Il regista spagnolo Paco
Cabezas è meglio noto per aver diretto alcuni episodi di
celebri serie quali Penny Dreadful,
The Strain,
Fear the Walking Dead,
L’alienista, Into the Badlands e The
Umbrella Academy. Nel 2019, però, è tornato alla regia di
un lungometraggio con quello che egli stesso ritiene essere il suo
lavoro più personale: il thriller d’azione
Adiós, un film incentrato non solo sul
desiderio di vendetta ma anche sul labile confine tra bene e male,
tra giusto e ingiusto, il tutto inserito nel contesto di uno dei
più pericolosi quartieri di Siviglia.
Cabezas ha raccontato di aver
valutato a lungo l’idea di realizzare un film di questo tipo, che
proponesse elementi propri della cultura spagnola ma contaminati da
alcune caratteristiche dei film statunitensi. Il regista, infatti,
si è sempre detto affascinato dai film statunitensi e dalla loro
capacità di coniugare l’intrattenimento con l’invito a riflettere
su determinate tematiche. Adiós vuole essere tutto ciò, da
un lato proponendo una storia ricca di adrenalina e colpi di scena
capaci di conquistare l’attenzione dello spettatore, mentre
dall’altro lato mostra un contesto difficile e la vita quotidiana
di chi, volente o nolente, lo abita.
Adiós non ha avuto una
distribuzione nelle sale italiane, ma grazie al suo passaggio
televisivo per gli appassionati di questo genere è ora possibile
recuperarlo. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alla
storia vera dietro il film. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti
il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Adiós
Protagonista del film è Juan
Santos, un piccolo criminale che ha ottenuto il permesso
di uscire di prigione per un fine settimana in modo che possa
assistere alla Prima Comunione della sua unica figlia Estrella, che
ha avuto dalla moglie Triana. Al suo arrivo a Las
3.000 Viviendas, quartiere tra i più malfamati di Siviglia, Juan si
ritrova a confrontarsi con un mondo dominato dalla droga e dalla
criminalità dove la polizia non è mai riuscita a imporre l’ordine e
legalità. Durante le cerimonia della Prima Comunione, si presentano
suo fratello Chico e suo zio
Andrés, che propongono a Juan un piano per
introdurre droga nel carcere in cui è rinchiuso.
Juan, che non vuole rischiare di
perdere i vantaggi acquisiti dalla sua buona condotta, rufiuta. Ma
una tragedia sta per abbattersi comunque su di lui. Tornando a casa
dalla cerimonia, rimane coinvolto in un grave incidente
automobilistico in cui rimane uccisa la piccola Estrella. Nel
frattempo, i poliziotti Manuel Santacana e
Eli, che stanno indagando sull’uccisione di un
gruppo di trafficanti di droga rumeni, scoprono che la macchina che
ha ucciso Estrella è la stessa degli assassini dei rumeni. Juan
Santos, spinto dal desiderio di vendetta, cercherà allora di
scoprire cosa si nasconda davvero dietro quell’attacco nei suoi
confronti.
Ad interpretare Jaun Santon vi è
l’attore Mario Casas, noto attore spagnolo visto
anche in Le streghe son tornate,
Non uccidere e Bird Box: Barcellona. Per prepararsi al suo ruolo in
Adiós, Casas ha trascorso del tempo con alcuni abitanti
del quartiere dove si svolge il racconto, così da apprenderne il
modo di parlare e familiarizzare con il posto. Nel ruolo di sua
moglie Triana vi è invece l’attrice Natalia de
Molina, mentre Vincente Romero interpreta
Andrés. L’attore CarlosBardem,
fratello del premio Oscar Javier Bardem, interpreta invece il poliziotto
Manuel Santacana, mentre Ruth Diaz è Eli.
La vera storia dietro al film
Quella raccontata in
Adiós non è una vicenda propriamente basata su una
storia vera, ma il regista ha ripreso alcuni dettagli realmente
accaduti. Innanzitutto, il racconto si svolge nel quartiere
Las 3.000 Viviendas, a Siviglia, a sua volta
composto da 6 micro quartieri due dei quali
(Murillo e Martànez
Montaés) sono ritenuti le baraccopoli più pericolose della
città, con frequenti casi di cronaca nera. Finito di costruire nel
1977, questo divenne da subito un’area pericolosa, dove armi, droga
e violenze di ogni tipo sono all’ordine del giorno. I giornalisti
di solito non entrano nelle aree più conflittuali se non hanno
protezione dalla polizia, poiché spesso subiscono minacce,
aggressioni e furti.
Il regista del film ha raccontato di
essere cresciuto a Rochelambert, una zona povera e operaia di
Siviglia, non molto distante da questi quartieri. Ha dunque avuto
modo di fare diverse esperienze in questo ambiente, poi riportate
all’interno del film. “Dentro ci sono molte cose che ho visto
da bambino. Ero molto curioso nei confronti del concetto di bene e
male e Adiós è un film che parla anche di questo, del fatto che la
polizia non è così buona come sembra e di come non sempre i
criminali siano così cattivi come li si ritrae. Ma è anche una
storia di donne forti, come quelle appartenenti alle generazioni di
mia madre e di mia nonna“, ha dichiarato il regista.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
Sfortunatamente il film non è
presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive
in Italia. È però presente presente nel palinsesto televisivo di
sabato 5 ottobre alle ore 21:20
sul canale Rai 4. Di conseguenza, per un limitato
periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma Rai
Play, dove quindi lo si potrà vedere anche oltre il
momento della sua messa in onda. Basterà accedere alla piattaforma,
completamente gratuita, per trovare il film e far partire la
visione.
Quello del revenge movie è
da sempre un filone di film particolarmente popolari e acclamati,
dove il protagonista di turno intraprende una spedizione punitiva
nei confronti di quanti hanno ucciso o rapito dei suoi cari. Da
prima genere prettamente pensato per un pubblico maschile, negli
ultimi anni, fortunatamente, sono stati realizzati sempre più film
dove ad andare in cerca di vendetta è un personaggio femminile. Da
Il buio nell’anima a
Colombiana, da Peppermint – L’angelo della
vendetta fino a The Protégé. Accanto ad essi citiamo anche La
prossimavittima.
Il film, uscito in sala nel 1996, è
però a suo modo diverso dagli altri qui citati, in quanto pone la
sua protagonista dinanzi ad una serie di dubbi morali riguardanti
la volontà di farsi giustizia da sé, solo per poi risolverli in
modo brusco senza troppi complimenti. A dirigere il film vi è
John Schlesinger, regista
premio Oscar per Un uomo da marciapiede e noto anche per
Il maratoneta, qui al suo penultimo film. Un titolo poco
apprezzato dalla critica, proprio per alcune problematiche etiche
che solleva, ma ad ogni modo sostenuto da una serie di ottime
interpretazioni.
Per gli appassionati del genere, si
tratta dunque di un titolo da riscoprire a partire dal quale fare
una serie di valutazioni e riflessioni sui temi trattati. In questo
articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità
relative a La prossima vittima. Proseguendo qui
nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e alla spiegazione del finale.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Sally Field, Ed Harris e Joe Mantegna in La prossima vittima.
Cortesia di Paramount Pictures
La trama e il cast di La prossima vittima
Protagonista del film è
Karen McCann, vive in un tranquillo rione di Los
Angeles, in una villetta confortevole, col mariro
Mack e le due figlie (Julie di
diciassette anni e Megan di cinque), una vita
serena di moglie, madre e lavoratrice in un centro televisivo.
Julie, il giorno del quinto compleanno di Megan, rientrata a casa
in anticipo dal liceo per i preparativi della festa della
sorellina, viene aggredita, violentata e accoltellata
selvaggiamente. L’assassino, però, viene rilasciato per via di un
cavillo giudiziario. Distrutta, Karen deciderà di farsi giustizia
da sola.
Ad interpretare il ruolo di Karen
McCann vi è l’attrice Sally Field, due volte
premio Oscar e ricordata in particolare per il suo ruolo in
Mrs. Doubtfire. Accanto a lei, ruolo del marito Mack
vi è l’attore Ed Harris, mentre Olivia
Burnette interpreta Julie McCann e Alexandra
Kyle è Megan McCann. Recitano poi nel film l’attore
Kiefer Sutherland nel ruolo
dell’assassino Robert Doob, Joe Mantegna in
quello del Detective Joe Denillo e Charlayne
Woodard nel ruolo dell’Agente dell’FBI
Angel Kosinsky. Philip Baker Hall interpreta
invece Sidney Hughes, facente parte del gruppo di sostegno a cui
partecipa Karen.
La spiegazione del finale
Nel corso del film, dopo aver
seguito ossessivamente Doob,
Karen si iscrive a un corso di autodifesa, che
aumenta la sua sicurezza, la aiuta a ravvivare la sua vita sessuale
con Mack e migliora il suo rapporto con
Megan. Tuttavia, dopo che Karen riceve un revolver
da Sidney, Angel – un’altra donna
del gruppo di sostegno – le confessa di essere un’agente dell’FBI
sotto copertura che sta indagando sulle attività dei vigilanti
all’interno del gruppo di sostegno e la avverte di non portare a
termine il suo intento di auto giustizia. Non volendo diventare lei
stessa un’assassina, Karen chiama Sidney e annulla il piano ai
danni di Doob.
Kiefer Sutherland e Sally Field in La prossima vittima. Cortesia di
Paramount Pictures
Poco dopo, però, la donna che Karen
aveva cercato di mettere in guardia viene violentata e uccisa da
Doob, che viene arrestato. Con grande indignazione di Karen, l’uomo
viene ancora una volta rilasciato per mancanza di prove ammissibili
e lei decide di prendere in mano la situazione. Mentre Mack intende
portare la famiglia in vacanza, Karen orchestra deliberatamente
un’emergenza lavorativa come alibi che la costringe a rimanere
indietro, dicendo a lui e a Megan di andare avanti. Poi si
intrufola nell’appartamento di Doob mentre lui è via e lo
distrugge, sapendo che lui capirà che è lei la responsabile.
Quella sera, Doob irrompe però in
casa di Karen, ma lei lo sorprende con il revolver ricevuto da
Sidney; i due lottano prima che Karen abbia la meglio e lo uccida.
All’arrivo della polizia, l’agente Denillo dice a Karen che le sta
addosso, ma non potendo provare che l’omicidio di Doob è stato
premeditato, decide di dire al collega che Karen ha agito per
autodifesa. Nello stesso momento, Mack e Megan tornano a casa,
avendo scoperto il piano di Karen, e vedono la polizia che porta
via il cadavere di Doob. Mack conforta Karen in silenzio,
comprendendo ciò che ha fatto e accettandolo silenziosamente.
Il film affronta dunque il tema
della delusione dinanzi ad una giustizia che non tutela come
dovrebbe i cittadini, permettendo che piccoli cavilli permettano il
rilascio di assassini. La prossima vittima si
concentra però in particolare poi sulla ricerca di Karen di
accettare quanto accaduto e allo stesso tempo di rapportarsi con il
desiderio di farsi giustizia da sola. Alla fine, lei stessa si
macchia di omicidio, evitando però il carcere per quelle stesse
mancanze di prove che avevano a suo tempo permesso a Doob di
evitarla.
Il critico Roger
Ebert stroncò il film sostenendo che “è un piccolo
esempio particolarmente sgradevole di manipolazione del pubblico
che porta a una conclusione che, se l’avessi accettata, mi avrebbe
lasciato un senso di impurità. Si tratta di una donna comune che è
portata a cercare una vendetta di sangue, in una trama in cui la
posta in gioco è così palesemente impilata da risultare spudorata.
È ironico che questo film esca in contemporanea con “Dead
Man Walking”. Quest’ultimo ci sfida ad affrontare un’ampia
gamma di questioni etiche e morali. “Occhio per occhio“ ci fa
cinicamente chiudere gli occhi, escludendo il più possibile la
moralità, per servire una trama di sfruttamento”.
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
Sfortunatamente il film non è
presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive
in Italia. È però presente nel palinsesto televisivo di
sabato 5 ottobre alle ore 21:00
sul canale Iris. Di conseguenza, per un limitato
periodo di tempo sarà presente anche sulla piattaforma
Mediaset Infinity, dove quindi lo si potrà vedere
anche oltre il momento della sua messa in onda. Basterà accedere
alla piattaforma, completamente gratuita, per trovare il film e far
partire la visione.
Arrivato su Netflix
il 20 marzo 2020, il film spagnolo Il buco
(qui
la recensione), ha involontariamente tratto vantaggio dalla sua
uscita in pieno periodo di lockdown causa Covid-19, trovando un
ampio bacino di spettatori affamato di contenuti con cui occupare
il proprio tempo in casa. Il film diretto da Galder
Gaztelu-Urrutia, forte anche di un concept quantomai
accattivante, è diventato in breve uno dei titoli più visti di
sempre per uno dei film originali della piattaforma. Impensabile
che un successo così non portasse ad un
sequel, arrivato ora su Netflix con il titolo Il buco – Capitolo
2.
Diretto anch’esso da
Gaztelu-Urrutia, è questo un sequel che riprende le dinamiche già
mostrate nel primo capitolo per offrire nuovi punti di vista e un
maggiore approfondimento delle tematiche affrontate. Cambia infatti
il cast di protagonisti, mentre all’allegoria della struttura della
prigione e della divisione del cibo come principi su cui
organizzare una società giusta si aggiungono riflessioni sulla
religione, il fanatismo e la divisione in schieramenti diversi
quali modi opposti di intendere la comunità e le sue regole. Sembra
molto, ma in realtà Il buco – Capitolo 2 non ha
poi tanto di più da dire rispetto a quanto già fatto dal suo
predecessore.
La trama di Il buco – Capitolo 2
Il film
ci riporta nel mondo della “Piattaforma”, una grande prigione a
torre al cui interno si ritrovano personalità di vario tipo. Le
centinaia di livelli ospitano due occupanti per piano e una
piattaforma fluttuante consegna loro il cibo secondo un programma
giornaliero. Quando però un misterioso leader prende il comando
della piattaforma, una nuova residente resterà coinvolta nella
battaglia contro il controverso metodo per distruggere il brutale
sistema di rifornimento viveri. Ma quando basta mangiare dal piatto
sbagliato per andare incontro alla morte, fino a dove ci si può
spingere per salvarsi la vita?
Nell’intraprendere la visione di
Il buco – Capitolo 2 conosciamo già le regole,
sappiamo già che chi si risveglia in un livello di numero basso
andrà incontro alla certezza di mangiare ogni giorno, mentre coloro
che hanno la sfortuna di risvegliarsi da un certo punto in poi di
questo inferno dovranno patire la fame per almeno un mese. A meno
che non si sia disposti ad atti di crudeltà indicibile. Sapendo
ciò, il film ci getta da subito nel vivo della vicenda, portandoci
a fare la conoscenza di Perempuan (Milena Smit)
e Zamiatin (Hovik Keuchkerian), già
anticipati da
alcune foto e teaser trailer.
È con loro che scopriamo però una
serie di elementi di novità rispetto al primo film, come la
presenza di un gruppo di lealisti che si batte per far sì che il
cibo arrivi integro fino all’ultimo livello. Mentre nel primo film
questa missione era meno definita e lasciata più alla fiducia nei
piani alti, qui invece si abbandona la speranza per far sì che
quella che viene definita come una vera e propria legge venga
rispettata. Si struttura così un discorso più politico che ha però
alla base il medesimo principio del primo film, ovvero che quanti
stanno in alto (le classi abbienti) dovrebbero avere cura di quanti
si trovano in basso (le classi svantaggiate).
Come far rispettare questa legge?
La risposta la dà Dagin Babi (Oscar Janeada),
leader di un culto che mira a farla rispettare anche a costo di
diventare più barbaro di chi non lo fa. “Il terrore è il
messaggio”, afferma rivolto verso la macchina da presa,
guardando – seppur non vedente – lo spettatore per ricordargli
quella che è un po’ la chiave di lettura dei nostri tempi, in cui
con il terrore si controllano le masse e le si tiene soggiogate
alla propria volontà. La prigione dove si svolgono le vicende di
Il buco – Capitolo 2 continua dunque ad essere
un’ovvia rappresentazione della società.
Questa allegoria, che già nel primo
film si mostrava via via più ovvia, viene qui portata ancor di più
ad un grado 0, dove ogni elemento mira a ribadire e sottolineare i
concetti di fondo fin qui esposti. Non solo la ripartizione in
livelli per differenziare gerarchicamente le classi ma anche ogni
battuta qui pronunciata dai protagonisti mira a tal fine, dando
vita ad tale livello di esposizione dei temi alla base di
Il buco – Capitolo 2da non
permettere pressocché nessun pensiero aggiuntivo da parte dello
spettatore.
Come non essere d’accordo con il
concetto che dovrebbe esserci un maggiore interessamento verso i
“piani inferiori” e una maggiore ripartizione dei beni, ma è
proprio in questo porsi in modo così allineato con il pensare
comune che il film non riesce ad offrire nuovi spunti di
riflessione che possano stimolare un qualche costruttivo dibattito.
Neanche il “complicare” la vicenda con l’aggiunta di schieramenti
diversi ed elementi mistici permette di poter considerare di
particolare interesse quel poco che il film ha da dire.
Viene a questo punto da chiedersi
se perlomeno il film riesce ad offrire l’intrattenimento che
Il buco presentava. Anche in questo caso, però, ci
si ritrova davanti ad una risposta tendente al “no”. Il racconto
appare meno strutturato, pronto ad abbandonarsi ad un’orgiastico ma
difficilmente apprezzabile caos e ad una serie di violenze che
dovrebbero scioccare ma verso le quali si è ormai anestetizzati.
Il buco – Capitolo 2 aveva l’occasione di
raccontare qualcosa di nuovo su questo misterioso ambiente, ma si
limita invece a rimanere adagiato sul concept già esposto dal primo
film senza nulla di realmente significativo da aggiungere.
Come il suo predecessore (qui
la recensione), Il buco – Capitolo 2 lascia
intenzionalmente gli spettatori con molte domande senza risposta,
ma molti dettagli sottili nel corso del film avrebbero potuto
fornire alcune risposte concrete. Dopo una sequenza che rivela le
scelte alimentari di molti prigionieri nella fossa, Il buco
– Capitolo 2 fa un salto in avanti e mostra come qualcuno
dei piani superiori abbia mangiato la pizza di
Zamiatin. Quest’ultimo è pertanto attratto
dall’idea di mangiare il cibo di qualcun altro. Tuttavia, le
persone sopra di lui predicano la solidarietà e lo incoraggiano a
rimanere affamato per garantire che tutti abbiano la loro
parte.
Questa sequenza di apertura pone le
basi per il conflitto del film, evidenziando come le persone nella
fossa siano divise in gruppi: i lealisti e i
barbari. Mentre i lealisti credono di dover agire
in solidarietà e non consumare troppo, i barbari danno la priorità
alla loro sopravvivenza e mangiano a volontà. Il compagno di cella
di Zamiatin, Perepuan, inizialmente sostiene la
solidarietà. Tuttavia, gli orrori della fossa la costringono a
cambiare schieramento. Dopo aver raggiunto alcuni dei livelli più
bassi della prigione, però, troverà risposte che non sapeva di
cercare.
Che cosa significa per Perempuan
lasciare che il bambino salga nel finale del film?
Nell’arco finale di Il buco
– Capitolo 2, si scatena una guerra raccapricciante tra i
lealisti e i barbari, che lascia pochi o nessun sopravvissuto.
Perempuan coglie l’occasione per bloccarsi le vie respiratorie
ingoiando una sezione strappata del dipinto Il cane. Di
conseguenza, soffoca e cade a terra, impedendole di inalare il gas
che gli addetti alla pulizia della fossa usano per neutralizzare i
prigionieri rimasti. Tutto va come previsto quando riprende
conoscenza e trova gli addetti alle pulizie che la attaccano
all’imbracatura che raccoglie tutti i cadaveri.
Tuttavia, con sua grande sorpresa,
quando scende al livello 333 con gli altri corpi, nota che gli
addetti alle pulizie portano un bambino al livello più basso e lo
rimboccano. In quel momento, si trova di fronte a una scelta
terribile: può agire egoisticamente e fuggire in superficie o
mettere in gioco la sua vita per proteggere il bambino dalle
atrocità della prigione. Dopo aver ricordato le sue azioni
criminali passate, sceglie la seconda. Tuttavia, mentre salva il
bambino, batte la testa, suggerendo che, come Goreng nel finale di
Il buco, anche lei sperimenta una morte certa.
Quando sceglie attivamente di
proteggere il bambino invece di fargli del male, la piattaforma
scende al di sotto del livello 333, un livello che sembra
rappresentare la coscienza di Perempuan. Qui incontra altre anime,
tra cui Zamiatin, che sono proiezioni della sua mente morente e la
incoraggiano a lasciare che il bambino salga. Lo fanno perché si
rendono conto che anche se Perempuan, come loro, si è redenta, le
circostanze l’hanno corrotta, rendendola indegna di tornare
indietro.
Il bambino, invece, può ascendere
perché la sua innocenza e purezza giocheranno un ruolo cruciale nel
rendere il mondo un posto migliore. Lasciando che il bambino
ascenda e rimanendo indietro, Perempuan compie il suo sacrificio
finale per liberarsi dal senso di colpa e fuggire dal purgatorio
che si è autoimposta. Allo stesso tempo, accetta anche la sua
sofferenza, rendendosi conto che la redenzione ha un costo.
La spiegazione della scena a metà
dei titoli di coda
Nella scena di metà film di
Il buco – Capitolo 2, molti prigionieri scendono
verso il fondo della fossa con diversi bambini. La scena sembra
evidenziare che, mentre molti continuano a soffrire nella prigione
verticale, alcuni si riscattano salvando i bambini del livello 333.
Inoltre, mostra che l’Autorità di cui sopra mette a rischio la vita
dei bambini al Livello 333 ogni mese.
La scena a metà del sequel potrebbe
anche implicare che l’Autorità ha costruito molte prigioni
verticali simili in tutto il mondo, dove ognuno viene sottoposto a
cicli pervasivi degli stessi esperimenti sociali. In un’intervista
(via Collider), anche il regista
Galder Gaztelu-Urrutia ha confermato questa
ipotesi. “Molte e in molti modi diversi”, ha detto quando
gli è stato chiesto se ci sono altre strutture simili in giro.
Perché l’amministrazione mette i
bambini al livello 333
Sebbene lo scopo
dell’Amministrazione nel condurre l’esperimento sociale nella fossa
rimanga poco chiaro, sembra che non si voglia incoraggiare la
solidarietà tra i detenuti. Al contrario, vuole solo osservare cosa
li porta ad agire in modo solidale. In parole povere, i prigionieri
sono semplici cavie da laboratorio per l’Amministrazione, che vuole
comprendere le profondità del comportamento umano, probabilmente
perché desidera applicare le sue scoperte nel mondo reale per
stabilire un controllo. Come mostrato nel finale di Il buco
– Capitolo 2, anche i bambini sono semplici stratagemmi
dell’esperimento.
Il fatto che l’Autorità non risparmi
nemmeno i bambini evidenzia fino a che punto sia disposta a
spingersi per esercitare il controllo sulle masse. Poiché i
prigionieri non sanno come il bambino sia finito nel Livello 333,
si sentono fiduciosi quando lo mandano in superficie. Tuttavia,
dato che l’Autorità mette i bambini in un ambiente così pericoloso
solo per il bene dell’esperimento, sembra probabile che non gli
importi se i bambini riescono a tornare.
Il motivo per cui Perempuan si è
recata nella fossa
Alcuni flash dell’intervista di
Perempuan prima di entrare nella fossa rivelano che era un’artista
affermata. Una volta aveva creato una scultura di un cane che aveva
bordi taglienti. Molti l’avevano avvertita di tenere delle stecche
intorno alla scultura perché i suoi bordi frastagliati potevano
essere pericolosi. Tuttavia, non aveva ascoltato. Un giorno, quando
il suo fidanzato andò a trovarla, suo figlio scivolò e cadde su uno
dei bordi taglienti della scultura. Invece di accettare il suo
errore, Perempuan assunse i migliori avvocati ed evitò di andare in
prigione.
Ha persino venduto la scultura per
una somma ingente, utilizzando il ricavato per rafforzare la sua
carriera di artista. Alla fine, però, il suo senso di colpa ha
avuto la meglio su di lei. Nonostante avesse evitato i guai
giudiziari, non poté fare a meno di credere di meritare una
punizione. Decide quindi di imprigionarsi nella fossa, sperando di
riuscire a perdonarsi. Alla fine ci riesce, sacrificando se stessa
per garantire che il bambino del Livello 333 rimanga al sicuro e
raggiunga il Livello 0.
Sebbene Zamiatin cerchi di ritrarre
se stesso come una figura formidabile nella fossa, i flashback del
suo colloquio con l’Autorità rivelano che ha vissuto nella
menzogna. Afferma di aver abbandonato i figli e di aver bruciato la
casa dei genitori. Tuttavia, l’intervista rivela che la moglie e i
figli lo hanno lasciato prima che i genitori lo mandassero nella
fossa per disciplinarlo. Dopo essere rimasto senza cibo per
settimane, la falsa apparenza di Zamiatin va in frantumi e
finalmente inizia ad accettare la verità sulla sua vita invece di
creare una narrazione immaginaria autoconfortante.
La mancanza di cibo nella fossa
diventa una metafora della sua vita insoddisfatta, poiché si rende
conto di aver continuato a mentire a se stesso anche dopo essere
entrato nella fossa. Per pentirsi dei suoi errori, sceglie di non
mentire a sé stesso per l’ultima volta e salta sul fondo della
fossa. Il suo salto diventa un rifiuto definitivo di tutte le bugie
che aveva adottato nel corso della sua vita, mentre sperimenta una
morte certa.
Il simbolismo dietro il dipinto del
cane che annega
Il dipinto del cane che annega è
stato realizzato dall’artista spagnolo Francisco de
Goya. Chiamato “Il cane” (in spagnolo: “El Perro”), il
dipinto viene spesso interpretato come la lotta di un uomo contro
le forze del male. In Il buco – Capitolo 2, il
dipinto sembra rappresentare il viaggio di Perempuan, dove ogni
nuovo ostacolo è più grande del precedente dopo che lei rifiuta di
assumersi la responsabilità delle sue azioni nel mondo reale.
Pertanto, quando ingoia il quadro,
si assume la responsabilità delle sue azioni passate e accetta la
sofferenza che ne deriva. In questo modo, sperimenta una morte
certa che la porta sulla strada della redenzione e del perdono di
sé. Poiché quasi tutti i personaggi arrivano nel pozzo per cercare
la redenzione o per affrontare le proprie mancanze, l’ambientazione
può essere vista come una rappresentazione della biblica Torre di
Babele.
Proprio come la Torre di Babele
rappresenta lo sforzo dell’umanità di raggiungere Dio attraverso
mezzi superficiali, la fossa riflette la disperazione di Perempuan
e Zamiatin di rimediare alle loro mancanze passate. Tuttavia, come
gli umani nel racconto della Torre di Babele, i personaggi di
Il buco – Capitolo 2 faticano a trovare la pace
perché la cercano attraverso l’auto-glorificazione. Solo quando
Perempuan e Zamiatin si arrendono alla loro sofferenza e
riconoscono i loro fallimenti, si incamminano verso la
redenzione.
La spiegazione della legge
dell’Unto
Per imporre la solidarietà tra gli
abitanti della fossa, l’Unto, Dagin Babi, attua
una legge che i suoi seguaci rispettano religiosamente. Chiamati
Lealisti, i seguaci di Dagin Babi devono mangiare solo i pasti che
hanno richiesto durante i colloqui prima di entrare nella fossa.
Tutti i lealisti tengono chiusi i bottoni superiori delle loro
camicie e si assicurano che le persone nelle celle vicine seguano
la legge. Quando qualcuno sfida la legge, le quattro persone che si
trovano direttamente sopra il trasgressore sono responsabili di
fargli giustizia.
I metodi socialisti di Dagin Babi
contrastano con la struttura economica di tipo trickle-down che la
fossa generalmente segue. Perempuan inizialmente sostiene i suoi
ideali perché li trova giusti. Tuttavia, ben presto scopre che
Dagin Babi non è diverso dagli avidi barbari quando adotta misure
estreme per applicare la legge. Alla fine, quindi, adotta una via
di mezzo: si allea con i barbari ma si rifiuta di ricorrere al
cannibalismo per sopravvivere.
Il vero significato del finale di
Il buco – Capitolo
Se l’ambientazione distopica di
Il buco – Capitolo 2 di Netflix viene percepita
solo come un esperimento sociale distorto, il finale evidenzia che
l’Autorità mantiene il controllo indipendentemente dal fatto che i
prigionieri nella fossa mandino i bambini al livello 0 come
“messaggio”. Le persone di cui sopra continueranno a mettere in
atto stratagemmi e ad adottare tattiche a basso costo per
controllare l’ambiente all’interno della prigione.
Tuttavia, in entrambi i film, la
fossa è anche rappresentata come un purgatorio autoimposto per i
personaggi. Possono scendere ulteriormente all’inferno o pentirsi
dei loro peccati. Poiché molti personaggi, come Perempuan e Goreng,
alla fine accettano i loro peccati e si sacrificano per salvare i
bambini, la loro redenzione compensa il senso di disperazione che
permea la fossa a causa degli esperimenti dell’Autorità.
Come il finale del film prepara un
terzo capitolo
Dal momento che la scena a metà dei
titoli di coda di Il buco – Capitolo 2 lascia
intendere che esistono molte fosse in diverse parti del mondo, un
terzo film potrebbe seguire l’approccio di Bird Box
e Bird Box:
Barcellona e svolgersi in un luogo completamente diverso.
Sebbene Il buco – Capitolo 2 chiarisca molti
dei misteri del suo predecessore, lascia anche nuove domande sul
vero scopo dell’Autorità. Un terzo capitolo del franchise
cinematografico potrebbe esplorare le implicazioni più ampie di
questi misteri e idee inesplorate. Tuttavia, il seguito vedrà la
luce solo se il sequel otterrà buoni risultati su Netflix.
Nel panorama cinematografico
attuale, i film d’azione continuano a rappresentare un genere
amatissimo, capace di attrarre un vasto pubblico grazie a sequenze
mozzafiato e storie avvincenti. Ancora una
possibilità, approdato il 4 ottobre su Prime Video, si inserisce in questo filone,
proponendo agli appassionati una trama piuttosto lineare e non
particolarmente originale, ma soprassediata da una componente
action all’ennesima potenza: il film è, infatti, un lunghissimo
longtake. Diretto da James
Nunn e scritto da Jamie Russell e
dallo stesso Nunn, il film narra le avventure del Navy SEAL
Jake Harris, interpretato da Scott
Adkins, il quale si trova ad affrontare una situazione di
grande tensione e pericolo.
One more Shot, la trama: Jack
Harris torna in azione
Riunito per la quarta volta con il
sodale Scott Adkins, Nunn ambienta il sequel di
One Shot (2021) praticamente dopo il finale del primo
film, con il Navy Seal Jack Harris (Adkins) che
scorta il terrorista Amin Mansur (Waleed Elgadi)
negli Stati Uniti per informare la C.I.A. della posizione di una
bomba sporca. Per costringere Mansur a dare loro queste
informazioni, hanno portato con sé la moglie incinta
Niesha (Meena Rayann) per convincerlo.
Jack non viene accolto a braccia
aperte: il pezzo grosso della C.I.A. Mike Marshall
(Tom Berenger) fa ricadere sulle sue spalle il
fallimento dell’ultima missione; il nostro Navy Seal si accinge
dunque a lasciare l’aeroporto, mentre origlia una conversazione tra
due passanti che discutono su come catturare nuovamente Mansur. Non
passa molto tempo prima che i proiettili volino ancora una volta,
con una squadra di mercenari guidati da Robert
Jackson (Michael Jai White) che cerca di
prendere Mansur, abbattendo chiunque si trovi sulla loro strada.
Ora, Mansur deve affidarsi ancora una volta a Jack se vuole che lui
e sua moglie sopravvivano alla notte.
One More Shot non brilla nella scrittura, ma restituisce con
l’azione
A prima vista, la trama di One
More Shot potrebbe sembrare poco originale e di facile
previsione; tuttavia, la sua semplicità si rivela un punto
di forza, permettendo al film di svilupparsi come un
ottimo esempio di narrazione action. Gli eventi si susseguono
rapidamente, e ciò consente agli spettatori di lasciarsi
trasportare dagli avvenimenti, apprezzando i colpi di scena che
interrompono l’azione e mantengono elevate le aspettative. La regia
di James Nunn, abile nel creare tensione e
adrenalina, contribuisce notevolmente alla realizzazione
di sequenze coinvolgenti, arricchendo ulteriormente uno scenario
carico di tensione.
Il principale vantaggio
dell'”approccio one take” è che non si può mascherare il
combattimento con primi piani scuri o tagli di montaggio rapidi.
Per rendere le sequenze d’azione efficaci, sono necessari
stuntman di talento e attori esperti in arti
marziali, come Scott Adkins,
Aaron Toney e Michael Jai White.
Lo stesso Adkins, noto per le sue performance fisiche, veste i
panni di Jake Harris con grinta e determinazione, incarnando
perfettamente il prototipo del soldato d’elite. Sebbene la storia
non si concentri esclusivamente sul suo personaggio, l’interprete
riesce a portare in vita un protagonista credibile e
affascinante. Al suo fianco, Michael Jai
White, un’altra grande voce del cinema d’azione, che
riesce a conferire al suo personaggio un carisma e una gravitas che
arricchiscono ulteriormente il film.
Scott Adkins e Michael Jai White: un confronto carico di
aspettative
Tuttavia, è proprio nell’attesa di
un confronto tra i due che si potrebbe avvertire una certa
delusione: la costruzione di questo tête-à-tête, carico di
aspettative, non si concretizza come sperato. Nonostante il culto
che circonda entrambi gli attori e la tensione accumulata,
alcune sequenze di combattimento appaiono un po’
sottotono: i due personaggi, per gran parte del film, si
sfuggono attraverso i corridoi di un aeroporto devastato, creando
inevitabilmente un contrasto tra le aspettative del pubblico e la
risoluzione finale, che risulta piuttosto fiacca rispetto al
potenziale del confronto.
Ancora una
possibilità si presenta come un film d’azione che,
nonostante la sua trama semplice e alcune sequenze di combattimento
che potrebbero deludere le aspettative, riesce a intrattenere e
coinvolgere. La regia dinamica di James Nunn e le interpretazioni
energiche di Scott Adkins e Michael Jai White offrono un’esperienza
cinematografica ricca di adrenalina e colpi di scena,
perfetta per chi cerca una serata di intrattenimento senza
troppe pretese. Non è un film che rivoluzionerà il genere,
ma è indubbiamente un’opzione appetibile per gli appassionati di
azione desiderosi di rilassarsi e godersi un’avventura intensa.
I registi di Hold Your
BreathWill Joines e Karrie Crouse
affrontano le origini dell’Uomo Grigio nel loro nuovo film
thriller. In uscita su Hulu il 3 ottobre, Hold Your Breath
(la
nostra recensione) ha come protagonista Sarah Paulson nel ruolo di Margaret, una madre
nell’Oklahoma degli anni ’30 che cerca di proteggere i suoi figli
da una forza sinistra che crede si nasconda nelle devastanti
tempeste di polvere. Questa forza sinistra è, ovviamente, l’Uomo
Grigio, un essere mitico che entra nel corpo di una persona
attraverso la polvere e le fa fare “cose terribili”.
In una recente intervista, Joines e
Crouse hanno rivelato ulteriori dettagli sull’Uomo Grigio in
Hold Your Breath e da dove è nata l’idea di incorporare
questo mostro. Secondo Joines, l‘idea dell’Uomo Grigio trae
origine dai “racconti popolari del
Sud” con cui è cresciuto, mentre
Crouse aggiunge che per loro era importante che ci si chiedesse se
il misterioso essere fosse reale o immaginato dai personaggi. Di
seguito i commenti di Joines e Crouse:
Will Joines:Sai, Karrie e
io siamo entrambi della Carolina del Nord e veniamo da una lunga
serie di orribili racconti popolari del Sud che sono orribili, ma
creati con un’ottica istruttiva, come piccoli racconti morali per
evitare che i bambini facciano X, Y o Z. Il mio personale era Testa
cruda e ossa insanguinate, per evitare di andare al fiume e
annegare dietro la casa di mia nonna.
Karrie Crouse:Sì, credo
che per noi sia diventata una metafora, L’uomo grigio.Ma
vogliamo che lo spettatore si ponga delle domande lungo il
percorso.Ho un’idea di come tutto possa essere fondato
sulla realtà, ma spero che lo spettatore abbia la possibilità di
scegliere.
Cosa significa l’incertezza
sull’Uomo Grigio in Hold Your Breath
Nel corso del film, Margaret è
determinata a proteggere i suoi figli dall’Uomo Grigio ad ogni
costo e diventa presto chiaro che Wallace Grady (Ebon
Moss-Bachrach), un misterioso vagabondo, potrebbe essere lui.
Tuttavia, viene anche stabilito che Margaret è incline al
sonnambulismo e a volte può essere confusa riguardo al confine tra
la sua vita di sonno e la sua vita di veglia. L’incertezza
sull’Uomo Grigio e sullo stato mentale di Margaret si protrae
essenzialmente per tutto il film, e
il finale di Hold Your Breath non fornisce una
risposta definitiva.
Questa ambiguità,
però,evidentemente non funziona per tutti gli
spettatori. Al momento in cui scriviamo, il film ha
ottenuto solo il 41% su Rotten
Tomatoes, indicando un consenso generalmente negativo da parte
della critica. Le
recensioni di Hold Your Breath lodano
l’interpretazione potente e tragica della Paulson, ma criticano la
mancanza di grandi spaventi e di energia propulsiva del film.
Sebbene l’ambiguità sull’Uomo Grigio sia una parte fondamentale
della narrazione e del declino di Margaret, sembra anche aver dato
vita a un film che non soddisfa completamente i requisiti del suo
genere.
Il Signore degli Anelli:
Gli Anelli del Potere 2 ha concluso il suo viaggio, ma
la storia non è ancora finita. Sebbene non abbia
ufficialmente rinnovato la serie, precedenti resoconti suggeriscono
che i lavori sono già iniziati e che il servizio di streaming è
impegnato nel piano di 5 stagioni originariamente previsto per la
serie fantasy. Da questo momento in poi, SEGUONO SPOILER!
Daniel Weyman as The Stranger (Gandalf) – Credit: Ben Rothstein /
Prime Video
Copyright: Amazon MGM Studios
Il
finale della seconda stagione, “Shadow and Flame“,
offre ai fan molto di cui parlare, con la liberazione del Balrog,
l’Eregion in rovina e Sauron (Charlie Vickers) ora
al comando del suo esercito. Inoltre, la seconda stagione si è
conclusa rivelando finalmente l’identità dello Straniero
(Daniel Weyman), fonte di molte speculazioni sin
dalla sua introduzione. Ma, anche se un mistero è stato risolto, la
seconda stagione ne prepara molti altri da affrontare nella terza
stagione.
Chi otterrà i Nove Anelli per gli
Uomini?
Gli Anelli che Sauron fa realizzare
a Celebrimbor (Charles Edwards) sono centrali
nella storia. Mentre sono già stati distribuiti quelli agli Elfi e
ai Nani, solo i Nove rimangono non reclamati, sebbene siano stati
completati nel penultimo episodio. Attualmente in possesso di
Sauron dopo il suo confronto con Galadriel (Morfydd
Clark), i Nove Anelli sono pronti per la distribuzione, ma
chi li indosserà? Chiunque abbia ricevuto gli Anelli è destinato a
diventare uno degli Spettri dell’Anello, personaggi vitali nella
storia, ma nemmeno J. R. R. Tolkien ha fornito le
loro precedenti identità. Sono state avanzate varie teorie, tra cui
Pharazôn (Trystan Gravelle), Kemen (Leon
Wadham) e Theo (Tyroe Muhafidin), ma
nulla è stato confermato. La terza stagione avrà l’importante
compito non solo di introdurre questi personaggi, ma anche di
mostrare come diventano i fedeli servitori di Sauron.
Cosa significa la liberazione del
Balrog per Khazad-dûm?
Il Balrog
Credit: Courtesy of Prime Video
Copyright: Amazon MGM Studios
La
presenza del Balrog è stata a lungo anticipata nella serie,
sotto le miniere di Khazad-dûm. Tuttavia, non ha fatto molto fino
al finale della seconda stagione, che mostra la creatura
completamente risvegliata e pronta a minacciare la casa dei nani.
Durin III (Peter Mullan) si sacrifica in un
momento eroico quando rinuncia all’Anello che lo ha controllato per
affrontare il Balrog. La lotta provoca un crollo che potrebbe
tenere la creatura confinata per un po’, ma ora che è sveglia,
Khazad-dûm è in pericolo, e pochi capiscono questo fatto così bene
come Durin IV (Owain Arthur). Alla fine, i Nani
saranno costretti ad abbandonare la loro casa, ma la serie ha
rilasciato la creatura molto prima della storia di Tolkien, il che
porterà sicuramente delle complicazioni per i Nani di
Khazad-dûm.
Chi sarà il prossimo leader di
Khazad-dûm?
Foto Prime Video
Sebbene Durin III sia appena morto,
il suo regno affronta crescenti problemi in sua assenza. Altri Nani
vogliono indietro il loro tributo e sebbene Durin IV sembri il
successore naturale, alcuni signori dei Nani stanno accumulando
supporto per ottenere la corona di Durin III, incluso l’altro
figlio. Sebbene ci siano pochissime informazioni sul fratello di
Durin IV, la sua introduzione renderà sicuramente la successione
più difficile. Dopotutto, Durin IV è stato rinnegato e si è
ribellato a suo padre poco prima della morte del Re. Ma dov’è stato
l’altro figlio per tutto questo tempo? Mentre questa nuova trama di
Khazad-dûm si sviluppa, la serie avrà molto da rivelare e, dopo che
Durin IV ha dimostrato il suo valore durante la seconda stagione,
possiamo solo sperare che ne esca vincitore.
Chi è veramente il Mago
Oscuro?
Ciarán Hinds è il Mago Oscuro. Credits: Ben Rothstein / Prime
Video.
Sebbene ora sappiamo che lo
Straniero è Gandalf, un altro Istar ha un’identità
misteriosa: il Mago Oscuro (Ciarán Hinds).
Ottenendo potere nelle terre di Rhûn, questo mago è presentato come
un antagonista, ma sono state fornite pochissime informazioni su di
lui. Mentre la serie ha lasciato intendere che potrebbe essere
Saruman, potrebbe essere uno qualsiasi dei quattro Istari ancora da
presentare. Dopo che la serie ha mantenuto il segreto dello
Straniero per così tanto tempo, non sorprende che questo mistero
sia ancora vivo. Ma mentre Gandalf continua a scoprire se stesso e
il suo scopo, dovrà dare un senso alla sua connessione con il Mago
Oscuro, il che richiede di capire chi è.
Dove andranno ora gli Stoor?
Gavi Singh Chera as Merimac; Megan Richards as Poppy
Credit: Courtesy of Prime Video
Copyright: Amazon MGM Studios
Quando Nori (Markella
Kavenagh) e Poppy (Megan Richards)
incontrano gli Stoor, l’insediamento di persone simili agli hobbit
è restio a lasciare le proprie case nonostante i problemi che
affrontano. Ma, nel finale, il Mago Oscuro distrugge la loro casa e
Nori e Poppy le aiutano a partire per la loro prima migrazione in
assoluto. Considerando il loro legame con gli Harfoots, gli Stoor
potrebbero unirsi alla comunità di Nori e Poppy, ma il loro
desiderio di mettere radici potrebbe rendere quella vita
impossibile per loro, a lungo termine. Ovviamente, alla fine,
saranno tra i fondatori della Contea, che potrebbe essere la loro
macro-trama all’interno della serie. Tuttavia, gli Stoor stessi non
sanno dove andranno dopo, rendendo la loro trama un mistero che la
Stagione 3 dovrà affrontare.
Mìriel può salvare Númenor? E cosa
farà dopo Elendil?
Cynthia Addai-Robinson as Queen Regent Míriel; Lloyd Owen as
Elendil
Credit: Courtesy of Prime Video
Copyright: Amazon MGM Studios
Il Signore degli
Anelli: Gli Anelli del Potere 2 lascia Mìriel
(Cynthia Addai-Robinson) in una situazione
precaria mentre viene imprigionata da Pharazôn e accusata di
essersi alleata con Sauron. I Fedeli vengono radunati come
traditori, mentre Númenor è diretta verso la distruzione che ha
cercato disperatamente di evitare. Dalla sua posizione attuale,
Mìriel ha ancora meno potere di prima, ma potrebbe comunque provare
a conquistare i volubili Númenoreani mentre cerca di salvare il
regno. La situazione sembra accelerare la caduta di Númenor, ma la
fuga di Elendil (Lloyd Owen) mantiene la fiamma
della speranza accesa. Ha menzionato l’aiuto in Occidente e suo
figlio Anárion, ma Elendil non è uno che scappa da una lotta. Cosa
stia combinando non è chiaro; forse spera di trovare un nuovo posto
dove vivere prima di salvare i Fedeli perseguitati o sta
pianificando di iniziare una guerra con Pharazôn e i suoi
sostenitori. Tuttavia, ciò che è chiaro è che Elendil ha ancora un
ruolo importante da svolgere nella Terra di Mezzo.
Come sopravviverà Pelargir sotto
gli ordini di Kemen?
Gli anelli del potere – Cortesia di Prime Video
Gli abitanti del Sud si sono
stabiliti nell’insediamento númenoreano di Pelargir, ma nel finale,
il figlio malvagio di Pharazôn, Kemen, arriva, dando nuovi ordini
ai coloni e ignorando la struttura che hanno creato. Gli ordini di
Kemen di tagliare gli alberi in modo che Númenor possa costruire la
fortezza sono in diretta opposizione all’accordo stipulato con gli
Ent, che hanno attaccato la gente per la distruzione della foresta.
Dopo la devastazione della loro casa e le numerose sfide che hanno
dovuto affrontare, gli abitanti del Sud sono di nuovo in una
situazione pericolosa e non c’è modo di accontentare tutti.
Intrappolati tra i Númenor e gli Ent, Theo e il resto di quelli di
Pelargir dovranno scegliere chi è il loro nemico.
Isildur ed Elendil si
riuniranno?
Maxim Baldry as Isildur; Nia Towle as Estrid
Credit: Ross Ferguson / Prime Video
Copyright: Amazon MGM Studios
Dopo che la prima stagione ha
lasciato Isildur (Maxim Baldry) per morto, la sua
famiglia lo ha pianto, mentre Isildur stesso ha cercato di trovare
una via di casa. L’arrivo di Kemen a Pelargir dà a Isildur la
possibilità di tornare a Númenor, dove sua sorella, Eärien
(Ema Horvath), sarà entusiasta di vederlo vivo, ma
Elendil è in fuga. La riunione tra padre e figlio sembra quindi
lontana, il che solleva la questione di quando Elendil scoprirà che
suo figlio è sopravvissuto. Isildur è stato disperato nel tentativo
di raggiungere suo padre, ma quando vede la piega che ha preso
Númenor, potrebbe essere distratto. Alla fine Il Signore
degli Anelli: Gli Anelli del Potere dovrà riunire questi
due personaggi per la battaglia finale.
Folie À Deux si
conclude con Arthur Fleck (Joaquin
Phoenix) che torna ad Arkham per scontare la sua pena
dopo essere fuggito in seguito all’esplosione di un’autobomba fuori
dall’aula di tribunale. Fleck raggiunge Lee Quinzel (Lady
Gaga), ma quando lei lo respinge per aver rinunciato
alla sua identità di Joker, lui permette alla polizia di riportarlo
all’istituto.
Dopo che gli è stato detto di avere
una visita, Arthur si fa strada lungo il corridoio prima di essere
fermato da un giovane detenuto chiaramente instabile interpretato
da Connor Storie, che chiede a Fleck se vuole
sentire una barzelletta. Il detenuto senza nome racconta una
barzelletta su uno psicopatico in un bar e, seguendo la battuta
finale “ti prendi quello che ti meriti”, pugnala
ripetutamente Arthur allo stomaco.
No, il Joker di Heath
Ledger non è lo stesso che uccide Fleck
Mentre Fleck sanguina sul
pavimento, vediamo il detenuto incidersi un Glasgow Smile
sul suo stesso volto sullo sfondo. Sembra un cenno
piuttosto sfacciato alla versione del Joker del defunto
Heath Ledger in Il cavaliere oscuro, ma
si suppone che sia davvero lo stesso personaggio? Non è possibile,
per molteplici ragioni. Infatti, non siamo nemmeno sicuri che
Phillips faccia riferimento diretto alla versione iconica del
cattivo di Ledger facendo comportare il personaggio di Storie in
quel modo.
Sembra più probabile che il regista
stia semplicemente tentando di illustrare come lo status di
celebrità di Fleck abbia influenzato i membri più impressionabili
della società e che, anche se muore, il soprannome “Joker”
continuerà a essere adottato da altri. Il Joker di Ledger potrebbe
essere una di queste persone? È possibile, ma non c’è nniente di
ufficiale.
Diversi film Marvel sono stati “rovinati” da
leak generati dalle proiezioni test che si fanno per capire il
gradimento di un titolo e ora Captain America: Brave New World potrebbe
unirsi a questa lista. La fuga di notizie è stata
originariamente condivisa su Reddit da un account ora
eliminato e diversi scooper dei social media hanno da allora
confermato che è legittima. Ci sono alcuni grandi pezzi mancanti,
ma ora conosciamo la trama generale, quali personaggi dell’MCU fanno apparizioni cameo e
persino il contenuto della scena a metà dei titoli di coda del
sequel di The Falcon and the Winter Soldier. Quindi,
ATTENZIONE SEGUONO POTENZIALI SPOILER!
Come sempre, è meglio tenere a mente
che si è trattato di una proiezione di prova, per cui tutto ancora
può cambiare da qui al giorno di uscita del film, che è fissato per
il prossimo febbraio.
The Serpent Society
Si dice che Captain
America: Brave New World si apra con Sam Wilson e Joaquin
Torres in missione per abbattere la Serpent Society e recuperare
l’Adamantio rubato. Sidewinder prende degli ostaggi e Sam combatte
un cattivo che utilizza “coltelli a ventaglio dorati” che
assomiglia molto al Cobra di Seth Rollins.
La Serpent Society viene sconfitta e
il cattivo di Giancarlo Esposito riesce a
scappare, presumibilmente per riapparire in una serie Disney+. Dopo questa breve
apertura – a quanto pare il ruolo del gruppo si esaurisce qui –
l’attenzione si sposta sul generale Ross…
Dopo un montaggio di addestramento
con Sam, Joaquin e
Isaiah Bradley, il nuovo Captain America li porta alla Casa
Bianca per un evento in cui si trovano a stretto contatto con il
presidente Thaddeus Ross. Poi assistiamo alla conversazione
tra Sam e Ross su una nuova squadra di Vendicatori prima della
presentazione sull’Adamantio che termina quando Isaiah tenta di
assassinare il Presidente.
Viene arrestato dopo essere fuggito,
ma le riprese di sicurezza mostrano una serie di luci lampeggianti
sul suo telefono che ipnotizzano il Super Soldato.
Il piano del Leader
Captain America e Falcon
alla fine riconducono la responsabilità dell'”attivazione” di
Isaiah a The Leader che, secondo questa fonte, ha uno “strano
cappuccio di gomma stampato a forma di cervello e una pelle
leggermente verde”. Il cattivo rivela che Ross stava morendo e
che si è rivolto a Samuel Sterns per chiedere aiuto; ha funzionato,
ma farà uscire Hulk se la sua pressione sanguigna
aumenta e sembra che i lecca-lecca che sta usando al posto dei
sigari lo tengano sotto controllo.
Non si dice molto su Ruth/Sabra,
anche se si unisce a Sam e Joaquin per un breve periodo. Si recano
persino alle Stark Industries e incontrano Amadeus Cho;
sfortunatamente, si rivela ben poco altro sul suo ruolo, anche se
sappiamo chi lo interpreta.
Terza guerra mondiale
Mentre ciò accade, le
tensioni tra America e Giappone continuano a crescere a causa di
una disputa sull’Adamantio (sembra che le azioni della Serpent
Society abbiano fatto sembrare che gli Stati Uniti abbiano rubato
la loro quota del metallo prezioso). Capitan America e Falcon
vengono inviati a gestire la situazione e apparentemente a impedire
che la guerra scoppi tra i resti di Tiamut degli
Eterni.
Sfortunatamente, Joaquin viene
ferito e portato in ospedale dove appare Bucky si ferma per un
cameo. Quindi parte per una raccolta fondi che potrebbe o meno
essere quella vista nei trailer di Thunderbolts*.
Ross viene a conoscenza delle
macchinazioni del Leader e che sta tentando di seminare discordia
tra i leader mondiali. In una conferenza stampa alla Casa Bianca,
Sterns usa la stessa tecnologia di controllo mentale per
smascherare il Presidente come Red Hulk. Uno scambio precedente
rivela che il cattivo è sicuro che Capitan America morirà in
battaglia, ma questo non succede e alla fine ferma Ross
pugnalandolo con una delle sue ali (tutto questo è un po’ vago e
non sappiamo se l’eroe abbia una tuta di Adamantio potenziata a
questo punto). Ross viene rinchiuso in The Raft dopo essersi
assunto la responsabilità delle sue azioni e la figlia
Betty Ross gli fa visita. Il film presumibilmente finisce con
Sam e Joaquin che si riuniscono e parlano di visitare
Wakanda per ottenere nuove ali.
World War Hulk(s)
Una scena a metà dei
titoli di coda trova anche The Leader in The Raft, con un
importante riferimento al fatto che anche Amadeus Cho ha ricevuto
quel siero di Hulk. Ha poi rivelato che sta arrivando qualcosa di
“grande e cattivo”, anche se il leaker non è sicuro se si riferisca
a Incursioni o ad altri Hulk. Tuttavia, Daniel
Richtman ha detto che la scena è pensata per preparare il
terreno per World War Hulks, presumibilmente il
che significa che The Leader ha creato diversi Hulk come Ross che
può controllare nel tentativo di… dominare il mondo?
Il leaker si lamenta che la storia
di Isaiah e la menzione di un nuovo team di Avengers non sono
approfondite. Infatti, la loro recensione del film è in gran parte
negativa con lamentele sulla brevità del ruolo di Red
Hulk, anche se questa è solo l’opinione di una
persona.
Avevamo sentito che Stephen
Williams (Lost, Watchmen, Westworld) era
in trattative per dirigere il pilot di Lanterns,
ma se fosse vero, i colloqui evidentemente sono saltati. THR riporta che James
Hawes è stato scelto per dirigere i primi due episodi
della prossima serie DCU.
Hawes è un regista britannico che ha
diretto diversi episodi dell’acclamata serie Slow Horses di Apple
TV+. Ha anche lavorato a Penny
Dreadful di Showtime, The Mist di Spike
TV, The Alienist, Snowpiercer di
AMC e Black Mirror.
Si unisce a un team creativo che
include il creatore di Lost e
Watchmen vincitore di un Emmy Award Damon
Lindelof, lo showrunner di Ozark Chris
Mundy e lo scrittore di fumetti Tom King.
Si dice che anche Justin Britt-Gibson, Breannah
Gibson e Vanessa Baden Kelly siano a
bordo.
Lanterns “segue la nuova
recluta John Stewart e la leggenda delle Lanterne Hal Jordan, due
poliziotti intergalattici coinvolti in un oscuro mistero terrestre
mentre indagano su un omicidio nel cuore
dell’America”.
Il creatore di
Lost e Watchmen
, vincitore di un Emmy Award, Damon Lindelof, sta lavorando alla
sceneggiatura del pilot insieme a Chris Mundy, showrunner di
Ozark, e a King.
Si dice che siano a bordo anche Justin Britt-Gibson, Breannah
Gibson e Vanessa Baden Kelly.
Lanterns è la storia di una
coppia di Lanterne Verdi
La produzione di Lanterns è
attualmente programmata per iniziare nel primo trimestre del 2025
nel Regno Unito, potenzialmente mettendo lo show sulla buona strada
per un’uscita nel 2026. Guy Gardner di Nathan
Fillion, che farà il suo debutto nel reboot di
Superman di James
Gunn, dovrebbe avere un ruolo di supporto nella
serie.
Hal Jordan è stato precedentemente
interpretato da Ryan Reynolds nel famigerato film
del 2011 Lanterna Verde.
“Questa è la storia di una
coppia di Lanterne Verdi John Stewart e Hal Jordan”, ha detto
Gunn del progetto quando è stato annunciato per la prima volta.
“Ci sono altre Lanterne Verdi sparse qua e là, ma questa è in
realtà una serie TV ambientata sulla Terra, quasi come True
Detective, con un paio di Lanterne Verdi che sono poliziotti
spaziali che sorvegliano Precinct Earth e scoprono un terrificante
mistero che si collega alla nostra più grande storia del DCU.”
Le voci su un progetto
cinematografico dedicato a Silver Surfer circolano
da un bel po’ di tempo, e sembra che i Marvel Studios stiano ancora
pianificando di dare all’eroe spaziale la ribalta per una sua
uscita da solista, in futuro.
Una precedente voce sosteneva che
l’accordo pluriennale del regista di The Fantastic
Four: First StepsMatt Shakman (“WandaVision”,
“Monarch:
Legacy of Monsters”) con la Marvel avrebbe potuto
potenzialmente includere la regia di episodi di una serie
di Silver Surfer su Disney+, mentre un’altra
indicava che in realtà era in lavorazione una Special
Presentation.
Sebbene non sia chiaro se questo
progetto sia in fase di sviluppo per il grande o il piccolo
schermo, l’insider Daniel Richtman riferisce che
Sentinel of the Spaceways è
ancora in lavorazione e Shakman è a bordo come produttore.
La domanda è: su quale versione di
Surfer si concentrerà questo progetto?
Il reboot dei Fantastici
Quattro introdurrà una versione femminile del personaggio,
con la vincitrice dell’Emmy Award Julia Garner
(Ozark, Inventing Anna)
che assumerà il ruolo di Shalla-Bal.
Nella continuità originale dei
fumetti Marvel, Shalla-Bal
era l’imperatrice del pianeta Zenn-La ed era il primo amore
di Norrin Radd. Quando Galactus arrivò per divorare il
loro pianeta, Radd si offrì volontario per diventare il suo araldo
in cambio dell’incolumità del pianeta di Zenn-La. In seguito,
quando Franklin Richards assunse il ruolo del nuovo Galactus,
conferì a Shalla gli stessi poteri cosmici e le permise di servire
come araldo gemello insieme a Radd.
Fanno parte del cast anche
Julia Garner, Paul Walter
Hauser, John
Malkovich, Natasha
Lyonne e Ralph
Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato
da Kevin
Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in
degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di
Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro
protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che
conosciamo. Franklyn e Valeria
Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel
film.
Il posto esatto di Joker:Folie à
Deux nella cronologia di DC Elseworld è
stato confermato. Con la quantità di progetti DC realizzati, può
essere difficile tenere traccia di quando si svolgono i vari
avvenimenti e ora la cronologia canonica di DC è diventata
particolarmente confusa con il recente riavvio di James
Gunn e Peter Safran dell’universo DC.
Il rifacimento di eroi importanti come Superman
pone la questione di quali progetti pre-riavvio rimarranno
canonici.
Uno dei progetti più importanti di
DC negli ultimi anni è stato ovviamente Joker
di Todd Phillips. Il film del 2019 ha ottenuto un
enorme successo di pubblico e critica, tanto da ottenere un sequel.
In Joker:Folie à
Deux, viene confermato esattamente quanto tempo è
trascorso tra il primo e il secondo film, facendo luce sul periodo
in cui sono ambientati i film.
Joker: Folie A Deux è ambientato
nel 1985
È stato confermato che Joker è
ambientato nel 1981. La cronologia del primo film di Phillips
all’interno del più ampio DCEU era inizialmente confusa in quanto
era un cambiamento rispetto al materiale originale e non si
allineava con gli altri progetti di Batman. Tuttavia,
l’ambientazione alla fine aveva senso per ciò che Phillips voleva
ottenere. Poiché Joker si svolge in modo completamente
separato dal DCEU, Phillips voleva assicurarsi che il
sentimento fosse chiaro distanziandolo il più possibile dalla
cronologia canonica.
Sebbene Joker sia
stato realizzato per essere indipendente, Joker: Folie À Deux sarà per
forza correlato alla sua storia, essendo un sequel diretto. Il
sequel è ambientato quattro anni dopo il primo film, ovvero nel
1985. C’è un notevole intervallo di tempo tra i due film che
coincide quasi con il divario di cinque anni tra le uscite
effettive dei titoli tra Joker e Folie À Deux.
Joker: Folie A Deux non è collegato
a nessun altro universo DC
Dato che Joker non è
collegato a nessun altro progetto dell’universo DC, nemmeno Joker:
Folie À Deux lo è. I due film possono essere considerati
parte di una linea temporale separata, il DC
Elseworlds, con “Elseworlds” che è il marchio che i
fumetti hanno stabilito per le storie che si svolgono al di
fuori del canone DC, un termine che ora è stato trasferito
al mondo del cinema. Sebbene Gunn abbia dichiarato che il marchio
ufficiale DC Elseworlds non verrà effettivamente mostrato nei
progetti fino al 2025, in precedenza aveva affermato che
Joker: Folie À Deux sarebbe rientrato sotto il
banner Elseworlds. Phillips voleva assicurarsi che i suoi film di
Joker fossero progetti distinti e autonomi e non sarebbero stati
inseriti nel più ampio DCEU o DCU. Il fatto che DC Comics abbia il marchio
Elseworlds consolidato rende più facile per lo studio far esistere
tali progetti nella loro distinta linea temporale.
Il sequel ha ovviamente i suoi
legami con il suo predecessore del 2019, ma Joker: Folie À
Deux e il franchise Joker di Phillips nel suo insieme alla
fine non hanno bisogno di legami con altri progetti DC per
funzionare.
It’s What’s
Inside è stato presentato in anteprima a gennaio
durante il
Sundance Film Festival 2024 nella sezione
Midnight. Questo film scritto e diretto da
Greg Jardin unisce il genere horror alla commedia
con un fattore soprannaturale, dove i vari protagonisti si
ritrovano ognuno nei panni di un’altra persona. Il cambio dei corpi
e della propria identità però non avviene attraverso delle
possessione malefiche o demoniache ma con l’uso di una
strana macchina che possiede uno dei partecipanti
di questa reunion tra vecchi amici. Ovviamente
quello che all’inizio sembrava un gioco divertente si rivelerà un
incubo ad occhi aperti ma anche un occasione, per qualcuno di loro,
d’essere quello che hanno sempre voluto diventare.
La trama di It’s What’s Inside
It’s What’s Inside
di Greg Jardin nelle prime sembra essere un
depistaggio al film stesso, si concentra sulla relazione di una
giovane coppia di fidanzati in difficoltà. Tra
Shelby (Brittany O’Grady) e Cyrus
(James Morosini) la scintilla è svanita, ma la ragazza è pronta a
far ripartire le cose sorprendendo il fidanzato con un piccolo
gioco di ruolo e indossando una lunga parrucca bionda accattivante
peccato che però non funziona. L’imbarazzante situazione da cui
scatta il loro ennesimo litigio di coppia è in qualche modo messa
da parte dalle imminenti nozze di un vecchio amico,
Reuben (Devon Terrell) infatti sta per sposare la
sua fidanzata Sophia. In previsione di
quell’unione matrimoniale chiamata con l’hashtag “Reuphia”, nello
stile “Bennifer” e “Brangelina”, il futuro sposo decide d’invitare
dei suoi vecchi amici del college ad unirsi a lui per la sua festa
d’addio al celibato e dove la promessa sposa che non sarà
presente.
Sulla strada per la rimpatriata, che
si svolgerà in una villa gotica appartenuta alla defunta madre e
artista bohémien di Reuben, Shelby sfoglia l’Instagram di un’altra
ex alunna, Nikki (Alycia Debnam-Carey), che da
allora si è reinventata come influencer che sembra
aver tutto e che invidia. A completare il gruppo di amici ci sono
Dennis (Gavin Leatherwood),
Brooke (Reina Hardesty) e Maya
(Nina Bloomgarden), ma anche l’enigmatico Forbes
(David Thompson). Tuttavia, il ragazzo che da sempre è considerato
il nerd del gruppo quando appare all’improvviso, a serata già
iniziata, ha qualcosa di speciale in suo possesso che farà in modo
che questa sarà una notte da ricordare per sempre.
L’oggetto in questione è una
vecchia valigia che al suo interno svela un
meccanismo, senza spiegare troppo, una sorta di gioco di
società dove ognuno deve recitare un ruolo. Il punto
chiave però è che ci si scambia i corpi tra i giocatori e quello
che si presenta come un modo per fare qualcosa diverso dal solito,
tipo ubriacarsi e fumare, darà libero sfogo agli istinti
primordiali degli otto giocatori. La situazione si complicherà del
tutto quando due dei partecipanti moriranno all’improvviso e il
gioco diventerà una questione di sopravvivenza tra i sei rimanenti
dove alcuni dei protagonisti approfitteranno, dell’assurda
esperienza, per cambiare le loro vite.
L’ opera prima di Greg Jardin si
unisce al genere horror/commedia di cui forse l’esempio migliore
degli ultimi anni è Bodies Bodies Bodies di
Halina
Reijn. Il regista infatti confeziona un film che si
trova sulla sottile linea rossa tra lo slasher
movie ma anche un classico giallo che qui
sembra molto ispirato al cult anni Ottanta Clue,
tradotto da noi con il titolo Signori, il delitto è
servito. Uno degli aspetti però che colpisce di più la
fotografia di Kevin Fletcher che utilizza giochi
di specchi e gel dai colori vivaci, infatti lo spettatore riesce a
capire con le scene in rosso chi è veramente nel corpo di chi.
Per concludere una menzione speciale
al cast versatile, che fa un lavoro
ingannevolmente leggero di un film che avrebbe potuto facilmente
essere incomprensibile. Si tratta di una serie di interpretazioni
notevoli, in particolare da parte di David Thompson, Brittany
O’Grady e
Alycia Debnam-Carey, la cui scena finale tra chi è veramente e
chi sta indossano il suo vero corpo che costituisce il nucleo
drammatico incandescente del film.
Fresco del suo successo nel
rilanciare altri due franchise, Glen Powell è pronto a farlo di nuovo con
l’uscita di L’implacabile (The Running
Man). Lo sviluppo del nuovo adattamento del romanzo di
Stephen King ha preso piede nell’ultimo anno,
quando Powell è stato scelto come protagonista del film, diretto da
Edgar Wright su una sceneggiatura di Michael Bacall, allievo di
Jump Street. Powell aveva già confermato a fine agosto
2024 che le
riprese del remake di The Running Man sarebbero
iniziate a novembre, anche se non era stata confermata una data
precisa.
Ora la Paramount Pictures
ha ufficializzato la data di uscita di The Running Man .
Il film, che rappresenta il secondo adattamento del romanzo
thriller fantascientifico di Stephen King, arriverà nelle
sale il 21 novembre 2025. Questo non solo porterà il
remake nelle sale poco più di 28 anni dopo l’uscita dell’originale
con Arnold Schwarzenegger, ma anche circa un anno dopo l’inizio
delle riprese, attualmente previste per il novembre 2024.
Oltre alla data di inizio delle
riprese, The Hollywood Reporter ha reso noto che Katy
O’Brian si è unita al cast di L’implacabile (The
Running Man). Negli ultimi anni la O’Brian ha
avuto un trend di popolarità in ascesa, in particolare con il suo
ruolo di supporto in entrambe le stagioni 2 e 3 di The Mandalorian nel ruolo di Elia Kane,
seguito dal suo ruolo acclamato dalla critica nel thriller
romantico Love Lies Bleeding al fianco di Kristen Stewart
e dal ruolo di supporto in Twisters, riunendosi così con
Powell del sequel di Legacy 2024. Si dice che O’Brian reciterà in
The Running Man nel ruolo di uno dei concorrenti del
violento game show del titolo.
L’implacabile (The
Running Man) è uno dei tanti film con cui la
Paramount sta giocando nel suo calendario di uscite per il
2025, dato che lo studio ha anche fissato il dramma basato
su una storia vera , September 5 , a un’uscita limitata
per la stagione dei premi il 29 novembre, seguita da un’uscita in
sala il 13 dicembre. Tra gli altri titoli spostati, il ritorno
dell’horror di Bryan Bertino, Vicious, passa dall’8 agosto
al 28 febbraio, il film musicale d’animazione dei Puffi
viene spostato dal giorno di San Valentino al 18 luglio e il reboot
di Naked Gun, con Liam Neeson, passa dal 18 luglio al 1°
agosto.
Cosa significa per
L’implacabile (The Running Man)
Sebbene la notizia che il film
abbia finalmente una data di uscita sia sicuramente eccitante per
coloro che lo hanno atteso con ansia, la data diThe Running Manlo pone in
un’accesa competizione al botteghino. Sebbene sia un mese
tipicamente dedicato ai premi, il novembre 2025 è attualmente
caratterizzato da una serie di produzioni di successo, tra cui il
reboot di Blade del
Marvel Cinematic Universe, da tempo
atteso, e Zootopia 2, con il remake di Powell che affronta
Wicked Part Two nello stesso fine settimana.
Il 2025 potrebbe essere un periodo
molto combattuto per le uscite nelle sale, ma ci sono diverse
ragioni per cui The Running Man potrebbe ancora vincere.
Uno dei principali è il fatto che Powell ha goduto di una
serie di successi consecutivi negli ultimi anni, con
Devotion del 2022 che si è distinto per il suo scarso
rendimento finanziario, anche se ha ottenuto recensioni
entusiastiche. Con i successi combinati di Top Gun:Maverick,Hit Man e il
sequel Twisters, la sua leadership sarà sicuramente
un’attrazione per gli spettatori.
FOTO DI COPERTINA: Glen Powell
arriva al CinemaCon Big Screen Achievement Awards 2022 tenutosi
all’Omnia Nightclub at Caesars Palace durante il CinemaCon, la
convention ufficiale della National Association of Theatre Owners
il 28 aprile 2022 a Las Vegas – Foto by imagepressagency via
Depositphoto.com
Dopo un primo annuncio relativo a un
primo ciak in occasione di Halloween, la produzione di
Five Nights at Freddy’s 2 si è spostata a inizio
novembre. Il primo film è diventato il film di maggior incasso
della Blumhouse, e di conseguenza lo sviluppo di un
sequel si è avviato tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, con
la conferma da parte dello studio di procedere con il ritorno della
co-sceneggiatrice/regista Emma Tammi insieme alle
star
Josh Hutcherson e Matthew Lillard.
Sia Lillard che Hutcherson avevano precedentemente indicato che
le riprese di Five Nights at Freddy’s 2 sarebbero
iniziate nell’ottobre 2024, e la Blumhouse aveva fissato
l’uscita del sequel per il dicembre 2025.
Nel corso di una recente intervista
con Collider, Lillard ha offerto un aggiornamento
sull’attesissimo Five Nights at Freddy’s
2. Oltre a confermare che inizierà le riprese del
sequel un po’ più tardi di quanto pensasse, a
novembre, la star ha anche offerto un promettente
aggiornamento sulla sceneggiatura del film, assicurando che
“abbiamo imparato molto nel primo film” e si è detto
fiducioso che il sequel sarà migliore.
“Stamattina ho ricevuto un
messaggio con i miei appuntamenti.Le mie date sono l’inizio
di novembre e un’altra serie di date.Quindi, ci metteremo
al lavoro.Sono davvero entusiasta.Penso che la
sceneggiatura sia fantastica.Tammi è fantastica.È
davvero adorabile.E Josh è fantastico.Tutto il cast
è fantastico e credo che siamo tutti entusiasti di tornare.Penso che abbiamo imparato molto nel primo film.Penso
che il secondo film trarrà beneficio da queste cose.Siamo
tutti entusiasti del punto in cui si trova il film in questo
momento.”
Cosa significa questo per Five
Nights At Freddy’s 2
L’entusiasmo di Lillard per il
ritorno suggerisce che Tammi e il team creativo dietro
Five Nights at Freddy’s 2 hanno
imparato dagli errori del film originale. Sebbene
l’adattamento del gioco del 2023 sia stato un successo di pubblico,
la critica non è stata unanime.
Nonostante le varie correzioni
promesse al film originale, il più grande punto di domanda per il
pubblico è comela storia diFive Nights at Freddy’s 2attingerà dal materiale originale. Tammi aveva già
detto che era possibile che il sequel adattasse il secondo gioco di
Scott Cawthon, anche se, considerando che il Mike di Hutcherson non
faceva parte della storia del gioco sequel, sembra probabile che il
team creativo dovrà invece estrarre elementi da questo e da altri
giochi per continuare a costruire il mondo.
Quando si parla di film d’avventura,
si finisce facilmente a citare anche opere che abbiano come
protagonisti i pirati e il contesto in cui si muovono. Con
ambientazioni esotiche, situazioni rocambolesche e personaggi tanto
stravaganti quanto iconici, questi film hanno sempre suscitato un
grande fascino nel pubblico e il film del 2003 La maledizione della
prima luna ha contribuito a risvegliare l’amore
per i pirati e il loro stile di vita. Conclusasi la prima trilogia,
composta anche da La maledizione del forziere
fantasma e Ai confini del mare, nel 2011 è
arrivato al cinema il quarto capitolo: Pirati dei Caraibi –
Oltre i confini del mare (qui la recensione).
La volontà di realizzare un nuovo
film dopo che il grande racconto dei precedenti due si era concluso
era rischiosa, ma data la grande popolarità dei personaggi presso
il grande pubblico sembrò ovvio dover raccontare di loro nuove
avventure. Sul finire del terzo capitolo si accennava infatti alla
ricerca da parte di Jack Sparrow della Fonte della Giovinezza e da
qui sono ripartiti gli sceneggiatori Ted Elliott e
Terry Rossio, avendo inoltre l’opportunità di
includere elementi del romanzo Mari stregati di
Tim Powers, del quale erano stati acquistati i
diritti dalla Disney, pur non facendone un adattamento vero e
proprio.
Ha così preso forma Pirati
dei Caraibi – Oltre i confini del mare, con la regia però
non di Gore Verbinski, che era stato dietro la
macchina da presa dei primi tre, bensì quella di Rob
Marshall, celebre per i film Chicago,
Il ritorno di Mary Poppins e il remake in live action di
La
sirenetta. In questo articolo approfondiamo alcune delle
principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La trama di Pirati dei
Caraibi – Oltre i confini del mare
Quando un naufrago viene ritrovato
al largo della costa spagnola e rivela di conoscere la posizione
della Fonte della Giovinezza, Re Ferdinando VI di
Spagna e Re Giorgio II d’Inghilterra
vogliono essere i primi a trovare l’acqua miracolosa. Quest’ultimo
affida il compito a Barbossa il quale, dopo aver
perso la gamba e la Perla Nera, è diventato un corsaro al soldo del
governo inglese. Il pirata Jack Sparrow, intanto,
apprende che qualcuno ha rubato la sua identità per arruolare una
ciurma. Recato alla locanda La figlia del Capitano per individuare
l’impostore, scopre che il ladro di identità è una sua ex fiamma,
Angelica Teach, figlia del celebre pirata
Edward ‘Barbanera’ Teach.
La donna, allora, lo rapisce e lo
porta proprio sulla nave del padre, la leggendaria Queen Anne’s
Revenge. Barbanera vuole infatti che
Jack lo aiuti a scoprire
chedove si trova la fonte dell’eterna
giovinezza, per annullare una profezia che gli ha predetto morte
certa. Partono così alla ricerca di tale luogo magico e insieme a
loro si uniranno, controvoglia, anche il missionario Philip
Swift e una sirena di Serena, le cui
lacrime sono necessarie alla buona riuscita dell’incantesimo. Più
si avvicinano alla fonte, però, più scopriranno quale è davvero il
prezzo da pagare per ottenere l’eterna giovinezza.
Nel ruolo di Jack Sparrow si ritrova
naturalmente Johnny Depp, il
quale è stato tra i principali promotori per la realizzazione del
quarto film. Ormai star assoluta della serie, l’attore ha ricevuto
un compenso di circa 35 milioni di dollari per la sua
partecipazione al film. Rispetto ai precedenti film, non riprendo
qui i ruoli di Will Turner ed Elizabeth Swann gli attori Orlando Bloom e Keira Knightley. Fa però il suo ingresso nella
saga la premio Oscar Penélope Cruz, la quale ha raccontato di aver
accettato il ruolo di Angelica senza neanche il bisogno di leggere
la sceneggiatura. Per tale personaggio, ha preso lezioni di scherma
in vista dei combattimenti con le spade.
L’attore Ian McShane interpreta invece il temibile
pirata Barbanera. Il regista ha rivelato di averlo scelto perché
“può interpretare qualcuno di malvagio, ma dietro c’è sempre
anche dell’umorismo”. Per applicare all’attore la famigerata
barba nera del personaggio, occorreva ogni volta circa un’ora e
mezza. L’attore Geoffrey Rush riprende il ruolo
del pirata Barbossa, mentre Kevin McNally torna ad
interpretare Gibbs e Stephen Graham fa il suo
debutto nei panni di Scrum. Sam Claflin interpreta
il missionario Phillip Swift, mentre l’attrice e modella spagnola
Àstrid Bergès-Frisbey è la sirena Serena. Per interpretare
tale ruolo ha dovuto prendere lezioni di inglese, nuoto e controllo
del respiro.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di Pirati
dei Caraibi – Oltre i confini del mare grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Apple
TV+, Disney+ e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 4 ottobre alle ore 21:20
sul canale Italia 1.
Agatha
All Along è stato finora un discreto successo per
la Marvel (dovuto almeno in parte al
fatto che si tratta della serie Disney+ meno costosa), e sembra che lo
studio sia abbastanza soddisfatto degli ascolti della serie da
progettare uno spin-off.
Agatha – a sua volta
spin-off di WandaVision – ha introdotto un
misterioso “Teen” (Joe Locke) che si ritiene essere il figlio di
Wanda Maximoff (Elizabeth
Olsen), Billy Kaplan/Wiccan, e secondo Daniel Richtman questa nuova serie si
concentrerà sulla ricerca dell’altro figlio della Strega Scarlatta,
Tommy Maximoff, alias Speed.
Se fosse vero, si tratterebbe di uno
sviluppo piuttosto sorprendente. C’è già una serie di
Vision in lavorazione, e una recente
indiscrezione ha affermato che Javon Walton, il nuovo personaggio
di Euphoria, è in trattative per
interpretare un secondo “Teen”, che presumibilmente si rivelerà
essere Tommy. Abbiamo davvero bisogno di un’altra serie
incentrata su questi personaggi?
A dire il vero, molte persone hanno
detto la stessa cosa di Agatha
All Along, e anche se alcuni fan sono tutt’altro
che convinti, i quattro episodi che abbiamo visto sembrano aver
messo a tacere molti dubbiosi.
Billy e Tommy sono stati introdotti
come figli di Scarlet Witch e Visione (Paul
Bettany) in WandaVision.
Alla fine si è scoperto che erano costrutti dell’Anomalia di
Westview e sono stati cancellati dall’esistenza quando Wanda ha
dissipato l’Esagono.
In Doctor Strange nel Multiverso della
Follia, una Scarlet Witch vendicativa ha come missione
quella di rintracciare le varianti degli universi alternativi dei
gemelli, ma alla fine riesce ad accettare il fatto che non potrà
mai riunirsi con i figli che ha perso nel finale di
WandaVision.
I gemelli faranno probabilmente
parte della squadra dei Giovani Vendicatori che abbiamo visto
Kamala Khan (Iman
Vellani) iniziare ad assemblare in The Marvels.
Agatha
All Along vedrà il ritorno di molti volti noti di
WandaVision,
tra cui Emma Caulfield Ford (Sarah Proctor),
Debra Jo Rupp (Sharon Davis), David
Payton (John Collins), David Lengel
(Harold Proctor), Asif Ali (Abilash Tandon),
Amos Glick (Dennis), Brian
Brightman (Sceriffo Miller) e Kate Forbes
(Evanora Harkness). Kathryn Hahn guiderà l’ensemble, mentre altre
aggiunte degne di nota sono Aubrey Plaza, Joe Locke, Patti LuPone,
Sasheer Zamata, Ali Ahn, Miles Gutierrez-Riley, Okwui Okpokwasili e
Maria Dizzia.
Pochi dettagli ufficiali sono stati
rivelati sulla trama di Agatha, anche se ci si aspetta che essa
ruoti in gran parte attorno ad Agatha che rintraccia Billy Maximoff
(o viceversa) che, come la sua controparte nei fumetti, si è
“reincarnato” in Billy Kaplan. Diversi scoop hanno affermato che la
storia vedrà anche i discendenti della congrega di Evanora Harkness
– ora noti come i Sette di Salem – tornare per vendicarsi della
donna che ha ucciso le loro madri. Agatha
All Along debutta su Disney+ il 18
settembre.
Dopo aver lavorato per anni come
cameraman per Clint Eastwood dal film I
ponti di Madison Countyfino a film
come Mystic
River,
Million Dollar Baby,Sully
e Il
corriere – The Mule, Stephen Campanelli ha
debuttato alla regia con il thriller d’azione
Momentum, portato in sala nel 2015. Alla base del
racconto vi è un’intricata vicenda politica che coinvolge la
protagonista in modi inaspettati. Il tutto si svolge così tra
grandi sequenze d’azione, colpi di scena e un complotto da
sventare.
Sfortunatamente il film non ha
ricevuto molte attenzioni, ma il suo passaggio televisivo è ora
l’occasione per riscoprirlo e apprezzarlo anche al netto dei suoi
difetti. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle
principali curiosità relative a Momentum.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla
spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Momentum
Protagonista della storia è
Alexis Faraday, misteriosa e spietata ladra di
professione, spinta da un suo ex partner a partecipare a un’ultima
lucrosa rapina a base di diamanti. Ben presto la donna si renderà
contro di essere però finita in una situazione ben più intricata.
Non solo la rapina fallisce, ma la donna assiste anche al brutale
omicidio di uno dei suo complici da parte di un sindacato
internazionale del crimine, che pare alla ricerca di una misteriosa
chiavetta.
Nel tentativo di scappare dalla
scena del crimine, Alex diventa bersaglio di Mr.
Washington, bello e spietato anche lui, capo della banda
di assassini, al soldo di un anonimo e influente senatore
americano. Da quel momento, l’unico scopo della giovane
donna è quello di scappare per salvarsi la vita, tentando comunque
di svelare il mistero che si cela dietro agli avvenimenti che la
vedono coinvolta.
Ad interpretare Alexis “Alex”
Farraday vi è l’attrice Olga Kurylenko, divenuta nota come Bond girl,
con il personaggio di Camille Montes nel ventiduesimo film della
saga, Quantum of Solace. Nel ruolo di Mr Washington vi è
l’attore James Purefoy, mentre
Lee-Anne Summers è Penny. Morgan
Freeman interpreta invece l’anonimo senatore, un ruolo
per il quale all’attore sono bastati due giorni di riprese. Freeman
ha offerto i suoi servizi a Stephen Campanelli per
il suo debutto alla regia, sulla base del loro precedente rapporto
di lavoro, quando Campanelli era cameraman di Clint Eastwood.
Cortesia di GoDigital
La spiegazione del finale del film
Prima dei titoli di testa si sente
il senatore degli Stati Uniti parlare con alcuni appaltatori della
difesa non visti. Stanno pianificando un evento che si tradurrà in
una guerra per loro e in una carica politica più alta per lui.
Successivamente, nel film, Alexis scopre questo clamoroso piano
autodistruttivo che avrebbe come obiettivo la città di Chicago e
come scopo fornire un espediente agli Stati Uniti per dare inizio
ad una nuova guerra. A quel punto, il senatore americano ideatore
di questo piano dà ordine di uccidere Alexis.
Il suo uomo, Washington, scopre però
che Alexis era una “specialista di ingresso” della CIA che si è
licenziata dopo che un lavoro a Beirut è andato male e sono state
uccise persone innocenti. I due si accordano però per fare uno
scambio alle 21 all’aeroporto di Città del Capo. Quella sera
all’aeroporto, ad Alex viene consegnata la chiave di un armadietto
dell’aeroporto. Washington è molto sospettoso nei confronti di
Alexis e insiste perché apra l’armadietto e poi la scatola.
Tuttavia, lei lo ha ingannato mettendo entrambi gli oggetti in uno
scomparto interno della scatola e quando questo viene aperto dalla
signora Clinton, esplode una bomba.
La Clinton viene gravemente ferita
al volto, ma è ancora in grado di combattere. Nel frattempo, il
terzo membro della squadra ha individuato e catturato Penny. La
polizia aeroportuale è ora coinvolta. Clinton sconfigge una squadra
di loro in un combattimento corpo a corpo, ma alla fine viene
colpito. Washington e Alex lottano e lei gli strappa la chiavetta
che Penny aveva nascosto nella sua cravatta. Stordisce Washington
con un colpo al volto e corre verso la porta del terminal.
Washington uccide un poliziotto che lo ostacola. Per tutto questo
tempo, il terzo cattivo ha trasportato una Penny soggiogata nel
caos del terminal.
Cortesia di GoDigital
Alex lo raggiunge e gli pianta un
proiettile in testa. Poi corre verso l’uscita. Washington è
circondato dalla polizia appena fuori dal terminal. Si ferma e alza
le mani. Penny si toglie la parrucca, cambia rapidamente aspetto e
cerca di uscire dal terminal. Alex esce e parla con Washington. Fa
un commento sugli scacchi: “Regina a Vescovo 5”, poi grida
“pistola” e si tuffa. La polizia apre il fuoco e Washington cade
sotto una pioggia di proiettili. Penny Fuller viene inizialmente
trattenuta come testimone, sulla scena del crimine, insieme a tutti
gli altri, ma viene rilasciata quando l’attenzione del detective
capo viene deviata altrove. Gli viene mostrata una borsa lasciata
sulla scena che contiene la testa di una donna, quella di
Jessica.
Alla testa è stata inferta una
ferita fresca al volto perché Alex aveva ricevuto una ferita simile
quando era stata colpita in banca da luci violette. Sulla scena
sono stati lasciati anche alcuni diamanti, ma si scopre che Penny
ha la maggior parte dei diamanti nella sua borsa. Esce per andare
dalla madre a prendere Matthew, suo figlio. Una squadra di
poliziotti dell’Interpol arriva insieme a Mr. MacArthur e prende il
controllo di tutto, ma è troppo tardi: Alex supera i controlli di
sicurezza con un passaporto falso ed è su un volo in partenza.
Con lei c’è anche un nuovo
collaboratore tecnico e i due visualizzano il video sul disco. Si
tratta della pianta di un edificio con grandi bombe nel
seminterrato. Chiama il cellulare di Washington, McArthur risponde
e lei gli comunica di conoscere i piani. Nelle scene finali,
il senatore e McArthur discutono della situazione. Il senatore si
chiede se lei sarà “avida o martire”. McArthur indica che sarà una
martire (un’eroina). Il senatore borbotta che i martiri devono
morire.
Cortesia di GoDigital
Momentum 2, il sequel si farà?
Dato questo finale aperto, in cui il
senatore è ancora a piede libero, c’era da aspettarsi un sequel che
portasse avanti il racconto. Tuttavia, lo scarso risultato
economico ottenuto dal film sembra aver bloccato ogni progetto a
riguardo. Sono infatti passati nove anni dall’uscita di
Momentum e ad oggi non si è sentito nulla riguardo
ad un sequel. È a questo punto lecito immaginare che non ci sarà
mai un proseguimento di quella storia, destinata dunque a rimanere
in sospeso.
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di
Momentum grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Tim Vision e
Infinity+. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 4
ottobre alle ore 21:00 sul canale
20 Mediaset.
Sebbene Joker
del 2019 non sia stato chiaramente un film eccessivamente
preoccupato di aderire ai fumetti, si è svolto in una Gotham City
con almeno alcuni legami degni di nota con l’Universo DC. Il
principale di questi è la presenza della famiglia Wayne. Il film ha
fatto di tutto per far credere a noi – e ad Arthur Fleck – che
potesse essere il figlio illegittimo di Thomas Wayne (rendendolo
così fratellastro di Bruce Wayne).
Era un’idea intrigante, ma alla
fine Arthur ha scoperto che sua madre mentiva; tuttavia,
Joker ha almeno lasciato un po’ di spazio
all’interpretazione, rendendo possibile che Thomas abbia
falsificato i documenti di adozione per nascondere la sua
infedeltà. Durante l’atto
finale di Joker, le azioni di Arthur ispirano altri
criminali di Gotham ad agire, compreso l’uomo che spara ai genitori
del giovane Bruce Wayne davanti a lui.
Si potrebbe pensare che almeno
alcune di queste idee vengano rivisitate in Joker:Folie à
Deux, ma no, a parte una rapida inquadratura
delle Wayne Enterprises, Bruce Wayne non appare e non viene
menzionato. Non ci aspettavamo necessariamente che Bruce si
presentasse come Batman in questo film, ma il futuro Crociato e il
destino della sua famiglia sono un non-fattore.
Molti fan speravano che, in caso di
sequel, un Bruce vendicativo sarebbe diventato un Batman con i
piedi per terra per farla pagare a “Joker”. Invece, l’attenzione si
sposta sulla storia d’amore di Arthur con Lee Quinzel e su quei
discutibili elementi musicali.
Il regista
Todd Phillips è sempre stato trasparente sul fatto di
non voler raccontare una storia di Batman, quindi l’assenza di
Bruce non sarà probabilmente uno shock. Tuttavia, dato che la
storia si conclude qui, sembra un errore non aver inserito almeno
un Easter Egg! Siete delusi dal fatto che Joker:Folie à Deux non esplora cosa ne è stato di
Bruce?
Tutto quello che c’è da sapere su
Joker: Folie à Deux
Joker:
Folie à Deux presenterà il ritorno
di Joaquin
Phoenix nel ruolo del cattivo DC Joker. Il sequel
presenterà nuovi arrivati Brendan
Gleeson,Catherine
Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey.
Nel cast c’è anche Lady
Gaga che darà vita a Harley
Quinn. I dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti,
ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà
ad Arkham Asylum e conterrà
significativi “elementi musicali”.
Come ormai noto, la versione di
Gaga di Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto
originariamente riportato, con la storia che potrebbe svolgersi
interamente dal suo punto di vista. Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un
successo sia di critica che commerciale con un incasso mondiale di
oltre 1 miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con
il maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da
numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden
Globe, sia per il miglior attore che per la miglior colonna
sonora.
Recentemente abbiamo appreso che la
prima stagione di Agatha
All Along, composta da due episodi, ha ottenuto ben
9,3 milioni di visualizzazioni su Disney+ dopo una settimana di
permanenza sul servizio di streaming. Pur non essendo niente di
speciale, questo è stato considerato un inizio piuttosto forte per
lo show, soprattutto perché non è incentrato su alcun personaggio
Marvel di prima grandezza.
Un rapporto successivo di THR ha affermato che lo spin-off di
WandaVision è in realtà la serie
live-action meno costosa dello studio fino ad oggi – con un certo
margine – e questo è stato ora confermato da Brad Winderbaum,
responsabile dello streaming, della televisione e dell’animazione
dei Marvel Studios.
“Posso dire che è la nostra
serie meno costosa, e credo che sia stata pensata apposta
”, ha dichiarato Winderbaum a Variety. “Cerchiamo di realizzare
questi show a un costo responsabile.Francamente,
ci dà un po’ più di libertà creativa quando possiamo realizzarli
con un budget ragionevole.Come [“Agatha All Along”], per esempio, lo show ha
una quantità minima di computer grafica, molto meno di quanto
abbiamo mai fatto prima.Si tratta per lo più di
effetti pratici, e credo che questo si percepisca nello
show”.
Questo approccio più “attento al
budget” fa parte della nuova strategia della Marvel di portare questi progetti a
un prezzo più basso, e Winderbaum dice che “continuerà con
Daredevil e con la nostra serie futura, mentre guardiamo al ‘26 e
al ’27. Questo è certamente l’obiettivo”.
“Penso che sia importante il
modo in cui si utilizzano gli effetti, piuttosto che la loro
portata ”, ha aggiunto. “E stiamo rispondendo alla
nostra storia recente e a quanto siano efficaci gli effetti per
aumentare il valore di una storia”.
Agatha
All Along vedrà il ritorno di molti volti noti di
WandaVision,
tra cui Emma Caulfield Ford (Sarah Proctor),
Debra Jo Rupp (Sharon Davis), David
Payton (John Collins), David Lengel
(Harold Proctor), Asif Ali (Abilash Tandon),
Amos Glick (Dennis), Brian
Brightman (Sceriffo Miller) e Kate Forbes
(Evanora Harkness). Kathryn Hahn guiderà l’ensemble, mentre altre
aggiunte degne di nota sono Aubrey Plaza, Joe Locke, Patti LuPone,
Sasheer Zamata, Ali Ahn, Miles Gutierrez-Riley, Okwui Okpokwasili e
Maria Dizzia.
Pochi dettagli ufficiali sono stati
rivelati sulla trama di Agatha, anche se ci si aspetta che essa
ruoti in gran parte attorno ad Agatha che rintraccia Billy Maximoff
(o viceversa) che, come la sua controparte nei fumetti, si è
“reincarnato” in Billy Kaplan. Diversi scoop hanno affermato che la
storia vedrà anche i discendenti della congrega di Evanora Harkness
– ora noti come i Sette di Salem – tornare per vendicarsi della
donna che ha ucciso le loro madri. Agatha
All Along debutta su Disney+ il 18
settembre.
Oggi regista, Olivier
Marchal è stato in passato un poliziotto e molti dei suoi
film hanno dunque come protagonisti personaggi appartenenti a quel
mondo, delle forze dell’ordine o della criminalità, con storie che
si muovono dunque all’interno di questi ambienti per raccontarli in
modo particolarmente accurato. Dopo aver diretto film come 36
Quai des Orfèvres (2004), La truffa del secolo
(2017) e Rogue City (2020), il suo ultimo film ad oggi
è Overdose, tratto dal romanzo Mortels
Trafics di Pierre Pouchairet.
Si tratta di uno dei film più cupi
di Marchal, caratterizzato da un’atmosfera variegata e funebre,
capace di restituire la rappresentazione cruda e realistica della
violenza propria del mondo criminale. Il regista esplora dunque
ancora una volta l’universo che lo ha segnato nel profondo, quello
della polizia, della criminalità e della lotta senza tregua tra il
bene e il male, valori su cui Marchal riflette continuamente con
ogni suo film.
Un altro thriller d’azione che farà
la gioia dei fan del genere, dunque, e che è ora possibile scoprire
grazie al suo passaggio televisivo. In questo articolo,
approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a
Overdose. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Sofia Essaïdi in Overdose. Cortesia di Prime Video
La trama di Overdose
Protagonista del film è Sara
Bellaïche, a capo della brigata anti droga della polizia
di Tolosa, nel sud della Francia. La giovane donna si trova ad
occuparsi di una complicata inchiesta che riguarda un traffico di
stupefacenti tra la Francia, la Spagna e il Marocco, ad opera di un
cartello della droga in cui si è infiltrato come agente sotto
copertura Reynal , il suo ex amante. A seguito di
una serie di assassini, Sara intuisce che il suo caso è
strettamente legato a quello di un omicidio avvenuto a Parigi.
Parte così per la capitale dove dovrà collaborare con il capitano
Richard Cross della polizia criminale, che ha la
sua sede al celebre indirizzo del 36 Quai des Orfèvres.
I due agenti di polizia, dai metodi
di lavoro e dai caratteri opposti, sono costretti a lavorare fianco
a fianco per risolvere il caso affrontando minacce provenienti
dall’interno e dall’esterno dei loro dipartimenti. La loro ricerca
li catapulta in un mondo di violenza e corruzione, dove ogni
decisione potrebbe essere fatale. Impegnati in una corsa mozzafiato
contro il tempo sulle strade di Spagna e Francia, tra i due inizia
a nascere un’attrazione reciproca.
Cortesia di Prime Video
Il cast di attori
L’attrice Sofia
Essaïdi ha accettato di interpretare il ruolo principale
di Overdose senza nemmeno leggere la
sceneggiatura, basandosi solo sul libro, che aveva divorato.
L’attrice, di origini marocchine, è nota anche per aver recitato
nella serie Le combattenti e nel film italiano Nostalgia,
con protagonista Pierfrancesco Favino. Accanto a lei, nel ruolo
del capitano Richard Cross vi è invece l’attore Assaad
Bouab, noto per il film Queen of the Desert, ma
anche per le serie Messiah e Bad
Sisters.
Grande fan della serie NetflixNarcos, il regista Olivier Marchal
ha poi voluto nel cast Alberto Ammann,
l’interprete di Pacho Herrera nella celebre serie. A lui ha
affidato il ruolo di Eduardo Garcia, mentre Nicolas
Cazalé è Reynal. Completano il cast Moussa
Mansaly nel ruolo di Franck Darcheville,
Simon Abkarian in quello di Daniel Prat
e Carlos Bardem – fratello di Javier Bardem, visto anche in Escobar e Il ministero della guerra sporca – nel ruolo di
Alfonso Castroviejo.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire
di Overdose grazie alla sua presenza su une
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Prime
Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di venerdì 4 ottobre
alle ore 21:20 sul canale Rai
4.
Sono arrivati i numeri
dell’anteprima del giovedì sera per Joker:
Folie à Deux e l’ultimo film della DC ha guadagnato
solo 7 milioni di dollari. Vale la pena notare che questa cifra
comprende anche quanto il sequel di
Joker ha guadagnato con le prime proiezioni di lunedì in Nord
America.
Si tratta di una cifra molto
lontana da
quella del film del 2019, che ha incassato 13,3 milioni di
dollari solo nella giornata di giovedì e che ha fatto registrare un
record di 96,2 milioni di dollari nel suo weekend di apertura.
I dati relativi a Joker: Folie à Deux, ma un debutto da 50
milioni di dollari è lo scenario migliore in questa fase (al
momento sembra probabile un incasso tra i 48 e i 53 milioni di
dollari).
A peggiorare le cose c’è il
punteggio di PostTrak; qui parliamo spesso di CinemaScore, ma si
tratta di un servizio di exit poll che riporta i dati demografici
del pubblico e gli aspetti di ogni titolo che scatenano l’interesse
e la partecipazione.
Sebbene non sia particolarmente
noto, è uno strumento importante utilizzato dagli studios e dagli
analisti del box office e Joker: Folie à Deux ha ottenuto 1/2 stella e
solo il 40% di risultati positivi. Si tratta di un risultato simile
a quello di Megalopolis dello scorso fine settimana e, cosa più
preoccupante, solo il 24% degli intervistati consiglierebbe
sicuramente il film agli amici.
Questo avviene dopo che
Joker: Folie à Deux è sceso al
38% su Rotten Tomatoes.
Sembra di assistere a un incidente
stradale in tempo reale e la Warner Bros. Discovery dovrà capire
dove ha sbagliato. La domanda più grande è: come fa il sequel di un
film che ha vinto l’Oscar (miglior attore, miglior colonna sonora
originale) e che ha guadagnato più di un miliardo di dollari a
finire così male sia dal punto di vista critico che
commerciale?
Tutto quello che c’è da sapere su
Joker: Folie à Deux
Joker:
Folie à Deux presenterà il ritorno
di Joaquin
Phoenix nel ruolo del cattivo DC Joker. Il sequel
presenterà nuovi arrivati Brendan
Gleeson,Catherine
Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey.
Nel cast c’è anche Lady
Gaga che darà vita a Harley
Quinn. I dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti,
ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà
ad Arkham Asylum e conterrà
significativi “elementi musicali”.
Come ormai noto, la versione di
Gaga di Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto
originariamente riportato, con la storia che potrebbe svolgersi
interamente dal suo punto di vista. Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un
successo sia di critica che commerciale con un incasso mondiale di
oltre 1 miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con
il maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da
numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden
Globe, sia per il miglior attore che per la miglior colonna
sonora.
Lo sviluppo di Pretty
Princess 3 procede con Adele Lim (“Joy
Ride”, “Crazy Rich Asians”,
“Raya e l’Ultimo Drago”) che ha firmato per la regia. “Come
fan sfegatata dell’originale Pretty Princess, sono
più che entusiasta di far parte della terza iterazione di questo
amato franchise”, ha affermato Lim in una dichiarazione.
“Non vediamo l’ora di celebrare i suoi principi fondamentali di
potere femminile, gioia e tutoraggio con il pubblico di tutto il
mondo”.
Flora Greeson sta
scrivendo la sceneggiatura. Il film è prodotto da Debra
Martin Chase, che ha dato origine al franchise
cinematografico con Anne Hathaway nel ruolo di Mia
Thermopolis, l’adolescente con i piedi per terra diventata
regina del regno immaginario di Genovia, e Julie
Andrews nel ruolo della sua regale nonna. Naia
Cucukov (socia di produzione di Lim presso 100 Tigers,
entrambe nella foto sopra) sarà la produttrice esecutiva del film
insieme a Melissa Stack.
Pretty Princess 3 è
in fase di sviluppo dal 2022 e,
l’anno scorso, Hathaway ha condiviso il suo entusiasmo per i
progressi del film tanto atteso in un’intervista con V Magazine.
“Siamo a buon punto”, ha stuzzicato Hathaway. “Non c’è
ancora nulla da annunciare. Ma siamo in un buon posto”. I
dettagli della trama non sono stati confermati, ma si prevede che
il terzo capitolo continuerà la storia di Pretty
Princess del 2001 e del sequel del 2004 Pretty
Princess 2 piuttosto che riavviare la serie.
La star di “La Tata” e presidente
della SAG-AFTRA Fran Drescher si è unita al cast
del film sul ping-pong di Josh Safdie “Marty
Supreme“. Interpreterà la madre del personaggio di
Timothée Chalamet.
Accanto a Chalamet e Drescher ci
sono Gwyneth Paltrow (al suo primo ruolo
cinematografico sullo schermo da “Avengers: Endgame” del 2019) e Tyler the Creator (al suo debutto
cinematografico). Odessa A’zion recita anche
accanto al mago Penn Jillette (di Penn & Teller), all’investitore e
personaggio di “Shark Tank” Kevin O’Leary (alias
Mr. Wonderful) e al regista di “Bad Lieutenant” Abel
Ferrara.
Fran Drescher è
meglio conosciuta come la protagonista della sitcom della CBS “La
Tata”, andata in onda dal 1993 al 1999 e che le è valsa due
nomination agli Emmy e due ai Golden Globe. I suoi crediti
cinematografici includono “The Beautician and the
Beast“, “UHF“, “This Is Spinal
Tap” e i film animati “Hotel
Transylvania“.
Drescher è stata eletta presidente
di SAG-AFTRA nel 2021 e, nel 2023, ha
guidato il sindacato durante lo sciopero degli
attori durato cinque mesi che ha sconvolto l’industria
dell’intrattenimento e ha fatto guadagnare agli artisti un aumento
del salario minimo, nuovi residui per lo streaming e protezioni
contro l’intelligenza artificiale.
Il film di A24 sarà
incentrato su un professionista del ping pong. I dettagli della
trama di “Marty Supreme” non sono stati resi noti,
ma A24 ha pubblicato l’immagine di una pallina da ping pong con la
scritta “coming soon” dopo che
Variety ha dato notizia del progetto a luglio. La
sceneggiatura originale di “Marty Supreme” è stata
scritta da Safdie e Ronald Bronstein, che producono entrambi
insieme a Eli Bush, Anthony Katagas e Chalamet.
Esther Elisha e
Alessandro Roia sono i doppiatori di Roz e Fink, i
protagonisti di Il Robot Selvaggio, nuovo film
d’animazione DreamWorks Animation che arriva nelle
sale italiane il 10 ottobre. Abbiamo incontrato i due interpreti
che hanno raccontato il senso del film, l’esperienza del doppiaggio
ma anche, soprattutto, il valore della gentilezza, che nella storia
è fondamentale per superare le difficoltà.
I grandi temi del film
Esther Elisha:
“L’aiuto arriva da chi meno te lo aspetti. Roz, Fink e Becco Lustro
sono i reietti della comunità eppure nel momento del bisogno si
rivelano determinanti. Questo aspetto è intelligente e vero, spesso
le persone che sono meno rumorose hanno delle grandi risorse,
magari non lo scopri subito ma bisogna avere tempo e pazienza per
dargli una chance.”
Alessandro Roia: “Penso
che il senso sia ribaltare il momento storico e parlare di
gentilezza come possibilità, come risoluzione ultima, come
rivoluzione. Nel film c’è una rivoluzione, è tutta guidata da un
sentimento desueto che è appunto la gentilezza. Tornare all’idea di
una gentilezza pura verso il prossimo potrebbe diventare un’arma
potentissima.”
“Per sopravvivere dobbiamo
andare oltre quello che siamo progettati a fare”. Come si sposa
questa affermazione con l’esigenza di essere fedeli a se
stessi?
Alessandro Roia: “Il film
in realtà racconta proprio questo. Becco Lustro impara a volare
perché è nella sua natura, ma lo fa a modo suo e così mantiene la
sua unicità pur percorrendo la sua strada. I due aspetti vengono
raccontati con grande grazia e armonia all’interno del film.
Bravissimo i filmmaker a realizzare un progetto che ha un taglio
così trasversale e così profondo.”
Esther Elisha:“Andare oltre a quello per cui sei stato
programmato può anche voler dire essere più vicino a te stesso,
perché la famiglia, le aspettative, la storia personale è una base
da cui partire, ma poi ognuno deve trovare una sua programmazione.
E’ quello che fa Roz, modifica il suo sistema interno.”
Il Robot Selvaggio – Alessandro Roja – VOICE TALENT/FOTO BACKSTAGE
– Sebastiano Bongi Toma
Nel film ci sono tanti
esempi di personaggi che improvvisano e che seguono l’istinto.
Quanto è importante nella vita saper improvvisare?
Esther Elisha: “Io funziono a improvvisazione. Per me la
fatica vera è la programmazione, ma la vita adulta richiede anche
quello.”
Alessandro Roia: “Nella
mia carriera di attore, l’improvvisazione ha sempre avuto un ruolo
molto affascinante, un luogo incredibile a cui approdare e come ho
già detto altre volte, ho capito con il tempo che l’improvvisazione
è l’estensione di qualcosa che conosci molto bene. Non è legato
all’approssimazione, ma è cercare di cavalcare qualcosa di
inaspettato con una profonda conoscenza di quello che si fa.
Personalmente, nella mia vita privata, l’improvvisazione è legata
più alla possibilità di non perdere la possibilità di godere di
qualcosa che si dà per scontata. Sul lavoro invece
l’improvvisazione è data, come diceva Bertolucci, dal lasciare
sempre aperta la porta del set.”
Il Robot Selvaggio è un film per
bimbi o per adulti?
Esther Elisha: “Credo sia un film per tutti. Tutte le
persone che ci hanno intervistati hanno confermato che lo hanno
apprezzato, che è divertente ma anche commovente. E’ molto bello
partecipare a un progetto che ami e in cui sei anche pubblico. Poi
l’ho guardato per intero solo una volta finito il mio doppiaggio,
ho cercato di non rovinarmi troppo la storia e l’ho scoperto una
volta finito.”
Alessandro Roia:
“Io non avevo mai fatto un lavoro di doppiaggio di questo tipo,
quindi ho chiesto di vedere il film prima, per cercare di capirne
il sentimento e per arrivare al doppiaggio con un’idea di quello
che avremo raccontato. Poi mi sono fatto guidare dal direttore del
doppiaggio e mi sono liberato da una serie di cliché ai quali lui
non era interessato.”
Per quanto riguarda il
lavoro fisico del doppiaggio, prestando la voce rispettivamente a
un Robot e a una volpe, avete adottato una postura particolare,
magari dei movimenti del corpo, mentre davate loro
voce?
Esther Elisha: “Il microfono ti costringe in una certa
misura a mandare la voce in quella direzione, ma ci sono dei
cambiamenti degli aggiustamenti che si utilizzano e che cambiano
completamente il modo di dire la battuta. A volte accorgimenti
minuscoli, altre puoi prenderti più spazio. Trovo che doppiare
comporti un coinvolgimento molto specifico del corpo.”
Alessandro Roia:
“Il mio personaggio si muove tanto, ha moltissimi movimenti. E
io ero fisicamente stanco. Il secondo giorno sono andato in sala di
doppiaggio con le scarpe da ginnastica, perché Fink richiedeva
molto movimento. E spesso ho imparato che una battuta dinamica se
non è detta in movimento risulta ferma e non si attacca a quella
che è la scena.”
Qual è la scena a cui siete
più legati di tutto il film?
Esther Elisha: “Per me ci sono due scene che mi toccano
molto. La prima è quella in cui si minaccia di cancellare la
memoria a Roz, perché trovo che siamo i nostri ricordi. L’altra è
quella dei distacchi, di quando si lascia andare qualcuno. Credo
che tutti possiamo relazionarci a questo tipo di
distacco.”
Alessandro Roia:
“C’è una scena che per me è stata complicata perché scardina il
proprio essere e deve, nella sua impopolarità nella comunità,
cercare di assumere su di sé una leadership perché in quel momento
è più importante riconoscere chi è Roz per il gruppo, e quel
momento ha richiesto molto tempo perché volevo essere
accurato.”
Basato sul romanzo
illustrato Il Robot Selvatico di
Peter Brown e scritto e diretto da Chris
Sanders per
DreamWorks Animation, Il Robot
Selvaggio arriva in sala dal 10 ottobre distribuito da
Universal Pictures.
(from left) Roz (Lupita Nyong’o), Brightbill (Kit Connor) and Fink
(Pedro Pascal) in DreamWorks Animation’s The Wild Robot, directed
by Chris Sanders.
Il finale di Joker:
Folie à Deux (qui
la recensione) sarà destinato a far discutere, data la scelta
controversa e scioccante fatta da Todd Phillips
per concludere la storia. Nel corso del film, Lee interpretata da
Lady Gaga spinge Arthur Fleck (Joaquin
Phoenix) a diventare il suo “vero” sé, ovvero Joker.
Tuttavia, dopo un processo straziante che vede lo psicopatico
costretto a fare i conti con le sue azioni passate, Arthur –
vestito come Joker – rivela che quella persona era solo una
fantasia e dice che è stato lui ad assassinare quelle persone.
Lee è in egual misura affranta e
inorridita da questa rivelazione ed esce dall’aula di tribunale
insieme ai molti altri sostenitori di Joker. Quando in seguito
viene raggiunto un verdetto, una bomba esplode e Arthur riesce a
ritrovare la libertà grazie ai devoti fanatici che hanno fatto
saltare in aria le mura del tribunale. Poco dopo scappa da loro e
ritrova Lee. La supplica di unirsi a lui e scappare; invece, lei lo
rifiuta perché ha rinnegato la sua personalità di Joker, perciò,
distrutto, Arthur si consegna.
Il finale di Joker: Folie à
Deux
Negli ultimi momenti di
Joker: Folie à Deux, un giovane
detenuto chiamato Ricky (interpretato da Jacob
Lofland) si avvicina ad Arthur, racconta una barzelletta e
dichiara “Ottieni quello che ti meriti” prima di
pugnalarlo ripetutamente. Ridendo maniacalmente, si scolpisce un
sorriso sul viso simile al Joker di Heath Ledger e
il film finisce con la morte di Arthur.
Le stroncature che sta ricevendo il
film si basano sul fatto che ci sono dei fan che idolatrano Joker e
contro cui il regista Todd Phillips si è schierato
quando il primo film è stato accusato di essere un appello per gli
incel. Il problema, ovviamente, è che il numero di persone che
vedono Arthur come un “eroe” è una piccola minoranza e, di
conseguenza, il messaggio di Joker: Folie à Deux
suona vuoto.
La nascita di un nuovo Joker
Per quanto riguarda Ricky, sebbene
non sia dichiarato apertamente, sembra che l’idea sia che ora sia
il nuovo Joker dopo che le azioni di Arthur hanno ispirato altri
uomini altrettanto problematici a seguire le sue orme.
Tutto quello che c’è da sapere su
Joker: Folie à Deux
Joker:
Folie à Deux presenterà il ritorno
di Joaquin
Phoenix nel ruolo del cattivo DC Joker. Il sequel
presenterà nuovi arrivati Brendan
Gleeson,Catherine
Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey.
Nel cast c’è anche Lady
Gaga che darà vita a Harley
Quinn. I dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti,
ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà
ad Arkham Asylum e conterrà
significativi “elementi musicali”.
Come ormai noto, la versione di
Gaga di Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto
originariamente riportato, con la storia che potrebbe svolgersi
interamente dal suo punto di vista. Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un
successo sia di critica che commerciale con un incasso mondiale di
oltre 1 miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con
il maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da
numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden
Globe, sia per il miglior attore che per la miglior colonna
sonora.
Negli ultimi tre anni, l’attrice
Barbara Ronchi si è affermata come una delle
grandi interpreti del cinema italiano, ottenendo finalmente la
popolarità meritata. Sono infatti più di dieci anni che l’attrice
si destreggia tra cinema e televisione, distinguendosi sempre per
la grande sensibilità che dona ad ogni personaggio interpretato
come anche per la sua attenzione alle storie di esordienti con
tanto da dire.
2. Ha preso parte anche ad
alcune note fiction. Oltre che sul grande schermo,
l’attrice è apparsa anche in televisione partecipando a fiction e
miniserie come La ladra (2010), La Certosa di
Parma (2012), I Borgia (2013), Grand Hotel
(2015), In Arte Nino (2017), Maltese – Il romanzo del
Commissario (2017), La linea verticale (2018),
Romanzo famigliare (2018), Imma Tataranni – Sostituto
procuratore (2019-in corso), Luna nera (2020) e
Vostro onore (2022) con Stefano Accorsi.
Barbara Ronchi e il film Settembre
3. Ha apprezzato un
particolare aspetto del suo personaggio. In Settembre
l’attrice ha interpretato Francesca, una donna che in seguito al
risultato di una delicata visita medica cambia radicalmente la
prospettiva sulla sua vita. A riguardo l’attrice ha dichiarato:
“Ho amato la sceneggiatura e l’ho trovata ben scritta, attenta
ai particolari. Di Francesca ho amato che non avesse le parole per
esprimere quello che provava. Lei è cosciente che nella sua vita
qualcosa non va e improvvisamente le arriva uno scossone che le
permette di trovare il coraggio di fare delle scelte che non aveva
mai avuto la forza di fare prima“.
5. Il teatro l’ha aiutata
per il ruolo. Per girare Non riattaccare, in cui
interpreta Irene, che riceve una chiamata dal suo ex compagno
Pietro e le sue parole confuse lasciano presagire qualcosa di
brutto. Inizia così una corsa contro il tempo per raggiungerlo
prima che commetta un atto disperato senza mai riattaccare il
telefono. Per la sua interpretazione, l’attrice ha raccontata di
essersi esercitata in teatro, da sola, memorizzando l’intero film
dall’inizio alla fine.
Barbara Ronchi e il suo ultimo film, Familia
6. È rimasta molto scossa
dal ruolo. In
Familia, film tratto dal romanzo autobiografico Non
sarà sempre così di Luigi Celeste, l’attrice interpreta Licia
Licino, donna costretta a confrontarsi con le violenze perpetrate
dal marito nei confronti suoi e di quelli dei figli.
Nell’avvicinarsi al ruolo, l’attrice ha rivelato in alcune
interviste di essersi sentita molto scossa ma anche intenerita dal
fatto che questa donna si veda in realtà come l’antagonista della
storia, in quanto le è stato fatto credere che è colpa sua se la
famiglia si sta spaccando.
La vita privata di Barbara Ronchi,
tra Alessandro Tedeschi e il figlio
7. Ha conosciuto a teatro il
suo compagno. Come da lei rivelato in un’intervista a
Vanity Fair, l’attrice ha conosciuto il suo attuale
compagno, Alessandro Tedeschi, a teatro:
“Ci siamo conosciuti 12 anni fa, durante uno spettacolo
teatrale in cui interpretavamo due vecchietti. Ho già visto come
sarà un domani: bellissimo anche da anziano“.
8. È molto
riservata. Barbara Ronchi ha dunque oggi una relazione con
Alessandro Tedeschi, attore visto in
Curon, Lo
spietato e Tutto può succedere. I due non sono
sposati e vivono insieme a Roma da tempo. Nel 2018 sono diventati
genitori del piccolo Giovanni, che qualche volta
appare sui loro profili social. Tuttavia, Barbara e Alessandro non
amano concedersi ai riflettori in coppia, né tantomeno parlare
della loro vita privata.
Barbara Ronchi è su Instagram
9.È
presente sul social network. L’attrice è presente sul
social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito
da 33 mila persone e dove attualmente si possono ritrovare circa
100 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi
lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di
tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano
anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e
altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere
aggiornati su tutte le sue novità.
L’età e l’altezza dell’attrice
10. Barbara Ronchi è nata il
22 giugno 1982, aRoma. L’attrice è alta 1,68
metri.
Disney+ ha diffuso il trailer
di Grotesquerie, la nuova serie FX horror
drama di Ryan Murphy, che debutterà con i primi due episodi il 13
novembre in esclusiva su Disney+ in Italia. La prima
stagione è composta da 10 episodi.
In Grotesquerie di FX, una
serie di crimini efferati ha sconvolto una piccola comunità. La
“Detective Lois Tryon” sente che questi crimini la riguardano in
maniera inquietante, come se qualcuno – o qualcosa – la stesse
deridendo. A casa, Lois è alle prese con un rapporto teso con la
figlia, un marito ricoverato in ospedale in lungodegenza e i suoi
stessi demoni interiori. Senza indizi e non sapendo a chi
rivolgersi, accetta l’aiuto di “Sorella Megan”, una suora e
giornalista del Catholic Guardian. Suor Megan, con un
passato difficile, ha visto il peggio dell’umanità, ma crede ancora
nella sua capacità di fare del bene. Lois, invece, teme che il
mondo stia soccombendo al male. Mentre mettono insieme gli indizi,
Lois e Sorella Megan si ritrovano intrappolate in una rete
minacciosa che sembra sollevare più domande che risposte.
La serie è interpretata dalla
vincitrice dell’Emmy Award Niecy Nash-Betts nel ruolo di “Detective
Lois Tryon”, dalla vincitrice dell’Emmy Award Courtney B. Vance in
quello di “Marshall Tryon”, dalla candidata all’Emmy Award Lesley
Manville nei panni di “Infermiera Redd”, dalla candidata al Tony
Award Micaela Diamond in quelli di “Sorella Megan”, da Nicholas
Alexander Chavez nel ruolo di “Padre Charlie”, da Raven Goodwin in
quello di “Merritt Tryon” e da Travis Kelce.
Scritta e creata da Ryan
Murphy, Jon Robin Baitz e Joe Baken, Grotesquerie
è diretta da Max Winkler, Murphy, Alexis Martin Woodall ed Elegance
Bratton. Murphy, Woodall, Baitz, Baken, Winkler, Nash-Betts, Vance,
Peter Liguori, Nissa Diederich, Eric Kovtun e Scott Robertson sono
i produttori esecutivi. Prodotta dalla 20th Television.
Capita, nella vita, di trovarsi ad
affrontare sentimenti così intensi e destabilizzanti, come
il dolore, la paura e la disperazione, da
travolgerci e disorientarci. Emozioni così potenti da farci sentire
soli, in lotta contro un male oscuro e
insondabile, che ogni notte, nel momento in cui il corpo
dovrebbe riposare e trovare pace, cerca in ogni modo di toglierci
il respiro e farci crollare… proprio come farebbe una violenta
tempesta di sabbia. È ciò che accade a Margaret
Bellum, interpretata dalla pluripremiata Sarah
Paulson, la severa tanto quanto instabile mater
familias al centro del profondo e angosciante thriller
psicologicoHold Your Breath, diretto da
Karrie Crouse e Will Joines e disponibile in streaming
su Disney+ dal 4 ottobre
2024.
La storia di Hold Your
Breath
Nell’Oklahoma degli anni
’30, durante l’epoca delle terribili tempeste di sabbia
conosciute come Dust Bowl, Margaret lotta con tutte le risorse a
sua disposizione per proteggere le sue figlie, Rose (Amiah
Miller) e Ollie (Alona Jane Robbins),
mentre il marito è lontano in cerca di lavoro. In questa terra
arida, devastata dalla siccità e soffocata da nubi di polvere, la
sabbia diventa per Margaret un nemico da combattere con maschere,
lucchetti alle porte e un fucile sempre a portata di mano. Quando
un misterioso predicatore, Wallace Grady (interpretato da Ebon Moss-Bachrach, l’iconico zio Richie
dell’amato show The
Bear per cui ha vinto due Emmy) si insinua nella loro
casa, la già fragile realtà di Margaret inizia a vacillare,
minacciando di farla crollare del tutto.
Sarah Paulson e Emily Katherine Ford in Hold Your Breath. Cortesia
di Disney+
Tra lutto, depressione e psicosi
Dopo aver già perso la figlia Ada a
causa della scarlattina, Margaret non può permettere che un
altro male le porti via le sue bambine. Diventa dunque
ossessiva, preoccupandosi di spazzare freneticamente ogni angolo
della casa, tappare qualsiasi fessura con pezzi di stoffa e
procurare le ultime maschere disponibili per proteggere Rose e
Ollie dalla minaccia della polvere. Ogni giorno si assicura che le
lenzuola delle bambine siano pulite, come se questo rituale potesse
tenere lontano l’inevitabile.
Nella mente di Margaret, però,
la polvere diventa molto più di una semplice minaccia
fisica. Si trasforma in una manifestazione del male
stesso, un male antico e oscuro che si incarna nella figura del
“Gray Man” – l’uomo grigio – un personaggio del
libro per ragazzi che le figlie leggono una notte con timore. Per
Margaret, la polvere e questo male sono strettamente collegati:
invisibili, inesorabili, si insinuano nei luoghi più
reconditi della casa, ma anche nei recessi più oscuri della
mente. Come la polvere può entrare in ogni fessura, così
il male trova il modo di insinuarsi nelle persone, corrompendole e
facendole agire contro la loro natura, anche quella di madre.
Crouse e Joines,
minuto dopo minuto, trascinano così il pubblico nella
spirale di ossessione e paura in cui Margaret
sprofonda, come se fosse intrappolata in sabbie mobili e
non potesse fare altro che dimenarsi, scendendo sempre più a fondo.
Un vortice di angoscia, frustrazione e psicosi in cui il
confine tra realtà e allucinazione diventa sempre più
labile, e il male, sia esterno che interno, appare impossibile da
fermare.
Amiah Miller in Hold Your Breath. Cortesia di Disney+
Ammalarsi assieme al mondo
L’elaborazione del lutto (o, meglio,
la sua mancata elaborazione), la depressione e la psicosi che ne
deriva sono solo alcuni dei temi centrali di questo opprimente e
angosciante thriller. L’atmosfera delle reali Dust Bowl degli anni
’30 non è, infatti, solo un contesto storico: la siccità,
l’isolamento e la moria delle vacche diventano metafore di
un mondo in declino, devastato da una crisi ecologica e
sociale. Inoltre, lo scenario scelto da Crouse e Joines
non è così lontano da un nostro probabile futuro. In questo senso,
il film si fa carico di una marcata riflessione
ecologica, richiamando l’attenzione sul pericoloso
cambiamento climatico che, nonostante i numerosi allarmi, continua
a essere poco compreso e affrontato.
Inoltre, i registi si appoggiano più
o meno consapevolmente su una sensazione di déjà vu, che
rende la storia ancora più potente: mascherine, forte
tosse, chiusura forzata nelle proprie case e difficoltà nel
reperire cibo o medicine possono richiamare, nello spettatore, in
modo inquietante i duri e traumatici anni della convivenza con il
COVID-19.
Ebon Moss-Bachrach in Hold Your Breath. Cortesia di Disney+
Un thriller che scava nel dolore di una
madre
Come al solito, Sarah
Paulson sfrutta appieno il suo talento e la sua
espressività per “bucare lo schermo” nel ruolo di una
madre che, attimo dopo attimo, si sgretola nel turbine del
proprio dolore più profondo. Il paesaggio desertico, con i
suoi caldi toni seppia, diventa il reale palcoscenico del
deterioramento della psiche di Margaret, costretta a vivere
l’incubo di ogni madre: mentre cerca di proteggere le sue figlie
dal mondo esterno, si rende conto di non riuscire a proteggerle
nemmeno da se stessa.
Crouse e Joines riescono così a dar
vita a un thriller psicologico ed emotivo così intenso e
disturbante da oltrepassare i confini della fantasia e
porre radici in un mondo fin troppo verosimile. Anche se nella
prima metà del film si intuiscono già gli sviluppi futuri, Hold
Your Breath fa di tutto per trascinare il pubblico nel
climax di follia e angoscia che travolge Margaret e,
successivamente, anche Rose. Amiah Miller, infatti, si distingue
per la sua bravura nei panni della figlia maggiore, che cerca con
tenerezza di comprendere e salvare la madre. A lei spetta anche la
scena più toccante dell’intero film, in cui si trova a dover
scegliere tra la propria vita (e quella della sorellina) e quella
della madre, tagliando quel cordone ombelicale che stava per
strangolarle.
Tuttavia, nonostante la forte
emotività e le riflessioni sociali che il film suscita, Hold
Your Breath non riesce a soddisfare del tutto le aspettative
del pubblico, rivelandosi l’ennesimo eco-horror fin troppo semplice
e familiare.
L’affascinante mondo degli anime è un viaggio
che va ben oltre la semplice animazione giapponese. Con uno stile e
un’estetica ben definiti e riconoscibili, che spaziano da storie
emozionanti e avventure epiche a riflessioni filosofiche, l’anime
ha dimostrato di essere un mezzo versatile capace di incantare
spettatori di tutte le età. Tuttavia, nelle profondità di questo
vasto mare di creatività, emergono anche le opere più audaci e
provocatorie: gli anime espliciti destinati a un pubblico
adulto.
Ci
addentreremo nel lato più oscuro e viscerale degli anime,
esplorando le produzioni che sfidano i confini tradizionali e
superano le restrizioni narrative. Dalle trame contorte e
psicologiche di serie come “Tokyo Ghoul” e “Higurashi When They
Cry”, alle epiche battaglie di “Attack on Titan” e la brutalità
medievale di “Berserk”, esistono innumerevoli temi ed elementi che
rendono questi anime unici.
Diversi anime e manga esplorano la psicologia
umana in situazioni estreme, analizzando le difficili decisioni e i
dilemmi etici che i personaggi devono affrontare. Inoltre, queste
opere spesso mettono in discussione le convenzioni sociali e
sfidano le norme stabilite attraverso il loro contenuto
provocatorio.
Rent a Girlfriend
La
realtà e la fantasia si confondono in “Rent a Girlfriend”, un
avvincente anime che esplora il caotico mondo delle relazioni
moderne. Con un mix unico di commedia, romanticismo e momenti
toccanti, questa serie, che ha recentemente lanciato la sua terza
stagione, invita a un viaggio attraverso le complessità del cuore
umano.
La
storia ruota attorno a Kazuya Kinoshita, uno studente universitario
che affronta un momento di crisi emotiva dopo una dolorosa rottura.
In un impulso, decide di noleggiare i servizi di Chizuru Mizuhara,
una giovane affascinante e carismatica che finge di essere la sua
ragazza. Ciò che inizia come una soluzione temporanea per placare
le critiche della sua nonna si trasforma rapidamente in una
complicata rete di sentimenti quando nascono emozioni
autentiche.
Chizuru non è solo una escort o una compagna; è
un personaggio complesso con una profonda carica emotiva. Man mano
che la loro relazione si sviluppa, emergono le sue battaglie
interne e le sue vulnerabilità, creando una dinamica avvincente tra
lei e Kazuya. Inoltre, il cast è arricchito da una varietà di
personaggi secondari, ognuno con la sua storia e personalità, che
aggiungono ulteriori sfumature e divertimento alla
trama.
“Rent a Girlfriend” non si distingue solo per
la sua abile combinazione di situazioni comiche e momenti sinceri,
ma anche per come affronta temi universali come la solitudine,
l’autostima e l’auto-scoperta nel contesto delle relazioni moderne.
La serie ci fa ridere, sospirare e riflettere sull’arte complessa
dell’amore e della connessione umana in un’epoca in cui tutto,
persino l’amore, sembra essere a portata di click su app e siti
comeroma.bakecaincontrii.com,
ad esempio.
In
sintesi, “Rent a Girlfriend” è un caleidoscopio di emozioni che
immerge i suoi spettatori in un turbinio di relazioni fittizie che
spesso rispecchiano le esperienze reali. Una storia che affascina
sia gli amanti del romanticismo sia coloro che cercano una trama
avvincente con colpi di scena inaspettati.
Kimetsu no Yaiba
Un
altro anime che ha recentemente lanciato con successo la sua terza
stagione è il famoso “Kimetsu no Yaiba”. La trama esplora
l’entusiasmante battaglia dei cacciatori di demoni contro le forze
oscure.
Un
anime che combina magistralmente azione, emozione e mitologia
giapponese. La storia segue Tanjiro Kamado, un giovane la cui vita
cambia drasticamente quando la sua famiglia viene massacrata da
demoni, tranne sua sorella Nezuko, che diventa uno di loro.
Determinato a vendicare la sua perdita e a riportare Nezuko alla
sua forma umana, Tanjiro si unisce ai Cacciatori di Demoni, un
gruppo che combatte queste creature malvagie.
La
serie non solo stupisce con sequenze di combattimento epiche e
tecniche di spada uniche, ma esplora anche i legami familiari, la
determinazione e i conflitti interni dei suoi personaggi. Tanjiro,
insieme a Nezuko, Zenitsu e Inosuke, forma una squadra improbabile
ma coraggiosa che intraprende un viaggio pieno di sfide e scoperte
personali.
Nella prima stagione vengono presentati la
trama principale e i personaggi principali, nella seconda si inizia
a sviluppare la profondità emotiva e le motivazioni e storie
personali di ciascun personaggio. Viene anche introdotto il
quartiere a luci rosse di Tokyo, Yoshiwara, dove si possono trovare
accompagnatrici, e persino i protagonisti in un certo punto si
travestono da queste figure per passare inosservati e portare a
termine la loro missione. Nella terza stagione, si continua a
sviluppare le storie personali dei personaggi, le relazioni, le
emozioni e i legami che li uniscono, introducendo demoni che
metteranno alla prova la loro resistenza.
“Kimetsu no Yaiba” si distingue per la sua
animazione straordinaria e uno stile visivo accattivante, che
cattura la bellezza e la ferocia degli scontri tra cacciatori e
demoni. Mentre Tanjiro e i suoi amici affrontano nemici sempre più
potenti e scoprono oscuri segreti dietro ai demoni, la serie
costruisce una trama ricca di emozioni che affascinerà sia gli
appassionati di anime sia i neofiti. Con un mix irresistibile di
azione mozzafiato e momenti toccanti, “Kimetsu no Yaiba” ha
meritatamente guadagnato il suo posto come uno degli anime più
notevoli dell’ultima decade.