato a giocare a calcio al college e del tempo trascorso alla Howard a studiare per diventare un regista, della nostra visione collettiva per T’Challa e Wakanda. Abbiamo parlato dell’ironia di come il suo ex compagno di classe della Howard, Ta-Nehisi Coates, stesse scrivendo l’attuale arco narrativo di T’Challa con la Marvel Comics. E di come Chad conosceva lo studente della Howard, Prince Jones, il cui omicidio da parte di un agente di polizia ha ispirato le memorie di Coates ‘Between The World and Me’.

Sarebbe stata la prima di molte conversazioni. Chad era una persona speciale. Parlavamo spesso delle nostre origini e di cosa significa essere africani. Durante la preparazione per il film, rifletteva attentamente su ogni decisione, ogni scelta, non solo per come si sarebbe riflessa su se stesso, ma anche per il tipo di risonanza che avrebbero avuto. Non avevo idea se il film avrebbe funzionato. Non ero sicuro di sapere cosa stavo facendo. Ma guardando indietro, mi rendo conto che Chad sapeva qualcosa che tutti noi non sapevamo. Stava guardando oltre l’ostacola. Il tutto, mentre si impegnava tantissimo. E si è impegnato veramente tanto.

Ryan Coogler su Chadwick Boseman: “Era un leader, un uomo di fede, dignità e orgoglio”

Chad dava un profondo valore alla sua privacy e io non ero al corrente dei dettagli della sua malattia. Dopo che la sua famiglia ha rilasciato quella dichiarazione, mi sono reso conto che ha convissuto con la sua malattia per tutto il tempo che l’ho conosciuto. Era una persona che si prendeva cura degli altri, un leader e un uomo di fede, dignità e orgoglio, ha protetto i suoi collaboratori dalla sua sofferenza. Ha vissuto una vita bellissima. E ha fatto della grandissima arte. Giorno dopo giorno, anno dopo anno. Ecco chi era. Era uno spettacolo pirotecnico epico. Racconterò storie sull’aver assistito ad alcuni di quei fuochi d’artificio fino alla fine dei miei giorni. Che segno incredibile ha lasciato per tutti noi. 

Non ho mai sofferto per la perdita di una persona così prima d’ora. Ho passato l’ultimo anno a preparare, immaginare e scrivere parole da fargli dire, che non eravamo destinati a vedere. Mi lascia a bocca aperta sapere che non sarò più in grado di vederlo di nuovo in primo piano sul monitor o di avvicinarmi a lui e chiedergli un altro ciak. 

Mi fa ancora più male sapere che non potremmo avere un’altra conversazione, chiamarci su facetime o scambiarci messaggi. Mi mandava ricette vegetariane e regimi alimentari per me e la mia famiglia da seguire durante la pandemia. Controllava me e i miei cari, chiedeva come stavamo, anche se stava affrontando il flagello del cancro.

Nella culture africana ci riferiamo spesso a persone care che non ci sono più come antenati. A volte sono persone geneticamente legate a noi. A volte non lo sono. Ho avuto il privilegio di dirigere scene del personaggio di Chad, T’Challa, mentre comunicava con gli antenati di Wakanda. Eravamo ad Atlanta, in un magazzino abbandonato, con blu-screen ed enormi luci cinematografiche, ma la performance di Chad ha reso tutto profondamente reale. Penso che sia stato perché dal momento in cui l’ho incontrato, gli antenati hanno comunicato attraverso di lui. Adesso capisco come sia stato in grado di ritrarre abilmente alcuni dei nostri antenati più importanti. Non avevo dubbi che sarebbe sopravvissuto e avrebbe continuato a benedirci con altri ruoli. Ma è con il cuore gonfio di lacrime e con un senso di profonda gratitudine per essere stato in sua presenza, che devo fare i conti con il fatto che anche Chad è ora un antenato. E so che veglierà su di noi, finché non ci rivedremo.”

Robert Pattinson non ha chiesto consigli a Christopher Nolan su Batman

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Il regista Christopher Nolan ha rivelato di non aver dato alcun consiglio a Robert Pattinson su Batman durante la produzione del suo ultimo film Tenet. Pattinson, che ha raggiunto la fama mondiale grazie al ruolo del vampiro Edward Cullen nel franchise di Twilight, ha trascorso la maggior parte degli ultimi dieci anni cercando di prendere le distanze da quei film.

Da Cosmopolis a Maps to the Stars (entrambi diretti da David Cronenberg), passando per Good Times, High Life e il più recente The Lighthouse, Robert Pattinson ha dimostrato in più di un’occasione di essere un attore dotato di un notevole talento. Ora che è riuscito a scrollarsi di dosso l’immagine di “idolo delle adolescenti”, Pattinson sta cercando nuovamente di farsi strada nel mondo dei grandi blockbuster, recitando prima in Tenet di Christopher Nolan e accettando poi il ruolo di Bruce Wayne nel nuovo cinecomic DC dedicato alle avventure del Crociato di Gotham, l’atteso The Batman, che sarà diretto da Matt Reeves.

Durante una recente intervista con CNA, è stato chiesto a Nolan se Pattison (che ha scoperto di essere stato scelto per il ruolo di Batman proprio durante le riprese di Tenet) gli abbia mai chiesto qualche consiglio in merito al personaggio. Nolan ha spiegato che Pattinson non gli ha mai chiesto nulla, e che durante le riprese del suo film c’è stato un “rispettoso silenzio” attorno alla vicenda. Ciononostante, il regista ha ammesso che smesso si è giocato sulla cosa durante le riprese e che una volta ha anche parlato con Pattinson della grossa sfida che lo attendeva.

“Di certo non mi ha chiesto alcun consiglio”, ha spiegato Christopher Nolan. “Abbiamo mantenuto un rispettoso silenzio sulla questione fino quasi alla fine delle riprese. Abbiamo solo detto un paio di cose e fatto un paio di battute. Abbiamo giusto parlato un po’ dei vari aspetti della vicenda e di ciò che avrebbe dovuto affrontare.”

Robert Pattinson e quel giusto mix di rabbia e ingenuità necessari al nuovo Batman

Considerato il passato di Nolan con Batman – la sua trilogia de Il cavaliere oscuro ha incassato quasi un miliardo di dollari al botteghino, con il finale della trilogia, Il cavaliere oscuro – Il ritorno, che è riuscito persino a battere quel record – è alquanto sorprendente scoprire che Pattinson non abbia approfittato della collaborazione con Nolan per cercare di ottenere qualche buon consiglio. Tuttavia, Nolan è noto per la sua natura misurata e riservata, e probabilmente non pensava che fosse appropriato mettere bocca nella produzione di qualcun altro.

Nonostante la mancanza di input da parte di Nolan sul personaggio, Robert Pattinson sembra essere molto a suo agio nel ruolo, come ha dimostrato anche il teaser ufficiale di The Batman, anche se è ancora presto per emettere un giudizio più completo. Data la sua giovane età, rispetto alla maggior parte degli attori che hanno interpretato il ruolo, Pattinson sembra incarnare la giusta combinazione di rabbia e ingenuità necessaria per portare sul grande schermo il Crociato di Gotham nel suo secondo anno da vigilante. 

Shrek: curiosità, personaggi e cast dei film sul celebre orco verde

Quando nel 2001 il film Shrek arriva nei cinema di tutto il mondo, il genere dell’animazione cambia per sempre. Con l’uscita dei successivi tre sequel, quello di Shrek diventa un vero e proprio fenomeno globale, dando vita ad uno dei franchise animati più redditizi di sempre. Grazie ai suoi numerosi riferimenti alla cultura di massa, come anche l’utilizzo di una comicità scorretta e cinica, si è affermato come un vero e proprio apri pista per i numerosi imitatori venuti negli anni a seguire.

Tra spin-off, cortometraggi, speciali e serie televisive, videogiochi, fumetti e attrazioni, Shrek è oggi uno dei personaggi più iconici e onnipresenti del nostro presente. Esso è basato sul protagonista dell’omonimo libro illustrato del 1990 di William Steig, poi riadattato per permettergli di assumere i connotati richiesti dal mezzo cinematografico. Il nome scelto dall’autore, Shrek, deriva dal termine in lingua tedesca “schreck” e dal termine in yiddish “שרעק” (shreck), che significano “paura”, “terrore”.

