Home Blog Pagina 52

Red Sonja: il primo trailer del film!

0
Red Sonja: il primo trailer del film!

Era passato così tanto tempo dall’ultimo aggiornamento sul reboot di Red Sonja che molti fan avevano perso le speranze di vedere il film, ma a marzo abbiamo saputo che il progetto aveva trovato un distributore statunitense nella Samuel Goldwyn Films e ora è stato finalmente pubblicato il primo trailer ufficiale. Il teaser mostra la She-Devil with a Sword (la star di Revenge, Matilda Lutz) catturata dallo spietato Dragan (Robert Sheehan) e costretta a combattere in un’arena in stile gladiatorio.

Sonja riesce a fuggire e si unisce a un gruppo di compagni guerrieri per vendicarsi di Dragan e di sua moglie, Dark Annisia (Wallis Day). Il film sembra ricco di scene d’azione sanguinose, creature fantastiche (realizzate con effetti speciali sorprendentemente ben fatti) e persino il famigerato bikini di maglia metallica di Sonja fa la sua comparsa, anche se non indossato da lei.

La sinossi ufficiale recita: “Catturata. Incatenata. Costretta a lottare per sopravvivere. Red Sonja deve farsi strada combattendo attraverso le fosse insanguinate dell’impero di un tiranno e radunare un esercito di emarginati per riconquistare la sua libertà e sconfiggere Dragan e la sua spietata sposa, Dark Annisia”. Il film ha inoltre ricevuto una classificazione R per “violenza forte e sanguinosa”.

È stato inoltre rilasciato anche un primo poster ufficiale, che si può vedere nel post qui sotto:

Quando vedremo Red Sonja?

Dopo oltre un decennio di tentativi di portare avanti il progetto con diversi scrittori e registi in varie fasi, Millennium è finalmente riuscita a mettere in produzione il suo reboot di Red Sonja nel 2022, con il regista di Solomon Kane, M.J. Bassett al timone e Lutz che prende il posto dell’attrice di Ant-Man and the Wasp e Thunderbolts* Hannah John Kamen nel ruolo della temibile guerriera del titolo.

Il primo trailer è stato proiettato per i presenti al San Diego Comic-Con lo scorso anno, ma ad oggi non abbiamo ancora visto alcun filmato ufficiale. Speriamo che questa nuova foto BTS sia il segnale che a breve potranno esserci aggiornamenti sul film, come un primo teaser. Parlando del film a Collider lo scorso anno, il produttore Les Weldon ha promesso che “i fan potranno vederlo presto”.

Abbiamo appena finito il montaggio. Il film è molto radicato e molto reale, se vogliamo, ma ci sono un paio di sequenze in cui dobbiamo mettere a punto la CGI in modo che non si guardi e si dica: ‘Oh, quella creatura non c’era proprio’”. Abbiamo quindi terminato il film e siamo pronti a passare alla fase successiva di post-produzione”.

Nel corso di un’intervista del 2022, invece, Bassett ha rivelato di aver deciso di modificare un aspetto chiave della storia di Sonja: il suo brutale stupro da parte dei nemici predoni. “Non mi interessano le donne di fantasia che usano [lo stupro] come motore di motivazione”, ha detto. “Non è una motivazione forte. È solo un essere umano nel mondo della femminilità”.

Insieme a Lutz nel cast troviamo anche Robert Sheehan (The Umbrella Academy), Wallis Day (Krypton), Michael Bisping (xXx: Return of Xander Cage), Martyn Ford (F9: The Fast Saga), Eliza Matengu (Thor: Love and Thunder), Manal El-Feitury (Code Red) e Katrina Durden (Doctor Strange).

Arctic: la storia vera dietro il film

Arctic: la storia vera dietro il film

Arctic, del 2018, è un intenso film di sopravvivenza diretto da Joe Penna e interpretato da un magistrale Mads Mikkelsen, unico protagonista in scena per gran parte della pellicola. Il film racconta la storia di un uomo disperso nell’Artico dopo un incidente aereo, costretto a sfidare le condizioni estreme del gelo polare per tentare di salvarsi e salvare una giovane donna ferita. In un’ambientazione spoglia e inospitale, il film costruisce la sua tensione attraverso il silenzio, la fatica, e la lotta quotidiana per la sopravvivenza. È un racconto asciutto, essenziale, quasi privo di dialoghi, che lascia spazio solo all’istinto e all’umanità.

Il film si inserisce a pieno titolo nel genere del “survival movie”, accanto a titoli come The Revenant con Leonardo DiCaprio, All Is Lost con Robert Redford, o 127 ore con James Franco. A differenza di molti di questi film, però, Arctic rinuncia al flashback e al melodramma, scegliendo una narrazione lineare, cruda e quasi documentaristica. La regia, fredda e rigorosa, accompagna lo spettatore nell’isolamento assoluto del protagonista, sottolineando quanto ogni piccola scelta possa fare la differenza tra la vita e la morte. Il minimalismo della messa in scena è controbilanciato dalla performance fisica e carismatica di Mikkelsen, vero cuore del film.

Proprio per il suo stile asciutto e realistico, Arctic ha spinto molti spettatori a chiedersi se la storia raccontata sia ispirata a eventi realmente accaduti. Il film, infatti, evita ogni concessione all’eroismo spettacolare, privilegiando la verosimiglianza e la tensione drammatica quotidiana. Nel prosieguo dell’articolo, risponderemo proprio a questa domanda: quella di Overgård è una storia vera? E se no, a quali fatti o immaginari collettivi si ispira? E, in generale, quanto è plausibile ciò che vediamo nel film?

Arctic cast

La trama di Arctic

Protagonista della vicenda è l’uomo noto come Overgård, del quale non vengono forniti dettagli su chi sia o come sia arrivato dove si trovi. Egli è infatti bloccato nel circolo polare artico, in attesa di soccorsi che potrebbero non arrivare mai. Nel frattempo, la sua routine quotidiana consiste nel controllare le lenze da pesca, mappare l’ambiente circostante e far funzionare un segnale di soccorso alimentato da una dinamo a manovella. Il più delle volte è inoltre costretto a doversi confrontare con la durezza dell’ambiente circostante, in particolare proteggendosi dagli attacchi di orsi polari in cerca di cibo.

La sua sorte sembra cambiare nel momento in cui un elicottero riceve la sua richiesta di soccorso. Nell’atterraggio, però, il velivolo si schianta uccidendo il pilota e ferendo gravemente l’altra passeggera. Overgård si prende cura di questa portandola nel suo rifugio, cercando di medicarle la ferita. Il fatto di parlare lingue diverse, inoltre, non aiuta a risolvere la situazione. Entrato in possesso di una mappa, questa rivela all’uomo la presenza di un altro rifugio non molto distante. Arrivare lì e cercare ulteriore soccorso sarà dunque la sola possibilità per entrambi di avere salva la vita. Per riuscirci, però, dovranno affrontare numerosi pericoli lungo il percorso.

La storia vera dietro il film

Nonostante il suo stile realistico e il tono asciutto, la storia raccontata in Arctic non è tratta da eventi realmente accaduti. Il film, scritto da Joe Penna e Ryan Morrison, è una sceneggiatura originale che nasce dall’intento di raccontare una vicenda di sopravvivenza essenziale, quasi archetipica, in un contesto estremo. L’ambientazione glaciale, l’assenza quasi totale di dialoghi e la lotta contro la natura riportano immediatamente a una dimensione universale, in cui l’eroe non ha nome né passato esplicito: è un simbolo della resilienza umana, più che un ritratto biografico.

Arctic film

Detto questo, esistono numerose storie vere che richiamano per intensità e contesto quella narrata in Arctic. Una delle più celebri è la vicenda di Leonid Rogozov, medico sovietico che nel 1961, durante una spedizione in Antartide, fu costretto ad auto-operarsi per un’appendicite in condizioni estreme. Oppure il caso del pilota di aerei Art Scholl, scomparso durante un volo di addestramento in condizioni proibitive, anche se meno noto. Più in linea con il film è la tragica spedizione di Franklin nel XIX secolo, in cui due navi inglesi scomparvero tra i ghiacci canadesi e i superstiti tentarono disperatamente di salvarsi a piedi.

Infine, la vera fonte d’ispirazione di Arctic sembra essere l’immaginario collettivo del “sopravvivere all’inospitale”, alimentato da cronache di naufragi, incidenti aerei in territori remoti e racconti di isolamento estremo. L’Artico, come luogo reale e mitico, incarna perfettamente questa idea: è una soglia tra il mondo e il nulla, tra la vita e la sua assenza. Arctic si inserisce dunque in questa tradizione, non per documentare un fatto preciso, ma per evocare una condizione umana senza tempo: quella di chi, da solo, deve scegliere ogni giorno di resistere.

Il nucleo della storia che volevamo raccontare è rimasto lo stesso nel corso delle riscritture, e può essere ambientato ovunque, nell’Artico o in un deserto. Basta cambiare le meccaniche delle sue sfide, tutto qui”, ha detto Penna nel corso di un’intervista. Penna ha quindi spiegato che il film approfondisce la natura della psiche umana. La narrazione non fornisce alcun retroscena ai suoi personaggi, aggiungendo valore al tema universale della storia e consentendo un’esplorazione approfondita dell’umanità.

Mads Mikkelsen in Arctic

Nonostante sia un’opera di finzione, Arctic è però sorprendentemente realistico nella rappresentazione delle tecniche di sopravvivenza in condizioni di questo genere. Secondo esperti del settore, il protagonista compie infatti scelte credibili e fondate: si ripara all’interno del relitto dell’aereo, raziona con attenzione le scorte di cibo, stabilisce segnali visibili per eventuali soccorritori e tenta la traversata solo quando le condizioni lo impongono. Anche l’uso del rampino per la pesca, la costruzione di una slitta e la gestione della ferita della donna ferita sono azioni coerenti con le conoscenze basilari di sopravvivenza polare.

Naturalmente, sono presenti alcune “concessioni cinematografiche”. La resistenza fisica del protagonista è leggermente idealizzata, soprattutto nel mantenere lucidità e forze per giorni interi sotto temperature estreme. A parte questo, Arctic evita gli eccessi spettacolari tipici di molti survival movie, scegliendo una rappresentazione sobria, priva di eroismi forzati. Questo approccio ha reso il film credibile anche per esperti di spedizioni e ambienti estremi, che lo hanno elogiato come uno dei film più accurati del genere. La coerenza con la realtà non è totale, ma altamente plausibile.

Match Point: la spiegazione del finale del film di Woody Allen

Match Point: la spiegazione del finale del film di Woody Allen

Match Point rappresenta una delle svolte più significative nella carriera di Woody Allen, segnando un momentaneo allontanamento dalle ambientazioni newyorkesi che da sempre caratterizzavano il suo cinema. Ambientato nella Londra dell’alta borghesia, il film adotta un tono cupo e drammatico, esplorando temi come il caso, la fortuna, la colpa, l’ambizione e la morale con una freddezza inedita rispetto alla vena più ironica e intellettuale dei suoi lavori precedenti. Allen abbandona la narrazione autobiografica e il personaggio nevrotico che lo ha spesso rappresentato, per concentrarsi su una storia tragica e crudele in cui la sorte si sostituisce alla giustizia.

Dal punto di vista stilistico e tematico, Match Point si configura dunque come un thriller esistenziale che guarda esplicitamente alla narrativa di Fedor Dostoevskij, in particolare a Delitto e castigo, ma anche al cinema di Ingmar Bergman e all’estetica del noir. Gli elementi di novità sono molteplici: la regia più sobria e controllata, l’assenza di umorismo, una fotografia elegante ma priva di calore, e un protagonista — interpretato da Jonathan Rhys Meyers — cinico e calcolatore, lontanissimo dagli antieroi romantici alleniani. Il successo fu immediato: questo divenno uno dei film più apprezzati di Allen dai tempi di Crimini e Misfatti (1989), ricevendo anche una nomination all’Oscar per la miglior sceneggiatura originale.

Proprio la freddezza della narrazione e l’ambiguità morale dei personaggi hanno spinto molti spettatori a interrogarsi sul senso profondo del film, e in particolare sul suo finale scioccante. Nel prosieguo dell’articolo, analizzeremo gli ultimi snodi della trama, i simboli ricorrenti e il significato della “punto decisivo” evocato nel titolo, cercando di comprendere cosa Match Point abbia davvero da dire sul ruolo del caso nella vita umana e sull’illusione della giustizia.

LEGGI ANCHE: Match Point: dal cast alle musiche, le curiosità sul film di Woody Allen

Match Point trama

La trama di Match Point

Protagonista della vicenda è il giovane e affascinante Chris Wilton, insegnante di tennis convinto che la fortuna sia il vero valore da perseguire. Sul campo da gioco fa la conoscenza di Tom, appartenente alla nobile famiglia degli Hewett. Data la loro comune passione per la lirica, Tom decide di introdurre Chris ai suoi genitori e alla sorella Chloe. È proprio con quest’ultima che il giovane intreccia una relazione sentimentale, benvista dai parenti. Sotto la loro protezione, Chris intraprende quindi una vita borghese fatta di lussi e successi lavorativi.

L’equilibrio si spezza però nel momento in cui egli fa la conoscenza di Nola Rice, giovane ed attraente attrice americana. Sfortunatamente per lui, la donna è la fidanzata di Tom. Egli cercherà allora di allontanare ogni desiderio per lei, ma il destino non lo aiuterà. Tempo dopo, ormai sposato con Chloe, per la quale tuttavia non prova veri sentimenti, Chris rincontra Nola. Questa gli confessa di non essere più legata a Tom, e tra i due inizia una torbida e segreta relazione. La vita di Chris comincia però a sgretolarsi, diviso tra la paura di essere scoperto e la necessità di mantenere il suo status.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto di Match Point, la tensione accumulata esplode con lucida crudeltà. Chris si trova ad un punto di non ritorno: Nola è rimasta incinta e minaccia di rivelare tutto a sua moglie, scombinando l’equilibrio sociale e materiale che Chris ha faticosamente conquistato. Incapace di affrontare le conseguenze delle sue azioni e deciso a non rinunciare alla sicurezza offerta dal matrimonio, Chris architetta un piano brutale: uccide la vicina di casa di Nola per simulare una rapina, e poi uccide la stessa Nola, facendo sembrare il tutto un caso collaterale.

