Come confermato da
Kevin Feige durante la promozione di Captain
Marvel, Stan Lee era riuscito a
girare altri due cameo prima della sua scomparsa lo scorso
novembre, ma non era chiaro se tra questi era compresa la scena
inclusa in Avengers:
Endgame o se il presidente dei Marvel Studios si riferiva a del materiale
extra destinato a Spider-Man: Far
From Home (il prossimo capitolo del MCU in uscita a luglio).
Ora però le parole di Joe
Russo, arrivato in India per partecipare ad un evento con
i fan, sembrano confermare l’ipotesi che il cameo di Lee nel film
sarà anche l’ultimo del fumettista (almeno da vivo) nel Marvel Cinematic Universe:
“Credo che il suo ultimo cameo
sia in Endgame. Non ricordo se ci fosse abbastanza materiale per
un’altra scena in Spider-Man: Far From Home…“
Sappiamo che Lee era solito filmare
più scene contemporaneamente, quindi è probabile che sia rimasto
del footage utile da utilizzare in Far From Home,
sequel sulle avventure in Europa di Peter Parker, oppure è
altrettanto possibile che – esattamente come accaduto in Captain
Marvel – i produttori abbiano deciso di inserire un omaggio
simbolico con una forma diversa dal cameo.
“Stan era incredibile. Sono
cresciuto leggendo i suoi fumetti, e avere l’opportunità di
lavorare su quel materiale, ma anche al fianco di un’icona così
importante per la mia infanzia, è un sogno diventato realtà“,
ha dichiarato Russo.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
In occasione del Primo Aprile, la
Warner Bros ha realizzato un personale April Fools
(il cosiddetto Pesce d’Aprile) in cui anticipa un teaser trailer di
Aquaman
2, in cui però prende subito il sopravvento
Shazam!
Ovviamente si tratta di un finto
trailer che è stato realizzato per promuovere il film con
Zachary Levi e in secondo luogo per prendere un
po’ in giro i fan del personaggio di Jason
Momoa.
Nel cast Zachary Levi,
Asher Angel, Mark Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe
Herman, Ian Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta Milans,
Djimon Hounsou.
La Sinossi: Abbiamo tutti un
supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo
fuori. Nel caso di Billy Batson, basterà gridare una sola parola –
SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni si trasformi
nel Supereroe per gentile concessione di un antico mago. Ancora
bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si diverte nella
versione adulta di se stesso facendo ciò che qualsiasi adolescente
farebbe con i superpoteri: divertirsi! Volare? Vedere a raggi X?
Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole testare i limiti delle sue
capacità con la gioiosa imprudenza di un bambino, ma dovrà
padroneggiare rapidamente questi poteri per combattere le forze
mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus Sivana.
Jeremy Renner ha
manifestato tutta la sua perplessità di fronte alla foto di un
banner di Avengers: Endgame che mostra Occhio di
Falco e che è stato posizionato nei pressi di un orinatoio, in un
bagno di un cinema.
L’attore, che dopo l’assenza da
Infinity War tornerà in questo capitolo conclusivo
della Fase 3 Marvel Studios, ha condiviso su
Instagram l’immagine,
commentando in maniera alquanto perplessa e dicendo che capisce che
in Europa la pubblicità funzioni diversamente, ma… forse attaccato
ad un orinatoio è un po’ troppo strano!
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
È plausibile per il regista tornare
a Cannes 2019, dopo esserci stato appena tre anni fa con il
delicatissimo Paterson. Il film
potrebbe essere una sorta di approfondimenti di quanto già
realizzato con Solo gli amanti sopravvivono, e il
film prevede la presenza della stessa Swinton.
Il film è scritto e diretto da
Jarmusch e nella prima sinossi si legge: il più grande cast di
zombie mai smembrato, con Bill Murray, Adam Driver, Tilda
Swinton, Chloë Sevigny, Steve Buscemi, Danny Glover, Caleb Landry
Jones, Rosie Perez, Iggy Pop, Sara Driver, RZA, Selena Gomez, Carol
Kane, Austin Butler, Luka Sabbat e Tom
Waits
Dopo dieci anni e ventidue film è
davvero difficile scegliere le scene che più ci hanno commosso
lungo tutta la narrazione del MCU, ricchissima di
azione, divertimento e tensione ma anche di sacrifici, lacrime e
morte.
Ecco allora di seguito i 10 momenti più emozionanti della
Infinity Saga:
Lo schiocco
L’evento culminante di tutta la
Infinity Saga arriva alla fine di Avengers:
Infinity War con Thanos schierato contro i più potenti
eroi che schiocca le dita dopo aver collezionato tutte le gemme
dell’infinito. Metà della popolazione dell’universo muore, l’altre
sopravvive nello sgomento più totale.
Il silenzio invade la scena, ed è un
momento drammatico senza precedenti nella storia del MCU. Groot, Doctor Strange, Black
Panther, Spider-Man, e molti altri polverizzati davanti ai nostri
occhi. Nella testa risuona solo la frase di Steve Rogers “Oh
Dio.“
La morte di Yondu
Il sequel di Guardiani della
Galassia ha allargato lo spettro emotivo del franchise
diventando ancora più profondo per quanto riguarda i temi trattati;
come quello della paternità e del complicato rapporto tra Peter
Quill e il suo genitore biologico, Ego, che non rappresenta il
culmine perché sostituito da un altro momento strappalacrime: la
morte di Yondu, il suo “vero” padre. Quello del
cuore.
Per risparmiare la vita di Peter,
Yondu deve sacrificare la sua maschera di ossigeno mentre salgono
nello spazio, e la scena è resa ancora più speciale dalla frase
pronunciata: “Potrebbe essere tuo padre, ragazzo. Ma lui non
era tuo padre.“
Il sacrificio di Groot
Chi avrebbe mai pensato di piangere
per un gesto eroico di un albero parlante? È esattamente ciò che
succede alla fine di Guardiani della
Galassia, quando i protagonisti stanno per affrontano
un morte inevitabile su Xandar.
Qui Groot estende le sue braccia e
le sue radici, creando uno scudo sferico per proteggere tutti i
suoi compagni, con Rocket che dice “Non farlo, morirai.” e l’amico
che risponde: “Noi …siamo…Groot.“
La morte di Gamora
Thanos è stato senza dubbio il cuore
e il protagonista assoluto di Avengers:
Infinity War, e il suo rapporto con Gamora arriva ad
un punto di non ritorno con la scena in cui il Titano Pazzo decide
di sacrificare la vita della figlia adottiva per ottenere la gemma
dell’anima.
Thanos e Gamora si
trovano su Vormir, il pianeta dove è custodita e protetta da
Teschio Rosso, che
gli racconta come fare per impossessarsi del tesoro. Mentre le
lacrime gli rigano il viso, il villain sacrifica l’anima di una
persona amata e getta l’eroina giù da un dirupo.
Tony attraversa il portale
Il primo grande evento del MCU, The
Avengers, ha visto trionfare i nostri eroi non senza
qualche sacrificio e gesti eclatanti. Come quello compiuto da Iron
Man sul finale che rimarrà nella storia del personaggio e
dell’universo condiviso.
I Vendicatori sono a New
York e stanno avendo la meglio sugli invasori Chitauri, ma finché
il portale spaziale rimarrà aperto i rinforzi alieni continueranno
ad affluire. Nel frattempo, il consiglio ha deciso di inviare un
missile nucleare per distruggere i nemici insieme alla popolazione
residente: è qui che Tony Stark usa tutte le forze per deviare il
missile verso il portale e lo attraversa, colpendo la nave madre
dei Chitauri.
La morte di Quicksilver
Quicksilver ha avuto
vita breve all’interno del MCU, ma ciò non significa che la
sua morte sia stata trascurata o resa in modo meno emozionante di
tanti altri momenti.
I Vendicatori stanno
combattendo contro l’esercito di Ultron cercando di impedire al
robot di mettere in pratica l’ultima parte del suo piano. Con loro
ci sono anche Nick Fury, War Machine e Maria Hill a bordo di un
helicarrier. Pietro Maximoff però muore per salvare Occhio di Falco
e un bambino che l’eroe stava aiutando e subito dopo Wanda,
disperata, abbandona la sua postazione per distruggere
l’androide.
Cap e l’addio a Peggy
Ci troviamo nella fase
conclusiva di Captain America:
Il Primo Vendicatore, e il quartier generale di
Teschio Rosso sulle
Alpi viene attaccato ma il villain riesce a fuggire a bordo di
un’Ala volante e subito dopo raggiunto da Steve grazie all’aiuto
del colonnello Phillips e Peggy Carter.
Cap impedisce al villain
di bombardare le più importanti città statunitensi con armi
terribili, ma si accorge che i comandi sono bloccati verso
l’obiettivo fatale, la città di New York, e compresa la gravità
della situazione decide di sacrificarsi per il bene delle possibili
vittime. È qui che scambia le sue ultime parole con Peggy via
radio, promettendole che sarà presente al loro appuntamento…
Hulk lascia il gruppo
In Avengers: Age of
Ultron Bruce Banner affronta le difficoltà del suo
mostro alter-ego, e sviluppa il suo rapporto con Vedova Nera tra i
soliti alti e bassi emotivi, finendo per lasciare il team e
ritrovare se stesso.
La battaglia di Sokovia è giunta al
termine, con l’eroe che sale su un jet per volare via dopo che
Natasha l’aveva implorato di farle sapere in quale luogo si sarebbe
diretto. Ma in un momento di sincera accettazione, riattacca la
chiamata sapendo che la loro storia d’amore era condannata.
Odino condanna Loki
Il primo film del franchise di
Thor
è impostato come una classica tragedia familiare shakespeariana e i
tre personaggi principali (Thor, Odino e Loki) si muovono sullo
schermo come attori sul palcoscenico così come lo aveva concepito
il regista Kenneth Branagh.
Nel corso del cinecomic Loki
stringe un patto con Laufey, il re dei Giganti di Ghiaccio, cn
quest’ultimo che ha il permesso di recarsi ad Asgard e uccidere
Odino durante il suo sonno magico, assicurando a Loki il trono
senza essere rinnegato dal popolo asgardiano. Più tardi, sentendosi
inadeguato e non accettato, Loki salva Odino uccidendo Laufey, che
poi era il padre che l’aveva abbandonato.