Serie dei record, i film di Shrek si sono affermati come indiscussi campioni di incassi, nonché come alcuni tra i maggiori successi economici per quanto riguarda i film d’animazione. Complessivamente, a fronte di un budget complessivo di circa 535 milioni di dollari, i quattro film della serie riuscirono a guadagnare a livello mondiale circa 3 miliardi. Shrek è stato anche il primo vincitore dell’Oscar al miglior film d’animazione, categoria introdotta proprio nel 2002. Attualmente, invece, non si conosce il futuro della saga. Un quinto capitolo è stato più volte promesso, ma al momento non sono state rilasciate nuove notizie a riguardo.

Shrek: la trama dei film

Shrek (2001)

La storia è quella di un grosso orco verde di nome Shrek, che vive nella tranquillità della sua palude, evitando ogni contatto con qualunque altra forma di vita, in particolare gli umani. La sua pace verrà però infranta nel momento in cui il terribile Lord Farquaad, regnante della città di Duloc, decide di esiliare e far sparire dal regno tutte le creature magiche, considerandole inutili. È così che l’orco si imbatte in un asino parlante di nome Ciuchino, che riuscito scappare dalle guardie troverà protezione presso Shrek. Ben presto, però, la palude dell’orco viene invasa da tutte le creature magiche rimaste senza casa. Pur di mandarle via, Shrek si dice disposto ad andare a protestare con Farquaad.

Arrivato a Duloc, egli si ritrova nel bel mezzo di un torneo, volto a stabilire colui che sarà incaricato di liberare la Principessa Fiona. Grazie ad un matrimonio con questa, infatti, Farquaad aspira a diventare re. Shrek si ritrova così alla fine ad essere il prescelto per la missione, con la promessa che se porterà a termine quanto richiestogli la sua palude verrà liberata dagli sfollati. Shrek intraprende così un viaggio lontano da casa alla ricerca della principessa, in compagnia del fido Ciuchino. Quello che non sanno, è che il castello dove è rinchiusa Fiona è sorvegliato da un pericoloso drago.

Shrek 2 (2004)

Dopo gli eventi del primo film, Shrek e la principessa Fiona sono ora felicemente sposati e si godono il loro viaggio di nozze. Al loro ritorno, tuttavia, li aspetta la richiesta dei genitori di lei di incontrare il principe che l’ha coraggiosamente salvata. I due reali rimangono però sconvolti nello scoprire che la figlia abbia deciso di non spezzare l’incantesimo che l’ha resa un’orchessa, sposando per di più un vero orco. Da quel momento in poi, comincia una vera e propria sfida piena di tensione tra Shrek e il Re Harold.

Questi, che aveva sempre desiderato che la figlia sposasse un vero principe, finisce con il chiedere l’aiuto della Fata Madrina, la quale proverà in tutti i modi a far finire il matrimonio della principessa per darla invece in sposa a suo figlio, il vanitoso principe Azzurro. La cosa si rivela però più complessa del previsto, e così viene organizzato un piano per uccidere Shrek. Reclutato a tal fine, il Gatto con gli stivali finirà però con il diventare amico dell’orco, e li aiuterà nello sventare i malvagi piani della Fata. Per Shrek sarà a questo punto fondamentale dare ulteriore prova del suo valore, tanto per Fiona quanto per i genitori di lei.

Shrek Terzo (2007)

Nel regno di Molto Molto Lontano, dove Shrek e Fiona si sono stabiliti, il re Harold è giunto al termine della sua vita a causa di una malattia. Arthur Pendragon, un lontano cugino, viene indicato come possibile erede al trono. Shrek si trova così a doversi rimettere in viaggio, partendo alla ricerca di questi in compagnia del fido Ciuchino e del Gatto con gli stivali. Come sempre, i tre si troveranno a dover affrontare numerosi pericoli nel corso del loro cammino. Ma pur di trovare l’erede e tornare a vivere una vita tranquilla, Shrek si dimostra disposto a tutto. Al momento della sua partenza, inoltre, scopre di essere in procinto di diventare padre.

Nel frattempo, Azzurro, distrutto dalla morte della madre Fata Madrina, medita di riconquistare il regno e vendicarsi di Shrek. Per riuscire in ciò si reca alla locanda ‘La Mela Avvelenata’, covo dei principali cattivi delle favole. Il principe li convince a diventare il suo personale esercito per riprendersi Molto Molto Lontano. Quando Shrek è ormai lontano, Azzurro sferra un feroce attacco e invade il regno. Fiona, rifugiatasi nel tentativo di non essere catturata, dovrà ora fare affidamento sulle proprie capacità, stando però attenta a proteggere il figlio che porta in grembo.

Shrek e vissero felici e contenti (2010)

Con il quarto capitolo della serie, Shrek e vissero felici e contenti, il protagonista è ora il padre amorevole di tre orchetti. Le sue giornate, però, si ripetono tutte uguali a se stesse tra il caos della sua palude invasa dalla sua famiglia, Ciuchino, la suocera Lilian, il Gatto e altri loro amici. Incastrato così in una routine che non gli permette di dare sfogo alla propria essenza, Shrek inizia nutrire il desiderio di poter tornare alla sua vecchia vita solitaria e pacifica. Sempre più in preda alla disperazione, egli si lascerà ingannare dal terribile nano Tremotino, con cui stringe un patto per poter rivivere un giorno della sua vecchia vita da orco in cambio di un giorno a caso del suo passato.

Il patto si rivela però una trappola, in quanto Tremotino ha sottratto all’orco il giorno della sua nascita, catapultandolo di conseguenza in un mondo parallelo in cui non è mai esistito. In questa realtà, Tremotino è diventato il dittatore di Molto Molto Lontano, dove gli abitanti vivono nella miseria, mentre gli orchi vengono cacciati e schiavizzati dalle streghe. Cosa più importante, Shrek scopre di non aver mai incontrato Fiona. L’orco avrà a questo punto soltanto un giorno di tempo per poter rimediare a tutto ciò, deciso a sfruttare l’unica clausola presente nel contratto del malefico nano, relativa all’ottenimento del bacio del suo vero amore.

Shrek: lo spin-off della serie

Il gatto con gli stivali (2011)

Prime, e ad ora unico, spin-off cinematografico della serie di Shrek, Il gatto con gli stivali racconta le origini dell’amato personaggio già precedentemente incontrato. Tutto ha inizio in un orfanatrofio spagnolo, dove crescono insieme come fratelli Gatto e Humpty Alexander Dumpty, un uovo dalle sembianze umane. I due amici per la pelle coltivano un grande sogno, ovvero quello di trovare i famosi fagioli magici per poter arrivare all’oca dalle preziose uova d’oro. Crescendo, però, le loro strade sono destinate a dividersi. Humpty, geloso del suo compagno d’infanzia, diventa un criminale, in coppia con la scaltra gattina kitty “Zampe di Velluto”, mentre Gatto si ritrova ad essere un irresistibile latin-lover benvoluto da tutti in seguito ad un eroico salvataggio.

Coinvolto con l’inganno in una rapina, Gatto si ritrova però ad essere un fuorilegge. Alla ricerca di un modo per riscattare il proprio nome, viene infine a sapere che dei criminali si sono appropriati dei leggendari fagioli magici. Decide allora di unire le forze con il suo ex amico Humpty e la gattina Kitty, con l’intento di recuperare il bottino. Inizia così per lui un lungo viaggio, ricco di imprevisti e pericoli, dove dovrà imparare a fidarsi di chi gli sta intorno e dove avrà modo di dar prova del suo grande valore e delle sue abilità di spadaccino.

Shrek: i doppiatori dei personaggi

Una delle punte di diamante dei film sono i numerosi celebri attori che si sono avvicendati nel doppiaggio dei personaggi principali e più apprezzati della saga. Voce originale dell’orco Shrek è il comico Mike Myers. Questi, particolarmente legato al personaggio, decise di rifare da capo il doppiaggio del personaggio, decidendo di conferirgli un marcato accento scozzese. Tale scelta è motivata dal fatto che questo gli ricordava il modo in cui sua madre gli leggeva le favole. Iconico è poi il ruolo svolto dall’attore Eddie Murphy, il quale ha reso celebre il personaggio di Ciuchino grazie alla propria interpretazione. Conclude il trio di protagonisti la principessa Fiona, la quale sfoggia la voce dell’attrice Cameron Diaz.

