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Rifkin’s Festival: il primo trailer del nuovo film di Woody Allen

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Il San Sebastián Film Festival ha diffuso il primo trailer di Rifkin’s Festival, il nuovo film di Woody Allen che sarà presentato proprio al festival questo settembre.

Rifkin’s Festival è il titolo originale ufficiale del nuovo film di Woody Allen, girato in Spagna e realizzato grazie al sostegno della Tripictures. Il film avrà come protagonisti Elena Anaya, Louis Garrel e Gina Gershon.

Il film racconta la storia di una coppia americana sposata che si reca al San Sebastián Film Festival. La coppia resta folgorata dalla magia del festival e dei film in concorso, oltre che dalla bellezza e dal fascino della Spagna. La donna avrà una relazione con un brillante regista francese, mentre l’uomo si innamorerà di una bellissima donna spagnola del luogo.

Il film sarà prodotto da Mediapro Studio (che aveva già lavorato con Allen per Vicky, Cristina, Barcelona) e da Gravier Production in coproduzione con Wildside. La pellicola è stata girata a San Sebastian la scorsa estate. Mediapro Studio collaborerà con Gravier per quanto riguarda le vendite internazionali.

Il film, dopo la presentazione nel mese di settembre al San Sebastián Film Festival, dovrebbe uscire in Spagna il prossimo autunno, naturalmente se le sale cinematografiche saranno nuovamente agibili. Al momento, dunque, è impossibile prevedere quando il film arriverà nel resto del mondo.

Rifkin’s Festival segnerà anche la quarta collaborazione tra Woody Allen e il direttore della fotografia tre volte premio Oscar Vittorio Storaro, dopo Café Society, La ruota delle meraviglie e Un giorno di pioggia a New York

Rifkin’s Festival, la recensione del film di Woody Allen

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Rifkin’s Festival, la recensione del film di Woody Allen

Dopo tanti mesi lontani dalla sala cinematografica, tornare in quelle poche strutture aperte e avere la possibilità di guardare, tra gli altri, un film di Woody Allen è davvero un bel regalo e questa recensione di Rifkin’s Festival mira proprio a convincere gli scettici che anche l’Allen “minore” vale la pena di essere visto, possibilmente in sala. 

La trama di Rifkin’s Festival

Wallace Shawn interpreta Mort Rifkin, un ex professore di cinema alle prese con la stesura del suo primo romanzo, che accompagna la moglie, Sue, al Festival di San Sebastian, dove lei è impegnata a seguire l’attività stampa del nuovo film del promettente regista francese Philippe, un giovane autore ambizioso e borioso, osannato dalla critica ma, agli occhi di Mort, un po’ sopravvalutato e inconcludente, rispetto ai “grandi maestri del cinema europeo”, che per lui sono inarrivabili. Il festival di Mort sarà insolito, tra i sospetti di una tresca tra Sue e Philippe, gli incontri con personaggi famosi, le possibilità di vedere sullo schermo i capolavori del cinema che ama, l’incontro con un’affascinante dottoressa che gli farà sentire di nuovo l’adrenalina dell’avventura, un pizzico di ipocondria e sogni strani che lo turbano e lo proiettano nelle scene di famosi film in bianco e nero.

Non è una novità che Allen parli di se stesso nei suoi film e Rifkin’s Festival non è un’eccezione. In questo caso sceglie però di affidare a Shawn il ruolo di se stesso che all’attore sembra stare particolarmente comodo. Quindi, guidati da un simpatico Mort/Shawn/Allen, seguiamo il suo percorso attraverso una San Sebastian da cartolina. Come ogni posto che non gli appartiene quanto New York, Woody Allen procede per impressioni nel tratteggiare i luoghi delle sue storie, e in questo caso il contributo alla fotografia di Vittorio Storaro è preziosissimo. Il maestro italiano regala una luce particolare, quasi invadente ad ogni scena del film, che sia un interno freddo o un esterno caldo e soleggiato, tutto grazie al sapiente uso di una tecnica affinata per anni. Ma lo stesso risultato di eccellenza Storaro lo raggiunge nelle scene che replicano i film europei in bianco e nero, conferendo a Rifkin’s Festival una vivacità che, per questa volta in merito ad un film di Allen, non arriva dalla sceneggiatura, di solito elemento migliore di ogni prodotto del regista newyorkese. Per una volta, infatti, sono le immagini che parlano meglio delle battute argute. 

Rifkin's Festival film 2021Un racconto dentro a un racconto

Quello che invece sembra esserci a profusione nel film è la malinconia dell’accettazione del cambiamento, l’età che avanza, le storie d’amore che finiscono, la ricerca di un piccolo guizzo di vita, il protagonista Mort sembra serenamente abbandonato alla mutevolezza del momento che vive, attraverso incontri e addii, tutto raccontato con precisione al suo psicanalista, nella scena che apre e chiude il film. Siamo quindi dentro ad un racconto del protagonista che è a sua volta un racconto di Woody Allen. 

Il regista sta facendo i conti con la sua vita? Improbabile, dato che in ogni suo film (oltre che nella sua recente autobiografia) ha raccontato un pezzo di sé, ma sicuramente è arrivato ad un momento della sua carriera in cui fare film è più una terapia che un’urgenza. E in Rifkin’s Festival lo dimostra anche l’ambientazione, un festival di cinema, quelli che da tempo ci mancano, e il tipo di sogni che fa il protagonista, riproposizione di capolavori del cinema europeo, da Fino all’Ultimo Respiro a Il Settimo Sigillo. 

Sogni cinematografici da grandi autori europei

Woody Allen racconta il suo pigro vivere in confronto con la sua sfrenata passione per il cinema. Sebbene ogni omaggio sia inserito nella storia narrativamente, cioè racconta un pezzetto di trama in più, almeno per quello che accade nella testa del protagonista, si tratta anche di pretesti per riproporre scene memorabili della storia del cinema, “abbassarle” in qualche modo, e restituirle al pubblico. Un’intuizione che, insieme alle bellissime immagini, vale tutto il film.

Pure davanti a un Woody Allen “minore” non si può che non inchinarsi, per il mestiere, l’intelligenza, la bellezza con cui le immagini vengono presentate allo spettatore. In Rifkin’s Festival più che mai, Allen si spoglia della sua aura di sceneggiatore brillante e si regala ai suoi fan prevalentemente nelle vesti di un pittore, di un illustratore, di un regista di immagini splendide.

Rifkin’s Festival

Rifkin’s Festival è il titolo del nuovo film di Woody Allen

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Rifkin’s Festival è il titolo originale ufficiale del nuovo film di Woody Allen, girato in Spagna e realizzato grazie al sostegno della Tripictures. Il film avrà come protagonisti Elena Anaya, Louis Garrel e Gina Gershon.

Rifkin’s Festival racconta la storia di una coppia americana sposata che si reca al San Sebastián Film Festival. La coppia resta folgorata dalla magia del festival e dei film in concorso, oltre che dalla bellezza e dal fascino della Spagna. La donna avrà una relazione con un brillante regista francese, mentre l’uomo si innamorerà di una bellissima donna spagnola del luogo.

Il film sarà prodotto da Mediapro Studio (che aveva già lavorato con Allen per Vicky, Cristina, Barcelona) e da Gravier Production in coproduzione con Wildside. La pellicola è stata girata a San Sebastian la scorsa estate. Mediapro Studio collaborerà con Gravier per quanto riguarda le vendite internazionali.

Il film, dopo la presentazione nel mese di settembre al San Sebastián Film Festival, dovrebbe uscire in Spagna il prossimo autunno, naturalmente se le sale cinematografiche saranno nuovamente agibili. Al momento, dunque, è impossibile prevedere quando il film arriverà nel resto del mondo.

Rifkin’s Festival segnerà anche la quarta collaborazione tra Woody Allen e il direttore della fotografia tre volte premio Oscar Vittorio Storaro, dopo Café Society, La ruota delle meraviglie e Un giorno di pioggia a New York

Fonte: Deadline

Rifkin’s Festival: Woody Allen torna solo al cinema con il nuovo film

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Il regista premio Oscar Woody Allen torna solo al cinema con il nuovo film Rifkin’s Festival, prodotto e girato in Europa da The Mediapro Studio, Gravier Productions e l’italiana Wildside. Protagonisti sono Wallace Shawn, Gina Gershon, Louis Garrel, Elena Anaya, Sergi López Christoph Waltz.. Il direttore della fotografia è Vittorio Storaro, la scenografia è di Alain Bainée, il montaggio di Alisa Lepselter, i costumi di Sonia Grande e le musiche di Stephane Wrembel.

La pellicola uscirà dal 6 maggio 2021 distribuito da Vision Distribution.

In Rifkin’s Festival Mort Rifkin (Wallace Shawn) è un ex professore e un fanatico di cinema sposat.o con Sue (Gina Gershon), addetta stampa di cinema. Il loro viaggio al Festival del cinema di San Sebastian, in Spagna, è turbato dal sospetto che il rapporto di Sue con il giovane regista suo cliente, Philippe (Louis Garrel), oltrepassi la sfera professionale. Il viaggio è però per Mort anche un’occasione per superare il blocco che gli impedisce di scrivere il suo primo romanzo e per riflettere profondamente. Osservando la propria vita attraverso il prisma dei grandi capolavori cinematografici a cui è legato, Mort scopre una rinnovata speranza per il futuro. Con il suo consueto surreale umorismo, Woody Allen mescola situazioni al limite dell’assurdo con storie dall’intreccio romantico a tratti amare.