Il crimine sembra perfetto: Chris elimina ogni traccia, gestisce con sangue freddo le indagini e riesce a mantenere una facciata di normalità. Chris tenta poi di disfarsi dei gioielli della signora Eastby gettandoli nel Tamigi, ma un anello rimbalza sulla balaustra e, senza che lui se ne accorga, come in uno sfortunato colpo del tennis che sbatte sul nastro e torna indietro, ricade sul marciapiede. Nonostante il presentimento del detective Mike Banner, che ricostruisce alla perfezione l’accaduto, le accuse dell’omicidio ricadono su uno spacciatore, trovato morto per strada con l’anello della signora Eastby in tasca.

Jonathan Rhys Meyers in Match Point

Il rimbalzo dell’anello sulla balaustra, apparentemente sfavorevole a Chris, ne ha invece favorito di fatto l’impunità. Il film si chiude così con una scena apparentemente tranquilla: Chris è con la moglie e la sua famiglia, il loro figlio è nato, e tutto sembra tornato alla normalità. Ma lo spettatore sa che la serenità è stata costruita sul sangue e sull’inganno. Il film si chiude poi con un’inquadratura sullo sguardo di Chris, perso nel vuoto e senza espressione, conscio del fatto che la sua vita non sarà mai più come prima.

Il finale di Match Point è volutamente disturbante perché sovverte le attese morali dello spettatore: il colpevole non solo non viene punito, ma viene “premiato” con la stabilità familiare e sociale che desiderava. Allen costruisce un universo narrativo in cui la fortuna ha più peso della giustizia, e il crimine può restare impunito se sorretto da circostanze favorevoli. Il titolo stesso, “Match Point”, richiama non solo il tennis ma il momento in cui una decisione può far pendere l’esito in un senso o nell’altro: il caso, non la morale, è l’arbitro finale.

Allen riprende qui una delle sue ossessioni centrali, già presente nel già citato Crimini e Misfatti: l’idea che l’universo sia amorale, privo di un ordine superiore che premi i giusti e punisca i colpevoli. In un mondo retto dal caso, l’etica diventa una costruzione fragile e soggettiva. Chris non è semplicemente un villain, ma un uomo che ha scelto la via della sopravvivenza sociale e del successo personale, sacrificando tutto ciò che era fragile, vero o scomodo. L’assassinio, per quanto orrendo, viene reso possibile e accettabile dal contesto che lo protegge.

Il film, dunque, non racconta solo un delitto, ma un’intera visione del mondo: un universo in cui contano le opportunità, la dissimulazione e la fortuna. Chris è il vincitore non perché è intelligente o meritevole, ma perché l’anello — simbolo del caso — cade dalla parte “giusta”. Allen ci lascia con una domanda amara e inquietante: quante volte nella vita reale i colpevoli escono impuniti solo perché il destino, o la casualità, hanno fatto loro un favore? La sua risposta è implicita e spietata: spesso. E non c’è lezione morale da trarre, se non quella che il caso governa più di quanto vorremmo ammettere.

Una ragazza e il suo sogno: dal cast alle canzoni, tutte le curiosità sul film

Una ragazza e il suo sogno (il cui titolo originale è What a Girl Wants), uscito nel 2003 e diretto da Dennie Gordon, è una commedia romantica per famiglie che mescola il tono brillante del teen movie con l’eleganza del racconto fiabesco moderno. Protagonista è la giovane Amanda Bynes nei panni di Daphne, un’adolescente americana che decide di volare a Londra per incontrare il padre che non ha mai conosciuto, scoprendo che si tratta di un aristocratico britannico. Il film sviluppa il classico tema dello scontro culturale tra mondi opposti — la spontaneità americana e il rigore inglese — dando vita a una narrazione leggera, romantica e piena di momenti divertenti.

Il film si inserisce perfettamente nel solco delle commedie per ragazzi dei primi anni 2000, rivolgendosi a un pubblico giovane ma capace di coinvolgere anche spettatori adulti grazie al tono scanzonato e alla presenza di attori noti. A contribuire al successo del film furono soprattutto la performance brillante di Amanda Bynes, già allora un volto molto amato dal pubblico teen, e quella ironicamente misurata di Colin Firth, reduce da ruoli iconici in film come Il diario di Bridget Jones. La somiglianza con apprezzati titoli come Il diario di una principessa Un principe tutto mio ha contribuito al successo del film.

La pellicola ha poi ottenuto un buon riscontro al botteghino ed è tuttora ricordata con affetto dai fan del genere. Nel prosieguo dell’articolo, scopriremo alcune delle principali curiosità legate al film, dagli attori che compongono il cast, passando per le canzoni della colonna sonora e fino alle differenze tra il film e l’opera teatrale da cui è tratto. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Colin Firth e Amanda Bynes in Una ragazza e il suo sogno
Colin Firth e Amanda Bynes in Una ragazza e il suo sogno. Foto di © 2003 Warner Bros. All Rights Reserved

La trama di Una ragazza e il suo sogno

Il film racconta la storia di Daphne, una diciassettenne di New York, che non ha mai conosciuto suo padre. Un giorno decide però di salire su un aereo, decisa a coronare il uso sogno: andare a Londra così da incontrarlo e a conoscerlo. Durante il volo la ragazza conosce un giovane musicista, Ian, dal quale apprende che suo padre è candidato come Primo Ministro ed è prossimo alle nozze. Henry, infatti, è il rampollo di una nobile famiglia, che aveva conosciuto Libbie, la madre di Daphne, in un viaggio in Marocco. I due si erano innamorati, ma a causa della loro diversa condizione socio-economca, vengono costretti a separarsi.

Quando Daphne giunge a Londra irrompe quindi nella vita del padre, sconvolgendola con il suo energico modo di fare e le sue abitudini, così lontane da quelle dell’aristocrazia inglese. L’unica che sembra accoglierla bene è sua nonna Jocely, la madre di Henry, al contrario di Glynnis, la promessa sposa del padre, e sua figlia Clarissa. Nonostante la sua grande capacità nel mettersi nei guai, Henry non è irritato dal comportamento di Daphne, fino a quando non si rende conto che la sua presenza potrebbe andare a ledere le prossime elezioni.

Il cast del film

Il cast di Una ragazza e il suo sogno è guidato da Amanda Bynes, che interpreta la protagonista Daphne Reynolds, un’adolescente americana piena di energia e spontaneità. Già star della TV per ragazzi grazie a The Amanda Show, Bynes ha dovuto imparare rapidamente alcune espressioni britanniche per rendere più credibile il contrasto culturale. Accanto a lei troviamo Colin Firth nel ruolo di Henry Dashwood, il padre aristocratico che scopre tardi di avere una figlia. Il ruolo, insieme ad altri simili in quel periodo, fu una parentesi più leggera nella sua carriera, e l’attore ha raccontato in interviste di essersi divertito particolarmente durante le riprese.

Tra i protagonisti troviamo poi Kelly Preston (compianta moglie di John Travolta) nel ruolo di Libby, la madre di Daphne, e Anna Chancellor nei panni della fredda e ambiziosa Glynnis, che tenta di ostacolare il ricongiungimento familiare. Completano il cast Oliver James nel ruolo di Ian Wallace, interesse amoroso di Daphne, Anna Chancellor in quello di Glynnis Payne, madre di Henry, Christina Cole in quello di Clarissa e Jonathan Pryce nel ruolo di Alistair Payne, subdolo consigliere di Henry. Il mix tra attori britannici di scuola classica e talenti americani giovani contribuisce all’efficacia del tono ironico e sentimentale del film.

Kelly Preston, Amanda Bynes e Anna Chancellor in Una ragazza e il suo sogno
Kelly Preston, Amanda Bynes e Anna Chancellor in Una ragazza e il suo sogno. Foto di © 2003 Warner Bros. All Rights Reserved

Le canzoni della colonna sonora del film

La colonna sonora di Una ragazza e il suo sogno accompagna perfettamente il tono vivace, romantico e giovanile del film, con brani pop-rock che riflettono l’animo libero e ribelle della protagonista. Accanto alle musiche originali di Rupert Gregson-Williams, troviamo dunque una selezione di canzoni che copre diversi stili e atmosfere. Il film si apre con brani pop-rock brillanti come “Who Invited You” delle Donnas e “London Calling” dei The Clash, che segnano il tono ribelle della protagonista e il suo arrivo nella rigida società inglese.

Non mancano sonorità più sensuali ed energiche, come “What’s Your Flava?” di Craig David e “Kiss Kiss” di Holly Valance, né il pop-rock acceso di “Hey Baby” dei No Doubt. Le emozioni più intime sono affidate a canzoni come “Half-Life” di Duncan Sheik, “Ride of Your Life” di John Gregory e “Out of Place” di Gavin Thorpe, insieme ai brani interpretati da Kelly Preston e Oliver James. Tutte le scelte musicali risultano così coerenti e ben inserite nel racconto, sostenendo efficacemente sia i momenti comici che quelli più riflessivi.

Le differenze tra il film e l’opera teatrale da cui è tratto

Come anticipato, Una ragazza e il suo sogno è una rivisitazione moderna e americana della commedia teatrale The Reluctant Debutante di William Douglas-Home, già portata al cinema nel 1958 con il titolo Come sposare una figlia. Rispetto all’originale, il film del 2003 ribalta però il punto di vista, concentrandosi sulla figura della figlia adolescente anziché sui genitori, e sposta l’ambientazione nella contemporaneità, inserendo elementi giovanili e romantici più marcati. Se l’opera teatrale e il film classico puntavano sulla satira sociale dell’alta borghesia inglese, la versione moderna privilegia invece il confronto culturale tra spontaneità americana e rigidezza aristocratica, accentuando il tono da favola moderna.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Una ragazza e il suo sogno grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 9 luglio alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Dune – Parte Tre: al via le riprese del film!

0
Dune – Parte Tre: al via le riprese del film!

Denis Villeneuve ha svelato una prima immagine relativa a Dune – Parte Tre per annunciare ufficialmente l’inizio delle riprese. Dopo il successo di critica e pubblico ottenuto con il suo adattamento in due parti del romanzo di Frank Herbert del 1965, Dune, il visionario regista sta ora adattando Messia di Dune, il secondo romanzo della serie, che continua la storia di Paul Atreides (Timothée Chalamet).

Il cast di Dune – Parte Tre vede anche il ritorno di Zendaya nel ruolo di Chani, Florence Pugh nel ruolo della principessa Irulan e Jason Momoa nel ruolo di Duncan Idaho. Sono stati ufficialmente aggiunti due nuovi membri al cast: Nakoa-Wolf Momoa nel ruolo di Leto II Atreides e Ida Brooke nel ruolo di Ghanima Atreides. Secondo alcune indiscrezioni, Robert Pattinson sarebbe in trattative per il ruolo del cattivo Scytale.

Tornando alla post condivisa, sui social l’account ufficiale di Dune ha dunque condiviso un post in cui si annuncia l’inizio della produzione, riportando una foto del deserto di Arrakis, scattata dallo stesso Villeneuve, e una citazione da Messia di Dune: “… in un viaggio in quella terra dove camminiamo senza lasciare impronte”. Qui di seguito, il post condiviso:

L’inizio della produzione di Dune: Parte Tre significa che tutto sta procedendo secondo i piani, dato che le riprese eranno annunciate per l’estate del 2025. Se dureranno circa cinque mesi, come è successo per Dune – Parte Due, dovrebbero terminare intorno a novembre e non dovrebbero esserci problemi a rispettare la data di uscita prevista un anno dopo, nel dicembre 2026.

La citazione “un viaggio in quella terra dove camminiamo senza lasciare impronte” è tratta dal libro Messia di Dune ed è usata per descrivere la trasformazione spirituale di Paul Atreides e la sua ascesa a uno stato quasi profetico. Significa uno stato al di là della presenza fisica, dove le azioni e l’influenza di una persona trascendono i limiti del mondo materiale e non lasciano tracce fisiche riconoscibili.

La foto di Arrakis è stata probabilmente scattata da Villeneuve nel deserto del Wadi Rum in Giordania o nell’oasi di Liwa ad Abu Dhabi, dove sono state girate le scene desertiche di Dune – Parte Due. Secondo alcune fonti, le riprese di Dune – Parte Tre sarebbero in realtà iniziate pochi giorni fa presso gli Origo Film Studios di Budapest.

LEGGI ANCHE:

Cosa aspettarsi da Dune – Parte Tre

In precedenza, parlando con la rivista Time, Villeneuve ha confermato che Dune 3 sarà basato sul secondo romanzo della serie di Frank Herbert, “Messia di Dune“. Il regista ha diviso il primo romanzo in due metà per adattarlo in due film. Ma il terzo film coprirà Messia di Dune nella sua interezza.

Nel film vedremo Timothée Chalamet nei panni di Paul Atreides, Zendaya nei panni di Chani, Rebecca Ferguson nei panni di Lady Jessica, Josh Brolin nei panni di Gurney Halleck, Javier Bardem nei panni di Stilgar, Austin Butler nei panni di Feyd-Rautha, Florence Pugh nei panni della Principessa Irulan, Dave Bautista nei panni della Bestia. Rabban, Léa Seydoux nel ruolo di Lady Margot, Stellan Skarsgård nel ruolo del Barone e Christopher Walken nel ruolo dell’Imperatore Shaddam IV.

In Dune – Parte Tre, tratto dal romanzo Messia di Dune di Frank Herbert, possiamo aspettarci una narrazione molto più intima e politica rispetto all’epica espansiva di Parte Due. Dopo aver conquistato Arrakis e assunto il ruolo di Imperatore, Paul Atreides dovrà affrontare le conseguenze del jihad scatenato in suo nome e il peso del potere assoluto. Il film esplorerà la disillusione di Paul, i suoi dubbi morali e le macchinazioni di chi vuole distruggerlo dall’interno. La storia si muoverà dunque tra intrighi religiosi, crisi identitarie e visioni profetiche, aprendo un nuovo capitolo più cupo e riflessivo nell’universo di Dune.

