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Furiosa: A Mad Max Saga, Anya Taylor-Joy si è sentita sola durante la lavorazione del film

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Furiosa: A Mad Max Saga, il film prequel di George Miller, sarà presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes mercoledì sera. In vista di questo momento, l’attrice Anya Taylor-Joy ha raccontato a Deadline qualcosa in più sul film, come ad esempio il fatto di essersi sentita molto sola. “Non sono mai stata così sola come nel fare quel film… Non voglio andare troppo a fondo, ma tutto quello che pensavo sarebbe stato facile è stato difficile“. “Per la natura stessa del programma di riprese, ero molto spesso sola e lei è un personaggio che vive in un mondo tutto suo ed è molto, molto silenziosa, quindi tutto ciò che mi circondava spingeva a quel senso di isolamento“.

Tutti i personaggi che ho interpretato mi arrivano in modo diverso“, ha poi aggiunto l’attrice. “A volte mi sento come ‘Oh, ho appena vissuto qualcosa, posso raccontare la storia con un po’ di senno del poi. Lo sentirò ancora, ma avrò un po’ più di spazio tra le emozioni del personaggio e le mie. In questo caso, dal momento in cui ho letto la sceneggiatura, sarà tutto in tempo reale, dovrò provare queste emozioni e questa è la verità che verrà fuori sullo schermo“, ha spiegato Taylor-Joy. “Ad essere onesti, penso che sia veritiero per il personaggio e sono entrata in questa esperienza per essere spinta oltre le mie capacità“.

Ciò che mi ha colpito nel lavorare con George (Miller) è che le unità hanno girato contemporaneamente e tuttavia nulla viene approvato senza che George ci metta la firma su tutto“, ha detto l’attrice parlando della lavorazione di Furiosa: A Mad Max Saga. “Ho lavorato molto sulla seconda unità, sui clandestini, ed è eccezionale il livello di meticolosità di George: Potresti fare 20 riprese di qualcosa e poi George lo vedrebbe e direbbe: ‘Oh, è perfetto, ma ho bisogno che il tuo casco sia un centimetro più alto sulla tua testa! È quel livello di dettaglio“.

Furiosa: A Mad Max Saga, quello che sappiamo sul film

In Furiosa: A Mad Max Saga, Anya Taylor-Joy assume il ruolo che è stato di Charlize Theron in Mad Max: Fury Road. La sinossi ufficiale recita: mentre il mondo va in rovina, la giovane Furiosa viene strappata dal Luogo Verde delle Molte Madri, e cade nelle mani di una grande Orda di Motociclisti guidata dal Signore della Guerra Dementus. Attraversando le Terre Desolate, si imbattono nella Cittadella presieduta da Immortan Joe. Mentre i due tiranni si battono per il predominio, Furiosa deve sopravvivere a molte prove e mettere insieme i mezzi per trovare la strada di casa.

Taylor-Joy ha rivelato che il film è molto diverso da Fury Road. Mentre quest’ultimo era un “road movie” che si svolge in pochi giorni, questo nuovo film è invece descritto come un racconto più “epico, che si svolge su un più lungo periodo di tempo, e in un certo senso impari a conoscere Furiosa meglio in questo modo“. Atteso da molti anni e a lungo bloccato da una disputa legale tra Miller e la Warner Bros. il film è ora in fase di post-produzione. Furiosa è scritto, diretto e prodotto da George Miller insieme al suo partner di produzione di lunga data Doug Mitchell. Oltre a Taylor-Joy, nel film ci sarà anche Chris Hemsworth nel ruolo del villain. Furiosa debutterà nelle sale il 23 maggio 2024.

Furiosa: A Mad Max Saga, Anya Taylor-Joy ha un numero di battute sorprendentemente basso!

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Furiosa: A Mad Max Saga, diretto da George Miller, si prepara a incantare le sale, a partire dalla sua Premiere al Festival di Cannes al via questa sera. Il film si concentra sul passato della formidabile guerriera Furiosa, originariamente interpretata da Charlize Theron in Mad Max: Fury Road.

In un lungo servizio con The Telegraph, Miller ha condiviso che Anya Taylor-Joy, che interpreta la versione più giovane di Furiosa, ha solo circa 30 righe di dialogo in tutto il film. Come già accaduto in Fury Road, in cui il Max interpretato da Tom Hardy era un tipo forte e silenzioso, la decisione sottolinea la dipendenza del film dalla narrazione visiva piuttosto che verbale, con l’obiettivo di mantenere il ritmo frenetico per cui la serie è nota.

La scelta di Miller di ridurre al minimo i dialoghi evidenzia l’enfasi del film sull’azione e sulla fisicità. È un approccio che consente al pubblico di interagire con la narrazione attraverso le espressioni intense e i movimenti dinamici dei personaggi, adatto a un film ambientato nel mondo caotico e ad alta velocità di Mad Max. L’epica sequenza d’azione di 15 minuti, che ha richiesto 78 giorni di riprese, è una testimonianza dell’impegno del film verso acrobazie rivoluzionarie e eccellenza cinematografica. È stata, tuttavia, una sfida da sopportare per la protagonista.

In un’intervista con il New York Times, Anya Taylor-Joy ha detto che sarebbe rimasta “mesi” sul set del film senza pronunciare una sola riga di dialogo. Ha aggiunto: “Non sono mai stata così sola come nel realizzare quel film. Non voglio approfondire troppo la questione, ma tutto ciò che pensavo sarebbe stato facile si è rivelato difficile.”

“Voglio premettere che amo al 100% George e se hai intenzione di fare qualcosa del genere, vuoi essere nelle mani di qualcuno come George Miller”, ha detto Taylor-Joy. “Ma aveva un’idea molto, molto precisa di come fosse il volto di guerra di Furiosa, e questo mi ha permesso di vedere solo gran parte del film. Era molto “bocca chiusa, nessuna emozione, parla con gli occhi”. Questo è tutto, è tutto ciò che hai.”

Furiosa: A Mad Max Saga, quello che sappiamo sul film

In Furiosa: A Mad Max Saga, Anya Taylor-Joy assume il ruolo che è stato di Charlize Theron in Mad Max: Fury Road. La sinossi ufficiale recita: mentre il mondo va in rovina, la giovane Furiosa viene strappata dal Luogo Verde delle Molte Madri, e cade nelle mani di una grande Orda di Motociclisti guidata dal Signore della Guerra Dementus. Attraversando le Terre Desolate, si imbattono nella Cittadella presieduta da Immortan Joe. Mentre i due tiranni si battono per il predominio, Furiosa deve sopravvivere a molte prove e mettere insieme i mezzi per trovare la strada di casa.

Taylor-Joy ha rivelato che il film è molto diverso da Fury Road. Mentre quest’ultimo era un “road movie” che si svolge in pochi giorni, questo nuovo film è invece descritto come un racconto più “epico, che si svolge su un più lungo periodo di tempo, e in un certo senso impari a conoscere Furiosa meglio in questo modo“. Atteso da molti anni e a lungo bloccato da una disputa legale tra Miller e la Warner Bros. il film è ora in fase di post-produzione. Furiosa è scritto, diretto e prodotto da George Miller insieme al suo partner di produzione di lunga data Doug Mitchell. Oltre a Taylor-Joy, nel film ci sarà anche Chris Hemsworth nel ruolo del villain. Furiosa debutterà nelle sale il 23 maggio 2024.

Furiosa: A Mad Max Saga in anteprima mondiale al Festival di Cannes 2024

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Nove anni dopo Mad Max: Fury Road, la nuova opera della famosa saga del regista, sceneggiatore e produttore australiano George Miller torna sulla Croisette al Festival di Cannes 2024. L’attesissimo Furiosa: A Mad Max Saga sarà svelato alla presenza del regista e del cast, capitanato da Anya Taylor-Joy, Chris Hemsworth e Tom Burke, in occasione di una sessione di Gala Fuori Concorso al Grand Théâtre Lumière al Palais des Festivals mercoledì 15 maggio.

Mad Max (1979), Mad Max II: The Challenge (1981), Mad Max: Beyond Thunderdome (1985), Mad Max: Fury Road (2015), Furiosa: A Mad Max Saga (2024): in 5 episodi e in quasi in 5 decenni, George Miller ha creato un mito, anzi una mitologia catartica. Mad Max è una cronaca del collasso sociale e ambientale, che gioca con i codici di genere per mettere in discussione questi temi, inizialmente visionari e ora crudelmente attuali. Girato originariamente nell’entroterra australiano, questo “Western su ruote” rivisitato descrive un mondo distopico in cui velocità e movimento sono sinonimo di energia vitale quanto di morte a causa dell’esaurimento delle risorse, offrendo allo spettatore una dose di adrenalina raramente eguagliata sul grande schermo. grande schermo.

Furiosa: A Mad Max Saga è l’ultimo episodio. Si ritorna alle origini di Furiosa, la nuova eroina della saga apparsa in Mad Max: Fury Road, film premiato con diversi Oscar. L’attrice Anya Taylor-Joy interpreta la giovane Furiosa, che cerca di tornare a casa, nonostante numerose bande armate ostili.

“L’idea di questo prequel mi accompagna da oltre un decennio”, ha affermato George Miller. “Non potrei essere più entusiasta di tornare al Festival di Cannes – insieme ad Anya, Chris e Tom – per condividere Furiosa: A Mad Max Saga. Non c’è posto migliore della Croisette per vivere questo film con il pubblico del palcoscenico mondiale”.

Furiosa: A Mad Max Saga, la trama

Mentre il mondo crolla, la giovane Furiosa viene rapita dal Luogo Verde di Molte Madri e cade nelle mani di una grande orda di motociclisti guidata dal signore della guerra Dementus. Attraversando la Zona Desolata, si imbattono nella Cittadella presieduta dall’Immortan Joe. Mentre i due Tiranni combattono per il dominio, Furiosa deve sopravvivere a molte prove mentre mette insieme i mezzi per ritrovare la strada di casa.

Furiosa: A Mad Max Saga ha una scena post-credits?

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Furiosa: A Mad Max Saga ha una scena post-credits?

Mentre i fan del franchise di Mad Max attendono da quasi un decennio il prossimo capitolo della serie, Furiosa: A Mad Max Saga (la nostra recensione) contiene sia una sequenza di accredito che uno stinger post-credito che rendono omaggio all’eredità della saga. Nessuna delle due offre una forte indicazione sulla prossima direzione del franchise, ma i fan di Mad Max: Fury Road in particolare potrebbero essere entusiasti di vedere le Easter eggs fornite dal regista George Miller.

In ogni caso, gli spettatori saranno propensi a rimanere fino ai titoli di coda, perché Furiosa: A Mad Max Saga è uno spettacolo d’azione senza fiato che presenta alcune acrobazie davvero sbalorditive, tra cui un momento che, secondo quanto riferito, ha richiesto alla sua protagonista Anya Taylor-Joy 78 giorni per completare le riprese.

Furiosa: A Mad Max Saga è il primo film di Mad Max con uno stinger post-credit, ma è certamente una ricompensa soddisfacente considerando la storia frenetica che il franchise ha avuto fino a questo momento. Mad Max: Fury Road è rimasto bloccato nell’inferno dello sviluppo per decenni dopo l’uscita nelle sale di Mad Max Beyond Thunderdome, e ha sofferto di molti litigi sul set che hanno reso le riprese più difficili. Fortunatamente, le recensioni positive finora hanno indicato che Furiosa: A Mad Max Saga vale più che l’attesa.

Furiosa: A Mad Max Saga è un’epopea della vendetta

Furiosa: A Mad Max Saga è un film molto diverso dagli altri episodi del franchise di Mad Max. Non si tratta tanto di un film di inseguimento quanto di un’epopea spirituale che racconta l’intera storia di Furiosa fino agli eventi culminanti di Mad Max: Fury Road. Anya Taylor-Joy mostra un lato più vulnerabile e sensibile del personaggio rispetto a Charlize Theron. Detto questo, Furiosa: A Mad Max Saga non lesina certo in spettacolarità. Mentre cresce nella sua agenzia, Furiosa si ritrova bloccata in un’aspra faida tra i signori della guerra Dementus (Chris Hemsworth) e Immortan Joe (Lachy Hulme).

Anya Taylor-Joy in Furiosa: A Mad Max Saga
Copyright: © 2024 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved. Photo Credit: Jasin Boland

Oltre a fornire un interessante contesto sulle origini del franchise di Mad Max, Furiosa: A Mad Max Saga introduce alcuni volti nuovi nella serie. La star di The Souvenir e Mank Tom Burke ha interpretato in modo memorabile il ruolo del pretoriano Jake, un comandante che lavora sotto Immortan Joe. Anche Charlee Fraser offre una performance ricca di emozioni nel ruolo della madre di Furiosa, Mary Jo Bassa.

Dove andrà a finire il franchise di “Mad Max”?

Non è chiaro se Taylor-Joy riprenderà il suo ruolo in un futuro capitolo, ma Miller ha lasciato intendere di avere delle idee su un altro film prequel di Mad Max. Miller ha dichiarato che prima della produzione di Mad Max: Fury Road ha sviluppato “non solo la storia di ogni personaggio, ma anche ogni oggetto di scena, ogni veicolo, ogni gesto”. Il destino del Max Rockatansky di Tom Hardy viene lasciato ambiguo alla fine di Mad Max: Fury Road, suggerendo che potrebbe riprendere il suo ruolo in un’altra avventura. Hardy dovrebbe tornare nei panni di Eddie Brock in Venom: The Last Dance, ma la sua interpretazione di Max è ancora considerata una delle migliori della sua carriera.

