La Hollywood Foreign Press
Association ha annunciato martedì che Tom Hanks
riceverà il Cecil B. deMilleAward alla 77° edizione dei Golden Globes, a
gennaio 2020.
“La Hollywood Foreign Press
Association è orgogliosa di conferire il Premio Cecil B. deMille
del 2020 a Tom Hanks – ha dichiarato il presidente dell’HFPA,
Lorenzo Soria– Per più di tre decenni, ha
affascinato il pubblico con personaggi ricchi e giocosi che abbiamo
imparato ad amare e ammirare. Affascinante come lo è sul grande
schermo, lo altrettanto dietro la macchina da presa come
sceneggiatore, produttore e regista. Siamo onorati di includere Mr.
Hanks con luminari come Oprah Winfrey, George Clooney, Meryl
Streep, Martin Scorsese e Barbra Streisand.”
Il premio, scelto dal consiglio di
amministrazione dell’HFPA, riconosce un individuo che ha avuto un
impatto importante e duraturo sull’industria cinematografica.
Hanks, nominato 15 volte ai Globes, arriverà presto al cinema con
A Beautiful Day in the Neighborhood, film
drammatico prodotto da SONY in cui interpreta il signor Rodgers. Il
film ha fatto immediatamente partire l’Oscar-buzz per quanto
riguarda la performance dell’attore.
Hanks ha vinto il suo primo premio
Oscar nel 1994 per il suo lavoro come avvocato malato di AIDS in
Philadelphia. Ha portato a casa un secondo Oscar
l’anno successivo per la sua iconica interpretazione in
Forrest Gump.
La cerimonia di assegnazione dei
Golden Globes 2020 andrà in onda da costa a costa dal Beverly
Hilton il prossimo 5 gennaio.
Negli anni passati, il premio Cecil
B. deMille è stato assegnato a Robert De Niro, Robin
Williams, Steven Spielberg, Denzel Washington, Jodie
Foster, Sophia Loren e Sidney
Poitier.
Nel 2014, la Sony pensava che
The Amazing Spider-Man 2
fosse un colpo sicuro, un film di successo con dei risultati
garantiti al box office. I vertici dello studio accarezzavano
l’idea di intascare oltre un miliardo dagli incassi del film, per
cui il reparto creativo Sony si mise all’opera, ideando e mettendo
in cantiere molti nuovi progetti.
Quello che non si poteva prevedere,
però, era che il risultato fosse così poco lusinghiero per il film
con Andrew Garfield ed Emma
Stone, tanto che tutti quei progetti legati al mondo di
Spider-Man sono rimasti soltanto progetti, mai effettivamente
realizzati. Ecco 10 di quei progetti che la Sony non ha mai
realizzato:
The Amazing Spider-Man 3
Non sorprende che il
piano originale di un seguito di The Amazing Spider-Man 2 fosse,
effettivamente, The Amazing Spider-Man 3. La Sony prevedeva di
riportare Chris Cooper nei panni di Norman Osborn (probabilmente
per dargli un ruolo più ampio, dato che era stato utilizzato molto
poco in The Amazing Spider-Man 2), mentre la trama si sarebbe
concentrata sui tentativi di Peter Parker di superare dalla morte
di Gwen Stacy. Il dolore per la morte di una persona cara il cu
decesso è da imputare almeno in parte a se stessi è una parte
essenziale del personaggio di Spider-Man; poiché la sua storia di
origine si basa fortemente sull’omicidio di zio Ben, questa idea
poteva essere un tentativo di ridisegnare l’arco narrativo del
personaggio.
Un film sui Sinistri Sei
Il finale di The Amazing
Spider-Man 2 lo ha chiaramente anticipato: la Sony aveva
pianificato di mettere insieme i Sinistri Sei in un futuro film
spin-off, con la regia di Drew Goddard. Si tratta, naturalmente,
della squadra di supercriminali che ha come obbiettivo la
distruzione di Spider-Man, quindi lo spin-off sarebbe stato un
tassello importante per costruire l’universo cinematografico basato
su Spidey che la Sony tentava disperatamente di far decollare.
Realizzato con criterio e competenza, il film sui Sinistri Sei
poteva essere un ottimo contraltare per The Avengers.
Sfortunatamente, non sapremo mai cosa poteva essere (a meno che non
resuscitino il progetto ora che il Peter Parker di Tom Holland si
unirà all’universo Marvel di Sony).
Spider-Man contro i Sinistri
Sei
Secondo il regista Marc
Webb, il film sui Sinistri Sei sarebbe stato realizzato tra The
Amazing Spider-Man 2 e 3, per consentire alla squadra di essere
presentata prima di affrontare Spidey. All’epoca, Webb spiegò:
“Avrebbero fatto un film sui Sinistri Sei prima che noi facessimo
il terzo… Chris Cooper sarebbe tornato e avrebbe interpretato il
Goblin. E poi c’era quel personaggio chiamato Gentleman. Avevamo
alcune nozioni su come farlo, ma penso che forse stavamo pensando
troppo al futuro quando abbiamo iniziato a costruire in quelle
cose.”
Riportare Sam Raimi al timone
Quando un gruppo noto
come Guardiani della Pace ha violato i sistemi informatici di Sony,
un sacco di materiale, comprese e-mail private, è trapelato un
sacco un rete. È stato così rivelato che lo studio si era messo in
contatto con Sam Raimi, discutendo di un suo possibile ritorno al
franchise cinematografico di Spider-Man. Stando alle e-mail rubate,
la Sony avrebbe voluto Raimi al timone di una nuova trilogia, che
poteva essere quelal formata da The Amazing Spider-Man (4, 5 e 6)
che magari esplorava la vita da eroe navigato di Spider-Man.
Un film su Gatta Nera
Mentre Felicia Hardy
sarebbe stata una cattiva nello Spider-Man 4 di Sam Raimi ed è
apparsa brevemente in un cameo come assistente di Norman Osborn in
The Amazing Spider-Man 2 (con il volto di Felicity Jones), dobbiamo
ancora vedere la Gatta Nera al cinema. Quando The Amazing
Spider-Man 2 doveva essere un trampolino di lancio in stile Iron
Man per un vasto universo di film, la Sony stava sviluppando un
film sul personaggio che avrebbe presumibilmente portato la Jones a
riprendere il suo ruolo. Lo studio aveva anche assunto Lisa Joy
(Westworld) per scrivere la sceneggiatura.
Shailene Woodley futura Mary
Jane
Per differenziarsi dalla
trilogia con Tobey Maguire, la serie The Amazing Spider-Man ha
usato Gwen Stacy come interesse amoroso invece che Mary Jane
Watson. In una scena cancellata da The Amazing Spider-Man 2,
Shailene Woodley ha interpretato Mary Jane. Questo avrebbe dovuto
darle un ruolo più importante dal terzo film in poi. All’epoca, si
diceva anche che Peter avrebbe trovato un modo per riportare in
vita le persone e avrebbe usato questa tecnica resuscitare Gwen e
suo padre, il capitano Stacy.
Uno spin-off su Spider-Man
2099
In origine, la Sony ha
messo in cantiere, pe run’uscita nel 2017, uno spin-off con
protagonista la versione Spider-Man 2099 – quello di un futuro
lontano alimentato dalla tecnologia futuristica, con il suo
personale A.I. Poi, Spider-Man 2099 è arrivato sullo schermo nella
bizzarra scena post-crediti di Spider-Man: Un nuovo Universo. È
stato interpretato da Oscar Isaac, il che suggerisce che
ritroveremo il personaggio in qualche altro film, visto che non si
coinvolge una star del calibro di Isaac se non per affidargli un
ruolo di rilievo.
Lo sviluppo dell’arco narrativo del
personaggio di Peter Parker
Andrew Garfield ha detto
che stava lavorando personalmente con gli sceneggiatori per lo
sviluppo dell’arco narrativo di Peter Parker: “In realtà stavo
iniziando a creare idee per il laboratorio con Alex Kurtzman,
incaricato di firmare la sceneggiatura. Abbiamo pensato di iniziare
dal livello di base; il livello fondamentale, cioè dove abbiamo
lasciato Peter e dove vogliamo vederlo andare, tutto secondo
logica. E sapevo che lo avevamo lasciato in questo momento buio
della sua vita, in cui ha appena perso Gwen e crede che sia colpa
sua. Quindi, sì, siamo arrivati a raccontare momenti molto pesanti
ed ero davvero entusiasta di esplorarlo e soprattutto di essere
coinvolto nel processo di costruzione del personaggio.”
Il Venom di Alex Kurtzman
Molto prima che il Venom
con Tom Hardy arrivasse in sala, senza apparenti connessioni con
Spider-Man, la Sony stava lavorando a un film sul SImbionte
ambientato nell’universo di The Amazing Spider-Man, con Alex
Kurtzman sulla sedia di regia. Kurtzman e il suo partner Roberto
Orci stavano lavorando alla sceneggiatura insieme a Ed Solomon.
Kurtzman e Orci hanno avuto alti e
bassi. Ci hanno regalato film quali il reboot di Star Trek, ma
anche il franchise di Transformers. Kurtzman è lo showrunner di
Star Trek: Discovery, ma ha anche diretto l’orribile Mummy con Tom
Cruise. Data l’incostanza del loro lavoro, non possiamo certo
essere sicuri di quale sarebbe stato il risultato di un film su
Venom firmato Kurtzman e Orci.
The Amazing Spider-Man 4
I dirigenti Sony stavano
davvero pianificando il futuro del franchise di The Amazing
Spider-Man, puntando ossessivamente sul successo del secondo film.
Non solo stavano pianificando un numero tre; stavano pianificando
anche il quattro. I dettagli della trama sono sconosciuti, dal
momento che nemmeno The Amazing Spider-Man 3 è stato realizzato.
Quando la data di uscita di The Amazing Spider-Man 3 è stata
rinviata al 2018, la data di uscita di The Amazing Spider-Man 4 è
stata rimossa dal programma a tempo indeterminato. E quando The
Amazing Spider-Man 3 è stato cancellato, ovviamente, anche il
capitolo 4 è sparito con esso.
Arriva in sala il prossimo 26
settembre Yesterday,
l’ultimo film di Danny Boyle, scritto da
Richard Curtis, che è una vera e propria ode
d’amore ai Beatles e alla loro musica.
Era il 6 luglio 1957 quando a Woolton due giovani di Liverpool,
Paul McCartney e John Lennon, si incontrarono per la prima volta.
Da quella stretta di mano la storia della musica venne
completamente riscritta, e ancora oggi intere generazioni di
ascoltatori continuano a cantare a squarciagola e scuotere i
capelli al ritmo della musica dei Beatles. L’onda
della Beatlemania è uno tsunami: tutto prende e tutto avvolge,
investendo di significati nuovi sentimenti universali.
Le loro canzoni danno voce e forma
alle nostre emozioni, sostituendosi a mille, inutili, parole. Forse
è anche per questo se il cinema, le serie televisive e gli spot
pubblicitari hanno da sempre stipulato con la discografia dei Fab
Four un rapporto di reciproco scambio simbiotico; se da una parte
il loro impiego (anche sotto forma di cover, visto i costosi
diritti di utilizzo) ha fatto conoscere la musica dei Beatles alle
nuove generazioni, dall’altra la grandezza delle loro canzoni ha
determinato il successo di un brand, come è successo nel 1987
quando le vendite della Nike sono esplose dopo la
messa in onda di un celebre spot con “Revolution” in
sottofondo.
Ma dove possiamo trovare le musiche
dei Beatles in un oceano così come vasto come quello dell’offerta
tele-cinematografica? Scopritelo qui di seguito.
BECAUSE
È una delle canzoni più trasognanti
dei Beatles. Una forza onirica capace di dialogare direttamente con
il nostro inconscio. Lo sapeva bene Sam Mendes che la usa
nell’iconica scena del suo capolavoro American
Beauty con la giovane Angela (Mena Suvari) immaginata
da Lester (Kevin Spacey) distesa nuda e ricoperta da petali di
rose.
I WANT TO HOLD YOUR
HAND
L’esordio dei Beatles è fatto
perlopiù di canzoni semplici che parlano di desideri, cuori che
battono o amori rotti sul nascere. La timidezza e l’impossibilità
di concretizzare il proprio sentimento di “I Want to hold your
hand” enfatizza gli umori predominanti nella scena a cui fa da
sottofondo (sebbene per pochi secondi) in Mad
Men (nell’episodio “Luoghi Lontani” Don Draper la
fischietta in auto mentre torna a casa). La serie di Matthew Weiner
prende in prestito dalla discografia dei Beatles anche
“Tomorrow never knows” (5×08) pagandola cifre
esorbitanti. Al cinema “I Want To Hold Your Hand” compare nel film
del 2012 Not Fade Away diretto e scritto
dall’ideatore dei Soprano David Chase, mentre in TV è facilmente
riconoscibile nello spot delle merendine Kinder Brioss.
