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I Mercenari 3: la spiegazione del finale del film

I Mercenari 3 (qui la recensione), uscito nel 2014, rappresenta il terzo capitolo della saga action ideata da Sylvester Stallone, confermando il tono esplosivo e l’elevata intensità di combattimenti che hanno caratterizzato i precedenti due film. Il franchise, noto per il suo stile diretto e spettacolare, porta in scena un gruppo di mercenari d’élite impegnati in missioni impossibili, combinando azione ad alto tasso adrenalinico e un approccio volutamente nostalgico agli action movie anni ’80 e ’90. Questo terzo episodio si inserisce nella saga come un punto di svolta, puntando a rendere ancora più grandi le scene d’azione e a intensificare i conflitti interni tra i protagonisti.

Rispetto ai primi due film, I Mercenari 3 introduce alcune novità significative sia sul piano narrativo sia visivo. La trama si concentra maggiormente sui tradimenti e sulle alleanze all’interno della squadra, ampliando il livello di tensione e creando un’atmosfera di suspense più marcata. L’azione diventa ancora più spettacolare, con sequenze di combattimento elaborate, esplosioni e sparatorie che superano per intensità quelle dei capitoli precedenti. Inoltre, il film gioca sulla dinamica tra veterani e nuove reclute, mostrando un mix di esperienza e impeto giovanile che rinfresca il ritmo della saga senza tradirne lo spirito originale.

Il cast di I Mercenari 3 si conferma come uno dei punti di forza del franchise, arricchendosi di volti noti del cinema d’azione e di star emergenti. Oltre a Stallone, tornano Jason Statham, Jet Li, Dolph Lundgren, Randy Couture, Terry Crews e Arnold Schwarzenegger, mentre nuovi ingressi come Harrison Ford, Wesley Snipes e Mel Gibson offrono nuove dinamiche e ulteriori tensioni tra i personaggi. Questa combinazione di veterani e nuovi attori garantisce al film un impatto scenico notevole e un senso di leggenda del genere action. Nel resto dell’articolo verrà proposta una spiegazione dettagliata del finale, analizzando come si risolve la storia e quali temi vengono sollevati nella conclusione.

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La trama di I Mercenari 3

In questo terzo capitolo i valorosi mercenari liberano Doc, amico di vecchia data di Barney Ross, dalla prigionia per convincerlo ad unirsi alla loro nuova missione. Il gruppo, infatti, ha intenzione di intercettare una nave carica di bombe a scopo militare diretta in Somalia. Giunti sul luogo, tuttavia, si imbattono in Conrad Stonebanks e rimangono coinvolti in una feroce sparatoria. Conrad ha intenzione di vendicarsi di Ross che anni prima tradì il loro legame per venderlo al governo. Tornati negli Stati Uniti, Ross ha un incontro con l’agente della CIA Max Drummer, che gli concede una seconda occasione per catturare Stonebanks e farlo processare per i sui atroci crimini di guerra.

Spaventato però dall’idea di perdere uno dei suoi uomini, in quella che si preannuncia una missione impossibile, Ross riunisce i mercenari e gli comunica la volontà di voler continuare da solo l’inseguimento di Stonebanks. Giunto a Las Vegas, Ross chiede all’amico Bonaparte di formare un nuovo team composto da reclute giovani e scaltre. Mentre Bonaparte arruola l’ex-marine John Smilee e rifiuta l’ex soldato spagnolo Galgo, a causa della sua età avanzata, Ross incontra Trench Mausser e lo coinvolge nella cattura di Stonebanks. Il loro piano sembra inizialmente funzionare, ma Stonebanks può avvalersi dell’aiuto di molti alleati e riuscirà ben presto a ribaltare la situazione.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto de I Mercenari 3, la tensione raggiunge il suo apice quando Barney Ross e la nuova squadra di giovani mercenari si ritrovano faccia a faccia con Conrad Stonebanks nella base azmenistana. La situazione è critica: Stonebanks ha catturato i membri più giovani del team e ha piazzato esplosivi con un conto alla rovescia di 45 secondi. La costruzione è sorvegliata dall’esercito locale e da veicoli corazzati, mentre Stonebanks cerca di mettere uno contro l’altro i mercenari veterani e i nuovi arrivati. Barney riesce a convincere tutti a collaborare e, con l’ausilio del jammer di Thorn, guadagnano tempo prezioso per organizzare l’attacco e pianificare la fuga.

La battaglia finale è un turbinio di combattimenti corpo a corpo, sparatorie e azione ad alta tensione. I veterani e i nuovi membri del gruppo si muovono con coordinazione, abbattendo gli uomini di Stonebanks mentre Drummer e Trench forniscono supporto dall’alto con l’elicottero. Barney affronta personalmente Stonebanks in un duello fisico intenso, dimostrando la sua superiorità sia strategica sia fisica. Nonostante la parità iniziale, Barney riesce a mettere Stonebanks al tappeto, e, di fronte all’ennesima provocazione del nemico, lo uccide freddamente. Subito dopo, i dispositivi esplosivi si attivano, ma tutti i membri sopravvivono grazie al tempestivo intervento e alla fuga tramite l’elicottero.

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Il finale di I Mercenari 3 evidenzia chiaramente i temi di lealtà, collaborazione e redenzione che attraversano l’intero film. L’unione tra veterani e nuovi membri sottolinea come esperienza e giovinezza possano integrarsi, superando rivalità e diffidenze iniziali. Barney, scegliendo di non cedere all’impulso di vendetta immediata nei confronti di Stonebanks in precedenza, dimostra autocontrollo e leadership, elementi chiave per il successo della missione. La conclusione enfatizza inoltre l’idea di una squadra che, se coesa, può affrontare sfide impossibili, anche quando il nemico sembra avere il totale controllo della situazione.

Questo finale permette anche di chiudere il tema della giustizia personale e professionale: Barney consegna Stonebanks alla morte come atto definitivo di punizione, senza compromessi né esitazioni. L’azione combinata di tutti i membri della squadra evidenzia come la forza collettiva e la fiducia reciproca siano essenziali per superare pericoli apparentemente insormontabili. La sequenza esplosiva finale diventa metafora della purificazione e della conclusione di vecchi conflitti, sancendo la vittoria dei valori fondamentali della saga: coraggio, lealtà e onore tra uomini d’azione.

Il messaggio finale del film ribadisce l’importanza della collaborazione tra generazioni e dell’equilibrio tra esperienza e innovazione. La squadra rinnovata dei Mercenari dimostra che, pur affrontando sfide estreme e nemici formidabili, il lavoro di squadra, la fiducia reciproca e il coraggio individuale possono garantire il successo. La celebrazione finale al bar rappresenta non solo il sollievo per essere sopravvissuti, ma anche la continuità della leggenda dei Mercenari, pronti ad affrontare nuove missioni, simbolo di un ethos che lega veterani e nuovi arrivati in un’unica, indissolubile fratellanza.

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The Impossible: la spiegazione del finale del film

All’inizio del film del 2012 The Impossible (qui la recensione), tutto procede alla perfezione per Maria Bennett (Naomi Watts), suo marito Henry (Ewan McGregor) e i loro tre figli, Lucas (Tom Holland), Thomas (Samuel Josin) e il piccolo Simon (Oaklee Pendergast). Sono venuti in Thailandia per le vacanze di Natale del 2004. Si stanno godendo il resort di lusso, partecipando alle usanze locali e godendosi la compagnia reciproca. Girano persino dei video della mattina di Natale, immortalando i ragazzi esuberanti che scartano i regali e vivono l’emozione delle vacanze.

Non sanno che il giorno seguente le loro vite saranno sconvolte da uno dei peggiori disastri naturali che abbiano mai colpito la costa sud-orientale dell’Asia. The Impossible è basato sulla storia vera dell’inaspettata tragedia dello tsunami dell’Oceano Indiano del 2004 e della lotta per la sopravvivenza della famiglia Belon-Alvarez, con gli eventi raccontati nel film tratti dalle esperienze di persone reali. Il finale del film è tanto sorprendente quanto improbabile, quindi ripercorriamo tutto ciò che accade nell’emozionante conclusione del film.

La famiglia Bennett viene travolta da uno tsunami devastante

Dopo aver trascorso una giornata perfetta in un resort di lusso, i Bennett subiscono un trauma che la maggior parte di noi non potrebbe mai immaginare. Un’onda enorme si abbatte rapidamente sulla costa e travolge tutto e tutti. Non c’è tempo per mettersi al riparo o cercare un terreno più elevato, perché l’onda li travolge in pochi secondi. Maria e Lucas, incredibilmente, riescono a ricongiungersi dopo un’esperienza orribile e straziante in cui rischiano di annegare, ma non hanno idea di cosa sia successo a Henry e ai due bambini più piccoli, entrambi di età inferiore ai dieci anni. La prima metà del film segue le vicissitudini di Maria e Lucas.

Inizialmente, tutto ciò a cui pensano i nostri protagonisti è la sopravvivenza. Le acque scorrono impetuose e veloci, spazzando via la terra sottostante. Lucas e Maria vengono trascinati via abbastanza vicini l’uno all’altra e alla fine riescono a ricongiungersi, ma non prima che Maria sia gravemente ferita dalla violenta corrente. Lei subisce un profondo taglio alla gamba, che peggiora progressivamente con l’insorgere dell’infezione. Spetta al giovane Lucas farsi avanti e salvarla. Lucas si dimostra all’altezza del compito e riesce non solo a trascinare Maria attraverso le rovine, ma anche a raccogliere un bambino di nome Daniel che in qualche modo è riuscito a sopravvivere allo tsunami.

The Impossible cast

Dopo aver portato Maria e Daniel in un ospedale di triage fatiscente, invaso sia dai sopravvissuti feriti che dai morti, Lucas si pone come missione non solo quella di assicurarsi che Maria venga curata, ma anche quella di aiutare le altre vittime a ricongiungersi con le loro famiglie. Ritroviamo Henry a circa metà del film. È tornato a quello che resta dell’hotel. Con grande sollievo del pubblico, anche Simon e Thomas sono lì e stanno bene, tutti e tre praticamente illesi. Henry dice a Thomas che manderà lui e il suo fratellino con un gruppo in un rifugio sicuro sulle montagne, mentre lui continuerà a cercare Mari e Lucas.

Il povero Thomas è comprensibilmente terrorizzato all’idea di separarsi dal padre, ma Henry gli dice che deve essere coraggioso e prendersi cura del piccolo Simon di cinque anni. Dopo che i ragazzi se ne sono andati, un gentile sconosciuto permette a Henry di usare il suo telefono per chiamare casa (dopo che un americano maleducato glielo aveva negato). Questo porta a una delle scene più emozionanti del film. Mentre è al telefono con il padre di Maria, scoppia a piangere, ma ritrova la forza per promettergli che troverà il resto della sua famiglia e li riporterà a casa.

Come si riunisce la famiglia in The Impossible?

È il giorno dopo e le condizioni di Maria sono peggiorate notevolmente, al punto che sembra che possa morire. Henry è arrivato all’ospedale dove sappiamo che si trovano Lucas e Maria (ma Henry non lo sa). Quando Lucas intravede il padre da un piano superiore, gli corre dietro ma alla fine lo perde di vista, e mentre è in mezzo alla strada, inizia a gridare a squarciagola il suo nome. Henry sta per andarsene credendo che non siano lì, ma vede una palla rossa simile a quella con cui stavano giocando all’inizio del film. Allo stesso tempo, il gruppo con Tomas e Simon arriva all’ospedale con il camion malandato. Proprio mentre il camion sta per partire, sentono le urla di Lucas e corrono da lui, i tre fratelli finalmente riuniti.

Mentre si abbracciano, Henry vede i ragazzi e chiama Lucas, riunendo il padre e i tre figli in una delle scene più belle del film. Lucas li porta da Maria, che sta ancora resistendo a stento. Mentre lei viene operata, i ragazzi Bennett aspettano notizie, confortati solo dal fatto di essere di nuovo insieme. Lucas riesce a dormire un po’ quando sogna sua madre che riesce incredibilmente a superare l’onda brutale che sta per annegarla, per poi riemergere trionfante in superficie. Si sveglia con suo padre Henry che gli dice che sua madre è sopravvissuta all’intervento. La famiglia riesce a organizzare il trasporto dalla Thailandia a Singapore, dove lei riceverà le migliori cure possibili.

The Impossible film

La famiglia Bennett vola verso la salvezza alla fine di The Impossible

Maria è ancora in condizioni critiche quando viene messa su una barella e portata su un aereo vicino che porterà la famiglia fuori dall’isola e a Singapore. Lucas e Maria hanno uno scambio emotivo prima del decollo, e lui riesce a dirle che il piccolo Daniel è sopravvissuto ed è con suo padre. Hanno pochi secondi per rendersi conto di quanto siano fortunati ad essere a bordo dell’aereo e ad allontanarsi dalla devastazione causata dallo tsunami. Prima del decollo vediamo diversi messaggi. Uno è il nome “Muriel Barnes” scritto sull’avambraccio di Maria. Lei è una delle 230.000 persone morte nel tragico tsunami causato dal terremoto nell’Oceano Indiano.

Henry trova un biglietto nella sua tasca con scritto: “Siamo tornati alla spiaggia”. Si tratta di un biglietto lasciato a Karl (Sonke Mohring) da sua moglie, che purtroppo indica che la sua famiglia è morta. Karl è un uomo tedesco che lo ha accompagnato nella ricerca della sua famiglia. La scena finale ritrae una Maria malata ma circospetta che guarda fuori dal finestrino dell’aereo, completamente sopraffatta sia fisicamente che emotivamente. Piange mentre guarda la costa distrutta e la devastazione mentre volano verso la salvezza, concludendo così il film con una nota agrodolce.

Cosa ci lascia il film The Impossible

Il film The Impossible lascia dunque un messaggio potente e universale sulla resilienza umana, l’amore familiare e la speranza in situazioni disperate. Attraverso la vicenda dei Bennett, lo spettatore assiste a una prova estrema della forza interiore necessaria per sopravvivere a eventi traumatici come lo tsunami del 2004. La determinazione di Maria, Henry e dei loro figli nel ricongiungersi, nonostante ferite fisiche e psicologiche, mostra come la solidarietà, il coraggio e la fiducia reciproca possano permettere di superare l’impossibile. Alla fine, il film celebra la capacità di affrontare la tragedia, valorizzando l’umanità e i legami familiari come ancora di salvezza.

LEGGI ANCHE: The Impossible: la vera storia dietro al film con Naomi Watts

Charlie Hunnam: 10 cose che non sai sull’attore

Dall’iconico Sons of Anarchy a Rebel Moon, fino alle nuove sfide su Apple TV+, Charlie Hunnam è uno degli attori britannici più versatili della sua generazione. Con il suo fascino ruvido e il carisma da protagonista, ha saputo conquistare pubblico e critica muovendosi con naturalezza tra cinema d’autore e grandi blockbuster. Ecco 10 curiosità e fatti poco noti su Charlie Hunnam.

Charlie Hunnam The GentlemanCharlie Hunnam: i film e le serie in cui ha recitato

10. Ha partecipato a noti lungometraggi.  Hunnam debutta al cinema in Che fine ha fatto Harold Smith? (1999), ma si fa notare con Abandon – Misteriosi omicidi (2002), Ritorno a Cold Mountain (2003) e Hooligans (2005). Seguono I figli degli uomini (2006), Pacific Rim (2013) e Crimson Peak (2015). Negli anni successivi recita in Civiltà perduta (2016), King Arthur – Il potere della spada (2017), Papillon (2017), Triple Frontier (2019), The Gentlemen (2020). e Rebel Moon – Parte 1 e 2 (2023–2024) di Zack Snyder. Sul fronte seriale, ha conquistato la critica con Shantaram (2022), dramma Apple TV+ tratto dal romanzo di Gregory David Roberts, e con Monster: La storia di Ed Gein (2025), antologia true crime di Netflix. È inoltre impegnato nella nuova serie Criminal (2026), sempre per Apple TV+, ispirata ai fumetti di Ed Brubaker.

Charlie Hunnam in Sons of Anarchy

Charlie Hunnam Sons of Anarchy9. È noto per le serie TV. Prima di Hollywood, Hunnam si afferma in TV: dopo Queer as Folk (1999-2000) e Undeclared (2001-2003), diventa una star mondiale con Sons of Anarchy (2008-2014), dove interpreta Jackson “Jax” Teller. Il personaggio ribelle e tormentato gli regala fama internazionale e una candidatura ai Critics Choice Awards. Dopo quella esperienza, l’attore ha alternato cinema e televisione, tornando sul piccolo schermo con ruoli più maturi e complessi come in Shantaram e Monster: La storia di Ed Gein.

Charlie Hunnam: ha avuto una moglie

8. È stato sposato. Ancora sconosciuto, l’attore si presenta nel 1999 ai provini per la serie Dawson’s Creek. Pur non ottenendo alcun ruolo, qui conosce l’attrice Katharine Towne, con la quale dopo solo un mese convola a nozze. Tuttavia, la coppia non dura a lungo, e nel 2002 annunciano il divorzio.

Charlie Hunnam ha una fidanzata

7. Ha una relazione sentimentale. Dal 2005 l’attore è legato sentimentalmente a Morgana McNeils, designer di gioielli che vanta anche un proprio marchio personale. Piuttosto riservati, i due non hanno mai condiviso particolari aspetti della loro vita privata, limitandosi a farsi vedere insieme durante particolari eventi di gala.

Charlie Hunnam e il suo fisico

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6. È noto per la sua forma fisica. Nel corso degli anni l’attore ha ricoperto diversi ruoli che richiedevano una forma fisica eccellente. L’attore ha infatti dichiarato di essere particolarmente attento a riguardo, praticando regolarmente esercizi fisici come anche molta attività sessuale, a suo giudizio fondamentale per tenersi in forma.

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Charlie Hunnam in King Arthur

5. Si è allenato duramente. Per ricoprire il ruolo di Re Artù, l’attore aveva promesso a sé stesso che avrebbe raggiunto la miglior forma fisica possibile. Per raggiungere il suo scopo, Hunnam si impegnò ad eseguire oltre 500 addominali ogni giorno. Alla fine, riuscì nel suo intento, sfoggiando un fisico inedito e calzante per il ruolo.

4. È l’unico film da cui non ha sottratto nulla. L’attore è noto per essere solito portarsi via con sé, come ricordo, abiti o oggetti dai set a cui prende parte. Ha tuttavia dichiarato che quello di King Arthur è l’unico da cui non ha sottratto nulla.

Charlie Hunnam in Papillon

3. Aveva rifiutato il ruolo. Quando all’attore fu proposto il ruolo di Henri Charrière nel film Papillon, remake dell’originale con Steve McQueen, l’attore rifiutò non convinto del progetto e intimorito dal paragone con l’originale. Al suo posto venne scelto allora un altro attore, mentre Hunnam cominciava a pentirsi della sua scelta. Nel momento in cui l’attore scelto rinunciò al ruolo per altri impegni, Hunnam si impose per avere il ruolo.

2. Ha perso molto peso. Al momento delle riprese, l’attore aveva da poco terminato il set di Civiltà perduta, per cui aveva perso un totale di 18 chili. Per interpretare il suo ruolo in Papillon ha dovuto poi perdere ulteriore peso attraverso una dieta particolarmente stressante, arrivando ad un digiuno di circa dieci giorni.

Charlie Hunnam: età e altezza

1. Charlie Hunnam è nato a Newcastle upon Tyne, in Inghilterra, il 10 aprile 1980. L’attore è alto complessivamente 183 centimetri.

Leggi il nostro approfondimento su The Gentlemen, la serie Netflix ispirata al film di Guy Ritchie .

Fonte: IMDb

Film horror da vedere assolutamente: i più belli di sempre, le novità e i titoli su Netflix

I film horror sono tra i generi più longevi e affascinanti della storia del cinema. Fin dalle origini, quando Georges Méliès portò il soprannaturale sul grande schermo con i suoi esperimenti pionieristici, il pubblico ha imparato ad amare la paura come forma d’arte.Negli anni Venti e Trenta, il cinema espressionista tedesco ha definito l’immaginario del genere, con opere come Il gabinetto del dottor Caligari di Robert Wiene e Nosferatu il vampiro di F.W. Murnau, gettando le basi per tutto l’horror successivo.

Da allora, il genere ha attraversato epoche, mode e linguaggi: dagli iconici mostri della Universal agli slasher degli anni Ottanta, fino agli horror psicologici e ai nuovi incubi digitali del cinema contemporaneo.In questo approfondimento, ripercorriamo i film horror da vedere assolutamente, dai classici che hanno fatto la storia ai titoli più recenti che continuano a ridefinire il modo di spaventare – e affascinare – gli spettatori.

Film horror da vedere assolutamente: i classici che hanno fatto la storia del genere

Nel corso della storia del cinema, l’horror è stato spesso associato ai b-movie e ai bassi budget, ma ha saputo trasformare i suoi limiti in libertà creativa. Dalle pellicole indipendenti di culto ai capolavori d’autore, ecco i film horror da vedere assolutamente, quelli che hanno definito il linguaggio del genere e continuano a influenzare registi di ogni epoca.