Rifiutati dalla sorte e dagli uomini: le date del tour cinematografico del doc sul gioco d’azzardo

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Rifiutati dalla sorte e dagli uominiComincerà il 16 giugno il tour cinematografico di Rifiutati dalla sorte e dagli uomini Il gioco d’azzardo patologico in Italia

“TOUR CINEMATOGRAFICO” dal 16 al 26 giugno a TORINO, MILANO, GENOVA, CESENA (FC), BOBBIO (PC), CAGLIARI, CANDELO (BI) e ASTI

RIFIUTATI DALLA SORTE E DAGLI UOMINI è un film documentario di ricerca e sintesi che tratta il delicato e attuale tema del gioco d’azzardo patologico in Italia, scritto e diretto da Vieri Brini e Emanuele Policante.

Il mercato delle Newslot ha modificato in un percorso senza ritorno l’approccio al gioco d’azzardo: dal Casinò al bar sotto casa. Le conseguenze non si sono fatte attendere, solo nell’ultimo anno i ricoverati in strutture di recupero sono migliaia. Tutti rientrano sotto una semplice sigla: Gap, sindrome da gioco d’azzardo patologico. Che costi sociali ha una legalizzazione indiscriminata del gioco d’azzardo? Come e dove l’esigenza dello Stato di fare cassa si tramuta in un boomerang che colpisce in modo arbitrario qualunque cittadino? Che futuro può avere una Nazione di giocatori incalliti?

“L’interesse per il gioco d’azzardo e le sue complicazioni socio-economiche – commentano i registi – si è materializzato una mattina di alcuni anni fa, quando in un bar abbiamo osservato un uomo che, nella mezz’ora in cui siamo stati seduti al nostro tavolino, aveva bruciato una quantità considerevole di soldi alla Newslot. Abbiamo allora iniziato a fare ricerche e interviste concentrandoci sul rapporto fra gioco d’azzardo e vita quotidiana e scoprendo un mondo tanto nascosto quanto visibile…”

Le tappe del “TOUR CINEMATOGRAFICO” di RIFIUTATI DALLA SORTE E DAGLI UOMINI:

16 Giugno – TORINO | Anteprima nazionale, ore 20.45, Cinema Massimo (Via Verdi 18) | ingresso 3€

17 Giugno – MILANO | ore 20.30, Cinema Beltrade (Via Oxilia 10) | ingresso 6,50€ intero / 5€ ridotto

18 Giugno – GENOVA | ore 21.00, Cinema San Siro (Via Alla Chiesa Plebana) –  ingresso a offerta libera

*la proiezione rientra nel cartellone di eventi legati alla “Giornata annuale sul Gioco d’azzardo” promossa dal comune di Genova

18 Giugno – CESENA (FC) | ore 21.00, Cinema Eliseo (Via Carducci 7) | ingresso 5€

19 Giugno – BOBBIO (PC) | ore 21.15, Cinema Le Grazie (Contrada dell’Ospedale 2) | ingresso 3€

21 Giugno – CAGLIARI | ore 21.30, Cinema Greenwich (Via Sassari 65/a) | ingresso 5€

22 Giugno – CAGLIARI | ore 19.15, Cinema Greenwich (Via Sassari 65/a) | ingresso 5€

25 Giugno – CANDELO (BI) | ore 21.30, Cinema Verdi (Via Marco Pozzo 2) | ingresso 5€

26 Giugno – ASTI | ore 21.15, Cinema Lumiere (Corso Dante Alighieri 188) | ingresso 3€

Rido perché ti amo, la recensione del film di Paolo Ruffini

Rido perché ti amo, la recensione del film di Paolo Ruffini

Ci siamo mai chiesti cosa penserebbe di noi il bambino o la bambina che eravamo? Se sono soddisfatti di ciò che siamo diventati o se secondo loro dovremmo invece addrizzare il tiro e fare meglio? Il nuovo film di Paolo Ruffini, Rido perché ti amo, ottavo lavoro dell’attore livornese, se lo chiede per tutto il tempo. Usando come traccia da seguire la citazione di Antoine de Saint-Exupéri, il quale dice: “Il bambino che eri non si vergogni dell’adulto che sei.” A dover fare i conti con la sua controparte fanciullesca, come in una romantica fiaba, è Leopoldo, che a causa del suo processo di crescita ha smarrito chi era, diventando qualcuno che il lui bambino aveva promesso di non essere mai.

Ma a volte è difficile rimanere fedeli alle nostre stesse promesse, e soprattutto è complicato non lasciarsi influenzare dai cambiamenti inevitabili dell’età adulta, compromessi in particolar modo dalla realtà che ci circonda e ci impone d’essere in un certo mondo. Inghiottendoci in un vorticoso tornado di impegni, responsabilità e lavoro. Dal quale non possiamo uscirne se non aiutati dalle persone che amiamo. Rido perché ti amo è diretto da Ruffini e scritto insieme a Francesca Romana Massaro, Nicola Nocella e Max Croci. Prodotto da Pegasus, Qmi e Rai Cinema arriva nelle sale dal 6 luglio, distribuito da Medusa, Pegasus e Videa.

Rido perché ti amo, la trama

Leopoldo (Nicola Nocella) è innamorato di Amanda (Barbara Venturato), da quando i due erano alle elementari. Proprio in quel periodo di vita, il bambino le promette che l’avrebbe resa felice per sempre e l’avrebbe sposata il giorno di S.Valentino. A distanza di anni, quelli che erano bambini, sono adesso una coppia che continua ad amarsi e prossima al matrimonio, ma putroppo non proprio felice. Leopoldo, infatti, è risucchiato dal suo lavoro nella pasticceria, tanto da dimenticarsi di prendersi cura della donna che ha accanto e che tenta, in ogni modo, di avere sue attenzioni. Ma quando Amanda riceve un’offerta di lavoro a Parigi e lo comunica a Leopoldo, i due litigano e si riversano addosso tutto lo scontento che nel corso del tempo hanno soppresso.

Amanda così decide di partire per la Francia, e il distacco da lei fa rendere conto a Leopoldo di quello che ha perso, ma soprattutto di aver infranto la promessa che aveva fatto a se stesso quando era bambino: mai diventare un uomo cattivo, perché solo in quel momento la sua amata lo avrebbe lasciato. Deciso a riconquistarla, l’uomo cerca di esaudire tutto ciò che aveva promesso di fare ad Amanda quando erano piccoli, facendosi aiutare dagli amici di quartiere: Ciro (Paolo Ruffini), Cipriano (Greg), Sam (Daphne Scoccia), Luisa (Giulia Provvedi) e Don Cioffi (Herbert Cioffi).

Rido perché ti amo Ruffini, Greg, Provvedi, Scoccia, Nocella ed Herbert

Fra diversità e confronto con noi stessi

La romanticità di Rido perché ti amo si palesa sin dalla prima sequenza di Leopolodo e Amanda, dolci e innocenti bambini che si promettono amore eterno e una vita piena di sorrisi. Il film prende subito la piega sentimentale, che irrora ogni singolo angolo della storia, partendo dai principali protagonisti e irradiandosi ai comprimari che ritroviamo in un estemporaneo salto temporale. Nella piazza principale di un paesello del nord, in cui l’orologio del tempo sembra essersi fermato, vive ora un uomo fin troppo razionale, inghiottito dal lavoro nella sua pasticceria. Per lui non esiste più l’amore da favola che aveva promesso alla sua Amanda quando erano piccoli: anzi, adesso che è prossimo a coronarlo con un matrimonio, preferisce dare priorità agli impegni nel suo atelier (come lui stesso chiama).

Seppur gli amici che lo circondano notano il suo distacco dalla futura moglie e la sua ossessione morbosa per la pasticceria, anche loro in realtà sono chiusi nei loro problemi di provincia e nei piccoli drammi quotidiani, nonostante cerchino distrazioni esterne pur di non affrontarli e, di conseguenza, affrontarsi. Le fondamenta del film perciò sono buone, c’è un’idea narrativa di base molto incalzante, merito in particolar modo della sua inclusività, con personaggi ben assortiti che abbracciano situazioni e relazioni molto eterogenee.

Non troviamo infatti i soliti protagonisti archetipici o stereotipati, bensì persone molto differenti fra loro – come Simone Brescianini con la sindrome di down – che portano in scena quello che è davvero il nostro tessuto sociale e umano, fatto di tante ricche e bellissime diversità. Ed è forse questa la vera nota positiva di un film che, facendo leva sul sottotesto, vuole mettere in evidenza le imperfezioni, sia caratteriali che fisiche, dove tutti possiamo essere accettati e amati perché sono proprio queste a renderci unici, in una storia che vuole regalarci una grande carezza e farci ritrovare il senso di comunità.

Un discorso troppo frammentato

Se però Rido perché ti amo funziona nella scelta delle storie e dei rispettivi personaggi, non si può dire la stessa cosa della sua messa in pratica. Ruffini cerca di mettere a punto una trama corale, ma non riesce a dare sufficiente attenzione e spazio alle microstorie del racconto. La sensazione è quella di voler mettere troppa carne al fuoco e poi dimenticarsi di girarla sulla brace, con la conseguenza di averla bruciata da una parte e cruda dall’altra. Per quanto si sforzi a formulare un ragionamento nel pubblico, che va dal confrontarsi con se stessi al riflettere se siamo ancora fedeli a quelle promesse che abbiamo fatto da bambini, questo viene di continuo interrotto a causa della frammentarietà della narrazione, da cui si evince una debolezza nella scrittura.