ALL YOU NEED IS
LOVE
Per chi è cresciuto negli anni
Novanta, “All you need is love” vuol dire solo una cosa:
Stranamore. La sigla del programma di Alberto
Castagna è stata il primo approccio di molti alla musica dei
Beatles. Inno all’amore come forma di unione, dallo spot della
Coca-Cola, al più recente contro il fenomeno degli hater promosso
da Sprite (senza dimenticare quello di
Tiffany &co. dove il brano è reinterpretato da
St. Vincent) dove c’è un messaggio di pace e cuori c’è “All you
need is love”. Al cinema la canzone fa la sua comparsa nel film
sull’amore per antonomasia: Love Actually
di Richard Curtis. Oltre a fare da sottofondo al matrimonio tra
Juliet (Keira Knightley) e Peter (Chiwetel Ejiofor), “All you need
is love” è il brano cantato alla recita della piccola Olivia in
Immagina che con Eddie Murphy.
HEY JUDE
Scritta da Paul McCartney per
Julian Lennon (figlio di John) durante la separazione dei suoi
genitori, “Hey Jude” è una canzone sulla paura per l’imminente
rottura famigliare che in Wes Anderson tramuterà in prologo per la
sua fiaba dedicata a un’altra famiglia disfunzionale: quella dei
Tenenbaum. Il brano è qui eseguito dalla Mutato
Muzika Orchestra.
YESTERDAY
È LA canzone dei Beatles. Due
minuti scarsi per un’infinità di emozioni. Inno sulla potenza del
ricordo, il brano nei primi anni Novanta ha fatto da sottofondo
allo spot della pellicola Kodak, capace di
eternare la memoria sotto forma di fotografia. Ma le note di
“Yesterday” fanno da ponte con il passato anche per il personaggio
di Noodle in C’era una volta in America
di Sergio Leone in una delle scene più commoventi del film.
BABY YOU’RE A RICH
MAN
Nel mondo di Mark Zuckeberg, “Baby
you’re a rich man” non è il titolo di un brano; è una
constatazione. Non c’era canzone migliore per chiudere il film di
David Fincher The Social Network. Tra le
mani di Fincher, la richiesta di amicizia inviata da Zukeberg a
Erica, la ragazza che ha dato il via alla costruzione dell’impero
di Facebook, trova dunque nel brano dei Fab Four il suo perfetto
doppio musicale.
BLACKBIRD
I fan di
E.R li riconosci subito: sono quelli che
alle prime note di “Blackbird” pensano immediatamente alla seconda
stagione del loro medical-drama preferito. La canzone che la
dottoressa Susan Lewis intona alla piccola Susie alla fine del
quinto episodio intitolato “Il tesorino della zia” (e già sentito
nella puntata “Maternità” quando Chloe partorisce Susie) è proprio
“Blackbird” dei Beatles.
HERE COMES THE SUN e DRIVE
MY CAR
Tra i brani usciti dalla fucina dei
Beatles, “Drive my car” e “Here comes the sun” sono probabilmente
quelli più utilizzati nel campo della pubblicità. Il primo lo si
può ascoltare nello spot Boss Orange di Hugo Boss
con Sienna Miller e in quello di Q8 Italia. Oltre
che nella pubblicità di Allianz assicurazione (e in quella
di Mark & Spencer del 2012 reinterpretata da Gary Barlow),
il secondo è presente nell’ottavo episodio della serie TV prodotta
e creata da Martin Scorsese e Mick Jagger,
Vinyl.
ACROSS THE
UNIVERSE
Il brano del 1970 non solo ha
ispirato l’omonimo musical di Julie Taymor con Jim Sturgess ed Evan
Rachael Wood, ma ha fatto capolino sul grande schermo già nel 1998
grazie a Fiona Apple che ne ha registrata una cover per il film
Pleasentville con Tobey Maguire e Reese
Witherspoon.
EIGHT DAYS A
WEEK
Nel 2016 Ron Howard porta sugli
schermi un interessante documentario sui Beatles intitolandolo
Eight Days a Week. Il titolo prende
spunto dall’omonima ballad pubblicata nel 1964 che i fan di
Scrubs avranno subito riconosciuto come
il brano eseguito dai “The Butties” al matrimonio di Carla e
Turk.
Tenete dunque le orecchie sempre
all’erta perché quando meno ve lo aspettate, ecco che le voci di
Paul, John, Ringo e George vi colpiranno al cuore. Perché non c’è
film, da Atomica Bionda (“Hey Bulldog”) a
Yes Man (“Cant’ buy me love”) passando
per Rain Man (“I Saw Her Standing There”)
e Una pazza giornata di vacanza (“Twist
and Shout”), o serie TV (Glee con “Hello Goodbye”) e spot che
resista alla Beatlemania.
Personaggio carismatico e non privo
di contraddizioni, l’Iron Man ritratto da
Robert Downey
Jr. nel MCU è stato il leader indiscusso
delle prime tre fasi dell’universo cinematografico, ma a volte il
suo carattere l’ha spinto a compiere azioni non proprio nobili. Lo
stesso accade nei fumetti, dove l’eroe si è reso protagonista di
fatti spiacevoli…
Ecco di seguito i più importanti:
Ha mentito sulla sua identità
Nel MCU l’identità di Iron
Man viene subito resa pubblica, mentre nei fumetti le cose
sono andate diversamente. Per anni Tony si nascosto dietro l’idea
che il personaggio “misterioso” fosse la sua “guardia del corpo” in
oltre quarant’anni di storie a fumetti.
Ha dato la sua armatura a qualcuno
con un trauma cerebrale
Per la prima metà della sua carriera
la più grande preoccupazione di Tony Stark era l’idea di rischiare
costantemente la vita ogni volta che andava in battaglia. Di sicuro
era più ricco, più intelligente e più potente di tutti i suoi
avversari, ma ciò che l’aveva reso Iron Man gli aveva anche
lasciato un cuore fragile, e per questo motivo decide ad un certo
punto di donare la sua armatura a Eddie March, un
pugile fisicamente idoneo ma con troppi traumi cerebrali per
sopportare il peso del compito…
Extremis
Tony Stark è riuscito a sopravvivere
ad AXIS trasformandosi nell’opposto di tutto ciò che era stato,
ricominciando a vendere armi al miglior offerente e persino
presentando al pubblico una nuova versione della tecnologia
EXTREMIS in grado di ricablare il corpo di una
persona per apparire e pensare come voleva.
Ha ucciso un dignitario
straniero
Durante la prima spirale di
alcolismo di Tony Stark raccontata in “Demon in a
Bottle“, il personaggio abbassa la guardia abbastanza da
permettere a Justin Hammer di ottenere il
controllo dell’armatura usando l’ “Hypersonic Scan Transmitter”.
Grazie a questo dispositivo, Hammer è in grado di accedere in
remoto a parti dell’armatura di Iron Man, e frustrato a causa del
modo in cui la Stark Industries stava battendo la concorrenza,
costringe l’eroe a uccidere un dignitario straniero.
Ha lavorato con Kang il
conquistatore
Nel corso della sua storia
editoriale Iron Man si è trovato dalla parte opposta ai suoi vecchi
compagni Vendicatori lavorando come agente segreto per Kang
il Conquistatore, e al termine di un lungo decennio di
battaglie, Stark perde la vita.
Ha finto la sua morte
Dopo essere stato colpito durante
uno scontro, il corpo di Tony Stark inizia a
sgretolarsi a causa di un uso costante della tecnologia e comunica
a tutti di essere corto. Nel frattempo però i medici hanno trovato
un modo per risolvere il problema permettendogli di guarire; il
problema è che Tony si era rifiutato di dirlo ai suoi amici…
Altre bugie
Quando Tony scopre che i disegni
della sua armatura sono stati rubati e distribuiti ad altre
persone, decide di correrei ai ripari costringendo chiunque usasse
quei progetti a fermarsi fondendo in quelle armature alcune scorie
di tecnologia speciale. Molti dipendenti della Stark Industries
vengono licenziali, con il personaggio che continua a lavorare come
Iron Man pur falsificando la sua morte…
Ha sostenuto il superhero
registration act
Di tutte le scelte contestabili
fatte da Iron Man, quella di firmare il superhero
registration act è stata forse una delle peggiori. Fidarsi
del governo gettando in prigione i suoi compagni supereroe senza
una procedura adeguata, portando alla morte di Capitan America e
compromettendo la sua tecnologia durante un tentativo di invasione
degli Skrull…insomma, nulla di buono è scaturito da quella
decisione.
Ha ucciso alcune intelligenze
artificiali senzienti
In uno dei fumetti di Iron Man più
recenti Tony prima rivela che potrebbe essere lui stesso
un’Intelligenza Artificiale, poi finisce con un gruppo di
intelligenze artificiali senzienti adirate fuori dal suo quartier
generale. La battaglia esplode e l’eroe si scaglia contro gli
avversari, finendo per ucciderli tutti.
Ha spedito Hulk nello spazio
Spedire Hulk nello
spazio non è stata, in fondo, una cattiva idea, ma su questo punto
molti fan potrebbero non essere d’accordo. Nel corso della storia
Marvel diversi personaggi non sono
stati in grado di controllare il carattere del gigante di giada che
ha causato milioni di danni, ma l’aspetto peggiore della decisione
di Tony è l’averlo mandato in un posto sperduto dal quale è tornato
più arrabbiato che mai…
Sarà Il Traditore di
Marco Bellocchio a rappresentare l’Italia nella
corsa alla nomination agli Oscar 2020 per il
miglior film straniero. La Commissione riunita all’Anica ha scelto
il film che ha incassato quasi cinque milioni di euro al botteghino
e ha trionfato ai Nastri d’argento con sette premi, dopo il debutto
internazionale al Festival
di Cannes 2019.
Il Traditore di
Bellocchio ha sbaragliato una concorrenza di tutto rispetto,
formata da Martin Eden di Pietro
Marcello, La
paranza dei bambini di Claudio
Giovannesi, Il
primo Re di Matteo Rovere
e Il vizio
della speranza di Edoardo De
Angelis. Ma la vera sfida comincia ora, perché per
arrivare nella cinquina finale che concorrerà alla statuetta per il
Miglior Film Straniero (che manca dall’Italia dal 2014, anno de
La Grande Bellezza), il film con Pierfrancesco
Favino dovrà scontrarsi con Dorol y
Gloria di Pedro Almodovar, per la
Spagna, e Parasite, di Bong
Joon-ho per la Corea del Sud, tra gli altri.
Le nomination agli Oscar verranno
annunciate il prossimo 13 gennaio, mentre la cerimonia dei 92°
Academy Awards si svolgerà a Los Angeles il 9 febbraio 2020.