HalloweenJohn Carpenter, 1978

Il capolavoro che ha ridefinito il concetto di paura suburbana. La notte di Halloween 1963 con Jamie Lee Curtis, il piccolo Michael Myers uccide la sorella e quindici anni dopo torna a colpire. Con un budget ridotto e un tema musicale entrato nella storia, Carpenter crea il prototipo dello slasher moderno, dove la tensione psicologica sostituisce gli effetti speciali.

La casaSam Raimi, 1981

Un gruppo di ragazzi scopre un libro maledetto in una capanna isolata. Da lì inizia l’incubo. La casa è un mix di artigianato, ironia e orrore puro, realizzato con appena 90 mila dollari e diventato un cult del cinema indipendente. Il film lanciò la carriera di Raimi e ispirò generazioni di registi.

Ring (Ringu)Hideo Nakata, 1998

Il film giapponese che ha rivoluzionato l’horror orientale e dato origine a decine di remake. Una videocassetta maledetta, una telefonata, e sette giorni di tempo prima della morte. Ringu unisce folclore e tecnologia in una delle storie più inquietanti mai raccontate.

Nightmare – Dal profondo della notteWes Craven, 1984

Freddy Krueger entra nei sogni e trasforma l’inconscio in campo di battaglia. Con questo film, Craven crea una delle icone più riconoscibili dell’horror moderno, rendendo il sonno stesso un pericolo mortale.

Paranormal ActivityOren Peli, 2007

Girato con micro-budget e telecamere fisse, è il film che ha rilanciato il found footage. Una giovane coppia filma la propria casa infestata e scopre lentamente l’orrore. Il successo al box office fu enorme, e il film divenne un fenomeno globale.

Saw – L’enigmistaJames Wan, 2004

Due uomini si risvegliano incatenati in un bagno e scoprono di essere parte di un gioco letale. Saw unisce thriller psicologico e body horror in un meccanismo narrativo crudele e ipnotico, dando origine a una saga di culto e al sottogenere del torture porn.

Film thriller horror da vedere assolutamente
Psycho di Alfred Hitchcock

Non sempre l’orrore nasce dal sangue o dal soprannaturale. Alcuni dei film più inquietanti della storia del cinema preferiscono scavare nella mente umana, giocando con l’ambiguità, la follia e l’invisibile. Sono opere che uniscono thriller, dramma e mistero, e che dimostrano come la paura più autentica possa nascondersi dietro la normalità.

PsychoAlfred Hitchcock, 1960

Il maestro del brivido firma uno dei film più influenti di sempre. Psycho trasforma un semplice motel di provincia nel palcoscenico della paranoia e del doppio. Marion Crane fugge con una somma di denaro rubata, ma l’incontro con Norman Bates, proprietario apparentemente gentile e ossessionato dalla madre, la condurrà verso un destino spietato. Il celebre urlo sotto la doccia rimane una delle sequenze più iconiche del cinema mondiale.

ShiningStanley Kubrick, 1980

Tratto dal romanzo di Stephen King, Shining è considerato da molti il miglior film horror di tutti i tempi. Jack Torrance, scrittore in crisi, accetta di sorvegliare un hotel isolato con la sua famiglia durante l’inverno. Ma la solitudine, la follia e le presenze che infestano l’albergo trasformeranno il soggiorno in un incubo. L’interpretazione di Jack Nicholson e l’uso visionario dello spazio e del suono fanno di Shining un capolavoro senza tempo.

The OthersAlejandro Amenábar, 2001

Un horror raffinato e inquietante che mescola thriller psicologico e gotico soprannaturale. Nicole Kidman interpreta Grace, madre iperprotettiva di due bambini sensibili alla luce, in una grande casa isolata nella campagna inglese. Quando iniziano a verificarsi strani fenomeni, la linea tra vivi e morti si fa sempre più sottile. The Others sorprende per la sua atmosfera elegante e per un colpo di scena entrato nella storia del genere.

Profondo rossoDario Argento, 1975

Film horror belli da vedere
Profondo Rosso di Dario Argento

Un pilastro del giallo-horror italiano. Dopo l’omicidio di una medium, un pianista si ritrova coinvolto in un intrigo di morte e mistero. Argento costruisce un film dallo stile visivo inconfondibile, dove la musica dei Goblin, i colori saturi e i movimenti di macchina creano un’esperienza sensoriale di pura tensione.

Rosemary’s BabyRoman Polanski, 1968

Tra paranoia e satanismo, Polanski realizza uno dei film più disturbanti del cinema moderno. Rosemary, giovane moglie in attesa di un figlio, inizia a sospettare che il suo vicinato e persino suo marito facciano parte di una setta diabolica. Rosemary’s Baby è un capolavoro di horror psicologico e critica sociale, che riflette le paure dell’America borghese e il controllo sul corpo femminile.

Film horror 2025: le uscite recenti da brivido e da non perdere

Il 2025 conferma la vitalità del cinema horror internazionale, capace di reinventarsi tra grandi saghe, nuove registe emergenti e produzioni indipendenti dal forte impatto visivo. Dai ritorni più attesi ai film rivelazione dei festival, ecco i film horror recenti da vedere nel 2025.

WeaponsZach Cregger

Dopo il successo di Barbarian, Zach Cregger torna con un horror corale ambientato in una piccola cittadina americana, dove una serie di eventi apparentemente scollegati convergono in un finale disturbante. Tra tensione psicologica e violenza visiva, Weapons riflette sul rapporto tra paura collettiva e cultura delle armi negli Stati Uniti.

The Conjuring – Il rito finaleMichael Chaves

Capitolo conclusivo della celebre saga horror prodotta da James Wan. I coniugi Warren affrontano il caso più oscuro della loro carriera, tra possessioni, eresie e segreti vaticani. The Conjuring – Il rito finale promette un finale epico e terrificante per una delle serie più amate dagli appassionati, con Patrick Wilson e Vera Farmiga ancora protagonisti.

Smile 2Parker Finn

Sequel del successo del 2022, Smile 2 amplia l’universo del primo capitolo e sposta l’orrore dietro le quinte del mondo dello spettacolo. Naomi Scott interpreta una popstar perseguitata dalla stessa maledizione psicologica che aveva terrorizzato milioni di spettatori. Tra trauma e ossessione, il film conferma Parker Finn come una delle nuove voci più promettenti del genere.

The First OmenArkasha Stevenson

Prequel del cult Il presagio (1976), racconta la nascita dell’Anticristo attraverso lo sguardo di una giovane suora americana trasferita a Roma. Con The First Omen, la regista Arkasha Stevenson realizza un horror elegante e viscerale, che fonde religione, corpo e potere con un approccio da cinema d’autore.

ImmaculateMichael Mohan

Sydney Sweeney interpreta una suora americana che si trasferisce in un convento isolato nelle campagne italiane, dove scopre un oscuro segreto. Immaculate gioca con i codici dell’horror religioso e la fisicità del corpo femminile, mescolando erotismo e blasfemia in un racconto teso e claustrofobico.

LonglegsOsgood Perkins

Interpretato da Nicolas Cage, è uno dei film più discussi dell’anno. Longlegs racconta la caccia a un serial killer misterioso che sembra agire secondo un disegno satanico. Il film combina l’estetica anni ’90 di Seven con il terrore metafisico di Hereditary, in un crescendo di inquietudine quasi insostenibile.

HereticScott Beck e Bryan Woods

Dai creatori di A Quiet Place, un horror psicologico ambientato in una casa sperduta dove due giovani missionarie vengono intrappolate da un misterioso predicatore. Atmosfera minimale, ritmo crescente e un’interpretazione intensa di Hugh Grant, qui in un ruolo totalmente inedito e disturbante.

Film Horror più spaventosi da vedere

Film horror recenti da vedere

Negli ultimi anni l’horror ha vissuto una vera e propria rinascita. I registi contemporanei hanno abbandonato i semplici jump scare per concentrarsi su paure più sottili e profonde: il trauma, la perdita, la solitudine, l’identità. L’orrore moderno è diventato emozionale e sensoriale, capace di inquietare lo spettatore anche dopo i titoli di coda. Ecco una selezione dei film horror più spaventosi da vedere, dove tensione, estetica e significato si fondono in esperienze cinematografiche uniche.

I Saw the TV GlowJane Schoenbrun, 2024

Prodotto da Emma Stone e Dave McCary, il film racconta l’amicizia tra due adolescenti che condividono la passione per una serie TV. Quando lo show viene cancellato, la loro realtà inizia a confondersi con la finzione. Un horror psicologico e queer che parla di identità e alienazione, con una malinconia che lascia il segno.

Talk to MeDanny e Michael Philippou, 2023

Il fenomeno horror della A24. Un gruppo di ragazzi scopre un modo per evocare gli spiriti usando una mano imbalsamata, ma il gioco sfugge rapidamente al controllo. Talk to Me combina l’energia del teen horror con la tragedia del lutto, diventando uno dei film più terrificanti e originali degli ultimi anni.

Infinity PoolBrandon Cronenberg, 2023

Figlio d’arte e visionario, Brandon Cronenberg firma un incubo sul privilegio e la decadenza morale. In un resort tropicale, uno scrittore e la moglie scoprono un sistema inquietante che permette ai ricchi di eludere la punizione. Infinity Pool è un viaggio disturbante nel corpo e nella colpa.

Birth/RebirthLaura Moss, 2023

Un horror femminile, clinico e disturbante. Una dottoressa e un’infermiera si confrontano con il confine tra vita e morte, maternità e ossessione scientifica. Birth/Rebirth rilegge il mito di Frankenstein in chiave contemporanea, con toni cupi e riflessioni etiche pungenti.

X – A Sexy Horror StoryTi West, 2022

Texas, 1979. Una troupe di giovani cineasti si reca in una fattoria isolata per girare un film per adulti, ma i proprietari si rivelano spietati assassini. X: A Sexy Horror Story è un omaggio al cinema grindhouse e ai classici degli anni ’70, con una fotografia densa e un ritmo da cult istantaneo.

CandymanNia DaCosta, 2021

Rivisitazione intelligente del classico del 1992. Un artista in crisi risveglia accidentalmente la leggenda di Candyman, spirito vendicatore delle ingiustizie razziali. Prodotto da Jordan Peele, il film unisce impegno politico e terrore urbano.

Ultima notte a SohoEdgar Wright, 2021

Un viaggio allucinato nella Londra anni ’60, tra moda, musica e incubo. Una giovane studentessa di design scopre che il suo idolo del passato nasconde un terribile segreto. Ultima notte a Soho è un horror elegante e malinconico, con un uso magistrale della colonna sonora.

L’uomo nel buio – Man in the DarkRodo Sayagues, 2021

Un veterano cieco vive isolato nei boschi con una ragazzina. Quando un gruppo di criminali la rapisce, lui scatena tutta la sua violenza. Man in the Dark è un home invasion teso e spietato, dove vittima e carnefice si scambiano continuamente ruolo.

Antlers – Spirito insaziabileScott Cooper, 2021

Prodotto da Guillermo del Toro, fonde horror e leggenda nativa americana. In una cittadina dell’Oregon, un bambino nasconde un terribile segreto che divora tutto ciò che ama. L’atmosfera fredda e la regia sobria lo rendono un piccolo gioiello di tensione visiva.

A Quiet Place – Un posto tranquilloJohn Krasinski, 2018

Un mondo ridotto al silenzio. Una famiglia deve sopravvivere senza emettere suoni per non attirare creature letali. A Quiet Place è un horror minimalista ma potentissimo, dove il silenzio diventa l’elemento più spaventoso.

Hereditary – Le radici del maleAri Aster, 2018

Forse il film più inquietante dell’ultimo decennio. Dopo la morte della nonna, una famiglia scopre segreti occulti e un destino di dannazione. Hereditary – Le radici del male mescola tragedia familiare e orrore esoterico in un crescendo devastante. Toni Collette offre una delle interpretazioni più intense mai viste in un horror.

  • Smile (2022) – Una psicologa affronta un’entità che si manifesta con un sorriso agghiacciante. Tra trauma e possessione, uno degli horror più incisivi degli ultimi anni.
  • Hush – Il terrore del silenzio (2016) – Una scrittrice sorda viene perseguitata nella sua casa isolata. Minimalista e claustrofobico, diretto da Mike Flanagan.
  • The Babadook (2014) – Il dolore della perdita si trasforma in mostro. Una parabola sull’elaborazione del lutto, inquietante e profonda.
  • Sinister (2012) – Ethan Hawke scopre inquietanti Super 8 che nascondono rituali satanici. Uno degli horror più spaventosi secondo gli studi scientifici sulla paura.
  • Insidious (2010) – James Wan firma un viaggio nell’aldilà con atmosfere oniriche e terrore crescente.
  • Extraterrestrial (2014) – Di Colin Minihan, un gruppo di ragazzi si imbatte in un’invasione aliena in una notte senza scampo.
  • Annabelle 2: Creation (2017) – Il prequel più efficace del franchise The Conjuring, ambientato in un orfanotrofio infestato da una bambola demoniaca.
  • Drag Me to Hell (2009) – Sam Raimi torna alle origini con un horror grottesco, cattivo e ironico.
  • The Messagger – The Haunting in Connecticut (2009) – Un classico moderno sulle case infestate, ispirato a una storia vera.

Altri film horror belli da vedere

  • La notte dei morti viventi (film 1968)  Il capolavoro di George A. Romero. La notte dei morti viventi è un film del 1968 diretto, scritto, fotografato, montato e musicato da George A. Romero e interpretato da Duane Jones, Judith O’Dea e Karl Hardma
  • The Witch (2015) Opera prima di uno dei migliori talenti emergenti Robert Eggers. Nel 1630, in Inghilterra, una famiglia di contadini accusa la giovane figlia di stregoneria quando il figlio più piccolo scompare misteriosamente.
  • Le streghe di Salem (2012) Di Rob Zombie. Dopo aver suonato un disco del gruppo ‘The Lords’, un DJ di una radio è tormentato da alcune visioni da incubo con streghe come protagoniste.
  • It Follows (2014) Uno dei film rivelazione degli ultimi anni. Diretto da David Robert Mitchell. In seguito a un incontro sessuale, un’adolescente è tormentata da visioni terrificanti e si convince di essere perseguitata da una presenza malefica.
  • Martyr diretto da Mazen Khaled – La tragica morte di un giovane al mare di Beirut fa sì che i suoi amici siano alle prese con la perdita e partecipino ai riti e alle cerimonie della sua comunità, smascherando gli scismi della città e le linee di frattura della sua società.
  • The Descent – Discesa nelle tenebre (2005) Diretto da Neil Marshall.Alcune ragazze esplorando una grotta rimangono intrappolate all’interno e devono fuggire da oscure creature.
  • The Orphanage è un film del 2007 diretto da Juan Antonio Bayona, vincitore di sei premi Goya, su quattordici candidature. Il film è stato presentato come Proiezione Molto Speciale alla 46º edizione della Semaine de la Critique all’interno del Festival di Cannes 2007.
  • Carrie – Lo sguardo di Satana (1976) diretto dal regista Brian De Palma. Tormentata da una madre nevrotica e tirannica, Carrie affrona una difficile adolescenza. Inoltre la ragazza è oggetto di scherno delle sue compagne di scuola, fino a quando scopre di possedere dei poteri soprannaturali.
  • 28 giorni dopo. Un potente virus che trasforma le persone in assassini fuoriesce da un laboratorio di ricerca inglese. In 28 giorni l’epidemia dilaga e i sopravvissuti si riuniscono per fuggire dalla città.
  • The Ring (2002). Quattro adolescenti muoiono in circostanze misteriose, esattamente una settimana dopo aver guardato una videocassetta contenente immagini terrificanti. Una giornalista coraggiosa decide di scoprire la verità che si nasconde dietro questa serie di omicidi spaventosi ed è disposta a mettere a rischio anche la propria vita.
  • Alien (1979). Dei marines devono scoprire perché la colonia del pianeta Archeron abbia misteriosamente interrotto i contatti con la base. Una volta atterrati, si trovano ad affrontare una creatura mostruosa che si prepara a sferrare l’attacco decisivo.
  • Omen – Il presagio (2006). In seguito alla morte del figlio, il diplomatico Robert Thorn e sua moglie decidono di adottare un bambino. Dal quel momento una serie di sinistri eventi sovrannaturali cominciano a funestare la vita della coppia.
  • Il giorno degli zombie (1985). Alcuni anni dopo il dilagare dei morti viventi sulla terra, pochi superstiti si trovano asserragliati in una base militare.
  • Il seme della follia (1994). Un detective si mette alla ricerca di un autore di romanzi dell’orrore e, sebbene confuso dalla vicenda che alterna eventi reali e fantastici, lo ritrova in una cittadina che non figura sulle carte geografiche.
  • The Blair Witch Project (1999) Cinque amici si avventurano nella foresta delle Black Hills, incuriositi dalla leggenda della strega di Blair. Durante la notte assistono a strani fenomeni e il mattino dopo, al risveglio, trovano la loro attrezzatura elettronica distrutta.
  • Il Sesto Senso (1999).  Malcolm è uno psicologo infantile molto stimato e si trova doversi occupare del caso del piccolo Cole, un ragazzino di nove anni, ossessionato da spaventose apparizioni di spiriti.
  • Hostel (2005) Hostel è un film di genere horror del 2005, diretto da Eli Roth, con Jay Hernandez e Derek Richardson. Uscita al cinema il 24 febbraio 2006. Durata 90 minuti. Distribuito da Sony Pictures Releasing Italia,.
  • Annabelle (2014) I membri di una setta satanica assaltano la casa di una pacifica coppia, John e Mia, e, invocando un demone, trasformano una bambola d’epoca in un oggetto capace di diffondere il male supremo.
  • Unsane (2018) di Steven Soderbergh. Costretta dai medici a rimanere ricoverata in un istituto psichiatrico, una donna è convinta che uno dei membri del personale sia l’uomo che la perseguita e fa di tutto per rimanere al sicuro, cercando di uscire dalla clinica.
  • Non aprite quella porta (1974) Due fratelli decidono di andare in Texas per visitare la tomba del nonno insieme a tre amici. Sfortunatamente, una volta giunti sul posto, il gruppo si ritrova a dover sfuggire ad una famiglia di psicopatici.
  • L’esorcista di William Friedkin (1974). Regan McNeil, una ragazzina di 12 anni, viene posseduta dal demonio. Un giovane prete in crisi di fede, aiutato dal proprio anziano mentore, affronta la presenza demoniaca in un mortale duello.
  • Il silenzio degli Innocenti (2001) Uno psicopatico assassino è il terrore di giovani donne formose che aggredisce e scuoia. Solo Hannibal Lecter può aiutare a risolvere il caso, ma è detenuto in cella di isolamento in un manicomio criminale, essendo diventato uno psicopatico cannibale. Una giovane aspirante agente dell’FBI, Clarice Starling, prima ancora di completare il suo addestramento viene incaricata da Crawford di contattare lo psichiatra, per averne lumi intesi ad individuare e fermare il mostro.
  • The Visit (2015). Due fratelli, Becca e Tyler, devono passare una settimana nella fattoria dei propri nonni in Pennsylvania, ma presto i ragazzi scoprono che la coppia di anziani è coinvolta in qualcosa di inquietante.
  • Orphan (2009) Quando la loro terzogenita Jessica viene alla luce senza vita Kate e John, per superare il trauma, decidono di adottare una bambina russa.
  • La mosca di David Cronenberg (1987) Uno scienziato riesce a costruire un avveniristico congegno in grado di teletrasportare la materia, ma commette un errore durante un esperimento e si trasforma lentamente in un disgustoso ibrido tra un umano e una mosca.

Film horror da vedere su Netflix

Netflix continua a essere uno dei punti di riferimento per gli amanti dell’horror. Nel suo catalogo convivono grandi classici e produzioni più recenti, capaci di soddisfare ogni tipo di spettatore: dai cult psicologici ai film sovrannaturali, passando per lo slasher e il thriller paranormale. Ecco i film horror da vedere su Netflix oggi, una selezione che unisce paura, tensione e qualità cinematografica.

Delirium (2018)

Un uomo con disturbi mentali viene rilasciato dagli ospedali psichiatrici e confinato nella villa del padre recentemente scomparso. Ma tra i corridoi della casa si nascondono presenze inquietanti e segreti mai sepolti.

Split (2016)

Dall’autore di The Sixth Sense, M. Night Shyamalan, un thriller psicologico teso e disturbante. James McAvoy interpreta un uomo con ventitré personalità diverse che rapisce tre ragazze. Il film sfocia nell’horror puro e apre la strada al crossover Glass.

The Conjuring 2 – Il caso Enfield (2016)

I coniugi Warren affrontano una nuova indagine paranormale nella Londra degli anni ’70. James Wan firma un sequel impeccabile, con atmosfera gotica e tensione costante.

Gothika (2003)

Halle Berry interpreta una psichiatra che si risveglia come paziente del manicomio dove lavorava, accusata di omicidio. Un mystery-horror che gioca sul tema della mente e della colpa.

1922 (2017)

Adattamento da Stephen King: un contadino confessa l’omicidio della moglie, ma la sua colpa lo perseguita in modi sempre più spettrali. Un horror rurale, cupo e psicologico.

Lo squalo (Jaws, 1975)

Il capolavoro di Steven Spielberg che ha terrorizzato generazioni. L’orrore nasce dal mare e dalla tensione dell’attesa. Un classico senza tempo.

