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Captain America: Brave New World, una fonte interna racconta la produzione travagliata del film

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Mentre Captain America: Brave New World si fa strada in sala, arriva da Vulture un articolo di approfondimento in cui un “membro della troupe tecnica” che ha lavorato al film e che presumibilmente ha preso parte a diversi progetti MCU negli ultimi anni, si è sbottonato sulle difficoltà e il problem i di una produzione a dir poco travagliata.

Questa fonte interna racconta di un’esperienza professionale complicata durante le riprese aggiuntive, incluso un livello generale di indecisione su che tipo di film Captain America: Brave New World dovrebbe essere. Fa riferimento a pessime proiezioni di prova, che si allineano con quanto abbiamo sentito diversi mesi fa, e a un disagio su come questa storia rispecchi recenti eventi della vita reale.

La fonte afferma anche che Harrison Ford era difficile da gestire (un’altra fonte vicina alla produzione ha detto al sito che “non c’è verità”) e suggerisce che tutti i soggetti coinvolti hanno fatto fatica a portare a termine Captain America: Brave New World. Ecco alcuni estratti della loro dichiarazione:

Ho lavorato alle riprese aggiuntive. Penso che tutti nella troupe sapessero che probabilmente non sarebbe stato un bel film. Alcune delle sequenze d’azione non erano credibili. Abbiamo avuto molte frustrazioni sul set. Dopo che le riprese principali erano finite, era tipo, “Oh, stiamo per presentare il leader della Serpent Society”. È stato acceso, poi spento, poi di nuovo acceso. È molto costoso da fare. I miei colleghi che hanno trascorso più tempo di me su Brave New World hanno detto, “Sì, questa è stata una produzione davvero dura”.

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Quando lo studio ha fatto il suo test di fronte a un pubblico, questo non ha risposto positivamente. Forse non vogliono vedere nulla di politico in un anno elettorale? Forse erano divisi su chi votare? Il generale Ross sembra un’allusione a Trump. È un generale molto potente che diventa una specie di fascista e si trasforma in un furioso Hulk Rosso. Questa è la mia opinione, ma credo che la Disney si stesse rendendo conto delle difficoltà. Cerchiamo di non far incazzare la nostra base più di quanto non abbiamo fatto negli ultimi due anni. Sanno che in questo modo avrebbero perso molto del nostro pubblico.

Harrison Ford è stato uno degli artisti più irritabili con cui abbia mai avuto a che fare. Il che è stato triste. Sono un fan. Ma faceva la diva. Non so se te lo ricordi, ma è stato coinvolto in un incidente aereo. Non riusciva nemmeno ad alzare il braccio sinistro sopra il petto. Dobbiamo vestire l’ottantenne Harrison Ford con questi puntini di motion capture. A me è sembrato che lo odiasse e non volesse farlo. E quando Harrison ha finito, ha finito. Tutti cercavano di darsi da fare per renderlo felice. Ciò ha reso l’ambiente di lavoro molto imbarazzante.

Le riprese aggiuntive sono parte integrante della realizzazione di qualsiasi film di questo tipo con un budget elevato. Ma questa non è la prima esperienza della Marvel. Intere sequenze che abbiamo girato non entreranno nel film, ed è molto costoso. Non dirò che il regista non era attrezzato per gestire quella produzione. Fondamentalmente, il problema era avere a che fare con gli ego di prima categoria. C’era principalmente Harrison Ford. Quindi è stato un po’ deludente. Alla fine della giornata, è stata il set Marvel più teso a cui abbia mai lavorato. Tutti hanno sentito un po’ i loro culi stringersi. È come, Ugh.

Captain America: Brave New World non ha avuto vita facile, si capisce, ma sarebbe bello se il pubblico riuscisse a fare a meno dei preconcetti e andare al cinema senza aspettative né pregiudizi. Il film è più che difendibile ed è un buono nuovo inizio per il MCU. Dopotutto non è la prima volta che Vulture pesca nel torbido per realizzare inchieste che assomigliano più a pagine di diario che a pezzi di giornalismo.

Catherine Zeta-Jones protagonista della serie thriller Kill Jackie

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Catherine Zeta-Jones sarà la protagonista di “Kill Jackie” (titolo provvisorio), una nuova serie thriller di Prime Video, Fremantle e Steel Springs Pictures. La serie è basata sul romanzo “The Price You Pay“, scritto dall’autore di bestseller Nick Harkaway con lo pseudonimo di Aidan Truhen, e inizierà la produzione a marzo.

Il premio Oscar interpreterà Jackie Price, “che ha vissuto un’esistenza agiata e lussuosa per gli ultimi 20 anni, viaggiando per il mondo, vendendo belle arti utilizzando sofisticate scappatoie fiscali e, soprattutto, cercando di rimanere anonima dopo essere fuggita da un pericoloso passato come spacciatore internazionale di cocaina”, si legge nella descrizione della trama. “Ma proprio quando la vita inizia a sembrare un po’ noiosa, prende una svolta improvvisa e letale quando scopre che i Sette Demoni, una squadra dei killer più terrificanti del mondo, sono stati assunti per ucciderla. Supponendo che dietro ci sia qualcuno del suo passato, Jackie scatena i suoi vecchi istinti e si imbarca in un piano di gioco selvaggio e pericoloso: abbattere i Demoni uno a uno prima che uccidano lei. Tuttavia, si rende presto conto che i suoi demoni sono molto più terrificanti degli spietati assassini sulle sue tracce… e i suoi segreti nascosti alla fine la conducono molto più vicino a casa, con conseguenze sorprendenti”.

Catherine Zeta-Jones, che è anche produttrice esecutiva, ha dichiarato in una dichiarazione: “Sono entusiasta di far parte di ‘Kill Jackie’ (w/t) sia dietro che davanti alla telecamera. L’opportunità di dare vita a questo personaggio poliedrico ed esplorare una trama guidata dalle donne che comprende emancipazione, identità e redenzione è qualcosa che non vedo l’ora di fare”.

L’adattamento televisivo è stato creato e co-scritto da Conor Keane, che è anche produttore associato. Damon Thomas (“Killing Eve”) sarà il regista principale, mentre Tom Butterworth di “Gangs of London” è lo sceneggiatore e showrunner.

Oltre a Zeta-Jones, i produttori esecutivi includono Peter Lawson e Jose Augustin Valdes per Steel Springs Pictures, Dante Di Loreto per Fremantle e Butterworth, Thomas e Jeffrey Levine. La Deabru Kalea Filmeak di JoséLuis Escolar sta supervisionando la produzione a Bizkaia.

Red Hulk, la spiegazione delle sue origini nel MCU – SPOILER

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Red Hulk, la spiegazione delle sue origini nel MCU – SPOILER

ATTENZIONE SPOILER DA Captain America: Brave New World

I fumetti trattavano l’identità di Red Hulk come un grande mistero, ma i Marvel Studios non hanno mai esitato a farci sapere che il presidente Thaddeus “Thunderbolt” Ross di Harrison Ford avrebbe subito una trasformazione alimentata dalla rabbia in Captain America: Brave New World.

Come è possibile che Ross arrivi a trasformarsi nell’essere che più di ogni altro ha inseguito e detestato nel corso della sua vita? Il film spiega che Ross ha usato Samuel Sterns come capro espiatorio dopo gli eventi di L’incredibile Hulk, dando al mondo qualcuno da incolpare per la furia di Abominio ad Harlem. L’intelligenza di Sterns è aumentata notevolmente dopo che il suo sangue è stato contaminato dalle radiazioni gamma e Ross ha continuato a esporre lo scienziato a queste radiazioni tenendolo prigioniero.

Questo processo ha reso Sterns ancora più intelligente (può predire il futuro grazie alla sua capacità di calcolo delle probabilità), ma lo ha lasciato orribilmente deforme. Tuttavia, ha aiutato Ross lavorando per lui, sia a tecnologia militare sia cercando per lui una cura che lo tenesse in vita, date le condizioni di salute precarie del cuore del generale, sia contribuendo alla sua elezione a Presidente degli Stati Uniti.

Ross ha promesso a Sterns che, in cambio del suo aiuto, alla fine lo avrebbe liberato. Ma l’ormai presidente viene meno agli accordi e lascia lo scienziato dietro le sbarre. Di conseguenza, un vendicativo Sterns trova in modo di fuggire, e si scopre solo dopo che aveva sempre giocato con Ross.

Captain America: Brave New World red hulk
© Disney

Come ha fatto Stern a “infettare” Ross?

Dopo aver saputo che stava morendo, il generale si rivolge a Sterns per chiedere aiuto e così Stern gli fornisce delle compresse per prolungargli la vita. Non solo questi medicinali gli avrebbero permesso di diventare Presidente, ma gli avrebbero anche dato il tempo prezioso di cui aveva bisogno per sistemare le cose con sua figlia, Betty. Ciò che Ross non sapeva è che Sterns lo aveva lentamente esposto alle radiazioni gamma, trasformandolo segretamente in un Hulk.

Quello che ormai è a tutti gli effetti The Leader usa poi segnali telefonici e un’attivazione musicale per fare il lavaggio del cervello alle persone affinché eseguissero i suoi ordini (incluso il tentativo di assassinio inscenato da Isaiah Bradley), così spera di far perdere il controllo a Ross dal momento che lui sa in cosa si trasformerebbe se perdesse la calma. Nel film Ross ripete due volte la battuta “non voglio nulla che non posso controllare la fuori”. Dopo un tentativo sventato dal salvataggio di Cap nell’Oceano Indiano, alla fine il Presidente “Hulk Out”, fa uscire Hulk, di fronte al mondo mentre risponde alle domande alla Casa Bianca. Sterns manipola quella situazione consegnandosi e accusando pubblicamente Ross di tutto quanto descritto sopra.

Ross e Sterns finiscono nel Raft

Quando tutto è detto e fatto, il Leader è di nuovo dietro le sbarre e anche Ross è imprigionato per i suoi crimini. La sua capacità di trasformarsi in Red Hulk apparentemente è permanente, tuttavia, il che significa che potrebbe tornare a combattere ancora. Per quanto riguarda The Leader, è probabile che sia stato rimesso sullo scaffale dopo aver rovinato con successo la reputazione di Ross.

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X-Men: l’adamantio di Captain America: Brave New World “getterà le basi”

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Uno degli elementi di maggiore interesse del nuovo Captain America: Brave New World, al momento in sala, è senza dubbio il fatto che i Marvel Studios si sono decisi a introdurre l’adamantio nell’universo condiviso, spianando la strada, a tutti gli effetti, agli X-Men.

Nella promozione del film, in spot e trailer, vediamo il Presidente Ross alle prese con un annuncio importante: all’interno dell’Isola Celestiale, che altri non sarebbe che il corpo di Tiamut semi-emerso dal centro della Terra (in Eternals) è stato rinvenuto questo minerale resistentissimo, più del vibranio wakandiano, che potrebbe essere applicato a difesa, medicina e tecnologia.

Chiaramente, come spesso succede per l’uomo, l’adamantio verrà utilizzato principalmente a scopi bellici, e in particolare, da quello che ci dicono i fumetti, come ingrediente base per il progetto Arma X. Il produttore del film Nate Moore ha ora fatto una dichiarazione interessante in merito a questo: “Ora che possiamo costruire il percorso verso X-Men, vogliamo iniziare a cospargere queste cose in modo che non sembri di bere da una manichetta antincendio quando uscirà quel film, in modo che l’MCU inizi a gettare le basi per ciò che potrebbe arrivare”.

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Moore ha anche spiegato perché l’essere celeste delle dimensioni di un paese che spunta dall’Oceano Indiano non è stato affrontato prima d’ora. “Quello che non volevamo era che Tiamut venisse inserito sullo sfondo di un mucchio di film diversi senza alcun contesto o storia. Quindi volevamo assicurarci che quando saremmo tornati a quell’idea, avremmo avuto una buona ragione per farlo. Unire Tiamut con l’idea che sia il luogo di nascita dell’adamantio ci è sembrato molto interessante perché è qualcosa che si trova solo nel MCU. Ovviamente, prendiamo spunto dalle numerose pubblicazioni, ma stiamo costruendo una storia enorme nell’MCU e volevamo iniziare a stratificare ciò che abbiamo fatto in passato per farla sembrare una storia coesa”.

Infine, per quanto riguarda il tanto atteso reboot degli X-Men, Moore ha indicato che i piani sono ancora molto in uno stato indefinito: “I nostri piani per gli X-Men sono ancora piuttosto fluidi, ma non fatevi illusioni, stanno arrivando”.

Leggi al recensione di Captain America: Brave New World

Captain America: Brave New World riprenderà da dove si è conclusa la serie Disney+ The Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un “thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.

Secondo quanto riferito, la star di Alita: Angelo della Battaglia Rosa Salazar interpreterà la cattiva Diamondback, mentre Giancarlo Esposito sarà Sidewinder. Harrison Ford, invece, assume qui il ruolo di Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che a quanto rivelato dal primo trailer si trasformerà ad un certo punto nel Hulk Rosso. Nonostante dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Il film è al cinema dal 12 febbraio.

Sì, è americano, ma John Lithgow è perfetto per il ruolo di Albus Silente nel remake di Harry Potter

John Lithgow, che interpreterà Silente nella prossimo serie tv di Harry Potter, infrangerebbe la tradizione, ma è più che in grado di interpretare il ruolo. Da quando Harry Potter è uscito per la prima volta come una serie di libri fantasy nel 1997, la popolarità della serie ha conquistato il mondo. Tuttavia, sono stati i film, usciti nel 2001, a rendere la serie un fenomeno globale, e a consolidare queste storie come parte fondamentale della cultura per la generazione di ragazzi che sono cresciuti guardandole e leggendole.

Tuttavia, una cosa che è rimasta costante in tutta la serie, nonostante la sua popolarità globale, è quanto sia distintamente britannica. Dall’inclusione di Privet Drive in un piccolo vicolo cieco britannico, alla magnifica Hogwarts situata da qualche parte tra le dolci colline del Regno Unito, questa serie è saldamente ambientata sull’isola britannica. E per rafforzare questo aspetto, i film hanno seguito una regola ferrea nel scegliere principalmente attori britannici e irlandesi per la maggior parte dei ruoli. Tuttavia, lo show di Harry Potter realizzato per la HBO ha scartato questa regola, se dobbiamo credere alla notizia che John Lithgow è in trattative finali per interpretare il ruolo di Silente.

Il casting di Silente nel remake di Harry Potter potrebbe infrangere una regola fondamentale del cinema

Michael Gambon come Albus Silente in Harry Potter e l'Ordine della Fenice (2007)
© 2007 Warner Bros. Entertainment Inc. – Harry Potter Publishing Rights J.K.R.

I film di Harry Potter sono stati molto selettivi quando si è trattato di scegliere il cast

La regola ferrea che vigeva per i film di Harry Potter, secondo cui per la maggior parte dei ruoli si dovevano scegliere solo attori britannici e irlandesi, aiutava a catturare la magia e il mistero di quell’ambientazione e a mantenerla saldamente in quella location. Ma ora, se il casting viene aperto per un personaggio così fondamentale come Silente, si deve presumere che la serie prenderà in considerazione altri attori, scartando del tutto questa regola. Nonostante ciò, la serie sarà girata nel Regno Unito e, considerando che i ruoli principali di Harry, Ron ed Hermione dovrebbero essere tutti interpretati da bambini, ha più senso scegliere attori locali.

Tuttavia, per quanto riguarda tutti gli altri, sembra che le regole che riguardano gli attori britannici e irlandesi siano state allentate. E anche se questo potrebbe cambiare il tono dello show e introdurre la possibilità che lo show risulti meno distintamente britannico, c’è poco di cui preoccuparsi quando si tratta di Lithgow. In realtà, l’attore esperto ha una ricchezza di esperienza e talento che lo mette in una posizione incredibilmente forte per affrontare un personaggio così importante, anche se non è del Regno Unito.

John Lithgow è perfetto per Albus Silente, nonostante sia americano

John Lithgow nel ruolo del Cardinale Tremblay
Cortesia di Eagle Pictures

Lithgow sarà perfetto nel ruolo di Silente

John Lithgow ha il profilo fisico perfetto per un personaggio come Gandalf. Anche se non ha una lunga barba bianca fluente, non ce l’avevano neppure Richard Harris o Michael Gambon, ma entrambi erano uomini vispi e più anziani, che nonostante l’età avevano ancora molta energia. Inoltre Lithgow ha uno sguardo gentile che può evocare simpatia, sincerità e amicizia, ma ha anche la capacità di presentarsi come un’autorità e di affermare la sua gravitas nel ruolo.

Ho frequentato la scuola di recitazione a Londra molti anni fa. Quindi c’è una sorta di filo conduttore inglese. Sono inglese quanto può esserlo un attore americano, fino al punto di pura pretesa. Sai, quando pensi a Churchill, è diverso da ogni altro inglese quanto lo è un americano. È un eccentrico. L’idea gli è piaciuta molto. Hanno detto: “Abbiamo visto tutti i signori interpretare Churchill. Abbiamo visto Burton farlo. E Albert Finney lo ha interpretato. E quell’anno ce n’era un’intera serie. E tutti erano inglesi. La madre di Churchill era americana, tanto per cominciare. Questa è la prima cosa che Steven mi ha detto quando gli ho chiesto: “Perché mi hai scelto?” E lui aveva questa affinità con l’America. Potrei essere terrorizzato all’idea di interpretare questo ruolo, ma loro pensano che sia un’ottima idea, quindi mi adeguo. – John Lithgow nel ruolo di Winston Churchill in The Crown

Lithgow ha interpretato una varietà di personaggi, da un serial killer in Dexter a un eccentrico leader alieno travestito da professore universitario in 3rd Rock From the Sun, che lo ha aiutato ad ampliare il suo talento di attore. E per quanto riguarda l’interpretazione di un britannico, Lithgow ha interpretato Winston Churchill in The Crown con grande efficacia e recentemente ha interpretato Roald Dahl nel West End. Lithgow non dovrebbe avere alcun problema a imitare l’accento e a interpretare tutti i vari aspetti del personaggio.

