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Tales of the Walking Dead: la serie antologica con Samantha Morton su Disney+

Tales of the Walking Dead

La serie antologica Tales of the Walking Dead, è l‘ultimo show arrivato dell’universo in espansione di The Walking Dead. Haifaa al-Mansour (The Good Lord Bird – La storia di John Brown, Motherland), Deborah Kampmeier (Star Trek: Picard) e Ron Underwood (Fear the Walking Dead, Cambio di direzione) hanno diretto ognuno un episodio, oltre al produttore della serie Michael Satrazemis (The Walking Dead, Fear the Walking Dead) che ne ha diretti tre.

Prodotto da AMC Studios, gli executive producer di Tales of the Walking Dead sono Scott M. Gimple, chief content officer of the Walking Dead Universe, e lo showrunner Channing Powell, che è stato sceneggiatore e produttore di The Walking Dead e Fear the Walking Dead.

Tales of the Walking Dead: quando esce e dove vederla in streaming

Tales of the Walking Dead in streaming uscirà a partire dal 25 novembre su Disney+. Un nuovo episodio in arrivo ogni lunedì.

Tales of the Walking Dead: trama e cast

Tales of the Walking Dead consiste in sei episodi originali autoconclusivi, incentrati su personaggi nuovi e già conosciuti all’interno dell’apocalisse zombie. Ogni episodio ha un tono e un punto di vista distinti, ma la posta in gioco è alta in ogni storia, e spinge nuovi indimenticabili personaggi a scelte e situazioni spietate e pericolose per la vita. L’apocalisse viene raccontata con occhi diversi, mostrando altri mondi, miti e misteri di The Walking Dead.

Tales of the Walking Dead è interpretato, tra gli altri, da  Olivia Munn (The Newsroom, X-Men: Apocalypse, Six), Samantha Morton (The Walking Dead, Harlots), Terry Crews (Brooklyn Nine-Nine), Parker Posey (Lost In Space), Anthony Edwards (Inventing Anna, WeCrashed), Poppy Liu (Dead Ringers), Jillian Bell (Crazy Night – Festa col morto), Loan Chabanol (Gigolò per caso), Embeth Davidtz (Old, Ray Donovan,Jessie T. Usher (Shaft, The Boys), Daniella Pineda (Cowboy Bebop), Danny Ramirez (Top Gun: Maverick).

Un efficace sistema di parental control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre al “Profilo Bambini” già presente sulla piattaforma, gli abbonati possono impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un pubblico più adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per garantire massima tranquillità ai genitori.

 
 

Il prodigio: la storia vera e la spiegazione del film

Il-prodigio-storia-vera

Disponibile su Netflix dal 16 novembre, il film Il prodigio (qui la recensione) è subito diventato uno dei titoli attualmente più chiacchierati del catalogo della piattaforma streaming. Diretto dal cileno Sebastian Lelio, regista anche di Una donna fantastica e Disobedience, questo è tratto dal romanzo omonimo di Emma Donoghue, autrice della sceneggiatura insieme allo stesso Lelio e Alice Birch e con un’ambientazione fissata al 1862 racconta del rapporto che si instaura tra l’infermiera Lib Wright (interpretata da Florence Pugh) e l’undicenne Anna O’Donnell, la quale afferma di non nutrirsi da mesi. Si parte dunque da un mistero da svelare, ma il film si apre poi a riflessioni e significati molto più profondi.

Il prodigio offre dunque un acceso scontro tra ragione e fede, individuo e comunità, affermandosi come un film di genere thriller intriso di una forte atmosfera evocativa, suo primario punto di forza. Non sorprende dunque che in breve tempo sia diventato un titolo molto discusso, sul quale si cercano sempre più informazioni. Ciò che in molti si sono chiesti, guardando il film, è quanto di ciò che viene narrato sia tratto da una storia vera. La risposta a tale domanda, in linea con il film, è piuttosto ambigua e aperta ad interpretazioni, ma aiuta anche a comprendere meglio il valore della pellicola in sé.

Il prodigio: la vera storia dietro al film

Come affermato dalla Donoghue, quanto raccontato nel libro è sostanzialmente una storia frutto dell’immaginazione della scrittrice. Eppure, vi sono diversi elementi che questa ha ripreso da alcune cronache provenienti direttamente da un tempo passato. Tra il XV e il XIX secolo, infatti, gli storici hanno registrato come in diversi paesi dell’Europa, come Gran Bretagna, Irlanda e Germania, si sia diffuso il fenomeno delle fasting girls, ovvero ragazze molto giovani, talvolta anche preadolescenti, che affermano di poter rinunciare al cibo per nutrirsi soltanto della presenza di Gesù Cristo.

Tra i casi approfonditi dalla scrittrice, vi sono in particolare quello di Sarah Jacobs, di Mollie Fancher e di Therese Neumann. La prima, originaria del Galles, è vissuta negli anni Sessanta dell’Ottocento e divenne nota quando, dopo una malattia decise di rifiutare il cibo che le veniva dato, in quanto temeva che se si fosse ripresa del tutto avrebbe dovuto riprendere il lavoro nella fattoria di famiglia. Stando a quanto riportato, i genitori decisero di strumentalizzare la cosa, affermando che la forza della fede permetteva alla figlia di rimanere in vita. Sfortunatamente, Sarah morì per il non essersi nutrita e i genitori vennero condannati per omicidio.

Anche le altre due, rispettivamente americana e tedesca, furono oggetto di casi simili, ma su di loro vi sono meno testimonianze e non si arrivò a stabilire se le due ragazze mentissero sulle loro capacità o meno. La scrittrice sembra dunque aver tratto profonda ispirazione in particolare da Sarah Jacobs, che nel film è dunque da ritrovare nel personaggio di Anna. L’infermiera Lib, invece, è un personaggio inventato ma basata sulle vere infermiere che tennero d’occhio la Jacobs per studiare il suo caso, controllando se davvero questa non mangiasse nulla come sosteneva. Un controllo ferreo che può aver attivamente contribuito alla morte della giovane.

Il-prodigio-spiegazione

Il prodigio: la spiegazione del finale

Giunti al finale del film, è tempo di fornire una spiegazione al come la giovanne Anna possa affermare di vivere senza mangiare, senza neanche mostrare alcun segno di deperimento. Il colpo di scena che dà la svolta al tutto arriva quando l’infermiera Lib ha l’intuizione di impedire che la giovane si veda con i suoi genitori per il momento della preghiera. A partire da questo isolamente totale ecco che Anna inizia infine a mostrare i segni di un fisico sempre più provato dalla mancanza di cibo. Lib scoprirà infine che la giovane aveva continuato ad alimentarsi finché poteva incontrarsi con i genitori e che questo avveniva tramite i baci che sua madre le dava.

La donna teneva infatti del cibo dentro la propria bocca, che passava poi ad Anna con i suoi baci. Il cibo che la giovane ricevava era dunque visto come la manna dal cielo che Dio le mandava. Quanto Anna stava facendo, ai suoi occhi, era dunque un modo per cercare il perdono divino per la morte del fratello, del quale si sente responsabile in quanto i due avevano rapporti incestuosi. La ragazza viene infine convinta da Lib a morire metaforicamente per rinascere come Nan, cambiando dunque identità e scappando con lei verso una nuova vita. Il fuoco che Lib appicca dunque alla casa per far credere che Anna sia realmente morta acquisisce dunque un valore metaforico, di ciò che brucia e risorge dalle proprice ceneri.

Così si struttura dunque il film di Lelio, come un potente racconto sulla fede e ciò che si compie in nome di essa, tanto nel bene quanto nel male. Al di là di cio, come avrà notato chi ha visto il film, questo inizia all’interno di uno studio cinematografico, una scelta metacinematografica dal quale si viene informati che quanto si vedrà è pura finzione e che occorre dunque sospendere l’incredulità. Attraverso tale espediente, Lelio sembra volerci ricordare di fare attenzione al confine tra il piacere di farsi raccontare una storia e il farsi ingannare da una fede fanatica che distorce la realtà dei fatti.

Fonti: Collider, DigitalSpy

 
 

Guardiani della Galassia Holiday Special recensione del film di James Gunn

Guardiani della Galassia Holiday Special

Dopo lo speciale di Halloween Werewolf by Night, la Marvel torna a regalare un nuovo piccolo assaggio di universo condiviso con Guardiani della Galassia Holiday Special, 45 minuti di ritorno nella galassia dei personaggi sgangherati portati per la prima volta sullo schermo da James Gunn nel 2014. Da allora ne è passato di tempo, e sebbene la quel film abbia avuto un solo seguito ufficiale, nel 2017, la squadra guidata da Peter Quill/Star Lord è comparsa in molti degli ultimi blockbuster Marvel Studios, non ultimo Thor: Love and Thunder, arrivato quest’estate al cinema.

Guardiani della Galassia Holiday Special, la trama

Nel breve speciale, troviamo i guardiani su Nowhere, intenti a sbrigare le loro faccende, mentre sulla Terra si avvicina il periodo di Natale. Sperando di tirare su di morale Peter, Mantis e Drax decidono di intraprendere una piccola missione per conto loro: organizzare una festa di Natale su Nowhere per Peter, con tanto di regalo speciale per lui. Ma cosa regalargli? L’idea più brillante che viene in mente loro è quella di portare al loro amico, impacchettato, l’eroico Kevin Bacon, l’attore preferito di Quill, che ancora pensa che Footlose sia il più grande film della storia del cinema. I due partono così per la Terra, destinazione Los Angeles, per cercare la casa di Bacon e portarlo nello spazio…

Come da tradizione di James Gunn, già le premesse della storia sono abbastanza folli, e il film si rivela effettivamente un piccolo divertissement che segue la follia dei suoi protagonisti, e che contemporaneamente riesce anche ad aggiungere un paio di elementi nuovi al MCU che finiranno sicuramente in continuity. 

Un mediometraggio in pieno “stile Guardiani”

L’occasione che poteva essere ghiotta per sperimentare qualcosa di nuovo si rivela invece un cauto gioco di riproposizione, tant’è che non ci sono sorprese, non c’è una ricerca o una vera spinta narrativa a parte l’utilizzo del “personaggio Kevin Bacon”, forse solo l’esigenze dello Studio di dare al pubblico un pezzetto di Guardiani, dato che il terzo film del franchise tarda ad arrivare (uscirà al cinema, salvo ulteriori ritardi, il 3 maggio 2023), principalmente per ragioni di ritardi legate al licenziamento provvisorio di Gunn nel 2018.

Guardiani della Galassia Holiday Special presenta tutti gli elementi caratteristici del franchise, è ironico, è buffo e goffo, ha un grande cuore e infatti la metafora Natalia finale è molto tenera, proprio per predisporci allo spirito delle feste incombenti, è colorato e pieno di personaggi caratteristici, oltre ad avere un occhio di riguardo per le musica, sia quella in scena che quella extra-diegetica. Dagli Smashin Pumpkin a Fountains of Wayne, James Gunn si è davvero sbizzarrito nello scegliere le tracce natalizie più insolite per musicare i suoi insoliti personaggi. E nel film tornano proprio tutti, da Peter a Mantis, da Drax a Groot e Rocket, passando per Nebula e  Kraglin, fino ad arrivare al ritrovato Cosmo, il cane spaziale, che ha la voce di Maria Bakalova (Borat 2). 

Insomma, Guardiani della Galassia Holiday Special è tutto ciò che poteva essere un mediometraggio sui guardiani ambientato nel periodo di Natale, spunta tutte le caselle giuste e si conferma buon intrattenimento. 