Rido perché ti amo Simone Brescianini e Nicola Nocella

Sono tante le parentesi che si aprono all’interno di Rido perché ti amo, e molte le personalità a cui dover star dietro, e il risultato è che ci sono costanti digressioni che fanno perdere il focus dell’intero film, il quale va sfaldandosi dopo il primo atto. Anche nelle parentesi più divertenti, le battute si sforzano di strappare una risata per regalare una pausa dall’atmosfera troppo leziosa che ad un certo punto si crea, ma non sembrano ingranare la marcia, tanto da trasformarsi in dialoghi posticci. Non c’è armonia nella struttura del film e neppure fluidità a causa dell’incompiutezza dei troppi archi narattivi. I personaggi di Giulia Provvedi, Greg e Herbert, per esempio, sono buttati nel contesto senza cognizione di causa e appena accennati, e alla fine hanno una risoluzione approssimativa – ma necessaria per chiudere il racconto – che però lascia con un grosso punto interrogativo.

Il ponte empatico che Ruffini voleva costruire fra lo spettatore e i personaggi esiste solo grazie ad alcune piccole storie dal cuore immenso, come la coppia di vecchietti che da tanti anni gestiscono il bar con impegno e amore, o il ragazzo con la sindrome di down che dal diventare aiutante di Leopoldo, riesce ad aprirsi una pasticceria tutta sua. Rido perché ti amo poteva davvero puntare in alto ed essere un film vincente. Aveva tutte le carte in regola. Peccato che rimane romantica solo l’idea di fondo, sopra la quale è stato confezionato un prodotto troppo disordinato.

Rido Perché ti Amo, il trailer del nuovo film di Paolo Ruffini

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Rido Perché ti Amo, il trailer del nuovo film di Paolo Ruffini

Ecco il trailer il trailer di Rido Perché ti Amo, il nuovo film di Paolo Ruffini, in sala dal 6 luglio con Medusa. Nel cast del film ci sono: Nicola Nocella, Paolo Ruffini, Daphne Scoccia, Barbara Venturato e Greg. 

Ecco il trailer:

https://vimeo.com/834688681/5d99ffbbb0?share=copy

Rido Perché ti Amo, la trama

In una piccola piazza di una città italiana, due bambini, Amanda e Leopoldo, si giurano amore eterno davanti a una torta a forma di cuore. Dopo 25 anni, qualcosa traballa e tutto sembra andare perso. Leopoldo, non è, infatti, il classico principe azzurro, e invece di conquistare la principessa, la fa scappare, e cercherà̀ poi per tutto il tempo di migliorare quelli che sono i suoi limiti, con la speranza che così facendo lei possa tornare…

“Il bambino che eri sarebbe orgoglioso dell’adulto che sei diventato?”. È questo il cartello che precede l’inizio del film, un interrogativo di grande fascino posto da Antoine de Saint-Exupéry qualche decade fa. “Come si fa a tornare bambini quando ormai si è adulti?” Forse l’unico modo è diventare grandi davvero, raggiungere quella consapevolezza purissima che da bambini era un talento spontaneo, e che adesso si ottiene solo col ragionamento e l’esperienza. Spesso gli anziani sembrano tornare bambini, e non può̀ essere un caso. È come un cerchio, un girotondo: come nella piazza, dove si accende la vita del film.

Il brano che dà il titolo al film è scritto da Giugliano Sangiorgi e arrangiato e interpretato da Malika Ayane.

Ridley Scott: ecco perché non dirigerà mai un cinecomic

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Ridley Scott: ecco perché non dirigerà mai un cinecomic

Il 2017 vedrà Ridley Scott molto impegnato. Da una parte il regista vedrà arrivare in sala Blade Runner 2049, sequel del sul film culto a cui lui ha pertecipato in veste di produttore, e anche Alien Covenant, suo ennesimo tentativo di raccontare ancora qualcosa di nuovo in merito al suo franchise sci-fi.

Ridley Scott: ecco perché non dirigerà mai un cinecomic

Tuttavia Scott è ancora estraneo al mondo dei cinecomics, e quando gli hanno chiesto perché non ne ha mai diretto uno, ha dichiarato: “I film di supereroi non sono il mio genere, ecco perché non ne ho mai fatto uno. Mi è stato chiesto diverse volte, ma non riesco proprio a credere a quella sottile e impalpabile corda di non realtà sottesa in un film del genere. Ho fatto un film del genre. Blade Runner è davvero una striscia a fumetti se ci pensate, è una storia dark raccontata in un mondo irreale. Potreste metterci anche Batman o Superman in quel mondo, quell’atmosfera, solo che io avevo una storia fottutamente buona, e non una non storia.”

Ridley Scott ha poi concluso: “Voglio continuare a fare cinema e spero che il successo dei cinecomics non abbia effetto su quelli che ancora cercanod i fare film intelligenti. Spero che non abbia effetto su di me.”

Ridley Scott al cinema con Alien Covenant

Alien Covenant uscirà il 19 maggio 2017. Alla sceneggiatura hanno lavorato, tra gli altri, Michael Green, John Logan e Jack Paglen.

Bill Cudrup (Spotlight), Jussie Smolett (Empire), Amy Seimetz (You’re Next), Carmen Ejogo (Selma), Benjamin Rigby e Callie Hernandez (Machete Kills) sono le ultime new entry nel cast di Alien Covenant che sarà diretto da Ridley Scott e sarà ambientato in un momento cronologicamente imprecisato tra le vicende di Prometheus e quelle di Alien.

I dettagli dei personaggi per adesso sono ancora un mistero, ma si suppone che possano ricoprire i ruoli del resto della troupe del Covenant, che sarà comandata dal personaggio interpretato da Katherine Waterston. Anche Demian Bichir e Danny McBride fanno parte del cast che vedrà tornare Michael Fassbender nei panni dell’androide David.

Ricordiamo che il film originale era incentrato sull’equipaggio della nave spaziale Prometheus, che, seguendo una mappa stellare rinvenuta tra i manufatti di varie culture terrestri, scopre un pianeta che potrebbe essere la chiave dell’origine della vita sulla Terra, ma nella ricerca s’imbatte in una minaccia che potrebbe causare l’estinzione della razza umana.

Fonte: CBM

Ridley Scott: 10 cose che forse non sai sul regista

Ridley Scott: 10 cose che forse non sai sul regista

Dagli anni Settanta ad oggi, Ridley Scott si è affermato come uno dei registi più innovativi e influenti dell’industria hollywoodiana. Con le sue opere Scott ha contribuito alla rivoluzione dei generi, dall’horror alla fantascienza, dal dramma al film storico, e molte delle sue pellicole sono diventate dei cult imprescindibili della storia del cinema. Ancora oggi Scott dimostra un’abilità invidiabile, nonché un energia e un amore sconfinato per la settima arte riscontrabili in ogni suo nuovo progetto.

Ecco 10 cose che non sai di Ridley Scott.

I film di Ridley Scott

1. Ha diretto lungometraggi particolarmente celebri. Scott debutta alla regia nel 1977 con il film I duellanti, per poi sconvolgere il mondo con il suo secondo lungometraggio: Alien (1979), con Sigourney Weaver. Negli anni seguenti realizza Legend (1985), Thelma & Louise (1991), 1492 – La conquista del paradiso (1992), Soldato Jane (1997) e Il Gladiatore (2000), con Russel Crowe. A partire dal nuovo millennio firma invece la regia di titoli come Black Hawk Down (2001), Le crociate (2005), Un’ottima annata (2006), American Gangster (2007), con Denzel Washington, Nessuna verità (2008), con Leonardo DiCaprio, Robin Hood (2010), con Michael Fassbender, The Counselor (2013), Exodus – Dei e re (2014) e Tutti i soldi del mondo (2017). Negli ultimi anni ha invece realizzato The Last Duel (2021), House of Gucci (2021) e Napoleon (2023). Nel 2024 è al cinema con Il Gladiatore II, con protagonista Paul Mescal.

I film di fantascienza di Ridley Scott

Scott è uno di quei registi che nel corso della propria carriera si è sempre cimentato con generi diversi, passando con naturalezza dal kolossal epico al film di guerra, dal thriller al biopic. In particolare, però, egli è ricordato per alcuni film di fantascienza, affermatisi tra i migliori di questo genere. Il primo che ha diretto è il già citato Alien, del 1979, a cui ha poi fatto seguito nel 1982 Blade Runner. Da quel momento Scott si è poi dedicato ad altre tipologie di film, tornando però alla fantascienza nel 2012 proprio ricollegandosi alla saga di Alien con Prometheus, a cui ha poi fatto seguito nel 2017 Alien: Covenant. Del 2015 è invece Sopravvissuto – The Martian, con Matt Damon.

Tra questi titoli di fantascienza, Scott ha indicato Blade Runner come il suo film più personale e completo, contenente tutte le tematiche a lui più care. La versione a cui egli ovviamente si riferisce è quella denominata “Final Cut”, rappresentante al meglio la sua idea del film. Si tratta di un titolo oggi divenuto vero e proprio cult, che ha contribuito a ridefinire il suo genere di riferimento.