Il rituale (The Ritual, 2017)

Quattro amici si inoltrano nei boschi svedesi per un’escursione commemorativa, ma si imbattono in un antico male nordico. Un horror mitologico e atmosferico da non perdere.

IT – Capitolo 1 e 2 (2017–2019)

L’adattamento più riuscito del romanzo di Stephen King. Il clown Pennywise torna a Derry per terrorizzare una nuova generazione. Due film intensi e visivamente grandiosi.

Scappa – Get Out (2017)

Il film che ha reinventato l’horror sociale. Jordan Peele costruisce una satira inquietante sul razzismo contemporaneo, tra tensione psicologica e momenti da brivido.

Annabelle 3 (2019)

La bambola più famosa del cinema horror torna a seminare terrore nella casa dei Warren. Un episodio carico di tensione e citazioni, perfetto per i fan del franchise The Conjuring.

Dottor Sleep (2019)

Il sequel di Shining diretto da Mike Flanagan. Ewan McGregor interpreta Danny Torrance adulto, ancora perseguitato dagli spettri dell’Overlook Hotel. Un horror malinconico e visivamente maestoso.

La redenzione – The Delivery Man (2023)

Un thriller-horror psicologico che racconta la redenzione impossibile di un uomo tormentato dai sensi di colpa. Crudo, realistico e sorprendentemente emotivo.

Malevolent (2018)

Due fratelli truffatori fingono di indagare su case infestate, ma durante un lavoro scoprono che gli spiriti sono reali. Una ghost story britannica dal ritmo crescente.

Apostolo (Apostle, 2018)

Diretto da Gareth Evans (The Raid), è un horror storico e rituale ambientato su un’isola isolata. Religione, violenza e fanatismo si fondono in un incubo visivo.

Non aprite quella porta (The Texas Chainsaw Massacre, 1974)

Il cult di Tobe Hooper che ha ridefinito il genere. Leatherface e la sua famiglia di cannibali rimangono tra le immagini più disturbanti della storia del cinema.

Nightmare – Dal profondo della notte (1984)

Freddy Krueger perseguita gli adolescenti nei loro sogni. L’idea di Wes Craven rimane una delle più geniali e terrificanti mai portate sul grande schermo.

Annabelle (2014)

Il primo film dedicato alla bambola maledetta. Una coppia scopre che l’oggetto ereditato dalla loro casa è infestato da una forza demoniaca. Tensione crescente e atmosfere gotiche.

So cosa hai fatto (I Know What You Did Last Summer, 1997)

Slasher anni ’90 per eccellenza: un gruppo di amici è perseguitato da un misterioso assassino dopo un incidente stradale. Tra i classici del post-Scream.

Saw – L’enigmista (2004)

Due uomini intrappolati in una stanza devono affrontare una serie di prove mortali imposte da un serial killer. Il film che ha reinventato l’horror sadico e psicologico.

Veronica (2017)

Dal regista di REC, Paco Plaza. Una seduta spiritica in una Madrid afosa si trasforma in un incubo paranormale. Tra i film più inquietanti del catalogo Netflix.

Insidious (2010) e Insidious 2 (2013)

James Wan costruisce una saga di terrore sull’aldilà e le dimensioni parallele. Due capitoli che uniscono jump scare, tensione e dramma familiare con grande efficacia.

Creep (2014)

Un filmmaker risponde a un annuncio online e si trova intrappolato in un gioco perverso. Un found footage minimalista e disturbante che sfrutta l’imbarazzo e la tensione quotidiana come vere armi di paura.

Horror su Netflix: dove la paura è sempre accesa

Che si tratti di case infestate, serial killer o incubi psicologici, Netflix offre una panoramica completa dell’horror di ieri e di oggi. Tra i grandi classici e i nuovi originali, è la piattaforma ideale per esplorare le mille forme della paura — senza mai sapere davvero cosa ti aspetta al prossimo play.

Migliori film horror di sempre

Dalle ombre del cinema muto ai capolavori moderni firmati da registi come Kubrick, Polanski e Ari Aster, il genere horror ha attraversato oltre un secolo di evoluzione senza mai perdere la capacità di spaventare e affascinare. Al centro, un’unica grande verità: la paura riflette il tempo in cui nasce. Ecco dunque una selezione dei migliori film horror di sempre, quelli che hanno definito la storia del genere e continuano a influenzare il cinema contemporaneo.

L’esorcistaWilliam Friedkin, 1973

L’archetipo dell’horror moderno. La possessione della giovane Regan e il drammatico esorcismo affrontato da due sacerdoti restano tra le immagini più forti mai viste al cinema. Un film che parla di fede, colpa e male assoluto, con una messa in scena di potenza ineguagliata.

PsychoAlfred Hitchcock, 1960

Con il suo montaggio e la celebre scena della doccia, Hitchcock rivoluziona per sempre il linguaggio del cinema. Psycho è la nascita dell’horror psicologico e del thriller moderno: la paura dell’altro che si nasconde dentro di noi.

ShiningStanley Kubrick, 1980

Isolamento, follia e visioni sovrannaturali: Kubrick trasforma il romanzo di Stephen King in una sinfonia visiva dell’orrore. Jack Nicholson è leggendario in una delle performance più disturbanti della storia del cinema.

Rosemary’s BabyRoman Polanski, 1968

Un incubo urbano in cui paranoia e maternità si intrecciano. Polanski svela il lato oscuro dell’America borghese, costruendo una tensione crescente senza mai mostrare esplicitamente l’orrore.

HalloweenJohn Carpenter, 1978

Michael Myers e il suo respiro metallico segnano la nascita dello slasher contemporaneo. Carpenter dimostra come la tensione possa essere creata con semplicità, ritmo e una colonna sonora iconica.

Profondo RossoDario Argento, 1975

Capolavoro del giallo italiano e simbolo dell’horror d’autore. Musica dei Goblin, colori accesi e omicidi coreografici: un’esperienza sensoriale che ha fatto scuola in tutto il mondo.

The Texas Chainsaw MassacreTobe Hooper, 1974

Realismo documentaristico e violenza viscerale. Non aprite quella porta è un pugno nello stomaco che ha ridefinito il concetto di terrore. La figura di Leatherface è ormai leggenda.

The Blair Witch ProjectDaniel Myrick e Eduardo Sánchez, 1999

Il film che ha cambiato il modo di raccontare la paura. Girato con pochi mezzi e grande ingegno, ha inaugurato il filone del found footage, terrorizzando il pubblico senza mostrare quasi nulla.

Hereditary – Le radici del maleAri Aster, 2018

L’erede spirituale dei grandi classici. Hereditary unisce dramma familiare e orrore occulto in un crescendo psicologico devastante. Toni Collette è da antologia.

The Descent – Discesa nelle tenebreNeil Marshall, 2005

Claustrofobico, feroce e pieno di adrenalina. Un gruppo di donne intrappolate in una grotta si trova faccia a faccia con un orrore primitivo. Potente metafora della paura del buio e dell’ignoto.

The RingGore Verbinski, 2002

Remake americano del giapponese Ringu, il film che ha rilanciato l’horror orientale in Occidente. L’immagine del pozzo e della videocassetta maledetta è entrata nell’immaginario collettivo.

Nightmare – Dal profondo della notteWes Craven, 1984

Freddy Krueger, l’assassino che uccide nei sogni, è una delle icone più inquietanti del cinema pop. Un mix perfetto di fantasia, ironia e pura paura.

I capolavori che hanno fatto la storia

Da Nosferatu il vampiro (1922) di Murnau a Il gabinetto del dottor Caligari (1920), passando per Frankenstein (1931) e L’isola del dottor Moreau (1932), i primi decenni del Novecento hanno gettato le basi dell’immaginario horror. Ogni epoca ha poi avuto i suoi maestri: Hitchcock, Carpenter, Argento, Friedkin, Kubrick, Aster. Tutti diversi, ma uniti dallo stesso scopo: trasformare la paura in arte.

Conclusione: la paura come specchio del nostro tempo

Dai cult del passato ai nuovi maestri dell’orrore, il cinema horror continua a evolversi, riflettendo le paure, le ansie e le contraddizioni di ogni epoca. Che si tratti di demoni interiori, case infestate o mostri simbolici, ogni film nasconde qualcosa di più profondo: la paura di ciò che non comprendiamo, ma che riconosciamo dentro di noi.

Guardare un horror, ieri come oggi, significa affrontare il buio — sullo schermo e nella mente. Ed è forse proprio per questo che, più di ogni altro genere, l’horror rimane vivo, necessario, irresistibilmente umano.

Se amate la tensione e l’adrenalina del genere, scoprite anche il nostro approfondimento sui film thriller da vedere: suspense, misteri e grandi classici imperdibili.




Predator: Badlands, nuovo trailer per il nuovo capitolo di Predator!

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Il nuovo trailer di Predator: Badlands, il film d’azione targato 20th Century Studios. Predator: Badlands è diretto da Dan Trachtenberg (Prey, 10 Cloverfield Lane) e segna l’attesissimo ritorno del franchise sul grande schermo con una storia che espande e ridefinisce l’universo di Predator.

 La trama Predator: Badlands

Ambientato nel futuro su un pianeta remoto e letale, Badlands segue le vicende di un giovane Predator emarginato (interpretato dall’emergente Dimitrius Schuster-Koloamatangi) che trova un’improbabile alleata in Thia (Elle Fanning, candidata agli Emmy e ai Golden Globe) mentre intraprende un viaggio insidioso alla ricerca del suo avversario finale. Prodotto da John Davis, Dan Trachtenberg, Marc Toberoff, Ben Rosenblatt e Brent O’Connor, Predator: Badlands arriverà nelle sale cinematografiche italiane il 6 novembre.

Robert Englund sulla possibilità di tornare a essere Freddy Krueger

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Non abbiamo visto Freddy Krueger (interpretato in origine da Robert Englund) infestare lo schermo dal tanto bistrattato remake del 2010 di Nightmare – Dal profondo della notte con Jackie Earle Haley di Watchmen, ma una recente indiscrezione affermava che potrebbe finalmente esserci “qualche movimento” su un reboot del classico franchise horror.

I diritti statunitensi di Nightmare – Dal profondo della notte sono tornati agli eredi dello sceneggiatore e regista Wes Craven nel 2019, ma la New Line mantiene i diritti internazionali. L’ultima volta che abbiamo sentito, gli eredi stavano “accettando proposte“, ma hanno ancora bisogno della New Line o di un accordo con un altro distributore nazionale per procedere con un nuovo film.

Se e quando uscirà un nuovo film di Nightmare on Elm Street, è altamente improbabile che rivedremo il Freddy Krueger originale Robert Englund con il guanto a lama e il maglione a righe, ma questo non significa che non sarebbe interessato a interpretare di nuovo il personaggio in un mezzo diverso.

Durante un’intervista con Fangoria, a Robert Englund è stato chiesto se sarebbe disponibile a doppiare “Il figlio bastardo dei mille maniaci” in un progetto animato. “Oh, certo. Voglio dire, sono comunque molto impegnato con il doppiaggio. Ho appena fatto Pinocchio: Unstrung, sono il grillo cattivo. Mi piace l’idea. Quando partecipo alle convention e ai festival cinematografici, mi trovo di fronte a così tante fantastiche illustrazioni di Freddy Krueger, concepite in così tanti modi, che si tratti di storyboard, di una grande e violenta graphic novel, di un fumetto, di poster o persino di una versione comica di Freddy. Le adoro.”

In un’intervista separata con Bloody Disgusting, Robert Englund ha discusso della possibilità che un altro attore prenda il posto di Freddy, rispondendo anche a una voce secondo cui Kevin Bacon potrebbe essere stato preso in considerazione per interpretare il sadico Demone dei Sogni. “Penso che, per il bene del franchise, abbiano bisogno di trovare qualcuno come Doug Jones. Anni fa, ho sentito che stavano prendendo in considerazione Kevin Bacon per Freddy Krueger. Kevin ha recitato in un paio dei miei film horror preferiti; adoro Stir of Echoes e ovviamente Tremors. Adoro Kevin come attore. È un vero caratterista, solo che è imprigionato nel corpo di un protagonista, ma Kevin è anche molto fisico. Ho pensato che fosse un’ottima scelta, ma questo è successo circa cinque anni fa. So che ora ha tutti questi altri progetti e non sta ringiovanendo, quindi probabilmente non sarebbe interessato.”

Se prima o poi dovessimo realizzare un reboot di Nightmare, diremmo che lo studio sarebbe più propenso a scegliere un attore relativamente sconosciuto per il ruolo di Krueger.

Nel classico film slasher di Wes Craven, diversi adolescenti del Midwest cadono preda di Freddy Krueger (Robert Englund), un maniaco notturno sfigurato che si impossessa degli adolescenti nei loro sogni, uccidendoli poi nella realtà. Dopo aver indagato sul fenomeno, Nancy (Heather Langenkamp) inizia a sospettare che un oscuro segreto custodito dai genitori suoi e dei suoi amici possa essere la chiave per svelare il mistero, ma riusciranno Nancy e il suo fidanzato Glen (Johnny Depp) a risolvere l’enigma prima che sia troppo tardi?

Trailers FilmFest 2025: annunciate le giurie

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La direzione artistica del Trailers FilmFest, formata da Francesca Sofia Allegra e Alessandro De Simone, è lieta di annunciare i nomi dei giurati che assegneranno i premi dei diversi concorsi per l’edizione 2025.

La scelta è caduta su professionisti di ogni settore, che giudicheranno i finalisti in base ai parametri artistici, ma anche alla performance ottenuta dalla campagna di promozione.

La giuria per il Premio al Miglior Trailer

  • Pedro Armocida
  • Eva Carducci
  • Flavio Natalia
  • Federico Pontiggia
  • Ilaria Ravarino

La giuria per il Pitch Trailer

  • Matilde Barbagallo
  • Nicola Giuliano
  • Giovanni Pompili

“Pitch Trailer, Idee di film da realizzare” è il premio che offre la possibilità ad aspiranti registi, ma anche a professionisti già nel settore, di raccontare il loro progetto attraverso un trailer. Ricordiamo che c’è ancora tempo fino al 15 ottobre per presentare il proprio progetto. Tutti i dettagli e il regolamento del Pitch Trailer sono disponibili a questo indirizzo: https://www.trailersfilmfest.com/pitch-trailer-2025/

I progetti per il Pitch Trailer 2025 si possono presentare anche sulla piattaforma Filmfreeway al seguente indirizzo: https://filmfreeway.com/TrailersFilmFest

Per il primo anno dalla sua nascita, il Trailers FilmFest avrà una giuria che giudicherà anche il Miglior Poster dell’anno, per dare maggior pregio e professionalità a un premio che riconosce il lavoro di professionisti e di interi team di creativi.

La giuria per il Premio al Miglior Poster

  • Luca Della Grotta
  • David Messina
  • Domenico Prestopino

Ecco anche l’elenco dei trailer e dei poster finalisti:

MIGLIOR TRAILER ITALIANO

  • Al progredire della notte
  • Diamanti
  • Diciannove
  • Follemente
  • Il corpo
  • Il nibbio
  • Il tempo che ci vuole
  • Mani nude
  • Non sono quello che sono
  • Una terapia di gruppo

MIGLIOR TRAILER EUROPEO

  • 28 anni dopo
  • Emilia Perez
  • L’ultima regina
  • La bestia
  • La storia di Souleymane
  • Le assaggiatrici
  • Sotto le fogllie
  • The Substance
  • Volveréis – Una storia d’amore quasi classica
  • We Live In Time

MIGLIOR TRAILER WORLD

  • Companion
  • Generazione romantica
  • Here
  • Il giorno dell’incontro
  • Longlegs
  • Megalopolis
  • Mission: Impossible – The Final Reckoning
  • Nosferatu
  • Strange Darling
  • Thunderbolts

MIGLIOR TRAILER DOCUMENTARIO

  • Ambra Sabatini – A un metro dal traguardo
  • Bostik – La bodega de D1os
  • Carlo Mazzacurati – Una certa idea di cinema
  • Duse
  • Fratelli di culla
  • Going Underground
  • La valanga azzurra
  • San Damiano
  • Un paese di resistenza
  • Wishing on a Star

MIGLIOR POSTER

  • Anywhere Anytime
  • Ciao bambino
  • Diamanti
  • Familia
  • Finché morte non ci separi
  • Fino alla fine
  • L’albero
  • Parthenope
  • U.S. Palmese
  • Vermiglio

Bugonia: il nuovo trailer italiano del film di Yorgos Lanthimos

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Ecco il nuovo trailer italiano di Bugonia, il film che Yorgos Lanthimos ha presentato al Concorso di Venezia 82 e che sigla la sua nuova fortunata collaborazione con Emma Stone.

La trama di Bugonia

Due giovani ossessionati dalle teorie del complotto rapiscono l’influente CEO di una grande azienda, convinti che sia un’aliena decisa a distruggere il pianeta Terra.

Nella nostra recensione, scriviamo di Bugonia: “Le tinte da thriller cospirazionale, già parzialmente esplorate nel secondo segmento di Kinds of Kindness, diventano in Bugonia spunto di indagine emotiva: dietro a ogni complotto intravisto, a ogni manipolazione effettuata, si nasconde in realtà un’enorme sofferenza, almeno da parte di chi inizialmente avremmo solo disprezzato.”

Bugonia esce nelle sale italiane distribuito da Universal Pictures e vede nel cast, al fianco di Stone, Jesse Plemons, Aidan Delbis, Stavros Halkias, Alicia Silverstone

Franco Maresco ospite di Sentieri Selvaggi il 9 ottobre

Venerdì 3 ottobre ha avuto inizio la 5a edizione di DOCUSFERA, la rassegna con cui Sentieri Selvaggi traccia le traiettorie del cinema documentario italiano contemporaneo, realizzata con il contributo e il patrocinio della Direzione generale Cinema e audiovisivo – Ministero della Cultura e del Municipio 1 Roma Centro. La proiezione di Steve e il Duca e l’incontro con Germano Maccioni ha dato il via anche alla retrospettiva dedicata a Franco Maresco, le cui date sono state svelate nella presentazione del palinsesto degli eventi autunnali di Sentieri Selvaggi, tutti come sempre gratuiti su prenotazione.

L’attesissimo incontro con Franco Maresco è quindi in programma il 9 ottobre, dopo la proiezione delle 19:30 di Enzo, domani a Palermo! (1999; 60’) che racconta l’organizzatore cinematografico Enzo Castagna, collaboratore di celebri registi come De Sica, Coppola e Pasolini. La retrospettiva continua sabato 11 ottobre, sempre a partire dalle 19:30, con due cortometraggi: La mia battaglia (2016; 30’) di Maresco, conversazione con la leggendaria fotografa e sua amica Letizia Battaglia, e Apocalypsever – Franco Maresco (2020; 30’) di Luis Fulvio, che ripercorre frammenti di discorsi di Maresco sul finire del lockdown. A seguire il regista Luis Fulvio incontrerà il pubblico e la redazione di Sentieri Selvaggi.

Alle 21:00, continua DOCUSFERA con Una storia d’acqua (2025; 69’) di Giacomo Caldarelli, che incontrerà il pubblico dopo la proiezione del suo documentario, incentrato sulla misteriosa tenacia di Marco Fratini nel tentare il giro a nuoto del Lago di Garda.

Un film fatto per Bene: recensione del film di Franco Maresco – Venezia 82

Venerdì 3 ottobre è stato anche presentato il palinsesto degli eventi di Sentieri Selvaggi, a partire dai Premi Sentieri Selvaggi. Si tratta di Mario Martone, con Fuori premiato come Miglior Film Italiano, Sidney Sibilia per Hanno ucciso l’uomo ragno – La leggendaria storia degli 883 come Miglior Serie TV, e Giovanni Tortorici, con Diciannove eletto Miglior Esordio della stagione cinematografica.

Gli incontri tra i premiati e il pubblico di Sentieri Selvaggi avranno luogo a partire da novembre.

Altri due eventi completano il palinsesto. Il 10 ottobre dalle 19:30 si terrà, infatti, la presentazione delle ultime uscite editoriali di Sentieri Selvaggi, ossia due lavori monografici e l’ultimo numero della rivista cartacea SentieriSelvaggi21st. Presenteremo, quindi, Tony Scott. Cinema a velocità massima di Alessio Baronci, che affronta la carriera del regista di Una vita al massimo e Top Gun, e Mike Flanagan. Liturgie del fantasma, tra cinema e tv di Guglielmo Siniscalchi, pubblicazione incentrata su uno degli esponenti di punta dell’horror contemporaneo e realizzata con il contributo della Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali. Infine, spazio al n.21 del cartaceo SentieriSelvaggi21st, con la cover story “Hideo Kojima – La profezia del cinema” incentrata sul leggendario autore di Metal Gear e Death Stranding.

Per il 25 ottobre è invece prevista la notte bianca diffusa delle scuole d’arte del Lazio, con una serata speciale aperta a tutti.

Hocus Pocus: le curiosità sul cult Disney

Nel 1993 le Sorelle Sanderson cambiarono per sempre l’intrattenimento di Halloween e, con la rinnovata popolarità di Hocus Pocus su Disney+, cogliamo ora l’occasione per raccontarvi alcune curiosità sul film che ha dato inizio a un vero e proprio franchise, con un sequel nel 2022 e un terzo capitolo in lavorazione.