 
 

C’mon C’mon con Joaquin Phoenix approda su SKyY e NOW dal 26 novembre

C'mon C'mon

Arriva in prima tv su Sky C’mon C’mon, sabato 26 novembre alle 21.15 su Sky Cinema Due, in streaming su NOW e disponibile on demand. La pellicola, diretta da Mike Mills, racconta la storia di Johnny, un uomo di mezza età che – a causa di un’improvvisa crisi familiare che lo costringe a badare a suo nipote Jesse – impara a prendersi cura di un bambino per la prima volta. Protagonista è Joaquin Phoenix, affiancato da un cast che comprende Gaby Hoffmann e Woody Norman.

Il film è il racconto, carico di emozioni ma anche di divertimento, di un uomo piombato improvvisamente nel mondo profondamente stimolante e pervasivo dei genitori, con tutte le sue difficoltà e meraviglie. Attraverso momenti piacevoli, momenti tristi, notti silenziose e giornate sorprendenti, Johnny e Jesse trovano una fiducia momentanea, che li trasforma. Provano a tenersi stretti nei momenti di ansia, a dirsi ciò che di solito non dicono, a togliersi dai guai. E man mano che si avvicinano, la storia si espande fino a toccare temi molto più grandi: la nostra interconnessione, ciò che dobbiamo al futuro, ciò di cui abbiamo memoria, le persone che ricordiamo del nostro passato; il prendersi cura l’uno dell’altro diventa così un modo per guarire quando ci si muove verso l’ignoto.

La trama del film

Joaquin Phoenix è Johnny, un giornalista radiofonico molto preso da un progetto di lavoro che lo porta in giro per l’America a intervistare i bambini sul futuro incerto del nostro mondo. Sua sorella Viv (Gaby Hoffmann) gli chiede di badare a suo figlio di 8 anni Jesse (Woody Norman), mentre lei si occupa del padre del bambino, che ha problemi mentali. Johnny si trova a legare con il nipote in una maniera che mai avrebbe previsto, portandolo con sé in un viaggio da Los Angeles a New York e New Orleans.

 
 

DCU, tutti i film: quelli confermati, vociferati e quelli che, purtroppo, non si faranno

Joker: Folie à Deux

Recentemente abbiamo appreso che il regista di The Suicide Squad James Gunn e il produttore veterano Peter Safran guideranno il rinnovato DCU, supervisionando una sorta di nuovo franchise che sta finalmente prendendo la strada del MCU!

Si tratta di una notizia che i fan attendevano da tanto, anche se probabilmente ci vorrà ancora un po’ di tempo prima che venga rivelata una sorta di lista effettiva dei film che usciranno. Diamo un’occhiata ai progetti che siamo quasi certi si faranno, quelli di cui si parla da tempo, ma che ora è improbabile che diventino realtà, e valutiamo le possibilità che si concretizzeranno con il nuovo regime.

1E il resto…

henry cavill superman

Tra i film che non ci aspettiamo diventino realtà nel nuovo DCU ci sono Booster Gold, Blackhawk, Deadshot, Deathstroke, Gotham City Sirens, Metal Men e il Plastic Man al femminile. A questo si aggiungono non uno, ma ben due film su Superman. Il primo è stato sviluppato da J.J. Abrams e Ta-Nehisi Coates, con un protagonista nero e un’ambientazione d’epoca.

Il secondo, invece, è stato passato direttamente alla HBO Max con Michael B. Jordan che probabilmente interpreterà la versione di Calvin Ellis di Superman. Ora che Cavill riprenderà il ruolo, tuttavia, non possiamo immaginare che nessuno dei due sia una priorità della Warner Bros. Discovery.

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Prime Video conferma per altre due stagioni la serie Original britannica di successo The Devil’s Hour

The Devil's Hour

Prime Video porterà gli spettatori nel mondo di The Devil’s Hour altre due volte, confermando che la serie Original britannica di successo tornerà per una seconda e una terza stagione. Jessica Raine (Patrick Melrose) e Peter Capaldi (Paddington) riprenderanno i ruoli di Gideon e Lucy Chambers, e al loro fianco ci saranno Nikesh Patel (Starstruck), Phil Dunster (Ted Lasso), Meera Syal (Yesterday), Benjamin Chivers, oltre a nuovi personaggi. Le nuove stagioni saranno disponibili in esclusiva su Prime Video in più di 240 Paesi e territori, mentre la produzione inizierà nei primi mesi del 2023.

I due capitoli successivi della serie Original acclamata dalla critica continueranno la storia di Lucy Chambers (Jessica Raine), una donna alle prese con la ricerca di un serial killer, Gideon (Peter Capaldi), in modi che non avrebbe mai immaginato. Nella seconda stagione verranno alla luce le vere intenzioni di Gideon, quando cercherà di coinvolgere Lucy in una missione per fermare un’inafferrabile forza del male. Allo stesso tempo sequel e prequel del primo capitolo, non c’è da aspettarsi nulla se non l’inaspettato…

“Siamo entusiasti della risposta del pubblico a The Devil’s Hour, e non vediamo l’ora di condividere il prossimo capitolo di questa incredibile storia” ha dichiarato Dan Grabiner, head of UK Originals, Amazon Studios. “I fan della serie non possono che aspettarsi nuovi colpi di scena da questa storia eccezionale creata da Tom Moran, al suo debutto con una serie, e dare nuovamente il benvenuto al nostro talentuosissimo cast guidato da Jessica Raine e Peter Capaldi.”

The Devil’s Hour è prodotta da Hartswood Films (Dracula, Sherlock), scritta da Tom Moran, e ha come executive producer Steven Moffat (Doctor Who, Dracula, Sherlock), Moran, e Sue Vertue (Dracula, Sherlock). Sue Vertue, executive producer e CEO di Hartswood Films, ha affermato “Inutile dire che siamo felicissimi di poter continuare la storia di Lucy con due nuove stagioni. Tom Moran e la sua mente geniale hanno ancora in serbo molto per noi. La serie è sempre stata pensata come una storia dall’arco narrativo di tre stagioni e sarà un’esperienza entusiasmante.”

“Raccontare una storia per la TV non è affatto semplice,” ha aggiunto Tom Moran, creatore e sceneggiatore. “La prima stagione di The Devil’s Hour è stata solo l’inizio – il prologo di un romanzo TV. Sono così felice di poter continuare a girarne le pagine e mettere man mano i pezzi del puzzle al loro posto. Se pensavi che l’ultimo episodio della prima stagione contenesse tutte le risposte, forse non ti sei posto le giuste domande.”

La seconda e la terza stagione di The Devil’s Hour confermano la crescita delle produzioni Original britanniche disponibili su Prime Video, che si uniscono alle serie e ai film prodotti all’estero disponibili tra il 2022 e il 2023. Tra questi si annoverano 007’s Road to a Million, una serie di avventura unscripted ispirata a James Bond; un film sullo youtuber KSI con produttore esecutivo Louis Theroux; la serie true-crime The Confession; The Rig, con Martin Compston e Emily Hampshire; Mammals, scritta da Jez Butterworth e con James Corden e Sally Hawkins; e My Policeman, con Harry Styles, Emma Corrin, e David Dawson.

 
 

The Last of Us: nuovo poster ufficiale, la serie in arrivo dal 16 gennaio

The Last of Us

Nuovo poster per l’attesissima The Last of Us, in arrivo in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 16 gennaio 2023 in contemporanea assoluta con la messa in onda negli Stati Uniti.

Basata sull’omonimo videogioco acclamato dalla critica sviluppato da Naughty Dog in esclusiva per le piattaforme PlayStation, The Last of Us sarà disponibile in tutti i territori in cui Sky è presente, compresi Regno Unito e Irlanda, Italia, Germania, Austria e Svizzera. La storia di The Last of Us si svolge vent’anni dopo la distruzione della civiltà moderna. Joel, uno scaltro sopravvissuto, viene incaricato di far uscire Ellie, una ragazza di 14 anni, da una zona di quarantena sotto stretta sorveglianza. Un compito all’apparenza facile che si trasforma presto in un viaggio brutale e straziante, poiché i due si troveranno a dover attraversare gli Stati Uniti insieme e a dipendere l’uno dall’altra per sopravvivere.

The Last of Us

Nel cast Pedro Pascal nel ruolo di Joel e l’astro nascente britannico Bella Ramsey nel ruolo di Ellie. Gabriel Luna è Tommy, Anna Torv interpreta Tess, e l’attrice britannica Nico Parker è Sarah. Murray Bartlett veste i panni di Frank, Nick Offerman quelli di Bill, Storm Reid è Riley, e Merle Dandridge è Marlene. Il cast include anche Jeffrey Pierce nel ruolo di Perry, Lamar Johnson in quello di Henry, Keivonn Woodard nel ruolo di Sam, Graham Greene nel ruolo di Marlon, Elaine Miles nel ruolo di Florence. E con Ashley Johnson e Troy Baker.

La serie è scritta da Craig Mazin (Chernobyl) e Neil Druckmann (il videogioco The Last Of Us) che ne sono anche i produttori esecutivi. The Last of Us è una co-produzione Sony Pictures Television con Carolyn Strauss, Evan Wells, Asad Qizilbash, Carter Swan, e Rose Lam come produttori esecutivi. La serie è prodotta da PlayStation Productions, Word Games, The Mighty Mint, e Naughty Dog.

 
 

A tutto schermo 22: prima tappa a Modena per la proiezione di The Matchmaker

A tutto schermo 22

Modena è la prima tappa in presenza di A tutto schermo 22, la rassegna dedicata al cinema indipendente italiano di qualità a cura della Rete degli Spettatori e in collaborazione con la piattaforma www.cgtv.it di CG Entertainment. Anche questa edizione vedrà protagonista non solo il miglior cinema di finzione ma anche il mondo del documentario, un modo di fare cinema che è avanguardia rispetto ai linguaggi e alle tecnologie contemporanei.

Appuntamento giovedì 24 novembre alla Sala Truffaut di Modena – Via degli Adelardi 4 alle ore 21.15 (costo biglietto intero € 6.5, ridotto € 5) con la proiezione di The Matchmaker di Benedetta Argentieri, prodotto da Fandango e presentato Fuori Concorso all’ultima edizione della Mostra Internazionale D’arte Cinematografica di Venezia. Nel documentario la regista intervista Tooba Gondal, una delle più famose jihadiste britanniche.

Sinossi del film: Tooba Gondal è una delle più famose jihadiste britanniche. A soli 20 anni è scappata da Londra per unirsi allo Stato Islamico, divenendo famosa in tutto il mondo come The ISIS Matchmaker, in quanto accusata di aver reclutato sui social network diverse donne occidentali come mogli dei miliziani dell’ISIS. Non appena l’ISIS ha iniziato a perdere terreno, è scomparsa da internet. La regista Benedetta Argentieri l’ha ritrovata in un campo di prigionia in Siria due anni dopo, quando ormai l’ISIS aveva perso la guerra contro l’esercito di liberazione curdo, realizzando un’intervista in esclusiva. Quando si presenta, Gondal allude allo stereotipo della donna passiva, soggiogata dall’uomo sbagliato e non responsabile delle proprie azioni. La sua versione della storia gioca con il pregiudizio sessista e tipicamente occidentale che vede le donne della Jihad solo come accessori e non come soggetti attivi. Tooba è la ragazza amichevole, intelligente e remissiva che vediamo sullo schermo? O è un’estremista violenta e pericolosa?

L’intervista offre un’interessante riflessione sulla guerra santa islamica dal punto di vista delle donne che hanno fatto parte del califfato, combattenti e carnefici esse stesse.

A TUTTO SCHERMO nasce con l’obiettivo di intercettare tutta una serie di titoli italiani che hanno avuto poca tenitura in sala, a causa di mere logiche di mercato, o sono al momento transitati solo nel circuito festivaliero, per dar loro una nuova vita, una nuova possibilità di visione per un pubblico più ampio e variegato ormai abituato a nuove modalità di visione.