Ridley Scott film
Ridley Scott and Katherine Waterston in Alien: Covenant. Photo Credit: Mark Rogers – © TM & © 2017 Twentieth Century Fox Film Corporation. All Rights Reserved. Not for sale or duplication.

2. È un affermato produttore di cinema e televisione. Oltre ad aver prodotto molti dei suoi film, Scott si è distinto negli ultimi anni per aver ricoperto tale ruolo anche per altri noti progetti. Tra i titoli da lui sostenuti si annoverano Stoker (2013), Il fuoco della vendetta (2013), Italy in a Day (2014), Child 44 (2015), Zona d’ombra (2015), con Will Smith, Blade Runner 2049 (2017), Assassinio sull’Orient Express (2017), Assassinio sul Nilo (2022), Lo strangolatore di Boston (2023), Assassinio a Venezia (2023) e Alien: Romulus (2024). Per la televisione ha invece partecipato alla produzione di note serie come The Good Wife (2009-2016), I pilastri della terra (2010), L’uomo nell’alto castello (2015-2019), Taboo (2017), con Tom Hardy, The Terror (2018-in corso), Raised by Wolves (2020-2022) e Grandi speranze (2023).

Ridley Scott ha diretto Alien

3. Voleva utilizzare particolari effetti speciali. Per dar vita allo Xenomorfo protagonista del film Alien, Scott desiderava ricorrere ad un animatronics, poiché riteneva che far indossare il costume da alieno ad un attore avrebbe reso meno credibile e spaventosa la creatura. La tecnologia dell’epoca, però, non era abbastanza all’avanguardia per ciò che aveva in mente. Tuttavia, quando gli fu presentato Bolaji Badejo, un uomo alto più di due metri e con lunghe ed esili braccia, capì che questi avrebbe potuto interpretare l’alieno senza ricordare le movenze di un umano, decidendo pertanto di affidargli la parte.

Il Gladiatore II Ridley Scott
Paul Mescal e Ridley Scott sul set di Il Gladiatore II. Foto cortesia di © 2024 Paramount Pictures.

Ridley Scott e il suo ultimo film, Il Gladiatore II

 

4. Ha dato un severo consiglio a Paul Mescal. Al primo giorno di riprese di Il Gladiatore II, Mescal ha detto di essere stato particolarmente nervoso per via della grandezza del set e per la grande quantità di artisti e lavoratori lì presenti. Per calmarlo, Scott gli ha dato un breve consiglio. Prima di girare, il regista ha infatti detto ai presenti: “Il vostro nervosismo non serve a niente”. Mescal ha in seguito affermanto: “È un modo per il regista di esprimersi con poche parole ma d’effetto, perché è così liberatorio. Ha assolutamente ragione”.

Ridley Scott regista di Le crociate

5. Ha disconosciuto la versione cinematografica del film.  Alle prime anteprime del film, il pubblico apparve leggermente confuso dalla trama, così la 20th Century Fox chiese a Scott di tagliare 45 minuti dal film. Il regista accettò con riluttanza e non si è sorpreso più di tanto quando il film non ha avuto successo in America. La sua Director’s Cut, uscita alla fine del 2005, è stata accolta da un’ampia maggioranza di elogi per essere un film molto più coeso. In seguito, Ridley Scott ha rinnegato la versione teatrale, sostenendo che la Director’s Cut è la versione definitiva.

Ridley Scott dirige Napoleon

6. Non ha badato all’accuratezza storica. Il nuovo progetto di Scott è il kolossal epico Napoleon, incentrato sulla vita di Napoleone Bonaparte, interpretato da Joaquin Phoenix. Il film ripercorre dunque le principali tappe dell’esistenza dell’imperatore francese, tanto nelle sue attività politiche e militari quanto in quelle private. Scott, tuttavia, non si è preoccupato di voler essere fedele a quanto si riporta di Napoleone e delle sue gesta, preferendo favorire la spettacolarità cinematografica. In risposta alle critiche sulle inesattezze storiche, Scott ha semplicemente risposto: “Fatevi una vita“, ma anche “Scusa, amico, eri lì? No? Beh, allora chiudi quella cavolo di bocca“.

Ridley Scott e suo fratello Tony

7. Aveva un fratello regista. Scott aveva un fratello minore, Tony, anch’egli noto regista. Aveva infatti diretto film di grande successo come Top Gun, Beverly Hills Cop II, Una vita al massimo e Nemico pubblico. Questi, tuttavia, è scomparso nel 2012, anno in cui si suicidò. Ridley raccontò soltanto due anni dopo che il fratello aveva dovuto affrontare una lunga battaglia contro un tumore, il quale lo aveva portato allo stremo. A lui dedicò i suoi film The Counselor ed Exodus – Dei e re.

Napoleon Joaquin Phoenix Vanessa Kirby
Joaquin Phoenix e Vanessa Kirby in Napoleon. Gentile concessione © Sony Pictures Italia

 

La moglie e i figli di Ridley Scott

8. Si è sposato più volte. Nel corso della sua vita Scott ha avuto un totale di tre mogli. Con la prima, Felicity Heywood, è stato unito dal 1964 al 1975, e da lei ha avuto due figli. Nel 1979 sposa invece la produttrice Sandy Watson, da cui avrà la terza figlia. La coppia divorzia poi nel 1989. Dal 2000 è invece legato all’attrice Giannina Facio, che ha poi sposato nel 2015. Scott ha poi diretto l’attuale moglie in diversi dei suoi film, tra cui Il gladiatore.

Ridley Scott e gli Oscar

9. Ha ricevuto diverse nomination ma non ha mai vinto. Scott è considerato uno dei più grandi registi di cinema a non aver mai vinto un Oscar. Egli vanta tre nomination come Miglior regista, ricevute per Thelma & Louise, Il gladiatore e Black Hawk Dawn. È poi stato nominato come produttore del Miglior film per Sopravvissuto – The Martian. Recentemente Scott ha però affermato di non essere poi troppo infastidito dal non aver mai vinto l’ambito premio, preferendo piuttosto concentrarsi sul realizzare buoni film.

L’età di Ridley Scott

10. Ridley Scott è nato il 30 novembre del 1937, a South Shields, Regno Unito. Il regista ha dunque oggi 87 anni.

Fonte: IMDb

Ridley Scott vuole The Counsellor di Cormac McCarthy

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Ridley Scott vuole The Counsellor di Cormac McCarthy

Com’era prevedibile, la notizia che Cormac McCarthy ha consegnato al proprio editore la sua prima sceneggiatura cinematografica ha scatenato un’autentica gara tra registi per la realizzazione: al momento la vittoria sembra aver arriso a Ridley Scott, che sarebbe già in trattative per farne il suo prossimo film. Se i negoziati andranno a buon fine, Scott cambierà diametralmente scenari rispetto a quelli di Prometheus, sua ultima fatica: in The Counsellor, un rinomato avvocato decide di dedicarsi al business della droga pensando di poter tenere tutto sotto controllo, ma accorgendosi ben presto che le cose non sono facili come aveva pensato, ritrovandosi a lottare per la propria sopravvivenza.

Il regista britannico ha peraltro in cantiere anche altri progetti, come un biopic sulla archeologa – spia Gertrude Bell (per la protagonista è stato fatto il nome di Angelina Jolie). La sceneggiatura di McCarthy, tuttavia, diventerebbe prioritaria: sembra che Scott ne abbia già parlato con lo stesso scrittore. L’uscita di Prometheus è intanto prevista per giugno, mentre gli spettatori italiani dovranno apsettare qualche mese in più.

Fonte: Empire

Ridley Scott sui sequel di Blade Runner e Prometheus

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Ridley Scott sui sequel di Blade Runner e Prometheus

In una videointervista rilasciata ad Mtv per l’uscita imminente di Exodus: dei e re, il famoso regista Ridley Scott ha rilasciato alcune interessanti dichiarazioni riguardanti i sequel dei suoi film sci-fi Blade Runner e Prometheus.

Per quanto riguarda il seguito di Prometheus, Scott anticipa qualche piccolo dettaglio della storia: sembra infatti che l’androide David (Michael Fassbender) cercherà di convincere Elizabeth (Noomi Rapace) a trovare un nuovo corpo per la sua testa mozzata ad un certo punto del loro viaggio insieme attraverso lo spazio.

Per quanto riguarda invece l’altro sequel di ben più lunga “gestazione”, quello di Blade Runner, Scott – che ricordiamo non curerà la regia del film – parla dell’aspetto del design e afferma che Harrison Ford gli ha detto che si tratta della migliore sceneggiatura che abbia mai letto.

Infine Sir Ridley Scott si lascia andare ad una risposta ben poco signoresca nei confronti dei critici che hanno svalutato il suo Prometheus, mandandoli pittorescamente a quel paese…

Ecco il video dell’intervista completa:

 Ricordiamo che il suo prossimo film Exodus: dei e re uscirà nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 15 gennaio 2015.

Fonte : Comicbookmovie

 

Ridley Scott sui sequel di Blade Runner e di Prometheus

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Ridley Scott sui sequel di Blade Runner e di Prometheus

Intervistato da Entertainment Weekly, Ridley Scott ha parlato dei sequel di Blade Runner e di Prometheus. Il regista ha rivelato che la sceneggiatura del seguito di Blade Runner è già pronta.