Ecco le proposte di tutte le altre Nazioni:
Albania: The Delegation di Bujar Alimani
Algeria: Papicha di Mounia Meddour
Argentina: La odisea de los giles di Sebastián Borensztein
Austria: Joy di Sudabeh Mortezai
Bangladesh: Alpha di Nasiruddin Yousuff
Belgio: Nuestras madres di César Díaz
Bolivia: Tu me manques di Rodrigo Bellott
Bosnia e Herzegovina: The Son di Ines Tanović
Brasile: La vita invisibile di Eurídice Gusmão di Karim Aïnouz
Bulgaria: Ága di Milko Lazarov
Cambogia: In the Life of Music di Caylee So, Sok Visal
Canada: Antigone di Sophie Deraspe
Cile: Araña di Andrés Wood
Colombia: Monos di Alejandro Landes
Corea del Sud: Parasite di Bong Joon-ho
Costa Rica: El despertar de las hormigas di Antonella Sudasassi
Croazia: Mali di Antonio Nuić
Cuba: Un Traductor di Rodrigo Barriuso, Sebastián Barriuso
Ecuador: La mala noche di Gabriela Calvache
Egitto: Poisonous Roses di Fawzi Saleh
Estonia: Truth and Justice di Tanel Toom
Etiopia: Running Against the Wind di Jan Philipp Weyl
Filippine: Verdict di Raymund Ribay Gutierrez
Finlandia: Stupid Young Heart di Selma Vilhunen
Francia: Les Misérables di Ladj Ly
Georgia: Shindisi di Dito Tsintsadze
Germania: System Crasher di Nora Fingscheidt
Ghana: Azali di Kwabena Gyansah
Giappone: Weathering with You di Makoto Shinkai
Grecia: When Tomatoes Met Wagner di Marianna Economou
Hong Kong: The White Storm 2 — Drug Lords di Herman Yau
India: Gully Boy di Zoya Akhtar
Indonesia: Memories of My Body di Garin Nugroho
Iran: Finding Farideh di Kourosh Ataee, Azadeh Moussavi
Israele: Incitement di Yaron Zilberman
Italia: Il traditore di Marco Bellocchio
Kenya: Subira di Ravneet Sippy Chadha
Kosovo: Zana di Antoneta Kastrati
Kyrgyzstan: Aurora di Bekzat Pirmatov
Lettonia: The Mover di Dāvis Sīmanis
Lituania: Bridges of Time di Kristine Briede, Audrius Stonys
Macedonia del Nord: Honeyland di Tamara Kotevska, Ljubomir
Stefanov
Marocco: Adam di Maryam Touzani
Messico: La camarista di Lila Avilés
Montenegro: Neverending Past di Andro Martinovic
Nepal: Bulbul di Binod Paudel
Norvegia: Out Stealing Horses di Hans Petter Moland
Olanda: Instinct di Halina Reijn
Pakistan: Laal Kabootar di Kamal Khan
Palestina: It Must Be Heaven di Elia Suleiman
Panama: Todos Cambiamos di Arturo Montenegro
Peru: Retablo di Alvaro Delgado-Aparicio
Polonia: Corpus Christi di Jan Komasa
Portogallo: A Herdade di Tiago Guedes
Repubblica Ceca: The Painted Bird di Václav Marhoul
Repubblica Dominicana: El proyeccionista di José María Cabral
Romania: La Gomera di Corneliu Porumboiu
Serbia: King Peter of Serbia di Petar Ristovski
Slovacchia: Let There Be Light di Marko Škop
Slovenia: History of Love di Sonja Prosenc
Spagna: Dolor y gloria di Pedro Almodóvar
Sud Africa: Knuckle City di Jahmil X.T. Qubeka
Svezia: And Then We Danced di Levan Akin
Svizzera: Wolkenbruch’s Wondrous Journey Into the Arms of a Shiksa
di Michael Steiner
Taiwan: Dear Ex di Mag Hsu, Hsu Chih-yen
Thailandia: Inhuman Kiss di Sitisiri Mongkolsiri
Tunisia: Dear Son di Mohamed Ben Attia
Turchia: Commitment di Semih Kaplanoğlu
Ucraina: Homeward di Nariman Aliev
Uganda: Kony: Order from Above di Steve T. Ayeny
Ungheria: Those Who Remained di Barnabás Tóth
Uruguay: Así habló el cambista di Federico Veiroj
Venezuela: Yo, imposible di Patricia Ortega
Il film di apertura del 37° Torino
Film Festival (22 – 30 novembre 2019) sarà Jojo
Rabbit di Taika Waititi, il
regista neozelandese autore di Thor: Ragnarok e del
mockumentary vampirico What We Do in the
Shadows, con il quale vinse il premio per la
migliore sceneggiatura al Torino Film Festival 2014.
Tratto dal
romanzo Caging Skies di
Christine Leunens, il nuovo film di Waititi è una
satira sferzante e spiazzante del nazismo e dei suoi miti. Racconta
la storia di un ragazzino di 10 anni che vive a Vienna con la mamma
vedova durante gli ultimi anni del nazismo: Jojo Betzler è un
bambino dolce e un po’ timido, con un grande amico paffutello e
occhialuto, insieme al quale vuole diventare un perfetto giovane
nazista. Perché Jojo ha un idolo, Adolf Hitler, che ha trasformato
in un amico immaginario.
Interpretato dallo stesso Waititi
(nella parte dell’Hitler immaginario), dal giovanissimo Roman
Griffin Davis, da Scarlett Johansson (la mamma di
Jojo) e Sam Rockwell (l’ufficiale istruttore del
campo per i giovani hitleriani), il film ha vinto
il People’s Choice Award all’ultimo
Festival di Toronto.
“Jojo Rabbit sta in perfetto
equilibrio tra satira e dramma: rilegge una mostruosità della
Storia con gli occhi di un bambino, ma senza piangersi addosso
– dichiara Emanuela Martini, direttore del
Torino Film Festival – affonda colpi dolorosi ed emerge da
situazioni drammatiche con irresistibile humor nero, mescola i
Beatles alle parate naziste con una freschezza irridente. Fa ridere
e fa pensare”.
Jojo
Rabbit uscirà nelle sale cinematografiche
italiane il 23 gennaio 2020 distribuito da 20th Century Fox
Italia.
Justice League: Mortal avrebbe
stabilito un nuovo standard per i film di supereroi. Il progetto,
che doveva essere diretto da George Miller non ha
poi visto la luce, e il risultato è stato che la Lega della
Giustizia così voluta e pensata dal regista di Mad Max:
Fury Road è stata completamente accantonata.
Il lavoro però era andato ben oltre
la progettazione semplice iniziale, visto che di continuo spuntano
concept, storyboard e progettazioni di intere sequenze del film che
non vedremo mai. Nel progetto di George Miller, il
ruolo di Batman era stato affidato ad Armie Hammer
e in occasione del Batman Day, sono spuntati alcuni concept che
erano stati realizzati per questa versione del Cavaliere
Oscuro.
Questa versione del costume
dell’Uomo Pipistrello è diversa da qualsiasi altra cosa sia mai
stata vista prima, e lo stesso Hammer dichiarò: “Hanno
costruito un’intera tuta idraulica funzionante che aveva microfoni
interni in modo da poter sentire tutto ciò che accadeva intorno a
me.”
Sarebbe stato fantastico vedere
questo film diventare una realtà, ed è un peccato che non si siano
mai create le condizioni adatte affinché questo progetto prendesse
vita. L’adattamento della DC Comics avrebbe sicuramente avuto
alcune libertà rispetto al materiale originale, ma Hammer ha anche
affermato che una battaglia tra Batman, Superman e Wonder Woman avrebbe portato alla distruzione
delle città – qualcosa che poteva non andare troppo a genio ai fan
dei fumetti (come ha dimostrato Man of Steel).
La leggenda di Hollywood
Burt Reynolds doveva prendere parte al film,
tuttavia l’attore è morto prima di poter girare le sue scene. Il
ruolo scelto da Tarantino era quello di George Spahn, il
proprietario del ranch dove vivono i membri della Manson family,
poi assegnato a Bruce Dern. L’omaggio resta
attraverso il cameo di Rick Dalton in F.B.I., un personaggio
originariamente interpretato da Reynolds.
Debra Tate
La sorella di Sharon Tate,
Debra, aveva comprensibili riserve sul film ma
alla fine, dopo aver letto la sceneggiatura, ha dato la sua
benedizione, visitato il set e portato alcuni dei gioielli di
Sharon per farli indossare da Margot Robbie durante le riprese.
La finta sinossi
Le informazioni diffuse da
Wikipedia prima dell’uscita del film hanno
inventato una trama mai esistita, con un finale del tutto falso e
più ridicolo, dove gli assassini inviati da Charles Manson
irrompevano nella casa di Sharon Tate e Bruce Lee, Cliff e Rick che
si presentavano in soccorso delle vittime. Inoltre, Sharon avrebbe
messo in mostra la sua abilità nelle arti marziali per attaccare i
nemici.
Damon Herriman
Damon Herriman ha
interpretato Charles Manson in pochissime scene del film di
Tarantino ma è tornato protagonista nello stesso ruolo grazie alla
seconda stagione di Mindhunter, la serie prodotta
da Netflix uscita quest’anno.
Gli attori tagliati dal film
L’elenco del cast è infinito, e
conta tantissime leggende di Hollywood, ma ciò non ha impedito a
Tarantino di tagliare (forse per motivi di tempo e spazio) alcuni
attori come James Marsden e Tim
Roth. Marsden interpretava Burt Reynolds, mentre Roth un
maggiordomo.
Roman Polanski
A causa di questioni legali,
Roman Polanski non ha mai incontrato Tarantino in
America; al suo posto, per parlare con il regista della
sceneggiatura, è arrivato in soccorso un suo caro amico, approvando
il progetto a nome dell’autore polacco.
Hell River
Uno dei film immaginari in recita
Rick Dalton è The 14 Fists of McCluskey, di cui
vediamo un breve frammento all’inizio di C’era una volta
a…Hollywood. Per realizzare questa scena Tarantino ha sfruttato
vecchi footage tratti da Hell River, pellicola sui
partigiani in Jugoslavia interpretato da Adam West, il Batman della
serie tv degli anni 60.
Telefoni banditi sul set
Come confermato dall’attore
Timothy Olyphant, sul set del film sono stati
banditi tutti i telefoni, e chiunque fosse stato sorpreso a usare
il proprio dispositivo sarebbe stato immediatamente licenziato
dalla produzione. Questo con lo scopo di eliminare qualsiasi
distrazione e facendo concentrare il cast sul compito da
svolgere.
Il combattimento di Bruce Lee
La rappresentazione di
Bruce Lee nel film è stata al centro di alcune polemiche della
figlia della star, ma a quanto pare l’idea originale per il
combattimento fra Lee e Cliff vedeva lo stuntman vittorioso. Più
tardi la scena venne cambiata in corso d’opera rappresentando il
pareggio tra i due avversari.
Tarantino vs leak
Stavolta, al contrario dei film
precedenti, Quentin Tarantino ha fatto in modo che
nessun dettaglio della trama venisse diffuso prima dell’uscita
nelle sale, e solo una manciata di persone è stata autorizzata a
leggere la sceneggiatura in anticipo.
Volto noto in Francia, l’attore
Louis Garrel si è negli anni costruito la fama di
attore eclettico e capace di adattarsi a differenti tipi di
personaggi e generi. Nato come attore, Garrel ha poi compiuto anche
il salto dietro la macchina da presa, dimostrando ulteriormente le
sue competenze e la sua capacità di rinnovarsi.
Ecco 10 cose che non sai di
Louis Garrel.
Louis Garrel carriera
1 I film. La
celebrità apre le sue porte all’attore quando questi interpreta uno
dei protagonisti nel film The Dreamers di Bernardo
Bertolucci, nel 2003. Successivamente l’attore prende parte a film
quali Ma mère (2004), Les chansons d’amour
(2007), Actrices (2007), Le Belle Personne
(2008), Les amours imaginaires (2010), Un castello in
italia (2013), Mon roi
(2015), Due amici (2015), Planetarium
(2016), dove recita accanto all’attrice Natalie
Portman, Il mio
Godard (2017), L’uomo fedele (2018), L’ufficiale e la
spia (2019) e Piccole donne (2019).
2 Regista e
sceneggiatore. Dopo aver partecipato a numerosi film
altrui, Garrel ha infine scritto e diretto due suoi lungometraggi,
intitolati Due amici e L’uomo fedele. In questi,
Garrel figura anche come protagonista.
Louis Garrel famiglia e vita
privata
3 È figlio d’arte.
L’attore è figlio del noto regista Philippe
Garrel, grazie al quale ha compiuto il suo debutto
cinematografico all’età di 6 anni nel film Les Baisers de
secours. Padre e figlio hanno poi collaborato ad altri cinque
film insieme.
4 Ha avuto una relazione con
Valeria Bruni Tedeschi. L’attore ha avuto per diversi anni
una storia d’amore con l’attrice protagonista di La pazza
gioia, di Paolo Virzì. Garrel ha anche
recitato nei film Actrices e Un castello in
Italia, diretti proprio dalla Tedeschi. Insieme i due hanno
anche adottato una bambina di origine senegalese. In seguito si
sono separati senza richiamare le attenzioni della stampa.
5 È sposato. Dal
2015 l’attore è sentimentalmente legato alla modella e attrice
francese Laetitia Casta, con la quale si è poi sposato
nel giugno del 2017 in Corsica.
Louis Garrel social network
6 Non ha profili
personali. L’attore si è più volte dichiarato non
interessato al mondo dei social network, affermando di non avere
profili né su Instagram né su Facebook. Esistono tuttavia alcune
fanpage dedicate all’attore, all’interno delle quali è possibile
trovare le ultime novità riguardanti l’attore.
Louis Garrel Christophe Honoré
7 Hanno all’attivo numerose
collaborazioni. Il regista francese Christophe Honoré è
certamente uno di quelli che ha saputo meglio valorizzare il
talento di Garrel. I due infatti hanno collaborato insieme a ben 6
film: Ma mère, Dans Paris, Les Chansons d’amour, La Belle
Personne, Non ma fille, tu n’ira pas danser, Les
Bien-Aimés.
Louis Garrel premi e
nomination
8 Ha vinto un César
Award. L’attore è stato nominato per ben 4 volte ai
prestigiosi César Awards, riportando una vittoria alla sua prima
nomination, avvenuta nel 2006 per il film Les amants
réguliers. Successivamente è stato nominato come miglior
attore non protagonista per i film Sain Laurent e Mon
roi. È stato invece nominato nuovamente nel 2018 come miglior
attore per Il mio Godard.