Celebri sono anche le partecipazioni degli attori John Lithgow, per il ruolo di Lord Farquaad, e Vincent Cassel, per Monsieur Hood, presenti nel primo film. Per Shrek 2, invece, si ha Antonio Banderas, per Gatto con gli stivali, Julie Andrews, per la regina Lillian, e Rupert Everet, per il principe Azzurro. Nel terzo film sono invece presenti le voci di Justin Timberlake, per Arthur Pendragon, John Krasinski, per Sir Lancillotto, e Seth Rogen, nei panni del Capitano della Nave. Al quarto ed ultimo film, invece, hanno partecipato Walt Dohrn, per il personaggio di Tremotino, e Jon Hamm, per quello di Brogan l’orco.

Shrek personaggi

Shrek: dove vedere i film in streaming

Per gli appassionati della saga, o per chi deve ancora vederla e desidera farlo, è possibile trovare i film di Shrek su alcune delle principali piattaforme streaming presenti sul Web. Tra queste si annoverano Amazon Prime Video, Rakuten TV, Microsoft Store, Google Play, Now Tv, Chili Cinema, Tim Vision e Apple iTunes. Per usufruirne, in base alla piattaforma prescelta, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare semplicemente i singoli film. A questo punto sarà possibile vederli in tutta comodità e al meglio della qualità video.

Fonte: IMDb

 

 

Mi chiamo Francesco Totti, il poster del docufilm

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Mi chiamo Francesco Totti, il poster del docufilm

Mi chiamo Francesco Totti verrà presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma e sarà nelle sale come evento speciale il 19, 20 e 21 ottobre, distribuito da Vision Distribution.

MI CHIAMO FRANCESCO TOTTI

È la notte che precede il suo addio al calcio e Francesco Totti ripercorre tutta la sua vita, come se la vedesse proiettata su uno schermo insieme agli spettatori. Le immagini e le emozioni scorrono tra momenti chiave della sua carriera, scene di vita personale e ricordi inediti. Un racconto intimo, in prima persona, dello sportivo e dell’uomo.

Diretto da Alex Infascelli, soggetto e sceneggiatura di Alex Infascelli e Vincenzo Scuccimarra, il film è tratto dal libro Un Capitano scritto da Francesco Totti con Paolo Condò (edito da Rizzoli).

Prodotto da Lorenzo Mieli, Mario Gianani e Virginia Valsecchi, una produzione The Apartment e Wildside, entrambe del gruppo Fremantle, con Capri Entertainment, Fremantle, con Vision Distribution e Rai Cinema, in collaborazione con Sky e Amazon Prime Video. Sarà distribuito da Vision Distribution nelle sale italiane, che ne curerà anche le vendite internazionali.

Dragon Trainer: curiosità, personaggi e cast della trilogia d’animazione

Acclamata trilogia d’animazione della DreamWorks Animation, Dragon Trainer ha negli anni conquistato generazioni di spettatori da tutto il mondo con le sue storie ricche di magia ed emozioni. Composto da tre film, il titolo è poi diventato un vero e proprio franchise grazie a cortometraggi, serie televisive, fumetti, videogiochi e molto altro. Ciò a conferma di quanto, dal 2010 ad oggi, Dragon Trainer sia ormai entrato a far parte dell’immaginario comune, affermandosi come uno dei migliori prodotti d’animazione degli ultimi anni.

Il primo film venne tratto dal romanzo Come addestrare un drago, pubblicato nel 2003 da Cressida Cowell. Tuttavia, nell’approcciarsi alla sceneggiatura, i registi Chris Sanders e Dean DeBlois decisero di distaccarsi dalla trama originale per dare al film un tono più maturo. Diverse differenze sono così state apportate rispetto al testo di partenza, e queste si sono poi rivelate decisive per il grande successo del film. Molto apprezzato, infatti, è stato il processo di crescita che porta il protagonista dall’essere un recalcitrante guerriero ad un valoroso esperto di draghi.

Nel corso della sua storia la trilogia ha ricevuto numerosi onori, con ognuno dei titoli candidato come miglior film d’animazione al premio Oscar. Particolarmente entusiasti sono anche i pareri della critica, che hanno indicato quella di Dragon Trainer come una delle trilogie animate più complete degli ultimi anni. Anche da un punto di vista del box office il film ha ottenuto ottimi riscontri, guadagnando complessivamente a livello mondiale oltre 1.6 miliardi di dollari, a fronte di un budget complessivo di soli 439.

Dragon Trainer: la trama dei film

Dragon Trainer (2010)

Il primo dei tre film, Dragon Trainer, introduce lo spettatore nella storia dell’adolescente vichingo Hiccup. Questi vive sull’isola di Berk, dove si è stabilita una comunità di vichinghi. Qui, l’occupazione principale è combattere e uccidere i draghi che infestano il luogo. La gracilità e l’intelligenza del giovane, però, lo rendono un soggetto fuori dalla norma. Egli, infatti, mal si concilia con gli ideali della sua tribù e del suo capo, nonché padre, Stoick l’Immenso. Per questo motivo, il ragazzo viene spesso emarginato da tutti e ritenuto incapace di confrontarsi con i draghi.

Hiccup si ritrova tuttavia incluso nel “corso anti-drago”, insieme ad altri valorosi giovani vichinghi di nome Astrid, Moccicoso, Gambedipesce, e i due gemelli Testa Bruta e Testa di Tufo. Per Hiccup questa è l’occasione di dimostrare il suo valore, ma nell’incontro con un drago Furia Buia egli scoprirà un nuovo punto di vista sul mondo che lo circonda. Con il tempo, il giovane stringe una solida amicizia con il drago, arrivando a rinominarlo Sdentato e ad addestrarlo per essere cavalcato. Questo rapporto, però, se scoperto potrebbe causare numerosi guai ai due.

Dragon Trainer 2 (2014)

In Dragon Trainer 2 ritorna la coppia protagonista composta dal vichingo Hiccup e il suo leale drago Sdentato. Le cose sono ora molto cambiate nel villaggio di Berk, dove draghi e vichinghi vivono finalmente in armonia. Tuttavia, questa nuova alleanza non è benvista da tutti. Un gruppo di cacciatori di draghi, infatti, mossi da antichi rancori, dichiara guerra alla comunità vichinga e ai suoi draghi.
Hiccup, ormai divenuto uomo e pronto ad ereditare il trono, cerca disperatamente di incontrare il nemico al fine di trovare un accordo di pace.

In compagnia dei suoi amici di sempre, il vichingo si ritroverà così lanciato verso nuove avventure contro il tempo. Allo stesso tempo, però, si ritroverà a vivere un ulteriore passaggio nel suo percorso di formazione. Mai come ora, l’importanza dei legami d’amicizia e di famiglia saranno per lui tanto importanti. Sarà solo attraverso questi che il giovane potrà sventare l’imminente guerra e assumere il comando del suo popolo.

Dragon Trainer – Il mondo nascosto (2019)

Con Dragon Trainer – Il mondo nascosto, il processo di crescita di Hiccup giunge ad un punto decisivo. Egli è ormai capo di Berk, e organizza regolarmente spedizioni con i suoi amici per salvare gli ultimi draghi ancora esistenti. In una di queste missioni, il gruppo si imbatte in una Furia Chiara, di cui Sdentato si innamora perdutamente. Questa si ritrova tuttavia catturata e consegnata al più temibile dei cacciatori, Grimmel il Grifaio. L’uomo aspira ad usare l’esemplare per attirare presso di sé Sdentato e tutti i gli altri draghi, con l’intenzione di sterminarli una volta per tutte.

Nel disperato tentativo di ricercare un luogo più sicuro per i draghi e il suo popolo, Hiccup conduce entrambi verso il mondo nascosto da cui provengono di cui suo padre Stoick gli aveva spesso raccontato. Sdentato, tuttavia, avverte la mancanza di Furia Chiara, e Hiccup comprende che è arrivato il momento di lasciar libero l’amico, in modo che possa seguire la compagna e vivere felice con lei. Nel momento in cui verrà però a sapere che l’amico alato è finito a sua volta nelle grinfie dei cacciatori, organizza un esercito per scatenare una battaglia contro di essi, al fine di liberare una volta per tutte i draghi.