“E’ pronta ed è davvero incredibile – ha detto Scott sul sequel di Blade RunnerNaturalmente ci sarà Harrison, che sarà un sopravvissuto dopo tutti questi anni, nonostante l’incidente (il regista si riferisce all’incidente di Ford sul set di Star Wars Episodio VII, ndr.). Ad ogni modo, sì, il film si farà”.

Scott ha inoltre rivelato che potrebbe dirigere il sequel di Blade Runner dopo The Martian, cosa che lascerebbe davvero poco spazio a Prometheus 2, la cui release è già stata fissata per il 4 marzo 2016.

“E’ questo il problema – ha detto Scott – Ho troppe cose tra le mani. Ma sono già tutte scritte”.

Il sequel di Blade Runner, che non ha ancora un titolo ufficiale, è stato scritto da Hampton Fancher (già autore dello script del primo film) e Michael Green, mentre la sceneggiatura di Prometheus 2 sarà opera dello stesso Green in collaborazione con Jack Paglen.

Fonte

Ridley Scott su Il Gladiatore 2: “Come potrei non farlo?”

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Ridley Scott su Il Gladiatore 2: “Come potrei non farlo?”

Ridley Scott ha dichiarato che da parte sua sarebbe stupido non girare Il Gladiatore 2. Il regista veterano, famoso per titoli acclamati come Alien e Blade Runner, ha diretto l’originale Gladiatore nel 2000. Con Russell Crowe nei panni dell’ormai iconico personaggio di Massimo Decimo Meridio, il film ha travolto il mondo, alla sua uscita, rivelandosi un enorme successo di critica e pubblico. Il Gladiatore ha incassato oltre 450 milioni di dollari e ha vinto un Golden Globe, un Academy Award e un BAFTA per il miglior film.

L’originale del 2000 si concentrava su un generale romano, costretto a diventare uno schiavo e un gladiatore dopo l’omicidio di sua moglie e suo figlio da parte del nuovo imperatore (interpretato da Joaquin Phoenix). Usando la sua fama nell’arena, Massimo giura di vendicare la sua famiglia. Da oltre un decennio si dice che un seguito sia in lavorazione. Mentre Scott è sempre stato chiaro nel suo interesse a sviluppare un sequel, ci sono stati alcuni intoppi nel decidere una nuova narrativa che potesse giustificare il ritorno di Crowe, nonostante la morte del suo personaggio. Recentemente, Scott ha rivelato che la sceneggiatura di Il Gladiatore 2 era effettivamente in fase di sviluppo e sembrava ottimista sul fatto che il sequel sarebbe stato “pronto per l’uso” una volta concluso il suo attuale lavoro su Kitbag.

Ora in un’intervista, Scott afferma che sarebbe “criticamente stupido” da parte sua non realizzare il film sequel. Scott si è chiesto come sarebbe mai stato possibile per lui rinunciare alla possibilità di dirigere il seguito: “Come potrei non farlo? Sarebbe estremamente stupido da parte mia non farlo, non è vero?”

L’ultimo film al cinema di Ridley Scott è stato The Last Duel. Acclamato dalla critica alla sua presentazione al Venezia 78 in Fuori Concorso, il film ha mostrato che Scott ha ancora la stoffa del maestro, nonostante qualche prova claudicante negli ultimi anni. Certo, il progetto di portare avanti il sequel del Gladiatore lo rende estremamente eccentrico, ma magari il grande regista saprà sorprenderci.

Ridley Scott su Blade Runner 2049: “Era dannatamente troppo lungo.”

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Alien e Blade Runner hanno entrambi generato sequel, ma il regista Sir Ridley Scott non era dietro la macchina da presa per queste nuove iterazioni. James Cameron ha diretto l’ormai classico Aliens, e David Fincher si è occupato del mal accolto, ma ancora ricordato con affetto, Alien 3.

Per quanto riguarda Blade Runner, il regista di Dune Denis Villeneuve si è occupato di Blade Runner 2049, un film che si è rivelato un degno seguito dell’innovativo originale di Scott del 1982.

Parlando con Vanity Fair de Il Gladiatore II, Ridley Scott ha confermato che non gli è mai stato chiesto di dirigere i sequel di nessuno dei film, né gli è stato detto del loro sviluppo mentre era in corso. Lo dà la colpa al fatto di essere un regista relativamente nuovo e di avere poco interesse a fare seguiti in quel momento.

“Ero lento al cancelletto di partenza”, ammette Scott. “Voglio dire, avrei dovuto fare i seguiti di ‘Alien’ e di ‘Blade Runner.’ Si cambia nel corso degli anni. A quel tempo, non volevo riviverlo di nuovo, quindi Jim Cameron è arrivato – e poi David Fincher – in “Alien”.

“Sono autore di due franchise. La maggior parte dei registi di Hollywood – certamente, diciamo, al mio livello – non lasciano andare queste cose. Ma ho fatto ‘Alien’ come secondo film, quindi non avevo molto scelta”, spiega. “E ‘Blade Runner’ è stato il mio terzo film. Quindi, non avevo scelta perché avevo dei partner molto difficili.” “Era una specie di ‘Benvenuti a Hollywood.’ Non mi è mai stato detto o chiesto [sui sequel]. Puoi immaginare che non fossi felice.”

Ridley Scott ha precedentemente affermato di pentirsi di non aver diretto Blade Runner 2049; tuttavia, sarà il produttore esecutivo della prossima serie TV Blade Runner 2099, cosa che forse gli darà un controllo molto più creativo nel processo (resta da vedere se ha intenzione di riconciliare le decisioni creative di Villeneuve).

Si ritiene inoltre che il regista abbia dato il suo sigillo di approvazione al prossimo Alien: Romulus di Fede Alvarez, anche se il suo coinvolgimento con quel franchise (e lo spin-off televisivo di Noah Hawley) è probabilmente minimo.

Comprensibilmente, Scott era ansioso di occuparsi de Il Gladiatore II ma è riuscito a proseguire il franchise di Alien, negli anni, con altri due film: Prometheus e Alien: Covenant che però hanno ricevuto un’accoglienza mista e hanno faticato al botteghino.

“Non avrei dovuto prendere quella decisione [di dimettermi]. Ma dovevo farlo. Avrei dovuto fare Blade Runner 2”, ha detto Scott l’anno scorso. “Devo stare attento a quello che dico. Era dannatamente troppo lungo. Fanculo! E la maggior parte della sceneggiatura è mia.”

Il Gladiatore II arriverà nelle sale il 15 novembre a livello internazionale e il 22 novembre in Nord America.

Ridley Scott spiega perchè non ha mai girato un cinecomic [VIDEO]

Ridley Scott ha diretto davvero un’infinità di film diversi, alcuni dei quali entrati a far parte dell’immaginario collettivo. Tra i suoi titoli più famosi ci sono Blade Runner, Alien, Il Gladiatore, mentre sta per uscire Exodus Dei e Re. Eppure non ha mai girato un cinecomic, pur avendo avuto diverse opportunità. Questo quanto dichiarato durante un’intervista a IGN Movies:

Ho avuto un sacco di opportunità e tendo a non farlo. Sono i più difficili da scrivere. Prendendo un personaggio dei fumetti è molto difficile scrivere. Perché i fumetti sono fatti per lavorare in una sola pagina, per lavorare in cornici con un dialogo minimalista. Una buona partedel dialogo è lasciato alla fantasia del lettore.Per fare un film devi essere un pò più esplicativo. e questo richiede una buona sceneggiatura e un buon dialogo.

Ecco il video dell’intervista a Ridley Scott:

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Fonte: CBM

Ridley Scott spiega perché il più grande film di Stanley Kubrick è un “atto di genio”

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Il regista Ridley Scott elogia 2001: Odissea nello spazio come un’impresa straordinaria, definendo l’innovativa rappresentazione dell’intelligenza artificiale del regista Stanley Kubrick sia visionaria che cautelativa. Scott, celebre regista noto per film di fantascienza influenti come Blade Runner e Alien, e per il prossimo Il Gladiatore II, è da tempo un fan di 2001. È noto per i suoi effetti visivi rivoluzionari e spesso è considerato uno dei più grandi successi della storia del cinema. 2001 esplora il rapporto dell’umanità con la tecnologia, incentrandosi su HAL 9000, un’intelligenza artificiale che diventa disonesta e mette a rischio la sopravvivenza del suo equipaggio spaziale in un viaggio straziante verso Giove.

In una recente intervista con Collider, Ridley Scott ha spiegato la sua ammirazione per uno dei suoi film preferiti di sempre, sottolineando in particolare come 2001 preveda il ruolo complesso che l’IA potrebbe avere nella società. La rappresentazione di Kubrick dell’IA prefigura un futuro in cui un’intelligenza artificiale avanzata potrebbe potenzialmente prendere il controllo in modi che l’umanità potrebbe faticare a prevenire. Per Scott, il film rimane un risultato sia cinematografico che filosofico che invita alla cautela quando l’umanità espande i confini della tecnologia, sottolineando la rilevanza duratura di 2001: Odissea nello spazio a più di cinque decenni dalla sua uscita. Leggi qui la citazione completa:

Penso che Kubrick abbia fatto un film che predetermina tutto di 50 anni con l’IA. Ha fatto 2001 [Odissea nello spazio]. 2001 è un atto di genio perché ci avverte di cosa accadrebbe se permettessimo all’IA di entrare nel nostro universo. Prenderà il sopravvento e basterà spegnere i cellulari per creare il caos. Potrebbe spegnerli per divertimento. Se devo progettare un’IA, dirò: “Ok, il primo lavoro che devi fare è progettare un’altra IA più intelligente di te”. Quando avrai finito, saremo nella merda fino al collo.

