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Chucky: teaser dalla seconda parte della terza stagione anticipa l’aspetto di Brad Dourif

Chucky 3 parte 2

Dopo il finale di metà stagione, USA Network e Syfy hanno rilasciato il teaser trailer di Chucky Stagione 3 Parte 2, offrendo ai fan un assaggio di cosa aspettarsi nei restanti quattro episodi dell’ultima puntata della serie spin-off di Child’s Play.

Il video mostra un Chucky morente mentre si scatena una furia omicida alla Casa Bianca. Si anticipa anche l’apparizione di Brad Dourif, la voce di lunga data dietro la bambola assassina titolare. La seconda parte sarà presentata in anteprima nel 2024.

Chucky è creato e prodotto esecutivamente dal creatore del franchise Don Mancini, che è anche showrunner e regista. Nel cast ci sono Zackary Arthur, Bjorgvin Arnarson, Alyvia Alyn Lind, Devon Sawa, Lexa Doig, Barbara Alyn Woods, Christine Elis, Alex Vincent e Rosemary Dunsmore. A loro si uniscono i veterani del franchise Jennifer Tilly e Fiona Dourif. I produttori esecutivi sono il produttore in franchising e creatore di bambole David Kirschner e Nick Antosca tramite la sua etichetta di produzione Eat the Cat.

Nell’infinita sete di potere di Chucky, la terza stagione vede ora Chucky sistemato con la famiglia più potente del mondo: la Prima Famiglia d’America, all’interno delle famigerate mura della Casa Bianca”, si legge nella sinossi ufficiale della terza stagione di Chucky. “Come è finito Chucky qui? In nome di Dio, cosa vuole? E come possono Jake, Devon e Lexy raggiungere Chucky nella casa più sicura del mondo, il tutto bilanciando le pressioni delle relazioni romantiche e della crescita? Nel frattempo, anche Tiffany affronta una crisi incombente mentre la polizia la intrappola per la furia omicida di “Jennifer Tilly” della scorsa stagione”.

 
 

Chucky! Si gira… a settembre le riprese de La bambola assassina 6

Buone nuove per i fan de La bambola assassina: le riprese del sesto capitolo delle truculente avventure di Chucky, intitolato Curse of Chucky, avranno inizio a settembre. Curse of Chucky sarà diretto da Don Mancini, sceneggiatore di molti film della serie nonché regista del quinto (Il figlio di Chucky, 2004). L’unica notizia sul cast è che Brad Dourif (Dune) tornerà a dar voce al bambolotto killer. Curse of Chucky non approderà nei cinema, ma uscirà direttamente DVD. La storia vedrà Chucky portare distruzione e morte all’interno di un nucleo familiare riunito per un funerale. Pare ci sia l’intenzione di smorzare i toni parodici delle ultime avventure del bambolotto per recuperare le atmosfere più genuinamente horror degli albori. Un’impresa non facile; il mancato passaggio in sala, poi, è fin troppo eloquente sulla fiducia riservata al progetto.

Fonte: Collider

 
 

Chucky 3: prime immagini della seconda parte della terza stagione

Chucky 3

USA e SYFY hanno rilasciato le prime immagini di Chucky 3, la seconda parte della terza stagione di Chucky, che mostrano l’iconico e minuscolo assassino che inizia a dimostrare la sua età.

A ottobre abbiamo visto un teaser trailer che mostrava Chucky morente e fragile, ma non dissuaso dal compiere un’altra serie di omicidi, questa volta alla Casa Bianca.

“Nell’incessante sete di potere di Chucky, la terza stagione vede ora Chucky accasato presso la famiglia più potente del mondo – la Prima Famiglia d’America, all’interno delle famigerate mura della Casa Bianca”, si legge nella sinossi ufficiale della terza stagione di Chucky. “Come ha fatto Chucky a finire qui? Che cosa vuole, in nome di Dio? E come possono Jake, Devon e Lexy arrivare a Chucky all’interno della casa più sicura del mondo, il tutto bilanciando le pressioni delle relazioni romantiche e della crescita? Nel frattempo, Tiffany si trova ad affrontare una crisi incombente, mentre la polizia si avvicina a lei per la furia omicida di ‘Jennifer Tilly’ della scorsa stagione”.

La terza stagione di Chucky, parte 2, debutterà su SYFY e USA il 10 aprile 2024.

Tutto quello che sappiamo sulla serie tv Chucky

Chucky è creato e prodotto esecutivamente dal creatore del franchise Don Mancini, che ricopre anche il ruolo di showrunner e regista.

Chucky Stagione 3 è interpretato da Zackary Arthur, Bjorgvin Arnarson, Alyvia Alyn Lind, Devon Sawa, Lexa Doig, Barbara Alyn Woods, Christine Elis, Alex Vincent e Rosemary Dunsmore, con il ritorno di veterani del franchise, come Jennifer Tilly, Fiona Dourif e Brad Dourif come voce della bambola assassina.

Chucky è creato e prodotto esecutivamente dal creatore del franchise Don Mancini, che è anche showrunner e regista. I produttori esecutivi sono il produttore del franchise e creatore della bambola David Kirschner e Nick Antosca attraverso la sua etichetta di produzione Eat the Cat.

 
 

Chuck Norris in The Expandables 2?

Sylvester Stallone, Jet Li, Arnold Schwarzenegger, Mickey Rourke, Jason Statham, Bruce Willlis, Dolph Lundgren, Terry Crews: sono i grandi dell’action che la scorsa estate

 
 

Chuck Norris e la sua spaccata nel christmas split [Video]

Chuck Norris-spaccataContinua inarrestabile il successo dei fact inventati dai fan dell’attore Chuck Norris e oggi vi proponiamo lo spot epico Greetings from Chuck, in cui l’attore compie la spaccata più incredibile del mondo. La spot è una  parodia evidente dello spot pubblicitario in cui Jean Claude Van Damme esegue la sua famosa spaccata su due tir in corsa. Il video ovviamente non è ufficiale, tanto che una società di design e animazione digitale ungherese ha confezionato il contenuto per gli auguri natalizi ricreando al computer Chuck Norris.

Eccolo in tutto il suo splendore:

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Chrononauts: la Universal per Mark Millar e Sean Gordon Murphy

ChrononautsLa Universal Pictures ha opzionato il fumetto di Mark Millar e Sean Gordon Murphy, Chrononauts, in seguito alla pubblicazione dello stesso questa settimana da parte della Image Comics.

La storia segue una coppia di scienziati, i primi a sperimentare il viaggio indietro nel tempo. Millar e Murphy saranno coinvolti in veste di produttori esecutivi.

Fonte: Variety

 

 
 

Chronicle: recensione del film di Josh Trank

Chronicle recensione film

In Chronicle un ragazzino introverso con una situazione familiare complicata decide di comprarsi una videocamera e filmare la sua vita, quasi a cercare di dare un senso a quell’emarginazione alla quale sembra destinato.

Un giorno un suo cugino e unico amico lo porta con sé ad una festa dove il loro destino cambierà. I due, insieme ad un compagno di classe ricco e famoso vengono in contatto con una strana entità che conferirà loro poteri telecinetici soprannaturali. I fumetti ci hanno insegnato che quando un ragazzo viene in possesso di super poteri si trasforma in supereroe, Peter Parker docet, ma se non tutti facessero la stessa scelta? Questo è quello che i tre giovani dovranno decidere prima che la situazione sfugga loro di mano.

La trama di Chronicle sembra volerci guidare nel filone cinematografico dei supereroi, tuttavia lo stile e l’esito della storia ci portano da tutt’altra parte. Tutta la narrazione è mostrata attraverso la videocamera del protagonista,  alternata a punti di vista di altre … videocamere. Un progetto che tiene conto della presenza di “occhi invisibili” nel mondo tecnologizzato da aggeggi sempre più piccoli e funzionali quali cellulari e videocamere di sorveglianza.

Il film può quindi ricordare quella serie di film che utilizzano uno stile da mockumentary, a partire da The Blair Witch Project fino a Cloverfield, passando per REC. Detto questo è chiaro che chi non ama questo tipo di tecnica con riprese molto mosse  e a tratti ravvicinate è meglio che non veda affatto il film, ance perché presenta diversi momenti narrativi che dilatano il tempo del racconto, appesantendo una storia che poteva declinarsi con successo nel genere action.