Dragon Trainer: il cast e i personaggi

Per dar voce ai personaggi presenti nella trilogia, la DreamWorks si è affidata negli anni ad alcuni tra gli attori più noti di Hollywood. A dar voce al personaggio di Hiccup, protagonista dei film, è l’attore Jay Baruchel, noto per aver recitato in Million Dollar Baby e Tropic Thunder. Grazie a tale trilogia, egli ha avuto modo di acquisire ulteriore popolarità. Accanto a lui, si sono susseguiti nomi come America Ferrera, che dà voce ad Astrid Hofferson, Gerard Butler, nei panni di Stoick L’Immenso, Jonah Hill, in quelli di Moccioso Jorgenson, T. J. Miller, per Testaditufo Thorston, David Tennant, per Stizzabifolco Jorgenson, e Kristen Wiig per Testabruta Thorston.

Per i sequel, invece, oltre ai nomi appena citati, si sono aggiunti attori del calibro di Kit Harington, nel ruolo di Eret, Djimon Hounsou, nei panni di Drago Bludvist, e Cate Blanchett nei panni di Valka, presenti nel secondo e terzo capitolo. Il ruolo di Valka era stato scritto proprio pensando alla Blanchett, la quale si dichiarò poi entusiasta di poter partecipare, avendo amato il primo film. Nel terzo conclusivo capitolo vi è anche la presenza del premio Oscar F. Murray Abraham, che presta la propria voce al personaggio di Grimmel il Grifaio.

Dragon Trainer cast

Dragon Trainer: le differenze con il libro e dove vedere i film in streaming

Come anticipato, diverse sono le trasformazioni operate nella storia originale. Questa era infatti stata giudicata troppo “dolce” e “capricciosa” dai due registi, che aspiravano invece a realizzare un’opera di formazione più matura. Di conseguenza, le caratteristiche dei personaggi sono state modificate per una resa più in linea con la nuova direzione del progetto. Anche il personaggio del drago Sdentato è stato completamente rivisto. Nel libro, infatti, esso è estremamente piccolo. Per il film, invece, le sue dimensioni sono state aumentate affinché Hiccup potesse cavalcarlo.

Infine, nel ricercare un tono più adulto, i registi decisero che i protagonisti non potevano rimanere illesi dalle battaglie intraprese. Ciò sarebbe infatti stato controproducente con quanto ricercato. Per questo motivo, in particolare il personaggio di Hiccup si ritrova gravemente ferito, richiedendo l’amputazione della sua gamba. Tale mancanza si sposava con quella del suo drago Sdentato, il quale era privo dell’ala posteriore. Dalle reciproche ferite i due riescono così a divenire l’uno la forza dell’altro, dando ulteriore forza al tema dell’amicizia.

Per gli appassionati della trilogia, o per chi deve ancora vederla e desidera farlo, è possibile trovare i film su alcune delle principali piattaforme streaming presenti sul Web. Tra queste si annoverano Netflix, Amazon Prime Video, Rakuten TV, Infinity, Microsoft Store, Google Play, Now Tv, Chili Cinema e Apple iTunes. Per usufruirne, in base alla piattaforma prescelta, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare semplicemente il singolo film. A questo punto sarà possibile vedere i film in tutta comodità e al meglio della qualità video.

Fonte: IMDb

Bruce Lee: 10 cose che non sai sull’attore

Bruce Lee: 10 cose che non sai sull’attore

Esperto maestro di arti marziali, con il tempo Bruce Lee è divenuto una vera e propria leggenda, tanto per la sua vita quanto per la sua improvvisa morte. Tra gli anni Sessanta e Settanta ha raggiunto la massima notorietà partecipando da protagonista a celebri film dedicati alle arti marziali, dove si è fatto valere per la sua straordinaria presenza scenica. Le sue scene di combattimento sono diventate tra le più note della storia del cinema, e tramandano ancora oggi la sua figura.

Ecco 10 cose che non sai di Bruce Lee.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Bruce Lee morte

Bruce Lee: i suoi film e le serie TV

10. È stato protagonista di celebri film. Lee iniziò il suo rapporto con il mondo del cinema sin da giovanissimo, partecipando a numerosi film cinesi come attore bambino. Da adulto, ottiene il suo primo ruolo importante in un film di Hollywood, L’investigatore Marlowe (1969), per poi ottenere ruoli da protagonista in pellicole a lui dedicate come Il furore della Cina colpisce ancora (1971), Dalla Cina con furore (1972), e L’urlo di Chen terroriza anche l’Occidente (1972), da lui anche scritto e diretto. I 3 dell’Operazione Drago (1973), sarà invece il suo ultimo film. L’attore comparirà poi nuovamente sul grande schermo con L’ultimo combattimento di Chen (1978), dove appare grazie a materiale d’archivio precedentemente registrato.

9. Ha partecipato a note serie televisive. Tra i primi successi americani di Lee si annovera una significativa partecipazione alla celebre serie dedicata a Batman (1966-1967), dove l’attore interpretava il ruolo di Kato negli episodi 7, 51 e 52 della seconda stagione. Ha poi ripreso il personaggio per la serie Il Calabrone Verde (1966-1967), dove Kato è l’assistente del protagonista. La sua partecipazione a tutti e 26 gli episodi della serie gli permise di ottenere una grande fama tanto ad Hong Kong quanto negli Stati Uniti. Chiamato a recitare per il cinema, Lee comparirà nuovamente sul grande schermo solo per alcune brevi partecipazioni alle serie Ironside (1967), Arrivano le spose (1969) e Longstreet (1971).

8. Gli sono stati dedicati numerosi film. Sin dalla sua improvvisa scomparsa, l’attore ha acquisito una particolare aura, che ha reso la sua una storia degna di essere raccontata. Diverse sono le opere dedicate alla figura di Lee, alla sua infanzia e ai suoi primi successi nel cinema e nelle arti marziali. Il più famoso di questi è Dragon – La storia di Bruce Lee (1993), ma è possibile citare anche Bruce Lee – La grande sfida (2016), Io… Bruce Lee (1976) e il documentario Bruce Lee, the Legend (1984). Più di recente, Lee è comparso, non senza generare polemiche, come personaggio del film C’era una volta a… Hollywood, dove dà vita ad uno scontro con il Cliff Booth di Brad Pitt.

Bruce Lee: la sua morte

7. Morì improvvisamente. Nel 1973 l’attore era impegnato nelle riprese de I 3 dell’Operazione Drago. Nel maggio di quell’anno fu colto da un edema cerebrale che rischiò di ucciderlo. Salvatosi grazie ad un tempestivo intervento dei medici, Lee trovò tuttavia la morte soltanto due mesi dopo, il 20 luglio. Questi si trovava a casa dell’attrice Betty Ting Pei, e qui iniziò a lamentare una forte emicrania. Assunta una pastiglia di aspirina, egli si addormentò per riposare, salvo poi non svegliarsi più. L’unica testimone dell’accaduto era la Pei, la quale confessò di aver perso tempo chiamando il proprio medico generico prima che l’ospedale.

6. Le cause della morte non sono mai state chiarite. I ritardi nell’accertamento della causa della morte e la rapidità con cui poi il caso venne chiuso hanno sempre portato a sospettare dei retroscena non svelati. In molti hanno infatti sospettato che la morte di Lee non si avvenuta casualmente e che non sia stata dovuta ad un’allergia ai farmaci assunti. Negli anni si sono formulate diverse teorie circa la premeditazione della sua morte da parte di alcuni nemici che l’attore si era fatto nell’industria. Tra questi vennero citati il regista Lo Wei e il produttore Run Run Shaw, con cui Lee aveva avuto delle furiose discussioni, ma anche la stessa mafia cinese infiltrata negli USA. Ancora oggi i reali motivi che hanno portato alla morte dell’attore restano un mistero.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Bruce Lee fisico

Bruce Lee e il figlio Brandon

5. Suo figlio divenne un noto attore. Nel periodo in cui Lee frequentò la facoltà di filosofia dell’Università di Washington conobbe Linda Emery, della quale si innamorò perdutamente. I due si sposeranno poi nell’agosto del 1964, dando alla luce i figli Brandon Lee e Shannon Emery, rispettivamente nel 1965 e nel 1969. Brandon divenne poi famoso tra gli anni Ottanta e Novanta per aver a sua volta partecipato a diversi film incentrati sulle arti marziali. Diventerà però particolarmente celebre come protagonista de Il corvo, che gli costò la vita.

4. Lee avrebbe potuto essere interpretato da suo figlio. Nel momento in cui si preparava il film Dragon – La storia di Bruce Lee, la produzione era alla ricerca di un attore che potesse ricoprire il ruolo del protagonista. Il primo della lista di candidati era proprio il figlio Brandon, il quale però non si dichiarò interessato, preferendo non legarsi troppo al nome di suo padre e tentare di costruirsi una propria carriera. La produzione poi lo scartò giudicando i suoi tratti somatici troppo poco cinesi, e scelse così un altro attore.