Cosa significa l’elogio di Ridley Scott per 2001: Odissea nello spazio

Cosa rappresenta il monolite di "2001: Odissea nello spazio"?
Il monolite di 2001: Odissea nello spazio. © 1968 Warner Bros.

La venerazione di Scott per 2001: Odissea nello spazio è una testimonianza del suo status eterno di profonda meditazione sull’intelligenza artificiale e sulla sua capacità di superare il controllo umano. La creazione da parte di Kubrick di HAL 9000, l’intelligenza artificiale di bordo che inizia a sovvertire i comandi dei piloti della missione e a mettere in pericolo l’equipaggio umano, è diventata da allora un simbolo ammonitore del potenziale dell’intelligenza artificiale di essere più un danno che un aiuto all’evoluzione umana. Le osservazioni di Scott riflettono la sua convinzione che 2001 non sia solo un film con risultati visivi impareggiabili per l’epoca, ma un monito culturale, uninvito a considerare seriamente le implicazioni del potenziamento dell’intelligenza artificiale.

2001 di Kubrick ha aperto la strada al concetto di IA con intenzioni potenzialmente disallineate rispetto al benessere dell’umanità, un tema oggi centrale nelle moderne narrazioni fantascientifiche e nel discorso tecnologico. Il rispetto di Scott per 2001 come capolavoro predittivo si allinea con la cauta posizione della sua filmografia nei confronti dell’IA, che risuona in particolare in opere come Blade Runner, che esplora questo rapporto attraverso la lente dei replicanti – esseri bioingegnerizzati progettati per servire gli umani – che possiedono emozioni e desideri propri.

Ridley Scott spiega il collegamento di Prometheus 2 con Alien

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Ridley Scott spiega il collegamento di Prometheus 2 con Alien

Ieri vi abbiamo detto che Ridley Scott ha finalmente rivelato il titolo del sequel di Prometheus. Il film si intitolerà Alien: Paradise Lost e sarà chiaramente legato al franchise nato trent’anni prima.

Dopo l’annuncio del titolo, Scott ha spiegato perché i due film (Prometheus e il primo Alien) saranno collegati: “Dunque, perché andremo a ficcare il naso dietro le quinte, dove e perché la bestia è nata. Entreremo dalla porta di servizio del primo Alien che ho fatto 30 anni fa”.

Al momento non sappiamo nulla circa la trama del sequel di Prometheus. Le riprese del film dovrebbero iniziare a gennaio 2016 (è probabile che il film arrivi nelle sale nel 2017). Michael Fassbender e Noomi Rapace torneranno quasi certamente nel cast.

HeyUGuys

Ridley Scott spera di continuare il franchise di Alien con la Disney

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Contraddicendo le sue recenti dichiarazioni, secondo cui non c’era futuro per Alien, Ridley Scott ha manifestato il suo interesse nel continuare il franchise con la Disney, anche in previsione del nuovo accordo tra l’azienda di Topolino e la 21th Century Fox appena saldato. Queste le parole del regista, ora nelle sale con il suo ultimo film Tutti i soldi del mondo:

Quando si ha fra le mani un franchise forte e veloce con un interesse di pubblico che continua nel tempo, sarebbe assurdo non farne qualcosa […] La Disney è grandiosa e a differenza degli altri studios è avanti anni luce. Ha una linea di pensiero precisa, realizza film in base a fattori demografici e quindi conosce il suo target. Ecco perché hanno così tanto successo.

Ridley Scott si definisce “troppo pericoloso” per un film di Star Wars

Sebbene Scott sia ancora all’oscuro dei piani futuri dell’azienda su Alien, le dichiarazioni lasciano intendere che almeno da parte del regista ci siano ottime possibilità. Anche senza di lui in cabina di regia, ma soltanto al timone del progetto. A preoccupare potrebbe essere il taglio “editoriale” della Disney applicato alla saga, forse più familiare e adatto ad un pubblico più giovane.

Ridley Scott è tornato ad Alien e a Blade Runner grazie a Star Trek

Fonte: ScreenRant

Ridley Scott si pente di aver scelto la regia di Alien: Covenant al posto di quella di Blade Runner: 2049

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Ridley Scott ha riflettuto sulla sua decisione di abbandonare la regia del sequel di Blade Runner, Blade Runner: 2049, a causa di un conflitto di programmazione con Alien: Covenant. “Non avrei dovuto prendere quella decisione“, ha detto il regista in una recente intervista a Empire (via Variety). “Ma ho dovuto. Avrei dovuto fare “Blade Runner 2”.

Dopo essere stato coinvolto nel progetto, Scott ha annunciato nel 2014 che non avrebbe più diretto il sequel di Blade Runner, scegliendo invece di dirigere il film horror di fantascienza Alien: Covenant, con Michael Fassbender, Katherine Waterston, Billy Crudup e Danny McBride. Alla fine il progetto è stato diretto da Denis Villeneuve con un cast alla star formato da Harrison Ford, di ritorno nei panni di Rick Deckard, Ryan Gosling, Ana de Armas e Jared Leto.

Sebbene Scott non abbia diretto il sequel, il regista ha lavorato come produttore esecutivo del film. Sta anche tornando al franchise per una serie limitata di Prime Video, Blade Runner 2099, annunciata per la prima volta nel 2021. “Sono uno dei produttori“, ha detto Scott a Esquire. “È tutto pronto anni dopo. Per me, circonda l’idea del ‘Brave New World’ di Aldous Huxley.” La serie è stata ufficialmente ordinata da Amazon lo scorso settembre e proviene da Alcon Entertainment e Scott Free Productions.

Il regista di Game of Thrones, Jeremy Podeswa, dirigerà il pilot di Blade Runner 2099, con Silka Luisa (“Shining Girls”) a bordo come showrunner e produttore esecutivo. I dettagli della trama rimangono nascosti, ma si sa che la serie limitata fungerà da sequel televisivo di Blade Runner: 2049.

Ridley Scott tornerà invece presto al cinema con Napoleon, il suo prossimo colossal sul condottiero francese che vede protagonista Joaquin Phoenix.

Ridley Scott si definisce “troppo pericoloso” per un film di Star Wars

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Il regista del film al cinema Tutti i soldi del mondo, Ridley Scott non ha intenzione di affrontare l’ universo di Star Wars. Il cineasta, che ha creato il suo franchise con Alien nel 1979 , si considera “troppo pericoloso” come regista per dirigere un film su Star Wars. Infatti alla domanda se gli fosse ma mai stato offerto un film di Star Wars , Scott ha detto a Vulture:

“No, no. Sono troppo pericoloso per questo.”

“Perché so quello che stanno facendo”, ha continuato con una risata. “Penso che gli piaccia avere il controllo, e mi piace avere il controllo da solo. Quando hai un ragazzo che ha fatto un film a basso budget e all’improvviso gli dai 180 milioni di dollari, non ha assolutamente senso. È fottutamente stupido. Sai quanto costano le riprese? Milioni! Milioni. Puoi prendermi per il mio compenso, che è pesante, ma sarò sempre sotto il budget e puntuale.”

Ridley Scott ha poi rincarato la dose soffermandosi sull’esperienza: In questi casi l’esperienza conta e fa la differenza, è così semplice! Si puoi essere noioso ma quando sei veramente esperto, sai cosa stai facendo. Questo è fottutamente essenziale. Cresci dentro, a poco a poco. Si inizia a basso budget, diventi un po’ più grande, e forse dopo $ 20 milioni, puoi andare a $ 80 Milioni. Ma non puoi passare da 20 a 160″.

LEGGI ANCHE, Blade Runner 2049: di quando Denis Villeneuve “cacciò” dal set Ridley Scott

Vi ricordiamo che è attualmente al cinema l’ultimo film Star Wars: Gli Ultimi Jedi che vede protagonisti  Mark Hamill, Carrie Fisher, Adam DriverDaisy RidleyJohn BoyegaOscar IsaacLupita Nyong’oDomhnall Gleeson, Anthony Daniels, Gwendoline Christie e Andy Serkis. Gli altimi attori unitisi al cast sono Benicio Del ToroLaura Dern e Kelly Marie Tran.

Star Wars: Gli Ultimi Jedi, recensione del film di Rian Johnson

L’anno prossimo invece si aspetta l’annunciato spin-off Han Solo ambientato dieci anni prima degli avvenimenti di Una Nuova Speranza. Nel film ci sarà anche ChewbaccaAlden Ehrenreich interpreterà il giovane personaggio che fu di Harrison Ford. Nel cast anche Emilia Clarke, Donald Glover e Woody Harrelson.

Lo spin-off sul personaggio è previsto per il 25 maggio 2018 e dopo il licenziamento dei registi Phil Lord e Christopher Miller, registi di 21 Jump Street e The LEGO Movie, è stato incaricato Ron Howard di completare l’opera. La sceneggiatura porterà la firma di Lawrence Kasdan e di suo figlio Jon Kasdan.

Ridley Scott rivela quanto ha già scritto del copione de Il Gladiatore 3

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Nonostante Il Gladiatore 2 non sia ancora uscito nelle sale, Ridley Scott rivela ora i suoi progressi nella stesura della sceneggiatura de Il Gladiatore 3. Sequel del suo film epico del 2000 con Russell Crowe, Il Gladiatore 2 vede Paul Mescal assumere il ruolo di Lucius in una storia che racconta la sua ascesa come combattente nel Colosseo 19 anni dopo la morte di Massimo. Il film è stato uno dei più attesi da Scott negli ultimi anni e il regista ha rivelato a sorpresa, alcune settimane fa, di avere già delle idee per un potenziale Gladiatore 3.

