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Captain America: Brave New World, le differenze di Sabra tra fumetto e film

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L’inclusione pianificata di Sabra in Captain America: Brave New World è stata incredibilmente controversa fin dall’inizio. La versione a fumetti dell’eroina è un agente dei servizi segreti israeliani, il Mossad. Tuttavia, con le tensioni nel mondo reale a causa del conflitto israelo-palestinese in corso, molti hanno sostenuto che i Marvel Studios avrebbero dovuto evitare di adattare proprio questo personaggio.

Invece, è stata presa la decisione di apportare una serie di cambiamenti radicali a Ruth Bat-Seraph dell’MCU (interpretata dalla candidata agli Emmy Shira Haas). Questi cambiamenti sono stati resi noti e chiari ora dal produttore del film, Nate Moore, in un’intervista con The National.

“È israeliana, ma non è il Mossad. Ora lavora nel governo degli Stati Uniti”, ha confermato Moore. “Ciò che abbiamo trovato interessante è che molti dei personaggi del film ruotano attorno al presidente Thaddeus Ross [Harrison Ford]. Ruth lavora nel governo sotto Ross, quindi la sua prospettiva su quel personaggio e quella di Sam li mettono in rotta di collisione”.

“È israeliana di prima generazione, ma lavora nel governo degli Stati Uniti”, ha aggiunto prima di spiegare come i Marvel Studios hanno affrontato l’idea di portare Sabra in live-action. “Cerchiamo di prendere l’essenza di un personaggio ma di reinterpretarla in un modo che troviamo interessante”.

Le modifiche apportate al personaggio di Shira Haas

“Quando abbiamo realizzato il film ‘Black Widow’, ci siamo resi conto che c’era l’opportunità di collegare quella mitologia a personaggi che pensavamo fossero interessanti e che forse non volevamo tradurre in modo uno a uno rispetto all’editoria”, ha continuato Moore. “La Ruth Bat-Seraph che incontri nel film ha molto, direi, l’atteggiamento del personaggio dei fumetti, ma la storia passata è diversa”.

“Non è più una mutante. E’ stata addestrata nella stanza rossa [da ‘Black Widow’]”, ha osservato. “Vuoi creare la versione migliore di un personaggio: sii onesto con le radici del personaggio senza necessariamente fare ciò che ha fatto l’editoria. Non volevamo metterla in una boa di piume e farle lanciare orecchini di diamanti alla gente [come nei fumetti], ma ci piaceva l’atteggiamento del personaggio”.

Leggi al recensione di Captain America: Brave New World

Captain America: Brave New World riprenderà da dove si è conclusa la serie Disney+ The Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un “thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.

Secondo quanto riferito, la star di Alita: Angelo della Battaglia Rosa Salazar interpreterà la cattiva Diamondback, mentre Giancarlo Esposito sarà Sidewinder. Harrison Ford, invece, assume qui il ruolo di Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che a quanto rivelato dal primo trailer si trasformerà ad un certo punto nel Hulk Rosso. Nonostante dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Il film è al cinema dal 12 febbraio.

Ghost in the Shell, la spiegazione del finale: la vera identità del Maggiore Killian

Ghost in the Shell è un manga scritto da Shirow Masamune nel 1991, che è stato adattato su numerosi media. Tra questi figurano il film anime del 1995, la serie del 2002 intitolata Ghost in the Shell: Stand Alone Complex, e l’adattamento live-action del 2017 con Scarlett Johansson. Il film del 2017 vede Scarlett nei panni del maggiore Mira Killian, sopravvissuta a un attacco terroristico e ricostruita con un nuovo corpo artificiale da Hanka Robotics. L’amministratore delegato dell’azienda, Cutter, decide di arruolare Killian come agente antiterrorismo e di farla assegnare alla Sezione 9.

Il finale di Ghost in the Shell (la nostra recensione) rivela che la storia del maggiore Killian è stata inventata. La sua identità originale era quella di una radicale giapponese anti-aumento di nome Motoko Kusanagi. La Hanka Robotics l’aveva rapita insieme al suo connazionale Hideo e a innumerevoli altri per usarli come cavie. Il film si conclude con Motoko che riacquista i suoi veri ricordi, vendicando se stessa e Hideo. Il capo della Sezione 9, Aramaki, uccide Cutter con il consenso di Motoko, che si riunisce a sua madre e continua a lavorare alla Sezione 9, libera dall’influenza della Hanka Robotics.

Cosa succede in Ghost in the Shell?

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Il film è interpretato da Scarlett Johansson nel ruolo del maggiore Killian. (Immagine via Paramount) Ghost in the Shell segue la storia di Mira Killian (Scarlett Johansson), sopravvissuta a un attacco terroristico. Il suo corpo viene ricostruito dalla Hanka Robotics, che ha scoperto come trapiantare il cervello umano in un “guscio” artificiale, trasformando Killian in un cyborg. Nonostante i timori del dottor Ouelet, che ha progettato il nuovo guscio di Killian, il CEO della Hanka Robotics, Cutter, decide di assumere Killian come agente antiterrorismo. Successivamente viene assunta dalla Sezione 9. Lavora sotto il comando del capo Daisuke Aramaki e i suoi compagni di squadra sono Batou e Togusa. Nel giro di un anno, Killian sale al grado di maggiore.

Le cose precipitano quando sventa un attacco terroristico a una conferenza d’affari della Hanka e viola il protocollo per “tuffarsi” digitalmente in una geisha robotica controllata a distanza come parte dell’attacco. Il controllore, noto solo come Kuze, attira la Sezione 9 in un nightclub yakuza dove viene teso un’imboscata, e gli occhi di Batou e il corpo di Killian vengono danneggiati in un’esplosione. Cutter è incredibilmente sconvolto dal comportamento ribelle di Killian e avverte Aramaki di tenerla in riga, per non far chiudere la Sezione 9.

Kuze uccide la dottoressa Dahlin, consulente della Hanka per la Sezione 9, e si prepara a dare la caccia alla dottoressa Ouelete. Killian e Batou riescono a sventare l’attacco sconfiggendo gli operatori sanitari che Kuze aveva assoldato per il lavoro. Togusa rintraccia Kuze in un sito di rete improvvisato, composto da persone che si sono collegate mentalmente tra loro. Kuze cattura Killian e rivela di essere stata ingannata sulle sue origini e che le sono stati prescritti farmaci che sopprimono i suoi veri ricordi. Poi la libera e lei si reca dal dottor Ouelete per affrontarlo. A questo punto del film Ghost in the Shell, Cutter ha considerato Killian un peso e ha ordinato a Ouelete di ucciderla.

Invece, Ouelete ammette di aver fabbricato i ricordi di Killian e le dà un indirizzo dove può andare per scoprire la verità sulle sue origini. Dopo che Killian se ne va, arriva Cutter e uccide Ouelete. Attribuisce l’omicidio a Killian e dice alla Sezione 9 che è diventata una ribelle. Il film affronta i temi dell’identità umana nell’era della cibernetica. (Immagine via Paramount) Quando Killian si reca all’indirizzo indicato, incontra una donna vedova in un appartamento. Sua figlia, Motoko Kusanagi, è scappata di casa ed è stata arrestata dalla polizia.

Ghost in the Shell

Secondo loro, Motoko si è successivamente suicidata. Killian riferisce ad Aramaki queste informazioni. Cutter li ascolta di nascosto e manda i suoi uomini a cercare la Sezione 9, ma Batou, Aramaki e Togusa sventano l’imboscata. Killian segue i suoi ricordi fino all’ultima posizione nota di Motoko. Incontra Kuze e scopre che una volta lo conosceva come Hideo. Erano entrambi radicali anti-aumento che furono rapiti da Hanka per la sperimentazione umana. Cutter cerca di ucciderli usando un carro armato ragno, che ferisce gravemente Kuze e costa a Killian un braccio prima di essere distrutto.

Killian promette di mantenere vivi i ricordi di Kuze e Hideo mentre soccombe alle ferite prima che un cecchino di Hanka lo finisca. Il Settore 9 salva Killian e Aramaki uccide Cutter con la sua benedizione. Il giorno dopo viene curata e abbraccia la sua vera identità di Motoko Kusanagi mentre si riconcilia con sua madre.

Il film live-action di Ghost in the Shell si è rivelato una produzione controversa, sia per la gestione dei temi del materiale originale che per il casting di Scarlett Johansson nel ruolo di un personaggio originariamente giapponese. La qualità complessiva e i meriti del film Ghost in the Shell rimangono ancora oggi oggetto di accesi dibattiti.

Rachel Brosnahan racconta che tipo di giornalista sarà Lois in Superman

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Si è detto molto su come Superman affronterà cosa significa essere un giornalista moderno e l’attrice che interpreta Lois Lane, Rachel Brosnahan, ha già parlato di come l’intrepida reporter del Daily Planet gestirà le fake news, ma la vedremo impegnata in qualcosa di più del semplice lavoro in redazione?

Che Lois sia una reporter televisiva o addirittura qualcuno che usa i social media per comunicare con i cittadini di Metropolis ha senso nel mondo di oggi. Tuttavia, sembra che James Gunn stia adottando un approccio classico, del classico lavoro a un giornale cartaceo.

“Ho parlato con una manciata di giornalisti davvero brillanti per aiutarmi a entrare nella mentalità di persone che hanno lavorato sia in una redazione che in una trasmissione, cosa che Lois ovviamente non fa ma… comunque utile”, conferma Rachel Brosnahan. “Sono stati fantastici [e] molto generosi con il loro tempo”.

La notizia che Lois non sarà una giornalista televisiva è stata accolta con favore dalla maggior parte dei fan. Non c’è un vero bisogno di modernizzare The Daily Planet: la serie TV Supergirl ci ha provato con “Catco Worldwide Media” e rendere Clark Kent e Lois dei veri reporter non è una cosa negativa. Sarà davvero interessante vedere come Lois concilia lo scrivere dell’Uomo d’Acciaio con il fatto di sapere presumibilmente che Clark è segretamente Superman.

Di cosa parla Superman

Questo film parla dell’umanità di Clark Kent“, ha detto in precedenza James Gunn di Superman. “Sì, è un alieno di un altro pianeta che è super potente, ma è anche profondamente, profondamente umano. Ha emozioni e sentimenti, e lui, sai, ogni giorno si sveglia e cerca di fare le scelte migliori che può, e a volte fallisce, ed è di questo che parla questo film”.

“Questo riguarda un personaggio complesso, e penso che sia la cosa che sorprenderà completamente il pubblico. Ciò che non si vede nel trailer, sono queste complesse relazioni tra Clark e Lois e Lex e Clark, e come interagiscono, e i diversi valori che hanno e come, sai, si rafforzano a vicenda e si indeboliscono a vicenda”, ha aggiunto il regista.

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

Con la sua solita cifra stilistica, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e dall’innato convincimento nel bene del genere umano.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio 2025.

Independence Day: Rigenerazione, la spiegazione del finale del film

Da sempre impegnato a portare al cinema storie di carattere catastrofico come The Day After Tomorrow, 2012 e Moonfall, il regista tedesco Roland Emmerich è oggi sinonimo per il grande schermo di distruzione, attacchi terroristici o invasione aliena. Proprio su quest’ultimo argomento, è ormai celebre il suo Independence Day, che nel 1996 lo consacrò come regista di questa tipologia di opere. Immaginato come una nuova rilettura di La guerra dei mondi, il racconto fantascientifico di H. G. Wells, il film rappresentò una vera e propria svolta nella storia dei blockbuster cinematografici, portando questi a conoscere un nuovo periodo di grande fortuna al cinema. Vent’anni dopo, nel 2016, è poi arrivato il sequel Independence Day: Rigenerazione (qui la recensione).

La volontà di realizzare un seguito di quel fortunato primo capitolo girava già da tempo ad Hollywood, ma inizialmente questo progetto sembrava non doversi concretizzare. Quando infine è stato confermato, Independence Day: Rigenerazionedovette scontrarsi con l’impossibilità della star del primo film, Will Smith, a riprendere il proprio ruolo. Buona parte del successo di Independence Day è da attribuire proprio a Smith, all’epoca al massimo della propria popolarità e che grazie al suolo di Steven Hiller, un soldato dotato di grande umorismo ma anche coraggio, si consacrò ulteriormente presso il grande pubblico. Si è dunque cercato di compensare l’assenza di Smith con nuovi personaggi e attori.

Una nuova generazione di interpreti, dunque, ma anche di alieni, pronti a replicare l’invasione del pianeta Terra con mezzi ancor più massicci e letali. Per chi ha apprezzato il primo iconico film, Independence Day: Rigenerazione è dunque un titolo da non perdere, pur sapendo che non raggiunge le vette del primo lungometraggio. In questo articolo approfondiamo alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Independence Day Rigenerazione

La trama di Independence day: Rigenerazione

Sono trascorsi vent’anni da quando gli umani sono riusciti ad impedire l’invasione aliena e gli Stati Uniti d’America hanno deciso di creare un piano ad hoc, nell’eventualità che gli extra-terresti tornino a far visita al pianeta Terra. David Levinson e la dottoressa Catherine Marceaux vengono dunque incaricati di ispezionare l’unica navicella aliena che riuscì ad atterrare durante lo scontro. Si rendono così conto che l’equipaggio era riuscito ad inviare un segnale di soccorso, prima che l’astronave madre fosse distrutta. Nel mentre l’ex presidente americano Thomas Whitmore e il signore della guerra Dikembe Umbutu dichiarano di aver strane e inquietanti visioni sul futuro.

Quando una piccola navicella extraterrestre si avvicina pericolosamente alla stazione spaziale lunare, diventa evidente che i restanti membri della specie aliena hanno ricevuto il segnale di soccorso ed sono ora intenzionata a riprendere l’invasione. Contro il parere dei suoi superiori, il pilota Jake Morrison contatta Levinson e Marceaux, convinto che solo loro possano sventare il prossimo tentativo di invasione aliena. Questi ultimi, tuttavia, conoscono ormai i punti deboli degli umani e non hanno intenzione di essere sconfitti una seconda volta. La battaglia per la sopravvivenza umana ha dunque nuovamente inizio e stavolta sarà molto più brutale del previsto.

Il cast di attori

Ad interpretare David Levinson vi è nuovamente l’attore Jeff Goldblum, il quale si è detto entusiasta di poter esplorare nuovi aspetti del suo personaggio. Accanto a lui nel ruolo di Catherine Marceaux vi è invece l’attrice fracese Charlotte Gainsbourg. Altro attore a riprendere il proprio ruolo, quello di Thomas Whitmore, dal primo film è Bill Pullman. L’ex Presidente degli Stati Uniti viene però ora qui ritratto come un uomo affetto da disturbo post-traumatico da stress e con un legame psichico permanente con i nemici alieni. Judd Hirsch, oggi noto per il film The Fabelmans, invece, riprende il ruolo di Julius Levinson, padre di David.

Gli attori Brent Spiner (dr. Brackish Okun), Vivica A. Fox (Jasmine Dubrow-Hiller), John Storey (dr. Isaacs) e Robert Loggia (generale Grey), sono gli altri attori a tornare in questo sequel dal primo film. Tra i nuovi ingressi vi sono invece l’attore Liam Hemsworth nel ruolo di Jake Morrison e Maika Monroe in quello di Patricia Whitmore, figlia di Thomas. Il personaggio era interpretato da Mae Whitman nel primo film e il recasting ha generato diverse polemiche, in quanto l’attrice sarebbe stata sostituita poiché ritenuta non corrispondente a determinati canoni di bellezza. Completano il cast gli attori Jessie T. Usher in quelli di Dylan Hiller, figlio adottivo di Steven Hiller, il personaggio interpretato da Will Smith nel primo film.

Jeff Goldblum e Liam Hemsworth in Independence Day - Rigenerazione
Jeff Goldblum e Liam Hemsworth in Independence Day – Rigenerazione

La spiegazione del finale

Una delle maggiori sorprese di Independence Day: Rigenerazione è l’introduzione della sfera aliena, l’ultimo membro di una specie aliena buona venuta ad avvertire la Terra del ritorno degli alieni invasori e ad invitare i terrestri a guidare un esercito di resistenza, andando nei luoghi più remoti dello spazio per combattere insieme ad altri alieni rifugiati per eliminare finalmente l’universo dalla specie malvagia. La sfera, inoltre, rivela che l’astronave madre sta rapidamente perforando la crosta terrestre per raggiungere il nucleo e assorbirne l’energia. L’unica speranza è uccidere la Regina. Eliminando lei, l’invasione si fermerebbe subito. Jake, Dylan e i loro compagni riescono a impadronirsi di un paio di caccia alieni e a fuggire per aiutare i soldati a sconfiggere la Regina.

Dopo aver scoperto che la sfera si trova presso l’Area 51, una navetta con a bordo la Regina si stacca dall’astronave e si dirige sul luogo. Onde annientare la minaccia e impedire agli invasori di impadronirsi della sfera, il generale Adams, appena nominato nuovo Presidente degli USA, decide dietro suggerimento di Levinson di tendere agli invasori un tranello. Viene così introdotta con l’inganno all’interno della navetta un’arma nucleare, che l’ex Presidente Whitmore si offre di trasportare. Grazie al sacrifico di Whitmore, la navetta viene distrutta, ma la Regina riesce a salvarsi grazie a un proprio ulteriore schermo protettivo.

Solo la tenacia dei piloti superstiti, tra cui Jake, Dylan e Patricia Whitmore, permette infine l’uccisione della Regina aliena. A seguito di ciò, le navicelle da combattimento aliene cadono una dopo l’altra, come api inanimate, mentre la gigantesca astronave si risolleva autonomamente per allontanarsi nello spazio e, soprattutto, l’assorbimento dell’energia del nucleo terrestre e la conseguente fine della vita sul pianeta vengono scongiurati. La sfera, stupita dalle potenzialità del genere umano, si offre di condividere col dottor Okun le sue conoscenze tecnologiche militari, e invita nuovamente i terrestri a unirsi all’alleanza universale per combattere e distruggere definitivamente gli Harvester, spostando il campo di battaglia nel cosmo: l’invito viene accettato.

Independence Day - Rigenerazione sequel
Una scena dal film Independence Day – Rigenerazione

Il sequel Independence Day 3 ci sarà?

Rispetto al suo predecessore, Independence Day: Rigenerazione non ha raggiunto lo stesso successo. Il film è infatti stato criticato per la sua prevedibilità, per i suoi buchi di trama e anche perché, per spiegare l’assenza di Smith, il suo personaggio è semplicemente stato dichiarato morto. Questo riscontro negativo, tradottosi in soli 389 milioni di dollari guadagnati a livello globale, hanno dunque rallentato le possibili conversazioni su un Independence Day 3. Nel 2019 Emmerich ha poi dichiarato che dopo l’aquisto della Fox da parte della Walt Disney, si ritiene ancora fiducioso sulla possibilità di realizzare il terzo film.

