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Metal Gear Solid: nuovi aggiornamenti sul progetto?

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Sono anni che si prova a portare al cinema Metal Gear Solid e nel 2014 il regista Jordan Vogt-Roberts ha firmato con la Sony per dirigere il film. Tuttavia si è dedicato poi alla regia di Kong Skull Island, che è arrivato al cinema nelle scorse settimane.

Dopo gli ultimi aggiornamenti che parlavano dell’eventualità di un film Rating – R, Vogt-Roberts ha condiviso su Instagram una foto che lo ritrae con Hideo Kojima. Che si tratti di un incontro che porterà al cinema il celebre videogioco?

https://www.instagram.com/p/BTiLm0xFlNz/?taken-by=voteroberts&hl=it

Metal Gear Solid: il regista sulla possibilità di realizzare un film vietato

Metal Gear Solid è uscito nel 1998 su PlayStation: il suo successo commerciale (oltre 6 milioni di copie vendute in tutto il mondo) ha portato il titolo anche su PC con una nuova versione, Integral. È anche l’unico titolo della serie ad essere stato doppiato in italiano.

Metal Gear Solid: il regista sulla possibilità di realizzare un film vietato

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Nell’anno che ha visto approdare al cinema Angry Birds e Assassin’s Creed, e mentre sono in svolgimento le riprese di Tomb Raider, si torna a parlare dell’adattamento cinematografico di Metal Gear Solid.

Il videogioco Konami, creato nel 1998 da Hideo Kojima, ha trovato immediatamente il successo sulla piattaforma Playstation e da tempo si parla di un adattamento cinematografico la cui regia è stata affidata a Jordan Vogt-Roberts, che arriverà in sala con il suo Kong Skull Island.

Jordan Vogt-Roberts su Metal Gear Solid: possibile sia un Rating R che un PG 13

Parlando con Collider, Jordan Vogt-Roberts ha commentato la possibilità di realizzare un film vietato ai minori, oppure di fare lo stesso film con toni diversi, per un PG-13.

“Penso che, per me, voglio fare la versione del film che sia il più fedele possibile al gioco, quindi se devo adottare un approccio alla Deadpool o alla Logan, con un budget più piccolo e la possibilità di un Rating R, va bene. Se invece ci sarà bisogno di esplosioni e di fare un film enorme con un grande budget per un PG-13, penso che si possa fare ugualmente. Ci sono scene iper violente in Metal Gear ma non necessariamente quelle scene sono importanti per la storia, dal momento che l’iper violenza non è il cuore della storia che si basa più sul percorso filosofico dei personaggi. Al momento stiamo solo cercando di realizzare la versione migliore del film.”

A scrivere il film, che sarà prodotto da Avi Arad, è stato chiamato Jay Basu.

Come accennato, Metal Gear Solid è uscito nel 1998 su PlayStation: il suo successo commerciale (oltre 6 milioni di copie vendute in tutto il mondo) ha portato il titolo anche su PC con una nuova versione, Integral. È anche l’unico titolo della serie ad essere stato doppiato in italiano.

Fonte: Collider

Metal Gear Solid: il corto parodia [video]

Metal Gear Solid è uno dei videogiochi sicuramente più famosi e amati dal pubblico di videogiocatori. Tuttavia è anche un gioco che presenta diverse contraddizioni e per alcuni aspetti si presta bene ad essere oggetto di parodie e prese in giro.

Di seguito vi mostriamo un cortometraggio che centra in pieno tutte le contraddizioni del gioco, con una divertente impronta parodistica (con l’evidente gioco di parole Foxhound/Boxhound).

Metal Gear Solid (メタルギアソリッド Metaru Gia Soriddo?) è il terzo titolo in ordine di uscita (quarto, se si considera anche lo spin-off Snake’s Revenge) della serie di videogiochi Metal Gear ideata da Hideo Kojima. Metal Gear Solid è uscito nel 1998 su PlayStation: il suo successo commerciale (oltre 6 milioni di copie vendute in tutto il mondo) ha portato il titolo anche su PC con una nuova versione, Integral. Metal Gear Solid per PlayStation è l’unico titolo della serie ad essere stato doppiato in italiano.

Nel primo trimestre del 2004 è stato pubblicato un remake intitolato Metal Gear Solid: The Twin Snakes per la piattaforma Nintendo GameCube, in cui un nuovo doppiaggio inglese, miglioramenti grafici e controlli di gioco simili a Metal Gear Solid 2: Sons of Liberty sono le principali peculiarità.

Su questo capitolo della saga è stato pubblicato nel 2008 anche un romanzo, scritto da Raymond Benson. Alla pubblicazione del gioco, Kojima ha dichiarato che il termine “Solid” nel titolo del gioco non ha a che vedere solo con il nome del protagonista Solid Snake, ma indica anche il passaggio dalla bidimensionalità grafica dei capitoli precedenti alla tridimensionalità di quest’ultimo, ossia da una grafica piana ad una grafica per l’appunto solida.

Dal 18 giugno 2009 è possibile scaricare Metal Gear Solid per PlayStation 3, PlayStation Portable e PlayStation Vita tramite PlayStation Network. In Europa la pubblicazione sullo Store PlayStation è avvenuta il 19 novembre dello stesso anno.

Il 22 gennaio 2002, in prossimità quindi del termine di rilascio dei titoli per la prima generazione PlayStation, IGN ha piazzato Metal Gear Solid al primo posto come miglior videogioco di tutti i tempi, scavalcando colossi come Final Fantasy VIII, Tekken 3, Resident Evil 2, Driver, Gran Turismo 2 e Castlevania.

Metal Gear Solid: ecco chi scriverà il film

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Metal Gear Solid: ecco chi scriverà il film

Metal Gear Solid-filmArriva da Deadline la conferma che la Sony ha trovato lo sceneggiatore per l’annunciato adattamento cinematografico di Metal Gear Solid. Si tratta di Jay Basu, autore di The Lost Dinosaurs e Monsters: Dark Continent.

LEGGI ANCHE: Metal Gear Solid: trovato il regista?

Metal Gear Solid sarà prodotto da Avi Arad. Confermato alla regia Jordan Vogt-Roberts, attualmente impegnato nel prequel di King Kong, Kong: Skull Island.

Il gioco racconta dell’ex agente speciale Solid Snake della FOX-HOUND che viene prelevato con la forza dalla sua casa in Alaska e messo in contatto con il colonnello Roy Campbell: dovrà svolgere una missione nell’impianto di smaltimento di testate nucleari sull’isola di Shadow Moses, nell’arcipelago delle isole Fox. L’impianto è stato occupato da terroristi guidati dagli attuali membri dell’unità FOX-HOUND capeggiati da Liquid Snake: come Solid Snake nota in una fotografia, le sue fattezze e quelle di Liquid sono praticamente identiche. I terroristi vogliono i resti diBig Boss e pretendono un riscatto in denaro al governo degli Stati Uniti, minacciando nel caso in cui tali richieste non vengano soddisfatte di scagliare un attacco nucleare sul territorio americano. La FOX-HOUND agisce in alleanza con il corpo speciale Next Generation, una squadra di soldati senza alcuna reale esperienza di battaglia ma con un’elevata preparazione ottenuta nell’addestramento in Realtà Virtuale. L’obiettivo di Snake è infiltrarsi nella base, capire se i terroristi hanno realmente la capacità di lanciare una testata nucleare e, se così fosse, impedirne il lancio; deve inoltre salvare il presidente della ArmsTech, Kenneth Baker, e il direttore della DARPA, Donald Anderson, entrambi trattenuti dai terroristi come ostaggi. Il colonnello, in confidenza, chiede a Snake di salvare anche sua nipote Meryl, presente nella struttura sequestrata. Prima di partire, la dottoressa Naomi Hunter gli pratica un’iniezione di nanoidi e di peptidi anticongelanti, per prevenirne il congelamento viste le temperature artiche che dovrà affrontare.

Metal Gear Solid, Oscar Isaac rivela: “Stiamo cercando la storia”

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Mentre cresce l’attesa per vedere Oscar Isaac in azione nella serie Moon Knight, forse qualcuno di voi non sa che l’attore è stato anche scelto per interpretare un’altra figura minacciosa e altrettanto nota: Solid Snake, il noto personaggio del franchise videoludico Metal Gear Solid.  L’attore ha ottenuto il ruolo principale per il film Metal Gear Solid a dicembre 2020, ma da allora non si è saputo più nulla. Tuttavia, il film sta ancora cercando di trovare se stesso, poiché lo stesso Isaac ha rivelato che la produzione sta ancora “cercando la storia”. La star di Ex Machina lo ha detto a IGN durante un evento Moon Knight. Quando gli è stato chiesto se avesse aggiornamenti o quali fossero i preparativi per il film, ha dato una risposta rapida ma vaga. “Stiamo cercando“, ha detto. “Stiamo cercando come Solid Snake. Stiamo salendo attraverso i condotti dell’aria. Cerchiamo la storia“.