In una recente intervista con Total Film (via GamesRadar+), Scott rivela di aver scritto otto pagine del Gladiatore 3. Il regista offre anche una storia sorprendente. Il regista offre anche una sorprendente anticipazione della storia, suggerendo che il pubblico può aspettarsi un cambiamento di scenario se un terzo film dovesse essere realizzato. Guardate il suo commento qui sotto:

“Ho già otto pagine. Ho l’inizio di un’impronta molto buona. Se ci sarà un Gladiatore 3, non credo che tornerai mai nell’arena. Ma dovevo tornare nell’arena…”.

Nella stessa intervista, Scott ha anche riflettuto sull’eredità del Gladiatore originale, ricordando che non c’era molta fiducia in lui quando ha sostenuto per la prima volta l’idea del film:

“Il primo film ha davvero toccato l’immaginazione in un modo che non mi aspettavo. Perché quando hanno sentito che Ridley stava facendo un’epopea romana, un film di spade e spadoni e di sabbia, si sono fatti un sacco di risatine. Perché fino a quel momento erano sempre stati molto, come dire, vecchio stile hollywoodiano. E io sapevo cosa fare”. “E da lì, in modo divertente, ho modernizzato i film epici romani. E poi, sai, ha generato un sacco di altri ragazzi con gonne di pelle e cose del genere”.

Che cosa significa l’ultimo aggiornamento di Ridley Scott per le possibilità del Gladiatore 3?

Il Gladiatore II Paul Mescal
Paul Mescal in Il Gladiatore II

Manca ancora più di un mese all’uscita del Gladiatore 2 nelle sale. Sebbene l’entusiasmo di Scott per il progetto sia un segno positivo, sarà l ‘andamento del sequel al botteghino a determinare la realizzazione di un terzo film. Sebbene l’originale del 2000 sia stato un successo di critica e commerciale e il film abbia fatto vincere a Crowe un Oscar per la sua interpretazione di Maximus, non è chiaro se il sequel sarà in grado di ricreare questa accoglienza 24 anni dopo, in un panorama cinematografico odierno molto diverso.

Le notizie sul budget del Gladiatore 2 sono state diverse. Inizialmente il progetto era stato preventivato per 165 milioni di dollari, ma un rapporto di THR suggerisce che la cifra potrebbe essere molto più alta. La Paramount ha smentito le affermazioni secondo cui il budget sarebbe lievitato a 310 milioni di dollari, mentre gli addetti ai lavori citati nel rapporto di THR hanno affermato che i costi totali del film sono stati inferiori a 250 milioni di dollari. Supponendo che il film abbia un budget di 250 milioni di dollari, potrebbe avere un punto di pareggio di 625 milioni di dollari, che potrebbe essere una grande sfida da raggiungere.

Ridley Scott rivela di aver rifiutato numerosi film di supereroi

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Ridley Scott rivela di aver rifiutato numerosi film di supereroi

In una recente intervista con Deadline, il regista candidato all’Oscar Ridley Scott ha ammesso che gli è stato offerto di dirigere film sui supereroi più volte. Il regista che è in queste ore impegnato a promuovere Napoleon (vi invitiamo a leggere la nostra recensione!) ha spiegato perché ha rifiutato categoricamente ogni proposta che riceve di questo tipo.

Sì, mi è stato offerto, ma ho appena detto, no, grazie”, ha detto Ridley Scott. “Non per me. Ho fatto due o tre film di supereroi. Penso che Sigourney Weaver sia un supereroe in Alien. Penso che Russell Crowe sia un supereroe nel Gladiatore. E Harrison Ford è il super antieroe di Blade Runner. La differenza è che le fottute storie sono migliori.

I prossimi film di Ridley Scott

Il prossimo progetto di Ridley Scott sarà il prossimo film biografico Napoleon della Sony Pictures  e Apple Studios, che lo riunirà con la star del Gladiatore Joaquin Phoenix. Nel film compaiono anche Vanessa Kirby, Tahar Rahim, Ben Miles, Ludivine Sagnier, Matthew Needham, Youssef Kerkour, Phil Cornwell e altri. Il film arriverà nelle sale la prossima settimana, il 22 novembre.

Dopo l’uscita nelle sale di Napoleon, Ridley Scott tornerà presto sul set del suo tanto atteso film Il Gladiatore 2, la cui produzione in precedenza era stata interrotta a causa dello sciopero degli attori. Il sequel sarà guidato dal candidato all’Oscar Paul Mescal nel ruolo di Lucius, il figlio adulto della Lucilla di Connie Nielsen del primo capitolo. L’uscita nei cinema è prevista per il 22 novembre 2024.

Ridley Scott rivela cosa aspettarci da Alien Paradise Lost e dal sequel di Prometheus

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Sembra proprio che finalmente copriremo chi o cosa ha creato i Xenomorfi nel prossimo Sequel di Prometheus e in Alien Paradise Lost. A rivelarlo è stato il regista Ridley Scott in persona che ha dichiarato parlando a IGN: “Ci sarà un altro dopo, dopo [Paradise Lost] e allora forse riusciremo a tornare ad Alien 1, e sul motivo per cui chi creerebbe una cosa così terribile?”

Sempre il regista su Variety la scorsa settimana rivelò che sta riscrivendo attualmente lo script, ed oggi ha aggiunto: “Sto cercando di mantenere questo per me ma ho lasciato “la cosa” allontanarsi da me e non avrei dovuto. Sto cercando di ri-resuscitare la bestia e lasciare tirar fuori il gancio per un po’ perché sto tornando al primo Alien, gradualmente, siamo arrivano al primo Alien.”

Ad affiancare il regista in questa operazione che lo sceneggiatore di SkyFall e Spectre, John Logan, con cui ha scritto successi come Il Gladiatore. Nonostante le recensioni contrastanti di Spectre, il film è inarrestabile al Box office di tutto il mondo e considerato le critiche del precedente scritto Damon Lindelof, sicuramente Logan aiuterà nella riscrittura e magari creare un nuovo grande film di fantascienza.

Alien Paradise Lost arriverà al cinema il 20 Maggio 2017, mentre il sequel di Premetheus non ha ancora una data di uscita ufficiale.

Via Variety e IGN

Ridley Scott rivela che sta sviluppando un nuovo film su ALIEN

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Ridley Scott rivela che sta sviluppando un nuovo film su ALIEN

Anche se non abbiamo molto su cui basarci, il leggendario regista Sir Ridley Scott ha rivelato che sta sviluppando un nuovo film di Alien per i 20th Century Studios.

I dettagli sono praticamente inesistenti al momento, ma il rapporto di THR indica che si tratterà di un progetto completamente separato dal sequel Alien: Romulus, attualmente in lavorazione.

Steve Asbell della 20th Century ha recentemente confermato che il regista Fede Alvarez è in trattative per dirigere un sequel diretto di Romulus che continuerà il viaggio dei sopravvissuti del film precedente, Rain Carradine e suo fratello androide, Andy.

“Stiamo lavorando all’idea di un sequel. Non abbiamo ancora chiuso l’accordo con Fede [Alvarez], ma lo faremo, e lui ha un’idea su cui stiamo lavorando. I due sopravvissuti, Rain e Andy, interpretati da Cailee Spaeny e David Jonsson, sono stati i veri punti di forza del film. E quindi penso sempre: “Wow, dove la gente vuole vederli andare dopo?”. Sappiamo che ci saranno gli alieni. Sappiamo che ci saranno grandi scene horror. Ma mi sono innamorato di entrambi e voglio vedere quale sarà la loro storia”.

Cosa prevede il franchise di Alien?

Alien: Romulus
Foto di 20th Century Studios/20th Century Studios – © 2024 20th Century Studios.

Asbell ha anche rivelato che è probabile che venga realizzato un nuovo film di Alien Vs. Predator.

Scott ha diretto il film originale – e quello che molti considerano ancora il migliore – di Alien, prima di tornare al franchise per dirigere il prequel Prometheus e il seguito Alien: Covenant. Sebbene questi ultimi film abbiano i loro fan, sono stati generalmente considerati delle delusioni.

Non sappiamo se Scott abbia intenzione di passare dietro la macchina da presa per questo nuovo film, ma non lo escludiamo. A 86 anni il regista non mostra segni di rallentamento e l’imminente Il Gladiatore 2 è stato salutato come il suo miglior lavoro da un bel po’ di tempo a questa parte.

Ridley Scott ripensa alla “brutta” produzione di Blade Runner e dice agli hater di “andare a farsi fo****e”

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Il regista di Blade Runner Ridley Scott ha ripensato all’esperienza vissuta sul set e ha dichiarato che gli spettatori e i critici che pensavano che il suo film di fantascienza del 1982 fosse “stupido” possono “andare a farsi fottere”. 

In una recente intervista con Total Film Magazine, tramite Slash Film, Ridley Scott ha riflettuto sulla produzione di Blade Runner, che è stata documentata come un’esperienza travagliata e ha portato all’uscita di diverse versioni del film negli ultimi due decenni.