La sua idea per questo è quella di un viaggio intergalattico, ambientato uno o due anni dopo gli eventi del secondo film, in quanto il regista desidera mantenere lo stesso gruppo di attori, soprattutto i giovani protagonisti. Tuttavia, come rivelato dallo stesso Emmerich nel luglio 2024, la Disney si sarebbe in realtà detta non interessata ad un nuovo film. “Ora è la Disney a decidere, il che è ancora peggio, perché non hanno mai parlato di un accordo per un nuovo film”, ha affermato il regista, offrendo dunque un deludente aggiornamento riguardo ad un sequel, che ad oggi sembra di improbabile realizzazione.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Independence Day: Rigenerazione grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Disney+, Tim Vision, Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 12 febbraio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Il silenzio degli innocenti: la spiegazione del finale del film

Il silenzio degli innocenti: la spiegazione del finale del film

Il silenzio degli innocenti è famoso per la sua grintosa protagonista, per il suo spietato “mentore” e per il suo agghiacciante finale. Il film del 1991 di Jonathan Demme segue Clarice Starling, una tirocinante dell’FBI che lavora con il famoso cannibale Dr. Hannibal Lecter per cercare di fermare il serial killer Buffalo Bill. Hannibal è ispirato a killer realmente esistiti, anche se molti dimenticano che non è il cattivo principale del film. L’assassino Buffalo Bill, invece, sta dando la caccia alle donne per costruirsi un vestito di pelle. Sebbene Clarice e Hannibal siano un’accoppiata improbabile, nel profondo si rispettano a vicenda, anche quando Hannibal non è più al sicuro dietro le sbarre nel finale del film.

Questo thriller sconvolgente ha guadagnato notorietà per le sue interpretazioni e i suoi personaggi avvincenti. Il silenzio degli innocenti vinse infatti diversi premi Oscar l’anno della sua uscita, tra cui Anthony Hopkins come miglior attore protagonista, Jodie Foster come miglior attrice protagonista e miglior film. Da allora, il film è stato citato e citato molte volte in tanti altri media, divenendo un titolo di culto. Nonostante la sua popolarità e la sua influenza, il finale de Il silenzio degli innocenti lascia ancora oggi il pubblico con alcune domande sul destino dei personaggi. Analizziamole in questo approfondimento.

Cosa succede nel finale de Il silenzio degli innocenti

Nell’ultimo atto de Il silenzio degli innocenti, l’FBI crede di aver localizzato Buffalo Bill a Chicago e si affretta a catturarlo. Incarica invece Clarice di rimanere in Ohio, dove continua a interrogare le persone collegate alla prima vittima. Questo compito la porta però proprio a casa di Buffalo Bill, che la invita a entrare e le fa alcune domande sul caso. Una volta che Clarice si rende conto di dove si trova, si scatena un inseguimento, con Buffalo Bill che la conduce nel suo laboratorio sotterraneo. Dopo lo spegnimento delle luci, Buffalo Bill indossa gli occhiali per la visione notturna e segue Clarice, anche se il suono dell’arma da fuoco rivela la sua posizione, inducendo Clarice a sparargli e ucciderlo.

Dopo aver fermato Buffalo Bill, Clarice si diploma all’accademia, ottenendo il titolo di agente speciale. Il suo superiore, Crawford, le stringe la mano, suggerendole di volerla assumere per lavorare nell’unità di scienze comportamentali, che lei dichiara essere il lavoro dei suoi sogni. Inoltre, durante la cerimonia, Hannibal chiama Clarice per sapere come sta dopo la sua fuga all’inizio del film. La telefonata dimostra che sa esattamente dove si trova e cosa sta facendo, ma assicura a Clarice che non la cercherà. Hannibal è passato a un altro bersaglio familiare e l’ultima inquadratura del film lo ritrae mentre pedina la sua nuova vittima, il dottor Chilton, ancora una volta un uomo libero.

Anthony Hopkins e Joide Foster in Il silenzio degli innocenti
Anthony Hopkins e Joide Foster in Il silenzio degli innocenti © 1991 – MGM

Il significato del titolo “Il silenzio degli innocenti

Riguardo il titolo occorre fare una precisazione: la traduzione letterale del titolo originale sarebbe Il silenzio degli agnelli (The Silence of the Lambs). Detto ciò, questo titolo si riferisce agli agnelli dell’infanzia di Clarice, il cui belato la perseguita ancora da adulta. Sono il simbolo del desiderio di Clarice di porre fine alle sofferenze altrui, proprio come aveva cercato di aiutare gli agnelli che venivano macellati nella fattoria della sua famiglia. In una confessione incauta ad Hannibal, Clarice ammette di aver cercato di scappare per salvare uno degli agnelli, ma di essere stata fermata e l’agnello ucciso. Mettere a tacere gli agnelli significherebbe per Clarice smettere di sentire la compassione degli altri ed essere in grado di prendere decisioni da sola.

Gli agnelli sono poi una metafora delle vittime innocenti che Clarice incontra nel caso. Sono creature indifese che si sono allontanate e ora sono in pericolo e hanno bisogno dell’aiuto di Clarice. È chiaro che farà di tutto per aiutare a salvare queste vittime, anche a costo di mettersi in pericolo. Ad esempio, corre dietro a Buffalo Bill nella sua casa e cerca immediatamente di aiutare e proteggere Catherine, prima ancora di pensare di chiamare i rinforzi e cercare aiuto per se stessa. Sebbene questo sia un tratto ammirevole, l’empatia di Clarice e la sua scelta lavorativa fanno sì che probabilmente non sarà mai in grado di mettere a tacere le grida degli agnelli metaforici della sua vita.

Il significato simbolico della falena

Culturalmente, le falene hanno molti significati, come la distruzione invisibile e la ricerca della luce. Sebbene queste siano entrambe possibili letture dell’inclusione delle falene ne Il silenzio degli innocenti, esse rappresentano più ovviamente il cambiamento e la crescita. Questo simbolismo è evidenziato dall’ossessione di Buffalo Bill per le falene, in particolare per la falena testa di morto, mentre cerca di subire una trasformazione. Proprio come una pupa si evolve in un insetto più bello, Buffalo Bill spera chiaramente di sentirsi più a suo agio dopo aver completato il suo vestito di pelle di donna. Lascia i bozzoli nella gola delle vittime per rappresentare il viaggio che sente di intraprendere.

La specificità della falena aiuta l’FBI a identificare Buffalo Bill dopo aver collegato un ordine della falena testa di morto al suo vero nome, Jame Gumb. Il nome della falena deriva dal disegno sul dorso, che ricorda un teschio umano. Rappresenta letteralmente la morte e Buffalo Bill lascia le sue vittime con questo simbolo, anche dopo la loro morte. Anche i suoi metodi di violenza sono derivati dalla falena, tagliando dalla schiena di una vittima dei modelli di cucitura a forma di diamante che ricordano le ali.

Ted Levine in Il silenzio degli innocenti
Ted Levine in Il silenzio degli innocenti © 1991 – MGM

Come ha fatto Clarice a trovare il vero Buffalo Bill?

Seguendo gli indizi di Hannibal su dove Buffalo Bill potrebbe aver trovato la sua prima vittima, Frederica, Clarice si reca a Belvedere, in Ohio, per parlare con persone che la conoscevano. Un’amica di Frederica dice di aver svolto attività di cucito con la signora Lippman e dà a Clarice l’indirizzo. Senza saperlo, questo è l’indirizzo di Buffalo Bill, e la rivelazione è un capolavoro di montaggio ricco di suspense, che rispecchia il resto dell’arrivo dell’FBI a Chicago. Clarice entra in casa di Buffalo Bill senza rendersi conto di dove si trova, ma alla vista di una falena e di altri oggetti sospetti, gli punta rapidamente la pistola contro.

Come la maggior parte delle rivelazioni del film, Clarice è stata condotta lì dalla guida di Hannibal. È chiaro che Hannibal sapeva che Buffalo Bill si trovava a Belvedere, ed è per questo che ha dato a Clarice degli indizi che le suggeriscono di cercarlo lì. Altrettanto intenzionalmente, fornisce indizi fuorvianti all’FBI, sapendo che li rallenterà. Sapeva dove stava mandando entrambe le parti nell’atto finale. Si può sostenere che Hannibal abbia fatto questo per far emergere Clarice come agente, aiutandola a ottenere una promozione, ma potrebbe anche essere che lei fosse l’unica a cui teneva abbastanza da aiutarla.

Il controverso rapporto tra Hannibal e Clarice

Hannibal apprezza chiaramente Clarice come rivale intellettuale. Pur sapendo di essere un intellettuale, Hannibal confida che Clarice sia in grado di risolvere gli enigmi che le propone, aiutandola a condurre a Buffalo Bill. Poiché la ragazza è giovane e ancora in fase di addestramento, non la considera una minaccia per la sua sicurezza, ma la vede come una persona nuova e divertente con cui confrontarsi. Le numerose battute di Hannibal le offrono solo i più piccoli indizi per assicurarsi che lei torni da lui quando li ha risolti, cercando la sua compagnia.

Alcuni spettatori ipotizzano anche che lei gli piaccia di più dopo aver sentito parlare della sua bontà e delle sue intenzioni pure. Apprezza la sua vulnerabilità e il suo coraggio, soprattutto in contrasto con i medici della struttura che lo trattano come un animale. La donna rivela anche che la sua motivazione è sempre quella di aiutare gli innocenti, cosa che Hannibal sembra rispettare a modo suo. Ha chiaramente una morale e dei valori, come quando punisce un altro paziente per essersi comportato male con Clarice, dicendo: “La scortesia è indicibilmente brutta per me”.

La loro amabilità è esemplificata al meglio dalla telefonata di Hannibal a Clarice alla fine del film. Non l’avrebbe fatto se non la rispettasse almeno un po’. Promette anche che non la cercherà, ma entrambi sanno che alla fine lei potrebbe cercarlo di nuovo, nel tentativo di rimetterlo in prigione. Questo legame evidentemente lo eccita e la chiama per farle capire i suoi piani, stuzzicandola con la sua onnipresenza nella sua vita. Vede il potenziale ritorno di Clarice nella sua vita come una sfida che non vede l’ora di affrontare, dicendole: “Il mondo è più interessante con te dentro”.

Anthony Hopkins in Il silenzio degli innocenti
Anthony Hopkins in Il silenzio degli innocenti © 1991 – MGM

Hannibal torna in libertà

Quando Hannibal chiama Clarice, le dice di non cercare di rintracciare la chiamata perché non sarà in linea per molto tempo. Con gentilezza, le dice anche che ha un vecchio amico “per cena”. Sebbene sia un’espressione comune, è chiaro che Hannibal la intende alla lettera. Poiché non dice a Clarice dove si trova, lei non ha modo di sapere cosa sta facendo o chi sarà la sua prossima vittima. Tuttavia, viene rivelato al pubblico che Hannibal sta osservando affamato la discesa da un piccolo aereo del dottor Chilton, dell’ospedale statale per pazzi di Baltimora.

La destinazione finale di Hannibal non viene mai rivelata. Sebbene alcuni ipotizzino che si tratti di Firenze, dato che Hannibal e Clarice hanno discusso del luogo, l’ambientazione non assomiglia molto a una città italiana. La scena è stata girata all’aeroporto di Bimini, alle Bahamas, che sembra più probabile di Firenze. Non è chiaro come Hannibal sapesse che Chilton sarebbe stato alle Bahamas e come sia arrivato lì, ma tant’è che è riuscito a raggiungerlo ed evidentemente intende riprendere la sua attività di cannbile cibandosi dell’uomo che tanto lo ha infastidito per troppo a lungo.

Il vero significato del finale de Il silenzio degli innocenti

Il finale de Il silenzio degli innocenti si concentra sulla battaglia di Clarice contro il male. Sebbene sia riuscita a trovare e uccidere Buffalo Bill, salvando Catherine Martin, il suo lavoro non è finito. L’ultima telefonata di Hannibal le ricorda che lui è ancora là fuori a uccidere persone. Anche se le promette di non ucciderla, entrambi sanno che le loro strade si incroceranno di nuovo quando lei dovrà rintracciarlo. La telefonata è breve ma scuote chiaramente Clarice, anche se Hannibal non sembra turbato. L’inquadratura finale de Il silenzio degli innocenti ha anche lo scopo di far sentire il pubblico a disagio, sapendo che Hannibal è libero, ricordando agli spettatori la lotta continua e senza fine contro il male e che dunque il silenzio degli innocenti potrebbe non arrivare mai.

Nova: Jonathan Bailey potrebbe essere considerato per il ruolo di Richard Rider

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Dopo molti rumors e voci riguardo l’introduzione del personaggio di Nova nel MCU, è stato confermato che Richard Rider farà il suo debutto nell’universo condiviso in una serie tv, e ora sembra che ci siano già dei nomi di attori che vengono associati al ruolo principale.

Secondo lo scooper MTTSH, Jonathan Bailey è stato preso in considerazione per interpretare Richard Rider nella prossima serie Disney+. Oltre a Bridgerton, che lo ha lanciato, di recente Bailey è stato visto al cinema in Wicked di Jon. M Chu, e arriverà di nuovo sul grande schermo con Jurassic World – La rinascita. È il secondo attore a essere menzionato in relazione a questo progetto dopo la star di It Ends With Us Brandon Sklenar.

I dettagli della trama di Nova sono ancora per lo più segreti, ma secondo una recente indiscrezione di Daniel Richtman, Annihilus sarà il cattivo della serie. I Nova Corps sono stati introdotti nel primo Guardiani della Galassia, il che ha portato a speculazioni sul fatto che Richard Rider avrebbe trovato la sua strada nel franchise GOTG. James Gunn ha mostrato scarso interesse per il personaggio, ma la serie Nova molto probabilmente si svilupperà a partire da quel momento off screen di Infinity War in cui Thanos decima la maggior parte della popolazione di Xandar.

 

Annihilus: i piani del MCU vanno molto oltre la serie tv di Nova!

Per quanto riguarda chi dovrebbe interpretare Nova, ci sono infinite possibilità entusiasmanti e al momento non sappiamo a quale fascia d’età lo studio si rivolgerà. L’anno scorso, Brad Winderbaum, responsabile dello streaming, dell’animazione e della televisione di Marvel Studios, ha affermato: “Amiamo Nova. Siamo nelle prime fasi di sviluppo di Nova. Abbiamo un nuovo sistema dietro le quinte presso Marvel Studios. Ora siamo più simili a uno studio tradizionale. Stiamo sviluppando più di quanto effettivamente produrremo”.

“Ci sono progetti per sviluppare Nova. Amo Nova anch’io. Amo Richard Rider anch’io. Spero che arrivi sullo schermo”, ha aggiunto. “Il mondo è sempre caos. Ci sono sempre delle cose. Devi evocare queste cose per farle accadere, ma mi piacerebbe vedere uno show di Nova, un giorno”.

Nova nei fumetti

Creato dallo scrittore Marv Wolfman e dall’artista John Romita Sr., Richard Rider è apparso per la prima volta in The Man Called Nova n. 1 nel 1976. Ha ottenuto i suoi poteri quando l’ultimo centurione sopravvissuto del Nova Corps, Rhomann Dey, gli ha trasferito le sue abilità per combattere il cattivo Zorr. Siamo curiosi di scoprire cosa riserva il futuro a Nova sullo schermo e cosa significherà la sua introduzione per l’angolo cosmico del Marvel Cinematic Universe.

Secret Team 355, la spiegazione del finale: come il film anticipa un sequel

Il finale di Secret Team 355 (qui la recensione), il film di spionaggio del 2022 di Simon Kinberg, lascia diversi interrogativi, dato che ci sono più di un colpo di scena prima dei titoli di coda. Questi sono generalmente attesi in un film sugli agenti segreti, ma Secret Team 355 li lancia al pubblico molto rapidamente e con poche spiegazioni. Ma andiamo con ordine. Il film segue una squadra di agenti donne interpretate da un cast all-star, tra cui Jessica Chastain, Lupita Nyong’o e Penélope Cruz. Ognuna di queste super-spie ha una serie di abilità diverse che utilizza per recuperare un pezzo di tecnologia che potrebbe portare il mondo al caos totale se finisse nelle mani sbagliate.

Sebbene ognuna delle donne lavori per una diversa agenzia di intelligence nazionale, imparano a fidarsi l’una dell’altra nel tentativo di ottenere il dispositivo. Il film contiene molti dei tratti distintivi dei film di spionaggio/agenti segreti, come le false morti e i doppi agenti. Tuttavia, Secret Team 355 ha ricevuto recensioni ampiamente negative prima e dopo la sua uscita, che sottolineano questi elementi e colpi di scena come cliché, oltre alla mancanza di sviluppo dei personaggi principali. Sebbene ci fosse la speranza che un approccio femminile alla “James Bond” proposto da questo film potesse smuovere e scuotere la formula, il risultato sono un sacco di domande rimast senza risposta.

Tutti in cerca del disco

Anche con i molteplici colpi di scena che si susseguono nel corso di Secret Team 355, i fili della trama continuano a intrecciarsi intorno a un misterioso disco rigido, un dispositivo introdotto nella prima scena del film e che passa più volte di mano in mano tra agenti dei servizi segreti e maestri criminali. In particolare, l’uomo dietro le quinte che cerca di impossessarsi del disco è Elijah Clarke (Jason Flemyng). Ma cosa rende speciale questo dispositivo apparentemente innocuo? Come si spiega vagamente nel corso del film, l’unità contiene uno speciale programma di decrittazione in grado di accedere a qualsiasi sistema. A un certo punto del film, quando il dispositivo è in mano al nemico, viene usato per causare interruzioni di corrente in tutta la città e incidenti aerei.

Penélope Cruz, Diane Kruger, Lupita Nyong'o e Jessica Chastain in Secret Team 355
Penélope Cruz, Diane Kruger, Lupita Nyong’o e Jessica Chastain in Secret Team 355

L’agente della CIA Mace (Jessica Chastain) e la sua compagnia sono terrorizzati da ciò che l’uso di questo dispositivo potrebbe significare, descrivendo un mondo che cade a pezzi. Non viene spiegato il motivo per cui l’unità è stata creata o il modo in cui effettivamente fornisce accesso e controllo rispetto a sistemi complicati, come l’elettricità cittadina, che viene gestita attraverso reti elettriche e non sistemi basati su computer. Nonostante ciò, il disco è molto richiesto. La CIA offre inizialmente un sacco di soldi a Luis Rojas (Edgar Ramirez), un agente disonesto del DNI colombiano, per l’unità prima che venga rubata, e in seguito viene messa all’asta per una cifra esorbitante sul darkweb.

Il tradimento di Nick e Mark

Il fascino del disco porta al più grande colpo di scena di Secret Team 355, sotto forma di tradimento di Nick Fowler (Sebastian Stan) nei confronti di Mace. Il drive è di per sé un McGuffin da manuale, ovvero un oggetto in un film che esiste realmente come espediente narrativo per guidare la trama (si pensi alla valigetta in Pulp Fiction). Come colleghi, Fowler e Mace iniziano a cercare il disco insieme, presumibilmente per conto della CIA. I due iniziano una storia d’amore prima di essere separati durante un intenso inseguimento. Sebbene a Mace sia stato detto che Nick è morto durante l’inseguimento, è scioccata dal fatto di trovarsi di nuovo faccia a faccia con lui.