Tuttavia il film possiede un vero motivo di vanto nell’utilizza e nella resa degli effetti speciali che ne caratterizzano l’aspetto migliore insieme all’interpretazione dei protagonisti Dane DeHaan, Alex Russell e Michael B. Jordan. Il film, esordio alla regia di Josh Trank che firma anche la sceneggiatura, è quindi difficilmente collocabile per quanto riguarda il genere, mentre ha un chiaro target di riferimento negli adolescenti, raccontando infatti storie di coetanei che faticano a responsabilizzarsi o che probabilmente hanno il compito di occuparsi di faccende e di gestire facoltà più grandi di loro.

 
 

Chronicle, ovvero quando i grandi poteri non hanno grandi responsabilità

Scenari apocalittici nelle strade di Seattle, e nei cinema di tutto il mondo, direttamente dalla mano dei giovanissimi Josh Trank e Max Landis. Chronicle: un’altra storia sui Supereroi? No, non esattamente. Più propriamente Chronicle è un film con i Supereroi o, meglio, con e su degli adolescenti – decisamente super, impropriamente eroi – che si scoprono un giorno capaci di grandi e stra-ordinarie imprese.

 
 

Chronicle 2: trovato uno sceneggiatore

Quando un film a budget bassissimo incassa tantissimo al botteghino, è praticamente matematico che presto o tardi si sentirà parlare di sequel. E’ quanto è accaduto a Chronicle, di Josh Trank, che a breve vedrà arrivare sul grande schermo un sequel. Il film, costato 12 milioni, ne incassò circa 126, e aveva traiprotagonisti Dane DeHaan, Alex Russell e Michael B. Jordan. Chronicle 2Adesso il progetto di Chronicle 2 ha uno sceneggiatore, Jack Stanley, già autore dello script dal titolo Sweetheart e incluso nella Black List del 2013.

Tuttavia il progetto potrebbe non giovare del team che ha fatto il successo del primo film: infatti Josh Trank sarà impegnato per lungo tempo con la realizzazione di Fantastic Four, film nel quale si è portato dietro proprio Michael B. Jordan.

Nel marzo 2012 Max Landis era stato contattato per scrivere la sceneggiatura del sequel, ma la sua idea era quella di realizzare un prodotto più oscuro, meno ambientato nel mondo teen, mentre lo studio vuole giocare sul sicuro e realizzare un film fotocopia del primo. Infatti a quanto trapelò all’epoca, la Fox gradì lo script di Landis, ma decise che era troppo distante da un percorso più sicuro e lucroso.

Fonte: CBM

 
 

Chronicle 2: confermato Max Landis

Chronicle 2Chronicle è uscito negli Stati Uniti il 3 febbraio scorso – a maggio sarà anche nelle sale italiane – e già si pensa al sequel. La 20th Century Fox si è infatti

 
 

Chronicle – Trailer Italiano

Chronicle è un film del 2012 diretto da Josh Trank. Girato in formato found footage e in stile falso documentario, il film è una produzione indipendente che mescola diversi generi, che spaziano dal thriller alla fantascienza.

 
 

Chronic: recensione del film con Tim Roth

Al pari della morte, vi è un altro aspetto imprescindibile della vita: la malattia, in tutte le sue sfumature. Sappiamo bene che non è un modo molto allegro per iniziare una recensione ed invogliare la lettura, ma Chronic di Michel Franco (regista vincitore di Un Certain Regard a Cannes nel 2012 con Después De Lucìa) mette il pubblico proprio di fronte a diverse patologie in stato terminale dal punto di vista di un infermiere professionista. David segue i suoi pazienti con una cura maniacale, è attento ai loro bisogni come alle loro passioni, quasi se ne innamora e li trasforma nella sua stessa famiglia. Come spinto da un senso di colpa nei riguardi della moglie e del figlio, anch’essi deceduti per motivi clinici, oltrepassa costantemente il confine lavorativo riducendo la vita privata a pochi momenti passati in palestra o a fare jogging.

Chronic, il film

I pazienti hanno sempre la precedenza su tutto, fino al loro ultimo respiro. La vita però, talvolta, è talmente cieca e ingiusta da riservare sorprese inaspettate, come accuse gravi e infondate da parte di familiari scriteriati (o addirittura gelosi, data la vicinanza fisica e morale di David rispetto al proprio caro). Ulteriori pesi che si sommano a quelli umani e spirituali, quotidianamente messi alla prova da metastasi che lasciano poco scampo, dall’AIDS, dai continui funerali, fardelli dai quali – a una distanza così ravvicinata – è difficile scappare.

Ne esce un film piatto, monocorda, che batte puntualmente su un unico doloroso tasto e con una direzione confusa. Oltre a smuovere una facile compassione, mettendo fra l’altro lo spettatore in una posizione scomoda e morbosa dalla quale è costretto a guardare, si fa fatica a trarre un vero significato generale. Non aiuta, anzi peggiora per quanto possibile, un finale a sorpresa che sconvolge e rimescola tutte le carte sul tavolo. Uno sconvolgimento legato alla trama, non in senso assoluto, poiché Chronic viene risolto con un espediente comune visto al cinema milioni e milioni di volte.

È probabilmente per questo disordine di idee e qualche cliché di troppo che si esce dalla sala con l’amaro in bocca, spaesati, rammaricati per una messa in scena fondamentalmente funzionale eppure sconclusionata. Il protagonista Tim Roth poi è un interprete eccezionale, una roccia, capace di regalare al suo personaggio gradazioni di grande valore. Nonostante un ottimo cast di riempimento al suo fianco, senza di lui probabilmente staremmo a decantare un fallimento di tutt’altro peso.

 
 

Christspiracy: recensione del documentario di Kameron Waters e Kip Andersen

Christspiracy

Tutto parte da una domanda: «Come ucciderebbe un animale, Gesù?» Kameron Waters, cristiano devoto cresciuto nella Bible Belt americana, si è interrogato a lungo su questo dilemma. Esiste un modo spirituale per togliere la vita a un animale? All’interno della sua comunità, la frase «Cosa farebbe Gesù?» è da sempre un mantra quotidiano. Eppure, secondo Waters, esiste una contraddizione profonda tra l’immagine di un Messia amorevole e compassionevole e la condotta di molti suoi seguaci contemporanei, spesso cacciatori o allevatori, per i quali sangue e macellazione sono all’ordine del giorno.

Da questa riflessione è nata Christspiracy, probabilmente l’opera più audace e sconvolgente della carriera di Andersen, dal 14 aprile anche nelle sale italiane con Mescalito Film. Un progetto durato sette anni, in collaborazione con Kip Andersen, autore dei celebri documentari CowspiracySeaspiracy e What the Health.

Il legame tra fede e consumo di carne

Andersen è ormai una figura di riferimento per chi promuove il veganismo e i diritti degli animali. Ogni suo progetto mette in discussione le istituzioni e i comportamenti sociali, e Christspiracy non fa eccezione: questa volta, però, il bersaglio è uno dei tabù più grandi di tutti i tempi, ovvero il legame tra religione e consumo di carne.

Il documentario, come dicevamo, parte da una domanda: «Come ucciderebbe un animale, Gesù?» — una variante del noto motto cristiano “Cosa farebbe Gesù?”. L’idea è che l’etica cristiana dovrebbe sempre rifarsi agli insegnamenti di Cristo, anche quando si parla di alimentazione e uccisione degli animali. Ma è davvero possibile conciliare la macellazione con i valori cristiani?

Le prime risposte, raccolte da pastori e studiosi, sono quelle prevedibili: Gesù viveva in Palestina nel I secolo, dove la carne faceva parte dell’alimentazione comune. Ma nessuno sa dire con certezza come – o se – Gesù uccidesse animali per cibarsene. Si passa poi a un’intervista con una studiosa di Oxford esperta di religione e cibo, che apre la porta a un’interpretazione radicalmente diversa di Gesù e del suo messaggio. Una delle tesi centrali del film è che l’epiteto “Gesù di Nazareth” sia in realtà errato. Secondo i registi, la dicitura corretta sarebbe “Gesù il Nazareno” – e qui sta tutta la differenza: la prima perifrasi identificativa si riferisce al luogo di provenienza, la seconda a una setta ebraica del I secolo.