Leggi anche tutti gli approfondimenti sul secondo capitolo:

Una notte al museo: in arrivo un reboot!

0
Una notte al museo: in arrivo un reboot!

La 20th Century Studios sta ufficialmente lavorando a un reboot di Una notte al museo, con la 21 Laps Entertainment che ha ingaggiato Tripper Clancy per scrivere la sceneggiatura. Tra i precedenti lavori di Clancy come sceneggiatore figurano “Stuber – Autista d’assalto”, la serie “I Am Not Okay With This”, “Die Hart” e “Die Hart 2: Die Harter”. Al momento, come riportato da Variety, i dettagli della trama sono ancora segreti, ma si dice che il film racconterà una nuova storia ambientata nel museo con nuovi personaggi.

Nessuna notizia, per ora, su chi dirigerà il film, né sugli attori che potrebbero far parte del progetto. Tuttavia, se la 20th Century Studios deciderà di procedere spedita con il progetto, è possibile che il processo di casting non si farà attendere troppo. Al momento, oltre a quello di Clancy, gli unici altri nomi legati al reboot sono quelli di Shawn Levy (già regista dei primi tre film) e Dan Levine sono i produttori per la 21 Laps, mentre Emily Morris supervisiona il progetto per conto della società.

Di cosa parla Una notte al museo?

La serie Una notte al museo, iniziata nel 2006 con il film omonimo, ha dato vita a tre sequel: “Una notte al museo 2 – La fuga” (2009), “Una notte al museo 3 – Il segreto del faraone” (2014) e il film d’animazione “Una notte al museo 4: La vendetta di Kahmunrah” (2022). Ben Stiller ha recitato nei primi tre film nel ruolo di Larry Daley, guardia notturna del museo, che scopre che i reperti storici del suo posto di lavoro prendono vita durante la notte. Nel corso della trilogia hanno recitato anche Robin Williams, Owen Wilson, Ricky Gervais, Mickey Rooney, Brad Garrett, Dick Van Dyke e Rami Malek.

La trilogia di Una notte al museo ha conquistato un’enorme popolarità fin dal primo capitolo, uscito nel 2006, grazie al suo mix di comicità, avventura e magia. La saga ha saputo intrattenere sia adulti che bambini, trasformando l’ambiente museale in un luogo di meraviglia e azione. Il successo al botteghino e l’affetto del pubblico hanno reso i tre film dei veri e propri classici del cinema family degli anni 2000. Non sorprende dunque che si voglia ora in qualche modo rilanciare quella storia, aggiornandola per una nuova generazione di spettatori.

The Gringo Hunters: la storia vera dietro la serie Netflix

The Gringo Hunters: la storia vera dietro la serie Netflix

Da oltre vent’anni, una squadra speciale di agenti di polizia messicani opera in silenzio lungo il confine settentrionale per rintracciare e deportare i fuggitivi stranieri che attraversano il Messico per sfuggire alle accuse penali nei loro paesi d’origine. Conosciuta ufficiosamente come The Gringo Hunters, la squadra opera da Tijuana ed è specializzata nel localizzare e rimuovere questi fuggitivi, per lo più americani, che entrano in Messico nella speranza di sfuggire al sistema giudiziario statunitense. Ufficialmente, si chiama Unità di collegamento internazionale della polizia dello Stato della Bassa California.

Le loro operazioni reali hanno ora ispirato la nuova serie Netflix, The Gringo Hunters (Los Gringo Hunters), sulla piattaforma dal 9 luglio. Il dramma è basato su un articolo del Washington Post del 2022 che offriva uno sguardo più articolato su come l’unità rintraccia, arresta e espelle i fuggitivi con rapidità e discrezione. Si tratta dunque di una storia che merita indubbiamente un maggior approfondimento, al fine di comprendere meglio il contesto in cui tali dinamiche avvengono e le dinamiche con cui si svolgono.

Un’unità di cui pochi al di fuori del Messico avevano mai sentito parlare

Sin dalla sua fondazione nel 2002, l’unità ha espulso ad oggi più di 1.600 fuggitivi, per lo più uomini americani ricercati per reati gravi come omicidio, rapimento, reati sessuali e traffico di droga. In media effettuano circa 13 arresti al mese e tra i catturati ci sono fuggitivi presenti nella lista dei dieci ricercati dall’FBI, serial killer e miliardari accusati di frode finanziaria. Per portare avanti le loro operazioni, i cacciatori di gringos lavorano in borghese, guidano veicoli senza contrassegni e si affidano alle informazioni fornite da agenzie statunitensi come l’FBI, il Dipartimento della Sicurezza Interna e gli U.S. Marshals.

The Gringo Hunters serie Netflix
Foto cortesia di Netflix

Sono addestrati sia sul sistema legale messicano che su quello statunitense e si concentrano esclusivamente su casi di grande impatto. Parte della loro formazione consiste inoltre nell’osservare le persone che si distinguono nelle comunità messicane, un’abilità essenziale quando si cercano sospetti che spesso cercano di mimetizzarsi. Ad esempio, i fuggitivi indossano spesso pantaloncini e infradito più dei locali e parlano poco spagnolo. Gli agenti prestano attenzione anche a comportamenti irregolari e caratteristiche fisiche come tatuaggi o cicatrici documentati nelle banche dati criminali statunitensi.

Invece di seguire lunghe procedure di estradizione, l’unità utilizza le violazioni delle leggi sull’immigrazione per espellere rapidamente i sospetti. La maggior parte degli arresti viene completata in poche ore. Poiché gli agenti statunitensi non possono operare in modo indipendente in Messico, si affidano dunque alla polizia messicana per effettuare gli arresti. Non si tratta quindi di un’estradizione formale, che richiede un processo giudiziario. Tecnicamente, i fuggitivi vengono espulsi per aver violato la legge messicana sull’immigrazione.

Il caso che ha rivelato l’unità al mondo

Fino al 2022, l’unità era in gran parte sconosciuta al di fuori degli ambienti delle forze dell’ordine. La situazione è però cambiata quando Kevin Sieff, corrispondente investigativo internazionale del Washington Post, si è unito alla squadra mentre si preparava ad arrestare Damion Salinas, un americano di 21 anni accusato di omicidio in California. L’articolo di Sieff descrive in dettaglio come gli agenti hanno rintracciato Salinas a Ensenada, confermato la sua identità e coordinato l’operazione con i Marshals statunitensi.

Harold Torres in The Gringo Hunters
Harold Torres in The Gringo Hunters. Foto cortesia di Netflix

L’arresto è avvenuto sul ciglio della strada ed è durato in tutto pochi secondi. Salinas è poi stato espulso quasi immediatamente. L’articolo ha dunque offerto una rara panoramica sulle tattiche quotidiane dell’unità e sul suo approccio discreto. Con l’articolo di Sieff, l’unità The Gringo Hunters ha dunque guadagnato maggiore popolarità, cosa che non necessariamente è un bene per loro, intenzionati ad operare senza destare sospetti. Ad ogni modo, la notorietà di cui sono stati investiti li ha portati ad essere oggi oggetto della serie TV disponibile su Netflix.

La silenziosa riscrittura di una narrazione di confine

Il soprannome dell’unità, The Gringo Hunters, è emerso informalmente tra la popolazione locale come abbreviazione della loro missione: trovare e arrestare i fuggitivi stranieri che credono che attraversare il confine con il Messico li metta al riparo dalla giustizia. Anche se la squadra non ha adottato ufficialmente questo nome, esso riflette un ribaltamento della tradizionale narrazione di confine. Invece dei messicani che fuggono verso nord, sono gli americani a nascondersi a sud del confine e ad essere rintracciati dalle forze dell’ordine messicane.

L serie Netflix The Gringo Hunters drammatizza ovviamente molto la loro storia e non si basi direttamente su precisi eventi. Piuttosto, si è voluto ricostruire il contesto in cui operano e le sfide con cui si trovano a confrontarsi quotidianamente. Ancora oggi,  i veri agenti operano in modo silenzioso ed efficiente. Arrestano i fuggitivi e li riportano rapidamente davanti alla giustizia, spesso senza l’attenzione del pubblico o clamore. Il loro lavoro richiede dunque grande pazienza, precisione e stretta collaborazione con le forze dell’ordine statunitensi.

Perché in The Sandman Delizia si è trasformata Delirio? Ecco la spiegazione

La seconda stagione della serie Netflix The Sandman amplia la famiglia degli Eterni introducendo gli altri fratelli. Il più importante di loro è Delirio, la più giovane, che svolge un ruolo fondamentale nel destino di Sogno. In una delle conversazioni, viene rivelato che Delirio era Delizia, ma alcune circostanze l’hanno portata a cambiare. La serie non rivela mai com’era quando era Delizia, ma solleva la questione della sua trasformazione. SPOILER IN ARRIVO.

La trasformazione di Delizia rimane un grande mistero nell’universo di Sandman

La vastità dell’universo di “The Sandman” significa che ci sono molte informazioni su molti personaggi, ma alcune cose non vengono mai realmente risolte. Il cambiamento di Delizia in Delirio è una di queste. Per cominciare, è chiaro che questo cambiamento è avvenuto molto tempo fa. Una delle scene flashback dei fumetti suggerisce che sia avvenuto in epoca preistorica. Ciò significa che, mentre gli eventi di “The Sandman” si svolgono, Delizia è Delirio da molto tempo. Anche nella serie, l’unica volta che la vediamo come Delizia è nel ritratto che Destino usa per convocarla alla riunione di famiglia.

Le prove suggeriscono anche che i suoi fratelli potrebbero non essere realmente consapevoli del motivo di questo cambiamento. Lei lo usa per far notare a Destiny che, anche se lui dovrebbe sapere tutto ciò che accadrà nella storia dell’universo, ci sono percorsi al di fuori del suo giardino di cui non è a conoscenza e ci sono cose che non sono scritte nel suo libro. Ciò significa che, sebbene i suoi fratelli abbiano assistito alla sua trasformazione, potrebbero non essere realmente consapevoli della sua causa.

Sebbene né i fumetti né la serie rivelino cosa sia successo a Delizia per trasformarla in Delirio, i fan hanno raccolto alcuni indizi disseminati finora. Ad esempio, a un certo punto, Delirio rivela che stava per sposarsi, ma che il matrimonio non è mai stato celebrato. Potrebbe essere stato questo l’evento che ha causato il suo cambiamento, o forse la rottura è stata una conseguenza del suo cambiamento piuttosto che la causa? Ci sono anche teorie secondo cui sarebbe sopravvissuta a una violenza sessuale, ma non c’è nulla che provi che abbia subito un trauma del genere. Esiste invece una teoria molto diversa, secondo cui la trasformazione di Delirium non è ancora completa.

Delirio è destinata a trasformarsi in qualcos’altro

Parlando del cambiamento di Delizia in Delirio, il creatore di “The SandmanNeil Gaiman ha detto una volta che il personaggio doveva essere sempre in uno stato di cambiamento. Questo significa che il suo cambiamento da Delizia a Delirio non è permanente, ma una fase che alla fine lascerà spazio a qualcosa di diverso. Non viene rivelato in cosa si trasformerà esattamente, ma l’autore ha lasciato alcuni indizi su questo imminente stato di cose nei fumetti. In “Brief Lives”, quando Delirio e Sogno finalmente trovano Distruzione, che si è autoesiliato, lui fa una chiacchierata con i suoi fratelli prima di ripartire.

Mentre saluta, dice a Delirio che spera che il suo prossimo cambiamento sia più facile per lei. Questo suggerisce che lei sta ancora cambiando e che potrebbe trasformarsi in qualcos’altro tra un po’. Ma questo non risponde ancora alla domanda su cosa la stia facendo cambiare. Un modo per interpretare questo cambiamento è non vederlo come un degrado, ma come un’evoluzione. Si potrebbe dire che, rispetto alla natura pacifica e ordinata di Delizia, il caos e la turbolenza di Delirio sembrano un passo indietro. Ma non è necessariamente così.

Gli Eterni sono stati creati all’alba dell’universo e ognuno di loro è nato nel momento in cui le cose hanno iniziato a formarsi. Ad esempio, prima che nascesse la prima cosa, Morte era lì ad accoglierla; e prima che il primo essere si svegliasse, Sogno era lì ad accoglierlo nel Reame dei Sogni. Delizia, sebbene sia nato per ultimo, è comunque arrivato più o meno nello stesso momento. Se si confronta questo con la nascita dell’universo, allora bisogna notare che le cose sono passate dall’ordine al caos nel corso del tempo. Una regola generale suggerisce che l’entropia (e in un certo senso il caos) dell’universo è in costante aumento e continuerà ad aumentare fino al punto in cui arriverà un altro cambiamento.

Forse Delizia/Delirio rappresenta questo cambiamento. Lei è destinata a cambiare con l’universo, motivo per cui questa trasformazione è fuori dal suo controllo. Diventa ogni giorno più caotica e ogni volta che cerca di imporsi un po’ di ordine (come costringere i suoi occhi ad avere lo stesso colore), prova un dolore fisico. È destinata a questo caos e quando arriverà il momento in cui l’universo farà il passo successivo, anche lei si evolverà in qualcos’altro.

Dexter: Resurrection – Guida al cast – Tutti i personaggi nuovi e quelli che ritornano

La prossima serie sequel di Dexter, Dexter: Resurrection, vedrà il ritorno di diversi personaggi della serie originale e di New Blood, oltre all’aggiunta di un nuovo personaggio di prim’ordine. Annunciata durante il panel dedicato a Dexter: Original Sin al San Diego Comic-Con 2024, Dexter: Resurrection è la seconda serie sequel del franchise, dopo la controversa conclusione di Dexter (2006-2013) dopo otto stagioni. La serie sarà creata da Clyde Phillips, showrunner di New Blood e Original Sin, e dovrebbe essere distribuita su Paramount+ con Showtime nell’estate del 2025.

La notizia che Uma Thurman si unirà al cast di Dexter: Resurrection è stata diffusa per la prima volta il 21 gennaio 2025 (tramite Deadline). Il personaggio di Charley interpretato dalla Thurman è il primo personaggio completamente nuovo ad essere aggiunto al sequel della serie Dexter del 2025.