Louis Garrel L’uomo fedele
9 Si è ispirato ai suoi
modelli francesi. Nel girare il suo secondo film,
L’uomo fedele, l’attore ha dichiarato di essersi ispirato
ai film francesi da lui sempre amati, cercando attraverso il
rapporto tra i personaggi di rappresentare il meglio del cinema del
suo paese, puntando non tanto sui grandi eventi ma sulle piccole
variazioni.
Louis Garrel età e altezza
10 Louis Garrel è nato a
Parigi, in Francia, il 14 giugno 1983. L’altezza
complessiva dell’attore è di 183 centimetri.
Il nuovo corso dell’universo
cinematografico DC e la sua continua evoluzione sta prendendo
piuttosto interessanti (il Joker di Todd Phillips
lo dimostra, pur non essendo propriamente parte del discorso
condiviso), e all’inizio del 2020 sapremo se questa svolta creativa
porterà o meno i suoi frutti. Gli occhi sono quindi puntati su
Birds of
Prey, spin-off di Suicide Squad che vede protagonista la Harley
Quinn di Margot
Robbie insieme ad altre amate eroine dei fumetti, tra
cui anche Helena Bertineli aka Cacciatrice interpretata sullo
schermo da Mary Elizabeth Winstead.
Ed è infatti l’attrice a parlare del
film e con cosa si confronterà il pubblico una volta in sala
nell’intervista concessa a TotalFilm:
“Aspettatevi un’esperienza
davvero divertente, un po’ selvaggia e assolutamente unica. Ogni
giorno che eravamo lì sul set ci sembrava di essere dentro qualcosa
di strano e diverso da ogni altro film che io abbia mai visto in
questo genere. È stato incredibilmente eccitante prenderne parte,
abbiamo lavorato sodo e ci siamo divertiti tantissimo“.
“Le protagoniste sono tutte
donne e sinceramente divertenti e bizzarre“, aveva commentato
la Winstead lo scorso maggio. “Sembra di essere negli anni ’90,
ma nella migliore accezione“.
Birds Of Prey: tutto quello che non sapete
sul film
Birds of
Prey (and the fantabulous emancipation of one Harley
Quinn) arriverà nelle sale il 7
febbraio 2020. Nel cast Margot
Robbie, che riprenderà il ruolo
di Harley Quinn, Mary Elizabeth
Winstead, Jurnee Smollett-Bell (rispettivamente
Cacciatrice e Black Canary), Rosie
Perez (Renee Montoya), Ella Jay
Basco (Cassandra Cain) e Ewan
McGregor (Maschera Nera).
La prima sinossi del film riporta:
Dopo essersi separata da Joker,
Harley Quinn e altre tre eroine – Black Canary, Cacciatrice e Renee
Montoya – si uniscono per salvare la vita della giovane Cassandra
Cain da un malvagio signore del crimine.
Si avvicina sempre più l’uscita in
sala di Zombieland –
Doppio Colpo, prevista per il prossimo 14
novembre, e cominciano ad essere diffusi diversi spot promozionali
del film che vedrà tornare Jesse
Eisenberg, Woody
Harrelson, Emma
Stone e Abigail
Breslin alle prese con l’Apocalisse Zombie.
Ecco di seguito un nuovo esilarante
spot:
https://www.youtube.com/watch?v=AY4A9VCoit0
Nel cast torneranno i veterani
Jesse Eisenberg, Woody
Harrelson, Emma
Stone e Abigail
Breslin riprendendo i rispettivi ruoli del film
originale, mentre le new entry sono Zoey Deutch e
Dan Aykroyd.
La sceneggiatura è stata firmata da
Dave Callaham (Godzilla, Wonder Woman 1984) con Paul Wernick e
Rhett Reese (Deadpool, Deadpool 2), mentre le riprese
si sono svolte nei mesi scorsi a Los Angeles. Per quanto riguarda
la trama – ancora avvolta nel mistero – sappiamo che dovrebbe
riprendere le sorti dei quattro protagonisti (Columbus, Tallhassee,
Witchita e Little Rock) immersi in un mondo dove l’apocalisse
zombie si è evoluta.
Secondo lungometraggio firmato da
Ari Aster (dopo il sorprendente esordio di
Hereditary), Midsommar – Il
villaggio dei dannati è un intenso e allucinato thriller ambientato in Svezia grazie al quale il
regista riflette su varie tematiche come l’emancipazione femminile
e la tossicità dei rapporti nell’era contemporanea. Durante il
prologo la sorella della protagonista interpretata da
Florence Pugh muore suicida e a quanto pare il
“ricordo” di questo trauma viene ribadito durante una scena
particolare del film ma in un modo del tutto
inaspettato.
Su Twitter, uno spettatore ha
infatti individuato un inquietante easter egg sullo sfondo della
sfilata delle Hargas che portano a cena Dani sollevandola su una
piattaforma, e se fate attenzione alla parte sinistra
dell’immagine, noterete quello che è chiaramente un volto disegnato
tra gli alberi: si tratta nientemeno che della sorella morta della
ragazza e lo conferma il dettaglio del tubo di scarico che le cade
dalla bocca.
A quanto pare la sagoma è stata
disseminata in più sezioni del film…ma quanti di voi se ne erano
accorti?
Uscito nelle nostre sale lo scorso
25 luglio, Midsommar – Il villaggio dei dannati vede nel
cast Florence Pugh (che prossimamente tornerà al
cinema nel film su Vedova Nera), Jack Reynor,
William JacksonHarper e
Will Poulter.
Sempre a luglio il regista Aster ha
annunciato che il montaggio finale del film è privo di circa 80
minuti di girato e che sta lavorando ad una director’s cut da
distribuire insieme all’edizione homevideo che conterrà 30 minuti
aggiuntivi rispetto alla versione cinematografica.
Di seguito la sinossi:
La studentessa universitaria
afflitta dall’ansia Dani Ardor subisce un trauma emotivo dopo che
la sorella bipolare commette un suicidio apparente, uccidendo i
propri genitori e se stessa. L’incidente mette a dura prova la
relazione di Dani con il suo fidanzato emotivamente distante,
Christian Hughes, uno studente magistrale in antropologia. L’estate
seguente, Dani apprende che Christian e i suoi amici, Mark e Josh,
sono stati invitati dal loro amico svedese, Pelle, a partecipare a
una festa di mezza estate che si tiene solo una volta ogni
novant’anni nella comune ancestrale di Pelle, l’Hårga, nella
regione dell’Hälsingland in Svezia…
Parte della trasformazione di
Joaquin
Phoenix in Arthur Fleck, l’uomo che diventerà Joker nel film diretto
da Todd Phillips e vincitore del Leone d’oro
a Venezia, passa per il fisico, visibilmente dimagrito rispetto
allo stato “normale” dell’attore: per calarsi nei panni del
personaggio infatti, Phoenix ha dovuto perdere più di 20 chili, una
sfida affrontata con la massima professionalità che ha dato i suoi
frutti. Sullo schermo il protagonista è irriconoscibile, con il
viso scavato e i contorni spigolosi, rendendo l’esperienza del
racconto ancora più dolorosa e drammatica.
Non tutti sanno però che
inizialmente l’idea di Phoenix era quella di ingrassare, portando
Arthur a diventare sovrappeso invece che quasi scheletrico, e le
ragioni sono state spiegate in un’intervista con Cinemablend:
“Mi sembrava che sarebbe stato
più semplice. Ho fatto delle ricerche per quanto riguardava i
farmaci e gli effetti collaterali della perdita di peso, inoltre
credo che sia sia qualcosa di fottutamente tragico nell’assumere un
farmaco perché non ti senti al passo con il mondo, e poi ci sono le
conseguenze…quindi sono andato da Todd dicendo: “Penso che dovremmo
mostrare qualcosa di drastico basandoci sulla realtà e penso che
valga davvero la pena di esplorare l’idea di un uomo grasso. Avevo
già affrontato il processo inverso e sapevo quanto facesse schifo!
Non volevo farlo di nuovo, ma Todd, che è una persona davvero
intelligente, mi ha convinto a fare il contrario“.
Vi ricordiamo
che Joker vede nel cast
anche Zazie Beetz, Frances
Conroy, Brett
Cullen, Dante
Pereira-Olson, Douglas
Hodge e Josh Pais e che
arriverà nelle sale il 4 ottobre 2019, come
ufficializzato nelle ultime settimane dalla Warner Bros.
Contrariamente alle altre
apparizioni del personaggio
nei Batman di Tim
Burton, nella trilogia del Cavaliero
Oscuro di Christopher
Nolan e in Suicide
Squad, Joker sarà
ambientato negli anni Ottanta e racconterà l’evoluzione di un uomo
ordinario e la sua trasformazione nel criminale che tutti
conosciamo.
“Ho amato il Joker di The Dark
Knight, e anche quello di Jared Leto di Sucide
Squad che è venuto dopo, così come il ritratto di Jack
Nicholson“, ha dichiarato Phillips parlando dei
possibili riferimenti alle vecchie versioni del clown principe del
crimine e dell’eredità che il suo Joker si porta dietro. “Negli
Stati Uniti, i fumetti sono il nostro Shakespeare, e come esistono
varie versioni dell’Amleto, così noi potremmo offrire varie
versioni di Joker in futuro.” “Onestamente non riusciamo
ancora a credere alla vittoria di Venezia. Ci vorrà del tempo per
realizzare“, ha commentato il regista nell’intervista con
Variety.
Apprezzato per i suoi ruoli comici,
ma anche per quelli più impegnati, l’attore Jake
Johnson si è negli anni costruito una solida carriera
grazie alla partecipazione ad alcune serie TV di successo come ad
alcuni film che gli hanno permesso di raggiungere il grande
pubblico. Negli anni Johnson ha dimostrato di sapersi rinnovare,
affermandosi come una personalità eclettica e talentuosa.
Ecco 10 cose che non sai di
Jake Johnson.
Jake Johnson carriera
1 I film. La
carriera cinematografica dell’attore ha inizio nel 2008 con il film
Redbelt, film d’azione diretto da David
Mamet. Successivamente prende parte ai film In viaggio
con una rock star (2010), Amici, amanti e… (2011),
21 Jump Street (2012), Drinking Buddies (2013),
Cattivi
vicini (2014), Un tranquillo weekend di mistero
(2015), Jurassic
World (2015), La mummia
(2017), dove recita insieme a Tom
Cruise, Prendimi! (2018).
2 Le serie TV.
Altrettanto variegata è la carriera televisiva dell’attore, che
partecipa negli anni a serie come Curb Your Enthusiasm
(2007), The Unit (2007), Lie to Me (2009), e
Drunk History (2010-2015). Dal 2011 al 2018 ricopre il
ruolo di Nick Miller nella serie New Girl, che gli
permette di ottenere un ottimo riscontro di critica e pubblico. Nel
2019 viene scelto come membro del cast principale per la serie
Stumptown, dove reciterà accanto all’attrice Cobie
Smulders.
3 Il doppiaggio.
L’attore si è negli anni dedicato anche al doppiaggio, prestando la
sua voce a film d’animazione quali The LEGO Movie (2014) e
Spider-Man – Un nuovo
universo (2018). Ha inoltre doppiato alcuni episodi della
serie animata Bojack Horseman.
Jake Johnson Instagram
4 Ha un account
personale. L’attore è presente su Instagram con un proprio
profilo verificato, seguito da un milione di persone. All’interno
di questo l’attore è solito condividere fotografie scattate in
momenti di svago in compagnia di amici e colleghi, ma non mancano
anche foto promozionali dei progetti a cui l’attore prende
parte.
Jake Johnson vita privata
5 È sposato.
L’attore è molto riservato riguardo la sua vita privata, in
particolare non condividendo questa sui propri social network.
Tuttavia è risaputo che dal 2006 l’attore è sposato con Erin Payne,
di cui però si hanno poche notizie. I due infatti conducono una
vita lontana dai riflettori e dalla mondanità.
Jake Johnson New Girl
6 Gli fu chiesto di perdere
peso. Quando l’attore fu scelto per il ruolo di Nick
Miller, la produzione gli chiese di perdere almeno sette chili, non
apprezzando particolarmente il suo fisico. Johnson tuttavia non
riuscì a dimagrire come avrebbe voluto, e quando le riprese
iniziarono aveva ancora un aspetto rotondetto. Questa sua fisicità
tuttavia contribuì al successo del personaggio, grazie al suo corpo
così “comune”.
7 Ha dimostrato di saper
cantare. L’attore si è rivelato essere un eccellente
cantante quando durante la serie si è trovato a dover esibire
questa abilità. Un talento tenuto nascosto che produttori e membri
del cast hanno sempre cercato di incoraggiare, descrivendo la sua
come una voce angelica.