Furiosa Chris Hemsworth
Copyright: © 2024 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved. Photo Credit: Jasin Boland

Indipendentemente dalla direzione che prenderà la serie, l’attenzione di Miller per i dettagli ha sicuramente giovato a Furiosa: A Mad Max Saga. Anche con un dialogo minimo, il film contiene una costruzione del mondo più impressionante di quella che la maggior parte dei blockbuster estivi tenterebbe mai. Considerando che Mad Max: Fury Road è diventato uno dei rari film d’azione che hanno fatto breccia nella rosa dei premi Oscar come miglior film, Furiosa: A Mad Max Saga potrebbe benissimo essere in lizza per i principali premi della critica del prossimo anno.

Furiosa, la sua tragica backstory è stata rivelata al CinemaCon

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Furiosa, la sua tragica backstory è stata rivelata al CinemaCon

Nuovi filmati offrono uno sguardo più ravvicinato alla storia di Furiosa: A Mad Max Saga. Il film in uscita è il quinto capitolo della serie e un prequel diretto di Mad Max: Fury Road, rendendolo il primo film della serie ad avere un senso di continuità più rigoroso rispetto agli altri. Segue Anya Taylor-Joy nel ruolo principale di una versione più giovane della futura Imperatrice, interpretato da Charlize Theron in Fury Road. Il cast del film comprende anche Chris Hemsworth, Angus Sampson, Nathan Jones e Tom Burke.

Screen Rant era presente al CinemaCon di Las Vegas, dove sono state proiettate alcune scene del prossimo Furiosa: A Mad Max Saga. Il filmato sarà diviso in tre capitoli: “L’inizio della sua odissea”, “Il risveglio del guerriero” e “Cavalca nella vendetta”. Il primo mostrava Furiosa che ricordava sua madre e poi incontrava il cattivo di Hemsworth, Dementus, in un campo prima che sua madre venisse uccisa davanti ai suoi occhi. Più tardi, Dementus la cede a Immortan Joe. Il secondo mostrava una lunga sequenza di camion simile a quelli che abbiamo visto in Fury Road. Il terzo ha rivelato acrobazie, comprese scene in moto e i seguaci di Joe che si muovono attraverso le rocce delle montagne con delle carrucole.

Questo filmato rivela che i collegamenti del nuovo film con Mad Max: Fury Road saranno abbastanza profondi. Oltre al cast di Furiosa che vede il ritorno del personaggio del titolo e di diverse star originali, il cattivo di quel film, Immortan Joe (ora interpretato da Lachy Hulme anziché dal defunto Hugh Keays-Byrne), è ancora un attore importante nella trama. Ciò ha senso, dato che l’Imperatrice era al suo servizio durante la sequenza temporale di quel film, anche se il fatto che Dementus fosse prima in possesso di Furiosa è un nuovo dettaglio.

Quanto mostrato al CinemaCon rivela anche che gran parte del film coinvolgerà trame e personaggi originali. Anche se non è chiaro quanto apparirà la madre di Furiosa nel film, sembra che lei abbia una grande influenza sul primo capitolo. Anche la connessione del personaggio con Dementus si rivelerà probabilmente ancora più complicata e pericolosa di quanto sia stato ancora rivelato, poiché è possibile che l’uomo stia costruendo il proprio culto post-apocalittico che potrebbe rivaleggiare con quello di Immortan Joe.

Nel complesso, sembra che Furiosa: A Mad Max Saga sarà una miscela di vecchio e nuovo. Tuttavia, non sembra lesinare sulle scene d’azione tipiche di George Miller. Mentre alcuni elementi rifletteranno necessariamente ciò che accadrà nel futuro della sequenza temporale del personaggio durante Fury Road, altri sembrano del tutto freschi e nuovi, inclusi i guerrieri della teleferica, che forniranno una nuova dimensione allo svolgimento dell’azione.

Furiosa: A Mad Max Saga, la trama

Mentre il mondo crolla, la giovane Furiosa viene rapita dal Luogo Verde di Molte Madri e cade nelle mani di una grande orda di motociclisti guidata dal signore della guerra Dementus. Attraversando la Zona Desolata, si imbattono nella Cittadella presieduta dall’Immortan Joe. Mentre i due Tiranni combattono per il dominio, Furiosa deve sopravvivere a molte prove mentre mette insieme i mezzi per ritrovare la strada di casa.

Furiosa, la spiegazione della scena finale: la saga di Max Max chiude il cerchio

Rimane impressionante il fatto che Furiosa: A Mad Max Saga sia un film arrivato nelle sale. Mentre la trilogia originale di Mad Max del regista George Miller è stata acclamata per il suo impatto sul genere d’azione, il quarto capitolo Mad Max: Fury Road ha trascorso molti anni nell’inferno dello sviluppo e ha avuto una produzione notoriamente difficile. Tuttavia, l’entusiasmo per il film è stato tale da spingere Miller a realizzare un nuovo film prequel che racconta le origini dell’eroe principale di Mad Max: Fury Road. Furiosa: A Mad Max Saga include anche uno stinger a metà dei titoli di coda e uno post-credito che rendono omaggio all’eredità della saga di Mad Max.

Mentre Mad Max: Fury Road vedeva Tom Hardy ereditare il ruolo che Mel Gibson aveva occupato nella trilogia originale, il vero eroe del film era Imperator Furiosa (Charlize Theron), un signore della guerra che si ribella al malvagio dittatore Immortan Joe (Hugh Keays-Byrne). Furiosa: A Mad Max Saga vede la Charlize Theron cedere il ruolo a Anya Taylor-Joy, che mostra la tragica infanzia della giovane Furiosa e la sua ascesa tra le fila dei guerrieri di Joe. Furiosa: A Mad Max Saga racconta l’intera vita del personaggio fino al momento in cui il pubblico la incontra per la prima volta in Mad Max: Fury Road.

Come finisce Furiosa: A Mad Max Saga?

Furiosa: A Mad Max Saga cast

All’inizio del film, la giovane Furiosa viene rapita dalla sua casa in “The Green Place of Many Mothers” e accolta dallo spietato signore della guerra Dementus (Chris Hemsworth). Furiosa si rifiuta di fornire informazioni sulla sorte del suo popolo e progetta una fuga ambiziosa, mentre Dementus mira a dominare altri signori della guerra. Dopo che Dementus è entrato in un’aspra faida con un giovane Immortan Joe (Lachy Hulme) e i suoi War Boys, Furiosa viene scambiata in cambio del controllo del centro industriale noto come “Gastown”. L’intenzione di Immortan Joe è che Furiosa diventi una delle sue mogli allevatrici, ma lei riesce a mascherare la sua identità fingendosi un War Boy e inizia a servire tra i suoi guerrieri.

Il film di Miller esplora la storia di Furiosa dalla sua giovinezza fino agli eventi di Fury Road. Lungo il percorso, scopriamo come ha perso il braccio, ha incontrato il capo militare della Cittadella, Praetorian Jack (Tom Burke), e come si è vendicata di Dementus. Tuttavia, quando iniziano i titoli di coda, la storia di Furiosa non finisce qui.

Furiosa: A Mad Max Saga ha un montaggio dei titoli di coda

charlize theron furiosa prequel mad max

I titoli di coda di Furiosa: A Mad Max Saga includono un montaggio di momenti critici di Mad Max: Fury Road, permettendo all’arco caratteriale di Furiosa di concludersi completamente. Dopo essere stata costretta per anni a servire uomini crudeli, Furiosa ha finalmente la possibilità di mettersi in proprio e di guidare una causa in cui crede. Data la tragica storia che viene descritta in Furiosa: A Mad Max Saga, è logico che Furiosa sia così determinata a portare in salvo le mogli di Joe. In fin dei conti, sta lottando perché possano avere la vita felice che le è sfuggita fin dall’infanzia.

Mad Max: Fury Road è il tipo di grande spettacolo d’azione di tutti i tempi che vale la pena di vedere più volte al cinema, quindi ogni opportunità di rivivere alcuni dei suoi momenti salienti è un piacere per gli appassionati di cinema. Tuttavia, gli eventi di Furiosa: A Mad Max Saga rendono Mad Max: Fury Road più tragico. Il momento iconico dell’urlo della Theron è ancora più potente, perché gli spettatori capiscono perché trovare il Luogo Verde è così importante per lei. Furiosa: A Mad Max Saga spiega anche il legame che Furiosa ha con le donne anziane che alla fine la aiutano a sconfiggere Immortan Joe.

L’ultimo stinger post-credits di Furiosa: A Mad Max Saga presenta il bobblehead del teschio dell’uccello usato da Nux (Nicholas Hoult) in Mad Max: Fury Road. Se da un lato si tratta di un divertente easter egg dedicato a uno dei personaggi più cool del franchise di Mad Max, dall’altro è anche un richiamo alla nuova storia dei War Boys in Furiosa: A Mad Max Saga. Viene rivelato che tutti i War Boys non ci penserebbero due volte a sacrificarsi per Immortan Joe, dato che un War Boy si lancia dalla cima della Cittadella per attaccare Dementus.

Qual è il futuro del franchise di Mad Max?

Considerando che Furiosa: A Mad Max Saga si conclude proprio dove inizia Mad Max: Fury Road, sembra improbabile che Anya Taylor-Joy riprenda il suo ruolo in un altro film prequel. Tuttavia, Miller ha dichiarato di avere dei piani per un altro prequel di Mad Max. Ha rivelato di aver sviluppato “non solo la storia di ogni personaggio, ma anche ogni oggetto di scena, ogni veicolo, ogni gesto” e di aver “scritto una storia su Max nell’anno precedente a quello in cui è arrivato“. Questo lascerebbe aperta la porta a Hardy per riprendere il suo ruolo in un’altra avventura di Mad Max.

Furiosa non sarà un “chase movie” come Mad Max: Fury Road

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Furiosa non sarà un “chase movie” come Mad Max: Fury Road

Furiosa avrà una struttura molto più tradizionale, rispetto agli inseguimenti di Mad Max: Fury Road. La guerriera post-apocalittica interpretata da Charlize Theron, ritornerà sui grandi schermi nell’attesissimo nuovo capitolo del mondo Mad Max, diretto da George Miller.

Miller è pronto a creare un film incentrato su Furiosa, senza la partecipazione della Theron, che verrà sostituita dalla Regina degli scacchi, Anya Taylor-Joy. Anche Chris Hemsworth si unirà al cast nei panni del cattivo, il Dr. Dementus.

Tutto quello che sappiamo su Furiosa

Tutti i dettagli del film sono ancora segreti, ma grazie al nuovo libro di Kyle Buchanan, Blood, Sweat & Chrome: The Wild  and True Story of Mad Max: Fury Road, nuove informazioni su Furiosa sono trapelate. Infatti grazie a lui si è venuti a conoscenza della presenza di Hemsworth nel film e di come questo sia molto diverso da Fury Road. Come P.J. Voeten, assistente regista e produttore ha detto a Buchanan: “Furiosa sarà più tradizionale, un dramma in tre atti. Se le persone si aspettano un altro film sugli inseguimenti, non sarà questo il caso”. (via SlashFilm)

Altre informazione sono state comunicate a Buchanan dal direttore della produzione Dean Hood, che ha riferito: “quando ho iniziato a leggere [la sceneggiatura di Furiosa], non riuscivo a fermarmi. Sarà veramente molto bello. Si vedono Gas Town, la Bullet Farm. È pazzesco vedere finalmente questi luoghi costruiti”. Anche se questi erano già stati nominati in Fury Road, non sono mai stati effetivamente realizzati. Sembra infatti che in Furiosa si riuscirà finalmente a vederli in tutta la loro gloria post-apocalittica. Sicuramente, essendo questo un prequel, saranno rappresentati prima degli avvenimenti di Fury Road. Il film mostrerà anche The Green Place, terra del popolo di Furiosa, i Vuvulini, un tempo fertile, ora palude oleosa popolata da corvi.

Cosa aspettarsi dal film

Non ci resta che aspettare per vedere quali nuovi luoghi inserirà Miller all’interno di Furiosa, continuando a sviluppare la mitologia tipica dei primi quattro film Mad Max. Resta anche da vedere la reazione del pubblico, ad un formato molto diverso da quello dei suoi predecessori. Fury Road è sicuramente stato un “chase movie” a tutti gli effetti, strutturato su una lunga sequenza di inseguimenti. Evitando questo approccio e seguendo una narrazione meno mobile e molto più tradizionale con Furiosa, Miller ha voluto fare una mossa molto rischiosa considerando che i fan della serie sanno cosa aspettarsi da un Mad Max. Questo non significa che l’utilizzo di una struttura più tradizionale, sia il totale abbandono dell’azione tipica di questi film, anzi. Anya Taylor-Joy, ha rivelato che sta prendendo lezioni di “stunt driving”, quindi chiaramente l’eccitazione tipica di Mad Max sarà di casa anche in Furiosa.

Furiosa contiene una lunga sequenza d’azione di 15 minuti che ha richiesto 78 giorni di riprese

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Il franchise di Mad Max è pieno di momenti ricchi di azione, e questo continuerà nel prossimo Furiosa: A Mad Max Saga, che presenta una sequenza di 15 minuti.

Parlando con Total Film, la star di Furiosa: A Mad Max Saga Anya Taylor-Joy ha rivelato che nel prossimo film prequel c’è una sequenza di 15 minuti che ha richiesto alla troupe più di 75 giorni per essere completata. La scena è stata chiamata “Stairway to Nowhere” durante la produzione e Anya Taylor-Joy la definisce di importanza cruciale per il personaggio di Furiosa.