 

 

Il film di Metal Gear Solid è strisciato molto lentamente nel corso degli anni e i commenti di Isaac implicano che si stia ancora muovendo a quel ritmo lento. E con la mancanza di aggiornamenti e i commenti di Isaac, sembra che le informazioni non riprenderanno almeno nel prossimo futuro.

Questo film ha preso piede in qualche modo dal 2006. Dopo anni di stallo,  il regista di Kong: Skull Island  Jordan Vogt-Roberts era in trattative con la Sony nel 2014 per dirigere il film. Vogt-Roberts, dopo aver ricevuto la benedizione dallo stesso Hideo Kojima , ha fornito alcuni aggiornamenti nel corso degli anni, anche se gran parte delle notizie punta ancora a un film che è ancora in una fase di produzione molto precoce. Nel 2020, ha pubblicato alcuni concept art per il film dell’epoca e una debole anticipazione sul Codec con David Hayter, Christopher Randolph e Paul Eiding che riprendono i loro ruoli rispettivamente di Solid Snake, Otacon e Colonnello Campbell.

Met Gala: il trailer del documentario sull’edizione 2015 dell’evento

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Il Met Gala, l’evento di beneficenza del Metropolitan Museum of Art’s Costume Institute di New York conosciuto anche come Met Ball, ci verrà raccontato come mai prima d’ora. L’evento è infatti oggeto del documentario The First Monday in May, il primo lunedì di maggio, diretto da Andrew Rossi che ha seguito Anna Wintour durante l’evento dello scorso anno, insieme a Sylvana Ward Durrett di Vogue e Andrew Bolton del Museum of Art’s Costume Institute.

GUARDA LE FOTO DEL MET GALA 2015

Ecco il trailer:

Lo scorso anno, come ricorderanno i più attenti, il tema era la Cina: attraverso lo specchio, con il risultato che esagerazioni orientaleggianti e trasparenze vertiginose si sono sprecate.

Il documentario aprirà il Tribeca Film Festival del 2016.

met gala 2015

Fonte: Lifestar

Met Gala 2018: tutti i look dal red carpet [foto]

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Met Gala 2018: tutti i look dal red carpet [foto]

Si è svolto ieri, 7 maggio, il Met Gala 2018, l’evento organizzato ogni anno a scopo benefico al Metropolitan Museum of Art Costume Institute a New York City. L’evento è noto anche con il nome esteso di Costume Institute Gala.

Quest’anno il tema è dedicato alla relazione tra moda e religione, sotto il titolo di Heavenly Bodies: Fashion and the Catholic Imagination.

A questo LINK trovate alcuni gli scatti della serata ai protagonisti, numerosi e stravaganti, accorsi sul red carpet come Blake Lively, Katy Perry, Emma Stone, Jared Leto, Lana Del Rey e molti altri.

Met Gala 2016: paillettes, argento e stravaganze

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Met Gala 2016: paillettes, argento e stravaganze

Si è svolto il 2 maggio il Met Gala 2016, durante il quale le star di Hollywood sono state ospiti dell’evento organizzato ogni anno a beneficio del Metropolitan Museum of Art Costume Institute a New York City. L’evento è noto anche con il nome esteso di Costume Institute Gala.

Di seguito tutti i protagonisti, numerosi e stravaganti sul red carpet.

Il tema del 2016 era Manus x Machina: Fashion In An Age of Technology. È caratteristica di ogni Met Ball che il tema condizioni, chiaramente e in maniera decisa, il look delle star ospiti. Per cui quest’anno hanno trionfato simmetrie, motivi geometrici, le paillettes, l’argento e il nero, a ricreare strumenti tech. Non sono mancati i fiori, stilizzati o realistici, con un occhio di riguardo chiaramente a scollature, prevalentemente sulla schiena o nei tagli trasversali di abiti che lasciano poco all’immaginazione.

Il Met Gala 2016, molto meno eccentrica dello scorso anno (vi ricordate la mega frittata di Rihanna?), si farà comunque ricordare per i tacchi di lady Gaga, il fondoschiena al vento di Madonna, ma anche per alcune scelte di look da sogno, come quello di Claire Danes.

Met Gala 2015: gli ospiti sul red carpet

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Met Gala 2015: gli ospiti sul red carpet

Come da tradizione, anche il Met Gala 2015 ha visto la sua porzione (abbondante) di star, che agghindate a festa, si sono lasciate immortalare sul red carpet. Ecco nella nostra gallery (grazie a Just Jared ).

Dress Code e tema di quest’anno China: Through the Looking Glass, quindi spazio ai fiori e uccelli orientali, a colori vivaci quali il rosso, soprattutto, e il giallo oro, ma anche alle audacissime trasparenze che hanno sfoggiato in particolar modo Beyonce e Jennifer Lopez, ma anche Zoe Kravitz e Miley Cyrus.

Messi Meets America: Every Kid Dreams About – clip

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Messi Meets America: Every Kid Dreams About – clip

Ecco una clip da “Messi Meets America“, il nuovo documentario in sei parti che racconta il dietro le quinte di questo nuovo capitolo della carriera da record di Messi, disponibile su Apple TV+ dall’11 ottobre.

https://www.youtube.com/watch?v=c1ns1C_MUrI

Dopo oltre vent’anni indimenticabili di eccellenza calcistica, primati inarrivabili raggiunti tra Barcellona e Paris Saint-Germain, e dopo aver vinto la Coppa del Mondo FIFA Qatar 2022 con la nazionale di calcio argentina, Leo Messi ha preso una decisione epocale che ha cambiato per sempre il volto del calcio in Nord America, unendosi alla Major League Soccer e all’Inter Miami CF. Grazie a un accesso senza precedenti a Messi e alla sua nuova famiglia dell’Inter Miami CF, “Messi Meets America” porta gli spettatori dietro le quinte della vita e della carriera del più grande giocatore mai sceso in campo, osservandolo condurre la sua nuova squadra alla conquista del titolo in Coppa di Lega e oltre.

Dal record di sold out registrato in tutta l’America a una velocità impressionante, all’incredibile gol vincente segnato all’ultimo minuto della sua prima partita, ai momenti trascorsi con i suoi compagni di squadra dell’Inter Miami CF, la serie racconta l’immersione di Leo in America, la trasformazione dell’Inter Miami CF e, soprattutto, l’impatto che sta attualmente avendo sul calcio in Nord America, mentre la “Messi Mania” attraversa l’intero continente.

Message from Mom (Nachricht von Mama) arriva su Mediaset Infinity

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Il catalogo di serie di Mediaset Infinity continua ad arricchirsi con l’arrivo di un nuovo titolo in esclusiva. Message from Mom (Nachricht von Mama) è la serie tedesca in 8 episodi che affronta in maniera originale il tema della perdita, alternando i racconti degli sforzi per andare avanti nel presente, ai retroscena del passato di una famiglia solo apparentemente perfetta.

La trama di Message from Mom

Al centro di questo drama agrodolce con sfumature comedy, si trovano i membri della Famiglia May, o almeno la maggior parte di loro.  Mamma Elli è infatti deceduta recentemente e, non volendo abbandonare la famiglia a sé stessa, né essere dimenticata, ha lasciato numerosi videomessaggi con consigli pratici e utili per il marito Tobias e per i loro tre figli: Lennart, Lisa e Leon.

Nonostante questi video postumi possano offrire conforto a Tobias e ai ragazzi, la costante presenza digitale di Elli finisce per interferire nella loro vita quotidiana, portando al caos totale. Tra adolescenti ribelli, una suocera invadente e il desiderio di un bambino di cinque anni di raggiungere la madre in Paradiso, Tobias proverà a gestire la quotidianità della sua famiglia cercando aiuto in Katrin, la migliore amica di Elli, e in Nadja, operatrice di una hotline erotica alla quale si è iscritto per errore.

Tutti gli episodi di Message from Mom saranno disponibili dal 26 giugno, gratis e in esclusiva su Mediaset Infinity.

Mes petites amoureuses: recensione del film di Jean Eustache

Mes petites amoureuses: recensione del film di Jean Eustache

Molto meno conosciuto del monumentale La maman et la putain, Mes petites amoureuses (1974) è il film forse più discreto di Jean Eustache, che arriva dopo cinquant’anni finalmente nelle sale italiane grazie ad I Wonder. Mes Petites Amoureuses è l’autobiografia di un regista che non ha avuto il tempo di crescere e che è già in una classe a sé stante. È il paradiso verde delle prime sensazioni erotiche che si accarezzano per dargli forma compiuta, e poi vengono ricostruite nel dolce imbarazzo di non volere ancora averle vissute. La singolarità dello sguardo di Eustache si rivela vincente: il regista rifiuta di tracciare una linea di demarcazione tra attori e persone reali, tra realtà e finzione – ha assunto per lo più giovani di Narbonne, scelti sul posto pochi giorni prima delle riprese – scelta esemplificativa della sua acuta preoccupazione per il realismo e la naturalezza.