Per ora, tuttavia, sono stati confermati solo pochi potenziali personaggi di Dexter: Resurrection. Michael C. Hall è tornato come voce narrante in Dexter: Original Sin, con un cast completamente nuovo che interpreterà molti personaggi familiari. Resurrection riprenderà da dove New Blood era terminato, dopo che Original Sin ha rivelato che Dexter è sopravvissuto al colpo di pistola di Harrison.

Michael C. Hall nei panni di Dexter Morgan

Michael C Hall in Dexter- Resurrection

Attore: Michael C. Hall, 53 anni, è un attore cinematografico e televisivo statunitense originario di Raleigh, nella Carolina del Nord. Famoso soprattutto per la sua acclamata interpretazione del simpatico serial killer Dexter Morgan, che gli è valsa una nomination agli Emmy, Hall ha debuttato in televisione nel 1999 in un episodio della soap opera As the World Turns. È diventato famoso interpretando David Fisher nella serie drammatica della HBO Six Feet Under, acclamata dalla critica e vincitrice di nove Emmy durante le cinque stagioni in cui è andata in onda, dal 2001 al 2005.

Al di fuori dell’universo di Dexter, Hall ha recitato in diversi film come Gamer (2009), Kill Your Darlings (2013), Christine (2016), Game Night (2018) e Lazarus (2018). Tra le sue altre opere televisive degne di nota figurano The Crown (2017), Safe (2018) e The Defeated (2020).

Uma Thurman nel ruolo di Charley

Uma Thurman
Uma Thurman al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Attrice: Uma Thurman, 54 anni, è un’attrice di fama mondiale candidata all’Oscar, originaria di Boston, Massachusetts. Nota soprattutto per i suoi ruoli nei classici film di Quentin Tarantino come Kill Bill: Vol. 1 (2003), Kill Bill: Vol. 2 (2004) e Pulp Fiction (1994), Thurman ha iniziato la sua carriera di attrice nel 1984 come voce di Kushana nel celebre film d’animazione dello Studio Ghibli Nausicaä della Valle del Vento.

Thurman è diventata famosa come attrice di Hollywood grazie alle sue interpretazioni in film come Le relazioni pericolose (1988) e Pulp Fiction (1994), dove ha interpretato l’iconica Mia Wallace. Tra i lavori più recenti di Thurman figurano Red, White & Royal Blue (2023) di Prime Video, Super Pumped (2022) di Showtime e Imposters (2017-2018) di Bravo.

Personaggio: Thurman entrerà a far parte dell’universo di Dexter nei panni di Charley, un ex ufficiale delle forze speciali e capo della sicurezza del miliardario Leon Prater.

James Remar nel ruolo di Harry Morgan

James Remar nel ruolo di Harry Morgan

Attore: James Remar, 71 anni, è un celebre attore di Boston, Massachusetts. Con oltre 180 film e serie televisive al suo attivo, Remar ha debuttato sul grande schermo nel 1978 con On the Yard. Ha recitato in numerosi film di successo negli anni ’80 e ’90, tra cui Cruising (1980) al fianco di Al Pacino, The Cotton Club (1984) con Richard Gere, White Fang (1991) con Ethan Hawke e Miracle on 34th Street (1994).

Remar è apparso anche in diversi film d’azione dei primi anni 2000, come 2 Fast 2 Furious (2003) e Blade: Trinity (2004). Tra i suoi lavori più recenti figurano Transformers One (2024), Megalopolis (2024), Oppenheimer (2023) e City on a Hill (2019).Opere degne di nota:Film/Serie TVPersonaggioDexter (2006-2013)Harry MorganOppenheimer (2023)Henry StimsonCity on a Hill

Personaggio: Remar riprenderà il ruolo che aveva nella serie originale Dexter, quello del fantasma di Harry Morgan, il padre adottivo di Dexter Morgan morto prima degli eventi della serie.

David Zayas nel ruolo di Angel Batista

Attore: David Zayas, 62 anni, è nato a Ponce, in Porto Rico. Con oltre 100 film e serie TV al suo attivo, Zayas ha debuttato nel 1996 in un episodio della serie poliziesca New York Undercover. Zayas è salito alla ribalta a Hollywood dopo aver recitato in due film di successo del 1998, Return to Paradise e Rounders.

Zayas ha continuato a recitare in diversi film dei primi anni 2000, come Washington Heights (2002) e A Gentleman’s Game (2002), prima di ottenere il successo nella celebre serie HBO Oz, interpretando Enrique Morales dal 2000 al 2003. Zayas ha continuato a recitare nei film Michael Clayton (2007), The Expendables (2010) e Annie (2014) e nelle serie TV Gotham (2014-2015), Bloodline (2016-2017), Blue Bloods (2017-2024) e The Bear stagione 3 (2024).

Personaggio: Zayas riprenderà il suo ruolo iconico di Angel Batista in Dexter e Dexter: New Blood.

Jack Alcott nel ruolo di Harrison Morgan

Jack Alcott nel ruolo di Harrison Morgan

Attore: Jack Alcott, 25 anni, è un attore americano di Franklin, Tennessee. Giovane attore emergente, Alcott ha attualmente all’attivo solo pochi film e serie televisive. Dopo aver recitato in una serie di cortometraggi durante gli anni 2010, Alcott ha debuttato in televisione in un episodio di When the Streetlights Go On nel 2017, prima di diventare famoso in un episodio del 2020 di The Blacklist.

Questo ha portato Alcott ad apparire nella miniserie western della Showtime The Good Lord Bird nel 2020 e ad ottenere il ruolo di Harrison Morgan in Dexter: New Blood l’anno successivo. Recentemente ha recitato in un episodio della serie Peacock di Rian Johnson Poker Face (2023) e apparirà nei prossimi progetti Lone Rider e Killing Faith.

Personaggio: Alcott riprenderà il ruolo di Harrison Morgan, figlio di Dexter, in Dexter: Resurrection.

Dove è stato girato Ziam di Netflix?

Dove è stato girato Ziam di Netflix?

Ziam di Netflix è un film horror thailandese che ruota attorno a un’inaspettata epidemia di zombie all’interno di un ospedale, che porta al caos totale tra il personale e i pazienti. La narrazione segue un ex combattente professionista di Muay Thai di nome Singh, che ha deciso di appendere i guantoni al chiodo dopo una carriera di successo. Fino ad ora, la sua vita era piena di combattimenti e competizioni, ma ora vuole condurre una vita tranquilla e serena con l’amore della sua vita, Rin, una dottoressa. I suoi piani per un futuro sereno vengono distrutti quando scoppia un’epidemia di zombie nell’ospedale dove lavora Rin.

Con zombie assetati di sangue che invadono la struttura sanitaria, Singh si assume la responsabilità di salvare la sua ragazza utilizzando la sua esperienza e le sue abilità di combattente. Nel caos, incontra anche un ragazzino di nome Buddy, che protegge dagli attacchi degli zombie. L’istinto di combattimento di Singh, unito al suo coraggio e alla sua grinta, gli permettono di respingere l’orda di zombie, ma per quanto tempo? Diretto da Kulp Kaljareuk, il thriller vede un cast di talento composto da Mark Prin, Nychaa Nuttanicha e Vayla Wanvayla. La tensione atmosferica e la claustrofobia sono mantenute per tutta la narrazione, soprattutto grazie all’ambientazione tetra dell’ospedale dove si svolge la maggior parte della storia.

Le location dove è stato girato Ziam

Secondo quanto riferito, “Ziam” è stato girato in Thailandia, in diversi luoghi che sono stati trasformati per rappresentare in modo realistico l’apocalisse zombie. Sebbene non ci siano informazioni sulle date delle riprese, l’attore protagonista, Mark-Prin Suparat, ha parlato del processo che ha seguito per rendere giustizia al personaggio di Singh. Ha dichiarato: “Ho dovuto mettermi in forma fisicamente.

Mi sono iscritto a un corso di Muay Thai e ci ho trascorso circa quattro o cinque ore al giorno. L’allenamento iniziava con il riscaldamento, il salto con la corda, il pugilato ombra, la pratica delle tecniche con il mio allenatore, l’apprendimento dei contrattacchi e le prove delle coreografie dei combattimenti per il film”.

Thailandia

 

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da EK WARASIT (@warasit_ek.official)

Secondo quanto riportato, l’intero film di arti marziali e zombie è stato girato in Thailandia, dove la troupe ha allestito un campo in uno studio cinematografico dotato di numerosi servizi moderni e di un ampio spazio all’aperto. L’ospedale in cui scoppia l’epidemia di zombie in “Ziam” è un ospedale reale o è stato costruito appositamente in uno studio cinematografico per poter riprendere tutte le complessità legate alle riprese in spazi ristretti. È molto probabile che sia stato utilizzato uno studio cinematografico nella città di Bangkok per dare vita a questo thriller ricco di azione.

Per creare un senso di tensione e orrore, i membri della troupe hanno costruito corridoi e interni angusti, replicando gli ospedali moderni. Questa configurazione ha permesso ai realizzatori di riprendere gli attacchi degli zombie da vicino e di offrire al pubblico un’esperienza coinvolgente. Grazie agli studi e alle strutture all’avanguardia di Bangkok, la città è stata scelta come location per diversi progetti, tra cui “Jurassic World: Rebirth”, “Home Sweet Home: Rebirth”, “Operation Blood Hunt” e “School Tales the Series”.

Perché il nuovo film zombie Netflix si chiama Ziam? la spiegazione del significato del titolo

In Ziam di Netflix, l’umanità è spinta al limite a causa degli effetti del riscaldamento globale. Lo scioglimento delle calotte polari ha liberato nuovi tipi di virus che si sono diffusi tra le creature marine, trasformando le persone che le mangiano in zombie. Il film inizia nel Giorno Zero, quando il virus contagia le persone all’interno di un grande ospedale di Bangkok, in Thailandia. Quando un ex lottatore di Muay Thai si rende conto che sua moglie si trova nello stesso ospedale, combatte contro l’orda di mostri mangia-carne per salvarla. Nel corso di circa novanta minuti, il film offre un’esperienza ricca di azione con situazioni estremamente emozionanti e spaventose, e alla fine il titolo rivela il suo grave significato per la trama. SPOILER IN ARRIVO.

Ziam combina due temi principali del film

Il paese che oggi conosciamo come Thailandia un tempo si chiamava Siam. Questo era il suo nome ufficiale fino al 24 giugno 1939, quando, in un consapevole sforzo di unire il popolo del paese, il nome fu ufficialmente cambiato. Tuttavia, “Siam” è rimasto nel linguaggio locale, come si evince anche dalla premessa del film Netflix. Al posto di Thailandia, per indicare il Paese viene usato Siam, suggerendo che l’impatto devastante del riscaldamento globale ha riportato il Paese e la sua popolazione a un’epoca in cui le cose non erano così stabili come lo sono oggi nel mondo reale.

Il titolo “Ziam” presenta una variazione del nome precedente, in cui la S è sostituita dalla Z, a simboleggiare lo scoppio del virus zombie nel Paese. È stato un modo intelligente per comunicare al pubblico cosa aspettarsi dal film, ma allo stesso tempo allude anche a una svolta più oscura per il Paese e la sua popolazione. Nella scena iniziale del film, ci viene detto che le creature marine sono state le prime ad essere colpite da un misterioso virus rilasciato dopo milioni di anni di scioglimento delle calotte polari e dei ghiacciai a causa del riscaldamento globale. A causa di questo virus, le creature marine muoiono e quelle che sopravvivono diventano immangiabili per gli esseri umani.

Il titolo preannuncia un destino oscuro per il Paese

Ziam movie 2025

Quando la storia si sposta in Thailandia, scopriamo che nel Paese c’è una grave carenza di cibo e che il pesce è praticamente vietato, cosa che presumibilmente è avvenuta anche in altre parti del mondo. Questa è la situazione da alcuni anni, ma un uomo d’affari di nome Vasu presenta un’alternativa che consentirebbe di reintrodurre il pesce sul mercato e servirlo alla popolazione, risolvendo così la crisi alimentare.

Purtroppo, questo pesce si rivela contaminato e provoca l’epidemia del virus, che si diffonde rapidamente nell’ospedale, causando la morte di quasi tutte le persone all’interno dell’edificio. L’esercito cerca di contenerlo distruggendo l’edificio. Tuttavia, la scena finale rivela che l’operazione non ha avuto successo. Gli zombie sono sopravvissuti e continueranno il loro regno di terrore diffondendosi in tutta la città, e questa volta le vittime saranno molte di più rispetto alla tragedia dell’ospedale.

Poiché Bangkok è la città più grande della Thailandia, la sua caduta sarebbe devastante per il Paese e significherebbe anche che il virus continuerebbe a diffondersi in tutta la nazione, se non lo ha già fatto. Con questo, il Siam si trasforma tecnicamente in Ziam, un paese con più zombie che persone. Il finale del film è all’altezza del titolo, aggiungendo un altro livello alla storia e prefigurando un destino più oscuro per i personaggi e i loro cari.

LEGGI ANCHE: Ziam, la spiegazione del finale: Singh sopravviverà?

Ziam, la spiegazione del finale: Singh sopravviverà?

Ziam, la spiegazione del finale: Singh sopravviverà?

Ziam, film thriller thailandese di Netflix, è ambientato in un mondo apocalittico devastato dal riscaldamento globale e da infezioni batteriche. Segue Singh, un lottatore di Muay Thai diventato camionista, che combatte la battaglia della sua vita in un ospedale di Bangkok per salvare la sua ragazza Rin, una dottoressa intrappolata all’interno con zombie furiosi. Il film, diretto da Kulp Kaljareuk, oltre ad essere un dramma ricco di azione, esplora anche temi profondi come la sopravvivenza, l’amore, la lealtà e la disperazione degli esseri umani di fronte al pericolo. Man mano che la narrazione si avvicina al culmine, il caos al Prachamit Hospital diventa sempre più letale e Singh si trova ad affrontare ostacoli insormontabili e una situazione in cui deve compiere una scelta difficile nel pieno della battaglia contro gli zombie e la sua stessa anima. SPOILER IN ARRIVO.