I ruoli precedenti di John Lithgow dimostrano che può interpretare il professor Silente di Harry Potter

john-lithgow-the-crown

Lithgow ha una vasta esperienza nell’interpretazione di un’ampia gamma di personaggi

Come accennato in precedenza, Lithgow è apparso in molti film e programmi televisivi nel corso della sua carriera. In effetti, dal 1972 ha avuto un totale di quasi 140 ruoli accreditati. E a differenza di altri attori, Lithgow ha evitato di essere etichettato. In Shrek, ha interpretato il principale antagonista, Lord Farquad, affinando la sua capacità di controllare la voce e offrire una performance accattivante senza l’aiuto della sua fisicità. In 3rd Rock, Lithgow era molto più fisico e interpretava un alieno che si nasconde tra gli umani, imparando a mimetizzarsi, il che potrebbe essere utile per far sì che Silente, un potente mago, si mimetizzi con gli umani, se dovesse essere rappresentato.

Oltre a questo, è apparso in film importanti come Ai confini della realtà e ha prestato la sua voce al personaggio di Yoda in alcune drammatizzazioni. Lithgow è eccezionalmente qualificato e dotato di grande talento. È un attore ed è più che capace di affrontare tutti i diversi aspetti di un personaggio complesso come Silente. E considerando che la serie TV di Harry Potter è destinata a continuare per quasi un decennio con diverse stagioni, ha bisogno di un attore impegnato e di qualità, che possa continuare a interpretare questo ruolo per molti anni a venire.

Dungeons & Dragons: Netflix mette in sviluppo una serie live-action con Shawn Levy di Stranger Things

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È in lavorazione un adattamento televisivo live-action di Dungeons & Dragons con un creativo di Stranger Things. Ci sono stati diversi tentativi di adattare il gioco di ruolo fantasy da tavolo, con quattro film di Dungeons & Dragons già usciti. Il più recente è Dungeons & Dragons: Honor Among Thieves del 2023. Il formato e la portata epica del gioco, così come gli elementi fantasiosi, lo hanno reso un adattamento notoriamente impegnativo. Poiché gli adattamenti precedenti hanno faticato a decollare, c’è stato interesse nell’adattare la proprietà intellettuale a un nuovo mezzo.

Secondo Deadline Hollywood, un adattamento live-action di Dungeons & Dragons è in lavorazione su Netflix con Hasbro Entertainment. Sarà sviluppato dallo scrittore-showrunner Drew Crevello, con Levy, collaboratore di lunga data di Netflix, che entrerà a far parte del progetto come produttore. La serie si intitolerà The Forgotten Realms e si svolgerà durante la famosa campagna. Se avrà successo, potrebbe portare a un vero e proprio universo Dungeons & Dragons. Netflix e Hasbro non hanno rilasciato commenti in merito.

Cosa significa per la serie TV Dungeons & Dragons

Michelle Rodriguez, Chris Pine, Sophia Lillis, Justice Smith in Dungeons & Dragons - L'onore dei ladri
Michelle Rodriguez, Chris Pine, Sophia Lillis, Justice Smith in Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri. Foto di Photo Credit: Aidan Monaghan/Aidan Monaghan – © 2023 Par. Pics. TM Hasbro.

Una versione lunga potrebbe essere l’opzione ideale per questo IP fantasy

I film di Dungeons & Dragons erano un mix di uscite cinematografiche e home video. Tuttavia, nonostante ogni film offrisse qualcosa di nuovo, la proprietà non sembra funzionare nel regno di un lungometraggio, che è ciò che rende così interessante un adattamento televisivo. Questo porta un approccio completamente nuovo e unico a Dungeons & Dragons e potrebbe rinvigorire l’interesse per la serie di film. Potrebbe anche portare a un sequel di Honor Among Thieves in futuro.

In precedenza era in fase di sviluppo uno show su Dungeons & Dragons per Paramount+, ma nonostante fosse stato ordinato, è stato scartato, portando Hasbro a cercare un nuovo partner.

Negli ultimi anni Netflix è diventato un paradiso per le narrazioni di lunga durata, e questo potrebbe essere esattamente ciò di cui Dungeons & Dragons ha bisogno per un adattamento di successo. Una serie TV consentirebbe una maggiore portata, trame più profonde, archi narrativi dei personaggi più ricchi e più strutturati e la possibilità di esplorare trame drammatiche che si sviluppano su più stagioni. Anche avere un team creativo forte a bordo è fondamentale. In qualità di produttore esecutivo della quinta stagione di Stranger Things, Levy arriverà dopo un enorme progetto di genere e sarà nella posizione ideale per dirigere un altro show ambizioso.

Cobra Kai, la spiegazione del finale di serie: Chi vince il Sekai Taikai?

Il finale della sesta stagione di Cobra Kai ha segnato la fine del capitolo più memorabile della serie The Karate Kid dalla sua nascita. Proprio quando sembrava che Miguel vs. Axel sarebbe stato il round finale del torneo Sekai Taikai di Cobra Kai, la competizione ha ricevuto una proroga a sorpresa. Pochi minuti prima dell’episodio finale, è stato rivelato che la rimonta tardiva di Miguel è culminata in un pareggio tra Cobra Kai e gli Iron Dragons. Di conseguenza, è stato necessario un tie-break: un combattimento finale tra i sensei dei dojo in competizione.

Questo ha preparato il terreno per un montaggio di allenamento in stile Rocky, seguito da una resa dei conti accesa tra Johnny Lawrence e Sensei Wolf. Con i consigli di Daniel, Johnny ha superato le avversità in perfetto stile Karate Kid. Ha avuto un lieto fine, come la maggior parte dei personaggi di Cobra Kai. Anche se non è stato così per tutti i protagonisti, Cobra Kai ha tracciato un percorso di speranza per alcuni dei personaggi preferiti dai fan, tra cui Chozen Toguchi e il Maestro Kim.

Cobra Kai ha ucciso tre personaggi di Karate Kid in una scena

Kreese muore proteggendo Johnny

Cobra Kai ha aperto il finale della serie con una delle scene più importanti delle sue sei stagioni. Non volendo lasciare al caso la vittoria della sua squadra, Terry Silver ha ordinato a Dennis di agire contro la famiglia di Johnny. Se fosse riuscito a organizzare un rapimento, sarebbe stato senza dubbio il peggior atto mai commesso dal cattivo di Karate Kid III. Ma Cobra Kai non ha lasciato che Terry Silver arrivasse a tanto; a quanto pare Kreese sospettava che Silver si sarebbe abbassato a tanto e si è intrufolato sulla barca. In uno sconvolgente sviluppo fuori campo, Kreese ha ucciso Dennis, il che significa che entrambi gli scagnozzi di Silver del terzo film sono ora morti.

L’intervento di Kreese ha gettato le basi per un inaspettato ma emozionante incontro di vendetta tra il personaggio di Martin Kove e Terry Silver. Come accadde quando Terry Silver e Kreese si affrontarono nella seconda parte della sesta stagione di Cobra Kai, Silver aveva il vantaggio fisico e avrebbe vinto l’incontro, ma Kreese gli tolse la situazione dalle mani. Lanciando un mozzicone di sigaro sulla benzina versata, fece sì che la barca andasse a fuoco, uccidendo entrambi i cattivi di Karate Kid allo stesso tempo.

Anche se si è a lungo ipotizzato che uno o entrambi i personaggi non sarebbero sopravvissuti alla fine dello show, il tempismo è stato comunque sorprendente. Anche se ha avuto un confronto a cuore aperto con Kreese, non c’è stato un addio finale tra loro, né Johnny ha mai saputo del sacrificio di Kreese. Detto questo, il finale ha dato un senso al personaggio, in quanto può essere giustamente classificato come “morte del guerriero”, e uno che qualcuno come Kreese avrebbe preferito a qualsiasi altro. Dopo tutto, è morto proteggendo la persona a cui teneva di più.

Come Johnny Sfidare il maestro Wolf, nonostante fosse il lottatore più debole

La battaglia tra Kreese e Silver ha permesso un incontro equo tra Johnny e Wolf. Ma anche se non c’era il rischio che Silver manipolasse il risultato, era ovvio fin dall’inizio che il vantaggio era di Wolf. Johnny era stato chiaramente battuto nel loro precedente incontro e Cobra Kai aveva già fatto molto per dimostrare che Wolf era il lottatore più forte di Cobra Kai. Era più sano, più forte, più giovane e presumibilmente anche più abile. Non solo, ma aveva anche un titolo Sekai Taikai.

Johnny alla fine sconfisse Wolf andando contro la sua stessa mentalità “colpisci per primo”.

Non aiutò il fatto che Johnny si lasciò innervosire da Wolf prima dell’incontro, perdendo la concentrazione e lasciando che Wolf segnasse due punti consecutivi. Ma grazie ad alcuni consigli e a un discorso motivazionale dell’ultimo minuto da parte di Daniel, Johnny riuscì a combinare la propria esperienza e il proprio stile di combattimento con l’enfasi di Daniel sull’equilibrio per combattere gli attacchi di Wolf.

Ciò che consolidò davvero la sua vittoria fu la decisione di Johnny di correggere l’errore che aveva commesso contro Daniel in Karate Kid. Invece di correre a testa bassa per segnare il punto decisivo, Johnny ha lasciato che fosse Wolf a venire da lui, ha neutralizzato una mossa e ha segnato il colpo vincente. Johnny alla fine sconfigge Wolf andando contro la sua stessa mentalità “colpisci per primo”.

Spiegazione della nuova partnership tra Johnny e Daniel

Dopo la vittoria su Wolf, Johnny ha riavuto il suo vecchio dojo Cobra Kai, grazie a Daniel che ha negoziato un accordo con Zarkarian, il proprietario del centro commerciale. Come dimostrato dalle scene finali, Johnny tornerà ad insegnare agli adolescenti “la Via del Pugno,” come ha fatto nelle prime due stagioni, anche se con una visione aggiornata dei tre principi guida di Cobra Kai.

Oltre a riprendere le attività di Cobra Kai, Daniel continuerà a gestire il suo dojo Miyagi-do. Dopo aver parlato con Amanda, Daniel si è reso conto che essere un sensei fa parte di ciò che è. Ma invece di avere dojo completamente indipendenti, i due hanno formato una partnership unica, che ha alcune somiglianze con la loro alleanza nelle stagioni 4 e 5. Entrambi hanno i propri dojo, ma condividono e sostanzialmente si prestano gli studenti l’un l’altro per garantire che ricevano una formazione adeguata sia nel combattimento offensivo che in quello difensivo.

Cobra Kai ha finalmente confermato il “crimine” del signor Miyagi

Inoltre, Cobra Kai ha trovato il modo di dare una risposta a Daniel riguardo alle sue persistenti preoccupazioni sul passato del signor Miyagi. Una storia della madre di Daniel, che aveva anche una relazione personale con il signor Miyagi, ha presentato a Sam una collana che aveva precedentemente ricevuto dal signor Miyagi. A quanto pare, la collana era la ragione della “violenta rapina e aggressione” di cui il signor Miyagi era presumibilmente responsabile nel 1947.

Come spiegò la madre di Daniel, il signor Miyagi stava cercando di recuperare la collana, che era appartenuta a sua moglie e, prima ancora, a sua madre. Sua moglie l’aveva quando era stata rinchiusa in un campo di internamento giapponese e le era stata rubata da una delle guardie. Dopo aver ascoltato la storia, Daniel ora capisce che la persona che il signor Miyagi aveva picchiato nel 1947 era il ladro, il che significa che il suo mentore era innocente.

Cosa è successo ai ragazzi dopo il torneo Sekai Taikai

I dojo di Johnny e Daniel saranno privi della loro classe di diplomandi, ma ciò non significa che tutti loro abbiano abbandonato il karate. Per Robby e Tory in particolare, diventerà il loro lavoro, poiché entrambi hanno firmato un contratto con un’azienda di branding che li pagherà per fare dimostrazioni in giro per il mondo. Gli altri, invece, sono concentrati sui rispettivi studi. Miguel realizzerà il suo sogno frequentando la Stanford University, Sam sta seguendo un programma di formazione di un anno a Okinawa e Dimitri ha rinunciato a frequentare il MIT per unirsi a Hawk al Cal Tech.

Nel frattempo, gli studenti più giovani, come Kenny, Anthony e Devon, continueranno la loro formazione con Johnny e Daniel e parteciperanno a tornei, come l’All Valley. Il finale della serie conferma che Anthony si allena principalmente sotto la guida di Daniel, mentre Devon è un Cobra Kai. Nella scena post-crediti di Cobra Kai, Johnny e Daniel considerano la possibilità di far scambiare i due dojo per il prossimo All Valley. A quanto pare, Devon e Anthony, oltre a Kenny, sono ora i combattenti più forti dei due dojo.

The Gilded Age – Stagione 3: conferme, cast e tutto ciò che sappiamo

The Gilded Age stagione 3 è in arrivo e la popolarità costante del dramma storico ne fa un successo assicurato. Al suo debutto sulla rete originale NBC nel 2022, The Gilded Age è scritta e creata da Julian Fellowes, noto per la serie di successo Downton Abbey. Con un cast che include diversi veterani del teatro e attori di formazione classica, The Gilded Age porta le sfumature degli altri spettacoli di Fellowes al boom industriale americano della fine del 1800, in particolare agli industriali e ai socialite di New York che prosperarono (e caddero) durante questo momento unico nella storia.

La serie è stata molto apprezzata dalla critica durante le prime due stagioni e la seconda stagione di The Gilded Age ha addirittura superato la precedente con un punteggio Rotten Tomatoes superiore al 90%. Mentre i drammi storici continuano a crescere in popolarità grazie a serie come Bridgerton, The Gilded Age ha la possibilità di diventare il prossimo dramma imperdibile che trae ispirazione dagli annali della storia. La terza stagione offre a HBO la possibilità di consolidare la serie come il prossimo grande dramma d’epoca.

Link rapidi Ultime notizie sulla terza stagione di The Gilded Age Confermata la terza stagione di The Gilded Age Il cast della terza stagione di The Gilded Age La trama della terza stagione di The Gilded Age Storia vera: The Gilded Age

Ultime notizie su The Gilded Age – Stagione 3

Carrie Coon fornisce un aggiornamento sulle riprese

A un anno dal finale della seconda stagione, le ultime notizie arrivano sotto forma di un aggiornamento sulle riprese da parte della star di Gilded Age Carrie Coon. L’attrice che interpreta Bertha Russell tornerà nella terza stagione e ha parlato candidamente della produzione in corso in una recente intervista con Screen Rant. Anche se non ha potuto fornire molti dettagli in termini di una solida tempistica di produzione, Coon ha detto: “Lo stiamo girando proprio ora, tesoro. Quindi, si spera, finiremo entro gennaio. Non è ancora chiaro quanto tempo ci vorrà prima che il dramma d’epoca torni sul piccolo schermo.

Leggi i commenti completi di Coon qui sotto:

Lo stiamo girando proprio ora, tesoro. Quindi, se tutto va bene, finiremo entro gennaio, poi faranno tutto il lavoro di CGI e lo faranno vedere alla gente. Ma ci stiamo divertendo molto. È un gruppo di persone fantastico e mi sto divertendo un mondo a farlo. La prossima settimana vado a Newport per un altro po’ di tempo nella villa. Quindi è fantastico.

La terza stagione di The Gilded Age è confermata

The Gilded Age - stagione 2

La terza stagione è in arrivo

HBO ha dato il via libera alla terza stagione di The Gilded Age pochi giorni dopo la fine della seconda, ed è un buon segno per il futuro della serie. A differenza di altre serie che accumulano visualizzazioni per un periodo prolungato, la popolarità di The Gilded Age ha reso assolutamente necessario un rapido rinnovo.

La seconda stagione di The Gilded Age si è conclusa il 17 dicembre 2023.

Il cast della terza stagione di The Gilded Age

The Gilded Age 2
Per gentile concessione della HBO

Il clan Russell ritorna nella terza stagione

Il cast di The Gilded Age è un vasto ensemble e la maggior parte dei membri dovrebbe tornare nella terza stagione di The Gilded Age. Poiché la storia è incentrata su Marian, Agnes, la famiglia Russell e la rigida scena sociale del “nuovo denaro” in cui vivono, sembra probabile che i Russell torneranno nella terza stagione di The Gilded Age. Tuttavia, poiché lo show comprende un ecosistema sociale in costante cambiamento, una serie di nuovi personaggi potrebbe entrare in scena e scuotere le cose.

Non ci è voluto molto per aggiungere nuovi membri al cast della terza stagione, con Phylicia Rashad scelta per interpretare la ricca e protettiva signora Elizabeth Kirkland. Insieme a lei ci saranno Brian Stokes Mitchell, che interpreterà suo marito Frederick, e Jordan Donica, che interpreterà il dottor William Kirkland, un parente non specificato di Elizabeth. Victoria Clark interpreterà un’altra donna ricca, Joan Carlton. Bill Camp è stato scelto per interpretare il finanziere JP Morgan, mentre LisaGay Hamilton è la suffragista Frances Ellen Watkins Harper.

Altri nomi si sono aggiunti al cast nel novembre 2024, con l’aggiunta di Dylan Baker nel ruolo del dottor Logan, che cura l’élite ricca. Inoltre, Kate Baldwin interpreterà Nancy Adams Bell, la sorella di John, insieme a Michael Cumpsty nel ruolo dell’aristocratico britannico Lord Mildmay. John Ellison Conlee è il ricco uomo d’affari Weston, mentre Bobby Steggert interpreterà il famoso pittore americano John Singer Sargent. Hannah Shealy interpreterà Charlotte, la figlia adulta della signora Astor.

