Smetto quando
voglio, opera prima del giovanissimo Sydney
Sibilia (classe 1981), è una commedia riuscita, non tanto
perché giocare cogli stereotipi della crisi di questi tempi fa
ridere ormai di per sé, tanto sia arrivata a livelli paradossali;
ma perché aggiunge a questa dose di ironia anche un’azzeccata
fisicità e caratterizzazione dei personaggi, dal dialogo fine a se
stesso, ai toni della coralità complessiva.
In nome della “banda” che viene a
formarsi, c’è anteposta la professionalità di ciascun
individuo, quasi come riconoscenza verso se stessi. Come a
dire, lavoriamo per qualcosa che non ci saremmo mai aspettati, ma
senza dimenticare cosa siamo e da dove veniamo. È questo il
suo punto di forza maggiore, l’alimento in più che la rende non una
banda qualunque, ma La Banda.
Smetto quando voglio: il film
In Smetto quando
voglio Pietro (Edoardo
Leo) è laureato in neurobiologia. Fa il ricercatore,
ma il suo contratto non viene rinnovato. Decide allora, unendo le
forze insieme a molti altri laureati disoccupati in campi diversi
(Paolo
Calabresi, Libero De Rienzo,
Stefano Fresi, Lorenzo Lavia,
Valerio Aprea, Pietro Sermonti), di mettere a punto
una formula chimica per produrre una nuova droga da vendere nelle
discoteche. E c’è di più: è legale, perché la sostanza in questione
non figura in quelle proibite dalla legge italiana. Faranno palate
di soldi, con la convinzione di poter smettere quando vogliono.
Dal film Smetto quando
voglio ne esce distrutta: una categoria di giovanissimi,
che a quanto pare non sa stare senza droghe; una categoria di
giovani laureati, ricercatori senza un futuro stabile che devono
gioco-forza reinventarsi; ed una appena accennata categoria di
“vecchi”, silente ma padrona. C’è spazio anche per far quadrare i
conti con il personaggio più stabile (almeno nell’animo) della
storia, Giulia, ragazza di Pietro interpretata da Valeria Solarino. Lavorando in un centro di
recupero per tossicodipendenti, aggiunge quel tocco di moralità in
più, una questione “etica” che deve contro-bilanciare il lavoro
“sporco” che compie la banda. Anche perché loro i principi morali
li hanno persi da qualche anno. Ah si, è precaria anche lei.
Si ride parecchio e non è una
risata sterile, ma dettata dai canoni dell’attualità. Qualcuno ci
vedrà l’ombra di Breaking Bad, almeno nell’idea di base;
qualcun altro strizzate d’occhio alle complesse formule di
The Big Bang Theory; altri ancora “la banda” alla
Romanzo Criminale. C’è un po’ di tutto, in una
estremizzazione della realtà che fa già ridere di per sé, ma che
acquista punti in più perché viene espressa con le facce giuste. Il
retrogusto è amaro, ma non sprofonda mai o quantomeno è filtrato
dentro alla necessità che fa virtù.
Continua a tener banco
il film annunciato di Batman vs Superman,
che sarà diretto da Zack Snyder, dopo le notizie
di ieri sulle riprese (leggi qui) oggi da EW arrivano le parole del
costumista del film Michael Wilkinson,
candidato all’Oscar per American Hustle e che
curerà i costumi del nuovo film di DC e Warner.
Il sito principalmente gli ha
chiesto: Cosa possiamo aspettarci dai costumi di Batman
vs. Superman?
Non posso dire molto dei dettagli ma
penso sia giusto dire che rispetteremo la storia di questi iconici
personaggi, come anche i loro costumi. Il nostro obiettivo è create
qualcosa di molto interessante ma che stimoli anche il pubblico
contemporaneo. Inoltre bisogna fare qualcosa che funzioni
nell’universo cinematografico creato dal nostro regista Zack
Snyder.
Qual è il processo che state
adottando per creare qualcosa di iconico?
Bisogna partire dal materiale
originale, quindi siamo partiti dal guardare tutti in modi
con cui sono stati proposti i personaggi nel corso degli anni. Poi
stiamo studiando lo script di Zack con l’obiettivo di capire cos’è
che possa aver senso per raccontare la storia – chi sono davvero
queste persone e e cosa rappresentano nel mondo moderno.
Quando potremo vedere questi
costumi?
Abbiamo fatto dei test davvero interessanti, ma il film è stato
appena posticipato. Uscirà a giugno o luglio 2016, non ricordo.
Abbiamo anche fatto dei servizi fotografici ma non s so quando
verranno diffusi.
Vi
ricordiamocheBatman
Vs Supermansarà diretto dal
regista Zack Snyder su di una
sceneggiatura curata dallo stesso regista in collaborazione
con Chris
Terrio (Argo),sulla
base di una storia già scritta da David S.
Goyer. Confermati nel cast del film Henry
Cavill, Ben Affleck, Amy Adams, Laurence Fishburne, Diane
Lane e Gal Gadot.
Si è svolta oggi presso il Cinema
Barberini la conferenza stampa di presentazione di
Smetto quando voglio, opera prima del
regista classe 1981 Sydney Sibilia. Alla
conferenza erano presenti i produttori del film Domenico
Procacci, Matteo Rovere e Paolo Del
Brocco; l’amministratore delegato di Uci Italia
Andrea Stratta; e il regista Sydney
Sibilia insieme al cast formato da Edoardo Leo,
Valeria Solarino, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Libero De Rienzo,
Stefano Fresi, Lorenzo Lavia, Pietro Sermonti.
Prima domanda su una potenziale (ma
immaginaria) proiezione in anteprima a Montecitorio, viste le
frecciatine che il film lancia alla società attuale:
Sibilia: “Noi
volevamo intrattenere…la satira sociale è qualcosa in più. Se
questo film si prende troppo sul serio si rischia poi di
sconfinare. La priorità era quella di fare un film divertente.
Alcune storie che all’inizio volevamo inserire erano talmente
paradossali che poi non abbiamo potuto inserirle”.
Sui dialoghi ben strutturati, molto
naturali, proprio perché ognuno parla di qualcosa che forse non
conosce:
Sibilia: “Gli
attori del film sono dei professori, quindi parlano con un
linguaggio forbito, a volte anche in più di una lingua. La bravura
è stata tutta loro, se sembrano così naturali il merito è tutto
loro”.
Leo: “Ho
recitato formule chimiche senza sapere nulla. Ho anche fatto dei
disegnini per ricordarle meglio, ma restano comunque astratti. La
matematica e la chimica non sono mai state il mio
forte”.
De Rienzo: “Non
capivo nulla di quello che dicevo. Non c’era alcuna differenza con
la vita vera”.
Sulle potenziali citazioni che il film
possiede verso altre opere, specie Breaking Bad:
Sibilia:
“Volevamo fare un film citazionista, quindi metterci dentro tutto
quello che ci piaceva, da Breaking Bad a The Big Bang Theory, ma
anche Lock and Stock. Sono state però tutte cose che sono venute
dopo, la storia già c’era cosi com’è, il nostro era più che altro
un delinquere senza delinquere”.
Sul personaggio interpretato da
Valeria Solarino:
Solarino: “Sono
quella con i piedi per terra. Programmo tutto, anche i momenti più
intimi. Mi sfugge però la cosa più grande, cioè quello che sta
portando avanti Pietro (Leo)”.
Su quanto sia difficile per un regista
esordire oggi:
Procacci: “Si,
è più difficile esordire oggi, è vero. Io stesso oggi produco meno
“esordi” del passato. Ma è importante continuare a lavorare anche
sotto questo aspetto, non soltanto per fare esordire il regista, ma
proprio per avere un prodotto nuovo. Altrimenti avremmo sempre lo
stesso film, con gli stessi attori e gli stessi registi”.
Su come il regista sia riuscito a
mettere in piedi la banda e l’apprezzamento per Edoardo
Leo:
Sibilia:
“Questo è un film di banda, è un film corale. Volevo attori che
fossero in grado di non prendersi troppo sul serio. Sono usciti
fuori una serie di nomi che…sono i migliori che ci sono in giro.
Erano consapevoli del testo complesso, ma anche che si sarebbero
divertiti con me. Soltanto Edoardo Leo è venuto prima, era già
stato deciso. Ero sicuro di lui al 100%. Per tutti gli altri attori
abbiamo provato anche a scambiare i ruoli, tutti hanno provato ad
interpretare tutti.
Leo: “Devo
ringraziare tutti perché mi hanno aspettato…di solito quando si fa
un’opera prima, se si dice che il film deve essere girato in un
determinato mese, sarà girato proprio in quel mese, c’è poca
elasticità. Invece, nonostante le mie raccomandazioni perché so
quanto i film possono saltare, specie le opere prime, Sidney mi ha
voluto aspettare”.