8 Le sue espressioni
facciali gli hanno garantito il successo. Durante le prime
puntate della prima stagione, il personaggio di Johnson non aveva
molte battute, e le attenzioni si concentravano sui personaggi di
Zooey Deschanel e Max Greenfield. In più di una circostanza
Johnson si trovò così a dover soltanto presenziare sulla scena. Per
non rimanere senza far nulla, l’attore iniziò tuttavia ad
improvvisare una serie di buffe espressioni facciali. Accortisi
della cosa, gli autori decisero di concedere uno spazio maggiore al
personaggio.
Jake Johnson Stumptown
9 Reciterà accanto a
Cobie Smulders. Terminata l’avventura di New
Girl, l’attore è pronto a iniziarne una nuova, recitando nella
serie Stumptown. Johnson si troverà così a collaborare con
un’altra grande attrice televisiva, Cobie Smulders, meglio nota come la Robin di
How I Met Your Mother.
Jake Johnson età e altezza
10 Jake Johnson è nato a
Evanston, nell’Illinois, Stati Uniti, il 28 maggio 1978.
L’altezza complessiva dell’attore è di 176 centimetri.
Abbiamo finalmente nuovi
aggiornamenti sul cast di The
Batman, il film di Matt Reeves che
vedrà protagonista nei panni del crociato di Gotham Robert
Pattinson, e sarebbero due i nomi coinvolti nel progetto
secondo quanto riportato dall’Hollywood Reporter e Deadline: il
primo è Jeffrey Wright, che interpreterà il
commissario Jim Gordon (la notizia delle
trattative è stata poi confermata da lui stesso su Twitter, come
potete vedere qui sotto), mentre il secondo è Jonah
Hill, che dovrebbe ancora firmare con la Warner Bros per
un ruolo ancora misterioso.
The Wrap sostiene che
la star di Suxbad e The Wolf of Wall Street sia
il candidato perfetto per il personaggio
dell’Enigmista, ma nulla esclude che lo studio
possa averlo considerato per il ruolo di Pinguino.
Entrambi i villain dovrebbero comparire nel film insieme a Catwoman
e Firefly.
Kevin Smith ha fatto trapelare
durante l’ultimo episodio del podcast Fatman Beyond Podcast che il
cinecomic dovrebbe adattare sul grande schermo il fumetto
“The Long Halloween”, scritto da Jeph Loeb e disegnato da Tim Sale che segue
il crociato di Gotham durante le sue prime esperienze da detective.
Ricca di colpi di scena, la run presentava diversi dei nemici più
iconici di Batman, descrizione che sembra coincidere con i rumor
legati all’introduzione di quattro antagonisti della galleria
classica.
“The Batman esplorerà un caso di
detective“, scrivono le fonti, “Quando alcune persone
iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere
nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il
mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di
Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
Il film dovrebbe svolgersi negli
anni Novanta, epoca tornata di moda nel corso dell’ultima stagione
anche grazie al successo di un altro cinecomic, Captain Marvel dei Marvel Studios.
Eddie Murphy è
senza dubbio uno degli attori comici più popolari della storia del
cinema e dello spettacolo statunitense. I suoi numerosi film lo
hanno reso una delle più note icone degli anni ottanta e novanta, e
la sua caratteristica risata è ormai inconfondibile e amata in
tutto il mondo. Negli anni Murphy ha saputo rinnovarsi sfoggiando
anche notevoli qualità drammatiche, dimostrando così di essere un
attore completo e tra i più versatili del panorama
statunitense.
Ecco 10 cose che non sai di
Eddie Murphy.
Eddie Murphy carriera
1 I film. La
carriera cinematografica dell’attore ha inizio nel 1982, con il fil
48 ore. Il successo lo coglie subito, diventando in
seguito protagonista di alcuni famosissimi film come Una
poltrona per due (1983), Beverly Hills cop – Un
piedipiatti a Beverly Hills (1984), Il principe cerca
moglie (1988), Il principe delle donne (1992), Il
professore matto (1996), Il dottor Dolittle (1998),
La famiglia del professore matto (2000), La casa dei
fantasmi (2003), Dreamgirls (2006), Norbit
(2007), Tower Heist
(2011), Mr. Church (2016) e Dolemite Is My Name
(2019).
2 Il doppiaggio.
L’attore è inoltre noto come doppiatore, ed ha prestato la voce al
personaggio di Mushu in Mulan (1998), Ciuchino in
Shrek (2001), Shrek 2 (2004), Shrek
terzo (2007) e Shrek e vissero felici e contenti
(2010).
3 Il Saturday Night
Live. Murphy inizia la sua carriera di attore debuttando
all’età di 19 anni nello show televisivo Saturday Night
Live, divenendo, insieme all’attore Bill Murray, l’artista di maggior talento
nella storia dell’SNL, partecipando a questo dal 1980 al 1984.
Eddie Murphy vita privata
4 Si è sposato più
volte. Nel 1988 l’attore conosce la modella Nicole
Mitchell, che sposerà poi nel marzo del 1993. I due hanno avuto
cinque figli. Nel 2005, tuttavia, la Mitchell chiese il divorzio,
ottenendolo nell’aprile del 2006. Successivamente Murphy sposa, nel
gennaio del 2008, la donna d’affari Tracey Edmonds con una
cerimonia privata al largo di Bora Bora, decidendo però di non far
riconoscere il matrimonio negli Stati Uniti, ottenendo di fatto la
separazione. Dal 2012 è compagno della modella Paige Butcher, dalla
quale ha avuto due figli.
Eddie Murphy Il professore
matto
5 Voleva dimostrare di
essere ancora il re del box office. Verso la fine degli
anni ottanta, Murphy aveva all’attivo alcuni film che non avevano
ottenuto il successo sperato. Cominciarono così a diffondersi le
voci secondo cui il suo momento di gloria fosse già finito. Murphy
decide di sfidare chi sosteneva ciò, dimostrando di poter ancora
essere il numero uno. Il film Il professore matto gli
diede così la possibilità di mettersi in gioco con più ruoli, e la
pellicola si rivelò un gran successo di pubblico.
Eddie Murphy Dolemite Is My
Name
6 Tornerà sul grande schermo
grazie a Netflix. Dopo aver attraversato anni
difficili, l’attore è pronto a tornare al cinema, e in streaming,
grazie a Netflix. Quest’ultimo si è infatti occupato di produrre e
distribuire il film Dolemite Is My Name. Il film si baserà
sulla vera storia di Rudy Ray Moore, comico statunitense che
debuttò al cinema con la serie di film con protagonista Dolemite,
un pappone esperto di arti marziali. Il film fu un vero e proprio
fenomeno all’interno del filone Blaxploitation. Murphy interpreterà
proprio Rudy Ray Moore.
Eddie Murphy Una poltra per
due
7 L’attore non era la prima
scelta per il ruolo. Originariamente il film doveva essere
interpretato dagli attori Gene Wilder e
Richard Pryor, i quali avevano già collaborato
insieme. Tuttavia Pryor abbandono il progetto e venne sostituito
con Murphy. Questi fece poi in modo che la produzione sostituisse
Wilder, temendo che accanto a lui avrebbe finito per essere
etichettato come “un nuovo Pryor”. Al posto di Wilder venne poi
assunto Dan Aykroyd.
Eddie Murphy Il principe cerca
moglie
8 Ha interpretato più
personaggi.Il principe cerca moglie è il primo
film in cui Murphy ricopre più di un ruolo, caratteristica che
diventerà poi uno dei suoi marchi di fabbrica. Qui sono molteplici,
infatti, le scene dove è possibile riscontrare la fisionomia
dell’attore sotto il volto di alcuni dei personaggi secondari.
Eddie Murphy premi e
nominations
9 È stato nominato agli
Oscar. A carriera ormai consolidata, l’attore si cimenta
in una prova brillante e drammatica nel film Dreamgirls,
vincendo il suo primo Golden Globe come miglior attore non
protagonista e venendo nominato nella stessa categoria ai Premi
Oscar del 2007. Fu la prima nomination che Murphy riceveva
dall’Academy, ma nonostante fosse il favorito non si aggiudico il
premio.
Eddie Murphy età e altezza
10 Eddie Murphy è nato a New
York, negli Stati Uniti, il 3 aprile 1961. L’altezza
complessiva dell’attore è di 175 centimetri.
Si svolgerà il 09 ottobre alle
ore 21:30 presso THE SPACE CINEMA ODEON alla presenza
della regista, della sceneggiatrice Giorgia Malatrasi e
della protagonista Eva Collé l’anteprima di
Searching Eva, il documentario distribuito da
Dreamcatchers
Entertainment, realtà indipendente di Milano.
Il film è lungometraggio d’esordio
di Pia Hellenthal presentato all’interno della sezione
Panorama alla 69ma edizione della Berlinale, in anteprima italiana
all’ultimo Biografilm Festival di Bologna e prossimamente al
Milano Film Festival 2019 nella sezione “The Outsiders” in
collaborazione con VICE Italia.
SEARCHING EVA sfida i
limiti, i pregiudizi e i gusti del pubblico, mettendo in scena
attraverso un diario visivo la vita pubblica e privata della
ventenne Eva Collé, modella-artista-personaggio sui social
media che incarna una sorta di progetto d’arte vivente. Eva è una,
nessuna e centomila, in grado di re-inventarsi ogni volta che vuole
e simbolo di una generazione fluida che si racconta attraverso i
social. Scrivendo e parlando di temi comunemente ritenuti intimi o
imbarazzanti e mostrando il proprio corpo, Eva riflette su chi è
veramente, facendo crollare le barriere dell’intimità ed
esponendosi fino in fondo. Ma qual è il confine tra essere e la sua
rappresentazione? Pia Hellenthal dipinge il ritratto
dell’esistenza contemporanea, in cui il concetto di un’identità
solida e immutabile è ormai passato di moda. Siete pronti a entrare
nel mondo senza filtri di Eva Collé?
SEARCHING EVA è
prodotto da Corso Film- und Fernsehproduktion, da Erik Wunker e
Martin Roelly; Giorgia Malatrasi e Daniela Dieterich hanno
partecipato alla produzione creativa, mentre la distribuzione
italiana è affidata a Dreamcatchers Entertainment, casa di
produzione nata a Milano, alla sua prima avventura nella
distribuzione cinematografica.
Ecco il nuovo trailer di
Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle. Il nuovo film
d’animazione Disney arriverà nelle sale italiane il 27
novembre, diretto e prodotto dal team creativo composto dai registi
Jennifer Lee e Chris Buck e dal produttore Peter Del Vecho che
tornano al cinema dopo il successo di Frozen – Il Regno di
Ghiaccio, vincitore dell’Academy Award® come Miglior film
d’animazione.
In Frozen 2 – Il Segreto di
Arendelle Elsa partirà insieme ad Anna, Kristoff, Olaf e
Sven per un viaggio pericoloso ma straordinario verso l’ignoto
oltre Arendelle per scoprire una verità nascosta sul suo passato.
Le risposte che cerca, però, metteranno in pericolo il suo regno e,
se in passato Elsa temeva che i suoi poteri fossero troppo grandi
per essere accettati dal mondo, ora dovrà sperare che siano
abbastanza forti per salvarlo.
La colonna sonora porterà la firma
di Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez, compositori già premiati
con l’Oscar® per la Miglior canzone originale (“Let It
Go”/“All’Alba Sorgerò”) del primo capitolo Frozen – Il Regno di
Ghiaccio. Nella versione italiana del film Serena Autieri,
Serena Rossi, Enrico Brignano e Paolo De Santis torneranno a
prestare le proprie voci rispettivamente a Elsa, Anna, Olaf e
Kristoff.
Star Wars: L’Ascesa di
Skywalker è l’atto finale di una saga che ha
attraversato gli ultimi quarant’anni di storia, ma nessuno sa cosa
aspettarsi dal film diretto da J.J. Abrams. La trama è tenuta sotto
chiave, e i trailer non sembrano aver rivelato molto delle
possibili linee narrative, tuttavia ciò non ha impedito ai fan di
architettare interessanti ipotesi.
E cosa dire di
Finn, l’eroe interpretato da John
Boyega? Quale sarà il suo destino? Ecco qualche
ipotesi:
Farà squadra con Poe
Molti fan si sono lamentati dei
percorsi separati dei protagonisti in Gli Ultimi
Jedi, ma è possibile – viste le scene mostrate nel trailer
– che Finn, Poe Dameron e
Rey si riuniscano per terminare insieme il loro
viaggio nel franchise. In particolare speriamo di rivedere qualche
simpatico siparietto di coppia con l’eroe e il pilota interpretato
da Oscar Isaac, grande rivelazione della nuova
trilogia.
Avrà un legame particolare con
Jannah
Chiunque segua la saga di Star
Wars è ossessionato dalle potenziali connessioni familiari tra
i personaggi, e sapendo che Finn è stato “allevato” dal Primo
Ordine, è possibile che Episodio IX faccia luce sulle sue origini,
magari rivelando che la new entry Jannah (Naomi
Ackie) è sua sorella!
