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Avengers: Endgame, cosa pensa Robert Downey Jr. del destino di Iron Man?

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ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU AVENGERS: ENDGAME

Con Avengers: Endgame si chiude un ciclo e i Marvel Studios dicono addio per sempre al suo attore più rappresentativo, colui che c’è stato fin dall’inizio, quando Iron Man diede vita a questo intricato e appassionante universo condiviso: Robert Downey Jr. Alla fine del film Tony Stark impugna il guanto dell’infinito, ruba tutte le gemme a Thanos, e schiocca le dita riportando l’equilibrio nell’universo; purtroppo è lui a dover sacrificare la sua vita in cambio di quella dei compagni, e l’eroe cade sul campo di battaglia prima di essere raggiunto dall’amata Pepper Potts.

Ma qual è stata la reazione di Downey Jr. una volta appreso il destino del personaggio? A rivelarlo è uno dei registi, Anthony Russo, in un’intervista con l’Hollywood Reporter:

Una volta deciso che volevamo questo tipo di finale per il personaggio, dovevamo sicuramente assicurarci che Robert fosse a suo agio, proprio per il suo enorme contributo al MCU […]

[…] Molti attori non sono convinti di ciò che facciamo. Ma a loro piace il fatto che siamo in grado di controllare queste storie e che li stiamo guidando dove il racconto dovrebbe andare, perché la visione ci è chiara e hanno fiducia in questo. Penso che Downey abbia avuto delle emozioni contrastanti riguardo alla direzione in cui sarebbe andato Tony Stark…ma credo che, in fin dei conti, lo abbia totalmente accettato.

È evidente che dopo undici anni trascorsi nei panni di Iron Man, il progetto di doverli abbandonare definitivamente non sarà stato facile da accettare. Tuttavia niente è scontato nel MCU, e cosa impedirebbe a Kevin Feige di rigiocarsi le sue carte nel futuro del franchise? Endgame segna davvero l’addio di Downey?

Avengers: Endgame – La recensione

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Vi ricordiamo che Avengers: Endgame è nelle nostre sale dal 24 aprile.

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul BettanyElizabeth Olsen, Anthony MackieSebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, tutti i riferimenti e gli easter egg che vi siete persi

Fonte: THR

Avengers: Endgame, i Russo sulla mancata scena post credits. Ecco cos’è quel rumore

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Dal 2008, i Marvel Studios ci hanno abituati ad aspettare la fine dei titoli di coda dei loro film, per scoprire cosa sarebbe accaduto. La scena post credits, sin da Iron Man con Samuel L. Jackson che parlava di Iniziativa Avengers, è sempre stata fonte di emozione e rivelazioni, un’anticipazione di quello che sarebbe venuto dopo. Avengers: Endgame ha interrotto questa tradizione.

Parlando con USA Today, Joe e Anthony Russo, registi del film, hanno commentato la scelta di non inserire una post credits scene e nemmeno una mid credits: “Non è mai stata in programma. Il film si chiama Endgame (la fine dei giochi) per un motivo. Tutto qua. Questa è la fine. Il libro è chiuso per quanto riguarda quel capitolo dell’universo Marvel e un nuovo libro verrà scritto.”

“È stato il primo film Marvel a cui abbiamo lavorato senza pensare al futuro.” Hanno spiegato i registi, che per Marvel hanno diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War e Avengers: Infinity War, e per ogni film hanno lavorato pensando a ciò che sarebbe arrivato dopo. Ma non questa volta.

“Non esiste un futuro, adesso – ha spiegato Anthony Russoo meglio, ci sarà, ma non è nostra responsabilità.” 

Una storia chiusa, con buona pace di chi avrebbe voluto vedere ancora gli stessi personaggi al cinema. Tuttavia, sappiamo che alla fine dei titoli di coda qualcosa in effetti c’è: il suono metallico di un martello, come avevamo detto, la rievocazione di qualcosa che conosciamo bene, il rumore di Tony Stark che costruisce la sua prima armatura.

I fratelli Russo hanno fugato ogni dubbio: si tratta di “un’eco del passato”, soltanto un omaggio al modo in cui sono cominciate le cose. “Un piccolo segnalibro, comincia e finisce.” Così, i registi fanno chiarezza anche su quell’ultimo dubbio, invitandoci a non sperare più in altre storie di Iron Man, almeno per come lo conosciamo.

Leggi la recensione di Avengers: Endgame

Nel cast di Avengers: Endgame ci sono Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul BettanyElizabeth Olsen, Anthony MackieSebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy RennerEvangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

The Suicide Squad: Daniela Melchior sarà Ratcatcher nel film di James Gunn

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Continuano gli aggiornamenti su The Suicide Squad, il reboot del franchise targato Warner Bros. che vedrà alla regia James Gunn, e dopo la conferma dell’ingresso nel cast di David Dastmalchian arriva quella di Daniela Melchior, star televisiva portoghese, che nel film interpreterà Ratcatcher.

Nei fumetti originali viene presentato come alter ego di Otis Flannegan, criminale di Gotham City e antagonista di Batman, rinchiuso nel penitenziario di Blackgate per aver commesso aggressioni, rapimenti e rapine. Il suo più grande potere? Saper comunicare con i topi e addestrarli come servi mentre indossa una maschera antigas.

È evidente che la versione di Gunn non sarà un uomo ma una donna, e secondo quanto riporta Variety il personaggio verrà collegato a quello di Idris Elba (ancora ignoto). Dastmalchian entrerà invece nei panni di Polka-Dot Man, nome in codice di Abner Krill, un truffatore di basso livello che cerca di farsi un nome con crimini e un costume dagli effetti speciali, come macchie che si trasformano in seghe e dischi volanti, mentre John Cena dovrebbe interpretare Peacemaker.

The Suicide Squad: un attore del MCU entra nel cast

Per quanto riguarda il reboot, è stato confermato il ritorno nel cast di Viola Davis (che interpreterà di nuovo Amanda Waller) insieme a Joel Kinnaman, che riprenderà il ruolo di Rick Flag (il leader della task force), così come Jai Courtney sarà ancora Captain Boomerang e Margot Robbie Harley Quinn, anche solo per un piccolo cameo. Parlando invece delle novità, Variety fa sapere che Idris Elba, contrariamente alle notizie delle ultime settimane, non sostituirà Will Smith per interpretare Deadshot ma che la produzione ha eliminato il personaggio e ne affiderà un altro (per ora ignoto) all’attore.

Sempre sul reboot Justin Kroll di Variety fa sapere, basandosi su alcune voci piuttosto attendibili, che Dave Bautista non parteciperà al progetto come ipotizzato nei mesi scorsi a causa di un’agenda di lavoro troppo piena e impossibile da conciliare con gli impegni sul set del cinecomic. A quanto pare Cena dovrebbe sostituire proprio Bautista nel posto lasciato vacante, e i primi rumor suggeriscono che si tratti di Peacemaker, alter-ego di Christopher Smith.

Secondo quanto riferito nelle ultime settimane, la lineup dei personaggi del cinecomic non subirà molti stravolgimenti rispetto all’originale, ma è chiaro che il riavvio del franchise abbia comunque bisogno di nuove figure da introdurre in linea con la visione di Gunn e con le run originali dei fumetti a cui si ispira.

Fonte: Variety

Jonas Rivera, produttore di Toy Story 4, racconta il ritorno di Woody & Co

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Jonas Rivera è entrato a far parte della famiglia Pixar dall’inizio, all’epoca della realizzazione di Toy Story. Era il 1995, e il giovane Jonas portava i caffè ai boss dello studio. A distanza di 24 anni, Rivera è arrivato a Milano per presentare il prossimo film della Pixar, in cui è coinvolto in veste di produttore: Toy Story 4.

Certo, il nuovo film del franchise sui giocattoli non è il primo prodotto da Rivera, che vanta nel CV già un premio Oscar per Inside Out, sempre alla Pixar, che divide con Pete Docter. Tuttavia, per chi lavora in questo studio, partecipare a un film di Toy Story ha un che di magico e primordiale, come toccare l’origine, il punto vitale dello Studio stesso.

Toy Story 3 ha chiuso alla perfezione il racconto della trilogia, accomiatandosi dall’infanzia e passando il testimone ad altre storie. I giocattoli di Andy continuano ad avere un’utilità e allo stesso tempo Andy, con gratitudine, andrà avanti senza di loro. Forse proprio per la perfezione di questa conclusione, l’annuncio di Toy Story 4 ha destato qualche perplessità. Come si è trovata una storia che potesse davvero valer la pena di raccontare?

“Quando abbiamo cominciato a lavorare a questo film, abbiamo deciso che la storia doveva davvero essere valida, sapendo che il finale di Toy Story 3 era un finale meraviglioso. La cosa di cui più abbiamo discusso erano i personaggi, perché le avventure sono importanti solo ai fini dello svolgimento di una trama, in realtà quello che abbiamo analizzato è stato il personaggio di Woody, riflettendo sul fatto che valesse la pena continuare a raccontare il suo personaggio anche dopo i suoi anni con Andy. Abbiamo pensato che fosse possibile esplorare ulteriormente questo personaggio.”

In occasione della presentazione, sono stati mostrati anche 20 minuti del film, in esclusiva, in cui si nota subito che alcune scene, come nella migliore tradizione di Toy Story, sono decisamente cupe (in questo caso la scena ambientata nel negozio di antiquariato) e con riferimenti cinefili ben precisi. Dettagli troppo difficili per i bambini a cui il film è destinato?

“In realtà noi facciamo i film per noi stessi, questo perché siamo in realtà dei bambini e ci comportiamo come tali, ma al tempo stesso siamo dei cinefili alla Pixar e quindi amiamo tutto il cinema. Tutto questo lo riversiamo nei film che facciamo. Ovvio che poi ci auguriamo che quello che facciamo possa piacere anche a tutto il pubblico. Ripensando alle scene che vi abbiamo mostrato oggi hanno dei toni noir, ma c’è anche molta commedia. Io ho tre figli di 13 10 e 7 anni e sono loro il mio riferimento perché reagiscono a quello che gli mostro, e questo mi insegna molto su ciò che può funzionare meglio o peggio.

Tra l’altro, ogni volta che si parte con un progetto nuovo, ad esempio è accaduto con Inside Out, qualcuno si è chiesto se fosse troppo esoterico o filosofico, troppo giocato sulle emozioni. In realtà poi scopriamo che i bambini capiscono molto meglio degli adulti, il nostro è un pubblico intelligente. È chiaro che vedendo una scena con un riferimento a Viale del tramonto un bambino non può riconoscere quel riferimento cinematografico, però capirà che si trova davanti a una situazione di pericolo o a una situazione più comica, divertente. Ci sono più livelli sui quali lavoriamo.”

La più grande novità del film è quella legata a Bo Peep, un personaggio che abbiamo incontrato ne primi film e che poi è sparito dal terzo, una lampada della sorellina di Andy che aveva un legame speciale con Woody. La ritroviamo profondamente cambiata in questo film.

“Siamo stati molto fortunati ad avere con noi, nel team, delle donne che erano responsabili del personaggio, sia da un punto di vista dell’animazione, sia da quello dello sviluppo della storia. Lo abbiamo rinominato il team Bo, era la squadra dedicata a lei e quando si è trattato di lavorarci su, hanno chiesto a noi uomini di uscire, di non interferire, e hanno deciso loro come si doveva muovere, come doveva essere vestita e come si doveva comportare. Non si volevano gli stereotipi o le scelte e scontate. Hanno realizzato un personaggio deciso e forte, e da questo è venuto fuori il personaggio che vedrete nel film.”

Toy Story 4: presentati in anteprima 20 minuti. La descrizione delle scene

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In occasione della presentazione di Toy Story 4 a Milano, con Jonas Rivera (qui l’intervista), produttore del film Pixar, come ospite d’onore, sono stati proiettati 20 minuti del nuovo film Pixar che arriverà nelle sale il prossimo 27 giugno.

Ecco di seguito la descrizione delle scene che vedono tornare al cinema Woody, Buzz, Jesse e tutti gli altri avventurosi giocattoli che abbiamo imparato a conoscere nel corso degli ultimi 24 anni, da quando, nel 1995, è arrivato sul grande schermo il primo Toy Story.

Il prologo

TOY STORY 4

La prima sequenza presentata è il prologo del film, l’unica scena che è stata mostrata ad essere completa al 100% di effetti e dettagli. La scena ci mostra la casa di Andy sotto un forte temporale, con Woody che cerca di salvare la macchinina telecomandata che Andy ha dimenticato in giardino, nella canaletta di scolo. La forte pioggia ha infatti creato un fiumiciattolo che rischia di trascinare via il giocattolo.