La trama di Hocus Pocus (1993)

Nel 1693 a Salem, le streghe Sanderson rapiscono la piccola Emily Binx per succhiarle la linfa vitale. Il fratello Thackery tenta di salvarla ma viene trasformato in un gatto nero immortale. Impiccate dagli abitanti, le streghe lanciano una maledizione: un vergine che accende la Candela dalla Fiamma Nera può riportarle in vita. Trecento anni dopo, Max, sua sorella Dani e l’amica Allison risvegliano le streghe. Inseguimenti e inganni seguono, con l’aiuto del gatto Binx e dello zombie Billy. Max si sacrifica, e all’alba le streghe muoiono, Binx viene liberato e i ragazzi tornano al sicuro.

La curiosità su Hocus Pocus (1993)

  • Durante una proiezione per il ventesimo anniversario di questo film, Doug Jones ha rivelato che le falene che gli escono dalla bocca alla fine sono reali, non frutto di CGI. In un’intervista del 2018 con Bloody Disgusting, il truccatore ed effetti speciali Tony Gardner ha affermato che l’attore indossava un “mouth rig”, una tasca di lattice attaccata alla dentiera che bloccava la gola di Jones per far uscire le falene. “C’era un piccolo foro nella parte posteriore della tasca in modo che Doug potesse tossire un po’ d’aria attraverso di essa… Un addetto alla manutenzione degli animali infilava diverse falene nella tasca con delle pinzette, poi i punti venivano incollati e noi facevamo uscire l’inquadratura in modo che potessero arrivare alla ripresa il più velocemente possibile”, ha detto Gardner.
  • Sarah Jessica Parker ha affermato di aver trovato l’imbracatura della scopa volante così comoda che, invece di essere calata a terra durante le lunghe pause tra una ripresa e l’altra, si portava addosso una copia del New York Times per leggerla mentre rimaneva sospesa in aria.
  • Il ruolo di Max Dennison fu inizialmente offerto a Leonardo DiCaprio. Lui rifiutò per apparire in Buon compleanno Mr. Grape (1993).
  • Durante un’intervista del 10 febbraio 2008 al programma della BBC “Breakfast”, Bette Midler dichiarò che questo era il suo film preferito tra tutti. Il suo altro ruolo cinematografico preferito, secondo la sua autobiografia “Bette Midler: Still Divine”, era quello di doppiare la barboncino Georgette in Oliver & Company (1988).
  • La città di Salem, Massachusetts, ha utilizzato il film come tema per la parata di apertura degli Haunted Happenings del 2018, in concomitanza con il 25° anniversario del film. L’ufficio locale del National Parks Service ha realizzato una bambola di Winifred vestita con una delle loro uniformi, mentre la Saltonstall School ha realizzato un carro allegorico ispirato a Thackery.
  • Sean Murray ha interpretato la versione umana di Binx, e l’attore Jason Marsden ha doppiato il personaggio, sia nella sua forma umana che in quella felina. Nel 2017, Marsden ha dichiarato al Daily Beast che i produttori hanno doppiato la sua voce sopra quella di Murray perché l’attore suonava “contemporaneo” e pensavano che sarebbe stato più realistico se Binx avesse avuto “un accento ricercato” dello stesso periodo delle streghe.
  • Diverse scene compaiono nei vari trailer originali che non sono incluse nella versione ufficiale del film. Tra queste, Mary e Sarah che spingono Winnifred nella piscina della scuola, le streghe circondate da bambini che chiedono “dolcetto o scherzetto” e le streghe che incontrano Billy solo per lamentarsi del suo “odore nauseabondo”, Mary e Winnifred che ispezionano gli armadietti della scuola e Mary che fa uno spuntino in un supermercato solo per essere trascinata fuori da Winifred.
  • Il film uscì nel luglio 1993 per sfruttare le vacanze estive dei bambini. Anche evitare la concorrenza con Nightmare Before Christmas (1993), l’altro film di Halloween della Disney di quell’anno, potrebbe aver avuto un ruolo.
  • Contrariamente a quanto si dice, la canzone che Sarah Sanderson canta dal cielo non è stata scritta da Edgar Allan Poe, né ha lo stile o la metrica che avrebbe usato. Fu scritta appositamente per il film da Brock Walsh e composta da James Horner. Questa è l’unica musica del film che non è stata composta da John Debney.
  • Quando Bette Midler sale sul palco alla festa di Halloween in città, dice “Ciao Salem, mi chiamo Winifred. E tu?“. Questa è una parodia della famosa frase “Ciao a tutti, mi chiamo Rose, e tu?” pronunciata da Madam Rose nel musical “Gypsy”. Midler ha interpretato Madam Rose nella versione televisiva, Gypsy (1993), lo stesso anno in cui è uscito questo film.

Hocus Pocus: cosa ricordare della trama del film del 1993

Film culto che ha generato un sequel (con un terzo capitolo in arrivo), Hocus Pocus del 1993 è un vero e proprio caso Disney, che, arrivato da noi direttamente in Home Video, ha generato una pletora di fan che ancora oggi adorano le Sorelle Sanderson. Ma quali sono gli snodi più importanti della storia? Eccoli di seguito!

Nel 1693, a Salem, Thackery Binx scopre che la sorellina Emily è stata attirata nel bosco da Sarah Sanderson, una delle tre streghe Sanderson — insieme a Winifred, la leader, e Mary. Nella loro capanna, le tre preparano una pozione magica composta da ingredienti raccapriccianti per succhiare la linfa vitale della bambina e ringiovanire. Thackery tenta di fermarle, ma arriva troppo tardi: Emily muore, e le sorelle recuperano la giovinezza. Come punizione, Winifred trasforma Thackery in un gatto nero immortale, condannandolo a vivere per sempre con il senso di colpa.

Gli abitanti di Salem catturano le streghe e le impiccano, ma prima di morire Winifred lancia una maledizione: se in futuro un vergine accenderà la Candela dalla Fiamma Nera durante la notte di Halloween, loro torneranno in vita.

300 anni dopo

Nel 1993, Salem celebra di nuovo Halloween. Max Dennison, adolescente trasferitosi dalla California, non crede alle leggende locali. Durante una lezione, discute con la compagna Allison, appassionata di storia, che gli spiega il vero significato di Halloween. Più tardi, costretto ad accompagnare la sorellina Dani a fare “dolcetto o scherzetto”, Max incontra di nuovo Allison e, per impressionarla, accetta di visitare con lei la vecchia casa delle sorelle Sanderson, ora chiusa al pubblico dopo strani eventi.

All’interno, Allison mostra loro il libro di incantesimi di Winifred e la Candela dalla Fiamma Nera, realizzata, secondo la leggenda, con la pelle di un impiccato. Nonostante l’avvertimento, Max — scettico — accende la candela, riportando accidentalmente in vita le tre streghe proprio come predetto.

Il ritorno delle Sanderson

Appena tornate, Winifred, Mary e Sarah riscoprono il loro libro e percepiscono la presenza di bambini nelle vicinanze. Tentano subito di catturare Dani per succhiarle la linfa vitale, ma Max interviene. Con l’aiuto di Allison e di un gatto parlante — che si rivela essere Thackery Binx, il fratello di Emily — i tre riescono a fuggire portando via il libro magico. Binx li conduce in un cimitero, terreno sacro dove le streghe non possono entrare, e racconta la sua storia.

Tuttavia, Winifred evoca il suo ex amante Billy Butcherson, resuscitandolo come zombie per recuperare il libro. Il gruppo riesce a scappare attraverso le fogne, mentre le streghe, confuse dalla modernità, vagano per Salem convinte che i bambini mascherati siano veri mostri.

La notte di Halloween

Le sorelle, spaesate dal mondo moderno, credono che un uomo travestito da diavolo sia il loro “Padrone” e lo seguono fino a casa, solo per essere cacciate via dalla moglie infuriata. Intanto Max, Dani, Allison e Binx cercano di avvisare i genitori durante una festa di Halloween al municipio, ma nessuno li prende sul serio.

Winifred, Mary e Sarah si uniscono allo spettacolo e incantano la folla con la canzone I Put a Spell on You, costringendo tutti a ballare senza sosta. I ragazzi riescono a fuggire e attirano le streghe nella scuola locale, dove le chiudono in un forno e le bruciano. Convinti di averle eliminate, tornano a casa.

Il libro degli incantesimi e la trappola finale

Mentre Max e Allison si rilassano, decidono di consultare il libro magico per liberare Thackery dalla maledizione. Appena lo aprono, un fascio di luce s’innalza nel cielo, rivelando alle streghe — ancora vive — la loro posizione. Winifred, Mary e Sarah si lanciano all’inseguimento, rapiscono Dani e Binx e recuperano il libro. Sarah, con la sua voce incantatrice, ipnotizza tutti i bambini di Salem, attirandoli verso la casa delle Sanderson per completare il rituale.

Allison e Max escogitano un piano: usando la luce artificiale dei fari dell’auto, fingono che sia già sorto il sole e spaventano le streghe, liberando Dani e Binx. Ma Winifred, furiosa, prepara un’ultima dose della pozione e decide che sarà proprio Dani la vittima finale.

Lo scontro nel cimitero

Il gruppo fugge di nuovo al cimitero, dove Billy — stanco di servire Winifred — si schiera dalla loro parte. Mentre i bambini si rifugiano dietro un cerchio di sale protettivo, le streghe li inseguono a bordo delle loro scope (o, nel caso di Mary, un aspirapolvere). Durante la battaglia finale, Winifred cattura Max e cerca di succhiargli la linfa vitale dopo che lui, per salvare la sorella, ha bevuto la pozione al suo posto.

Ma Winifred finisce accidentalmente su terra consacrata: il contatto la pietrifica, e il primo raggio del sole la trasforma in polvere insieme alle sorelle Mary e Sarah. La maledizione si spezza: Billy torna nella sua tomba, e Thackery, finalmente libero, muore ma riappare in forma umana per salutare i ragazzi prima di raggiungere la sorellina Emily nell’Aldilà.

Il finale di Hocus Pocus

Con la scomparsa delle Sanderson, Salem torna alla normalità. I genitori dei bambini, liberati dall’incantesimo, lasciano il ballo ignari di quanto accaduto. Max, Dani e Allison osservano l’alba, sollevati per aver sconfitto il male. Tuttavia, nel silenzio della casa delle streghe, il libro di Winifred si riapre lentamente, mostrando un occhio che si muove: un segno inquietante che le sorelle Sanderson potrebbero, un giorno, tornare ancora.

Terry Gilliam afferma che Carnival at the End of Days non vedrà mai la luce

Terry Gilliam, 84 anni, aveva in programma di realizzare un ultimo film per concludere la sua carriera, intitolato Carnival at the End of Days, con un cast che avrebbe incluso Johnny Depp, Jeff Bridges, Adam Driver, Jason Momoa, Tom Waits, Asa Butterfield ed Emma Laird. Il progetto, tuttavia, è naufragato pochi mesi prima dell’inizio delle riprese a causa di problemi di finanziamento. Interrogato sulla possibilità che il film si realizzi, lo stesso Gilliam ha dichiarato: “Non credo proprio”.

In una recente intervista per celebrare il cinquantesimo anniversario di Monty Python e il Santo Graal, il regista si è infatti detto rassegnato riguardo al destino del progetto: “Penso che questo film non si farà. Probabilmente è la prima volta che lo dico pubblicamente. Quindi sono un po’ preoccupato nel dirlo — probabilmente questo lo condannerà.” Gilliam ha inoltre commentato le difficoltà incontrate nel mondo del cinema indipendente, sottolineando la complessità dei rapporti con i finanziatori. “Nel mondo del cinema indipendente incontri tante persone intraprendenti e interessanti… Ti promettono la luna, e la luna non si muove.

Carnival at the End of Days avrebbe raccontato la storia di Dio (interpretato da Jeff Bridges) che decide di cancellare l’umanità per via della distruzione del pianeta, presentata come una commedia. L’unico personaggio a tentare di salvare l’umanità sarebbe stato Satana (Johnny Depp), preoccupato di restare senza occupazione in assenza di esseri umani. Il personaggio, insieme a un gruppo di giovani, cerca di convincere Dio a scegliere dei nuovi Adamo (Asa Butterfield) ed Eva (Emma Laird). Gilliam ha definito il film una commedia anche in questo contesto: “Dio avrà comunque la possibilità di spazzare via l’umanità. È una commedia.

Negli ultimi decenni, Gilliam ha costruito un repertorio di film memorabili, tra cui Monty Python e il Sacro Graal, Paura e Delirio a Las Vegas e L’esercito delle 12 scimmie e L’uomo che uccise Don Chisciotte, realizzato dopo innumerevoli difficoltà. Gilliam ha spesso affrontato difficoltà con i produttori, come accadde anche con Brazil nel 1985. Con il fallimento di Carnival at the End of Days, il futuro della sua carriera resta incerto. La vicenda sottolinea le difficoltà dei registi indipendenti nel realizzare progetti ambiziosi che richiedono investimenti importanti, soprattutto quando si tratta di autori storici e ormai anziani, come Gilliam.

Alejandro G. Iñárritu anticipa che Tom Cruise “sorprenderà il mondo” nel loro film insieme

Tom Cruise è specializzato nel entusiasmare il pubblico con acrobazie folli nei film d’azione, ma il suo prossimo progetto delizierà e forse sconvolgerà i fan con un tipo di follia completamente diverso, stando a quanto affermato dal regista Alejandro González Iñárritu. Il due volte premio Oscar, alla guida del progetto, ha infatti promesso in una recente intervista a IndieWire che la performance di Cruise nel loro prossimo film commedia dark senza titolo “sorprenderà il mondo”, aggiungendo: “La gente vedrà qualcosa di nuovo”.

Il regista premio Oscar per Birdman Revenant ha anche parlato in termini entusiastici del suo rapporto di lavoro con Cruise: “I suoi modi, la sua comprensione, la sua passione, la sua integrità e il modo in cui si prepara. Ama il processo. Il cinema è la sua vita da 40 anni. Non ho mai visto nessuno così devoto. Sono stato felice di condividere con lui quella passione. E allo stesso tempo, abbiamo costruito un incredibile rapporto di fiducia reciproca”.

Iñárritu ha poi parlato del divertimento che ha avuto con Tom Cruise e il resto del cast sul set del film. “Ci siamo divertiti un mondo. È stata una sfida, ma è stata una commedia folle. E abbiamo riso molto”. Le precedenti dichiarazioni di Iñárritu sul suo film ancora senza titolo del 2026 chiariscono che questa volta non ci saranno acrobazie alla Mission: Impossible per Cruise, anche se ci sarà comunque una certa dose di follia:

“Quello che posso dirvi è che si tratta di una commedia folle di proporzioni catastrofiche. È pazzesca. Mi fa ridere ogni giorno. La versatilità che ho scoperto lavorando con Tom è senza precedenti per me come regista”, ha dichiarato Iñárritu parlando con Deadline. Lo stesso Cruise ha definito la collaborazione con Iñárritu, due volte vincitore dell’Oscar, un’“esperienza straordinaria”.

Il cast del film include Sandra Hüller, protagonista di Anatomia di una caduta, John Goodman, Michael Stuhlbarg, Sophie Wilde, Riz Ahmed, Jesse Plemons ed Emma D’Arcy di House of the Dragon. Le riprese della commedia di Iñárritu e Cruise si sono concluse a maggio dopo sei mesi e il regista ha dichiarato che il film sarà in post-produzione fino a marzo. L’uscita del film è prevista per il 2 ottobre 2026.

Clayface: Max Minghella promette che sarà un horror a tutti gli effetti

L’universo DC sta portando sul grande schermo uno dei supercattivi più iconici di Batman con Clayface, che già promette di distinguersi nell’universo condiviso di James Gunn. Con Tom Rhys Harries nel ruolo di Matt Hagen, alias Clayface, il film è incentrato su un attore che subisce una trasformazione mostruosa, che gli permette di mutare forma e diventare chiunque desideri. James Watkins è il regista, basandosi su una sceneggiatura di Mike Flanagan.

Ora, durante una nuova intervista con Collider, Max Minghella, uno dei pochi membri del cast confermati nel film tratto dal fumetto, ha parlato del suo prossimo debutto cinematografico. Dato che “sta lavorando a Clayface proprio ora a Londra”, la star ha assicurato che il film non lesinerà sugli elementi horror. “Penso di poter dire con certezza che ci saranno [elementi horror]: è un film come si deve. La sceneggiatura è davvero fantastica”, ha detto parlando dell’aspetto horror. Secondo Gunn, il film di Watkins sarà vietato ai minori, rendendolo il primo di questo tipo della timeline DCU.

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Cosa sappiamo di Clayface

Al momento sono stati rivelati pochi dettagli sulla trama, ma abbiamo appreso che Matt Hagen sarà al centro dell’attenzione. Nei fumetti, era il secondo Clayface, un avventuriero che si è trasformato in un mostro dopo aver incontrato una pozza radioattiva di protoplasma. Questo è cambiato in Batman: The Animated Series, dove è stato ritratto come un attore che usava una crema anti-età per sembrare più giovane. Dopo essersi scontrato con il suo creatore, Roland Daggett, Hagen viene immerso in una vasca di quella sostanza e diventa il “classico” Clayface che tutti conoscete dai fumetti.

Stando ad alcuni rumor emersi online, la storia di Clayface sarà incentrata su un attore in ascesa il cui volto è sfigurato da un gangster. Come ultima risorsa, il divo si rivolge a uno scienziato eccentrico per poter ottenere nuovamente il suo fascino. All’inizio l’esperimento ha successo, ma le cose prenderanno presto una piega inaspettata.

Poiché Clayface sarà ambientato nell’universo DC, i fan dovrebbero aspettarsi molti collegamenti con l’universo più ampio, e saremmo molto sorpresi se Batman apparisse o fosse anche solo menzionato. Il produttore Peter Safran ha condiviso alcuni nuovi dettagli sulla sceneggiatura di Flanagan, sottolineando che il film sarà effettivamente un film horror in piena regola, sulla scia di La mosca di David Cronenberg, ma si dice trarrà anche ispirazione dal successo horror di Coralie Fargeat, The Substance.

Clayface, vedete, è una storia horror hollywoodiana, secondo le nostre fonti, che utilizza l’incarnazione più popolare del cattivo: un attore di film di serie B che si inietta una sostanza per rimanere rilevante, solo per scoprire che può rimodellare il proprio viso e la propria forma, diventando un pezzo di argilla ambulante”, ha dichiarato Safran.

Tom Rhys Harries interpreterà il personaggio principale di Clayface, il film dei DC Studios. Il film vedrà anche la partecipazione di Max Minghella nel ruolo di John, un detective di Gotham City che inizia a nutrire sospetti sulla relazione tra la sua fidanzata Caitlin e Matt Hagen. Naomi Ackie interpreta invece proprio Caitlin Bates, amministratrice delegata di un’azienda biotecnologica che cura Matt dopo che questi è stato sfigurato.

Il film è basato su una storia di Mike Flanagan, attore di La caduta della casa degli Usher (l’ultima bozza è stata firmata da Hossein Amini, sceneggiatore di Drive), con James Watkins, regista di Speak No Evil, alla regia.

Clayface è attualmente previsto per l’arrivo nelle sale l’11 settembre 2026.

Animal, spiegazione del finale: Anton decide di lasciare il suo lavoro?

Chi possiede animali domestici e frequenta spesso le cliniche veterinarie sa bene quanto molti di questi luoghi — soprattutto quelli moderni e patinati — abbiano ormai sposato un modello quasi da supermercato, spingendo prodotti e snack a ogni occasione. Animal, la nuova commedia spagnola di Netflix (titolo originale Old Dog, New Tricks), prende in giro proprio questo mondo eccessivamente capitalista, offrendo una satira ironica ma mai moralistica.

Al centro della storia c’è Anton, un veterinario di mezza età dal carattere ruvido e diretto, costretto per motivi economici ad adattarsi a un ambiente professionale che non gli appartiene. La serie alterna comicità e riflessione sociale, riuscendo a far sorridere senza perdere di vista il messaggio.

Perché Anton entra alla Kawanda?

Animal inizia con Anton, veterinario trasandato che vive in Galizia e fatica a sbarcare il lunario. I suoi clienti non lo pagano in denaro, ma con latte e uova: in campagna i pazienti sono soprattutto mucche. L’unica via d’uscita sembra essere Vicente, un amico-nemico che tenta di coinvolgerlo in una truffa immobiliare per arricchirsi rapidamente.

Anton, però, rifiuta di firmare i documenti truffaldini e decide invece di accettare un posto nella moderna clinica Kawanda, gestita dalla nipote Uxia. Qui resta sconvolto dal clima aziendale: più che curare gli animali, l’obiettivo è soddisfare i clienti, spesso ignoranti in materia. Anton si ritrova così a gestire casi assurdi — come cani “dislessici” o conigli “asessuali” — mentre le valutazioni dei clienti determinano la sua sopravvivenza lavorativa.

I colleghi (Xoel, Bernardo, Roy e Angela) non lo accolgono con entusiasmo, anche se Angela gli mostra un minimo di gentilezza. Uxia cerca di aiutarlo, soprattutto dopo essere andata a vivere con lui in seguito al tradimento del fidanzato Miguel.