Un parente di Lando?
Il ritorno annunciato di Billy Dee
Williams nei panni di Lando Calrissian è
sicuramente ragione di felicità per i fan di Star Wars: il
personaggio è stato visto l’ultima volta mentre celebrava la caduta
dell’Impero alla fine Il ritorno dello jedi, e non vediamo l’ora di
scoprire cosa l’abbia convinto a rimettersi in gioco. Alcuni
sostengono che sia il padre di Finn, altri il genitore di Jannah…e
se fosse imparentato con entrambi?
Recluterà stormtrooper
Una scena eliminata da Gli
Ultimi Jedi mostrava Finn alle prese con i suoi vecchi
“amici” stormtrooper mentre gli raccontava del
tradimento di Capitan Phasma sulla base di Starkiller. Magari è un
dettaglio ininfluente, però è anche possibile che sia un accenno a
ciò che vedremo nel prossimo capitolo, ovvero l’eroe che recluta i
soldati del primo ordine…
Rose o Rey?
Rose Tico è stato
un personaggio decisivo (e poco amato da alcuni haters) di Episodio
VIII, e tutto ha lasciato intendere che fosse innamorata di Finn.
Non sappiamo se sia ricambiata dal ragazzo e se ci siano le basi
per una futura love story, anche perché nel suo cuore c’è ancora
spazio per Rey…
Combatterà ancora una volta contro
Kylo Ren
I filmati promozionali di Episodio
IX vedono al centro lo scontro tra Kylo Ren e Rey,
i due cavalieri della Forza più potenti della trilogia, ma se il
film ripetesse quanto accaduto in Episodio VII, mostrando un altro
combattimento tra Ben Solo e Finn? Non sarebbe un bellissimo
epilogo per i due personaggi?
Morirà da eroe
Restando in tema di finale, essendo
questo il film conclusivo della saga sugli Skywalker, Finn potrebbe
morire dopo aver combattuto da eroe la sua ultima battaglia.
Accadrà per mano di Kylo Ren, dell’Imperatore Palpatine, o di un
errore fatale? Ogni dubbio verrà risolto a dicembre, quando
L’Ascesa di Skywalker uscirà nelle sale…
Il nuovo film drammatico acclamato
dalla critica di Edward Norton, Motherless
Brooklyn – I segreti di una città, sarà il
film di apertura della quattordicesima edizione della Festa del
Cinema di Roma che si svolgerà dal 17 al 27 ottobre 2019
all’Auditorium Parco della Musica. L’ha annunciato oggi il
direttore artistico Antonio Monda con
Laura Delli Colli, presidente della Fondazione
Cinema per Roma, d’intesa con il direttore generale Francesca
Via.
“Motherless Brooklyn –
I segreti di una città è un magnifico noir, nella
tradizione del miglior cinema classico americano, che rende
magnificamente il bellissimo romanzo di Jonathan Lethem – ha detto
Antonio Monda – Edward Norton dirige con mano
sicura e sguardo lucido una storia eterna di ambizione, corruzione
e razzismo. È un grande onore aprire la Festa del Cinema con un
film di tale qualità”.
A seguire, il 18 ottobre, Norton
sarà al centro del tradizionale Incontro Ravvicinato con il
pubblico, una conversazione sul palco con Antonio Monda, in cui
parleranno di Motherless Brooklyn- I segreti di una città
e approfondiranno gli eventi più importanti della sua carriera
cinematografica, con le clip di alcuni dei suoi memorabili
film.
“Il cinema italiano ha avuto un
impatto enorme sui miei gusti e le mie aspirazioni da cineasta – ha
affermato Norton – e quindi aprire la Festa del Cinema di Roma con
il mio film è la realizzazione di un desiderio. È davvero un grande
onore e ne sono estremamente felice. E credo che, sebbene si tratti
di un’epopea americana e di un noir ambientato a New York, il
pubblico italiano sentirà immediatamente la risonanza dei temi
nell’ambito del loro vissuto più recente”.
Il tre volte candidato all’Oscar
Edward Norton (Birdman, American History X, Schegge di
paura) ha diretto, scritto, prodotto e interpretato
Motherless Brooklyn – I segreti di una città. Norton
interpreta Lionel Essrog, un solitario detective privato affetto
dalla sindrome di Tourette, che si avventura a risolvere l’omicidio
del suo mentore ed unico amico, Frank Minna. Armato solo di pochi
indizi e della sua mentalità ossessiva, Lionel svela lentamente dei
segreti gelosamente custoditi che tengono in equilibrio il destino
dell’intera New York. In un mistero che lo porta dai jazz club
grondanti di gin di Harlem ai bassifondi di Brooklyn e, infine, ai
salotti dorati dei potenti mediatori di New York, Lionel si scontra
con i criminali, la corruzione e l’uomo più pericoloso della città
per onorare il suo amico e salvare la donna che potrebbe essere la
sua stessa salvezza.
Recita nel film un cast stellare che
comprende anche Bruce Willis, Gugu Mbatha-Raw, Bobby Cannavale,
Cherry Jones, Michael Kenneth Williams, Leslie Mann, Ethan Suplee,
Dallas Roberts, Josh Pais, Robert Ray Wisdom, Fisher Stevens, al
fianco di Alec Baldwin e Willem Dafoe.
Il film sarà distribuito in tutto il
mondo dalla Warner Bros. Pictures e uscirà nelle sale italiane il 7
novembre 2019.
Norton ha prodotto il film assieme
al suo socio di produzione della Class 5 Films, Bill Migliore; Gigi
Pritzker e Rachel Shane degli MWM Studios; e Michael Bederman.
Adrian Alperovich, Sue Kroll, Daniel Nadler, Robert F. Smith e
Brian Niranjan Sheth sono i produttori esecutivi. Dietro le quinte,
Norton ha collaborato con il direttore della fotografia Dick Pope,
la scenografa Beth Mickle, il montatore Joe Klotz e la costumista
Amy Roth. La musica gioca un ruolo importante nell’impostazione del
tono e dell’ambientazione temporale di Motherless Brooklyn – I
segreti di una città. La colonna sonora è composta da Daniel
Pemberton, con Wynton Marsalis alla tromba. Il film presenta anche
una canzone originale scritta e cantata da Thom Yorke.
Warner Bros. Pictures presenta una
produzione Class 5 Films / MWM Studios, “Motherless Brooklyn –
I segreti di una città“.
A parlarne è lo stesso Phillips in
un’intervista con Comicbook, spiegando che alcuni collegamenti con
il crociato di Gotham sono stati tagliati in sala di montaggio:
“Probabilmente c’era molto più
Batman nei tagli precedenti, sicuramente avevamo
qualcosa in più ma è comunque divertente il modo in cui siamo
riusciti a mantenere un piede nel mondo dei fumetti e un piede
nella nostra realtà. L’equilibrio ci ha permesso di realizzare un
film libero, grazie alla Warner e alla DC che ci hanno lasciato
fare tutto quello che volevamo. Non dovevamo menzionare la
Batmobile o altro, e questo è stato grandioso“.
Vi ricordiamo
che Joker vede nel cast
anche Zazie Beetz, Frances
Conroy, Brett
Cullen, Dante
Pereira-Olson, Douglas
Hodge e Josh Pais e che
arriverà nelle sale il 4 ottobre 2019, come
ufficializzato nelle ultime settimane dalla Warner Bros.
Contrariamente alle altre
apparizioni del personaggio
nei Batman di Tim
Burton, nella trilogia del Cavaliero
Oscuro di Christopher
Nolan e in Suicide
Squad, Joker sarà
ambientato negli anni Ottanta e racconterà l’evoluzione di un uomo
ordinario e la sua trasformazione nel criminale che tutti
conosciamo.
“Ho amato il Joker di The Dark
Knight, e anche quello di Jared Leto di Sucide
Squad che è venuto dopo, così come il ritratto di Jack
Nicholson“, ha dichiarato Phillips parlando dei
possibili riferimenti alle vecchie versioni del clown principe del
crimine e dell’eredità che il suo Joker si porta dietro. “Negli
Stati Uniti, i fumetti sono il nostro Shakespeare, e come esistono
varie versioni dell’Amleto, così noi potremmo offrire varie
versioni di Joker in futuro.” “Onestamente non riusciamo
ancora a credere alla vittoria di Venezia. Ci vorrà del tempo per
realizzare“, ha commentato il regista nell’intervista con
Variety.
Siamo lieti di invitarvi
all’anteprima del film NON SUCCEDE, MA SE SUCCEDE… il 30
settembre alle ore 20:30. Non perdete la commedia più
scorretta dell’anno. In sala dal 10 ottobre
distribuito da 01 Distribution.
Cinefilos.it offre la possibilità a pochi
fortunati di vedere il film gratis, in anteprimail 30 settembre alle ore
20.30! Ci sono a disposizione tanti inviti gratuiti
validi per l’ingresso di 2 persone, per ognuna delle città.
Nella commedia più scorretta di
quest’anno, Charlotte Field (Charlize Theron) è
una delle donne più influenti del mondo. Intelligente, sofisticata
e realizzata, è un autorevole Segretario di Stato.
Fred Flarsky (Seth
Rogen) è un bravo giornalista dallo spirito libero con una
spiccata propensione a cacciarsi nei guai. Non hanno niente in
comune, a parte il fatto che lei è stata la sua babysitter e la sua
prima cotta. Charlotte sta preparando la sua corsa alla presidenza
e, in modo impulsivo, decide di assumere Fred per scrivere i suoi
discorsi elettorali, con grande disappunto dei suoi fidati
collaboratori. Comunque, a dispetto di tutto e tutti, Charlotte e
Fred faranno faville, diventando la più improbabile delle
coppie.
Una recente foto pubblicata su
Instagram da Kumail Nanjiani,
sembra suggerire che Dan Stevens (Downton
Abbey, Legion) possa essere entrato a far parte del cast
de Gli Eterni.
Angelina Jolie, Richard
Madden, Kumail Nanjiani, Brian Tyree Henry e Salma
Hayek, sono stati i primi nomi annunciati, ma nel corso
dei giorni si sono uniti al cast anche Gemma Chan, Barry
Keoghan e Kit Harington. La maggior parte
del gruppo è ora a Londra per le riprese.
In un recente post di Kumail
Nanjiani su Instagram, l’attore
compare con la compagna Emily Gordon, e con
Brian Tyree Henry, mentre sul fondo della foto c’è
anche Dan Stevens, tutti insieme in giro per Londra. Steven è
legato sia a Marvel, grazie alla serie
Legion, che alla Disney, per essere stato il
principe ne La Bella e la Bestia, e questa
foto ora potrebbe suggerire che l’attore sia entrato a far parte
del cast del film.
Potrebbe in realtà anche trattarsi
di un caso, visto che Dan è londinese e potrebbe essere soltanto la
compagnia di una sera per il gruppo. Ma nel caso in cui così non
fosse e che l’attore si fosse davvero unito al gruppo del MCU, quale potrebbe essere il suo
ruolo?
Nel cast de Gli
Eterni figuranoAngelina Jolie(Thena),Richard Madden(Icarus),Kit Harington(Cavaliere Nero),Gemma Chan(Sersi),Barry Keoghan(Druig),Kumail Nanjiani(Kingo),Lauren Ridloff(Makkari),Brian Tyree Henry(Phastos),Salma Hayek(Ajak),Lia McHugh(Sprite) eDon Lee(Gilgamesh).
Il
film, secondo gli ultimi aggiornamenti, includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori comeEterni e i
mostruosi Devianti, creati
da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato
al The Hollywood
Reporterche un aspetto della
storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato
dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama muoversi tra gli
umani.
La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 6
novembre 2020.
Il footage mostrato al Comic-Con
sembra aver confermato che Vedova Nera si svolgerà
tra la fine degli eventi
Captain America: Civil War e l’inizio Avengers:
Infinity War, momento preciso della timeline in cui
Natasha Romanoff è una fuggitiva internazionale dopo la violazione
degli Accordi di Sokovia. Le sue nuove avventure la porteranno a
Budapest, in Ungheria, dove sarà costretta ad affrontare i demoni
del suo passato, ma quali sono gli altri misteri sul MCU
che lo standalone potrebbe finalmente risolvere?
Ecco quelli più quotabili:
Chi è Ivan?
Ogni volta che qualcuno arriva su
Vormir, Teschio Rosso identifica l’intruso nominando i suoi
genitori, ed è ciò che ha fatto in Endgame quando
vede Clint “figlio di Edith” e Nat “figlia di
Ivan“. L’eroina confessa di non aver mai saputo il
nome di suo padre, un retroscena che potrebbe essere approfondito
nello standalone riallacciandosi alle origini dei fumetti.
Che ne è stato degli accordi di
Sokovia?