Mes petites amoureuses, la trama: giochi proibiti

La trama del film segue le vicende di Daniel (Martin Loeb), un ragazzo che vive con la nonna e che è felice di iniziare il suo primo trimestre alla scuola secondaria. Purtroppo, i piani futuri della madre scombinano tutto: Daniel è costretto a andare a vivere con lei a Narbonne, dove diventa apprendista. Non sappiamo se sia un bravo studente; sappiamo solo che vorrebbe studiare ma non gli vengono dati i mezzi per farlo. Il risultato è una cronaca un po’ disillusa della nuova vita di un ragazzo disorientato e privo di riferimenti sociali ed emotivi. Oltre al “declino” accademico, ha una situazione familiare instabile (la madre vive con un uomo di cui abbiamo informazioni vaghe) e ha difficoltà ad assimilare i codici della seduzione adolescenziale. Come approcciare una ragazza, come fare conversazione con lei, come baciarla: sono tutte domande che tormentano Daniel, la cui sfera emotiva è ancora fragile.

In Mes petites amoureuses, Jean Eustache ritorna con la mente alla pre-adolescenza per studiare le origini del suo sguardo autoriale, partendo dall’ingresso nella pubertà di Daniel, processo innescato dal trasferimento forzato a Narbonne. L’abbandono del villaggio in cui è cresciuto e protetto dalla nonna, a favore di una vita in città con la madre e il suo fidanzato, rappresenta un piccolo trauma. La placida vita di Daniel viene sconvolta, ferendo la sua innocenza; il ragazzo vive in prima persona le difficoltà economiche che gravano sulla famiglia ed è costretto a lasciare la scuola per lavorare come apprendista meccanico. Il mestiere lo introduce precocemente al mondo degli adulti, di cui sperimenta la durezza e le amare lezioni della vita.

Mes petites amoureuses, una scena del film

Alla ricerca del tempo perduto

Questa retrospettiva messa a punto da Eustache prende la forma di sequenze aneddotiche che, punteggiate da dissolvenze, si rivelano momenti chiave della maturazione di Daniel. Queste ellissi frammentano la storia, catturando i meccanismi della memoria. I loro vuoti non abitano solo la trama, ma trovano manifestazione formale in inquadrature panoramiche incapaci di seguire il movimento del bambino, davanti al quale si fermano con cautela, per rispettare il mistero della giovinezza.

La freddezza del rapporto tra madre e figlio, incapace di fornire al bambino una casa soddisfacente e appagante, lo porta a diventare un precoce flâneur. Girovagando per le strade della città, Daniel sviluppa il piacere di osservare il mondo che lo circonda, che è molto più eccitante del suo stretto ecosistema. La sua fissazione per le scene d’amore ridimensiona il suo voyeurismo, rivelandolo come una silenziosa ricerca di affetto. Il desiderio amoroso permea tutte le immagini che il protagonista genera con la sua visione, orientando anche il nostro sguardo. Sebbene la preoccupazione tematica del giovane sia la donna, un tema necessariamente adulto, il suo approccio formale è distanziato e sobrio, tipico di un ragazzo cauto.

Uno sguardo impossibile sul mondo

Daniel guarda il mondo con gli occhi alla ricerca di un contorno che gli permetta di comprenderlo meglio, così come osserva il comportamento degli altri uomini per capire come funzionano le relazioni personali: nessuno, in casa, glielo può insegnare. La madre è distante e lo ha privato del legame con la nonna, mentre l’assenza di una figura paterna infesta il film in maniera spettrale.

I suoi sforzi per replicare ciò che vede sono frustrati e insoddisfacenti, c’è un divario incolmabile tra la rappresentazione e la vita. Daniel, come ogni romantico, scopre che l’oggetto del suo desiderio non è raggiungibile. Il vero piacere sta nell’abitare quell’amara distanza che lo separa da esso, mantenendosi nella posizione ideale per studiarlo con lo sguardo. Daniel è un potenziale regista, un professore che conosce nei dettagli la passione, ma è incapace di viverla. Questa impossibile dialettica tra la realtà e la sua rappresentazione è il segreto che Eustache ci affida, consapevole che l’esperienza filmica risiede nell’esercizio di questo rischioso funambolismo.

L’impotenza di esistere dell’adolescenza assume i contorni di una vita vegetativa che non ha bisogno di essere soddisfatta. Mes petites amoureuses è un ritratto di questa mancanza, di questo difetto iniziale e definitivo che plasma un artista. Non c’è sensualità, non c’è desiderio concesso a Daniel, solo il bisogno di vedere come funziona il mondo e se possiamo appartenervi. Tutto il film è costruito su questa infanzia senza età, ostinata, ruvida e vacua. Non c’è rischio che Daniel si comporti da adolescente: non è mai stato un bambino…

Meryl Streep: vera diva del grande schermo

Meryl Streep: vera diva del grande schermo

Meryl Streep. Attrice versatile, perfettamente a suo agio nel dramma come nella commedia, con i suoi personaggi femminili ha caratterizzato e caratterizza il cinema da oltre trent’anni. Personaggi diversissimi, ma sempre donne grintose, di coraggio, con una forte personalità, cui ha prestato i tratti della sua bellezza fine ed elegante, ma anche determinazione e testardaggine. Così anche per la sua più recente interpretazione, dal 27 gennaio nelle sale: quella di Margaret Thatcher in The Iron Lady di Phyllida Lloyd.

Confermando il suo feeling coi riconoscimenti e le statuette – è l’attrice che ha ricevuto più candidature agli Oscar e ai Golden Globe, ed in quest’ultima categoria è colei che ne ha ottenuti il maggior numero –  simbolo dell’apprezzamento che l’attrice riscuote negli Usa, sua patria, ma non solo, si è aggiudicata pochi giorni fa proprio il Golden Globe come Miglior Attrice per il ruolo della Thatcher, mentre il Festival del Cinema di Berlino si appresta a conferirle l’Orso d’Oro alla carriera. E chissà che, grazie alla sua ultima fatica, non possa di nuovo arrivare a stringere tra le mani la statuetta più prestigiosa, quell’Oscar che già fu suo due volte: nel 1980 per la sua straordinaria interpretazione della signora Kramer in Kramer contro Kramer  di Robert Benton, accanto a Dustin Hoffman; e tre anni dopo, per il ruolo della prigioniera polacca in La scelta di Sophie. Indipendentemente da come andranno le cose, la bravura di quest’attrice e la perfetta aderenza ai personaggi che interpreta, frutto di un meticoloso lavoro, ha sempre messo d’accordo tutti, facendo di lei, indiscutibilmente, una delle più grandi del cinema contemporaneo.

Meryl StreepMary Louise Streep nasce a Summit, nel New Jersey, il 22 giugno del 1949. Sua madre è un’artista, dipinge e dirige una galleria d’arte, mentre il padre è a capo di una casa farmaceutica. In casa la chiamano Meryl e con questo nome sarà poi conosciuta. Nelle sue vene scorre sangue nord europeo: Inghilterra, Irlanda, Svizzera, Olanda. La madre le trasmette la passione per il canto, che le fa studiare fin da bambina. La famiglia vive a Bernardsville, nel New Jersey, e Meryl ha due fratelli. Si diploma nella stessa cittadina e comincia ad appassionarsi al mondo dello spettacolo. È il 1971 quando le viene conferito il Bachelor of Arts in dramma  al Vassar College, mentre il Master of Fine Arts a Yale risale al ’75. Studia poi all’Actor’s Studio con Stella Adler e si dà al teatro. È da qui che parte anche la sua avventura cinematografica. Sarà infatti durante uno di questi spettacoli teatrali che catturerà l’attenzione di Fred Zinnemann, che le proporrà la sua prima apparizione sul grande schermo nel drammatico Giulia (1977), accanto a Vanessa Redgrave e Jane Fonda. A quest’epoca, la Streep ha 28 anni ed è pronta per il grande salto.

Nel 1978 Michael Cimino la vuole per uno dei suoi capolavori: sarà accanto a Robert De Niro – ancora oggi suo grande amico – John Savage e Christopher Walken ne Il Cacciatore, intenso lavoro incentrato sull’esperienza di tre amici, soldati in Vietnam. Il film ottiene un grandioso successo agli Oscar, portandone a casa addirittura cinque (miglior film, regia, attore protagonista Walken, montaggio e suono). Anche la Meryl Streep è per la prima volta candidata al premio e si fa conoscere così dal grande pubblico. Sul set del film, poi, conosce l’attore John Cazale, del quale sarà la compagna fino alla sua prematura scomparsa quello stesso anno. Quindi, sposerà uno scultore: Don Gummer, con cui avrà quattro figli.