Nel tentativo di migliorare la propria reputazione, Anton accetta di operare Carmina, il cane anziano di Victor e Ana, una coppia in crisi. Pur sapendo che l’operazione è inutile, decide di fingere l’intervento per dar loro speranza: un gesto che rivela la sua umanità e che Uxia approva, nonostante la cinica politica della clinica.

Anton firma il documento?

La serie sorprende quando, nel quinto episodio, Anton decide di firmare il documento che aveva rifiutato all’inizio. La scelta, apparentemente incoerente, si spiega con la sua crescente ansia e insoddisfazione. Anton, nostalgico della vita semplice in campagna, si sente schiacciato dal mondo competitivo e artificiale della Kawanda.

Le cose peggiorano quando entra in scena Nuno, un giovane veterinario che inizia a frequentare Uxia. Anton, spinto dal desiderio di avvicinarsi a lei, tenta di convincere Nuno a lavorare alla clinica, ma finisce per far arrabbiare la nipote. Anche la vita sentimentale di Uxia si complica, oscillando tra Nuno e il vecchio fidanzato Miguel.

Nel frattempo Anton adotta un porcellino d’India di nome Leslie, sostituto di un animale morto appartenente a una bambina, Elena. Quando la madre della piccola tenta di nascondere la verità, Anton decide di rivelarla, scatenando la sua ira. Il piccolo gesto di onestà, insieme alla solitudine crescente e alle difficoltà lavorative, spinge Anton ad accettare la proposta di Vicente.

Tuttavia, nonostante la firma, Anton non incarna la figura del corrotto: rifiuta di prendere i soldi dal truffatore e dal nipote Tonin, dimostrando ancora una volta la sua integrità morale.

Anton finisce in prigione?

La firma, invece di risolvere i problemi, peggiora la situazione. Un’indagine sulla truffa inizia dopo che Nuno denuncia gli Andradas, e Anton teme di essere incriminato. Persino Miguel, nel tentativo di tornare con Uxia, conferma che Anton rischia il carcere.

Nonostante tutto, Anton continua a mostrare compassione: quando Victor e Ana tornano alla clinica per sopprimere Carmina, lui li aiuta a comprendere la necessità di “chiudere i cerchi della vita”. Anche Uxia trae forza da questa esperienza e decide di non tornare con nessuno dei suoi ex.

La serie regala poi uno dei momenti più teneri: Anton, Uxia e Victor si ritrovano in un karaoke bar, dove persino lo psichiatra di Anton fa una comparsa comica.

Nel frattempo, Anton tenta di migliorare la sua immagine professionale corrompendo Fermin e Loles affinché portino la loro capra in clinica durante l’ispezione di un ispettore tedesco, Leon. Le disavventure dell’ispettore — tra caffè rovesciato, giacca rovinata e feste improvvisate — rappresentano un momento di comicità surreale, ma poco incisivo.

Più interessante è invece l’arco di redenzione di Vicente, che si completa quando chiede l’aiuto di Anton per salvare la sua mucca Ofelia. In una scena forte e simbolica, Anton risucchia con la bocca un’infezione pur di salvarla. Poco dopo, Vicente si sacrifica per lui, confessando al giudice di aver falsificato la firma di Anton. Grazie a questo gesto, il veterinario viene assolto e il suo avvocato d’ufficio vince il primo caso della carriera.

La riconciliazione con Sabela (la barista e interesse amoroso di Anton) suggella il momento positivo. Tuttavia, Uxia viene licenziata a causa del rapporto negativo dell’ispettore. Nonostante abbia scoperto che la clinica froda i clienti vendendo gli stessi snack sotto nomi diversi, la sua denuncia non viene presa sul serio. Prima di andarsene, Anton le regala una tazza con la scritta: “Oggi è il primo giorno del resto della tua vita”.

Anton lascia il lavoro?

Alla fine, Anton decide di restare alla Kawanda, ormai parte della “famiglia” della clinica. Tuttavia, quando Uxia lo rivede, si accorge che non è felice. Il motivo è presto chiaro: la nuova direttrice, cinica e spietata, vuole mantenere gli animali costantemente malati per assicurarsi clienti fissi.

Quando la donna lo chiama “Antonio” e gli chiede se sia d’accordo con il piano, Anton non risponde. La scena successiva lo mostra sul ponte dove di solito sfoga l’ansia gridando: un urlo liberatorio, simbolo del conflitto interiore che ancora lo tormenta.

Il finale lascia la porta aperta a una seconda stagione, in cui Anton dovrà affrontare la nuova manager e, probabilmente, rivedere Uxia. Anche la relazione con Sabela sembra destinata a evolversi.

Animal non è una serie perfetta, ma alterna momenti di comicità intelligente a riflessioni sincere sulla morale, il lavoro e la salute mentale. Nei suoi momenti migliori, brilla davvero, confermando la forza della commedia sociale spagnola contemporanea.

Gli Occhi del Diavolo, la spiegazione del finale

Gli occhi del diavolo (Prey for the Devil) è arrivato nelle sale promettendo di portare una ventata di novità nel sottogenere dei film sugli esorcismi, e ora sta di nuovo destando interesse con il suo arrivo su Prime Video. Pur non rivoluzionando il tema, la pellicola tenta di distinguersi grazie a una protagonista inedita — una suora che pratica esorcismi, ruolo tradizionalmente riservato agli uomini — e a una trama ricca di colpi di scena e rivelazioni finali.

Se dopo la visione il pubblico resta confuso dal finale, questa guida chiarisce tutto ciò che accade nell’ultima parte del film.

Chi è Suor Ann

La protagonista di Gli occhi del diavolo è Suor Ann (Jacqueline Byers), una giovane donna che ha dedicato la propria vita a comprendere le opere del demonio e ad aiutare la Chiesa a salvare le anime perdute. La sua vocazione nasce durante l’adolescenza, segnata da eventi traumatici.

Annie — il suo nome di battesimo — cresce con una madre (Koyna Ruseva) posseduta da un demone, che la maltratta e alla fine si toglie la vita. Rimasta orfana, Annie passa da una famiglia affidataria all’altra fino a un’adolescenza segnata da abusi e solitudine: a quindici anni resta incinta dopo una notte di sesso non protetto e, abbandonata dalla famiglia che la ospita, vive per strada. Viene poi accolta da un convento e decide di farsi suora. Il bambino, però, viene dato in adozione subito dopo la nascita.

Dieci anni dopo, Suor Ann lavora nella Scuola di Esorcismo di Boston, un’istituzione del Vaticano che forma giovani sacerdoti alla lotta contro le forze infernali e ospita persone sospettate di possessione. I “pazienti” vengono rinchiusi in stanze sorvegliate da medici e psichiatri, mentre i preti attendono l’approvazione ufficiale della Chiesa per iniziare gli esorcismi.

Sebbene le suore possano solo assistere i pazienti, Ann si introduce di nascosto nelle lezioni per imparare i riti sacri. Convinta che Dio la chiami a un ruolo più attivo, decide di infrangere le regole per combattere un male che si sta diffondendo sempre più rapidamente.

Il ritorno del demone di Annie

Durante il suo lavoro, Suor Ann comincia a percepire la presenza di demoni nei pazienti. Queste entità evocano i suoi traumi d’infanzia e la costringono a confrontarsi con la morte della madre. La più difficile da gestire è Natalie (Posy Taylor), una bambina di dieci anni posseduta da un demone particolarmente potente.

Col tempo, Ann scopre che lo spirito maligno che tormenta Natalie è lo stesso demone che un tempo aveva posseduto sua madre, e che ora desidera impossessarsi di lei. L’Inferno riconosce in Suor Ann una minaccia e vuole corrompere la sua anima.

Determinata a comprendere il male, Ann formula una teoria secondo cui alcune possessioni avverrebbero perché le vittime, travolte dal senso di colpa, “invitano” i demoni dentro di sé. Per metterla alla prova, partecipa con Padre Dante (Christian Navarro) all’esorcismo della sorella di lui, Emilia (Cora Kirk), posseduta dopo aver abortito in seguito a uno stupro.

Durante l’esorcismo, Ann cerca di convincere Emilia che Dio la ama nonostante la sua scelta, ma la donna, sopraffatta dal rimorso, si suicida il giorno dopo.

Sconvolta, Ann lascia la scuola e torna al convento. Tuttavia, Padre Dante la raggiunge con notizie inquietanti: Natalie è peggiorata, ha ucciso tre persone e il demone gli ha consegnato un crocifisso — lo stesso che Annie aveva lasciato al suo bambino appena nato. Natalie, quindi, è sua figlia.

Rinata spiritualmente e determinata a salvare la bambina, Suor Ann decide di affrontare il demone una volta per tutte.

Duello nel seminterrato

A causa della sua pericolosità, Natalie è rinchiusa nei sotterranei della scuola, un’area antica usata nei secoli passati per imprigionare streghe e indemoniati. Nelle profondità dell’edificio si trova anche una vasca d’acqua santa, un tempo usata per “purificare” i posseduti annegandoli.

Padre Dante aiuta Ann a introdursi di nascosto nell’edificio. Raggiunta la cella, il demone uccide i sacerdoti presenti e si scaglia contro di loro. Per proteggere la bambina, Ann offre il proprio corpo come ricettacolo del male: la creatura lascia Natalie e prende possesso di lei.

Ma la vittoria è solo apparente. Posseduta, Ann tenta di uccidere Dante e la figlia. In un lampo di lucidità, però, rivede nella mente la madre e capisce che il suicidio della donna era stato un atto di sacrificio, non di debolezza: la madre si era tolta la vita per impedire al demone di farle del male.

Ispirata da questo ricordo, Ann trova la forza di ribellarsi all’entità e si getta nella vasca d’acqua santa. L’acqua purifica il suo corpo, brucia il demone e lo distrugge. Mentre lei sta per annegare, Padre Dante la salva e la rianima.

Il male è vinto, e Natalie è finalmente libera, redenta dal sacrificio della madre che non sapeva di avere.

L’Inferno non perdona

Anche se Suor Ann ha sconfitto il demone e salvato sua figlia, sceglie di non rivelarle la verità: per Natalie, lei resterà soltanto una suora gentile che l’ha aiutata.

Per il coraggio dimostrato, Ann ottiene una borsa di studio dal Vaticano per studiare demonologia e diventare la prima donna esorcista dopo sette secoli. Tuttavia, mentre si reca all’aeroporto, rimane bloccata nel traffico e viene attaccata dalle forze dell’Inferno: i demoni possiedono il tassista e una passante, costringendoli a tentare di ucciderla.

Ann afferra il suo crocifisso e si prepara a combattere, lasciando il pubblico con un finale aperto. Non si sa se sopravviverà, ma il messaggio è chiaro: l’Inferno non dimentica e non perdona mai. Se ci sarà un sequel, Suor Ann dovrà continuare la sua battaglia contro le legioni del male, in una guerra che è solo all’inizio.

Prime Video svela trailer di The Traitors Italia, il nuovo reality show condotto da Alessia Marcuzzi

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Prime Video ha svelato oggi il trailer di The Traitors Italia, il nuovo reality show Original italiano condotto da Alessia Marcuzzi, che debutterà in esclusiva sulla piattaforma il 30 ottobre con i primi quattro episodi, seguiti dagli ultimi due disponibili dal 6 novembre 2025.

Il cast e il format di The Traitors Italia

Nel cast figurano Michela Andreozzi, Paola Barale, Filippo Bisciglia, Giancarlo Commare, Giuseppe Giofrè, Pierluca Mariti, Tess Masazza, Alessandro Orrei, Mariasole Pollio, Raiz, Aurora Ramazzotti, Daniele Resconi, Rocco Tanica e Yoko Yamada.

Prodotto da Fremantle Italia per Amazon MGM Studios, in collaborazione con la Trentino Film Commission, The Traitors Italia porta nel nostro Paese il format che ha conquistato pubblico e critica internazionali, vincendo BAFTA ed Emmy Awards per la sua capacità di unire tensione, strategia e colpi di scena.

Un reality psicologico tra alleanze e tradimenti

Ambientato in una maestosa magione immersa nel paesaggio trentino, il reality mescola strategia, gioco di squadra e manipolazione psicologica. Un gruppo di concorrenti famosi è chiamato a completare missioni e accumulare un montepremi in denaro, ma tra loro si nascondono dei “traditori”, pronti a ingannare i compagni per vincere tutto.

I “leali”, ignari della vera identità dei traditori, devono collaborare per scoprirli e eliminarli, ma ogni errore può costare caro. La tensione cresce episodio dopo episodio: se almeno un traditore riuscirà a non essere smascherato, porterà via l’intero premio; se invece verranno scoperti tutti, i leali divideranno equamente il bottino.

Un successo internazionale

Il format di The Traitors nasce nei Paesi Bassi con il titolo originale De Verraders, creato e sviluppato da IDTV e POSVIDEO in collaborazione con RTL Creative Unit. Dopo il debutto su RTL4 nel 2021, lo show è stato adattato in oltre 30 Paesi, diventando un fenomeno globale grazie alla distribuzione internazionale curata da All3Media International.

Con la versione italiana, Prime Video punta a un nuovo successo locale capace di unire intrattenimento, psicologia e suspense, confermando l’impegno della piattaforma nella produzione di contenuti Original nazionali.

Disponibilità e vantaggi Prime

The Traitors Italia sarà disponibile in sei episodi su Prime Video:

  • 30 ottobre 2025 – primi quattro episodi

  • 6 novembre 2025 – ultimi due episodi

Il programma si aggiunge al catalogo di contenuti per i clienti Amazon Prime, che in Italia possono usufruire di spedizioni rapide, offerte esclusive e accesso completo a Prime Video con un unico abbonamento da €49,90 l’anno o €4,99 al mese.

Highlander: emersa online una prima sinossi del reboot con Henry Cavill

C’è grande fermento intorno al tanto atteso reboot di Highlander del regista di John Wick Chad Stahelski. Chi ha visto il film originale del 1986 conoscerà già la trama della saga, ma questa è una rivisitazione moderna, che porterà sicuramente alcuni cambiamenti. Il cast sarà guidato dalla star di The Witcher, Henry Cavill nel ruolo di Connor, con Dave Bautista che interpreterà il malvagio Kurgan. Esplorando la secolare faida di Connor con i suoi potenti compagni immortali, il primo film di Highlander li ha seguiti in una lotta all’ultimo sangue per assorbire i poteri l’uno dell’altro. Alla fine, può esserci “solo uno” di loro.

Grazie a Daniel Richtman, abbiamo ora quella che sembrerebbe essere la prima effettiva sinossi del nuovo Highlander, e sembra anche proprio quello che ci si aspetterebbe dal film. Tuttavia, la posta in gioco si prospetta ancora più alta. “Secoli dopo la sua prima morte su un campo di battaglia scozzese, il guerriero immortale Connor MacLeod vive tranquillamente nel mondo moderno, tormentato dalla perdita e dal ciclo infinito di violenza tra i suoi simili”, si legge.

Quando lo spietato immortale Kurgan riappare, sostenuto da un’organizzazione segreta determinata a svelare il segreto della vita eterna, Connor è costretto a tornare nel Gioco, un’antica battaglia in cui ‘può esserci solo uno’. Guidato dal suo mentore Ramírez e da un’alleata mortale, l’archeologa Kate Bennett, Connor deve confrontarsi con il suo passato e riscoprire il suo scopo. Mentre gli immortali si scontrano attraverso il tempo e i continenti, la lotta per il misterioso ‘Premio’ diventa una battaglia per l’anima dell’umanità”, conclude la sinossi.

Cosa sappiamo di Highlander

Il nuovo film Highlander è il remake di un fantasy d’azione del 1986 su guerrieri immortali, con l’attore Henry Cavill di L’Uomo d’Acciaio e The Witcher nel ruolo principale. La regia è affidata a Chad Stahelski, già regista della serie John Wick. Il resto del cast è poi composto da Russell Crowe nel ruolo del mentore originariamente interpretato da Sean Connery nel classico del 1986, Djimon HounsouDrew McIntyreDave Bautista Marisa Abela. Jeremy Irons interpreta il leader dei Watchers, un ordine segreto incaricato di tenere d’occhio Cavill e i suoi compagni immortali.

Christopher Lambert e Sean Connery hanno recitato nel film originale Highlander nel lontano 1986. La storia ricca di azione di esseri immortali impegnati in un combattimento eterno ha dato vita a un franchise che comprendeva quattro sequel, un film per la TV, due serie live-action e una serie animata. Sebbene il film originale e i suoi sequel sempre più ridicoli siano ormai entrati a pieno titolo nella categoria dei cult classici, Highlander è stato ritenuto un IP sufficientemente prezioso da giustificare un remake, con Cavill nel ruolo interpretato quasi 40 anni fa da Lambert.

Io sono tu, la storia vera dietro al “furto d’identità”

Io sono tu è stato un successo al botteghino USA e ora un film da Top 10 su Netflix, ma il furto d’identità è un’esperienza che nessuno vorrebbe provare nella vita reale. Si tratta a tutti gli effetti di un crimine e può essere tutt’altro che divertente quando si diventa improvvisamente vittime. Ecco cosa c’è da sapere sul furto d’identità dopo aver visto la versione hollywoodiana.

Nel film Io sono tu, Jason Bateman interpreta la vittima di un furto d’identità, causato dalle bizzarrie di un personaggio interpretato da Melissa McCarthy.

Il furto d’identità nella vita reale

Nella vita reale, una volta che i criminali ottengono l’accesso ad alcune informazioni che ti identificano, potrebbero venderle, aprire nuovi conti a tuo nome e persino iniziare una nuova vita con te. Sebbene Hollywood si prenda spesso delle libertà quando gira un film, ecco alcuni spunti tratti dal film che tutti dovrebbero conoscere nel caso in cui si diventasse vittime di furto d’identità.

Giurisdizione: Il personaggio di Bateman vive in Colorado, mentre il personaggio di McCarthy sta formulando false accuse in Florida. La giurisdizione è un ostacolo per il personaggio di Bateman, perché crede che McCarthy debba recarsi in Colorado per essere processata. Tuttavia, gli esperti affermano che, se il colpevole viene trovato, viene solitamente arrestato nella zona in cui vive e tutta la documentazione locale, statale e federale viene inviata a quel tribunale.

“Tenete presente che la giurisdizione si basa sull’area in cui è avvenuto il reato, non su quella in cui vive la vittima”, ha affermato Raul Vargas, responsabile delle operazioni antifrode presso IDentity Theft 911.

Statistiche: Nel film, la polizia informa il personaggio di Bateman che i ladri vengono catturati nel 5-10% dei casi. In realtà, meno di un ladro di identità su 1.000 viene perseguito con successo, afferma Vargas.“E il crimine è molto più diffuso di quanto mostri questo film”, ha affermato. “Nel mondo reale, 20 persone sono vittime di furto di identità ogni minuto. Si tratta di una nuova vittima ogni tre secondi”.

Io sono tu: la commedia con Melissa McCarthy diventa una Hit su Netflix

Logistica: Dopo aver parlato con la polizia, il personaggio di Bateman rintraccia McCarthy, a più di 3.200 chilometri di distanza da dove vive. “Nella vita reale, è estremamente complicato, poiché il furto di identità si verifica sempre più spesso online e oltre i confini nazionali”, ha affermato Vargas.

Sofisticazione: Con la crescente attenzione rivolta al furto d’identità, è diventato anche più sofisticato. Sebbene le frodi al dettaglio continuino a verificarsi, la tendenza è verso le frodi negli acquisti online e nelle banche, dove i criminali possono rubare il portafoglio senza mai lasciare il portatile, ha affermato Vargas.

Nel film, il personaggio di McCarthy si dedica a shopping sfrenato, trascorrendo diversi giorni a Orlando. “Quando si verificano frodi al dettaglio, le carte vengono rubate, utilizzate e spesso gettate via”, ha affermato. “I ladri raramente si spacciano per vittime per un periodo di tempo prolungato”.

Motivazione: Sebbene il personaggio di McCarthy risulti divertente e amabile, i ladri d’identità sono tutt’altro. Se c’è una lezione da imparare da questo film, è questa: il furto d’identità riguarda sempre il furto e non l’entrare a far parte della vita di una persona. “Non fraintendetemi”, ha detto Vargas. “I ladri d’identità sono alla ricerca di una cosa sola: i vostri soldi”.

Fonte

Commedie italiane: i migliori film da vedere recenti e passati

La commedia è uno dei generi che più identificano il grande cinema italiano, presente sin dagli albori, prima ancora dell’avvento del sonoro. Con l’arrivo del cinema parlato nacque la commedia dei telefoni bianchi, legata alla borghesia e alle ideologie del Ventennio. Da lì si arrivò all’età d’oro della commedia all’italiana, il periodo più iconico e riconosciuto nel mondo, capace di raccontare con ironia i vizi e le virtù di un Paese in trasformazione.

Nel tempo, tra declinazioni demenziali, politiche, sexy o brillanti, la commedia italiana ha saputo reinventarsi, restando uno dei generi più amati dal pubblico. Di seguito una panoramica dei migliori film comici italiani, dai grandi classici fino ai titoli più recenti che raccontano l’Italia di oggi con ironia e umanità.