A TUTTO SCHERMO è un progetto a cura della Rete degli Spettatori in collaborazione con CG Entertainment, e con Cinefilos.it media partner dell’iniziativa. Iniziativa realizzata con il contributo e il patrocinio della Direzione generale Cinema e audiovisivo – Ministero della Cultura

 
 

Plaion Pictures annuncia 11 film, dall’horror alla commedia e molto altro!

Plaion Pictures

Plaion Pictures, azienda leader nella produzione e nella distribuzione di prodotti per l’intrattenimento digitale, è lieta di annunciare l’acquisizione di 11 nuovi film che saranno distribuiti prossimamente all’interno della sua ricca lineup.

Per cominciare, uno dei film più attesi del 2023, il trailer ha registrato più di 9 milioni di visualizzazioni in meno di due settimane dal suo rilascio, diventando un trending topic su Twitter, Facebook e tutti i social media: Winnie The Pooh – Blood and Honey, rivisitazione in chiave horror live action del classico libro per bambini di A. A. Milne, con i suoi protagonisti, Pooh e Pimpi, assetati di sangue come il pubblico non li ha mai visti.

Altro titolo di rilievo è Terrifier 2, horror scritto e diretto da Damien Leone, pellicola diventata un vero e proprio caso al box office USA grazie al passaparola e all’endorsement di maestri del genere come Stephen King. Il clamore intorno al film è stato tale da far chiedere dai fan di sottoporlo all’Academy tra i possibili candidati agli Oscar 2023, cosa che è poi avvenuta da parte della produzione.

Silent Night, adrenalinico action movie, entra nel catalogo e segna il grande ritorno del regista di Hong Kong, John Woo (Manhunt, Paycheck, Mission: Impossible II, tra gli altri) che dirigerà gli attori Joel Kinnaman (The Suicide Squad: Missione suicida) e Kid Cudi, noto per X – A sexy horror story e per Don’t look up. Nel film, dopo la morte del giovane figlio, un padre si addentra nel mondo criminale per vendicarlo.

Dai produttori Sam Raimi (Evil Dead, Drag Me to Hell, Doctor Strange in the Multiverse of Madness) e Roy Lee (IT, Doctor Sleep, Don’t Worry Darling) arriverà anche Boy Kills World, un action thriller ambientato in un mondo distopico con Bill Skarsgård (The Divergent Series: Allegiant, Atomic Blonde, IT) come protagonista.

Orphan: First Kill, un horror-thriller psicologico, prequel del cult Orphan del 2009, diretto da William Brent Bell (The Boy), che proprio come nel primo film, terrà lo spettatore con il fiato sospeso tra intrighi, sotterfugi e verità nascoste dal primo all’ultimo secondo.

Haunted Heart  è un intrigante thriller romantico, diretto dal regista premio Oscar Fernando Trueba. Interpretato da Matt Dillon (The House That Jack Built) e Aida Folch (The Artist and the Model).

Tra le altre acquisizioni, spaziando su generi diversi, si aggiungono: la commedia corale adolescenziale Camp, l’adrenalinico action di guerra Wolf Hound, il thriller-horror Old Man, lo zombie horror apocalittico Project Legion ed il thriller action ricco di suspense Fatum. Puoi trovare maggiori dettagli sulle nuove acquisizioni Plaion Pictures di seguito:

Winnie The Pooh – Blood and Honey

  • Regia: Rhys Frake-Waterfield
  • Cast: Amber Doig-Thorne, Maria Taylor, Danielle Ronald, Natasha Tosini, May Kelly, Paula Coiz, Natasha Rose Mills, Nikolai Leon, Craig David Dowsett, Chris Cordell
  • Genere: Horror
  • Sinossi: La rivisitazione in chiave horror live action del classico libro per bambini di A. A. Milne. Pooh e Pimpi vanno letteralmente su tutte le furie dopo essere stati abbandonati da Christopher Robin, che è in procinto di iniziare il college. Il fatto che Christopher Robin si sia allontanato da loro e non si sia più curato di nutrirli, ha reso la vita di Pooh e Pimpi piuttosto difficile. Regrediti alla loro natura bestiale, e non essendo più addomesticati, si trasformano in veri e propri predatori assetati di miele e… sangue.

Terrifier 2

  • Regia: Damien Leone
  • Cast: Lauren LaVera, David Howard Thornton, Jenna Kanell, Catherine Corcoran, Samantha Scaffidi, Kailey Hyman, Chris Jericho, Casey Hartnett, Katie Maguire
  • Genere: Horror
  • Sinossi: Dopo essere stato resuscitato da un’entità sinistra, Art the Clown ritorna nella timida città di Miles County dove prende di mira una ragazza adolescente e suo fratello minore nella notte di Halloween.

Silent Night

  • Regia: John Woo
  • Cast: Joel Kinnaman, Kid Cudi, Catalina Sandino Moreno, Vinny O’Brien, Yoko Hamamura
  • Genere: Action
  • Sinossi: Alla vigilia di Natale un padre in lutto mette in atto la sua tanto attesa vendetta contro una banda spietata.

Boy Kills World

  • Regia: Moritz Mohr
  • Cast: Bill Skarsgård, Jessica Rothe, Michelle Dockery, Brett Gelman, Isaiah Mustafa
  • Genere: Action – Thriller
  • Sinossi: Quando la sua famiglia viene assassinata, Boy, un giovane ragazzo sordomuto, viene addestrato da un misterioso sciamano a reprimere la sua immaginazione infantile e diventare uno strumento di morte.

Orphan: First Kill

  • Regia: William Brent Bell
  • Cast: Isabelle Fuhrman, Julia Stiles, Rossif Sutherland
  • Genere: Thriller-Horror
  • Sinossi: Prequel del cult Orphan del 2009, diretto da William Brent Bell. Dopo aver orchestrato una brillante fuga da una struttura psichiatrica estone, Esther si reca in America fingendosi la figlia scomparsa di una famiglia benestante.

Haunted Heart

  • Regia: Fernando Trueba
  • Cast: Matt Dillon, Aida Folch, Juan Pablo Urrego
  • Genere: Thriller
  • Sinossi: Thriller romantico diretto da Fernando Trueba con protagonisti Matt Dillon e Aida Folch. Alex inizia a lavorare in un ristorante come nuova cameriera. Nonostante abbia rapidamente conquistato il cuore di Enrico, si innamora del direttore del ristorante Max, ma Enrico inizia a portare alla luce indizi inquietanti sul passato oscuro e misterioso di Max.

Camp

  • Regia: Josh Yunis
  • Cast: Joey King, Sierra McCormick, Annalise Basso, Nolan Gould
  • Genere: Commedia
  • Sinossi: CAMP è una storia di formazione corale incentrata su un gruppo di adolescenti che esplorano amicizia, amore, romanticismo e tradimento nel loro ultimo anno di campo estivo.

Wolf Hound

  • Regia: Michael B. Chait
  • Cast: James Maslow, Trevor Donovan, Timothy Ritchey
  • Genere: Action, Guerra
  • Sinossi: Le audaci imprese del pilota di caccia ebreo americano Capitano David Holden e le operazioni della forza speciale tedesca KG 200, un’unità che abbatté, riparò e fece volare aerei alleati nella Francia occupata dai tedeschi nel 1944.

Old Man

  • Regia: Lucky McKee
  • Cast: Stephen Lang, Marc Senter, Patch Darragh
  • Genere: Thriller-horror
  • Sinossi: Quando un viaggiatore smarrito si imbatte in un vecchio che vive in una remota capanna nel bosco, i due iniziano una lunga conversazione che porterà alla luce le verità da cui sono scappati, i peccati che hanno cercato di dimenticare e il legame terrificante che li collega.

Project Legion

  • Regia: Lance Kawas
  • Cast: Brande Roderick, Donald Cerrone, Kelly Lynn Reiter
  • Genere: Horror
  • Sinossi: Un giovane è intrappolato nel suo appartamento con uno sciame di zombie fuori dalla sua porta. Deve escogitare un modo per superare la notte vivo e fuggire dall’appartamento 213.

Fatum

  • Regia: Juan Galiñanes
  • Cast: Luis Tosar, Álex García, Elena Anaya
  • Genere: Thriller
  • Sinossi: Un giocatore compulsivo e un cecchino d’élite si incontrano durante una rapina presso una casa di scommesse locale. Quando viene sparato un colpo di pistola, le successive 24 ore li gettano in una corsa contro il tempo perché il figlio malato del cecchino ha bisogno di un cuore e il figlio del giocatore ucciso potrebbe donargli il suo.
 
 

Close: trailer del film di Lukas Dhont

Guarda il trailer ufficiali del film Close di Lukas Dhont, che arriverà al cinema dal 4 gennaio 2023 distribuito da Lucky Red.

Presentato in concorso al 75° Festival di Cannes, dove ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria, e nella sezione della Festa del Cinema di Roma Alice nelle città, il film ha ricevuto anche quattro candidature agli European Film Awards 2022 (Miglior regista, Miglior attore, Miglior sceneggiatore e Miglior film europeo).

Dopo l’acclamato esordio con Girl (2018), selezionato per rappresentare il Belgio ai premi Oscar 2019 e insignito del premio Camera d’Or al 71° Festival di Cannes, il regista fiammingo Lukas Dhont torna al cinema con una profonda storia di amicizia e sulla ricerca dell’identità, raccontata attraverso il legame tra due ragazzi di 13 anni, Léo e Rémy, uniti da un affetto fraterno. Un evento inaspettato cambierà per sempre le loro vite, mettendo in discussione il loro legame. Close è un profondo e toccante coming of age, una storia di formazione che racconta il delicato passaggio dall’infanzia all’adolescenza, interpretata con grazia e naturalezza dai due giovani protagonisti.

Un giorno sono andato a visitare la mia vecchia scuola elementare” – ha dichiarato il regista Lukas Dhont – “I ricordi sono tornati alla mente, facendo riemergere quel tempo in cui era davvero difficile essere me stesso, senza filtri. I ragazzi si comportavano in un modo, le ragazze in un altro, mi sono sempre sentito come se non appartenessi a nessun gruppo. Essere intimo con un altro ragazzo sembrava solo confermare le supposizioni che altri avevano sulla mia identità sessuale. Ho cercato di fare ordine tra questi sentimenti, mettendo qualche parola nero su bianco: amicizia, intimità, paura, mascolinità… e ne è emerso Close”.

 
 

Annie Ernaux – i miei anni Super 8, al cinema dal 6 dicembre

Annie Ernaux – i miei anni Super 8

Arriverà nelle sale italiane dal 6 dicembre con I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection, dopo esser stato presentato con grande successo di pubblico e critica all’ultimo Festival di Cannes e alla Festa del Cinema di Roma, Annie Ernaux – i miei anni Super 8, diretto da Annie Ernaux e David Ernaux- Briot.

Il film diretto dal Premio Nobel per la letteratura 2022 insieme a suo figlio è un documentario composto da una serie di video girati dalla scrittrice francese e dalla sua famiglia con una cine-presa super 8, tra il 1972 e il 1981, accompagnati dalla voce narrante della Ernaux. Un vero e proprio baule di ricordi dal quale è stato ricavato un film intimo, che segue cronologicamente gli eventi, incorporando in sé lo scorrere del tempo, intercettando quelli che sono stati i tumultuosi cambiamenti avvenuti non solo in Francia, ma anche nel resto del mondo durante quel decennio.