La storia della terza stagione di The Gilded Age

The Gilded Age - stagione 1

Ada guadagna ricchezza e status nella terza stagione

Le conseguenze tra Gladys e Bertha rischiano di frammentare il clan Russell nella terza stagione di The Gilded Age

In termini di sconvolgimenti, il finale della seconda stagione di The Gilded Age non solo ha stravolto tutto, ma ha dato agli sceneggiatori molto materiale su cui lavorare per la terza stagione. Forse il cambiamento più grande è stata la rivelazione che Ada ha ereditato una grossa somma di denaro che non solo salverà la famiglia Brook, ma le darà anche potere. Anche il litigio tra Gladys e Bertha rischia di portare alla frattura del clan Russell nella terza stagione di The Gilded Age, il che potrebbe preparare il terreno per altri fuochi d’artificio in futuro.

The Gilded Age 3: l’aggiornamento svela una nuova era e relazioni complicate

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Nuovi dettagli della trama per la terza stagione di The Gilded Age inaugurano una nuova era per la serie HBO, insieme ad alcune relazioni complicate. Il dramma storico, la cui prima è prevista per il 2025, riprenderà dopo gli eventi del finale della seconda stagione del 2023, che lasciava intendere che Bertha Russell (Carrie Coon) avesse promesso la mano di sua figlia in matrimonio al duca di Buckingham (Ben Lamb) per assicurarsi la sua presenza all’inaugurazione della sua opera. Con Bertha in testa alla terza stagione di The Gilded Age, la serie promette di esplorare lo status quo sconvolto di New York.

In un nuovo aggiornamento della dirigente della HBO Francesca Orsi, sembra che la scena sociale di New York diventerà ancora più complicata. Orsi ha presentato in anteprima la storia della terza stagione di Gilded Age in un’intervista con Deadline Hollywood e ha rivelato che si approfondirà “l’epoca in cui il divorzio è diventato una priorità”. Ha anche fatto riferimento al suo legame con il matrimonio combinato. Di seguito i suoi commenti completi:

Penso che, in generale, sia un modo interessante di esplorare quell’epoca in cui il divorzio è diventato una priorità nelle relazioni negli Stati Uniti. Penso che ci sia da discutere dei matrimoni combinati e, se non funzionano necessariamente, di come si presenta il divorzio in quel periodo e di cosa questo comporta per la società. E poi se si è accettati o meno nella società, in base a un divorzio.

Cosa significa per la terza stagione di The Gilded Age

The Gilded Age - stagione 1

The Gilded Age continuerà a esplorare i tempi mutevoli dell’America

La seconda stagione di The Gilded Age si è svolta nel 1883 e, anche se non è chiaro se ci sarà un salto temporale prima dell’inizio della terza stagione, è probabile che non si sposterà troppo nel futuro. Sebbene la società stia cambiando rapidamente, come dimostra l’ascesa dei Russell e di altri che provengono da “nuove” ricchezze, il divorzio era ancora un argomento difficile. Attraverso varie storie d’amore, The Gilded Age ha già dimostrato l’importanza del matrimonio nella società dell’alta borghesia alla fine del 1800, e ora sembra approfondire cosa succede quando ci si allontana da esso.

Sebbene Orsi non menzioni alcun personaggio per nome, il suo riferimento ai “matrimoni combinati” richiama sicuramente alla mente Gladys Russell (Taissa Farmiga). È possibile che The Gilded Age faccia un salto in avanti fino al momento in cui lei e il Duca si sposano, consentendo alla terza stagione di esplorare il suo desiderio di divorzio. Nella seconda stagione non era interessata a lui, e essere costretta a sposarsi probabilmente non cambierà i suoi sentimenti. Un’altra opzione è che un altro personaggio dell’età dell’oro potrebbe affrontare il divorzio, forse tra i tanti nuovi membri del cast che verranno introdotti. In ogni caso, la serie continuerà a rappresentare la grande evoluzione della società americana.

Captain America: Brave New World, la scena post-credits: ecco cosa significa e cosa anticipa!

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ATTENZIONE SPOILER DA Captain America: Brave New World

Captain America: Brave New World ha solo una scena post-credits e certamente non è una delle migliori del MCU, un po’ perché non anticipa molto che già non si sapesse, un po’ perché forse ci si aspettava qualcosa di più.

La scena inizia con Sam Wilson al Raft; vediamo che il suo braccio non è al collo, fasciato, quindi è chiaro che non si tratta della stessa visita che ha fatto a Ross alla fine del film, ma siamo più avanti nel tempo. Il Leader, ora rinchiuso, chiede a Cap se vuole sapere qualcosa di divertente, ma è chiaro che l’eroe ha poco interesse a condividere una battuta con lui, dopo tutte le brave persone che il cattivo ha ucciso durante la sua ricerca di vendetta.

“Condividiamo lo stesso mondo, non è vero?” chiede Samuel Sterns. “Questo mondo per cui moriresti. Sta arrivando. L’ho visto nelle probabilità, l’ho visto chiaro come il giorno. Tutti voi eroi che proteggete questo mondo. Pensate di essere gli unici? Pensate che questo sia l’unico mondo? Vedremo cosa succederà quando dovrete proteggere questo posto… dagli altri.”

Sam sembra in egual misura incuriosito e turbato mentre lo schermo diventa nero.

Captain America: Brave New World
Harrison Ford e Anthony Mackie in una scena di Captain America: Brave New World

Cosa significa la scena post credits di Captain America: Brave New World

L’intelligenza accresciuta del Leader lo ha chiaramente aiutato a capire che il Multiverso esiste e che “gli altri” stanno arrivando. Per quanto riguarda le anticipazioni, si tratta di qualcosa di incredibilmente vago e, per quanto ne sappiamo, la scena è stata girata quando Kang era ancora in gioco, prima dell’annuncio di Avengers: Doomsday (quando il film si intitolava Avengers: The Kang Dynasty).

Se non altro, i commenti del Leader danno un certo peso alla possibilità che gli Avengers di Terra-616 combatteranno le loro Varianti malvagie. Prima che Amadeus Cho venisse tagliato dal film, si diceva dalle proiezioni di prova che questa scena facesse riferimento anche al fatto che il Leader aveva trasformato l’adolescente in un Hulk (suggerendo che l’MCU avrebbe potuto ospitare diversi induvidui potenziati alla Hulk, per gentile concessione delle macchinazioni di Sterns).

Allo stato attuale delle cose, la scena post-credits di Captain America: Brave New World offre un’anticipazione deludente di Avengers: Doomsday e basta… Forse i Marvel Studios avrebbero fatto meglio a presentare una clip di Thunderboltsse proprio non volevano regalarci altro su cui rimuginare.

Margaret Qualley potrebbe essere in lizza per interpretare Rogue in X-Men

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Le voci sul casting degli X-Men continuano a girare e quest’ultimo rapporto attirerà sicuramente molta attenzione. Secondo Jeff Sneider di The Hot Mic, la star di The Substance Margaret Qualley è stata presa di mira per il ruolo di Rogue (non abbiamo idea se sia seriamente presa in considerazione o se sia solo una persona di interesse).

Rogue, vero nome Anna Marie, è uno dei membri più popolari del team e i fan sperano da anni di vedere un’interpretazione fedele ai fumetti della sfacciata bellezza del sud in un live-action. Anna Paquin ha interpretato una versione più giovane del personaggio nei film degli X-Men della 20th Century Fox, ma non aveva molto in comune con la sua controparte dei fumetti.

L’acclamata interpretazione di Margaret Qualley in The Substance l’ha resa un’attrice ambita a Hollywood, quindi è probabilmente solo questione di tempo prima che un importante franchise di supereroi la chiami.

Marvel sta costruendo il cast di X-Men

Sebbene stiamo ancora aspettando un annuncio ufficiale, la Marvel sembra muoversi dietro le quinte su questo progetto. Non è stato ancora annunciato alcun regista, ma la quantità di voci di casting provenienti da varie fonti affidabili che circolano sembrerebbe indicare che lo studio sta assemblando silenziosamente la sua nuova formazione.

Le voci precedenti hanno affermato che Harris Dickinson (Babygirl, The Iron Claw, Triangle of Sadness) e Jack Champion (Avatar, Scream 6) sono stati presi in considerazione per interpretare Ciclope, con l’ex star di Stranger Things Sadie Sink una probabile scelta per Jean Grey. Abbiamo anche sentito che Ayo Edebiri e DeWanda Wise sono sul radar dello studio per interpretare Tempesta. Si prevede che anche Kitty Pryde e Gambit (ma sarà Channing Tatum?) facciano parte del team. Più di recente, si vocifera che Hunter Schafer (Cuckoo, Euphoria) sia in lizza per Mystique, e si dice che Julia Butters (The Gray Man, The Fablemans) sia in trattativa per interpretare Pryde.

La scorsa settimana, abbiamo riportato una voce un po’ più diffusa secondo cui Denzel Washington potrebbe interpretare il cattivo, forse Magneto. Intanto Michael Lesslie sta attualmente lavorando alla sceneggiatura.

Se alcuni degli X-Men faranno il loro debutto nei prossimi film di Avengers (come si vocifera), c’è la possibilità che potremmo avere notizie ufficiali sul casting abbastanza presto.

Per quanto riguarda quando potremmo finalmente vedere questo attesissimo reboot degli X-Men, si immagina che il “grande segreto taciuto di Hollywood” sia che il film uscirà 2-3 mesi dopo Avengers: Secret Wars nel 2027.

The Gilded Age – stagione 2: la spiegazione del finale

The Gilded Age – stagione 2: la spiegazione del finale

Con la conclusione trionfale della Guerra dell’Opera e il salvataggio della fortuna della famiglia Van Rhijn, la seconda stagione di The Gilded Age si è conclusa in modo spettacolare. Dopo aver combattuto per tutta la stagione, la signora Astor e la signora Russell fanno il loro ultimo sforzo per ingraziarsi l’elite di New York City mentre l’Accademia della Musica e il Metropolitan iniziano le loro stagioni la stessa sera. Mentre le luci si abbassano sulla serata di apertura, diverse sorprese scuotono le fondamenta del set di cucchiai d’argento e mandano la società in tilt.

The Gilded Age si ispira ai Vanderbilt e ad altre famiglie storiche reali, quindi mentre la prima stagione ha impiegato molto tempo per introdurre i personaggi e definire le loro rispettive storie, la seconda stagione ha accelerato il ritmo, passando da una piacevole passeggiata in giardino a una corsa in carrozza per le strade acciottolate. Non solo ogni episodio è stato rivelatore e dinamico, ma poiché le basi dei personaggi sono state gettate, è stato necessario dedicare meno tempo al contesto e all’esposizione. Grazie a tutta la nuova crescita e allo sviluppo, il finale ha preparato ogni sorta di emozionante melodramma per la terza stagione di The Gilded Age.

Cosa promise Bertha al duca per vincere la guerra dell’opera?

The Gilded Age 2
Per gentile concessione della HBO

Doveva dargli qualcosa che la signora Astor non poteva

Dopo aver superato in astuzia la signora Winterton per aggiudicarsi il duca di Buckingham, Bertha Russell supera in astuzia la signora Astor all’ultimo momento, assicurandosi la presenza del duca alla serata di apertura del Met invece di accettare un palco all’Academy. Quando si rese conto che non poteva offrirgli i soldi di suo marito, né promettergli i contatti della signora Astor con la cerchia ristretta del Vecchio Mondo, decise di dargli qualcosa che solo lei poteva dargli. Il contenuto del loro incontro clandestino nella sua stanza all’Union Hotel rimane avvolto nel mistero fino alla fine della seconda stagione di The Gilded Age.

In base a dove si siede il duca durante lo spettacolo e a quanto si preoccupa Bertha per sua figlia, è chiaro che lei gli ha promesso Gladys. Dal momento in cui ha risistemato i cartoncini dei posti a sedere quando ha incontrato per la prima volta il nobile, era chiaro che stava cercando di organizzare un matrimonio vantaggioso. Il duca ha un titolo e delle terre, ma non ha i soldi per mantenerli, quindi deve sposarsi bene per mantenere il suo status. La scelta di Bertha potrebbe metterla in contrasto con suo marito nella terza stagione di The Gilded Age, perché lui ha promesso a Gladys che avrebbe potuto sposarsi per amore.

Come Bertha Russell ha reinventato la società americana

Il nuovo denaro supera la vecchia guardia

Quando la signora Fish si rende conto che il posto dove stare è il Met, abbandona completamente l’Accademia e si affretta a stare con il resto dell’élite di New York. Fa in modo di dire alla signora Russell che non solo ha vinto la guerra dell’opera, ma che con la sua vittoria ha “reinventato la società americana”. Quando la signora Russell assiste allo spettacolo dal suo palco, vede che quasi tutte le persone importanti che voleva che venissero hanno scelto di stare al suo fianco, lasciando solo la signora Astor, Agnes Van Rhijn e qualche decina di membri della Vecchia Guardia a sedere e a rimuginare sulla sconfitta all’Accademia.

Le parole della signora Fish implicano che i vecchi standard di funzionamento della società sono cambiati e che è possibile per i nuovi ricchi come i Russell dettare nuove condizioni piuttosto che essere alla mercé di coloro che lasciano poco spazio all’innovazione. Sostenendo il Met come luogo di cultura e arte, la signora Russell ha sfidato le regole della signora Astor e ne ha inventate di proprie. La guerra dell’opera rappresenta il progresso e la potenza industriale evidenziata nell’età dell’oro americana come motore di grandi cambiamenti e prosperità, con il successo che arriva a coloro che aiutano a realizzarlo, non a ostacolarlo.

Cosa significa la fortuna di zia Ada per il futuro della famiglia Van Rhijn

Una delle rivelazioni più scioccanti del finale della seconda stagione di The Gilded Age è arrivata da zia Ada che, nella scena finale dell’ottavo episodio, spiega che suo marito Luke Forte, recentemente scomparso, le ha lasciato una grossa eredità. Mentre Oscar Van Rhijn potrebbe aver investito male i soldi di sua madre e averla lasciata indigente, sua sorella potrebbe essere la sua salvezza. Non solo Agnes non dovrà vendere la casa e trasferirsi, ma tutto il personale di servizio non dovrà cercare un altro lavoro e i nomi Van Rhijn e Brook non dovranno essere infangati acquisendo la reputazione di poveri.

Come dimostra l’avvocato che si rivolge alla zia Ada, invece che ad Agnes, nella scena finale della serie, la dinamica della famiglia è cambiata. Ada pagherà i salari dei domestici e sarà quindi il loro datore di lavoro, e anche se Agnes è ancora proprietaria della casa, non avrà più l’ultima parola sulle questioni domestiche. Ada disse al suo defunto marito poco prima che morisse che il suo amore l’aveva resa più forte e le aveva fatto credere in se stessa, ed è chiaro che la solitamente mite Ada diventerà una forza potente con cui fare i conti, soprattutto dopo aver vissuto per così tanto tempo sotto il governo dittatoriale di Agnes.

L’importanza dell’invenzione della sveglia di Jack

Una delle sottotrame più affascinanti tra il personale del piano inferiore è stata il viaggio della sveglia di Jack. Dopo aver inventato un meccanismo di scappamento che assicurava che i componenti di un orologio sveglia che indicano l’ora non si bloccassero (anche senza olio), i membri della famiglia Van Rhijn si unirono per procurargli i fondi per brevettare il componente. Dopo essersi unito a una società di orologeria e aver ottenuto le certificazioni necessarie, la sua invenzione ottenne il proprio brevetto, e non solo, ma Larry Russell suggerì a Jack di mettersi in affari insieme a lui con il loro design superiore di sveglia.

L’invenzione di Jack non è solo significativa nella storia dei dispositivi per la misurazione del tempo e della crescente precisione delle sveglie, ma mostra anche la mobilità ascendente insita nell’ingegno e nell’innovazione dell’epoca. Dimostra che, anche se non è nato in una famiglia ricca, qualcuno come Jack può raggiungere la mobilità ascendente nella società attraverso le proprie idee. Questo è il “sogno americano” all’opera, e un esempio delle tante storie tipicamente americane che hanno visto l’avanzamento della classe inferiore a quella superiore attraverso il duro lavoro, la dedizione e una rete di sostenitori.

L’importanza della lotta contro il Consiglio dell’Istruzione che chiudeva le scuole per le persone di colore

Una triste verità nella storia americana è radicata nel fatto che il Consiglio dell’Istruzione di New York City cercò di chiudere le scuole per gli studenti di colore durante l’Età dell’Oro, negando loro l’accesso a importanti competenze scolastiche e a contatti vitali per il loro avanzamento nella vita. Citando la frequenza insufficiente e insegnanti con credenziali insufficienti, il Consiglio dell’Istruzione cercò di chiudere tre scuole separate, arrivando persino a cambiare le date del voto in modo che nessuna opposizione potesse presentare prove contro la loro causa. Fortunatamente, il sostegno e le prove sono fornite in massa, e riescono a chiudere solo una scuola.

A quel tempo, gli immigrati irlandesi, come le persone di colore, subivano pregiudizi e ostilità estremi, e ci volle un lavoro di squadra per sopraffare il Consiglio dell’Istruzione e ottenere un cambiamento significativo. Quando il Consiglio dell’Istruzione si rese conto che anche gli studenti bianchi avrebbero frequentato queste scuole, non ebbe altra scelta che modificare la sua decisione. La lotta sarebbe continuata fino al secolo successivo, ma grazie al lavoro svolto da Peggy Scott, dalla sua famiglia e dalla loro comunità, alle persone di colore non poterono essere negate le necessità e la dignità.