Commedie italiane 2025: i nuovi film da vedere quest’anno

Il 2025 conferma il buon momento del cinema italiano con commedie che mescolano ironia e impegno civile. Tra i titoli più attesi e già usciti:

  • Romeo è Giulietta di Giovanni Veronesi, con Sergio Castellitto e Pilar Fogliati, un racconto ironico sulle dinamiche teatrali e i ruoli di genere.

  • Un mondo a parte di Riccardo Milani, con Antonio Albanese e Virginia Raffaele, commedia agrodolce sull’Italia dei piccoli borghi.

  • Volare di Margherita Buy, debutto alla regia per l’attrice, che racconta con leggerezza la paura di volare e la paura di vivere.

  • C’è ancora domani di Paola Cortellesi, un successo di critica e pubblico che fonde dramma e ironia nel racconto della Roma del dopoguerra.

Commedie italiane 2024: satira, sentimenti e nuove tendenze

Il 2024 ha visto una commedia più ibrida e riflessiva, capace di unire la risata alla critica sociale.

  • Tre di troppo di Fabio De Luigi: una coppia alle prese con la vita genitoriale dopo un desiderio espresso per scherzo.

  • Romeo è Giulietta, distribuito tra la fine del 2024 e inizio 2025, rimane tra i film più rappresentativi.

  • 50 km all’ora di Fabio De Luigi, remake di un film tedesco, è un road movie ironico e malinconico.

  • Il più bel secolo della mia vita con Sergio Castellitto e Valerio Lundini, riflette con humor sui paradossi burocratici italiani.

Commedie italiane 2023: il ritorno del pubblico in sala

Dopo gli anni difficili della pandemia, la commedia torna ad attirare spettatori con storie umane e sincere.

  • Grazie ragazzi di Riccardo Milani: Antonio Albanese guida una compagnia teatrale composta da detenuti.

  • Mixed by Erry di Sydney Sibilia: l’ascesa di tre fratelli napoletani che inventano un impero musicale pirata negli anni ’90.

  • Vicini di casa di Paolo Costella: due coppie e una notte di rivelazioni in un condominio romano.

  • Il primo giorno della mia vita di Paolo Genovese: una commedia esistenziale sull’importanza di ricominciare.

Commedie italiane 2020–2022: tra pandemia e rinascita

Tra il 2020 e il 2022, la commedia ha raccontato un Paese sospeso tra crisi e speranza, con film che mescolano ironia e malinconia.

  • Odio l’estate (2020) di Massimo Venier, il ritorno di Aldo, Giovanni e Giacomo.

  • Tolo Tolo (2020) di Gennaro Nunziante con Checco Zalone, satira sull’immigrazione.

  • Figli (2020) di Giuseppe Bonito con Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea.

  • È per il tuo bene (2020) di Rolando Ravello.

  • Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto (2021) di Riccardo Milani.

Commedie italiane recenti e di successo (2010–2019)

Un decennio in cui la commedia ha trovato nuova linfa tra generazioni di autori e interpreti.

  • Perfetti sconosciuti (2016). Il film che ha consacrato Paolo Genovese, Perfetti Sconosciuti. Un gruppo di amici di lunga data si ritrova a cena e decide di condividere messaggi e telefonate in arrivo sui cellulari di ognuno. Nel corso della serata vengono a galla segreti e bugie che mettono a rischio gli equilibri di anni. Commedia dai toni amari che punta a riflettere sugli odierni rapporti in un mondo iper tecnologico.
  • Comedians (2021) Sei aspiranti comici stanchi della mediocrità delle loro vite, al termine di un corso serale di stand-up comedy, si preparano ad affrontare la loro prima esibizione in un locale. Tra il pubblico c’è anche un esaminatore. Comedians è un film comico italiano diretto da Gabriele Salvatores, tratto dall’omonimo dramma di Trevor Griffiths. Il film è inoltre un parziale remake di Kamikazen – Ultima notte a Milano, primo lungometraggio del regista avente la pièce di Griffiths come soggetto.
  • Metti la nonna in Freezer (2018). Il più incorruttibile e maldestro dei finanzieri, Simone Recchia (Fabio De Luigi), si innamora perdutamente di Claudia (Miriam Leone), una giovane restauratrice che vive grazie alla pensione della nonna (Barbara Bouchet). Quando la nonna improvvisamente muore, per evitare la bancarotta, Claudia, con la complicità delle sue amiche, pianifica una truffa per continuare ad incassare la pensione. Tra travestimenti, equivoci ed ingegnose bugie sono gli ingredienti per questa nuova ed irriverente commedia sulla difficoltà di sbarcare il lunario ai tempi della crisi.
  • Quo vado? (2016). Il re della commedia recente, Checco Zalone in una delle sue puntate più esilaranti, Quo Vado?. Un uomo che vive ancora con la famiglia, per timore dell’indipendenza, viene costretto a cambiare la propria vita e doversi adattare ad ogni lavoro, anche i più improbabili e pericolosi. Zalone riflette sul concetto di posto fisso e del lavoro in Italia, proponendo una satira specchio dell’attualità del paese.
  • Nove lune e mezza (2017). Commedia al femminile diretta da Michela Andreozzi, parla di due sorelle diversissime, in tutto: relazioni, carriera, figli, sesso. Tina cerca da anni di avere un figlio, ma non funziona. E Livia decide di aiutarla. Con Claudia Gerini protagonista, è questa una divertente commedia incentrata sul tema della fertilità e della maternità.
  • Odio l’estate (2020). Le famiglie di Aldo, Giovanni e Giacomo, che non si conoscono e sono molto diverse tra loro, partono per una vacanza in Puglia e si ritrovano, a causa di un disguido, a dover condividere l’abitazione. Il celebre trio comico torna al suo meglio sul grande schermo per proporre una storia dolceamara sull’amicizia, la famiglia e i legami della vita.
  • Tolo Tolo (2020). Dopo che il suo ristorante di sushi è fallito miseramente, Checco deve scappare dai suoi creditori e decide di rifugiarsi in Africa, dove si improvvisa cameriere in una struttura alberghiera. Checco Zalone torna al cinema per offrire la propria versione dell’emigrazione dall’Africa fino all’Italia, in un’opera che punta con ironia a far riflettere su tale tema.
  • Figli (2020). Sara e Nicola sono sposati da tempo, hanno una bambina di sei anni e sono molto innamorati. Inoltre, entrambi hanno una vita professionale appagante. L’arrivo del secondo figlio, però, rompe l’equilibrio della loro vita perfetta. Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi recitano da protagonisti in questa originalissima commedia incentrata sulla genitorialità, la cui sceneggiatura di Mattia Torre è stata premiata ai David di Donatello.
  • 7 ore per farti innamorare (2020). Dopo aver scoperto che la fidanzata lo tradisce con il suo capo, il diligente giornalista Paolo De Martino si licenzia e trova lavoro presso una rivista per uomini. L’incontro con la seducente Valeria cambia la sua vita. Giampaolo Morelli e Serena Rossi sono i protagonisti di questa brillante commedia romantica, particolarmente apprezzata dal grande pubblico.
  • Cosa sarà (2020). La vita di Bruno Salvati è in una fase di stallo. I suoi film non hanno mai avuto successo, sua moglie Anna sembra già avere un altro. Un giorno, Bruno scopre di avere una forma di leucemia. Parte da qui per lui un nuovo percorso di vita, con nuove consapevolezze.
  • È per il tuo bene (2020). Tre amici sono insoddisfatti delle relazioni sentimentali delle loro figlie. Così decidono di aiutarsi a vicenda per portare a termine le loro storie d’amore. Protagonisti di questa cinica commedia sono Marco Giallini, Giuseppe Battiston e Vincenzo Salemme.

Altre commedie italiane recenti

  • Smetto quando voglio (2014). Sette accademici in rovina trovano il modo di salvarsi, al limite della legalità: uno di loro, un chimico, ha sintetizzato una nuova sostanza stupefacente, non ancora messa al bando dal ministero.
  • Benvenuti al sud (2010). Alberto Colombo, un direttore delle Poste che vive in un paesino della Brianza, viene trasferito a guidare l’ufficio postale del piccolo paese di Castellabate in seguito ad una richiesta andata non propriamente a buon fine. L’uomo, inizialmente perplesso dalla situazione, viene accolto a braccia aperte dal postino Mattia e dai colleghi, iniziando ad apprezzare le bellezze e le abitudini del piccolo centro campano.
  • Tutta colpa di Freud (2014). Uno psicologo cinquantenne, Francesco, è divorziato e si prende cura delle tre figlie, nonostante queste siano cresciute, e delle intricate vicende romantiche della famiglia. Tutte e tre hanno relazioni problematiche e, a complicare ulteriormente le cose, l’amore segreto di Francesco si rivela essere la moglie di uno degli amanti delle ragazze.
  • Una famiglia perfetta (2012). Leone è un uomo ricco e potente ma soprattutto solo. La solitudine lo spinge ad ingaggiare una compagnia di attori per far interpretare loro la famiglia che non ha mai avuto. La recita va in scena la notte di Natale nella sua villa a Todi, con i due piani della vita dell-uomo che si fanno sempre meno distinti.
  • Grande, grosso e… Verdone (2008). Film nel quale Verdone riporta in vita tre suoi famosi personaggi: il candido, il logorroico ed il volgare. Leo ha la madre defunta da seppellire, ma deve affrontare, oltra ad una buona dose di sventure, una impresa di pompe funebri assai poco professionale. Callisto è un professore antipatico e pedante che viene per un momento creduto disperso nelle catacombe, con somma gioia del figlio. Moreno ed Enza sono una coppia di cafoni arricchiti che affrontano una serie di disavventure in vacanza.
  • Nessuno mi può giudicare (2011). La bella Alice vive una vita agiata nella propria villetta di Roma, con il marito, un figlio e tre domestici. Con l’improvvisa morte dell’uomo in un incidente, la donna scopre di aver ereditato solo debiti, e che l’impresa familiare è sull’orlo del fallimento. L’unico modo per salvare la famiglia richiede di fare tanti soldi in poco tempo. Decide così di diventare accompagnatrice, aiutata nell’intento da una collega bellissima, dall’aria superficiale e cinica.
  • La matassa (2012). Ficarra e Picone mattatori nel film La Matassa. Gaetano e Paolo sono due cugini, figli di fratelli che però si odiano e per questo motivo non si vedono da vent’anni. Il caso vuole che i due si incontrino improvvisamente, diventando protagonisti involontari di diverse avventure ed equivoci che li portano a rischiare la loro stessa vita. A tentare di farli riappacificare, per essere di nuovo una famiglia, interviene un uomo di chiesa, don Gino.
  • Sole a catinelle (2013). Se sarai promosso con tutti dieci papà ti regala una vacanza da sogno: è questa la promessa che Checco fa al figlio Nicolò. Fin qui tutto bene, il problema è che Checco, venditore di aspirapolvere in piena crisi sia con il fatturato che con la moglie, non può permettersi di regalare al figlio nemmeno un giorno al mare. Ma quando Nicolò riceve la pagella perfetta, la promessa va mantenuta.
  • Se Dio vuole (2015) di Edoardo Falcone. Tommaso è un chirurgo famoso e un uomo deciso. Quando il figlio annuncia che vuole lasciare la facoltà di medicina per diventare prete, il mondo gli cade addosso. Sembra che sia stato ispirato da un certo Don Pietro, e Tommaso è deciso a scoprirne gli altarini e rivelare tutto al figlio, per fargli cambiare idea.
  • La felicità è un sistema complesso (2015) di Gianni Zanasi è una commedia dolcemara e piena di sentimenti, parla di Enrico Giusti, un uomo il cui lavoro è convincere dirigenti incompetenti a dimettersi. Ma si trova due orfani tra le mani, i traumi riemergono e le cose cambiano.

Commedie italiane diventate veri classici

tre uomini e una gamba

  • Tre uomini e una gamba (1997). Il film che ha dato il successo al trio Aldo, Giovanni e Giacomo. Un viaggio in auto, in occasione di un matrimonio, si trasforma in un’odissea epica per tre impiegati e una preziosa gamba di legno.
  • Il Ciclone (1996). Uno dei film più famosi di Leonardo Pieraccione.  In un paesino della Toscana vive la famiglia Quarini, il padre Osvaldo e i tre figli Levante, Libero e Selvaggia. Un giorno una compagnia spagnola di flamenco arriva e porta nuovo e contagioso entusiasmo nella vita dei quattro.
  • Ricomincio da tre (1981). Gaetano è un ragazzo napoletano in cerca di nuovi stimoli e decide così di lasciare casa, lavoro e amici per trasferirsi a Firenze dalla zia. Tra situazioni divertenti, il giovane conosce Marta e inizia con lei un nuovo capitolo della propria vita. Questo è senza dubbio uno dei film più iconici di Massimo Troisi, ricco di sentimenti e comicità senza tempo.
  • Eccezzziunale… veramente (1982). Seguiamo tre esilaranti episodi legati ad un capo ultrà milanista, ad un venditore d’autoveicoli interista che fa 13 alla schedina e ad un camionista juventino di origine meridionale. Diego Abatantuono interpreta tre personaggi diversi in questo classico della commedia che ha anche il merito di aver confermato l’indiscusso talento di Abatantuono come attore.

Le migliori commedie all’italiana

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Quella della commedia all’italiana è ricordata come uno dei periodi migliori per la comicità nostrana. Film capaci di divertire ma anche di offrire malinconici ritratti di un paese problematico, segnato dagli orrori della guerra o dai cambiamenti sociali talvolta mal compresi. All’interno di questo filone si ritrovano dunque alcuni dei migliori film mai prodotti in Italia e qui di seguito se ne riportano alcuni, i più rappresentativi e iconici.

  • I soliti ignoti, (1958), Mario Monicelli. Se si parla di commedie italiane non si può non menzionare questo capolavoro. Ci sono tutti: Gassman, Mastroianni, Totò, Salvatori, e la Cardinale. Sei uomini hanno l’occasione di fare un colpo facile: rapinare un monte dei pegni, sfondando un muro sottile che ne separa la cassaforte da un’abitazione privata. Si preparano come si fa nei film, ma le cose non andranno come previsto. Monicelli, sei sbandati, e pasta e ceci.
  • Il sorpasso (1962), Dino Risi. Il giorno di Ferragosto due amici, uno studente universitario timido e un quarantenne immaturo, trascorrono la giornata in auto. Le ore passano veloci in un susseguirsi di episodi tragicomici, fino all’epilogo inatteso e drammatico. Vittorio Gassman e Jean-Louis Trintignant recitano in questa iconica commedia dai risvolti amari, che offre un’Italia nel pieno del suo boom economico.
  • Divorzio all’italiana, (1962), Pietro Germi. Un barone Siciliano, erede di una famiglia ridotta al lastrico, è sposato con l’odiosissima Rosaria. È però innamorato della giovane angela. Dato che in Italia il matrimonio non è ancora legale, decide di far fuori la moglie. Esilarante e cinico.
  • L’armata Brancaleone (1966), Mario Monicelli. Brancaleone da Norcia sta per partecipare a un torneo quando incontra il bizantino Teofilatto con il quale occupa un paese dove imperversa la peste. Qui salva una stravagante promessa sposa e insieme vivono altre rocambolesce avventure. Grande classico della commedia, il film ha riscritto i canoni della commedia storica.
  • Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) (1970), di Ettore Scola. Un muratore già sposato e una fioraia si incontrano e innamorano durante una manifestazione. La donna, però, non riesce a resistere al fascino di un pizzaiolo. Ben presto, il rapporto tra i tre si incrinerà in modi irreparabili.  Marcello Mastroianni, Monica Vitti e Giancarlo Giannini recitano in questa commedia amara, ricca di amore, passioni e morte.
  • C’eravamo tanto amati (1974), di Ettore Scola. Tre partigiani legati da una forte amicizia, finita la guerra, tornano alla propria vita. Lo scontro con la realtà quotidiana, però, mette a dura prova il loro legame. Straordinaria commedia dai toni malinconici per riflettere sulle trasformazioni dell’Italia dalla guerra fino agli anni del boom economico.
  • Fantozzi (1975) di Luciano Salce. Il ragionier Ugo Fantozzi, perennemente inseguito dalla mala sorte, cerca di sopravvivere alla vita di impiegato per una grande azienda. Primo film di un’iconica saga cinematografica che trova in Paolo Villaggio e nel suo personaggio Ugo Fantozzi elemento di estrema comicità, che riflette però sempre con acume sull’Italia.
  • Febbre da cavalo (1976). Film che usa una serie di flashback per raccontare le vicende di tre amici, Mandrake, Pomata e Felice, la cui vita ruota attorno al mondo delle corse dei cavalli e alle scommesse. Gigi ProiettiEnrico Montesano e Francesco De Rosa sono i tre brillanti mattatori di questa commedia iconica, tra le più divertenti e citate di sempre.

Commedie italiane su Netflix

Netflix è oggi la casa ideale per riscoprire la commedia italiana, tra novità recenti e grandi classici restaurati. Dal sarcasmo moderno di Mixed by Erry ai cult con Troisi e Verdone, la piattaforma offre un catalogo capace di attraversare generazioni e stili diversi, tra satira, romanticismo e umanità.

Le migliori commedie italiane da vedere su Netflix

  • Ramore in teoria – Un gioco di parole per una commedia sentimentale leggera e ironica sulle relazioni ai tempi dei social, tra incontri mancati e nuovi inizi.

  • Romeo è Giulietta – Giovanni Veronesi dirige una divertente riflessione metateatrale sulle differenze di genere e sui ruoli del mondo dello spettacolo.

  • Ogni maledetto fantacalcio – Satira irresistibile sul mondo dei tifosi e delle amicizie rovinate da un campionato virtuale.

  • La vita da grandi – Una commedia fresca e familiare sulle piccole e grandi responsabilità dell’età adulta.

  • Il secondo tragico Fantozzi – Paolo Villaggio al massimo del suo genio grottesco: un cult intramontabile che racconta l’Italia degli impiegati e delle umiliazioni quotidiane.

  • Il campione – Tra commedia e dramma sportivo, un giovane calciatore viziato scopre il valore della disciplina e dell’amicizia.

  • 2 superpiedi quasi piatti – Bud Spencer e Terence Hill in una delle loro avventure più spassose, tra scazzottate e gag indimenticabili.

  • Noi e la GiuliaEdoardo Leo firma una commedia corale sull’amicizia e sulla fuga dal caos della città, tra ironia e malinconia.

  • Non c’è due senza quattro – Ancora Bud Spencer e Terence Hill in un intreccio di identità scambiate e guai senza fine.

  • Mixed by Erry – Sydney Sibilia racconta la vera storia dei fratelli Frattasio, pionieri della pirateria musicale negli anni ’90.

  • Nati con la camicia – Avventura scatenata e piena d’azione con il duo Spencer-Hill in missione (improbabile) per la CIA.

  • 10 giorni senza mamma – Fabio De Luigi e Valentina Lodovini in una commedia familiare sulle sfide della paternità improvvisata.

  • Si accettano miracoli – Alessandro Siani dirige e interpreta una fiaba moderna sul potere della fede e delle seconde possibilità.

  • Una famiglia mostruosa – Una famiglia di “mostri” accoglie un ragazzo normale in una commedia fantasy per tutta la famiglia.

  • Immaturi – Paolo Genovese racconta un gruppo di amici costretti a tornare sui banchi di scuola: tra nostalgia e leggerezza.

  • Che bella giornata – Il film che consacrò Checco Zalone, un successo da record capace di far ridere e riflettere sull’Italia contemporanea.

  • La mafia uccide solo d’estate – L’ironia amara di Pif nel raccontare la Palermo degli anni di piombo con uno sguardo tenero e disincantato.

  • Il 7 e l’8 – Ficarra e Picone in una storia di identità scambiate e destino, una delle loro commedie più amate.

  • Il grande giorno – Aldo, Giovanni e Giacomo tornano con una commedia elegante sull’amicizia, l’amore e le occasioni mancate.

  • Compagni di scuola – Carlo Verdone riunisce vecchi compagni di liceo in una cena che diventa resa dei conti generazionale.

  • Fantozzi – Il primo film del ragioniere più celebre del cinema italiano, simbolo di una comicità amara e popolare.

  • Come tu mi vuoi – Una commedia romantica universitaria con Nicolas Vaporidis e Cristiana Capotondi, tra cliché e metamorfosi.

  • Benvenuti al Nord – Sequel di Benvenuti al Sud, ancora Miniero firma una commedia sugli stereotipi italiani con ritmo e affetto.

  • Qualunquemente – Antonio Albanese torna nei panni del politico Cetto La Qualunque: satira feroce e irresistibile sull’Italia del potere.

  • Bianco, rosso e Verdone – Tre personaggi, tre viaggi, un’Italia raccontata da Verdone con umorismo e malinconia.

  • Maledetto il giorno che t’ho incontrato – Una commedia sentimentale con Verdone e Margherita Buy che alterna romanticismo e nevrosi.

  • L’abbaglio – Una storia di provincia che alterna tono grottesco e umanità genuina, per una piccola perla del cinema recente.

  • Ricomincio da tre – Massimo Troisi in un capolavoro poetico e delicato che ha ridefinito la commedia sentimentale italiana.

  • Notte prima degli esami – La maturità vista come rito di passaggio generazionale in una commedia che ha segnato gli anni 2000.

  • Nessuno mi può giudicare – Paola Cortellesi in una brillante commedia di rinascita personale e sociale.