Annie Ernaux – i miei anni Super 8, la trama

Le riprese in Super8 sono silenziose: passano sul muro, o su un lenzuolo bianco, e a commentarle c’è solo il crepitio del proiettore. Annie Ernaux, premio Nobel per la Letteratura 2022, dà voce a quei silenzi sovrapponendo le proprie parole a una raccolta di filmini familiari girati da lei e suo marito tra il 1972 e il 1981. Davanti e dietro la macchina da presa, la scrittrice racconta una storia intima che, come nei suoi libri, si intreccia con la Storia collettiva. I viaggi in giro per il mondo (dal Cile di Allende all’esotico Marocco, dall’Unione Sovietica alla misteriosa Albania), la quotidianità casalinga, le fughe in campagna e le crisi della famiglia Ernaux riflettono le emozioni e le insicurezze di un’intera classe sociale nei decenni successivi al Sessantotto. E offrono una testimonianza e un punto di vista unici e insostituibili su un momento storico in cui il nostro presente affonda saldamente le sue radici. 

 
 

Cartoons on the Bay approda a L’Aquila dell’1 al 3 dicembre

Dopo l’edizione estiva di Pescara, Cartoons on the Bay approda a L’Aquila con la Winter Edition celebrando in maniera particolare l’anima kids del Festival, tramite un fitto programma di appuntamenti e contenuti dedicato a giovanissimi e famiglie. Tutti gli eventi si svolgeranno presso il Cinema multisala Movieplex L’Aquila (Sale 1 e 2).

“Abbiamo pensato un programma che veda le bambine e i bambini non solo come spettatori ma anche e soprattutto come protagonisti attivi – ha dichiarato il direttore artistico di Cartoons on the Bay, Roberto Genovesi – con un forte coinvolgimento delle scuole. Inoltre abbiamo regalato a l’Aquila un fitto programma di lungometraggi in animazione vincitori di numerosi premi internazionali e due anteprime mondiali per tutta la famiglia con la presenza della protagonista Elva Trill, già nota al grande pubblico per la sua interpretazione in Jurassic World Dominion’’.

Saranno quasi 1000 gli studenti delle classi primarie e secondarie di primo grado attesi dall’1 al 3 dicembre per incontrare i volti e i personaggi più noti di Rai Gulp e Rai Yoyo. Moltissime attività in programma a partire dalle anteprime cinematografiche.

Si parte il 2 dicembre con A day with Santa, film che racconta di una vacanza concessa a Babbo Natale: a sostituirlo, nel suo faticoso lavoro, una ragazza, Santa Belle. Il 3 dicembre sarà la volta di Sherlock Santa, pellicola in cui Babbo Natale, a letto malato, ripete senza sosta la parola Lebanna, tutto questo mentre il Natale incombe. Per risolvere il caso l’assistente di Babbo Natale ricorre alla magia, evocando il più grande detective di sempre, Sherlock Holmes! Presenti in sala il regista Francesco Cinquemani e l’attrice protagonista Elva Trill.

Alle due anteprime si aggiungeranno le proiezioni dei film premiati nella scorsa edizione del Festival: Opal, vincitore del premio ‘Miglior Regia Pulcinella Awards 2022’, Belle premiato come ‘Miglior Sceneggiatura Pulcinella Awards 2022’, Troppo Cattivi che si è aggiudicato come miglior film il ‘Pulcinella Awards 2022’ e la proiezione speciale The Deer King.

Tra le moltissime attività in programma quelle proposte da Oreste Castagna, attore, regista e formatore teatrale che parlerà ai più giovani della magia del mestiere dell’attore, e presenterà Storie di Pace. Ma ci sarà anche Andrea Lucchetta con il suo Spike Team. E naturalmente Nicoletta Costa, autrice della celebre serie Nina & Olga.

Il 3 dicembre è in programma un grande spettacolo organizzato in collaborazione con Soluna Eventi che si aprirà con Armando Traverso e i pupazzi di Rai Radio Kids. La presentatrice Vera Vavassori introdurrà i pupazzi dei personaggi delle serie di Rai Kids, Puffi, Pinocchio e Freeda, Topo Tip e 44Gatti, che si alterneranno sul palco esibendosi in giochi che coinvolgeranno il pubblico.

Il poster di Cartoons On The Bay Winter Edition è disegnato da Nicoletta Costa.

 
 

Black Panther: Wakanda Forever, i 10 migliori Easter Eggs

Black Panther Wakanda Forever Official Trailer

Dopo una Fase 4 un po’ travagliata per i Marvel Studios, Black Panther: Wakanda Forever l’ha chiusa sicuramente in bellezza (anche se lo Speciale di Guardiani della Galassia su Disney+ sembra ormai destinato a essere l’ultima storia raccontata prima dell’inizio della Saga del Multiverso). In un anno in cui Doctor Strange nel Multiverso della Follia non ha convinto tutti e Thor: Love and Thunder ha deluso le aspettative di molti fan, il sequel di Black Panther è stato accolto con grande entusiasmo. Sebbene sia in gran parte un film standalone, presenta alcuni Easter Eggs di grande importanza: scopriamoli assieme.

1Il ritorno di Val

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Valentina Allegra de Fontaine è stata introdotta per la prima volta in The Falcon e The Winter Soldier, quando si è presentata per reclutare John Walker come agente degli Stati Uniti. In seguito, ha mandato Yelena Belova a cercare Occhio di Falco alla fine di Black Widow, e la sua terza apparizione nel MCU arriva in questo film.

In Black Panther: Wakanda Forever, apprendiamo che Val è il nuovo direttore della C.I.A., una sorpresa se si pensa che i Marvel Studios si sarebbero concentrati su una delle organizzazioni fittizie dei fumetti. Tuttavia, questo suggerisce che il governo degli Stati Uniti ha grandi progetti per gli eroi più potenti della Terra, offrendo una sottotrama alternativa in mezzo a tutta la follia multiversale in corso. Si prevede che questa situazione continuerà a verificarsi in Capitan America: New World Order e Thunderbolts.

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James Cameron racconta il divertente provino di Leonardo DiCaprio per Titanic

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Secondo il regista James Cameron, l’audizione di Leonardo DiCaprio per Titanic stava andando bene prima ancora che iniziasse. Cameron è noto per i suoi film enormi e pieni di azione, e Titanic è tra le più iconiche delle sue opere, la cui lista include The Terminator, Aliens e Avatar. Il suo sequel Avatar: la via dell’acqua sarà presentato in anteprima nelle sale il 14 dicembre, mentre un terzo film (dei cinque che ha annunciato) è già vicino al completamento.

Cameron descrive in dettaglio l’audizione di Leonardo DiCaprio a GQ e nota come sapeva che DiCaprio era destinato a impadronirsi del suo ruolo in Titanic. Mentre aspettava che l’attore arrivasse al loro incontro, il regista si è guardato intorno e ha notato che praticamente tutte le donne che lavoravano nel suo ufficio erano nella stanza, anche la loro contabile.

“Quindi è il turno di Leo, ricordo che c’è stato un incontro con Leo e poi c’è stato un provino con Leo. Quindi l’incontro è stato divertente, perché ero seduto nella mia sala conferenze in attesa di incontrare un attore, giusto? E mi guardo intorno e tutte le donne dell’intero ufficio sono in riunione lì per qualche motivo. Ad esempio, c’è una produttrice esecutiva donna, ok, va bene. Ma la nostra commercialista? [Ride] Perché era presente alla riunione? Volevano solo incontrare tutte Leo, era una situazione di isterismo. Mi sono guardato intorno e ho detto: “Penso di conoscere già la risposta alla domanda qui”.

La reazione delle colleghe di Cameron è comprensibile. Sebbene DiCaprio avrebbe fatto con Titanic il vero e proprio salto nell’Olimpo di Hollywood, il giovane attore lavorava già da anni e soprattutto era reduce dal Romeo+Giulietta di Baz Luhrmann che lo aveva reso una vera e propria icona romantica. Non c’è da stupirsi se tutte le donne alla produzione volevano avere il loro assaggio di quell’irresistibile Romeo moderno!

 
 

Quentin Tarantino spiega perché il suo decimo film sarà l’ultimo

Quentin Tarantino The Movie Critic

Quentin Tarantino spiega perché ha smesso di scrivere e dirigere film. Per molto tempo Tarantino ha affermato che il suo decimo film sarebbe stato l’ultimo, ed è una dichiarazione d’intenti a cui sembra attenersi. Contando Kill Bill vol. Uno e due come un film unico – i due insieme sono meglio conosciuti come Kill Bill: The Whole Bloody Affair – Tarantino conta di aver scritto e diretto nove film finora, vincendo due Oscar per la sceneggiatura.

In una conversazione con YMH Studios, Quentin Tarantino chiarisce perché il suo prossimo film, il decimo, sarà l’ultimo. La motivazione si riferisce in gran parte a come vuole chiudere la sua carriera dopo i successi di cui ha goduto.

“Ho fatto tutto quello che volevo fare. Ho avuto una carriera straordinaria. Ho avuto un’incredibile quantità di fortuna, un’incredibile fortuna. Non avevo idea che il pubblico… anzi, se avessi dovuto indovinare avrei immaginato che il pubblico non avrebbe accettato i miei film. E alla fine non è stato così. E sono stato in grado di lavorare in questo business al più alto livello che un regista possa lavorare. Voglio andarmene a quel livello elevato. Voglio andarmene quando l’uscita di un nuovo film di Quentin Tarantino è un evento. Non voglio essere quello di cui i fan dicono… “Ricordo quando ero così preso da lui. Ricordo quando ero così appassionato, ricordo quando avevo quella merda sul muro (riferito a un suo poster). È divertente e tutto il resto, ma è un uomo anziano, non è la stessa cosa ed è fuori dal mondo.”

Chissà se i colleghi più anziani e navigati di lui, allo stesso livello di “fortuna” saranno d’accordo con questo commento. Sembra però giusto dare a Tarantino il beneficio del dubbio: se il decimo suo film sarà davvero l’ultimo allora sarà sicuramente un evento aspettarlo.

 
 

Black Panther: Wakanda Forever, c’è la possibilità di una storia romantica tra Shuri e Namor?

Namor-black-panther

La star di Black Panther: Wakanda Forever Tenoch Huerta affronta la possibilità di una connessione romantica tra il personaggio di Namor, che interpreta nel film di Ryan Coogler, e Shuri di Letitia Wright. Il regista Ryan Coogler torna a dirigere il sequel del grande successo Black Panther del 2018, che vede la nazione di Wakanda piangere la perdita del re T’Challa mentre si occupa anche di Namor e del suo regno sottomarino di Talokan. Black Panther: Wakanda Forever presenta Shuri che assume il ruolo di Pantera Nera e il suo personaggio si trova rapidamente in contrasto con Namor e il suo approccio aggressivo per garantire la sicurezza della sua gente. Il film è stato un successo sia per il pubblico che per la critica, con un elogio particolare riscosso per la performance stratificata di Huerta come nuovo antagonista dell’MCU.

In una recente intervista con Rolling Stone, Huerta discute se ci siano elementi romantici nel legame tra Shuri e Namor in Black Panther: Wakanda Forever. I due personaggi sono in disaccordo per la maggior parte della durata del film, ma sembrano capirsi a un livello più profondo, in particolare durante una sequenza in cui Namor porta Shuri a Talokan. Sebbene alcuni fan credano che i due personaggi abbiano sentimenti romantici l’uno per l’altro, Huerta non è necessariamente convinto.

“Non credo che ci sia stato un legame romantico [tra di loro]. Penso che sia stato più un tocco umano, intimo. Voglio dire, nella storia dei loro regni, la storia della loro gente, condividono la stessa radice, e la minaccia viene dallo stesso posto per entrambi, per lo stesso motivo. Entrambi affrontano minacce da paesi occidentali come gli Stati Uniti e la Francia nella storia, a causa del vibranio, e delle risorse naturali. Penso che si colleghino in questo aspetto.