Questo dopo che il suo superiore della CIA, Larry Marks (John Douglas Thompson), l’ha incoraggiata a fare la spia per recuperare il disco in suo onore. Nick rivela quindi a Mace di aver lavorato per Clarke per tutto il tempo e di essere stato inviato all’asta d’arte di Shanghai per fare un’offerta su un’opera d’arte in cui è nascosto il disco. Solo poco dopo si scopre che anche Marks era sul libro paga di Clarke e che Mace è stata ingannata da entrambi. Nick e Marks stavano sfruttando le capacità e la vena ribelle di Mace per ottenere l’unità per Clarke. La spia è quindi comprensibilmente sconvolta dal tradimento, ma è combattuta dal suo attaccamento a Nick, il che fornisce una posta in gioco emotiva.

Sebastian Stan in Secret Team 355
Sebastian Stan in Secret Team 355

La verità sull’asta di opere d’arte

Il tradimento di Nick viene quindi svelato nella scena più affascinante di Secret Team 355, una lucrosa asta d’arte in una galleria di Shanghai. Dopo aver trasformato l’unità in Marchi, viene rapidamente rubata di nuovo da un agente dell’MSS cinese (Bingbing Fan). L’ex agente dell’MI6 Khadijah Adiyeme (Lupita Nyong’o) rintraccia l’unità a Shanghai e informa Mace, l’agente tedesca Marie Schmidt (Diane Kruger) e la psicologa colombiana del DNI Graciela Rivera (Penélope Cruz). Con l’unità nascosta all’interno di un pezzo d’arte antica, i partecipanti hanno fatto offerte per il vaso e contemporaneamente per l’unità attraverso il darkweb. Le agenti elaborano quindi un piano per infiltrarsi nell’asta e recuperare il dispositivo, ma vengono ostacolate.

Vengono quindi portate in uno spazio sicuro dall’agente cinese, che si rivela essere Lin Mi Sheng, e dice al gruppo che l’asta era un’elaborata messinscena. Il colpo di scena di Secret Team 355 rivela dunque che Sheng e suo padre facevano parte di un piano dell’MSS per vedere chi si sarebbe presentato all’asta. L’MSS avrebbe poi usato queste informazioni per cercare di incastrare coloro che erano coinvolti in attività illegali. L’unità collocata nell’opera d’arte era dunque falsa; Sheng ha avuto l’unità per tutto il tempo. Il piano funziona per un breve periodo, finché Clarke non scopre che Nick ha offerto un’enorme quantità di denaro per un’unità falsa.

Come il film prepara un potenziale sequel

Nick cerca quindi di fare ammenda localizzando il rifugio di Sheng, minacciando i cari degli agenti finché Sheng non rinuncia al drive. Khadijah distrugge il disco, ma le donne vengono coinvolte nei crimini e si danno alla fuga. Un paio di mesi dopo, Mace e le altre donne cercano di vendicarsi di Nick, che è stato promosso dalla CIA. Mace inizia a ricordare a Nick la storia, raccontata durante l’addestramento, dell’agente 355, una donna senza nome che servì come spia per le colonie durante la Rivoluzione Americana. Dopo aver avvelenato Nick e averlo fatto arrestare per i suoi crimini, le donne si separano ma sembrano avere un’intesa sul fatto che probabilmente lavoreranno di nuovo insieme.

Jessica Chastain e Lupita Nyong'o in Secret Team 355
Jessica Chastain e Lupita Nyong’o in Secret Team 355

Il film non annuncia apertamente un sequel, come fanno i film Marvel con una scena post-credits, ma il finale lascia evidentemente aperta la storia per un sequel. Nonostante il titolo del film, il gruppo di protagoniste non viene mai chiamato formalmente “355”. Questo lascia un potenziale per il proseguimento della storia; forse Mace potrebbe fondare una nuova agenzia, insieme alle sue nuove compagne. O forse un sequel potrebbe rimanere con il nucleo di cinque donne come le 355, mentre cercano di indagare sulla corruzione delle loro agenzie di intelligence.

Il vero significato del finale di Secret Team 355

Il finale di Secret Team 355 non è particolarmente profondo, nonostante il numero di colpi di scena che lo caratterizzano. Il film, come già detto, è un thriller di spionaggio nella sua essenza, e rinuncia a temi pesanti in favore di azione e intrighi avvincenti. Nel migliore dei casi, il significato del finale potrebbe essere definito un messaggio che predica l’importanza dell’unità di fronte alla corruzione. La squadra si unisce per sconfiggere Nick, mettendo da parte le loro diverse ideologie per vendicarsi di un antagonista che rappresenta tutti coloro che utilizzano le agenzie di sicurezza internazionali per portare avanti i loro programmi personali.

La Ruota del Tempo: trailer della terza stagione in arrivo su Prime Video

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Prime Video ha rilasciato un entusiasmante nuovo trailer della terza stagione de La Ruota del Tempo, che debutterà globalmente il 13 marzo 2025. La Ruota del Tempo è basata sull’omonima e amata serie di libri fantasy di Robert Jordan, ed è co-prodotta da Sony Pictures Television e Amazon MGM Studios.

Il trailer ricco di azione mette in evidenza un dramma a tinte forti e offre uno sguardo sul mondo in cambiamento, dove la potente Aes Sedai, Moiraine Damodred (Rosamund Pike), è tormentata dalle sue visioni del futuro, e Rand al’Thor (Josha Stradowski) lotta per assolvere al suo destino come Drago Rinato. Sceglierà la Luce o lascerà che le Tenebre lo consumino?

La trama della terza stagione

La trama della terza stagione si basa principalmente sul quarto libro della serie di Jordan, “L’ascesa dell’ombra” (“The Shadow Rising”), che è uno dei preferiti dai fan, e condurrà gli spettatori in molte nuove regioni e città attraverso il continente immaginario delle Terre Occidentali, che include i vasti deserti della Triplice Terra, la pericolosa e affascinante città portuale di Tanchico, e la proibita e nebbiosa città antica di Rhuidean, dove Rand e Moiraine verranno a conoscenza di rivelazioni che cambieranno la loro vita. Nel frattempo, dall’altra parte del mondo, nell’umile luogo natale di Rand, Fiumi Gemelli, il suo amico di lunga data Perrin Aybara (Marcus Rutherford) intraprenderà a sua volta un viaggio intimo che lo sconvolgerà per sempre.

La terza stagione de La Ruota del Tempo debutterà con i primi tre episodi il 13 marzo, nuovi episodi saranno poi disponibili ogni settimana fino al coinvolgente finale di stagione del 17 aprile.

Nel cast de La Ruota del Tempo figurano Rosamund Pike (Saltburn, Gone Girl – L’amore bugiardo) nel ruolo di Moiraine Damodred, Daniel Henney (Criminal Minds) in quello di al’Lan Mandragoran, Josha Stradowski (Gran Turismo) nei panni di Rand al’Thor, Zoë Robins (Power Rangers Ninja Steel) come Nynaeve al’Meara, Madeleine Madden (Dora e la città perduta) nel ruolo di Egwene al’Vere, Marcus Rutherford (Obey) è Perrin Aybara mentre Dónal Finn (SAS: Rogue Heroes) è Mat Cauthon; Ceara Coveney (Il giovane Wallander) veste i panni di Elayne Trakand, Sophie Okonedo (Hotel Rwanda, Slow Horses) è Siuan Sanche, Kate Fleetwood (Harlots) Liandrian Guirale, Natasha O’Keeffe (Peaky Blinders) nel ruolo di Lanfear, Ayoola Smart (Killing Eve) come Aviendha, Kae Alexander (Il Trono di Spade) è Min Farshaw, ancora Priyanka Bose (Lion) è Alanna Mosvani, Taylor Napier (Hanna) invece Maksim, Hammed Animashaun (Black Ops) è Loial, Meera Syal (The Devil’s Hour) veste i panni di Verin Mathwin, Jennifer Cheon Garcia (Van Helsing series) è Leane, Johann Myers (Halo series) è Padan Fain, Jay Duffy (Northern Lights) interpeta Dain Bornhald, Laia Costa (The Diplomat) è Moghedien, Isabella Bucceri (Everything In Between) è Faile Bashere, e Shohreh Aghdashloo (Casa Saddam, The Penguin) nel ruolo di Elaida do Avriny a’Roihan.

La Ruota del Tempo è stata adattata in forma seriale dall’executive producer e showrunner Rafe Judkins (Agents of S.H.I.E.L.D., Hemlock Grove). Rick Selvage e Larry Mondragon di iwot productions (Winter Dragon), Ted Field di Radar Pictures (Jumanji: The Next Level, Winter Dragon), Mike Weber (Jumanji: The Next Level, Beirut), Marigo Kehoe (Outlander, The Crown), Ciaran Donnelly (Kin), Justine Juel Gillmer (Harry Haft: Storia di un sopravvissuto, Halo), Dave Hill (Il Trono di Spade) e Rosamund Pike (Saltburn, Gone Girl – L’amore bugiardo) sono executive producer della serie. La Ruota del Tempo è una co-produzione Sony Pictures Television e Amazon MGM Studios.

Avengers: Secret Wars sarà un “cambio di guardia”, parola di Anthony Mackie

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Nel giorno di uscita al cinema di Captain America: Brave New World sembra crudele concentrarsi su altri film Marvel che non siano l’esordio di Anthony Mackie con Captain America sul grande schermo, eppure è ovvio che il pensiero dei fan del MCU è sempre rivolto agli eventi crossover che culmineranno nel 2027 con Avengers: Secret Wars.

Quest’anno, vedremo in sala Thunderbolts*, I Fantastici Quattro: Gli Inizi e altri programmi TV Disney+ da tenere d’occhio. Parlando con Deadline, Anthony Mackie ha confermato che inizierà le riprese di Doomsday a marzo o aprile. Da lì, “Gireremo a Londra per tutta l’estate e poi l’estate successiva gireremo il prossimo [Avengers: Secret Wars]. Sarà una serie completa”.

Avengers: Secret Wars film 2027L’attore non ha potuto rivelare molto su entrambi i film e ha affermato di essere stato tenuto all’oscuro su quali dei suoi compagni Avengers si riuniranno nell’epico film in due parti. “Non so quanti torneranno. RDJ [Robert Downey Jr.] ha fatto il grande annuncio che tornerà. A parte lui, non so chi della troupe originale tornerà, ma so che lui lo farà”, ha spiegato Mackie. “Sono emozionato di poter andare a lavorare con lui, di poterlo affrontare faccia a faccia. È un’esperienza unica nella carriera, incredibile quanto lavorare con Harrison Ford, perché è una leggenda”.

“Ora sono io l’OG. Sono l’unico”, ha aggiunto. “Sono l’Avenger del vecchio gruppo che porta avanti il nuovo gruppo. Quindi sarà un cambio della guardia. Come vedi nel nuovo trailer, Ross dice tipo, ‘Voglio che tu dia inizio agli Avengers.’ Quindi devo capire chi saranno i nuovi Avengers. Questo è il vantaggio di essere Captain America. Posso scegliere con chi voglio uscire.”

Quello che sappiamo su Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars

Avengers: Doomsday arriverà nelle sale il 1° maggio 2026, seguito da Avengers: Secret Wars il 7 maggio 2027. Entrambi i film saranno diretti da Joe Russo e Anthony Russo, che faranno anche il loro ritorno nell’MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame. Al momento non si hanno certezze sugli attori che comporranno il cast del film, né su precisi elementi di trama.

Avatar: Fuoco e Cenere, il Villaggio della Cenere nella nuova foto dal film

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Empire Magazine pubblica una nuova immagine di Avatar: Fuoco e Cenere, il terzo atteso capitolo della pentalogia di Avatar di James Cameron. L’immagine introduce gli spettatori al Villaggio della Cenere.

Avatar: Fuoco e Cenere, quello che sappiamo

Avatar: Fuoco e Cenere riprenderà subito dopo quegli eventi, quando Jake e Neytiri incontreranno il Popolo della Cenere, che Cameron ha lasciato intendere essere più attratto dalla violenza e dal potere rispetto agli altri clan. “Ci sono nuovi personaggi, uno in particolare penso che sarà amato, o amerete odiarlo”, ha detto Cameron.

Oona Chaplin (“Game of Thrones”) interpreta il leader del popolo della Cenere, Varang. Anche David Thewlis e Michelle Yeoh si uniscono al cast. Insieme a Worthington e Saldaña, il cast di ritorno include Sigourney Weaver, Stephen Lang, Kate Winslet, Cliff Curtis, Britain Dalton, Jack Champion, Trinity Jo-Li Bliss, Bailey Bass, Joel David Moore, Edie Falco e Dileep Rao.

Avatar: La via dell’acqua e Avatar: Fire and Ash sono entrambi scritti da Cameron, Rick Jaffa e Amanda Silver. In origine, dovevano essere un unico film, ma durante il processo di scrittura, Cameron ha deciso che c’era troppo materiale e ha diviso la storia in due parti. L’uscita del film in sala è attualmente prevista per il 19 dicembre 2025.

Cameron ha prodotto tutti i film di “Avatar” con il suo partner creativo di lunga data Jon Landau, morto di cancro a luglio a 63 anni. “La sua eredità non sono solo i film che ha prodotto, ma l’esempio personale che ha dato: indomito, premuroso, inclusivo, instancabile, perspicace e assolutamente unico”, ha affermato Cameron in una dichiarazione all’epoca. “Ha prodotto grandi film, non esercitando potere ma diffondendo calore e la gioia di fare cinema. Ci ha ispirato tutti a essere e a dare il meglio di noi, ogni giorno. Ho perso un caro amico e il mio più stretto collaboratore per 31 anni. Una parte di me è stata strappata via”.

Mission: Impossible – Dead Reckoning: la spiegazione del finale del film

Ethan Hunt, interpretato da Tom Cruise, torna per un’altra missione in cui il destino del mondo e dell’intera razza umana è in bilico in Mission: Impossible – Dead Reckoning. L’ultima avventura di Ethan Hunt è così imponente, globale ed epica che Christopher McQuarrie non poteva concluderla in un solo film. Nonostante la durata di oltre due ore e mezza, la missione di Ethan non è infatti ancora finita e il finale ricco di colpi di scena ci porta dritti all’uscita di Mission: Impossible – The Final Reckoning, la cui uscita è prevista per il 22 maggio 2025.

Diretto da McQuarrie, da una sceneggiatura scritta insieme a Erik Jendresen, Mission: Impossible – Dead Reckoning vede Ethan Hunt dare la caccia alla chiave di un programma di intelligenza artificiale che si è evoluto oltre i suoi parametri iniziali. Naturalmente, le cose sono complicate dall’intervento della CIA, da Gabriel, un nemico del passato di Ethan, e da Grace, una nuova misteriosa ladra. Nel finale, dopo aver rischiato di morire su un treno in corsa, Ethan e Grace vengono salvati da Paris, che li tira su prima che il vagone su cui si trovano cada dal ponte esploso.

Paris, apparentemente prossima alla morte, dice a Ethan che la chiave sblocca la camera dell’Entità, situata sul sottomarino russo Sevastopol. Mentre Kittridge si avvicina, Ethan fugge con il paracadute, lasciando che Grace si unisca all’IMF e accetti l’offerta di Kittridge, ancora non formulata. Gabriel, invece, riesce a fuggire dopo aver ucciso Denlinger e combattuto contro Ethan sul treno. Credendo di avere la chiave, è momentaneamente trionfante finché non si rende conto che Ethan l’ha rubata, lasciando dunque il finale del film in sospeso.

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© 2023 Paramount Pictures.

Ethan Hunt ferma il piano dell’Entità rubando la chiave

Mission: Impossible – Dead Reckoning si conclude dunque con Ethan che ferma momentaneamente il piano dell’Entità e di Gabriel rubando la chiave. Lo fa sottraendola di nascosto a Gabriel durante la loro lotta in cima al treno. Sebbene a questo punto Ethan sia ancora all’oscuro di cosa faccia effettivamente la chiave, sa che è importante per ciò che l’Entità e Gabriel stanno pianificando, quindi rubarla impedisce ai loro piani malvagi di continuare. Solo quando torna sul treno e Paris gli dice cosa sblocca la chiave, Ethan inizia a pensare al futuro.

Il piano di Ethan probabilmente prevede di andare in fondo all’oceano per recuperare la camera dell’Entità all’interno della Sevastopol. Gabriel continuerà però a dare la caccia a Ethan finché non si riprenderà ciò che ritiene suo. Ha dimostrato di essere incredibilmente abile, letale e pieno di risorse e non si fermerà davanti a nulla finché non darà la caccia al suo vecchio rivale. Ethan dovrà anche trovare un modo per lavorare contro l’Entità, il che potrebbe significare l’impiego di dispositivi non tecnologici e la messa a terra.

È possibile che la nuova missione di Ethan, qualora decidesse di accettarla, preveda la collaborazione con Grace. Ora lei potrebbe lavorare al fianco di Kittridge nell’IMF, ma non ci si può fidare di lui, quindi è probabile che Grace faccia la spia, come ha fatto Ethan in passato. Quest’ultimo, d’altronde, non la lascerà a se stessa, visto che hanno legato in circostanze pericolose e a rischio di vita, e l’agente di lunga data dell’IMF la terrà sicuramente d’occhio. Tuttavia, sarà in Mission: Impossible – The Final Reckoning che Ethan dovrà affrontare la prossima missione se vuole fermare il cattivo dell’IA.

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Tom Cruise, Ving Rhames, Rebecca Ferguson, and Simon Pegg in Mission: Impossible – Dead Reckoning © 2023 Paramount Pictures.

Perché l’Entità vuole Ethan Hunt morto

Poiché l’Entità ha accesso a tutti i tipi di informazioni, è in grado di evolvere e determinare le azioni delle persone prima che accadano. Questo è il motivo principale per cui l’Entità vuole Ethan morto: è l’unico in grado di distruggerla definitivamente. Mentre Denlinger e Kittridge vogliono controllare l’Entità per le loro ragioni nefaste, Ethan pensa che nessuno, o nessun governo, debba avere il tipo di potere e controllo che l’Entità gli darebbe. Ma l’Entità vuole innanzitutto sopravvivere e non può farlo liberamente finché c’è Ethan a minacciare la sua esistenza.

L’Entità era un programma di intelligenza artificiale creato dal governo degli Stati Uniti per aiutare l’esercito a combattere le minacce straniere prima di svilupparsi autonomamente. La sua conoscenza e il suo potere sono stati messi in mostra quando, dopo che Denlinger ha iniettato l’Entità nel Sevastopol, l’IA è diventata pericolosa e ha fatto esplodere il sottomarino russo con il suo stesso missile dopo che i presenti avevano creduto di essere stati attaccati. L’Entità è sofisticata, un’IA capace di infiltrarsi in qualsiasi programma digitale e di sabotarlo prima di cancellarsi completamente per evitare di essere rintracciata. La sua speranza di sopravvivenza risiede quindi nell’eliminazione di Ethan Hunt.