La trama di Ziam

Il film inizia con la morte di milioni di pesci a causa di un’infezione batterica originata dallo scioglimento delle calotte polari. L’umanità sta affrontando una grave crisi alimentare, che ha dato origine a rivolte civili e a una crisi globale di proporzioni inimmaginabili. La Thailandia rimane isolata dal resto del mondo grazie a una politica decennale, grazie alla quale sembra essere riuscita a mantenere una scorta di cibo e risorse. A Bangkok, Singh, un lottatore di Muay Thai diventato autista di camion, combatte contro una banda di ladri che cercano di rubare le casse del carico. Racconta al suo socio che la sua ragazza Rin vuole tornare a Chiang Dao, nel nord della Thailandia.

Purich, l’assistente del signor Vasu, proprietario della VS Corporation, si rivolge a un tavolo circondato da uomini ricchi e dice loro che il suo capo ha reso il pesce nuovamente sicuro da mangiare. Tuttavia, non appena mangia il pesce, Purich inizia a vomitare sangue in modo piuttosto cruento. Singh torna a casa dalla sua ragazza Rin e ha una conversazione con lei. Lei esprime le sue ansie per il lavoro pericoloso che lui fa e parte per andare al lavoro al Prachamit Hospital, e lungo la strada incontra la sua collega Mink e il suo bambino Buddy, che sembra molto affezionato a Rin.

Quando Rin arriva all’ospedale, il direttore le chiede di accompagnarlo al decimo piano, dove Purich giace sul tavolo operatorio, tossendo violentemente sangue. Anche il signor Vasu è in ospedale, a prendersi cura della moglie malata, mentre il suo assistente muore in modo orribile per la perdita di sangue. In un colpo di scena terrificante, il defunto Purich si trasforma in uno zombie furioso e diventa il punto di partenza dell’epidemia nell’ospedale. A casa, Singh vede un flash di notizie che annuncia lo stato di emergenza al Prachamit Hospital e parte per mettere in salvo Rin. Dopo che uno zombie viene avvistato dalla popolazione, Singh si rende conto della gravità della situazione ed entra nell’ospedale nel caos più totale. Diverse persone iniziano a trasformarsi in zombie all’interno dell’edificio, ma Rin riesce a nascondersi.

Singh inizia a combattere gli infetti e salva anche Buddy da una raffica di attacchi. Il protagonista si assume la responsabilità di trovare sia Rin che Mink e di aiutare Buddy. Nel frattempo, alti ufficiali militari decidono che l’unica soluzione alla crisi è bombardare l’ospedale prima che l’infezione si diffonda al resto di Bangkok. Sfortunatamente per Buddy, sua madre è stata infettata e, prima che si trasformi, Singh le promette che si prenderà cura del bambino. Rin vede che il signor Vasu e sua moglie sono al sicuro in una stanza chiusa a chiave. Si reca nella stanza e prega il capo dell’azienda di farla entrare. Quando Vasu si accorge che non è infetta, la fa entrare. Nel frattempo, i militari ricevono l’ordine di far saltare in aria l’ospedale solo dopo aver salvato Vasu e sua moglie.

Vasu chiede a Rin delle sacche di sangue per sua moglie e le promette di farla uscire dall’edificio in cambio del suo aiuto. Un elicottero con a bordo dei militari atterra sul tetto per scortare Vasu e sua moglie. La squadra militare installa una bomba con un conto alla rovescia di trenta minuti, entro il quale devono raggiungere il loro obiettivo. Diversi zombie attaccano Rin, mentre Singh vede la sua catena con l’anello sul pavimento e si precipita a salvarla combattendo contro gli zombie. I militari entrano nell’edificio e iniziano a salvare Vasu e sua moglie. Rin e Singh si riuniscono mentre gli zombie continuano ad attaccare. Il medico militare muore e Vasu ordina loro di salvare Rin. Un soldato spara a Singh vicino alle spalle mentre porta via Rin con la forza, ma il protagonista si rialza e combatte brutalmente contro gli uomini armati.

Cosa succede nel finale di Ziam: Singh è vivo o morto?

Singh combatte coraggiosamente contro i militari dopo essere stato colpito da uno di loro. Viene trascinato in salvo da Rin, che gli cura la ferita vicino alla spalla. Dopo che si è svegliato, il gruppo affronta nuovamente un attacco di zombie, con persino i militari che si trasformano. La bomba piazzata dai militari per far saltare in aria l’ospedale continua a ticchettare e raggiunge i 15 minuti. Singh combatte contro uno degli zombie-militari e lo brucia. Questo fa scattare il sistema antincendio dell’ospedale, che attiva gli sprinkler, facendo risvegliare diversi zombie neutralizzati. Mentre Vasu e sua moglie vengono brutalmente uccisi dagli infetti, Singh continua a combattere e dice a Rin e Buddy di correre al sicuro. Il protagonista combatte contro diversi zombie nel parcheggio, chiudendosi in un’auto. Riesce a sopravvivere all’attacco, mentre Buddy e Rin si dirigono verso il tetto.

Il soldato sul tetto che sorveglia l’elicottero destinato a salvare Vasu e sua moglie chiede informazioni sullo stato della missione, e Rin risponde che la squadra e il capo dell’azienda sono stati eliminati. Rin chiede al soldato di aspettare Singh prima di decollare, e il soldato accetta con riluttanza. Il protagonista continua a combattere mentre il conto alla rovescia raggiunge i 3 minuti. Rin e Buddy supplicano disperatamente il soldato di aspettare il decollo e improvvisamente vedono Singh avvicinarsi al tetto. Tuttavia, il pilota chiude la porta dell’elicottero. In un atto di profonda altruismo, il lottatore di Muay Thai tiene la porta del tetto per impedire agli zombie di entrare. Rin lo vede e inizia a piangere, e mentre l’elicottero decolla, il protagonista inizia lentamente a camminare verso la sua ragazza.

Il veicolo di soccorso decolla senza Singh e tutti gli zombie sul tetto convergono su di lui. Singh continua a combattere e procede all’eliminazione di diversi nemici. Mentre la coraggiosa lotta continua, il timer della bomba finalmente raggiunge lo zero, provocando l’esplosione della bomba. L’edificio dell’ospedale salta in aria con Singh ancora sul tetto, mentre Buddy e Rin si abbracciano in lacrime, volando via. Sembra che questa sia la fine del protagonista. Tuttavia, in un colpo di scena piuttosto scioccante, nella scena a metà dei titoli di coda del film si scopre che Singh è ancora vivo. Quando uno zombie apre un contenitore metallico a forma di tombino, Singh calcia il violento infetto dall’interno e lo schiaccia a morte con il piede. Guarda di lato e mostra l’intenzione di continuare a combattere.

Singh ha presumibilmente usato le sue abilità di lottatore di Muay Thai per sopravvivere al crollo dell’edificio dell’ospedale. Possiamo supporre che sia riuscito a intrufolarsi abilmente nel contenitore protettivo poco prima che l’edificio crollasse, riuscendo non solo a salvarsi dalla caduta, ma anche ad aggiungere uno strato di sicurezza quasi impenetrabile tra lui e gli zombie. Il suo impegno nei confronti di Rin e il suo istinto di sopravvivenza hanno funzionato insieme nel momento della resa dei conti e lo hanno aiutato a sopravvivere al calvario. Nonostante tutta la violenza e il pericolo che lo circondano, riesce eroicamente a rimanere in vita.

Rin si trasferisce a Chiang Dao? Cosa vede?

Rin nel film Ziam

Uno dei dettagli principali della trama del film ruota attorno al desiderio di Rin di tornare a Chiang Dao, nel nord della Thailandia, con Singh e ricominciare una nuova vita, lontano dal caos di Bangkok. Singh continua a vedere visioni di Rin con un vestito bianco, che si sveglia accanto a lui e lo guarda da lontano in un luogo idilliaco. Questa è la sua percezione o immagine di Rin e di se stesso che vivono serenamente a Chiang Dao. Durante la violenza in ospedale, in una scena cruciale in cui Rin sta curando le sue ferite, lui le chiede scusa per averla sempre fatta preoccupare troppo. Rin dice al suo ragazzo che non sa come vivere senza di lui. Al risveglio dopo le cure, lui le restituisce la catena che lei aveva lasciato cadere sul pavimento e le infila l’anello al dito. Promette alla sua amata che, una volta usciti dall’ospedale, torneranno a Chiang Dao e vivranno la loro vita in pace.

I due amanti si abbracciano in un momento commovente. Dopo essere usciti vivi dall’ospedale volando via in elicottero, Rin presume che Singh sia morto. In una scena cruciale alla fine, vediamo Rin in quello che sembra un luogo tranquillo a Chiang Dao, con indosso l’abito bianco delle visioni di Singh e stringendo l’anello al dito. Questo dimostra che spera disperatamente di rivedere il suo amante. Si è trasferita a Chiang Dao per trovare un po’ di pace nella sua vita. L’amante in lutto guarda l’orizzonte e sembra aver raggiunto un certo equilibrio nella sua vita. Buddy è visibile sullo sfondo, il che indica che Rin non ha abbandonato il bambino dopo gli eventi sul tetto e che continua a volergli bene.

In un colpo di scena emozionante, mentre si volta indietro e sembra vedere Buddy avvicinarsi, la sua espressione cambia leggermente. Questo potrebbe indicare che Singh è riuscito ad arrivare a Chiang Dao dopo aver combattuto contro gli zombie. Anche se non è una conclusione certa, possiamo sicuramente supporre che il cambiamento di espressione di Rin, da serena a sorpresa, indichi che il protagonista si è riunito con la sua amata. La narrazione suggerisce costantemente, attraverso la visione di Singh di Rin in abito bianco, che lui è destinato a vivere una vita con la sua fidanzata d’infanzia. In una scena precedente del film, vediamo Singh guardare una vecchia fotografia di lui e Rin da bambini e scrivere “Il nostro sogno si è finalmente avverato”, indicando che il suo destino non lo lascerà morire e che è destinato a stare con Rin. Questo è probabilmente il motivo per cui Rin vede il suo amato tornare da lei.

L’epidemia di zombie sarà contenuta?

Ziam movie 2025

Un tema importante in tutta la narrazione è l’epidemia di zombie. Sembra che né i medici né i militari abbiano una risposta all’infezione che si sta diffondendo rapidamente. Tuttavia, c’è qualche speranza che l’epidemia possa essere contenuta. Un indizio importante è quando Buddy dice a Singh durante un combattimento che dovrebbe mirare alla testa degli infetti, perché il cervello controlla tutto. Quindi è dimostrato che anche gli zombie hanno dei punti deboli che possono essere sfruttati. Il governo si dimostra determinato a riportare il Siam al suo antico splendore, quindi si può presumere che i funzionari faranno tutto il possibile per trovare una soluzione o una cura.

Singh riesce a combattere da solo diversi zombie, il che indica che anche altri possono contenere l’infezione combattendo e non trasformandosi. Nella scena finale, vediamo che Chiang Dao sembra molto normale e senza alcun segno di una presenza apocalittica di zombie, il che significa che potrebbero esserci stati degli sforzi da parte del governo e del popolo thailandese per non lasciare che l’infezione si diffondesse oltre Bangkok, motivo per cui le zone rurali come Chiang Dao sono tranquille. Anche se non è facile concludere che l’epidemia sia stata contenuta, gli indizi nella narrazione indicano una fine pacifica del caos. Una possibilità meno rosea è che l’epidemia abbia devastato gran parte di Bangkok.

È evidente che gli zombie hanno raggiunto le strade e che probabilmente troveranno il modo di scatenarsi e infettare migliaia di persone, che poi diventeranno milioni. La capitale sarebbe la città più colpita dall’epidemia, ma non è facile dire se riuscirà a contenerla all’interno dei propri confini. L’esempio del COVID-19 può spiegare meglio questo scenario. L’epidemia è diventata una pandemia perché non è stato possibile contenerla in determinate aree geografiche, nonostante gli sforzi dei governi di tutto il mondo. Un’epidemia di zombie è molto più pericolosa del COVID, quindi c’è la possibilità concreta che si sia diffusa oltre Bangkok. Tuttavia, come si vede in film come “World War Z”, non è fantasioso pensare che il governo e le forze armate troveranno il modo di reagire.

The Morning Show Stagione 4: Apple Tv+ diffonde il teaser

0
The Morning Show Stagione 4: Apple Tv+ diffonde il teaser

Apple TV+ ha presentato in anteprima il teaser della quarta attesissima stagione di “The Morning Show”, la serie pluripremiata e di grande successo con protagoniste e produttrici esecutive Reese Witherspoon e Jennifer Aniston, insieme alla showrunner e produttrice esecutiva Charlotte Stoudt e alla regista e produttrice esecutiva Mimi Leder. La quarta stagione sarà composta da 10 episodi e farà il suo debutto il 17 settembre con il primo episodio, seguito da un nuovo episodio ogni settimana fino al 19 novembre.

La quarta stagione di “The Morning Show” è ambientata nella primavera del 2024, quasi due anni dopo gli eventi della terza stagione. Con la fusione tra UBA e NBN ormai completata, la redazione si trova a dover affrontare nuove responsabilità, motivazioni nascoste e l’elusiva natura della verità in un’America sempre più polarizzata. In un mondo pieno di deepfake, teorie del complotto e insabbiamenti aziendali, di chi ci si può fidare? E come si può sapere cosa sia davvero reale? Oltre ad Aniston e Witherspoon, il cast stellare della quarta stagione include Billy Crudup, Karen Pittman, Nicole Beharie, Nestor Carbonell, Mark Duplass, Greta Lee, Marion Cotillard, Jeremy Irons, Aaron Pierre, William Jackson Harper, Boyd Holbrook e il ritorno di Jon Hamm.

La serie è guidata dalla showrunner e produttrice esecutiva Charlotte Stoudt e diretta e co-prodotta da Mimi Leder. Prodotta dallo studio Media Res, è inoltre co-prodotta da Michael Ellenberg e Lindsey Springer per Media Res, insieme a Stoudt e Leder; Jennifer Aniston e Kristin Hahn sono produttrici esecutive tramite Echo Films, mentre Reese Witherspoon produce accanto a Lauren Neustadter per Hello Sunshine. Anche Zander Lehmann e Micah Schraft figurano tra i produttori esecutivi.