Ma non c’è spazio per il perdono, e
il sovrano di Asgard rinnega il figlio senza sentire ragione e non
giustificando il suo piano. Un momento carico di emozione che
culmina con il Dio dell’Inganno, tradito e incompreso, che si
lascia cadere nel vuoto cosmico…
La morte di Killmonger
Siamo all’atto finale di Black
Panther, con l’atteso e inevitabile confronto tra
T’Challa e Killmonger che si battono entrambi con
le armature del Re di Wakanda nella grotta dove è custodito il
vibranio. È però l’eroe del titolo a spuntarla, pugnalando a morte
il cugino.
Prima di morire Erik chiede, davanti
al tramonto, che la sua salma sia gettata in mare come quella di
uno schiavo pronunciando l’emozionante frase: “Seppelliscimi
nell’oceano con i miei antenati che saltavano dalle navi perché
sapevano che la morte era meglio della schiavitù.“
Warner Bros Italia ha diffuso il
trailer italiano di Dolor y Gloria il nuovo film
di Pedro Almodòvar che torna a dirigere
Antonio Banderas, Penelope Cruz e Cecilia
Roth, già protagonisti di alcuni dei suoi più bei
film.
Il film narra di Salvador Mallo, un
regista al suo declino, che è alle prese con diversi incontri,
nella sua vita, alcuni reali, altri che appartengono solo al
ricordo. Il film racconta la sua infanzia negli anni ’60, quando
emigrò con i suoi genitori a Paterna, una città vicino Valencia in
cerca di prosperità, il primo desiderio, il suo primo amore adulto
e la Madrid degli anni ’80, il dolore della rottura di questo amore
quando era ancora vivo in lui.
L’unica terapia contro tutti questi
ricordi e persone, è la scrittura che serve per lui a dimenticare
l’indimenticabile, la prima scoperta del cinema e del vuoto,
l’incommensurabile vuoto prima dell’impossibilità di
continuare.
Dolor y Gloria
parla della creazione, della difficoltà di separare la creazione
dalla propria vita e dalle passioni che gli danno significato e
speranza. Nel recupero del suo passato, Salvador trova l’urgente
necessità di narrarlo, e in quel bisogno, trova anche la sua
salvezza.
Ancora una volta il film si presenta
un toccante racconto, un delicato sguardo del regista alla sua
stessa vita.
Ancora tre settimane e il mondo
potrà finalmente assistere al capitolo conclusivo della Infinity Saga,
Avengers:
Endgame, culmine narrativo di una storia iniziata nel
2008 con Iron Man e ora giunta al suo atto finale. E proprio a
proposito del supereroe interpretato da Robert Downey
Jr., sono arrivate online le immagini ufficiali
dell’action figure firmata Hot Toys che rivela tutti i dettagli
della nuova Mark 85.
Tra questi ci sono due versioni
dell’elmetto intercambiabili e una funzione di illuminazione a LED
che rendono il design dell’armatura di Iron Man ancora più
complessa delle versioni precedenti. Rimane intatto l’Arc Reactor
sul petto e il Nano Lightning Refocuser posizionato sulla schiena
più altri accessori la cui funzione verrà probabilmente rivelata
nel film.
Tuttavia questa non è l’unica novità
in materia di merchandise, e come potete vedere di seguito anche la
Diamond Select Toys ha svelato la sua prossima collezione di action
figure personalizzate a tema Endgame che
raffigurano cinque dei Vendicatori sopravvissuti (Ant-Man, Hulk,
Iron Man, Vedova Nera e Captain America) e Thanos.
Forse l’elemento più significativo è
il look del gigante di giada, per la prima volta a fuoco dopo la
versione stilizzata dei Funko Pop, con
l’uniforme nera e viola degli Avengers. Tra questi solo Scott Lang
indossa la divisa speciale da Regno Quantico che abbiamo visto nel
terzo e ultimo
trailer.
Terminiamo la carrellata di immagini
con quelle della serie Marvel Legends dedicata a Ronin e War Machine, i
personaggi interpretati da Jeremy Renner e
Don Cheadle. Anche in questo caso i costumi degli
eroi sembrano aver subito un discreto upgrade rispetto al passato,
come noterete soprattutto nell’aspetto del braccio destro di Tony
Stark.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
L’espressione “è solo un cinecomic”
non è più applicabile ai film tratti dai fumetti, dal momento che
questo genere si è gradualmente aperto alla contaminazione con
altre tipologie di spettacolo, dalla pellicola storica
(Captain America: Il Primo Vendicatore) all’horror
(New Mutans), passando per racconti dalla forte
identità politica (Black
Panther) ad altri meno impegnati e più “teen”
(Spider-Man:
Homecoming). Insomma definire un cinefumetto con una
sola etichetta è impreciso, e sembra che questa stessa formula si
riscontrerà in Dark
Phoenix, nuovo capitolo sulle avventure dei Mutanti
Marvel.
Il produttore Hutch
Parker l’ha infatti inscritto nella categoria “thriller
hitchcockiano”, in omaggio al maestro del genere, parlandone in
un’intervista con ScreenRant durante il WonderCon di Anaheim,
California, confermando la linea editoriale del franchise che ha
sempre dato un tono specifico ad ogni film.
Ad esempio, X-Men:
L’inizio di Matthew Vaughn era una spy story alla James
Bond, X-Men:
Apocalisse un disaster movie in stile Roland Emmerich,
mentre X-Men: Giorni di
Un Futuro Passato uno sci-fi ambientato nel corso di
più piani temporali. Con Dark Phoenix, ha spiegato
Parker, il pubblico potrà godere di un’esperienza ricca di suspense
nel pieno rispetto della tradizione di Alfred Hitchcock.
Come questo tono andrà a inserirsi
nella trama della nascita e crescita della Fenice è tutto da
vedere, dunque non resta che aspettare l’uscita nelle sale fissata
al prossimo 6 giugno in Italia. C’è sicuramente un elemento di
mistero legato al personaggio misterioso di Jessica
Chastain e alla morte di uno dei protagonisti, e speriamo
vengano affrontate con la giusta tensione.
Dark Phoenix è
stato descritto da Kinberg come l’inizio di un nuovo capitolo per
la serie di film di X-Men.
“Lo vedo come un nuovo capitolo.
Lo vedo come qualcosa che prende il franchise e lo lancia in una
direzione diversa con toni diversi. E questo non significa che il
prossimo avrà lo stesso tono, significa solo che il prossimo può
avere un tono diverso. Penso che per molti anni, gli X-Men di Bryan
[Singer] abbiano davvero trasformato il genere dei supereroi nel
2000 o 2001 quando è uscito il primo. Questo arriva quasi 20 anni
dopo. È molto tempo fa. E a quel tempo, i film sui supereroi non
erano molto popolari, in realtà. C’erano stati alcuni fallimenti a
metà degli anni ’90, e non c’erano stati molti film sui
supereroi, e in quel periodo l’approccio sugli X-Men era
davvero rivoluzionario.”
Creato da Stan Lee e Steve Ditko nel
1964, Mysterio è l’alter ego
di Quentin Beck e farà il debutto ufficiale nel MCU a luglio in Spider-Man: Far
From Home, dove vestirà presumibilmente i panni
dell’antagonista principale di Spidey. Certezza che potrà essere
confermata soltanto dal film, dal momento che il primo trailer ci
mostra il personaggio schierato dalla parte dei “buoni” nella lotta
agli Elementali.
Nei fumetti Mysterio rappresenta la
trasformazione in supercriminale di uno stuntman e creatore di
effetti speciali a Hollywood, privo di superpoteri ma in grado di
giocare con le illusioni e confondere l’avversario. Insieme a Doc
Oc, Avvoltoio, Camaleonte, Uomo Sabbia e Kraven formerà invece il
team dei Sinistri Sei (e chissà che non siano proprio i Marvel Studios a introdurli sul grande
schermo…).
Quella che vedete qui sotto invece è
un’anteprima del suo costume, già svelato dal merchandise di
Far From Home trapelato online, e a quanto pare la
versione cinematografica rispetterà la controparte originale con
qualche variazione. Restano intatti il tradizionale casco
(scherzosamente paragonato ad una boccia per i pesci dai fan) e i
colori della divisa.
“Indossarlo è stato
incredibile” ha confessato Jake
Gyllenhaal in un’intervista, “perché è un costume
straordinario, dotato di tantissimi segreti e dettagli che non
posso svelare. Per ora vi dico che si illumina con vari
colori…“
Diretto ancora una volta da Jon
Watts, Spider-Man: Far From
Home arriverà nelle sale il 5
luglio 2019. Confermati nel cast del
film il protagonista Tom
Holland nei panni di Peter
Parker, Marisa Tomei in quelli di zia
May e Zendaya in quelli di
Michelle, Samuel L. Jackson in quelli di
Nick Fury e Cobie Smulders in quelli di
Maria Hill.
Le riprese del film sono durate
circa tre mesi, e nella maggior parte delle foto circolate in rete
abbiamo visto Peter Parker alle prese con Michelle
(Zendaya). Naturalmente il film vedrà tornare
anche Flash Thompson (Tony Revolori) e Ned
Leeds (Jacob Batalon), gli altri compagni di
scuola di Peter. Ma cosa conosciamo realmente della trama e quali
teorie circolano intorno al nuovo titolo dei Marvel Studios?
Per quanto riguarda le novità del
sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una
versione rimodellata di quella di Iron
Spider. vista in Avengers: Infinity
War. Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera,
con degli occhiali al posto delle orbite bianche, come da
tradizione, questo perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno
di una nuova maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta
su Titano, durante il confronto con Thanos e prima della sua
disintegrazione.
Lo scorso Febbraio si era parlato di
una possibile svolta nella
trama di Birds Of Prey, spin-off che vede
protagonista Margot Robbie nei panni di Harley
Quinn, grazie ad alcune foto trapelate dal set in cui il
personaggio non mostrava più il suo tatuaggio dedicato a
Joker (il nomignolo “puddin” appariva infatti
sbarrato, suggerendo che i due non fossero più legati
sentimentalmente).