  • Ovosodo – Paolo Virzì firma un racconto di formazione ironico e tenero sulla gioventù livornese.

  • 4 metà – Quattro versioni dell’amore si intrecciano in una commedia romantica moderna e intelligente.

  • Tu la conosci Claudia? – Aldo, Giovanni e Giacomo in una delle loro migliori commedie, tra equivoci, gelosie e un pizzico di malinconia.




Io sono tu: la commedia con Melissa McCarthy diventa una Hit su Netflix

La commedia del 2013 Io sono tu, con Melissa McCarthy, è tornata in auge ed è ora tra i dieci film più visti su Netflix. Il film segue la storia di Sandy Patterson (Jason Bateman), che si mette sulle tracce di una donna di nome Diana (McCarthy) dopo che questa gli ha rubato l’identità, nel tentativo di consegnarla alla giustizia e ripulire il proprio nome e il proprio credito.

Il film fu un successo commerciale negli USA, incassando 175,4 milioni di dollari a fronte di un budget di 35 milioni, ma fu stroncato dalla critica al momento della sua uscita. Attualmente detiene un punteggio di 35 su 100 su Metacritic e un ancora più basso 19% su Rotten Tomatoes.

Nella classifica settimanale di Netflix dei 10 film più visti, Io sono tu, nonostante i più di dieci anni trascorsi dalla sua uscita, si è guadagnato un posto accanto a successi contemporanei della piattaforma.

La carriera di Melissa McCarthy è molto cambiata da Io sono tu

Ci sono diverse ragioni per cui Io sono tu è diventato un successo su Netflix nonostante la sua pessima reputazione critica. Il principale motivo è probabilmente il fascino del duo di protagonisti.

Jason Bateman è ormai una presenza familiare per gli spettatori di Netflix grazie alla serie di successo Ozark, recentemente conclusa, mentre Melissa McCarthy ha vissuto una vera e propria trasformazione professionale dai tempi di Io sono tu.

Nel 2013, infatti, McCarthy era reduce dal grande successo di Le amiche della sposa, che le era valso una nomination all’Oscar. Tuttavia, negli anni successivi, le sale cinematografiche si erano riempite di commedie con lei protagonista, e la critica iniziò a snobbare i suoi film che non fossero diretti da Paul Feig, il regista di Le amiche della sposa.

Le collaborazioni con Feig ebbero infatti un discreto riscontro — Corpi da reato (66%), Spy (95%) e Ghostbusters (74%) — mentre le altre sue pellicole non andarono altrettanto bene: Io sono tu ottenne valutazioni basse, simili a Tammy (24%) e The Boss (22%).

Melissa McCarthy oggi: dal comico al drammatico

Negli anni successivi, McCarthy ha saputo reinventarsi, esplorando ruoli lontani dalla pura commedia. Tra questi spicca la sua interpretazione drammatica nel biopic del 2018 Copia originale (Can You Ever Forgive Me?), che le valse una seconda nomination agli Oscar. Più di recente, ha vestito i panni della villain Ursula nel remake live-action Disney de La sirenetta (2023), dimostrando ancora una volta la sua versatilità, ed è stata guest in Only Murders in the Building – Stagione 4.

Ora che il pubblico si è un po’ allontanato dal periodo delle commedie anni 2010 che l’hanno resa celebre, sembra esserci un rinnovato interesse anche per i suoi film di quel periodo — compreso Io sono tu — nonostante le recensioni negative dell’epoca.

Io sono tu sta vivendo una seconda vita su Netflix, trainato dalla popolarità attuale dei suoi interpreti e da una nuova generazione di spettatori curiosi di riscoprire le commedie che hanno lanciato la carriera di Melissa McCarthy.

Steve, spiegazione del finale: cosa succede al personaggio di Cillian Murphy?

“Stanco, molto stanco”. Queste sono le tre parole con cui Steve (interpretato da Cillian Murphy) si descrive alla troupe di un documentario in visita a Stanton Wood, la scuola di recupero dove è preside. L’istituto accoglie giovani uomini problematici che cercano di capire chi diventeranno. Basato sul romanzo Shy di Max Porter, Steve si svolge nell’arco di una sola giornata, offrendo uno sguardo intimo sulle vite dei ragazzi e dei loro insegnanti, e mostrando quanto sia difficile comprendere davvero cosa si nasconda nella mente degli altri.

Al centro della storia, insieme a Murphy, c’è Jay Lycurgo nel ruolo di Shy, uno studente che non si separa mai dalle cuffie attraverso cui ascolta musica drum-and-bass, colonna sonora della sua vita. Le sue tre parole per descriversi sono “arrabbiato e annoiato”. Ma come suggerisce il film, nessuna vita può essere racchiusa in poche parole. Per capire davvero chi siamo, bisogna essere presenti nelle vite degli altri, ascoltare ciò che non viene detto e non distogliere lo sguardo anche quando la realtà fa male.

Il regista Tim Mielants e il cast spiegano che Steve non è solo una storia, ma un punto di partenza per la riflessione e la discussione.

Cosa succede in Steve

Ambientato a metà degli anni ’90, il film si svolge a Stanton Wood, una scuola immaginaria nel Regno Unito finanziata dallo Stato e ospitata in un vecchio maniero decadente. L’istituto offre una seconda possibilità a giovani difficili, con l’obiettivo di prepararli alla vita adulta. C’è un senso di speranza in questo progetto, ma anche un grande peso: gli insegnanti sanno che il fallimento potrebbe compromettere per sempre il futuro dei ragazzi.

Steve incarna perfettamente questa tensione. È un educatore empatico e brillante, ma allo stesso tempo lotta con i propri demoni interiori: dipendenze, senso di colpa e dolore.

Il periodo storico contribuisce a questa dualità. Porter spiega che il film è ambientato durante l’era della “Cool Britannia”, ma si chiede: cosa significava quella cultura pop ottimista per ragazzi infelici, emarginati e falliti dal sistema? Per loro il 1996 non era un tempo “cool”, ma semplicemente la realtà in cui sopravvivevano. Per Shy, la sfida più grande è la solitudine e il bisogno di trovare un senso di appartenenza. Il film esplora cosa significherebbe per lui perdere l’unico luogo che può chiamare casa.

Cosa sta accadendo a Stanton Wood

La scuola diventa oggetto di un documentario che filma studenti e docenti nei momenti più vulnerabili. Si scopre presto che l’istituto rischia la chiusura: deve trasferirsi, ma non ci sono fondi né strutture alternative. Stanton Wood è destinata a sparire, lasciando i ragazzi senza un rifugio e gli insegnanti impotenti.

Questo senso di urgenza permea l’intero film. I docenti cercano disperatamente di salvare i ragazzi, ma comprendono che il problema è più grande di loro e che servono tempo e riforme profonde per cambiare davvero le cose.

Amanda (Tracey Ullman), una delle insegnanti, racconta alla troupe: “Doveva essere un centro di eccellenza. Ora, dopo tutti i tagli, siamo allo stremo, viviamo in crisi permanente. Steve si sente in colpa, ma non dovrebbe. Forse è per questo che lavoriamo bene insieme: entrambi siamo intrappolati in questo posto, nel bene e nel male. Quasi sempre nel male.”

Il film, tuttavia, invita anche a guardare al presente: a ciò che accade davanti ai nostri occhi, più che a un futuro incerto.

Cosa succede a Shola in Steve

Shola (interpretata da Simbi Ajikawo, nota anche come la rapper Little Simz) è una giovane insegnante descritta da se stessa come “concentrata, dedicata, flessibile”. È una figura calma e controllata, vicina ai ragazzi per età ma capace di mantenere autorità e sensibilità. Tuttavia, anche lei affronta difficoltà personali, tra cui molestie sessuali da parte di un alunno. Deve quindi imparare a proteggersi senza perdere la propria umanità e professionalità.

Ajikawo racconta che interpretare Shola le ha fatto comprendere meglio la complessità del ruolo degli insegnanti: “Pensi che la loro vita ruoti intorno a te, ma in realtà hanno anche loro dolori e difficoltà. Alcuni si prendono davvero cura dei ragazzi e vogliono capirli, anche se è difficilissimo.” Colpita dalla performance di Lycurgo, Ajikawo ha scritto per il film la canzone Don’t Leave Too Soon, dedicata a Shy: “Volevo scrivere qualcosa per lui, per fargli capire ‘ti vedo’. Forse non sa di volere essere visto, ma è chiaro che ne ha bisogno.”

Robert Viglasky/Neflix

Cosa succede a Shy in Steve

Shy è introdotto come un ragazzo energico e fragile al tempo stesso: ascolta musica dal suo Walkman, si droga prima delle lezioni, ride e scherza, ma vive anche momenti di profonda rabbia. Steve lo guarda con affetto e speranza, ma non può salvarlo da tutto.

In una scena cruciale, Shy telefona alla madre, che gli comunica di voler interrompere i contatti con lui. È un colpo devastante. Lo spettatore scopre che Shy ha un passato violento: ha accoltellato il patrigno e fatica a controllare la rabbia. In un momento di disperazione, carica uno zaino di pietre e si immerge nello stagno della scuola, pronto a lasciarsi affondare.

Cillian Murphy ricorda che il provino di Lycurgo commosse tutti: “Abbiamo visto il video e ci siamo messi a piangere. Sapevamo che era lui. Ha una maturità incredibile per la sua età.”

Il film però offre un barlume di speranza: Shy non affonda. Riesce a uscire dall’acqua e a vivere un altro giorno. È un messaggio di resilienza — la possibilità che anche chi è perso possa salvarsi, se qualcuno decide di ascoltarlo davvero.

Cosa succede a Steve

Steve, pur dedicandosi completamente ai suoi studenti, è distrutto dentro. Abusa di alcol e antidolorifici per anestetizzare un dolore profondo: il senso di colpa per un incidente d’auto che ha causato la morte di un bambino. Il suo tentativo di aiutare gli altri diventa un modo per non affrontare se stesso.

Amanda lo affronta in una scena toccante, mentre lui cerca disperatamente una pillola di ossicodone: “Non è colpa tua,” gli dice. “Qualcuno è morto e tu ti stai anestetizzando. Devi accettarlo. Non puoi smettere il dolore, non puoi cancellarlo.”

Questo dialogo racchiude il cuore del film: il dolore non può essere ignorato. Va riconosciuto, condiviso, affrontato. Solo attraverso la vulnerabilità si può costruire fiducia e guarigione. Come afferma il regista Mielants: “La vulnerabilità è l’arma più potente che abbiamo come esseri umani.” Nel finale, Steve riflette sul valore dell’empatia e della connessione: “Voglio che tutti questi ragazzi sappiano che c’è qualcos’altro… che ci sono infinite possibilità. Il disastro cambia forma, e può diventare la gioia di domani.”

Il film si chiude con una nota di speranza malinconica: il dolore non scompare, ma può trasformarsi in qualcosa di diverso — in vita, musica, amore, comprensione.

Elizabeth Olsen parla della “stanchezza dei supereroi” e del ritorno di Scarlet Witch

La “stanchezza dei supereroi” non è una novità e anzi negli ultimi anni si è affermata con maggiore decisione, tanto che i film tratti dai fumetti non sono più una garanzia di successo. La DC Studios è sulla buona strada per risollevare il marchio DC dopo gli ultimi disastrosi anni della DCEU, mentre la Marvel Studios sta dando la priorità alla qualità piuttosto che alla quantità dopo una Saga del Multiverso ricca di colpi di scena e in gran parte incostante. Ora, in un’intervista a PEOPLE, la star di WandaVision, Elizabeth Olsen si è unita alla discussione.

L’attrice ha confermato che continuerà a interpretare Scarlet Witch e ha anche riconosciuto che, sebbene alcuni possano essere “stanchi” dei supereroi, questi film sono realizzati in ultima analisi per i fan, non per i critici. “È qualcosa che amo e a cui voglio sempre tornare”, ha spiegato. “Penso che la cosa più speciale degli ultimi cinque anni sia stata la possibilità di fare così tante cose con il personaggio che non avrei mai pensato di poter fare. Ci sono ancora delle linee narrative dei fumetti che mi piacerebbe realizzare e che penso anche i fan vorrebbero vedere”.

Voglio dire, questi film non sono per i critici, sono per i fan”, ha continuato Olsen. “È davvero gratificante e le storie sono solo migliorate per me e per il mio personaggio. Mi è piaciuto molto”. L’attrice ha poi aggiunto: “Alcune persone hanno serie televisive in corso a cui possono tornare. Pochissimi, credo, hanno la possibilità di far parte di franchise che, lo so, culturalmente potrebbero stancarci un po’, ma che hanno qualcosa che li rende molto familiari. Non c’è nient’altro di simile, e non so se potrò avere di nuovo [questo], a meno che non sia per una serie in corso”.

Mi piace questo tipo di coerenza. È una bella sensazione. Voglio dire, la sicurezza del lavoro è piacevole, credo che su questo siamo tutti d’accordo”, ha concluso. Come noto, continuano a circolare voci sul futuro di Olsen nell’MCU, con l’attrice vista anche in Doctor Strange nel Multiverso della Follia che potrebbe tornare nei panni di Wanda Maximoff nei prossimi Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars.

Ci sono notizie contrastanti su ciò che farà. Alcuni sostengono che sarà la “sposa” di Dottor Destino, altri suggeriscono che la Olsen interpreterà una variante della Strega Scarlatta nell’universo degli X-Men che combatte al fianco di suo padre, Magneto. Alla fine, potrebbe fare entrambe le cose o potrebbe non essere affatto nei due film. Come sempre, non resta che attendere di scoprire se davverò Elizabeth Olsen tornerà a vestire i panni del personaggio che l’ha resa iconica.

Steve: guida al cast e ai personaggi

Steve è il primo film di Cillian Murphy per Netflix, un dramma potente e maturo su un insegnante che lotta per conciliare il suo impegnativo lavoro con i suoi problemi di salute mentale. Il film è il secondo di Murphy dopo l’impressionante vittoria agli Oscar come miglior attore per Oppenheimer, e segna il ritorno di Tim Mielants, regista di Piccole cose come queste.

Steve ha ricevuto ottime recensioni dalla critica dopo la sua anteprima mondiale al Toronto International Film Festival il mese scorso, con molti che hanno elogiato soprattutto l’interpretazione principale di Murphy. Ma il film vanta diverse impressionanti interpretazioni secondarie, sia di attori pluripremiati che di talentuose stelle nascenti.

Cillian Murphy nel ruolo di Steve

Attore: Cillian Murphy è nato a Douglas, in Irlanda, nel 1976 e ha iniziato la sua carriera a teatro con la Corcadorca Theater Company. Il suo ruolo di svolta è stato in 28 giorni dopo, dove ha interpretato il ruolo principale di Jim. Da allora, Murphy è apparso in film di successo come Il cavaliere oscuro e A Quiet Place – Un posto tranquillo 2. Ha vinto un Oscar come miglior attore nel 2024.

Personaggio: Murphy interpreta il ruolo principale di Steve, il preside in difficoltà di un riformatorio in Inghilterra. È uno dei ruoli migliori di Murphy fino ad oggi, e anche molto impegnativo. Il suo personaggio è costantemente al limite a causa della cura di questi bambini problematici, ma antepone comunque i loro bisogni ai propri.

Tracey Ullman nel ruolo di Amanda

Attrice: Tracey Ullman è nata a Slough, in Inghilterra, nel 1959 e ha iniziato la sua carriera nella soap opera britannica Mackenzie, prima di concentrarsi sulla commedia e recitare in The Tracey Ullman Show dal 1987 al 1990. Da allora ha continuato a lavorare in sketch comici, tornando alla BBC per il Tracey Ullman’s Show nel 2017.

Personaggio: Ullman interpreta Amanda in Steve, vicepreside della scuola e amica intima del protagonista di Murphy. È una delle poche persone che si prendono cura di Steve durante tutto il suo periodo a scuola, standogli accanto mentre affrontano la crescente tensione causata dagli studenti violenti e dall’eccessiva fiducia finanziaria della scuola.

Jay Lycurgo nel ruolo di Shy

Attore: Jay Lycurgo ha debuttato in televisione in un episodio del medical drama della BBC Doctors nel 2019, prima di apparire in serie come I May Destroy You e War of the Worlds. La sua interpretazione decisiva è stata in The Batman di Matt Reeves, dove ha interpretato un giovane membro di una gang. Ha anche interpretato Tim Drake nella serie Titans della DC.

Personaggio: Molte recensioni hanno indicato l’interpretazione di Lycurgo come il punto forte di Steve, probabilmente perché il suo personaggio ha così tanto da fare. È uno dei pochi bambini della scuola che non ricorre alla violenza per affrontare i propri problemi personali, ma piuttosto reprime tutto dentro di sé e si carica di conseguenza un peso insopportabile.

Little Simz nel ruolo di Shola

Attrice: Simbi Ajikawo, meglio conosciuta con il suo nome d’arte Little Simz, è una rapper e attrice londinese. Il suo album del 2019, Grey Area, è stato selezionato per il Mercury Prize e ha vinto il premio come Miglior Album agli NME Awards. Il suo album successivo, Sometimes I Might Be Introvert, ha vinto il Mercury Prize e l’ha portata al BRIT Award 2022 come Miglior Artista Emergente.

Personaggio: Shola è una delle insegnanti più recenti della scuola, una che fatica a tenere a bada gli alunni più ostili. Steve usa il suo personaggio con grande efficacia per mostrare come questi ragazzi reagiscono alle figure autoritarie femminili più giovani, in contrasto con il loro rapporto più paterno con il protagonista di Murphy.

Emily Watson nel ruolo di Jenny

Attrice: Emily Watson è nata a Islington, Londra, nel 1967 e ha iniziato la sua carriera al Royal National Theatre in produzioni di Tre sorelle, Molto rumore per nulla e La signora del mare. Il suo ruolo di svolta è stato in Le onde del destino di Lars von Trier, che le è valso una nomination all’Oscar come migliore attrice.

Personaggio: Sebbene gli studenti rispettino chiaramente Steve, è solo durante le conversazioni con Jenny che riusciamo a vederli davvero nella loro forma più vulnerabile. È la terapista della scuola, ed è attraverso le sue sedute private che impariamo davvero a conoscere i pesi e le ansie dei ragazzi.

Cast e personaggi non protagonisti in Steve

Douggie McMeekin nel ruolo di Andy: McMeekin è noto soprattutto per i suoi ruoli di Sunny Blandford in The Crown di Netflix e di Aleksandr Yuvchenko in Chernobyl della HBO. Ha anche interpretato John Brown nella serie Joy di Netflix all’inizio di quest’anno.

Youssef Kerkour nel ruolo di Owen: Kerkour è un attore marocchino-britannico noto per i suoi ruoli in House of Gucci e Napoleone. Ha anche lavorato a lungo con la Royal Shakespeare Company nelle produzioni di Riccardo III, Enrico IV e I due gentiluomini di Verona.

Tut Nyuot nel ruolo di Tarone: Nyuot è un giovane attore britannico che si è fatto un nome nella serie drammatica della CBBC The Dumping Ground. È apparso anche in The Witcher: Blood Origin e ha recentemente raggiunto il successo cinematografico con The Long Walk di Francis Lawrence.

Ben Lloyd-Hughes nel ruolo di Julian: Ben Lloyd-Hughes ha debuttato nella commedia britannica per adolescenti Skins, dove ha interpretato Josh Stock. Da allora, ha ottenuto ruoli in Divergent, Industry e The Crown.

Roger Allam nel ruolo di Sir Hugh Montague Powell: Roger Allam è un acclamato attore teatrale e cinematografico, noto soprattutto per i suoi ruoli di Javert in Les Misérables, Peter Mannion in The Thick of It e Magister Ilyrio in Game of Thrones.

Famke Jenssen reagisce al ritorno dei suoi colleghi di X-Men in Avengers: Doomsday

Diverse star originali degli X-Men appariranno nel Marvel Cinematic Universe nel 2026 in Avengers: Doomsday, ma non Famke Janssen. Mentre le fasi 4-5 hanno già reso omaggio ai franchise Marvel al di fuori della timeline MCU, il 2026 sarà il più grande crossover mai realizzato tra l’era Fox-Marvel e la Marvel Studios. Con il franchise che detiene i diritti degli X-Men, l’uscita del 2026 riporterà dunque sul grande schermo diversi attori dei film degli anni 2000.

Il cast di Avengers: Doomsday ha ora terminato le riprese principali il 19 settembre 2025, con Joe e Anthony Russo pronti a dirigere anche il sequel, Avengers: Secret Wars. Grant Hermanns di ScreenRant, intanto, ha parlato con Famke Janssen della sua nuova serie Netflix, Amsterdam Empire, e della sua reazione al ritorno dei suoi ex colleghi nei rispettivi ruoli nel prossimo film Marvel. Dopo aver interpretato Jean Grey nella trilogia originale degli X-Men, l’attrice ha dato la seguente risposta riguardo al fatto che l’MCU onori il suo franchise:

Sì, ad essere sincera, non conosco bene la trama, quindi non ne sono sicura. Non è il mio mondo, non è mai stato il mio mondo, in realtà, tutto quel mondo dei fumetti. Ormai dovrei saperlo, ci sono dentro da abbastanza tempo. Ma sono davvero entusiasta di vederlo quando uscirà. Proprio come tutti gli altri, scoprirò quali sono le trame e come è andata a finire.