Per salvare il suo amico, lo sceriffo si fa aiutare dagli altri giocattoli, tra cui Bo Peep, la pastorella che, più che un gioco, è la decorazione di una lampada in camera della sorellina di Andy. La bambina ha però deciso che non ha più paura del buio, quindi Bo Peep, le sue pecorelle e la sua lampada, non servono più, imballate e pronte per essere spedite via.

Woody però è sconvolto, si infila nello scatolone di Bo e cerca di convincerla a tornare in casa e di nascondersi tra gli altri giocattoli, ma la pastorella ha il cuore spezzato, come tutti i giocattoli accantonati dai bambini, e resta dov’è. Woody è dispiaciuto, ma capisce il dolore della sua amica. I due si separano.

Bonnie e Forky

TOY STORY 4

La seconda sequenza ci riporta nel presente. Alla fine del terzo capitolo abbiamo visto che Andy lasciava i suoi giochi alla piccola Bonnie, e lì ritroviamo tutti loro, con la bimbetta di 5 anni che ha costretto i giochi ad adattarsi a una nuova routine, che però è diversa da quella a cui erano abituati, visto che i giochi di Bonnie sono da bambina e spesso li lasciano esclusi. Questo lascia Woody un po’ infelice, visto che era abituato ad essere il preferito di Andy, mentre con Bonnie finisce sempre nelle retrovie, in mezzo alla polvere, fino a quando, addirittura, Bonnie stacca la stella dal suo petto di sceriffo e la appunta su quello di Jessie!

Nel film sembra quindi chiaro che Woody dovrà cercare una nuova prospettiva. Solo che lui ancora non lo sa e si ostina a voler aiutare Bonnie a tutti i costi, soprattutto adesso che la bambina dovrà andare in una scuola tutta nuova. Si infila così nel suo zainetto e va a scuola con lei. Bonnie però sembra non ambientarsi bene nel nuovo ambiente, così l’intervento di Woody le sarà molto utile. Lo sceriffo si getta nel cestino dei rifiuti, raccoglie quello che può e lo lancia sul tavolo di Bonnie, la bambina, creativa e ricettiva, coglie l’occasione per costruirsi da sé un giocattolo che chiamerà Forky. Sarà lui il nuovo arrivato a casa, tra gli altri giocattoli, ma la sua autostima ha qualche problema: essendo stato costruito da oggetti buttati via, da spazzatura, il giocattolo avrà sempre la tendenza a considerarsi tale e a cercare il “suicidio” nel secchio dell’immondizia.

L’intervento di Woody sarà ancora una volta determinante. Lo sceriffo è convinto che il giocattolo nuovo, creato da Bonnie, sarà fondamentale per farla tornare serenamente all’asilo, e così vuole tenerlo “in vita” a tutti i costi, riuscendo a evitare che questo si ricicli.

Il negozio di antiquariato

TOY STORY 4

La scena successiva vede un momento del film che viene un po’ più avanti. La famiglia di Bonnie parte per le vacanze in camper. Nel luogo di villeggiatura dove sono diretti c’è un negozio di antichità, un antiquario, che vende anche costosi giocattoli vintage. Proprio in questo posto, affascinante e inquietante, Woody e Forky andranno alla ricerca di una vecchia amica.

Questa scena è stata definita da Rivera una miniera d’oro di Easter Eggs, per via del fatto che l’affollamento di oggetti in quel negozio ha permesso ai geni della Pixar di inserire molteplici riferimenti alla cultura pop e anche alla stessa Pixar al suo interno.

La scena assume da subito delle tinte da thriller: un vecchio grammofono viene fatto partire e il vinile suona la musica della sala da ballo di Shining. Arriva Gaby Gaby, una bambola vintage a grandezza naturale, creata negli anni ’50 e con lo stesso meccanismo che consente a Woody di parlare tirando la corda (Ho un serpente nello stivale, cit.).

La bambola richiama chiaramente il personaggio di Norma Desmond in Viale del Tramonto, la diva d’altri tempi dimenticata a causa della modernità e del tempo che scorre. Da Woody, Gaby Gaby vuole il meccanismo vocale, che lo sceriffo ha ancora intatto. Il suo piano si manifesta subito diabolico: smontare Woody pezzo per pezzo.

Il ritorno di Bo Peep

TOY STORY 4

Fuggito dal negozio di antiquariato, Woody perde di vista Forky, e mentre pensa a un modo per recuperarlo, il parco giochi dove ha trovato rifugio viene invaso dai bambini. In quel momento, viene “salvato” da quella che si rivelerà essere Bo Peep.

La pastorella di porcellana è cambiata in tutti questi anni: al posto dell’ampia gonna indossa quelli che sembrano essere solo i mutandoni che indossava già sotto, un abbigliamento più comodo per facilitare i movimenti. E sì, perché la nuova Bo è una specie di eroina super agile, ha modi schietti ed è diventata un po’ cinica. La nuova Bo si muove a bordo di una macchinina elettrica mimetizzata con una specie di pelle di puzzola, che le consente di tenere lontani i bambini del parco giochi e ha una nuova amica, oltre alle sue tre pecorelle. Bo sarà una delle protagoniste di questa quarta avventura, che darà possibilità a Woody di completare la sua parabola. La nuova amica di Bo Peep è Giggle McAlly una specie di Polly Pocket, il giocattolo più piccolo mai apparso in Toy Story.

Il cambiamento più grande che Woody riscontra in Bo è però quello caratteriale, la dolce pastorella è adesso una specie di guerriera cinica, che non ha più fiducia nei bambini, come era già accaduto a Lotso, l’orso viola del terzo film. Ma Woody, rievocando l’aiuto che Bo ha dato alla sorellina di Andy per imparare a combattere la paura del buio, riesce a convincere la sua amica ad aiutarlo: il suo scopo è rientrare nel negozio di antichità e salvare Forky.

Per farlo hanno però bisogno di Duke Kaboom, un nuovo personaggio divertentissimo, doppiato da Keanu Reeves in originale. Duke si trova nel ritrovo dei giochi senza padrone, dove Bo viene accolta da vera star. Incontrato il nuovo personaggio, anche lui ha una storia da raccontare: regalato per Natale ad un bambino, è stato subito dimenticato perché non riusciva a compiere davvero le acrobazie che prometteva lo spot tv che lo pubblicizzava.

Al Luna Park

TOY STORY 4

Mentre Woody cerca di recuperare Forky, il resto dei giocattoli che Bonnie ha portato con sé in vacanza cerca di ritardare la partenza della famiglia, per evitare di lasciare indietro lo sceriffo. Così Buzz pensa di andare a cercare l’amico, ma si ritrova in un lunapark dove viene catturato da un giostraio che, senza pensarci troppo, lo lega a una bamcarella trasformandolo in un premio.

In questa occasione, lo space ranger incontra Ducky e Bunny, due peluche uniti per la zampina che da anni sperano di essere vinti. I due, costretti a una convivenza forzata e annoiati dalla loro vita senza libertà ed emozioni, cominciano a deridere il nuovo arrivato.

Non sono un assassino: recensione del film con Riccardo Scamarcio

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Non sono un assassino non è il classico film che cerca di trattare una tematica processuale oppure di mostrare una lista di intersecati eventi e parlare del tema della giustizia. In questo film è l’investigazione la reale protagonista, figlia di sospetti e sotterfugi che sembra guardare oltre, andando al di là della convezione da thriller, cercando di scavare nel fondo dell’animo umano, delle sue modificazioni, delle sue condotte e dei suoi punti di non ritorno, opponendosi alla purezza.

Non sono un assassino è proprio questo, il capire come l’ego di una persona sia capace di disegnare un uomo perfetto, affascinante e ricco di qualità solo all’apparenza, per poi scoprire che non fa che rivelare di essere l’opposto di quello che realmente è, un uomo perso nei suoi vorticosi meccanismi, capace di salvaguardare se stesso e le proprie apparenze, meno capace di farlo con chi gli vuole davvero bene: un bene che Francesco Prencipe (interpretato da Riccardo Scamarcio) non ha nemmeno nei confronti di se stesso.

Perché Prencipe è un inattaccabile vice questore che risulta essere l’unico indagato e l’unico responsabile dell’omicidio del giudice e amico Giovanni Mastropaolo (Alessio Boni), incontrato la mattina della morte di quest’ultimo e risultando l’ultima persona ad averlo visto vivo. Ogni indizio ritiene Francesco responsabile dell’omicidio e di questo viene accusato dalla PM (Claudia Gerini) che conosce il suo passato e che si trova a sostenere l’accusa che viene respinta e contrattaccata dall’avvocato e amico dell’imputato Giorgio (Edoardo Pesce).

Il film di Andrea Zaccariello, che è anche co-sceneggiatore del film insieme a Paolo Rossi, ha cercato di mettere per immagini il diario interiore del protagonista del film descritto nell’omonimo libro di Francesco Caringella, diventando per lo più una lezione di montaggio attuata da Massimo Quaglia. Infatti, è grazie a questo, all’alternarsi dei numerosi flashback e salti temporali, che è stato possibile raccontare la vita del protagonista, del legame che lo univa con Giovanni e che sembra unirlo ancora con Giorgio, spaziando dall’adolescenza agli anni della gioventù, da quando avevano trent’anni fino ai cinquanta. Tre amici per la vita con ognuno le proprie scelte che ne determinano il presente e che ne hanno determinato le proprie ombre.

Non sono un assassino aveva tutte le carte in regola per poter diventare un ottimo giallo d’introspezione, salvo risultarlo solo per metà e rinunciare a quel possibile poker d’assi calato sul tavolo. Se la trama funziona, così come i suoi intrecci, sono i suoi personaggi a risultare quasi fin troppo esasperati e snaturati, dando l’apparenza di non far più parte di un thriller melò, ma di un giallo che strizza involontariamente l’occhio alla comedy, andando oltre quello su cui ci si dovrebbe focalizzare: i sogni di tre uomini che, facendo il giro di boa delle loro vite, si accorgono di aver vissuto in sogni che non rimasti altro che quello.

Scrubs: 10 cose che non sai sulla serie cult

Scrubs: 10 cose che non sai sulla serie cult

Scrubs è una di quelle serie che è rimasta nell’immaginario collettivo per molti anni e vi rimane ancora. E questo grazie alla sua ironia, all’originalità nel trattare argomenti di diverso tipo e per aver accopagnato i suoi spettatori per diversi anni.

Ormai la serie si è conclusa da nove anni ma ancora viene ricordata, così come vengono ricordati i suoi interpreti che hanno regalato delle meravigliose interpretazioni. Ecco, allora, dieci cose da sapere su Scrubs.

Scrubs, gli episodi

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1. Titoli ordinari fino alla nona stagione. Una delle caratteristiche di Scrubs, che anche aiutato a farla diventare una serie ormai cult, risiede nei titoli. Infatti, se ci si fa caso, per le prime otto stagioni, quasi ogni titolo di un episodio inizia con la parola “My”. Sono state fatte delle eccezioni notevoli solo per gli episodi che iniziano per La sua storia, La sua storia II, La sua storia III e La sua storia IV. Ognuno di questi episodi conteneva la narrazione intena di un personaggio diverso da J.D. (ad esempio Dr. Cox, Turk, Elliot, Carla, The Janitor e Dr. Kelso). C’è anche La loro storia in cui si ascoltano i pensieri di Ted, Todd e Jordan. In La loro storia II vengono seguiti i pensieri di tre stagisti. A partire dalla stagione 9, ogni titolo dell’episodio inizia con “Our”.

2. La serie è andata avanti per nove stagioni. Durante la prima stagione il creatore della serie e il cast pensavano che Scrubs sarebbe stata cancella entro la fine della stagione e, quindi, hanno messo in atto un colpo di scena che avevano previsto in caso la serie non avrebbe ottenuto il successo sperato. Questo plot twist fece notare che The Janitor (Neil Flynn) non ha mai parlato direttamente e che sarebbe una figura immaginata da J. D. (Zach Braff). Questa idea è stata mantenuta nella seconda stagione, fino a quando Flynn ha chiesto a Bill Lawrence (creatore della serie) di poter finalmente interagire con un altro membro del cast.

3. La stagione otto sarebbe dovuta essere l’ultima. Pare, infatti, che questa stagione era stata pianificata come l’ultima, ma il creatore Bill Lawrence decise di aggiungere una nona stagione e di non dare vita a spin-off. Come risultato, lo show è cambiato in maniera significativa. La nona stagione ha cambiato persino titolo in Scrubs: Med School, J.D. non era più il protagonista principale, furono aggiunti nuovi attore e attrici al cast e titoli degli episodi iniziavano con Our invece che My.

Scrubs: il Cast

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4. Zach Braff è stato protagonista assoluto. Scrubs è una serie diventata molto famosa ed è rimasta nell’immaginario collettivo grazie anche al contributo dell’attore protagonista Zach Braff. L’attore americano ha saputo dare un apporto unico alla serie, improvvisando anche diverse battute che sono state tenute in fase di montaggio degli episodi. Tra le altre cose, è stato sempre a lui a dare vita, ai fan della serie, a qualche possibile speranza che il cast possa ritornare insieme: “Forse se fosse un film per la televisione, o qualcosa di simile, sarei interessato”.