Il film uscirà nelle sale italiane
il prossimo 6 febbraio. Sarà distribuito da
01 Distribution in circa 250
copie.
L’Associazione in Italia di giovani
produttori indipendenti (AGPCI) ha firmato un innovativo accordo di
distribuzione digitale con Rai Cinema che fornirà
uno sbocco per le film indipendenti sul portale Rai Cinema
Channel e sulle altre piattaforme digitali, tra cui iTunes
e Google Play , con la quale la RAI Cinema ha giù chiuso una
partnership di distribuzione.
“E ‘ un accordo molto
flessibile “, ha detto il presidente di AGPCI Martha Capello .
“Possiamo decidere su quali territori e quali piattaforme
utilizzare per ogni titolo, Rai Cinema è ora il nostro veicolo di
distribuzione nell’arena Web”.
Questa è una delle tante iniziative della AGPCI, che si aggiunge
alla partnership con il Venice Film Market che ospiterà
sessioni di pitching dei loro progetti. Pare inoltre che
preso ci sarà anche una partnership con la Producers Guild of
America negli Stati Uniti.
Nonostante nessuno fosse contento
di un sequel per Taken (da noi
Io vi troverò), e nonostante il fatto che
lo stesso protagonista Liam Neeson avesse
dichiarato che un terzo film, dopo Taken La
Vendetta, non si sarebbe mai fatto, i sostanziosi
incassi del sequel hanno portato all’inevitabile annuncio di un
terzo film, per il momento intitolato Taken
3. Lo stesso regista del secondo episodio,
Olivier Megaton, si occuperà di questa terza regia
e pare che voglia accanto a Neeson l’attore premio Oscar
Forest Whitaker.
Il produttore Luc
Besson, insieme al solito collaboratore Robert
Mark Kamen, ha già scritto la sceneggiatura ma non
sappiamo ancora nulla su quello che accadrà nel film, tranne forse
che ci sarà qualche altro rapimento nel film che scatenerà una
serie di eventi disastrosi per chi si opporrà alla furia temibile
di Neeson. L’attore infatti tornerà nel ruolo di Bryan Mills, e
Deadline conferma che Maggie Grace sarà
ancora al suo fianco nel ruolo della figlia Kim. Non sappiamo che
ruolo possa ricoprire Whitaker se dovesse effettivamente unirsi al
cast.
Abbiamo visto di recente
Forest Whitaker protagonista in The
Butler e in un piccolo ruolo in Out of
the Furnace.
Dopo il successo dello scorso autunno,
dal 5 febbraio al 5 aprile torna Cinema al MAXXI, la manifestazione
organizzata da Fondazione Cinema per Roma e MAXXI, curata da
Mario Sesti, che propone al pubblico un’inconsueta
e innovativa commistione fra cinema e spazi museali. Ogni
mercoledì, sabato e domenica, l’Auditorium del MAXXI ospiterà
un’inedita programmazione di anteprime, documentari, classici,
conversazioni con autori e registi realizzata grazie al Main
Partner BNL GRUPPO BNP Paribas in collaborazione con Istituto Luce
Cinecittà e 100autori, grazie al supporto di Gruppo Editoriale
Minerva Raro Video, Lucky Red, Bim, Eagle Pictures, 20th Century
Fox, Cineama, RAI Cinema, Notorius Pictures, Koch Media, Ripley’s
Film, Gallucci Editore, Lanterna Magica. Inoltre, Cinema al MAXXI
si arricchirà di due nuovi appuntamenti: uno spazio settimanale
dedicato ai film per famiglie, in collaborazione con Alice nella
città, e un corso di formazione e “allenamento” di critica
cinematografica.
“Ci piace pensare che il MAXXI stia
diventando un nuovo cineclub – ha detto Giovanna Melandri,
Presidente Fondazione MAXXI – dove, oltre a vedere anteprime,
classici e film d’avventura, con il biglietto ridotto del museo, si
può visitare questo spazio straordinario e le sue mostre. Benvenuti
al Cineclub MAXXI!”
“Con il successo della rassegna
sperimentato lo scorso anno – ha detto Mario Sesti – la Fondazione
Cinema per Roma e il MAXXI ci hanno ricordato che questa città è
una punta avanzata della passione per il cinema: il Festival del
Film di Roma, grazie anche al MAXXI, coinvolge il pubblico per
tutto l’anno, lavorando alle attività permanenti e non soltanto nel
periodo della manifestazione”.
“Cinema al MAXXI” sarà diviso in tre
sezioni: “EXTRA”, “CLASSIC” e “FAMILY”.
La sezione “EXTRA” ospiterà “tutto
il cinema che non è ancora al cinema”: ogni mercoledì infatti
verranno proposti al pubblico grandi film, documentari e pellicole
d’autore in anteprima. Primo appuntamento il 5 febbraio con A
proposito di Davis, di Joel e Ethan Coen, premiato a Cannes. La
programmazione di “Extra” proseguirà con 12 anni schiavo, il
film diretto da Steve McQueen nominato a nove premi Oscar®,
vincitore del Golden Globe come miglior film drammatico;
Lei, l’ultimo lavoro di Spike Jonze, presentato in Concorso
all’ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma,
premiato con il Golden Globe per la miglior sceneggiatura e
nominato a cinque Oscar®; Felice chi è diverso di Gianni
Amelio, selezionato dal Festival di Berlino, un viaggio nel mondo
dell’omosessualità attraverso memorie e testimonianze di chi ha
vissuto gli anni repressivi del fascismo e del dopoguerra; il film
di apertura del prossimo Festival di Berlino, The Grand Budapest
Hotel di Wes Anderson, con un cast di star formato fra gli
altri da Ralph Fiennes, Bill Murray, Edward Norton, Jude Law e
Tilda Swinton; Supercondriaco, esilarante commedia di Dany
Boon, il regista del film campione d’incassi Giù al nord;
Tyrannosaur di Paddy Considine premiato al Sundance e
presentato al Festival di Roma; Wolf di Claudio Giovannesi,
vincitore ex-aequo del premio speciale della Giuria Italiana Doc
all’ultimo Torino Film Festival; Non dico altro di Nicole
Holofcener, commedia maliziosa che ospita l’ultima interpretazione
di James Gandolfini, scomparso lo scorso giugno; Bruno e
Gina di Beppe Attene e Alessandro Sciamagna, sulle vicende che
hanno legato il terzogenito di Benito Mussolini, Bruno, e Gina
Ruberti.
La sezione “CLASSIC” accoglierà i
capolavori che hanno fatto grande il cinema, dalle origini ai
giorni nostri, ma anche una serie di omaggi e riscoperte di grandi
autori italiani e internazionali. Ogni sabato, alle ore 18 e alle
ore 21, verranno proiettati due film, legati da un tema, una
traccia, un’affinità comune, con l’idea che i grandi film sappiano
“parlarsi” tra di loro: ad esempio, nel primo appuntamento dell’8
febbraio verranno esplorati i territori dell’amore e dello scandalo
con Monica e il desiderio di Ingmar Bergman a cui seguirà
Diavolo in corpo di Marco Bellocchio. Nelle settimane
successive, la sala Auditorium del MAXXI ospiterà La caduta
degli dei di Luchino Visconti e Il portiere di notte di
Liliana Cavani, I primi della lista di Roan Johnson e
Vogliamo i colonnelli di Mario Monicelli, Kadosh di
Amos Gitai e La cagna di Marco Ferreri, La calda
amante e La signora della porta accanto (un omaggio a
François Truffaut nel trentennale della sua scomparsa); due pietre
miliari del cinema d’avanguardia come El Topo di Alejandro
Jodorowsky e Eraserhead – La mente che cancella di David
Lynch, Mussolini ultimo atto di Carlo Lizzani (che sarà
proiettato prima del documentario Bruno e Gina) e per
concludere Parole, parole, parole… di Alain Resnais e
Segreti segreti di Giuseppe Bertolucci. Grazie alla
collaborazione con i 100Autori, la doppia programmazione del sabato
sarà accompagnata da una conversazione con un autore
dell’associazione che dialogherà anche con il pubblico.
“FAMILY” è lo spazio
che Cinema al MAXXI dedica ogni domenica ai film per famiglie.