Attualmente in streaming su Apple TV+, la terza stagione di “The Morning Show” ha ricevuto 16 nomination agli Emmy, vincendo il premio per Miglior attore non protagonista in una serie drammatica grazie alla performance di Billy Crudup nel ruolo di Cory Ellison. Crudup ha inoltre vinto un Critics Choice Award per lo stesso ruolo nella terza stagione. La stagione è stata anche inserita dall’American Film Institute (AFI) nella prestigiosa lista dei dieci migliori programmi televisivi del 2023.

Nella seconda stagione, “The Morning Show” ha ricevuto nomination agli Emmy per Miglior attrice protagonista in una serie drammatica (Reese Witherspoon), Miglior attore non protagonista (Billy Crudup, che aveva già vinto nella prima stagione) e Miglior guest star in una serie drammatica (Marcia Gay Harden). Nella prima stagione, Crudup ha vinto l’Emmy come Miglior attore non protagonista in una serie drammatica, oltre a un Critics Choice Award. La performance intensa di Jennifer Aniston nei panni di Alex Levy le è valsa il SAG Award come Miglior attrice in una serie drammatica. Mimi Leder ha ottenuto due nomination agli Emmy per la Miglior regia in una serie drammatica per aver diretto il finale della prima e della terza stagione, entrambe da lei anche prodotte.

Mr. Monk’s Last Case: A Monk Movie, la spiegazione del finale

Mr. Monk’s Last Case: A Monk Movie, la spiegazione del finale

Mr. Monk’s Last Case: A Monk Movie vede Adrian risolvere uno dei casi più importanti della sua carriera, mentre si occupa anche della salute mentale del personaggio. Pur essendo un film, Mr. Monk’s Last Case: A Monk Movie presenta molti degli elementi tipici della serie televisiva Monk. Tra questi, Adrian, dopo aver faticato a trovare prove che potessero confermare l’omicidio del fidanzato di Molly, giunge a una deduzione geniale che non lascia scampo a Rick Eden.

Il film su Monk si conclude con l’arresto del responsabile dell’omicidio di Griffin, dopo che Monk ha dimostrato come è avvenuto. Dopotutto, la morte di Griffin non è stata un incidente, e Molly ha avuto la stessa immediata conclusione che Adrian non ha mai avuto. Oltre al caso, il finale del film su Monk affronta una trama molto seria riguardante la salute mentale di Monk, con il personaggio che abbandona i suoi pensieri di autolesionismo e decide di tornare al lavoro. Mr. Monk’s Last Case: A Monk Movie si conclude con una nota positiva, con Adrian che ricorda tutte le vite che ha influenzato.

Chi ha ucciso il fidanzato di Molly in Mr. Monk’s Last Case: A Monk Movie (e perché)

Come Molly sospettava fin dall’inizio, è Rick Eden a far uccidere il suo fidanzato. In pieno stile Monk, Mr. Monk’s Last Case: A Monk Movie si concentrava più sul come Rick Eden avesse agito che sulla sua colpevolezza. Alcuni dei migliori episodi di Monk non hanno mai cercato di nascondere l’identità dell’assassino, con alcuni degli assassini che addirittura confessavano ad Adrian, credendo che non ci sarebbero mai state prove sufficienti per catturarli. Il film usa un trucco simile, con Rick Eden chiaramente colpevole fin dall’inizio. Come rivela la sequenza di flashback, Rick Eden ha ucciso il suo socio in affari qualche anno prima.

Il caso del compagno di Eden fu archiviato come un incidente, eppure il fidanzato di Molly continuò a indagare. Griffin stava lavorando a un articolo che avrebbe smascherato Rick Eden, e avrebbe incluso una foto che dimostrasse la presenza di Eden quando il suo compagno annegò “accidentalmente”. Il fidanzato di Molly affronta Rick Eden all’inizio del film e, mentre il miliardario cerca di corrompere Griffin, il giornalista non accetta la sua offerta. Questo è il motivo per cui Rick Eden ha ucciso il fidanzato di Molly: il miliardario sperava di insabbiare la storia per sempre, inviando al contempo un messaggio a chiunque cercasse di smascherarlo.

In che modo Rick Eden ha ucciso il fidanzato di Molly nell’ultimo caso del signor Monk

Non ci volle molto perché il signor Monk si convincesse che Rick Eden fosse l’uomo giusto. Tuttavia, uno degli spunti più affascinanti di Monk è che le capacità deduttive di Adrian a volte sono fin troppo spiccate, al punto che non riesce a provare le cose che dice. Adrian passa la maggior parte del film a cercare di capire come Rick Eden abbia ucciso il fidanzato di Molly. Era chiaro che Rick avesse pagato uno dei suoi dipendenti, qualcuno con precedenti penali, per manomettere l’attrezzatura da bungee jumping di Griffin. Tuttavia, non c’era nulla di sbagliato nella corda usata da Griffin. Sebbene qualcuno fosse effettivamente entrato nel garage di Griffin, la lunghezza della corda era stata confermata due volte.

Il finale di Mr. Monk’s Last Case: A Monk Movie rivisita un altro classico della serie TV, con Adrian che ha un’illuminazione che lo aiuta a risolvere il caso proprio quando lui e Molly stanno per arrendersi. Mentre misurava le dimensioni delle teste di due gemelli identici in un negozio di bare, Monk si rese conto di cosa fosse successo alla corda. L’attrezzatura non era mai stata manomessa, ma il metro a nastro sì. Il fattorino di Rick sostituì il metro a nastro di Griffin con uno leggermente impreciso in cui ogni centimetro era “una frazione di millimetro” più lungo. Griffin non misurava mai 92 metri, ma in realtà 94 metri.

Spiegazione della scena della panchina di Monk

Il fatto che Monk veda Trudy ogni volta che si sente vulnerabile è qualcosa che accade sempre nella serie TV. È un aspetto che L’ultimo caso di Monk: un film di Monk incorpora in tutta la storia, anche facendolo riconoscere al terapeuta di Monk. Detto questo, il film di Monk esplora la salute mentale di Adrian a un livello che nemmeno la serie aveva affrontato e include una trama in cui Monk ha pensieri di autolesionismo e suicidio. Adrian stava per togliersi la vita alla fine del film assumendo tutti i farmaci prescritti, ma pensare al fidanzato di Trudy e Molly lo ha fatto riconsiderare.

Più specificamente, ricordare tutte le vite che Monk ha toccato, ovvero le persone le cui famiglie hanno trovato una conclusione solo dopo che Adrian ha risolto i loro casi, ha rinvigorito il detective. Il signor Monk sentiva di non avere più un posto nel mondo, soprattutto dopo che il suo contratto editoriale era stato annullato. Tuttavia, vedere le innumerevoli persone che avevano avuto la possibilità di riposare in pace solo dopo che Monk aveva consegnato i loro assassini alla giustizia ricordò ad Adrian tutto il bene che aveva portato al mondo e che ci sarebbe sempre stato un posto per Adrian Monk. È una scena intensa che conclude l’arco narrativo di Monk nel film.

Il significato della scena finale di Mr. Monk’s Last Case: A Monk Movie

Sebbene Adrian Monk abbia amici, familiari e persone che si prendono cura di lui, la verità è che il personaggio si vede sempre solo. Alla fine del film, dopo aver salutato tutti i suoi amici, i ricordi di Trudy sono tutto ciò che Monk ha lasciato. La scena finale del film, prima del piccolo stinger finale, tuttavia, vede Monk sostenuto dai ricordi di tutti i casi che ha risolto – e che doveva ancora risolvere. Monk che cammina accanto a quelle persone sottolinea l’impatto della sua carriera, dimostrando ad Adrian stesso di essere necessario e che non sarebbe mai stato solo.

Una pallottola spuntata: il film sarà “pura gioia”

0
Una pallottola spuntata: il film sarà “pura gioia”

Andy Samberg ha appoggiato pienamente l’imminente film con Liam Neeson, Una pallottola spuntata, elogiando la nuova commedia prima della sua uscita. Una pallottola spuntata è uno dei franchise comici più famosi di tutti i tempi e, ora che sta per essere ripreso con Liam Neeson nel ruolo, molti fan non vedono l’ora di vederlo in uscita il 1° agosto.

Parlando con Owen Danoff di Screen Rant durante la promozione della loro serie TV animata Digman!, ad Andy Samberg e Neil Campbell è stato chiesto di Una pallottola spuntata. Il regista di Una pallottola spuntata, Akiva Schaffer, è un collaboratore frequente di Andy Samberg, essendo entrambi membri del gruppo musicale comico The Lonely Island.

Samberg ha descritto Una pallottola spuntata come “pura gioia“, affermando che Schaffer “ha fatto faville“. Samberg spiega che tutti quelli con cui ha visto il film lo adorano e che è “tutto scherzi, da cima a fondo“. Samberg dice anche che “Liam è così divertente, e lo stesso vale per Pamela Anderson“. Ecco il suo commento completo:

“Non siamo in Una Pallottola Spuntata, ma Una Pallottola Spuntata è fantastico. È pura gioia. Voglio dire, sono di parte, ovviamente; Akiva è il mio uomo. Ma tutti quelli con cui l’ho visto sono usciti dicendo la stessa cosa, ovvero: ‘Non mi ero reso conto di quanto mi mancasse quella sensazione di una commedia pura e spensierata, tutta scherzi, da cima a fondo, al cinema’. E sono andato a un sacco di proiezioni e proiezioni di prova con amici e parenti, cose del genere. Io e Akiva siamo sempre coinvolti nelle cose l’uno dell’altro, e penso che lui abbia semplicemente fatto scintille. Liam è così divertente; è così bravo. Pam è così brava. Sono davvero emozionato per loro. Spero che tutti vadano a vederlo perché è super divertente. Album? Spero.”

La trama di Una pallottola spuntata

Solo un uomo ha le pall….ottole giuste per guidare la squadra di polizia e salvare il mondo.
Il tenente Frank Drebin Jr. (Liam Neeson) è pronto a raccogliere l’eredità del padre in Una Pallottola Spuntata.

Il film vede nel ruolo di Produttori esecutivi Daniel M. Stillman, Akiva Schaffer, Pete Chiappetta, Anthony Tittanegro, Andrew Lary, è prodotto da Seth MacFarlane, p.g.a. , Erica Huggins, p.g.a. Scritto da Dan Gregor & Doug Mand & Akiva Schaffer è diretto da Akiva Schaffer.

SpongeBob – Un’avventura da pirati: trailer del film evento, prossimamente al cinema!

0

Eagle Pictures ha rilasciato il trailer ufficiale di SpongeBob – Un’avventura da pirati, il nuovo film d’animazione che porterà la celebre spugna di Bikini Bottom sul grande schermo per un’epica e divertentissima avventura in mare aperto. Il film è atteso prossimamente al cinema.

In questa nuova storia, SpongeBob è deciso a dimostrare di avere il cuore di un vero eroe, soprattutto agli occhi del severo Mr. Krabs. Per farlo, si lancia in una missione per rintracciare nientemeno che l’Olandese Volante, un leggendario pirata fantasma che terrorizza gli abissi oceanici.

Ad accompagnarlo in questa impresa ci saranno i suoi inseparabili amici: Patrick, Squiddy, Sandy e tutto il folle gruppo di Bikini Bottom. Tra mostri marini, mappe misteriose, battaglie tra pirati e risate assicurate, SpongeBob si spingerà dove nessuna spugna ha mai osato mettere piede… o meglio, poro!

Il film è basato sulla storica serie animata SpongeBob SquarePants, creata da Stephen Hillenburg, ed è diretto da Derek Drymon. La storia è firmata da Marc Ceccarelli, Kaz e Pam Brady, che ha scritto anche la sceneggiatura insieme a Matt Lieberman.

Il cast vocale originale include le voci storiche di Tom Kenny (SpongeBob), Clancy Brown (Mr. Krabs), Rodger Bumpass (Squiddy), Bill Fagerbakke (Patrick), Carolyn Lawrence (Sandy) e Mr. Lawrence (Plankton), affiancati da ospiti speciali come George Lopez, la star musicale Ice Spice (Isis Gaston), Arturo Castro, Sherry Cola, Regina Hall e persino Mark Hamill.

SpongeBob – Un’avventura da pirati si preannuncia come il film imperdibile del 2025 per grandi e piccini, con un mix esplosivo di azione, comicità e spirito d’avventura. Preparatevi a salpare!

Peter Jackson aggiorna sul suo futuro a 11 anni dalla sua ultima regia

0

Peter Jackson ha fornito un interessante aggiornamento sul suo futuro, mentre i fan attendono il primo film del regista dal 2014. Jackson è famoso soprattutto per il suo lavoro nella saga de Il Signore degli Anelli, avendo diretto la trilogia originale e tutti e tre i film de Lo Hobbit negli anni 2010. Il prossimo capitolo della sua filmografia è del tutto inaspettato.

In un’intervista con Screen Rant, Jackson ha rivelato di stare attualmente lavorando a tre diverse sceneggiature per progetti futuri, sebbene non sia entrato troppo nei dettagli su quali potrebbero essere questi progetti. A parte The Hunt of Gollum, un sequel della saga de Il Signore degli Anelli diretto da Andy Serkis, le sceneggiature di Jackson sono tenute segrete.

Peter Jackson stava parlando con il CEO di Colossal Biosciences, Ben Lamm, e con l’archeologo di Ngāi Tahu, Kyle Davis, degli sforzi in corso dell’azienda per salvare il Moa gigante dall’estinzione. Jackson è un importante investitore di Colossal, ma è stato coinvolto solo a condizione che l’azienda biotecnologica spostasse l’attenzione sul Moa.

ScreenRant: Peter, sarei negligente se non ti chiedessi del tuo futuro nel cinema. Non ti vediamo dirigere un lungometraggio dal 2014. Colossal è ora una tua prerogativa? Sei in pensione?

Peter Jackson: No, no. Di certo non sono in pensione. Attualmente stiamo lavorando a tre sceneggiature diverse. Al momento sto scrivendo tre sceneggiature diverse.

Stiamo producendo e scrivendo The Hunt for Gollum, che Andy Serkis dirigerà il prossimo anno. Mi è piaciuto lavorare ai documentari, che mostrino la mia vecchiaia o meno, e ovviamente al progetto Get Back – The Beatles. Mi sono divertito a fare diverse cose con i Beatles, il che è fantastico, e probabilmente continuerò a farlo.