Ridley Scott racconta della sua “brutta” esperienza con Blade Runner

“[Le riprese] sono state una brutta esperienza per me“, ha detto Scott. “Ho avuto partner orribili. Ragazzi della finanza, che mi uccidevano ogni giorno. Avevo avuto molto successo nella gestione di un’azienda e sapevo che stavo realizzando qualcosa di molto, molto speciale. Quindi non accetterei mai un no come risposta. Ma non capivano cosa avevano. Lo giri, lo modifichi e lo mixi. E quando sei a metà, tutti dicono che è troppo lento. Devi imparare che, come regista, non puoi ascoltare nessuno. Sapevo che stavo realizzando qualcosa di molto, molto speciale. E ora è uno dei film di fantascienza più importanti mai realizzati, di cui tutti si nutrono. Ogni maledetto film.

Scott ha detto di aver recentemente riguardato Blade Runner per la prima volta in circa due decenni e non è d’accordo con veemenza con chiunque trovi il film troppo lento o “sciocco”. Non vedevo ‘Blade Runner’ da 20 anni“, ha commentato. “Veramente. Ma l’ho appena guardato. E non è lento. Le informazioni che ti arrivano sono così originali e interessanti, parlano di creazioni biologiche e di attività minerarie fuori dal mondo, che, a quei tempi, dicevano che erano sciocche. Io dico: ‘Vai a farti fottere.'”

Uscito al cinema nel 1982, Blade Runner è interpretato da Harrison Ford, Rutger Hauer e Sean Young. La trama vede un poliziotto alla fine della sua carriera e sfortunato, Rick Deckard (Ford), dare la caccia a un gruppo di replicanti androidi che sono entrati illegalmente in una Los Angeles distopica. Ha generato un sequel, Blade Runner 2049 , nel 2017 e una serie televisiva anime, Blade Runner: Black Lotus , nel 2021. Una serie Blade Runner 2099 è ora in lavorazione su Amazon Prime Video.

Ridley Scott sarà tra poco al cinema (il 23 novembre) con il suo Napoleon, il prossimo film storico che vedrà protagonista Joaquin Phoenix, nei panni di Napoleone e a suo fianco la candidata all’Oscar Vanessa Kirby nei panni dell’imperatrice Joséphine, Tahar Rahim nei panni di Paul Barras, Ben Miles nei panni di Caulaincourt, Ludivine Sagnier nei panni di Theresa Cabarrus, Matthew Needham nei panni di Lucien Bonaparte, Youssef Kerkour nei panni del maresciallo Davout, Phil Cornwell nei panni di Sanson ‘The Bourreau, Edouard Philipponnat nei panni dello zar Alessandro, Paul Rhys nei panni di Talleyrand, John Hollingworth nei panni del maresciallo Ney, Gavin Spokes nei panni di Moulins e Mark Bonnar nei panni di Jean-Andoche Junot.

Ridley Scott dirige da una sceneggiatura di David Scarpa. Il film è una produzione congiunta tra la produzione di Apple Studios e Scott Free Productions. Ridley Scott e Joaquin Phoenix producono insieme a Kevin Walsh e Mark Huffam mentre Michael Pruss e Aidan Elliott sono i produttori esecutivi. Napoleon racconta l’epica ascesa e caduta dell’imperatore francese Napoleone Bonaparte, interpretato dal premio Oscar Joaquin Phoenix e diretto dal leggendario regista Ridley Scott. Il film ripercorre l’inarrestabile scalata al potere di Bonaparte attraverso la burrascosa relazione con il suo unico vero amore, Giuseppina, mostrando le visionarie strategie politiche e militari del grande condottiero in alcune delle scene di battaglia più realistiche e spettacolari mai realizzate.

Ridley Scott produrrà The Devil in the Kitchen

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Ridley Scott produrrà The Devil in the Kitchen

Come riportato da Deadline, Colet Abedi, Giannina Facio e Ridley Scott si sono assicurati i diritti per la trasposizione cinematografica di The Devil in the Kitchen, il libro di memorie scritto nel 2010 dallo chef inglese Marco Pierre White. Sottotitolato Sex, Pain, Madness and the Making of a Great Chef, nel libro Pierre ha raccontato la sua scalata al successo, dalle origini povere fino al riconoscimento mondiale, attraverso tanti piccoli aneddoti e segreti legati alla sua professione.

Abedi, Facio e Scott produrranno The Devil in the Kitchen insieme, ma al momento non sappiamo se Scott si occuperà anche della regia del film. Il suo prossimo film da regista, Exodus: Gods and Kings, uscirà al cinema il 12 dicembre e vedrà nel cast Christian Bale, Joel Edgerton, Aaron Paul, John Turturro, Sigourney Weaver e Ben Kingsley.

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Ridley Scott produce sei film di genere a Low Budget

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Ridley Scott produce sei film di genere a Low Budget

Ridley Scott produrrà  nel prossimo futuro, attraverso la sua Scott Free, ben sei lungometraggi di genere a basso budget per conto di  Orchard Media e Focus Features International. I film in questione saranno pellicole che spazieranno fra l’Horror, il Thriller e la Fantascienza e verranno girati nell’Irlanda del Nord. A gestire le vendite internazionali ovviamente ci sarà la Focus Features International. Ecco le dichiarazioni di Ridley Scott:

“Il nostro obiettivo è quello di creare una struttura che permette ai registi di spingere i confini dei generi e far così divertire il pubblico.  Il Nostro modello darà   l’opportunità di innovare realmente il cinema attraverso la narrazione, tecniche di produzione e strategie di distribuzione”

Le dichiarazioni del co-presidente di  Focus International,  Alison Thompson:

“C’è un’enorme interessa da parte del mercato per i film di genere a low budget – che in combinazione con il talento di Ridley Scott diventernno imperdibili per i compratori internazionali.”

A produrre insieme al regista di Blade Runner anche Liza Marshall, mentre  Jack Arbus supervisionerà lo sviluppo e la co-produzione. Per Orchard, Billows Chris produrrà e gestire lo sviluppo, mentre Adam Kulick sarà il produttore esecutivo.

Fonte: THR

Ridley Scott potrebbe legare Prometheus a Blade Runner

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All’inizio della sua avventura sulPrometheus, Ridley Scott voleva lagare la storia del suo nuovo film a quella del suo capolavoro fantascientifico Blade Runner. La storia viene riferita in una featurette contenuta nell’edizione Blu-ray di Prometheus, a breve in uscita in Usa e UK. In questa edizione home video ci sarà infatti una lettere, scritta dal magnate Weyland (Guy Pearce), in cui si parla di un magnate molto più vecchio di lui che sostituendosi a Dio, ha creato “abomini genetici spediti poi lontani dalla Terra”, dotati di “finti ricordi”.

I più avvezzi all’universo di Blade Runner possono senza difficoltà riconoscere nel magnate e negli abomini il personaggio di Eldon Tyrell, accecato da Rutger Hauer e i replicanti, dei quali Hauer interpreta un esemplare modello. Tutta la faccenda è abbastanza sospetta, soprattutto se si mette in evidenza che Scott, per interpretare in Prometheus un personaggio vecchissimo, ha scelto un attore giovane come Pearce, dovendo ricorrere poi al trucco.

Insomma gli elementi che fanno pensare che Scott non abbia abbandonato del tutto l’idea ci sono, quello che rende perplessi è la vera necessità di una tale operazione e soprattutto quanto questa cosa sia funzionale al grande capolavoro del 1982 o ad altri film futuri del regista, considerando già l’esito incerto di Prometheus.

Fonte: Comingsoon.it

Ridley Scott porta avanti il progetto su Monopoli

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Ridley Scott porta avanti il progetto su Monopoli

Ridley Scott porta avanti il suo fumoso progetto di un adattamento cinematografico del gioco da tavola Monopoli. A quanto pare Scott si occuperà della regia ed ha trovato gli sceneggiatori che cercheranno di mettere nero su bianco questa storia che sembra in partenza una sfida, se non persa, almeno molto difficile.

Sono Scott Alexander & Larry Karazewski che saranno sicuramente messi a dura prova con questo progetto. Brian Goldner, trai produttori, ha dichiarato che al centro della storia ci sarà una famiglia e i concetti di proprietà e le dinamiche del gioco saranno il nodo fondamentale del film, ma non è “Wall Street”.

Fonte: comingsoon

Ridley Scott per un nuovo adattamento di Flashman

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Ridley Scott per un nuovo adattamento di Flashman

Nuovo progetto in vista per Ridley Scott, impegnato insieme alla Fox e alla Chernin Entertainment di Peter Chernin a sviluppare Flashman, film che si ispira ai romanzi di George MacDonald Fraser, pubblicati a partire dal 1969.

Protagonista del film sarà il personaggio di Sir Harry Paget Flashman, soldato vittoriano apparso per la prima volta nel racconto del 1857 Tom Brown’s School Days e che ha già avuto il volto cinematografico di Malcolm McDowell nella pellicola del 1975 Royal Flash. Il protagonista è un antieroe bugiardo e leccapiedi – la cui travagliata vita sentimentale può essere addirittura paragonata a quella di James Bond che finisce per una combinazione di capacità e fortuna ad essere riconosciuto per il suo eroismo.

Aspettando aggiornamenti su questo nuovo progetto, ricordiamo che il nuovo film di Ridley Scott The Martian, con Matt Damon, uscirà negli Stati Uniti il prossimo 25 novembre.

Fonte: Variety ed Empire online

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