Sono diversi anni ormai che le
serie televisive hanno raggiunto un livello qualitativo pari a
quello del grande cinema se non a volte superiore, e per questa
ragione sono molte le star del grande schermo che trovano ruoli più
interessanti nei tv show piuttosto che nei film. In particolare le
serie offrono ruoli da protagoniste anche alle donne, liberandole
dallo stereotipo di mogli o fidanzate.
Big Little Lies, prodotto dalla cable
americana HBO, è forse uno degli esempi più lampanti di questa
tendenza, annoverando un cast stellare e fra i
protagonisti tre attrici come
Reese Witherspoon, Laura Dern e
Nicole Kidman.
L’idea di produrre questa miniserie
di 7 episodi (miniserie perché a oggi non è prevista una seconda
stagione) è venuta proprio a
Reese Whiterspoon che dopo avere letto
l’omonimo romanzo di Liane Moriarty ne ha acquistati i diritti per
lo schermo. Originariamente la produzione aveva pensato di farne un
film, ma i personaggi femminili erano così ben delineati che due
ore non sarebbero state sufficienti per metterli in luce.
Big Little Lies, storie di vita
La trama su cui si basa
Big Little Lies si svolge a Monterey e inizia con
un omicidio avvenuto in una scuola. La vittima tuttavia rimane
ignota allo spettatore e i giorni precedenti al crimine
vengono così ricostruiti con dei flashback. Madeline Martha
Mackenzie (Reese
Whitherspoon), Celeste Wright (Nicole
Kidman), Jane Chapman (Shailene
Woodley) e Renata Klein (Laura
Dern) sono 4 amiche con i figli che vanno nella stessa
scuola. Ognuno di loro vive relazioni sentimentali e rapporto coi
figli in modo differente e la loro amicizia è a volte intrisa di
una malsana invidia. Sulla base del loro rapporto poco limpido lo
spettatore viene a conoscenza del mondo che lo circonda, un mondo
viziato dall’appartenenza a una certa classe sociale.
Big Little Lies come poche altre serie riesce
a dipingere uno spaccato di società dove le donne sono protagoniste
assolute in un mondo complesso in cui carriere, relazioni
sentimentali, amicizie, rapporti con i figli sono difficili da
gestire sempre al meglio. Le quattro amiche rappresentano infatti
spaccati di esistenze molto diverse fra loro, mascherati dal dover
apparire sempre perfette. Madeline deve piacere sempre a tutti,
deve essere quella che aiuta le persone in difficoltà, ma il
rapporto che ha coi suoi figli, soprattutto con Abigail, la più
adulta, non è semplice.
Ha poi un marito, Ed (Adam
Scott) spesso infantile nei suoi comportamenti, e un
ex-marito, Nathan (James Carlson), che si è
costruito un’altra vita con una donna molto più giovane (Bonnie,
Zoe Kravitz). Celeste vive apparentemente
un’esistenza perfetta, aa una bella casa, due figli che sembrano
due angeli e un marito, Perry (Alexander
Skarsgård) che la ama follemente e anche violentemente.
Renata, madre di Amabella, invece, è fredda, rigida, frustrata da
un matrimonio con Gordon, piatto e senza emozioni. Cerca sempre di
dimostrarsi una leader, fino al momento in cui si rende conto che
la situazione in pugno lei non ce l’ha mai. Jane e il piccolo Ziggy
rappresentano infine gli “alieni” di questa comunità, forse proprio
per questo i più innocenti, ancora avulsi dai meccanismi malati di
questo microcosmo.
Big Little Lies, le donne al centro della
storia
Nella serie sono quindi le donne a
costruire la storia, a compiere le azioni, mentre gli uomini sono
più basic, agiscono di risposta, subiscono le conseguenze.