Perché Peggy Scott dovette sacrificare il lavoro dei suoi sogni

Anche se ci sono molti momenti di euforia nel finale della seconda stagione di The Gilded Age, ce n’è uno che brucia a causa delle sue implicazioni personali. Peggy Scott decide di rinunciare al lavoro dei suoi sogni presso il giornale del signor Fortune e di concentrarsi sul suo romanzo. Mentre lui è contento di lavorare al suo fianco perché crede nelle sue capacità di scrittrice e di avvocato, lei non vede un futuro in cui possa scrivere per il giornale e mettere da parte i suoi sentimenti per lui, soprattutto considerando le voci che circolano dopo il bacio proibito che i due si sono scambiati a Tuskegee, in Alabama.

Un grande impulso alla decisione di Peggy di rinunciare al lavoro dei suoi sogni è il fatto di aver incrociato la moglie e il figlio del signor Fortune, che prima erano stati per lei concetti astratti. Vedere due persone innocenti che potrebbero essere molto ferite dai sentimenti che Peggy prova per il suo datore di lavoro (e lui per lei) le fa riconsiderare l’impropietà del loro rapporto di lavoro. Potrebbe essere il destino di Peggy diventare una grande scrittrice e continuare a influenzare cuori e menti con i suoi scritti intrepidi sulle sfide che le persone di colore hanno affrontato nell’età dell’oro.

Cosa significa per lei e Larry Russell il matrimonio annullato di Marian

Dashiell Montgomery è stato il pretendente di Marian per tutta la seconda stagione di The Gilded Age, ma è stato chiaro fin dall’inizio che, sebbene potesse essere un partner sensibile, non era quello giusto per Marian Brook. Lei ha dimostrato di avere una certa chimica con Larry Russell, ma i due sono stati tenuti separati a favore delle sue imminenti nozze. Dopo un’attenta riflessione, decide che non può sposare Dashiell in buona fede perché non è pronta a rinunciare alla sua carriera e a sistemarsi, lasciando a lei e Larry l’opportunità di corteggiarsi da qualche parte nella terza stagione.

La posta in gioco è molto alta per le giovani donne del livello sociale di Marian, e zia Agnes vuole assicurarle un futuro con un buon partito e un marito rispettabile. Sfortunatamente, Marian non si preoccupa molto delle regole della società e preferirebbe avere una carriera e nessuna prospettiva piuttosto che sposare la persona sbagliata che considera la sua vocazione frivola. Lei e Larry hanno una mentalità molto più artistica e sono desiderosi di cambiare il mondo, mentre il loro corteggiamento creerebbe ogni sorta di divertente melodramma tra Bertha Russell e Agnes Van Rhijn nella terza stagione di The Gilded Age.

Harry Potter e l’Ordine della Fenice: dal cast al libro, tutte le curiosità sul film

Con l’arrivo nelle sale di tutto il mondo del film Harry Potter e la pietra filosofale prese vita una delle saghe fantasy più celebri e dal maggior successo di sempre. È il 2001 quando gli spettatori vengono condotti alla scoperta di Hogwarts e del magico mondo dei maghi. Un mondo nato dalla penna di J. K. Rowling e che ha negli anni conquistato sempre più fan in ogni parte del mondo per le sue tematiche legate alla crescita, all’amicizia e al coraggio. Nel 2007 il viaggio prosegue con Harry Potter e l’Ordine della Fenice, diretto da stavolta da David Yates e basato come sempre sull’omonimo romanzo.

Con questo quinto capitolo si è ormai sempre più nel vivo della storia. Il grande nemico del giovane mago protagonista, Lord Voldemort, ha ripreso forma in carne ed ossa, e l’oscurità è sempre più presente nel mondo dei maghi. Questo quinto film è stato però anche il più contestato dagli amanti della saga, che hanno ritrovato eccessive differenze e semplificazioni rispetto al libro, il quale vanta però circa 800 pagine. Con l’introduzione di nuovi personaggi e ambienti, Harry Potter e l’Ordine della Fenice garantisce tuttavia ancora una volta buon intrattenimento e grandi emozioni.

Una volta arrivato in sala, il film si è confermato come un grande successo, giungendo ad un incasso complessivo a livello mondiale di circa 942 milioni di dollari, a fronte di un budget di appena 150. Ciò spinse ovviamente i produttori a proseguire nella costruzione della saga, preparando da subito i successivi sequel. In questo articolo, approfondiamo tutte le principali curiosità ad esso legate: dalla trama al cast e fino alle differenze con il romanzo. Proseguendo nella lettura sarà possibile ritrovare tutto ciò.

LEGGI ANCHE: Harry Potter e l’Ordine della Fenice, la spiegazione del finale

La trama di Harry Potter e l’Ordine della Fenice

Il quinto film si apre sul tanto chiacchierato ritorno di Lord Voldemort, a cui però molti scelgono di non credere, tra cui i maghi ai vertici del Ministero della Magia. Harry Potter, invece, ha assistito con i suoi occhi alla ricomparsa in carne ed ossa del temuto stregone, ed è consapevole che la sua vita non potrà più essere quella di prima. Contestualmente, viene a conoscenza dell’Ordine della Fenice, un’organizzazione segreta capeggiata da Albus Silente con lo scopo di contrastare Voldemort. Affascinato da quest’idea, Harry decide di dar vita ad un gruppo formato da studenti all’interno della scuola di magia e stregoneria, insegnandolo loro a combattere e difendersi. Ben presto, però, la minaccia dell’Oscuro Signore e dei suoi seguaci diventerà più concreta che mai.

Harry Potter e l'Ordine della Fenice (2007)
Rupert Grint, Matthew Lewis, Daniel Radcliffe, Emma Watson, Bonnie Wright e Evanna Lynch in Harry Potter e l’Ordine della Fenice © 2007 Warner Bros. Entertainment Inc. – Harry Potter Publishing RightsJ.K.R.

Il cast del film

Protagonista del film è nuovamente l’attore Daniel Radcliffe, che ricopre ancora una volta con grande successo il ruolo di Harry Potter. Per lui il quinto film è divenuto noto anche per aver portato in scena il primo bacio del personaggio. Una scena che ha reso particolarmente nervoso l’attore, il quale il giorno in cui avrebbe dovuto girare questa si presentò ammalato sul set, costringendo a rinviare il tutto. Accanto a lui si ritrovano poi Rupert Grint nei panni di Ron Weasley, ed Emma Watson in quelli di Hermione Granger. Quest’ultima rivelò di aver considerato di rinunciare al suo personaggio, decidendo però di continuare ad interpretarlo poiché il suo abbandono sarebbe stato un danno per l’intera saga.

Michael Gambon, invece, riprende per la terza volta il ruolo del preside Albus Silente, che diventa sempre più presente nelle vicende di Harry. Tra i più celebri personaggi della saga, Severus Piton è interpretato dal grande Alan Rickman, mentre Tom Felton torna nei panni di Draco Malfoy, e  Maggie Smith in quelli della professoressa McGranitt. Robbie Coltrane, invece, è l’interprete del fidato Hagrid. David Thewlis riprende invece il ruolo di Remus Lupin. Il premio Oscar Gary Oldman torna ad interpretare il personaggio di Sirius Black, già comparso nel terzo film, che trova qui ampio spazio all’interno della storia. Evanna Lynch fa il suo ingresso nei panni di Luna Lovegood. Katie Leung, invece, è Cho Chang, la ragazza con cui Harry Potter condividerà il suo primo bacio.

Lord Voldemort, ora definitivamente entrato in scena, è interpretato dal grande attore Ralph Fiennes. Questi lavorò molto per costruire il carattere del personaggio, arrivando anche a stabilire una serie di personali cambiamenti. Egli richiese infatti che i suoi occhi venissero lasciati al naturale, e non tramutati dunque in quelli simili ad un serpente. Ciò gli permetteva di poter comunicare la follia del personaggio anche tramite il proprio vero sguardo. Dalla parte dei cattivi si ritrovano anche Imelda Staunton, nei panni della perfida Dolores Umbridge, nuova docente di Difesa contro le Arti Oscure, mentre Helena Bonham Carter dà vita a Bellatrix Lestrange. Qui introdotta per la prima volta, questa si rivelerà essere una delle principali nemiche dei giovani protagonisti.

Ralph Fiennes in Harry Potter e l'Ordine della Fenice (2007)
Ralph Fiennes in Harry Potter e l’Ordine della Fenice © 2007 Warner Bros. Entertainment Inc. – Harry Potter Publishing Rights J.K.R.

 

Le differenze tra il libro e il film

Se già con il quarto film si erano evidenziate diverse notevoli differenze tra il romanzo e il film, ancora maggiori sono quelle che intercorrono tra il quinto libro e il quinto film della saga. L’adattamento di questo specifico romanzo della saga è stato senza dubbio complesso, principalmente per la natura più articolata della storia che, per la maggior parte, si svolge dentro la testa del protagonista. L’Ordine della Fenice è infatti un testo di passaggio, all’interno della saga. Questo concentra molte delle sue pagine sui pensieri di Harry e sulle sue turbe, sulla sua rabbia, sulla sua difficoltà di vivere in un mondo magico che rifiuta ancora, ufficialmente, il ritorno di Voldemort.

L’esclusione di molti dettagli, tuttavia, ha reso più complesso mantenere una certa coerenza con i film precedenti e quelli successivi. Nel film, ad esempio, sono del tutto assenti molte delle attività che Harry svolge all’interno di Grimmauld Place, sede dell’Ordine della Fenice. Ciò ha portato a non mostrare il ritrovamento del Medaglione di Serpeverde, oggetto chiave nel futuro della storia. Assenti sono anche molte delle scene che mostrano le frustrazioni provate da Harry nel corso dell’anno, ridotte qui a pochi simbolici momenti. Di particolare importanza è qui anche la Stanza delle Necessità. Nel film questa viene scoperta da Neville, mentre nel libro è l’elfo Dobby a rivelare ad Harry la sua esistenza.

Differenti rispetto al libro sono anche due momenti chiave della storia. Il primo riguarda il tradimento di Cho Chang, che nel romanzo invece non avviene. A tradire il gruppo è infatti Marietta Edgecombe, la cui madre lavora al Ministero della Magia. Poiché il personaggio è però stato tagliato dal film, è toccato a Chang ricoprire tale ingrato ruolo. Il secondo è invece la spiegazione di Silente sulla profezia, che è molto più limitata nel film, concentrandosi principalmente sulla parte “nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive” e sul motivo per cui Silente ha nascosto questa verità a Harry. Nel romanzo, invece, c’è un’ampia quantità di informazioni in più che non sono incluse nel film.

Per altre differenze tra libro e film di Harry Potter e l’Ordine della Fenice leggi anche: Harry Potter e l’Ordine della Fenice: 10 cose che il film cambia dal libro

Il trailer del film e dove vedere il film in streaming e in TV

Harry Potter e l’Ordine della Fenice è infatti disponibile nel catalogo di Netflix, Prime Video, Now e Tim Vision. Per vederlo, basterà sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 13 febbraio alle ore 21:20 su Italia 1.

La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler: la vera storia dietro al film

Di film che in modo più o meno esteso presentano il dittatore Adolf Hitler tra i propri personaggi ve ne sono diversi, anche se nella maggior parte dei casi il ritratto che di lui si offre è satirico. Film come Bastardi senza gloria, Lui è tornato o Jojo Rabbit includono il terribile Führer solo per deriderlo o farlo nuovamente morire in atroci modi sul grande schermo. Raccontare Hitler in modo diverso da così è stato a lungo considerato difficile se non impossibile. Nel 2004, però, non senza molta paura a riguardo, lo sceneggiatore Bernd Eichinger e il regista Oliver Hirschbiegel portarono al cinema La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler.

Primo film tedesco dal 1956 ad avere Hitler come protagonista principale, con questo film i due si proposero di narrare gli ultimi giorni prima della caduta di Berlino proprio dal punto di vista del dittatore, fino alla sua decisione di togliersi la vita. Un’operazione rischiosissima, che non mancò di suscitare diverse polemiche ma che infine ottenne il plauso della critica e del pubblico per il ritratto fedele ma mai indulgente dato del dittatore. Definito anche come la “miglior interpretazione di sempre di un cattivo realmente esistito“, oggi La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler è considerato un film di culto, anche per la sua forte accuratezza storica.

La pellicola ha poi ricevuto una nomination agli Oscar nella sezione Miglior film straniero e in seguito molte sue scene, come quella in cui un furioso Hitler scopre che i generali non hanno obbedito ai suoi ordini, hanno generato una serie di meme di Internet. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler film trama

La trama e il cast di La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler

È l’aprile del 1954. L’Armata Rossa marcia inesorabilmente su Berlino, ma Hitler si rifiuta di lasciare il suo nascondiglio. Mentre Heinrich Himmler tenta di negoziare la resa all’insaputa del Führer, il dittatore, risoluto a non pensare all’imminente fine del suo impero, si comporta nel modo più naturale possibile, organizzando una festa per gli abitanti del bunker con l’ausilio di Eva Braun. Lentamente, il Führer perderà gradualmente il contatto con la realtà, ordinando inattuabili strategie militari ai suoi sottoposti e quando sopraggiungerà la fine, Hitler scoprirà che la maggior parte dei suoi uomini più fidati lo ha tradito, innescando l’atto conclusivo della sua psicosi.

Ad interpretare Adolf Hitler vi è l’attore Bruno Ganz, il quale era inizialmente contrario ad assumere tale ruolo. Si convinse però ad interpretarlo il dittatore dopo aver visto L’ultimo atto, film col quale capì che era possibile portare in scena Hitler senza renderlo una parodia. Per prepararsi al ruolo, Ganz ha visionato e ascoltato per ore filmati e audio di Hitler per poterlo imitare nel migliore dei modi possibili. Accanto a lui, l’attrice Alexandra Maria Lara interpreta la segretaria Traudl Junge, mentre Juliane Köhler è Eva Brown. Nel ruolo di fedelissimi di Hitler come Joseph Gobbels, Heinrich Himmler e Hermann Göring si ritrovano invece gli attori Ulrich Matthes, Ulrich Noethen e Mathias Gnädinger.

La vera storia dietro al film

Le fonti usate nella realizzazione del film

Nel realizzare il film, il regista Hirschbiegel si è preoccupato di essere quanto più accurato possibile nel raccontare i fatti a cui si fa riferimento e le personalità storiche coinvolte nella vicenda. Egli si è dunque avvalso di testimonianze oculari, memorie dei sopravvissuti e altre fonti storiche durante la produzione per ricostruire l’aspetto e l’atmosfera della Berlino degli anni ’40. Per la sceneggiatura, invece, Bernd Eichinger si è basato sui libri La disfatta, dello storico Joachim Fest, e Fino all’ultima ora, di Traudl Junge, una delle segretarie di Hitler, oltre ad altri resoconti di quel periodo.

Ulteriori testi utilizzati sono stati: Inside the Third Reich (1969), di Albert Speer, uno dei più alti funzionari nazisti sopravvissuti sia alla guerra che al processo di Norimberga; Hitler’s Last Days: An Eye-Witness Account (1973), di Gerhard Boldt; Das Notlazarett unter der Reichskanzlei: Ein Arzt erlebt Hitlers Ende in Berlin (1995), di Ernst-Günther Schenck; e Soldat: Reflections of a German Soldier, 1936-1949 (1992) di Siegfried Knappe. Tutte queste precise fonti storiche hanno dunque permesso allo sceneggiatore e al regista di riportare in modo particolarmente accurato quanto accadde all’interno del film.

La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler storia vera

La vera storia dietro il film

Le vicende narrate in La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler si svolgono dunque nell’arco di dieci giorni, dal 20 al 30 aprile 1945, data di morte di Adolf Hitler. Il 20 di quel mese, infatti, Berlino iniziò ad essere bombardata dall’artiglieria sovietica, cosa che culminò nella sera del 21, quando i carri armati dell’Armata Rossa raggiunsero la periferia della città. Nel pomeriggio del 22 aprile, durante una riunione fondamentale, Hitler subì un collasso nervoso quando venne informato che gli ordini trasmessi a Felix Steiner, generale delle SS in forza all’Armeeabteilung Steiner nella continua difesa di Berlino, erano stati disattesi.

Stando alle fonti, Hitler lanciò un’invettiva contro il tradimento e l’incompetenza dei suoi comandanti, che culminò per la prima volta nell’esternazione che, secondo lui, la guerra era perduta, per poi annunciare che sarebbe rimasto a Berlino fino alla fine, per poi togliersi la vita. Con quella consapevolezza, i fedelissimi di Hitler iniziarono ad allontanarsi dal Führer. Hermann Goring tentò di assumere la leadership del Reich ma venne sollevato dai suoi incarichi e arrestato. Sorte similie tocco al Reichsführer-SS Heinrich Himmler, che dopo essersi offerto di arrendersi agli Alleati occidentali venne giudicato come traditore e fatto arrestare da Hitler.

In quel momento l’Armata Rossa era avanzata verso Potsdamer Platz e vi erano ormai prove certe che stavano preparando l’assalto alla cancelleria del Reich: questa notizia, combinata con il tradimento di Himmler, spinse Hitler a prendere le ultime decisioni della sua vita. Dopo la mezzanotte del 29 aprile 1945, Hitler sposò Eva Braun, successivamente dettò alla sua segretaria Traudl Junge il proprio testamento. Tra le 15 e le 16 del 30 aprile, Hitler e la moglie si suicidarono: lei ingerì del cianuro, mentre lui si sparò alla tempia. I corpi vennero rapidamente bruciati mentre l’esercito russo prendeva definitivamente possesso di Berlino.