Del 1979 sono due lavori importantissimi nella carriera dell’attrice del New Jersey: Kramer contro Kramer di Robert Benton e Manhattan di Woody Allen. Nel primo, Ted e Joanna Kramer sono una coppia con un figlio (Billy/Justin Henry), in crisi. Joanna/Meryl Streep, oppressa dalle responsabilità familiari e forse non più soddisfatta della propria vita, decide di prendersi del tempo per riflettere. Perciò se ne va, lasciando marito e figlio a cavarsela da soli. I due trovano un nuovo equilibrio, Ted/Dustin Hoffman riorganizza la propria vita in funzione della cura del figlio, impara ad essere per Billy anche “una madre”, ma Joanna torna e vuole il divorzio, nonché la custodia del piccolo. Inizia così una feroce battaglia legale tra i due genitori. Dunque un film non facile, sul ruolo e sui diritti dei padri, da considerare pari in tutto e per tutto a quelli delle madri.

Meryl Streep: vera diva del grande schermo

Alla Meryl Streep spetta caratterizzare questa figura di donna complessa, sul cui comportamento si può discutere, ma che ci appare qui con tutte le sue debolezze, le difficoltà, i dubbi umanissimi, e  con un sincero amore per il figlio. Interpretazione stellare sia per la Streep che per Hoffman. Infatti i due attori guadagnano entrambi il Premio Oscar. Per Meryl Streep arriva anche il Golden Globe, primo di una lunga serie. In Manhattan, l’attrice è ancora una donna (Jill) che abbandona il marito (Woody Allen/Isaac Davis), scrittore per la tv newyorkese, stavolta per amore di un’altra donna. Ma Isaac incontrerà per le vie di Manhattan Mary Wilkie/Diane Keaton. Collaborazione di peso quella con Allen per l’attrice di Summit. Qui i toni sono quelli di una commedia, diretta con maestria da un Woody Allen in stato di grazia. Un film che racconta soprattutto l’amore del regista per la sua città, che ci appare in bianco e nero mentre la storia si dipana sulle note di Gershwin. Nel 1981 Meryl è scelta da Karel Reisz per interpretare il ruolo della protagonista in La donna del tenente francese. Una storia d’amore tra passato e presente, che vede coinvolti una donna dell’ ‘800 che rinuncia a tutto, ed anche alla sua reputazione, per amore del tenente Jeremy Irons e, ai giorni nostri, due attori che portando in scena questa storia, vengono travolti dalla stessa passione. Quest’interpretazione consente tra l’altro alla Streep, interprete di entrambe le donne, di mostrare una delle sue particolari doti: quella di padroneggiare perfettamente diversi accenti e di saper quindi passare disinvoltamente dall’inflessione inglese britannica a quella americana.

È un periodo d’oro questo per la nostra attrice, che nell’83 viene insignita di un secondo Oscar e del Golden Globe per la sua straordinaria interpretazione nel drammatico La scelta di Sophie di Alan Pakula, che vede al suo fianco Kevin Kline, all’esordio sul grande schermo. Qui interpreta una giovane polacca, prigioniera nel campo di concentramento di Auschwitz, che compie una scelta difficilissima: abbandonare la figlioletta per salvare la vita propria e dell’altro figlio, collaborando con un comandante del campo. Nello stesso anno, con Silkwood entriamo assieme alla Streep in fabbrica e indaghiamo sul suo mal funzionamento: l’attrice interpreta l’operaia Karen Silkwood, vittima di una contaminazione radioattiva sul luogo di lavoro  nell’Oklahoma degli anni ’70, diretta da Mike Nichols. Nel cast anche Kurt Russel e Cher.

Meryl StreepDel 1985 è un altro grande successo di pubblico e critica, che accresce ancora la popolarità di Meryl Streep in tutto il mondo: La mia Africa di Sydney Pollack, tratto dall’omonimo testo di Karen Blixen. Una donna dal carattere forte la baronessa Blixen, che l’attrice interpreta con maestria e intensità. Donna che si innamora dell’Africa, dove compra e gestisce da sola una piantagione di caffè ai primi del ‘900. Ed ha anche il coraggio di lasciarsi alle spalle un matrimonio, quello col barone Blixen che le ha consentito di condurre una vita agiata, per cercare il vero amore. Lo troverà in Denys/Robert Redford. Allo stesso tempo, dunque, un inno a favore del coraggio e dell’intraprendenza delle donne, ma anche il racconto di una storia d’amore travagliata, tra una donna possessiva e decisa e un uomo che ama innanzitutto la propria libertà. Il film ottiene diversi Oscar, tra cui Miglior Film, Regia e Sceneggiatura, ma si fa apprezzare molto anche all’estero, in particolare nel nostro paese. Viene infatti premiato col Nastro d’Argento e col David di Donatello come miglior pellicola straniera, e a Meryl Streep va un meritato David come miglior attrice straniera. Dopo aver lavorato accanto a De Niro, Hoffman, Redford, nel 1986 l’attrice del New Jersey condivide il set con Jack Nicholson. Entrambi sono alle prese con un matrimonio che non riescono proprio a far funzionare in Heartburn – Affari di cuore, dove Meryl ritrova la direzione di Mike Nichols. Il regista la sceglierà di nuovo nel 1990 per il drammatico Cartoline dall’inferno.

Gli anni ’90 iniziano all’insegna della varietà per l’attrice: nel ’92 si fa dirigere da Robert Zemekis nella commedia La morte ti fa bella, dai toni satirici. Assieme a lei a reggere questa satira sul sogno dell’eterna giovinezza, Goldie Hawn e Bruce Willis. L’anno dopo torna al dramma, con la trasposizione cinematografica del romanzo di Isabel Allende La casa degli spiriti, che attraverso le vicende della famiglia Trueba ci racconta il Cile dagli inizi del ‘900 al regime di Pinochet. Difficile senza dubbio la sfida di racchiudere il grande affresco storico nel tempo di un film e di trasporre un romanzo senza tradirlo, ma il tema è forte e meritevole di trattazione, così come meritevoli sono senz’altro le interpretazioni degli attori, specie quelle di Jeremy Irons, nei panni del capofamiglia, il generale Esteban Trueba, della moglie Clara/Meryl Streep, e della sorella Ferula/Glenn Close. Nel ’95, Meryl aggiunge un tassello alle sue prestigiose collaborazioni e ottiene di nuovo il favore di pubblico e critica, diretta niente meno che da Clint Eastwood, e protagonista assieme a lui del romantico I ponti di Madison County. Francesca è una donna sposata che vive nella campagna dell’Iowa e dedica tutta la sua vita alla famiglia. Il fotografo Robert Kincaid è di passaggio, ma i due vivranno in pochi giorni un amore che cambierà le loro vite.

Il nuovo millennio inizia invece con la partecipazione al film di Spike Jonze Il ladro di orchidee, accanto a Nicholas Cage e Tilda Swinton, che vale all’attrice del New Jersey un altro Golden Globe. Dello stesso anno è un’altra scommessa vinta dalla Streep. Prende parte infatti a The Hours, impegnativa trasposizione del romanzo di Michael Cunningham. Un cast tutto al femminile regge quest’ambiziosa opera che vede protagoniste Nicole Kidman, nei panni di Virginia Woolf, Julianne Moore/Laura e Meryl Streep/Clarissa: tre donne in tre epoche diverse, legate da storie che s’intrecciano e dal romanzo Mrs. Dalloway, tre donne poste di fronte a scelte importanti, insoddisfatte delle proprie vite. L’interpretazione che colpisce maggiormente è senz’altro quella di Nicole Kidman, che guadagna l’Oscar e il Golden Globe – ma tutte e tre le protagoniste ottengono l’Orso d’Oro al Festival di Berlino. Nel 2004, un tuffo nel genere fantastico, con la partecipazione a Lemony Snicket – Una serie di sfortunati eventi, favola dalle atmosfere oscure per la regia di Brad Silberling.

Due anni dopo a regalare a Meryl l’ennesimo successo è la straordinaria abilità con cui impersona l’arcigna e altera direttrice di un importante magazine di moda, Miranda Priestley, in Il Diavolo veste Prada alle prese con l’apprendistato, non solo lavorativo, della giovane dipendente Andie Sachs/Anne Hathaway. L’interpretazione merita un nuovo Golden Globe. Ma non è questa l’unica commedia con la quale la Streep si cimenta quell’anno. Se infatti nella prima parte della sua carriera ha interpretato soprattutto ruoli drammatici, ha progressivamente scoperto e coltivato, sempre con ottimi risultati, anche il lato comico del suo talento. Così nel 2006 veste anche i panni di Liza, psicanalista di Uma Thurman/Rafi, che cerca l’amore e sembra trovarlo nel giovane David che però, guarda  caso, è il figlio di Liza. Ottima la sua interpretazione in questo Prime, commedia brillante firmata Ben Younger. Nel 2007 Meryl torna al dramma e ritrova Robert Redford, col quale non recitava dai tempi de La mia Africa. In questo caso, però, l’attore è anche regista e sceglie proprio la Streep e Tom Cruise per affiancarlo in Leoni per agnelli, pellicola d’impegno, in cui Redford fonde le storie di tre personaggi: il politico dalle forti ambizioni, senatore Irving/Cruise, la giornalista in cerca di uno scoop che lo intervisterà in esclusiva, Janine Roth/Streep, e un professore, Stephen Malley/Redford che cerca di far cambiare idea a un suo studente intenzionato ad abbandonare gli studi. A tenere insieme e a far da sfondo alla storia c’è la guerra in Afghanistan. Redford intende con questa pellicola scuotere le coscienze e richiamarle all’impegno.

Ma Meryl non trascura neppure il genere thriller, e partecipa all’esordio del regista sudafricano Gavin Hood, Rendition – Detenzione illegale. Nello stesso anno fa di nuovo ampiamente centro e mostra ottime doti di cantante, ballerina e performer nella commedia musicale Mamma Mia!, per la regia di Phyllida Lloyd, in cui dà corpo e una straordinaria vitalità al personaggio di Donna, spensierata figlia dei fiori negli anni ’60 e ora pragmatica padrona di un piccolo hotel in un’isola greca, alle prese  con l’imminente matrimonio della figlia, e non solo. Lo stesso anno la vede anche partecipare a Il dubbio, di John Patrick Shanley, che affronta il delicato tema della pedofilia all’interno delle istituzioni religiose (qui, in una scuola). Il film analizza in maniera complessa la questione e va a fondo nel tratteggiare le psicologie dei personaggi. Non solo quella del presunto pedofilo, Padre Flynn, ma anche quella della direttrice: Sorella Aloysius, una perfetta Meryl Streep.

L’attrice appare anche nel documentario di John Walter Theatre of war, incentrato sullo spettacolo Madre coraggio di Brecht, interpretata dalla Streep al teatro all’aperto di Central Park a New York. Questo testimonia come l’attrice non abbia mai abbandonato la sua passione degli inizi: quella per il palcoscenico. Nora Ephron la vuole nel 2009 per un ruolo brillante nella commedia gastronomica Julie & Julia. L’attrice è stavolta un’americana a Parigi negli anni ’50, conquistata dalla cucina francese. La sua storia scorre in parallelo con quella di una giovane americana dei nostri giorni, anche lei alle prese coi fornelli. Ennesima prova magistrale e meritato Golden Globe.

The Iron Lady filmEd eccoci all’attualità: nelle sale italiane arriva dal 27 gennaio The Iron Lady: un film che ha già fatto molto parlare di sé ed è già valso a Meryl, sua protagonista, il Golden Globe come Miglior Attrice drammatica. Una pellicola per la quale è tornata a farsi dirigere da Phyllida Lloyd, con cui aveva condiviso la fortunata esperienza di Mamma Mia! Una nuova sfida, forse una delle più difficili della sua carriera: quella di vestire i panni, nonché rendere la personalità e il temperamento forte, di Margaret Thatcher, Primo Ministro inglese dal 1979 al 1990. Personaggio discusso e anche criticato per alcune scelte politiche che cambiarono, nel bene o nel male, il volto dell’Inghilterra. La sfida è in parte già vinta, ma manca ancora il “boccone più ghiotto”: di certo l’attrice sarà una delle protagoniste nella corsa all’Oscar 2012.

Meryl Streep: 10 cose che non sai sull’attrice

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Meryl Streep: 10 cose che non sai sull’attrice

Meryl Streep è considerata come una delle attrici migliori del cinema internazionale contemporaneo e moderno, piena di talento e con mille doti che è sempre pronta a sfoderare. Di larghe vedute, femminista e con gran coraggio, è una delle attrici di Hollywood che alza spesso la voce per le giuste cause.

Versatile, capace di conquistare il pubblico di quasiasi generazione, la Streep continua a farsi amare, sia come attrice che come persona, da più di 40 anni, certi che continuerà a farlo per almeno altri quaranta.

Ecco dieci cose che, forse, non sapevate di Meryl Streep.

Meryl Streep: i suoi film

1. Voleva diventare soprano. All’età di 12 anni la Streep incominciò a prendere lezioni di canto, in quanto il suo desiderio era quello di diventare soprano. Ha tuttavia smesso quattro anni dopo per mancanza di vera passione. La recitazione non era minimamente nei suoi piani fino a quando non ha preso parte alla recita scolastica La signorina Julie, al Vassar College. Il suo professore in seguito affermò “non penso che nessuno abbia insegnato a Meryl a recitare. Se lo è insegnato da sola“. Dopo la laurea, dunque, ha intrapreso la carriera di attrice.

2. Ha debuttato al cinema a quasi trent’anni. Dopo essere stata rifiutata da Dino De Laurentiis perché venne definita brutta per partecipare al King Kong, nel 1977 debutta al cinema con Giulia di Fred Zinnemann e l’anno successivo comincia ad imporsi nel panorama cinematografico con Il cacciatore di Michael Cimino, recitando al fianco di Robert De Niro. Nonostante Katharine Hepburn la definì come un nulla di speciale, l’anno successivo vinse l’Oscar alla miglior attrice non protagonista per Kramer contro Kramer.

3. I film con Meryl Streep. Gli anni ’80, soprattutto dopo il primo Oscar conquistato, la lanciano dell’olimpo delle attrici di Hollywood, prendendo parte a film come La scelta di Sophie (1982), Silkwood (1983), La mia Africa (1985), Ironweed (1987), Un grido nella notte (1989), She Devil – Lei, il diavolo (1989), Cartoline dall’inferno (1990), La morte ti fa bella (1992) e I ponti di Madison County (1995) di e con Clint Eastwood. Ma ha recitato anche in La stanza di Marvin (1996), La voce dell’amore (1998), La musica del cuore (1999), The Hours (2002), Il ladro di orchidee (2002), The Manchurian Candidate (2004), Il diavolo veste Prada (2006), Leoni per agnelli (2007) di Robert Redford, Mamma mia! (2008), Julie & Julia (2009), The Iron Lady (2011), Into the woods (2015), Florence Foster Jenkins (2016), The Post (2017), Panama Papers (2019), Piccole donne (2019), The Prom (2020), Lasciali parlare (2020) e Don’t Look Up (2021).

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Meryl Streep: i suoi figli

4. Ha quattro figli. Dopo essere stata fidanzata per un paio di anni con John Cazale, suo co-protagonista in Il cacciatore e poi tristemente morto nel marzo del 1978 a causa di un cancro ai polmoni, nel settembre di quello stesso anno la Streep ha sposato Don Gummer, uno scultore. I due hanno poi avuto quattro figli, un maschio e tre femmine: Henry (1979), di professione cantante Mamie (1983), Grace (1986) e Louisa, di professione modella (1991). Gummer e la Streep sono poi noti per il loro fare donazioni ogni anno a organizzazioni d’arte ed istituti scolastici, tra cui il Vassar College, scuola in cui la stessa Streep studiò.

5. La recitazione come dote di famiglia. Sia Mamie che Grace sono entrambe attrici di un certo rilievo. Mamie, che è il nome d’arte di Mary Willa, ha partecipato al film Heartburn – Affari di cuore, per poi prendere parte a L’imbroglio – The Hoax, mentre nel 2007 recita in Un amore senza tempo, film nel quale interpreta lo stesso personaggio di sua madre, ma in versione giovane. Ha recitato anche in Effetti Collaterali (2013), Cake (2014), The End of the Tour (2015) e Dove eravamo rimasti (2015). Grace Jane invece è apparsa in La casa degli spiriti (1993) e, dopo il diploma in storia dell’arte e lingua italiana nel 2008, ha preso parte a L’amore all’improvviso – Larry Crowne e alle serie tv Zero Hour, American Horror Story e The Newsroom. Dal 2016 è facente parte del cast di Mr. Robot.

