Orson Welles è una
delle persone più influenti e rilevanti del ventesimo secolo.
Parlare al presente indicativo è importante, perché tutto quello
che stato detto, pensato, dato al cinema non è mai morto e forse
mai come adesso assume ancora più rilevanza.
I film di Welles, sia da regista che
da attore, sono tra i più grandi e innovativi mai realizzati.
Orson Welles frequentava presidenti, era promotore
di campagne di politica progressista e ha avuto come amanti le
donne più belle del mondo. Si è tanto parlato di lui, eppure uno
degli aspetti della sua vita non è mai stato rivelato: amava
disegnare e dipingere, essendosi formato come artista, da bambino.
Poi la sua carriera ha preso un’altra direzione. Ha continuato
però, per tutta la sua vita, a dipingere e disegnare il suo cinema
e il suo teatro. Con la sua morte, Welles ha lasciato in eredità
centinaia di progetti mai realizzati, di schizzi, scenografie e
illustrazioni. Un’eredità in gran parte mai resa pubblica.
Per la prima volta, la figlia di
Welles, Beatrice, ha concesso l’accesso a questo
tesoro a Mark Cousins, regista e sceneggiatore
nordirlandese, reso famoso dai suoi lavori quali The Story of
Film: An Odyssey, A Story of Children and Film, I Am Belfast e
Stockholm My Love.
Lo Sguardo di Orson
Welles è la finestra sul questo aspetto del mondo
dell’artista americano: opere presentate con nuove scansioni
digitali e animazione appositamente realizzate, a cura di
Danny Carr, intervallate da clip dei film di
Welles, registrazioni di programmi radiofonici ed interviste
televisive, nonché degli incontri con Beatrice Welles. L’originale
colonna sonora di Matt Regan dà al film emozione ed espressività,
aiutando a raccontare la storia dietro le immagini.
Raccontato in tre atti centrali –
Pawn, Knight e King – con l’epilogo
Jester, il film di Cousins guarda alla politica di Welles,
alla sua ammirazione per le gente comune e le persone oneste, alle
sue storie d’amore, al fascino di Welles per il potere e la
corruzione, all’analisi delle immagini sul divertimento e la beffa.
Lo sguardo di Orson Welles è un viaggio nella mente di un genio,
che attraversa i luoghi chiave della sua vita, girato con due
camere palmari, una piccola videocamera HD e una videocamera in
4K.
Un film che è un incontro con
l’immaginazione di un grande artista, il ritratto di un grande
uomo, una vera e propria lettera al genio. Pensato per il cinema e
per la televisione, questo film-saggio è al cinema dal 16
al 19 dicembre grazie a I Wonder Pictures. Di seguito, il
resoconto dell’incontro con Cousin, che con queste parole ha
raccontato il suo film e la sua esperienza.
Nel film c’è un paragone tra
Charles Foster Kane e Donald Trump. Come pensa che Orson Welles
avrebbe reagito, politicamente?
Abbiamo bisogno di Orson Welles.
Perché Donald Trump non pericolo in sé, ma lo è su
ampia scala. E Orson Welles non era minimalista, lui comprendeva
l’ampia scala, molti sei suoi personaggi sono epici, ne capiva le
caratteristiche , comprendeva il narcisismo, l’ego, il senso di
lealtà. Avremmo un bisogno urgente di Welles. Una delle cose che
vengono dette nel mio film è che l’idea del socialismo è anormale,
e quello che lui fece per la giustizia sociale, contro il razzismo,
eccetera. Welles farebbe fuori Trump in uno schiocco di dita. La
persona forse più vicina a lui è Michael Moore che racconta storie
epiche. Ma avremmo davvero bisogno di Welles. Ti prego torna tra
noi. Ne abbiamo davvero bisogno ora più che mai. Welles è una forma
di immaginazione degli anni ’20 e degli ’30, il periodo di
Mussolini.
Welles era straordinariamente
intelligente nel capire la reazione del pubblico e diciamo che la
stessa cosa la fa Trump per capire come manipolarlo.
Io penso che Orson avesse un
pubblico sin dai primi anni, perché è diventato famoso da giovane.
Già dalla tenera età aveva incontrato persone che facevano parte
dei diversi tipi di media ed arte, imparando poi a capire la
concezione dei media, come la radio. Basti pensare a La guerra dei
mondi e facendo programmi radio settimana dopo settimana. Così
facendo era in grado di percepire la risposta del pubblico e la
reazione verso i suoi programmi in maniera molto rapida. Il
responso era immediato e costante.
Lui era costantemente
“dentro” il suo pubblico, lo conosceva molto bene.
Era un grande artista americano.
Sicuramente si identificava con gli europei e con diverse culture,
come quella italiana. Ma era la quintessenza dell’arte americana ed
era costante interessato al pubblico. Voleva il responso del
capitalismo.
Cosa pensa dei progetti che
non ha realizzato. Per esempio, The Other Side of
the Wind. Lei pensa che sia un bene che i suoi progetti vengano
realizzati ora o che è meglio che rimangano dove
stanno?