5. La serie è conosciuta anche per i suoi camei. Una delle serie che ha fatto del cameo un’opera è d’arte è certamente Scrubs, che ha ospitato diversi attori che sono apparsi in ruoli minori. Tra i tanti, si ricordano Michael J. Fox che veste i panni del dottor Kevin Casey, Mike Schwartz nel ruolo del fattorino Lloyd e R. Lee Ermey che interpreta il padre dell’inserviente.

Scrubs frasi

6. Scrubs è un cult grazie alla sue frasi. Non è raro che una serie rimanga nell’immaginario collettivo, anche a  distanza di anni, e che avvenga grazie anche alle sue frasi. Non a caso, Scrubs è comunemente molto citata, ed ecco qualche esempio di frasi più diffuse:

  • Mi serve un caffè bollente che mi dia sprint alla falcata e che mi trascini le chiappe sul water! (Dr. Kelso)
  • Il sesso è uno sport. Come il racketball: ci dai dentro per mezz’ora, sudi un sacco e speri di non perderci un occhio. (Dr. Cox)
  • Io ti amo. Mi secchi più di quanto abbia ritenuto mai possibile ma… voglio passare ogni irritante minuto con te. (Turk)
  • Diamo uno sguardo alla mia vita privata: io sto insieme a una donna che odio, mio figlio di due anni mi chiama Perry e… soprattutto, quello che ancora non sono mai riuscito a confessare a nessuno, è che il sabato sera mi piace indossare un bel vestito da donna e andare in giro coi tacchi alti per i bar a farmi chiamare “la merciaia”. (Dr. Cox)
  • Perché le ragazze giuste hanno sempre fidanzati gonorroici, ma non puoi dirglielo perché sei il medico di lui? (J.D.)

Scrubs curiosità

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7. Come un live action dei Simpson. Ancora prima che i live action diventassero di moda, il creatore della serie, Bill Lawrence, ci aveva già pensato. In più interviste, infatti, ha dichiarato che voleva che questo show fosse una sorta di live action de I Simpson, non solo nello stile dell’umorismo, ma anche con i numerosi ospiti di alto profilo e un cast abbastanza ampio fatto di personaggi ricorrenti. In un episodio del 2006, JD ha commentato che Grey’s Anatomy (2005) era così realistico che “è come se qualcuno stesse guardando la nostra vita e l’ha messa in televisione”, una battuta presa in prestito da un episodio degli anni ’90 de I Simpson (1989), e lo stesso di Dinosauri (1991).

8. L’esperimento dell’alta definizione. Il finale della quinta stagione, My Transition, è stato completato e trasmesso in alta definizione, attuando una sorta di esperimento. Quello che ne è venuto fuori, è che Scrubs risultò essere il primo spettacolo a completare una modifica online in Final Cut Pro SD e, con questo episodio, diventò il primo spettacolo ad essere realizzato in alta definizione in Final Cut Pro. In ogni caso, lo spettacolo ha continuato a essere prodotto in definizione standard.

9. La serie è stata girata in un vero ospedale. Scrubs è una serie che potrebbe non sembrare, ma è stata girata in un vero ospedale. L’edificio in questione è il Medical Center of North Hollywood che ha consentito al cast e alla troupe di utilizzare il terzo piano che era vuoto. Così, tutti quanti si sono trasferiti lì, diventando il luogo delle riprese. Pare, poi, che dopo la fine della nona e ultima stagione, terminata nel 2010, l’edificio sia stato demolito nel 2011.

Scrubs streaming

10. Tutte le stagioni di Scrubs in streaming sono disponibili sul canale Star di Disney+.

Iscriviti a Disney+ per guardare le più belle storie di Scrubs e molto altro. Dove vuoi, quando vuoi.

Fonti: IMDb, eonline,

Avengers: Endgame, che fine ha fatto Goose?

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Avengers: Endgame, che fine ha fatto Goose?

ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU AVENGERS: ENDGAME

Il ruolo tutto sommato marginale di Captain Marvel nella trama di Avengers: Endgame avrà sicuramente deluso chi si aspettava un ritorno in scena più decisivo e “prepotente” (almeno viste le aspettative cresciute dopo la scena post credits di Infinity War), eppure resta il rammarico di non aver inserito nel quarto capitolo sui Vendicatori altri personaggi del franchise di Carol Danvers – escluso Nick Fury – come gli Skrull o la sua adorabile e pericolosissima gatta Goose.

La “vera” star del film con Brie Larson, un alieno Flerken sotto copertura, avrebbe potuto svolgere un ruolo nella battaglia degli Avengers contro Thanos, e da tempo circolavano diverse teorie circa il suo contributo che evidentemente non si sono realizzate. Sullo schermo abbiamo visto Carol salvare Tony Stark e Nebula nello spazio, riportare indietro i due eroi al quartier generale dei Vendicatori, aggiornare Natasha Romanoff sulla situazione critica dell’universo post-schiocco, infine intervenire nel conflitto decisivo disintegrando la nave del nemico e proteggendo il guanto dell’infinito poi passato nelle mani di Iron Man.

Purtroppo di Goose non c’è stata traccia, e ogni indizio ci porta a pensare che non sia nemmeno vivo al momento. D’altronde dagli anni Novanta è trascorso più di un decennio, quindi è possibile che il gatto abbia trovato la sua fine nel periodo che intercorre tra Captain Marvel e questo film; inoltre, se ragioniamo sulla schedule dei Marvel Studios e sul fatto che il cinecomic su Carol sia stato scritto e girato dopo Endgame, è facile ipotizzare che i Russo e gli sceneggiatori Stephen McFeely e Christopher Markus non sapevano nemmeno dell’esistenza di Goose o quanto sarebbe diventato popolare tra i fan.

Questo non significa che non rivedremo il personaggio nel sequel di Captain Marvel…

CORRELATO – Goose: tutti i segreti sul gatto di Captain Marvel

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Avengers: Endgame, tutti i riferimenti e gli easter egg che vi siete persi

Fonte: Comicbook

Avengers: Endgame, il mistero di Cap e della sua ultima missione

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Avengers: Endgame, il mistero di Cap e della sua ultima missione

Alla fine di Avengers: Endgame, quando Thanos è stato sconfitto e le cose sono state ripristinate secondo la volontà degli eroi, nonostante le perdite, Steve Rogers viene incaricato di restituire le Gemme dell’Infinito al rispettivo posto nel flusso del tempo, esattamente dal punto dove ognuno di loro le aveva prese.

In questo modo la linea temporale principale del MCU viene ripristinata, stando almeno a ciò che viene spiegato nel film e viene anticipato dall’Antico di Tilda Swinton. Nell’idea dei Vendicatori, Steve sarebbe dovuto andare nel passato, compiere le sua missione e tornare indietro. Tuttavia, come ben sappiamo, non torna indietro, almeno non subito. Sceglie di rimanere nel passato, con Peggy Carter, finalmente!

Porta con sé anche il Mjölnir di Thor, che aveva impugnato nella battaglia contro Thanos, in una delle scene più epiche del terzo atto, in cui, a colpi di scudo e martello, Cap è sul punto di sopraffare il Titano. Il martello dei Dio del Tuono, così come le Gemme, va riportato nella sua linea temporale, ai fatti di The Dark World.

La sua scelta però avrebbe dovuto creare un’intera linea temporale nuova, in cui esiste un Cap congelato e uno che torna a casa da Peggy. Oppure no? Dove si è fermato il “nostro” Steve? I registi del film hanno commentato proprio questo mistero:

“Se Cap dovesse tornare nel passato e vivere lì, creerebbe una realtà ramificata – ha spiegato Joe Russo – Allora la domanda diventa: come è tornato in questa realtà per consegnare lo scudo a Sam?”

“Domanda interessante, vero? – continua Joe – Forse c’è una storia da raccontare. Ci sono molti strati incorporati in questo film e abbiamo passato tre anni a rifletterci sopra, quindi è divertente parlarne e, si spera, riempire buchi per le persone in modo che capiscano bene a cosa stiamo pensando.”

Ma in quella scena ci sono altre domande, altre curiosità che emergono dal salto temporale di Steve. Le reazioni di Bucky, l’eredità di Sam, ad esempio. I Russo hanno confermato che, nel momento in cui Steve si appresta a partire, Bucky ha già intuito l’intenzione del suo amico di rimanere indietro nel tempo. Probabilmente è questo che giustifica il dialogo che i due hanno prima della partenza. Ma come fa Bucky a sapere cosa ha intenzione di fare Steve? Può essere che il Soldato d’Inverno ha già incontrato lo Steve “alternativo” in un’altra linea temporale? Sembra che la risposta sia sì, stando a quanto fanno capire i Russo.

Per quanto riguarda Sam, invece, sembra proprio che Falcon non avesse alcun indizio di quelle che erano le intenzioni di Steve, come spiega Joe Russo: “Sam non sa nulla”. Falcon non ha idea di Old Cap, ed è per questo che Bucky lo spinge ad andare a parlare con l’ormai anziano Steve Rogers seduto su quella panchina. Bucky ha già la risposta alle domande che Sam sta per fare. Sappiamo che entrambi i personaggi torneranno nella serie Disney +, al momento in fase di lavorazione, e immaginiamo, a questo punto, che Sam Wilson porterà con sé anche lo scudo che Cap gli affida a fine film.

Lo scudo che Steve dà a Bucky è quello che viene dal passato, visto che quello del presente viene distrutto durante la lotta contro Thanos. Il passaggio di consegna è ufficiale dal momento che è lo stesso Captain America in carica a consegnare l’oggetto al successore.

Potrebbe anche essere, però che nella timeline con Old Cap possa esistere un momento in cui lo scudo non è più di Steve ma già di Sam, anche se il giovane amico di Rogers non lo sa. In questo modo, Steve sta solo restituendo lo scudo al legittimo proprietario. Ma se così fosse, cosa ne è stato di Sam, dal momento che lo scudo è stato portato a questa linea temporale?

Si tratta di domande molto valide sollevate da quell’unica scena finale, e secondo i Russo le risposte che potrebbero esigere i fan non sono state ancora scritte, e magari c’è una storia, da qualche parte, che aspetta di essere ancora raccontata.

Quando Steve vecchio saluta Sam, notiamo tutti la fede nuziale al suo dito, tutti sappiamo che sta ad indicare che Steve ha scelto finalmente di vivere la sua vita con Peggy, e Sam gli chiede di lei. Ma Old Cap risponde: “No … no, non credo che lo farò (parlarti di lei)”.

Sappiamo che Steve è tornato indietro e che è andato a vivere in una timeline secondaria. Tuttavia, molti fan si chiedono se si tratti di una disattenzione. Steve Rogers potrebbe aver trovato un modo per riallineare le timeline? Se è così, ciò gli permetterebbe di vivere nell’ombra come il “marito segreto” di Peggy, che è stato riconosciuto ma non è stato identificato finora nell’universo cinematografico Marvel. Ciò sembra improbabile sulla base del fatto che Joe Russo ha detto che una delle domande più ovvie è “come è tornato in questa realtà?”

La presenza pacifica e nascosta di Steve nella realtà principale crea anche molti paradossi: perché non riesce ad arginare l’infiltrazione di Hydra nello SHIELD? Perché non avverte i Vendicatori della prossima invasione aliena nel 2012? Perché non interferisce in tutte le principali tragedie e conflitti che conosciamo?

Forse lui agisce, ma sarebbe comunque in un universo alternativo, non certo nel principale. Quando rifiuta educatamente di parlare a Sam di sua moglie, potrebbe essere un suggerimento anche al pubblico: non potete sapere tutto, almeno non ancora.

Probabilmente si tratterà del prossimo passo, della narrazioni delle famiglie a diversi livelli temporali, con il racconto delle realtà alternative delle famiglie degli eroi. Ad esempio, all’intera domanda “Dove è andato Cap?” potrebbe essere data risposta nella serie animata di What If che la Marvel sta sviluppando per Disney +.

Il primo titolo annunciato esplora cosa accadrebbe se fosse stata Peggy Carter la protagonista dell’esperimento in cui Steve ha ricevuto il siero del Super-Soldato. E se quel mondo fosse quello in cui Steve è andato ad abitare? Con Peggy che fa la supereroina e lui che è un “normale” marito?

L’ultimo dettaglio della scena è invece una curiosità tecnica che i fratelli Russo hanno svelato a EW: l’uomo anziano, nel film, era effettivamente Chris Evans invecchiato con make up e CGI. “Ovviamente, se non avesse funzionato perfettamente, poteva minare le intenzioni emotive della scena – afferma Anthony RussoAbbiamo usato un sacco di effetti pratici, quindi è stato un lavoro di makeup molto elaborato che è stato poi perfezionato con il CG, perché ci sono alcune cose che non puoi fare con il trucco per rendere credibile quell’età sul volto di un uomo giovane”.