Grazie alla collaborazione con Alice nella città, la sezione
autonoma e parallela di cinema per ragazzi del Festival
Internazionale del Film di Roma, gli spettatori potranno scoprire
interessanti film d’animazione firmati da talenti
dell’illustrazione, del disegno, della pittura e della grafica. Si
inizia il 9 febbraio con La tela animata di Jean-François
Laguionie, mentre i successivi appuntamenti saranno con Le
avventure di Fiocco di Neve di Andrés G. Schaer, Ernest &
Celestine di Stéphane Aubier, Vincent Patar, Benjamin Renner,
Tiffany e i tre briganti di Hayo Freitag e Nat e il
segreto di Eleonora di Dominique Monféry, presentato al
Festival Internazionale del Film di Roma. I film saranno preceduti
dalla proiezione di un cortometraggio firmati da Emanuele Luzzati e
Giulio Gianini: fra i titoli in programma, Pulcinella e il pesce
magico, I paladini di Francia, La gazza ladra, Alì
Babà. Inoltre, Cinema al MAXXI dedicherà al grande scenografo,
animatore e illustratore genovese la programmazione di domenica 16
marzo quando il pubblico potrà assistere a Il flauto magico,
la straordinaria opera per bambini e adulti firmata con Giulio
Gianini. La proiezione sarà preceduta da due corti, Guizzino
ed È mio, realizzati da Leo Lionni (storia e immagini) e
Gianini (regia e animazione).
Cinema al MAXXI ospiterà infine un
corso diretto da Mario Sesti dal titolo “Bella la fotografia, bravi
gli interpreti: come diventare critici cinematografici in poche
ore”, quattro incontri di formazione e “allenamento” di critica
cinematografica che si terranno ogni lunedì dal 17 febbraio al 10
marzo alle ore 18 presso MAXXI BASE.
La vita dell’attuale Bond
cinematografico, Daniel Craig, non è abbastanza
elettrizzante per lui, e così tra un film di 007 e l’altro,
l’attore ha deciso di prendere parte ad un altro progetto
thriller/spionistico. Si tratta di The Whole
Truth ed è scritto da Nicholas
Kazan. Non si hanno per il momento altri dettagli sulla
trama e sul cast del film.
Atlas Entertainment produrrà il
film, che per il momento non ha ancora un regista. The
Whole Truth sarà messo in vendita all’European Film
Market, dove il nome di Daniel Craig dovrebbe
rappresentare una buona esca per i distributori.
L’attore britannico al momento ha in
programma solo, si fa per dire, il prossimo film su James
Bond che ha come titolo provvisorio Bond
24 e che verrà diretto di nuovo da Sam
Mendes e scritto da John Logan.
Aveva fatto molto rumore la notizia
che l’unica scena in cui era presente Rogue, in X-Men
Days of Future Past, era stata tagliata dal montaggio
finale del film. La mutante, interpretata per la quarta volta da
Anna Paquin, è infatti una dei protagonisti della
famiglia cinematografica dei mutanti portati sullo schermo da
Singer, e anche e non si avvicina per niente alla sua versione a
fumetti, il pubblico la ama molto.
Quando però sono state svelate le 25
cover di Empire con i protagonisti del film, ha
destato qualche domanda il fatto che ROgue fosse la protagonista di
una di esse: a che scopo inserirla se poi nel film non c’è?
A questa domanda, posta direttamente
a Singer, il regista ha così risposto: “Il fatto che sia stata
tagliata l’unica scena che la vede protagonista non vuol dire che
non sarà nel film. Spero di mettere quella scena nel DVD perchè lei
è stata a dir poco fantastica. E’ un importante membro della
famiglia degli X-Men. Sono davvero felice che sia rimasta su una
delle cover di Empire”.
Il suo “non vuol dire che non sarà nel film“, risponde
quindi abbastanza chiaramente alle nostre domande: il personaggio
di Anna Paquin sarà nel film in un ruolo di
sfondo.
La trama di X-Men giorni di un futuro
passato, tratta dall’omonimo fumetto del 1981,
ripercorre un arco temporale ambientato in un imprecisato futuro in
cui gli USA sono dominati dalla Sentinelle, mentre i mutanti vivono
confinati in campi di concentramento. Kitty Pride torna indietro
nel tempo e impedisce dal passato che gli eventi precipitino a tal
punto da trasformare la vita dei mutanti del futuro in un inferno
di reclusione.
Intenso, poetico e
struggente, ma per altri versi anche rivoluzionario e forse ostico,
Lei di Spike Jonze ha
conquistato tutti gli spettatori che hanno avuto già la fortuna di
vederlo, noi compresi che lo abbiamo amato al Festival di Roma
2013.
Di seguito ecco una featurette di
quasi 4 minuti in cui veniamo accompagnati dietro le quinte di
questo straordinario film:
Il film, nominato a 5
premio Oscar, uscirà da noi il 13 marzo 2014. Scritto e diretto da
Spike Jonze, il film è interpretato da
Joaquin Phoenix, Amy Adams, Rooney Mara e con la
voce di Scarlett Johansson.
Ecco le 5 nomination
di Lei:
MIGLIOR FILM– Produttori: Megan Ellison, Spike Jonze
e Vincent Landay MIGLIOR SCENEGGIATURA
ORIGINALE – Spike Jonze MIGLIORI SCENOGRAFIE – K.K. Barrett
(Production Design); Gene Serdena (Set Decoration) MIGLIOR COLONNA SONORA ORIGINALE– William Butler e Owen Pallett MIGLIOR CANZONE ORIGINALE– “The Moon Song” Musica di Karen; Testo
di Karen e Spike Jonze
Lei di
Spike Jonze uscirà nei nostri cinema il
13 marzo 2014.
Appuntamento fisso come ogni giovedì
sera con Pop Corn da Tiffany. Questa sera, a
partire dalle 21.30 su Ryar Web Radio, Emanuele Rauco,
Francesca Vennarucci, Simone Dell’Unto e Riccardo
Iannaccone (alla regia e non solo) ci parleranno del
cinema di questa settimana.
I nostri amici di Pop Corn da
Tiffany ULULERANNO insieme a Leonardo DiCaprio,
infatti The Wolf of Wall Street
sarà il tema principale della puntata, insieme alle nuove uscite al
cinema, con I Frankenstein e con la
domanda che si porranno e ci porranno: interessano le rivisitazioni
dei classici al cinema?
Ospite della settimana sarà
Domiziano Cristopharo, mentre la rubrica Nerd Herd ci riserva delle
sorprese.
Appuntamento a questa sera su Ryar
Web Radio. Per seguire la diretta clicca qui: ryaweb.net
La canzone Alone Yet Not
Alone di Bruce Broughton e
Dennis Spiegel, interpretata da Joni
Eareckson Tada per la colonna sonora dell’omonimo film, è
stata esclusa dalla cinquina dei candidati
all’Oscar per la “Miglior Canzone
Originale“. Variety, infatti, riporta la notizia che il
Board of Governors ha deciso di squalificare la
canzone in seguito al comportamento scorretto di Broughton, ex
membro del Board of Governors e attuale membro del comitato
esecutivo della divisione musicale dell’Academy. Pare, infatti, che
Broughton, durante il periodo delle votazioni, abbia inviato delle
e-mail ai membri della sopracitata divisione per promuovere la
canzone e quindi favorirne la candidatura agli Oscar.
Cheryl Boone Isaacs, presidente dell’Academy, ha
così commentato lo spiacevole episodio:
“Le buone intenzioni non
contano. Utilizzare la propria posizione all’interno dell’Academy
per scopi personali, quindi per promuovere personalmente una
propria canzone, è assolutamente sleale“.
Dal canto suo, Broughton si è così
difeso:
“Sono estremamente dispiaciuto.
Sono stato ingenuo e ho commesso un errore proprio quando la
canzone iniziava ad essere conosciuta. Sono stato battuto da
candidati che avevano mesi di promozione e pubblicità alle
spalle“.
Intanto, il Board ha annunciato che
non sarà assegnata una nuova nomination, quindi i candidati
all’Oscar per la Miglior Canzone Originale restano quattro, e cioé
“Happy” da Cattivissimo Me
2, “Let It Go” da
Frozen, “The Moon Song”
da Her e “Ordinary Love”
da Mandela: Long Walk to Freedom.
Dopo la notizia che Anthony Russo e
Joe Russo torneranno alla regia del terzo film su Captain
America, arrivano anche le prime indiscrezioni riguardati la
sceneggiatura di un altro dei prossimi progetti della
Marvel. Stiamo parlando di
Thor 3. Gli Studios, infatti,
hanno annunciato che Craig Kyle, co-produttore del
primo Thor, si occuperà dello script del terzo capitolo,
insieme a Christopher Yost che, con Christopher
Markus e Stephen McFeely, aveva già sceneggiato Thor: the Dark World. Il produttore
Kevin Feige ha commentato così la notizia:
“Sono orgoglioso di Craig e mi
sono divertito tantissimo a lavorare con lui in questi ultimi anni.
Il suo istinto creativo ha contribuito a dare forma a Thor e a
Thor: the Dark World ad ogni livello del processo di realizzazione.