Bruno Ganz e Juliane Köhler in La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler
Bruno Ganz e Juliane Köhler in La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler © 2004 Newmarket Films

Le differenze tra La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler e la storia vera

Pur essendo lodato per la sua attenzione ai dettagli, il film si prende inevitabilmente delle libertà nel drammatizzare alcuni aspetti per fini cinematografici. Il regista hanno ammesso di aver compresso eventi e personaggi per garantire la coesione narrativa. La rappresentazione della relazione tra Hitler e Eva Braun è ad esempio stata contestata, e alcuni sostengono che semplifichi eccessivamente le dinamiche in gioco nella vita personale del dittatore. Ciononostante, il film si sforza di raggiungere l’accuratezza storica nel ritrarre lo stato psicologico di Hitler e della sua cerchia ristretta mentre la guerra giungeva alla sua catastrofica conclusione.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

Sfortunatamente il film non è presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive in Italia. È però presente presente nel palinsesto televisivo di giovedì 13 febbraio alle ore 21:20 sul canale Rai 3. Di conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far partire la visione.

Captain America: Brave New World, la spiegazione del finale

Captain America: Brave New World, la spiegazione del finale

ATTENZIONE SPOILER DA Captain America: Brave New World

Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New World – Cortesia Disney

Captain America: Brave New World è al cinema e, nell’atto finale del film, Red Hulk viene scatenato! Sam Wilson vola immediatamente in azione, ritrovandosi rapidamente sopraffatto dal Presidente degli Stati Uniti fuori controllo.

Thaddeus “Thunderbolt” Ross non è un Hulk intelligente; è un mostro furioso e solo la tuta e le ali di Vibranio di Cap gli danno una mano a sopravvivere. Dopo che una notevole quantità di danni è stata inflitta alla Casa Bianca, Sam conduce Red Hulk in una strada deserta fiancheggiata da fiori di ciliegio.

La lotta continua e Red Hulk sta per schiacciare la testa dell’eroe dopo avergli strappato un’ala. Notando che una “piuma” della sua ala carica di Vibranio è riuscito a perforare la pelle del cattivo, Sam usa l’ala rimanente per pugnalare Red Hulk e scatenare l’energia immagazzinata al suo interno. Red Hulk sembra essere stato sconfitto ma si rialza rapidamente per continuare la lotta. Tuttavia, Sam lo convince a calmarsi e, notando i fiori di ciliegio di cui aveva parlato prima con sua figlia Betty, Ross torna alla normalità.

Più tardi, Sam riesce a liberare Isaiah Bradley dalla prigione dove era rinchiuso a causa del lavaggio del cervello che gli aveva fatto The Leader allo scopo di fargli attaccare Ross, viene firmato un trattato che significa che il mondo condividerà l’Adamantio (è a questo che si riferisce “Brave New World”), e Sam fa visita a Ross nel Raft.

Sam e Ross fanno pace

Lo ringrazia per essersi assunto la responsabilità delle sue azioni e rispetta chiaramente il fatto che l’ex Presidente abbia accettato il suo destino per aiutare il paese a guarire. Ross riceve quindi finalmente la visita di sua figlia Betty dopo anni di allontanamento.

Sam incontra un Joaquin Torres ferito, in ospedale (era stato ferito durante la lotta sopra l’Isola Celestiale), e conferma che ha intenzione di riunire gli Avengers, con il nuovo Falcon come parte della sua squadra. Condividono una battuta su Torres che chiede ai Wakandiani una nuova tuta mentre il film finisce.

Ma ovviamente… vi invitiamo a non lasciare la sala fino a che non finiscono i titoli di coda.

Captain America: Brave New World, 10 cose da sapere prima di vedere il film

Sembra chiaro che il futuro di Ross non sarà per forza quello di essere ulteriormente coinvolto nel MCU, ma da quello che si sa e che abbiamo visto nel trailer di Thunderbolts*, il futuro del governo USA potrebbe essere influenzato da personaggi come Valentina Allegra de Fontaine che sicuramente ha ambizioni politiche, dopo aver acquistato l’ex Avengers Tower. Il futuro di Sam invece appare chiaro: rifondare gli Avengers con i membri ancora disponibili in circolazione e, forse, anche in questo caso, sapremo meglio chi coinvolgerà dopo Thunderbolts*. Da qualche parte, Doctor Strange e Ant-man aspettano una convocazione!

Ronin: la spiegazione del finale del film con Robert De Niro

Ronin: la spiegazione del finale del film con Robert De Niro

Ci sono, purtroppo, alcuni registi che, pur avendo innumerevoli classici nel loro curriculum, rimangono in gran parte sconosciuti al pubblico dei non cinefili. Il grande regista John Frankheimer rientra certamente in questa descrizione. Sebbene molti dei suoi film siano considerati dei classici, il nome di Frankheimer non è sempre associato al successo del commovente dramma biografico L’uomo di Alcatraz, dell’innovativo thriller politico Va’ e uccidi, del classico film di guerra Il treno o dell’iconico dramma automobilistico Grand Prix. Sul finire della sua carriera, ha però realizzato Ronin, titolo per cui è oggi probabilmente più ricordato.

Nonostante un breve periodo di insuccesso commerciale, Frankenheimer si è infatti assicurato un importante ritorno grazie al successo di questo suo thriller spionistico ricco di azione, interpretato dal premio Oscar Robert De Niro. Il film è ricordato non solo per la regia di Frankenheimer e l’interpretazione di De Niro, ma anche per il suo finale ambiguo e sorprendente, che risolve in modo imprevedibile la vicenda narrata. Pur essendo indubbiamente uno dei suoi film più belli, Frankenheimer aveva però in mente un finale più cupo per Ronin, che fu però tagliato prima dell’uscita nelle sale.

La trama di Ronin

Basato su una sceneggiatura del leggendario drammaturgo David Mamet, Ronin è un thriller di spionaggio ricco di azione che racconta l’intersezione tra le forze di operazioni speciali di diverse nazioni. Robert De Niro interpreta il mercenario americano Sam, incaricato dalla CIA di rubare una valigetta altamente protetta dal contenuto misterioso. Dopo aver incontrato l’agente dell’IRA Deirdre (Natascha McElhone), Sam inizia a lavorare insieme all’agente americano Larry (Skipp Sudduth), al pistolero francese Vincent (Jean Reno), allo specialista informatico tedesco Gregor (Stellan Skarsgard) e all’assassino inglese Spence (Sean Bean) per svaligiare il camion pesantemente protetto contenente la valigetta.

Robert De Niro, Sean Bean, Jean Reno, Stellan Skarsgård e Skipp Sudduth in Ronin
Robert De Niro, Sean Bean, Jean Reno, Stellan Skarsgård e Skipp Sudduth in Ronin © RONIN1998 UNITED ARTISTS PICTURES INC.. All Rights Reserved / Courtesy of MGM

Pur essendo un film che si basa sull’azione, Ronin crea una tensione emotiva sviluppando una relazione romantica tra Sam e Deirdre. Dopo aver ricevuto una nuova serie di ordini dal suo responsabile, l’agente dell’IRA Seamus O’Roarke (Jonathan Pryce), Deirdre inizia ad aprirsi con Sam mentre lavorano insieme a un appostamento. Mentre tra i due scocca la scintilla emotiva, Sam è messo sotto pressione perché lavora sotto copertura e non può rivelare la sua identità. Le mutevoli lealtà delle varie spie che si intrecciano nel complotto per ottenere la valigetta danno vita a una serie di scambi tesi in cui Sam deve interrogarsi su dove riporre la sua lealtà.

La spiegazione del finale del film

Nonostante la natura concentrata della narrazione, Ronin si conclude con una nota un po’ ambigua sul destino dei suoi personaggi. Sam e Vincent riescono a fuggire e a sventare i suoi piani. Sam si presenta poi a sorpresa a Deidre e le confessa che lavora per la CIA, invitandola a scappare: la donna segue il consiglio. Sam e Vincent scovano poi il terrorista irlandese che, rimasto a piedi, sta fuggendo con la valigetta in mano. Una serie di colpi di pistola vengono sparati: questa volta è Vincent, benché ferito, a salvare la vita a Sam, immobilizzato a terra e ferito dallo stesso Seamus, che, mentre sta per finire Sam, viene colpito da Vincent e muore.

Sam riesce così a recuperare la valigetta e nella sequenza finale si ritrova qualche giorno dopo con Vincent nello stesso bar dove tutti erano stati inizialmente reclutati, con la speranza che Deirdre ritorni, il che però non accade. Nel locale dove i due si stanno salutando, le parole di un giornalista della TV riguardo al processo di pace in Irlanda del Nord offrono un vago suggerimento riguardo alla natura della valigetta e al motivo per cui Seamus O’Rourke fosse così determinato ad impossessarsene. I due amici si lasciano con la promessa di tenersi in contatto e di rincontrarsi un giorno. Viene però lasciato all’oscuro del destino di Deidre, così come lo sono gli spettatori.

Robert De Niro in Ronin
Robert De Niro in Ronin © RONIN1998 UNITED ARTISTS PICTURES INC. All Rights Reserved / Courtesy of MGM

Perché John Frankenheimer ha cambiato il finale originale di Ronin

Anche se non è necessariamente un cliffhanger, il finale permette al pubblico di determinare da solo cosa sia successo a Deirdre dopo la morte di Seamus. Tuttavia, Frankenheimer girò due finali alternativi per Ronin che offrivano una prova più definitiva di dove si trovi Deirdre in seguito agli eventi del film. In un finale, Deirdre tenta di entrare nel ristorante per raggiungere Sam e Vincent, ma poi si ferma e decide di non farlo, in seguito viene rapita da agenti dell’IRA e prontamente uccisa. Un altro finale prevedeva che Deirdre andasse verso la sua auto dopo che Sam e Vincent avevano lasciato il ristorante, lasciando un finale aperto nel caso in cui si fosse voluto realizzare un sequel.

Sebbene Frankenheimer ritenesse che il finale più cupo “funzionasse davvero”, il pubblico di prova rispose negativamente alla prospettiva di vedere Deirdre morta. Sebbene fosse già stato suggerito che non sarebbe stata in grado di avere una vita felice con Sam, vederla morire in modo così brutale si rivelò troppo per gli spettatori che avevano investito nel personaggio. Frankenheimer ha rivelato di aver dovuto “ascoltare il pubblico”, poiché la MGM aveva investito troppo sulle prospettive finanziarie del film per scegliere una conclusione più sovversiva. Purtroppo Frankenheimer non ha mai realizzato una director’s cut del film e quindi il suo finale originale rimane indisponibile per i fan del film.

Sebbene fosse convinto a non includere quello che sarebbe stato un finale molto deprimente, Frankenheimer rifiutò la conclusione più ottimistica che confermava la sopravvivenza di Deirdre. Lamentandosi del fatto che la scena in cui Deirdre si avvicinava al ristorante fosse “troppo hollywoodiana”, Frankenheimer ritenne che una conclusione così salutare avrebbe sminuito il tono intenso e realistico del film. Si giunse quindi a un compromesso per la versione definitiva, che evita di dare indicazioni in merito e mantiene il finale focalizzato sulla prospettiva di Sam.

Robert De Niro e Natascha McElhone in Ronin
Robert De Niro e Natascha McElhone in Ronin © RONIN1998 UNITED ARTISTS PICTURES INC. All Rights Reserved / Courtesy of MGM

Il finale più cupo di Ronin sarebbe stato migliore

Sebbene il concetto originale di Frankenheimer possa aver ispirato reazioni negative da parte degli spettatori, il finale alternativo e cupo di Ronin si adatta meglio al tono del film. Esso presenta una rappresentazione cruda della fragilità della politica internazionale e mostra la facilità con cui le agenzie di spionaggio sono disposte a sacrificare i loro agenti per portare avanti i loro obiettivi; nonostante la sua importanza all’interno della storia, Deirdre è in definitiva solo una pedina nei piani dell’IRA. La rivelazione del suo destino getterebbe anche la conversazione esistenziale tra Sam e Vincent sotto una luce diversa, ed esplorerebbe la futilità dei loro sforzi eroici.

Sebbene sia stato accolto da recensioni positive e sia diventato un successo commerciale, Ronin purtroppo non ha portato alla rinascita di Frankenheimer a fine carriera. A questo film seguì il disastroso thriller d’azione Trappola criminale, con Ben Affleck e Charlize Theron, citato come uno dei peggiori film del 2000. Tuttavia, Ronin ha certamente influenzato il modo in cui le sequenze di inseguimento in auto sono state sviluppate nel decennio successivo del cinema d’azione. È difficile immaginare che classici dell’inseguimento in auto come Baby Driver o Drive potessero esistere senza Ronin.

Captain America: Brave New World, 10 cose da sapere prima di vedere il film

Captain America: Brave New World sarà un importante punto di svolta nel Marvel Cinematic Universe, portando in primo piano il viaggio di Sam Wilson come Captain America e affrontando contemporaneamente nuove e vecchie narrazioni della cronologia MCU. Con il ritorno di Thaddeus “Thunderbolt” Ross, ora interpretato da Harrison Ford, e la ricomparsa del Dr. Samuel Sterns, è emozionante vedere come gli eventi passati dell’MCU si collegheranno al prossimo capitolo.

Captain America: Brave New World è il quarto capitolo della serie cinematografica di Captain America, ma il primo senza Steve Rogers. Il film esplora le tensioni politiche all’interno del governo degli Stati Uniti, con Ross ora presidente e coinvolto in controverse iniziative militari. Nel frattempo, il ritorno del Dr. Samuel Sterns accenna a una nuova minaccia scientifica, forse collegata alla trama a lungo dormiente di L’incredibile Hulk. Con l’emergere di nuove minacce e la ricomparsa di quelle vecchie, la determinazione di Sam Wilson sarà messa alla prova come mai prima.

Sam Wilson è già diventato il nuovo Capitan America

Lo abbiamo visto in The Falcon And The Winter Soldier

Captain-America-Falcon-and-the-Winter-Soldier Captain America: Brave New WorldIn Avengers: Endgame, Steve Rogers ha scelto Sam Wilson come suo successore, consegnandogli lo scudo di vibranio. The Falcon and the Winter Soldier ha esplorato la riluttanza di Sam ad assumere il ruolo, in particolare a causa delle implicazioni razziali e politiche dell’essere un Capitan America nero. Nel corso della serie, Sam ha dovuto affrontare le sfide di John Walker, il sostituto di Steve nominato dal governo, e degli estremisti Flag Smashers, che hanno cercato di smantellare i confini nazionali.

Con la guida di Bucky Barnes e Isaiah Bradley, Sam ha infine abbracciato il suo nuovo ruolo, indossando un nuovo costume e scudo di Capitan America. Entro la fine, si era guadagnato il rispetto del pubblico e aveva ridefinito cosa significasse essere Capitan America. In Brave New World, il pubblico vedrà Sam nei panni di un Cap completamente formato, in possesso della carica in un mondo che si sta ancora adattando alla sua presenza come nuovo simbolo di giustizia.

Thaddeus Ross è apparso per la prima volta come generale in The Incredible Hulk

Il film del 2008 con Edward Norton

Il generale Thaddeus “Thunderbolt” Ross, interpretato da William Hurt, ha fatto il suo debutto in The Incredible Hulk (2008). Come ufficiale militare di alto rango, Ross era ossessionato dal ricreare il siero del super soldato che aveva dato a Steve Rogers le sue abilità. I ​​suoi esperimenti con le radiazioni gamma trasformarono inavvertitamente Bruce Banner in Hulk. Invece di ammettere il fallimento, Ross vede Hulk come una potenziale arma, inseguendo senza sosta Banner per controllarlo.

Nella sua disperazione, Ross recluta Emil Blonsky, un soldato esperto, e lo sottopone a una prima versione del siero, conferendogli maggiore forza e agilità. Ross alla fine non riesce a raggiungere il suo obiettivo e accetta di aiutare Banner a sconfiggere Abominio. La sua passata ossessione per Hulk e gli individui dotati di super poteri prepara il terreno per il suo ruolo in Brave New World, dove lui stesso diventa Red Hulk, probabilmente con qualche collegamento a questi eventi passati.

Thaddeus Ross è stato visto l’ultima volta nel ruolo di Segretario di Stato degli Stati Uniti

Black Widow/Avengers: Endgame

ThunderboltsDopo anni nell’esercito, Thaddeus Ross è passato alla politica, diventando Segretario di Stato degli Stati Uniti in seguito agli eventi di Captain America: Civil War. È stato uno dei principali sostenitori degli Accordi di Sokovia, una legislazione progettata per regolamentare i supereroi dopo la distruzione della Sokovia vista in Age of Ultron. Ross ha svolto un ruolo chiave nella repressione del governo sugli Avengers, portando alla loro frattura e al successivo esilio di Steve Rogers e dei suoi alleati.

L’ultima apparizione di Ross in un film live-action è stata in Black Widow, ambientato tra Civil War e Infinity War. In questo film, è stato visto dare la caccia a Natasha Romanoff per aver violato gli Accordi. Ha fatto anche brevi apparizioni in Infinity War ed Endgame, a dimostrazione della sua continua influenza sulle politiche governative riguardanti i superumani. Con Ross che ora è diventato presidente in Brave New World, la sua storia di controllo e regolamentazione degli individui superdotati probabilmente occuperà il centro della scena.

Il dottor Samuel Sterns è stato visto l’ultima volta infettato dal sangue di Hulk

Con il volto di Tim Blake Nelson

Captain America: Brave New WorldIl dottor Samuel Sterns, interpretato da Tim Blake Nelson, era uno scienziato che ha assistito Bruce Banner in L’incredibile Hulk. Sterns aveva comunicato segretamente con Banner e aveva sperimentato il suo sangue infuso di raggi gamma, credendo che potesse sbloccare nuove scoperte mediche. Tuttavia, quando Emil Blonsky costrinse Sterns a usare il sangue per potenziare le proprie abilità, l’esperimento andò storto, portando alla trasformazione di Blonsky in Abominio.