Ma per me, de-estinguere il Moa sarebbe altrettanto emozionante, se non di più, di qualsiasi film potrei mai fare. Ho fatto molti film, ma vedere il gigantesco Moa tornare sarebbe un’emozione che credo supererebbe qualsiasi altra cosa in questo momento.

Cosa significa, dunque? Peter Jackson non è in pensione, il che non può che essere una buona notizia. Anche se Jackson non dirige un film da Lo Hobbit: La Battaglia delle Cinque Armate del 2014, sarebbe sbagliato dire che non si sia tenuto impegnato. Naturalmente, il suo documentario sui Beatles è il suo più recente successo di alto profilo, che utilizza tecniche simili a quelle del suo documentario sulla Prima Guerra Mondiale, acclamato dalla critica, They Shall Not Grow Old.

Jackson ha anche scritto e prodotto l’adattamento del romanzo young adult del 2018, Macchine Mortali, ma tornare alla regia è comunque un progetto entusiasmante. Dopo una pausa così lunga, è difficile prevedere come sarà un nuovo film di Peter Jackson. Ha sicuramente la libertà di scegliere i suoi progetti, che decida o meno di tornare nella Terra di Mezzo.

Mercoledì Stagione 2: il trailer e le nuove immagini

0
Mercoledì Stagione 2: il trailer e le nuove immagini

Con il trailer e le nuove immagini dell’attesissima Mercoledì Stagione 2, il mondo si prepara al ritorno della giovane Addams: i nuovi episodi saranno disponibili dal 6 agosto (Parte 1) e dal 3 settembre (Parte 2) solo su Netflix.

L’estate però non porterà solo caos e omicidi alla Nevermore Academy: questo mese comincia il Doom Tour, il tour promozionale che coinvolgerà il cast e gli autori della serie, conducendoli tra luglio e agosto in Europa (Inghilterra, Polonia, Italia e Francia), Nord America (Stati Uniti e Canada), Asia (Corea del Sud) e Australia.

Nella seconda stagione, Mercoledì Addams (Jenna Ortega) torna ad aggirarsi per i corridoi gotici della Nevermore Academy, dove l’attende una nuova serie di nemici e problemi. In questa stagione Mercoledì deve destreggiarsi tra famiglia, amici e vecchi avversari, per affrontare un altro anno di caos splendidamente oscuro e bizzarro.

Armata della sua caratteristica arguzia tagliente e del suo fascino imperturbabile, Mercoledì si ritrova al centro di un nuovo agghiacciante mistero soprannaturale.

Come già annunciato, l’iconico regista Tim Burton sbarcherà il 25 luglio al Giffoni Film Festival 2025 per incontrare i giurati della 55esima edizione.

Tim Burton, che in carriera ha appassionato il pubblico mondiale con pellicole iconiche come “Beetlejuice – Spiritello Porcello”, “Batman”, “Edward mani di forbice”, “Nightmare before Christmas”, “Ed Wood”, “Il mistero di Sleepy Hollow”, “Big Fish – Le storie di una vita incredibile”, “La sposa cadavere”, “Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street”, “La
Fabbrica di Cioccolato”, “Frankenweenie”, firma la regia di 4 episodi della seconda stagione di “Mercoledì”.

MERCOLEDÌ – STAGIONE 2

  • Showrunner / Produttori Esecutivi / Sceneggiatori: Alfred Gough, Miles Millar
  • Regista / Produttore Esecutivo: Tim Burton
  • Produttori Esecutivi: Steve Stark, Andrew Mittman, Meredith Averill, Karen Richards, Gail Berman, Jonathan Glickman, Tommy Harper, Kayla Alpert, Kevin Miserocchi
  • Registi: Tim Burton (ep. 201, 204, 207, 208), Paco Cabezas (ep. 202, 203), Angela Robinson (205, 206)
  • Cast principale: Jenna Ortega, Emma Myers, Steve Buscemi, Catherine Zeta-Jones, Luis Guzman, Isaac Ordonez, Joy Sunday, Billie Piper, Luyanda Unati Lewis-Nyawo, Moosa Mostafa, Georgie Farmer, Victor Dorobantu, Evie Templeton, Owen Painter, Noah B. Taylor, Hunter Doohan
  • Guest Stars: Jamie McShane, Joanna Lumley, Joonas Suatamo, Fred Armisen, Christopher Lloyd, Thandiwe Newton, Heather Matarazzo, Haley Joel Osment, Frances O’Connor, Lady Gaga
  • Studio: MGM Television

Un bel giorno: finite le riprese del nuovo film di Fabio De Luigi

0

Si sono ufficialmente concluse le riprese di Un bel giorno, il nuovo film che vede protagonista Fabio De Luigi, affiancato da Virginia Raffaele. Una commedia agrodolce che promette emozione, leggerezza e riflessioni sulle seconde possibilità, prodotta da Lotus Production (una società Leone Film Group) e Rai Cinema, con la produzione affidata a Raffaella Leone e Andrea Leone.

Cosa succede in Un bel giorno?

Il film racconta la storia di Tommaso, un padre single che ha cresciuto da solo quattro figlie, chiudendosi completamente al mondo esterno. Quando le ragazze decidono che è arrivato il momento per lui di tornare a vivere e rimettersi in gioco, Tommaso si ritrova – tra caso e coraggio – a conoscere Lara, una donna brillante e affascinante. Ma entrambi hanno qualcosa da nascondere…

Accanto a De Luigi e Raffaele, nel cast troviamo Maria Gifuni, Alma Giardina, Anita Marzi, Arianna Gregori, Leon Castagno, Andrea Silvestrini, Nicola Mayer, Beatrice Schiros, con la partecipazione straordinaria di Antonio Gerardi.

Un bel giorno si preannuncia come un film che mescola ironia e sentimento, con un approccio contemporaneo ai temi della famiglia, della genitorialità e della riscoperta personale. Il tono della storia punta a un pubblico ampio, capace di riconoscersi nei conflitti e negli affetti che animano la vicenda di Tommaso.

Non è ancora stata annunciata una data di uscita ufficiale, ma Un bel giorno è uno dei titoli italiani più attesi per la prossima stagione cinematografica. Restiamo in attesa del primo trailer ufficiale e ulteriori dettagli sulla distribuzione.

Disney+ svela la sua line-up del 2025 in un video!

0
Disney+ svela la sua line-up del 2025 in un video!

La piattaforma Disney+ ha svelato un’anteprima della sua line-up del 2025, ricca di serie originali e attesi ritorni.

La clip di 60 secondi mostra immagini delle serie più amate dai fan, in cui si vedono le nuove avventure del semidio protagonista di Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo, un’entusiasmante anticipazione della seconda stagione di A Thousand Blows e ancora, omicidi e caos nella quinta stagione di Only Murders in the Building. Inoltre, i fan potranno dare un’occhiata alla serie Marvel Television Wonder Man, che debutterà entro la fine dell’anno.

I titoli mostrati nella clip includono:

  • Alien: Pianeta Terra di FX (che debutterà il 13 agosto)
  • A Thousand Blows (Stagione 2)
  • All’s Fair (che debutterà nell’autunno 2025)
  • Chad Powers (che debutterà nell’autunno 2025)
  • Only Murders in the Building (Stagione 5)
  • Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo (Stagione 2, che debutterà a dicembre 2025)
  • Wonder Man di Marvel Television (che debutterà a dicembre 2025)
  • ZOMBIES 4: L’Alba dei Vampiri (che debutterà l’11 luglio)

Disney+ è disponibile a partire da 5,99* € al mese – senza costi aggiuntivi e con la possibilità di disdire in qualsiasi momento. Ci sono contenuti per tutti, con nuove serie TV, film di successo e titoli originali esclusivi in arrivo nel corso di tutto l’anno dei sei brand principali: Disney, Pixar, Marvel, Star Wars, National Geographic e Star. Con un’infinita library di intrattenimento, che spazia dai documentari ai film drammatici acclamati dalla critica, dalle commedie ai classici d’animazione. Gli abbonati potranno scegliere qualsiasi cosa, dalle serie originali come A Thousand Blows, e The Bear di FX fino agli ultimi film di successo come A Complete Unknown.

Un efficace sistema di parental control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre alla “Modalità Junior” già presente sulla piattaforma, gli abbonati possono impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un pubblico più adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per garantire massima tranquillità ai genitori.

Acapulco Stagione 4: il trailer dell’ultima stagione

0
Acapulco Stagione 4: il trailer dell’ultima stagione

Apple TV+ ha presentato il trailer della quarta e conclusiva stagione di Acapulco, la comedy bilingue che ha conquistato il pubblico di tutto il mondo. I primi due episodi debutteranno il 23 luglio sulla piattaforma, seguiti da un nuovo episodio ogni mercoledì fino al 17 settembre.

Nella quarta stagione, il Máximo del presente (interpretato da Eugenio Derbez) lavora instancabilmente per riportare Las Colinas al suo antico splendore prima della grande riapertura. Nel 1986, quando un hotel concorrente conquista il primo posto nella classifica annuale dei “Migliori Hotel di Acapulco”, il giovane Máximo (interpretato da Enrique Arrizon) farà di tutto per riconquistare il vertice e garantire un futuro a Las Colinas.

Oltre a Derbez e Arrizon, il cast di “Acapulco” comprende Fernando Carsa, Rafael Cebrián, Vanessa Bauche, Camila Perez, Carlos Corona, Chord Overstreet, Regina Reynoso, Jessica Collins e Regina Orozco. Nella nuova stagione tornano anche volti noti come Damián Alcázar, Jaime Camil e Cristo Fernández, cui si uniscono come guest star Keyla Monterroso Mejia e Omar Chaparro, insieme a Jack McBrayer in un cameo speciale.

Prodotta da Lionsgate Television, “Acapulco” è ispirata a “How to Be A Latin Lover” – il film di 3Pas Studios e Pantelion Filmsal che ha riscosso grande successo al botteghino – ed è prodotta per Apple da Lionsgate Television, 3Pas Studios, Zihuatanejo Productions e The Tannenbaum Company. Oltre a recitare nella serie, Eugenio Derbez è produttore esecutivo insieme a Ben Odell. La serie è stata creata da Austin Winsberg, Eduardo Cisneros e Jason Shuman. Winsberg è anche produttore esecutivo insieme a Sam Laybourne, che funge anche da showrunner. Kim ed Eric Tannenbaum producono esecutivamente insieme a Jason Wang per conto di The Tannenbaum Company. Jaime Eliezer Karas è produttore esecutivo e regista della serie, mentre Sonia Gambaro è co-produttrice esecutiva per 3Pas Studios.

I Fantastici Quattro: Gli Inizi, l’araldo di Galactus annuncia la distruzione della Terra nella nuova clip

0

Marvel Studios continua la sua campagna promozionale martellante per I Fantastici Quattro: Gli Inizi che se la vedrà con gli altri blockbuster di questa stagione estiva in una battaglia all’ultimo biglietto staccato.

La nuova clip condivisa dallo studio mostra Silver Surfer di Julia Garner mentre annuncia alla Prima Famiglia Marvel che la Terra è spacciata, essendo entrata nel raggio di interesse di Galactus, il Divoratore di mondi. Eccola di seguito:

I Fantastici Quattro: Gli Inizi

Il film Marvel Studios I Fantastici Quattro: Gli Inizi introduce la prima famiglia Marvel composta da Reed Richards/Mister Fantastic (Pedro Pascal), Sue Storm/Donna Invisibile (Vanessa Kirby), Johnny Storm/Torcia Umana (Joseph Quinn) e Ben Grimm/la Cosa (Ebon Moss-Bachrach) alle prese con la sfida più difficile mai affrontata. Costretti a bilanciare il loro ruolo di eroi con la forza del loro legame familiare, i protagonisti devono difendere la Terra da una vorace divinità spaziale chiamata Galactus (Ralph Ineson) e dal suo enigmatico Araldo, Silver Surfer (Julia Garner). E se il piano di Galactus di divorare l’intero pianeta e tutti i suoi abitanti non fosse già abbastanza terribile, la situazione diventa all’improvviso una questione molto personale.

Il film è interpretato anche da Paul Walter Hauser, John Malkovich, Natasha Lyonne e Sarah Niles. I Fantastici Quattro: Gli Inizi è diretto da Matt Shakman e prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Grant Curtis e Tim Lewis sono gli executive producer.

Il Cinema e la Seduzione della Ricchezza Istantanea: Un Riflesso dei Desideri Moderni

Il cinema italiano ha sempre avuto un fascino particolare per le storie di ricchezza improvvisa. Dalle classiche rapine alle commedie contemporanee, il grande schermo ha saputo catturare quel momento magico in cui la vita di un personaggio cambia radicalmente grazie a un colpo di fortuna finanziario. Questa narrazione rispecchia un desiderio profondamente radicato nella società moderna: la gratificazione immediata.

Questo fenomeno non si limita solo al mondo cinematografico, ma si estende anche ad altre forme di intrattenimento che offrono l’emozione di risultati rapidi, per esempio i casinò che pagano subito, dove l’esperienza dell’attesa ridotta tra la vincita e la riscossione amplifica il piacere del gioco. La crescente popolarità di queste piattaforme digitali dimostra come il pubblico italiano sia sempre più attratto da esperienze che promettono non solo divertimento, ma anche la possibilità di ottenere ricompense immediate, proprio come i protagonisti dei film che tanto ammiriamo.

L’evoluzione del cinema italiano e la rappresentazione della ricchezza improvvisa

Il cinema italiano ha una lunga tradizione di film che esplorano il tema della ricchezza istantanea. Dalle commedie all’italiana degli anni ’60 fino alle produzioni contemporanee come “Poveri ma Ricchi” del 2016, i registi hanno utilizzato questo tema per esplorare non solo il fascino del denaro facile, ma anche le sue conseguenze sociali e personali. Questi film spesso mostrano personaggi comuni che si trovano improvvisamente catapultati in un mondo di lusso e possibilità, creando situazioni comiche o drammatiche che risuonano con il pubblico.