Tutti alla Marvel sono contenti di continuare
a collaborare con Craig; soprattutto, sono contenti di vedere Craig
scrivere insieme a Christopher le nuove avventure del Dio del
tuono“.
I Marvel Studios hanno in cantiere le
uscite di tre film, di cui ancora non sono stati svelati i titoli:
uno il 6 Maggio 2016, un secondo l’8
Luglio 2016 e un terzo l’8 Luglio 2017. A
quale di queste date sarà affiancata l’uscita di Thor 3?
Vi terremo aggiornati.
Dopo l’expoilt straordinario di
The Wolf of Wall Street
la scorsa settimana, questa settimana si continua a parlare di film
da Oscar. E’ infatti questo il periodo caldo del nostro box office,
durante il quale escono le pellicle più interessanti proveniente
dall’estero, senza però dimenticare i film fatti in casa (nostra),
i prodotti atipici e anche le belle e insospettate sorprese.
Partiamo da un
prodotto, per così dire, atipico: Hercules La Leggenda Ha Inizio
(leggi la nostra recensione), film a sfondo
mitologico con protagonista il prestante Kellan Lutz alle prese con
il semidio più famoso della pseudo storia antica. Nel film,
distribuito in Italia da M2 Pictures, si narrano le vicende del
figlio di Zeus da un punto di vista nuovo. Passiamo adesso ai film
fatti in casa e parliamo di LaGente
che sta bene (leggi la nostra recensione), la commedia
di Francesco Patierno con un cast di
amatissimi volti del cinema italiano: da Claudio
Bisio, a Diego Abatantuono, passando per
Margherita Buy, fino al comico napoletano
Carlo Buccirosso.
Onnipresente è la pellicola horror,
questa volta nata da una costola di Paranormal
Activity e che si intitola Il
Segnato (leggi la nostra recensione) ennesimo
esperimento per cercare di realizzare un film interessante sulla
possessione ma che probabilmente non andrà a buon fine. Passiamo
adesso alle sorprese a agli ‘animali interessati’. Sono almeno due
i film particolari che vi segnaliamo questa settimana. Il primo
viene dal Giappone, è per nerd duri e puri e porta sullo schermo il
più grande eroe (molto più super di quelli a cui ci hanno abituati
gli ultimi tempi) che sia mai stato concepito su carta (manga) o in
movimento (anime), si tratta di Dragon Ball Z: La Battaglia
degli Dei, con un grandissimo Goku sempre in ottima forma
nonostante gli anni. Secondo film interessante è Belle
e Sebastien (leggi la nostra recensione), che noi abbiamo
visto all’ultima edizione del Festival Internazionale del film di
Roma, e che si rifà, anche questo, alla popolare serie animata
degli anni ’80. Film strappalacrime e tenerissimo, racconta
dell’amicizia tra un ragazzino e il suo cane.
Veniamo ora alle teste di serie di
questa settimana, i cosiddetti ‘film da premi’. Escono questa
settimana I Segreti di Osage County (leggi la nostra recensione) e Dallas
Buyers Club. Il primo è l’ennesimo film basato su una
piece teatrale, ma scritto e pensato per essere messo al servizio
della più grande attrice vivente, Meryl Streep. La
Signora degli Oscar, 18 nomination (compresa quella per Osage) e
tre premi portati a casa, è però accompagnata in questo viaggio da
molti attori interessanti, su tutti Julia Roberts
(anche lei nominata) qui nel ruolo della sua vita. Il dramma
familiare, i segreti e le bugie si alterneranno su un palcoscenico
prevalentemente al femminile, che vedrà la citata coppia
primeggiare sulla scena con straordinaria capacità drammatica.
Dulcis in fundo, arriva
oggi al cinema Dallas Buyers Club, il
gioiello diretto da Jean Marc Valleè e interpretato da Matthew
McConaughey, Jared Leto e Jennifer Garner. Il film è la storia vera
di Ron Woodrof, un uomo a cui venne diagnosticato l’HIV nel 1986 e
che non si arrese alla malattia, combattendo contro il sistema
sanitario americano e contro la FDA per delle cure adeguate a
favore dei malati di AIDS. Candidato a sei premi Oscar, il film è
senza dubbio una bellissima, anche se dolorosa esperienza in una
vita sfortunata eppure vissuta con energia e tanta forza di
volontà. Da vedere.
Ecco il trailer internazionale
della Parte 2 del film Nymphomaniac,
atteso, chiacchierato e proibito prossimo appuntamento al cinema
con il controverso regista Lars Von Trier.
“Nymphomaniac è la storia
poetica e selvaggia del viaggio erotico di una donna dalla sua
nascita fino all’età di cinquant’anni, raccontata dalla
protagonista, la ninfomane Joe. Una fredda sera d’inverno
l’anziano scapolo Seligman trova Joe in un vicolo, è stata
picchiata. La porta a casa sua, e cerca di curarla, chiedendole nel
frattempo informazioni sulla sua vita. Ascolta così il racconto in
otto capitoli la storia della sua complicata e lussuriosa vita,
ricca di coincidenze fortuite e collegamenti.”
Attraverso il suo profilo Twitter,
Seth MacFarlane presenta i character poster della
sua nuova commedia western A Million Ways to Die in the
West, in cui compaiono Neil Patrick Harris,
Amanda Seyfried,Charlize Theron e lo
stesso MacFarlane anche come attore. Eccoli di seguito.
In A Million Ways to
Die in the West, Neil Patrick Harris si
ritroverà a lavorare all’interno di un cast di assoluto
valore, che comprende Charlize Theron,
Amanda Seyfried, Sarah Silverman,
Liam Neeson, Giovanni Ribisi
e lo stesso Seth MacFarlane.
La Universal e Media Rights Capital
hanno annunciato la data di uscita ufficiale del film, fissata per
il 30 maggio 2014. Ecco la sinossi ufficiale
di A Million Ways to Die in the
West:
La mutevole fidanzata (Amanda
Seyfried) di un pecoraro codardo (Seth MacFarlane) decide di
lasciarlo per un altro uomo dopo che lui si è tirato indietro a un
duello. Una misteriosa e bella donna (Charlize Theron) appena
giunta in città lo aiuterà a ritrovare coraggio, e i due si
innamoreranno. Il contadino dovrà mettere alla prova il suo
coraggio appena ritrovato quando il marito di lei, un noto
fuorilegge (Liam Neeson), arriverà in cerca di vendetta.
La Paramount Pictures ha diffuso
online lo spot tv di Noah,
l’epico film sul leggendario diluvio biblico diretto dal regista
Darren Aronofsky, che verrà presentato
durante il prossimo Super Bowl. Eccolo di
seguito:
Noah
di Darren Aronofsky arriverà in Italia il
prossimo 10 aprile 2014. La storia riprende la storia Noè, il
patriarca biblico, il più importante dopo Adamo e prima di
Abramo. Secondo la narrazione biblica è il costruttore
dell’Arca di Noè grazie a cui l’Umanità continuò la propria
esistenza sulla Terra; sull’Arca furono ospitate 7 coppie degli
animali puri ed una coppia di tutti gli altri animali (secondo
Genesi 6,19; secondo Genesi 7,2).
A quanto pare, sembra che le
riprese di Batman Vs Superman siano cominciate.
La notizia, naturalmente, arriva da Latino Review, informato da
numerosi fan, che hanno avuto la possibilità di incontrarlo, della
presenza di Henry Cavill in Michigan. Nello
specifico, il sito riporta:
“Henry Cavill è in Michigan. Ha
già incontrato diversi fan un po’ ovunque. Ristoranti, pub, ecc.
Sembra che l’attore non stia mantenendo il massimo riserbo circa la
sua attività, e quindi chi ha avuto la fortuna di incontrarlo pare
sia riuscito a carpire informazioni piuttosto interessanti circa il
film. La DC e la Warner non hanno ancora svelato nulla in merito, o
hanno comunque fatto trapelare informazioni alquanto contrastanti,
soprattutto in merito all’inizio delle riprese“.
Stando alle dichiarazioni di coloro
che hanno incontrato Cavill, è emerso che le riprese sono
ufficialmente iniziate, che Superman ha la barba (cosa che potrebbe
significare la presenza di alcune scene in esilio), che Cavill sarà
impegnato con le riprese per circa 10 mesi (quindi i rumor sulla
Justice League pare siano fondati), e che al
momento l’attore si sta sottoponendo ad un rigoroso allenamento
fisico.
Vi
ricordiamocheBatman
Vs Supermansarà diretto dal
regista Zack Snyder su di una
sceneggiatura curata dallo stesso regista in collaborazione
con Chris
Terrio (Argo),sulla
base di una storia già scritta da David S.