Voglio dire, quando incontri qualcuno e hai una buona relazione, che questa persona sia del genere che preferisci o meno, hai sempre questo approccio ambiguo. È normale. È umano. Quindi, penso che questo sia successo con entrambi. Se questo può evolversi in una relazione romantica o no? Non lo so. Non era nostra intenzione. Potrebbe succedere o no.

La parte bella di questa relazione è che non ha bisogno di essere romantica per essere profonda. Non ha bisogno di essere romantico per essere bello, luminoso e intimo. E questa connessione tra un uomo e una donna a diversi livelli non deve necessariamente concludersi in una relazione romantica. Ed è bellissimo, sai? Perché odio l’amore romantico. Penso che sia veleno. [Ride] Questi personaggi creano qualcosa… non lo so. Era magico, ma non necessariamente romantico”.

Black Panther: Wakanda Forever, la recensione del film Marvel

Il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità del suo personaggio, T’Challa. Black Panther: Wakanda Forever è arrivato nelle sale l’11 novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI.

Nel film Marvel Studios Black Panther: Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela Bassett), Shuri (Letitia Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba) lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia (Lupita Nyong’o) e di Everett Ross (Martin Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e Alex Livinalli.

 
 

Avatar: la via dell’acqua uscirà in Cina, che vieta i film Marvel dal 2019

Avatar 2 Sigourney Weaver

Avatar: la via dell’acqua uscirà ufficialmente nelle sale cinesi. Di recente, la Cina ha aumentato la censura rispetto ai film americani, soprattutto dall’inizio della pandemia di COVID-19. Ciò ha portato a molti enormi blockbuster, inclusi tutti i film del Marvel Cinematic Universe dal 2019, a non uscire su territario cinese, il che ha sottratto una grossa fetta ai loro potenziali profitti al botteghino.

Secondo Variety, è stato recentemente annunciato che Avatar: la via dell’acqua di James Cameron, il seguito a lungo rimandato del grande successo del 2009 Avatar, sarà una delle poche uscite americane dell’era della pandemia ad arrivare nelle sale in Cina. Il film uscirà in quel territorio il 16 dicembre, lo stesso giorno in cui sarà presentato negli Stati Uniti e nella maggior parte degli altri territori internazionali (in Italia arriva il 14). Arriverà sia nei cinema standard che in IMAX, l’ultimo dei quali ha costituito una parte enorme del motivo per cui l’originale è stato un tale successo al botteghino.

Avatar: la via dell’acqua, il film

Avatar: la via dell’acqua si svolge dentro e intorno all’oceano. Sully (Sam Worthington) e Neytiri (Zoe Saldana) hanno dei figli. “Ovunque andiamo”, dice Sully, “so una cosa, questa famiglia è la nostra fortezza”. Il sequel sembra ancora più sbalorditivo nella sua grafica blu intenso rispetto al film del 2009. Creature tutte nuove: vediamo i Na’vi su pesci volanti, uccelli, creature che comunicano con una balena, eppure in qualche modo divisi nonostante la loro affinità con la natura: le persone aliene sono divise, combattono l’una contro l’altra in una lotta tra pistole e frecce. È davvero un mondo completamente nuovo che alza la posta in gioco del precedente film 3 volte vincitore di Oscar.

Avatar: la via dell’acqua debutterà il 14 dicembre 2022, seguito dal terzo capitolo il 20 dicembre 2024. Per il quarto e quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche anno: 18 dicembre 2026 e 22 dicembre 2028.

Il cast della serie di film è formato da Kate Winslet, Edie Falco, Michelle Yeoh, Vin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno anche i protagonisti del primo film, ossia Sam Worthington, Zoe Saldana, Stephen Lang, Sigourney Weaver, Joel David Moore, Dileep Rao e Matt Gerald.

 
 

Idris Elba nelle prime immagini del film su Luther

Idris Elba fisico

Nuove immagini del prossimo film di Luther rivelano il ritorno di Idris Elba nei panni del personaggio iconico. Luther iniziò originariamente la sua vita come una serie TV, trasmessa su BBC One per cinque stagioni tra il 2010 e il 2019. Elba interpretava il detective John Luther, che deve lavorare con l’assassino Alice Morgan (Ruth Wilson) per aiutare a risolvere una varietà di casi.

Oggi, Empire ha condiviso due prime immagini del film seguito a Luther, la cui produzione è terminata questa primavera. La prima mostra il detective che si aggira in un arido paesaggio innevato che probabilmente indica il dramma e la posta in gioco della trama del film. La seconda è uno sguardo più da vicino a Idris Elba nel suo iconico abito di Luther.

Le prime immagini di Luther il film

 
 

Il Superman di Henry Cavill è fondamentale per la crescita del DCU, parola di Dwayne Johnson

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MAN OF STEEL, Henry Cavill, as Superman, 2013. ph: Clay Enos/©Warner Bros. Pictures/courtesy Everett Collection

Dopo l’uscita digitale di Black Adam questa settimana, Dwayne Johnson è andato su Twitter per condividere uno speciale videomessaggio sul futuro del suo franchise. Pur non rivelando spoiler o accenni a ciò che accadrà nei prossimi anni, Johnson ha parlato molto bene del Superman di Henry Cavill. L’attore di Black Adam ha chiarito che la versione del personaggio di Cavill è essenziale per rimpolpare il più grande DCU, poiché il suo coinvolgimento nel film è stato frutto di una grande battaglia.

“Dobbiamo riportare la forza più potente e inarrestabile di tutti i tempi in qualsiasi universo. Ragazzi, sapete di chi sto parlando, è Superman. Quello è Henry Cavill. Alla fine, lo studio non stava portando Henry indietro, inspiegabilmente e ingiustificatamente, ma non avremmo accettato un no come risposta, ci sono voluti anni per riportare Henry Cavill con conversazioni strategiche e non avremmo accettato un no come risposta. Unico modo logico per costruire l’universo DC senza la forza più potente e il più grande supereroe di tutti i tempi seduto in disparte, è impossibile da fare. Puoi fare un diagramma di Venn su questa cosa 90 volte ma tutto torna a “Dov’è Superman?” ‘ Devi avere Superman nel mix, ecco perché abbiamo lottato duramente per riportare in vita Superman”.

Black Adam – la recensione del film

Il cast completo di Black Adam, oltre a Dwayne Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo, annovera anche Noah Centineo (Atom Smasher), Quintessa Swindell (Cyclone), Aldis Hodge (Hawkman) e Pierce Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis, e Marwan Kenzari, che sarà invece l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato ancora svelato).

Black Adam, che sarà diretto da Jaume Collet-Serra (già dietro Jungle Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022. Black Adam è uscito al cinema in Italia giovedì 21 ottobre 2022.

Il progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua nemesi, Black Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla sua origin story. A quanto pare, il film su Black Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni duemila.

 
 

Margot Robbie paragona la follia di alcune scene di Babylon a The Wolf of Wall Street

Babylon Margot Robbie
Gentile concessione di Paramount PICTURES

Margot Robbie afferma che le scene della festa di Babylon assomigliano a quelle di The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese. Babylon è un racconto sopra le righe di prossima uscita del premio Oscar Damien Chazelle. La trama si concentra sui temi dell’ambizione e dell’eccesso mentre segue l’ascesa e la caduta di più personaggi nella Hollywood degli anni ’20. Robbie recita in Babylon nei panni di Nellie LaRoy, un personaggio immaginario che è stato costruito tenendo presenti più riferimenti di più attrici realmente esistite.

Come racconta Margot Robbie a Empire, il film ha scene che ricordano la follia di The Wolf of Wall Street. Quando l’attrice ha girato il film con Scorsese, a quanto pare ha pensato che “non sarebbe mai più stata in un film così folle come questo”. Babylon ha sfidato le aspettative di carriera di Robbie, che descrive il film come “folle” con “una quantità vertiginosa di dissolutezza”. “Una delle scene più inquietanti e caotiche a cui abbia mai assistito è in questo film e prevede una lotta con un serpente – spiega Robbie – Non ti dirò chi vince o perde quella battaglia, ma fidati di me, è folle.”

Babylon è un’epica storia originale ambientata nella Los Angeles degli anni ’20. La storia si svolge durante il grande passaggio dell’industria cinematografica dai film muti ai talkie. “Una storia di ambizioni smisurate ed eccessi oltraggiosi, ripercorre l’ascesa e la caduta di più personaggi durante un’era di sfrenata decadenza e depravazione nella prima Hollywood”, si legge nella sinossi.

Protagonisti sono Brad Pitt, Margot Robbie, Diego Calva, Jean Smart, Jovan Adepo, Li Jun Li, P.J. Byrne, Lukas Haas, Olivia Hamilton, Tobey Maguire, Max Minghella, Rory Scovel, Katherine Waterston, Flea, Jeff Garlin, Eric Roberts, Ethan Suplee, Samara Weaving e Olivia Wilde. Al cinema da Gennaio 2023.

Prodotto da Marc Platt, p.g.a., Matthew Plouffe, p.g.a., Olivia Hamilton, p.g.a. , con produttori esecutivi Michael Beugg, Tobey Maguire, Wyck Godfrey, Helen Estabrook, Adam Siegel.

La trama di Babylon

Dal Premio Oscar Damien Chazelle, regista di LA LA LAND e WHIPLASH, un racconto memorabile ambientato nella Los Angeles degli anni ’20. Babylon, una storia di ambizioni smisurate e di eccessi oltraggiosi, che ripercorre l’ascesa e la caduta di molteplici personaggi in un’epoca di sfrenata decadenza e depravazione nella sfavillante Hollywood.

 
 

Indiana Jones 5, ecco la reazione di Harrison Ford al suo de-aging

Indiana Jones 5

Indiana Jones 5 si aprirà con una scena in cui Indy affronta ancora una volta i nazisti, e Harrison Ford ha condiviso la sua reazione nel vedersi ringiovanito con il de-aging. Il film però si svolge principalmente negli anni ’60 e vedrà protagonisti Phoebe Waller-Bridge, John Rhys-Davies, Mads Mikkelsen e altri insieme al ritorno della Ford.

Indiana Jones 5 sarà l’ultima volta di Ford con la frusta e il fedora, e l’attore ottantenne si è seduto con Empire per discutere del film in uscita, che presenta una Harrison Fordringiovanito nella scena iniziale che si svolge negli anni ’40. Ford ha condiviso i suoi pensieri sul trovarsi faccia a faccia con il suo io digitalmente più giovane.

“Questa è la prima volta che lo vedo e ci credo. È un po’ inquietante. Non credo di voler nemmeno sapere come funziona, ma funziona. Non mi fa venire voglia di tornare giovane, però, sono contento di essermi guadagnato la mia età.”

Indiana Jones 5 è in gestazione da diversi anni, con il progetto inizialmente sviluppato da Steven Spielberg, prima che egli si ritirasse dal progetto. Il regista di Le Mans ‘66 e Logan James Mangold è poi stato chiamato a dirigere il film, con Harrison Ford confermatissimo nei panni dell’iconico avventuriero. Accanto a lui, in ruoli ancora non meglio chiariti, vi saranno gli attori Phoebe Waller-Bridge e Mads Mikkelsen. Quanto oggi mostrato sembra relativo, oltre allo stesso Jones, proprio ai personaggi interpretati da questi ultimi due attori. Indiana Jones 5 ha una data d’uscita attualmente fissata al 30 giugno 2023.

 
 

Black Panther: Wakanda Forever, Ryan Coogler scrive un commosso messaggio di ringraziamento ai fan

Angela Bassett Black Panther- Wakanda Forever
Angela Bassett in Black Panther: Wakanda Forever - Credit Marve/Disney

Il co-sceneggiatore e regista di Black Panther: Wakanda Forever Ryan Coogler condivide un’emozionante lettera aperta, ringraziando i fan che hanno visto il film nelle sale. Il film è stato designato Certified Fresh sul sito aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes. Al momento in cui scriviamo, Black Panther: Wakanda Forever ha una valutazione dell’84% da parte della critica e finora ha guadagnato oltre $ 300 milioni al botteghino USA e circa $ 561,7 milioni in tutto il mondo.