Nel caos che ne seguì, parte del sangue di Banner gocciolò sulla testa di Sterns attraverso una ferita, causandogli una espansione del cranio, un indizio della sua trasformazione nei fumetti in The Leader, un cattivo iper-intelligente. Da allora, Sterns è stato assente dal MCU, lasciando il suo destino irrisolto. Con il suo ritorno confermato per Brave New World, il pubblico vedrà come è progredita la sua mutazione e quale ruolo avrà nella storia in corso.

Isaiah Bradley è un super soldato

Lo abbiamo conosciuto in The Falcon And The Winter Soldier

The Falcon and the Winter Soldier ha introdotto Isaiah Bradley, un super soldato dimenticato che è stato creato segretamente dal governo degli Stati Uniti. Durante la guerra di Corea, Bradley ha combattuto contro i nemici, tra cui il Soldato d’Inverno, ma in seguito è stato imprigionato per 30 anni e sottoposto a esperimenti immorali. La sua esistenza è stata tenuta nascosta al pubblico, in netto contrasto con la glorificata eredità di Steve Rogers.

Le interazioni di Sam Wilson con Isaiah hanno avuto un ruolo cruciale nella sua decisione di assumere il ruolo di Capitan America, riconoscendo sia l’eroismo che le ingiustizie del passato. Nel finale dello show, Sam ha assicurato che la storia di Isaiah fosse finalmente riconosciuta aggiungendo un tributo a lui nella mostra di Capitan America allo Smithsonian. Data l’attenzione del MCU sulla storia dei super soldati, l’eredità di Isaiah potrebbe continuare a influenzare gli eventi di Brave New World.

Joaquín Torres è il nuovo Falcon

Anche lui ha esordito in The Falcon And The Winter Soldier

Captain America: Brave New World – Cortesia Disney

Joaquín Torres, interpretato da Danny Ramirez, ha debuttato in The Falcon and the Winter Soldier come un entusiasta tenente dell’aeronautica che aiuta Sam Wilson a rintracciare i Flag Smashers. In particolare, Torres spiega a Sam cosa è successo durante il Blip e fornisce informazioni essenziali sulle azioni dei Flag Smashers. Nel corso della serie, Torres si dimostra un alleato affidabile, dimostrando abilità nella raccolta di informazioni e nel combattimento aereo.

Alla fine di The Falcon and the Winter Soldier, Sam ha ufficialmente passato la tuta alare EXO-7 Falcon a Torres, segnalando la sua trasformazione in nuovo Falcon. Date le nuove responsabilità di Sam come Capitan America, Torres subentrerà come sua controparte aerea in Brave New World. La sua presenza segna la continuazione dell’eredità dei Falcon, assicurando che il precedente ruolo di Sam Wilson rimanga una parte essenziale dell’MCU.

Tiamut è emerso alla fine di Eternals

Gli eroi hanno impedito al Celestiane di “nascere”

Tiamut-Celestial-eternalsAl culmine di Eternals, il team ha impedito l’emersione del Celeste Tiamut, la cui nascita avrebbe distrutto la Terra. Utilizzando la loro energia combinata attraverso l’Uni-Mente, hanno trasformato Tiamut in marmo solido, lasciando il suo corpo enorme sporgere dall’oceano. Questa statua colossale rimane un punto di riferimento significativo sulla Terra, con la mano e la testa del Celeste che spuntano dal mare. Tuttavia, deve ancora essere affrontato in altri progetti MCU.

Tiamut appare nel trailer di Brave New World, suggerendo che l’MCU affronterà finalmente questa narrazione irrisolta. La presenza dei resti di Tiamut potrebbe alimentare l’interesse del governo per i materiali Celesti, la tecnologia avanzata o i superumani, forse ricollegandosi all’agenda di Thaddeus Ross. Che il film affronti o meno questo evento cosmico o semplicemente lo riconosca, l’emergere di Tiamut rimane uno dei momenti visivamente più sorprendenti e che cambiano il mondo nell’MCU.

L’ultimo siero del super soldato completato è stato esaurito

Lo abbiamo visto in The Falcon And The Winter Soldier

Falcon and the Winter Soldier John Walker MCUThe Falcon and the Winter Soldier ha esplorato il nuovo sviluppo del siero del super soldato attraverso lo scienziato Wilfred Nagel, che ha ricreato con successo una versione della formula. Tuttavia, alla fine della serie, tutte le fiale note del siero erano state utilizzate dai Flag Smashers o distrutte, ad eccezione di quella utilizzata da John Walker. Ciò significa che, al momento, non ci sono riserve del siero del super soldato nel MCU.

Tuttavia, data la storia di Thaddeus Ross con gli esperimenti sui super soldati, potrebbe tentare di creare una nuova versione, potenzialmente portando alla sua trasformazione in Red Hulk. Inoltre, non è stato ancora rivelato se Sam Wilson prenderà il siero come parte della sua trasformazione in Capitan America. In ogni caso, l’eredità del siero avrà un ruolo in Captain America: Brave New World.

Thaddeus Ross ha una figlia, Betty

Era innamorata di Bruce Banner

Betty Ross, interpretata da Liv Tyler, è la figlia di Thaddeus Ross, una brillante scienziata a pieno titolo. È stata vista l’ultima volta in L’incredibile Hulk come interesse amoroso di Bruce Banner, rimanendogli accanto nonostante la sua tragica trasformazione in Hulk. A differenza di suo padre, Betty ha cercato di aiutare Bruce a controllare la sua condizione piuttosto che sfruttarla. Dopo gli eventi di quel film, Betty è scomparsa dal MCU.

Ora, torna in Brave New World, il che potrebbe complicare la storia data l’ascesa al potere di suo padre e la sua trasformazione in Red Hulk. Il ritorno di Betty potrebbe riaccendere emozioni irrisolte tra lei e Bruce, costringendola anche a confrontarsi con la realtà di suo padre che è diventato proprio il tipo di mostro che una volta ha cercato di eliminare. Il suo ruolo potrebbe essere fondamentale nei conflitti emotivi e politici del film.

Sam Wilson e Bucky Barnes hanno stretto un legame attraverso la loro storia con Steve Rogers

Erano le due spalle di Steve nel MCU

Sam Wilson e Bucky Barnes hanno un legame profondo e complesso, in gran parte dovuto al loro reciproco legame con Steve Rogers. Bucky, essendo stato il migliore amico di Steve fin dall’infanzia, è stato trasformato nel Soldato d’Inverno e ha trascorso decenni credendo di essere un assassino. Sam, d’altro canto, è diventato l’alleato più stretto di Steve nell’era moderna, standogli accanto durante gli eventi di Captain America: The Winter Soldier e Civil War.

Inizialmente, Sam e Bucky erano alleati riluttanti, spesso scontrandosi a causa delle loro diverse prospettive e personalità. Tuttavia, attraverso le loro battaglie condivise in The Falcon and the Winter Soldier, sono arrivati ​​a rispettarsi e capirsi a vicenda. La loro amicizia è costruita sulla fiducia, sul dolore e sull’eredità di Captain America, e in Captain America: Brave New World, questa dinamica continuerà probabilmente a influenzare il viaggio di Sam Wilson.

O’Dessa: trailer del film post-apocalittico con Sadie Sink in arrivo su Disney+

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Disney+ ha annunciato che il film O’Dessa di Searchlight Pictures, scritto e diretto da Geremy Jasper, sarà disponibile in Italia dal 13 marzo in esclusiva su Disney+.

Diretto dall’acclamato regista Geremy Jasper (Patti Cake$), O’Dessa è interpretato dalla candidata al SAG Award Sadie Sink (Stranger Things, The Whale), dal vincitore del SAG Award® Kelvin Harrison Jr. (Il processo ai Chicago 7, Elvis), il vincitore dell’Emmy Award® e candidato al SAG Award Murray Bartlett (The White Lotus, Ecco a voi i Chippendales) e Regina Hall (Il viaggio delle ragazze, Support the Girls). Con una sceneggiatura originale di Jasper, il film è prodotto dal candidato all’Oscar Michael Gottwald (Re della terra selvaggia, Patti Cake$) e da Noah Stahl (Patti Cake$, Reality). Lourenço Sant’Anna, Rodrigo Teixeira e Alan Terpins sono gli executive producer.

La trama di O’Dessa

Ambientata in un futuro post-apocalittico, O’Dessa è un’opera rock originale che racconta di una contadina impegnata in un’epica ricerca per recuperare un caro cimelio di famiglia. Il suo viaggio la conduce in una città strana e pericolosa dove incontra il suo unico vero amore, ma per salvare la sua anima deve mettere alla prova il potere del destino e del canto.

The Accountant 2: il primo trailer con Ben Affleck

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The Accountant 2: il primo trailer con Ben Affleck

The Accountant 2, disponibili a partire da oggi il poster e il trailer ufficiali del film diretto da Gavin O’Connor con protagonisti Ben Affleck e Jon Bernthal. Fanno parte del cast dell’atteso sequel anche J.K. Simmons, Cynthia Addai-Robinson e Daniella Pineda. Il film sarà distribuito nelle sale italiane da Warner Bros. Pictures a partire dal 24 aprile 2025.

La trama di The Accountant 2

Christian Wolff (Ben Affleck) ha un talento per risolvere problemi complessi. Quando un vecchio conoscente viene ucciso, lasciando dietro di sé il messaggio criptico “trova il contabile”, Wolff è spinto a risolvere il caso. Rendendosi conto che sono necessari metodi più estremi, Wolff recluta il suo letale fratello Brax (Jon Bernthal) per aiutarlo. In collaborazione con Marybeth Medina (Cynthia Addai-Robinson), vicedirettore del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, scoprono una letale cospirazione, diventando bersagli di una spietata rete di assassini che non si fermeranno davanti a nulla pur di mantenere sepolti i loro segreti.

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, le riprese della terza stagione sono in corso

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Prime Video ha confermato che la terza stagione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è attualmente in pre-produzione e che le riprese inizieranno questa primavera nella nuova sede di produzione dello show, presso gli Shepperton Studios (Regno Unito). Annunciati inoltre i tre registi di questa stagione, due ritorni e una novità: Charlotte Brändström, Sanaa Hamri e Stefan Schwartz. La serie di successo globale, che ha attratto oltre 170 milioni di spettatori in tutto il mondo, continua ad essere uno dei principali elementi trainanti per i nuovi abbonamenti Prime.

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere continua a conquistare il pubblico di tutto il mondo, e siamo entusiasti che la terza stagione sia in fase di pre-produzione. La squadra creativa ha una visione straordinaria di come si svilupperanno le storie che ci hanno incantato e rapito” – ha dichiarato Vernon Sanders, head of television, Amazon MGM Studios – “Non vediamo l’ora di continuare questo epico viaggio con i nostri spettatori in tutto il mondo, addentrandoci ancora più a fondo nelle leggendarie storie che hanno plasmato la Terra di Mezzo”.

Charlotte Brändström, che ha ricoperto il ruolo di co-executive producer e ha diretto diversi episodi delle prime due stagioni, torna come executive producer e regista anche per la terza. A lei si affiancano la regista Sanaa Hamri, che ritorna dopo aver già diretto alcuni episodi della seconda stagione, e il regista di grande esperienza Stefan Schwartz, alla sua prima collaborazione con la serie. Ogni regista supervisionerà più episodi nella prossima stagione.

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere - Stagione 2
Foto Prime Video

Brändström ha lavorato in molteplici produzioni tra cui Shōgun (FX), Scarpetta (Prime Video), The Outsider (HBO), The Witcher (Netflix) e The Man in the High Castle (Prime Video). Hamri, regista acclamata nota per il suo lavoro in La Ruota del Tempo (Prime Video) ed Empire (Fox), porta con sé una vasta esperienza che spazia dalla televisione ai videoclip musicali ai lungometraggi, recentemente ha diretto il pilot di The Bondsman(Prime Video), e continua il suo sodalizio creativo con Amazon MGM Studios grazie ad un overall deal. A completare la talentuosa squadra di regia si unisce Schwartz, le cui esperienze includono The Boys (Prime Video), The Walking Dead (AMC), Luther (BBC) e The Americans (FX).

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, la terza stagione in lavorazione

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è stato un successo senza precedenti, con un vasto pubblico globale di fan appassionati. I critici hanno elogiato la serie per la sua portata epica e il suo valore produttivo; le prime due stagioni hanno ottenuto il Certificate Fresh di Rotten Tomatoes. La prima stagione rimane il più grande debutto nella storia di Prime Video, mentre la seconda stagione è la returning season più vista in assoluto in termini di ore di visione.

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è prodotta dai creatori ed executive producers J.D. Payne e Patrick McKay. A loro si uniscono gli executive producers Lindsey Weber, Justin Doble, Kate Hazell e la executive producer e regista Charlotte Brändström. Matthew Penry-Davey è il produttore, mentre Ally O’Leary, Tim Keene e Andrew Lee sono i co-produttori

Liv Tyler: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Liv Tyler: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Tra le più belle e apprezzate attrici della sua generazione, Liv Tyler si è negli anni costruita una carriera di tutto rispetto, ricoprendo sempre ruoli diversi in contesti continuamente differenti. Dai film d’autore ai grandi blockbuster, l’attrice ha dimostrato una versatilità che le ha fatto guadagnare in breve tempo il favore della critica e del pubblico.

Ecco 10 cose che forse non sai su Liv Tyler.

I film di Liv Tyler

I film da giovane di Liv Tyler

1. I film. La carriera cinematografica dell’attrice ha inizio nel 1994 con Rosso d’autunno. Con il film Io ballo da sola (1996), di Bernardo Bertolucci raggiunge poi una buona fama, che le permette di ottenere ruoli in film come Innocenza infrante (1997), Armageddon – Giudizio finale (1998) e Il dottor T e le donne (2000). Dal 2001 al 2003 interpreta l’elfa Arwen nella trilogia de Il Signore degli Anelli, con cui consolida la sua fama. Ha poi recitato nei film Music Graffiti (2000), Jersey Girl (2004), Reign Over Me (2007), L’incredibile Hulk (2008), The Strangers (2008), Super – Attento crimine!!! (2010), Punto d’impatto (2011), Robot & Frank (2012), Space Station 76 (2014) e in Ad Astra (2019), dove recita accanto a Brad Pitt.

I film di oggi di Liv Tyler

A 15 anni di distanza dalla sua prima comparsa, l’attrice ha ripreso nuovamente il ruolo di Betty Ross nel trentacinquesimo film dell’MCU Captain America: Brave New World (qui la nostra recensione), con cui torna inoltre sul grande schermo dopo diversi anni di assenza. In esso ha l’occasione di recitare accanto ad Anthony MackieHarrison Ford e Giancarlo Esposito.

2. Le serie Tv. In televisione l’attrice è conosciuta prevalentemente per il suo ruolo nella serie The Leftovers – Svaniti nel nulla (2014-2017), dove interpreta il personaggio di Meg Abbott, membro dei “Colpevoli Sopravvissuti”. Successivamente appare anche nelle serie Gunpowder (2017) e Harlots (2018). Nel 2020 prende invece parte a dieci episodi della serie 9-1-1: Lone Star ricoprendo il ruolo di Michelle Blake.

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Liv Tyler ed Edward Norton in L’incredibile Hulk

 

 

Liv Tyler è Arwen in Il Signore degli Anelli

3. E’ rimasta impressionata dalle location. L’attrice ha dichiarato che l’esperienza più bella dell’aver partecipato alla trilogia di Peter Jackson è stata l’essere stati lontani dall’ambiente hollywoodiano. In Nuova Zelanda l’attrice si è sentita come su un altro mondo, immersa nella natura e in paesaggi difficilmente ritrovabili altrove. L’atmosfera propria di questo ambiente naturale le ha permesso di calarsi ancor di più nel ruolo.

4. Imparò a combattere con la spada. Per preparsi al ruolo di Arwen, l’attrice si sottopose a lunghi allenamenti, tra cui quello per imparare a destreggiare al meglio la spada. Tyler ottenne così ottimi risultati nel combattimento con quest’arma, ma sfortunatamente per lei la sceneggiatura cambiò e le scene in cui avrebbe dovuto combattere non vennero più realizzate, impedendole di mostrare questa sua capacità.

Liv Tyler nel Marvel Cinematic Universe

5. Ha interrotto la sua pausa dalla recitazione. Prima di Captain America: Brave New World, l’attrice non recitava in un film da bene cinque anni. A riguardo, Tyler ha poi parlato con Extra durante la prima del film a Los Angeles dichiarando di essere “molto, molto entusiasta” di essere entrata a far parte del cast e “molto commossa per essere stata interpellata”. “Ho ricevuto una telefonata che diceva: ‘Il presidente dei Marvel Studios] Kevin Feige vuole parlarti’”, ha ricordato l’attrice. “Ho risposto: ‘Beh, non vuole vedermi? È passato tanto tempo!”.”, ha scherzato Tyler, “Così mi hanno chiesto di tornare”.

 

Liv Tyler è su Instagram

6. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo verificato, seguito da 2,5 milioni di persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago, ma anche foto promozionali dei progetti a cui prende parte e foto tratte dalle premiere di cui è stata protagonista.

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Liv Tyler and Scott Speedman in The Strangers © 2008 – Universal Studios

La madre e il padre di Liv Tyler

7. Ha conosciuto il suo vero padre solo dopo anni. Da bambina l’attrice si chiamava Liv Rundgren, dal cognome del compagno di sua madre. Nel 1986, all’età di nove anni, conobbe però Steven Tyler, noto per essere il cantante del gruppo Aerosmith. Liv venne così a conoscenza delle sue origini, scoprendo di essere la figlia di Steven, di cui per tanto decise di adottare il cognome. Oggi i due hanno un ottimo rapporto e sono diverse le foto che condividono sui social di loro momenti insieme.