Ora però le immagini rubate durante
le riprese da Just Jared sembrano confermare che si, Harley e Joker
si separeranno, ma che il clown principe del crimine sarà nel film
in almeno una scena. Come potete vedere qui sotto, sembra che sarà
proprio il villain a cacciare di casa l’eroina con tanto di effetti
personali gettati dalla finestra.
Sicuramente quello nelle foto non è
Jared Leto, visto che l’attore è impegnato con la
produzione di Morbius a Manchester, in
Inghilterra, dunque possiamo ipotizzare che si tratti di una
controfigura. Questo significa che Joker sarà solo una presenza
“evocata” o che Leto reciterà in un’altra scena?
Vi ricordiamo che a novembre,
durante la promozione di Maria Regina di
Scozia, la Robbie aveva espresso i suoi desideri in
merito al film, spiegando che avrebbe voluto vedere insieme la sua
Harley Quinn e un’altra eroina dei fumetti:
“Se dai uno sguardo alle loro
storie, saprai che Poison Ivy e Harley
hanno una rapporto molto intimo. In alcuni fumetti viene descritto
come un’amicizia, in altri le due sono sessualmente coinvolte come
coppia. Ci sto provando e mi piacerebbe avere Poison Ivy
nell’universo cinematografico DC, perché la relazione tra questi
personaggi è uno degli aspetti dei fumetti che preferisco, e farò
di tutto per esplorarla sullo schermo…“
Come andranno davvero le cose?
Birds Of Prey: tutto quello che non sapete
sul film
Birds of
Prey (and the fantabulous emancipation of one Harley
Quinn) arriverà nelle sale il 7
febbraio 2020. Nel cast Margot
Robbie, che riprenderà il ruolo
di Harley Quinn, Mary Elizabeth
Winstead, Jurnee Smollett-Bell (rispettivamente
Cacciatrice e Black Canary), Rosie
Perez (Renee Montoya), Ella Jay
Basco (Cassandra Cain) e Ewan
McGregor (Maschera Nera).
La prima sinossi del film riporta:
Dopo essersi separata da Joker,
Harley Quinn e altre tre eroine – Black Canary, Cacciatrice e Renee
Montoya – si uniscono per salvare la vita della giovane Cassandra
Cain da un malvagio signore del crimine.
Il film sarà diretto da Cathy Yan da
una sceneggiatura di Christina Hodson.
Come confermato nei giorni
scorsi, Avengers:
Endgame durerà tre ore e due minuti, diventando il
film più lungo non solo della storia dei Marvel Studios, ma anche il blockbuster più
lungo a uscire su larga scala dai tempi di King
Kong di Peter Jackson. E c’è
una ragione specifica dietro questa “scelta”, come spiegato da
Joe Russo in una recente intervista:
“Anche se abbiamo girato un
sacco di scene e scambiato le cose, l’acqua continuava a salire
allo stesso livello perché la storia è davvero densa. Abbiamo così
tanti personaggi con stavamo lavorando di nuovo che richiedevano
quel tipo di tempo di esecuzione. E poi c’è il fattore emotivo a
cui io e mio fratello siamo particolarmente affezionati, e
l’emozione richiede una storia costruita per bene, soprattutto
quando si dispone di una trama tentacolare con un sacco di
personaggi e relativi percorsi, oltre che tempo per farla
respirare. Dall’altra parte non ci piacciono i tempi di esecuzione
eccessivi, ma trattandosi qui del culmine di dieci anni di
storytelling, è stata una scelta obbligata“.
Russo ha inoltre spiegato che il
loro background televisivo prevedeva un approccio completamente
diverso, modificando la storia in segmenti di mezz’ora, e che
questa pratica di sfoltire la sceneggiatura è stata in qualche modo
riportata nei film girati per i Marvel Studios:
“Cerchiamo sempre di creare una
densità nella narrazione che faccia apparire i film compulsivi,
indipendentemente dalla lunghezza. Siamo molto rigorosi riguardo i
punti del racconto e trascorriamo mesi nella sala di montaggio
modificando e trasformandolo in tanti diversi fino a quando
pensiamo di aver sbloccato la versione migliore. Siamo inoltre
molto attenti alle reazioni del pubblico durante i test di prova,
soprattuto se possono dirci se siamo sulla strada giusta o se
stiamo prendendo decisioni sbagliate. Con Endgame abbiamo avuto una
delle risposte più incredibili nella storia della Marvel. E indipendentemente dalla
lunghezza, è stato costantemente abbracciato dal pubblico di
prova.“
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Contrariamente alle aspettative, in
Dark
Phoenix – nuovo titolo del franchise sui Mutanti in
arrivo fra pochi mesi – non ci sarà l’ormai tradizionale cameo di
Stan
Lee, scomparso a Novembre, ma la sua eredità
continuerà a viaggiare dai fumetti allo schermo come spiegato dal
regista Simon Kinberg a Cinemablend.
Kinberg è stato intervistato insieme
al produttore Hutch Parker durante il WonderCon di Anaheim, in
California, ammettendo senza troppi giri di parole che nel
cinecomic non sarà presente una scena con Lee in persona ma
soltanto un omaggio alla sua icona:
“Non abbiamo un cameo. Ma
abbiamo un tributo a lui, ed è qualcosa a cui ovviamente non
stavamo pensando durante la lavorazione del film perché all’epoca
era ancora vivo. Stan è stato una parte così importante di questo
universo nel corso degli anni, ha avuto i suoi cameo, ma anche
dato input nel processo di creazione“.
Questo dettaglio riscrive dunque la
storia del franchise, essendo stato il primo X-Men
del 2000 a ospitare un cameo del fumettista in un film di
supereroi, interpretando un venditore di hot dog su una spiaggia
nella scene con il senatore Kelly (Bruce Davison) che emerge
dall’oceano. A questo seguirono le apparizioni in
Spider-Man, Daredevil,
Hulk, Spider-Man 2,
Fantastici Quattro, X-Men: Conflitto
Finale, Deadpool, e X-Men:
Apocalypse.
“Ho trascorso molto tempo con
lui e per questo mi ritengo davvero fortunato” ha dichiarato
Kinberg. “Siamo andati a casa sua per il cameo in Apocalypse,
c’era anche sua moglie, e tutta la situazione fu speciale […]
La sua morte è stato un duro colpo e abbiamo sentito il suo
peso durante tutta la post-produzione di Dark Phoenix. Ci sembrava
già un film speciale per gli X-Men, perché è il culmine di tutti
questi film in così tanti modi, e perché è l’ultima corsa degli
X-Men. Ma la scomparsa di Stan ha dato sfumature nuove, perché per
me e per molti fan i Mutanti erano l’opera massima di
Stan“
Dark Phoenix è
stato descritto da Kinberg come l’inizio di un nuovo capitolo per
la serie di film di X-Men.
“Lo vedo come un nuovo capitolo.
Lo vedo come qualcosa che prende il franchise e lo lancia in una
direzione diversa con toni diversi. E questo non significa che il
prossimo avrà lo stesso tono, significa solo che il prossimo può
avere un tono diverso. Penso che per molti anni, gli X-Men di Bryan
[Singer] abbiano davvero trasformato il genere dei supereroi nel
2000 o 2001 quando è uscito il primo. Questo arriva quasi 20 anni
dopo. È molto tempo fa. E a quel tempo, i film sui supereroi non
erano molto popolari, in realtà. C’erano stati alcuni fallimenti a
metà degli anni ’90, e non c’erano stati molti film sui
supereroi, e in quel periodo l’approccio sugli X-Men era
davvero rivoluzionario.”
Molte delle personalità
dei Marvel Studios avevano commentato positivamente la notizia
del reintegro di James Gunn alla regia di Guardiani
della Galassia Vol.3, ufficializzata dallo stesso filmaker
nei giorni scorsi (e tra queste figuravano Taika Waititi, Karen
Gillan e suo fratello Sean Gunn), e nelle ultime ore è arrivata
anche la reazione di Zoe Saldana in un’intervista
con ET online.
Queste le parole dell’attrice:
“Sono fiera di lui. Sono felice
che tornerà” ha dichiarato l’attrice che nel franchise interpreta
Gamora. “Sono così orgogliosa della Disney e che tutti i leader di
questa grande azienda abbiano deciso di dare l’esempio, mostrando
che la redenzione è importante e lanciando un forte
messaggio“.
Nell’intervista si è parlato
inoltre del recente successo di Captain
Marvel e dell’importanza del valore della
rappresentazione sul grande schermo, specialmente in un genere come
quello dei cinecomic aperto a tutto il pubblico:
“Ho amato tantissimo il film e
sono orgogliosa di Brie [Larson] e del lavoro dei Marvel Studios. Sono anche felice che le
persone abbiano reagito nel modo giusto sostenendolo, perché questa
è la parte principale di un’intera equazione. Dobbiamo andare e
supportare questi film con donne protagoniste in modo che le nostre
aziende capiscano che si possono fare affari investendo in storie
femminili”.
“È la rappresentazione migliore
di ciò che l’America è oggi“, ha detto l’attrice,
sottolineando come Black Panther sia un esempio pratico di quanto
la diversità sullo schermo paghi. “Non ci stiamo più chiedendo
se qualcuno possa permettere che ciò accada, ma viviamo in un
momento in cui è nostro dovere farlo accadere perché se non lo fa,
stai trascurando il 49 % del tuo pubblico“.
Per quanto riguarda
Guardiani della Galassia Vol. 3, la produzione è
momentaneamente sospesa per permettere a Gunn di concludere i
lavori su Suicide Squad
2.
La sceneggiatura è
pronta da diversi mesi e si prospetta il ritorno nel cast della
stessa Saldana insieme al resto del team. Tutto dipende dagli
eventi di Avengers: Endgame e da quali personaggi
verranno “resuscitati” per continuare il loro viaggio nel MCU.
