Il cinema del nuovo millennio è in
piena crisi di originalità, e sceneggiatori, produttori e registi
fanno sempre più fatica a trovare nuovi soggetti con cui raccontare
storie alle platee, tanto che ormai un po’ tutti ci siamo abituati
ai termini remake, sequel, reboot, spin-off, ecc. Individuare come,
dove e quando sia cominciata questa carenza di idee sarebbe
complesso, ma basti pensare che solo nel 2015 (anno cinematografico
definitivo, se si pensa alla quantità di mega-produzioni che ci
sono state promesse) quasi tutti i film che sono attesi al box
office sono operazioni nostalgiche (alcune delle quali giungono
fuori tempo massimo), sequel o remake di proprietà non originali.
Jurassic World (aka Jurassic Park 4),
Star
Wars Episodio VII, Mission Impossibile 5,
Terminator 5, I Fantastici 4 Reboot,
Independence Day 2 e I Minion (spin-off
di Cattivissimo Me) sono solo alcuni degli esempi che
si potrebbero citare. E’ vero, il pubblico è cambiato, ed assieme
ad una riscontrata nostalgia per i bei ‘vecchi film di un tempo’ si
aggiunge anche una certa difficoltà nello stupire le folle
contemporanee.
Gli anni ’50-’60 furono gli anni
delle colossali produzioni epiche, i ’70-’80 furono gli anni in cui
le convenzioni del cinema d’autore furono convogliate in produzioni
per la masse ed in generi più popolari ed i ’90 sono stati il
fulcro delle grandi rivoluzioni tecnologiche e degli effetti
speciali applicati al cinema. E per quanto riguarda gli anni del
secondo millennio? Dove ricercare una nuova evoluzione con cui dare
una scossa all’industria cinematografica?
Alla fine del secolo scorso, dopo
il discreto successo commerciale di Blade (1998),
nelle segrete stanze dei Marvel Studios si cominciò a
dare un’occhiata all’infinita quantità di materiale in loro
possesso, precedentemente ceduto alle major hollywoodiane per lo
sfruttamento cinematografico, e si decise di fare il passo decisivo
per approdare con uno sconfinato repertorio fumettistico sul grande
schermo. Cominciano i contatti con le case di produzione che
detengono i diritti di sfruttamento e la 20th Century Fox,
che era in possesso delle liberatorie relative agli
X-Men, fiuta l’affare e mette subito in produzione,
insieme alla Marvel, il primo dei film dedicati ai supereroi
mutanti, affidandone la regia ad un giovanissimo Bryan
Singer.
I personaggi dei fumetti al cinema
non erano una novità. Nel 1943 Batman aveva già fatto
la sua prima apparizione sulla celluloide e negli anni ’80
Superman sbancava ai
botteghini con i quattro film interpretati da Christopher
Reeve. Ma, dopo la rivoluzione tecnologica, i cineasti
avrebbero avuto l’ausilio di nuove tecniche nel campo degli effetti
speciali con cui creare qualcosa di molto più verosimile e vicino a
quanto si vedeva nei fumetti. Con il primo X-Men,
Bryan Singer intuisce inoltre la necessità di depurare i
singoli personaggi della loro bidimensionalità cartacea, ed il
bisogno imprescindibile di renderli reali, umani, dotati di storie
personali, sentimenti e pulsioni. In pratica, la storia non doveva
più essere soltanto quella di un film che parla di buoni contro
cattivi. Proprio in questo il regista ha il suo merito principale
e, visto che da qui in avanti queste saranno le linee guida per
ogni sceneggiatore che si cimenterà nello scrivere di un supereroe,
Singer diventa l’incosciente pioniere di un nuovo genere
cinematografico.
Il successo al botteghino, a fronte
di un budget ridotto all’osso, è strepitoso. Le intuizioni del
regista vengono premiate e le major cominciano a sentire profumo di
dollari, tanto che chiunque sia in possesso dei diritti di questo o
quel supereroe comincia a produrre pellicole dedicate al mondo dei
fumetti. La Sony Pictures mette subito in cantiere il primo
Spiderman di Sam Raimi (2002) e la New
Line produce Blade II di Guillermo Del
Toro (2002). Il pubblico accorre a frotte nelle sale, la cosa
funziona e da questo punto in poi si susseguono altre produzioni:
nel 2003 Daredevil, X-Men 2 e Hulk; nel
2004 The Punisher, Spiderman 2 e Blade:
Trinity; nel 2005 Elektra, I Fantastici 4 e
Man Thing; nel 2006 X-Men: Conflitto
Finale; nel 2007 Ghost Rider, Spiderman
3 e I Fantastici 4 e Silver
Surfer. E’ la nascita di un nuovo genere: il cinecomic o,
da noi, il cinefumetto. Nessuno vuole perdere questa nuova corsa
all’oro, tanto che la Marvel viene presto raggiunta. Nel
2005 la Warner/DC riavvia il franchise di
Batman e con Batman Begins Christopher Nolan manda il pubblico in
visibilio, alzando poi la posta in palio con Il Cavaliere
Oscuro (2009) e Il Cavaliere Oscuro il
Ritorno (2012), e si parla di cinefumetto d’autore.
Tutto ciò senza dimenticare i vari 300,
Watchmen, The Spirit ed i due
Hellboy di Guillermo Del Toro.
Intanto ai Marvel Studios,
tra il 2005 ed il 2006, qualcuno dell’entourage produttivo della
casa di Stan Lee si chiede: “Se nei nostri fumetti i
protagonisti delle varie testate possono riunirsi tra di loro o
fare apparizioni nelle avventure degli altri supereroi, perché non
potrebbero farlo anche al cinema?” L’idea è semplice e
banale, pulita e geniale. Siamo ad una svolta: si guarda alla
testata fumettistica degli Avengers e si avviano i
lavori per la creazione di una serie di film che condurranno i
singoli protagonisti a riunirsi in una pellicola corale. Se
l’Iron Man (2008) di Jon Favreau
e Robert Downey Jr. era al di fuori della
dinamica produttiva in prospettiva di The Avengers,
spetta a Thor (diretto da Kenneth Branagh e
interpretato dall’allora sconosciuto Chris Hemsworth e in cui fa una breve
apparizione Ochcio di Falco) il compito di fare da apripista e
così, un film dopo l’altro, si costruisce il cammino verso la
mega-riunione progettata a tavolino dagli studios. Poi sul grande
schermo Iron Man 2 (2010, in cui troviamo per la
prima volta anche Nick Fury e Natasha Romanoff) e Captain
America – Il Primo Vendicatore (2011). Gli ingredienti sono
pronti sul tavolo, e la torta viene presto sfornata con The
Avengers (2012). Il regista Joss Whedon dosa
perfettamente gli equilibri mettendo su un circo dalle proporzioni
inaudite. Il pubblico gioisce, e con un budget stimato di circa 220
milioni di dollari, il film incassa 1,5 miliardi in tutto il mondo
divenendo il terzo miglior incasso nella storia del cinema. Le cose
vanno talmente bene che nella casa di Iron Man & Co.
è già stata avviata la Fase 2, iniziata con Iron Man
3 (2013), proseguita con Thor: The Dark World
(2013) e con gli imminenti Captain America: The Winter
Soldier e I Guardiani della Galassia
(pronti a debuttare nelle sale per il 2014), andando poi a
culminare con Avengers: Age of Ultron nel
2015. La produzione inoltre già strizza l’occhio alla Fase
3, con Ant-Man (2015) pronto a spalancarne le
porte.
Un resoconto della storia recente
dei cinefumetti Marvel era necessario. Dopotutto, non si può
capire dove si è arrivati senza tener conto del punto da cui si è
partiti. Partendo da quello che ad Hollywood era considerato un
sottogenere, si è giunti a dare vita ad una nuova realtà
cinematografica. Dalla narrazione delle gesta di questi eroi, si è
arrivati alla creazione di un vero e proprio universo, tanto vasto
da continuare a lasciare aperte le porte a migliaia di nuove
fantastiche storie. La singola pellicola non rimane più
rappresentativa di un mondo a se stante, ma gira attorno alle altre
come in un moto planetario. Non vive più esclusivamente in se
stessa, ma vive per e con le altre. Si parla di realtà
cinematografica espansa, in cui ogni nuovo film della serie crea
nel pubblico attesa ed aspettative per il successivo. Chi guarda sa
che mentre l’eroe di turno combatte questa battaglia, gli altri
stanno facendo altrove la medesima cosa. E questo rende la platea
sempre più avida.
