Ben Stiller torna a vestire i panni dell’ex
guardiano notturno Larry Dailey, ma questa volta in una veste tutta
nuova. Una Notte al Museo 2 ripropone le stesse
tematiche del primo episodio, ma necessariamente sotto una diversa
ottica, essendosi ormai esaurito l’effetto “novità” dell’idea
originale. Dailey ha fatto fortuna vendendo le sue improbabili
invenzioni, ma continua saltuariamente a frequentare il museo. La
direzione, però, decide di sostituire molte attrazioni con degli
ologrammi, condannando così Jedediah e amici all’immobilità eterna
negli archivi dello Smithsonian di Washington. Inizia così per
Dailey una nuova missione per salvare i suoi compagni di tante
notti.
La trama di Una Notte al
Museo 2 , ideata dagli stessi sceneggiatori del primo
episodio Ben Garant e Thomas Lennon, si è dovuta pesantemente
confrontare con l’eredità del predecessore e, soprattutto, con il
fatto che l’aria fresca dell’idea originale era ormai finita. La
soluzione è stata quella di “pensionare” alcuni dei personaggi
principali, come il Roosevelt di
Robin Williams, ridotto ad una comparsa, e di
aggiungerne di nuovi, che potessero avere qualcosa da dire. Braccio
destro di Stiller diventa Amelia Earhart (Amy Adams),
famosissima pilota americana, dipinta come un’inarrestabile
scavezzacollo determinata ad affermare il suo ruolo di pioniere
femminile dell’aria persino in faccia ai fratelli Wright.
Una Notte al Museo 2, il film
Antagonista è il malvagio faraone
Kah Mun Rah, fratello di Akmen Rah, ironicamente interpretato da
Hank Azaria (già visto in Friends) con un difetto di pronuncia che
gli fa perdere gran parte della sua carica di “cattivo”. La cosa,
ovviamente, si sposa bene con l’intero film, che gioca sull’ironia
e, più che nel primo episodio, con le icone della cultura
americana, contrapposte ad altre non a caso straniere (un pizzico
di nazionalismo filo-americano non è mai mancato in questo genere
di film e, in fondo, è accettabile quando ci si può ridere
sopra).
Da una parte abbiamo il mai domo
Jedediah, un goffissimo generale Custer e il romanesco Ottaviano,
costretti ad affrontare un Al Capone in bianco e
nero, un Ivan “non così Terribile” e uno spassoso Napoleone, il
quale se ne esce con alcune battute di stampo politico che faranno
ridere soprattutto noi italiani. La storia scorre liscia senza
particolari problemi o patemi d’animo e, infatti, non vi è mistero
o impresa che occupi più di una ventina di minuti per essere
risolta. Scelta forse poco drammatica, ma che contribuisce comunque
a rendere il film leggero e piacevole da vedere. Vi sono alcuni
grossi buchi, però, che non vengono spiegati. Se nel primo film,
infatti, la baraonda creata dai reperti animati non viene notata
dalle guardie in quanto esse stesse al corrente della magia, non è
chiaro come in questo secondo episodio nessuno sembri accorgersi di
nulla, nonostante disastri e danni che, nella realtà, avrebbero
fatto scattare tutti gli allarmi della città. In definitiva i due
autori e il regista Shawn Levy hanno deciso di
giocare e divertirsi con tutti gli oggetti che hanno potuto trovare
all’interno di un luogo come lo Smithsonian, non a caso uno dei
musei più grandi del mondo.
Ne esce fuori una commedia
divertente e che strapperà più di una risata, pur sforando a volte
nell’esagerazione e in alcune situazioni tipiche da “vorrei girare
questa scena, ma è chiaro che non posso in un film simile”.
Ben Stiller interpreta il personaggio di Larry
con la solita carica comica, ponendo però l’accento su come sia
cambiato caratterialmente e come sia più deciso e sicuro di sé
questo nuovo Dailey. Alla fine diventa un personaggio interessante,
ma forse più ostico per il pubblico che volesse identificarsi in
lui. I riflettori, infatti, finiscono per essere quasi tutti per
Amelia Earhart, che eredita da Stiller il ruolo di eroina
dolce e simpatica, seppur determinata. La regia di Levy è piuttosto
frenetica in molti punti, ma ciò non è un male, in quanto
conferisce un certo ritmo all’intera pellicola e riesce a
comunicare la situazione fuori controllo che l’intero museo vive in
questa particolare notte.
Il tutto è completato dalla colonna
sonora di Alan Silvestri (Trilogia di Ritorno al
Futuro) che si innesta bene nella narrazione facendo al tempo
stesso il verso a produzioni più pompose e maestose. Interessante,
infatti, è il contrasto in molte scene tra la goliardicità degli
elementi in gioco e la conduzione della musica classica, più adatta
ad un Jack Sparrow che a un Larry Dailey. Musica pop e rock si
fondono ogni tanto, com’è caratteristica comune di Silvestri, con
in più una comparsata solo “vocale”dei celebri Jonas Brothers nei
panni di tre amorini svolazzanti a cantanti. Menzione d’onore per i
responsabili degli effetti speciali, che hanno restituito alla vita
un intero museo in maniera magistrale, probabilmente
divertendosi anche parecchio nel farlo.
In conclusione, Una Notte al Museo 2 è un
film leggero e divertente, forse inferiore come carica al suo
prequel, ma ugualmente godibile. Pollice alzato.