Al momento il nucleo dei Guardiani
rimasti in vita si riduce al solo Rocket, che ha visto
polverizzarsi tra le sue braccia il giovane Groot, mentre Gamora è
stata uccisa da Thanos per entrare in possesso della Gemma
dell’Anima su Vormir, mentre gli altri membri della squadra si sono
polverizzati su Titano. Rimasta in vita anche Nebula, che come
abbiamo visto dal trailer
di Avengers: Endgame, si schiererà
ufficialmente dalla parte dei Vendicatori.
È stato diffuso il primo trailer di
Annabelle Comes Home, il terzo capitolo della saga
horror prodotta da James Wan che ha per
protagonista la bambola demoniaca.
Lo sceneggiatore Gary Dauberman
(“The Nun – La Vocazione del Male“, “IT“,
“Annabelle”) dirige il suo primo lungometraggio
nel franchise da 1,5 miliardi di dollari di The
Conjuring. Il nuovo film horror è nuovamente prodotto dal
creatore dell’universo di The Conjuring, James Wan
attraverso la sua società di produzione Atomic
Monster, e da Peter Safran, che ha
prodotto tutti i film con The Safran Company.
Determinati a impedire ad Annabelle
di continuare a seminare il caos, i demonologi Ed e Lorraine Warren
portano la bambola posseduta nella stanza dei manufatti chiusa a
chiave della loro casa, mettendola “al sicuro” dietro un vetro
consacrato e ottenendo la santa benedizione di un sacerdote. Ma li
attende una spietata notte di orrore, quando Annabelle risveglia
gli spiriti maligni nella stanza, pronti a mettere gli occhi su un
nuovo bersaglio: Judy, la figlia di dieci anni dei Warren, e le sue
amiche.
Nel film recitano McKenna
Grace (“The Haunting of Hill House” in TV, “Gifted – Il
Dono del Talento”, e l’imminente “Captain
Marvel“) nel ruolo di Judy; Madison
Iseman (“Jumanji:
Benvenuti nella Giungla“, “Piccoli Brividi 2: I Fantasmi di
Halloween”) è la sua babysitter, Mary Ellen; e Katie
Sarife (“Youth and Consequences” e “Supernatural” in TV)
nei panni dell’amica tormentata Daniela, mentre Patrick
Wilson (i film di “The Conjuring” e “Insidious”, e
l’imminente “Aquaman”) e Vera Farmiga (i film di
“The Conjuring”, l’imminente “Godzilla: King of the Monsters”,
“Bates Motel” in TV) riprendono rispettivamente i loro ruoli di Ed
e Lorraine Warren.
Dauberman ne ha
anche scritto la sceneggiatura da una storia di Wan e
Dauberman. I produttori esecutivi sono Michael
Clear e Michelle Morrissey. La squadra creativa di
Dauberman che ha lavorato dietro le quinte include il direttore
della fotografia Michael Burgess (l’imminente “La Llorona – Le
Lacrime del Male”), la scenografa Jennifer Spence (“Annabelle:
Creation”, “The Nun – La Vocazione del Male”) e la costumista Leah
Butler (“Annabelle: Creation”).
Il film targato New Line Cinema
uscirà nel 2019 e sarà distribuito da Warner Bros. Pictures.
Nata nel 1966 in Giappone, la serie
fantascientifica Ultraman ha avuto nel
corso dei decenni numerosi seguiti, sia televisivi che
cinematografici. L’iconico personaggio torna ora, dal 1 aprile,
alla ribalta grazie alla nuova serie Netflix,
che con 13 episodi si pone come sequel diretto dell’originale.
Diretta da Kenji
Kamiyama e Shinji Aramaki,
Ultraman è la prima serie anime
interamente realizzata in 3DCG (3D Computer Graphics), che si
promette di rivoluzionare l’universo narrativo, dalle delicate
espressioni dei personaggi alle scene di azione più dinamiche.
La serie è ambientata diversi anni
dagli eventi di Ultraman. Il leggendario “Gigante di Luce” è ormai
solo un ricordo, tutti sono convinti che sia tornato a casa dopo
aver sconfitto i giganti alieni che avevano invaso la Terra.
Shinjiro, il figlio di Shin Hayata, sembra possedere una strana
abilità. Ed è proprio questa, insieme alla rivelazione che suo
padre fosse il vero Ultraman, che porta Shinjiro a scegliere di
combattere contro i nuovi alieni che invadono la terra, in qualità
di nuovo Ultraman.
Riportando alla luce un eroe ed una
storia non a tutti noti, la serie si incarica inizialmente di
riassumere eventi passati, permettendo così di essere vista anche
da chi non conoscesse l’originale. Le prime introduttive puntate ci
presentano dunque i personaggi di Shin Hayata e suo figlio
Shinjiro, facendoci entrare nella loro quotidianità e
progressivamente nel disvelamento della loro reale natura. La serie
si imposta così come una classica “origin story”, la quale con la
chiamata dell’eroe promette di garantire grande intrattenimento
seguendo l’esempio dell’originale.
La nuova serie su
Ultraman ripropone infatti fedelmente le
caratteristiche del suo predecessore, presentando tuttavia un
grande elemento di novità. L’animazione, che segue gli stilemi
degli anime giapponesi, è però realizzata in computer grafica 3D.
Questa, seppur contribuisca ad ottenere scene d’azione
particolarmente spettacolari e realistiche, si dimostra poco
riuscita sul resto, rendendo artificiosi i movimenti dei personaggi
e poco naturali le loro espressioni facciali. Il risultato è spesso
e volentieri quello di un “effetto videogioco” che stona, in parte,
con la natura dell’opera.
L’arrivo di
Ultraman su Netflix
contribuisce ad ampliare il già vasto catalogo di anime presenti
sulla piattaforma streaming. Con la sua natura a metà tra classico
e innovazione potrà facilmente trovare il suo pubblico, attirando
ed intrattenendo schiere di appassionati. Nonostante i suoi difetti
estetici, e la semplicità della storia, la serie svela alcune
tematiche, come quella del rapporto padre-figlio, che se
approfondite a dovere potranno conferire al prodotto il giusto
spessore per affermarsi nelle nuove generazioni.
Dopo il successo crescente delle
prime tre stagioni, Gomorra 4 torna dal 29 marzo
su Sky Atlantic con una quarta stagione che si propone come un
ennesimo azzeramento di quanto visto fino ad ora. Con la direzione
artistica di Francesca Comencini,
la serie, ideata da Roberto Saviano,
presenta sin dai primi due episodi grandi premesse e nuove regole
del gioco, che porteranno i personaggi principali a doversi
ricostruire da zero per non soccombere.
Gomorra 4, la quarta stagione
riparte esattamente lì dove finiva la terza, con la morte di Ciro
l’Immortale. Scosso da questa perdita, Genny Savastano (Salvatore
Esposito) prova a cambiare vita per il bene della sua
famiglia. Per farlo si getta nel mondo dell’imprenditoria,
lasciando il suo regno nelle mani di Patrizia (Cristiana
Dell’Anna). Questo cambio di potere però sembra
scontentare in molti, ed una nuova guerra è pronta a scoppiare.
Quando si fa concludere una
stagione con un gran colpo di scena, la stagione che seguirà deve
farsi carico di quell’eredità e reggere, se non alzare, il valore
della serie. È ancora presto per dire se la quarta stagione di
Gomorra riuscirà in questo intento, ma le scelte operate fanno
presagire novità in grado di portare la serie su strade nuove e
affascinanti. Con Gomorra 4 infatti si esce dagli
ambienti a noi familiari e, insieme ai personaggi, ci si trova ad
esplorare contesti totalmente nuovi, i quali danno l’impressione di
trovarsi in un oceano ancor più grande, nel quale si è immensamente
piccoli.
Lo spaesamento è infatti il
leitmotiv della stagione. Uno spaesamento che si dimostra da subito
vincente, perché costringe i protagonisti a dover procedere nei
loro intenti con la paura costante di sbagliare e non avere nuove
opportunità. Tutto ciò contribuisce ad aumentare il conflitto della
serie, e ci permette di scoprire nuove sfumature della personalità
dei personaggi nel momento in cui questi sono posti in situazioni
di crisi.
Sin dalla prima puntata, diretta da
Francesca Comencini, si pongono le basi per quella
che può affermarsi come una stagione diversa e allo stesso tempo
fedele al canone della serie. La storia di Genny Savastano
prosegue, acquisendo nuove forme e divenendo sempre più intrigante
agli occhi dello spettatore, che non può non chiedersi quali
potranno ancora essere gli sviluppi futuri del personaggio.
Salvatore Esposito è ora, con la dipartita di
Marco D’Amore, protagonista assoluto e
dimostra di avere sempre più la padronanza del personaggio,
riuscendo a mostrarcene nuovi e credibili aspetti.
Le ambizioni della quarta stagione
sono dunque alte, e il cambio di contesto può facilitare il
raggiungimento di nuove vette. Il rischio di ricadere in situazioni
già viste o poco credibili ai fini della crescita della storia e
dei personaggi sono altrettanto alte, ma con quella che è ormai una
solida squadra di produzione si può pensare che
Gomorra saprà sorprendere a riguardo, rinnovandosi
ancora e ancora.
Arrivato al cinema dopo
l’esperienza positiva del pubblico con Aquaman,Shazam! è il nuovo film dello sgangherato DCEU (che forse nemmeno
è mai esistito) che cerca di mettere dichiaratamente da parte gli
“errori” del passato e semplificare la vita a tutti i fan degli
eroi DC che si aspettano, in sala, film degni di questo nome per i
loro beniamini.
Partendo da questo presupposto, in
maniera più radicale di quanto fatto con il film diretto da
James Wan, Shazam! mette da parte
ogni aspetto serio, ogni complessità di scrittura, ogni elemento
adulto, per costruire una storia di origine elementare, con un
villain bidimensionale, costruito sugli opposti dell’eroe, e con un
protagonista che scopre la responsabilità che implica l’avere dei
poteri e il senso di appartenenza a una famiglia, come luogo in cui
riceviamo l’amore che meritiamo (nei giorni del congresso di
Verona, sembra una riflessione dovuta).