Io e George abbiamo discusso a lungo sul perché questo particolare set-piece fosse così lungo“, ha detto Anya Taylor-Joy. “È perché si vede un accumulo di abilità nel corso di una battaglia, e questo è molto importante per capire quanto Furiosa sia piena di risorse, ma anche la sua grinta. È la sequenza più lunga che ognuno di noi abbia mai girato. Il giorno in cui abbiamo finito, tutti hanno ricevuto un vino ‘Stairway To Nowhere’!“.

Furiosa: A Mad Max Saga, quello che sappiamo sul film

InFuriosa: A Mad Max Saga  Anya Taylor-Joy assume il ruolo che è stato di Charlize Theron in Mad Max: Fury Road. La sinossi ufficiale recita: mentre il mondo va in rovina, la giovane Furiosa viene strappata dal Luogo Verde delle Molte Madri, e cade nelle mani di una grande Orda di Motociclisti guidata dal Signore della Guerra Dementus. Attraversando le Terre Desolate, si imbattono nella Cittadella presieduta da Immortan Joe. Mentre i due tiranni si battono per il predominio, Furiosa deve sopravvivere a molte prove e mettere insieme i mezzi per trovare la strada di casa.

Taylor-Joy ha rivelato che il film è molto diverso da Fury Road. Mentre quest’ultimo era un “road movie” che si svolge in pochi giorni, questo nuovo film è invece descritto come un racconto più “epico, che si svolge su un più lungo periodo di tempo, e in un certo senso impari a conoscere Furiosa meglio in questo modo“. Atteso da molti anni e a lungo bloccato da una disputa legale tra Miller e la Warner Bros. il film è ora in fase di post-produzione. Furiosa è scritto, diretto e prodotto da George Miller insieme al suo partner di produzione di lunga data Doug Mitchell. Oltre a Taylor-Joy, nel film ci sarà anche Chris Hemsworth nel ruolo del villain. Furiosa debutterà nelle sale il 24 maggio 2024.

Furia dei Titani: scene spettacolari nel secondo Trailer!

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 Il Kolossal di Jonathan Liebesman con Sam Worthington approderà nelle sale fra quasi un mese. Ecco da Itunes un nuovo Trailer del sequel di Scontro tra Titani. Molte scene inedite e tutte molto spettacolari:

Furby: Bob Weinstein svela il progetto di un film sui giocattoli Hasbro

Bob Weinstein ha da poco presentato un’ambiziosa lista di cinque film per l’etichetta TWC-Dimension, presso l’American Film Market. Uno di questi si basa sulla linea di giocattoli della Hasbro, Furby. Tutti e cinque i progetti hanno completato gli script.

I dirigenti Hasbro, Stephen Davis e Josh Feldman, hanno inoltre annunciato al pubblico che il film Furby sarà un ibrido a metà tra live-action e CGI.

Hasbro ha già visto un significativo successo a Hollywood con i Transformers e il franchising Ouija. Ora spera di replicare con Furby. L’ultimo successo targato TWC-Dimension risale invece allo scorso anno, con Paddington, ma è meglio conosciuta al pubblico per franchise come Scream e Spy Kids. Oggi L’etichetta sta cercando di concentrarsi maggiormente su pochi film.

In passato, producevamo e rilasciavamo tra i sette e gli otto film all’anno e la qualità ne soffriva – ha affermato Weinstein – Andando avanti, ho deciso di portare avanti le mie produzioni per tre o quattro anni al massimo. Ho anche deciso di alzare i budget, con registi e star, ma sempre con l’idea di creare franchise di natura più grande”.

Mark Wahlberg ha invece dato la sua approvazione, con entusiasmo, a Six Billion Dollar Man, con il regista Damián Szifrón. Wahlberg ha già lavorato con TWC in The Fighter.

Lars Klevberg e il produttore Roy Lee stanno invece lavorando a Polaroid, basato sul cortometraggio di Klevberg e sulla storia di una macchina fotografica Polaroid che uccide coloro che ne entrano in possesso. Lee  ha contribuito a sviluppare i franchise The Ring e The Grudge. Secondo la sua opione Polaroid sarà un franchise in avviamento e un film molto spaventoso.

Tim Hill ha invece presentato l’imminente commedia di Robert De NiroThe War with Grandpa. Il film racconta di un ragazzo costretto a lasciare la sua stanza, quando il nonno da poco rimasto vedovo si trasferisce in casa sua. Con l’aiuto dei suoi amici, il ragazzo escogita una serie di scherzi da fare al nonno, per costringerlo a consegnare la stanza – ma la “guerra” si rivela più difficile del previsto.

Anne Fletcher ha presentato Murder Mystery, la storia di una coppia di americani in Europa, che vengono coinvolti in un misterioso omicidio. Il cast avrà un forte appeal internazionale e dovrebbe includere Helen Mirren, Eugenio Derbez, Colin Farrell, Jean Dujardin e Til Schweiger.

Fonte: Variety

Fuorigioco: una storia di vita e di sport, il trailer

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Fuorigioco: una storia di vita e di sport, il trailer

Fuorigioco: una storia di vita e di sport è la nuova docu-fiction su Beppe Signori, da un’idea di Paolo Rossi Pisu e diretta da Pierpaolo Paganelli. Evento speciale al Biografil Festival il 17 giugno 2022 e in prima visione tv il 19 giugno, alle 21.15 su Sky Documentarie.

Genoma Films è lieta di presentare il trailer del nuovo progetto Fuorigioco – Una storia di vita e sport, la docu-fiction nata da una idea di Paolo Rossi Pisu e Emanuela Zaccherini, diretta da Pier Paolo Paganelli e che racconta la storia del grande campione Beppe Signori.

Fuorigioco sarà presentato a Bologna come Evento Speciale venerdì 17 giugno al Medica al Biografilm Festival. Il documentario sarà poi trasmesso in prima visione tv il 19 giugno alle ore 21.15 su Sky Documentaries (Canali 122 e 402 di Sky) e disponibile anche On Demand e in streaming su NOW.

Fuorigioco – Una storia di vita e di sport è un originale docu-film sulla vita di Beppe Signori, l’ex attaccante che ha militato in numerose squadre (Piacenza, Foggia, Lazio e Bologna) e che è stato vicecampione del mondo con la Nazionale Italiana nel 1994. Il film vuole essere occasione per ripercorrere le tappe della sua carriera e concentrarsi sugli ultimi dieci anni della sua vita, in cui è stato coinvolto nella nota vicenda del Calcioscommesse di Cremona, che lo ha visto indagato, processato e poi assolto. Per uscire completamente “pulito” dalle accuse, Beppe e il suo avvocato Patrizia Brandi del Foro di Bologna, hanno dovuto addirittura rinunciare alla prescrizione, pretendendo così che l’imputato venisse processato. Dopo la giustizia ordinaria, anche quella sportiva, a dieci anni esatti dal suo arresto (1.6.2011) lo ha potuto finalmente riabilitare (1.6.2021).

Il documentario vede la partecipazione di molti volti noti dello sport e dello spettacolo legati alla vita di Beppe Signori: da Zdenek Zeman, l’allenatore che l’ha fatto debuttare in Serie A con il Foggia, a Francesco Guidolin, l’ultimo Mister con il quale ha condiviso l’esperienza nel Bologna, fino a Gianluca Pagliuca che non è mai riuscito a parargli un rigore.

Commenta il produttore Paolo Rossi Pisu: “Sono felice di aver realizzato questo film perché sono tra coloro che hanno sempre creduto all’innocenza di Beppe, penso che servirà a raccontare in maniera obiettiva anche questa parentesi difficile che ormai Beppe si è messa alle spalle”.

Fuorigioco – Una storia di vita e di sport è stato realizzato con il supporto della Emilia Romagna – Film Commission, e in collaborazione con Deisa Ebano Spa (Zig Zag, Calzanetto e Ebano), Filicori Zecchini, BCC Emilbanca, A&F, Radici Group. British School Group, Mare Termale, Luca Elettronica e Policinema.

Beppe Signori ripercorre la lunga vicenda giudiziaria che lo ha visto protagonista non solo nel film, ma anche nel libroFuorigioco. Perde solo chi si arrende, edito da Sperling & Kupfer. Nel volume Signori si volta a guardare come un superstite la tempesta passata, ripercorrendola nei dettagli per riscattare attraverso le parole il senso e la dignità di una vita intera.

Sinossi: FUORIGIOCO racconta le vicende sportive di un grande calciatore, ma soprattutto gli anni vissuti all’ombra dell’infamia e del sospetto. Un percorso di vita sportiva distrutta per un’accusa che si è rivelata priva di fondamento. La forza di un uomo che dopo essere stato radiato dal calcio, perdendo contratti televisivi e la possibilità di allenare, dopo dieci anni di sacrifici, rifiuta la prescrizione delle accuse e allunga i tempi processuali per cominciare la sua battaglia: essere proclamato innocente. Finalmente nella primavera del 2021 arrivano le assoluzioni e, a seguire, la sua riabilitazione sportiva.

Fuorigioco – Una storia di vita e di sport presentato al Biografilm Festival

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Sarà presentato a Bologna come Evento Speciale venerdì 17 giugno al Medica al Biografilm Festival il nuovo progetto targato Genoma Films, Fuorigioco – Una storia di vita e di sport, la docu-fiction nata da una idea di Paolo Rossi Pisu e Emanuela Zaccherini, diretta da Pier Paolo Paganelli e che racconta la storia del grande campione Beppe Signori. Il documentario sarà poi trasmesso in prima visione tv il 19 giugno alle ore 21.15 su Sky Documentaries (Canali 122 e 402 di Sky) e disponibile anche On Demand e in streaming su NOW.

Fuorigioco – Una storia di vita e di sport è un originale docu-film sulla vita di Beppe Signori, l’ex attaccante che ha militato in numerose squadre (Piacenza, Foggia, Lazio e Bologna) e che è stato vicecampione del mondo con la Nazionale Italiana nel 1994. Il film vuole essere occasione per ripercorrere le tappe della sua carriera e concentrarsi sugli ultimi dieci anni della sua vita, in cui è stato coinvolto nella nota vicenda del Calcioscommesse di Cremona, che lo ha visto indagato, processato e poi assolto. Per uscire completamente “pulito” dalle accuse, Beppe e il suo avvocato Patrizia Brandi del Foro di Bologna, hanno dovuto addirittura rinunciare alla prescrizione, pretendendo così che l’imputato venisse processato. Dopo la giustizia ordinaria, anche quella sportiva, a dieci anni esatti dal suo arresto (1.6.2011) lo ha potuto finalmente riabilitare (1.6.2021).

Il documentario vede la partecipazione di molti volti noti dello sport e dello spettacolo legati alla vita di Beppe Signori: da Zdenek Zeman, l’allenatore che l’ha fatto debuttare in Serie A con il Foggia, a Francesco Guidolin, l’ultimo Mister con il quale ha condiviso l’esperienza nel Bologna, fino a Gianluca Pagliuca che non è mai riuscito a parargli un rigore.

Commenta il produttore Paolo Rossi Pisu: “Sono felice di aver realizzato questo film perché sono tra coloro che hanno sempre creduto all’innocenza di Beppe, penso che servirà a raccontare in maniera obiettiva anche questa parentesi difficile che ormai Beppe si è messa alle spalle”. 

Fuorigioco – Una storia di vita e di sport è stato realizzato con il supporto della Emilia Romagna – Film Commission, e in collaborazione con Deisa Ebano Spa (Zig Zag, Calzanetto e Ebano), Filicori Zecchini, BCC Emilbanca, A&F, Radici Group. British School, Mare Termale, Luca Elettronica e Policinema.

Sinossi: FUORIGIOCO racconta le vicende sportive di un grande calciatore, ma soprattutto gli anni vissuti all’ombra dell’infamia e del sospetto. Un percorso di vita sportiva distrutta per un’accusa che si è rivelata priva di fondamento. La forza di un uomo che dopo essere stato radiato dal calcio, perdendo contratti televisivi e la possibilità di allenare, dopo dieci anni di sacrifici, rifiuta la prescrizione delle accuse e allunga i tempi processuali per cominciare la sua battaglia: essere proclamato innocente. Finalmente nella primavera del 2021 arrivano le assoluzioni e, a seguire, la sua riabilitazione sportiva.  

Fuoricinema: a Milano dal 16 al 18 settembre

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Fuoricinema: a Milano dal 16 al 18 settembre

Poco giorni al via Fuoricinema dal 16 al 18 settembre. Nella Milano rinnovata per tre giorni artisti del mondo del cinema, della musica, dello spettacolo incontrano il pubblico in un grande happening all’aperto per parlare di sogni e vita.

Un nuovo appuntamento per la città e per il mondo del cinema sui generis, gioco confidenziale e intimo di racconto, all’aperto, gratuito e accessibile a tutti. Ideato da Cristiana Capotondi e Cristiana Mainardi insieme ad Anteo SpazioCinema, Fuoricinema si apre con Aldo Giovanni e Giacomo e si chiude con Ligabue. Nel mezzo tantissimi artisti a rendere speciale ogni ora.

Un happening che nasce da un desiderio: raccogliere esperienze di vita, aspirazioni e riflessioni sviluppate attorno al mondo del cinema, e metterle in circolo, come patrimonio comune. Ha un’anima pop Fuoricinema, la kermesse che si terrà dal 16 al 18 settembre, prevalentemente all’aperto, nel solco di quello che in effetti sembra essere un nuovo modo di vivere Milano: più libero, più semplice. Ma allo stesso tempo più consapevole. Fuoricinema nasce con la fortissima volontà di creare un evento inclusivo, e anche un evento di condivisione, fortemente contestualizzato a Milano, capitale non solo nell’ambito della moda, del design, dell’audiovisivo, ma anche nell’ambito dell’impegno sociale: Fuoricinema – che è totalmente gratuito per il pubblico ed è prodotto da un’Associazione non profit – si occuperà di raccogliere fondi per tre associazioni milanesi che si occupano di infanzia. L’evento è realizzato in collaborazione con Sky Cinema e Radio DEEJAY.