Liv Tyler e Joaquin Phoenix

8. Ha avuto una relazione con il noto attore. Dal 1995 al 1998 l’attrice è stata fidanzata con Joaquin Phoenix, conosciuto sul set del film Innocenza infranta. Durante la relazione con Phoenix, l’attrice aveva fatto sapere di essere diventata vegana, seguendo dunque quello che è tutt’oggi lo stile alimentare di Phoenix. Tuttavia, quando la relazione è finita, Tylerè  tornata a mangiare carne.

Il marito e i figli di Liv Tyler

9. E’ stata sposata. Dal 2003 al 2008 l’attrice è stata sposata con il cantante Royston Langdon, da cui ha avuto un figlio, Milo William Langdon, nato il 14 dicembre 2004. Dopo la separazione, l’attrice intraprende una relazione con l’agente sportivo David Gardner, con cui avra due figli, Sailor Gene, nato l’11 febbraio 2015 e Lula Rose, nata l’8 luglio 2016.

L’età, l’altezza e il fisico di Liv Tyler

10. Liv Tyler è nata a New York, Stati Uniti, il 1 luglio 1977. L’altezza complessiva dell’attrice è di circa 1,77 metri. L’attrice, nota per la sua bellezza, si è sempre presa cura del suo fisico, tra diete e allenamenti, sfoggiando ancora oggi una forma per lei ideale e sempre seducente.

Fonti: IMDb, Instagram, People

Giancarlo Esposito: 10 cose che forse non sai sull’attore

Giancarlo Esposito: 10 cose che forse non sai sull’attore

Attivo nel mondo della recitazione sin dagli anni Ottanta, Giancarlo Esposito si è realmente consacrato come una star internazionale solo da poco più di un decennio, regalando al grande pubblico alcuni tra i più memorabili personaggi degli ultimi anni. Principalmente noto per la sua partecipazione ad alcune celebri serie televisive, Esposito ha dimostrato però di possedere una versatilità rara, che gli permette di passare con naturalezza da un ruolo ad un altro, variando nei generi e sperimentando sempre nuove possibilità nell’ambito della recitazione.

Ecco 10 cose che forse non sai su Giancarlo Esposito.

I film e i programmi TV di Giancarlo Esposito

1. Ha recitato in celebri film. Nel corso della sua carriera Esposito ha preso parte a oltre cento film, ottenendo una prima popolarità grazie a Fa’ la cosa giusta (1989) di Spike Lee. Da quel momento ha preso parte a numerosi film, tra cui se ne annoverano alcuni molto celebri come Malcolm X (1992), I soliti sospetti (1995), Alì (2001), Rabbit Hole (2011), Maze Runner – La fuga (2015), Money Monster – L’altra faccia del denaro (2016), di Jodie Foster, Okja (2017), di Bong Joon-ho, Maze Runner – La rivelazione (2018), Live! Corsa contro il tempo (2019) e Stargirl (2020). Ha poi recitato in The Long Home (2020), Beauty (2021), Abigail (2024), MaXXXine (2024), Megalopolis (2024) e Captain America: Brave New World (2025).

2. È noto in particolare per alcune serie TV. Ad avere reso Esposito una celebrità più che il cinema è però stata la televisione. Per il piccolo schermo ha infatti recitato in serie come Miami Vice (1984-1985), Svitati in divisa (1993-1994) e The Street (2000-2001), fino alla consacrazione avvenuta con Breaking Bad (2009-2011), dove ha recitato accanto a Bryan Cranston e Aaron Paul. In seguito ha preso parte a serie come C’era una volta (2011-2017), Revolution (2012-2014), The Get Down (2016-2017) e Better Call Saul (2017-2022), con Bob Odenkirk. Tra le serie più recenti a cui ha preso parte si annoverano anche The Boys (2019-in corso), Godfather of Harlem (2019), The Mandalorian (2019-2023), Caleidoscopio (2023) e The Gentleman (2023).

Giancarlo Esposito Bryan Cranston Breaking Bad
Giancarlo Esposito e Bryan Cranston in Breaking Bad

 

Giancarlo Esposito in Breaking Bad

3. La sua doveva essere una breve apparizione. In Breaking Bad Esposito interpreta il crudele Gus Fring, un personaggio che doveva inizialmente apparire solo in tre o quattro episodi. A Giancarlo Esposito è però poi stato chiesto di tornare per sette episodi nella terza stagione, ma l’attore si è rifiutato di tornare a meno che non potesse apparire in più episodi. Finì per apparire in 11 episodi nella terza stagione e divenire poi uno dei protagonisti della quarta stagione.

4. Ha avuto una precisa fonte d’ispirazione per la propria interpretazione. Secondo quanto rivelato da Giancarlo Esposito, egli ha basato la sua interpretazione di Gus Fring sulla performance di Edward James Olmos nei panni del tenente Martin Castillo in Miami Vice (1984). Esposito aveva infatti trovato molto interessante come Olmos apparisse molto silenzioso e calmo, suggerendo però un tumulto interiore. Ha così costruito Fring a partire da queste caratteristiche, facendolo diventare un personaggio pacato esternamente ma profondamente violento al proprio interno.

Giancarlo Esposito in Una poltrona per due

5. Ha avuto un cameo nel celebre film. Nel film Una poltrona per due, con Eddie Murphy e Dan Aykroyd, l’attore compare in un breve cameo, che oggi tutti i suoi fan stanno riscoprendo. Lo si può infatti ritrovare nella scena ambientata in carcere, quando il personaggio di Murphy, Billy Ray, racconta le sue eroiche gesta a base di arti marziali. Esposito è il giovane con pantaloni blu e canottiera azzurra appoggiato alle sbarre che ascolta quanto il protagonista ha da dire.

Giancarlo Esposito Moff Gideon The Mandalorian
Giancarlo Esposito è Moff Gideon in The Mandalorian

Giancarlo Esposito in The Mandalorian

6. Ha interpretato un villain. Nella serie di Star Wars The Mandalorian, Esposito ha interpretato il villain Moff Gideon, principale antagonista all’interno delle tre stagioni. Un ruolo che l’attore ritiene estremamente interessante e che ha descritto come “un personaggio della malavita. Lo si potrebbe anche vedere come un salvatore, come qualcuno che potrebbe riportare un po’ di ordine nel mondo dopo che tutto è crollato“. Esposito si è poi detto interessato a riprendere il ruolo anche in futuro.

 

Giancarlo Esposito in Far Cry 6

7. Ha interpretato un personaggio nel celebre videogioco. Per il videogioco Far Cry 6, in cui il giocatore assume il controllo di un rivoluzionario che ha intenzione di ribellarsi alla dittatura di una fittizia isola caraibica, Esposito ha interpretato tramite motion capture e doppiato il personaggio dittatore Antón Castillo. L’attore si era detto interessato agli aspetti di motion capture del ruolo, poiché vi aveva avuto a che fare in passato ed era interessato a sperimentare di più con questa tecnica, ma ha anche espresso il suo interesse per il tipo di personaggio che Ubisoft aveva creato per lui.

Giancarlo Esposito ha una moglie?

8. È divorziato. Da sempre molto riservato, si sa poco della vita privata dell’attore. È però noto che nel 1995 Esposito ha sposato Joy McManigal. La coppia ha poi avuto quattro figlie: Kate Lyn, Shayne Lyra, Syrlucia e Ruby. Nel 2015, tuttavia, Esposito e la moglie hanno divorziato ma, come da loro affermato, mantengono un buon rapporto d’amicizia. Ad oggi, non è noto se l’attore sia impegnato in una nuova relazione.

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Giancarlo Esposito è Sidewinter in Captain America: Brave New World

Giancarlo Esposito e i genitori Giovanni ed Elizabeth Foster

9. I genitori si sono conosciuti a Napoli. Giancarlo Esposito è figlio del carpentiere italiano Giovanni Esposito (di Napoli), detto “John” (1931-2002), e della cantante afroamericana Elizabeth Foster, detta “Leesa” (1926-2017), originaria dell’Alabama. I genitori di Esposito si conobbero al Teatro San Carlo di Napoli, dove Giovanni lavorava come tecnico ed Elizabeth come cantante d’opera. Per qualche anno hanno vissuto in Italia, fino a quando Giancarlo aveva sei anni, per poi trasferirsi a nord di New York.

Giancarlo Esposito ha un forte legame con Napoli

Proprio per via del legame dei genitori con la città Napoli, anche Esposito vanta un forte affetto per la città partenopea. In più occasioni vi si reca in vacanza e numerose sono le foto e i video che lo ritraggono insieme a suoi fan che, riconoscendolo per strada, gli chiedono di potersi fare una fotografia con lui.

Giancarlo Esposito ha origini italiane e parla italiano

10. Possiede la cittadinanza italiana. Pur se cresciuto a tutti gli effetti negli Stati Uniti, dove lavora anche, Esposito non ha mai dimenticato il suo amore per l’Italia, che considera come una sua seconda casa. L’attore si reca infatti molto spesso nel Bel Paese in vacanza e nell’estate del 2023 ha ad esempio condiviso alcune foto da Napoli, dove si è recato a visitare il teatro dove si sono conosciuti i suoi genitori. Oltre a ciò, Esposito parla fluentemente l’italiano e possiede anche la cittadinanza italiana.

Fonte: IMDb

Until Dawn: Fino all’alba, un nuovo trailer per il film horror!

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Until Dawn: Fino all’alba, un nuovo trailer per il film horror!

Ad un mese dal primo trailer, Sony Pictures Entertainment ha rilasciato un nuovo trailer di Until Dawn: Fino all’alba, il nuovo horror diretto da David F. Sandberg (Annabelle 2: Creation, Shazam!, Shazam! Furia degli dei) e scritto da Blair Butler (The Ceremony – Invito mortale) e Gary Dauberman (Annabelle, Annabelle 2: Creation, The Nun – La vocazione del male, Annabelle 3, It e It – Capitolo due) ed tratto dall’omonimo videogioco di PlayStation Studios.

Nel cast ci sono Ella Rubin (Anora), Michael Cimino (Annabelle 3, Love, Victor), Odessa A’zion (Hellraiser), Ji-young Yoo (Freaky Tales), Belmont Cameli (Ti giro intorno), Maia Mitchell (Una torta per l’uomo giusto) e Peter Stormare (Constantine, Educazione siberiana, John Wick – Capitolo 2). Until Dawn: Fino all’alba sarà nelle sale italiane dal 24 aprile prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.

La trama di Until Dawn: Fino all’alba

Un anno dopo la misteriosa sparizione di sua sorella Melanie, Clover e i suoi amici si recano nella remota valle in cui è scomparsa, in cerca di risposte. Esplorando un centro visitatori abbandonato, i ragazzi sono inseguiti da un assassino mascherato e orribilmente uccisi uno dopo l’altro… per poi svegliarsi e ritrovarsi all’inizio della stessa notte. Intrappolati nella valle, sono costretti a rivivere l’incubo ripetutamente ma ogni volta la minaccia dell’assassino è diversa, ciascuna più terrificante della precedente. La speranza diminuisce quando il gruppo si rende conto di poter morire per un numero limitato di volte e che l’unico modo per fuggire è sopravvivere fino all’alba.

Bakemono Lab a Oblivion Fair: il 22 e il 23 febbraio a Roma

Bakemono Lab a Oblivion Fair: il 22 e il 23 febbraio a Roma

Bakemono Lab, casa editrice romana specializzata nella pubblicazione di saggi di cinema, libri illustrati e romanzi gotici, è lieta di annunciare la sua partecipazione alla prima edizione di Oblivion: Fiera del libro, del fumetto e dell’irrazionale.

Oblivion è l’evento in cui horror, fantasy, fantascienza e weird trovano il loro spazio naturale, in un contesto che celebra l’indipendenza creativa e l’audacia intellettuale. Oblivion Fair si terrà il 22 e 23 febbraio presso La Città dell’Altra Economia, nel cuore di Testaccio, a Roma. Durante la manifestazione, Bakemono Lab accoglierà i lettori presso il proprio stand, dove saranno presenti gli autori Varla Del Rio, Simone Fiocco, Gaia Magnini, Marco Mancinelli, Lorenzo Marletti, Alessandro Margheriti e Luca Ruocco.

Sarà un’occasione per sfogliare le novità del catalogo tra cui Solo Ossa di Luca RuoccoDi là dall’oscurità e nel tempo di Marco Mancinelli e Lo scettro di Priamo di Simone Fiocco.

Due degli autori Bakemono Lab, inoltre, saranno impegnati in alcuni degli interessanti panel previsti dal programma:

  • Sabato 22 febbraio, 10:00 – 11:00 | I festival del fantastico

Il viaggio di Oblivion inizia con un’immersione nei festival del fantastico, esplorando come il cinema, la letteratura e il fumetto abbiano creato eventi di incontro e celebrazione dell’irrazionale. Intervengono Emmanuele Pilia, Silvio Sosio, Marcello Rossi e Luca Ruocco, con un contributo video di Maddalena Marcarini.

  • Domenica 23 febbraio, 17:00 – 18:00 | Giochi di ruolo e libri-gioco

Come il gioco interattivo trasforma la narrativa? In che modo una storia può essere abitata come uno spazio ludico e qual è il ruolo assegnato al lettore/giocatore? Ne parlano Simone Alberto Grifone, We Are Musli, Yari Lazzaroni e Marco Mancinelli.

Broken Rage, recensione del film di e con Takeshi Kitano

Broken Rage, recensione del film di e con Takeshi Kitano

Dopo la presentazione in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia 2024, arriva su Prime Video Broken Rage, nuovo esperimento dell’eclettico attore, regista e provocatore giapponese Takeshi “Beat” Kitano che offre, sostanzialmente, due film in uno, mettendo in scena una delle sue tipiche beffe che, a uno sguardo più attento, si rivela essere la più grande di tutte: uno scherzo infinito.

Un racconto decisamente sui generis

Un sicario riceve un incarico. Lo porta a termine. E si ricomincia. Un sicario riceve lo stesso incarico. E lo esegue di nuovo. Kitano ci regala prima un thriller e poi una commedia esilarante. In realtà, consegna la più folle e geniale riflessione sul cinema che un festival potesse immaginare proprio nel giorno della sua chiusura (ci riferiamo alla presentazione in anteprima a Venezia 2024).

Con Broken Rage, il regista giapponese ha presentato fuori concorso al Lido un esperimento irresistibile, un concentrato di un’ora che sintetizza la sua carriera. Come un disco antologico con un lato A e un lato B: prima il Kitano nei panni di un sicario laconico, brutale e implacabile, un gangster in pensione che sembra uscito da un film di Bresson; poi il Kitano di Mai dire Banzai, che distrugge la propria immagine iconica con ironia, il genio folle che fa ciò che vuole senza curarsi di nulla.

Interpretando un sicario che crolla sotto la pressione della polizia, Kitano trova la comicità sovvertendo le aspettative. La sua sceneggiatura gioca con un genere familiare, mantenendo però quel tanto di logica necessario a dare un ancoraggio alle derive più assurde. Senza cambiare nulla se non il tono, trasforma la tensione in comicità grazie a una conoscenza approfondita di ciò che cattura il pubblico.

Frame da Broken Rage di Takeshi Kitano
Frame da Broken Rage di Takeshi Kitano – Cortesia di Prime Video

L’ultima grande follia di Kitano

Conosciuto con il soprannome di “Beat” Takeshi, Kitano ha guadagnato fama mondiale come creatore e conduttore dello storico programma televisivo Takeshi’s Castle – in poche parole, giapponesi che subiscono colpi esilaranti. Successivamente, si è affermato come un autore venerato dalla cinefilia grazie a film magistrali sulla yakuza come Sonatine (1993) e soprattutto Hana-bi (1997), con cui vinse il Leone d’Oro a Venezia. Da allora, Kitano ha spesso unito nel suo cinema le due anime della sua carriera, commedia e ultraviolenza, ma forse non lo aveva mai fatto con tanta efficacia come in Broken Rage.

Regista inclassificabile e versatile – è anche pittore, conduttore televisivo e comico – ha dimostrato di saper eccellere in tutti i generi cardine del cinema giapponese, dal yakuza eiga al melodramma, fino al chambara. A lungo idolatrato e pluripremiato in Europa, a differenza del suo stesso paese (dove il pubblico ha faticato a separare il Beat Takeshi comico televisivo dal cineasta Kitano), ha però subito un notevole calo di consenso in Occidente dal 2010, quando ha presentato in concorso a Cannes il primo capitolo della sua trilogia, Outrage Coda. Il film fu accolto con freddezza sia dalla critica che dai festivalieri, tanto che tra gli appassionati di Kitano è considerato un fallimento che segna l’inizio del suo declino artistico. Con il suo tono più realistico, le lunghe scene dialogate e uno sguardo cinico e disilluso sulla società giapponese, Outrage abbandonava il lirismo e le rotture di tono tipiche della sua filmografia. Tuttavia, la trilogia non rappresenta affatto una deviazione accidentale, bensì una brillante reinvenzione dei temi kitaniani, in cui il regista smonta in modo quasi masochistico alcuni dei codici che lui stesso aveva contribuito a rendere celebri.

Una geniale autoparodia e riflessione meta

Come dicevamo, nella sua prima metà Broken Rage è un classico thriller criminale: un sicario è costretto a collaborare con la polizia per eliminare una banda di mafiosi. Successivamente, la storia prende una svolta inaspettata e si trasforma in un’autoparodia. Kitano racconta la stessa vicenda, ma con un’ironia incredibilmente affilata, prendendo in giro le molteplici identità che ha assunto come attore nel corso della sua carriera.