Goyer. Confermati nel cast del film Henry
Cavill, Ben Affleck, Amy Adams, Laurence Fishburne, Diane
Lane e Gal Gadot.
Oggi sono 40 per Christian
Charles Philip Bale, gallese dal temperamento fumino, meglio
noto per aver restituito la dignità all’Uomo pipistrello – dopo il
Clooneyscempio – e per la sua incredibile capacità di
stringere e allentare la cintura a comando. Tutto inizia con le
pubblicità, passatempo del piccolo Christian, che evidentemente è
un artista nato, perché a 10 anni è già in scena nel West End
londinese. Non ci mette molto a farsi notare, tanto che di lì a
poco entra ne L’impero del sole di Spielberg:
la sua performance attira grande attenzione mediatica, e lui forse
è insofferente di natura se, appena tredicenne, si stufa e decide
di smettere di recitare.
Per fortuna Kenneth Branagh
lo convince a tornare suoi passi (col film Enrico V)
e negli anni Novanta è tutto un fiorire di progetti: fra gli altri,
Bale partecipa anche al nuovo Piccole donne, per
volere della protagonista Winona Ryder. Nel frattempo è
diventato un ometto e nel ’98 è pronto per un ruolo adulto al
fianco (e non solo) di Ewan McGregor in Velvet
Goldmine, anche se abbandona presto i lustrini per vestire
ben altri panni, quelli di Gesù (in un tv movie). Eccoci
quindi al 1999 e a un’altra trasposizione, American
Psycho di Bret Easton Ellis. Lo psicopatico del
titolo è proprio Mr Bale, che si prepara al ruolo del sanguinario
yuppy Patrick Bateman con infinite sessioni al solarium e in
palestra: il film è accolto da pareri contrastanti, ma sono tutti
d’accordo che lui d’ora in poi sarà una star. I titoli successivi
sono assai eterogenei, vedi Shaft, Il mandolino
del capitano Corelli, Il regno di fuoco,
Equilibrium, fino al sofferto L’uomo senza
sonno. Sì, perché l’insonnia di Trevor Reznick lo porta a
perdere quasi 1/3 del suo peso, con l’ausilio di una dieta di
caffè, mele e poco altro, più sigarette a go-go per fugare
l’appetito. Non una passeggiata di salute. E pensare che l’anno
dopo Bale sarà chiamato a interpretare niente meno che
Batman nel reboot di Christopher Nolan, il che
significa che deve riacquistare un bel po’ di ciccia e mettere su
un bel po’ di muscoli. Muscoli ora atrofizzati a causa del
dimagrimento coatto, per cui gli allenamenti vanno posticipati per
permettere prima al corpo di tornare in sé.
Il signorino continua a mangiare
(pare, facendo anche uno strappo alla dieta da sempre rigorosamente
vegetariana) e, con 3 ore di pesi al dì, il gioco è fatto: 45 kg in
6 mesi, tiè. Peccato che tutta ‘sta carne a un certo punto è troppa
pure per un macho come Bruce Wayne e, alla fine della fiera,
Christian è costretto a buttare giù qualcosa per affrontare le
riprese col peso forma del supereroe di Gotham. Per carità, il
nuovo Batman è un successo planetario, ma che fatica! Prima di
tornare a com-bat-tere il crimine per Nolan nei due
inevitabili sequel (Il cavaliere oscuro nel 2008 e
Il cavaliere oscuro – Il
ritorno nel 2012), l’attore lavora col regista anche in
The Prestige (ironia della sorte, il nonno era del
mestiere), seguito da Quel treno per Yuma e dal
corale Io non sono qui. Il 2008 è l’anno di
Nemico pubblico e Terminator Salvation,
che lo vede protagonista non solo per il ruolo di John
Connor, ma anche per l’imbarazzante sfuriata al direttore della
fotografia.
Stanco di essere interrotto in una
scena emotivamente impegnativa, Christian dà di matto col DoP e la
registrazione audio finisce subito in rete, costringendo
l’incriminato a scusarsi pubblicamente, senza però impedire la
proliferazione di estrosi remix della traccia; e nello stesso anno
c’è pure l’arresto, dopo la denuncia di aggressione da parte di
mamma & sorella. Morale: rilascio su cauzione e (sembra) fine dei
rapporti con le congiunte. Anno nuovo vita nuova? Mica tanto,
perché nel 2009 Bale deve dimagrire di nuovo per The
Fighter (pesa quasi 30 kg più del suo personaggio, Dicky
Eklund), ma almeno stavolta si becca l’Oscar (da non protagonista).
Chissà se porterà a casa la statuetta anche quest’anno con
American Hustle: il regista è lo stesso (David O.
Russell) e i problemi di peso pure, con tutta la panza che ha
messo su… per non parlare di quel riporto, tanto più credibile
perché Bale prima si è rasato a zero. Ancora una volta, però, in
nome della verosimiglianza, ha esagerato: l’andatura strascicata
del truffatore Irving Rosenfeld, infatti, gli ha procurato una
bella ernia del disco…
Ora non ci resta che aspettare il
verdetto dell’Academy il 2 marzo, mentre dovremo aspettare dicembre
per vederlo alle prese con l’Exodus di Ridley
Sott, che gli ha affidato la parte di Mosé. Certo, a un
animalista convinto come lui la storia dell’agnello avrà creato dei
problemi. Noi, comunque, abbiamo scelto una torta senza grassi
animali. HAPPY BIRTHDAY CHRISTIAN!
Arriva nelle sale italiane il 30
gennaio Hercules – La leggenda ha inizio,
l’ennesima trasposizione cinematografica (e non ultima) del mito di
Hercules, prodotto e diretto da Renny Harlin.
Hercules – La leggenda ha
inizio esplora la vita del semidio da giovane. Tutto ha
origine ad Argo, dove la Regina Alcmena (Roxanne
McKee) acconsente a portare in grembo il figlio di
Zeus, che la aiuterà a liberare il suo popolo dalle sofferenze e
dalle guerra scatenate dal marito, il Re Anfitrione (Scott
Adkins). Hercules (Kellan
Lutz) cresce bello e forte e questo provocherà
la gelosia del fratello maggiore Ificle (Liam
Garrigan), in particolare perché oltre alla forza ha
l’amore della principessa Ebe (Gaia Weiss). Ificle
convince il padre a darla a lui in sposa e a mandare Hercules in
guerra. Condannato alla morte in battaglia e a stare lontano
dalla sua amata, Hercules inizierà una vera lotta per sopravvivere
trovando in lui forze nuove e inaspettate e tornare a casa per
impedire il matrimonio.
Harlin porta sullo schermo un nuovo
punto di vista sulla storia del semidio con Hercules – La
leggenda ha inizio, affascinato da sempre dalla mitologia
Greca. Purtroppo questa sua passione non si deduce dalle infinite
imprecisioni delle vicende della mitologia che riporta sullo
schermo. Ma se non dessimo peso a questa parte, è tutta l’idea
dietro il film che non sta in piedi: secondo Harlin , tutto ciò che
ha fatto Hercules lo ha fatto solo per amore. Solo per impedire un
matrimonio. Nessun’altra motivazione più alta. Non aiutare
realmente il suo popolo, ne vendicare le sofferenze della madre.
No, Hercules diventa un eroe greco grazie all’amore nei confronti
di Ebe.
Harlin ha ammesso che per
realizzare questo film ha attinto dal suo immaginario infantile e
ha preso spunto dalle sue opere letterarie e film preferiti, ma qui
ci ritroviamo davanti ad una fusione di tante pellicole precedenti,
da 300 ad Il Gladiatore fino a Troy
(senza però avere degli attori carismatici come Russell Crowe o Brad Pitt)
per passare da serie tv recenti o più vecchie come
Xena e Spartacus (di cui McIntyre
ne era il protagonista tra l’altro).
Se da una parte l’idea della storia
potrebbe piacere in base al gusto personale (e soprattutto
dall’età!), la realizzazione di Hercules – La leggenda ha
inizio è al limite del ridicolo. Con un budget
intorno ai 70 milioni di dollari è inspiegabile la pessima
realizzazione in green screen di molte delle scene, con sagome
scontornate malamente e effetti speciali degni dei peggiori
videogames, tanto da farlo sembrare direttamente una parodia alla
“epic movie”. Tra gli interpreti, quasi tutti volti emergenti,
nessuno spicca particolarmente per bravura o intensità ed è forse
anche questo uno dei maggiori problemi della pellicola.
Nuovo progetto per il regista
M. Night Shymalan che archiviata la non felice
parentesi di After Earth, si appresta a
dirigere Labor of Love, script che
è stato acquistato dalla 20th Century Fox nel
1993. Si tratta di un inedito che è addirittura antecedente ai suoi
film culto. Ebbene il regista vorrebbe come protagonista nientemeno
che Bruce Willis, con il quale fece il suo primo
successo, Il sesto senso e anche il film
successivo Unbreakable.