Ogni anno un tema di racconto diverso. Per questa prima edizione il tema scelto è quello del sogno, quale forza vitale che consente non solo di immaginare oltre la realtà, ma di andare a creare con tenacia e determinazione una realtà migliore.

Un palco e uno schermo, un’arena da un migliaio di posti seduti e migliaia di posti sul prato, tutt’attorno un piccolo villaggio con street food, un market place, aree di sosta: Fuoricinema si svilupperà nell’area che si affaccia su via Gaetano de Castillia, ai piedi del Bosco Verticale, coinvolgendo la Stecca degli Artigiani, la Casa della Memoria, la Fondazione Riccardo Catella e estendendosi all’interno, nell’ex campo di grano.

Nell’area antistante la Stecca degli Artigiani – sul prato – verranno dunque allestiti un grande palco e un grande schermo: verranno accolti artisti provenienti dal mondo del cinema, della musica, della letteratura, per incontrare il pubblico, raccontarsi, scambiarsi opinioni. Divertirsi, riflettere e soprattutto condividere con il grande pubblico senza barriere, in un gioco confidenziale e intimo di racconto, all’aperto, gratuito e accessibile a tutti. Dalle 21 di sera, dopo un dj set per un aperitivo in allegria che vedrà sul palco dj e video perfomer, si susseguiranno fino a notte fonda le proiezioni dei film.

La conduttrice che sul palco saluterà gli ospiti e li presenterà al pubblico sarà Teresa Mannino.

La Fondazione Catella ospiterà, per l’occasione, Gesti di narrazione – studio per un racconto senza parole, un’installazione di Studio Azzurro che testimonia l’utilizzo quotidiano di un linguaggio non verbale, quello dei segni, una riflessione sul ruolo sempre più predominante delle immagini nella narrazione contemporanea. Alla Casa della Memoria verrà allestita una mostra di opere legate al cinema dell’artista Jordi Siena e verrà organizzata una rassegna dedicata al tema della Memoria con materiale video d’archivio delle associazioni ANPI, ANED, INSMLI.

A legare il sogno e la solidarietà – per gli ideatori – non poteva che essere il mondo dell’infanzia, quella fase della vita in cui più di ogni altra il diritto al sogno deve essere tutelato. “Fondazione Arché, Missione Sogni e l’Associazione Bianca Garavaglia sono le tre associazioni che saranno destinatarie dei fondi raccolti con una serie di iniziative” spiega Francesca Mangano, esperta di marketing sociale e socia di Visione Milano. Verrà allestito un market place attivo durante i tre giorni di manifestazione presso la Stecca degli Artigiani, dove il pubblico potrà acquistare oggetti e abbigliamento che importanti marchi della moda hanno messo a disposizione per sostenere l’iniziativa, mentre nelle due settimane antecedenti Fuoricinema, verrà organizzata un’asta Charity Stars a livello nazionale che culminerà con la chiusura durante la cena di gala prevista per venerdì 16, e ospitata nell’avveniristico Unicredit Pavilion. La serata – organizzata con Ferrarelle, acqua ufficiale di Fuoricinema – vedrà un menù firmato dalla chef Enrico Bartolini a ispirazione cinematografica.

“Quando abbiamo iniziato a cullare l’idea di Fuoricinema, abbiamo innanzitutto immaginato qualcosa cui avremmo voluto partecipare da spettatori” spiega Cristiana Capotondi ideatrice con Cristiana Mainardi e la loro società Artisti Insieme di Fuoricinema.

“Ci sembrava interessante mettere al centro le persone ancor prima del prodotto, approfondire una relazione e svilupparne un racconto, e farne godere il pubblico, che a Milano è importante. Così come di Milano sono importanti altri elementi, che speriamo di valorizzare: crediamo in una città dove le diversità possano essere sempre meno discriminanti, e il cinema ha il potere di aprire e formare le menti, oltre che di far sognare” le fa eco Cristiana Mainardi.

“E proprio come il cinema, anche Fuoricinema è un’opera collettiva, che si è potuta concretizzare e potrà crescere solo grazie alle intuizioni e al lavoro di molte persone” chiude Capotondi.

L’altra metà di Fuoricinema – fin dalla prima intuizione – è rappresentata da un’istituzione del Cinema a Milano, il cinema Anteo che, con i suoi 37 anni di attività e il nuovo progetto che lo farà crescere fino a 10 sale, il pubblico conosce bene: “Quello che soprattutto vogliamo alimentare di Fuoricinema – commenta l’amministratore delegato Lionello Cerri – è il potenziale aggregante, e di crescere negli anni a venire: speriamo di creare un circuito virtuoso anche rispetto alla sua finalità, quella benefica. Anteo ha sempre cercato di andare oltre i muri e la definizione classica della sala cinematografica, che è anzitutto un luogo culturale per il modo in cui la si può vivere e per le esperienze che si possono condividere. Una città che riesce a far vivere il piacere di condividere cultura, è una città bella”.

E proprio per la volontà di aprire sostanzialmente e formalmente un processo di condivisione e di farlo crescere nel tempo, si è pensato di fondare l’Associazione non profit Visione Milano, che riunisce il primissimo gruppo di lavoro, di cui fanno parte due pilastri della cultura milanese, Gino e Michele, che portano la loro inimitabile cifra artistica nella creazione di un palinsesto che vivrà di tante contaminazioni: “Fuoricinema e il suo tema ispiratore, il Sogno, è come la Milano che vorremmo: piena di voglia di capire e di spinte per migliorarci. Con la fantasia del futuro e la consapevolezza del presente. Vi sembra troppo? Non riuscite a crederci? – sorridono Gino e Michele – Allora non vi resta che venire a Fuoricinema dal 16 al 18 settembre e direte anche voi, come Totò: ‘Desto o son sogno?’”

Fuoricinema aprirà ufficialmente il conto alla rovescia per l’inaugurazione del Palazzo del Cinema Anteo, fissata per settembre 2017: un progetto unico in Italia, per un’offerta di qualità cinematografica e culturale che si fonderà con ricerca e innovazione, oltre che con i più elevati standard di servizi rivolti al pubblico.

Dall’edizione di settembre 2016 fino a quella del 2017, prenderà forma un progetto stabile che vedrà l’organizzazione di un evento Fuoricinema al mese, e l’inizio dei lavori per l’edizione numero uno. Attraverso il sito www.fuoricinema.com, i canali social e i canali partner si lavorerà tutto l’anno alla diffusione della filosofia Fuoricinema.

Fondamentali sono state le collaborazioni e le sinergie che Fuoricinema ha creato per la realizzazione dell’evento. BPM, FASTWEB, FERRARELLE, LEXUS e TUCANO sono main sponsor: “Oggi più che mai – commenta Cristiana Mainardi – la cultura ha bisogno di occasioni che la promuovano, che la rendano fruibile e piacevole per tutti. Fuoricinema è un evento pop al suo numero zero, che ha per tema il sogno: non è quindi retorico il ringraziamento che rivolgiamo a tutti i nostri sostenitori che consideriamo parte integrante del progetto”

Fuoricinema 2020: L’arte che salva – Edizione Speciale

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Fuoricinema 2020: L’arte che salva – Edizione Speciale

Che cosa sarebbe stata – che cosa sarebbe – la nostra vita senza film, senza libri, senza musica? Che cosa saremmo senza la possibilità di vedere nello sguardo di un artista e nella sua opera il segno di un riconoscimento personale che rende ogni singola vicenda individuale una vicenda universale? In questo periodo storico così crudele siamo sopravvissuti all’isolamento, abbiamo affrontato il dolore e cercato la scintilla di una speranza, anche attraverso l’arte. E abbiamo compreso ancora con più forza il valore della cultura. L’edizione 2020 di Fuoricinema – la quinta – è in un certo senso un’edizione simbolo e simbolica, e per questa ragione – per noi – ancora più preziosa: nello spirito di Fuoricinema cercheremo di portare con momenti di riflessione e di intrattenimento il significato del periodo che stiamo vivendo e – soprattutto – di come possiamo immaginare il futuro, di come possiamo coltivare la condivisione, la relazione – indispensabile e vitale – con il pubblico e il senso di appartenenza a una comunità. Un ringraziamento di cuore alla vicinanza e all’adesione artistica e valoriale di Banco BPM, che ci ha dato fiducia anche quest’anno e nostro partner dalla prima ora.

Il cinema è sviluppo civile, volano di immagini, cultura e intrattenimento. – ha dichiarato Giuseppe Castagna, Amministratore Delegato di Banco BPM – Credo fermamente che una manifestazione come Fuoricinema che noi affianchiamo sin dal suo esordio e che unisce intrattenimento, cultura e condivisione sia fondamentale per riaffermare i valori in cui la nostra Banca ha sempre creduto e di cui oggi si sente tanto il bisogno. Fare banca non significa solo aiutare la crescita economica, ma anche incentivare la crescita della società civile. Non ci può esser crescita economica senza crescita sociale e culturale”.

Dedichiamo Fuoricinema 2020, che viene dopo quattro edizioni dallo straordinario successo in termini di pubblico e ospiti (oltre 90 mila spettatori nel corso delle quattro edizioni per oltre 300 artisti ospiti sul palco), al cinema, al suo potere salvifico, e, più in generale, all’arte. Il titolo di questa edizione è infatti Fuoricinema – l’arte che salva: mai come oggi abbiamo compreso e stiamo comprendendo il ruolo dell’arte e della cultura in generale come valore fondante della nostra identità, tra luci e ombre, nella ricchezza del talento e della creatività e nella difficoltà di farne sistema a beneficio comune. Fuoricinema si svolgerà presso il giardino di Triennale Milano all’arena AriAnteo nel rispetto delle disposizioni di legge previste. Abbiamo rimodulato il format in un’edizione inevitabilmente ridimensionata, con l’obiettivo di continuare a realizzare un evento – che si fonda sull’esperienza dell’incontro tra persone – live, all’aperto e nel cuore di Milano. La conduzione dell’evento è affidata con grande gioia all’attrice Marina Rocco per il terzo anno consecutivo.

Agli incontri dal vivo si aggiungeranno contributi video e collegamenti in streaming, inoltre l’intera manifestazione sarà trasmessa in diretta sulla pagina Facebook di Fuoricinema (https://www.facebook.com/Fuoricinema). Fuoricinema è una maratona no-stop di incontri e proiezioni, che mette in contatto diretto il pubblico con artisti e personalità del mondo del cinema, dello spettacolo, della cultura e dell’informazione, che si alternano sul palco in un dialogo con giornalisti e conduttori. Quest’anno gli incontri saranno a ingresso gratuito con possibilità di prenotazione, le proiezioni saranno invece a pagamento, acquistabili su www.fuoricinema.com.

Il programma, Fuoricinema

L’apertura sarà sabato 19 settembre, alle ore 18.30, con la presidentessa dell’Accademia David di Donatello, Piera Detassis, che anticiperà il primo talk di Fuoricinema, quello con Antonio Albanese. A seguire, ospiteremo la neonata associazione Unita – Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo, presieduta da Vittoria Puccini, ospite di Fuoricinema insieme a Fabrizio Gifuni, Marco Bonini, Edoardo Natoli e Stefano Scherini. E poi ancora una grande regista, di ritorno dalla 77ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia: Susanna Nicchiarelli con il suo meraviglioso Miss Marx. Ispirandoci al tema l’arte che salva, abbiamo voluto innescare una riflessione che comprendesse a 360° tutte le forme artistiche, con focus, in particolare, sul cinema. Ma anche musica, architettura, scultura, arti figurative caratterizzeranno la due giorni di Fuoricinema.

Come proiezioni avremo infatti due grandi eventi e a seguire due cortometraggi. Sabato 19, alle ore 21, in esclusiva la diretta mondiale del concerto di Mika  Beirut, seguito dal il documentario collettivo Caro Cinema – visioni sul cinema dalla quarantena; domenica 20 settembre, sempre alle ore 21, avremo l’anteprima del film Paolo Conte. Via con me di Giorgio Verdelli, seguito dal cortometraggio Solitaire di Edoardo Natoli, presentato alle Giornate degli Autori dell’ambito della 77ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.  Il palinsesto della giornata di domenica è costellato da numerosi incontri, come il dialogo tra Stefano Boeri e Folco Orselli, dal titolo Canzoni per vivere meglio Milano, e da conversazioni con protagonisti del mondo del cinema contemporaneo, come Damiano d’Innocenzo e Claudio Giovannesi, ma anche Stefano Accorsi, Neri Marcorè e i fratelli Gianluca e Massimiliano De Serio. Un altro grande protagonista del mondo del cinema, questa volta internazionale, parteciperà in collegamento video, si tratta di John Turturro, direttamente dal set di Batman.

Domenica ospiteremo anche Enrico Bertolino in un dialogo su Milano all’epoca del Coronavirus; Salvatore Veca, Nicola Montano e Giangiacomo Schiavi che si interrogheranno, anche da un punto di vista medico-sanitario, sul mistero della Notte di Michelangelo. Sarà poi il momento di Tema d’amore, un incontro che vede protagonista Andrea Morricone, musicista e compositore e figlio del Maestro Ennio, che desideriamo sentitamente ricordare. A chiudere in bellezza il palinsesto di incontri di Fuoricinema, un mito della comicità degli anni Ottanta, nonché un tassello della storia dello spettacolo italiano, Cochi Ponzoni.