In Shazam! Billy
Batson è infatti un ragazzino senza famiglia, ha “perso” la sua da
bambino e da allora rimbalza da un affido all’altro, sempre in
cerca della sua vera madre. Adottato dai Vasquez, si trova
contemporaneamente a dover fare i conti con una nuova famiglia
affidataria, che ha già adottato cinque ragazzini, e con un
incontro singolare, quello con il Mago Shazam, che lo ha eletto a
prescelto, lasciandogli i suoi poteri. Contemporaneamente, però, il
Dottor Sivana, che da piccolo era stato “bullizzato” dalla famiglia
e al quale gli erano stati negati quegli stessi poteri, entra in
possesso di oscure abilità. Come nel più rassicurante e prevedibile
dei copioni, alla nascita di una super minaccia, corrisponde la
nascita di un eroe pronto a sventarla.
Esattamente in questo risiede il
principale tema di Shazam!: la scoperta dell’eroe
nascosto che si palesa oltre le super-capacità, abbracciando la sua
responsabilità. Con esso, è forte nel film di David F.
Sandberg il tema del valore della famiglia, del senso di
appartenenza e del bisogno di ogni singolo di avere un luogo da
chiamare casa, in cui ci sentiamo amati e protetti.
Tutto questo viene raccontato con
toni scanzonati, pop, citazionisti e irriverenti, in un film che è
indirizzato a un pubblico giovanissimo. La semplificazione dei
conflitti viene così giustificata dal grado zero di pretesa di
prendersi sul serio, e nonostante siamo ancora nel serio universo
nato nella mente di Zack Snyder con Man of
Steel e Batman v Superman,
il film prende atto che quell’universo, quei toni e quelle pretese
sono state messe definitivamente da parte, e che da ora in poi le
cose, in casa Warner/DC, saranno molto molto diverse.
Questa scelta sembra aver pagato in
termini di coerenza, in quanto Shazam! è
godibilissimo come racconto di formazione e cinecomic, senza la
necessità che la sua storia debba essere spiegata o continuata con
altri film, ma ovviamente lascia aperta la porta a ciò che
arriverà, eventualmente, dopo. Cambiando marcia, tono, ritmo e
pubblico, soprattutto abbassando le pretese (impoverendone non poco
l’aspetto cinematografico) rispetto a quanto il cinema targato DC
ci ha offerto negli ultimi anni, Shazam! è un buon
prodotto di intrattenimento dedicato ai più piccoli. Fosse arrivato
dieci, quindici anni fa, sarebbe stato ottimo.
Vendicare i caduti, recita
la tagline nei poster di Avengers:
Endgame, ma la domanda sorge spontanea: come
riusciranno i nostri eroi a riportare in vita o ad alterare la
realtà post Decimazione? E soprattutto, in che modo tornerà
Loki?
Ecco 10 teorie:
Redenzione
Qui dovrebbe intervenire la nostra
più vivida immaginazione per permettere a Loki di tornare e onorare
uno scopo più grande pensato per lo sviluppo del personaggio. In
tal senso una teoria dei fan afferma che mentre il Tesseract gli ha
permesso di influenzare le persone, a sua volta influenzava anche
lui rendendolo malvagio.
Se quindi Loki è davvero un bravo
ragazzo, abbandonare il Tesseract nelle mani di Thanos avrebbe
infranto l’incantesimo trasformandolo in eroe…
Si è fatto uccidere per un motivo
Loki è un personaggio abbastanza
intelligente da sapere è necessario più di un coltello per fermare
Thanos. Ma è possibile che tutto questo fosse parte di uno schema
più ampio che doveva iniziare con il Titano che lo uccideva non
vedendolo come una minaccia?
Lo chiamano Dio dell’Inganno per un
motivo…
Sarà nelle sequenze di flashback con Thor
Non tutti i personaggi che
appariranno in Avengers:
Endgame saranno necessariamente “vivi”, e come altri
anche Loki potrebbe essere morto nel canone ma tornare in una
sequenza flashback insieme a Thor.
Non pensate che sia alquanto
improbabile che un film epico del calibro di Endgame, con un cast
così ricco e una storia così importante, abbia il tempo di
dedicarsi a tutti gli eroi?
Resurrezione
Thanos potrà anche aver detto
“Nessuna resurrezione questa volta“, quando uccide Loki
nelle battute iniziali di Infinity War, eppure
la Marvel ama ingannarci con cose del
genere da sempre.
D’altronde questa frase è stata
pronunciata prima che il Titano Pazzo potesse decidere come
plasmare la realtà a suo piacimento (grazie alla gemma
dell’infinito), quindi chi gli da la certezza che quella sarebbe
stata l’ultima resurrezione?
Il piano di Doctor Strange
Cos’hanno in comune
Loki e Doctor Strange?
Sicuramente la capacità di materializzare le loro gemme
dell’infinito nello stesso modo, ed entrambi sono stati affrontati
da Thanos in maniera molto simile (presi per il collo). E se ci
fosse dell’altro dietro questa similitudine?
Una delle teoria afferma che i due
hanno inventato un piano che porterà i Vendicatori al successo alla
fine di Endgame, e
come tutti sappiamo, il film prende il nome dal grande “piano” di
Strange per salvare l’universo con la sua conoscenza dello scenario
da uno-a-14 milioni che ha visto in Infinity War…
Si trova all’interno della gemma dell’anima
Sono in molti a crede che le anime
dei Vendicatori morti alla fine di Infinity
War siano state intrappolate nella gemma
dell’anima, e un precedente nei fumetti sembrerebbe
confermare questa ipotesi: sulle pagine dei Marvel Comics infatti, la gemma dell’anima è un
essere senziente dal forte desiderio di consumare le anime degli
esseri viventi. E ogni persona che finisce in questa trappola
rimarrà prigioniero di una realtà conosciuta come
il Mondo delle Anime.
L’esistenza di questo luogo è stata
poi confermata da Avengers:
Infinity War quando Thanos viene
trasportato lì e dove
vede Gamora proprio alla fine del film;
da qui la teoria secondo cui le anime di tutte le vittime dello
schiocco siano state “congelate” nella gemma dell’anima.
Ma arriviamo al punto più
interessante: nel MCU il ruolo dei colori è
fondamentale, specialmente quando ci si trova davanti le gemme
dell’infinito, e dal momento che quella dell’anima è arancione e il
Regno Quantico si riempie di questa tonalità quando Scott Lang vi
entra alla fine di Ant-Man and The
Wasp…non è che allora una persona morta (o meglio, la
sua anima) finisca direttamente nel Regno Quantico? Forse le
particelle che Scott sta raccogliendo sono in realtà le anime degli
eroi deceduti? Loki è una di queste?
Si sta nascondendo sulla Terra
Quando Loki porge la gemma dello
spazio a Thanos all’inizio di Infinity
War, Thor reagisce in maniera aggressiva ma subito
dopo, prima di morire, è proprio Loki a dire “Te lo prometto
fratello, il Sole splenderà di nuovo su di noi“.
E se quel Sole che splende su Thor e
Loki non fosse solo una metafora? E se il Dio dell’Inganno avesse
in serbo uno dei suoi trucchi per far credere a Thor di essere
stato ucciso, quando in realtà si sta solo nascondendo sulla
Terra?
Apparirà in un sogno
Come spesso accade in The Walking
Dead, dove un personaggio viene morso da morto vivente e di fronte
al destino che incombe inizia ad avere visioni di tutti i deceduti,
è possibile che la stessa sorte toccherà a Loki, o almeno questo è
il modo in cui potrebbe tornare in scena.
Ad esempio, se Tony
Stark rimanesse senza ossigeno o acqua nello spazio,
potrebbe avere delle allucinazioni e vedere tutti i personaggi che
hanno reso i suoi ultimi dieci anni un inferno vivente, da Whiplas
a Ultron, passando per il Mandarino e naturalmente, Loki.
Viaggi nel tempo
I primi avvistamenti sul set di
Endgame ci hanno
mostrato con il vecchio costume di Loki, e non con la versione
aggiornata di Thor:
Ragnarok e Infinity
War, ovvero lo stesso indossato nel 2012 in
The Avengers.
Questo dettaglio ha portato in molti
a credere che la teoria dei viaggi nel
tempo fosse effettivamente vera, e che se i Vendicatori
torneranno indietro all’evento dove tutto è iniziato, allora c’è
speranza di rivedere anche Loki…
Proiezione
Torniamo alla scena iniziale di
Infinity
War, dove Loki affronta (per l’ultima volta?) Thanos
cercando di pugnalarlo inutilmente, ma finendo strangolato dal
Titano Pazzo. E se quello morto non fosse il Dio dell’Inganno ma
una delle sue “proiezioni”?
Alcuni fan hanno notato che Loki,
destro, prova ad accoltellare Thanos con la mano sinistra,
sostenendo che non si trattava di lui ma di un suo doppio, e che il
vero Loki è da qualche parte al sicuro…
Sono partite in Norvegia le riprese
di Bond
25, nuovo capitolo del franchise dedicato all’agente
007 James Bond ancora senza titolo ufficiale che vedrà
Daniel Craig nei panni del protagonista per
l’ultima volta dopo Casino Royale, Quantum of Solace,
Skyfall e Spectre.
Nel frattempo, grazie alle immagini pubblicate da Express Uk,
possiamo dare uno sguardo a uno degli antagonisti di Bond del film,
nascosto sotto una misteriosa maschera bianca e immerso nella neve
della località di Nittedal.
Non c’è traccia di Craig, né
ulteriori indizi circa l’identità del personaggio, tuttavia un
video girato sul set riprende l’inseguimento ai danni di una
ragazza che fugge dalla sua casa mentre l’uomo procede zoppicante
al suo seguito. È possibile che si tratti di uno stunt o comunque
di un sosia del “vero” interprete, ma staremo a vedere nei prossimi
giorni.
Secondo i rumor, la MGM starebbe
ancora insistendo per portare il fresco vincitore dell’Oscar per Bohemian
RhapsodyRami Malek nel cast insieme a
due attrici (una dovrebbe interpretare un’agente del MI6, l’altra
un personaggio simile a quello di Olga
Kurylenko in Quantum of Solace)
e un attore per vestire i panni di un agente della CIA americano
(Billy Magnussen è in cima alla lista dei
candidati).