Bruce Lee: il suo allenamento e il suo fisico

3. Era esperto di numerose discipline. Lee è noto per la sua grande conoscenza del Kung Fu, da lui poi reso celebre in tutto il mondo. Egli ebbe modo di studiare con il noto maestro Yip Man, fino a diventare uno degli allievi migliori. Attratto da qualsiasi disciplina da combattimento, Lee si allenò anche nel pugilato e nella scherma. Il suo allenamento includeva tutti gli elementi di fitness, forza e resistenza muscolare, resistenza cardiovascolare e flessibilità. Lee, tuttavia, non basava i propri allenamenti soltanto sul corpo, sottolineando in più occasioni come la preparazione mentale e spirituale fossero una componente fondamentale.

2. Scolpì un fisico divenuto celebre. Quasi tutti si saranno imbattuti in una foto di Lee tratta dai suoi film dove l’attore fa sfoggio del suo fisico. Egli ne era particolarmente orgoglioso, e basava anche su di esso la sua grande presenza scenica. Per raggiungere una tale forma Lee utilizzò le tecniche tradizionali del culturismo per scolpire la propria massa muscolare. Si avvalse inoltre di attrezzature appositamente progettate e costruite per lui. Possedere una tale forma fisica gli permetteva così di essere sempre agile e performante per le scene di combattimento previste per i suoi film.

Bruce Lee: età e altezza

1. Bruce Lee è nato a San Francisco, in California, Stati Uniti, il 27 novembre del 1940. L’attore è morto ad Hong Kong, in Cina, il 20 luglio del 1973, all’età di 32 anni. Era alto complessivamente 172 centimetri.

Fonte: IMDb

 

FBI: Most Wanted 2: David Hudgins nuovo showrunner

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FBI: Most Wanted 2: David Hudgins nuovo showrunner

Arriva da Deadline la notizia di un cambio del timone per FBI: Most Wanted 2, l’annunciata seconda stagione della serie spin-off di FBI. Infatti da quanto apprendiamo cambia lo showrunner della serie.

Lo sceneggiatore di Friday Night Lights, David Hudgins, è entrato a far parte del produttore esecutivo / showrunner come parte di un accordo generale che ha firmato con lo studio dietro la serie dell’FBI, Universal Television. Hudgins succederà al creatore di FBI: Most Wanted e collaboratore di lunga data di Wolf, René Balcer, che è stato lo showrunner della prima stagione, mentre il dramma poliziesco sta modificando la sua direzione creativa.

FBI: Most Wanted 2

FBI: Most Wanted 2 è la seconda stagione della serie FBI: Most Wanted che segue  il dipartimento dell’FBI incaricato di tracciare e catturare i criminali nella sua lista dei Most Wanted. Jess LaCroix è descritto come un “agente dell’agenzia che è al vertice di comando della sua unità e sovrintende la squadra dell’Unità Most Wanted dell’FBI, a cui vengono assegnati i casi più estremi ed eclatanti.

FBI: Most Wanted è ideata da Dick Wolf (Chicago Fire, Chicago PD, Chicago Med, Chicago Justice, FBI), Rene Balcer (Law & Order True Crime, FBI, Law & Order), Peter Jankowski, Arthur W. Forney, Universal Television e CBS Studi TV Wolf e Balcer metteranno insieme la sceneggiatura e la produzione esecutiva. Fred Berner (Law & Order, Chicago PD, Chicago Med, FBI) ​​dirigerà l’episodio pilota.

Ty Burrell: 10 cose che non sai sull’attore

Ty Burrell: 10 cose che non sai sull’attore

Gli appassionati di serie tv di tutto il mondo lo conoscono principalmente per il ruolo di Phil Dunphy, il papà pasticcione della serie ormai divenuta cult, Modern Family. Di chi stiamo parlando? Ma di Ty Burrell, ovviamente!

Se siete curiosi, venite a scoprire insieme a noi tutto quello che c’è da sapere su Ty Burell, dagli esordi al successo di Modern Family.

Ty Burrell film

10. Nato il 22 agosto del 1967 a Grants Pass, in Oregon, Stati Uniti, Ty Burrell è figlio di un’insegnante e di un terapista famoso. Gary Gerald Burrell, padre di Ty Burrell, era specializzato in terapia familiare e viene purtroppo a mancare nel 1989.

Dopo aver conseguito il diploma alla Hidden Valley High School, Ty si iscrive alla Southern Oregon University dove studia teatro fino al 1993, anno della sua laurea. La sua carriera d’attore, tuttavia, comincia solo con il nuovo millennio.

9. Nel 2001, infatti, viene scelto per partecipare alla realizzazione dei film Evolution, diretto da Ivan Reitman, conosciuto soprattutto per aver diretto e prodotto film cult come Ghosbusters e Ghostbusters II.

Il film racconta la storia di uno strano meteorite che precipita sulla terra, trasportando con sé una forma aliena. Questa creatura venuta dalla spazio, tenterà di impadronirsi del pianeta, ma un gruppo di scienziati cercherà di fermare il piano di conquista degli alieni e di salvare il mondo. Nel film, Ty Burrell interpreta il Colonnello Flemming, un ruolo minore ma comunque importante per la narrazione.

8. A quella primissima esperienza sul set, ne sono seguite molte altre. Tra il 2001 e il 2007, infatti, Ty partecipa ai film Black Hawk Down (2001), Dawn of the Dead (2004), In Good Company (2004), Down in the Valley (2005), Friends with Money (2006), The Darwin Awards (2006), Fur (2006) e National Treasure 2: Book of Secrets (2007).

Ty Burrell e L’incredibile Hulk

7. Nel 2008, Ty Burrell partecipa a una grande produzione hollywoodiana e viene ‘castato’ per il nuovo film de L’Incredibile Hulk, supereroe della Marvel.

Il film, diretto da Louis Leterrier, è un reboot del primo Hulk diretto da Ang Lee nel 2003, e che aveva come protagonista Eric Bana. A vestire i panni di Hulk, questa volta è Edward Norton che ha anche partecipato alla stesura della sceneggiatura. Il film di Laterrier si ispira ai fumetti della Ultimate Marvel, casa editrice connessa alla Marvel Comics, fondata nel 2000, e che pubblica solo versioni riscritte e aggiornate dei fumetti di alcuni dei più famosi eroi Marvel.

In questo film Bruce Banner (Edward Norton), insieme alla sua fidanzata Betty Ross (Liv Tyler), sta mettendo a punto un serio per il governo americano in grado di creare un supersoldato. Per velocizzare il processo di sperimentazione, Bruce prova il siero su se stesso e si trasforma in un enorme mostro verde che distrugge il laboratorio e scappa inseguito dai militari, ferendo Betty.

Il governo, che vorrebbe utilizzare il sangue di Hulk per creare un potente arma di distruzione, perde le tracce di Bruce che per cinque anni si rifugia in Brasile. Qui impara a contenere la sua rabbia, emozione che scatena il mostro verde, e nel frattempo cerca un cura, aiutato dal misterioso Mr. Blue.

Quando purtroppo il suo nascondiglio viene scoperto, Bruce è costretto a tornare a casa ma la vita che aveva lasciato non è più come prima. Betty ha un nuovo fidanzato, lo psichiatra Leonard Samson (Ty Burrell) e, come se non bastasse, qualcuno ha sintetizzato di nuovo il siero di Hulk. Banner si troverà dunque a dover fronteggiare una creatura più forte e cattiva del suo Hulk, chiamata Abominio, cercando di fermarla prima che distrugga l’intera città.

Ty Burrell filmografia

6. Negli anni successivi tra i film più importanti di Ty Burrell troviamo Leaves of Grass (2009), Fair Game (2010), Butter (2011), Goats (2012), Muppets Most Wanted (2014), The Skeleton Twins (2014) e Rough Night (2017).

5. In particolare, nel 2010, Ty entra a far parte del cast di Morning Glory, film diretto da Roger Michell, con Rachel McAdams, Harrison Ford e Diane Keaton.

