Durante la promozione di Avengers: Infinity War, Tom Holland si è trovato nella difficile posizione di parlare di Miles Morales, lo Spider-Man che ha avuto di recente una sua serie animata e che è stato anticipato già in Homecoming. Holland ha detto: “Sono sicuro che qualcosa accadrà. Mi piacerebbe molto lavorare con Miles, sarebbe grandioso. Abbiamo senza dubbio posto alcuni tasselli importanti nel primo film.”
Il riferimento è ovviamente al personaggio di Donald Glober, che nel film interpreta lo zio di Miles Morals anche se il ragazzino non viene mostrato. Tuttavia, a causa di una domanda di Benedict Cumberbatch, Holland stava per raccontare molto di più, e forse lo ha fatto involontariamente.
Cumberbatch ha chiesto chi fosse Morales, non essendo lettore di fumetti, e Tom Holland ha cominciato a spiegare che era un altro Spider-Man che lavorava in coppia con Peter Parker. “Lavorano insieme, come una squadra. A dire il vero, in quella versione… beh, non ne voglio parlare perché potrei…” dire troppo? Completiamo noi.
In realtà, i lettori di fumetti sono consapevoli del fatto che Morales e Parker non si incrociano mai, visto che nell’universo in cui Miles è Spider-Man, Parker è morto. Tuttavia, le parole di Tom possono far immaginare a un progetto specifico dei Marvel Studios, che potrebbe vedere Peter e Miles combattere fianco a fianco. Che ne pensate?
Avengers: Infinity War, il secondo trailer del film Marvel Studios
Un viaggio cinematografico senza precedenti, lungo dieci anni, per sviluppare l’intero Marvel Cinematic Universe, Avengers: Infinity War di Marvel Studios porta sullo schermo il definitivo, letale scontro di tutti i tempi. Gli Avengers e i loro alleati supereroi devono essere disposti a sacrificare tutto nel tentativo di sconfiggere il potente Thanos prima che il suo attacco improvviso di devastazione e rovina metta fine all’universo.
Anthony e Joe Russo dirigono il film, che è prodotto da Kevin Feige. Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Michael Grillo e Stan Lee sono produttori esecutivi. Christopher Markus & Stephen McFeely hanno scritto la sceneggiatura. Avengers: Infinity War arriverà nei cinema USA il 27 aprile, dal 25 aprile in Italia.
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Fonte: CBM



Schietto, ironico, ma anche cattivo, il Silvio di Paolo Sorrentino (non sentiamo mai pronunciare il suo nome completo) è un uomo a un bivio, così come lo sono gli spettatori che per completare la visione e il quadro che il regista ha dipinto dovranno aspettare fino all’uscita di Loro 2.
Tanti i temi raccolti in Youtopia di Carboni, e tutti di grande attualità. Dalle conseguenze della crisi economica sulle famiglie al dilagante desiderio di possesso di ciò che non si ha, per arrivare infine al tema principale: quello della fuga dalla realtà in un mondo virtuale che oggi sembra poter essere accostato all’idea di utopia. Con uno sguardo iperrealistico, e per questo anche inquietante, il regista porta avanti la sua indagine su come il mondo e l’umanità stiano evolvendo. Un evoluzione che è in realtà un’involuzione, che dà vita a personaggi tetri, fragili, spietati. A sottolineare il crescente degrado della società è il modo in cui il tema della prostituzione online venga affrontato da madre e figlia, come se all’interno di un mondo brutale ciò non fosse nulla di scandaloso, anormale.
La fortuna di Carboni è però quella di avere un trio di attori che riesce a reggere il film e i rispettivi ruoli. Matilde De Angelis continua a convincere come attrice, sfoggiando sempre nuove potenzialità, mentre Donatella Finocchiaro si misura abilmente con un ruolo dalla complessa drammaticità. A troneggiare è infine Alessandro Haber, nel ruolo di Ernesto, vero e proprio orco che non si fa scrupoli nella sua ricerca della continua trasgressione. Un ruolo difficile da digerire per la sua brutalità, brillantemente interpretato e che permette ad Haber di sfoggiare nuove sfumature di personalità.
Quanto costruito nella prima parte di film, viene tuttavia a perdersi nella seconda, dove l’atmosfera assume nuove forme. Una volta raggiunto il climax di metà film, questo sembra poi perdere molta della sua attrattiva, affidandosi a soluzioni criptiche e ad un linguaggio filmico che allontanano lo spettatore dal rapporto prima stabilito.