Per avvalorare questa tesi, i documentaristi citano lo storico ebreo Giuseppe Flavio, che nel suo elenco delle località della Galilea non menziona Nazareth. Questo dimostrerebbe che Nazareth non esisteva all’epoca di Gesù e che quindi egli non poteva provenire da lì. Al contrario, sostengono che il Messia appartenesse a un gruppo religioso chiamato i Nazareni, i cui membri – compreso Giovanni Battista – erano vegetariani e contrari ai sacrifici animali.

Un Messia vegetariano?

La prova principale di questa tesi sarebbe l’episodio dell’ingresso di Gesù nel tempio di Gerusalemme. Qui non si sarebbe limitato a cacciare i mercanti, ma avrebbe anche liberato gli animali destinati al sacrificio. Il messaggio? Il Nazareno voleva porre fine alla violenza sugli animali e offrire sé stesso come ultimo sacrificio, così che non ne servissero più altri. Ulteriori indizi sarebbero presenti nell’Ultima Cena (dove manca l’agnello pasquale) e nella frase Il buon pastore offre la vita per le sue pecore, interpretata non in senso metaforico, ma letterale: Gesù si sarebbe sacrificato per salvare le pecore reali, non solo gli uomini.

Attraverso interviste a pastori e leader religiosi, il film mette in luce l’ipocrisia tra l’immagine evangelica di Gesù e la pratica concreta dei suoi fedeli.  Da questi interrogativi si sviluppa un racconto che attraversa culture, epoche e religioni, intrecciando tematiche emotive, storiche e morali legate al tentativo di giustificare eticamente la macellazione animale. Il film suggerisce apertamente fino a che punto le religioni organizzate siano disposte a piegare i propri insegnamenti per giustificare il consumo di carne.

Un viaggio spirituale e globale

Christspiracy non attacca una religione in particolare: tocca HinduismoBuddhismoEbraismoIslam e Cristianesimo: come dicevamo, per Waters la narrazione è anche un viaggio personale che diventa sempre più scomodo man mano che si scoprono le contraddizioni tra i principi religiosi e la pratica della macellazione.

Una delle sequenze più forti riguarda proprio il festival hindu di Gadhimai, che si tiene ogni cinque anni in Nepal. Si tratta della più grande cerimonia di sacrificio animale al mondo: durante il picco del 2009 furono uccisi circa 500.000 animali. Uno shock per lo spettatore occidentale, ma – come fa notare un partecipante – comunque meno dei tacchini macellati negli Stati Uniti per il Giorno del Ringraziamento.

La sorpresa maggiore è che proprio nella cultura hindu, che considera gli animali custodi di anime e simboli spirituali, esistano ancora rituali di questa portata. Il documentario si sofferma anche sull’India moderna, oggi tra i maggiori esportatori di carne bovina al mondo, nonostante la mucca sia sacra in molte religioni dharmiche. Un intervistato parla addirittura di un’industria cooptata da una vera e propria “mafia”.

Il caso Daniele e le contraddizioni cristiane

Il film dedica ampio spazio anche al personaggio biblico di Daniele, che seguiva una dieta vegetale e che oggi ispira il cosiddetto “Daniel Plan”, adottato da alcune chiese cristiane. In teoria, il piano promuove un’alimentazione priva di carne e vino, ma il documentario mostra come anche in questo caso si celino contraddizioni: lo stesso libro di ricette ufficiale include piatti come Cast Iron Pork e Chile Lime Chicken.

Viene poi posto l’accento sul fatto che diversi Padri della Chiesa, tra cui Girolamo e Basilio Magno, erano vegetariani. Lo stesso Eusebio affermava che gli apostoli evitavano carne e vino. La famosa frase di Paolo «l’uomo debole mangia solo verdure» (Romani 14:2), spesso interpretata come una critica al vegetarianesimo, viene contestualizzata per mostrarne la reale ambiguità. Anche se in alcune lettere Paolo invita a non giudicare chi non mangia carne (1 Corinzi 8:13; Romani 14:21), il film sorvola su questi dettagli, preferendo enfatizzare la rivelazione secondo cui Gesù, Giacomo e forse anche Pietro e Giovanni fossero vegetariani.

Dove finiscono i fatti, dove iniziano le ipotesi?

È bene specificare che molte delle affermazioni contenute in Christspiracy sono basate su frammenti di verità, mescolati però con interpretazioni forzate e fonti poco affidabili. La tesi che Nazareth non esistesse è stata smentita da scavi archeologici che hanno confermato l’esistenza di un piccolo villaggio, abitato da una cinquantina di famiglie già nel I secolo. Quanto ai Nazareni, le fonti più dettagliate su di loro risalgono al IV secolo, e non esistono prove dirette che fossero vegetariani. Lo stesso vale per i Mandei – una setta ancora esistente in Iraq e Iran che considera Giovanni Battista il vero messia – i cui testi parlano di vegetarianismo, ma sono stati scritti secoli dopo la morte di Gesù e non hanno valore storico attendibile.

Anche l’interpretazione dell’episodio del tempio come atto animalista è fuorviante: in realtà, Gesù si opponeva alla corruzione del clero e al commercio religioso, più che al sacrificio animale in sé. E quanto all’Ultima Cena, è più probabile che il pane e il vino siano stati scelti per ragioni simboliche, già in uso tra le prime comunità cristiane. Infine, Paolo non era contrario al vegetarianismo: nelle sue lettere, invita i fedeli a rispettare chi sceglie di non mangiare carne, pur non rendendolo un obbligo. Se davvero ci fosse stata una forte opposizione tra vegetariani e non, in molti sostengono che il Nuovo Testamento ne avrebbe parlato più apertamente.

Un invito a ripensare la compassione

Al di là di alcune congetture e reinterpretazioni forzate, Christspiracy ha il merito di porre domande scomode sull’etica del consumo di carne oggi. Non è solo un documentario, ma un atto di accusa e una provocazione che mette in discussione millenni di tradizione religiosa. Ed è anche un invito, coraggioso e divisivo, a riflettere su che cosa significhi davvero seguire gli insegnamenti di Cristo nel mondo moderno.

Il risultato è un’indagine spietata che unisce decenni di attivismo in un’unica riflessione: come può una vita di compassione, come quella predicata da tutte le grandi religioni, giustificare la sofferenza animale? Christspiracy è un’opera coraggiosa, che spinge a riflettere su una domanda cruciale: possiamo davvero definirci compassionevoli, se ignoriamo la sofferenza degli animali? Per chi è vegano e religioso, forse queste domande hanno già trovato una risposta. Ma per chi consuma carne, il documentario rappresenta una sfida alle proprie convinzioni, che mette in luce le incongruenze tra fede, alimentazione e morale. Con immagini scioccanti e riflessioni profonde, Andersen ci invita a riconsiderare il nostro ruolo nel mondo e il nostro rapporto con tutte le creature viventi. Che ci piaccia o no.

 
 

Christopher Walken si unisce al dibattito sui Film Marvel

Christopher Walken

In una nuova intervista con The Sydney Morning Herald per promuovere la sua ultima serie, The Outlaws, Christopher Walken si unisce al dibattito in corso sui film Marvel. L’attore spiega che, con gli enormi budget per i film MCU, si potrebbero realizzare una dozzina di film più piccoli. Walken parla anche dello stato dell’industria cinematografica più in generale, lamentando che i film più piccoli non hanno più un posto nelle sale cinematografiche e che solo i grandi film riescono ad arrivare in sala.

Nessuno mi ha chiesto di fare una Marvel! Ma penso che sia un peccato che con un budget di 200 milioni di dollari, con cui si fa un solo film Marvel, si potrebbero fare una dozzina di film più piccoli. E poi è un peccato che se fai un film ora, è improbabile che venga visto in un [cinema] a meno che non sia uno di quei grandi blockbuster. È più probabile che i film più piccoli vadano direttamente sul piccolo schermo.

Sebbene non sia proprio lusinghiera nei confronti della Marvel, la posizione di Christopher Walken è di generica insoddisfazione per lo stato dell’industria, la cui trasformazione è stata certamente accelerata dalla pandemia, ma che aveva già da tempo dato segnali che indicavano lo streaming come prossima frontiera.