Non ho ancora visto other side of
the wind e aspetto di vederlo sul grande schermo. Sono molti I
progetti che non sono stati realizzati. In molti hanno pensato che
i suoi fossero stati sabotati, che avesse problemi con i film o che
ci fossero problemi di froidiana natura. Io non penso a niente di
tutto questo. Ho passato molto tempo nell’archivio del Michigan
dove ho visto molti dei suoi scritti ed era amico di molte persone.
Ho parlato con sua figlia quasi tutti i giorni e nessuno ha mai
pensato che avesse avuto problemi nel terminare i suoi progetti.
Era solo un’artista sperimentale nel sistema industriale. Riguardo
la tua domanda specifica, sono molto contento che abbiano
realizzato the other side of the wind perché lui aveva l’occhio
lungo, c’erano dettagli, scritti, non è solo un lavoro di puro
montaggio. Il restauro di don quixote non ebbe successo.
Qual era la relazione tra
Welles e le sue mogli. Ha avuto cinque donne. Cosa pensa dei
diversi tipi di donna che Welles ha frequentato?
Con quale tipo di donna Welles non
ha avuto rapporti? Non bionde, prostitute o vicine di casa. Ma
Dolores Del Rio, Rita Hayword, Janet Leight. Donne latino americane
di ammirazione intellettuale. Rita parlava tre lingue, era molto
brillante ed intelligente. Paola Mori era la sua confidente. Io
penso che lui abbia rotto le donne emozionalmente, ma le amava
intensamente e viceversa.
Da un punto di vista
artistico, qual è il movimento che ha influenzato maggiormente
Welles tra pittura? Vedendo il suo film, sempre l’espressionismo
tedesco, sicuramente all’inizio. La parte interessante del suo film
è che si vede un Welles inedito.
Welles amava molto dipingere. È
stato educato all’arte. Se dovessi scegliere una parola che potesse
descrivere il suo movimento artistico, direi barocco. Se vedere il
Tintoretto, La scuola di San Rocco, la crocifissione è wellesiana.
Welles passò molto tempo a Venezia e questa è stata la sua primaria
influenza. Secondariamente, di sicuro è stato l’espressionismo.
Welles era amante dei film di John Ford e del suo classicismo, che
per il Welles non è presente. Welles raccontava il mondo da un
punto di vista barocco. All’opposto del minimalismo,
dell’impressionismo e del realismo convenzionale. Barocco e
neoralismo è ciò che lo ha affascinato ed era interessato a questo
processo di messa in opera. Era anche molto amico di Pablo Picasso
e soprattutto del primo cubismo.
C’è qualcosa della
realizzazione di F for Fake che l’ha aiutata nel realizzare questo
film?
Beh, diciamo che il mio film è
esattamente l’opposto, perch io racconta una passione sincera e F
for fake parla del fake. Penso che non avrei mai potuto realizzare
un film del genere. Penso che Welles fosse talmente grande da
realizzare un film del genere che un grande lavoro sul post
modernismo. È riguardo un paradiso perduto arte drammatica e
modernismo. Pieno di contraddizioni.
Era un artista visuale. Come
pensa che potrebbe reagire circa la tecnologia moderna, specie
riguardo i suoi film?
Lo amerebbe, ne sono sicuro. Il
sistema dice che hai bisogno di centinaia di persone per realizzare
un film e che tu non stia realizzando un film industriale, non
realizzato ufficialmente. Avrebbe amato la tecnologia.
Lei pensa che fosse migliore
come attore o come regista?
Come regista direi. Adoro molto
l’estremetismo delle sue performance, ma, non voglio generalizzare,
il cinema ha avuto attori minimalisti come Greta Garbo, James
Stewart, persone che identificassero l’idea di cinema. Come attore,
Welles faceva performance meno minimaliste. Come regista aveva il
senso dello spazio in mano, del tempo, e del contrasto soprattutto
tra giovani e vecchi.
Per decine di decadi Quarto
Potere è stato considerato come uno dei migliori film della storia
del cinema. Recentemente, è stato superato da Vertigo. Cosa ne
pensa di questo?
Diciamo che non ne sono sorpreso.
Quarto potere è un film difficile, anche da comprendere, è
confondibile come un film meccanico. Per me diventa migliore come
invecchia. Quando lo vidi da giovane, notai una tecnologia
brillante per l’epoca, ora posso vedere una tristezza elegiaca. La
maggior parte dei film di Welles trasmettono l’evoluzione
dell’essere umano, la tristezza palpabile, la perdita e la
disperazione e malinconia.
La figlia di Welles, con ho parlato
tutti i giorni, era preoccupata che Orson Welles potrebbe essere
dimenticato. Ho visto quarto potere in un festival qualche anno fa
sul grande schermo e ho subito realizzato che mi scosso come non
aveva mai fatto prima.
C’è qualche oggetto di
Welles che le ha fatto dire “wow”? Magari dei quadri, il punto di
vista impressionista…
Beh, in particolare il suo stivale.
L’ho comprato su internet. Non sono cattolico ma questo è il mio
oggetto sacro.
Ci sono così tanti libri su
Welles ma nessun film.
Questa è una lettera d’amore che ne
pensa della sua risposta circa il suo film/lettera. No voice over.
Coinvolge molto di più, modo di raccontare soggettivo e
coinvolgente. Lettera ad un padre molto, non il mio, ma lo è
cinematograficamente parlando.