Leggi la recensione di Avengers: Endgame

Nel cast di Avengers: Endgame ci sono Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul BettanyElizabeth Olsen, Anthony MackieSebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy RennerEvangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Spider-Man: Far From Home, Joe Russo chiarisce la timeline del film

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Spider-Man: Far From Home chiuderà definitivamente la Fase 3 del MCU, tuttavia resta irrisolto uno dei misteri principali sul film anche a pochi mesi dall’uscita: quando è ambientato? Quanto tempo è trascorso da Avengers: Endgame? A che punto della timeline sono inserite le nuove avventure di Peter Parker.

In merito alla questione è intervenuto Joe Russo durante un Q&A, spiegando che Peter tornerà a scuola dopo essere stato resuscitato dallo schiocco del guanto di Tony Stark avvenuto sul finale di Endgame. Insieme a lui, sullo schermo, abbiamo visto anche Ned Leeds, il suo migliore amico, ma questi non sono gli unici due personaggi riportati in vita; di fatto il trailer di Far From Home ci conferma che la maggior parte del cast tornerà esattamente come loro, cinque anni dopo gli eventi del capitolo precedente diretto dai Russo.

Le persone che sono sopravvissute allo schiocco sono più vecchie di cinque anni, al contrario delle vittime” ha raccontato il regista, “E la ragione per cui Spider-Man vede Ned a scuola è perché lui, come altri, è rimasto polverizzato. Ovviamente ci sono persone della sua età che non sono morte e che forse ora sono già al college“.

Per quanto riguarda Peter Parker e i personaggi colpiti dalla Decimazione, per cinque anni hanno vissuto in una specie di letargo senza invecchiare di un giorno: “Quelle persone non avevano idea di cosa fosse successo, ed è come se si fossero appena svegliate da un lungo sonno. L’unico a conoscenza del tempo trascorso è Doctor Strange, perché aveva visto il futuro mentre meditava e lottava contro Thanos su Titano […] Penso che l’abbraccio tra Peter e Ned sia un momento commovente, perché ti fa capire come ci siano persone che sono andate avanti e altre no, ma questo ormai è un mondo complicato…

Spider-Man: Far From Home, anticipata la data di uscita

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Diretto ancora una volta da Jon Watts, Spider-Man: Far From Home è arrivato nelle nostre sale il 10 luglio. Confermati nel cast del film il protagonista Tom Holland nei panni di Peter Parker, Marisa Tomei in quelli di zia May e Zendaya in quelli di Michelle, Samuel L. Jackson in quelli di Nick Fury e Cobie Smulders in quelli di Maria Hill. Jake Gyllenhaal interpreterà invece Quentin Beck, aka Mysterio, uno degli antagonisti più noti dei fumetti su Spidey.

Di seguito la sinossi ufficiale: In seguito agli eventi di Avengers: Endgame, Spider-Man deve rafforzarsi per affrontare nuove minacce in un mondo che non è più quello di prima. ‘Il nostro amichevole Spider-Man di quartiere’ decide di partire per una vacanza in Europa con i suoi migliori amici Ned, MJ e con il resto del gruppo. I propositi di Peter di non indossare i panni del supereroe per alcune settimane vengono meno quando decide, a malincuore, di aiutare Nick Fury a svelare il mistero degli attacchi di creature elementali che stanno creando scompiglio in tutto il continente.

Per quanto riguarda le novità del sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una versione rimodellata di quella di Iron Spider. vista in Avengers: Infinity War. Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera, con degli occhiali al posto delle orbite bianche, come da tradizione, questo perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno di una nuova maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta su Titano, durante il confronto con Thanos e prima della sua disintegrazione.

Spider-Man: Far From Home, tutte le risposte che vorremmo dal film

Fonte: Reddit

Wonder Woman 1984: Patty Jenkins condivide una foto inedita di Gal Gadot

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In occasione del compleanno di Gal Gadot, la regista Patty Jenkins ha condiviso su Twitter un’immagine inedita dell’attrice sul set di Wonder Woman 1984, secondo capitolo delle avventure di Diana Prince al cinema in uscita a giugno 2020.

La foto vede l’eroina nei suoi panni “civili”, con un completo bianco che suggerisce un ritorno ad un momento specifico della storia a fumetti, verso la fine fine degli anni ’60, epoca in cui Diana viene privata di tutti i suoi poteri.

Nel 1969 infatti, l’autore Denny O’Neil prese le redini di Wonder Woman con il numero #178 cambiando radicalmente le sorti del personaggio sia nell’aspetto che nella trama: in quelle pagine Diana rinuncia ai superpoteri e al suo lignaggio, abbracciando la sua identità “umana” di esperta di arti marziali, proprietaria di un negozio, e donna alla moda.

Che sia questa foto l’anticipazione di ciò che vedremo in Wonder Woman 1984? La Jenkins avrà scelto i fumetti di O’Neil come maggiore ispirazione del film?

wonder woman 1984

Wonder Woman 1984come tornerà Steve Trevor?

Il film è stato definito dal produttore Charles Roven un sequel “inusuale”, che poterà in scena lo stesso personaggio grazie al lavoro dello stesso team creativo e che seguirà gli eventi del precedente capitolo, ma che i fan non dovrebbero aspettarsi un seguito tradizionale definendo Wonder Woman 1984 “la prossima iterazione della supereroina”.

Il film racconterà un lasso di tempo completamente diverso e lo spettatore avrà solo un assaggio di ciò che che Diana ha fatto o affrontato negli anni intermedi. Abbiamo cercato di mettere insieme una storia del tutto diversa che potesse rispettare le stesse emozioni del passato, portare un sacco di umorismo e molta azione coraggiosa. E soprattutto, toccare le corde del cuore.

Vi ricordiamo inoltre che l’ordine cronologico del personaggio è stato già rimescolato, essendo stata introdotta nell’era contemporanea di Batman v Superman: Dawn of Justice per poi tornare al vecchio secolo con Wonder Woman.

Il sequel vedrà ancora Gal Gadot nei panni di Diana Prince opposta a Kristen Wiig, scelta per interpretare la villain Cheetah. Nel cast figureranno anche Chris Pine (volto del redidivo Steve Trevor) e Pedro Pascal, in un ruolo ancora misterioso.

Avengers: Endgame, un personaggio di Captain Marvel spunta nelle scene finali?

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ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU AVENGERS: ENDGAME

L’uscita di Avengers: Endgame è stata accompagnata, come di consueto, da dettagliate analisi di tutti i riferimenti, gli indizi, gli easter egg e i cameo inseriti nel film che legano il capitolo finale della Infinity Saga al resto del Marvel Cinematic Universe. Eppure sembra che ci sia un ulteriore dettaglio, nelle scene finali, che potrebbero anticipare gli eventi della Fase 4 e il ritorno di un personaggio comparso di recente nello standalone su Captain Marvel.

A rivelarlo è un fan, secondo il quale nella breve sequenza ambientata al liceo di Peter Parker ci sarebbe anche Talos, il leader degli alieni mutaforma Skrull interpretato da Ben Mendelsohn, non perfettamente a fuoco e alle spalle di Tom Holland in lontananza.

L’attore, almeno secondo questa teoria, vestirebbe i panni di un professore (o preside?) che sta accogliendo gli studenti al rientro dopo gli eventi della Decimazione. Come saprete, se avete visto Endgame, lo schiocco del guanto da parte di Tony Stark ha ripristinato l’equilibrio dell’universo e riportato indietro tutte le vittime polverizzate da Thanos in Infinity War. Tra queste c’erano anche Peter e il suo amico Ned, entrambi presenti nella scena finale.

Per quanto riguarda Talos, non sappiamo esattamente che fine abbia fatto dopo gli anni Novanta e se, come gli altri eroi, non è sopravvissuto alla Decimazione. Forse nel periodo che precede Avengers: Endgame ha girovagato insieme a Carol Danvers in cerca di un pianeta sicuro, oppure si è insediato sulla Terra con il popolo Skrull assumendo le sembianze di esseri umani.

Questo mistero accende ancora più dubbi alla luce della Fase 4 del MCU, dove speriamo di rivedere in azione gli alieni e Captain Marvel. Magari nello scenario di Secret Invasion, che è una delle trame crossover dei fumetti più entusiasmanti e complesse da adattare.

Nel frattempo trovate qui sotto la clip “incriminata”.

Talos in Peter’s School

Leggi anche – Avengers: Endgame, la recensione

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Vi ricordiamo che Avengers: Endgame è nelle nostre sale dal 24 aprile.

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul BettanyElizabeth Olsen, Anthony MackieSebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, tutti i riferimenti e gli easter egg che vi siete persi

Fonte: Imgur

Guardiani della Galassia Vol.3: quando inizieranno le riprese?

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Guardiani della Galassia Vol.3: quando inizieranno le riprese?

Calato il sipario sulla Fase 3 del MCU (che tecnicamente terminerà con Spider-Man: Far From Home a Luglio), è tempo di guardare avanti e ragionare su quali titoli andranno a comporre la quarta fase dell’universo condiviso. Già confermati il film sugli Eterni, il prequel standalone su Vedova Nera (con il ritorno di Scarlett Johansson), i sequel di Black Panther e Doctor Strange, il capitolo dedicato a Shang-Chi (primo supereroe asiatico del franchise) e infine, Guardiani della Galassia Vol.3.

Proprio su quest’ultimo progetto sappiamo pochissimo, e lo scorso marzo si era detto che la produzione non sarebbe iniziata prima del 2021. Tuttavia un report dell’Hollywood Reporter fa sapere che le riprese potrebbero essere state anticipate addirittura al 2020 (ma non è chiaro a quale mese ci si riferisca). È possibile inoltre che la data di uscita del film venga fissata alla fine del 2020, dunque sembra che i fan dovranno attendere meno tempo del previsto per rivedere i propri eroi sul grande schermo.

Ovviamente nei mesi che precedono l’inizio dei lavori con i Marvel Studios James Gunn si occuperà della regia di The Suicide Squad, reboot che rilancia le sorti della squadra di supercriminali del DC Extended Universe. Qui invece le riprese dovrebbero partire a settembre 2019, con una release prevista per agosto 2021.

Guardiani della Galassia Vol.3: gli indizi sul film in Endgame

Vi ricordiamo che Gunn è tornato alla regia di Guardiani della Galassia vol. 3 dopo il licenziamento avvenuto la scorsa estate.

La decisione di riassumere Gunn – allontanato dalla produzione del film a luglio a causa di vecchi tweet satirici rivenuti nel feed del suo profilo Twitter in merito a temi molto delicati tra cui stupro e pedofilia – è stata varata negli uffici della casa di Topolino in seguito a diverse conversazioni con la dirigenza e il team dei Marvel Studios.

A quanto pare, subito dopo il licenziamento, è stato il presidente degli Walt Disney Studios, Alan Horn, ad incontrare direttamente Gunn per discutere della situazione e, convinto dalle scuse dell’accusato e dal modo in cui stava gestendo la situazione, avrebbe scelto di riportarlo al timone del progetto.

Fonte: THR

Cannes 2019: i membri della giuria di Un Certain Regard

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Cannes 2019: i membri della giuria di Un Certain Regard

Dopo la giuria del Concorso Ufficiale di Cannes 2019, è stata annunciata anche la Giuria di Un Certain Regard, la sezione collaterale che quest’anno sarà valutata da Nadine Labaki e dai suoi colleghi membri.

Ecco di seguito i nomi che formano la giuria:

Nadine Labaki

Regista e Attrice / Libano

Marina Foïs

Attrice/ Francia

Nurhan Sekerci-Porst

Produttore/ Germania

Lisandro Alonso

Regista/ Argentina

Lukas Dhont

Regista/ Belgio

Il Festival di Cannes 2019 si svolgerà dal 14 al 25 maggio. Il presidente di Giuria di Un Certain Regard sarà Nadine Labaki mentre ad Alain Delon verrà consegnato il premio alla carriera.

Dark Phoenix: character poster del film Fox

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Dark Phoenix: character poster del film Fox

Sono stati diffusi i character poster ufficiali italiani di Dark Phoenix, il nuovo film sui Mutanti Marvel che arriverà in sala il prossimo 6 giugno e che racconterà la Saga di Fenice Nera.

Scritto e diretto da Simon Kinberg, il nuovo episodio è interpretato da Sophie Turner, James McAvoy, Michael Fassbender, Jennifer Lawrence, Nicholas Hoult, Tye Sheridan, Alexandra Shipp e Jessica Chastain.