Grace accetta l’offerta di Kittridge di entrare nel FMI

Grace era in una situazione difficile alla fine di Mission: Impossible – Dead Reckoning. Dopo l’evasione di Ethan e per evitare la prigione, Grace accetta la tacita offerta di Kittridge di unirsi all’IMF. Questo la mette in contrasto con Ethan, ma significa anche che saprà quali saranno le prossime mosse di Kittridge. Grace si trova ora in una posizione di opposizione a Ethan, ma unirsi all’IMF potrebbe anche renderla la sua più grande alleata. Sebbene Grace abbia trascorso la maggior parte del film schivando Ethan, alla fine i due hanno raggiunto un livello di fiducia e la loro collaborazione non dovrebbe essere intaccata dalla nuova alleanza di Grace.

Mission: Impossible - Dead Reckoning
Tom Cruise e Hayley Atwell in Mission: Impossible – Dead Reckoning © 2023 Paramount Pictures.

Dopo tutto, è Ethan a dire a Grace di mettersi a disposizione di Kittridge e dell’IMF, sapendo che questo la terrà al sicuro. I film di Mission: Impossible hanno visto agenti dell’IMF collaborare con Ethan anche nei momenti in cui questi è considerato un agente ribelle. Grace potrebbe ricoprire un ruolo simile in Mission: Impossible – The Final Reckoning e fornire in segreto a Ethan informazioni preziose sull’IMF, sull’Entità, su Gabriel e altro ancora. Con Ilsa Faust ormai fuori dai giochi, Grace dovrebbe essere pronta per un ruolo più importante nel sequel.

Il significato più profondo dell’entità in Mission: Impossible – Dead Reckoning

l’Entità si è dimostrata un cattivo formidabile. L’esistenza dell’IA, e ciò che è in grado di fare man mano che si evolve, costituisce un pericoloso precedente. Mission: Impossible – Dead Reckoning suggerisce che l’IA è in definitiva una minaccia, che non può essere controllata o contenuta se dovesse sfuggire di mano. Il film ipotizza però che l’intelligenza artificiale prenderà controllo di sé ed è pericolosa perché le sono state fornite troppe informazioni. L’accesso dell’Entità a Internet significa infatti che può accedere a sistemi globali in una sola volta, alterando le cose ed eseguendo programmi a volontà.

Non solo l’IA è un pericolo chiaro e presente, ma il problema è anche il modo in cui viene usata e manipolata da chi è al potere. I governi lotterebbero per prenderne il controllo in modo da poter fare quello che vogliono senza che nessuno lo sappia. Denlinger e Kittridge affermano che l’IA potrebbe essere utilizzata per motivi di sicurezza nazionale, ma un programma del genere darebbe il controllo a chi non ha buone intenzioni. L’IA può essere utile, ma Mission: Impossible – Dead Reckoning illustra i danni che può causare e cosa potrebbe accadere se fosse controllata dalle agenzie di intelligence per le ragioni sbagliate.

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Tom Cruise and Rebecca Ferguson in Mission: Impossible – Dead Reckoning. Foto di Christian Black/Christian Black – © 2023 Paramount Pictures.

Come Mission: Impossible – Dead Reckoning prepara Mission: Impossible 8

Mission: Impossible – Dead Reckoning si conclude quindi con un cliffhanger che prepara ciò che accadrà in Mission: Impossible – The Final Reckoning. La collaborazione di Grace con Kittridge crea una grande tensione tra lei ed Ethan e mantiene Kittridge in gioco per il prossimo futuro. Ethan che ruba la chiave a Gabriel lo tiene anche come nemico per il prossimo film e alza la posta in gioco per il loro continuo conflitto. Questo settimo capitolo della saga divide i personaggi in tre fazioni alla fine, e anche se Gabriel non ha più la chiave, l’Entità è ancora dalla sua parte.

Il prossimo film vedrà quindi probabilmente Ethan e Gabriel correre per raggiungere il sottomarino, con Kittridge e Grace non molto lontani. Ci sono molte cose che possono andare storte e il finale del film lascia abbastanza spazio per l’azione e la suspense che verranno. Con alleanze mutevoli e Ethan e la sua squadra probabilmente costretti a nascondersi fino a quando non riusciranno a escogitare un nuovo piano che l’Entità non sarà in grado di manipolare, Mission: Impossible – Dead Reckoning riunisce dunque le strade dei personaggi prima di dividerle ancora una volta in vista del sequel.

Tre Ciotole: al via le riprese del film con Alba Rohrwacher sull’ultimo romanzo di Michela Murgia

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Inizieranno a Roma il prossimo 3 marzo le riprese di Tre Ciotole. Il film è una produzione italo-spagnola di Cattleya – parte di ITV Studios – Ruvido Produzioni, Bartlebyfilm, insieme a Buenapinta Media, Bteam Prods, Colosé Producciones e Perdición Films, Vision Distribution e in collaborazione con Sky e con la partecipazione di MAX in Spagna. Il progetto è realizzato con il sostegno MIC – DGCA Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo.

Tre Ciotole sarà distribuito in Spagna da BTeam Pictures e in Italia e nel resto del mondo da Vision Distribution, che gestisce anche le vendite internazionali, a partire dall’European Film Market (EFM), che si aprirà domani.

Il film è tratto dall’omonimo libro Tre Ciotole di Michela Murgia, edito in Italia da Mondadori con oltre 200 mila copie vendute. È diretto dall’acclamata regista spagnola Isabel Coixet (Un Amor, La mia vita senza me, La vita segreta delle parole, Maps of the sounds of Tokyo) e ha come protagonisti Alba Rohrwacher e Elio Germano. Nel cast anche Francesco Carril. Il film è scritto da Enrico Audenino e Isabel Coixet.

Riccardo Tozzi – fondatore e Presidente di Cattleya afferma: “Mi è capitato varie volte di incrociare Isabel Coixet e il suo lavoro. Quando ho letto il libro di Michela Murgia ho immediatamente pensato che sarebbe stata perfetta per dirigerlo. Sa raccontare l’amore nelle forme più diverse e con grande intensità. E questa mi pareva una storia d’amore e di senso della vita. Con Isabel c’è stata un’intesa perfetta, e lei ha avuto subito idee chiare, a partire dalla scelta di Alba Rohrwacher ed Elio Germano come protagonisti. Sono particolarmente emozionato di produrre questo film, che è molto in linea con il DNA di Cattleya ed è importante perché parla delle cose fondamentali della nostra esperienza”.

Tre Ciotole è il film diretto da Isabel Coixet sull’ultimo romanzo di Michela Murgia

Massimo Proietti – AD di Vision Distribution – aggiunge: “Siamo onorati di poter collaborare a un’opera così forte e intensa che conferma il nostro percorso e la nostra attenzione al talento femminile, tratta dal libro di un’autrice che in Italia ha rappresentato e tutt’ora è un punto di riferimento, una voce e un pensiero lucido e profondo sui temi della vita moderna a cui, siamo certi, Isabel Coixet saprà dare la sua impronta e la sua visione grazie anche ai due splendidi interpreti che ne sono protagonisti. Per questa opportunità ringraziamo Cattleya e tutti i produttori associati.”

La regista Isabel Coixet dichiara: “Tre Ciotole è il mio paesaggio interiore, racconto di una donna alle prese con due eventi simultanei: è nel mezzo di una dolorosa separazione e davanti all’inevitabile. Ma non è una donna che implora o cerca compromessi; è una donna che si inchina, come si fa davanti al sole che tramonta, consapevole che sorgerà di nuovo, altrove, al di là del suo sguardo. Voglio raccontare il suo percorso nella Roma di oggi con delicatezza ed emozione, perché Marta ci mostra che perfino nell’addio può esserci grazia, e anche nel dolore c’è spazio per la gioia”.

Dopo quello che sembrava un banale litigio, Marta e Antonio si lasciano. Marta reagisce alla rottura chiudendosi in sé stessa. L’unico sintomo che non può ignorare è la sua improvvisa mancanza di appetito. Antonio, chef in rampa di lancio, si butta sul lavoro. Ma sebbene sia stato lui a lasciare Marta, non riesce a dimenticarla. Quando Marta scopre che la mancanza di appetito ha più a che fare con la propria salute che con il dolore della separazione, tutto cambia: il sapore del cibo, la musica, il desiderio, la certezza delle scelte fatte. Le riprese dureranno sette settimane e si svolgeranno interamente a Roma.

G20: il trailer dell’action-thriller con Viola Davis

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G20: il trailer dell’action-thriller con Viola Davis

Ecco il trailer di G20, il nuovo film Prime Video con il premio Oscar Viola Davis, disponibile dal 10 aprile sulla piattaforma.

Quando il vertice del G20 viene messo sotto assedio, il presidente degli Stati Uniti Danielle Sutton (interpretata dall’attrice Premio Oscar Viola Davis) diventa il bersaglio numero uno. Dopo essere riuscita a sfuggire alla cattura da parte degli aggressori, deve ingannare il nemico per proteggere la sua famiglia, difendere il suo Paese e pensare alla salvaguardia dei leader mondiali in una emozionante corsa contro il tempo.

G20

  • Diretto da Patricia Riggen
  • Con Viola Davis, Anthony Anderson, Marsai Martin, Ramón Rodríguez, Douglas Hodge, Elizabeth Marvel, Sabrina Impacciatore, Christopher Farrar e Antony Starr
  • Scritto da Caitlin Parrish & Erica Weiss and Logan Miller & Noah Miller
    Storia di Logan Miller & Noah Miller  
  • Prodotto da Andrew Lazar, Viola Davis, Julius Tennon
  • Durata: 108 minuti

Dragon Trainer: trailer e poster italiani

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Dragon Trainer: trailer e poster italiani

Dal tre volte candidato all’Oscar® e vincitore del Golden Globe Dean DeBlois, il visionario creativo dietro l’acclamata trilogia animata di DreamWorks Dragon Trainer, arriva una straordinaria reinterpretazione live-action del film che ha dato inizio alla saga amata in tutto il mondo.

Sulla selvaggia isola di Berk, dove vichinghi e draghi sono stati acerrimi nemici per generazioni, Hiccup (Mason Thames; Black Phone, Per tutta l’umanità) è diverso dagli altri. Figlio geniale ma sottovalutato dal capo Stoick l’Immenso (Gerard Butler, che torna a dare voce al personaggio della serie animata), Hiccup sfida secoli di tradizione stringendo un’insolita amiciza con Sdentato, un temibile drago Furia Buia. Questo legame inaspettato rivela la vera natura dei draghi, mettendo in discussione le fondamenta stesse della società vichinga.

Con al suo fianco la determinata e coraggiosa Astrid (la candidata al BAFTA Nico Parker; Dumbo, The Last of Us) e l’eccentrico fabbro del villaggio Gambedipesce (Nick Frost; Biancaneve e il cacciatore, L’alba dei morti dementi), Hiccup affronta un mondo diviso dalla paura e dall’incomprensione.

La trama di Dragon Trainer

Quando una minaccia antica riemerge, mettendo in pericolo sia i vichinghi che i draghi, l’amicizia tra Hiccup e Sdentato diventa la chiave per forgiare un nuovo futuro. Insieme, dovranno navigare un delicato percorso verso la pace, spingendosi oltre i confini dei loro mondi e ridefinendo cosa significa essere un eroe e un leader.

Il film include anche nel cast Julian Dennison (Deadpool 2), Gabriel Howell (Bodies), Bronwyn James (Wicked), Harry Trevaldwyn (Smothered), Ruth Codd (The Midnight Club), il candidato al BAFTA Peter Serafinowicz (Guardiani della Galassia) e Murray McArthur (Il Trono di Spade).

Dragon Trainer è scritto, prodotto e diretto da Deblois. È prodotto anche dal tre volte candidato all’Oscar® Marc Platt (Wicked, La La Land) e dal vincitore di un Emmy Adam Siegel (Drive, Cani Sciolti). Dragon Trainer fa parte del programma “Filmed For IMAX®”, che fornisce ai registi la teconologia IMAX® per offrire un’esperienza cinematografica immersiva al pubblico di tutto il mondo.

Ispirato alla serie di libri più venduti del New York Times di Cressida Cowell, franchise d’animazione DreamWorks Dragon Trainer ha conquistato il pubblico globale, ottenendo quattro candidature agli Oscar® e incassando oltre 1,6 miliardi di dollari al box office mondiale. Ora, grazie agli effetti visivi all’avanguardia, DeBlois trasforma la sua amata saga animata in uno spettacolo live-action, portando le epiche avventure di Hiccup e Sdentato alla vita con un realismo straordinario mentre scoprono il vero significato dell’amicizia, del coraggio e del destino.

Love Again: la spiegazione del finale del film con Priyanka Chopra Jonas

Il film del 2023 Love Again (qui la nostra recensione) si conclude come tutte le commedie romantiche, con la coppia che si riunisce, ma eleva la sua storia con riflessioni sul dolore e sul potere della musica di Celine Dion. Diretto e scritto da James C. Strouse, il film è un remake del film tedesco del 2016 SMS für Dich, anch’esso basato sull’omonimo romanzo del 2009.

In Love Again, Mira Ray è in lutto per la morte del suo fidanzato, tragicamente scomparso due anni prima, e trova conforto nell’inviare messaggi romantici al suo vecchio numero di telefono. Questo numero è stato riassegnato al giornalista Rob Burns, che è spinto dal misterioso mittente e, con l’aiuto del soggetto del suo articolo Celine Dion, escogita un piano per incontrare Mira e conquistare il suo amore.

Con Priyanka Chopra Jonas e Sam Heughan come protagonisti, il cast e i personaggi di Love Again adattano la storia della ricerca dell’amore attraverso la perdita integrando la tecnologia moderna, il pesante processo del dolore e la rinnovata fede nell’amore e nella speranza. Dopo che Rob organizza un incontro con Mira, sorprende se stesso nel comprendere finalmente i testi romantici di Celine Dion, con il legame di Mira con Rob che finalmente la incoraggia a andare avanti dopo la morte di John. Mentre la storia d’amore della coppia presenta ostacoli lungo il cammino, come quando Mira scopre che Rob ha letto i suoi messaggi a John, il finale di Love Again vede il loro amore prevalere mentre entrambi accettano di abbracciare l’onestà, seguire i consigli di Celine Dion e sostenersi a vicenda attraverso i dolori che verranno.

Perché Rob ha pubblicato delle scuse a Mira invece del suo pezzo su Celine Dion

Il critico musicale Rob Burns ha iniziato la storia di Love Again (qui il trailer) con un incarico del suo editore di scrivere un profilo sulla famosa cantante Celine Dion. Sebbene inizialmente fosse restio ai suoi testi a causa dei suoi dolori passati e dell’incapacità di comprendere le sue parole, Celine gli dà consigli sull’amore e rigira l’intervista su di lui. In Love Again, Celine capovolge la sceneggiatura e diventa la giornalista che cerca di convincere Rob a essere onesto e a rivelare i suoi segreti più profondi, così Rob usa il suo articolo per paragonare il suo viaggio per ritrovare l’amore ai testi di Dion e al suo ritorno sul palcoscenico statunitense dopo una pausa di un decennio.

Quando arriva il momento di pubblicare il profilo su Celine Dion scritto da Rob, il pezzo che pubblica invece è “Texts for Mira“, in cui si scusa per non averle detto la verità sull’essere il destinatario dei suoi messaggi destinati a John. L’articolo diventa virale e fa guadagnare a Rob il favore del suo capo, nonostante non abbia scritto il pezzo che gli era stato effettivamente assegnato, anche se Rob riesce a aggirare questo problema includendo comunque notizie su Celine Dion nella narrazione. Ispirato dalle canzoni e dai testi dell’artista canadese in Love Again, Rob usa l’articolo per seguire il suo consiglio ed esprimere invece il suo amore per Mira.

Il colpo di scena dell’articolo di Rob fa riferimento alle ispirazioni del libro di Love Again

​Priyanka Chopra Jonas and Sam Heughan star in Screen Gems LOVE AGAIN. Photo by: Liam Daniel

L’articolo di scuse di Rob intitolato “Texts for Mira” è un riferimento al libro che ha ispirato Love Again, poiché la traduzione in inglese di SMS für Dich è Text for You. Rob sostanzialmente si rende autore del libro scrivendo la loro storia d’amore e dandole questo titolo, con il suo articolo che gli consente di essere vulnerabile sui suoi sentimenti in modo simile a Mira nei suoi veri testi. Love Again è stato inizialmente sviluppato fino al titolo Text for You, ma cambiandolo ha sottolineato meglio il conflitto fondamentale di Mira e Rob che imparano a trovare di nuovo l’amore. Tuttavia, è un bel tocco che il titolo del libro faccia il suo ingresso nella storia di Love Again.

Come l’opera di Orfeo ed Euridice riflette la storia di Mira e Rob

La vera opera Orfeo ed Euridice è spesso citata nella storia di Love Again, poiché il racconto mitologico era uno dei preferiti del defunto fidanzato di Mira, John, e rappresentava il suo dolore. Nell’opera, la coppia si innamora prima che Euridice muoia inaspettatamente, lasciando Orfeo con un enorme dolore. In seguito Orfeo decide di andare nell’Ade per riportare in vita sua moglie, e Ade accetta di restituirgliela a condizione che lui accetti di non guardarla mai in viso prima di arrivare fuori dall’Oltretomba. Orfeo non resiste e, prima di uscire dal regno di Ade, si volta e perde Euridice per sempre. In alcune versioni del finale della storia, Orfeo invoca la morte per riunirsi a Euridice e viene ucciso o ricompensato con la resurrezione di Euridice.

Love Again riprende la leggenda ma la adatta con un finale positivo. Mira, come Orfeo, soffre per la morte improvvisa del suo amore ed è afflitta da un dolore travolgente. Mira non riesce a superare la morte di John e dice persino che pensava che non ci sarebbe stato futuro per lei senza di lui, con la sua famiglia che indica che anche se non è morta, non è viva. A differenza di Orfeo, che invoca la morte per stare con Euridice, Mira accetta il suo dolore ma sceglie di andare avanti con la vita, poiché non può riportarlo indietro e sa che John non avrebbe voluto che si comportasse come Orfeo. Invece di continuare a piangere nell’oscurità, Mira si dirige verso una nuova luce con Rob nel finale di Love Again.

Perché Mira è finalmente pronta a lasciar andare John

In Love Again, Mira sente una scintilla con Rob che non sentiva da quando John era vivo, dimostrando a se stessa che andare avanti è possibile e che può ancora avere una vita appagante. I suoi messaggi a John erano uno sfogo per il suo dolore per aiutarla ad andare avanti e esprimere i sentimenti che non lascia uscire, con le sue visioni di lui che le permettono di fare pace con il suo ricordo mentre dà all’amore un’altra possibilità. Proprio come il bruco nei libri per bambini che scrive, John dice che vuole ancora che Mira prosperi e “voli” nel suo futuro senza di lui.

Mira è stata anche influenzata dallo chef Mo, che è stato ispirato ad andare ad appuntamenti dopo la morte di sua moglie perché ha bisogno di una vera compagnia umana e di una connessione che un ricordo non può dargli. Celine Dion condivide un consiglio simile mentre torna sul palco dopo aver elaborato il lutto per la morte del marito, poiché il cuore di Mira deve ancora andare avanti dopo la scomparsa di John. Dopo questa presa di coscienza, Mira si toglie l’anello di fidanzamento, segnalando le sue intenzioni di andare avanti e dare un’altra possibilità all’amore.