Un ringraziamento sincero a

Tucano, Lexus, Movie Media, Glitter Make Up, Laser Film, Nuova Digiservice e ai nostri media partner storici Sky e Smemoranda. Grazie anche a Ratanà, nella persona dello chef Cesare Battisti e della sua squadra.

Fuori: recensione del film di Mario Martone con Valeria Golino

Fuori: recensione del film di Mario Martone con Valeria Golino

Il nuovo film di Mario Martone, presentato in concorso al Festival di Cannes 2025, è un’opera che sfugge a ogni definizione rigida. Fuori prende ispirazione dalla figura e dalla biografia di Goliarda Sapienza, ma non ne costituisce affatto ritratto didascalico. Non si tratta di una biografia, né di un adattamento canonico: è piuttosto un affresco emotivo e impressionista, costruito sulle immagini, sulle relazioni e sui silenzi. Un sogno che nasce da un incubo – quello del carcere – ma che riesce a trasformare le sbarre in aperture, le ferite in legami, la prigionia in possibilità.

Fuori, insomma, non è un biopic e non vuole esserlo. Si configura come un ritratto “per impressioni” che Mario Martone e Valeria Golino tracciano di Goliarda Sapienza con rara grazia e pudore. Siamo ben lontani dall’agiografia, e ancor di più dal melodramma carcerario: qui la prigione è lo spazio mentale in cui queste donne si muovono, sopravvivono, si sostengono e, soprattutto, immaginano. Sognano fuori, anche se il dentro non è mai veramente alle spalle.

Le ore del nostro presente sono già leggenda

La Goliarda Sapienza interpretata da Golino è una donna che non ha più nulla: senza lavoro, senza un futuro, reduce da un arresto per furto di gioielli. Eppure, è viva. Costretta a ricominciare tutto da capo, si rifugia in un microcosmo femminile fatto di dolore, ironia e desiderio di rinascita. Andando avanti e indietro nel tempo, scopriamo che nel carcere di Rebibbia nel 1980 ha stretto un intenso legame con Roberta, giovane detenuta interpretata da una straripante Matilda De Angelis, che domina la scena con una carica viscerale. Tra le due si crea una dinamica complessa: materna, erotica, polemica, ma sempre vera. Roberta la sfida, la riporta coi piedi per terra, la fa ridere quando non dovrebbe. È in lei che si riflette quella “arte della gioia” che Goliarda stessa ha insegnato senza predicarla.

Martone abbandona ogni tono didascalico per cedere a una poetica visiva che sembra affiorare direttamente dai sogni delle protagoniste. La luce filtra come in un ricordo, le inquadrature sfumano nell’onirico, e le risate – fragorose, liberatorie – diventano gesto rivoluzionario. Perché queste donne, persino quelle più segnate – come Barbara (Elodie), che è riuscita ad aprire una profumeria dopo aver tentato il suicidio in carcere – resistono alla vita trasformando ogni frattura in un legame.

Valeria Golino, Matilda De Angelis ed Elodie in Fuori

Il carcere racconta l’anima delle protagoniste

Golino, che conosce intimamente la materia di Goliarda Sapienza dopo essersi occupata dell’adattamento della sua opera magna L’arte della gioia, regala un’interpretazione costruita dall’interno, come se avesse inglobato la penna della scrittrice nel proprio corpo. Il suo è un personaggio che non sa stare al mondo, o forse risiede in un altro, più fragile e più vero.

La regia di Martone è avvolgente: non spiega, ma suggerisce. Non denuncia, ma incanta. La prigione non è mai il centro, è piuttosto il simbolo di una condizione esistenziale: quelle donne sono “dentro” anche quando sono “fuori”, perché a mancare è sempre un posto nel mondo. Eppure, Fuori non è un film triste. È una celebrazione del potere salvifico delle relazioni, della famiglia che ci si sceglie, della risata che rompe il silenzio, della parola che cura. Goliarda non ruba gioielli, ma vite, storie, immagini. È una ladra di realtà, perché solo chi è capace di ascoltarla può davvero raccontarla.

Fuori in 60 secondi: trama, cast e curiosità sul film

Fuori in 60 secondi: trama, cast e curiosità sul film

Nel corso della sua lunga e prolifica carriera l’attore Nicolas Cage si è distinto anche per diversi adrenalinici action movie, tra cui si ricordano in particolare The Rock, Con Air e Face/Off – Due facce di un assassino. Un altro suo popolare lungometraggio, sempre appartenente a questo genere, è Fuori in 60 secondi. Diretto nel 2000 da Dominic Sena, regista anche di Whiteout – Incubo bianco e L’ultimo dei templari, il film è ambientato nel corso di una sola notte, durante la quale il protagonista è chiamato a compiere un’impresa impossibile per salvare la vita di suo fratello.

Il film, scritto da Scott Rosenberg, è il remake di Rollercar – Sessanta secondi e vai!, pellicola cult del 1974 più volte omaggiata anche dal premio Oscar Quentin Tarantino. La crescente popolarità di questo film spinse il produttore Jerry Bruckheimer a volerne realizzare una nuova versione, che si discosta però molto dall’originale. Mentre questo era incentrato sugli inseguimenti in città e sull’azione, dedicando davvero poco tempo alle parti dialogate, il remake invece concentra molto l’attenzione sui preparativi per il “grande furto” e indaga più a fondo nei rapporti umani fra i personaggi della storia.

Nonostante lo scarso favore da parte della critica cinematografica, il film ha ottenuto un buon successo di pubblico, dimostrandosi un titolo in grado di offrire del sano intrattenimento tra grandi scene d’azione e sentimenti. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle automobili utilizzate. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Fuori in 60 secondi: la trama del film

Protagonista del film è Randall “Memphis” Raines, leggendario ladro di automobili, noto per impiegare solamente 60 secondi per disattivare l’antifurto di qualsiasi vettura. Ormai ritiratosi però dal mercato delle auto rubate, egli cerca ora di condurre una vita tranquilla e lontana da guai. A ritrascinarlo in quella vita frenetica, però, ci pensa il fratello Kip Raines, il quale è a sua volta un aspirante ladro d’auto, privo però del talento del fratello. Questi ha commesso l’errore di aver promesso al gangster Raymond Calitri di rubare per lui ben cinquante auto di lusso. Quando però fallisce nel suo obiettivo, Kip viene fatto rapire dal criminale.

Sarà a questo punto che Randall si vedrà costretto ad entrare nella faccenda, nel tentativo di salvare il fratello. Per far sì che Raymond liberi Kip e consideri annullato il suo debito, Randall deve ora rubare le cinquanta automobili in una sola notte. L’impresa è quantomai complessa, ma il celebre ladro può contare sull’aiuto del suo vecchio mentore Otto Halliwell, sull’istruttore di guida Donny Astricky, sul becchino muto Sphynx e, in particolare, su Sara “Sway” Wayland, l’ex fidanzata di Randall, di professione meccanico. Con la polizia alle calcagna, ha per Randall l’ultima missione, la più importante di sempre, che lo porterà anche a confrontarsi con l’unica auto che non è mai riuscito a rubare.

Fuori in 60 secondi auto

Fuori in 60 secondi: il cast di attori e le auto del film

Come anticipato, ad interpretare il protagonista del film vi è l’attore Nicolas Cage. Particolarmente affascinato dal progetto, egli ha eseguito la maggior parte delle acrobazie di guida previste. Ha inoltre frequentato la Bondurant Driving School a Phoenix, in Arizona, e la Bobby Ore Stunt Driving School in preparazione per il film. Gli piaceva così tanto la scuola di guida per auto da corsa che ha continuato a praticarla come hobby anche dopo che le riprese erano state completate. Accanto a lui, nei panni del fratello Kip vi è invece l’attore Giovanni Ribisi, il quale a sua volta si è addestrato nella guida di auto sportive.

Il film vanta poi un cast di comprimari di tutto rispetto, da Angelina Jolie nei panni di Sara Wayland al premio Oscar Robert Duvall in quelli di Otto Halliwell. La Jolie accettò di recitare in Fuori in 60 secondi in quanto grande appassionata di auto. Duvall, invece, ha lavorato con un tecnico professionista per prepararsi al suo ruolo. Nel film sono poi presenti Christopher Eccleston nel ruolo del criminale Raymond Calitri, Delroy Lindo in quelli del detective Roland Castlebeck e Timothy Olyphant per il ruolo del detective Drycoff. Completano il cast gli attori Will Patton nei panni di Atley Jackson, Chi McBride in quelli di Donny Astricky e Vinnie Jones in quelli di Sphinx.

Nel film, grandi protagoniste sono le auto. Per completare l’elenco delle cinquanta vetture da rubare, sono stati scelti modelli che vanno dal 1957 al 2000. Fra le auto presenti nel film, oltre alla Ford Shelby Mustang GT500 del 1967, l’auto mai rubata dal protagonista, si possono citare la Ferrari 275 GTB, la Ferrari F355, la Ferrari 550 Maranello, la Jaguar XJ220, la Ford Thunderbird, la Cadillac Eldorado e l’Escalade, la Lamborghini Diablo, svariate Porsche, Corvette e auto d’epoca. Ad ogni auto nel film, inoltre, viene associato un nome di donna.

Fuori in 60 secondi: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Fuori in 60 secondi grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Disney+, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 4 luglio alle ore 21:35 sul canale Nove.

Fonte: IMDb

Fuori in 60 secondi è basato su una storia vera?

Fuori in 60 secondi è basato su una storia vera?

Epica produzione di Jerry Bruckheimer nella tradizione dei film d’azione con Nicolas Cage come “The Rock e “National Treasure”, Fuori in 60 secondi vede Cage nei panni di Randall “Memphis” Raines, un ex ladro di auto che negli ultimi anni ha rigato dritto. Ma quando suo fratello Kip (Giovanni Ribisi) viene minacciato da uno spietato gangster, Memphis deve portare a termine l’impresa impossibile di rubare 50 auto entro 72 ore, pena la perdita della vita di Kip.

Riunendo la sua vecchia banda, tra cui Robert Duvall nel ruolo di Otto Halliwell, Angelina Jolie nel ruolo di Sara “Sway” Wayland e Vinnie Jones nel ruolo di Sphinx, Raines progetta di catturare tutte le auto in una sola notte, mentre due detective della polizia di nome Roland Castlebeck e Drycoff (Delroy Lindo e Timothy Olyphant) costruiscono un caso contro di lui.

Diretto da Dominic Sena, Fuori in 60 secondi  ha ottenuto recensioni negative dalla critica ma ha fatto piazza pulita al botteghino (via Box Office Mojo), anche se la complicata contabilità di Hollywood ha fatto sì che il film sia stato ufficialmente considerato una perdita per lo studio. Ciononostante, è ricordato come un film divertente e ricco d’azione per la televisione via cavo e di rete.

Ma il film d’azione Fuori in 60 secondi, diretto da Cage, è basato su una storia vera o su un episodio specifico? Ecco da dove viene realmente il film.

Fuori in 60 secondi, interpretato da Nicolas Cage, è un remake di un film del 1974.

Fuori in 60 secondi (2000)
© 2000 – Touchstone Pictures

Il film del 2000 Fuori in 60 secondi, interpretato da Nicolas Cage, è un remake dell’omonimo film di H.B. Halicki del 1974, sebbene nessuno dei due sia basato su un episodio specifico. Infatti, secondo quanto riferito, il film originale non aveva nemmeno una sceneggiatura ufficiale, in quanto la produzione indipendente utilizzava dialoghi improvvisati. Il film Fuori in 60 secondi del 1974, tuttavia, è stato fortemente ispirato dall’amore di Halicki per le auto e da alcune accuse di furto d’auto che alla fine sono state ritirate (via Hagerty).

Per risparmiare, la maggior parte degli attori e dei professionisti presenti sul set di Fuori in 60 secondi erano in realtà parenti e amici di Halicki, un rigattiere già noto per la sua collezione di automobili antiche (via Street Muscle Mag). Quando Halicki iniziò la produzione del film nel 1973, non solo scrisse, diresse, produsse, interpretò e fece da stuntman per il film, ma fornì anche la maggior parte delle auto rubate come parte della trama. In totale, 127 automobili furono distrutte durante la produzione, ma i lunghi inseguimenti in auto fecero del film un successo di culto per il regista dilettante, incassando 40 milioni di dollari con un budget molto basso (via Chronicle).

Purtroppo Halicki rimase ucciso durante le riprese di uno stunt per Fuori in 60 secondi 2 nel 1989, ma la sua eredità di regista d’azione e di appassionato di auto continua attraverso il film originale del 1974 e il suo remake.

Fuori era primavera: la recensione del documentario di Gabriele Salvatores #RFF15

È possibile raccontare al cinema il drammatico periodo che l’Italia ha vissuto, e sta ancora vivendo, a causa della pandemia di Covid-19? Tale quesito ha acceso nelle ultime settimane innumerevoli dibattiti, alimentato anche dall’uscita in sala del film Lockdown all’italiana di Enrico Vanzina. Se per molti una commedia ad equivoci non era il genere più idoneo per affrontare il tema, potrebbe invece esserlo il documentario Fuori era primavera – Viaggio nell’Italia del Lockdown, del regista premio Oscar Gabriele Salvatores. La differenza sta che in quest’ultimo ad avere voce in capitolo sono proprio gli italiani, popolo imperfetto ma straordinario, chiamato ad affrontare negli scorsi mesi una delle sfide più dure dal secondo dopoguerra ad oggi.