“Accade regolarmente, ed è uno stereotipo dei nostri tempi, che
una donna potente debba essere fredda. Una donna potente non ama i
figli, non è dolce, non ha amici. Come dicevo prima, noi viviamo in
un mondo che si fonda sugli stereotipi”, ha dichiarato in
un’intervista Laura Dern. “Lo stesso è
accaduto a Hillary Clinton durante le elezioni, perché se sei una
donna di potere, e sei intelligente, si dà per scontato che tu sia
la stessa anche tra le mura di casa. Nella serie tutti i personaggi
femminili sono presentati come degli stereotipi ma lentamente,
quando lo spettatore conosce i personaggi, scopre che c’è molto di
più oltre a l’immagine che vediamo”.
Se infatti quella che viviamo è una
società fondata sull’immagine, sui video, sui selfie, sui social
network, sulla bellezza di facciata, in
Big Little Lies questa punta dell’iceberg viene
lentamente e inesorabilmente demolita per scavare in profondità,
per mostrare le differenze fra l’apparire all’esterno e ciò che
realmente accade fra le mura di casa, dove la realtà viene a galla.
E’ un continuo confronto fra esterno e interno, forma e sostanza.
La violenza domestica a cui è sottoposta Celeste vittima del
comportamento del marito Perry e la loro presenza in pubblico dove
sono la coppia più invidiata, la sunshine family, ne è un
esempio.
“Big Little Lies è un romanzo
sul bullismo in tutte le sue forme, da quello nel cortile della
scuola, a quello subdolo che può avvenire all’entrata in classe coi
genitori presenti, alla violenza che avviene in casa dietro una
porta chiusa” racconta la scrittrice Liane
Moriarty, “E quando ho parlato per la prima volta con
Nicole Kidman che voleva interpretare il ruolo di Celeste, le ho
detto quanto fosse importante per me che il suo personaggio non
dovesse solo subire degli abusi ma anche rispondere, reagire. Non
volevo che fosse passiva, una bella vittima e basta. Volevo
mostrare la confusione in relazioni di quel tipo e come quando
inizi a reagire e a diventare tu stesso violento ti senti di
diventare un complice della violenza stessa. Questo giustifica come
sia possibile essere ancora innamorato di chi abusa di te anche se
si ha la consapevolezza che un rapporto simile debba, a ragione,
finire. Quando stavo scrivendo il libro ho approfondito molto il
“ciclo degli abusi” la violenza seguita da umilianti scuse. Credo
che David E.Kelley, autore della serie, abbia fatto un lavoro
incredibile tradurlo per lo schermo. E’ possibile infatti vedere
sul volto di Nicole tutte le emozioni che si possono vivere in
queste situazioni”.
Non bisogna però dimenticare che
alla base della serie c’è un omicidio, un evento ricostruito in
flashback, rivelato solo all’ultimo episodio. Lo spettatore arriva
con un climax drammatico a quel momento, conoscendo le vite dei
protagonisti, creandosi un’idea di chi potrebbe essere l’assassino
e la vittima. Sono i segreti e le bugie a fornire gli indizi, la
possibilità di assistere al backstage della messinscena, gli
interrogatori a chi queste persone le conosce anche
superficialmente.
Qualche critico a paragonato
Big Little Lies a Desperate
Housewives o a
Pretty Little Liars, tuttavia rispetto alle altre due
serie ha un cinismo reale, concreto, che si allontana da un mondo
un po’ grottesco e da fiaba dark delle “casalinghe disperate” così
come la sua rappresentazione adulta sia solo in parte simile a PLL,
molto più teen nel suo modo di comunicare.
In conclusione
Big Little Lies è un affresco attuale e
durissimo di una società senza mezze misure, in cui la perfezione
nasconde mali assoluti. In più sono le donne, le protagoniste, in
assoluto, a prendere le decisioni finali a lottare (anche contro se
stesse) per cercare di migliorarsi e di migliorare ciò che le
circonda. Sembra banale ma il mondo in cui viviamo è fatto di
dettagli e solo valorizzandoli si può comprendere come per
risolvere i problemi sia necessario prima di tutto trovare delle
soluzioni. Talvolta anche estreme.