I Marvel Studios hanno condiviso un messaggio del regista di Black Panther: Wakanda Forever, Coogler, che ringrazia apertamente coloro che hanno visto il film nelle sale e lo hanno sostenuto attraverso il passaparola e la discussione in generale. Continua e ringrazia il pubblico per aver esercitato la pazienza riguardo a diversi aspetti che potrebbero aver distaccato alcuni spettatori, come la durata, o il fatto che il film racconta anche di argomenti non proprio leggeri, come l’elaborazione del lutto, o ancora il fatto che il film comprenda sei lingue in tutto e che molte parti sono sostenute dai sottotitoli.

Black Panther: Wakanda Forever, la recensione del film Marvel

Il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità del suo personaggio, T’Challa. Black Panther: Wakanda Forever è arrivato nelle sale l’11 novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI.

Nel film Marvel Studios Black Panther: Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela Bassett), Shuri (Letitia Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba) lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia (Lupita Nyong’o) e di Everett Ross (Martin Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e Alex Livinalli.

 
 

The Northman arriva su SKY e Now

The Northman

Arriva in prima tv su Sky The Northman, film epico sui Vichinghi di Focus Features, firmato dal visionario sceneggiatore e regista Robert Eggers (The Witch, The Lighthouse), mercoledì 23 novembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K, in streaming su NOW e disponibile on demand, anche in qualità 4K. 

Con Alexander Skarsgård e un cast corale che include Nicole KidmanAnya Taylor-JoyEthan HawkeWillem Dafoe THE NORTHMAN racconta la storia di vendetta che ha ispirato l’Amleto di Shakespeare e rivisita i miti norreni, le saghe islandesi e le leggende vichinghe attraverso l’attenzione di Eggers sull’arte e i dettagli autentici. La sceneggiatura è di Eggers e del poeta, romanziere, paroliere e sceneggiatore islandese Sjón.

La trama del film

Dal visionario regista Robert Eggers arriva The Northman, un film epico ricco di azione, che racconta la storia di un giovane principe Vichingo che vuole vendicare l’omicidio del padre. Il film ha un cast corale di grandi star, che include Alexander Skarsgård, Nicole Kidman, Claes Bang, Anya Taylor-Joy, Ethan Hawke, Björk e Willem Dafoe.

THE NORTHMAN– Mercoledì 23 novembre in prima tv alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K, in streaming su NOW e disponibile on demand anche in qualità 4K.

 
 

Doctor Strange nel Multiverso della Follia, rivelati dei concept eccezionali

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L’artista di Weta Digital Aaron Black, che ha lavorato a Doctor Strange nel Multiverso della Follia, ha condiviso nuovi concept art del film inutilizzati. Le opere d’arte presentano vari design del mondo da incubo che Doctor Strange di Benedict Cumberbatch avrebbe potuto esplorare nel sequel mentre si avventurava nel multiverso.

Uno dei mondi presenti nella concept art raffigura una grande guerra, con zeppelin e aerei nazisti che volano sopra un complesso campo di battaglia che include truppe militari, carri armati, combattenti a cavallo e quello che sembra essere un esercito medievale in cima a una montagna. Un paio di pezzi non raffigurano mondi ma mostrano entità cosmiche in grande dettaglio, inclusa quella che sembra una potente entità tigre. Tutti i concept art condivisi possono essere trovati sul profilo ArtStation dell’artista. Di seguito sono riportati alcuni dei pezzi, incluso il suddetto mondo di guerra.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: recensione del film con Benedict Cumberbatch

Doctor Strange nel Multiverso della Follia vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez). Nel cast è stato confermato anche Patrick Stewart nel ruolo di Charles Xavier. Doctor Strange nel Multiverso della Follia è uscito al cinema il 4 maggio 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

 
 

Creed 3: l’avversario interpretato da Jonathan Majors sarà “difficile da odiare”

Creed 3 film 2022

Creed 3 sarà incentrato su una tesa riunione tra Adonis Creed e un amico d’infanzia, interpretato da Jonathan Majors, che è stato incarcerato per diciotto anni. Questa dinamica segnerà un allontanamento dai precedenti film di Creed, i cui antagonisti non avevano un legame affettivo con Adonis. Michael B. Jordan ha parlato di questo cambiamento con Empire.

“Penso che abbia un’intensità e una realtà di personaggio che non abbiamo mai visto prima. È un personaggio con i piedi per terra che è antagonista per natura, ma viene da un posto onesto, prova emozioni vere. Non è il cattivo che fa roteare i baffi; volevo che le persone potessero capirlo, per rendere le cose complicate. Penso che quei personaggi siano i più complicati e interessanti da guardare”.

GUARDA LA NUOVA FOTO DI CREED 3

CREED 3 ci mostrerà Adonis Creed in azione contro Jonathan Majors nei panni del misterioso nuovo antagonista del film, Damian Anderson. Il primo trailer del film vede Adonis (Michael B. Jordan) alle prese con il suo successo, ma il suo passato lo raggiunge in grande stile quando un vecchio amico (supponiamo che Adonis avesse qualcosa a che fare con il suo arresto) esce di prigione dopo un periodo di 18 anni dietro le sbarre e si posiziona come il prossimo sfidante di Creed.

I film di Creed non hanno mai deciso di reinventare la storia di Rocky Balboa, ma i primi due sono stati molto efficaci nella posta in gioco di azione/dramma, e quest’ultima puntata sembra essere altrettanto incisiva. CREED 3 è diretto da Michael B. Jordan con Michael B. Jordan, Tessa Thompson, Jonathan Majors e Phylicia Rashad.

Creed 3 – la trama ufficiale

Dopo aver dominato il mondo della boxe, Adonis Creed (Michael B. Jordan) ha prosperato sia nella sua carriera che nella vita familiare. Quando un amico d’infanzia ed ex prodigio della boxe, Damian (Jonathan Majors), riemerge dopo aver scontato una lunga pena in prigione, è ansioso di dimostrare di meritare il suo posto sul ring. Il confronto tra ex amici è più di una semplice rissa. Per regolare i conti, Adonis deve mettere in gioco il suo futuro per combattere Damian, un combattente che non ha nulla da perdere.

Michael B. Jordan si siede per la prima volta dietro la macchina da presa per dirigere questo terzo capitolo del franchise drammatico di boxe. Tessa Thompson e Phylicia Rashad riprenderanno i rispettivi ruoli, ma Sylvester Stallone non tornerà come Rocky Balboa. Zach Baylin e Keenan Coogler hanno scritto la sceneggiatura. Prodotto da Irwin Winkler, pga, Charles Winkler, William Chartoff, David Winkler, Ryan Coogler, Michael B. Jordan, Elizabeth Raposo, Jonathan Glickman e Sylvester Stallone, Creed 3 uscirà nei cinema 2 marzo 2023. Distribuito da Warner Bros. Pictures.

 
 

Black Panther: Wakanda Forever e l’arrivo del villain Doctor Doom

Attenzione! Questo artico post contiene SPOILER di Black Panther: Wakanda Forever

Non fraintendiamoci: Black Panther: Wakanda Forever non sancisce il debutto definitivo di Doctor Doom nell’MCU. Tuttavia, il film inserisce un sacco di indizi che alludono all’arrivo del sovrano della Latveria in Black Panther 3. Originariamente, Victor von Doom era un nemico dei Fantastici Quattro e un rivale personale di Reed Richards, ma successivamente nella Marvel Comics ha svolto un ruolo significativo come cattivo per molti altri eroi. 

Il sequel di Black Panther: Wakanda Forever non è ancora stato confermato ufficialmente, ma le possibilità narrative sono state comunque lasciate aperte per il futuro. Stando a Wakanda Forever, Doom potrebbe avere a che fare con le Pantere Nere.

1Ironheart crea un collegamento con Infame Iron Man di Doctor Doom

Armor Wars Infamous Iron Man

Anche il debutto di Ironheart (Riri Williams) in Black Panther: Wakanda Forever è un buon segno per l’arrivo di Doctor Doom nell’MCU. Nei fumetti, in una delle prime apparizioni come successore di Iron Man, Riri incontra Victor von Doom. Nell’episodio, nel tentativo di riscattarsi Doom si impossessa del mantello di Tony Stark e diventa Infame Iron Man. Doom prova ad essere un eroe ma viene ostacolato da Mephisto e da Hood e torna al suo tipico status di super criminale dell’universo Marvel. Ugualmente, Doom potrebbe arrivare nell’MCU come Infame Iron Man per poi diventare un cattivo nel sequel di Black Panther: Wakanda Forever.

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Spaccaossa, la recensione del film di Vincenzo Pirrotta

Spaccaossa recensione

Difficile considerarlo un esordiente, dopo tanti anni di attività e un curriculum nel quale si affaccia anche il grande cinema, ma che spazia dalla letteratura al teatro. Dove, come regista, Vincenzo Pirrotta ha raccolto diversi riconoscimenti, prima di scegliere di mettersi alla prova dietro la macchina da presa. Verrebbe da aggiungere ‘finalmente’ a vedere lo Spaccaossa che Luce Cinecittà distribuisce nelle sale dal 24 novembre, e nel quale l’artista partinicese è interprete e sceneggiatore. Insieme – eccezionalmente, in un film che non li vede apparire in scena – a Ficarra e Picone, sempre più in stato di grazia dopo la splendida prova offerta ne La stranezza di Roberto Andò e qui in veste anche di produttori.

Una storia vera, un male profondo

Tutto nasce “da quando una notizia di cronaca ha conquistato i miei pensieri assumendo le fattezze di un cancro da espellere” spiega lui stesso, rendendo l’intensità e la forza di una vicenda che sarebbe riduttivo descrivere come una delle tante storie di criminalità e sfruttamento ambientate nel nostro Sud e in Sicilia. Un racconto che piano si insinua e diffonde, via via che il quotidiano arrangiarsi del protagonista ci mostra il suo privato, le sue personali disperazioni e quelle dei tanti che attraverso lui arriviamo a conoscere.

Delinquenti e vittime, volontarie ma non per questo meno tormentate, ugualmente costretti nello stesso inferno. Quello di un magazzino di Palermo dove si svolge l’attività di una organizzazione usa a frantumare braccia e gambe di consenzienti malcapitati, disposti a farsi spaccare le ossa per intascare una minima parte dei lauti indennizzi assicurativi risultanti dalla truffa. Il lavoro di Vincenzo è quello di reclutare i candidati tra i miserabili della città, spesso persone conosciute, amici di amici, o alle quali è legato in maniera particolare, come la Luisa di Selene Caramazza, tossica e vagabonda. Almeno fino a quando anche lui non finisce per avere problemi economici.

L’inferno degli spaccaossa

Sono molti gli sguardi con i quali si può osservare il dramma messo in scena, e su più livelli. Per la verità della storia raccontata senza giudizi o complessi di superiorità, e per l’equilibrio trovato nel farlo. Che evita ci si affidi a un ‘banale’ crescendo o a un’abituale sommatoria di crisi e conflitti, ma riesce a trarre il meglio dai tanti attori coinvolti, tutti ben diretti e inseriti nella composizione. Da Simona Malato, Maziar Firouzi, Gabriele Cicirello, Paride Cicirello, Maurizio Bologna, Claudio Collovà e la Rossella Leone moglie di Ficarra, ai vari Giovanni Calcagno, Filippo Luna e Luigi Lo Cascio tutti svolgono il proprio compito, con Ninni Bruschetta in particolare evidenza, al pari della Aurora ‘Rory’ Quattrocchi, capace persino di aggiungere un brivido horror alla sua caratterizzazione della ‘povera’ madre del nostro eroe.