Janssen ha poi raccontato che “è stato fantastico partecipare a quei film, che hanno fatto tantissimo per la mia carriera”. Ha poi aggiunto: “È incredibile che in tutti questi anni abbia potuto partecipare a franchise come X-Men, Taken per tre film, la serie Netflix Hemlock Grove per tre stagioni, Amsterdam Empire e un film di Bond”. L’ex attrice della Marvel ha infine dichiarato: “È [fantastico] far parte di questi progetti, ma poi avere varietà è sempre la cosa migliore per me. Non sono proprio brava a ripetere le cose”.

L’attrice olandese ha interpretato Jean Grey per l’ultima volta nel film X-Men – Giorni di un futuro passato del 2014, con la trama che ha resettato la linea temporale del franchise e annullato la sua morte in X-Men – Conflitto finale del 2006. La sua controparte più giovane è stata poi interpretata da Sophie Turner nei film prequel, a partire da X-Men: Apocalisse. Al momento, dunque, non è previsto che l’attrice riprenda il ruolo per i prossimi Avengers, anche se non è escluso che potrebbe essere chiamata ad unirsi più in là.

Cosa sappiamo di Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars arriveranno in sala rispettivamente il 18 dicembre 2026, e il 17 dicembre 2027. Entrambi i film saranno diretti da Joe e Anthony Russo, che tornano anche nel MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

Sono confermati nel cast del film (per ora): Paul Rudd (Ant-Man), Simu Liu (Shang-Chi), Tom Hiddleston (Loki), Lewis Pullman (Bob/Sentry), Florence Pugh (Yelena), Danny Ramirez (Falcon), Ian McKellen (Magneto), Sebastian Stan (Bucky), Winston Duke (M’Baku), Chris Hemsworth (Thor), Kelsey Grammer Bestia), James Marsden (Ciclope), Channing Tatum (Gambit), Wyatt Russell (U.S. Agent), Vanessa Kirby (Sue Storm), Rebecca Romijn (Mystica), Patrick Stewart (Professor X), Alan Cumming (Nightcrawler), Letitia Wright (Black Panther), Tenoch Huerta Mejia (Namor), Pedro Pascal (Reed Richards), Hannah John-Kamen (Ghost), Joseph Quinn (Johnny Storm), David Harbour (Red Guardian), Robert Downey Jr. (Dottor Destino), Ebon Moss-Bachrach (La Cosa), Anthony Mackie (Captain America).

Cillian Murphy e il suo ritorno alle scene dopo l’Oscar con Steve

Il nuovo film di Cillian Murphy, Steve, è finalmente arrivato su Netflix e sta ricevendo recensioni molto positive. L’opera racconta la storia di un preside di una scuola di recupero in Inghilterra che lotta per mantenere un equilibrio tra i propri problemi di salute mentale e il benessere dei suoi studenti. Il film conferma un trend interessante nella carriera dell’attore irlandese, vincitore del Premio Oscar per Oppenheimer, e consolida un percorso artistico coerente e personale.

Steve rappresenta la seconda collaborazione di Murphy con il regista belga Tim Mielants, dopo Small Things Like These del 2024. Questi due titoli sono anche gli unici film interpretati da Murphy dopo la vittoria dell’Oscar, e la scelta di continuare a lavorare su progetti di questo tipo evidenzia la sua intenzione di mantenere il controllo creativo della propria carriera, privilegiando qualità e significato rispetto alla fama o al guadagno.

Per molti attori, un Oscar può essere sia una benedizione che una maledizione: il riconoscimento supremo spesso porta con sé un’esposizione mediatica che può influenzare negativamente le scelte artistiche. Tuttavia, Cillian Murphy ha saputo evitare questa trappola. Invece di puntare su blockbuster o ruoli più remunerativi, ha scelto di dedicarsi a film indipendenti e maturi, caratterizzati da tematiche profonde e da una forte componente umana. In questo modo, l’attore dimostra che l’Oscar non era per lui un punto d’arrivo, ma una tappa che gli consente ora di dare visibilità a progetti meno commerciali.

Cillian Murphy ha scelto Small Things Like These e Steve

Murphy ha infatti dichiarato in un’intervista a Variety di aver rifiutato o rimandato offerte più grandi per dedicarsi interamente a Small Things Like These e Steve, ritenendoli più importanti dal punto di vista personale e artistico. La sua scelta è stata lodata come un esempio di integrità e coerenza, un atteggiamento raro tra gli attori di Hollywood dopo un successo di tale portata. L’attore stesso ha commentato con ironia la decisione di non partecipare a The Odyssey di Christopher Nolan, regista con cui aveva già collaborato più volte, dicendo di aver provato “un senso di sollievo” nel potersi prendere una pausa dai riflettori.

Nonostante questo, Murphy non ha rinunciato del tutto ai progetti di più ampia portata. Tra i suoi impegni futuri figurano 28 Anni Dopo: Il Tempio delle Ossa, seguito del film che nel 2002 lo rese famoso, e The Immortal Man, che rappresenta un omaggio al ruolo televisivo che lo ha consacrato a livello internazionale. In entrambi i casi, l’attore ha scelto di tornare a universi narrativi che gli sono cari, non per opportunismo ma per autentico interesse artistico.

Un altro aspetto rilevante del suo percorso recente è l’evoluzione del suo ruolo professionale: Cillian Murphy non è più soltanto interprete, ma anche produttore. Ha infatti ricoperto questo ruolo in Small Things Like These e Steve, e continuerà a farlo anche nei prossimi progetti, tra cui Il Tempio delle Ossa, The Immortal Man e il film di Peaky Blinders. Questa trasformazione dimostra la volontà di Murphy di partecipare in modo più attivo e consapevole alla realizzazione delle opere a cui tiene, contribuendo alle scelte creative e produttive.

Il legame personale con Steve

Il legame personale dell’attore con Steve è particolarmente significativo: i suoi genitori, entrambi insegnanti in pensione, hanno influenzato profondamente il suo interesse per la storia di un educatore alle prese con il peso della responsabilità e della fragilità umana. La sua decisione di essere anche produttore del film riflette il desiderio di investire emotivamente e professionalmente nei progetti che ritiene autentici e rilevanti.

Steve non è solo il nuovo capitolo della carriera post-Oscar di Cillian Murphy, ma anche una conferma della sua integrità artistica. L’attore sta utilizzando il prestigio conquistato con Oppenheimer non per inseguire il successo commerciale, ma per sostenere il cinema indipendente e i progetti in cui crede davvero. La sua traiettoria dimostra come un Oscar possa essere non solo un riconoscimento, ma anche uno strumento per promuovere un cinema più personale e significativo. Con il suo impegno come produttore e la sua attenzione ai contenuti, Murphy si conferma una delle figure più interessanti e coerenti del panorama cinematografico contemporaneo.

Daredevil: Rinascita – Stagione 2: il produttore spiega perché sarà diversa dalla prima stagione

Il produttore esecutivo di Daredevil: Rinascita ha spiegato la differenza principale tra la prima e la seconda stagione della serie di successo dell’universo cinematografico Marvel. La serie, come noto, ha inaugurato una nuova era per Marvel Television, poiché lo studio ha spostato la sua attenzione dalle serie brevi e limitate con importanti collegamenti alla trama cinematografica del franchise a serie più indipendenti con un potenziale di più stagioni.

Tuttavia, non è stato facile portare Daredevil: Rinascita sul piccolo schermo, poiché la serie ha subito una significativa revisione creativa quando Dario Scardapane, produttore esecutivo di The Punisher, anch’esso prodotto da Netflix, ha assunto il ruolo di showrunner. Gran parte della versione originale di Rinascita era già stata girata e Scardapane e i suoi sceneggiatori hanno avuto il compito di integrare quelle parti nella nuova storia.

Questo è forse più evidente nell’episodio 5 della stagione 1, intitolato “With Interest”, che sembra una missione secondaria in cui Matt Murdock (Charlie Cox) sconfigge dei rapinatori di banca con un piccolo aiuto dal padre di Ms. Marvel. Fortunatamente, però, come ha detto il produttore esecutivo Jesse Wigutow a Collider, la stagione 2 può invece partire da una tabula rasa, consentendo loro di produrre questa nuova versione del personaggio con una “visione unica”:

Ci stiamo lavorando. È ancora fresco nella mia mente. Sto guardando i tagli e pensando: ‘Cosa possiamo migliorare?’. Penso che sia una visione unica, in un modo che la stagione 1 non è. La stagione 1, come hai detto tu, non è un miscuglio, ma è stata assemblata come un puzzle. Abbiamo ideato un nuovo episodio pilota e un nuovo finale, ed è proprio quello a cui ti riferisci, la chiarezza di queste due cose, che secondo me ha funzionato, e penso che la stagione 2 abbia lo stesso approccio”, ha spiegato Wigutow.

C’è chiarezza di visione. Lo showrunner è stato fantastico e ha davvero un punto di vista che abbiamo messo in pratica. Niente è perfetto, ma penso che la seconda stagione sia piuttosto buona e credo che sarà molto soddisfacente“. Non resta a questo punto che attendere di avere maggiori novità sulla seconda stagione. Già la prima è stata molto apprezzata dai fan del personaggio e a questo punto ci si può aspettare che i nuovi episodi possano ulteriormente alzare l’asticella del valore.

Cosa significa questo per Daredevil: Rinascita – Stagione 2

Unire due versioni diverse della stessa serie dal punto di vista narrativo è già abbastanza difficile, ma ciò che potrebbe essere ancora più complicato è mescolare due toni narrativi molto diversi in una serie coerente e globale. C’è una notevole discrepanza nell’atmosfera e nello scopo tra la premiere della stagione 1 e il finale a cui Wigutow ha fatto riferimento durante la sua intervista, e l’avventura di Matthew con Yusuf Khan (Mohan Kapur), un chiaro residuo del desiderio del franchise di collegare ogni nuova storia a ogni angolo dell’MCU.

Ora, e soprattutto con il ritorno di un altro volto familiare dell’era dei Defenders, Jessica Jones interpretata da Krysten Ritter, la seconda stagione di Daredevil: Rinascita può ritagliarsi la propria eredità narrativa sotto l’egida dell’MCU. Con la seconda stagione destinata a essere più grande della prima, non essere vincolati da altre aspettative è la cosa migliore che potesse capitare a questa serie, soprattutto ora che la “guerra” tra Daredevil e il sindaco Fisk si fa sempre più accesa.

Wigutow ha anche ammesso che la parte più interessante della narrazione di Rinascita è il legame psicologico tra i personaggi della serie e il modo in cui questo influisce su questa storia politicamente carica, rilevante e violenta. Questo è più importante di qualsiasi altro filo conduttore tra Born Again e l’MCU o delle apparizioni di personaggi che alla fine non hanno alcuna attinenza con la trama.

Penso che ciò che interessa alle persone siano questi due personaggi e il conflitto in cui sono coinvolti, quanto profondamente si odiano e quanto profondamente hanno bisogno l’uno dell’altro. Abbiamo davvero eliminato tutto ciò che avevamo costruito attorno a loro, e sono rimasti solo loro due, faccia a faccia, in un climax che penso sia davvero soddisfacente”.

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La trama e il cast di Daredevil: Rinascita

In Daredevil: Rinascita della Marvel Television, Matt Murdock (Charlie Cox), un avvocato cieco con capacità straordinarie, lotta per ottenere giustizia nel suo vivace studio legale, mentre l’ex boss mafioso Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio) persegue le sue iniziative politiche a New York. Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli uomini si ritrovano inevitabilmente su una rotta di collisione. Entrambi torneranno nella Stagione 2.

La serie vede la partecipazione anche di Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson, Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e Jon Bernthal. Dario Scardapane è lo showrunner.

La prima stagione è disponibile su Disney+.

James Gunn risponde ai fan che vorrebbero Robert Pattinson come Batman del DCU

L’universo DC finirà per includere Batman, dato che la DC Studios sta sviluppando il film The Brave and the Bold. È infatti in lavorazione una nuova rivisitazione del Cavaliere Oscuro della DC, che si unirà al Superman di David Corenswet e ai futuri eroi sul grande schermo nel reboot dei supereroi di James Gunn.

Prima del reboot della DCU, la Warner Bros. aveva già lanciato l’universo di The Batman, del regista Matt Reeves, incentrato su una versione più giovane dell’eroe, interpretato da Robert Pattinson. Ma una volta annunciato il nuovo franchise di James Gunn e Peter Safran, molti hanno espresso il desiderio di vedere il suo Bruce Wayne nella continuity principale.

Gunn, che rimane in contatto con il pubblico attraverso i suoi social media, ha affrontato più volte la questione della possibile partecipazione di Pattinson al suo universo. Un utente ha poi ora chiesto al regista cosa ne pensasse di coloro che desiderano ardentemente vedere la fusione dei due mondi e Gunn ha risposto dicendo: “Non ho alcun problema con le persone che esprimono ciò che vogliono su entrambi i lati di questa questione molto (non) importante e non capisco la rabbia che le persone mostrano l’una verso l’altra al riguardo”.

Il regista di Superman e Man of Tomorrow aveva precedentemente dichiarato al podcast Happy, Sad, Confused il 5 dicembre 2024: “Ci ho riflettuto”, prima di decidere alla fine di mantenere la proprietà di Reeves come Elseworlds. Possiamo dunque aspettarci di vedere un attore diverso da Pattinson nel ruolo del Batman del DCU, cosa che porterà probabilmente ad una doppia presenza del personaggio sul grande schermo, sebbene con volti diversi.

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Parlando l’anno scorso dei piani dei DC Studios per The Brave and the Bold, James Gunn ha detto: “Questa è l’introduzione del Batman del DCU. È la storia di Damian Wayne, il vero figlio di Batman, di cui non conoscevamo l’esistenza per i primi otto-dieci anni della sua vita. È stato cresciuto come un piccolo assassino e assassina. È un piccolo figlio di puttana. È il mio Robin preferito“. “È basato sulla run di Grant Morrison, che è una delle mie run preferite di Batman, e la stiamo mettendo insieme proprio in questi giorni“.

Il co-CEO dei DC Studios, Peter Safran, ha aggiunto: “Ovviamente si tratta di un lungometraggio che vedrà la presenza di altri membri della ‘Bat-famiglia’ allargata, proprio perché riteniamo che siano stati lasciati fuori dalle storie di Batman al cinema per troppo tempo“. Alla sceneggiatura, oltre a Muschietti, dovrebbe esserci anche Rodo Sayagues, noto per aver firmato le sceneggiature di La casa, Man in the DarkAlien: Romulus.

Alita 2: Rosa Salazar fornisce un aggiornamento sul sequel

Rosa Salazar, protagonista di Alita: Angelo della Battaglia, ha appena rilasciato un aggiornamento promettente sul tanto atteso sequel del film di fantascienza del 2019. Diretto da Robert Rodriguez e co-sceneggiato e prodotto da James Cameron, il film ha riscosso solo un modesto successo al botteghino. Nonostante non sia diventato un grande successo commerciale, la risposta del pubblico al film è stata estremamente positiva, suscitando un interesse costante per la realizzazione di Alita 2.

Per anni, i creativi chiave hanno espresso l’intenzione di realizzare un seguito, ma nessuno è ancora riuscito a ottenere il via libera. Durante una recente intervista nella serie Collider Ladies Night, Salazar, che ha interpretato la cyborg protagonista, ha rivelato di sperare ancora in Alita 2. “Parlo sempre di Alita”, ha detto la star. “Potrebbe ancora accadere”. Salazar indica Cameron come motivo di ottimismo, dicendo: “Ha già il set”.

Tuttavia, l’agenda fitta di impegni di Cameron potrebbe essere un ostacolo, e la star scherza: “Avremo Cameron non appena uscirà il prossimo Avatar”. Quando i conduttori dello show fanno notare che vorrebbero altri sequel, Salazar risponde con un affermativo “Anch’io”, e aggiunge: “Io sono tipo: ‘Andate avanti, andate avanti’. Sono una di quelle. Sono tutti i bot online che lo fanno”.

Per quanto riguarda il motivo per cui il suo interesse per un sequel rimane così forte sei anni dopo, Salazar sottolinea di aver avuto un’esperienza particolarmente positiva nel realizzare il primo film con Cameron e Rodriguez. “È il massimo. Voglio dire, è semplicemente il massimo. Ci sono James Cameron e Robert Rodriguez, che sono amici e stanno realizzando questo progetto insieme. C’è tutto l’amore possibile. C’è una sceneggiatura fantastica”.

C’è un team di grafici straordinario come Wētā… Ci sono migliaia di persone che lavorano a questo progetto, e tutto si riduce a questo momento tra due… È semplicemente fantastico. Adoro il processo collaborativo, e poterlo fare su quella scala? Pazzesco“. Non resta a questo punto che attendere di scoprire se, parallelamente all’uscita in sala di Avatar: Fuoco e Cenere, Cameron avrà modo di fornire maggiori novità sul tanto atteso Alita 2.

Rosa Salazar ha scritto un trattamento per Alita 2

Sebbene i progressi ufficiali su Alita 2 siano stati lenti, Salazar ha sviluppato un legame così forte con il suo personaggio e il suo mondo che ha deciso di scrivere lei stessa una bozza per il sequel. Secondo la star, Cameron ha apprezzato la sua idea: “Ho scritto questa bozza per Alita 2 subito dopo il film e l’ho inviata a James Cameron. Lui ha detto: ‘È fantastico!’. Insomma, stiamo parlando di James Cameron. Probabilmente non sarà quella che gireremo, ma sono una fan così accanita di quei manga che non ho potuto farne a meno”.

Quando è ambientato Dark Winds? Il periodo storico della serie AMC spiegato

La serie thriller psicologica della AMC Dark Winds è ambientata nel passato e segue le avventure dei poliziotti navajo Joe Leaphorn e Jim Chee. Dark Winds ha presentato i suoi protagonisti come poliziotti emotivamente provati mentre indagano su una serie di crimini non collegati tra loro, mettendo in discussione la propria moralità e le proprie convinzioni spirituali. Ora, con il noir western che entra nella sua seconda stagione, la coppia protagonista è costretta a indagare su un altro caso morboso nel sud-ovest.

I casi di omicidio in cui Leaphorn e Chee si imbattono fanno sì che la serie vada oltre i soliti cliché dei polizieschi. Approfondendo anche la psiche dei poliziotti, Dark Winds segue le orme di serie poliziesche cult come True Detective. Inoltre, con McClarnon e Gordon alla guida del cast corale, Dark Winds rappresenta anche un passo positivo verso la rappresentazione degli indigeni nordamericani, affrontando al contempo le realtà etniche e socio-politiche dell’epoca in cui è ambientato. Il fatto che Dark Winds prenda ispirazione anche da un’iconica serie di romanzi gialli arricchisce ulteriormente il contesto della serie.CORRELATO: Robert Redford non appare in una serie TV da 60 anni, ma è coinvolto in una serie attualmente sottovalutata

Dark Winds è ambientato nel New Mexico degli anni ’70

Dark Winds è ambientato negli anni ’70, con la prima stagione che inizia nel 1971. Anche se la stagione successiva non specifica l’anno, è fortemente implicito che la serie non abbia ancora abbandonato i primi anni ’70. Per quanto riguarda l’ambientazione, i crimini avvengono principalmente nel New Mexico. Tuttavia, Leaphorn e Chee hanno sede nella contea di Navajo, nello stato confinante dell’Arizona. Utilizzando queste zone per raccontare le sue storie, Dark Winds è in grado di sfruttare uno sfondo desertico e torrido per i suoi personaggi, che ben si adatta ai temi western e al tono generale della serie.

Dark Winds segue due libri

La decisione di ambientare la serie Dark Winds di AMC nel New Mexico degli anni ’70 affonda le sue radici nel materiale originale. Dark Winds ha un legame letterario non solo con George R.R. Martin, autore di Il Trono di Spade, che è il produttore esecutivo, ma anche con la serie che si basa direttamente sui romanzi acclamati Leephorn & Chee dello scrittore di gialli Tony Hillerman. Hillerman ha scritto 14 romanzi gialli che fanno parte della serie, a partire da The Blessing Way del 1970. La prima stagione di Dark Winds, tuttavia, è basata direttamente sul terzo romanzo, Listening Woman, mentre prende in prestito elementi della trama dal quarto capitolo, People of Darkness, il libro che ha introdotto il personaggio di Chee. Il resto di People of Darkness costituisce la trama principale della seconda stagione di Dark Winds.

Se rinnovata per altre stagioni, Dark Winds potrà esplorare altre epoche oltre agli anni ’70, considerando che la serie di 14 romanzi di Hillerman è stata pubblicata da quel periodo fino agli anni 2000, con l’ultimo romanzo, The Shape Shifter, pubblicato nel 2006. The Shape Shifter è un esempio di come Hillerman si diletti in più periodi storici con la sua opera, poiché è un racconto del XXI secolo tratto da flashback sulla Long Walk of Navajo degli anni ’60 del XIX secolo e sull’azione militare statunitense in Vietnam durante gli anni ’60 e ’70. Tenendo presente questo collegamento, Dark Winds ha sicuramente il potenziale per esplorare altri periodi storici, se se ne presentasse l’occasione.