Il film racconta la storia di Becky Fuller (Rachel McAdams), una giovane produttrice televisiva che viene ingaggiata da un network per risollevare gli ascolti del programma Daybreak, una trasmissione di notizie e intrattenimento della mattina. La trasmissione, presentata dall’ex reginetta di bellezza Colleen Peck (Diane Keaton) e dal burbero giornalista pluripremiato Mike Pomeroy (Harrison Ford), rischia di essere cancellato dopo anni di attività. Toccherà a Becky trovare una soluzione per far funzionare il programma e mettere d’accordo i membri del suo staff.

La divertente commedia, uscita nelle sale in Italia nel 2011, è adesso disponibile in streaming sulla piattaforma a pagamento di Netflix.

4. Tra il 2014 e il 2016, inoltre, Ty Burrell lavora anche come doppiatore, prestando la sua voce ai film Mr. Peabody & Sherman (2014), Finding Dory (2016) e Storks (2016.

Ty Burrell serie tv

3. Oltre alla sua carriera nel cinema, Ty comincia fin da subito a spianarsi la strada nel mondo della televisione. Dopo aver rimediato dei piccoli ingaggi in serie tv di successo come Law & Order (2000 e 2003), West Wing – Tutti Gli Uomini Del Presidente (2001) e Law & Order – SVU (2002), Burrell si aggiudica il suo primo ruolo importante nella serie tv Out of Practice – Medici Senza Speranza (2005-2006).

Si tratta di una sit-com della CBS, che racconta delle avventure dei Barnes, una famiglia tutta composta da medici. Nella serie Ty Burrell interpreta Oliver, figlio maggiore dei Barnes, nonché chirurgo plastico di successo. Purtroppo Out of Practice è andata in onda per una sola stagione di 22 episodi.

Negli anni successivi, la carriera di Ty in tv prosegue con la sua partecipazione alle serie Back to You (2007-2008), Damages (2009), Key and Peele (2012-2014) e ai film tv Lipshitz Saves the World (2007) e Fourplay (2008). Tuttavia Ty raggiunge il vero successo solo nel 2009 quando viene scelto per entrare a far parte del cast della nuova serie tv comedy della ABC, Modern Family.

Ty Burrell in Modern Family

2. La serie, creata da Christopher Lloyd e Steven Levitan, per la ABC, racconta della vita di tre diversi nuclei familiari di Los Angeles, uniti da legami di parentela.

In una quartiere medio borghese e residenziale di Los Angeles vivono tre famiglie piene di personaggi interessanti e coloriti. A capo della prima famiglia, i Pritchett, c’è Jay Pritchett (Ed O’Neill), ormai al secondo matrimonio, sposato con Gloria (Sofía Vergara), una bellissima donna di origini colombiane molto più giovane di lui. La donna è inoltre madre di Manny (Rico Rodriguez), figlio avuto dal suo precedente matrimonio.

La seconda famiglia è invece quella dei Dunphy ed è composta da Claire (Julie Bowen), primogenita di Jay, suo marito Phil Dunphy (Ty Burrell) e i loro tre figli Haley (Sarah Hyland), Alex (Ariel Winter) e Luke (Nolan Gould).

L’ultimo nucleo familiare è quello dei Tucker-Pritchett formato da Mitchell (Jesse Tyler Ferguson), figlio omosessuale di Jay, e dal suo compagno Cameron (Eric Stonestreet), entrambi papà adottivi di Lili (Aubrey Anderson-Emmons), una bambina di origini vietnamite.

Tutta la storia è incentrata sui rapporti interpersonali tra i membri delle tre famiglie e sulla loro quotidianità. La serie, come in una sorta di bizzarro documentario, ci racconta delle storie bizzarre e divertenti che hanno come protagonisti proprio i tre nuclei familiari.

Nella serie Ty Burrell interpreta Phil Dunphy, un uomo ottimista, giocherellone e forse un po’ troppo naif che combina spesso disastri e mette in imbarazzo i figli. Nonostante vada molto fiero del suo lavoro come agente immobiliare, Phil ha sempre sognato di fare il mago, sorprendendo il suo pubblico con i trucchi più complessi e strabilianti.

Modern Family è andata in onda dal 2009 al 2020 sulla ABC per ben 11 stagioni e 250 episodi ed è ora disponibile su Amazon Prime Video e su Netflix.

Ty Burrell curiosità

1. Pur non essendo molto presente sul social, Ty riesce comunque a far parlare di sé. Sono molti i dettagli della sua vita privata che, negli anni, sono stati resi noti.

Sappiamo che il 18 agosto del 2000 ha sposato Holly Anne Brown, con la quale convive ancora oggi. Nel 2010 e poi nel 2012 Ty Burrell e la moglie hanno adottato due splendide bambine e l’intera famiglia si è stabilita a New York per poi trasferirsi a Salt Lake City. Quando l’attore ha ottenuto il ruolo di Phil Dunphy in Modern Family, tutta la famiglia si è trasferita a Los Angeles.

Oltre a essere un appassionato di sport, Ty è anche un fan sfegatato delle squadre degli Oregon Ducks, dei Portland Trail Blazers, dei New York Mets e dei St. Louis Rams. L’attore, inoltre, è proprietario di alcuni locali nello stato dello Utah, ovvero, il ristorante The Eating Establishment a Park City e il Bar X e il Beer Bar a Salt Lake City.

 

Fonte: Wiki, IMDB

Toy Story: curiosità, doppiatori e canzoni della trilogia Pixar

Toy Story: curiosità, doppiatori e canzoni della trilogia Pixar

Se c’è una serie cinematografica d’animazione che ha cambiato per sempre il suo genere di riferimento, questa è Toy Story. Con il primo capitolo, uscito al cinema nel 1995, la Pixar Animation Studios ha dato il via alla sua florida attività, che l’ha portata ad essere uno dei grandi colossi dell’animazione mondiale. Nel corso degli anni, sono poi seguiti altri tre fortunati sequel, che hanno portato Toy Story ad essere una tra le serie più acclamate di tutti i tempi, tanto dalla critica quanto da un pubblico di piccoli e adulti.

Rivoluzionario in quanto primo film d’animazione interamente realizzato in computer grafica, Toy Story venne sviluppato a partire dal cortometraggio Tin Toy, narrato dal punto di vista di un giocattolo. La Disney, affascinata dal progetto, strinse un accordo con la Pixar di John Lasseter per realizzare un lungometraggio a riguardo. Prese così vita un intero film basato sull’idea che, all’insaputa degli umani, tutti i giocattoli hanno una propria vita, come anche desideri e paure.

Il successo fu incredibile. Ad oggi, con quattro film prodotti per un budget totale di 520 milioni di dollari, la serie di Toy Story è stata in grado di guadagnare a livello mondiale oltre 3 miliardi. Numerosi sono stati anche i premi ricevuti, come gli Oscar per il miglior film d’animazione. Con i conseguenti cortometraggi, speciali televisivi, giocattoli, videogiochi e tanto altro, quello di Toy Story è divenuto uno dei franchise più redditizi della storia del cinema, nonché uno dei più riconoscibili.

Toy Story: la trama dei film

Toy Story – Il mondo dei giocattoli (1995)

Toy Story - Il mondo dei giocattoliCon il primo film della serie, Toy Story – Il mondo dei giocattoli, hanno inizio le avventure dello sceriffo Woody, il giocattolo preferito di Andy. Questi è a capo del gruppo composto dagli altri abituali pupazzi e giochi del bambino. La loro missione è quella di far divertire quanto più possibile il loro padroncino. L’equilibrio viene però stravolto nel momento in cui, durante i festeggiamenti per il suo compleanno, Andy riceve un nuovo giocattolo: l’astronauta Buzz Lightyear. A causa dell’entusiasmo nei confronti del nuovo arrivato, Woody si vede progressivamente lasciato in disparte, cosa che genera in lui una profonda gelosia.

Desideroso di riprendere il controllo della situazione, Woody fa cadere Buzz fuori dalla finestra della casa di Andy. Accusato dagli altri giocattoli di aver cercato di uccidere lo space ranger, Woody si ritrova a dover mettere le cose a posto, recuperando il giocatolo. Per loro ha inizio un’incredibile avventura lontano dalla sicurezza della stanza di Andy, che li porterà ad imbattersi nel pestifero Sid Phillips, ragazzino della casa accanto che ama torturare e distruggere i giocattoli.