Love Again Recensione filmSpiegazione dell’ultimo discorso di Mira a Rob (e perché lo perdona)

Quando Rob e Mira finalmente si riconciliano nel finale di Love Again, lei gli dice che lo perdonerà a poche condizioni. Prima di tutto, spiega che non potrà mai più mentirle, non importa quanto dolorosa o brutta possa essere la verità, poiché questa è stata la causa della loro rottura. Il personaggio di Priyanka Chopra Jonas afferma quindi che amerà sempre John e Rob deve capire che anche se il suo dolore potrebbe cambiare in futuro, lui sarà sempre parte di lei. Infine, Mira dichiara che, su consiglio di Celine Dion, Rob deve lavare i piatti e imparare a cucinare perché lei non ci riesce.

Mira ha perdonato Rob nel finale di Love Again perché ha capito quanto la amasse davvero e che, nonostante abbia commesso un errore nel non dirle la verità sui messaggi, lo ha fatto perché non voleva perderla. Rob capisce già che Mira amerà sempre John e che può ancora amarlo nonostante il suo dolore, che è un altro livello di accettazione che riporta Mira da lui. Mira era di nuovo sinceramente felice e ispirata con Rob, quindi non avrebbe lasciato che questo amore finisse così in fretta. Invece, si è assicurata che lui avrebbe imparato dal suo errore e avrebbe capito cosa poteva portare alla loro relazione.

Cosa significa davvero il finale di Love Again

Il finale di Love Again trasmette il messaggio che, anche se può sembrare impossibile, è sempre possibile trovare di nuovo l’amore. Per qualcuno in lutto, il processo di ricerca di una nuova persona è particolarmente spaventoso, poiché è difficile lasciar andare la vita che avrebbe dovuto avere con la persona scomparsa. Tuttavia, dopo due anni, Mira stessa si rende conto che ha bisogno di iniziare a vivere e di aprirsi di nuovo alle prospettive dell’amore e a tutte le sue possibilità, ma questo non significa che debba lasciar andare completamente John. Trovare l’amore attraverso la perdita non significa cancellare la persona che è morta, ma significa accettare entrambi gli amori ed essere in grado di andare avanti con la vita, con Rob e Mira di Love Again che trovano inaspettatamente un grande romanticismo e speranza dopo un insormontabile dolore.

Captain America: Brave New World, la recensione del film con Anthony Mackie

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A sei anni dalla sua ultima apparizione sul grande schermo, la Sentinella della Libertà torna al cinema, ma con un volto diverso: Captain America: Brave New World segna l’esordio di Sam Wilson nei panni del nuovo Cap, con una storia cinematografica tutta da scrivere.

Alla fine di Avengers: Endgame un anziano Steve Rogers ha consegnato a Sam il suo scudo e simbolicamente anche il titolo di Captain America e nella serie Disney+, The Falcon and the Winter Soldier, abbiamo visto come Wilson si sia fatto molte domande sul suo essere o meno all’altezza del ruolo affidatogli dall’amico. Ora, finalmente, la figura emblematica che protegge i deboli ha un nuovo volto, un nuovo costume e nuove abilità.

La trama di Captain America: Brave New World

Captain America: Brave New World – Cortesia Disney

Dopo aver incontrato il neoeletto Presidente degli Stati Uniti Thaddeus “Thunderbolt” Ross, interpretato da Harrison Ford al suo debutto nel Marvel Cinematic Universe, Sam Wilson (Anthony Mackie) si ritrova nel bel mezzo di un incidente internazionale. Deve scoprire le ragioni di un efferato complotto globale prima che il vero responsabile faccia scattare un allarme rosso in tutto il mondo, portando Stati Uniti e Giappone a uno scontro armato.

Mackie torna ancora una volta a interpretare Sam, un uomo normale che sente tutta la pressione del ruolo che gli è stato affidato, che non si sente all’altezza, che arriva addirittura a pentirsi di non aver preso il siero, per diventare anche lui Super, ma proprio per questo un uomo qualunque, un Captain America non più da ammirare e da venerare, quanto a cui aspirare, una figura terrena e concreta che sa stare nel suo mondo e che può essere eguagliata, se dovesse riuscire a ispirare gli uomini. La forza di questo Cap è proprio nella sua normalità che non è semplicità o banalità.

Sam e Steve

Sam Wilson è un Captain America molto diverso da Steve Rogers, e non solo per i motivi ovvi. Il mondo in cui lui vive è molto più complesso, delicato, richiede diplomazia ma anche capacità di adattamento ma anche le idee molto chiare sulla parte da prendere in caso di conflitti o difficoltà. Un mondo che Steve ha dimostrato inizialmente di non comprendere a pieno, ma che Sam Wilson naviga alla perfezione, lui è l’uomo giusto al posto giusto che sceglie consapevolmente di fare la cosa giusta, nonostante il rischio che corre (decisamente più alto di quello di Steve) di morire.

Sam e Joaquin

Captain America: Brave New World – Cortesia Disney

Se il rapporto di Sam e Steve era quello basato prima sull’ammirazione e poi sull’amicizia, in Captain America: Brave New World vediamo applicato a Cap un altro ruolo, quello di mentore. Joaquin Torres (Danny Ramirez), visto brevemente in nella serie Disney+, è un compagno di squadra per Sam, ma anche un giovane da addestrare e a cui badare. L’eroe diventa dunque anche mentore, assume un ruolo di guida per chi deve ancora a imparare a camminare (o a volare) da solo, diventa, ancora una volta, una figura a cui aspirare, e questo proprio perché alla base della loro essenza, Sam e Joaquin sono uomini normali che corrono consapevolmente rischi sovrumani.

Ovviamente Joaquin non è l’unico alleato di Sam. Captain America: Brave New World mette sotto i riflettori anche Isaiah Bradley, altro personaggio che avevamo incontrato in The Falcon and the Winter Soldier e che qui torna come punto di riferimento di Sam, con la sua tragica storia. Un amico per Cap, una persona, l’ennesima da salvare, un altro punto di vista da far rispettare e tutelare agli occhi del mondo. E Carl Lumbly, che torna nel ruolo, è irresistibile.

Sam e Ross

Captain America: Brave New World Harrison Ford Anthony Mackie
Harrison Ford e Anthony Mackie in Captain America: Brave New World © Marvel Studios

Questo Captain America si deve confrontare anche con la politica internazionale e con un Thaddeus “Thunderbolt” Ross che non è più solo un militare, ma è diventato Presidente degli Stati Uniti alla ricerca di redenzione per il suo passato in cui ha abusato del potere che la divisa gli ha dato. Harrison Ford, unico e inimitabile, assume su di sé il personaggio che era stato di William Hurt e impreziosisce ulteriormente la sua iconica carriera di un ruolo e di un franchise destinati a rimanere nella memoria pop collettiva.

Ross è la persona di cui Sam ha paura di fidarsi e allo stesso tempo quella che deve aiutare più di tutte, dal momento che il suo agire secondo coscienza mantiene un equilibrio mondiale che è il primo obbiettivo di Cap. Questo eroe non è più locale né legato alla bandiera a stelle e strisce, è bensì un simbolo di giustizia e nobiltà d’animo, di coraggio, rappresenta la possibilità per ognuno di fare la scelta giusta al di là del proprio interesse. Il regista Julius Onah si assicura che questo messaggio passi forte e chiaro, e riesce nel suo intento.

Il cast di Captain America: Brave New World

A completare il cast, ci sono le new entry Shira Haas e Giancarlo Esposito, entrambi in ruoli action insoliti per le loro carriere ma entrambi assolutamente credibili, divertenti da guardare e probabilmente loro stessi divertiti nel mettere in scena sequenze d’azione articolate e avvincenti. Accanto a loro in Captain America: Brave New World anche una vecchia conoscenza del MCU ai suoi albori: Tim Blake Nelson che riporta al cinema dopo 16 anni Samuel Stern. Merito a Nelson e agli sceneggiatori di essere riusciti a portare sullo schermo un personaggio tanto affascinante quanto rischioso nella messa in scena. L’aspetto più interessante di questo The Leader è che è stato reso credibile. E poi ovviamente ci sono delle sorprese per i fan del MCU, ma quelle si scopriranno al cinema.

Captain America: Brave New World è uno stand alone

Era dalla Fase 1 del MCU che non si vedevano più stand alone così “puri” prodotti dai Marvel Studios. Captain America: Brave New World è un film autoconclusivo, concentrato sulla parabola del protagonista, non esattamente una storia di origini ma una specie di establishing shot per impostare il personaggio e regalarlo al futuro del MCU. Si concentra principalmente sull’aspetto emotivo dei personaggi e nel suo (relativo) piccolo, è un film solido e di valore, divertente nelle scene di combattimento, con diversi momenti iconici (ricordatevi che nel film c’è Red Hulk!) e una buona dose di cuore.

Non ci si poteva aspettare di meglio da un film che sottolinea in maniera così chiara e manifesta l’essere orfani di Steve Rogers. Mai prima di oggi l’MCU aveva dovuto raccontare un passaggio di testimone così importante e da questo punto di vista, Brave New World è un vero nuovo inizio per il franchise, un voltare pagina ricordando con affetto quello che è stato ma proiettandosi con fiducia verso un futuro promettente. Ci sarà riuscito? Agli spettatori l’ardua sentenza.

September 5: la recensione del film di Tim Fehlbaum

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September 5: la recensione del film di Tim Fehlbaum

Il sogno di ogni giornalista è trovarsi nel posto giusto al momento giusto, avere lo scoop e una posizione privilegiata per raccontare una storia epocale, tutto quello che accade in September 5 alla squadra della American Broadcasting Company (ABC). Ma gli eventi del 5 settembre 1972, l’attacco del gruppo terroristico Settembre Nero e la crisi degli ostaggi alle Olimpiadi di Monaco, non erano certo la storia che la troupe si aspettava di dover raccontare. Il thriller diretto da Tim Fehlbaum, ci porta dietro le quinte della redazione, intrecciando abilmente scene drammatizzate con autentici filmati d’archivio della trasmissione di quel giorno della ABC. Il risultato è un’opera cinematografica tesa e coinvolgente che mette in primo piano il ruolo dei media nel documentare eventi storici in tempo reale, ma problematizza anche l’etica di un lavoro di cui oggi sembra si sia persa ogni misura.

La storia di September 5 da una prospettiva inedita

A differenza dell’approccio spettacolare e denso di azione adottato da Steven Spielberg in Munich (2005), September 5 si concentra esclusivamente sul giornalismo e sul modo in cui la notizia viene costruita. La regia di Fehlbaum, dinamica e nervosa, utilizza prevalentemente la camera a mano, i piani molto stretti, per immergere lo spettatore nella frenesia di una redazione alle prese con una situazione senza precedenti. La tensione è palpabile, quasi fisica, e lo spettatore percepisce la pressione crescente che subiscono i giornalisti che si trovano improvvisamente a dover raccontare una tragedia in diretta.

September 5
Peter Sarsgaard, Ben Chaplin e John Magaro in September 5 – Cortesia Paramount Pictures

Il film si regge su un cast di attori straordinari, tra cui spicca Peter Sarsgaard nel ruolo di Roone Arledge, il veterano della ABC che gestisce con lucidità e fermezza una situazione fuori controllo. John Magaro, recentemente visto in Past Lives, interpreta Geoffrey Mason, un giovane produttore che si trova improvvisamente al centro dell’azione, al suo banco di prova con la serie A, mentre Leonie Benesch brilla nei panni di Marianne Gebhardt, un’assistente di studio tedesca che si dimostra essenziale grazie alla sua conoscenza dell’ebraico e del tedesco, ma offre anche il punto di vista dei “padroni tedeschi” in una Germania che aveva voglia di apparire buona agli occhi del mondo. Le interpretazioni concentrate riescono a rendere lo stress dei personaggi, la loro determinazione e i loro dilemmi morali con grande efficacia.

Un campo minato tra etica e professione

Uno degli aspetti più affascinanti di September 5 è il modo in cui esplora il giornalismo televisivo dell’epoca. Fehlbaum ci mostra un mondo analogico, dove telecamere ingombranti, problemi tecnici e difficoltà logistiche rappresentano ostacoli quotidiani e mettono alla prova la volontà di chi insegue le notizie. Il film mette in luce il ruolo dell’informazione come campo minato etico e professionale: come si copre un evento del genere senza cadere nel sensazionalismo? Quali immagini trasmettere, consapevoli che verranno viste da persone coinvolte in prima persona in eventi tragici (i parenti degli ostaggi)? Qual è il confine tra cronaca e spettacolarizzazione della tragedia? Domande ancora oggi attuali, che rendono il film particolarmente rilevante nell’era della disinformazione e delle fake news.

La fotografia di Markus Förderer contribuisce a creare un’estetica che richiama l’epoca, con l’uso di obiettivi vintage e riprese traballanti che aumentano il senso di urgenza. Inoltre, l’integrazione dei filmati d’archivio con le scene girate conferisce al film un senso di autenticità, e aumentato la sensazione di “verità” di ciò che stiamo guardando.

September 5September 5 gode di una indiscutibile efficacia narrativa, e da un punto di vista dello spettacolo forse paga un prezzo ben preciso per la scelta di mantenere l’azione all’interno della redazione, che lascia fuori dal quadro alcuni degli aspetti più complessi, e forse più succulenti per lo spettatote, della crisi degli ostaggi. Il film si concentra dichiaratamente sulle difficoltà del giornalismo, e tralascia il contesto politico più ampio, le tensioni internazionali e le ripercussioni a lungo termine dell’attacco. Questa decisione potrebbe risultare limitante per chi cerca un’analisi più approfondita dell’evento, ma aiuta a mantenere una narrazione focalizzata e compatta.

Un’atmosfera elettrica ad alta tensione

Proprio grazie a questa messa a fuoco così precisa su ciò che vuole raccontare, il film offre una straordinaria capacità di catturare la tensione del momento. Gli scontri tra Arledge e i dirigenti della rete, la lotta per ottenere le immagini più esclusive, la necessità di bilanciare informazione e rispetto per le vittime: tutto questo contribuisce a creare un’atmosfera elettrica che tiene lo spettatore incollato allo schermo. Complice anche una sceneggiatura (nominata agli Oscar 2025) preziosa.

September 5 è un’opera potente, un tributo al giornalismo e alla sua importanza nel documentare la storia. La regia di Tim Fehlbaum, il montaggio serrato e le interpretazioni eccellenti fanno di questo film una delle più riuscite rappresentazioni cinematografiche del mondo dell’informazione. Un film da osservare con attenzione, da studiare per l’eco che alcuni aspetti della storia e del punto di vista adottato per raccontarla hanno nella contemporaneità.

Tornando a Est: recensione del film di Antonio Pisu

Tornando a Est: recensione del film di Antonio Pisu

Nel 2020 esce al cinema Est – Dittatura Last Minute, opera seconda di Antonio Pisu, un road movie liberamente ispirato al racconto Addio Ceausescu, di Maurizio Paganelli e Andrea Riceputi. Un film distintosi come un piccolo gioiello nella cinematografia italiana degli ultimi anni, proponendo un racconto divertente ma anche malinconico ed emotivamente forte su un mondo sull’orlo del cambiamento, il tutto visto attraverso gli occhi increduli di tre giovani a loro volta prossimi a grandi novità. Cinque anni dopo, ecco arrivare in sala un sequel di quel film, Tornando a Est, scritto e diretto anch’esso da Pisu.

Ma cosa proporre per un seguito di un’opera autoconclusiva come quella del 2020, in cui la commedia e il dramma si bilanciavano in modo squisito, con la musica di Franco Battiato ad accompagnare immagini della grigia situazione vissuta in Romania in quei difficili anni? Saggiamente, Pisu evita l’effetto déjà vu spostando il proprio interesse verso un racconto macchiato da tinte più thriller, tra spie, corruzione e criminalità. Il tutto vissuto però sempre attraverso gli occhi dei tre protagonisti conosciuti già nel precedente film, grazie ai quali possiamo fare nuovamente esperienza dell’infrangersi di quelle illusioni di un mondo migliore.

La trama di Tornando a Est

È il 1991. Dopo la caduta del muro di Berlino, le tensioni internazionali sembrano essersi allentate. Molte operazioni di spionaggio continuano però a svolgersi nell’ombra. Il SISMI (Servizio Informazioni Sicurezza Militare Italiana) è sulle tracce di Natalino Franchi (Cesare Bocci) e Luigi Rampelli, i quali grazie alla loro posizione di prestigio all’interno dell’Aeronautica Militare Italiana, rivendono informazioni sensibili ai servizi segreti bulgari e al KGB. Pago (Matteo Gatta), Rice (Lodo Guenzi) e Bibi (Jacopo Costantini) sono invece tornati alle loro vite a Cesena dopo il viaggio in Romania di qualche anno prima.

Pago continua il suo lavoro di guida turistica, Rice lavora ora presso una piccola banca, mentre Bibi ha da ormai sei mesi una relazione epistolare con una ragazza bulgara di nome Yuliya (Alexandra Vale) che non ha però mai incontrato e che aiuta economicamente inviandole saltuariamente piccole somme di denaro. Incoraggiato dagli amici, parte insieme a Pago e Rice per un viaggio verso Sofia proprio con l’intento di conoscere finalmente la ragazza. Yuliya, però, nasconde un pericoloso segreto, che metterà in serio pericolo i tre ragazzi, che si vedranno così nuovamente coinvolti in una serie di sfortunate coincidenze.

Lodo Guenzi, Matteo Gatta e Jacopo Costantini in Tornando a Est
Lodo Guenzi, Matteo Gatta e Jacopo Costantini in Tornando a Est. Cortesia di Plaion Pictures

Tornando a Est ci racconta di un mondo diviso e complicato

Come accennato, il grande pregio di Est – Dittatura Last Minute stava nel suo coniugare con grande sensibilità la spensieratezza e la comicità intrinseca dei tre protagonisti con un contesto quantomai drammatico, dove povertà e paura sembravano essere le sole forze dominanti. Pisu ha costruito con grande abilità un’atmosfera che via via si fa più soffocante, portando i protagonisti e noi spettatori con loro a dover prendere consapevolezza degli orrori che sono avvenuti (e avvengono) a poca distanza da noi. Un film che per certi aspetti ha anticipato il ripresentarsi di certe dinamiche, ancora oggi in vigore.

Con Tornando a Est, invece, l’obiettivo si allarga, andando a riflettere sul mondo post crollo del muro di Berlino. Un evento che si credeva potesse essere il segno tangibile di un mondo che si riscopriva unito e aperto alla fratellanza tra popoli. Purtroppo, come ben sappiamo, così non è stato e anzi nel tempo sono andati ad accentuarsi i confini da non oltrepassare, la paura dello straniero e la volontà di ritirarsi in un individualismo collettivo che non fa che rendere più vulnerabili. Concentrandosi sul viaggio in Bulgaria dei tre protagonisti, il film propone dunque queste e altre riflessioni, tra cui il non potersi fidare di nessuno in contesti simili.