Appare meritato, dunque, il consenso ottenuto dalla critica e dagli addetti ai lavori dopo la presentazione in anteprima nell’ambito delle Giornate degli Autori dell’ultima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Al quale ci si augura segua un adeguato successo di pubblico, e di botteghino, nonostante i preoccupanti livelli medi del box office italiano. Perché non sono molti i film capaci di toccare lo spettatore senza approfittare di ricatti morali o pornografia di vario genere, e di sorprendere con lo spettacolo di una realtà che ci circonda e che non sempre sembriamo – potere, o volere? – vedere per come si mostra.

Il ritmo, la fotografia (di Daniele Ciprì), le musiche, tutto concorre alla creazione di un’inerzia travolgente pur nella sua apparente fissità, di un intorno all’interno del quale diventa meno difficile comprendere una sottocultura fatta di droga, violenza e ludopatia. E con un piccolo sforzo di fantasia, o umanità, riuscire a trovare le similitudini con un approccio culturale ed esistenziale, ormai comune, che subordina tutto al risultato, all’appartenenza a una ristretta cerchia e alla fruizione di supposti benefici. Come se principi, dignità o senso di giustizia non servissero nel futuro che, coerentemente, il film e i suoi personaggi disegnano, nero, malato, privo di speranza, senza scampo.

 
 

Pinocchio, la recensione del film di Guillermo del Toro

Pinocchio di Guillermo del Toro

Il regista messicano è pronto a tornare in grande stile con il suo Pinocchio di Guillermo del Toro, in maniera più semplice Pinocchio, rivisitazione della storia di Carlo Collodi Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino. La scelta di inserire il suo nome nel titolo della pellicola è chiara: il racconto qui proposto non è lo stesso di quello conosciuto, c’è la sua rilettura.

L’idea di costruire un nuovo universo del burattino di legno nasce al regista messicano nel 2008, un progetto molto ambizioso che però vede nel 2017 una rinuncia anche a causa dei costi troppo elevati del film. Per fortuna Netflix nel 2018 decide di acquistarne i diritti, mettendo di nuovo in moto la sua lavorazione. Il prodotto è un film d’animazione realizzato con la tecnica dello stop-motion, e arriverà nelle sale cinematografiche dal 4 dicembre e su Netflix dal 9 dicembre.

Pinocchio di Guillermo del Toro, la trama

Prima Guerra Mondiale. Geppetto (David Bradley) è un falegname che vive in un paesello nel Nord Italia insieme a suo figlio Carlo, al quale insegna l’arte dell’artigianato. Una sera, ultimato un lavoro che l’uomo aveva fatto in chiesa, i due vengono colpiti da un bombardamento aereo, che causa la morte di Carlo. Il lutto per la perdita del figlio porta Geppetto a consolarsi nelle bottiglie di alcol, consumate sulla lapide del bambino.

È ora il ventennio fascista. Dopo essere rientrato da una delle sue solite visite alla tomba, preso da un momento di collera, il falegname inizia a intagliare su un pezzo di legno grezzo una sorta di burattino incompleto. Nella notte, però, uno Spirito (Tilda Swinton) dall’aspetto etereo giunge in casa per regalargli la vita, dando la possibilità a Geppetto di essere nuovamente felice. Non appena questo prende vita, diventando Pinocchio (Gregory Mann), le avventure che deve subito affrontare insieme al grillo Sebastian (Ewan McGregor), per rendere orgoglioso il padre, lo portano faccia a faccia con la vera dittatura.

Dentro il racconto di del Toro

Se Guillermo del Toro avesse dovuto presentare il suo Pinocchio esattamente come introduce i racconti estraendo oggetti dal suo wunderkammer in Cabinet of Curiosities, avrebbe esordito così: “Questa è la storia di un burattino di legno, pregna però di sfumature oscure, contorni crudi e verità forse inaccettabili. Questo, signori, non è il Pinocchio che conosciamo”. E non c’è niente di più vero.

Le opere di Del Toro si distinguono principalmente per tre fattori: lo sfondo politico, l’atmosfera pseudo religiosa, lo spazio gotiche. E qui, nel suo Pinocchio, tali caratteristiche si presentano tutte in maniera equilibrata, evidenziando la sua impronta registica – e stilistica – che si estende a macchia d’olio lungo l’impianto narrativo del film. D’altronde, se non avesse potuto marchiare la storia di Collodi seguendo i dettami della sua arte, probabilmente il film non sarebbe mai esistito.

Il regista apre la finestra della realtà credibile sull’universo di Pinocchio, proponendo un racconto in cui condizione umana e politica si intrecciano e si fondono. Del Toro opera allo stesso modo di Il labirinto del fauno, rinunciando però qui alle eccessive sfumature fiabesche, il cui guizzo si può riscontrare piuttosto negli insegnamenti di vita che il burattino assorbe nel suo percorso di crescita. Questi, infatti, arricchiscono la trama di continui moniti, veicolati allo spettatore attraverso tematiche sulle quali spesso si ha timore di soffermarsi: la storia e l’evoluzione, a volte terribile, del genere umano.

Quello che porta al cambiamento e alla crescita, a maggior ragione se inserito in un avvenimento storico di rilievo quale – in questo caso – il periodo ostico della dittatura, non può essere mostrato attraverso colori sgargianti e morbidi climax, ma piuttosto esposto con una crisi profonda e un ostacolo, quello sociale e politico, che va al di là degli happy ending. È questa l’opera di Del Toro.

Pinocchio di Guillermo del Toro film 2022
Cr: Netflix © 2022

Una “favola” antifascista

In una sceneggiatura che ha prediletto il taglia e cuci, il regista spoglia la storia della sua bellezza favolistica, riducendo Pinocchio agli elementi essenziali in grado di far virare ad una narrazione molto più impattante a livello contenutistico. Del Toro fa camminare il suo burattino nelle difficoltà di una Italia intrappolata nel ventennio fascista, in un contesto di assoggettamento del popolo al suo Duce, dalle cui labbra pendono tutti i personaggi che Pinocchio incontra lungo il cammino, e di cui si serve per prendere consapevolezza.

L’ambiente politico è il primo vero tema caldo dello script, in cui emerge l’inclinazione del burattino a non soccombere come gli altri al Podestà, uno dei principali villain che vede in lui un’arma indistruttibile ai fini della guerra – essendo immortale – e di cui le truppe militari fasciste possono farne uso. Ciò che corrode l’intero villaggio in cui Pinocchio è “nato”, ma che si annida come muffa in tutto lo stivale, è la famosa propaganda “Il Duce ha sempre ragione”, seguita da un discorso dittatoriale che seppur non si senta, si riesce a percepire: “La libertà senza ordine e senza disciplina significa dissoluzione e catastrofe.”

Il tessuto del film si districa proprio attraverso questo concetto “Mussoliniano” a cui Pinocchio si ribella, imponendosi come individuo capace di fare la differenza a dispetto di chi, con credenze bigotte di fronte al suo essere “semplicemente di legno” – seppur venerino Gesù, fatto di legno, sulla croce – lo reputi una maledizione e un’opera del Diavolo. Eppure lui, nonostante sia di pino, si rivela essere più umano di quelli fatti di carne e ossa poiché, al contrario di come succedeva all’epoca di Benito Mussolini, riesce ad esercitare il libero arbitrio. Ecco dunque la morale principale del regista: essere diversi, e in questo caso sovversivi, può divenire un atto salvifico.

Una storia di fragilità umana

Sin dalle prime inquadrature, il cui ricco setting evidenzia una minuziosa lavorazione del profilmico, è chiaro ciò che Del Toro porterà all’occhio attento dello spettatore: questa è una fiaba che non sa di meraviglia, sa di verità. Da Steve Barron, passando a Robert Zemeckis e finendo a Roberto Benigni, l’avventura coming of age di Pinocchio è sempre stata smorzata da toni prevalentemente caramellosi e semplici, il cui obiettivo era viaggiare sulle ali della fantasia, più che impegnarsi in un reale racconto di formazione. E alla domanda “cosa si cela dietro la storia di Pinocchio?” fino ad oggi è riuscito a rispondere esaustivamente solo il regista messicano.

Nelle pellicole antecedenti la rivisitazione deltoriana, Geppetto è stato designato come un uomo il cui desiderio era avere un figlio a cui donare tutto l’amore di cui avesse bisogno. Ma nessuno, fino ad oggi, aveva tentanto di esplorare davvero il passato del falegname per capire da cosa potesse derivare tale necessità, fornendo solo qualche informazione poco dettagliata a riguardo. Del Toro invece osa. E osa più che bene. Entra nella condizione di fragilità umana di Geppetto e ne restituisce una versione cruda e senza filtri di un uomo lacerato dal lutto, il cui avvenimento lo ha condotto sulla strada dell’alcolismo mentre piange disperato sulla lapide del suo bambino, Carlo.

Carlo, un figlio strappato troppo presto dalle braccia del padre per colpa dei bombardamenti della Prima Guerra Mondiale; un bambino vittima della guerra come tanti altri; un figlio, che diventa il figlio di tutti, il cui padre non è riuscito ad accettare la sua morte improvvisa, e che nel tentativo di addormentare un dolore che brucia costantemente nel petto, si abbandona tristemente a se stesso. Entrare in contatto profondo con il background di Geppetto prepara emotivamente alla storia. Accende il processo dell’identificazione e permette alla fruizione di essere molto più densa e, per certi versi, molto più difficile ma necessaria per una mise en scene il cui elemento realistico è garantito.

Comprendere a pieno chi fosse Geppetto prima di Pinocchio, imprime di valore il rapporto dell’uomo con il burattino di legno. Se all’inizio il falegname era restio ad accettare la sua presenza a causa della ferita ancora aperta di Carlo, il loro tendersi progressivamente la mano per costruire un legame di fiducia reciproco, conferisce alla nascente relazione padre-figlio il taglio del vero amore.

Bellezza stilistica

Se Del Toro ha impiegato diverso tempo per la produzione del suo Pinocchio, la visione del prodotto ne fa capire il motivo. La tecnica dello stop-motion non è di sicuro un “metodo” semplice per costruire delle pellicole, specie se in termini di minutaggio queste risultino essere lunghe. Basti pensare che per un movimento del personaggio ripreso, bisogna scattare precisamente 24 fotogrammi e le espressioni facciali, seppur impercettibili, devono essere diverse. Eppure, ogni personaggio che entra a far parte di questo lungometraggio è pieno di sfaccettature, di dettagli, di cura. L’attenzione e la minuzia nel disegnarli e portarli in vita è evidente: passando dai tratti del grillo, che seppur non abbia un volto umano sa trasmettere tutte le emozioni che prova, e finendo a quelli di un Geppetto le cui lacrime che solcano il viso sembrano reali.

L’ambiente, poi, è ben studiato. Di solito, lo spazio-tempo attorno ad un personaggio deve essere molto pieno nei fumetti per restituire al lettore un orientamento della scena. Al cinema, l’ambiente ha senz’altro una sua importanza e rilevanza, ma molto fa la bravura degli attori e non è sempre scontato che quando invece si tratti di dare vita ad un film d’animazione, che potrebbe essere paragonato ad un fumetto, si ponga accortezza sul luogo. Nel Pinocchio di Del Toro, invece, il setting principale, rappresentato dal villaggio, sembra condurre realmente nel paesello arroccato nel Nord Italia. Non c’è senso di vuoto, ma pienezza completa e misurata, senza la presenza di elementi superflui. La scelta cromatica, seppur ampia, predilige come sempre nel cinema deltoriano la prevalenza dell’ambra, che garantisce un”atmosfera sia magica che realistica. Il tutto, poi, amalgamato con le spettacolari musiche di Alexandre Desplat.