Meryl Streep e i suoi Oscar

6. Ha vinto 3 Oscar. Meryl Streep, nel corso della sua carriera, ha vinto ben tre Oscar, arrivando solo seconda a Katharine Hepburn, che ne vinse 4, e avendo tante statuette quante quelle di Daniel Day Lewis, Jack Nicholson, Ingrid Bergman, Frances McDormand e Walter Brennan. La Streep ha vinto l’Oscar alla miglior attrice non protagonista per Kramer contro Kramer nel 1980, e due per La Miglior attrice protagonista per La scelta di Sophie nel 1983 e The Iron Lady nel 2012.

7. È stata nominata 21 volte. La Streep ha raggiunto il record di nomination avute per un Oscar, raggiungendo quota 21. Togliendo dalla classifica le nomination che le hanno poi fruttato le statuette, è stata nominata per: Il cacciatore, La donna del tenente francese, Silkwood, La mia Africa, Ironweed, Un grido nella notte, Cartoline dall’inferno, I ponti di Madison County, La voce dell’amore, La musica del cuore, Il ladro di orchidee, Il diavolo veste Prada, Il dubbio, Julie & Julia, I segreti di Osage County, Into the Woods, Florence Foster Jenkins e The Post.

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Meryl Streep e Tom Hanks

8. Tom Hanks e Meryl Streep hanno lavorato insieme per The Post. Nel 2017 i due sono entrati in trattative per partecipare al film di Steven Spielberg, che narra la vicenda della pubblicazione di settemila pagine di diversi documenti ritenuti top secret che rivelavano tutti i segreti sulla guerra il Vietnam, pubblicati nel 1971 sul New York Times e sul Washington Post. Un’inchiesta giornalistica, il racconto di un’amicizia di affetto e stima tra uomo e donna e la storia della prima donna editrice che si trova a valutare e decidere se pubblicare i documenti.

9. Sono amici da tempo. Prima di The Post, paradossalmente, i due attori, tra i più iconici, noti e premiati della loro generazione, non hanno mai recitato insieme. Si conoscono però da tempo e sono amici di lunga data. Il merito della loro conoscenza è tutto di Nora Ephron, grande amica di Hanks che ha diretto l’attore in C’è posta per te e Insonnia d’amore. I due attori, tuttavia, hanno proprio con The Post avuto modo di frequentarsi per davvero, in quanto prima la loro era un’amicizia grossomodo a distanza.

Meryl Streep: età e altezza dell’attrice

10. Meryl Streep è nata il 22 giugno del 1949 a Summit, nel New Jersey, Stati Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1.68 metri.

Fonti: IMDb, biography

Meryl Streep: “Bradley Cooper, che maiale!”

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Meryl Streep: “Bradley Cooper, che maiale!”

Le protagoniste di Into the Woods, Meryl Streep, Emily Blunt e Anna Kendrick, ospiti di Ellen DeGeneres, sono state immortalate dalla nota conduttrice in un altro epico selfie dopo quello della passata edizione degli Oscar, scattato dalla stessa DeGeneres, che ha riunito nella stessa foto le più grandi stelle di Hollywood (tra cui la stessa Meryl Streep).

Durante l’intervista, la conduttrice ha parlato proprio del famigerato selfie da Oscar, che in realtà non ha reso particolare giustizia all’attrice tre volte premio Oscar. La DeGeneres ha detto:

“La verità è che volevo farmi un selfie da sola con Meryl Streep, ma poi tutti si sono messi in mezzo, e alla fine Meryl è venuta male”. Di tutta risposta, la Streep ha commentato: “Lo so… Bradley Cooper, che maiale!” (in riferimento al fatto che l’attore compare al centro dello scatto).

Ellen e le sue ospiti ci hanno dunque riprovato… e prima di ottenere un vero selfie (come dimostra l’immagine in alto), Meryl, per gioco, è stata nuovamente tagliata fuori.

Fonte: JJ

Meryl Streep vuole Amy Schumer in un biopic sulla sua vita

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Meryl Streep vuole Amy Schumer in un biopic sulla sua vita

Un biopic dedicato alla vita e alla carriera di Meryl Streep potrebbe diventare un progetto inevitabile. E se fosse Amy Schumer ad interpretare il tre volte premio Oscar sul grande schermo? In una recente intervista con l’Huffington Post è stato chiesto alla protagonista del prossimo Florence Foster Jenkins quale attrice potrebbe interpretarla in un biopic dedicato alla sua vita. La risposta della Streep non si è fatta attendere. Senza alcuna esitazione, ha detto: Amy Schumer.

Una volta appresa la notizia, la protagonista di Un disastro di ragazza ha retwittato l’articolo con le dichiarazioni della celebre collega, aggiungendo un “Porca p*****a” per enfatizzare tutto il suo stupore in merito alle rivelazioni. Voi cosa ne pensate? Quale attrice potrebbe interpretare Meryl Streep al cinema?

Meryl Streep pronta a battere il record ai prossimi Oscar

Prossimamente vedremo Meryl Streep protagonista di Florence Foster Jenkins per la regia di Stephen Frears. Le riprese del film si sono svolte nel Regno Unito. Nel film vediamo la Streep nei panni di Florence Foster Jenkins con Grant nei panni del suo partner St. Clair Bayfield.

Il film è la storia vera dell’ereditiera di New York ossessionata dall’idea di diventare una cantante d’opera. La sua voce che lei percepiva nella sua testa era bellissima, ma per tutti gli altri era chiaramente orribile. Suo “marito” e agente, St. Clair Bayfield, un aristocratico inglese che faceva l’attore, era determinato a proteggre la sua amata Florence dalla verità. Ma quando lei decise di dare un concerto pubblico a Carnegie Hall nel 1944, lui seppe immediatamente che era di fronte alla più grande sfida della sua vita.

Il film è diretto da Stephen Frears su una sceneggiatura di Nicholas Martin e nel cast vediamo anche Simon Helberg, Rebecca Ferguson e Nina Arianda. Il film uscirà nelle sale britanniche il prossimo 6 maggio, mentre negli Stati Uniti arriverà il 12 agosto.

Fonte: Variety

Meryl Streep tornerà nella quarta stagione di Only Murders in the Building

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Meryl Streep apparirà nella quarta stagione di Only Murders in the Building. Streep riprenderà il ruolo ricorrente di Loretta Durkin, che ha esordito nella terza stagione della serie Hulu. Il personaggio fa parte del cast dello spettacolo di Broadway che dirige Oliver (Martin Short) e intreccia con lui una relazione sentimentale.

I dettagli della trama della quarta stagione sono tenuti nascosti, anche se è noto che la stagione inizierà con il trio principale che farà un viaggio a Los Angeles prima di tornare a New York. Martin, Hoffman, Short e Gomez sono tutti produttori esecutivi della serie insieme a Dan Fogelman e Jess Rosenthal.

Only Murders in the Building ha dimostrato di essere molto popolare per Hulu sia tra il pubblico che tra la critica. Lo spettacolo ha ottenuto 29 nomination agli Emmy e quattro vittorie fino ad oggi. La serie ha avuto il suo debutto in onda a gennaio, quando la ABC ha trasmesso tutti i 10 episodi della terza stagione nel corso di quattro settimane, durante le quali la serie ha raggiunto 11 milioni di spettatori lineari.

Only Murders in the Building nasce dai co-creatori e scrittori Steve Martin e John Hoffman (Grace and Frankie, Looking). Martin e Hoffman sono i produttori esecutivi insieme a Martin Short, Selena Gomez, il creatore di This Is Us Dan Fogelman e Jess Rosenthal. La terza stagione vede Charles, Oliver e Mabel (interpretati da Steve Martin, Martin Short e Selena Gomez) indagare su un omicidio dietro le quinte di uno spettacolo di Broadway. Ben Glenroy (Paul Rudd) è una star di film d’azione di Hollywood il cui debutto a Broadway viene interrotto da una morte prematura. Aiutato dalla co-protagonista Loretta Durkin (Meryl Streep), il trio si imbarca nel caso più difficile che abbia mai affrontato, mentre il regista Oliver tenta disperatamente di rimettere insieme il suo spettacolo. Su il sipario!

Meryl Streep si trasforma in Donald Trump

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Meryl Streep si trasforma in Donald Trump

Meryl Streep donald trumpIn occasione di un evento tributo a William Shakespeare, l’attrice Meryl Streep ha dato saggio di nuovo del suo mimetismo e si è trasformata in… Donald Trump.

La tre volte premio Oscar è salita sul palco del Delacorte Theater di New York insieme a Christine Baranski e si è esibita sulle note del duetto Brush up your Shakespeare, tratto dal musical Kiss Me, Kate di Cole Porter.

Dal canto suo, la Baranski ha imitato Hillary Clinton, candidata democratica, per rispondere al candidato repubblicano impersonato dalla Streep. La risposta del pubblico è stata entusiasta e fragorosa con risate durante la performance in cui la star ha compiuto un’incredibile parodia del politico e cantato frasi come “Non capisco perché tutte le donne mi dicano di no“.