X-Men: Dark Phoenix, la trama

Dark Phoenix tratterà la storia di uno dei personaggi più amati della saga degli X-Men, Jean Grey, che si evolve nell’iconica  DARK PHOENIX. Nel corso di una pericolosa missione nello spazio, Jean viene colpita da una potente forza cosmica che la trasforma in uno dei più potenti mutanti di tutti i tempi. Lottando con questo potere sempre più instabile e con i suoi demoni personali, Jean perde il controllo e strappa qualsiasi legame con la famiglia degli X-Men, minacciando di distruggere il pianeta. Il film è il più intenso ed emozionante della saga, mai realizzato prima. È il culmine di vent’anni di film dedicati agli X-Men, la famiglia di mutanti che abbiamo amato e conosciuto deve affrontare il nemico più devastante: uno di loro.

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Diretto da Simon Kingberg, con Sophie TurnerJennifer Lawrence, James McAvoy, Michael Fassbender, Evan Peters, Nicholas Hoult, il film sarà in sala il 6 giugno 2019.

Vedova Nera, il volto migliore del MCU

Vedova Nera, il volto migliore del MCU

Attenzione – l’articolo contiene spoiler su Avengers: Endgame

Sono passati sette anni dall’uscita di The Avengers, eppure la scena dell’interrogatorio di Natasha Romanoff che cerca di estorcere informazioni ad un boss mafioso russo rimane forse la più significativa del viaggio di Vedova Nera attraverso il MCU e assume, alla luce di Endgame, un’importanza che almeno all’epoca avevamo sottovalutato. “La famosa Vedova Nera, che alla fine non è altro che un bel faccino” è un po’ la sintesi del pensiero comune rivolto a questa eroina senza superpoteri, innegabilmente ammiccante e sexy, dotata di un’abilità molto specifica, l’autocontrollo, che l’infanzia difficile e un passato di abusi fisici e psicologici le hanno insegnato; l’unica donna all’interno di un collettivo maschile meritevole di occupare un posto di rilievo al fianco di arroganti playboy, soldati fuori dal tempo, dei con problemi genitoriali, geni in lotta con il proprio temperamento. Quella scena è il vero punto di partenza di un discorso sulla rappresentazione femminile nel Marvel Cinematic Universe, senza cui non ci sarebbero state le varie Captain Marvel, Gamora e Valchiria, oltre che la continuazione del percorso iniziato in Iron Man 2, dove Scarlett Johansson esordiva nei panni dell’agente sotto copertura dello S.H.I.E.L.D.

Ma la differenza, rispetto al film di John Favreau del 2010, è che stavolta lo sguardo su Vedova Nera è quello di Joss Whedon, un alfiere del female empowerment nell’intrattenimento con un punto di vista sempre originale su cosa significhi essere donne e eroine nella società contemporanea. Come Buffy l’ammazzavampiri, anche Natasha è stata strappata dalla sua gioventù per farsi carico di responsabilità che non aveva chiesto né voluto; addestrata per diventare una spietata assassina, manipolata mentalmente, addirittura sterilizzata (perché un figlio sarebbe stata una “distrazione”), cresciuta con metodi estremamente violenti e brutali che spesso utilizzava contro i suoi avversari. E in questa condizione di “prescelta”, o predestinata, ha maturato dentro di sé un vuoto. Perché questo comporta un lavoro del genere: solitudine, malinconia, freddezza nei confronti degli altri.

vedova nera

Autocontrollo è la facilità con cui risponde a chi la sta interrogando “Davvero mi trovi carina?” o quando dice a Phil Coulson che non può tornare alla base perché “sta lavorando”, sospesa ai bordi di un precipizio. E quel combattimento con le mani legate (“Ho sempre combattuto con le mani legate dietro la schiena, ma cosa succederà quando le avrò completamente libere?” esclamerà Carol Danvers nel film del 2019 con Brie Larson), la bellezza dei movimenti e il dettaglio delle scarpe con il tacco che Whedon riprende alla fine della scena sono diapositive indimenticabili, oltre che descrittive del personaggio: forte e sensuale, può essere entrambe le cose e non per questo passare per frivola e superficiale. Sarà lei, guarda caso, ad andare da Hulk e a convincere il “big guy” a unirsi ai Vendicatori. Non Nick Fury, non Tony Stark, ma lei.

Il bel faccino di Iron Man 2 cambia pelle (e look), fedele alla controparte dei fumetti e in grado di conservare la sua femminilità sia sul campo che fuori servizio. Prima il tubino nero – quello dell’interrogatorio – poi il completo retrò del party di Age of Ultron, per non parlare del taglio di capelli ogni volta diverso (retaggio dei suoi anni da spia), le divise succinte ma soprattutto pratiche (perché Natasha deve muoversi in fretta) e la naturale confidenza nel proprio corpo che solo un’attrice come la Johansson poteva comunicare. Ma è una trasformazione progressiva che tocca insieme la sensibilità e l’umanità, territori repressi in un contesto nuovo, quello della squadra, dove la parole d’ordine è “condivisione” dello stesso spazio.

Con gli Avengers, Vedova Nera cresce, o forse scopre finalmente la sua vera sé, quella migliore, materna, sentimentale, fragile; l’unica in grado di calmare la rabbia di Hulk che però rinuncia all’amore (con Bruce Banner) e cerca in ogni modo, sotto traccia, di conciliare due fazioni divise da un’ideologia cieca (in Civil War, quando lascia fuggire Steve e Bucky dall’aeroporto tradendo Tony). La ritroviamo in disparte, quasi marginale rispetto alla trama, in Infinity War, dove prende a calci il nemico e respinge ogni tipo di coinvolgimento emotivo. Un passaggio cruciale che la porterà alla piena consacrazione e al culmine del suo arco narrativo in Endgame.

vedova nera

Il suo viaggio, nella nostra mente, sarebbe giunto alla fine solo se Natasha fosse riuscita a riunire i Vendicatori. È cresciuta in un ambiente terribile che ha abusato di lei, le hanno controllato il cervello, e quindi, quando arriva su Vormir e ha un’unica possibilità di riportare indietro la sua famiglia, non ci pensa due volte”, ha raccontato lo sceneggiatore Stephen McFeely in un’intervista con il New York Times. “Avevamo paura che il pubblico, a quel punto del film, non sarebbe stato pronto o abbastanza triste… stavamo perdendo un grande personaggio, e come saremmo riusciti a onorarlo?”.

Di fatto Iron Man e Vedova Nera sono i due personaggi più importanti che non sopravvivono agli eventi del film; lui, figura pubblica, ha il suo funerale, il cordoglio dei cari, i riflettori puntati, lei, una spia, nessuna scena eclatante tranne lo sgomento negli occhi e nelle parole dei compagni quando scoprono la sua assenza di ritorno dal Regno Quantico.

È una scelta coerente con il basso profilo tenuto dall’eroina in un questo universo, che non significa aver offerto allo spettatore un’icona passiva, invisibile e debole, ma un modello di femminilità esemplare, oltre che mai scontato e sempre affascinante; capace di alternare il registro della donna di potere con quello della madre, sorella, compagna, amante compassionevole. Dunque visto il destino riservatole dai Marvel Studios e il sentiero calpestato fino ad oggi, siamo convinti che Natasha Romanoff sia riuscita a cancellare “quella nota rossa sul registro” e a risultare molto più che un bel faccino, dopo tutto. Per noi, il volto migliore del MCU.

Sonic The Hedgehog: il primo trailer ufficiale

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Sonic The Hedgehog: il primo trailer ufficiale

Ecco il primo trailer di Sonic The Hedgehog, che conferma le prime immagini trapelate dal film il mese scorso. Nel video possiamo vedere anche Jim Carrey nel panni di Dr. Robotnik.

Il film è basato sull’omonimo franchise e segue la storia di un delinquente, Sonic the Hedgehog, che unisce le sue forze a quello di un poliziotto, Tom Wachowski, per fermare i piani di dominio sul mondo intero architettati da Dr. Robotnik.

Nel film ci sarà James Marsden nei panni di Tom Wachowski, mentre Carrey è il villain Dr. Eggman/Dr. Ivo Robotnik. Nel cast ci sono anche Tika Sumpter, Neal McDonoughAdam Pally. Ben Schwartz doppia Sonic.

A dirigere è stato chiamato Jeff Fowler, alla sua prima regia di lungo, e la sceneggiatura è stata firmata da Pat Casey e Josh Miller.

Avengers: Endgame, i momenti più emozionanti del film

Avengers: Endgame, i momenti più emozionanti del film

ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU AVENGERS: ENDGAME

Degna conclusione della Infinity Saga e culmine narrativo di una trama iniziata nel 2008 con Iron Man, Avengers: Endgame mette il sigillo sulla saga che ha riunito sul grande schermo i Vendicatori dell’universo Marvel e le loro personali battaglie.

Ma quali sono stati i momenti più emozionanti del film? Di seguito trovate le nostre scelte:

Occhio di Falco perde la sua famiglia

Avevamo già visto moltissimi dei personaggi principali del MCU polverizzati alla fine di Avengers: Infinity War, eppure la scena iniziale di Endgame, con la morte della famiglia di Occhio di Falco, è una delle cose più strazianti mai raccontate nell’universo condiviso.

I Russo ci danno giusto il tempo di adattarci al clima rilassato della scena quando, di colpo, moglie e figli di Clint scompaiono nel silenzio più assordante.

Il messaggio di Tony a Pepper

Questo momento era stato parzialmente rivelato nel primo trailer di Avengers: Endgame, tuttavia l’impatto emotivo della scena completa è più forte di quanto ci aspettassimo. Tony Stark, lontano da casa, senza alcuna speranza e ad un passo dalla morte, registra un messaggio per Pepper Potts: “Nei miei sogni ci sei sempre tu“, dice con la voce strozzata.

La crisi di Tony

Tornato sulla Terra grazie al salvataggio di Captain Marvel, Tony sembra esausto e traumatizzato dall’esperienza vissuta su Titano, dove si è tenuta la battaglia contro Thanos prima dello schiocco.

Ma l’atmosfera, al quartier generale dei Vendicatori, non è più la stessa, e Tony incolpa Steve per tutto ciò che è successo. “Tu non c’eri quando ho avuto bisogno di te“, gli urla dolorante, alzandosi da una sedia a rotelle e incapace di elaborare il suo dolore.

Il gruppo di sostegno

Avengers: Endgame

Il cameo del co-regista Joe Russo è forse uno dei momenti meno rumorosi e comunque più toccanti del film, inserito durante la sequenza in cui Steve Rogers conduce un gruppo di sostegno per i sopravvissuti alla Decimazione che piangono i loro cari.

Russo interpreta un uomo che ha perso il suo partner che confessa ai presenti quanto sia difficile ricominciare a vivere e aprirsi all’amore dopo che lo schiocco gliel’ha strappato via. È triste, ma anche pieno di speranza quando racconta dell’appuntamento che ha appena avuto.

Vedova Nera fatica ad andare avanti

avengers endgame

La prova di Scarlett Johansson in Endgame è una delle migliori offerte nel MCU dall’attrice, particolarmente sentita nelle scene iniziali in cui Natasha fa i conti con le conseguenze della tragedia e con la difficoltà di andare avanti come se nulla fosse accaduto.

Per sopravvivere cerca di mantenere il mondo al sicuro, perché questo è tutto ciò che sa fare, oltre che qualcosa che deve alle persone.

Ti voglio bene 3000

Ti voglio bene 3000” sono le bellissime parole che la figlia di Tony Stark, Morgan, dice al padre in uno dei momenti più intimi, nella sua camera da letto prima di andare a dormire.

Tony, l’ex miliardario egocentrico e playboy, ha davvero cambiato vita, è diventato grande,  accettando finalmente l’amore che tutti speriamo di avere nella nostra vita: quello di un bambino, di nostro figlio.

Scott riabbraccia Cassie

A proposito di genitori e figli, anche l’abbraccio tra Scott Lang – riemerso dal Regno Quantico cinque anni dopo la Decimazione – e la figlia ormai adolescente Cassie, è una scena che ricorderemo a lungo.

La paura di averla persa si trasforma in felicità mentre scopre che Cassie è viva e sta bene. Lì un’ondata di sollievo si riversa sul personaggio e sul pubblico.

Rocket parla della sua “famiglia”

Rocket Raccoon è senza dubbio uno dei personaggi più belli e insieme tragici del MCU, e quando lo ritroviamo in Avengers: Endgame offre un’ulteriore dimostrazione della sua saggezza.

Il procione si reca ad Asgard per recuperare la gemma della realtà, e per farlo ha bisogno di consolare Thor, scrollargli di dosso la depressione: così decide di parlargli della sua vera famiglia, i Guardiani della Galassia, e quanto significa per lui questa missione disperata.

D’altronde la famiglia che scegli è altrettanto importante della famiglia in cui sei nato, e il discorso che fa a Thor è davvero toccante.