Presentato durante la Festa del Cinema di Roma, il film del regista di Il ragazzo invisibile ricalca l’esperimento già compiuto nel 2014 con Italy in a Day – Un giorno da italiani. La modalità è la stessa: nel corso delle settimane in cui gli italiani sono rimasti in casa per limitare i contagi, il regista ha chiesto a tutti loro di inviargli delle video testimonianze di quella loro insolita quotidianità. Ancora una volta, dunque, l’Italia si è riscoperta popolo di narratori. Nel giro di breve, si raccolgono oltre 16 mila video, e dalla loro unione nasce un ritratto divertente, commovente ma anche frustrante di quanto accaduto e del modo in cui le persone vi si sono relazionate.

Nel costruire il racconto, Salvatores ha seguito un chiaro ordine cronologico. Si parte con i primi timori dell’arrivo del virus, fino a quel fatidico 9 marzo in cui l’Italia viene dichiarata zona rossa nella sua totalità. Da lì hanno inizio tre mesi di piazze vuote, ospedali pieni e balconi in festa con il tentativo di sentirsi tutti meno soli. Si delineano diverse figure di eroi, dai medici e gli infermieri ai fattorini del cibo d’asporto, nonché l’attenzione verso le notizie globali e la rinascita della natura. Tutto questo e molto altro va a dar voce ad un paese che ha sofferto, soffre, ma fa comunque di tutto per resistere.

Fuori era primavera: tra documento ed emozione

Nella nostra società contemporanea la documentazione dell’evento è ormai per le persone un atto pressoché irrinunciabile. Che siano più o meno importanti, questi trovano sempre spazio nel nostro personale archivio mediale. Di fronte ad una pandemia globale, che ha radicalmente trasformato le abitudini mondiali, era dunque prevedibile che ognuno nel suo privato avrebbe intensificato tale attività. Sono così spuntati in rete tutorial di ogni tipo, video-diari, e simili. Le videochiamate di lavoro o tra amici si sono moltiplicate, così come anche la tanto nominata didattica a distanza.

Se tutte queste voci prese singolarmente possono essere un racconto parziale, smettono naturalmente di esserlo nel momento in cui vengono accostate a testimonianze più o meno simili. È quello che succede con Fuori era primavera, documentario che presenta in sé due grandi elementi di forza. Il primo è quello del valore testimoniale. È a progetti come questi che in futuro si guarderà per avere un’idea di quello che è ora il nostro mondo presente. Nel documentario di Salvatores si ritrova il racconto di un vero e proprio momento di passaggio, che ha nella video testimonianza del reale il suo marchio di qualità.

Di ciò che viene mostrato, infatti, non importa tanto il cosa quanto il come. Il film è un’ennesima prova del potere dei social network e dei moderni canali di comunicazione. Questi permettono infatti di colmare virtualmente le distanze che cause naturali obbligano a mantenere a livello fisico. L’altro grande valore del film è invece quello della sincerità. Sarebbe infatti fin troppo facile costruire un racconto ruffiano su ferite ancora così vive. Salvatores riesce ad evitare tale rischio omettendo i più comuni stereotipi a riguardo, privilegiando elementi che sappiano di novità. Così facendo, il suo film acquista un grande, e sincero, cuore.

Fuori era primavera Gabriele Salvatores

Fuori era primavera: la recensione

Dati questi due grandi pregi del film, dunque, Fuori era primavera – Viaggio nell’Italia del Lockdown si configura come un esperimento doppiamente interessante. Questo, come riporta anche il sottotitolo, è un vero e proprio viaggio dal Nord al Sud del Bel Paese. Grazie al potere del cinema, è possibile percorrere questo senza spostarsi di un metro, avvertendo ugualmente tutta la carica emotiva che gli italiani hanno da trasmettere. Si rimane infatti commossi dinanzi alla forza di questo popolo, che quando vuole sa dimostrare di essere davvero il più bello del mondo. L’attualità di quanto narrato certamente influisce sul giudizio emotivo, ma rimane ugualmente difficile non provare grande commozione davanti alle immagini proposte.

Salvatores vince dunque la sfida di voler raccontare tale periodo rinunciando alla finzione cinematografica. Nessuno più dei veri protagonisti del lockdown sembra in grado di poter raccontare cosa è stato questo momento storico. Le loro voci danno vita ad un paese ricco di somiglianze e differenze, che si scopre bello anche grazie a queste ultime. Tra l’Inno di Mameli cantato tutti insieme sul balcone, e la pizza fatta in casa del sabato sera, si manifesta la forza di un popolo costretto tra quattro mura mentre fuori ha luogo la primavera. Simbolo di rinascita e speranza, questa non poteva che diventare il titolo del film.

Fuori era primavera in anteprima su RaiPlay

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Fuori era primavera in anteprima su RaiPlay

Fuori era primavera, il film collettivo di Gabriele Salvatores, sarà disponibile su RaiPlay dal 10 dicembre in anteprima assoluta e andrà in onda in prima visione su Rai3 sabato 2 gennaio 2021.

Prodotto da Indiana Production con Rai Cinema, Fuori era primavera è un intimo racconto degli italiani in lockdown: dalle meravigliose piazze italiane vuote, agli eroi in prima linea nelle corsie degli ospedali, ai balconi in festa, alle riprese domestiche. Una testimonianza collettiva filtrata attraverso la regia e la visione di un grande artista che,con un vero e proprio film documentario, restituisce alla nostra futura memoria una fotografia autentica e completa dell’Italia di oggi.

Seguiamo l’ordine cronologico ed emotivo degli eventi – afferma Gabriele Salvatores – a partire da quando l’Italia guardava alla Cina e al virus come un problema lontano, passando per la graduale consapevolezza dell’emergenza, per arrivare all’inizio della fase due. Al di là degli aspetti tecnici, quello che vorrei emergesse è la sincerità di questi racconti, che siano veri, fatti col cuore. C’è poi un altro tema che ho particolarmente a cuore che emergerà dal racconto: la rinascita della natura“.

Fuori era primavera, la recensione

Fuori controllo: trama, cast e curiosità sul film con Mel Gibson

Fuori controllo: trama, cast e curiosità sul film con Mel Gibson

Grazie alle serie di film Mad Max e Arma Letale, Mel Gibson si è affermato come una delle grandi icone del cinema d’azione. Da quel momento ha infatti preso parte a numerosi titoli di questo genere, distinguendosi sempre per bravura e fisicità. Tra i suoi titoli più recenti di questo genere si annovera Fuori controllo, titolo italiano di Edge of Darkness, uscito nel 2010 per la regia di Martin Campbell, noto per film come The Legend of Zorro e Casino Royale. Insieme, i due hanno dato vita ad un grintoso film d’azione, che spinge il protagonista e con lui gli spettatori verso i luoghi più insidiosi dell’oscurità dell’animo umano.

Scritto da Andrew Bovell e William Monahan, il film è basato sull’omonima serie televisiva prodotta dalla BBC nel 1985 e diretta dallo stesso Campbell. Conoscendo già il materiale narrativo, il regista ha dunque potuto da qui nuovamente forma alla sua originale messa in scena di opere action, basata su di un evidente geometrismo che nella sua semplicità e pulizia permette di esprime al meglio la compiutezza dell’azione. Il film, inoltre, non è da confondere con altre opere dal titolo italiano simile, come Autobahn – Fuori controllo e Unstoppable – Fuori controllo, usciti tutti e tre nel giro di pochi anni.

Nonostante le buone premesse di Fuori controllo, il film mancò di affermarsi come un successo al box office. Arrivò infatti a guadagnare appena 81 milioni di dollari a fronte di un budget di 80. Si tratta però di un’opera composta da solida azione, che merita di essere riscoperta in tutto il suo valore. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Fuori controllo: la trama del film

Protagonista del film è Thomas Craven, esperto detective della sezione omicidi del Boston Police Department. Al di là della carriera lavorativa, egli è però un uomo piuttosto schivo, che trova il suo unico grande conforto nella figlia Emma, che ha cresciuto da solo. La sua pace interiore viene però spezzata nel momento in cui proprio la figlia viene brutalmente uccisa con un colpo d’arma da fuoco alle spalle, mentre si recava a trovare il padre. Sconvolto dalla cosa, Thomas sospetta che dietro quell’omicidio vi sia un vecchio nemico in cerca di vendetta.

Nel momento in cui le indagini non portano però a nulla di concreto, Thomas decide di procedere per proprio conto. Inizierà così a ricercare nella vita di Emma e nei suoi segreti, arrivando ben presto a scoprire verità difficili da digerire. Comprendendo chi vi è dietro la morte della figlia, egli inizierà una spietata vendetta, che lo porterà però a finire invischiato nello stesso pericoloso sistema in cui si era ritrovata Emma. Smascherare i colpevoli non sarà a quel punto l’unico obiettivo, poiché Thomas sarà chiamato anche a dover salvare la propria vita.

Fuori controllo cast

Fuori controllo: il cast del film

Ad interpretare il personaggio del detective Thomas Craven vi è dunque il premio Oscar Mel Gibson. Per lui si trattò del primo ruolo da attore ricoperto dal 2002. In quel lasso di tempo, infatti, egli si era dedicato principalmente alla regia con i film La Passione di Cristo e Apocalypto. Per interpretare il personaggio, inoltre, egli ha incontrato e seguito per diverse settimane alcuni veri detective, per comprendere al meglio il loro lavoro e imparare a padroneggiare le armi. Per Gibson, si è trattato del primo ruolo da poliziotto al di fuori della trilogia di Mad Max. Accanto a lui, l’attrice serba Bojana Novaković interpreta il ruolo della figlia Emma, interpretazione per cui ha ricevuto diverse lodi.

Nel ruolo di Darius Jedburgh, agente incaricato di insabbiare l’omicidio, vi è Ray Winstone. Originariamente era stato scelto Robert De Niro per il ruolo, il quale abbandonò però il progetto per via di divergenze creative. Danny Houston è Jack Bennett, controverso diretto della Northmoor. Shawn Roberts interpreta invece David Burnham, fidanzato di Emma che aiuterà Thomas nelle indagini, mentre Caterina Scorsone, celebre per Grey’s Anatomy è l’amica di Emma, Melissa. Jay O. Sanders, infine, è il detective Bill Whitehouse, collega e amico stretto di Thomas. Nel film si ritrova poi l’attore Frank Grillo nel ruolo dell’Agente Uno, il killer di Emma che opera per ordini ricevuti dall’alto.

Fuori controllo: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Fuori controllo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Rai Play. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 27 maggio alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

 

 

Fuocoammare: Roma celebra l’Orso d’Oro a Gianfranco Rosi

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Si è tenuta ieri sera a Roma una proiezione speciale di Fuocoammare, film documentario di Gianfranco Rosi che è valso al regista italiano l’Orso d’Oro all’ultimo Festival di Berlino.

Di seguito le foto della serata:

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fto di Aurora Leone

LEGGI LA RECENSIONE DI FUOCOAMMARE

Seguendo il suo metodo di totale immersione, Rosi si è trasferito per più di un anno sull’isola di Lampedusa facendo esperienza di cosa vuol dire vivere sul confine più simbolico d’Europa raccontando i diversi destini di chi sull’isola ci abita da sempre, i lampedusani, e chi ci arriva per andare altrove, i migranti. Da questa immersione è nato Fuocoammare. Racconta di Samuele che ha 12 anni, va a scuola, ama tirare con la fionda e andare a caccia. Gli piacciono i giochi di terra, anche se tutto intorno a lui parla del mare e di uomini, donne e bambini che cercano di attraversarlo per raggiungere la sua isola. Ma non è un’isola come le altre, è Lampedusa, approdo negli ultimi 20 anni di migliaia di migranti in cerca di libertà. Samuele e i lampedusani sono i testimoni a volte inconsapevoli, a volte muti, a volte partecipi, di una tra le più grandi tragedie umane dei nostri tempi.

Fuocoammare vince il 37th Critics Circle Film Award

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Fuocoammare vince il 37th Critics Circle Film Award

Fuocoammare di Gianfranco Rosi vince il 37th Critics Circle Film Award come MIGLIOR film DOCUMENTARIO.

Il Premio è stato consegnato ieri domenica 22 gennaio al Mayfair Hotel di Londra alla produttrice Donatella Palermo che lo ha dedicato a tutti quelli che in questo momento sono nel Mediterraneo nel tentativo di raggiungere l’Europa, accompagnata dal montatore Jacopo Quadri. Gianfranco Rosi è in queste ore in Giappone per la promozione del film, attività che lo tiene  impegnato senza interruzione dalla vittoria dell’Orso d’Oro lo scorso anno.

Fuocoammare recensione del film di Gianfranco Rosi

Domani, 24 gennaio, verranno rese note le cinquine dei film finalisti all’Oscar. Fuocoammare – prodotto da 21Uno Film, Stemal Entertainment, Istituto Luce-Cinecittà e Rai Cinema, coproduzione italo-francese Les Films D’Ici e Arte France Cinema – è in corsa nella categoria per il Miglior documentario.

Fuocoammare di Gianfranco Rosi all’Isola del Cinema

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Fuocoammare di Gianfranco Rosi all’Isola del Cinema

Fuocoammare gianfranco rosiLa pellicola vincitrice dell’Orso d’Oro alla 66esima edizione della Berlinale, Fuocoammare di Gianfranco Rosi è in programma martedì 12 luglio, alle ore 21.30 in Arena Groupama. Il documentario, inserito nella sezione Fuoco sul reale, fa luce sul tema attuale dell’emergenza profughi che l’Europa stenta ancora ad affrontare in modo veramente consapevole ed umanitario. Il CineLab accoglie alle 21.15 il cortometraggio Dietro un grande uomo dell’attrice Michela Andreozzi, presente in questa occasione; alle 21.30 il regista Giorgio Amato mostrerà al pubblico il cortometraggio Vegan Love accompagnato dagli interpreti Giulia Gualano e Mimmo Ruggiero, a seguire si terrà la proiezione de Il ministro introdotta da Amato, che lo ha diretto e ne ha curato la sceneggiatura, e da parte del cast: GianMarco Tognazzi, Alessia Barela, Jun Ichikawa, Edoardo Pesce e Giulia Gualano. Atteso alle 19 presso lo Schermo Tevere il regista e scrittore Jonathan Nossiter che presenta al pubblico “Insurrezione culturale” (DeriveApprodi, 2015) e torna a parlare della rivoluzione avvenuta in ambito agricolo con l’introduzione della viticultura naturale. Poco dopo, alle 21, sempre presso lo spazio letterario dell’isola sarà possibile assistere alla presentazione del libro di Diego Romeo “La melodia salvò il popolo” (Qp Edizioni, 2015) ambientato in un ospedale psichiatrico in cui un prete armeno consegna alla memoria dell’umanità la storia del genocidio del suo popolo.