Questioni qui affrontate attraverso dinamiche da thriller di spionaggio, con una vicenda che si svela più complessa rispetto a quella del precedente film proprio perché più complessi i tempi che va a raccontare. Ancora una volta, dunque, il regista fa delle vicende di questi tre ragazzi la base di partenza per un racconto che ha più di qualcosa da dire sul nostro oggi, affidandosi ad una coerenza nei toni e nelle atmosfere che permette anche qui di ritrovare ciò che tanto aveva convinto di Est – Dittatura Last Minute.

Cesare Bocci in Tornando a Est
Cesare Bocci in Tornando a Est. Cortesia di Plaion Pictures

Squadra che vince non si cambia

Ma al di là delle novità proposte da questo sequel, vale anche il detto “squadra che vince non si cambia”. È quindi un piacere rivedere Lodo GuenziMatteo Gatta e Jacopo Costantini nei ruoli dei tre protagonisti, personaggi che ritroviamo con nuove consapevolezze sulle spalle ma anche pesi dell’età adulta da dover gestire. I tre sfoggiano anche stavolta una sintonia di gruppo che permette a Tornando a Est di poter contare su un trio divertente e spontaneo, dimostrandosi però anche convincenti nei momenti di maggior tensione e drammaticità. In particolare, sui loro volti ritroviamo quei sogni e speranze in parte ammaccati dal passare del tempo ma ancora in grado di restare in piedi.

Non si può però non menzionare l’ingresso in questo sequel di Cesare Bocci (celebre interprete di serie come Il commissario Montalbano e Imma Tatarani – Sostituto procuratore), che si mette alla prova con un personaggio ambiguo, misterioso, dotato indubbiamente di un carisma tutto suo. Diverte però in particolare il suo ricorrere a proverbi e aforismi, reinterpretandoli spesso a modo suo. Una caratterizzazione che ci regala un personaggio che dunque ben si inserisce nel folle contesto ideato da Pisu, per un film che si conferma un esperimento riuscito.

LEGGI ANCHE: Tornando a Est: intervista all’attore Cesare Bocci

Masters of the Universe: anche Morena Baccarin nel cast

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Masters of the Universe: anche Morena Baccarin nel cast

Dopo la foto dietro le quinte di ieri delle star di Masters of the Universe Nicholas Galitzine (Purple Hearts, Red, White & Royal Blue, The Idea of ​​You) e Camila Mendes (Riverdale) in fase di allenamento per i ruoli principali di He-Man e Teela, ora abbiamo alcune nuove notizie sul casting via Deadline.

La versione live-action della classica serie animata ha visto l’aggiunta di Morena Baccarin nel ruolo della Strega e Jóhannes Haukur Jóhannesson in quello di Malcolm, detto Fisto. Nel cartone animato, la Strega era la potente guardiana del Castello di Grayskull e poteva trasformarsi in un falco di nome Zoar. Fisto (sì, il tizio con il pugno di metallo che è fonte di infinite allusioni) ha iniziato come un cattivo prima di voltare le spalle a Skeletor e diventare un alleato di He-Man e lo abbiamo visto già nella foto di ieri dal set, in mezzo ai due protagonisti.

Baccarin ha recentemente ripreso il suo ruolo di Vanessa Carlyle in Deadpool e Wolverine, e vedremo Jóhannesson nel ruolo del cattivo Copperhead in Captain America: Brave New World.

Il cast di Masters of the Universe

Travis Knight, regista di Bumblebee, sta dirigendo il film sul più grande guerriero di Eternia e ha ingaggiato Sam C. Wilson (House of the Dragon) per il ruolo di Trap Jaw, Kojo Attah (The Beekeeper) per Tri-Klops e Hafthor Bjornsson (Game of Thrones) per Goat Man.

Il cast comprende Nicholas Galitzine nei panni di He-Man; Alison Brie (Promising Young Woman) nel ruolo del luogotenente di Skeletor, Evil-Lyn; Camila Mendes (Riverdale) nel ruolo della fidata compagna di He-Man, Teela; e Idris Elba (Thor: Ragnarok) nel ruolo del padre di Teela, Man-at-Arms; Morena Baccarin nel ruolo della Strega e Jóhannes Haukur Jóhannesson in quello di Malcolm, detto Fisto.

Sebbene i dettagli sulla trama non siano stati resi noti, sappiamo che il collaboratore di Knight in Wildwood, Chris Butler (ParaNorman), ha scritto l’ultima bozza della sceneggiatura. David Callaham e Aaron e Adam Neem si erano già occupati della sceneggiatura.

He-Man ha guadagnato una vasta popolarità grazie alla serie televisiva animata He-Man and the Masters of the Universe, andata in onda dal 1983 al 1985, che ha generato una vasta gamma di merchandising, fumetti e un seguito di culto.  Masters of the Universe arriverà nelle sale il 5 giugno 2026.

Amy Adams si unisce a Javier Bardem in Cape Fear

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Amy Adams si unisce a Javier Bardem in Cape Fear

Amy Adams è pronta per un ruolo da protagonista nella serie TV “Cape Fear” attualmente in lavorazione su Apple TV+. Adams si unisce a Javier Bardem nello show, che è stato acquisito per la serie da Apple a novembre con un ordine di 10 episodi. La serie è basata sia sul romanzo di John D. MacDonaldThe Executioners“, che ha ispirato il film del 1962 di Gregory Peck della Universal Pictures “Cape Fear“, sia sull’acclamato remake del 1991 diretto da Martin Scorsese e interpretato da Robert De Niro e Nick Nolte.

Secondo la sinossi ufficiale, “Una tempesta sta arrivando per gli avvocati felicemente sposati Amanda (Adams) e Steve Bowden quando Max Cady (Bardem), un famigerato assassino del loro passato, esce di prigione”.

Amy Adams è una delle attrici più celebrate del suo tempo, avendo ricevuto sei nomination agli Academy Award fino ad oggi. L’abbiamo vista di recente in Nightbitch, disponibile su Disney+, per il quale ha ricevuto una nomination ai Golden Globes.

Sia Amy Adams che Javier Bardem saranno produttori esecutivi oltre a recitare in “Cape Fear“. Nick Antosca sarà autore, produttore esecutivo e showrunner. Antosca è produttore esecutivo insieme ad Alex Hedlund sotto la loro bandiera Eat the Cat. Anche Steven Spielberg e Scorsese saranno produttori esecutivi. Spielberg sarà produttore esecutivo tramite Amblin Television insieme a Daryl Frank e Justin Falvey. UCP, dove Antosca e Eat the Cat hanno un accordo generale, produrrà.

I Fantastici Quattro: Gli Inizi: il trailer alterato per non svelare dettagli di trama importanti?

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Da un po’ di tempo sentiamo voci secondo cui Franklin Richards apparirà in I Fantastici Quattro: Gli Inizi e, alla fine, in Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars. I Marvel Studios devono ancora confermare i piani per il personaggio, figlio di Reed Richards e Sue Storm-Richards, anche se i fan sono convinti di aver individuato alcune prove che quest’ultima, interpretata da Vanessa Kirby, sia incinta nel film.

Nella scena in cui Johnny Storm “si infiamma” nei panni della Torcia Umana, una Sue dall’aspetto un po’ rotondo viene mostrata mentre viene portata in salvo sullo sfondo. Poi, c’è quella che sembrava una scena di parto a bordo di un’astronave con Mister Fantastic che conforta la moglie. Inoltre, una clip di I Fantastici Quattro: Gli Inizi è stata condivisa sui social media domenica scorsa e, sebbene non riveli nulla che non abbiamo già visto, ha permesso ai fan di guardare un certo momento a ripetizione.

Guardando il modo in cui Sue cammina (dondolando?) in questa scena, è evidente che i Marvel Studios hanno tagliato il suo pancione. Sembra quindi sempre più probabile che la Donna Invisibile trascorrerà una buona parte del film con il pancione. Non solo questo si allinea con i fumetti, ma aumenterà la posta in gioco quando Galactus arriverà sulla Terra, in particolare se c’è del vero nel fatto che il Divoratore di Mondi abbia un interesse per il figlio di Reed e Sue.

Non sarebbe la prima volta che i Marvel Studios tirano fuori un trucco del genere, alterando i trailer dei film, siamo certi che ricorderete come gli Spider-Men sono stati eliminati dal trailer di Spider-Man: No Way Home… o come Hulk è stato inserito nella carica dei Vendicatori alla fine del trailer di Infinity War!

Tutto quello che c’è da sapere su I Fantastici Quattro: Gli Inizi

Il film I Fantastici Quattro: Gli Inizi è atteso al cinema il 25 luglio 2025. Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici Quattro sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà I Fantastici Quattro: Gli Inizi, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian SpringerPedro Pascal (Reed Richards) è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby (Sue Storm) ha fatto parte del franchise di Mission: Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn (Johnny Storm) è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear.

Fanno parte del cast anche Julia GarnerPaul Walter HauserJohn MalkovichNatasha Lyonne e Ralph Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato da Kevin Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che conosciamo. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero inoltre comparire nel film.

The Batman – Parte II: Andy Serkis conosce la storia del film

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The Batman – Parte II: Andy Serkis conosce la storia del film

Lo scorso dicembre, abbiamo ricevuto la deludente notizia che The Batman – Parte II di Matt Reeves aveva subito un forte ritardo e ora non arriverà nelle sale prima del 1° ottobre 2027.

Il co-direttore dei DC Studios James Gunn è intervenuto sui social media subito dopo l’annuncio per affermare che il ritardo era semplicemente dovuto al fatto che la sceneggiatura non era stata completata. Ciò potrebbe dipendere dalla mancanza di una decisione da parte di Reeves in merito alla direzione da dare al sequel, ma sembra che il regista abbia ora, come minimo, svelato la trama generale.

Durante un’apparizione alla convention dei fan di Orlando MegaCon domenica scorsa (tramite il canale Youtube Love Our Life), l’attore che interpreta Alfred Pennyworth Andy Serkis ha rivelato che Reeves lo aveva informato su cosa si concentrerà il sequel di The Batman.

Andy Serkis conosce la storia di The Batman – Parte II

“Ne sono affamato tanto quanto voi”, ha detto Serkis. “Lui [Matt Reeves] mi ha raccontato la storia di The Batman 2 ed ero così emozionato”. Purtroppo, Serkis rivelato alcun dettaglio, ma questo è comunque un aggiornamento positivo sullo stato del tanto atteso seguito.

Molti addetti ai lavori del settore sono convinti che Robert Pattinson alla fine rimarrà come Cavaliere Oscuro del DCU per il film pianificato The Brave and the Bold. Inserire il Batverse nel DCU potrebbe avere più senso, se non altro per evitare di avere due franchise di Batman separati che corrono uno accanto all’altro. Quando il sequel di The Batman arriverà effettivamente nei cinema nel 2027, ci saranno sicuramente stati almeno alcuni progressi su The Brave and The Bold, anche se il regista Andy Muschietti ha rivelato che il progetto è stato “un po’ posticipato” alla fine dell’anno scorso.

Ricordiamo che The Batman – Parte II è un titolo provvisorio, mentre non si hanno ancora conferme ufficiali sul cast. A parte Robert Pattinson che tornerà nei panni di Bruce Wayne/Batman, dovrebbero tornare anche Andy Serkis come Alfred, Zoë Kravitz, nella tutina di pelle di Selina Kyle, Jeffrey Wright nei panni di Gordon e Colin Farrell che dovrebbe tornare a essere il Pinguino.

Il film arriverà al cinema il 1° ottobre 2027.

Javier Bardem protagonista di The Beloved di Rodrigo Sorogoyen

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Javier Bardem protagonista di The Beloved di Rodrigo Sorogoyen

Javier Bardem sarà il protagonista di “The Beloved“, un dramma familiare in lingua spagnola scritto e diretto dal pluripremiato premio Goya Rodrigo Sorogoyen (“The Realm”, “As Bestas“).

Il film, che vede nel cast anche Victoria Luengo (“The Room Next Door“), è un dramma su un padre e una figlia separati. Jardem interpreta un regista irascibile che è costretto a lavorare con la figlia, un’aspirante attrice, a un progetto. Devono confrontarsi con il loro doloroso passato mentre affrontano le dinamiche di potere della loro relazione professionale. Sorogoyen ha scritto la sceneggiatura.

Il film è prodotto dall’etichetta di produzione madrilena Caballo Films di Sorogoyen, con Movistar Plus+ e Le Pacte come coproduttori. Quest’ultima distribuirà il film in Francia.

Javier Bardem ha ottenuto una nomination ai Golden Globe quest’anno per la sua interpretazione nella serie limitata di NetflixMonsters: The Lyle and Erik Menendez“. È stato visto in sala l’ultima volta in “Dune: Parte Due” e nel remake live-action di “La Sirenetta” della Disney, mentre ha anche prestato la voce a “Spellbound“. Il suo ultimo film in lingua spagnola è stata la commedia nera del 2021 “Il Capo Perfetto” che ha rappresentato la Spagna nella corsa agli Oscar nel 2022.

Rodrigo Sorogoyen ha diretto di recente “The New Years“, una serie presentata in anteprima mondiale al Festival del Cinema di Venezia l’anno scorso. Il suo film precedente “As Bestas” ha vinto il premio come miglior film straniero ai César Awards in Francia ed è stato un successo al botteghino in diversi paesi.

Daredevil: Rinascita, ecco perché era importante che Foggy e Karen tornassero nello show

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Quando i Marvel Studios hanno annunciato originariamente i piani per Daredevil: Rinascita, ci si aspettava che la serie sarebbe stata un soft reboot della serie Netflix. Col passare del tempo, tutti i segnali indicavano che sarebbe stato così e il recasting di Vanessa Fisk era la prova di cui la maggior parte dei fan aveva bisogno per sancire che Daredevil di Netflix non sarebbe stato più canonico. Come probabilmente ricorderete, la decisione non era piaciuta a molti, anche se per la maggior parte prevaleva un sentimento di gioia nel rivedere di nuovo l’Uomo Senza Paura in azione.

Da allora molto è cambiato, una revisione creativa ha sistemato ciò che non funzionava e ha portato Daredevil: Rinascita più in linea con il suo predecessore, ufficializzandolo nel canone MCU.

Questa revisione ha incluso il ritorno di Ayelet Zurer nei panni di Vanessa e Bullseye (Wilson Bethel), Foggy Nelson (Elden Henson) e Karen Page (Deborah Ann Woll) sono tra coloro che sono stati accolti di nuovo nel gruppo. “Quella è stata in realtà una delle prime cose che ho detto ai capi”, racconta lo showrunner Dario Scardapane a Empire Online. “Non puoi fare questo show senza Karen e Foggy. Sono la famiglia di Matt. Sono il cuore del suo mondo. Non puoi eliminarli senza spiegare il perché, e se questa spiegazione non suona vera, non eliminarli”.

Daredevil: Rinascita da DISNEY ITALIA

“Era molto meno il mondo che conoscevamo, volevamo tracciare una nuova strada”, ha detto dell’approccio originale dei Marvel Studios a Daredevil: Rinascita, “ma così facendo, avevano dimenticato alcune cose che erano davvero necessarie al motore della storia”.

Alla fine, Scardapane sapeva di dover mantenere la promessa della terza stagione di Daredevil, ovvero che Matt Murdock avrebbe fatto squadra con Foggy e Karen come parte di un trio: “Ero disposto a perdere il lavoro per questo”, dice Scardapane ridendo. “Perché la terza stagione della serie Netflix si è conclusa con un sogno, con i nomi su quel tovagliolo. Se non segui quella premessa, non stai dando un contesto ai tuoi personaggi. Non puoi ignorare quel sogno”.

Il cast di Daredevil: Rinascita

Matt Murdock (Charlie Cox), un avvocato cieco con abilità elevate, lotta per la giustizia attraverso il suo vivace studio legale, mentre l’ex boss della mafia Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio) persegue i suoi sforzi politici a New York. Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli uomini si ritrovano su un’inevitabile rotta di collisione.

La serie Daredevil: Rinascita vede la partecipazione anche di Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson, Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e Jon Bernthal. Dario Scardapane è lo showrunner.

Gli episodi sono diretti da Justin Benson e Aaron Moorhead, Michael Cuesta, Jeffrey Nachmanoff e David Boyd; e i produttori esecutivi sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad Winderbaum, Sana Amanat, Chris Gary, Dario Scardapane, Christopher Ord e Matthew Corman, e Justin Benson e Aaron Moorhead.

Daredevil: Rinascita debutta su Disney+ il 5 marzo 2025.

Southpaw – L’ultima sfida: la vera storia che ha ispirato il film con Jake Gyllenhaal

C’è un improbabile ispirazione reale dietro il dramma pugilistico del 2015 Southpaw – L’ultima sfida (qui la recensione), il film con protagonista il pugile Billy Hope interpretato da Jake Gyllenhaal. Diretto da Antoine Fuqua (Training Day) e scritto da Kurt Sutter (Sons of Anarchy), questo film sulla boxe segue dunque un pugile di nome Billy Hope, che per via di un incidente perde la moglie e la custodia della figlia, divenendo un alcolizzato. Hope spera però di rimettere la sua vita in carreggiata e, alla fine, si trova a dover affrontare il formidabile Miguel “Magic” Escobar. Southpaw – L’ultima sfida vanta un cast all-star accanto a Gyllenhaal, con nomi come Rachel McAdams, Forest Whitaker, 50 Cent e Miguel Gomez.

Non c’è però da stupirsi che guardando il film venga da chiedersi: “Billy Hope esiste davvero?”. Southpaw – L’ultima sfida ha tutte le carte in regola per essere un autentico biopic sportivo. Mentre tutti i buoni film sulla boxe vedono il protagonista battere avversari apparentemente imbattibili, la tragica storia delle sconfitte subite da Hope nel corso del film sembra una vera e propria storia di redenzione che potrebbe essere realmente accaduta. Tuttavia, la storia vera di Southpaw – L’ultima sfida è più strana della finzione. Tecnicamente, il film di Jake Gyllenhaal sulla boxe non è basato sulla vita di un vero pugile. Detto questo, il personaggio di Billy Hope è ispirato a una persona reale, che ha affrontato difficoltà simili ed è riuscita a uscirne vincitrice.

Jake Gyllenhaal e Miguel Gomez in Southpaw - L'ultima sfida
Jake Gyllenhaal e Miguel Gomez in Southpaw – L’ultima sfida © 2015 – The Weinstein Company

La vera storia di Southpaw – L’ultima sfida è ispirata ad Eminem

Anche se la storia vera narrata nel film non è tecnicamente vera, è però ispirata alla vita del rapper Eminem. Lo sceneggiatore, Kurt Sutter, ha infatti affermato di aver scritto il film pensando a Eminem. Sutter è un grande ammiratore della musica del rapper e ha scritto Southpaw – L’ultima sfida come successore spirituale/sequel non ufficiale di 8 Mile. Gli elementi pugilistici del film dovevano simboleggiare il suo percorso di vita e il rapporto tra Billy e la giovane figlia Leila (Oona Laurence) doveva rispecchiare quello tra Eminem e sua figlia Hailie. Sebbene il rapper abbia ricevuto ottime recensioni per la sua interpretazione in 8 Mile, da allora è stato notoriamente riluttante ad accettare altri lavori di recitazione, rifiutando anche il ruolo di protagonista in Elysium.