Thor e Frigga

Sempre riguardo Asgard e il passato di Thor, Avengers: Endgame sancisce l’importanza del rapporto tra Thor e la madre Frigga, dopo che l’eroe ha perso il fratello Loki e il padre Odino nei precedenti film.

Rivederla scatena nell’eroe un sentimento di gioia misto a rammarico, e ricevere il suo perdono è ciò che lo spinge ad andare avanti.

Tony parla con suo padre

Tutti i migliori supereroi della storia hanno un problema con le loro figure paterne, e Tony Stark non fa eccezione. Ma è bello vederlo riconciliarsi con il padre Howard in un modo originale.

Il rapporto tra i due è sempre stato complicato, e solo la morte del fondatore delle industrie Stark ha mosso qualcosa nel cuore del figlio: ora Tony è in grado di capire le sue scelte e apprezzare ciò che gli ha insegnato perdonandogli i suoi errori.

La morte di Vedova Nera

Prima dell’uscita Endgame, mai avremmo scommesso sulla morte di Vedova Nera, quindi l’evento in sé ci ha lasciati abbastanza sorpresi. Tuttavia il percorso fatto dall’eroina ha senso e il suo arco narrativo non poteva che concludersi in questo modo: con un sacrificio.

Natasha, la vera “madre” dei Vendicatori, sacrifica la sua vita per ottenere la gemma dell’anima e salvare Clint Barton, l’amico che ha una famiglia da cui tornare…

Il funerale di Tony

Tony Stark ha dato inizio al MCU ed è un po’ il padrino di tutto il franchise, quindi non stupisce che la scena della sua morte, unita al funerale, abbia fatto scoppiare in lacrime tutti gli spettatori in sala.

Difficile trattenere le lacrime poi quando i fratelli Russo decidono di riesumare la famosa targa che recita “La prova che Tony Stark ha un cuore“, realizzata da Pepper in Iron Man del 2008…

Cap passa lo scudo a Sam

Ci siamo chiesti a lungo che cosa sarebbe successo dopo l’eventuale morte di Steve Rogers e se lo scudo di Cap sarebbe passato a Sam Wilson o a Bucky Burnes, come aveva fatto nei fumetti.

Ora che Endgame è finalmente uscito, sappiamo che Steve ha scelto Falcon come suo erede nel MCU, e questa scena è stata mostrata con grande tenerezza, oltre che nostalgia nei confronti di un personaggio che non ci sarà più (almeno non nel modo in cui l’abbiamo conosciuto).

Il ballo di Steve e Peggy

Non potevamo che chiudere questa lista con la scena finale di Endgame, un momento che i fan aspettavano da sempre e che ci sembra la conclusione perfetta del percorso di Captain America: il tanto agognato ballo con Peggy, il suo grande amore.

Cap è sempre stato un uomo fuori dal tempo, ma è riuscito ogni volta a trovare uno scopo, tranne forse la vera felicità; quindi vederlo stretto tra le braccia di Peggy è un sogno che si realizza.

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Avengers: Endgame ha anticipato l’arrivo di Captain Britain?

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Avengers: Endgame ha anticipato l’arrivo di Captain Britain?

ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU AVENGERS: ENDGAME

captain britain marvel studios

A settembre vi avevamo riportato la voce secondo cui i Marvel Studios erano al lavoro per portare nella prossima fase del MCU le avventure di Captain Britain, alter ego di Brian Braddock e personaggio creato da Chris Claremont nel 1976. All’epoca si era parlato di un possibile coinvolgimento del regista Guy Ritchie e della presenza di Black Knight, lo storico e ricorrente alleato dei fumetti, e sembra che in Avengers: Endgame sia presente un riferimento velato abbastanza intrigante.

Nel film, quando Steve Rogers e Tony Stark tornano indietro nel tempo agli anni ’70 per recuperare il Tesseract, i due visitano la sede originale dello S.H.I.E.L.D. intravedendo, tra gli altri, anche Peggy Carter nel bel mezzo della sua giornata lavorativa. E in quel momento, la frase pronunciata dal grande amore di Cap – sottovoce però, quindi poco chiara – potrebbe aver posto le basi per l’ingresso di Captain Britain nella Fase 4 del Marvel Cinematic Universe.

Peggy parla infatti di un agente invisibile chiamato “Braddock” che “non ha effettuato il check-in“: forse si tratta proprio di Brian Braddock, o di suo suo padre? Vi ricordiamo che nei fumetti il personaggio è stato il fratello della mutante Psylocke, oltre che eroe a cui  sono stati magicamente donati speciali poteri.

Che ne pensate? Lo rivedremo presto nel franchise?

Leggi anche – Avengers: Endgame, la recensione

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Vi ricordiamo che Avengers: Endgame è nelle nostre sale dal 24 aprile.

Nel cast del film Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul BettanyElizabeth Olsen, Anthony MackieSebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, tutti i riferimenti e gli easter egg che vi siete persi

Avengers: Endgame, 13 frasi che ci ricordano momenti passati del MCU

ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU AVENGERS: ENDGAME

avengers: endgame

In Avengers: Endgame non ci sono soltanto cameo e riferimenti più o meno espliciti al MCU, ma soprattutto frasi che ci ricollegano immediatamente a momenti specifici del passato (come Civil War o gli eventi di Age of Ultron).

Abbiamo raccolto le più importanti che potete leggere qui sotto:

“Perderemo”

Avengers Age of Ultron film

Avengers: Endgame è il film Marvel che sancisce la pace fra Tony Stark e Steve Rogers dopo che gli eventi di Civil War avevano separato i due eroi; ma piuttosto che a quel film, sembra voglia riferirsi ad Avengers: Age Of Ultron in due momenti particolari.

Il primo è quando Tony, tornato sulla Terra, dice che aveva previsto la necessità di costruire una rete di difesa mondiale (come spiegato a Bruce Banner in Age of Ultron), mentre il secondo è quando annuncia a Steve che “Perderemo“, con Cap che replica, “Allora faremo anche quello insieme.

“Ho puntato alla testa”

Il finale di Avengers: Infinity War risulta così entusiasmante proprio perché i Vendicatori sembrano non avere i mezzi per battere Thanos. Compreso Thor, che armato della Stormbreaker si getta furioso contro il Titano nel tentativo di ucciderlo.

E a chi gli aveva suggerito di puntare alla testa, il Dio del Tuono risponde direttamente in Endgame durante le prime scene, decapitandolo e dicendo: “Ho puntato alla testa“.

“Credo che questo sia suo, Captain America”

supereroi

Uno degli aspetti più divertenti e riusciti del personaggio di Scott Lang, a.k.a. Ant-Man , è il fatto che si senta in soggezione davanti agli altri supereroi più affermati. E ciò succede, in particolare, quando ha a che fare con Captain America: in Civil War ad esempio, restituisce lo scudo dell’eroe nella battaglia dell’aeroporto dicendo “Credo che questo sia tuo, Capitan America.

È uno dei momenti memorabili del film, che riecheggia in Endgame quando Scott propone la sua idea di viaggio nel tempo e si sente in dovere di rivolgersi al collega con il suo nome completo.

“Questo non è Budapest”

Già menzionata durante The Avengers, la città di Budapest torna nei riferimenti di Endgame quando Nat e clint si dirigono verso Vormir per recuperare la gemma dell’anima. I fan sanno che questo è il luogo in cui si sono incontrati per la prima volta Vedova Nera e Occhio di Falco.

La sentiamo nominare quando i due saltano su un’astronave e progettano di lasciare il pianeta Morag per Vormir, notando che l’esperienza è “molto diversa da Budapest“. Ovviamente si tratta di un riferimento diretto a uno dei momenti più importanti in The Avengers, la battaglia di New York, mentre stanno combattendo contro i Chitauri, dove Nat dice “Sembra come a Budapest“.

“Se per voi va bene, prenderei quel drink”

Loki

Rispetto agli altri riferimenti questa è una riproposizione esatta di un momento di The Avengers ripreso da una prospettiva diversa.

Siamo alla fine del film, quando Loki viene arrestato e dice in cima alla Stark Tower che “se per voi va bene, ora gradirei quel drink“. La frase viene pronunciata nella sequenza dei viaggi nel tempo ambientata nel 2012.

“Hail HYDRA”

Qualche anno fa, la Marvel Comics fu messa sotto accusa per aver rivelato che Steve Rogers era segretamente un agente dell’HYDRA come conseguenza delle alterazioni della realtà ad opera di Teschio Rosso.

Avengers: Endgame sembra divertirsi con questa trama, con Steve che sussurra “Hail, HYDRA” all’orecchio di Jasper Sitwell durante la scena ambientata nel 2012 sulla scena che rievoca quella dell’ascensore di Captain America: The Winter Soldier.

“Potrei farlo per tutto il giorno”

Uno dei momenti chiave di Captain America: Civil War vede Steve Rogers e Tony Stark combattere fino allo sfinimento, e a quel punto è Cap, dolorante e insanguinato, a dire che “potrei farlo tutto il giorno” facendo eco alla stessa frase detta al bullo che lo tormentava in Captain America: The First Avenger.

Ora le stesse parole vengono pronunciate di nuovo anche in Avengers: Endgame, anche se con una svolta divertente: il Cap del futuro incontra il Cap del passato, e quando lo sente dire per l’ennesima volta che “potrebbe farlo tutto il giorno”, risponde ” “Lo so“.

“Alla tua sinistra”

Steve Rogers e Sam Wilson diventano rapidamente amici all’inizio di Captain America: The Winter Soldier, mentre li vediamo fare jogging mattutino intorno a Washington D.C. Cap però si diverte a prendere in giro il compagno veterano superandolo in velocità e gridando “Alla tua sinistra“.

In modo significativo la battuta ritorna in Avengers: Endgame quando Sam annuncia tramite auricolare a Steve che i Vendicatori e il resto degli eroi sono pronti a unirsi e combattere contro Thanos.

“Avengers…Uniti”

Avengers: Endgame è il quarto film sui Vendicatori, ma è anche il primo ad includere la frase più iconica e spesso ripetuta dalla Marvel Comics: “Avengers Uniti”, una sorta di chiamata alle armi usata regolarmente dagli eroi per prepararsi alla battaglia.

A pronunciarla è finalmente Captain America proprio all’inizio della massiccia battaglia del terzo atto del cinecomic, dopo che in Avengers: Age Of Ultron era stato interrotto a metà.

“Attivare uccisione instantanea”

spider-man homecoming avengers: infinity war

Come molti eroi dell’universo Marvel, Spider-Man prova in tutti i modi a non uccidere chi si trova davanti, e lo stesso non si può dire per Iron Man, che installa una funzione speciale nella tuta di Spidey chiamata “Instant Kill“.

Chi pensava si trattasse di uno scherzo ha dovuto ricredersi e in Avengers: Endgame la vediamo attivarsi nella battaglia finale.

“Io sono Iron Man”

colpi di scena

Questo è probabilmente il richiamo più bello al passato del MCU, o meglio, a dove tutto ha avuto inizio. Siamo negli ultimi momenti di Avengers: Endgame, con Thanos che tuona “Io sono ineluttabile” e Tony, che ha rubato le gemme dell’infinito e sta per schioccare le dita, risponde fiero “E io sono Iron Man“.

Nel 2008, “Io sono Iron Man” fu la perfetta chiusura dello standalone, e questo omaggio definitivo onora in modo meraviglioso il personaggio e la sua eredità.

“Tuo padre amava i cheeseburgers”

robert downey jr.

Proprio alla fine del film, Happy Hogan tenta di confortare la piccola Morgan Stark dopo il funerale di suo padre chiedendole cosa vuole. La risposta è “un cheeseburger“, la prima cosa richiesta da Tony al rientro dopo la prigionia in Iron Man del 2008.

Happy allora confessa alla piccola che “Tuo padre amava i cheeseburgers” e il momento  è davvero commovente.

“Non fare niente di stupido”

Molte delle citazioni inserite nella lista provengono dalla trilogia di Capitan America, come lo scambio di battute tra Cap e Bucky prima dell’ultimo viaggio nel passato di Steve alla fine di Endgame.

Non fare niente di stupido“, seguita dalla risposta, “Come posso? Porti tutta la stupidità con te” è esattamente il dialogo esatto fra i due nel film ambientato nel 1942 prima che Bucky venisse arruolato.

LEGGI ANCHE – Avengers: Endgame, tutti i cameo presenti nel film

Fonte: Cinemablend

Avengers: Endgame, il cameo di Natalie Portman è un riciclo

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La presenza di Natalie Portman alla premiere di Avengers: Endgame ha scatenato il delirio dei fan. Tutti hanno sperato infatti che Jane Foster potesse tornare nel franchise, nonostante le chiacchiere che avevano seguito l’uscita di Thor: The Dark World, ultimo film Marvel in cui la Portman aveva interpretato la donna amata da Thor.