Vi ricordiamo che Bond
25 sarà diretto da Cary
Fukunaga (il primo regista non britannico che siede
dietro la macchina da presa di un film di 007), mentre la
sceneggiatura sarà riscritta da Scott Z.
Burns (The Bourne Ultimatum, Contagion).
Una parte importante delle riprese
si terrà nella città di Matera, capitale europea della cultura per
2019, fornendo l’ambientazione perfetta per quella che dovrebbe
diventare la sequenza d’azione del prologo, simile al segmento
di apertura di Spectre a Città del Messico
durante le celebrazioni del Giorno dei Morti.
Gli ultimi due film
di James Bond sono stati diretti
da Sam Mendes che ha incassato con i
suoi film rispettivamente 1,1 miliardo di dollari
per Skyfall (il Bond di maggior successo
di sempre, con un Oscar all’attivo) e 880 milioni
con Spectre. Dato il successo che Mendes ha
raggiunto con i film, quando ha annunciato che non avrebbe più
diretto un Bond Movie, la EON e la MGM si
sono date da fare per cercare un rimpiazzo all’altezza.
Il sequel di A Quiet Place potrebbe aver trovato il suo
nuovo protagonista maschile: come riportato in esclusiva
dall’Hollywood Reporter infatti, Cillian Murphy è
ufficialmente in trattative per ottenere un ruolo nel secondo
capitolo ancora una volta scritto e diretto da John Krasinski.
Non vengono confermati ulteriori
dettagli sulla produzione, in particolare sulla trama ancora top
secret, ma diverse fonti dicono che l’attore, ora impegnato nella
serie Peaky Blinders, dovrebbe interpretare
un misterioso personaggio con cattive intenzioni che si unirà al
clan familiare sopravvissuto agli eventi del primo film.
Vi ricordiamo che A Quiet Place
2 (questo il titolo ufficiale) è atteso nelle
sale il 15 Maggio 2020, con le riprese che
partiranno già in estate nello stato di New York. Krasinski, che
aveva completato le prime bozze dello script in autunno, tornerà
dietro la macchina da presa mentre Emily
Blunt, Noah Jupe e Millicent
Simmonds sono attesi di nuovo nel cast.
“Una piccola idea è diventata
più grande, e mentre la maggior parte dei sequel parla del ritorno
di un cattivo o del ritorno di un eroe, non volevo che il mio
andasse in questa direzione.” ha spiegato Krasinski in
un’intervista. “Di A Quiet Place
2 abbiamo un mondo, e il resto della
popolazione che sta attraversando esattamente quella stessa
esperienza. Ci sono altri sopravvissuti? Cosa possiamo esplorare
ancora? Cosa accadrà dopo?“.
Vero e proprio caso cinematografico
della scorsa stagione, A Quiet Place – Un Posto
Tranquillo ha trasformato l’esperienza
cinematografica di milioni di spettatori proponendogli uno
spettacolo inedito.
La vicenda segue il viaggio di una
famiglia costretta a vivere nel silenzio per non cadere vittima di
misteriose creature che vengono attirate dai suoni. Consapevoli che
ogni minimo sussurro, ogni minimo passo, significa la morte, Evelyn
(Emily Blunt) e Lee (John Krasinski) sono determinati a trovare un
modo per proteggere i loro figli mentre tentano disperatamente di
contrattaccare.
Abbiamo visto il primo poster
americano di Avengers: Endgame con tutti i
protagonisti
schierati, sotto l’inquietante sagoma di Thanos, mentre il
primo poster cinese
ci ha mostrato non solo eroi e villain, ma anche tutti i caduti di
Infinity War. Prima ancora, un altro banner aveva
confermato la presenza del
Hulkbuster nel film.
Dopo gli eventi di Infinity
War, Endgame trova molti degli eroi della Terra in lutto
per i loro amici perduti, mentre Tony Stark rimane nello spazio
dopo la sua fallimentare battaglia con Thanos su Titano. Tuttavia,
Captain America e la compagnia non staranno tranquilli a lungo,
poiché Thanos si nasconde ancora da qualche parte nell’universo.
Questa volta, gli Original Six, i sei vendicatori originali,
saranno affiancati da un nuovo eroe, Captain Marvel,
presentata al cinema da poche settimane. Con una durata di oltre
tre ore, Endgame si presenta davvero come il più
epico film del MCU.
Così come sarà unico il film in
questione, è unica anche la campagna marketing che lo accompagna,
con poster da tutto il mondo che però offrono uno sguardo
differente su ciò che dobbiamo aspettarci, un piccolo indizio
nascosto in ogni contenuto promozionale.
Il presidente del marketing di Walt
Disney Studios Asad Ayaz ha rivelato alcune nuove
immagini su Twitter in cui vediamo l’originale Occhio di Falco,
Iron Man, Capitan America e Thor, insieme a Ant-Man, che guardano
la skyline di Shanghai come se fossero pronti a conquistare la
città (il disegno promuove il prossimo “Chinese Event” della Disney
nella città di Shanghai). Inoltre, la Marvel ha diffuso anche un poster
russo per Endgame che presenta la Vedova Nera in una posizione
centrale (sappiamo che Natasha Romanoff è russa). Eccoli di
seguito:
È forse degno di nota il fatto che
nella promo art di Shanghai, Occhio di Falco indossi il suo costume
di Civil War, invece del suo costume da Ronin ben mostrato nei
recenti trailer di Avengers: Endgame. Il
poster russo invece mostra Occhio di Falco nei panni di Ronin.
La particolarità del poster cinese,
invece, era che ci mostrava per la prima volta Valchiria, dopo che
i character poster ci
avevano confermato che era viva, e che invece altri personaggi,
come Shuri, non erano sopravvissuti allo schiocco.
Sembra, dunque, che ogni contenuto
promozionale voglia darci qualche indizio in più sul film e che in
qualche modo sia personalizzato a seconda del paese a cui è
rivolto, segno che il fenomeno Marvel è davvero entrato in ogni
casa del mondo.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Diverse settimane fa
un’indiscrezione aveva svelato la presenza, nel film dei Marvel Studios dedicato a Gli
Eterni, di un protagonista maschile sconosciuto e
descritto solo come “un dio greco”. Questo dettaglio aveva portato
i fan a chiedersi se Hercules avrebbe
finalmente debuttato nel MCU, ipotesi alquanto probabile che
sembra essere stata confermata anche da MCU Cosmic.
Il sito riporta infatti che Ercole potrebbe essere uno dei
personaggi principali del cinecomic attualmente in sviluppo che
vedrà dietro la macchina da presa l’acclamata regista indipendente
Chloe Zhao (The Rider) e, se le trattative
dovessero concludersi positivamente, Angelina
Jolie nel cast.
Creato nel 1940 e pubblicato
all’epoca dalla Timely Comics (divenuta più tardi la Marvel Comics), Hercules rilegge la mitologia
del Dio Greco attraverso la storia dello scienziato idealista
Dottor David, che abbandona la civiltà per allevare suo figlio in
nome della perfezione fisica e mentale. Il ragazzo crescerà
sull’Isola Artica, fortificando il proprio corpo e imparando a
sopportare la fatica, il clima rigido, e sviluppando
un’intelligenza pari a quella del padre. E dopo la morte di
quest’ultimo, il personaggio viene rintracciato da circensi che lo
catturano e lo portano in America per farlo esibire nei loro
spettacoli come Hercules, il titano più alto di tutti i
tempi.
Il film, secondo gli ultimi
aggiornamenti, includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come
Eterni e i
mostruosi Devianti, creati da esseri
cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato al The Hollywood
Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia
d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e
Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.
La sceneggiatura è stata scritta da
Matthew e Ryan Firpo mentre
l’uscita nelle sale dovrebbe essere stata fissata al 2020, con il
cinecomic che potrebbe vedere in azione il primo eroe apertamente
gay della storia.
Proseguono senza sosta le riprese di
Birds Of Prey, il primo di una serie di spin-off
di Suicide
Squad dedicati al personaggio di Harley Quinn, ancora
una volta interpretato da Margot Robbie, in cui
rivedremo l’attrice affiancata dalle eroine DC Cacciatrice e Black
Canary.
Nel frattempo sono comparse su
Twitter alcune immagini scattate sul set che mostrano proprio la
Robbie con la nuova divisa “ufficiale” di Harley (presentata nel
teaser) intenta a servire bicchieri di margaritas all’interno di un
locale coloratissimo. Insieme a lei, nelle foto che trovate qui
sotto, c’è anche Ella Jay Basco, la giovanissima
attrice che interpreta Cassie Can, il presunto motore della trama
che spingerà le protagoniste a formare il team per salvarla dal
rapimento di Maschera Nera.
Sempre riguardo Birds of Prey, nelle
scorse settimane abbiamo dato uno sguardo alle attrici e in
particolare a Margot
Robbie impegnata a girare una sequenza action con
esplosioni e incidenti d’auto con effetti speciali. Sempre la
candidata all’oscar dovrebbe tornare nei panni dell’eroina anche in
Suicide Squad
2 di James Gunn, come
riportato di recente.
Birds Of Prey: tutto quello che non sapete
sul film
— Harley Quinn Updates || BARBIE MOVIE IN THEATERS
(@HarleyMovieNews)
March 29, 2019
Birds of
Prey (and the fantabulous emancipation of one Harley
Quinn) arriverà nelle sale il 7
febbraio 2020. Nel cast Margot
Robbie, che riprenderà il ruolo
di Harley Quinn, Mary Elizabeth
Winstead, Jurnee Smollett-Bell (rispettivamente
Cacciatrice e Black Canary), Rosie
Perez (Renee Montoya), Ella Jay
Basco (Cassandra Cain) e Ewan
McGregor (Maschera Nera).
La prima sinossi del film riporta:
Dopo essersi separata da Joker,
Harley Quinn e altre tre eroine – Black Canary, Cacciatrice e Renee
Montoya – si uniscono per salvare la vita della giovane Cassandra
Cain da un malvagio signore del crimine.