Quindi, anche se la risposta alla domanda “Billy Hope esiste davvero?” è tecnicamente un no, è in realtà basato su qualcuno di realmente esistente. Eminem era coinvolto come attore nel film fino al 2012, ma alla fine Gyllenhaal lo ha sostituito. Il rapper è rimasto comunque in una piccola veste, producendo canzoni come “Kings Never Die” per la colonna sonora del film. Per quanto Jake Gyllenhaal fornisca una prova attoriale e fisica straordinaria, sarebbe stato certamente interessante vedere Eminem calarsi nel ruolo, soprattutto dato che il film è così fortemente ispirato alla sua vita.

Jake Gyllenhaal e Oona Laurence in Southpaw - L'ultima sfida
Jake Gyllenhaal e Oona Laurence in Southpaw – L’ultima sfida. Foto di Scott Garfield – © 2014 The Weinstein Company. All Rights reserved.

Billy Hope non era un vero pugile

Parte del motivo per cui la gente si chiede se Billy Hope esista davvero è poi dovuto all’interpretazione di Gyllenhaal. L’attore ama particolarmente affrontare ruoli di personaggi profondi e si immedesima moltissimo in loro. Questo potrebbe essere il motivo per cui molti si sono chiesti se la storia di Southpaw – L’ultima sfida fosse vera e se Hope fosse un vero pugile. Anche se Billy Hope non è reale, il film ha tutte le carte in regola per essere una biografia sportiva ispirata a una storia vera, e l’interpretazione di Gyllenhaal del personaggio è particolarmente veritiera. Il film sulla boxe vede infatti un arco trionfale per il personaggio, tanto che molti speravano che raccontasse una vicenda realmente avvenuta.

Tuttavia, questi trionfi sono stati ispirati dalla vita di Eminem (con il pugilato che, come già detto, inizialmente era una metafora delle battaglie rap), quindi anche se Billy Hope è fittizio, le emozioni dietro la sua storia provengono da un luogo reale. Se Rocky è il primo film che viene in mente quando si parla di drammi sulla boxe, ci sono stati molti altri esempi degni di nota. Ci sono famosi film come Toro Scatenato o il dramma di Clint Eastwood, vincitore del premio Oscar, Million Dollar Baby, tanto per citarne alcuni. Il film sulla boxe con Jake Gyllenhaal, Southpaw – L’ultima sfida, si è poi aggiunto a questa schiera nel 2015.

Tutti amano i film sulla boxe, perché in genere hanno un protagonista che riesce a superare ostacoli insormontabili e di solito hanno un finale ad effetto. Inoltre, è uno sport particolarmente dinamico, che si sposa perfettamente con il linguaggio cinematografico. Southpaw – L’ultima sfida segue quindi le orme di altri film del genere, ma ciò che lo rende diverso è che la sua storia ha tutti gli indicatori di un biopic sportivo reale, come Tonya o Invictus – L’invincibile. Detto questo, Southpaw – L’ultima sfida non sarà quindi basato su una storia vera, ma ciò non significa che non sia stato ispirato dalle lotte di una persona reale.

Nowhere Special – Una storia d’amore: la storia vera dietro il film

Presentato in Concorso nella sezione Orizzonti al Festival di Venezia 2020, il film Nowhere Special – Una storia d’amore (qui la recensione) è il terzo di quattro lungometraggi realizzati come regista da  (recentemente tornato al cinema con Itaca. Il ritorno, il film con Ralph Fiennes e Juliette Binoche ispirato all’Odissea). Un terzo lungometraggio che si svela essere un’opera particolarmente struggente e delicata, che riflette sull’essere genitori e sull’essere figli, su questo legame insostituibile.

Nel concepirlo, Pasolini si è ispirato ad una storia vera, con la decisione in fase di scrittura della sceneggiatura di avvicinarsi ad essa in un modo molto sottile, discreto, il più lontano possibile dal melodramma e dal sentimentalismo. Il film è poi stato apprezzato proprio per la sua capacità di non scadere nell’eccessivo dolore, offrendo invece tanta rincuorante speranza.

In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Nowhere Special – Una storia d’amore. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera a cui si ispira il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

James Morton e Daniel Lamont in Nowhere Special - Una storia d'amore
James Morton e Daniel Lamont in Nowhere Special – Una storia d’amore

 

La trama e il cast di Nowhere Special – Una storia d’amore

Il film racconta la storia di John (James Norton), un lavavetri 35enne, abbandonato dalla moglie subito dopo la nascita del figlioletto Michael (Daniel Lamont). L’uomo ha dedicato tutto se stesso a crescere il piccolo, cercando di non fargli mancare nulla, e ora che il figlio ha quattro anni, John riceve una pessima notizia: gli restano pochi mesi di vita. In questo breve periodo che gli è rimasto, l’uomo si mette quindi alla ricerca di una nuova famiglia per Michael, deciso a tutelare suo figlio dalla sua morte e determinato a dargli un futuro radioso.

Ben presto, però, John si renderà conto che reputare “perfetta” e adatta una famiglia, soltanto dopo un breve incontro, non è affatto semplice. Sempre più titubante e indeciso, l’uomo decide quindi di accettare l’aiuto di una giovane assistente sociale, pronta a mostrargli un intero ventaglio di altre possibilità. Per lui e suo figlio, ha così inizio un viaggio ricco di imprevisti, durante il quale John scoprirà aspetti della paternità che non immaginava, aprendosi a nuovi orizzonti.

La storia vera dietro il film

Come anticipato, la storia di Nowhere Special – Una storia d’amore è ispirata ad una vera vicenda, in cui Pasolini si è imbattuto leggendola su un giornale. Veniva infatti riportata la storia di un padre che non aveva altra famiglia che il figlio di quattro anni. La madre del bambino li aveva abbandonati quando il figlio era un neonato di due mesi, e purtroppo anche il padre avrebbe di lì a poco dovuto lasciare da solo il bambino, ma per un motivo molto diverso: era malato terminale. Così ha dedicato i suoi ultimi mesi di vita a cercare una famiglia adottiva per il suo piccolo.

Daniel Lamont e James Morton in Nowhere Special - Una storia d'amore
Daniel Lamont e James Morton in Nowhere Special – Una storia d’amore

Ho sentito subito che si trattava di una cosa molto speciale e di un’occasione per fare un film su una storia d’amore un po’ diversa: una storia che lasciasse un senso di speranza nella vita e nell’amore. Ho iniziato a documentarmi sui temi della morte e dell’adozione. Ho parlato con molte persone che lavorano nei processi di adozione, di mediazione… e poi ho iniziato a scrivere”, ha spiegato il regista. Il racconto di Nowhere Special – Una storia d’amore si sviluppa a partire da qui, ma la sceneggiatura è stata ovviamente arricchita da tutti gli incontri avuti da Pasolini nel corso della scrittura.

Come da lui stesso affermato, le conversazioni con operatori di associazioni che si occupano di adozioni e con le famiglie che avevano iniziato questo percorso, si sono rivelate estremamente preziose. Conversazioni che sono durate mesi e che hanno infine portato alla costruzione di una storia complessa, delicata e struggente. Per quanto riguarda il vero padre a cui la storia del film si ispira, la loro identità è sempre rimasta anonima, per rispetto della loro privacy. Ad oggi, dunque, non è noto come la loro vicenda si sia conclusa.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Nowhere Special – Una storia d’amore grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunesTim Vision e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 11 febbraio alle ore 21:20 sul canale Rai 3.

Le Mans ’66 – La grande sfida: la storia vera dietro il film

Le Mans ’66 – La grande sfida: la storia vera dietro il film

La 24 ore di Le Mans è una delle gare più celebri dello sport automobilistico, dove i piloti vengono messi duramente alla prova per dimostrare il loro valore e quello delle auto che guidano. Ci sono numerosi celebri racconti legati alla storia di questa gara, ma con il film Le Mans ’66 – La grande sfida (qui la recensione) il regista James Mangold (Logan – The Wolverine, Indiana Jones e il Quadrante del Destino, A Complete Unknown) si concentra su una precisa edizione di essa, che ha riscritto il rapporto esistente tra due celebri scuderie: Ford e Ferrari (non a caso, il titolo originale del film è Ford vs. Ferrari). Uscito nel 2019, il film ha dunque ripercorso i retroscena che portarono all’edizione del 1966 e al suo valore nella storia dell’automobilismo.

Il progetto per un film su tale storia circolava ad Hollywood già dieci anni prima della realizzazione di tale film. Inizialmente, doveva essere il regista Michael Mann a dirigerlo, con protagonisti Brad Pitt e Tom Cruise. Il progetto però non partì mai e alla fine Mann decise di girare il suo film su Ferrari, intitolato appunto Ferrari, andando però a raccontare una storia diversa. Ad occuparsi della vicenda di Le Mans ’66 – La grande sfida è dunque arrivato Mangold, il quale ha dunque avuto l’occasione di mettersi nuovamente alla prova con quello che è poi stato uno dei film più apprezzati dell’anno. Ha poi rievuto quattro candidature ai Premi Oscar 2020 nelle categorie Miglior Film, Miglior Montaggio Sonoro, Miglior Montaggio e Miglior Sonoro, vincendo in queste ultime due.

Il successo di Le Mans ’66 – La grande sfida sta nell’aver raccontato una storia d’amicizia e rivalsa in grado di appassionare tutti, dimostrando che nessun obiettivo è irraggiungibile. Oltre a ciò, ovviamente, è anche un film magnificamente interpretato e diretto, con grandi colpi di scena ed entusiasmanti ricostruzioni storiche. In questo articolo approfondiamo alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Le Mans '66 - La grande sfida trama
Noah Jupe, Christian Bale e Matt Damon in Le Mans ’66 – La grande sfida

La trama e il cast di Le Mans ’66 – La grande sfida

Le Mans ’66 – La grande sfida racconta la storica battaglia tra le case automobilistiche Ford e Ferrari per vincere la famosa gara nota come 24 Ore di Le Mans. Dal 1958, le auto Ferrari si aggiudicano il primo posto in ogni gara, ecco perché Enzo Ferrari decide di opporsi fermamente ad un possibile acquisto della compagnia da parte di Henry Ford II. Quest’ultimo però non ci sta a farsi trattare così e incinta dunque il proprio team, composto da ingegneri e designer, a costruire un’automobile più veloce e in grado di sconfiggere la rivale nella corsa del ’66. A capo della squadra di ingegneri incaricati di realizzare il prototipo c’è il visionario Carroll Shelby, il quale decide di affidarsi al talentuoso pilota Ken Miles per ottenere il risultato richiesto.

Ken Miles è interpretato da Christian Bale, il quale in vista del ruolo ha preso lezioni di guida da corsa presso la Bondurant High Performance Driving School, il cui fondatore era un amico di Ken Miles. Così, oltre a guidare, Bale ha avuto modo di ascoltare le storie della scena delle corse degli anni ’60. L’istruttore di Bale e coordinatore degli stunt del film, Robert Nagle, ha dichiarato in seguito: “È senza dubbio il miglior attore che abbia mai addestrato“. Il ruolo è però stato per Bale una sfida anche dal punto di vista fisico, poiché ha dovuto perdere settanta chili prima dell’inizio delle riprese. Bale era infatti ingrassato molto per il suo ruolo in Vice – L’uomo nell’ombra e ha avuto circa sette mesi di tempo per perdere il peso necessario.

Nel ruolo Carroll Shelby vi è invece l’attore Matt Damon, che ha affermato di aver accettato il ruolo primariamente per poter lavorare con Bale, di cui si è detto un ammiratore. Nel film recitano poi Jon Bernthal nei panni di Lee Lacocca, vice presidente della Ford, e l’attrice Caitriona Balfe in quelli di Mollie, moglie di Ken. Noah Jupe, dopo essere stato il figlio di Matt Damon in Suburbicon, è qui Peter, il figlio del personaggio interpretato da Bale. Josh Lucas recita nel ruolo di Leo Beebe, vicepresidente della Ford, mentre Francesco Bauco ricopre il ruolo del pilota italiano Lorenzo Bandini. Si ritrovano poi Tracy Letts nel ruolo di Henry Ford II, amministratore delegato della Ford e l’italiano Remo Girone in quelli di Enzo Ferrari.

Le Mans '66 - La grande sfida cast
Christian Bale e Matt Damon in Le Mans ’66 – La grande sfida

La storia vera e le differenze con il film

All’inizio degli anni ’60, la Ferrari era imbattibile sulle piste ma si trovava in difficoltà economiche. Anziché cercare di battere le sue auto, Henry Ford II ritenne più facile proporre ad Enzo Ferrari di rilevare la sua azienda. Ci fù dunque realmente un tentativo di acquisto, proprio come mostrato nel film, per 10 milioni di dollari, che però non ebbe esito positivo. Ferrari, infatti, capendo che tutta la sua attività sportiva sarebbe a quel punto dipesa dall’approvazione dei vertici Ford, decise di rifiutare l’offerta. Per risollevare le sorti della sua azienda, Ford si affida allora al suggerimento del vice presidente Lee Lacocca, ovvero di puntare a vincere l’edizione del 1966 della prestigiosa gara 24 Ore di Le Mans. Ford, furioso dal rifiuto di Ferrari, decise dunque di indirizzare ampi finanziamenti allo sviluppo di una nuova imbattibile auto.

Le prime auto prodotte, le Ford GT40, che hanno gareggiato a Le Mans nel 1964 e nel 1965 erano però tutt’altro che perfette e in quelle occasioni le Ford non riuscirono a terminare la gara. Sebbene le auto fossero veloci, semplicemente si ruppero. I cambi si guastarono, le guarnizioni delle teste esplosero e i rotori dei freni anteriori raggiunsero i 1.500 gradi in pochi secondi, smettendo di funzionare. Anche l’aerodinamica era pericolosamente scadente. A oltre 200 miglia orarie, le auto sviluppavano una portanza tale da provocare un’impennata. Per migliorare questi aspetti, viene ingaggiato Carroll Shelby, ex pilota ritiratosi per via di un problema cardiaco e attivo ora come costruttore di automobili. Shelby accetta, ma a condizione di poter portare nel team il proprio pilota e meccanico: Ken Miles.

Per quanto i due abbiano effettivamente contribuito allo sviluppo delle nuove auto Ford, il film omette in gran parte il vasto gruppo di partecipanti che furono a loro volta responsabili del successo della GT40 alla 24 Ore di Le Mans. Oltre a Shelby e Miles, molti altri dipendenti e appaltatori di talento della Ford hanno infatti lavorato per risolvere la complessa serie di ostacoli ingegneristici in un lasso di tempo incredibilmente ristretto. Alla fine, in ogni caso, la Ford GT40 viene perfezionata a Le Mans sbaraglia la concorrenza della Ferrari, ricoprendo i primi tre posti della classifica, ma contrariamente a quanto mostrato dal film, Enzo Ferrari non era fisicamente lì presenta ad assistere alla sconfitta. Al traguardo giungono due, perfettamente allineate le tre Ford in gara, ma la vittoria viene assegnata solamente a quella guidata da Bruce McLaren.

Questo perché partendo più indietro in griglia ha percorso più chilometri rispetto alle altre due auto. Ken Miles viene dunque derubato della vittoria. Sfortunatamente, non avrà modo di rifarsi l’anno successivo, poiché morì due mesi dopo la Le Mans del 1966. Rimase infatti ucciso in un incidente mentre era alla guida della Ford J-car. In quell’occasione, Miles si stava avvicinando al rettilineo in discesa di 1 miglio del Riverside International Raceway, nel sud della California, superando le 200 miglia orarie. Il sollevamento del retrotreno fece sì che l’auto si girasse, si ribaltasse, si schiantasse e prendesse fuoco, andando in pezzi ed uccidendo Miles sul colpo. Fu poi inserito postumo nella Motorsports Hall of Fame of America nel 2001, mentre la Ford continuerà il suo duello con la Ferrari vincendo anche le edizioni 1967, 1968 e 1969.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Le Mans ’66 – La grande sfida grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV, Prime VideoTim Vision e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 11 febbraio alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: HistoryvsHollywood

Shira Haas: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Shira Haas: 10 cose che forse non sai sull’attrice

La giovane attrice Shira Haas è divenuta popolare grazie alla serie Netflix Unorthodox, ma già da qualche anno si faceva notare tra televisione e cinema. Particolarmente promettente, la Haas è stata da subito indicata come uno dei nomi di punta per il futuro della recitazione, attirando così su di sé le aspettative di critica e pubblico. Ora, grazie al suo ingresso nel Marvel Cinematic Universe, è pronta per una più ampia popolarità.

Ecco 10 cose che forse non sai di Shira Haas.

 

I film e le serie TV di Shira Haas

1. Ha recitato in noti lungometraggi. L’attrice ottiene il suo primo ruolo cinematografico con il film Princess (2014), di produzione israeliana. Viene in seguito scelta da Natalie Portman per il suo primo film da regista A Tale of Love and Darkness (2015), dove interpreta il personaggio di Kira. Recita poi nel ruolo di Alma nel film Foxtrot (2017), presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. Nello stesso anno ricopre il personaggio di Urszula nel film La signora dello zoo di Varsavia, con gli attori Jessica Chastain e Daniel Brühl. Successivamente recita anche in Maria Maddalena (2018), con Rooney Mara e Joaquin Phoenix, Broken Mirrors (2018), Noble Savage (2018), Esau (2019) e Asia (2020). Torna al cinema nel 2025 recitando in Captain America: Brave New World

2. È divenuta celebre grazie ad una serie TV. Pur con una ancor breve carriera alle spalle, l’attrice non ha mancato di formarsi anche nel racconto seriale. Ha infatti recitato in serie israeliane come Shtisel (2013-2016), Hazoref (2015-2016), Harmor (2018), e The Conductor (2018). A renderla nota è però Unorthodox (2020), distribuita da Netflix e dove l’attrice ricopre il ruolo di Ester “Esty” Shapiro, giovane ragazza di fede ultra-ordossa chassidica costretta a seguire le rigide regole della sua comunità, a Brooklyn. Nel 2023 ha poi recitato nella serie Bodies, mentre nel 2024 è in Night Therpay.

Shira Haas in Unorthodox

3. Ha imparato una nuova lingua. Per ricoprire il ruolo della protagonista della serie, incentrata su di una comunità chassidica, l’attrice ha dovuto imparare la lingua Yiddish, parlata dagli ebrei di provenienza germanica. Per la Haas, riuscire ad imparare quanto richiesto in tempo per le riprese è stata una vera sfida, poiché non si trattava di dar vita ad un semplice accento, ma di padroneggiare un’intera lingua. Alla fine, riuscì nell’impresa, affermando anche di apprezzare la bellezza di quel linguaggio.

Shira Haas Unorthodox
L’attrice Shira Haas nella miniserie Unorthodox

4. Si è dovuta rasare i capelli. La scena più complessa da girare per l’attrice è quella che prevede il suo completo taglio di capelli. Tale atto segna il passaggio del personaggio dall’adolescenza all’età adulta, ma viene vissuto anche come un momento di profonda crisi. Dar vita a questo stato emotivo è stato particolarmente complesso per la Haas, ma il reale taglio di capelli le ha permesso di calarsi ancor di più nella realtà del personaggio.

Shira Haas è Sabra in Captain America: New World Order

5. Interpreta un controverso personaggio. In Captain America: Brave New World l’attrice interpreta Ruth Bat-Seraph alias Sabra, un’ex Vedova Nera israeliana e alto funzionario del governo degli Stati Uniti, stretta alleata del presidente Thaddeus Ross, interpretato da Harrison Ford. Dopo le proteste dei gruppi ebraici in seguito a preseunte modifiche apportate dallo studio a Sabra – a seguito del conflitto in corso in quel territorio -, i produttori hanno chiarito che il personaggio interpretato da Haas nel film è ancora israeliano. In ogni caso, Sabra sembra destinata a suscitare diverse polemiche.

Shira Haas in La signora dello zoo di Varsavia

6. Ha un piccolo ruolo nel film. Nel film ispirato ad una storia realmente accaduta, l’attrice ricopre il personaggio di Urszula. Questa fa parte della comunità ebraica rinchiusa nel ghetto di Varsavia. Nel film la Haas si esibisce anche nell’esecuzione di un brano cantato realmente dalle comunità dell’epoca, dimostrando dunque anche convincenti doti canore.

Shira Haas ha un fidanzato?

7. È molto riservata. Si sa poco della vita privata dell’attrice, che ha manifestato l’intenzione a non condividere troppi dettagli al riguardo, ma anzi di stare bene attenta a far sì che la sua popolarità non porti ad un’eccessiva esposizione della sua sfera personale. Nel 2019 rende tuttavia pubblica la propria relazione con l’attore israeliano Daniel Moreshet, condividendo anche diversi post sui social dei loro momenti insieme. Ad oggi, però, l’attrice sembra essere tornata single.

Shira Haas è Sabra in Captain America Brave New World
Shira Haas è Sabra in Captain America Brave New World

Shira Haas è su Instagram

8. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 418 mila persone, numero che presumibilmente crescerà data la maggior popolarità che l’attrice sta attualmente ottenendo. All’interno di questo la Haas è solita in primo luogo condividere immagini e video promozionali dei suoi progetti da interprete. Non mancano però anche foto scattate in momenti di svago quotidiano, in compagnia di amici o colleghi.

Shira Haas ha avuto una pericolosa malattia

9. Ha sconfitto una malattia quando era giovanissima. Alla Haas è stato diagnosticato un cancro ai reni all’età di due anni. Nel giro di tre anni, le cure le hanno però salvato la vita. Tuttavia, i trattamenti ricevuti a quell’età le hanno fortemente rallentato la crescita, il che è una delle ragioni del suo aspetto minuto. Proprio per via di ciò sono emerse teorie secondo cui l’attrice potesse essere affetta da nanismo, ma la cosa è stata prontamente smentita.

L’età e l’altezza di Shira Haas

10. Shira Haas è nata a Hod HaSharon, in Israele, l’11 maggio 1995. L’attrice è alta complessivamente 1,52 metri.

Fonti: IMDb, Instagram, TheWrap

Thunderbolts*: le rivelazioni del trailer dal Super Bowl

Thunderbolts*: le rivelazioni del trailer dal Super Bowl

I Marvel Studios hanno promosso solo un film in occasione del Super Bowl, Thunderbolts*, che ha rubato la scena al Big Game con un trailer che ha scatenato Sentry e ha rivelato di più su cosa accadrà a maggio.

Captain America: Brave New World arriva il 12 febbraio nei cinema, ma sembra che il 2025 sarà tutto incentrato su Thunderbolts* e I Fantastici Quattro: Gli Inizi. Per quest’ultimo è stata recentemente diffusa un’anteprima impressionante e tutto ciò che abbiamo visto di questo film indica che sarà una delle più grandi sorprese della Multiverse Saga.

In questa ottica, ci immergiamo nell’ultimo trailer di Thunderbolts* per sottolineare tutti i momenti più importanti, rivelazioni, potenziali spoiler della trama, riferimenti ai fumetti ed Easter Egg.

“Gli Avengers non arriveranno”

Il trailer inizia con Valentina Allegra de Fontaine che affronta il fatto che “Gli Avengers non arriveranno”. Il team si è sciolto alla fine di Avengers: Endgame e, anche allora, si era in gran parte separato dopo Captain America: Civil War. Sappiamo che il presidente Thaddeus “Thunderbolt” Ross vuole che Sam Wilson ricomponga il team ma, a questo punto della cronologia del MCU, sembra che ciò non sia ancora accaduto.

Non pensiamo che Val stia sostenendo i Thunderbolts, ma sembra più probabile che voglia un esercito di Super Soldati, a partire da Sentry. Bucky sembra piuttosto preoccupato, il che, in base a quanto accaduto in The Falcon and The Winter Soldier, non è poi così sorprendente.

Nel Vuoto/The Void (no, non quello)

New York City è immersa nell’ombra, con un misterioso cattivo volante che apparentemente fa sparire le persone. Questa è, ovviamente, la metà oscura di The Sentry, The Void (che non ha nulla a che fare con “Il Vuoto” presente in Loki e Deadpool & Wolverine). Se quello che vediamo è un’indicazione, ha perso il controllo e sta trascinando tutti nel suo regno da incubo. I Thunderbolts vengono persino mostrati mentre si avvicinano a una delle ombre, il che suggerisce che viaggeranno nell’ignoto per sconfiggere “Bob”.

I fumetti non hanno mai realmente stabilito come o cosa sia The Void, oltre al fatto che è un’entità oscura che si è legata a Robert Reynolds quando ha consumato il siero del Super Soldato che lo ha trasformato in The Sentry (molti credono che sia la sua malattia mentale in forma fisica). Quella versione di The Void ha ucciso un milione di persone a Manhattan prima di essere sconfitta.

Il team di Bucky

La sinossi di Thunderbolts* ha confermato che il team si ritrova “incastrato in una trappola mortale tesa da Valentina Allegra de Fontaine”, anche se non pensiamo che sia così semplice come il fatto che lei li voglia morti. Se non altro, è probabile che li stia usando per portare “Bob” da lei.

Qualcosa che diventa evidente man mano che il trailer prosegue è che Bucky, preoccupato per qualsiasi cosa Val stia pianificando, alla fine recluta Yelena Belova, Red Guardian, U.S. Agent e Ghost (arriveremo a Taskmaster) per aiutarlo a fermare qualsiasi cosa stia tramando.

Creare questa squadra di Bucky è una mossa interessante da parte dei Marvel Studios e, supponendo che sopravviva a questo scontro con Sentry, è probabile che lui e Yelena guideranno questo gruppo di Nuovi Vendicatori.

Sentry

Nei fumetti, Robert Reynolds era un ladro e tossicodipendente che si è imbattuto in una versione incredibilmente potente del siero del Super Soldato mentre rapinava un laboratorio. Dopo averlo ingerito, ha ottenuto i poteri di un milione di soli esplosivi, diventando un supereroe.

Scommetteremmo che “Bob” del MCU è una delle tante persone su cui Val ha fatto esperimenti in una ricerca per vincere la corsa agli armamenti del Super Soldato. Avere l’eroe più potente del mondo a portata di mano consoliderà sicuramente la sua posizione di potere, anche se probabilmente andrà tutto storto quando la sua più grande creazione inizierà a devastare la Grande Mela.

C’è uno scorcio del costume giallo fedele al fumetto in questo trailer, anche se le cose sembrano cupe per Red Guardian. È interessante notare che la voce di Bob suona distorta durante queste scene; se sono vere le voci secondo cui Val sta lavorando con Mefisto, potrebbe esserci un elemento demoniaco in gioco?

Taskmaster morirà

Siamo sicuri che non vi sia sfuggito che Taskmaster di Olga Kurylenko non appare oltre le sue scene nel bunker… un luogo che alla fine viene consumato dal fuoco (è probabile che sia dove Bob viene tenuto, con questi personaggi inviati in missioni separate per portarlo da Val). Taskmaster chiaramente non sopravvive oltre questa parte di Thunderbolts*. È assente da quella che sembra essere la battaglia finale e, anche se Antonia Dreykov non muore qui, il buon senso dice che i suoi giorni sono contati.

Se i Marvel Studios avevano bisogno di un personaggio che fosse noto ma che fosse sacrificabile anche se solo per stabilire che Sentry è una minaccia seria, la scelta è stata giusta.

Il nuovo look della Avengers Tower

Val è la nuova proprietaria di Avengers Tower e si dice che è qui che avrà sede O.X.E., un’organizzazione oscura gestita da Val nei fumetti. Resta da vedere se ciò significhi che ha rinunciato a essere Direttrice della CIA o che si tratti di una specie di propaggine.

In entrambi i casi, abbiamo sentito che non sta tramando niente di buono lì e c’è qualcosa di contorto nell’ex base degli Eroi più potenti della Terra corrotta in questo modo. Gli Scoopers hanno affermato che Mefistofele è il vero proprietario del grattacielo, quindi forse Ironheart approfondirà questo aspetto.

Indipendentemente da ciò che i Marvel Studios potrebbero o meno costruire, le aggiunte nere all’edificio sono quasi certamente un cenno alla base di Sentry, la “Watchtower”. Resta da vedere se entrerà in gioco qui, così come se “Bob” avrà un futuro oltre questo film.

“I Thunderbolts”

Il team ottiene il suo nome in questo trailer, anche se solo Red Guardian sembra essere d’accordo con il fatto che vengano chiamati Thunderbolts. Si è detto molto su quel misterioso asterisco, con la teoria prevalente che Bucky e compagnia alla fine saranno soprannominati “New Avengers”.

Onestamente, preferiremmo di gran lunga che abbracciassero e mantenessero questa identità. Li distingue come una squadra, anche se questo film potrebbe essere facilmente la storia di come si guadagnano il loro posto nel MCU come “Avengers”.

Val non sembra avere molta fiducia in loro e, anche se probabilmente li usa per trovare “Bob”, crediamo che il fatto che si riuniscano come Thunderbolts sia l’ultima cosa che vuole che accada. Siamo particolarmente curiosi di sapere se parte del motivo per cui odiano il nome è la recente trasformazione del presidente “Thunderbolt” Ross in un furioso Red Hulk…

Harrison Ford: 10 cose che forse non sai sull’attore

Harrison Ford: 10 cose che forse non sai sull’attore

Harrison Ford è uno degli attori che ha fatto la storia del cinema con la sua bravura, il suo fascino e il fatto di aver interpretato diversi ruoli iconici che sono entrati nell’immaginario collettivo. La carriera di Ford dura da più di 50 anni, un periodo nel corso del quale l’attore si è continuamente reinventato, destreggiandosi tra generi diversi e sfide sempre nuove. Ancora oggi, continua ad ammaliare il grande pubblico in tutto il mondo con le sue interpretazioni e il suo carisma.

Ecco dieci cose che forse non sai su Harrison Ford.

I film di Harrison Ford

I film da giovane di Harrison Ford

1. Ha recitato in celebri film. La carriera di Harrison Ford è iniziata nel 1966 con il debutto nel film Alle donne piace ladro, per poi continuare con Luv vuol dire amore? e Assalto finale, entrambi del 1967. Recita poi in Zabriskie Point (1970), American Graffiti (1973), La conversazione (1974) e Star Wars (1977), che lo rende una celebrità. Conclude il decennio recitando in Apocalypse Now (1979), Una strada, un amore (1979) e Scusi, dov’è il West? (1979).

I film anni ’80 di Harrison Ford

Gli anni ’80 sono stati un decennio d’oro per Ford, che ha in quegli anni recitato in film molto noti come L’impero colpisce ancora (1980), I predatori dell’arca perduta (1981), Blade Runner (1982), Il ritorno dello Jedi (1983), Indiana Jones e il tempio maledetto (1984), Witness – Il testimone (1985), Frantic (1988), Una donna in carriera (1988), Indiana Jones e l’ultima crociata (1989).

Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo Harrison Ford
Harrison Ford in Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo

I film anni ’90 di Harrison Ford

Negli anni ’90 Ford prende invece parte ad alcuni celebri thriller come Presunto innocente (1990), Giochi di potere (1992), Il fuggitivo (1993) – che gli fa guadagnare la sua prima e unica nomination all’Oscar -, Sotto il segno del pericolo (1994), Sabrina (1995), L’ombra del diavolo (1997), Air Force One (1997), Sei giorni, sette notti (1998) e Destini incrociati (1999).

I film di oggi di Harrison Ford

Con il nuovo millennio Ford non ha ridotto la sua presenza sul grande schermo, anzi, prendendo parte a numerosi film, come Le verità nascoste (2000), Hollywood Homicide (2003), Firewall – Accesso negato (2006) e Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo (2008), Cowboys & Aliens (2011), Ender’s Game (2013), Il potere dei soldi (2013), I mercenari 3 (2014), Adaline – L’eterna giovinezza (2015), Star Wars: Il risveglio della Forza (2015), Blade Runner 2049 (2017) e Il richiamo della foresta (2020). Torna poi al cinema con Indiana Jones e il quadrante del destino (2023) e Captain America: Brave New World (2025).

2. Ha recitato anche per la televisione. Non solo cinema nella carriera di Ford. All’inizio della sua attività come attore, tra gli anni Sessanta e Settanta, ha infatti preso parte ad alcuni episodi di varie serie TV. È poi tornato da protagonista sul piccolo schermo con la serie 1923 (2022-2023), dove recita accanto ad Helen Mirren. Nel 2023 prende invece parte alla serie Shrinking, con Jason Segel.

 

Harrison Ford è Han Solo in Star Wars

3. George Lucas non era convinto di volerlo in Guerre Stellari. Ford aveva già lavorato con Lucas in American Graffiti e il regista non lo voleva nel suo nuovo film perché desiderava che ci fossero delle facce nuove e, in particolare, non voleva che si pensasse che Ford fosse il suo unico attore di riferimento. Ma dopo aver provinato diversi attori per il ruolo di Han Solo in Star Wars, si è arreso al fatto che solo Ford poteva interpretare quel personaggi. Ad oggi, se Han Solo è iconico, è merito in buona parte proprio del carisma inimitabile di Ford.

star Wars chewbacca harrison ford
Harrison Ford in Star Wars

4. Non era certo di voler riprendere il ruolo. Quando Han Solo sta per essere congelato in L’impero colpisce ancora, la Principessa Leila gli dice: “Ti amo”. Nella sceneggiatura originale, Han Solo avrebbe dovuto dire “Ricordatelo, Leia, perché tornerò”, ma al momento delle riprese Ford non era del tutto sicuro di voler tornare per un terzo film. Esiste una leggenda ricorrente secondo la quale la sua battuta “Lo so” sarebbe stata aggiunta in seguito. Tuttavia, il libro di Alan Arnold “Once Upon A Galaxy: A Journal of the Making of The Empire Strikes Back” contiene una trascrizione della discussione tra Ford e il regista Irvin Kershner in cui Ford suggerì la battuta poi pronunciata.

Harrison Ford è Indiana Jones

5. Ha richiesto una modifica alla scena di “lotta” al Cairo in I predatori dell’arca perduta. La scena di “lotta” tra Indy e l’uomo con la sciabola sarebbe dovuta essere molto più complessa e durare più a lungo, ma siccome in quel momento Ford soffriva di problemi allo stomaco, aveva chiesto al regista Steven Spielberg di ridurre la scena. Così, per risolvere in fretta lo scontro, Indy semplicemente spara all’uomo, ponendo subito fine allo scontro. Nata per caso, questa è ancora oggi una delle scene più celebri della saga.

6. Ha spesso eseguito le acrobazie previste senza ricorrere a controfigure. Nei film di Indiana Jones, Harrison Ford compie egli stesso molte delle acrobazie previste per il personaggio. Lo stuntman Vic Armstrong racconta che sul set di Indiana Jones e l’ultima crociata prese Ford da una parte e gli chiese di lasciarlo “lavorare”, perché l’attore faceva da solo gran parte dell’azione. Armstrong disse in seguito: “Se non fosse stato un attore così bravo, sarebbe stato un ottimo stuntman”.

Harrison Ford è Hulk Rosso nel film Marvel Captain America: Brave New World

7. Ha accettato il ruolo per divertimento. Come noto, in Captain America: Brave New World Ford assume il ruolo del generale Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che diviene presidente degli Stati Uniti e ottiene poi la capacità di trasformarsi nel Hulk Rosso. Parlando del ruolo, Ford ha dichiarato: “Ho guardato i film della Marvel e ho visto attori che mi piacevano molto, che ammiravo molto, divertirsi tanto. E ho pensato: ‘Ehi, ne voglio un po’ anche io’”. Per quanto riguarda il suo approccio alla trasformazione in Hulk Rosso, ha rivelato: “Ho semplicemente scelto di farlo. E nessuno mi ha fermato”.

Captain America: Brave New World Harrison Ford Anthony Mackie
Harrison Ford e Anthony Mackie in Captain America: Brave New World © Marvel Studios

 

La moglie e i figli di Harrison Ford

8. Si è sposato tre volte. L’attore si è sposato per la prima volta nel giugno del 1964 con Mary Marquardt, da cui ha avuto i figli Benjamin e Williard (nati nel 1967 e nel 1969). In seguito, ha divorziato nel 1979, per poi sposarsi quattro anni dopo con Melissa Mathinson. Dopo aver avuto i figli Malcolm (nato nel 1987) e Georgia (nata nel 1991), ha divorziato anche dalla seconda moglie nel 2004. In attesa dell’ufficialità del secondo divorzio, nel 2001 ha iniziato a frequentare la collega Calista Flockhart, con cui è convolato a nozze il 15 giugno del 2010. I due non hanno avuto figli insieme, ma lui ha riconosciuto il figlio adottato di Calista.

Harrison Ford combatte contro la malattia della figlia

9. Ha messo all’asta la giacca di Han Solo per una nobile causa. Dopo essere apparso in Star Wars: Il risveglio della Forza, Harrison Ford ha deciso di mettere all’asta la giacca del contrabbandiere galattico. Il ricavato della vendita era destinato al NYU Langone Medial Center e al dottor Orrin Devinsky che cura la figlia dell’attore, affetta da epilessia. La ragazza ha avuto la sua prima crisi quando era piccola, ma allora la malattia era stata trattata con i farmaci per l’emicrania e solo in seguito la corretta diagnosi ha permesso di salvarle la vita. Si tratta solo di una delle tante opere di beneficenza realizzate negli anni da Ford.

L’età e l’altezza di Harrison Ford

10. Harrison Ford è nato il 13 luglio del 1942 a Chicago, Illinois, Stati Uniti. L’attore è alto complessivamente 1,85 metri.

Fonte: IMDb

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