Il film ha poi confermato le speranze dei fan. Quando Thor e Rocket tornano indietro nel tempo agli eventi di The Dark World per recuperare l’Aether, che in quell’occasione si era infiltrato in forma liquida nel corpo di Jane, vediamo una rapida sequenza della Portman che è stesa su una lettiga, si alza e esce velocemente di scena.

Nella scena assistiamo anche ad un emozionante ricongiungimento di Thor con Frigga, interpretata da Renee Russo, che proprio in questo film era morta per salvare Jane. Mentre il Dio del Tuono è impegnato a farsi consolare da sua madre a cerca di trovare dentro di sé la forza per reagire ai suoi recenti fallimenti, Rocket si occupa di recuperare la Gemma dal corpo di Jane con uno speciale estrattore.

Non vediamo più la Portman nel film, anche se ne ascoltiamo la voce in lontananza. Ebbene, stando a quanto i fratelli Russo hanno dichiarato a EW, l’attrice ha fornito soltanto la sua voce per il cameo audio, mentre le parti video, molto brevi in realtà, sono state realizzate con materiale scartato da Thor: the Dark World e poi riciclate per questa occasione.

Sembra comunque che i rapporti di Marvel Studios con la star siano stati ricuciti alla meglio, visto che l’attrice era presente alla premiere del film e che comunque ha rilasciato le autorizzazioni necessarie per permettere allo studio di sfruttare ancora la sua immagine.

Quello della Portman è uno dei tanti cameo inaspettati del film, uno dei piccoli pezzi che hanno contribuito a fare di Avengers: Endgame un affresco riassuntivo perfetto di così tanti anni e così tanti film.

Leggi la recensione di Avengers: Endgame

Nel cast di Avengers: Endgame ci sono Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul BettanyElizabeth Olsen, Anthony MackieSebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy RennerEvangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

John Singleton: muore a 51 anni il regista di Boyz n the Hood

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È morto ieri John Singleton, sceneggiatore e regista di Boyz N the Hood (per il quale fu candidato all’Oscar, fu il più giovane della storia a 23 anni), con la famiglia che ha deciso di sospendere ogni trattamento di supporto vitale della terapia intensiva intrapresa in seguito ad un grave ictus presso l’ospedale Cedars-Sinai di Los Angeles.

È il cuore spezzato che annunciamo che il nostro amato figlio, padre e amico, John Daniel Singleton, sarà tolto dal supporto vitale oggi“, ha detto un portavoce nella dichiarazione riportata da Deadline. “Si tratta di una decisione dolorosa, che la nostra famiglia ha fatto, dopo un certo numero di giorni, con l’attento consiglio dei medici di John […] Siamo grati ai suoi fan, agli amici e ai colleghi per tutto l’amore e le preghiere ricevuti durante questo momento incredibilmente difficile. Vogliamo ringraziare tutti, compresi i medici del Cedars Sinai per l’impeccabile cura che ha ricevuto.”

Singleton aveva debuttato con Boyz N the Hood – Strade violente nel 1991, forse uno dei capitoli definitivi sulla cultura black degli anni ’90, portando a casa due nomination agli Oscar (Miglior Regia e Miglior Sceneggiatura Originale) e diventando il regista più giovane e il primo afroamericano ad essere nominato in quelle categorie.

Tra gli altri suoi lavori ricordiamo Rosewood, Shaft, 2 Fast 2 Furious e Four Brothers. In TV, il regista ha co-creato, diretto e diretto la serie drammatica di FX Snowfall e diretto The People vs. OJ Simpson: American Crime Story, oltre a diversi episodi di Empire e Billions.

Fonte: Deadline

Avengers: Endgame, Chris Pratt pubblica un video “illegale” delle riprese

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Condividere il set della scena più epica del capitolo finale di una saga con quasi tutte le maggiori star hollywoodiane è un’esperienza che capita, forse, una volta sola nella vita. Quindi meglio registrare quel momento e congelare nella memoria il ricordo di una giornata incredibile da raccontare a chi verrà dopo, anche se le regole lo impediscono: è quello che avrà pensato Chris Pratt durante le riprese di Avengers: Endgame quando il suo telefono si è reso testimone della storia.

Come potete vedere qui sotto, il video pubblicato dall’attore mostra buona parte del cast del film riunito nello stesso teatro di posa dove i Marvel Studios hanno ricostruito la battaglia finale del film, quella tra Thanos, i Vendicatori originali e tutti gli eroi riportati in vita grazie allo schiocco del “nuovo” guanto dell’infinito.

Tra questi è possibile notare Dave Bautista (Drax), Elizabeth Olsen (Scarlet Witch), Chris Evans (Captain America), Tom Holland (Spider-Man), Robert Downey Jr. (Iron Man), Don Cheadle (War Machine), le controfigure di Nebula e Gamora, Jeremy Renner (Occhio di Falco), Sebastian Stan (Soldato d’Inverno), Paul Rudd (Ant-Man), i registi, Chris Hemsworth (Thor), Chadwick Boseman (Black Panther), Mark Ruffalo (Hulk), Pom Klementieff (Mantis), Danai Gunira (Okoye), Tessa Thompson (Valchiria) e Sean Gunn (Rocket).

Questo è un video davvero illegale“, dice Pratt alla telecamera. Ma per documentare la fine di un’era si può fare un’eccezione no?

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Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Avengers: Endgame, tutti i riferimenti e gli easter egg che vi siete persi

Fonte: Chris Pratt

The Suicide Squad: un attore del MCU entra nel cast

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The Suicide Squad: un attore del MCU entra nel cast

 

Come confermato dall’Hollywood Reporter, David Dastmalchian entrerà a far parte del DC Universe interpretando Polka-Dot Man in The Suicide Squad, film che segna il riavvio del franchise inaugurato nel 2016 dal cinecomic di David Ayer e ora affidato a James Gunn.

L’attore, che sarà presto sul set di Dune di Denis Villeneuve (regista con il quale aveva già lavorato in Prisoners e Blade Runner 2049), è apparso di recente in Ant-Man and The Wasp della “concorrenza” Marvel Studios e nel successo targato Netflix Bird Box al fianco di Sandra Bullock.

Sul personaggio a cui darà vita Dastmalchian, Polka-Dot Man, sappiamo che ha debuttato in Detective Comics No. 300 del 1962, ed è l’alter ego di Abner Krill, un truffatore di basso livello che cerca di farsi un nome con crimini e un costume dagli effetti speciali, come macchie che si trasformano in seghe e dischi volanti. Tra tutti quelli considerati da Gunn. questo sembra avere tutte le caratteristiche perfette per il tono da black comedy che il regista vorrebbe dare al film, e non poteva esserci attore più interessante da vedere nel ruolo.

The Suicide Squad: ecco chi potrebbe interpretare Idris Elba

Per quanto riguarda il reboot, è stato confermato il ritorno nel cast di Viola Davis (che interpreterà di nuovo Amanda Waller) insieme a Joel Kinnaman, che riprenderà il ruolo di Rick Flag (il leader della task force), così come Jai Courtney sarà ancora Captain Boomerang e Margot Robbie Harley Quinn, anche solo per un piccolo cameo. Parlando invece delle novità, Variety fa sapere che Idris Elba, contrariamente alle notizie delle ultime settimane, non sostituirà Will Smith per interpretare Deadshot ma che la produzione ha eliminato il personaggio e ne affiderà un altro (per ora ignoto) all’attore.

Sempre sul reboot Justin Kroll di Variety fa sapere, basandosi su alcune voci piuttosto attendibili, che Dave Bautista non parteciperà al progetto come ipotizzato nei mesi scorsi a causa di un’agenda di lavoro troppo piena e impossibile da conciliare con gli impegni sul set del cinecomic. A quanto pare Cena dovrebbe sostituire proprio Bautista nel posto lasciato vacante, e i primi rumor suggeriscono che si tratti di Peacemaker, alter-ego di Christopher Smith.

Secondo quanto riferito nelle ultime settimane, la lineup dei personaggi del cinecomic non subirà molti stravolgimenti rispetto all’originale, ma è chiaro che il riavvio del franchise abbia comunque bisogno di nuove figure da introdurre in linea con la visione di Gunn e con le run originali dei fumetti a cui si ispira.

Fonte: THR

Cannes 2019: annunciata la giuria del concorso

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Cannes 2019: annunciata la giuria del concorso

Il Festival di Cannes 2019 ha annunciato i membri della giuria del concorso ufficiale per l’edizione numero 72. Si uniscono al presidente di Giuria, Alejandro Gonzalez Iñárritu, già annunciato nelle scorse settimane, Elle Fanning, Yorgos Lanthimos, Paweł Pawlikowski, Kelly Reichardt, Maimouna N’Diaye, Alice Rohrwacher, Enki Bilal e Robin Campillo.

Alejandro Gonzalez Iñárritu

Regista, produttore e sceneggiatore / Mexico

Elle Fanning

Attrice/ USA

Maimouna N’Diaye

Attrice e regista / Burkina Faso

Kelly Reichardt

Regista, sceneggiatrice e montatrice / USA

Alice Rohrwacher

Regista e sceneggiatrice / Italia

Enki Bilal

Autore di Graphic novel e regista / Francia

Robin Campillo

Regista, sceneggiatore e montatore / France

Yorgos Lanthimos

Regista, sceneggiatore e produttore / Greece

Paweł Pawlikowski

Regista e sceneggiatore / Poland

In giuria ci sono quest’anno due dei cineasti premiati lo scorso anno e nomi molto importanti del panorama cinematografico internazionale.

Il Festival di Cannes 2019 si svolgerà dal 14 al 25 maggio. Il presidente di Giuria della Palma d’Oro sarà Alejandro G. Inarritu mentre ad Alain Delon verrà consegnato il premio alla carriera.

Avengers: Endgame, il vero significato del cameo di Joe Russo

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Il fine settimana appena trascorso ha proiettato Avengers: Endgame direttamente nel club del miliardo, quel gruppo di film che hanno superato la cifra al box office mondiale. Naturalmente il numero di dollari accumulati da film salirà ancora e ancora, visto che è appena all’inizio della sua corsa al botteghino, ma intanto sempre più persone lo hanno visto e sempre maggiori si fanno i dettagli riportati alla luce e messi sotto una lente d’ingrandimento per il pubblico.

Dopo il dettaglio del rumore metallico a fine film, al posto della scena post credits, e dopo le Easter Eggs, sembra importante porre all’attenzione dei fan Marvel un dettaglio che potrebbe essere sfuggito ai più, ma che merita un approfondimento.

Dopo che Thanos viene decapitato dalla furia cieca di Thor nel prologo, veniamo proiettati cinque anni dopo e vediamo in che modo i Vendicatori rimasti in vita cercano di scendere a patti con ciò che è accaduto. Vedova Nera proprio non riesce ad andare avanti, Tony Stark è diventato padre, rivedendo completamente le sue priorità, Bruce Banner ha trovato il modo di andare d’accordo con Hulk, Occhio di Falco si è trasformato nel temibile Ronin, mentre Thor è caduto in una specie di depressione che lo ha trasformato in un uomo grasso, alcolizzato e trasandato.

Steve Rogers, rasata via la barba da Nomad e messo di nuovo su il faccino da bravo ragazzo simbolo “dell’America buona”, si occuap di gruppi di sostegno per chi, come lui, ha perso amici e familiari a causa della Decimazione. In questa scena assistiamo al toccante cameo di Joe Russo, uno dei due registi che compare in tutti i film Marvel da lui co-diretti, che interpreta un uomo che piange la morte del suo compagno. Esatto, si tratta del primo personaggio apertamente gay nell’Universo Marvel.

Sappiamo che lo Studio è intenzionato a inserire un personaggio principale gay ne Gli Eterni e la presenza di un uomo che piange la scomparsa del suo compagno non ci “scandalizza” né ci sorprende più di tanto (certo, se ha scandalizzato qualche spettatore, ci dispiace per lui).

Quello che è degno di nota, e che sarebbe inutilmente buonista non sottolineare, è che come esempio di dolore per la perdita della persona amata, la Marvel abbia scelto proprio la storia di questa coppia: il dolore per la storia d’amore spazzata via dal gesto folle di Thanos è stato rappresentato così, non da una ragazza che ha perso il compagno, o da un marito che ha perso moglie e figli, ma da un uomo di mezza età che piange disperatamente la scomparsa del suo innamorato. Un simbolo per l’umanità intera, la rappresentazione dell’amore e del dolore, nella loro totale purezza e democrazia.

Si tratta di un segnale importante che la Disney, spesso additata come studio conservatore e integralista, lancia ai suoi spettatori, in un film indirizzato a un target di pubblico molto giovane, un messaggio pulito e dovuto, una scelta narrativa che ci sentiamo in dovere di portare all’attenzione degli spettatori ma che speriamo sia passata “inosservata” per la sua naturalezza.

Animali fantastici 3 è stato rimandato al 2021

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Animali fantastici 3 è stato rimandato al 2021

Il terzo film del franchise prequel di Harry Potter, Animali fantastici 3, è stato rimandato al 12 novembre 2021 dalla Warner Bros., stando a quanto lo studio ha annunciato lunedì.

La produzione del nuovo film con Eddie Redmayne nei panni di Newt Scamander dovrebbe iniziare nella primavera del 2020, mentre il film precedente, Animali fantastici: i crimini di Grindelwald, è uscito nel novembre 2018 e ha guadagnato $ 653 milioni in tutto il mondo.

“JK Rowling ha creato un universo impressionante che ha affascinato persone di tutte le età, portandoci in uno straordinario viaggio magico – ha detto Ron Sanders, presidente di Worldwide Theatrical Distribution e Home Entertainment della Warner Bros. – La Warner Bros. è così orgogliosa di essere la casa cinematografica del Mondo Magico ed è entusiasta del futuro della serie di Animali fantastici. Non vediamo l’ora di portare il terzo capitolo della serie di cinque film al pubblico di tutto il mondo a novembre 2021.”

Il film sarà scritto dalla Rowling stessa e diretto da David Yates. Già una volta questo terzo capitolo è stato rimandato per ragioni che concernevano la maggiore scala del terzo film, rispetto al secondo e soprattutto rispetto al primo.

Animali Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald, la seconda delle cinque nuove avventure ambientate nel Wizarding World creato da J.K. Rowling, sarà disponibile in DVD, Blu-rayTM e 4k UHD dal 14 Marzo. Nel cast Johnny DeppEddie RedmayneJude LawKatherine WaterstonDan FoglerAlison SudolEzra MillerZoë KravitzCallum TurnerClaudia KimWilliam NadylamKevin GuthrieCarmen EjogoPoppy Corby-Tuech. Il film è stato diretto da David Yates, sceneggiato da J.K. Rowling e prodotto da David Heyman, J.K. Rowling, Steve Kloves Lionel Wigram.

Animali Fantastici 3 vedrà il ritorno di Eddie Redmayne (Newt Scamander), Jude Law (Albus Silente), Johnny Depp (Gellert Grindelwald), Ezra Miller (Credence/Aurelius Silente), Alison Sudol (Queenie Goldstein), Dan Fogler (Jacob Kowalski) e Katherine Waterston (Tina Goldstein) insieme alla new entry Jessica Williams, già apparsa brevemente ne I Crimini di Grindelwald, nei panni di Eulalie ‘Lally’ Hicks, insegnante presso la Scuola di Magia e Stregoneria di Ilvermorny.

Nel film i personaggi viaggeranno verso Rio de Janeiro, Brasile, raccontando la vita dei maghi nel più grande paese del Sud America all’inizio del XX secolo. David Yates tornerà alla regia mentre J.K. Rowling, oltre a figurare come produttrice, sarà co-sceneggiatrice al fianco dell’ormai fidato Steve Kloves, qui alla sua prima esperienza nella saga di Animali Fantastici dopo l’ottimo lavoro svolto con Harry Potter. L’uscita nelle sale è fissata al 12 novembre 2021, esattamente tre anni dopo quella di Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald.

Fonte: The Wrap

Avengers: Endgame ha insegnato una nuova parola agli italiani

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Avengers: Endgame ha insegnato una nuova parola agli italiani

A quanto pare anche i cinecomic possono insegnare qualcosa, come ha dimostrato Avengers: Endgame. Secondo il trend di Google, in concomitanza con l’uscita del film dei Fratelli Russo, il 24 aprile, il motore di ricerca ha registrato un picco nelle ricerche del significato della parola “ineluttabile”.

Il sito Cinefacts riporta il grafico dei trend di google che testimoniano l’impennata di ricerche sul significato della parola che, nel film, viene pronunciata da Thanos in relazione a se stesso. La parola, in italiano, è sinonimo di inevitabile, e nella versione originale del film Josh Brolin/Thanos pronuncia proprio la parola “inevitable”. Il doppiaggio italiano è stato più raffinato, sostituendo la traduzione letterale con un termine un po’ più ricercato, che però ha incontrato un pubblico impreparato.

A volerla vedere da un punto di vista positivo, il film ha stuzzicato abbastanza l’interesse e la curiosità degli spettatori, da spingerli a cercare sul vocabolario il significato della parola. D’altro canto è disarmante scoprire quanto poco gli stessi italiani conoscano la loro madre lingua.

Leggi la recensione di Avengers: Endgame

Nel cast di Avengers: Endgame ci sono Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul BettanyElizabeth Olsen, Anthony MackieSebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy RennerEvangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Box Office ITA: Avengers Endgame sbanca al botteghino

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Box Office ITA: Avengers Endgame sbanca al botteghino

Avengers: Endgame trionfa al box office italiano, seguito da Ma cosa ci dice il cervello e La Llorona – Le Lacrime del Male. Esordio stellare per l’ultimo capitolo della saga degli Avengers. Distribuito in ben 1164 sale, Avengers: Endgame conquista il box office italiano con la bellezza di 17,4 milioni di euro in soli cinque giorni di programmazione. Il film della Marvel raddoppia il debutto di Infinity War e si appresta a dominare la classifica con incassi straordinari.

Ma che ci dice il cervello scende in seconda posizione con 1,2 milioni incassati alla sua seconda settimana, arrivando a quota 3,4 milioni. La Llorona – Le Lacrime del Male conferma il terzo posto con altri 376.000 euro per un globale di 1,5 milioni. After continua a sorprendere con altri 368.000 euro con cui supera il tetto dei 6 milioni complessivi, mentre Dumbo arriva a quota 10,7 milioni con altri 357.000 euro.

Wonder Park sale in sesta posizione con 276.000 euro per un totale di 1,5 milioni, così come A spasso con Willy che totalizza 637.000 euro con altri 266.000 euro. Il campione precipita all’ottavo posto raccogliendo 257.000 euro con cui giunge a 811.000 euro complessivi, mentre Cafarnao conferma la nona posizione con altri 158.000 euro e 781.000 totali. Chiude la top10 Le invisibili, che raccoglie 100.000 euro e totalizza 226.000 euro

Game of Thrones 8×03, recensione dell’episodio con Maisie Williams

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La lunga notte è il titolo di Game of Thrones 8×03. Ma di quale “notte” parliamo? Di quella che sarà la silenziosa e fredda testimone della Battaglia di Grande Inverno o quella che si abbatterà su Westeros quando il Re della Notte avrà preso il comando? La HBO ha tenuto sotto segreto anche i titoli degli episodi di questa ottava e conclusiva stagione, proprio per evitare qualsiasi tipo di fuga di notizie e dettagli, perché fa parte della storia e dello spettacolo arrivare alla visione vergini di qualsiasi conferma, portando con sé soltanto il proprio carico di congetture e aspettative. Per questo, segnaliamo che nella stesura di questo articolo, potrebbero esserci spoiler e invitiamo i lettori a pensarci bene, prima di proseguire.

La premessa dell’episodio è semplice e ineluttabile: Grande Inverno è circondata dagli Estranei, pronti ad attaccare, gli eserciti di Daenerys (Emilia Clarke) e Jon (Kit Harington) sono schierati: Dothraki, Immacolati, Bruti, uomini del nord, sono tutti schierati, il castello è fortificato, ogni guerriero possiede armi di ossidiana, ma tutto sembra vano, i morti sono troppi, il loro capo, il Re della Notte, a cavallo di drago di ghiaccio, è potente e inarrestabile. Non serve a niente abbattere i nemici, ogni avversario abbattuto, ogni soldato che si sacrifica si unisce all’armata del Re della Notte, che ha un solo obbiettivo, uccidere il Corvo e Tre Occhi. Con queste premesse era difficile sperare, ed effettivamente la battaglia sembrava volgere a favore degli Estranei e del loro Re. Tuttavia, una flebile speranza ha continuato a fluire: ci sono ancora tre episodi prima che lo show finisca per sempre, quindi qualcuno deve sopravvivere per forza.

Game of Thrones 8x03 sansa e aryaMiguel Sapochnik, già regista delle puntate Aspra Dimora e La Battaglia dei Bastardi, ha messo di nuovo al servizio dello show le sue doti, consegnandoci un episodio superlativo, che coniuga tensione e sollievo, brividi ed emozione, epicità e intimità. Lo fa bilanciando alla perfezione le scene di mischia con dialoghi intimi, che strutturano sempre meglio i personaggi e i rapporti di forza, presentandoci grandiosi attacchi, ritirate tragiche, inseguimenti e anche un assaggio di scrittura sapiente, per un personaggio che, per tutta la serie, dal primo episodio ad oggi, si è allenato per ciò che andava fatto, contro ogni previsione, contro ogni auspicio e soprattutto sorprendendo lo spettatore, ma anche i personaggi stessi. Game of Thrones 8×03 si fa esempio di grande televisione, palesando la sua natura di show che andrebbe goduto al cinema, in questo caso anche per aggirare il fastidioso effetto della fotografia molto buia, ovviamente condizionata dalla location (la buia campagna intorno al castello del nord, di note, sotto una tempesta di neve).

Nonostante Grande Inverno sia il teatro della battaglia, sono cinque  i luoghi in cui si concentra l’attenzione della regia e si svolgono le azioni. Il primo è il campo di battaglia, ovviamente, testimone del violento e sanguinoso scontro, la parte iniziale, quella più emozionante ma forse meno brutale. L’azione si sposta poi dentro le mura, quando le difese sembrano collassare, qui, in particolare, siamo testimoni del coraggio di Lyanna Mormont: la Lady dell’Isola dell’Orso, che si era rifiutata di rinchiudersi nelle cripte, sacrifica la sua vita affrontando un gigante zombie. La più piccola guerriera dell’esercito dei vivi, distrugge con un solo colpo, il più grande aggressore dell’esercito dei morti, una fine dolorosa, gloriosa, simbolica. Sempre dentro al castello, seguiamo la fase più sanguinosa della battaglia: i singoli eroi combattono contro centinaia di nemici, in una lotta impari e disperata. Jaime, Brienne, Tormund si ergono, armati e sanguinanti su pile e pile di cadaveri e di morti, che forse non rimarranno tali a lungo.

Game of Thrones 8x03In una battaglia in cui ci sono ben tre draghi per i due schieramenti, la battaglia aerea è altrettanto importante, coreografata al meglio, nonostante l’inevitabile oscurità di alcuni passaggi che genera un po’ di confusione nello spettatore. Dall’alto dei cieli fino alle profondità della terra, anche le cripte di Grande Inverno regalano brividi ed emozione. Soprattutto perché, oltre ai rapporti di forze trai personaggi che sono costretti a rifugiarvisi, come Sansa (Sophie Turner), Tyrion (Peter Dinklage) e Missandei, testimoniano l’avverarsi di una congettura fatta per gioco in rete nei giorni passati: la guerra è contro i morti che risorgono dalle tombe e i buoni di rifugiano nelle cripte, che sono, appunto, piene di cadaveri pronti a svegliarsi.

Infine, l’ultimo luogo topico della battaglia è stato il Parco degli Dei, l’albero diga e Bran che aspetta di incontrare il suo nemico, protetto solo da Theon che cerca così di guadagnarsi la redenzione per gli errori commessi in vita. Questo è il luogo della resa dei conti, dove gli Antichi Dei si fanno testimoni della lotta per la vita. L’episodio Game of Thrones 8×03 riporta in scena anche Melisandre, che non vedevamo da lungo tempo, ormai, e che si ascrive a quella lunga lista di personaggi che fanno del loro meglio per redimersi da ciò che di sbagliato hanno compiuto nel corso della propria vita. Il suo ruolo è determinante, non solamente con i fatti, che si rivelano soltanto provvisori sostegni alla causa dei vivi, ma soprattutto nelle parole, nel ricordare alle persone giuste il proprio ruolo. Adoratrice del fuoco e del Signore della Luce, Melisandre accenderà la fiamma nel petto degli eroi e delle eroine, guidandoli finalmente al compimento del loro destino.

L’episodio testimonia l’attenzione alla costruzione delle storie e dei personaggi lungo tutta la serie, portando a compimento diversi archi narrativi legati ad alcuni degli attori principali della vicenda, esaurendone il ruolo all’interno della vicenda. Questa capacità di riscoprirsi uno show che riesce a fare tesoro del passato per ripresentarlo al momento giusto, testimonia che Game of Thrones 8×03 ha un impianto solido, una scrittura che non guarda mai solo ai confini dell’episodio ma che si allarga fino a contribuire al grande disegno finale. La lunga notte di Grande Inverno è trascorsa, la Lunga Notte è stata scongiurata, la Grande Guerra è vinta, e ora arriva il momento di scoprire chi sarà il vincitore dell’Ultima Guerra.