Pare che oggi il regista sia
impegnato a riacquistare i diritti della sua sceneggiatura per
avviare le riprese nel mese di settembre a Philadelphia. All’epoca
il film non si fece perché Shyamalan voleva a
tutti i costi dirigerlo. Tempo dopo verso la storia ci fu il forte
interesse di Denzel
Washington. Protagonista quindi Bruce
Willis che interpreterà un libraio che, dopo aver
tragicamente perso la mogie, decide di attraversare il paese per
dimostrare il proprio amore nei suoi confronti. Le pellicola
dovrebbe arrivare a Berlino per essere venduta in tutto il
mondo.
A produrre la pellicola ci saranno Randall Emmett,
George Furla, Stuart Ford e Ashwin
Rajan.
A distanza di quattro anni
dall’impressionante debutto in Animal
Kingdom arriva il trailer di The
Rover di David Michôd che vede
protagonisti Robert Pattinson e Guy
Pearce. Il film è un post-apocalittico che racconta
di un mondo devastato dalla guerra e dalla crisi finanziaria.
Si vocifera che la pellicola è pronta per fare il suo debutto
durante il Festival
di Cannes.
The
Rover segue le vicende di Eric, un uomo
che viaggia attraverso il deserto australiano per rintracciare
l’auto che una gang gli ha rubato, per mettere al sicuro ciò che
c’è al suo interno. Ad aiutarlo c’è un ragazzo, uno dei membri
della gang rimasto ferito proprio nel momento della
rapina. David Michôd con il
suo Animal Kingdomconquistò
Toronto e Roma, con The Rover ritorna al cinema,
precisamente a Giugno del 2014.
La Sony
Pictures ha diffuso online la prima foto e il primo poster
dell’atteso sequel di 22 Jump Street
diretto da Chris Miller che vede ancora una
volta protagonisti Jonah Hill
e Channing Tatum.
22 Jump Street, il film
In 22Jump
Street protagonisti sono
Channing Tatum,
Jonah Hill, Wyatt Russell, Ice Cube, Peter Stormare, Amber
Stevens West, Nick Offerman, Caroline Aaron, Craig Roberts, Joe
Chrest, Eddie J. Fernandez, Johnny Pemberton, Stanley
Wong22 Jump Street
esordirà nelle sale il 13 giugno 2014.
Dopo le peripezie alle scuole superiori (due
volte), grandi cambiamenti attendono gli agenti Schmidt (Jonah
Hill) e Jenko (Channing Tatum) quando prendono parte ad una
missione in incognito presso un college locale. Ma dopo che Jenko
entra nella squadra football e Schmidt si infiltra nella scena
artistica bohemienne, iniziano ad avere dubbi sulla loro
collaborazione. Ora non si tratta più soltanto di risolvere il caso
— devono scoprire se sono in grado di avere una relazione più
matura. Se questi due adolescenti troppo cresciuti possano
trasformarsi da matricole in veri uomini, il college potrebbe
rivelarsi l’occasione migliore che gli sia mai capitata.
La memoria dell’uomo
si basa essenzialmente sulla storia, sul tramandare gli eventi
prima oralmente poi tramite la scrittura. La memoria è importante
per formare la storia di un popolo, ma anche per permettere di
consolidarne la conoscenza e la cultura. E’ essenziale mantenere la
memoria per evitare di commettere gli stessi errori più volte, o
permettere ad altri di farlo.
Con questo intento viene celebrato
il giorno della memoria, istituito il 27 Gennaio del 2005 e da quel
momento celebrato tutti gli anni. Quest’anno sono state molte le
proiezioni di film che aiutano a mantenere viva la memoria
dell’Olocausto, due film in particolare hanno come oggetto la
stessa personalità, Adolf Eichmann, definito “la banalità del male”
da Hannah Arendt, personaggio protagonista del film di Margarethe
Von Trotta in sala il 28 e il 29 Gennaio 2014, e all’opposto, “un
piccolo uomo insignificante” dall’opinione pubblica, come riporta
il rabbino Benjamin Murmelstein nel film/documentario di
Claude LanzmannL’ultimo degli
ingiusti.
Murmelstein, rabbino
capo della comunità ebraica di Vienna dal 1938, preso come
consulente da Eichmann è un personaggio controverso nei drammatici
anni della messa in pratica della folle idea di “Soluzione
finale” di Hitler che doveva decidere chi doveva restare su questa
terra e chi no. Murmelstein, e molte altre testimonianze, ricordano
come, prima dei lager e dei campi di concentramento, alcuni
personaggi al potere in Polonia avessero pensato di esiliare tutti
gli ebrei, prima quelli polacchi, poi quelli tedeschi, su di
un’isola, abbastanza lontana da evitare il “contagio” con altre
persone: il Madagascar. Vista la difficoltà di realizzazione, il
piano non viene abbandonato, ma portato, come dice Murmelstein, su
terraferma. Il rabbino capo di Vienna è uno stretto collaboratore
di Eichmann, che gli dà come ruolo quello di responsabile
dell’emigrazione e che si trova coinvolto nella costruzione e
nell’abbellimento di un’illusione che Hitler donò agli ebrei. Non è
possibile concepire o accettare il male, e quindi migliaia,
milioni di ebrei, accorsero in massa quando il Fuhrer “regalò una
città agli ebrei”, quella di Theresienstadt, una città-ghetto
realizzata per ospitare i feriti, gli anziani o chi decideva di
regalare tutti i suoi averi pur di non essere deportato altrove.
Illusione che si infrangeva non appena il treno arrivava nella
stazione della città prefabbricata.
Ciò che colpisce di più è la
costruzione sistematica dell’orrore, di come questo diventi prassi
e venga accettato come normalità. Murmelstein infatti sembra non
essersi mai posto il problema della “giustezza” della richiesta
nazista fatta dei cittadini che prima erano qualunque, di donare
tutti i propri averi per potersi permettere un visto per
l’espatrio, né sembra essere troppo choccato quando una scena del
film di propaganda nazista viene tagliata perché il decano ebreo
che era in quella scena venne giustiziato dopo pochi giorni, e
quindi, non sarebbe una contraddizione, mostrarlo nel film.
La sua figura, forse perché fu uno
dei pochi a sopravvivere senza troppe difficoltà, o forse senza
rendersi mai realmente conto dell’entità di quello che stava
accadendo, è stata ampiamente criticata dalla congregazione
ebraica, tanto da non permettere il ritorno della sua salma in
Israele.
Salzmann, già autore di “Shoah”,
film esaustivo sull’Olocausto, mette in scena, nei luoghi ancora
esistenti, le testimonianze di Murmelstein, da lui incontrato a
Roma 40 anni fa, lasciando però allo spettatore il compito di
immaginare le scene. Il luogo esiste, la memoria va ricostruita.
Nonostante le tre ore e qualcosa in più di durata, il film è un
ricco susseguirsi di eventi, perlopiù raccontati, su scenari
immobili nel tempo, per far lavorare appunto la ricostruzione
storica e la memoria.
C’era davvero bisogno
di dar vita a questo confuso – nonché profondamente noioso –
guazzabuglio di teorie esoteriche/templaristiche/massoniche sulla
figura del Sommo Poeta, e sul significato che si cela dietro i
versi della sua Divina Commedia? Forse no. Soprattutto se il
suddetto garbuglio ha avuto bisogno di un pericoloso e mal
funzionante mix di generi cinematografici diversi per venire alla
luce. E in effetti, nel suo Mistero di Dante
il regista Louis Nero ha pensato bene di unire il
documentario classico con un’esigua parte di fiction, scandita
dalle fugaci apparizioni del Premio Oscar F. Murray Abraham,
e suggellato da un iniziale mockumentary. Sullo sfondo, le famose
illustrazioni del disegnatore Gustave Doré, per l’occasione
animate e supportate da voci fuori campo che interpretano (senza
riuscirvi) le parole Dantesche.
Lo scopo? Svelare il contenuto
iniziatico-simbolico che si cela dietro alle terzine del Poema,
partendo dall’appartenenza dell’autore al gruppo fiorentino “I
Fedeli d’Amore”. E così vediamo Valerio Massimo Manfredi,
Gabriele La Porta, Roberto Giacobbo e altri ancora, fornire un
pasticciato bagaglio di conoscenze/testimonianze sulle possibili
interpretazioni anti-convenzionali della Commedia, in cui
gli Ordini di Cavalleria si sommano alle teorie sui Rosacroce e
alle credenze dei Pitagorici. Tirando in ballo Shakespeare,
l’Epopea di Gilgamesh, i testi sacri musulmani – e chi più
ne ha più ne metta.