Pinocchio di Guillermo del Toro risulta perciò un film la cui bellezza favolistica cede il passo a quella reale, i cui tratti spesso sono crudi ma mai eccessivi. Il suo essere un film antifascista lo trasforma in un inno alla libertà in cui il suo protagonista dimostra che a volte, anche se c’è meno fiaba, si può sempre indirizzare un messaggio d’amore, di patria e di crescita. E così Del Toro ci ricorda che tutte le favole, alla fine, nascono da frammenti di realtà rielaborati. Ed è per questo che dall’altra parte noi riusciamo a imparare.

 
 

Il prodigio: recensione del film con Florence Pugh

Il prodigio film recensione
Cr. Aidan Monaghan/Netflix © 2022

Proiettato per la prima volta il 2 settembre in occasione del Telluride Film Festival, il prodigio è la nuova pellicola diretta dall’argentino Sebastian Lelio (Disobedience).  La sceneggiatura, tratta dall’omonimo romanzo di Emma Donoghue, è nata dalla collaborazione di quest’ultima insieme a Lelio e ad Alice Birch. Nel cast ritroviamo spiccare la stella nascente del cinema contemporaneo Florence Pugh (Piccole donne, Don’t worry, darling) nel ruolo dell’infermiera inglese Elisabeth Wright. Il film è già stato candidato per ben 12 categorie per i British Independent Film Awards, tra cui anche per la miglior regia, miglior performance protagonista e miglior performance esordiente per Kìla Lord Cassidy nei panni della piccola Anna.

Un miracolo irlandese

Irlanda 1862: Elisabeth Wright è un’infermiera chiamata in un piccolo villaggio irlandese per assistere una bambina, Anna. Giunta a destinazione, scopre dal comitato di medici e chierici che si occupano della questione che Anna è perfettamente sana: l’unica anomalia è che non mangia da quattro mesi. Mentre i preti del villaggio e la famiglia della piccola tendono a credere che si tratti di una sorta di miracolo divino, un medico vuole scoprire come razionalmente questo possa essere possibile. Per questo motivo viene dato a Elisabeth e ad una suora il compito di sorvegliare Anna giorno e notte per scoprire come possa sopravvivere senza nutrirsi. La bambina afferma di nutrirsi di manna dal cielo. Pur avendo vietato il comitato ogni contatto con la paziente, tra l’infermiera e la piccola si instaura un rapporto sempre più stretto. Ciononostante, Elisabeth, decisa a scoprire il segreto di Anna, evita che lei abbia alcun contatto con altre persone, compresi i suoi familiari: a questo punto, le condizioni fisiche della bambina iniziano a peggiorare terribilmente.

Il prodigio
L’infermiera Wright visita Anna

Il prodigio: In. Out.

Già dai primi attimi de Il prodigio è possibile carpire l’originalità del film: la prima scena si apre su un set cinematografico. Una voce narrante introduce le vicende e la sua protagonista, mentre l’occhio dello spettatore è lasciato libero di vagare per il set, fino a soffermarsi su una scena specifica, da cui prende il via la storia. Con il volgersi alla fine della pellicola, si ha un ritorno nella realtà del set cinematografico. Questo è un tentativo da parte del regista di rompere la quarta parete, instaurando un contatto più diretto con il pubblico: diventa chiaro anche nel momento in cui alcuni personaggi durante le vicende guardano fisso nella macchina da presa, guardano gli spettatori. La rottura della quarta parete qui però è parziale, neanche paragonabile allo stile di Woody Allen (Io & Annie), in cui il pubblico diventa un vero interlocutore.

Un elemento che spicca ne Il prodigio è la performance di Florence Pugh. L’attrice con ogni suo ruolo sta andando ad affermare sempre di più la sua bravura, aggiudicandosi un posto tra le stelle della nuova generazione del cinema Hollywoodiano. Elisabeth Wright è una donna forte, indipendente, ha perso la fede in Dio ed ha una visione razionale del mondo. Con la sua intelligenza prima fa di tutto per smascherare l’inganno di Anna, e poi cercherà di proteggerla e guarirla quando ella diviene più debole e deperita. Nel buio della sua camera, Elisabeth, Lib, nasconde i segreti del suo passato in un piccolo fagotto: due calzettine di lana da neonato ed una boccettina con una sorta di sciroppo, magari una qualche forma di oppiaceo, ed un ago. Si tratta del fantasma della sua vita passata, suo marito e sua figlia, morta poche settimane dopo la sua nascita. Un personaggio certamente molto complesso, che però, tramite l’interpretazione della Pugh, trasmette tutta la sua tenacia al pubblico.

“We are nothing without stories”

Una tematica focale ne Il prodigio è proprio quella delle storie, o meglio del potere che una credenza può avere su un individuo. Anna e la sua famiglia hanno una fede ceca in Dio, giustificano il dolore della vita terrena come necessario per la pace eterna in paradiso dopo la morte. Il ruolo della religione si va a delineare maggiormente nella seconda metà del film, ma fin da subito si può notare la persistente presenza della fede nella vita della famiglia: le continue preghiere bisbigliate dalla bambina, trenta tre volte, la quasi totale assenza di preoccupazione da parte dei genitori verso Anna. Per quanto  la fede possa dare all’uomo una speranza perenne, il fanatismo può portare effetti terribili, può rendere l’uomo un essere ceco e irrazionale.

 
 

Mystic River: libro, trama e cast del film di Clint Eastwood

Mystic River film

Un monumento vivente del cinema come Clint Eastwood non sembra sbagliare mai un colpo, nemmeno raccontando una storia semplice, e molto americana, come quella di Mystic River. Considerato uno dei suoi maggiori capolavori, il film del 2003 è un cupo thriller incentrato su un difficile caso di omicidio che coinvolge tre personaggi un tempo amici stretti. In un America dove la violenza è all’ordine del giorno, scegliere di chi fidarsi diventa una responsabilità non da poco, e Eastwood porta in scena tutto ciò con il grande gusto che da sempre contraddistingue la sua messa in scena. Il film non è però una storia originale, bensì la trasposizione del romanzo La morte non dimentica.

Scritto da Dennis Lehane, uno dei maggiori romanzieri statunitensi, che con questo libro del 2001 trovò fama mondiale. In questo si ritrova non solo una grande storia noir, ma anche uno studio approfondito di personaggi psicologicamente complessi, ognuno con i suoi lati di luci e tenebre. Arrivato all’attenzione di Eastwood, che vi ritrovò molti dei temi a lui cari, il romanzo venne presto opzionato e trasformato in film. Questo avrebbe dovuto essere girato in Canada, ma il regista insistette affinché le riprese avvenissero a Boston, vera ambientazione della storia. Presentato poi in concorso al Festival di Cannes, Mystic River non ottenne qui alcun riconoscimento se non il plauso della critica.

Arrivato in sala, però, si affermò come un grande successo economico. A fronte di un budget di 30 milioni di dollari, il film arrivò ad incassarne circa 156 in tutto il mondo. Divenne poi uno dei protagonisti della stagione dei premi, ottenendo sei nomination agli Oscar e vincendone due. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle differenze con il romanzo. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Mystic River: la trama del film

La storia si apre nel 1975, quando Sean, Jimmy e Dave non sono che tre ragazzini, amici inseparabili proiettati a loro insaputa verso un cupo destino. La loro infanzia termina infatti il giorno in cui Dave viene rapito e abusato sessualmente. Pur riuscendo infine a tornare a casa, nulla sarà più come prima. Venticinque anni dopo, la quiete di Boston viene nuovamente sconvolta dal brutale omicidio di Katie, la figlia di Jimmy. Disperato, questi inizia a cercare una propria personale vendetta, mentre sul caso investiga Sean, ora poliziotto. I loro sospetti finiranno per ricadere proprio su Dave, il quale sembrerebbe poter aver avuto più di un motivo per commettere quel delitto. In un susseguirsi di accuse e sospetti, il sangue chiamerà necessariamente altro sangue e la vendetta troverà infine il modo di compiersi, giusta o meno che sia.

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Mystic River: il cast del film

Ad interpretare il principale protagonista del film, Jimmy Markum, è l’attore Sean Penn. Questi fu da subito la prima scelta di Eastwood per il ruolo, e con la sua performance l’attore arrivò a vincere il suo primo Oscar come miglior attore. Per dar vita a Jimmy, Penn cercò di calarsi quanto più possibile nella mentalità del personaggio e della città di Boston. Il risultato è un’interpretazione struggente e particolarmente complessa per quantità di emozioni manifestate. Il ruolo del poliziotto Sean Devine era originariamente stato affidato a Michael Keaton, il quale aveva anche iniziato a fare diverse ricerche per questo. Un mese prima dell’inizio del set, però, egli lasciò il film a causa di un litigio con Eastwood. Venne allora sostituito da Kevin Bacon, il quale si recò a lavorare in un ufficio di polizia in preparazione al ruolo.

Tim Robbins, celebre per il film Le ali della libertà, interpreta invece il problematico Dave. Un ruolo particolarmente complesso, grazie al quale egli vinse l’Oscar come miglior attore non protagonista. Nel film sono poi presenti altri noti attori come Laurence Fishburne, nei panni del sergente Whitey, collega di Sean. Marcia Gay Harden è invece Celeste Boyle, la moglie di Dave. Anche lei ha ottenuto la candidatura all’Oscar per la sua interpretazione, senza però vincere. Laura Linney, invece, interpreta Annabeth Markum, moglie di Jimmy. È inoltre presente l’attore Eli Wallach, il quale ha un breve cameo nei panni del signor Loonie. Questi, grande amico di Eastwood sin dai tempi di Il buono, il brutto, il cattivo, raccontò di aver girato la propria scena in un’unica ripresa, tanto l’intesa tra lui e l’amico regista era forte e chiara.

Mystic River: le differenze tra il libro e il film

Nell’adattare il celebre romanzo si è cercato di rimanere quanto più fedeli possibile alla storia scritta da Lehane. Vi sono però inevitabilmente alcune differenze, che hanno permesso al racconto di acquisire una forma più consona al mezzo cinematografico. Il primo di questi si ritrova nella scoperta di quanto accaduto a Katie, la figlia di Jimmy. Il film lo spettatore viene a conoscenza della sua morte dopo i primi 30 minuti, mentre nel libro la ricerca della ragazza dura molto di più, e permette all’autore di descrivere minuziosamente il contesto della città. Allo stesso modo, anche il personaggio di Dave è particolarmente semplificato. Nel romanzo, questi è estremamente complesso psicologicamente e attanagliato dai traumi della sua infanzia, legati alla pedofilia. Nel film tutto ciò è presente, seppur in maniera meno evidente.

Anche la storia personale del poliziotto Sean è qui in parte tralasciata per favorire la trama principale. Nel romanzo, infatti, il rapporto con la moglie da cui è separato è maggiormente approfondito, mentre nel film questo è lasciato sullo sfondo. Particolarmente diversa è anche la rappresentazione della scena d’apertura del film, legata al rapimento di Dave. I tre amici, infatti, nel film stanno giocando lungo la strada e vengono avvicinati da due estranei, entrambi anziani. Nel romanzo, invece, si trovano vicino la stazione dei treni, e i due sequestratori sono uno giovane e biondo e l’altro anziano. Molti degli aspetti di questo rapimento sono sintetizzati nel film, così da permettere di far rientrare un romanzo di oltre 400 pagine in due ore di racconto.

Mystic River: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Mystic River è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà semplicemente iscriversi, in modo del tutto gratuito alla piattaforma. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà a disposizione un determinato limite temporale entro cui effettuare la visione. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno mercoledì 23 novembre alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb