Matthew McConaughey è reduce da un paio di anni davvero interessanti e il 2017 lo vedrà al cinema in uno dei titoli più attesi dell’anno, ma non si tratta di Guardiani della Galassia Vol. 2. L’attore era stato infatti approcciato dalla Marvel, ma ha rifiutato un ruolo nel film di James Gunn preferendo impegnarsi in La Torre Nera, al fianco di Idris Elba.
Perché Matthew McConaughey ha detto no a Guardiani della Galassia Vol. 2
Durante un’intervista con Playboy, McConaughey ha spiegato perché ha rifiutato il ruolo nel cinecomics Marvel, preferendogli il personaggio dell’Uomo in Nero nell’adattamento della celebre saga di Stephen King.
“Mi è piaciuto Guardiani della Galassia, ma quello che ho visto è stato ‘è stato un successo, e ora abbiamo spazio per una parte di colore per un nome importante’. Mi sono sentito come una decorazione. Lo script de La Torre Nera era ben fatto, mi piace il regista e la sua visione della storia, e inoltre io posso essere il creatore del personaggio, l’autore dell’Uomo in Nero, che poi sarebbe il Diavolo, nella mia versione del romanzo di King. Abbiamo fatto il primo. Sarà un thriller fantastico, ambientato in un altro reame, un universo alternativo, ma molto realistico. Per esempio, l’arma del pistolero è una pistola, non una spada laser o qualcosa di fantasioso. Mi è piaciuto accostarmi al mio personaggio come se io fossi il Diavolo che si diverte, sempre pronto a mettere a nudo le ipocrisie umane, ovunque esse siano.”
Sicuramente la sua posizione è interessante e siamo sicuri che, se da una parte James Gunn avrà fatto ugualemente un ottimo lavoro con Guardiani della Galassia Vol. 2, dall’altra avremo la possibilità di vivere un’altra avventura cinematografica con l’adattamento di King.
Guardiani della Galassia vol. 2 – guarda il trailer
In Guardiani della Galassia vol 2, che arriverà al cinema nel 2017, torneranno Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave Bautista e in veste di doppiatori Vin Diesel e Bradley Cooper.
Confermati anche il Collezionista (Benicio Del Toro), Yondu (Michael Rooker) e Nebula (Karen Gillan). Tra le new entry Pom Klementieff, Kurt Russell, Elizabeth Debicki, Tommy Flanagan e Chris Sullivan.
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Guardiani della Galassia Vol. 2: i migliori momenti del trailer
Al ritmo di una nuova, fantastica raccolta di brani musicali (Awesome Mixtape #2), Guardiani della Galassia Vol 2, racconta le nuove avventure dei Guardiani, stavolta alle prese con il mistero che avvolge le vere origini di Peter Quill. Vecchi amici e nuovi alleati, oltre ai personaggi preferiti dai fan verranno in aiuto ai nostri eroi mentre l’Universo Cinematografico Marvel continua ad espandersi.
Il film arriverà al cinema il 5 marzo 2017.




























Alla notizia che Spielberg avrebbe dato una sua interpretazione de Il GGG – il Grande Gigante Gentile, è impossibile non pensare a un indiretto revival del successo e della poesia che ha portato sul grande schermo con E.T. – L’extraterrestre (con il quale il GGG condivide tra l’altro la sceneggiatrice, Melissa Mathisson) ed è altrettanto impossibile non avere altissime aspettative sul nuovo viaggio verso terre e popoli sconosciuti che ci propone. In uscita domani, venerdì 30 dicembre 2016, il film è il secondo lungometraggio ispirato al racconto dello scrittore anglo-norvegese che quest’anno avrebbe compiuto 100 anni: lo ha infatti preceduto il film d’animazione britannico Il mio amico gigante (1989).
Lo stesso Spielberg ha dichiarato che realizzare un film sul racconto di
Il successo, clamoroso, arriva nel 1952 con Cantando Sotto la Pioggia. Debbie ha appena vent’anni e non ha mai ballato prima di allora. Prenderà lezioni di ballo e canto, ed entrerà nella storia danzando con Gene Kelly e Donald O’Connor sulle note di “Good Morning to you”.
In una recente
Negli anni ’90 inaugurò un museo a Las Vegas, fallito poi nel 1997, dove erano esposti oltre 3000 abiti e oggetti di scena, tra cui gli abiti di Rossella o’Hara in Via Col Vento e le scarpette di rubino del Mago di Oz.
La Reynold ha preso parte a numerose serie tv. Tra le altre ricordiamo Love Boat (1980-83) dove recitava il ruolo di Sheila Evans e, in tempi più recenti, la parte in Will & Grace, dove con grande autoironia Debbie interpreta la madre della protagonista Grace, un’ex attrice sempre in cerca di una svolta carrieristica.
Quando Ken Loach arriva al cinema non è mai per caso. Il fuoco lo muove: senso civico, rabbia, volontà sociale. Io, Daniel Blake racchiude tutti questi intenti in una confezione impeccabile, malinconica e dignitosa, di una vita semplice vissuta con fame e tenacia. E poi c’è anche la semplice voglia di fare fare cinema…
È la pellicola che ha portato a casa il premio Oscar per il miglior film all’inizio dell’anno, diretta da Thomas McCarthy. Un film di inchiesta, con un ritmo incalzante, che mostra il giornalismo bello e solido per cui non si ha più il tempo. Il tema è ovviamente scottante e questo fa la maggior parte del lavoro. Ma grande merito va anche alla splendida squadra di protagonisti, guidata dall’inossidabile 
Alla sua opera seconda, Matt Ross (il viso appuntito di Gavin Belson di Silicon Valley) confeziona un film che vince prima nella scrittura e poi nella messa in scena e nelle interpretazioni. Una commedia che si fa dramma e torna commedia, e in questa incertezza trova il suo equilibrio. Un’esaltazione della bellezza dei corpi vitali sia dei giovani protagonisti che del roccioso ma sempre affascinante Viggo Mortensen.
Film del 2014 di Bill Pohlad, uscito solo quest’anno in Italia. Si deve tornare un po’ troppo indietro nei mesi cinematografici ma era un tributo dovuto. Un tributo all’arte, a Brian Wilson, alla difficoltà di rimanere se stessi in un mondo cattivo, alla musica che ha il potere di salvare, al dolore, alla paura, al talento ritrovato di John Cusack e a quello troppo spesso taciuto, ma incommensurabile, di
Corre il rischio di diventare il regista più “di moda” del momento, soprattutto con il magnifico Jackie, protagonista della prossima stagione dei premi. Ma, con una storia più sua, interpreti meno noti della Portman ma assolutamente non meno bravi, il suo tocco deciso eppure delicato che accarezza i personaggi, l’omaggio al poeta/politico/attivista simbolo di una Nazione, l’atmosfera che dalla storia scivola nel mito con la leggerezza di un fiocco di neve, Pablo Larraìn ci regala ancora del grande cinema: silenzioso, elegante, emozionante.
Il 2016 è stato un anno molto importante per il cinema di Xavier Dolan nel nostro Paese. I nostri distributori hanno finalmente portato in Italia Laurence Anyways (2012) e Tom à la ferme (2013), e, in contemporanea finalmente con il resto del Pianeta, È solo la fine del mondo (2016). Il prodigio canadese prende le dinamiche familiari, come spessissimo nei suoi film, e le trasfigura in drammi intensi e passionali. Accarezza con l’obbiettivo i suoi attori, li racchiude nell’inquadratura, rinviandoci sempre a quello che in realtà non dicono e facendo pressione su quello che invece, delle loro personalità, appartiene anche allo spettatore. E chi guarda resta incantato dalla sensibilità, dallo straordinario talento che “si riduce” semplicemente, per modo di dire, alla conoscenza dell’animo umano.
È un film musicale che è piaciuto anche a chi i musical non piacciono. Ma non è per questo che il film di John Carney è in classifica. Sing Street ha un look rock, un cuore romantico, un cast travolgente, una storia essenziale su cui si costruisce un ritmo trascinante che vi impedirà di star fermi sulla sedia. I vostri piedi danzeranno, le vostre teste andranno a tempo e trai gli applausi e le risate, nel finale, ci sarà spazio anche per una discreta lacrima che vi righerà il sorriso.
Tom Ford è un uomo di classe, un uomo sensibile ed equilibrato nel gusto e nello stile. Un uomo che si è rivelato anche profondo conoscitore delle passioni oscure dell’uomo e le ha trasportate con l’eleganza che lo contraddistingue sul grande schermo, attraverso il romanzo di Austin Wright, Tony & Susan. La sapienza registica dimostrata in Animali Notturni è sintomo di uno studio, di impegno, ma anche di talento innato. Per non parlare degli interpreti, anime sopraffatte dagli eventi che travolgono lo spettatore.
È arrivato in sala da pochissimi giorni, rientra appena nel dicembre 2016, e meno male. Paterson di Jim Jarmusch non è un capolavoro, non è un film eclatante, non è quella pellicola che fa gridare al miracolo. È un sussurro, una carezza, un intimo incontro con quelle magie quotidiane che può fare il cinema quando “scende” a livello dell’uomo comune che racchiude segreti e bellezza. Paterson è la delicatezza del suo regista, ma è soprattutto la bellezza (soprattutto artistica) di Adam Driver, un interprete ineffabile, preciso, attento, che nel lavoro “per sottrazione” restituisce un ritratto autentico e, è il caso di dirlo, poetico. Un gioiello da custodire.