Non si vuol mettere in discussione
l’autorevolezza dei signori in materia, (compito che, semmai,
spetterebbe ai loro colleghi), quanto sottolineare l’assoluta
inadeguatezza di questi lunghi voli pindarici – peraltro presentati
come certezze – ad un impianto filmico degno di questo nome. Poco
importa che a riempire i buchi ci sia l’esperienza attoriale di una
star come Abraham, con ogni probabilità scelto da Nero come suo
asso nella manica (l’unico?): egli stesso, per quanto sempre
dignitoso nel ruolo del narratore/alter-ego dantesco, non riesce a
trovarsi a proprio agio di fronte a questa non-sceneggiatura.
Certamente, il cosiddetto “quarto
livello” di lettura dell’opera Dantesca, quello “anagogico” che
vuole conoscere a fondo le parole e andare oltre un’interpretazione
letteraria/filosofica/sociale delle stesse, è esistito e ancora
oggi rappresenta parte degli studi sulla Divina Commedia.
Ciò che non si comprende, e su cui è lecito nutrire seri dubbi, è
quanto tale livello sia davvero necessario per apprezzare appieno
la bellezza dei versi Danteschi.
Woody Allen un tempo
ironizzò: “Come si ascolta Mozart? Con le orecchie!”. Ecco, ogni
tanto bisognerebbe ricordarsi che l’universalità della bellezza
insita nella Divina Commedia rende i suoi versi “autosufficienti”:
questo per dire che, forse, le teorie custodite nel Mistero
di Dante nulla aggiungono al piacere che deriva dalla
lettura del Poema.
Arriva il primo atteso trailer del
film The Fault In Our Stars,
adattamento cinematografico del romanzo di John
Green, in Italia conosciuto come Colpa
delle stelle.Protagonisti Shailene
Woodley, Ansel Elgort, Nat Wolff, Willem Dafoe e
Laura Dern.
Colpa delle
stelle (The Fault in Our Stars) è il quarto romanzo
scritto dall’autore John Green e pubblicato nel gennaio 2012. La
storia è narrata da Hazel, una sedicenne affetta dal cancro. che è
obbligata dai genitori a frequentare un gruppo di supporto. Qui
incontra e si innamora del diciassettenne Augustus, un ex giocatore
di basket con una gamba amputata. Sul suo blog di Tumblr e sul suo
vlog di Youtube, Green ha dichiarato che “il titolo è ispirato alla
famosa frase del Giulio Cesare di Shakespeare (Atto 1, scena 2),
dove il nobile Cassio dice a Bruto: “La colpa, caro Bruto, non è
delle stelle, ma nostra, che ne siamo dei subalterni”.
Se in mattinata vi avevamo sorpreso
presentandovi le prime immagini del nuovo Shredder che
William Fichtner interpreterà
nel Teenage Mutant Ninja
Turtlesprodotto
da Michael Bay, ora vi proponiamo delle foto
riguardanti proprio le quattro tartarughe più amate di sempre.
Le immagini in questione, pubblicate
in esclusiva da Comic Book Movie, ritraggono
dei modellini sulla base dei quali sarà poi realizzato il design
del quartetto composto da Leonardo, Donatello, Raffaello e
Michelangelo.
Il film Le
Tartarughe Ninja è diretto
da Jonathan Liebesman e prodotto
da Michael Bay. Vede nel suo
castMegan
Fox (April O’Neil), Alan
Ritchson (Raffaello), Noel
Fisher (Michelangelo), Jeremy
Howard (Donatello), Pete
Ploszek (Leonardo), William
Fichtner (Shredder) e Danny
Woodburn (Maestro Splinter). Il film arriverà
nelle sale USA dal 6 giugno del 2014.
Qui la gallery con le prime foto dal
set del film:
Oggi alla Casa del
Cinema di Roma è stato presentato alla stampa il nuovo film di
Louis Nero, Il mistero di Dante, distribuito
in Italia da L’altrofilm. Oltre al regista, in sala erano presenti
il Premio Oscar F. Murray Abraham, gli studiosi Gabriele
La Porta, Valerio Massimo Manfredi, Roberto Giacobbo e il
produttore Franco Nero. Il film sarà distribuito in 30 copie
a partire dal 14 febbraio.
– Qual è il tema che ha cercato
di toccare con questo film?
Louis Nero:Ho
voluto rappresentare in maniera cinematografica un viaggio, che è
anche il mio viaggio personale di conoscenza di Dante e della sua
opera. Ho cercato di avvicinarmi alla simbologia che esiste dietro
La Divina Commedia,qualcosa di cui – prima di iniziare
questo lavoro – avevo solo una vaga idea. Così ho proposto le
testimonianze di persone, studiosi e intellettuali, che si sono
fatte portatrici di questa nuova interpretazione di Dante e che
rappresentano con le loro idee un’apertura mentale
sull’argomento.
– Mr. Abraham, cosa ha
rappresentato questo film e questo personaggio per lei?
F. Murray Abraham:Io credo che la questione non sia come Dante parla a noi oggi.
Il problema sta nell’esaminare l’idea del classico: perché (La
Divina Commedia, ndr) è un classico? Perché è qualcosa che ci parla
ancora oggi, è qualcosa di universale – anche in tempi come questi,
in cui è difficile trovare la speranza. Ma qual è la magia di
questo lavoro, cos’è che fa sì che ci influenzi dopo tanto tempo?
Forse, anche il fatto che ci ricorda la nostra umanità come
qualcosa di comune a tutti. Dante ha visto il Purgatorio e
l’Inferno e ha capito che c’è una via d’uscita: questo è un
messaggio di cui oggi abbiamo tutti bisogno. Il vostro Papa attuale
è un esempio di tutto ciò. Io mi chiedo: come è arrivato Luois Nero
a fare tutto ciò? Non è un regista famoso e non ha molti soldi.
Dimostra che, se si ha la passione e le idee giuste, si possono
fare comunque buoni film. Come è riuscito a mettere insieme
intellettuali e studiosi di tutto il mondo? È qualcosa di molto
raro.
– Che rapporto ha lei con la
cultura esoterica?
Valerio Massimo
Manfredi:Anzitutto l’esoterismo è sempre esistito.
Nell’antichità c’erano i misteri, e per gli iniziati era così
rigorosa la custodia del segreto che la loro violazione avrebbe
portato alla pena di morte. Non si voleva inquinare questo tipo di
conoscenza. Oggi sappiamo che l’uscita da un’era difficile è spesso
senza speranza, e che sempre qualche personaggio che rende questa
transizione possibile. Prendiamo, ad esempio, l’Epopea di
Gilgamesh: questa ha rappresentato l’uscita dal Neolitico, così
come Omero ha simboleggiato l’uscita dall’età del bronzo (un
periodo di massacri e cataclismi). Omero è stato semplicemente la
punta di un iceberg di cui facevano parte migliaia di cantori di
strada… Infine, Dante rappresenta l’uscita da un’era di peste,
fame, guerra, e l’inizio del Rinascimento: è lui il Rinascimento.
Ogni volta, dunque, c’è sempre un uomo più avanzato, più intenso
che trascina l’umanità verso una nuova era. Il pericolo sarebbe
considerare questi uomini come appartenenti a sette segrete
ecc.
Gabriele La Porta:Ogni volta che studio questo testo mi rendo conto che mi sono
perso qualcosa. Credo che questo film serva tantissimo, e non solo
ai giovani ma a tutti. Io personalmente sono stato completamente
attratto dal suo aspetto visivo, lo trovo straordinario. Avrei solo
aggiunto un personaggio Dantesco: quello di Cinizza da Romano. Lei
in vita era stata in fondo una peccatrice, aveva avuto tantissimi
rapporti sessuali… eppure, Dante la mette nel Paradiso: perché?
Perché aveva tanto amato.
– Facendo un salto indietro, il
ricordo va a quel meraviglioso film che è stato Amadeus.
Cosa ha rappresentato per lei e per la sua carriera il personaggio
di Salieri?
F.M.A:Nel
corso della mia carriera, ho avuto l’opportunità di interpretare
personaggi di Pirdandello, Pinter, Shakespeare, Brecht… ma ho
potuto fare tutto ciò solo perché ho fatto Amadeus (ride, ndr). Io
adoro il cinema, ma la mia vita è il teatro. Il mio lavoro come
attore è stato rappresentare l’esoterismo di questi poeti, e
portarlo ad un livello molto umano, molto comprensibile. Prendiamo,
ad esempio, Il Mercante di Venezia, un’opera che ha avuto un enorme
successo un po’ ovunque, in America come in Inghilterra. L’ho fatto
una, due volte, e poi dopo averci lavorato per due anni l’ho capito
di nuovo, l’ho capito meglio, ho scoperto delle cose nuove. È un
semplice esame della verità, ecco perché l’arte esiste, e alcuni
lavori d’arte sopravvivono al tempo.