Tale fenomeno non tarda a scatenare
emulazioni, tanto che la Warner ha prodotto L’Uomo
D’Acciaio (2013) con lo specifico intento di portare
l’universo DC Comics al cinema, facendo con la
Justice League quello che alla
Marvel hanno fatto con gli Avengers. Il
progetto di una Justice League al cinema è, ad onor
del vero, decennale, ma pare che solo ora le cose si stiano
concretizzando. Inoltre, in base alle recenti
dichiarazioni della portavoce Amy Pascal, la Sony
Pictures ha espresso a sua volta la volontà di fare qualcosa di
molto simile con il mondo dei personaggi di
Spider-Man. Questo nuovo metodo di narrazione
colpisce l’attenzione di tutti, tanto che anche altre tipologie di
produzioni cominciano a sfruttarlo per allargare le realtà relative
a nuovi franchise di altro genere.
All’inizio abbiamo accennato al
concetto di rivoluzione. Ebbene cosa è, se non una rivoluzione, la
creazione di un nuovo genere cinematografico unita all’affermazione
di una nuova metodologia narrativa che, in tempo di crisi per i
botteghini, riesce a portare nuovamente le folle nei multisala?
La ricetta per la riuscita di tutto
ciò è stata molto semplice e deriva da un’accurata scelta degli
ingredienti: registi e sceneggiatori talentuosi, giovani promesse
pronte a diventare le star del domani, volti noti portati a nuova
notorietà ed un’attentissima ed efficace selezione del cast
(Robert Downey Jr. nei panni di Tony Stark/Iron Man è in
assoluto l’operazione di casting meglio riuscita dell’ultimo
decennio). Inoltre, come si diceva in apertura, le linee guida
fissate con il primo X-Men di Bryan Singer
hanno contribuito ad elevare il genere, da film per NERD a film per
la grande massa. I personaggi, le storie e le sotto-trame affondano
le loro radici in tematiche sulla natura umana quanto mai reali e
vicine: si parla di redenzione, di caduta e rinascita, di conflitti
con l’Io profondo, di responsabilità, di paura del diverso, di
guerra al terrorismo, di amicizia, di amore, di accettazione di se
stessi, di legami famigliari. Situazioni e tematiche in cui ognuno,
indipendentemente dall’età, può facilmente riconoscersi.
Il tutto raccontato con la
semplicità di linguaggio che soltanto un albo a fumetti può avere.
Entrando in sala per assistere allo spettacolo, è commovente
osservare i genitori molto più emozionati dei propri figli. Gli
adulti tornano a quelle pagine sfogliate durante l’infanzia ed i
più piccoli sono pronti a scoprire questo nuovo mondo fatto di
superbuoni, supercattivi e superpoteri. E se questo tipo di
produzione ha un merito, è proprio quello di aver riportato il
cinema alla sua giusta dimensione: quella di vera, unica e sola
fabbrica dei sogni. In attesa anche di The Amazing Spider-Man
2 e X-Men: Giorni di un futuro passato, in
sala il prossimo anno, c’è da sperare che la corsa dei Cinecomic al
cinema continui ancora per lungo tempo. La fusione della
Marvel avvenuta nel 2009 con il colosso Walt Disney,
ed il ritorno dei diritti di sfruttamento di molti eroi
direttamente nelle mani dei Marvel Studios, lasciano ben
sperare per il futuro. Per cosa ricorderemo il cinema di
questo inizio millennio? Forse lo ricorderemo proprio per l’apporto
dato dalla compagnia fondata da Stan Lee alla creazione di
un nuovo sistema narrativo, ma soprattutto per loro, per tutti quei
supereroi che tutti noi avremmo voluto essere almeno una volta
nella vita.