Il film sarà diretto da Cathy Yan da
una sceneggiatura di Christina Hodson.
Avengers:
Endgame segnerà la fine di un’era, la “prima” dei
Marvel Studios al cinema, e in questo viaggio
durato dieci anni e ventidue film il contributo di Anthony
e Joe Russo è stato decisivo, oltre che il più longevo:
dal 2014 ad oggi infatti, i due registi hanno diretto quattro
titoli del Marvel Cinematic Universe (Captain America:
The Winter Soldier, Captain America:
Civil War, Avengers: Infinity
War e ovviamente il quarto capitolo sui Vendicatori in
arrivo il prossimo 24 aprile), trasferendo la loro esperienza
“seriale” di Arrested
Development e Community sul grande
schermo.
Ma cosa si prospetta nel futuro dei
Russo? Endgame sarà il loro ultimo cinecomic, o i due filmaker
torneranno dietro la macchina da presa ancora una volta al servizio
del MCU? La loro risposta non sembra
escludere quest’ultima possibilità:
“Amiamo la Marvel, abbiamo vissuto insieme
un’esperienza incredibile. È per questo che abbiamo realizzato
quattro film in sei anni con loro. Sono come una famiglia per noi.
E penso che facciano un ottimo lavoro nel separare “chiesa e
stato”, dove noi siamo concentrati sui nostri progetti e qualcun
altro su altri. Lavoreremmo con loro in qualsiasi modo perché
riteniamo sia importante, così come nella vita quotidiana, avere al
proprio fianco persone di qualità…in questo senso i Marvel Studios sono il massimo“.
Curioso come lo scorso Novembre,
durante un Q&A con i fan dove si era parlato di tra aneddoti e
racconti di produzione su Infinity War, i Russo avessero scherzato
sul loro possibile addio al mondo dei cinecomic spiegando che
l’unico modo per farli tornare nel business sarebbe stato
affidargli un film su Secret Wars, basato sulla
trama di uno dei fumetti più amati dai lettori.
Queste erano state le loro parole a riguardo:
“La speranza è poter mettere le
mani sui personaggi Marvel della Fox, come X-Men e
Fantastici Quattro, anche se il mio supereroe preferito rimane
Hulk, anzi, i fumetti di Incredible Hulk # 181, dove c’è la prima
apparizione di Wolverine. Dall’altra parte sentiamo che la missione
dell’universo Marvel è continuare ad espandere e
sorprendere le persone; con scelte di casting, con nuove storie
storie…Ma se dovessimo arrivare in questo mondo di eventi
crossover, fumetti come Secret Wars offrirebbero tantissimi
spunti…e tra l’altro era uno dei nostri preferiti da piccoli. Tutto
dipende dall’esito dell’affare Fox/Disney.“
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Dopo lo scambio di ruolo tra
Will Smith e Idris Elba (che
vestirà i panni di Deadshot) e le voci circa il ritorno di
Margot Robbie in quelli di Harley Quinn, sembra
che un altro personaggio dell’originale Suicide
Squad comparirà nel reboot affidato a James Gunn e intitolato, per l’occasione,
The Suicide Squad. A confermarlo è nientemeno che
il suo interprete, Jai Courtney, il volto di
Captain Boomernag nel film di David Ayer.
“Ci stiamo preparando a girare
tra qualche mese. Non posso rivelarvi altro ma sì, rivedremo
sicuramente Boomerang.“, ha dichiarato l’attore a Business
Insider.
Contrariamente a quanto riportato
nelle scorse settimane, il cast del cinecomic non subirà molti
stravolgimenti, ma è chiaro che il riavvio del franchise abbia
comunque bisogno di nuove figure da introdurre in linea con la
visione di Gunn e con le run originali dei fumetti a cui si ispira.
Tempo fa era stato l’Hollywood Reporter a spiegare che il ruolo di
Deadshot sarà centrale e che il villain potrebbe
rendere omaggio alle celebri storie di Jon
Ostrander e Kim
Yale pubblicate negli anni ’80, dunque escludendo
ogni possibile rivisitazione della più recente versione del team
52.
Per quanto riguarda Boomerang,
alter ego di Digger Harkness, ha fatto parte del team originale
della Suicide Squad nell’universo cinematografico DC sopravvivendo
agli eventi della prima missione; è dunque probabile che
Amanda Waller, o chiunque sia attualmente alla
guida della Task Force X, richiamerà alle armi alcuni dei membri
della squadra, come Deadshot o presumibilmente Harley Quinn, ma
staremo a vedere.
Nel frattempo lo stesso Courtney ha
descritto la produzione come “un’esperienza diversa e
fantastica“, mentre il produttore Peter
Safran ha ribadito che il film “nonsi
chiamerà Suicide Squad 2 perché è un riavvio totale, e credo che il
pubblico debba reagire con entusiasmo alla notizia. Sarà
esattamente ciò ti aspetti da una sceneggiatura di James Gunn,
ovvero qualcosa che dice molto e promette altrettanto“.
Il nuovo capitolo sugli
acchiappafantasmi ha trovato la sua giovane protagonista: come
riportato in esclusiva dall’Hollywood Reporter, Mckenna
Grace è entrata nel cast di Ghostbusters
3, terzo film del franchise affidato a Jason
Reitman che arriverà nelle sale il 10 luglio 2020.
Insieme all’attrice (ora nelle sale
con Captain Marvel, dove interpreta
Carol Danvers da bambina) sono stati confermati anche Finn
Wolfhard (la star della serie Stranger Things) e
Carrie Coon (vista di recente in The Leftlovers),
che interpreteranno rispettivamente il fratello maggiore e la madre
del personaggio della Grace.
Ormai lanciatissima a Hollywood, la
dodicenne comparirà prossimamente nel coming of age di Amazon
Troop Zero, presentato in anteprima al Sundance lo
scorso gennaio, e nella serie Designated Survivor
al fianco di Kiefer Sutherland. Al cinema la rivedremo in
Annabelle Comes Home, il nuovo titolo prodotto
dalla New Line che farà parte dell’universo horror di The
Conjuring.
La produzione non ha diffuso
ulteriori dettagli sulla pellicola, che come saprete sarà il sequel
diretto dei due Ghostbusters diretti da Ivan Reitman (papà di
Jason), senza nessun collegamento con il reboot al femminile di
Paul Feig del 2016, e che la storia ruoterà
intorno a due ragazzi e due ragazze di età compresa fra i 12 e i 13
anni.
Si prospetta il ritorno in scena
degli attori originali, da Bill Murray a Dan Aykroyd, e nei giorni
scorsi è stato rivelato che “Rust City” è il
titolo di lavorazione. Le riprese inizieranno il 25 Giugno a
Calgary e proseguiranno per circa 15 settimane.
“Ho sempre pensato a me stesso
come il primo fan di Ghostbusters, quando avevo 6 anni ero a
visitare il set. Volevo fare un film per tutti gli altri fan.”
ha raccontato Reitman in una recente intervista con Entertainment
Weekly. Questo è il prossimo capitolo della serie originale.
Non è un riavvio. Quello che è successo negli anni ’80 è accaduto
negli anni ’80, e questo è ambientato nel presente.”.
Vi ricordiamo inoltre che la
sceneggiatura è stata firmata dallo stesso Reitman a quattro mani
con Gil Kenan, e fonti attendibili riportano che la trama seguirà
gli eventi della pellicola del 1984.
Ecco la nostra intervista a
Kevin Costner, la star di Hollywood protagonista,
insieme a Woody Harrelson, del nuovo film Netflix,
Highwaymen – L’Ultima Imboscata, dal 29 marzo
disponibile sulla piattaforma.
Highwaymen – L’ultima imboscata (The Highwaymen) è un
film del 2019 diretto da John Lee Hancock. La pellicola segue le
vicende dei due ex texas rangers, interpretati da Kevin
Costner e Woody Harrelson, che uccisero i
criminali Bonnie e Clyde.
Nel 2005 il produttore Casey Silver
avvia il progetto del film basato sulla sceneggiatura originale di
John Fusco, che prevedeva Paul Newman e Robert Redford come
protagonisti, ma la produzione ha dei rallentamenti, così nel 2013
il progetto viene acquistato dalla Universal. Il 21 giugno 2017
Netflix negozia un accordo con la Universal, mentre vengono scelti
Kevin Costner e Woody Harrelson come protagonisti e John Lee
Hancock alla regia. Il 12 febbraio 2018 Netflix acquista i diritti
del film ed inizia la produzione.
Le riprese del film, iniziate il 12
febbraio 2018 e terminate il 29 marzo dello stesso anno, si sono
svolte principalmente nello stato della Louisiana, tra le città di
New Orleans, Covington, Laplace, Hammond, Baton Rouge,
Donaldsonville, Shreveport e Thibodaux. La scena dell’omicidio di
Bonnie e Clyde è stata girata nello stesso luogo dove avvenne
realmente.
Ancora un altro film,
Avengers: Endgame, e la Fase 3 potrà dirsi
finalmente conclusa. E dopo, cosa ci attenderà nella Fase 4? Ci
sono tantissime serie Marvel che potrebbero essere
trasformate in uno spettacolo cinematografico con i fiocchi…
Ecco alcune, tra le più importanti
storie dei fumetti Marvel, che speriamo di vedere nel
MCU:
Avengers: No Surrenders
In Avengers: No
Surrender i “cattivi” riescono finalmente a conquistare la
Terra. Così, i rimanenti Vendicatori devono trovare il modo per
collaborare e fermare tutte le minacce cosmiche che cercano di
distruggere il pianeta.
Nei fumetti questo è un evento che
riunisce nella stessa trama il team dei Vendicatori per una guerra
totale contro una minaccia più grande, composta dall’Ordine Nero di
Thanos e la Legione Letale.
Chaos War
Ci troviamo nella Dream Dimension,
nel momento in cui Incubo scopre che
Hercules è tornato e progetta di usare le visioni
dell’eroe dell’esercito di Amatsu-Mikaboshi per
spaventare il mondo.