– Il mistero di Dante ha
in fondo l’impianto del documentario classico, costituito com’è da
una serie di interviste. Per quale motivo ha scelto di inserire il
mockumentary iniziale?
L.N:Ho voluto
ripercorrere il viaggio di Dante stesso, la discesa-ascesa verso la
verità. Prima di conoscere la verità bisogna levarsi le bende dagli
occhi, i pre-concetti che avevamo di fronte al mondo.
– Ci parli dell’uso della musica
nel film.
L.N:Il suono
qui è importante quanto l’immagine, è infatti una delle prime cose
che colpiscono e attraggono. Io e il compositore (Steven Mercurio,
ndr), presentatomi da Abraham, avevamo lo stesso obbiettivo. Il
simbolismo era una parte integrante anche delle musiche, e infatti
il musicista ha lavorato partendo dalle immagini. Per queste
abbiamo preso in prestito i lavori di Gustave Doré, il quale aveva
mirabilmente trasposto in immagini ciò che Dante metteva in parole.
Le sue erano immagini già perfette, io non ho fatto un vero lavoro,
le ho solo rese un po’ più contemporanee e le ho messe in
movimento– la strada però era già tracciata da Doré.
Secondo quanto riportato in
esclusiva dal portale Unleash The Fanboy,
la Marvel avrebbe in
programma un ricambio generazionale per quanto riguarda il futuro
del franchise The Avengers.
In base a quanto riferito da una
fonte interna alla Disney,
la Marvelè pronta a
dare il via alla cosiddetta Fase 4 della produzione cinematografica
dedicata al proprio universo fumettistico.
Queste le parole della fonte in
questione:
“È incredibilmente
prematuro, ma a meno che Robert non stringa un accordo folle con
questi ragazzi, procederanno con i Nuovi Avengers.”
In poche parole sembrerebbe che
se Robert Downey Jr. non tornasse sui
suoi passi, proseguendo nella decisione di abbandonare il
personaggio di Tony Stark in seguito al terzo episodio di The
Avengers ed al quarto di IronMan, allora la Marvelpotrebbe
decidere di procedere in direzione di una ristrutturazione
nell’assetto dei Vendicatori.
Se vi chiedete chi potrebbe essere
coinvolto in questo passaggio di testimone a sciogliere ogni dubbio
ci ha pensato, ancora una volta, la suddetta fonte:
“Beh, avete sentito i recenti
annunci nel cast. Si sono assicurati un sacco di ragazzi
fantastici. Paul Rudd. Michael Douglas. Aaron Taylor-Johnson.
Chiunque indosserà i panni di Doctor Strange e gli altri nuovi ragazzi della
Fase 3. Hanno un sacco di ragazzi eccezionali che potrebbero
guidare il nuovo corso della squadra. Ma è tutto ciò che posso
dire. È veramente presto.”
Una notizia questa che potrebbe
shockare gli appassionati della saga ma che, allo stesso tempo,
dipinge un quadro di un futuro assolutamente realistico quanto
probabile.
Sala Bio Milano
presenta in anteprima, in collaborazione con
Cinefilos.it, martedì 4 febbraio alle ore 21,00
presso il Cinema Colosseo (viale Monte Nero, 84 – Milano) ALL IS
LOST (versione originale sottotitolata), il film
diretto da J.C Chandor, che vede interprete assoluto Robert
Redford. L’evento milanese è realizzato in collaborazione
con Cinema Colosseo e Universal Pictures. Il
film sarà distribuito dal 6 febbraio.
I lettori di Cinefilos possono
usufruire di una riduzione speciale a 6 euro invece che 8 euro
inserendo il codice AL14CF nel form che appare cliccando su questo
link http://www.fanaticaboutfilms.it/anteprime/allislost.php
L’attore premio Oscar ® Robert
Redford è il protagonista assoluto di All Is Lost, un
thriller che si svolge in mare aperto, in cui un uomo disperso
nell’Oceano a seguito del naufragio della sua barca a vela, dovrà
lottare e contare sulle sue sole forze per sopravvivere.
All is Lost – omaggio
commovente, viscerale e potente a favore dell’ingegnosità e dello
spirito di sopravvivenza – conferma la storia d’amore fra la vela e
le grandi produzioni cinematografiche.
Scritto e diretto da J.C.
Chandor (già nominato agli Oscar per “Margin Call”), il film ha
riscosso apprezzamenti sia allo scorso Festival
di Cannes, dove è stato presentato per la prima volta, sia ai
Golden Globe, aggiudicandosi la statuetta per la migliore colonna
sonora originale, affidata al compositore Alex Ebert
(“Edward Sharpe & The Magnetic Zeros”).
Robert Redford è un viaggiatore
solitario e senza identità. Una scelta registica voluta che riduce
le distanze fra protagonista e spettatore, che entrano subito in
empatia. Non ci sono dialoghi, tutta la storia si basa su
espressioni del viso, movimenti, gestualità.
COSA E’ SALA BIO
L’obiettivo è di offrire al pubblico
milanese l’opportunità di entrare a far parte di una community
che ogni settimana si ritrova in Sala Bio per scoprire
importanti, appassionanti, divertenti storie di vita. Rispondendo
così alla richiesta di un nuovo pubblico che ama il cinema di
qualità e che ha piacere di condividere esperienze e visioni in un
contesto culturale coerente e continuativo.
Sala Bio nasce come
estensione nel corso dell’anno di Biografilm Festival –
International Celebration of Lives di Bologna, il primo
festival italiano dedicato alle biografie e ai racconti di vita i
cui ambiti spaziano dal cinema alla letteratura, dal documentario
alla fotografia, dall’arte al teatro, alla musica. Dopo il
successo di alcuni eventi organizzati nel capoluogo lombardo
durante l’anno passato, Biografilm in collaborazione con il Cinema
Colosseo, ha deciso di proporre per tutta la stagione 2013 /2014
una programmazione eterogenea e di qualità che spazia dalla fiction
ai documentari e che sarà densa di anteprime, eventi ed
incontri.
Sala Bio Milano è realizzato da
Biografilm Festival in collaborazione con il Cinema Colosseo di
Milano; promosso dall’Associazione Fanatic About Festivals; si
svolge con la partnership di Unipol Gruppo Finanziario,
Lufthansa, I Bibanesi, Mymovies, Cinema Colosseo, TVN
Televisionet.tv.
MODALITA’ DI ACCESSO
8 € biglietto intero
6 € biglietto ridotto per
tutti gli appartenenti alla Community di Sala Bio Milano
Per consultare le modalità di
accesso e iscriversi e scoprire tutti le promozioni riservate
alla community di Sala Bio è possibile consultare il sito
www.salabio.it o diventare fan della pagina facebook ufficiale
www.facebook.com/SalaBio
Per seguire l’attività di Biografilm
e gli aggiornamenti sulla programmazione:
Quella dell’antieroe Riddick
interpretato da Vin Diesel è una storia lunga
tredici anni ed iniziata nell’ormai lontano 2000 con
Pitch Black, progetto a basso costo
divenuto poi film di culto. Ora, dopo due seguiti giunti
rispettivamente nel 2004 con The Chronicles of
Riddicke nel 2013
con Riddick, sembrerebbe che
la Universal sia iRiddick
avanti la saga diretta da David Twohy.
Secondo quanto dichiarato dallo
stesso Vin Diesel attraverso la propria
pagine Facebook, il successo di vendite
riscontrato dalla versione DVD del terzo episodio della serie
avrebbe spinto la produzione a procedere verso un quarto
capitolo.
Qui di seguito le parole
di Diesel: “Sono eccitato e felice e lo
sto urlando a voi ragazzi per ringraziarvi. La Universal mi ha
appena chiamato per dirmi che Riddick è al primo posto nella
classifica dei DVD. Non c’è alcun modo in cui l’universo di Riddick
avrebbe potuto farcela senza di voi ragazzi, questo lo sapete. Voi
siete sempre stati parte della nostra pagina sin dal 2012 e ricordo
quanto fosse difficile la strada per arrivare al film, per farlo R
rated e per realizzarlo con un budget così ridotto. Questa è una
vittoria per tutti noi ed i veramente, veramente, veramente,
veramente devo ringraziarvi. Sì sono eccitato ed ovviamente la
Universal mi anche detto di voler sviluppare un seguito.”
Parole, queste, che se non possono
essere catalogate come un annuncio ufficiale ci si avvicinano
davvero molto.