Toy Story 2 – Woody e Buzz alla riscossa (1999)

Nel primo dei sequel, Woody si ritrova a non poter seguire Andy ad un campo estivo per via di un brutto strappo al suo braccio. Lasciato dunque sullo scaffale, si ritrova poi a finire per errore nello scatolo destinato ad un mercatino di giocattoli. Qui lo sceriffo viene prese con l’inganno da un avido collezionista di nome Al McWhiggin, proprietario inoltre del negozio di giocattoli Al’s Toy Barn, che vede in lui un rarissimo pezzo da collezione. Buzz, con l’aiuto di altri giocattoli di Andy, intraprenderà a quel punto una complessa ricerca per salvare l’amico.

Nel frattempo, però, arrivato nell’appartamento di Al, Woody si imbatte in alcuni giocattoli appartenenti alla sua stessa linea. Si tratta della cowgirl Jessie, del cavallo Bullseye, e del cercatore d’oro Stinky Pete. Riunitosi con loro, la serie è ora completa e pronta per essere venduta ad un collezionista di Tokyo. Tramite loro, Woody avrà modo di scoprire le sue origini, arrivando a pensare che forse il suo posto è lì con loro. La nostalgia di casa, di Andy, e degli amici, lo spingerà però a cercare un modo per scappare.

Toy Story 3 – La grande fuga (2010)

Toy Story 3 - La grande fugaIn Toy Story 3 – La grande fuga, Andy è ormai un ragazzo di 17 anni in partenza per il college. Ancora emotivamente legato ai suoi giocattoli di sempre, tra cui Woody e Buzz Lightyear, il ragazzo decide di conservarli tutti in soffitta. Per un terribile malinteso, tuttavia, il sacco in cui questi erano stati riposti viene scambiato per quello dei rifiuti. I giocattoli riescono fortunatamente a liberarsi e ad uscire, ma credendo di non essere più i bene accetti decidono di entrare nella scatola dei giochi destinati alla scuola materna Sunnyside Daycare per farsi trasportare lì, nonostante il tentativo disperato di Woody di dissuaderli.

La permanenza al Sunnyside si rivela tuttavia terrificante. Qui, alle prese con bambini molto piccoli, il gruppo di giocattoli si ritrova ad essere maltrattato. Ben presto, però, si renderanno conto che quello non è il pericolo più grande. La scuola è infatti una vera e propria prigione da cui non è possibile scappare. A capo di essa vi è Lotso, un apparentemente tenero orsacchiotto rosa che si rivela però un dispotico tiranno. Ancora una volta, Woody, Buzz e il loro gruppo di amici dovrà trovare il modo di tornare a casa, specialmente prima che Andy parta per il college e li saluti per sempre.

Toy Story 4 (2019)

Considerato come una storia a sé, non facente parte della vera e propria trilogia, Toy Story 4 porta comunque avanti le avventure dello sceriffo Woody e del suo gruppo di amici giocattoli. Dopo essere stati regalati alla bambina Bonnie, questi fanno di tutto per far felice la loro nuova padroncina. Woody, però, non è più il giocattolo preferito della situazione, e prova nuova malinconia nell’essere messo da parte. Lo sceriffo non vuole darsi per vinto, e segue la bambina nel suo primo giorno di asilo, dove assiste alla realizzazione di un nuovo giocattolo: Forky, realizzato con pezzi presi dalla spazzatura. In procinto di partire per un viaggio con i genitori, la bambina decide poi di portare con sé gli amati giocattoli, tra cui Forky.

Questi, però, avverte il richiamo di quella che considera la sua casa, ovvero la spazzatura. Woody dovrà pertanto diventare un vero e proprio tutore del nuovo arrivato, impedendo che questi si cacci in qualche guaio. Durante una sosta ad un luna park, tuttavia, Woody e Forky si imbattono in un negozio di antiquariato, dove lo sceriffo riconosce la lampada appartenuta a Boo Peep, sua vecchia amica. Convinto che anche lei sia nei paraggi, decide di intraprendere una ricerca per trovarla. Sul suo cammino troverà però la bambola malfunzionante Gabby Gabby, che desidera impadronirsi di un pezzo fondamentale dello sceriffo.

Toy Story: i doppiatori dei personaggi

Come sempre, la Pixar si è dotata di grandi attori per dar voce ai personaggi protagonisti della serie. Storiche voci di Woody e Buzz sono i celebri Tom Hanks e Tim Allen. Per entrambi si trattò della prima esperienza come doppiatori, e i due decisero di registrare insieme le loro battute, così da favorire la chimica di coppia e una più realistica interazione. Entrambi sono poi stati riconfermati anche per i tre successivi sequel. Per la versione italiana, invece, i due personaggi sono stati affidati a Fabrizio Frizzi e Massimo Dapporto, particolarmente apprezzati per le loro interpretazioni.

Con i sequel, si sono poi susseguiti una serie di noti nomi dell’industria, entusiasti di poter partecipare ad una serie tanto apprezzata. Per Toy Story 2, infatti, si annovera la presenza di Joan Cusack, la quale ha dato voce al personaggio di Jessie. L’attrice avrebbe poi ripreso il ruolo anche per i successivi film. In Toy Story 3, invece, è possibile udire la voce di Michael Keaton nel ruolo di Ken, in italiano doppiato dall’attore Fabio De Luigi, e quella di Whoopi Goldberg, nei panni di Stretch. Nel quarto film, invece, si ritrovano le voci del regista Jordan Peele, per il coniglio Bunny, di Keanu Reeves, per Duke Caboom, e di Christina Hendricks per la bambola Gabby Gabby.

Toy Story personaggi

Toy Story: le canzoni, i personaggi e dove vedere i film in streaming

Dar vita ai tanti personaggi dei film è stato uno dei lavori più complessi per la Pixar, che ad ogni nuovo lungometraggio cercava di ottenere nuovi progressi e traguardi. Tutti i giocattoli protagonisti ebbero bisogno di numerosi modelli prima di poter essere realizzati al computer. Il più complesso fu proprio Woody, il quale richiese oltre 700 movimenti diversi, di cui 200 per la sola faccia e 58 per la sola bocca. Per i film successivi, i progressi nell’animazione furono talmente tanto sorprendenti che permisero a questi di guadagnare importantissimi riconoscimenti, tra cui il premio Oscar per il terzo e il quarto capitolo.

Di Toy Story sono inoltre famosissime le canzoni scritte appositamente per i film. Queste, scritte tutte dal plurivincitore di Oscar Randy Newman, sono You’ve Got a Friend in Me, When She Loved Me, We Belong Together e I Can’t Let You Throw Yourself Away. Tutte e quattro vennero nominate all’Oscar per la miglior canzone originale, ma solo We Belong Together, appartenente al terzo film, vinse il premio. Di You’ve Got a Friend in Me, invece, è divenuta celebre anche la versione italiana Hai un amico in me, cantata da Riccardo Cocciante.

Per gli appassionati della saga, o per chi volesse vederla per la prima volta, è possibile fruirne grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. I film di Toy Story sono infatti presenti nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Microsoft Store, Apple iTunes, e Tim Vision. Sono inoltre disponibili, insieme a numerosi altri cortometraggi, nel catalogo di Disney+. Per vederli, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale, avendo così modo di guardarli in totale comodità e al meglio della qualità video.

Fonte: IMDb

 

 

Whoopi Goldberg: 10 cose che non sai sull’attrice

Whoopi Goldberg: 10 cose che non sai sull’attrice

Personalità poliedrica e prorompente, l’attrice Whoopi Goldberg si è affermata nel mondo dello spettacolo sin dal suo debutto. Negli anni, grazie alle sue interpretazioni ha ottenuto alcuni tra i maggiori riconoscimenti dell’industria, arrivando ad ottenere uno status da vera e propria autorità. Capace tanto di esplosivi ruoli comici, quanto di più contenute performance drammatiche, la Goldberg continua ancora oggi a rinnovarsi e affermare il proprio indiscusso talento.

Ecco 10 cose che non sai su Whoopi Goldberg.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Whoopi Goldberg Ghost

Whoopi Goldberg: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice ottiene grande popolarità sin dal suo film d’esordio, Il colore viola (1985), del quale è protagonista. La consacrazione arriva poi nel 1990 con Ghost – Fantasma, dove recita accanto a Patrick Swayze. Negli anni seguenti, è invece protagonista di film come La lunga strada verso casa (1990), Sister Act (1992), Sister Act 2 – Più svitata che mai (1993), Una moglie per papà (1994), Eddie – Un’allenatrice fuori di testa (1996), Bogus (1996), Benvenuta in paradiso (1998), e Ragazze interrotte (1999), con Angelina Jolie. A partire dal nuovo Millennio, dirada le sue apparizioni cinematografiche, recitando in pochi titoli come Rat Race (2001), con Rowan Atkinson, Madea Goes to Jail (2009), Il mio angolo di paradiso (2011), Tartarughe Ninja (2014), con Megan Fox, Top Five (2014) e 11 settembre: Senza scampo (2017).