Kitano sfrutta questa struttura per riflettere sul cinema stesso, inserendo momenti di metacinema in cui commenta il suo lavoro e il panorama cinematografico attuale. Prende in giro la tendenza dei film festivalieri a durare troppo a lungo e gioca con il concetto di budget ridotto, sostituendo una scena d’azione con un gioco di sedie musicali e realizzando una delle sequenze di inseguimento in auto più anti-spettacolari di sempre. Il tutto con una consapevolezza e un’ironia che mostrano un Kitano in grande forma, capace di rinnovarsi e sorprendere. Il risultato è un’ora di cinema che zittisce chiunque lo desse per finito e che riesce a far ridere anche lo spettatore più impassibile. Una pellicola alla quale i fan possono rispondere con una sola parola: grazie.

Takeshi Kitano racconta il suo Broken Rage e dell'”imbarazzante” incidente al Festival di Venezia 2024

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Trai titoli più acclamati della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia 2024, Broken Rage di Takeshi Kitano arriva su Prime Video in esclusiva dal 13 febbraio. Si tratta del primo film giapponese prodotto per un servizio streaming ad essere ufficialmente selezionato dal prestigioso festival internazionale del cinema.

Diretto, scritto e interpretato dal leggendario regista Takeshi Kitano, acclamato in tutto il mondo, Broken Rage è basato sulla sua idea di esplorare “gli elementi della commedia all’interno di un film violento”. Il film, della durata di un’ora, si presenta diviso in due parti. La prima metà è un tipico thriller d’azione hard boiled, in cui un sicario lotta per la sua sopravvivenza, incastrato tra la polizia e l’organizzazione criminale Yakuza. La seconda parte, invece, racconta la stessa storia ma facendo ricorso in maniera brillante a tecniche di auto-parodia, trasformandola in una commedia.

“Ho pensato molto al tipo di film che poteva diventare questo progetto, visto che sarebbe stato un film che gli spettatori avrebbero guardato in salotto – ha spiegato Takeshi Kitanoè venuta fuori una cosa abbastanza sperimentale. Quando Amazon mi ha invitato a realizzare questo film, mi hanno detto di sentirmi libero di sperimentare come preferisci, sono stato molto grato di questa possibilità. Naturalmente, la differenza tra cinema e televisione è, beh, non ne ero davvero consapevole prima, ma alla fine della realizzazione di questo film l’ho capito: l’ambiente in cui si guarda un film cambia la percezione stessa del film.”

Broken Rage di Takeshi Kitano a Venezia 81

La premiere di Broken Rage a Venezia 81 – foto di Mauro Uzzeo

Come anticipato, il film ha ricevuto un’accoglienza calorosa al Lido, lo scorso settembre, in occasione della proiezione ufficiale Fuori Concorso nella Sala Grande. Ma com’è stata l’esperienza del regista al Lido?

“Sono un po’ imbarazzato a dirlo, ma al festival del cinema, sai, ho effettivamente battuto la testa mentre ero sul motoscafo. E non ho molti ricordi, in realtà, neanche del ritorno. Mi vergogno un po’ a dirlo. Ma quando sono arrivato al cinema, il film era in proiezione, ero in compagnia del il signor Omori, il signor Asano, eravamo tutti lì insieme. Ma in realtà non ho alcun ricordo di cosa stesse succedendo lì. E in realtà sono dovuto andare dal dottore, e hanno controllato che fosse tutto a posto nella mia testa. Mi hanno detto che ora è ​ praticamente sistemato. Ma, per me è un po’ imbarazzante dirlo, per tutte le persone che erano lì, che mi chiedono com’è andata. Ma non riesco proprio a ricordare cosa sia successo a Venezia e il festival, sono abbastanza imbarazzato.” (Per fortuna noi c’eravamo e abbiamo applaudito insieme a tutta la sala, ndr).

Chi conosce gli albori della carriera di Takeshi Kitano, sa anche che l’autore ha un legame molto forte con la commedia e il cabaret tradizionale giapponese, e Broken Rage è appunto un omaggio ai generi che Kitano ha affrontato nella sua carriera. “Esordire sui palchi come comico è stato un primo passo che poi mi ha portato al cinema. E dal momento che penso che i film siano la forma d’arte più completa esistente, sono molto contento di essere riuscito a realizzarne molti. Forse è solo un ragionamento a posteriori, ma penso che per me ora il cinema sia il massimo, sia la forma di intrattenimento in cui posso divertirmi di più. Questo tipo di esperienza mi dà grande gioia.”

Le possibilità dello streaming e della sala

Takeshi Kitano a Venezia 81 – Foto di Mauro Uzzeo

Dopo Chime di Kiyoshi Kurosawa, Broken Rage è il secondo capolavoro di appena un’ora che è arrivato dal Giappone negli ultimi mesi. Entrambi sono stati realizzati da due maestri del cinema. Realizzare film lunghi quanto un episodio televisivo può essere una risposta alle possibilità offerte dallo streaming e un nuovo modo di approcciare il cinema? E se lo streaming consente ai registi di esplorare nuove possibilità narrative, dovrebbe essere visto come un “nemico” del cinema o come un nuovo mezzo di espressione?

“Il film in sé come mezzo di espressione è illimitato. Si è sviluppato nel corso degli anni, come forma d’arte per intrattenere il pubblico ha fatto enormi sforzi e si è evoluto e ha fatto un sacco di cose, anche piuttosto creative o sfacciate in un certo senso. E quindi, quando realizziamo film, pensiamo anche al fatto che forniamo un servizio al pubblico, abbiamo questa consapevolezza. E fino ad ora, la sala, il cinema è stato al centro dei nostri pensieri, e quando realizzavamo un film speravamo sempre che le persone andassero in sala a vederlo. Ora siamo a un punto di svolta: con i telefoni cellulari, con diversi mezzi elettronici, con lo streaming e così via, ci sono stati diversi sviluppi tecnologici relativi all’intrattenimento. Si tratta di qualcosa su cui ci stiamo interrogando e faremo tutto il possibile per affrontare nuove sfide.”

Il cinema di Takeshi Kitano non è mai stato un oggetto fermo e uguale a se stesso, e infatti anche questo nuovo progetto rappresenta un momento di passaggio, un film sperimentale, come lo definisce lui stesso, una nuova partenza per un percorso da scrivere: Broken Rage è molto sperimentale come film. Forse non è la cosa migliore mai realizzata, ma penso che se qualcuno pagasse un biglietto per vederlo, poi non se ne pentirebbe. Penso che, grazie alla collaborazione di tutte le persone coinvolte e al talento degli attori, siamo riusciti a realizzare qualcosa che può essere l’inizio di un nuovo percorso, e penso che possiamo continuare a sviluppare la nostra idea. Spero davvero che gli spettatori lo guardino.”

Margaret Qualley, Josh Brolin e Guy Pearce si uniscono a Jacob Elordi nel film di Ridley Scott, The Dog Stars

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Come riportato da Deadline, Margaret Qualley, Josh Brolin e Guy Pearce sono in trattative finali per affiancare Jacob Elordi in The Dog Stars di Ridley Scott presso i 20th Century Studios. Il film segue il grande successo mondiale de Il gladiatore II, che con un guadagno di poco meno di 500 milioni di dollari è uno dei film di maggior incasso della carriera di Scott. Mark L. Smith, sceneggiatore di The Revenant e autore della recente serie American Primeval, ha adattato il romanzo di Peter Heller, che sarà dunque ora portato al cinema da Scott.

Di cosa parla The Dog Stars?

In The Dog Stars Jacob Elordi interpreta Hig, un pilota che vive in un campo d’aviazione abbandonato del Colorado, isolato ai piedi di una catena montuosa e delle Grandi Pianure e con terreni agricoli e piccole città da tempo deserte. Scopriamo che la società è profondamente cambiata. Chiunque sia sopravvissuto si sforza di esistere in queste tragiche circostanze. Hig condivide i servizi spartani della base con un “ranger” chiamato Bangley, interpretato da Josh Brolin. I due sono costretti a tollerarsi a vicenda nel condividere e navigare in questo nuovo mondo pericoloso e senza compromessi.

Quotidianamente ma sistematicamente, Hig pilota il suo Cessna vecchio di 50 anni con il suo unico amico, l’anziano e amato cane Jasper, suo compagno di cabina. Cerca in diametri sempre più ampi per trovare e rifornirsi di scorte sempre più scarse, ma soprattutto “la sua ricerca”, credendo nella sua domanda che ci deve essere un mondo là fuori. Nella sua ultima e più profonda “ricerca”, è però costretto a schiantarsi in un piccolo ranch dove incontra Cima, interpretata da Margaret Qualley, una dottoressa tirocinante, figlia di un protettivo ranchero stanco del mondo, interpretato da Guy Pearce, che protegge ferocemente la sua famiglia e la sua “fortezza”. Questo incontro si evolve in un futuro ambiguo per tutti.

Dove abbiamo visto di recente Margaret Qualley, Josh Brolin e Guy Pearce

Margaret Qualley è reduce dal ruolo acclamato dalla critica nel thriller horror The Substance, nominato agli Oscar. Recentemente è stata vista anche in Kinds of Kindness e Drive-Away Dolls. Josh Brolin sarà invece tra i protagonisti del terzo capitolo della serie Knives Out, Wake Up Dead Man. Attualmente sta girando The Running Man. Guy Pearce è invece reduce dal ruolo acclamato dalla critica in The Brutalist, dove recita al fianco di Adrien Brody. L’interpretazione non solo gli ha fatto guadagnare alcune delle migliori recensioni della sua carriera, ma gli ha anche fatto ottenere diversi riconoscimenti, tra cui la sua prima nomination all’Oscar come Miglior attore non protagonista.

White Lotus – Stagione 4: una anticipazione sul debutto della stagione

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Il team di The White Lotus svela l’ambientazione della quarta stagione. The White Lotus – stagione 3 porterà a Singapore nuovi membri del cast, tra cui Parker Posey, Carrie Coon, Aimee Lou Wood e Walton Goggins. Ogni stagione della serie antologica è ambientata in una località turistica diversa, esplorando una nuova serie di dinamiche culturali lungo il percorso. La prima stagione era ambientata alle Hawaii, mentre la seconda ha portato il pubblico in Sicilia. La quarta stagione di The White Lotus è già stata confermata, ma la sua ambientazione non è stata rivelata.

Secondo Deadline, la dirigente della HBO Francesca Orsi accenna a dove si svolgerà la quarta stagione di The White Lotus. Orsi rivela che la ricerca delle location è già in corso per la quarta stagione. Pur non avendo rivelato la location esatta dello show, afferma che “probabilmente sarà da qualche parte in Europa”. Continua dicendo che ambientare la quarta stagione in Europa è “molto probabile” e che ci sono “alcuni paesi sulla mappa di cui abbiamo parlato”. Ecco la citazione completa di Orsi:

Nelle prossime due settimane andremo a fare un po’ di ricognizione dei luoghi, quindi lo sapremo presto. Non posso davvero dire dove andremo a finire, ma ci sono buone probabilità che sia da qualche parte in Europa.

[Ci sono] alcuni paesi sulla mappa di cui abbiamo parlato, ma non c’è nulla da segnalare finché non andranno effettivamente a fare ricognizione dei luoghi.

Cosa significa questo per la quarta stagione di The White Lotus

The White Lotus serie tv 2021

White Lotus potrebbe cambiare il suo piano originale

Se le anticipazioni di Orsi si riveleranno corrette, The White Lotus cambierà rotta rispetto a uno dei suoi piani originali. Una volta rinnovato lo show per la seconda stagione, che sarebbe stata ambientata in Sicilia, si pensava che la serie avrebbe affrontato un continente diverso ogni stagione. Avendo già coperto Europa, Nord America e Asia dopo le prime tre stagioni, la quarta stagione di The White Lotus sarebbe stata ambientata in Africa, Sud America o Oceania. Ora, sembra che la serie potrebbe dedicare del tempo a rivisitare l’Europa piuttosto che passare a un nuovo continente.

Resta da vedere esattamente dove andrà la quarta stagione di The White Lotus. Finora, la serie ha collaborato con la catena alberghiera Four Seasons per girare le prime tre stagioni. Se continueranno con questo schema, ci sono numerose opzioni, dato che l’hotel ha sedi in tutta Europa, tra cui Francia, Spagna, Ungheria, Regno Unito e Portogallo. Deadline ha suggerito che la serie potrebbe scegliere la famosa location della Costa Azzurra del Four Seasons, che si trova fuori Nizza.

Avengers: Doomsday, i membri del cast avvistati a Londra in vista delle riprese

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All’inizio della settimana abbiamo avuto la conferma che Avengers: Doomsday avrebbe iniziato le riprese nel Regno Unito il mese prossimo e, sebbene la star di Captain America: Brave New World Anthony Mackie ha recentemente indicato che potrebbe essere necessario attendere aprile prima che le telecamere inizino a girare, gli attori del MCU si sono già recati a Londra negli ultimi giorni. Sebastian Stan (Bucky Barnes), Chris Hemsworth (Thor) e il co-regista Joe Russo sono stati avvistati (le foto si possono vedere qui), ed è stato riportato che anche Tom Holland (Spider-Man) sarebbe stato visto da quelle parti. Con l’avvicinarsi delle riprese, possiamo dunque aspettarci di ricevere maggiori informazioni sul film.

Quello che sappiamo su Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday arriverà nelle sale il 1° maggio 2026, seguito da Avengers: Secret Wars il 7 maggio 2027. Entrambi i film saranno diretti da Joe Russo e Anthony Russo, che faranno anche il loro ritorno nell’MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame. Al momento non si hanno certezze sugli attori che comporranno il cast del film, né su precisi elementi di trama.

I dettagli sulla trama di Avengers: Doomsday non sono ancora stati resi noti, ma sappiamo che la Marvel aveva in mente una storia incentrata su Kang nel quinto film dei Vendicatori (precedentemente noto come Avengers: The Kang Dynasty), ma è stata costretta a tornare al tavolo da disegno quando l’attore Jonathan Majors è stato condannato per aggressione. Si è quindi deciso di puntare sul Dottor Destino, che sarà interpretato dall’attore di Tony Stark, Robert Downey Jr..

Abbiamo sempre lavorato a stretto contatto con Markus e McFeely in tutto il lavoro che abbiamo fatto insieme”, ha dichiarato l’anno scorso il co-regista Joe Russo, quando Stephen McFeely si è unito al team di sceneggiatori. “È un po’ come tornare in bicicletta. Abbiamo un processo davvero codificato attraverso il quale lavoriamo tutti insieme. È molto complicato mettere a punto una storia di questa portata”. “Questi saranno film molto, molto grandi, con molti personaggi e molte trame che si intrecciano”, ha aggiunto Joe Russo. “Siamo davvero soddisfatti di come stanno venendo fuori in questo momento”.

Mortal Kombat 2: i poster rivela il primo sguardo ufficiale a Karl Urban nei panni di Johnny Cage

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Il produttore Todd Garner ha condiviso foto dietro le quinte di Mortal Kombat 2 per un po’ di tempo, ma finalmente abbiamo del materiale promozionale ufficiale attraverso un poster che mostra Karl Urban nei panni di “Johnny F*cking Cage”. L’attore di The Boys e Star Trek non sembra indossare il suo classico costume da videogioco nei panni dell’amato personaggio di Mortal Kombat, ma è probabile che si tratti di un poster di un film nel film per uno dei film d’azione di Cage, “Uncaged Fury”.

Il debutto della presuntuosa star hollywoodiana trasformata in eroico combattente per la libertà è stato fissato alla fine del primo film, quando Cole Young (Lewis Tan) ha detto ai suoi compagni di lotta che conosceva qualcuno “a Los Angeles” che avrebbe potuto aiutarli nell’imminente rivincita contro le forze di Outworld. Non resta quindi che attendere di poter vedere un primo trailer di Mortal Kombat 2, che potrebbe essere imminente, per poter vedere di più di questo atteso Johnny Cage. Di seguito, ecco il poster:

Quello che sappiamo su Mortal Kombat 2

Gran parte del film Mortal Kombat 2021 ruotava intorno a Lewis Tan nel ruolo di Cole Young. Un discendente dello Scorpione di Sanada, impegnato in una sorta di eterna faida con il non-morto Noob Saibot. Durante il San Diego Comic Con 2024 di agosto, Tan ha parlato in modo approfondito e ha offerto dettagli su ciò che i fan possono aspettarsi dal sequel. L’attore ha accennato a ulteriori combattimenti, affermando che:

“Per il sequel posso promettere molti più combattimenti, molto più lunghi. È molto cruento, molto sanguinoso. Abbiamo Karl Urban che interpreta Johnny Cage. Abbiamo una mia cara amica, Adeline [Rudolph], che interpreta Kitana. Martyn Ford interpreta Shao Khan. C’è un torneo in questo film. È tutto quello che posso dire prima che si arrabbino con me. Ma guardate, hanno davvero ascoltato le persone e quello che abbiamo imparato dal primo film, e lo abbiamo migliorato di 100 volte nel secondo film. Non vedo l’ora che i fan lo vedano”.

Il sequel prevedrà anche l’arrivo di una serie di personaggi da brivido come Karl Urban nei panni di Johnny Cage, Tati Gabrielle nei panni di Jade, Adeline Rudolph nei panni della principessa Kitana, Desmond Chiam nei panni di Re Jerrod, il negromante Quan Chi (Damon Herriman) e Ana Thu Nguyen nei panni della regina Sindel. Tra i volti noti del reboot del 2021 ci saranno Tadanobu Asano nel ruolo di Raiden, Hiroyuki Sanada in quello di Scorpion e Mehcad Brooks nel ruolo di Jax.

Mortal Kombat 2 uscirà nelle sale il 24 ottobre 2025.

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