Mercoledì 13 luglio, alle 21.30 in Arena Groupama, nell’ambito del Festival Isola Mondo sarà proiettato il primo dei film israeliani: si tratta di Cupcakes, commedia di Eytan Fox in cui un gruppo di amici radunati davanti alla tv per l’Eurovision Song Contest si ritroveranno a comporre una canzone che, in quanto ad appeal, può senza dubbio competere con quelle in gara al concorso canoro. Al CineLab, alle 21, la proiezione esclusiva della Ultimate Edition del blockbuster di successo Batman v Superman: Dawn of Justice che include oltre 30 minuti di scene inedite ed adrenalinica azione mai visti prima. Il film è diretto dal visionario Zack Snyder, e vede il Premio Oscar® Ben Affleck (Argo) nei panni di Batman/Bruce Wayne ed Henry Cavill/Clark Kent (L’Uomo d’Acciaio e Operazione U.N.C.L.E.) nelle vesti di Superman, per quella che è la prima apparizione di questi due iconici personaggi insieme sul grande schermo. “Favola di città” (Qp Librerie) di Nicola Russo è il libro di cui si parlerà alle 19 presso lo Schermo Tevere, opera in cui un pubblico ministero, che ha raggiunto la notorietà grazie alle inchieste che ha condotto, mette in gioco la sua esistenza pur di risolvere un caso che lo assilla. Alle 22, sarà possibile prendere parte al secondo dei quattro appuntamenti della rassegna “Immagini e Parole dal Quotidiano”, organizzato in collaborazione con Visioni Sociali con l’obiettivo di dare visibilità al tema della disabilità e del disagio psichico e finalizzato a porre attenzione su tematiche sociali e culturali attuali, così come a riflettere sulla prassi della comunicazione sociale.

Paolo Genovese è l’ospite di giovedì 14 luglio, reduce dal successo del pluripremiato Perfetti Sconosciuti – David di Donatello per Miglior Film e Migliore Sceneggiatura, Globo d’oro per la Miglior Commedia, Nastro d’Argento speciale al cast ed anche per la Miglior commedia e canzone originale – il regista poco prima della proiezione racconterà al pubblico le ragioni che lo hanno spinto a mettere in mostra le debolezze di personaggi comuni tutte custodite nei telefoni.

Prende il via il 14 luglio la quarta edizione della Rassegna Romana del Cinema Catalano organizzata da Atrium Film che prevede la proiezione, in quattro differenti serate, di altrettanti film preceduti da corti: il primo sarà mostrato alle 22 al CineLab, si tratta di 10.000 km – 10.000 chilometri, pellicola pluripremiata nei Festival internazionali sulle fatiche dell’amore a distanza diretto dal giovane cineasta Carlos Marques-Marcet, preceduto dal corto Bernadeta. Tutti i film sono in lingua originale con sottotitoli in italiano. Alle serate dedicate alla celebrazione della cultura filmica catalana seguiranno degustazioni di vini e prodotti tipici di questa regione autonoma situata nel nord est della Spagna. Biglietto unico a 5 euro.

Fuoco Fatuo, due anteprime nazionali alla presenza del regista João Pedro Rodrigues

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Un re senza corona, il sogno di un giovane principe di diventare pompiere, una caserma di vigili del fuoco belli, gay e disinibiti: sono gli ingredienti del nuovo film – pardon: della nuova fantasia musicale – del regista portoghese João Pedro Rodrigues, FUOCO FATUO, che dopo aver conquistato pubblico e critica alla Quinzaine des Résalisateurs di Cannes arriva finalmente in Italia, accompagnato dal regista domani, mercoledì 23 novembre, in concorso al festival Filmmaker di Milano, e il 1° dicembre al Cinema Troisi di Roma, che programmerà poi il film dal 15 dicembre, data di uscita nelle sale di tutta Italia.

Diretto da uno dei cineasti più originali e sorprendenti del panorama internazionale (già “incendiario” al debutto, quando il suo O fantasma scuote il concorso della Mostra di Venezia nel 2000, e poi autore di titoli apprezzati nei festival di tutto il mondo, da Odete a O Ornitologo), Fuoco fatuo è – spiega il regista – «una commedia, un musical, anche se la parola che meglio lo descrive è fantasy, perché somiglia a un sogno a occhi aperti» . Il sogno è quello di Sua Altezza Reale Alfredo, che nel 2069, sul letto di morte, si lascia trasportare dalla memoria della sua giovinezza, quando sognava di diventare un pompiere. L’incontro con l’istruttore dei Vigili del Fuoco Afonso apre un nuovo capitolo nella vita dei due giovani, immersi nell’amore, nel desiderio e nella volontà di cambiare la propria condizione.

Prodotto da Terratreme, Filmes Fantasma, House on Fire, Fuoco fatuo è distribuito in Italia da Risi Film in collaborazione con Arch Film, con il contributo dell’Ambasciata del Portogallo in Italia, ICA (Istituto de Cinema e Audiovisual) e Luso!

Funny Woman, recensione della nuova serie Sky Original

Funny Woman, recensione della nuova serie Sky Original

Arriva su Sky e Funny Woman, la nuova serie Sky Original tratta dal romanzo di Nick Hornby Funny Girl, protagonista Gemma Arterton. Lo stesso Hornby ne è anche produttore esecutivo assieme all’autrice dell’adattamento per il piccolo schermo, Morwenna Banks e a Gemma Arterton. Oliver Parker dirige i sei episodi da 47 minuti, disponibili dal 2 giugno.

Nick Hornby, dalla pagina allo schermo con Funny Woman

Il rapporto di Nick Hornby con lo schermo è sempre stato fecondo. Molti suoi romanzi sono diventati film, e più, film di successo. Basti pensare a Febbre a 90°, con Colin Firth, a quel vero e proprio cult che fu Alta fedeltà, con John Cusack e Jack Black, ad About a Boy – Un ragazzo, protagonista Hugh Grant, o a Non buttiamoci giù. Hornby deve la sua notorietà alla capacità di raccontare l’Inghilterra che ben conosce, con storie che sono vivide istantanee di un periodo, come era stato in Alta Fedeltà con gli anni Novanta. I protagonisti sono spesso di estrazione popolare, più che borghese o aristocratica, ed è facile riconoscervisi. Nel caso di Funny Woman, lo scrittore presta alla serialità televisiva il romanzo Funny Girl del 2014, edito in Italia da Guanda. Siamo nella Londra degli anni ’60 e lo scrittore intende restituirne le atmosfere, il cambiamento, l’affermarsi di un nuovo stile di vita, più moderno e libero. La protagonista, Barbara, vuole essere l’eroina che incarna questo cambiamento. Ad adattare il testo allo schermo ci ha pensato Morwenna Banks, sceneggiatrice ma anche attrice nel ruolo di Patsy Debenham, moglie dell’agente di Barbara.

Gemma Arterton stars as Barbara Parker – the force of nature who takes 1960’s London by storm. Her journey from Blackpool beauty queen to comedy superstar and nation’s sweetheart is based on ‘Funny Girl’ the best-selling novel by Nick Hornby.
The series follows Barbara from a factory in Blackpool to the male dominated world of the 1960s sitcom where she redefines the prevailing attitude to funny women and in the process finds her voice. The series written by and starring Morwenna Banks (Damned) also stars Rupert Everett (My Best Friend’s Wedding), David Threlfall (Shameless), Tom Bateman (Behind Her Eyes), Clare-Hope Ashitey (Top Boy), Arsher Ali (Line of Duty), Alexa Davies (White House Farm), Emily Bevan (Temple), Leo Bill (Becoming Elizabeth), Matthew Beard (Vienna Blood), Olivia Williams (The Crown), Rosie Cavaliero (Code 404) and Alistair Petrie (Sex Education).

La trama di Funny Woman

Funny Woman è ambientata nel 1964 in Inghilterra, tra Blackpool, Inghilterra del Nord, e Londra. La protagonista Barbara Parker, Gemma Arterton, affascinante bionda, vive con il padre George, David Threlfall, e la zia Marie, Rosie Cavaliero. Dovrebbe sposare Aiden, Kyle Pryor, quando diventa Miss Balckpool 1964. Lei però vuole di più, vuole diventare un’attrice comica, e decide di andare a Londra a tentare la fortuna. Incontra l’agente cinematografico Brian Debenham, Rupert Everett, che le suggerisce il nome d’arte di Sophie Straw. Partecipa quindi a un provino per la parte da protagonista in una nuova sitcom che andrà in onda su un’importante rete televisiva nazionale. Bellezza, talento comico e una curiosa pronuncia fanno sì che venga presa e diventi la protagonista di Jim e Barbara, accanto al già famoso Clive Richardson, Tom Bateman. Da allora trascorrerà le sue giornate assieme al gruppo di lavoro della serie: oltre all’egocentrico Clive, il produttore Dennis Mahindra, Arsher Ali, da subito suo convinto sostenitore, gli sceneggiatori Bill Gardiner, Matthew Beard, e Tony Holmes, Leo Bill. Il più difficile da convincere sarà però il temuto direttore della rete, Ted Surgent, Alistair Petrie. Sophie riuscirà ad affermarsi? Il team riuscirà a portare in Jim e Barbara almeno un’eco dei cambiamenti che la società inglese sta attraversando in quegli anni? Lo si scoprirà tra alterne vicende lavorative e sentimentali, che vedranno la protagonista lottare per realizzare il suo sogno, al di là degli stereotipi legati al femminile.

Ambientazione e atmosfere Sixties ben ricreate in Funny Woman

In Funny Woman quello che sembra essere più riuscito è la resa dell’ambientazione, capace di ricreare le atmosfere della Londra anni Sessanta, con i suoi colori vividi e pastello, le pettinature, la nuova moda, le minigonne. Costumi e scenografia contribuiscono in modo determinante a trasportare lo spettatore nelle atmosfere d’epoca. Tipiche degli anni Sessanta anche le musiche di una più che appropriata colonna sonora. Quegli anni vedono infatti fiorire un nuovo panorama musicale, il rock dei Beatles e dei Rolling Stones. La colonna sonora spazia tra i classici di allora, con scelte anche non banali come Nico e Jefferson Airplane. L’atmosfera Sixties è resa anche attraverso la fotografia, con l’uso di immagini sgranate, che rimandano alle riprese in Super 8. L’alternanza tra queste soluzioni visive, che potremmo definire vintage, e una fotografia più contemporanea, rende il prodotto visivamente accattivante e non monotono. La fotografia sgranata è poi quella scelta per alcuni dei momenti più puramente comici della serie, in cui la protagonista dà libero sfogo alla sua vena comica.

Gemma Arterton stars as Barbara Parker – the force of nature who takes 1960’s London by storm. Her journey from Blackpool beauty queen to comedy superstar and nation’s sweetheart is based on ‘Funny Girl’ the best-selling novel by Nick Hornby.
The series follows Barbara from a factory in Blackpool to the male dominated world of the 1960s sitcom where she redefines the prevailing attitude to funny women and in the process finds her voice. The series written by and starring Morwenna Banks (Damned) also stars Rupert Everett (My Best Friend’s Wedding), David Threlfall (Shameless), Tom Bateman (Behind Her Eyes), Clare-Hope Ashitey (Top Boy), Arsher Ali (Line of Duty), Alexa Davies (White House Farm), Emily Bevan (Temple), Leo Bill (Becoming Elizabeth), Matthew Beard (Vienna Blood), Olivia Williams (The Crown), Rosie Cavaliero (Code 404) and Alistair Petrie (Sex Education).

Funny Woman punta tutto sui contrasti

Funny Woman è però soprattutto la storia di Barbara, le cui vicende si dipanano in 6 episodi, seguendo un filo piuttosto convenzionale, che va dalle sue aspirazioni di carriera ai prevedibili innamoramenti, in un copione più da Il paradiso delle signore, che da serie al passo anche con l’oggi, non solo con gli anni ’60. Ciò accade, nonostante gli sforzi per far apparire la protagonista un’eroina avanti coi tempi, una femminista, quasi rivoluzionaria. La serie punta infatti tutto sui contrasti: la protagonista è, da una parte, la procace bionda, apparentemente svampita o ingenua. Dall’altra, è una donna coraggiosa, che vuole fare un mestiere da uomo, l’attrice comica, una donna che non si fa mettere i piedi in testa dai suoi superiori, uomini, una ragazza di provincia che rifiuta di accontentarsi e vuole avere successo. Non basta però questo a fare di Barbara/ Sophie un’eroina femminista. Funny Woman è, poi, a favore della parità di diritti per ogni possibile categoria sociale: per le donne, ma anche per neri, omosessuali, stranieri, in accordo sì, con le conquiste degli anni ’60 sui diritti civili, ma forse con un eccessivo fervore, che sa di artificioso, nel voler inserire tutte le “minoranze” possibili.