La trama di Captain
America: Civil War ruotava attorno agli
Accordi di Sokovia, una sorta di regolamentazione
per le attività dei supereroi supervisionata dal governo, e molti
dei Vendicatori hanno “disobbedito” agendo in incognito come la
stessa Natasha. Ma che fine hanno fatto questi accordi? I suoi
effetti sono ancora validi?
Perché Natasha è entrata nella
Stanza Rossa?
Il passato di Natasha è stato
finora esplorato attraverso vari flashback in Avengers:
Age of Ultron, e tutto ciò che sappiamo è che è stata
addestrata per diventare un’assassina fin dalla giovane età in un
accademia chiamata Stanza Rossa. Non è chiaro come
sia finità lì, ma non sappiamo come sia finita lì, né cosa le hanno
fatto, quindi la speranza è ottenere quante più risposte possibile
in merito.
Cosa succede a chi muore per
ottenere la gemma dell’anima?
Alcuni fan pensano che la morte di
Vedova Nera in Avengers:
Endgame non sia permanente, e ci sono molte teorie a
sostegno di questa ipotesi. In questo senso lo standalone potrebbe
risolvere l’interrogativo sugli effetti del sacrificio per ottenere
la gemma dell’anima e su dove vadano a finire i personaggi che
cadono dal burrone di Vormir.
Le origini dell’amicizia tra Clint
e Natasha
Di tutte le “coppie” del MCU
quella formata da Natasha Romanoff e Clint Barton
è senza dubbio una delle più affiatate, visto il passato che li
lega all’interno dello S.H.I.E.L.D. Sappiamo che i figli dell’eroe
chiamano Nat “zia” e che entrambi sarebbero disposti a sacrificarsi
per il bene dell’altro (cosa già accaduta in Endgame), ma non è
chiaro cosa li abbia spinti a diventare così amici. Il mistero sarà
risolto nel film?
L’amore (al capolinea?) tra
Natasha e Bruce
Uno dei cambiamenti più controversi
apportati da Joss Whedon all’universo Marvel è la
love story nata tra Bruce Banner (Mark
Ruffalo) e Natasha Romanoff (Scarlett
Johansson) e culminata in Avengers:
Age of Ultron. Purtroppo questa trama non ha avuto
seguito nel MCU,
naufragando dopo gli eventi del secondo film sui Vendicatori e
accantonata (sembra) definitivamente, ma nulla esclude che si possa
tornare a parlarne nello standalone.
Come sono nati i Secret
Avengers?
Tra
Captain America: Civil War e Avengers:
Infinity WarSteve Rogers decide di
lasciare l’asilo politico offertogli dal Wakanda per lavorare al
servizio dei Secret Avengers, un team formato da
Falcon, Scarlet Witch, Visione e, appunto,
Vedova Nera. Secondo quanto riferito, lo standalone è
ambientato proprio in quel momento della timeline, quindi è
possibile che spieghi in che modo è nata la missione e quali sono
stati gli obiettivi raggiunti.
Cos’è successo a Budapest?
Natasha e Clint hanno nominato più
volte Budapest nel corso del MCU,
senza però fornire ulteriori dettagli su quanto accaduto realmente
in quella città. L’ultima volta risale a Endgame,
quando i due eroi stanno viaggiando verso Vormir, e anche in quel
caso il riferimento non è stato approfondito. Questo significa che
il film farà luce sul passato rivelando ogni segreto a
riguardo?
Come riportato in esclusiva
dall’Hollywood, Will Ferrell e Ryan Reynolds
saranno protagonisti di una nuova rivisitazione in chiave musical
di A Christmas Carol, il classico racconto
natalizio di Charles Dickens giù portato sul grande schermo
svariate volte (l’ultimo risale al 2017, intitolato Dickens – L’uomo che
inventò il Natale).
La sceneggiatura sarà curata dagli
autori di Daddy’s Home, Sean Anders e John Morris, con il progetto
attualmente in sviluppo. Non è stato ancora ufficializzato il nome
dello studio che si occuperà della produzione, anche se le società
di Ferrell, la Gloria Sanchez, Maximum Effort e la Mosaic di
Reynolds figureranno tra i crediti.
Rivedremo presto la star di Deadpool
in 6 Underground, action firmato da Michael
Bay e in arrivo su Netflix, The Hitman’s Wife’s Bodyguard,
Free Guy di Shawn Levy e Downhill, remake di Fox
Searchlight del film svedese Force Majeure del 2014.
In Free Guy
Reynolds vestirà i panni del protagonista Guy, un funzionario della
banca che scopre di vivere all’interno di un videogioco dove –
insieme ad un avatar – cercherà di impedire agli sviluppatori di
chiudere il loro mondo. Insomma, una sorta di Ralph Spaccatutto in
versione live action che vanta nel cast anche Jodie
Comer (Killing Eve), Joe Keery (Stranger Things), Lil Rel
Howery, e Utkarsh Ambudkar.
Il contributo di Captain
America in Avengers:
Endgame è stato, come saprete, determinante per
sconfiggere Thanos e salvare il mondo dagli eventi catastrofici di
Infinity War, con l’eroe che si è confrontato con diversi avversari
più o meno temibili. Uno di questi è il suo gemello del 2012,
catapultato sullo schermo durante i viaggi nel tempo grazie al
ritorno alla battaglia di New York di The
Avengers, dando vita ad una delle sequenze più memorabili
del film (e forse dell’intero franchise).
Proprio quell’incontro sorprendente torna
protagonista in una simpatica clip realizzata da un fan e
pubblicata sul forum di Reddit dove Steve Rogers si ritrova faccia
a faccia con il suo peggior nemico, ma non un Cap qualunque, bensì
la versione del supereroe che avevamo visto nel cameo di
Spider-Man: Homecoming.
Ricorderete ovviamente lo spot registrato per gli studenti in cui
il primo Vendicatore fa la morale ai compagni di classe di Peter
per essere stati puniti oppure quello in cui li incoraggia a
svolgere l’attività fisica.
Nella clip c’è poi un altro
riferimento molto divertente che si trova alle spalle di Cap: un
finto poster di Guardiani della Galassia il cui
titolo recita “I più grandi idioti della Galassia“.
Film evento del decennio,
Avengers: Endgame è riuscito in
un’impresa che sembrava impossibile: ricapitolare un discorso
narrativo iniziato nel 2008 da Iron Man riunendo sul grande schermo
tutti i personaggi del Marvel Universe. Gli incassi hanno
premiato lo studio di Kevin Feige, raggiungendo e superando in cima
alla classifica Avatar di James Cameron.
La notizia è stata diramata
dall’autore dell’intervista che Joaquin
Phoenix ha abbandonato in corso d’opera per una
domanda troppo scomoda riguardante Joker, il film
che lo vede protagonista nei panni dell’uomo che diventerà il clown
principe del crimine di Gotham. Secondo Robbie Collins, il
giornalista del Telegraph che ha condotto la chiacchierata,
l’attore avrebbe lasciato la stanza quando gli è stato chiesto se
Joker, in relazione al clima teso
dell’attualità, potrebbe in qualche modo ispirare atti di violenza
e motivare la gente a comportarsi come il personaggio.
La domanda specifica era “Pensa
che alcuni momenti del film possano perversamente finire per
ispirare esattamente il tipo di persona di cui tratta il film, con
risultati potenzialmente tragici?“, ma invece di rispondere
Phoenix si è alzato disertando l’intervista, non prima di aver
chiesto il perché di quella domanda. Più tardi è intervenuta la
Warner Bros., facendo tornare l’attore per terminare il dialogo con
Collins.
Le tematiche esposte dal film di
Todd Phillips sono sicuramente complesse ed è molto facile
individuare un parallelismo con la società odierna mettendo in
piedi un discorso che va oltre la finzione cinematografica e
l’intrattenimento. C’è chi leggerà Joker come un
manifesto politico nell’era di Trump, chi come il racconto della
discesa (o forse ascesa) di un antieroe rigettato dalla città in
cui vive, trovando diverse connessioni tra realtà e fantasia.
Vi ricordiamo
che Joker vede nel cast
anche Zazie Beetz, Frances
Conroy, Brett
Cullen, Dante
Pereira-Olson, Douglas
Hodge e Josh Pais e che
arriverà nelle sale il 4 ottobre 2019, come
ufficializzato nelle ultime settimane dalla Warner Bros.
Contrariamente alle altre
apparizioni del personaggio
nei Batman di Tim
Burton, nella trilogia del Cavaliero
Oscuro di Christopher
Nolan e in Suicide
Squad, Joker sarà
ambientato negli anni Ottanta e racconterà l’evoluzione di un uomo
ordinario e la sua trasformazione nel criminale che tutti
conosciamo.
“Ho amato il Joker di The Dark
Knight, e anche quello di Jared Leto di Sucide
Squad che è venuto dopo, così come il ritratto di Jack
Nicholson“, ha dichiarato Phillips parlando dei
possibili riferimenti alle vecchie versioni del clown principe del
crimine e dell’eredità che il suo Joker si porta dietro. “Negli
Stati Uniti, i fumetti sono il nostro Shakespeare, e come esistono
varie versioni dell’Amleto, così noi potremmo offrire varie
versioni di Joker in futuro.” “Onestamente non riusciamo
ancora a credere alla vittoria di Venezia. Ci vorrà del tempo per
realizzare“, ha commentato il regista nell’intervista con
Variety.
Negli ultimi anni, gli eroi DC che
sono arrivati al cinema nel DCEU non hanno goduto
sempre di una buona accoglienza da parte dei fan e non tutti hanno
avuto un trattamento adeguato da parte dei filmmaker che hanno
raccontato le loro avventure.
Quello che però non si può certo
negare è la perizia con cui gli artigiani dietro a questi film e
personaggi, dai costumisti, agli scenografi, fino ai truccatori,
hanno lavorato minuziosamente per svolgere al meglio il loro
lavoro, regalando ai fan tanti piccoli preziosi dettagli su cui
rimuginare. Di seguito, infatti, potete trovare 10 piccoli segreti
e accorgimenti nascosti dentro ai costumi degli eroi
del DCEU:
Jonny Frost
Sono proprio i piccoli
dettagli che possono aggiungere spessore ai film, soprattutto
quando si tratta di portare al cinema personaggi che appartengono
ad un altro mondo e regalare ai fan dei fumetti elementi in più da
ricercare e notare. In Suicide Squad di
David Ayer, Joker è assistito dal suo braccio
destro, anche se il suo nome non viene menzionato nel film.
Tuttavia, gli spettatori con la
vista aguzza sono stati in grado di notare un adesivo dell’esercito
sul costume del personaggio che lo ha identificato come Jonny
Frost, che in realtà ha un ruolo significativo come narratore in
Joker, la graphic novel di Brian
Azzarello e Lee Bermejo. Si tratta di un
piccolo dettaglio che ha gettato una luce sul lato oscuro del DCEU,
appena esplorato in Suicide Squad.
Il guardaroba di Joker
Parlando del
Joker di Jared Leto, mentre la
sua interpretazione del Clown Principe del crimine ha molto diviso
i fan, il reparto costumi ha lavorato davvero bene con il
personaggio, realizzando tutti abiti che avevano a che fare con un
particolare momento del personaggio nei fumetti.
Alcuni degli abiti di Joker più
iconici del film includono la sua giacca appariscente e la camicia
viola di The Dark Knight Returns, il suo look in smoking
con guanti bianchi richiama l’iconico dipinto di Joker e
Harley di Alex Ross che è stato omaggiato
nel film, e persino il soprabito viola che Joker indossa è una
versione più vistosa del suo solito abito viola.
L’origine di Katana
Uno dei personaggi meno
sviluppati del Suicide Squad di David
Ayer è stato quello di Katana, che nel film arriva ad
azione già iniziata e salva la squadra grazie alle sue abilità.
Nonostante il ruolo marginale, i costumisti sono riusciti a
includere nel suo costume più storia di quanta ne abbiamo vista
effettivamente raccontata sul grande schermo.
Mentre apprendiamo parte della sua
storia con suo marito e la sua mistica lama Soultaker, piccoli
dettagli, sulle maniche del suo costume raccontano storie del suo
amore perduto e una promessa millenaria, dettaglio che sarà
sicuramente passato inosservato agli spettatori distratti!
La divise dei corpi ausiliari
femminili
Mentre il design del
costume di Wonder Woman e il resto delle Amazzoni
è pieno di dettagli interessanti e potrebbe essere considerato un
corso di design nella costruzione del mondo di supereroi, sembra
molto più interessante osservare il costume che Diana indossa
quando si fonde con gli uomini mortali e indossa la divisa da
ausiliaria.
Diana ovviamente non era interessata
ai soliti indumenti femminili, con corsetti e crinoline, quindi
quando i designer cercava ispirazione per il suo costume, hanno
cercato l’ispirazione per le giacche di alcune delle prime donne
militari che hanno prestato servizio nel Corpo femminile
ausiliario.