 
 

Christopher Walken ricorda il suo provino per Star Wars: “Jodie Foster era la mia Leila”

Dune - Parte Due Imperatore Shaddam IV Christopher Walken

Sono passati quasi 47 anni da quando il primo Star Wars è arrivato nelle sale, e i fan dell’amato franchise oggi non potrebbero immaginare altri attori al di fuori di Mark Hamill, Harrison Ford e Carrie Fisher nei ruoli iconici di Luke Skywalker, Han Solo e della Principessa Leila. Naturalmente, molti attori famosi hanno fatto il provino per questi ruoli, tra cui il premio Oscar Christopher Walken. L’attore, attualmente al cinema con Dune – Parte Due nel ruolo dell’imperatore Shaddam IV, ha recentemente parlato con Vanity Fair del nuovo film e ha riflettuto sulla sua storia a Hollywood, affermando non solo di aver partecipato all’audizione per interpretare Han Solo, ma di aver anche letto la parte insieme alla premio Oscar Jodie Foster.

Credo che fosse per Han Solo“, ha ricordato Walken. “Sì, ho fatto il provino. E se non sbaglio, la mia partner nel provino era – credo sia vero – Jodie Foster… Credo che abbiamo fatto un provino. Non sono sicuro che abbiamo fatto una scena. Forse ci siamo solo seduti davanti a quelle vecchie telecamere… Ho fatto il provino per Guerre stellari, ma anche altri 500 attori. Erano in tanti a farlo“. Di recente anche la Foster aveva in effetti parlato anche del suo provino per Star Wars durante un’apparizione al Tonight Show, rivelando che le era stata offerta proprio la parte della Principessa Leila.

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Christopher Walken e l’imperatore Shaddam IV in Dune – Parte Due

Questo film successivo esplorerà il mitico viaggio di Paul Atreides mentre si unisce a Chani e ai Fremen mentre è su un sentiero di guerra di vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia“, si legge nella sinossi ufficiale. “Di fronte alla scelta tra l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, tenta di prevenire un futuro terribile che solo lui può prevedere.”

Nel film vedremo Timothée Chalamet nei panni di Paul Atreides, Zendaya nei panni di Chani, Rebecca Ferguson nei panni di Lady Jessica, Josh Brolin nei panni di Gurney Halleck, Javier Bardem nei panni di Stilgar, Austin Butler nei panni di Feyd-Rautha, Florence Pugh nei panni della Principessa Irulan, Dave Bautista nei panni della Bestia. Rabban, Léa Seydoux nel ruolo di Lady Margot, Stellan Skarsgård nel ruolo del Barone e Christopher Walken nel ruolo dell’Imperatore Shaddam IV.

Dune – Parte due è diretto da Villeneuve da una sceneggiatura che ha scritto insieme a Jon Spaihts. Il film è basato sull’innovativo romanzo di fantascienza Dune del 1965 di Frank Herbert. Dune – Parte due è uscito nei cinema il 28 Febbraio 2024. Il secondo capitolo continuerà la storia di Dune, che, nonostante la sua controversa uscita, è stato un solido successo al botteghino nel 2021, incassando oltre 402 milioni di dollari su un budget di produzione stimato di 165 milioni di dollari. Tuttavia, WB ha sicuramente maggiori speranze per il sequel, che potrà trarre vantaggio da un’uscita globale su larga scala in formati standard e premium, incluso IMAX.

 
 

Christopher Walken e Robert De Niro di nuovo insieme dopo Il Cacciatore

Christopher Walken

A quasi quarant’anni di distanza da Il Cacciatore, il capolavoro di Michael Cimino uscito nel 1978, il due volte premio Oscar Robert De Niro e il premio Oscar (proprio per il sopracitato film) Christopher Walken torneranno a lavorare insieme.

L’occasione sarà la commedia (genere molto avvezzo a De Niro negli ultimi anni) The War With Grandpa, tratta dall’omonimo libro di Robert Kimmel Smith. La riduzione a sceneggiatura è stata affidata a Matt Ember e Tom Astle, mentre la regia sarà firmata da Tim Hill.

La storia raccontata nel romanzo parla di un ragazzino diviso tra l’affetto per il nonno e quello per la sua camera da letto (sic). Quando la nonna, con cui il nipote vive, muore, il nonno (interpretato da De Niro) si trasferisce a casa sua, ma non potendo arrivare nella stanza sull’attico, prende possesso della sua camera. Il nipote così scatena contro di lui una vera e propria guerra a colpi di bizzarri scherzi, a cui l’ingegnoso vecchietto risponde colpo su colpo.

Nel film Walken interpreterà il migliore amico del personaggio di De Niro.

Christopher Walken e Robert De Niro di nuovo insieme dopo Il Cacciatore

Fonte: THR

 
 

Christopher Walken è Capitan Unico: la prima foto

Christopher Walken sarà Capitan Uncino per lo spettacolo Peter Pan Live!, adattamento per la televisione, prodotto dalla NBC, del famoso musical di Broadway originariamente diretto e coreografato da Jerome Robbins.

Ecco la prima foto dell’attore nei panni del temibile Pirata:

Peter Pan Live! - Season 2014

Accanto a Christopher Walken ci sarà Allison Williams, attrice di Girls, che vestirà i panni dell’eterno ragazzino nato dalla mente di J.M. Barrie.

Fonte: CS

 
 

Christopher Scarver: cosa c’è da sapere sull’assassino di Jeffrey Dahmer

Dopo l’uscita di Mostro: La storia di Jeffrey Dahmer, il pubblico ha iniziato a voler conoscere maggiori dettagli sull’assassino di Dahmer, Christopher Scarver. La serie televisiva di Ryan Murphy con protagonista Evan Peters, disponibile su Netflix, offre uno sguardo completo sulla vita di Dahmer, dal suo regno del terrore alla sua morte per mano di Scarver.

Christopher Scarver, interpretato da Furly Mac nella serie Netflix, uccise Dahmer nella palestra della prigione approfittando di un momento in cui non erano sorvegliati. L’atto fu accolto da reazioni contrastanti da parte del pubblico: alcuni osannarono l’omicidio, mentre altri ritennero che Dahmer meritasse di scontare la sua pena in prigione. Ciononostante, dopo l’omicidio Scarver è finito sotto i riflettori dell’opinione pubblica, portando alla luce i dettagli del suo oscuro passato.

1Che cosa è successo a Christopher Scarver dopo aver ucciso Jeffrey Dahmer?

Christopher Scarver sta attualmente scontando altre due condanne all’ergastolo proprio per gli eventi descritti nella serie Netflix Mostro: La storia di Jeffrey Dahmer. Più precisamente, si trova in un istituto di correzione in Colorado. Oltre alla notevole intervista rilasciata al New York Post, Scarver ha iniziato a scrivere e pubblicare poesie mentre era in carcere. Ha anche un figlio di 27 anni, nato dopo la sua prima condanna. Da allora, i due hanno instaurato un legame, scambiandosi spesso lettere.

Mostro: La storia di Jeffrey Dahmer è stato un grande successo per Netflix, nonostante i contraccolpi e le polemiche: la visione unica e vivida di Murphy sul regno del terrore dell’assassino ha conquistato un vasto pubblico, affascinato da eventi oscuri accaduti più di trent’anni fa.

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Christopher Robin: Tom McCarthy per la sceneggiatura del live action Disney

Tom McCarthy, regista e sceneggiatore di Spotlight, riscriverà la sceneggiatura del fantasy live action targato Disney, Christopher Robin, ispirato ai personaggi dei romanzi di A.A. Milne.


Tom McCarthy
, che ha vinto l’Oscar l’anno scorso proprio per lo script di Spotlight con Josh Singer, subentra ad Alex Ross Perry, autore della prima bozza, mentre la regia resta affidata a Marc Forster (Neverland – Un sogno per la vita).

Il film racconterà di un Christopher Robin adulto, troppo preso dal lavoro per stare con la sua famiglia. La visita del suo amico di infanzia Winnie the Pooh lo costringerà a rivedere le sue scelte di vita nel modo più inaspettato. Disney detiene dal 1961 i diritti dei personaggi della serie di Winnie the Pooh, protagonista di serie tv e film di successo.

Tom McCarthy è regista e produttore esecutivo di 13 Reasons Why, serie in arrivo su Netflix.

Fonte

 
 

Christopher Robin: la Disney diffonde la sinossi del live action su Winnie the Pooh

Christopher Robin

La Disney ha diffuso la prima sinossi ufficiale di Christopher Robin, il film che rappresenterà la versione live action di Winnie the Pooh. Potete leggerla di seguito:

Nella commovente avventura in Live Action della Disney, Christopher Robin, il giovanotto che amava immaginare avventure nel Bosco dei Cento Acri con un gruppo di vivaci e amabili animali di pezza, è cresciuto e ha perso la strada. Ora sta ai suoi amici d’infanzia avventurarsi nel nostro mondo e aiutare Christopher Robin a ricordare il bambino adorabile e giocherellone che è dentro di lui.

Ewan McGregor in trattative per il ruolo di Christopher Robin per la Disney

Al timore del film è stato chiamato Marc Foster, stando a quanto dichiara THR, già regista di Monster’s Ball e World War Z. Il regista è anche colui che ha firmato Neverland – un sogno per la vita, film con protagonisti Johnny Depp e Kate Winslet che ha raccontato le origini letterarie di Peter Pan attraverso la storia del suo autore, J.M. Barry. Il film, un racconto profondamente commovente e trascinante, conquistò pubblico e critica e anche 7 nomination agli Oscar.

Per quanto possa sembrare complicata l’idea di un live action su Winnie the Pooh, considerato che i protagonisti sono giocattoli animati, il film avrà un orientamento ben preciso, ovvero si focalizzerà su un adulto Christopher Robin e si intitolerà proprio Robin. La storia sarà quella di un uomo che pone il lavoro davanti alla moglie e alla figlia, che ha abbandonato la sua immaginazione e le tante avventure con Winnie e i suoi amici nel Bosco dei Cento Acri.

 
 

Christopher Robin: il primo trailer del live action su Winnie the Pooh

Disney Movie Trailers ha diffuso il primo trailer originale di Christopher Robin, il nuovo live action della Casa di Topolino che riporterà sullo schermo Winnie the Pooh e i suoi amici di peluches.

Ecco il video:

Al timore del film è stato chiamato Marc Foster, stando a quanto dichiara THR, già regista di Monster’s Ball e World War Z. Il regista è anche colui che ha firmato Neverland – un sogno per la vita, film con protagonisti Johnny Depp e Kate Winslet che ha raccontato le origini letterarie di Peter Pan attraverso la storia del suo autore, J.M. Barry. Il film, un racconto profondamente commovente e trascinante, conquistò pubblico e critica e anche 7 nomination agli Oscar.

Per quanto possa sembrare complicata l’idea di un live action su Winnie the Pooh, considerato che i protagonisti sono giocattoli animati, il film avrà un orientamento ben preciso, ovvero si focalizzerà su un adulto Christopher Robin. La storia sarà quella di un uomo che pone il lavoro davanti alla moglie e alla figlia, che ha abbandonato la sua immaginazione e le tante avventure con Winnie e i suoi amici nel Bosco dei Cento Acri.

 
 

Christopher Reeve: 10 cose che forse non sai sull’attore

Christopher Reeve in Superman III
Christopher Reeve in Superman III © 1983 Warner Bros.

Ricordato ancora oggi come il più celebre interprete di Superman al cinema, Christopher Reeve deve il suo successo proprio a quel mitico personaggio, grazie a cui ha potuto affermarsi all’interno dell’industria. Qui ha svolto molteplici ruoli, non mancando di sfruttare la propria celebrità per sostenere cause umanitarie in tutto il mondo. Ancora oggi viene ricordato per la sua bontà d’animo e per la sua grande resistenza alle avversità.

Ecco 10 cose che non sai di Christopher Reeve.

 

I suoi film per il cinema, la TV e il documentario Super/Man The Christopher Reeve Story

1. Ha interpretato un celebre supereroe. Nel 1978 l’attore, ancora alle prime armi, viene scelto per dar vita al personaggio di Superman al cinema. Reeve debutta in tali panni nel 1978, con il film Superman, recitando accanto a Marlon Brando e Gene Hackman. Riprenderà poi il ruolo anche per i sequel Superman II (1980), Superman III (1983) e Superman IV (1987). Il successo ottenuto grazie a questi film, come anche tutto il resto della sua vita fino alla triste scomparsa sono ora stati raccontati in una documentario dal titolo Super/Man – The Christopher Reeve Story (2024).

2. Ha recitato anche in altri film. Al di là della saga di Superman, l’attore è comparso in altri noti film tra gli anni Settanta e Novanta. Il suo debutto sul grande schermo avviene con Salvate il Gray Lady (1978), per poi recitare anche in Ovunque nel tempo (1980), Trappola mortale (1982), con Michael Caine, I bostoniani (1984), Street Smart – Per le strade di New York (1987), Cambio marito (1988), Rumori fuori scena (1992), Quel che resta del giorno (1993), con Anthony Hopkins, e Villaggio dei dannati (1995).

3. Ha preso parte a produzioni televisive. Nel corso della sua carriera Reeve è comparso anche in titoli per il piccolo schermo, come i film Anna Karenina (1985), La rosa e lo sciacallo (1990), Cercate quel bambino (1991), Incontri dal passato (1992) e La finestra sul cortile (1998), remake dell’omonimo film. Ha poi recitato anche nelle serie Love of Life (1975), La strada per Avonlea (1992), con Christopher Lloyd. Nel 2003 è invece stato il dottor Virgil Swann in Smallville.

Christopher Reeve in Superman II
Christopher Reeve in Superman II © 1980 Warner Bros.

La moglie e i figli di Christopher Reeve

4. Sposò con una cantante e attrice. Dopo aver avuto due figli, nati nel 1979 e nel 1982, da una precedente relazione, nel 1992 Reeve sposa Dana Morosini, attrice e cantante. Particolarmente riservati, i due raramente rilasciarono notizie sulla propria vita privata. Un’eccezione venne fatta per comunicare la nascita di un figlio di nome Will. La coppia visse insieme fino alla scomparsa di Reeve, avvenuta nel 2004.

Christopher Reeve e Robin Williams

5. Era un grande amico del noto attore. All’interno del mondo di Hollywood, Reeve poteva vantare alcune solide amicizie. Una delle più note era quella con l’attore Robin Williams. Quando Reeve era ricoverato in ospedale in seguito al suo terribile incidente, Williams si recò a trovarlo vestito da chirurgo, allietando la sua permanenza e aiutandolo a ritrovare il sorriso.

 

Christopher Reeve è Superman

6. È stato allenato da un celebre attore e culturista. Al momento di dover interpretare Superman nel 1978, l’attore per risultare credibile aveva bisogno di acquisire una notevole massa muscolare. Per riuscirvi, chiese l’aiuto di David Prowse, noto culturista e attore. Questi aveva infatti dato corpo al personaggio di Darth Vader nella trilogia originale. Grazie al suo aiuto, Reeve riuscì ad essere in perfetta forma per il ruolo.

7. Si ispirò al volo degli alianti. Per le scene dove Superman viene ripreso mentre si libra in aria grazie alla sua capacità di volare, l’attore decise di ispirarsi al movimento degli alianti. Reeve, che aveva guidato diverse volte tale mezzo, cercò infatti di riprodurne le movenze per rendere più credibile il volare del personaggio.

Christopher Reeve Superman III
Christopher Reeve in Superman III © 1983 Warner Bros.

Eminem gli ha dedicato una canzone

8. Il rapper ha reso omaggio a suo modo all’attore. Eminem, si sa, ha un talento non solo per il rap ma anche per attirare su di sé feroci critiche parlando senza troppi filtri di argomenti spesso tabù. Negli anni, il rapper ha fatto sapere di aver scritto una canzone dedicata a Reeve che doveva far parte dell’album Encore, ma che venne rimossa per via della concomitante morte dell’attore. Il brano è però stato ora inserito, con il titolo Brand New Dance nell’album The Death of Slim Shady (Coup de Grâce). Eminem ha fatto sapere che, sebbene in esso si prenda gioco dell’attore, è il suo modo di omaggiare lui e la sua coraggiosa vita.

L’incidente a cavallo e le cause della morte

9. È stato vittima di un terribile incidente. Il 27 maggio 1995, nel corso di una gara a cavallo a Charlottesville, nel parco equestre Commonwealth a Culpeper, in Virginia, Reeve cadde rovinosamente da cavallo, riportando una lesione del midollo spinale cervicale. Reeve subì una paralisi permanente dal collo in giù, perdendo l’uso degli arti e anche la capacità di respirare autonomamente. Da quel momento ha vissuto la sua vita su una sedia a rotelle, collegato a un respiratore artificiale. Negli anni a seguire continuò come possibile a recitare, divenendo anche un attivista nella tutela dei disabili e della ricerca sulle cellule staminali.

10. Morì molto giovane. Nato il 28 settembre del 1952, Reeve morì d’infarto il 10 ottobre 2004, a 52 anni, al Norther Westchester Medical Center di New York, dove era stato ricoverato 12 ore prima a causa di un attacco cardiaco, conseguente a una grave infezione provocata da una lesione da pressione.

Fonte: IMDb

 
 

Christopher Reeve con il costume di Henry Cavill in un fan-video

Christopher Reeve

Come apparirebbe Christopher Reeve, iconico Superman nei quattro film usciti fra gli anni Settanta e Ottanta, nei panni dell’Uomo d’Acciaio interpretato da Henry Cavill nel DCEU? Un fan ha provato a immaginare l’attore come protagonista di Man of Steel creando questo video in animazione digitale in cui vediamo Superman in volo:

Henry Cavill su Superman: “Quello di Justice League è il più fedele ai fumetti”

Il risultato finale è ovviamente molto lontano dall’essere realistico, ma risulta comunque divertente osservare il volto di Reeve associato ad un costume contemporaneo.

Che ne pensate? Come vi sembra l’attore nella versione moderna de l’Uomo d’acciaio?

Kevin Feige paragona Captain America al Superman di Christopher Reeve

Fonte: Geek Tyrant

 
 

Christopher Priest, autore di The Prestige parla di Christopher Nolan

Durente Utopiales, Festival della Fantascienza francese che si tiene a Nantes, il sito Skript ha avuto l’opportunità di intervista, Christopher Priest, l’autore del romanzo da cui è tratto The Prestige di Christopher Nolan. Ebbene lo scrittore ha rivelato molti dettagli interessanti sulla genesi del progetto. Infatti, parlando dei diritti, Priest ha svelato che sul romanzo c’erano tre offerte, due delle quali erano quelle del regista Sam Mendes e quelle della NewMarket Films, studio affiliato alla Warner Bros che stava cercando di comprare i diritti per conto di Christopher Nolan, che aveva letto il romanzo un anno prima. L’autore ha rivelato che era affascinato dalle possibilità con Sam Mendes che aveva appena realizzato American Beauty, ma poi in seguito vide il primo film di Nolan, The Following e subito si convinse che il secondo fosse la scelta giusta. Da quanto dice l’autore, lo ha fatto anche perché crede che i giovani talenti vanno sostenuti. Poi Chris e Jonathan Nolan hanno impiegato cinque anni a finire la sceneggiatura ma il duro lavoro li ha certamente ripagati, come dice lo stesso Priest, dato che The Prestige è uno dei migliori film di Christopher Nolan.

Tuttavia, i complimenti finiscono qui perchè poi l’autore afferma di non amare i seguenti film di Nolan, come la trilogia di Batman, che li trova “superficiali e scritti male”. Inoltre non crede nel “realismo psicologico” perché sono film in cuo un “bodybuilder” salta fuori da edifici e palazzi. Secondo Priest i film dei supereroi dovrebbero essere scanzonati e divertenti e ricorda come i suoi figli dopo aver visto Batman Begins e The Dark Knight  erano inquieti, e l’unica volta che sono stati fermi a fissare lo schermo era quando c’è stata una sequenza d’azione eccitante.  Di seguito il video dell’intervista:

Christopher Nolan

 
 

Christopher Plummer: morto a 91 anni l’attore di Tutti insieme appassionatamente

Christopher Plummer è morto a 91 anni, ne dà conferma la sua famiglia. Si è spento serenamente a casa sua nel Connecticut, con Elaine Taylor, sua moglie, al suo fianco per 75 anni.

Lou Pitt, suo amico di lunga data e suo manager da 46 anni ha dichiarato: “Chris era un uomo straordinario che amava e rispettava profondamente la sua professione con grandi maniere all’antica, umorismo autoironico e musicalità delle parole. Era un tesoro nazionale che apprezzava profondamente le sue radici canadesi. Attraverso la sua arte e umanità, ha toccato tutti i nostri cuori e la sua vita leggendaria durerà per tutte le generazioni a venire. Sarà per sempre con noi”.

Christopher Plummer ha trascorso 75 anni della sua vita tra schermo e palcoscenico, girando più di 100 film. È meglio conosciuto per aver interpretato il capitano John Von Trapp nel classico diretto da Robert Wise del 1965, Tutti insieme appassionatamente, ma ha vinto il suo Oscar per il film Beginners del 2010, ed è stato recentemente nominato all’Oscar per Tutti i soldi del mondo, di Ridley Scott. In quel film ha sostituito Kevin Spacey nel ruolo di J. Paul Getty a riprese già concluse, dopo che Spacey era stato ostracizzato dal film in seguito alle accuse di molestie da lui perpetrate. Plummer ha recentemente recitato nel cast corale di Knives Out, diretto da Rian Johnson.

 
 

Christopher Plummer nella prima clip italiana di Remember

Presentato lo scorso settembre alla Mostra del Cinema di Venezia, Remember di Atom Egoyan uscirà nelle nostre sale il 4 febbraio 2016. Di seguito potete vedere la prima clip del film. Nel cast i due Premio Oscar Christopher Plummer e Martin Landau.

Il film racconta la storia di Zev (Christopher Plummer), un ebreo affetto da demenza senile, che condivide un importante segreto con Max (Martin Landau), ovvero la missione di vendicare i loro famigliari e cercare di uccidere il loro assassino, ancora in vita sotto falso nome.

Nel cast, oltre a Christopher Plummer e Martin Landau, troviamo Bruno Ganz, Jürgen Prochnow, Heinz Lieven, Dean Norris e Henry Czerny.

 
 

Christopher Nolan: un video celebra il suo cinema

Miguel Branco ha creato un video tributo a Christopher Nolan, in cui, in appena 3,27 minuti, riesce a raccontare, da The Following a Interstellar, tutto il cinema dello straordinario regista britannico.

Ecco il video:

GeekTyrant

 
 

Christopher Nolan: un film di Star Wars, un film di James Bond, un altro cinecomic?

Christopher NolanNonostante sia un personaggio abbastanza schivo, Christopher Nolan sta rilasciando diverse interviste per la promozione di Interstellar, quello che secondo molti è già il suo miglior film. Durante una conversazione con The Daily Beast, Nolan si è trovato a discutere non solo di Interstellar, ma anche di altri progetti che potrebbero essere interessanti per il suo prossimo futuro da regista. Ora che ha acquistato una certa confidenza con lo sci-fi, sarebbe disposto a lavorare a Star Wars?

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Sono abbastanza eccitato all’idea di vedere cosa ha fatto JJ Abrams. Sono eccitato all’idea di sapere che ha effettivamente costruito il Millennium Falcon. Per quanto riguarda il mio coinvolgimento, a dire la verità avrei paura di toccare il franchise. JJ ha già fatto una cosa del genere con Star Trek. Io mi sento più a mio agio a fate le cose che non portano il peso e le aspettative del mondo intero. Ma sono eccitato all’idea di vedere il film.”

Sul suo coinvolgimento in un altro franchise importante, quello di James Bond:

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“Amo James Bond e negli anni passati ho parlato con i produttori, ma non se ne è mai fatto nulla. Loro fanno un ottimo lavoro e non hanno bisogno di me adesso. Inoltre Sam Mendes ha uno straordinario talento. Sarò il primo della fila per vedere il prossimo film di Bond.”

E poi ovviamente sul suo ritorno al cinecomics:

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“Ci ho lavorato per tanto tempo. Quasi 10 anni. Ed è stata un’esperienza incredibile. E’ stata un’esperienza completa, che adesso si è conclusa, ma è stato davvero interessante ed emozionante.”

Fonte: CBM

 
 

Christopher Nolan: tra pipistrelli, sogni e magia

Christopher Nolan film
Gentile Concessione di Warner Bros Pictures

Christopher Nolan – Ha raccontato il conflitto e il doppio, la dualità dell’essere umano e il suo attraversare il mondo imbattendosi di continuo in luci e ombre. Ha ridato vita ad un mito e permesso a personaggi nell’ombra di vedere la luce, nella sua breve filmografia ha realizzato capolavori bastanti per una vita intera e ora si appresta a presentare al mondo la sua ultima creatura.

Christopher Nolan, trai registi più acclamati ed esaltati degli ultimi dieci anni, sta cavalcando l’onda del successo e della febbricitante attesa che accompagna l’uscita al cinema (in Italia) de Il Cavaliere Oscuro il Ritorno, ultimo ed epico episodio della trilogia che ha ridato lustro a Batman, uno dei supereroi DC più iconici dell’intero universo fumettistico.

Christopher Nolan, biografia

Christopher Jonathan James Nolan è un britannico DOC, nato a Londra il 30 luglio 1970 ha da poco festeggiato il suo 42esimo compleanno mentre contava i soldini che il suo ultimo film sta raccogliendo al botteghino.

La sua carriera si divide tra la regia la sceneggiatura e la produzione, attività che porta avanti con il massimo profitto sia economico che qualitativo, riuscendo sempre a dar vita a grandi narrazioni, e trip mentali che avvolgono lo spettatore in spire strette e avvincenti: un film di Christopher Nolan non è solo difficile da seguire ma è anche bello da vedere, su un puro piano estetico. Chris si avvale quasi sempre dello stesso team di collaboratori, capitanato dalla fedele moglie Emma Thomas, produttrice dei suoi film e, qualcuno dice, anche fidata consigliera nelle scelte professionali del regista londinese; con lei ha anche aperto una casa di produzione, la Syncopy Films.

Ad accompagnarlo nella sua avventura cinematografica anche il fratello minore, Jonathan, che firma le sceneggiature dei suoi film e, proprio da un suo racconto, nacque nel 2000 Memento, film narrativamente rivoluzionario che ha fatto conoscere alle major questo contorto e caparbio regista. Prima ancora Nolan si era fatto notare per Following, film in bianco e nero a bassissimo budget con cui partecipa a diversi Festival, vincendo la Tigre D’Oro al festival di Rotterdam, e venendo proiettato addirittura al festival di Hong Kong.

ìIl 2000, abbiamo accennato, è l’anno di Memento, dramma psicologico incentrato su un uomo (Guy Pearce) che perde la memoria ogni volta che si addormenta e deve cercare di ricostruire il suo passato recente: la regia di Christopher Nolan sembra quella di un regista già navigato ed esperto del linguaggio cinematografico; quello che però veramente sorprende la critica e infiamma il pubblico è la sceneggiatura, o semplicemente il montaggio del film, che procede a ritroso dalla conclusione del racconto fino all’inizio attraversando tutta la sofferenza e l’inconsapevolezza di un’anima persa in se stessa, senza punti di riferimento e senza certezze. Già  nel ’97, Emma portò all’attenzione di Aaron Ryder il manoscritto del film, e il dirigente della Newmarket Films lo giudicò “forse il più innovatore che avesse mai visto”. Il film venne così girato in 25 giorni e fruttò al giovane Christopher Nolan due prestigiose nomination come migliore sceneggiatore, ai Golden Globe e agli Oscar.

mementoBalzato agli occhi di Hollywood con Memento, Christopher Nolan viene “catturato” dalla Warner Bros per dirigere Insomnia, un remake hollywoodiano di un film norvegese in cui il regista ha a che fare con attori del calibro di Al Pacino, Hilary Swank e Robin Williams, in uno dei suoi rarissimi ruoli da cattivo, il primo della sua carriera. Anche in questa occasione il film riscuote successo e si conferma in questo caso la grande capacità di Christopher Nolan di dirigere anche gli attori; tuttavia, con il senno di poi, e guardando tutta la filmografia nolaniana, Insomnia si rivela essere il meno riuscito dei suoi film, per quanto rimanga ugualmente un prodotto ben fatto e nel quale confluiscono alcune delle ossessioni del regista.

L’anno del successo planetario è il 2005: senza bruciare le tappe, Nolan trova l’approvazione della critica con Following nel 1999, l’acclamazione popolare nel 2000 con Memento e nel 2002 con Insomnia l’attenzione delle Major americane. Così nel 2005 la Warner Bros gli offre l’incarico di dirigere un reboot di Batman, dopo le disastrose esperienze di Batman Forever e Batman & Robin. Il regista britannico non si fa ripetere l’offerta due volte e mette insieme un cast di tutto rispetto per portare avanti la sua personale idea di Batman/Bruce Wayne e della genesi dell’eroe. Christopher Nolan vuole fare tutto daccapo, abbandonando lo stile fumettistico e gotico-ironico di Burton e prendendo ancora di più le distanze da Joel Schumacher con i suoi colori sgargianti e la sua computer grafica.

Christopher Nolan entra nel mondo di Batman

Christopher Nolan Batman BeginsCon Batman Begins si ha l’impressione che il regista perfetto incontri il personaggio a cui è destinato: da una parte infatti c’è un supereroe senza super poteri, un uomo molto ricco ma allo stesso tempo molto complesso, lacerato e spaventato; dall’altra parte c’è un regista che ama fare tutto sul serio, senza fronzoli, senza effetti visivi, solo con il duro lavoro, sfiorando talvolta l’impossibile. Il film vede protagonista Christian Bale nei panni del protagonista, accanto a lui Michael Caine è Alfred il maggiordomo, Liam Neeson è il mentore e poi nemico Henri Ducard/Ra’s Al Ghul, Gary Oldman è Jim Gordon, Morgan Freeman è Lucius Fox, Katie Holmes è Rachel Dawes e Cillian Murphy è il Dottor Crane, alias Spaventapasseri. La storia ruota intorno a Bruce, al suo desiderio di vendetta e alla sua esigenza di fare qualcosa per Gotham personalmente, non solo con preziose donazioni e ingenti opere pubbliche come fece suo padre prima di lui. L’uomo pipistrello di Nolan è un uomo vendicativo e violento, che si muove sul filo del rasoio in bilico tra il bene e il male e Christian Bale è un perfetto Bruce/Batman: integro, fisicamente preparato, affascinante nei panni di Bruce, spietato nella tuta di Batman, cerca la sua ragione per combattere il nemico, un nemico che prima di essere la mafia o lo Spaventapasseri o ancora la Setta delle Ombre, è nascosto dentro di sé. Artefice di un tale equilibrio tematico e stilistico è proprio Nolan, magicamente capace di raccontare con lucidità ed emozionare nel profondo, permettendo allo spettatore di guardare un film che va al di là del cine-fumetto fino ad allora concepito, rendendo personale un film commissionato e realizzando una vera e propria rivoluzione nell’ambito del fumetto al cinema.

Christopher Nolan The PrestigePubblico e critica osannano il nuovo genio cinematografico, che per tutta risposta ritorna al cinema con una storia tutta sua, personale e complicata, ancora una volta basata sull’intreccio della trama, del montaggio e dei piani temporali: The Prestige. Per qualcuno è il suo film migliore, il più completo e onesto, realizzato in perfetto stile nolaniano tanto che nel cast ci sono due degli attori che Christopher Nolan ama di più “usare”: il suo Batman Christian Bale e il grande Michael Caine; accanto a loro Hugh Jackman (che con The Prestige partecipa al miglior film della sua filmografia), Scarlett Johansson e Rebecca Hall, oltre ai piccoli ruoli di Piper Perabo, Andy Serkis e David Bowie. Il film racconta l’eterna rivalità tra due prestigiatori che, partendo da semplici bisticci per rubarsi i trucchi, sfocia in una vera e propria guerra tra menti complesse, e ancora una volta tormentate, che cercano la via d’uscita e inseguono i propri desideri e i propri obbiettivi. Il film riceve ancora una volta gli onori di pubblico e critica e incassa nel primo week end di programmazione circa 14.000.000 di dollari.

La Warner Bros, i soldi incassati e sicuramente una esigenza personale di portare avanti un discorso già cominciato con Batman Begins, spingono Christopher Nolan ad approcciarsi al sequel del film: Il Cavaliere Oscuro.

Il secondo episodio del franchise di Batman diretto da Christopher Nolan è un vero e proprio evento, prima di tutto perché il regista utilizza per la prima volta la tecnologia IMAX, fino ad allora appannaggio esclusivo del cinema documentaristico e che lui stesso definisce una tecnologia più immersiva del 3D. In secondo luogo il film è accompagnato da una campagna pubblicitaria che triplica il numero già consistente di fan che attendono con ansia la seconda volta di Christian Bale nella tuta di Batman. Il cast del film vede confermati tutti gli attori di Begins ma perde Katie Holmes, guadagnando, nello stesso ruolo, Maggie Gyllenhaal, inoltre annovera due importanti new entry nei ruoli di Harvey Dent/Due Facce e del Joker: Aaron Eckhart e Heath Ledger . Il lavoro di Nolan si rivelerà titanico: Il Cavaliere Oscuro, oltre a rappresentare uno dei massimi incassi della storia del cinema, è un film pieno di emozione, follia, rabbia, vendetta e caos. Tutti gli attori, nelle mani del regista e indipendentemente dalla bravura del singolo, realizzano una sinfonia di ritratti che convergono in un finale epico e commovente poiché se in Begins abbiamo imparato a conoscere le ragioni dell’uomo, nel Cavaliere condividiamo con Batman le motivazioni dell’eroe.

Di spicco ovviamente rimane la performance di Heath Ledger, sia per l’indiscussa bravura dell’attore, sia per la tragica vicenda (la morte del giovane Heath) che è avvenuta a pochi mesi dalla fine delle riprese. Il film ha collezionato otto nomination agli Oscar, portandone a casa due, uno postumo al miglior attore non protagonista Ledger, e uno tecnico, per il montaggio sonoro. La critica giudica questa opera migliore della precedente definendola “il miglior film su Batman mai realizzato”; ad un livello squisitamente formale Il Cavaliere Oscuro risulta sbilanciato poiché si focalizza principalmente sulla figura del Joker del quale, ad un certo punto, l’eroe sembra essere una pedina. Niente di più realistico che rendere un eroe umano e fallibile, e Nolan, ancora una volta lo fa con classe e intelligenza, regalando al suo pubblico uno dei finali più intensi della sua filmografia: potente, commovente, evocativo. Il film vale a Christopher il Board of Governors Award, premio assegnato dall’American Society of Cinematographers ogni anno a chi “ha portato significativi contributi all’arte cinematografica”. La storia cinematografica del giustiziere vestito da pipistrello targata Nolan aspetta quindi la sua conclusione naturale, con un terzo film per chiudere quella che ormai è chiamata la trilogia del Cavaliere Oscuro, ma prima, come già era successo tra Begins e il Cavaliere, Nolan si prende il suo tempo e realizza l’ennesimo trip mentale nelle angosce e nei tormenti interiori dei suoi personaggi.

Christopher Nolan verso un sogno chiamato Inception

Christopher Nolan sul set di Inception Inception esce al cinema nel 2010 e per alcuni conferma la grandezza di questo regista sopra le righe, mentre per altri ne mette definitivamente a nudo una mente contorta e quasi malata. La dimensione onirica, già affrontata e sperimentata in parte in Memento e toccata in Batman Begins, diventa qui il filo conduttore; la storia di Inception era in nuce già prima che venisse realizzato Memento, e Nolan la realizza rimanendo fedele ai suoi must: effetti visivi solo dove c’è reale necessità, tutti effetti meccanici, regia impeccabile, storia intricata “alla Nolan” e alcuni dei migliori attori in circolazione tra cui l’eccellente Leonardo DiCaprio, trai migliori della sua generazione, Ken Watanabe (già visto in Batman Begins) e l’onnipresente Caine. Presenti nel cast anche Marion Cotillard, Joseph Gordon-Levitt e Tom Hardy, che Nolan si porterà dietro nel suo film successivo. Il film ottiene ottime recensioni, ma anche qualche accusa al regista di essere troppo cerebrale; tuttavia i fan e gli incassi danno ragione al londinese che prosegue per la sua strada dando l’ufficiale annuncio del terzo e conclusivo capitolo dedicato a Batman.

Christopher Nolan sul set de Il Cavaliere Oscuro: Il ritornoIl Cavaliere Oscuro il Ritorno è uscito lo scorso 20 luglio in USA ed è atteso, anzi attesissimo, in Italia per il 29 agosto prossimo. Il film non ha entusiasmato tutti così come si era previsto, lasciando qualcuno addirittura tiepido davanti alla magnificenza di Gotham distrutta dall’ennesimo criminale che ha per obbiettivo distruggere Batman.

Il questo film, come detto, Christopher Nolan si porta dietro da Inception Tom Hardy, al quale assegna l’arduo compito di sostituire Heath Ledger nel ruolo del villain principale del film, Joseph Gordon-Levitt e Marion Cotillard. Inoltre il cast vede l’importante aggiunta di Anne Hathaway nel ruolo di Selina Kyle/Catwoman che promette scintille. Christopher Nolan ha più volte dichiarato che per lui il lavoro con Batman si è concluso, dal momento che non ha intenzione (per ora) di proseguire con il franchise, tuttavia la Warner non vuole lasciar andare la sua gallina dalle uova d’oro ed ha così coinvolto nel progetto del reboot di un altro amatissimo supereroe, Superman, il buon vecchio Chris e suo fratello Jonathan Nolan. L’uomo d’acciaio (Man of Steel)  è il primo film di questo nuovo reboot diretto da Zach Snyder e prodotto proprio da Nolan e, dalle prime immagini viste al Comic Con 2012 di San Diego, dove hanno mostrato un primo teaser trailer del film, possiamo affermare con sicurezza che lo zampino di Chris si sente. Notizia fresca è invece che dopo Man of SteelChristopher Nolan  produrrà, sempre per mamma Warner, un thriller scritto e diretto da Keith Gordon (regista di Dexter, la serie tv).

Lo scorso 8 luglio ha lasciato le sue impronte (mani e piedi) sul manciapiede più ambito del mondo, la Walk of Fame; con lui tutto il cast della trilogia del Cavaliere Oscuro. Come i colleghi Lynch e Allen, Nolan non registra commenti audio ai suoi film, per paura di guidare troppo lo spettatore nella visione, preferendo che questo rimanga coinvolto semplicemente dalle immagini e dal racconto, senza la sua guida ad alterarne la percezione. Il suo lavoro procede sempre in maniera parallela alla promozione del suo film, per mantenendo su trama e dettagli il riserbo più totale, caratteristica che lo accomuna ad altri registi di spessore. Trai suoi modelli registici ci sono Ridley Scott, Stanley Kubrick, Hitchcock, Welles, Leone, Lucas, Malick, Carpenter, Polanski, Mann e Spielberg, e pur dimostrando umiltà e ammirazione per i suoi colleghi ha sempre fatto di testa sua, ritagliandosi un posto di tutto rispetto (e di diritto) in mezzo ai nomi che lui stesso cita come ispirazione.

 
 

Christopher Nolan: Tenet è il titolo del suo nuovo film

La Warner Bros ha annunciato che sono iniziate le riprese di Tenet, che ora è ufficialmente il titolo del prossimo film segreto di Christopher Nolan. Lo Studio ha anche aggiunto che Michael Caine, Kenneth Branagh, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson e Clémence Poésy si sono uniti al cast, guidato da John David Washington insieme a Robert Pattinson e Elizabeth Debicki.

Tenet, una produzione Warner Bros. Pictures, per la regia di Christopher Nolan, è un film epico d’azione che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale. Nolan dirige il film da una sua sceneggiatura originale, e verrà realizzato con un mix di IMAX e pellicola in 70mm. Il cast internazionale coinvolto è formato da John David Washington al fianco di Robert PattinsonElizabeth DebickiDimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson, Clémence Poésy, con Michael Caine e Kenneth Branagh. Tenet è prodotto da Christopher Nolan ed Emma Thomas, con Thomas Hayslip in veste di produttore esecutivo.

Il team creativo di Nolan che ha lavorato dietro le quinte include il direttore della fotografia Hoyte van Hoytema, lo scenografo Nathan Crowley, la montatrice Jennifer Lame, il costumista Jeffrey Kurland e il supervisore degli effetti visivi Andrew Jackson. Musiche ad opera del compositore Ludwig Göransson. Warner Bros. Pictures distribuirà Tenet in tutto il mondo.

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