9. Ha preso parte a numerose serie televisive. Agli inizi della sua carriera, la Goldberg ha avuto modo di recitare per la televisione nella serie Star Trek: The Next Generation (1988-1993), accanto a Patrick Stewart. Ha poi recitato per il piccolo schermo in film come La luce del crepuscolo (1997), di Christopher Reeve, Un’americana alla corte di Re Artù (1998), Alice nel Paese delle Meraviglie (1998) e Chiamatemi Babbo Natale (2001). Inizia poi a lavorare attivamente a diverse serie televisive, come Whoopi (2003-2004), The Cleaner (2009), Glee (2012-2014), Blue Bloods (2016-2017), When We Rise (2017), e Instinct (2018). Nel 2020 sarà tra i protagonisti di The Stand, accanto agli attori James Marsden, Odessa Young e Alexander Skarsgård.

8. È un’EGOT. La Goldberg ha ottenuto nel corso della sua carriera numerosi e prestigiosi premi. Una delle sue conquiste più grande è l’essere diventata un’EGOT, avendo vinto i premi Emmy, Grammy, Oscar e Tony. Questo le ha permesso di entrare nel ristretto gruppo di persone, 15 in tutto, ad aver conseguito tale risultato. La Goldberg ha infatti vinto un Emmy nel 2002 per il miglior film TV per Beyond Tara, un Grammy nel 1985 per il miglior album comico, un Tony nel 2002 per il miglior musical per Millie, e l’Oscar alla miglior attrice non protagonista nel 1991 per il film Ghost – Fantasma.

Whoopi Goldberg in Ghost – Fantasma

7. Il ruolo non era pensato per lei. Grazie al ruolo della sensitiva Oda Mae Brown, l’attrice ha avuto modo di consacrarsi all’interno dell’industria hollywoodiana. Eppure, originariamente, il ruolo non era stato scritto per lei, e anzi l’attrice non era neanche stata presa in considerazione. Fu il protagonista Patrick Swayze ad insistere affinché i produttori la incontrassero. Questi, infatti, era un ammiratore della Goldberg, e riteneva che sarebbe stata perfetta per la parte. In seguito al provino, anche i produttori se ne convinsero, assegnandole il ruolo.

6. Non era certa di poter prendere parte al film. Nonostante avesse superato il provino, l’attrice non era sicura di riuscire ad incastrare le riprese del film con gli altri impegni già precedentemente presi. Per salvaguardarsi, dunque, la produzione decise di trovare un’attrice di rimpiazzo. Questa, tuttavia, venne liquidata nel momento in cui, all’ultimo minuto, la Goldberg riuscì a prendere parte al set. Per la sua carriera fu un bene, poiché grazie al ruolo di Oda Mae Brown avrebbe poi vinto l’Oscar e conosciuto una grandissima popolarità.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Whoopi Goldberg Star Trek

Whoopi Goldberg in Star Trek

5. Ha recitato nella celebre serie di fantascienza. Tra la fine degli anni Ottanta e i primi dei Novanta, l’attrice ha preso parte alla popolare serie Star Trek: The Next Generation. Qui appare a partire dall’episodio The Child, primo della seconda stagione, fino all’ultimo della sesta. Il suo ruolo è quello di Guinan, di razza El Auriana, la quale gestisce il bar di prora sull’astronave Enterprise D., dove intrattiene una solida amicizia con il capitano Jean-Luc Picard.

4. Il ruolo è stato scritto appositamente per lei. L’attrice, fan della serie di fantascienza, aveva espresso il desiderio di poter recitare in The Next Generation, e così gli autori scrissero il personaggio di Guinan appositamente per lei. Con la recente messa in onda di Star Trek: Picard, il protagonista Patrick Stewart ha ufficialmente invitato l’attrice a riprendere il suo ruolo nella seconda stagione. La Goldberg si è dichiarata estremamente entusiasta all’idea, e si è detta pronta a tornare sull’Enterprise.

Whoopi Goldberg e sua figlia

3. Anche sua figlia lavora nel mondo del cinema. Dal suo primo matrimonio con l’assistente sociale Alvin Martin, durato dal 1973 al 1979, la Goldberg ha avuto la figlia Alex Martin, all’età di 18 anni. Questa ha poi seguito le orme della madre, diventando attrice e recitando accanto a lei nei film Sister Act 2 – Più svitata che mai e Chiamatemi Babbo Natale. La Martin ha poi avuto un figlio all’età di 16 anni, rendendo la Goldberg nonna all’età di 34.

Whoopi Goldberg: il suo patrimonio

2. Possiede un ricco patrimonio. Nel corso della sua carriera, la Goldberg si è distinta in numerosi campi, dal cinema al teatro, dalla televisione alla musica. Ha recitato in numerosi film e ha svolto in molteplici occasioni anche il ruolo di produttrice, sceneggiatrice, e conduttrice televisiva. La sua intensa attività l’ha portata ad ottenere uno status particolarmente solido all’interno del mondo dello spettacolo, e grazie a tutto ciò l’attrice ha potuto arrivare ad ottenere un patrimonio stimato di circa 60 milioni di dollari.

Whoopi Goldberg: età e altezza

1. Whoopi Goldberg è nata a New York, Stati Uniti, il 13 novembre 1955. L’attrice è alta complessivamente 165 centimetri.

Fonte: IMDb

Chadwick Boseman: Hollywood rende omaggio all’attore scomparso

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La morte prematura di Chadwick Boseman causata da un cancro al colon ha scosso il mondo dei fan Marvel, soprattutto, e Hollywood, che sui social media sta salutando Re T’Challa.

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Morto Chadwick Boseman, la star di Black Panther

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Morto Chadwick Boseman, la star di Black Panther

Chadwick Boseman, protagonista di Black Panther, è morto lo scorso venerdì, dopo una diagnosi di cancro al colon nel 2016. Aveva 43 anni. Prima del successo planetario nel film Marvel, Boseman aveva interpretato Jackie Robinson in 42 e James Brown in Gep on Up.

“È con incommensurabile dolore che confermiamo la morte di Chadwick Boseman – si legge sul suo Twitter ufficiale – Interpretare Re T’Challa in Black Panther è stato l’onore della sua vita.”

https://twitter.com/chadwickboseman/status/1299530165463199747?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1299530165463199747%7Ctwgr%5E&ref_url=https%3A%2F%2Fvariety.com%2F2020%2Ffilm%2Fnews%2Fchadwick-boseman-dead-dies-black-panther-1234753232%2F

“La morte di Chadwick è assolutamente devastante” dichiara Kevin Feige, Presidente dei Marvel Studios e capo creativo della Marvel. “Era il nostro T’Challa, il nostro Black Panther, e nostro caro amico. Ogni volta che entrava sul set, emanava carisma e gioia, e ogni volta che appariva sullo schermo, creava qualcosa di incredibile. Ha impersonato un sacco di grandi personaggi, nella sua vita, e nessuno era così bravo a portare in vita grandi uomini. Era intelligente e gentile e potente e forte così come ognuno di quelli che ha interpretato. Ora prende il suo posto tra le icone per gli anni a venire. La famiglia dei Marvel Studios è profondamente triste per la sua morte, e siamo in lutto, questa notte, con la sua famiglia.”

Il presidente della Walt Disney Co. Bob Iger ha dichiarato: “Siamo tutti affranti dalla tragica perdita di Chadwick Boseman, un talento straordinario e una delle anime più gentili e generose che abbia mai incontrato. Ha portato enorme forza, dignità e profondità al suo ruolo rivoluzionario di Black Panther; infrangere miti e stereotipi, diventare un eroe tanto atteso da milioni di persone in tutto il mondo e ispirare tutti noi a sognare in grande e pretendere più dello status quo. Piangiamo tutto ciò che era, così come tutto ciò che era destinato a diventare. Per i suoi amici e milioni di fan, la sua assenza dallo schermo è solo eclissata dalla sua assenza dalle nostre vite. Tutti noi della Disney inviamo le nostre preghiere e le più sentite condoglianze alla sua famiglia “.

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