È allora che Hercules decide di
assemblare un gruppo di eroi avvertendoli dell’arrivo del villain
sulla Terra e donandogli una parte dei suoi poteri; ma non finisce
qui, infatti verrà aperto per loro un portale diretto verso la
dimensione del sogno per sfidare Amatsu-Mikaboshi.
Fear Itself
Crossover in sette
capitoli scritto da Matt Fraction, Fear Itself non
presenta una tradizionale storia corale ma si concentra su due
personaggi principali, ovvero l’ex Captain America (Steve Rogers) e
Thor, mentre Iron Man e Odino svolgono ruoli secondari.
Ci troviamo in un periodo
di crisi chiamata Età degli eroi che non colpisce soltanto i
mortali, ma anche l’identità dei supereroi, dopo che Synthia Shmidt
(l’erede di Teschio Rosso) scatena un’antica divinità nordica
soprannominata “Il serpente”.
Secret Empire
La manipolazione da parte di Teschio
Rosso di un cubo cosmico chiamato Kobic provoca eventi di natura
pericolosissima nella serie Secret Empire, dove
Capitan America viene segretamente sostituito da
una versione distorta di se stesso.
Come se non bastasse, un esercito di
Chitauri si sta avvicinando alla Terra quando lo Scudo di Difesa
Planetaria viene disattivato da un agente dell’Hydra, e nel
frattempo i supereroi rimasti si prepararono a contrastare
l’attacco (tra cui Iron Man e Ironheart).
Siege
Siege (in italiano
Assedio) vede protagonisti i Dark
Avengers finalmente pronti a mettere in atto il loro
piano. Norman Osborn, che nel frattempo ha ottenuto poteri speciali
dal governo americano, forma la sua squadra di supercriminali con
costumi e nome di celebri supereroi. Tra questi ci sono Bullseye,
Moonstone, Venom, Ares, Sentry, Noh-Varr e Daken.
In seguito all’invasione
degli Skrull e all’indebolimento dello SHIELD, Osborn riesce a
trasformare l’organizzazione in un’agenzia segreta sotto il suo
controllo (chiamandola HAMMER) con l’intento di impossessarsi di
ogni forma di alta tecnologia umana e aliena e sopprimere tutti i
supereroi per garantirsi il dominio incontrastato del pianeta.
Annihilation
Annihilation è la saga di fumetti pubblicata nel 2006
ideata da Keith Giffen sviluppando alcune idee dalla miniserie
dedicata Drax il
Distruttore del 2005.
La trama prende piede
dopo un’evasione di massa alle Kyln, le prigioni intergalattiche
più antiche del Big Bang, quando una flotta di astronavi a forma di
insetti attacca le celle distruggendole. Xandar, il pianeta natale
dei Nova Corps, non esiste più e l’universo è
nel caos: l’unico sopravvissuto è Richard Rider, Nova Primo, che
entra in possesso di tutta la forza Nova.
Dopo questi attacchi
l’onda Annilathion colpirà l’impero Skrull, passando poi a
quello dei Kree, con la scoperta che il vero
comandante della flotta è Annihilus e che Thanos è il suo
alleato.
Secret Invasion
Secret
Invasion è un altro celebre crossover a fumetti pubblicato
nel 2008 che racconta dell’invasione sulla Terra da parte degli
Skrull, gli alieni
mutaforma dell’universo Marvel visti di recente in Captain
Marvel. E proprio come accaduto in
Civil War e World War Hulk, gli
eventi di questa miniserie vanno a collegarsi con altre storie (i
cosiddetti tie-in).
Dopo la visita degli Illuminati
all’Impero Skrull, dove sono
stati imprigionati e studiati, gli scienziati Skrull scoprono il
modo per mutarsi in forma umana senza essere scoperti, e soltanto
negli anni seguenti sarà l’Imperatrice Veranke a decidere di far
partire l’invasione al pianeta Terra, ritenuto dagli Skrull la loro
Terra Promessa.
Secret Wars
Secret Wars è
stato il primo crossover della Marvel Comics, pubblicato nel 1984 con un
titolo che fu nuovamente utilizzato per un altro fumetto evento
uscito nel 2015. Si tratta di una miniserie di 12 numeri
scritta da Jim Shooter e disegnata da Mike Zeck i cui eventi sono
considerati tra i più importanti della storia Marvel.
La serie è ambientata su
un pianeta alieno e vede alcuni noti colpi di scena come la morte
di Wasp e l’ascesa al potere
del Dottor Destino o eventi che hanno
cambiato profondamente la realtà del mondo Marvel, come il ritrovamento del
costume nero di Spider-Man (futura
origin story di Venom) e la nuova
formazione dei Fantastici
4 con She Hulk al posto
della Cosa.
Solo una notte è il
secondo cortometraggio di Claudia Zella, scritto e
diretto dalla regista classe 1988 diplomatasi presso il Centro di
Formazione Cinematografico Nazionale di Roma con il cortometraggio
Luci Bianche.
Realizzato grazie ai fondi di due
bandi, il Nuovo IMAIE e il SIAE S’Illumina, il cortometraggio si
cala in una quotidianità che non si è mai (per ora) verificata ma
che mostra uno scenario realistico e spaventoso.
Siamo a Roma, è sera e Alice cammina
per strada, estranea al mondo che la circonda, con la musica a
tutto volume negli auricolari. Solo di fronte al portone di casa si
rende conto della gente che corre e grida per strada. Vede un
ragazzo ferito e gli chiede spiegazioni: c’è stato un attacco
terroristico in città, come quelli di Parigi, di Londra, di New
York, proprio a Roma, dove pensavamo che non sarebbe mai accaduto
nulla. Il ragazzo si chiama Marco, è fuggito dalla zona degli
attentati, Alice, spaventata, lo fa salire a casa sua, per tenerlo
al sicuro, confortarlo, ma anche per cercare lei stessa
conforto.
Quello che Alice non sa è che Marco
nasconde un segreto. Lo seguiamo nel bagno dell’appartamento della
ragazza, dove si spoglia e scopriamo sotto alla sua giacca degli
esplosivi: era tra gli attentatori, ma non sapremo mai se il suo
ordigno kamikaze non sia esploso per scelta o per fatalità.
Con questa forte consapevolezza,
osserviamo i due trascorrere la notte insieme, parlare,
confessarsi, avvicinarsi in maniera inaspettata, fino alle prime
luci dell’alba, quando Alice, sveglia e intenta a preparare la
colazione, scopre dalla tv la verità: un identikit diffuso dal tg
indica che Marco, il suo ospite, è il terzo attentatore scampato al
massacro.
Il corto si distingue subito per
l’assunto di base, un attentato terroristico nel cuore della
cristianità, lì dove le popolazioni dell’occidente si sentono
intoccabili. Anche l’incontro fortuito e la dinamica trai due
ragazzi testimonia una consonanza di alterità, dove due ragazzi,
coetanei, si confrontano partendo da due mondi di cui sappiamo poco
me che sembrano completamente diversi. Nonostante questo trai due
si apre una breccia e cominciano a legarsi l’uno a l’altra.
L’idea, dunque, è interessante,
peccato però per lo svelamento iniziale della vera identità di
Marco. Tenendo nascosta la nozione allo spettatore, così come ad
Alice, più a lungo, si sarebbe riuscito a mantenere l’interesse più
alto, costruendo meglio la tensione.
L’importanza di temi e la volontà di
raccontare la contemporaneità con un occhio originale sono evidenti
e sicuramente il tempo e l’esperienza forniranno Zella del
strumenti adeguati a raccontare al meglio le sue storie.
L’arrivo nel MCU di Captain
Marvel ha consentito anche l’introduzione degli
Skrull nell’universo cinematografico (con qualche
differenza rispetto alla controparte dei fumetti), e c’è chi pensa
che questi alieni mutaforma per anni in lotta con i Kree nello
spazio e alla ricerca di un pianeta da poter chiamare casa
torneranno in azione in Avengers:
Endgame ricoprendo un ruolo “cruciale”.
A sostenere questa teoria è
ScreenRant, allegando un video piuttosto esaustivo e spiegando che,
proprio grazie alle loro abilità di cambiare forma, gli Skrull si
sono nascosti nel corpo di personaggi che già conosciamo e che la
loro vera identità sarà rivelata nel corso del quarto capitolo sui
Vendicatori. Ma facciamo un passo indietro.
In Captain Marvel, mentre i Kree vengono
ritratti come il popolo “buono” che addestra Carol Danvers dopo
l’esplosione del motore alimentato dal Tesseract (sul
quale stava lavorando la dottoressa Wendy
Lawson aka Mar-Vell a Terra),
gli Skrull sono subito additati come terroristi poiché il loro
unico scopo – apparentemente – è conquistare pianeti, uccidere,
depredare e infiltrarsi nei nostri sistemi governativi. Soltanto il
finale ci ha mostrato che i reali obiettivi di Talos e compagni
sono la ricerca di una casa sicura e la pace. Sarà poi Carol a
scortarli in questo viaggio e a proteggerli dall’attacco dei
Kree.
È quindi possibile che, vent’anni
dopo quegli eventi, alcuni degli eroi del MCU siano in realtà alieni infiltrati sulla
Terra? Uno dei candidati è senza dubbio Nick
Fury, l’ex direttore dello S.H.I.E.L.D. che ha incontrato
gli Skrull in Captain Marvel, e c’è una interessante
teoria che lo dimostra (ne avevamo parlato
qui). D’altronde lo stesso Kevin Feige, nelle scorse settimane,
aveva dichiarato che il film con Brie
Larson lasciava aperta una finestra sul futuro del
MCU e sull’opportunità di scavare
nel passato dei personaggi:
“Abbiamo parlato degli Skrull
sin dai primissimi giorni ai Marvel Studios, cercando di capire quando e
dove presentarli”.Potrebbero essere la razza aliena più
famosa della Marvel Comics. Inoltre sono dei mutaforma,
verdi, hanno orecchie a punta. Sono quindi molto importanti per la
mitologia del nostro universo a fumetti da decenni”.
Purtroppo sono dubbi che troveranno
conferma, o smentita, soltanto con la visione Endgame, la cui trama
rimane tutt’oggi avvolta nel mistero più assoluto.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.