L’armatura di Atlanna
In Justice League, abbiamo
avuto modo di vedere per la prima volta Atlantide, ma è stato solo
con Aquaman di
James Wan che i fan si sono davvero immersi nel
regno sottomarino. Mentre il design di Atlantide è stato
influenzato dalle Scatole Madre (ne parleremo più avanti), i
designer hanno anche guardato alla natura per incorporarne i motivi
in ogni aspetto della cultura atlantidea.
Uno dei migliori esempi si vede
nell’armatura atlantidea di Atlanna. La madre di Aquaman appare per la prima volta nella sua
armatura azzurra che, ad un esame più attento, rivela un disegno
esagonale in patchwork che è influenzato dalla precisa forma
esagonale che in natura si trova nel corallo. Un riferimento
affascinante.
La tuta di Shazam
I costumi dei supereroi
hanno fatto molta strada dai serial cinematografici che hanno dato
vita a Batman e Superman negli anni ’40. Innovazioni come la stampa
3D hanno cambiato il modo in cui vengono realizzati i costumi e
consentono di aggiungere al costume stesso piccoli dettagli che
potrebbero passare inosservati al cinema.
Per Shazam, i
costumisti hanno stratificato un glifo greco sul tessuto del
costume, aggiungendo texture in tale da richiamare le radici del
personaggio. Il glifo greco è stato quindi incluso, in forma più
grande, come una rifinitura in oro sull’orlo di mantello e
cappuccio, il che ha contribuito a rendere omogenei i vari elementi
di design.
Il bottone con Mr. Tawny
Il glifo greco non è
l’unico elemento che fa riferimento alla storia di Shazam, in
quanto il costume presentava una coppia di bottoni attaccati al
mantello con un’interessante caratteristica di design. Nei fumetti,
Shazam presenta una rosa
di personaggi molto varia, e tra questi c’è una tigre magica
parlante di nome Mr. Tawny.
Se si osservano attentamente i
bottoni cerimoniali sul costume di Shazam, sì può vedere
chiaramente l’immagine di una tigre a decorazione. Questo è un
omaggio al personaggio che sarebbe stato difficile inserire nel
film per via del fatto che era troppo distaccato dalla realtà per
risultare omogeneo.
Le iscrizioni kryptoniane
Abbiamo già visto simboli
nascosti inclusi nei costumi di Superman, ma anche Zack
Snyder ha avuto una richiesta particolare da fare a
Michael Wilkinson, costumista di Batman v Superman: Dawn of
Justice, per il costume del suo Superman.
Il costume di Superman presenta una
trama stampata in 3D, ma Wilkinson ha incluso nel costume delle
linee di scrittura kryptoniana. L’inserto può essere visto al
meglio sulla fascetta dorata sui fianchi del costume. La citazione
è di Joseph Campbell, sebbene sia stata tradotta in kryptoniano dal
team di progettazione. “E dove avevamo pensato
di essere soli, avremo tutto il mondo al
nostro fianco.”
La tuta di Flash del futuro
Sebbene non sia
necessariamente un dettaglio nascosto, i fan potrebbero aver
facilmente trascurato il fatto che il Flash visto da Bruce Wayne
nel suo incubo in Batman v Superman: Dawn of Justice
indossa un costume molto diverso da quello che indossa in
Justice League.
Poiché questo Barry Allen viene
presumibilmente dal futuro, il suo costume corazzato ad alta
tecnologia riflette alcuni cambiamenti nel suo guardaroba. Non
riusciamo a vedere molto bene il design reale della tuta, ma ha una
sorprendente somiglianza con un’armatura vista nel videogioco
Injustice 2, in cui il
mondo è governato da un malvagio Superman.
Le Scatole Madre
Abbiamo precedentemente
detto che le Scatole Madre hanno influenzato i design di Atlantide,
e lo stesso si può dire per le altre razze della Terra che hanno
tenuto nascoste le Scatole Madre per anni, come apprendiamo in
Justice League. I design di entrambi i primi
uomini e le Amazzoni, sono stati tutti ispirati dall’aspetto delle
loro “personali” Scatole Madre.
Tutto è iniziato con il concept art
delle Scatole Madre che presentava differenze che riflettevano
l’ambiente in cui erano conservate, che a sua volta avrebbe
continuato a influenzare l’evoluzione del design all’interno di
quegli ambienti e dei personaggi che in essi interagivano, in un
ciclo continuo di rimandi.
In occasione degli Emmy Awards, è
stato diffuso in rete da Netflix il trailer di El Camino, il
film di Breaking Bad. Per la prima volta, dopo il
teaser, nei video assistiamo al ritorno di Jesse Pinkman
(Aaron Paul).
La sinossi ufficiale recita: “Il
fuggitivo Jesse Pinkman scappa dai suoi padroni, dalla legge e dal
suo passato.”
Come precedentemente riportato, il
film è stato scritto e diretto da Vince Gilligan,
il creatore di Breaking Bad, e andrà in onda su
AMC dopo la sua premiere su Netflix. Durante la sua corsa iniziale,
la serie è andata in onda sulla rete via cavo dal 2008 al 2013.
Non è chiaro se Bryan Cranston, che
ha interpretato il personaggio principale di Walter White nella
serie, apparirà nel film. Mark Johnson, Melissa
Bernstein, Charles Newirth, Diane Mercer e Aaron Paul
stanno producendo con la Sony Pictures Television.
La
37° edizione del Bellaria Film
Festivaldal 26 al 29 settembre 2019 al Cinema
Teatro Astra di Bellaria Igea
Marina (RN). Il festival, che continua il suo
percorso di rinnovamento, è diretto per il secondo anno consecutivo
dal produttore teatrale, musicale e cinematografico
Marcello Corvino.
Premio alla
carriera a Vincenzo Cerami.
PremioUna vita da film a Nicola
Piovani, che suonerà dal vivo le sue più celebri
composizioni per il grande schermo.
Moni Ovadia
confermato presidente di giuria – quest’anno di profilo
internazionale – per i 22 documentari in gara che si focalizzeranno
sui temi dell’articolo IX della Costituzione
Italiana.
Novità della 37ma edizione
la Menzione speciale “Pari opportunità”,
introdotta per favorire la sensibilizzazione sulle tematiche legate
alle pari opportunità e alle diversità, dedicata a quei documentari
che pongono l’accento su tematiche sociali, come la specificità di
genere e le abilità differenti.
Il programma del festival, tra i più
importanti in Italia dedicati al cinema indipendente, sarà
arricchito da proiezioni speciali, incontri e workshop sul mondo
poliedrico e multiforme del documentario.
Marcello Corvino
direttore artistico del BFF ha annunciato il lancio del Festival
insieme a Moni Ovadia presidente di Giuria: “Mi fa piacere che, nel
secondo anno della mia direzione artistica, sia aumentato il numero
dei documentari in concorso, con lavori di sicura prospettiva
provenienti dall’Italia e dall’Europa. Per noi è stata fondamentale
la conferma di Moni Ovadia a guida di una Giuria che
quest’anno ha un profilo internazionale. Tra gli eventi che ci
attendono all’interno del festival, il Premio alla Carriera a
Vincenzo Cerami e la presenza di Nicola Piovani sono due momenti di
altissimo livello culturale che collocano il nostro progetto tra i
più interessanti in Italia nel suo genere. Quello di Bellaria è il
festival più longevo in regione, grazie alla presenza di comunità
sensibili che hanno permesso di raggiungere un traguardo così
importante. Alla Regione Emilia-Romagna, al Comune di Bellaria e
all’Emilia-Romagna Film Commission va ancora una volta il mio
ringraziamento per il supporto ricevuto”.
“Il documentario è certamente
un’espressione artistica fondamentale per raccontare l’evoluzione
della nostra società e anche per comprenderla – afferma l’assessore
alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, Massimo
Mezzetti -. Negli ultimi anni ha conquistato sempre più
pubblico, come testimonia l’affluenza crescente ai festival
regionali, accompagnati spesso da occasioni di riflessione e di
incontro. La Regione ha investito molto e continua ad investire
nello sviluppo e nella realizzazione di progetti cinematografici e
audiovisivi, nella formazione e nell’educazione del pubblico,
sostenendo eventi e attività che consentano nuove prospettive di
visione e fruizione. Il Bellaria Film Festival si conferma
tra le realtà più interessanti a livello regionale in quest’ambito,
con un concorso di qualità, spiccati aspetti formativi e occasioni
di confronto, grazie anche alla guida esperta del direttore
artistico Marcello Corvino e del presidente della Giuria Moni
Ovadia”.
BFF37 PROGRAMMA E
NOVITÀ
Il Premio alla
Carriera, assegnato nella scorsa edizione alla regista
Lina Wertmüller, andrà quest’anno a Vincenzo
Cerami, un omaggio allo scrittore, sceneggiatore e
drammaturgo scomparso nel 2013, candidato agli Oscar per la
sceneggiatura di La vita è
bella di Roberto Benigni, che
ricorderà l’amico Cerami attraverso un videomessaggio realizzato in
esclusiva per il BFF. Per l’occasione verrà proiettato il
film Casotto diretto da Sergio Citti e
sceneggiato dallo stesso scrittore (29 settembre).
Il Premio “Una vita da
film”, inaugurato lo scorso anno, diventa simbolo e
paradigma del Bellaria Film Festival targato
Corvino: dopo Luis Bacalov nel 2018, il riconoscimento dedicato ai
grandi autori di musiche per il cinema va quest’anno al Premio
Oscar Nicola Piovani, autore di memorabili colonne
sonore, ma anche di canzoni e musiche per il teatro. Ospite
d’eccezione, Piovani dopo la premiazione dirigerà il
concerto La musica è pericolosa che ripercorre
le sue più celebri composizioni per il grande schermo (26
settembre).
Tra le conferme della 37a edizione
anche il Premio “Luis Bacalov”, nel segno dello
speciale rapporto tra musica e cinema, assegnato dal pubblico al
documentario con la miglior colonna sonora.
Una sezione di BFF è dedicata ai
film fuori concorso, con proiezioni e incontri con
i registi: tra questi Sergio Naitza presenta il
suo film L’isola di Medea – Pasolini e Callas, l’amore
obliquo” con Ninetto Davoli, Dacia Maraini, Piera Degli
Esposti, mentre la regista Manuela Teatini
dialogherà con Vittorio Sgarbi sul docufilm
Art backstage. La passione e lo sguardo.
IL CONCORSO
Per i film in gara, il Bellaria Film
Festival ripropone due sezioni competitive:
il concorso principale Bei Doc,
aperto a tutti i documentari di qualsiasi formato prodotti dall’1
gennaio 2018 che non superino i 90 minuti, inediti o già presentati
in altri festival e distribuiti in sala, di registi sia italiani
che stranieri, e Bei Young Doc, rivolto
ai giovani documentaristi under 30.
22 i documentari in
gara quest’anno, 16 per Bei Doc
(con 13 lavori dall’Italia, uno dalla Germania, uno dalla Grecia e
uno dalla Spagna) e 6 per Bei Young Doc
(4 film italiani, uno svizzero e uno portoghese).
I lavori ammessi alla finale sono
stati selezionati sulle piattaforme Film freeway e Doc.it
I lavori sono focalizzati sul tema
dell’articolo IX della Costituzione Italiana, che
si conferma anima e faro del BFF. Seguendo la linea vincente già
adottata nella precedente edizione, la direzione artistica ha
indicato nei princìpi promossi dall’articolo (“La Repubblica
promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e
tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico
della Nazione”) i temi conduttori che i documentari in concorso,
nel loro racconto del reale, dovranno saper approfondire e
declinare nel visivo.
GIURIA
Moni Ovadia –
presidente di giuria; Paolo Fiore Angelini –
regista, sceneggiatore e produttore cinematografico, docente
universitario; Justin Jaeckle – responsabile
programmazione DocLisboa Film Festival; Enza
Negroni – regista e presidente Associazione Documentaristi
Emilia-Romagna; Marianne Palesse – direttrice
Festival Le Mois du Film Documentaire di Pariogi.
PARTNER
Partner principali di Bellaria Film
Festival sono: MIBAC – Direzione Generale Cinema,
Regione Emilia-Romagna, Comune di Bellaria-Igea Marina,
E. R. Film Commission, Romagna Banca, Associazione
Documentaristi Italiani, Associazione Documentaristi
dell’Emilia-Romagna, UNIBO Università di Bologna Alma Mater
Studiorum, Doclisoba, CNA – Cinema e Audiovisivo, Le Mois du
Film Documentaire, Teatro Astra di Bellaria-Igea Marina, Biblioteca
Panzini di Bellaria-Igea Marina, Ragazzi e Cinema, Associazione
Verdeblu, Associazione Isola dei Platani.