Un racconto poco avvincente

Il racconto, però, non avvince e non si può dire che si resti incollati allo schermo per vedere cosa accadrà nell’episodio successivo. Il ritmo in Funny Woman è scandito dai piccoli, grandi inconvenienti o guai della protagonista, ma non è particolarmente coinvolgente. La protagonista, Gemma Arterton – Prince of Persia: Le sabbie del tempo, Scontro tra titani, Tamara Drewe, 007 – Quantum of Solace – qui non convince fino in fondo. Manca di quella spontaneità che spinge lo spettatore ad empatizzare, lasciandolo invece distante dalle vicende che vede scorrere sullo schermo. Meglio fanno altri interpreti, come ad esempio, la sua compagna di stanza, Marjorie, Alexa Davies, il produttore Dennis, Arsher Ali, e sua moglie Edith, Emily Bevan, ma anche gli sceneggiatori interpretati da Matthew Beard e Leo Bill o il laido agente interpretato da Rupert Everett. Resta l’impressione di una messinscena troppo affettata, quasi inamidata. Alla sitcom interpretata da Sophie manca naturalezza, come quasi sempre a Barbara nella sua vita quotidiana. Funny Woman, disponibile su Sky e Now dal 2 giugno, è consigliato se vi piacciono le atmosfere della Swinging London degli anni ’60, ma restando molto in superficie, senza troppo coinvolgimento.

Funny Games: una clip esclusiva dal film di Michael Haneke

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Funny Games: una clip esclusiva dal film di Michael Haneke

In occasione della nuova uscita in sala di Funny Games (leggi la nostra recensione) di Michael Haneke del 1997, ecco una clip in esclusiva del film riportato nelle sale da I Wonder Pictures dall’11 dicembre.

Torna nelle sale italiane FUNNY GAMES, il nuovo titolo di I WONDER CLASSICS, la divisione di I Wonder Pictures dedicata alla riscoperta dei classici d’autore. Il film, diretto da Michael Haneke (La pianista, Il nastro bianco) e presentato al Festival di Cannes nel 1997, è un thriller crudo e affascinante che presenta una potente riflessione sull’impatto della violenza nei media. È uno dei lavori più radicali di Haneke su questo tema: l’occhio del regista non mitiga alcuna scena, sfidando l’innocenza dello spettatore e costringendolo a prendere posizione su quanto accade nel film.

Michael Haneke, nato a Monaco di Baviera nel 1942, ha vinto il Grand Prix della Giuria al festival di Cannes nel 2001 con La pianista. La sua trilogia composta da Il settimo continente (1989), Benny’s video (1992) e 71 frammenti di una cronologia del caso (1994) descrive le conseguenze della violenza dei media. FUNNY GAMES ne è il completamento e il superamento: un’analisi straniante del genere thriller che non lascerà indifferente nessuno spettatore. A dieci anni dall’uscita, nel 2007, Michael Haneke ha diretto il remake americano a cui hanno preso parte Naomi Watts, Tim Roth, Brad Pitt e Brady Corbet.

FUNNY GAMES sarà nei cinema dall’11 dicembre.

 

Funny Games, recensione del film di Michael Haneke

Funny Games, recensione del film di Michael Haneke

La finzione può essere reale tanto quanto la realtà: c’è solo una linea molto sottile che separa questi due piani, ed entrambi possono facilmente oltrepassarla. Questo è il messaggio tagliente che Michael Haneke volle lanciare nel 1997 con il suo home invasion incredibilmente realistico e provocatorio, Funny Games (1997). In questo film, che torna di nuovo al cinema da lunedì 11 dicembre in versione restaurata, il regista, come i suoi personaggi, gioca con lo spettatore, manipolandolo ma senza mai sottovalutarlo, facendo sempre appello alla sua intelligenza e cercando sempre in lui una reazione, che in molti casi è di vero e proprio rifiuto.

Funny Games, la trama

La famiglia di Georg (Ulrich Muhe), Anna (Susanne Lothar) e del loro giovane figlio rappresenta una fetta di borghesia davvero suggestiva: ci vengono mostrati mentre giocano a indovinare brani di musica classica mentre guidano il loro SUV nuovo di zecca verso la loro residenza estiva. In questa atmosfera eccessivamente placida e tranquilla, tensione diventerà sempre più palpabile. Quando arrivano alla lussuosa tenuta dove trascorreranno i loro giorni di vacanza, trovano Fred, il loro vicino di casa e fratello di Georg, e due giovani ospiti che giocano a golf. Mentre si sistemano, uno dei giovani bussa alla loro porta e chiede delle uova. Il giovane, Peter (Frank Giering), lascia cadere le uova sulla porta e ne chiede altre per fare una commissione. La pressione psicologica aumenta gradualmente, fino al punto in cui la situazione porta i due giovani a rapire l’intera famiglia dalla loro casa.

Il male è mascherato dalla cortesia

Il regista austriaco, uno dei più provocatori del cinema europeo, raccoglie con Funny Games il testimone da Stanley Kubrick, che qualche decennio prima aveva scosso le coscienze borghesi con Arancia meccanica, e da Sam Peckinpah, che con Cani di paglia aveva già riflettuto sulla brutalità di una violenza che non muove da nessuna ragione, bensì vuole soddisdare il semplice divertimento di un gruppo di individui alienati.

In realtà, ci sono molte coincidenze tra Arancia meccanica e Funny Games. Innanzitutto, i criminali sono vestiti di bianco immacolato e il capobanda assume una sorta di leadership culturale che lo porta a esprimersi in modo raffinato e ad adottare maniere squisite, come quella di offrirsi di sistemare la gamba della vittima dopo averle inferto un tremendo colpo con una mazza da golf. Questa cortesia al limite del parossismo, in cui ogni richiesta è accompagnata da un “per favore“, contrasta nettamente con la violenza nascosta che si cela dietro l’apparenza educata degli aggressori, stucchevole nella sua sollecitudine, e che va a creare un effetto molto disturbante per lo spettatore. Le infinite inquadrature fisse che Haneke inserisce per disturbare chi sta guardando contribuiscono non poco a questo effetto: un’inquadratura fissa di un uomo con una gamba maciullata che squarcia il silenzio della notte con un urlo tremolante è molto più inquietante di un rapido montaggio di colpi sonori. In fondo, è la stessa idea che David Lynch ha magistralmente catturato nel prologo di Velluto blu: il male nascosto dietro una facciata di pace e tranquillità.

Funny Games, Michael Haneke

“The villain takes it all”…

Funny Games è un film che sfida le convenzioni cinematografiche e di genere.  Innanzitutto perché uno dei suoi personaggi principali, Peter, rompe continuamente la quarta parete parlandoci attraverso lo schermo. Ci interroga, ci intimidisce, cerca di dialogare con noi per conoscere il nostro punto di vista. Tenendo presente il tono generale del film, questo dettaglio, brillante, postmoderno e incredibilmente lucido, è volutamente offensivo, perché sappiamo in ogni momento di essere in una rappresentazione, un teatro scomodo dove le cose accadono, senza avere chiaro il come e il perchè.

Nella sequenza forse più ispirata dell’intero film, Peter prende il telecomando della TV e riavvolge ciò che è appena accaduto, come se il film fosse una videocassetta – e, in realtà, non è altro che questo – semplicemente perché quanto accaduto non è conforme ai suoi gusti. Ci troviamo, senza alcun dubbio, di fronte a uno dei più chiari esempi di Deus ex machina sullo schermo cinematografico, nonchè a una delle situazioni più disperate per qualsiasi spettatore, che prende coscienza di qualcosa che già sospettava: i cattivi stanno per vincere. Questa non è comunque l’unica volta in cui compare questa figura classica della tragedia greca: ne sono esempi le mazze da golf che perdono la loro natura di oggetti “nobili” per quella di oggetti contundenti e, ancora, il coltello che l’autore ci mostra sfacciatamente, instillando in noi l’inutile speranza che in seguito servirà a ristabilire l’ordine e a fare un po’ di giustizia.

Funny Games, una scena del film di Michael Haneke

La tortura dello sguardo insistente

La vera tortura inscenata da Funny Games non è comunque fisica, bensì psicologica. I comportamenti contrastanti tra il pensiero sadico dei cattivi e la loro apparente gentilezza creano un’atmosfera di vera tensione in cui ci si chiede se la famiglia abbia almeno un’esile speranza di salvezza. Il tipo di tensione che lascia lo spettatore allo sbando in un luogo ostile in cui non sa con certezza cosa accadrà – in altre parole, si sente vulnerabile. Come se non bastasse, la mancanza di una colonna sonora che aiuti a colmare l’assenza di speranza rende ancora più difficile assistere al calvario di questa famiglia a danno di due giovani uomini che, nonostante il loro inconfutabile status di villain a livello diegetico, sono comunque incredibilmente affascinanti. A partire dai loro dialoghi, possiamo supporre siano grandi consumatori di prodotti culturali e allo stesso tempo ne siano talmente influenzati che torturare e uccidere è per loro una consuetudine. Sono il risultato della desensibilizzazione alla violenza che i media stessi hanno provocato, soprattutto la televisione e il cinema.

La società ha raggiunto un punto in cui le disgrazie umane sono una fonte di piacere nel mondo della finzione così come nella realtà, sembra volerci dire Haneke, e Paul e Peter ne sono un esempio vivente. Non sono però solo loro a provare piacere nella violenza, ma anche coloro a cui Paul parla: noi, cioè il pubblico. Siamo partecipi del modo in cui questi giovani torturano una famiglia e questo ci fa disprezzare l’atto stesso del guardare ma, allo stesso tempo, alimenta la nostra curiosità morbosa, perché stiamo volutamente decidendo di guardare un film in cui sappiamo che un gruppo di persone verrà torturato. Dunque, chi sono i veri villain?

Funko Pop: le nuove statuette spoilerano Avengers: Endgame

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Funko Pop: le nuove statuette spoilerano Avengers: Endgame

Le Funko POP figure sono state aggiornate all’ultimo film Marvel arrivato in sala: Avengers: Endgame. Il film ha tenuto in serbo diverse sorprese per i fan e gli spettatori, e così anche la famosa linea di giochi si è adeguata, rivelando soltanto adesso una serie di statuine che rivelano la sorte di alcuni dei personaggi del film. SEGUONO SPOILER

Ecco ben tre Funko POP dedicati ad Avengers: Endgame in cui vediamo prima di tutto la sorte toccata a Thor, una versione asgardiana del Drugo del Grande Lebowski: grasso, alcolizzato e barbuto. Poi possiamo vedere il Funko dedicato a Rescue, ovvero Pepper Potts. La compagna di Tony Stark scende in campo nel terzo atto del film, indossando l’armatura che lui le ha costruito, come apprendiamo all’inizio del film. Infine, appartenente alla linea di Funko un po’ più grandi, vediamo quello dedicato a Professor Hulk, ovvero l’evoluzione del personaggio di Mark Ruffalo che per tutto il film avrà l’aspetto del personaggio che è riuscito a conciliare la forza di Hulk e il cervello di Banner.

Eccoli di seguito:

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Nel cast di Avengers: Endgame ci sono Robert Downey Jr.Chris HemsworthMark RuffaloChris EvansScarlett JohanssonBenedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom HollandChadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly, Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.

Dopo gli eventi devastanti di Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero esserci.

Funko Pop: la Warner Bros. al lavoro sul film d’animazione

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Funko Pop: la Warner Bros. al lavoro sul film d’animazione

La Warner Animation Group (divisione della warner Bros.) svilupperà e produrrà un film basato sui Funko Pop, le celebri action figure in vinile ormai punto di riferimento per collezionisti in tutto il mondo. Da vent’anni lo studio e l’azienda fondata da Mike Becker collaborano per produrre giocattoli ispirati a franchise come Harry Potter, Universo DC e molti altri, e a consacrare questo sodalizio è Allison Abbate, vicepresidente esecutivo che gestirà la partnership:

Siamo entusiasti all’idea di dare vita ai personaggi Funko sugli schermi cinematografici. La loro nuova visione della cultura pop rende questi pezzo incredibilmente attraenti per i fan di tutte le età.” La Warner Animation Group, fa sapere Deadline, ha già assunto il regista e designer candidato all’Oscar Teddy Newton e il veterano della Disney Animation Mark Dindal.

Anche il CEO di Funko, Brian Mariotti, ha dichiarato che il progetto “rappresenta una bellissima opportunità e ci impegneremo a realizzare un film Funko straordinario che possa distinguersi per il suo merito. Non si tratta di vendere giocattoli o costruire un marchio. Il team di Warner Animation Group ha una visione unica di come dovrebbe essere il primo film e siamo estremamente entusiasti di intraprendere questo viaggio al loro fianco.

Fonte: Deadline

Funko POP! dedica una statuetta al prototipo dello scudo di Cap

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Funko POP! dedica una statuetta al prototipo dello scudo di Cap

In Captain America: Il Primo Vendicatore, vediamo Steve Rogers (Chris Evans) che entra in possesso dello scudo in vibranio di Captain America. Si tratta della prima versione dello scudo tondo, realizzata da Howard Stark, che non presenta ancora i colori dell’eroe, ed è ancora lucido e argentato.

Proprio a quella versione prototipo dello scudo, Funko POP! ha dedicato una statuina, che vede il giovane Steve Rogers, appena trasformato, che stringe in mano il prezioso oggetto consegnatogli da Stark in persona.

Lo trovate a questo link

Ricordiamo che il primissimo uso dello scudo che ha fatto Steve, è stato difendersi dai colpi di pistola di Peggy Carter (Hayley Atwell) che lo aveva visto appartarsi con una delle assistenti del colonnello Chester Phillips (Tommy Lee Jones).