Di seguito il video:

https://www.youtube.com/watch?v=fZURuQQKfmI

Meryl Streep sarà Maria Callas nel film tv Master Class

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Meryl StreepSarà l’attrice premio Oscar Meryl Streep ad  interpretare Maria Callas nel film televisivo Master Class. Ad annunciarlo è il The Hollywood Reporter che conferma il progetto della HBO. Master Class è l’adattamento televisivo dell’omonimo spettacolo teatrale scritto da Terrence McNally. Anche la regia è stata affidata ad un importante regista come Mike Nichols.

Master Class racconterà l’esperienza della cantante che, nel 1971, ha insegnato agli studenti della prestigiosa scuola di arte Julliard a New York.

Maria Callas, nome d’arte di Anna Maria Cecilia Sophia Kalogeropoulou (greco: Άννα Μαρία Καικιλία Σοφία Καλογεροπούλου; New York, 2 dicembre 1923 – Parigi, 16 settembre 1977), è stata un soprano greco, in possesso della nazionalità statunitense e naturalizzata italiana fino al 1966, quando rinunciò ad entrambe per ottenere quella greca.

Nata a New York da genitori greci, Callas studiò ad Atene dal 1939 al 1945, intraprendendo la carriera internazionale dai tardi anni quaranta agli anni sessanta.

Meryl Streep rock nel primo trailer di Ricki and the Flash

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Meryl Streep rock nel primo trailer di Ricki and the Flash

La Sony Pictures ha rilasciato il primo trailer di Ricki and the Flash con una Meryl Streep tutta rock. Nel film la pluripremiata attrice interpreta una musicista che ha abbandonato la sua famiglia quando era giovane, per cercare la fama in California. Anni dopo torna a casa e tenta di riappropriarsi del suo ruolo di madre.

Nel cast figurano anche Kevin Kline come ex marito di Ricki, Mamie Gummer, figlia della Streep nella vita reale e per l’occasione anche nel film, e Rick Springfield, che interpreta un membro dei Flash innamorato di Ricki. Con il regista premio Oscar Jonathan Demme al timone, una sceneggiatura firmata dalla brillante Diablo Cody (premio Oscar per Juno), e Meryl Streep come protagonista, questo film ha un livello di pedigree alquanto elevato.

Nei cinema americani Ricki and the Flash arriverà 7 agosto mentre in Italia dovremo aspettare il 10 settembre.  Nel mentre però gustiamoci il trailer:

Fonte: Collider

Meryl Streep rock in Ricki and the Flash [FOTO]

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Meryl Streep rock in Ricki and the Flash [FOTO]

La Warner Bros. Entertainment Italia ha diffuso la prima immagini ufficiali di Meryl Streep in Ricki and the Flash, il nuovo film di Jonathan Demme, pellicola che arriverà al cinema il 10 settembre 2015.

Ricki and the Flash-Meryl Streep

In Ricki and the Flash, Meryl Streep è Ricki, una rockstar che dopo aver dato tutto per realizzare il sogno di diventare una celebrità del rock&roll, decide di ritornare a casa per recuperare il rapporto con la sua famiglia. Ad interpretare la figlia della popolare chitarrista sarà Mamie Gummer, figlia di Meryl Streep anche nella realtà.

Nel cast Rick Springfield nei panni del fidanzato di Ricki e Kevin Kline nel ruolo del suo ex marito.

Scritto da Diablo Cody e diretto da Jonathan Demme, Ricki and the Flash sarà al cinema dal 10 settembre, distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.

Meryl Streep rivela il suo ruolo meno soddisfacente

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meryl streepPensare a un ruolo poco riuscito di Meryl Streep è molto difficile. la grande attice americana ci ha abituati negli anni all’eccellenza e sembra davvero strano che, lei stessa, possa non essere soddisfatta delle sue straordinarie performance. Eppure sembra che non tutti i suoi film l’abbiano appagata. Durante il The Graham Norton Show, dove la Streep era ospite con Hugh Grant per la promozione del biopic Florence Foster Jenkins, l’attrice ha dichairato di non essere affatto soddisfatta della sua interpretazione in La donna del tenente francese:

“La struttura del film era veramente artificiale, perché io ero l’attrice che interpretava La Donna del Tenente Francese, e allo stesso tempo ero una attrice americana che interpretava una donna inglese. […] Ero giovane all’epoca, abbastanza nuova di questo mestiere, e non mi sembrava di “vivere” abbastanza quel personaggio. A tutti noi capita di renderci conto che avremmo potuto fare molto meglio… dopo aver finito.”

E voi siete d’accordo? Qual è la performance di Meryl Streep che meno vi è piaciuta nel corso degli anni?

Meryl Streep presidente di Giuria del Festival di Berlino 2016

Meryl Streep presidente di Giuria del Festival di Berlino 2016

Meryl Streep sarà presidente di Giuria per il prossimo Festival di Berlino 2016, la sessantaseiesima edizione della manifestazione tedesca che assegna l’Orso d’Oro.

Per la grande attrice sarà la prima volta in una giuria di un Festival.

“Meryl Streep è una degli artisti più creativi e miltisfaccettati del anorama mondiale. Per sottolineare il nostro entusiasmo per il suo straordinario talento l’abbiamo premiata nel 2012 con l’Orso d’Oro alla carriera. Sono molto felice che adesso lei ritorni a Berlino e con la sua esperienza artistica occupi il posto di leader della Giuria Internazionale”, questa la dichiarazione del direttore della Berlinale Dieter Kosslick.

Fonte: Variety

Meryl Streep premio alla carriera a Berlino 2012

Va a Meryl Streep l’Orso d’Oro alla Carriera nell’edizione 2012 del Festival di Berlino. L’attrice detiene ad oggi il record per il maggior numero di  Nominations agli Oscar (ben 16),

Meryl Streep Palma d’Oro onoraria a Cannes 2024: “A 40 anni pensavo che la mia carriera fosse finita”

Una standing ovation ha accolto Meryl Streep sul palco del Festival di Cannes 2024, dove ha ritirato la sua Palma d’Oro onoraria. La tre volte vincitrice dell’Oscar era sopraffatta dall’emozione e ha fatto finta di scendere dal palco e alla fine ha iniziato a ballare tra gli applausi.

La star francese Juliette Binoche, anche lei emozionata, ha consegnato il premio alla Streep. Binoche ha definito la Streep “un trailer internazionale” elencando molti dei ruoli più amati della Streep, da “La scelta di Sophie” a “Julie eJulia”. Binoche ha poi aggiunto: “Hai cambiato il modo in cui guardiamo il cinema”. Nel suo discorso, la Streep ha ringraziato Cannes per averla accolta di nuovo dopo 35 anni dalla sua ultima partecipazione all’evento nel film “Evil Angels” del 1989. Ha detto che guardare le clip della sua carriera è stato “come guardare fuori dal finestrino di un treno ad alta velocità, guardare la mia giovinezza volare nella mia mezza età proprio dove mi trovo stasera su questo palco. Così tanti volti e così tanti posti che ricordo.”

La Streep ha detto che l’ultima volta che è stata a Cannes, “Ero già madre di tre figli, stavo per compiere 40 anni e pensavo che la mia carriera fosse finita”. “Non era un’aspettativa irrealistica per le attrici in quel momento”, ha detto. “E l’unica ragione per cui sono qui stasera e perché la mia carriera è continuato grazie degli artisti di grande talento con cui ho lavorato… Sono così grata che voi non vi siate stufati della mia faccia e non siate scesi dal treno. Mia madre, che di solito ha ragione su tutto, mi disse: “Meryl, tesoro mio, vedrai”. Va tutto così in fretta. Così veloce.’ E così è stato, ed è così. Tranne il mio discorso, che è troppo lungo”.

Iconica e prolifica, Meryl Streep ha ricevuto il record di 21 nomination agli Oscar nel corso dei suoi quasi cinquant’anni di carriera e ne ha vinte tre, per le sue interpretazioni in “Kramer vs. Kramer” (1980), “La scelta di Sophie” (1983) e “The Iron Lady” (2012).

Meryl Streep Palma d’Oro e ospite d’onore a Cannes 2024

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Meryl Streep Palma d’Oro e ospite d’onore a Cannes 2024

Meryl Streep sarà l’ospite d’onore della cerimonia di apertura del 77° Festival di Cannes che si svolgerà sul palco del Grand Théâtre Lumière martedì 14 maggio. Figura celebre del cinema, l’attrice americana darà il via la prossima edizione che si concluderà sabato 25 maggio con la consegna dei premi da parte della Presidente della Giuria, Greta Gerwig.

Dopo Jeanne Moreau, Marco Bellocchio, Catherine Deneuve, Jean-Pierre Léaud, Jane Fonda, Agnès Varda, Forest Whitaker e Jodie Foster, Meryl Streep riceverà la Palma d’oro onoraria del Festival. 35 anni dopo aver vinto il premio come migliore attrice per Evil Angels, la sua unica apparizione a Cannes fino ad oggi, Meryl Streep farà il suo tanto atteso ritorno sulla Croisette.

“Sono immensamente onorata di ricevere la notizia di questo prestigioso premio. Vincere un premio a Cannes, per la comunità internazionale degli artisti, ha sempre rappresentato il traguardo più alto nell’arte del cinema. Stare all’ombra di coloro che sono stati precedentemente onorati mi rende umile e emozionata in egual misura. Non vedo l’ora di venire in Francia per ringraziare tutti di persona questo maggio!” Ha affermato Meryl Streep.

“Abbiamo tutti qualcosa in noi di Meryl Streep!” Iris Knobloch e Thierry Frémaux hanno detto: “Abbiamo tutti qualcosa in noi di Kramer contro Kramer, La scelta di Sophie, La mia Africa, I ponti di Madison County, Il diavolo veste Prada e Mamma Mia perché ha attraversato quasi 50 anni di cinema e ha incarnato innumerevoli capolavori, Meryl Streep fa parte del nostro immaginario collettivo, del nostro condiviso amore per il cinema.”

Meryl Streep nel nuovo film di Jonathan Demme

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Film Title: It's Complicated

TriStar Productions ha annunciato oggi che Meryl Streep sarà la protagonista del film Ricky and the Flash, la nuova commedia drammatica del regista Jonathan Demme, da una sceneggiatura di Diablo Cody. A produrre il film saranno Marc PlatMason Novick.

Il film racconta la storia divertente di una donna che ha abbandonato la sua famiglia per inseguire il sogno di diventare una famosa rockstar, ma ora che la sua carriera è finita, torna dai figli per cercare di rimettere a posto le cose ed aiutare uno di loro nell’affrontare il divorzio dalla compagna. Un ruolo inedito per l’attrice che detiene il maggior numero di nominations agli Oscar ma che sicuramente saprà interpretare benissimo visti i tanti ruoli “musicali” ai quali ha prestato il suo talento come Mamma Mia e il prossimo film di Rob Marshall Into the Woods.

A proposito del film il presidente della TriStar Productions, Tom Rothman ha detto: “Ci sentiamo molto fortunati per essere stati scelti da tutti questi importanti cineasti. Aspiriamo ad essere i migliori roadies di sempre. Ho avuto la fortuna di lavorare personalmente con ciascuno dei Fab Four coinvolti nel progetto e conosco bene il loro talento. Questo è un grande giorno per la nostra azienda”.

Marc Platt ha continuato: “Mason e io siamo entusiasti. Diablo e Meryl sono due delle donne che ammiro di più e abbiamo la fortuna di collaborare con loro.  Ho già lavorato insieme Demme in una produzione Tristar per Philadelphia, quindi il ritorno a casa in studio è particolarmente dolce. Sono sicuro che Jonathan farà un lavoro magistrale sul film e che saremo tutti in buone mani con Tom Rothman e la sua squadra.”

Per il regista Jonathan Demme una grande produzione dopo film indipendenti come Rachel sta per sposarsi del 2008, Enzo Avitabile Music Life e Fear of falling visto in anteprima al Festival del cinema di Roma. Per Diablo Cody, diventata famosa con Juno, invece un ritorno al ruolo di sceneggiatrice, dopo l’esperienza non esaltante dietro la macchina da presa con Paradise.

Le riprese del film inizieranno in autunno, il tempo necessario a Meryl Streep per entrare in confidenza con la chitarra.

Fonte: Comingsoon.net

Meryl Streep nel cast di The Giver

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meryl streepIl prossimo film di Phillip Noyce, The Giver, comincerà la fase di riprese ad Ottobre in Sud Africa, e adesso arriva la conferma che Meryl Streep si è aggiunta al cast. L’attrice tre volte premio Oscar si unirà a Jeff Bridges e Brenton Thwaites, per partecipare all’adattamento cinematografico del romanzo sci-fi pubblicato nel 1993 scritto da Lois Lowry.

Ecco la trama del romanzo:

Ambientato in una società del futuro prossimo, dove sono state annullate le differenze individuali, la percezione del dolore, la passione e i sentimenti più profondi, il libro racconta un anno di vita di Jonas, dodicenne ambizioso. Nella Comunità non ci sono scelte, colori, piaceri, amore, emozioni, e persino il tempo atmosferico è sempre lo stesso. Non puoi sceglierti il lavoro, il consorte, la famiglia. Nella “Cerimonia dei Dodici”, ai 12enni viene assegnato il lavoro che avrebbero dovuto svolgere per il resto della loro vita. Jonas, in questa cerimonia, viene insignito del compito di ricevere le Memorie dell’Umanità. Egli raccoglie i ricordi dal “Giver” provando sulla propria pelle tutte quelle sensazioni che nessun altro membro della comunità conoscerà mai: scopre i colori, il significato dell’amore, del dolore, della frustrazione, e scopre il terribile segreto della Società in cui vive. Si rende conto quindi che la strada verso la conoscenza è un cammino senza ritorno.

Meryl Streep interpreterà il ruolo di uno dei capi della società.

Fonte: CS

Meryl Streep nel cast di Only Murders in the Building 3

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Meryl Streep nel cast di Only Murders in the Building 3

Arriva dall’account TikTok di Selena Gomez la notizia che Meryl Streep sarà la nuova guest star di Only Murders in the Building 3. Il video conferma anche la presenza di Paul Rudd, che aveva fatto la sua prima apparizione nel finale della seconda stagione, mentre ovviamente diamo il benvenuto al meraviglioso trio di protagonisti, con Gomez insieme a Steve Martin e Martin Short.

Meryl Streep in trattative per interpretare Aslan in Le Cronache di Narnia

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La premio Oscar Meryl Streep sarebbe in trattative per interpretare Aslan il Grande Leone nel film su Le Cronache di Narnia di Greta Gerwig per Netlfix, come riportato da Deadline. Tuttavia, viene riportato che non si sarebbe ancora arrivati alla fase dell’offerta, per cui la conversazione a riguardo sarebbe ancora in una fase preliminare. Nei romanzi, Aslan è il celebre leone parlante che funge da guardiano di Narnia e da guida per i bambini umani. Generalmente rappresentato come un maschio, Aslan è stato creato dall’autore C.S. Lewis come allegoria di Gesù.

Già Nexus Point News aveva riportato il possibilme coinvolgimento di Meryl Streep e ha anche riferito che il film adatterà il sesto romanzo della serie di Narnia, Il nipote del mago, che cronologicamente si svolge per primo nella serie. Il romanzo racconta l’origine di Narnia ed è incentrato su Digory Kirke e Polly Plummer che scoprono il mondo magico grazie alla magia dello zio di Digory. Il sito riporta anche che Aslan sarà una donna nell’adattamento della Gerwig. Questi dettagli sulla trama non sono tuttavia ancora stati confermati ufficialmente.

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Tutto quello che sappiamo su Le Cronache di Narnia

Nel 2018 Netflix aveva firmato un accordo pluriennale con la The C.S. Lewis Company per poter sviluppare film e serie televisive basati su tutti e sette i romanzi di Narnia. “È meraviglioso sapere che le persone di tutto il mondo non vedono l’ora di vedere di più su Narnia e che i progressi nella tecnologia di produzione e distribuzione ci hanno permesso di far riprendere vita alle avventure di Narnia portandole tutto il mondo“, aveva dichiarato Douglas Gresham, figliastro di Lewis. Ad ora sono stati annunciati solo i due film affidati a Greta Gerwig, ma gli accordi originali prevedono anche una serie televisiva, quindi potrebbe esserci altro in serbo per il futuro.

La Gerwig ha poi sottolineato di aver voluto fare i film di Narnia perché attratta dalla qualità “euforicamente onirica” della scrittura di Lewis. “È legato al folklore e alle storie di fate dell’Inghilterra, ma è una combinazione di tradizioni diverse“, ha detto. “Da bambino, accetti tutto: sei in questa terra di Narnia, ci sono i fauni e poi arriva Babbo Natale. Non ti viene nemmeno in mente che non sia schematico. Mi interessa abbracciare il paradosso dei mondi creati da Lewis, perché è questo che li rende così avvincenti”.

Al momento il progetto è ancora in fase iniziale e i dettagli sono scarsi, ma sembra che il processo di casting sia iniziato per cui nelle prossime settimane potrebbero emergere i primi nomi di attori e attrici ufficialmente unitisi al progetto. Al momento, sono stati riportati unicamente i nomi di Charli XCX, Daniel Craig e Meryl Streep.

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