La crescita dell’industria cinematografica italiana testimonia l’interesse continuo per queste narrazioni. Nel 2023, sono stati prodotti 402 film, con un incremento del 13% rispetto all’anno precedente e superando i livelli pre-pandemia del 23,7% rispetto al 2019. Questo aumento nella produzione cinematografica riflette non solo la vitalità del settore, ma anche la continua rilevanza di storie che parlano di aspirazioni economiche e cambiamenti improvvisi di fortuna.

Il cinema italiano contemporaneo ha saputo rinnovare questi temi classici, adattandoli alle ansie e alle speranze dell’era digitale. I film recenti spesso esplorano non solo l’acquisizione della ricchezza, ma anche come questa modifica le relazioni interpersonali e l’identità personale in una società sempre più definita dal consumo e dall’apparenza.

Il parallelo tra cinema e intrattenimento digitale: la psicologia della gratificazione immediata

Il legame tra le rappresentazioni cinematografiche della ricchezza istantanea e la crescente domanda di forme di intrattenimento che offrono risultati immediati non è casuale. Entrambi attingono alla stessa psicologia umana: il desiderio di emozioni forti e ricompense rapide. I film che mostrano personaggi che vincono alla lotteria o realizzano colpi milionari soddisfano una fantasia collettiva di trasformazione rapida delle proprie circostanze.

Nel mercato italiano dell’intrattenimento digitale, si osserva una crescente preferenza per giochi ad alta volatilità che offrono esperienze emozionanti piuttosto che semplicemente pagamenti elevati. Questa tendenza rispecchia lo stesso comportamento di ricerca del brivido spesso ritratto nei film sulla ricchezza improvvisa. L’emozione dell’incertezza, la tensione dell’attesa e l’euforia del risultato positivo creano un’esperienza emotiva simile a quella vissuta dai protagonisti cinematografici.

L’impatto culturale e le implicazioni sociali

La rappresentazione della ricchezza istantanea nel cinema italiano non è solo un riflesso dei desideri collettivi, ma contribuisce anche a plasmare atteggiamenti culturali verso il denaro e il successo. Questi film spesso esplorano le contraddizioni della nuova ricchezza, mettendo in luce come il denaro possa risolvere alcuni problemi ma crearne altri completamente nuovi.

Il successo di questi temi cinematografici si inserisce in un contesto economico più ampio, dove l’incertezza finanziaria e la precarietà lavorativa alimentano fantasie di soluzioni rapide. Tra il 2016 e il 2023, ben 186 film hanno richiesto crediti d’imposta internazionali, per un totale di oltre 513 milioni di euro, dimostrando come l’industria cinematografica italiana stia investendo significativamente in produzioni che risuonano con le aspirazioni economiche del pubblico.

Il cinema diventa così non solo intrattenimento, ma anche uno spazio di riflessione collettiva sui valori sociali e sulle aspirazioni individuali. Attraverso storie di ricchezza improvvisa, i film italiani continuano a esplorare le tensioni tra desiderio materiale e realizzazione personale, tra successo esteriore e felicità autentica, offrendo al pubblico uno specchio delle proprie speranze e timori in un’epoca di rapidi cambiamenti economici e sociali.

Superman: maggiori dettagli sui due cameo più importanti del film – SPOILER

0

ATTENZIONE – l’articolo contiene Spoiler su Superman di James Gunn

Con il Superman di James Gunn (la nostra recensione) in sala, possiamo finalmente avere la certezza di chi appare e chi no nel film al cinema da oggi, 9 luglio.  Hal Jordan, John Stewart o Brainiac sono solo tre dei nomi che sono stati fatti dagli scooper nelle scorse settimane, per cercare di indovinare chi ci sarebbe stato nel film. Ebbene, nessuno dei tre nominati compare al fianco dell’Uomo d’Acciaio di David Corenswet, e i cameo che invece brillano nella loro divertita evidenza, nel film, sono in parte sorprendenti.

Iniziamo con Supergirl. Milly Alcock non è mai stata confermata per questo reboot, anche se abbiamo sentito ripetutamente che la star di Supergirl avrebbe fatto un cameo. Beh, lo fa, una breve scena che però serve a suggerire il tono alla prossima uscita da solista della Maiden of Might. Nel cameo, è ubriaca e vuole indietro il suo cane Krypto (a quanto pare un kryptoniano non può ubriacarsi sui pianeti con un sole giallo, quindi deve fare festa su quelli con uno rosso). Mentre Supergirl se ne va con Krypto, chiama Superman “stronzo”, quindi potrebbe non esserci un grande legame familiare tra i cugini oppure lei potrebbe essere giovane e molto meno centrata di Kal-El.

Per quanto riguarda il suo costume, è una versione femminile del costume dell’Uomo di Domani, anche se con la gonna, che siamo sicuri ricorderete dalle foto sul set di Supergirl.

Ora, passiamo al cameo a sorpresa. Quando Lex Luthor riesce a convincere il mondo che l’Uomo d’Acciaio è una minaccia per loro, Peacemaker, interpretato da John Cena, viene mostrato al telegiornale della sera, mentre parla male di Superman. Questo non porta direttamente alla seconda stagione di Peacemaker, ma è un modo divertente per includere un personaggio che ovviamente significa molto per il regista James Gunn.

Nessuno ha parlato del ruolo di Peacemaker in Superman, quindi questo è un segreto che il film ha tenuto nascosto prima della sua uscita. Oltre a questo, l’unico cameo degno di nota è Sean Gunn nei panni di Maxwell Lord, che in realtà compare molto meno di quanto ci si poteva aspettare.

Supergirl: Woman of Tomorrow

Il cast di Superman

Superman è il primo film dei DC Studios scritto e diretto da James Gunn, con David Corenswet nei panni di Superman/Clark Kent.

Nel cast anche Rachel Brosnahan, Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nathan Fillion, Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio, María Gabriela de Faría, Wendell Pierce, Alan Tudyk, Pruitt Taylor Vince e Neva Howell. Il film sarà al cinema dal 9 luglio distribuito da Warner Bros. Pictures.

Superman”, il primo film dei DC Studios in arrivo sul grande schermo, è pronto a volare nei cinema di tutto il mondo quest’estate, distribuito da Warner Bros. Pictures. Con il suo stile inconfondibile, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo universo DC reinventato, con una miscela unica di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e da una profonda fiducia nella bontà del genere umano.

Produttori esecutivi di “Superman” sono Nikolas Korda, Chantal Nong Vo e Lars Winther. Dietro la macchina da presa, Gunn si è avvalso del lavoro di suoi collaboratori fidati, tra cui il direttore della fotografia Henry Braham, la scenografa Beth Mickle, la costumista Judianna Makovsky e il compositore John Murphy, oltre al compositore David Fleming (“The Last of Us”), ai montatori William Hoy (“The Batman”) e Craig Alpert (“Deadpool 2”, “Blue Beetle”).

Superman propone un controverso cambiamento nell’origine del protagonista

0

ATTENZIONE – l’articolo contiene Spoiler su Superman di James Gunn

Diversi mesi fa, è stato riferito che la star dei Guardiani della Galassia, Bradley Cooper, era stata scelta per il ruolo di Jor-El nel Superman di James Gunn (la nostra recensione). Il regista James Gunn ha poi confermato che l’attore interpreta il padre kryptoniano di Clark Kent, sebbene una fuga di notizie sulla trama che suggeriva che potesse essere un personaggio malvagio sia stata accolta con scetticismo.

Dopo aver visto il film, possiamo confermare che in parte queste voci non erano del tutto sbagliate. Dopo che Lex Luthor e l’Ingegnere invadono la Fortezza della Solitudine, decodificano un messaggio di Jor-El a Kal-El. Precedentemente abbiamo appreso che Superman ha sempre ascoltato il messaggio dei genitori fino a un certo punto, dal momento che questo era rimasto danneggiato nei viaggio verso la Terra. Quella parte di messaggio diceva a Kal che lui era stato mandato sulla Terra per proteggere gli umani. L’intervento di Lex e dell’Ingegnere corregge e recupera il messaggio originale, e viene rivelato che Jor-El non aveva un’alta opinione dei terrestri (come dargli torto?) e credeva che fossero stupidi e facili da governare. Lo si ascolta mentre suggerisce a suo figlio di prendere molte mogli, fare più figli possibile e governare la Terra in nome di Krypton.

Questo cambiamento dipinge Jor-El in una luce estremamente negativa anche se in un certo senso “divina” e distante, cosa che il suo figlio biologico non è affatto. Tuttavia, solleva un affascinante dibattito tra natura e cultura, permettendo a Gunn di esplorare l’umanità di Clark Kent e l’impatto positivo che i suoi genitori umani, Jonathan e Martha, hanno avuto su di lui.

Il ruolo di Cooper è minimo, ma Gunn sembra essersi ispirato ai fumetti in cui Jor-El veniva dipinto in una luce antagonista dopo che si era scoperto che era sopravvissuto alla distruzione di Krypton. Ovviamente, alla fine del film Superman sembra rifiutare la sua eredità kryptoniana sostituendo la sua registrazione di Jor-El e Lara nella Fortezza della Solitudine con i filmini di famiglia dei Kent.

Il cast di Superman

Superman è il primo film dei DC Studios scritto e diretto da James Gunn, con David Corenswet nei panni di Superman/Clark Kent.

Nel cast anche Rachel Brosnahan, Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nathan Fillion, Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio, María Gabriela de Faría, Wendell Pierce, Alan Tudyk, Pruitt Taylor Vince e Neva Howell. Il film sarà al cinema dal 9 luglio distribuito da Warner Bros. Pictures.

Superman”, il primo film dei DC Studios in arrivo sul grande schermo, è pronto a volare nei cinema di tutto il mondo quest’estate, distribuito da Warner Bros. Pictures. Con il suo stile inconfondibile, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo universo DC reinventato, con una miscela unica di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e da una profonda fiducia nella bontà del genere umano.

Produttori esecutivi di “Superman” sono Nikolas Korda, Chantal Nong Vo e Lars Winther. Dietro la macchina da presa, Gunn si è avvalso del lavoro di suoi collaboratori fidati, tra cui il direttore della fotografia Henry Braham, la scenografa Beth Mickle, la costumista Judianna Makovsky e il compositore John Murphy, oltre al compositore David Fleming (“The Last of Us”), ai montatori William Hoy (“The Batman”) e Craig Alpert (“Deadpool 2”, “Blue Beetle”).

Superman ha delle scene post credits?

0
Superman ha delle scene post credits?

I cinema italiani si tingono di blu e rosso oggi, con l’arrivo in sala di Superman (la nostra recensione), due giorni prima dell’uscita statunitense. Il film che già sta facendo parlare di sé, polarizzando le opinioni, arriva nelle nostre sale con i migliori presupposti per portare un sacco di gente al cinema, in queste settimane estive.

Ma trattandosi di un cinecomic, di un nuovo inizio per una saga cinematografica, è legittimo chiedersi se il film di James Gunn ha o meno delle scene post credits! Ebbene, la risposta è sì, anche se forse non si tratta delle scene che ci aspettavamo!

Per quanto riguarda le scene post-credit, sono esattamente quelle che sono trapelate qualche settimana fa. Nessuna delle due è imperdibile, ma se siete fan, ovviamente vorrete rimanere per vedere più contenuti possibili su Superman!

Seguono SPOILER!

La prima mostra Clark Kent e Krypto sulla Luna insieme (un’inquadratura che è stata usata in poster e spot televisivi), mentre la seconda è una scenetta umoristica con Superman e Mister Terrific che osservano la distruzione di Metropolis. Mostra Superman che critica l’operato del collega supereroe: nel suo ricucire la spaccatura multidimensionale di Metropolis, Mr. Terrific non ha rimesso insieme alla perfezione un palazzo, lasciandolo leggermente storto. Il commento dell’Uomo d’Acciaio fa arrabbiare seriamente Mr. Terrific, il risultato è un momento buffo trai due eroi.

Il cast di Superman

Superman è il primo film dei DC Studios scritto e diretto da James Gunn, con David Corenswet nei panni di Superman/Clark Kent.

Nel cast anche Rachel Brosnahan, Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nathan Fillion, Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio, María Gabriela de Faría, Wendell Pierce, Alan Tudyk, Pruitt Taylor Vince e Neva Howell. Il film sarà al cinema dal 9 luglio distribuito da Warner Bros. Pictures.

Superman”, il primo film dei DC Studios in arrivo sul grande schermo, è pronto a volare nei cinema di tutto il mondo quest’estate, distribuito da Warner Bros. Pictures. Con il suo stile inconfondibile, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo universo DC reinventato, con una miscela unica di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e da una profonda fiducia nella bontà del genere umano.

Produttori esecutivi di “Superman” sono Nikolas Korda, Chantal Nong Vo e Lars Winther. Dietro la macchina da presa, Gunn si è avvalso del lavoro di suoi collaboratori fidati, tra cui il direttore della fotografia Henry Braham, la scenografa Beth Mickle, la costumista Judianna Makovsky e il compositore John Murphy, oltre al compositore David Fleming (“The Last of Us”), ai montatori William Hoy (“The Batman”) e Craig Alpert (“Deadpool 2”, “Blue Beetle”).

Il Diavolo veste Prada 2: una pioggia di star si unisce al cast originale

0

Simone Ashley, Lucy Liu, Justin Theroux, B.J. Novak e Pauline Chalamet si sono uniti al cast di Il Diavolo veste Prada 2. E non sono gli unici volti nuovi della rivista Runway. Tra gli altri nuovi arrivati ​​figurano le star di Broadway Helen J. Shen (“Maybe Happy Ending”) e Conrad Ricamora (“Oh, Mary!”), così come il comico Caleb Hearon, oltre al già annunciato Kenneth Branagh.

Nel frattempo, due personaggi noti, Tracie Thoms, che ha interpretato Lily, la migliore amica amante delle borse del personaggio di Anne Hathaway, e Tibor Feldman, che ha interpretato Irv Ravitz, il presidente della società madre di Runway, Elias-Clark, riprenderanno i loro ruoli nel sequel.

Appariranno tutti accanto alle star del film originale, Meryl Streep, Anne Hathaway, Emily Blunt e Stanley Tucci.

La 20th Century Studios della Disney sta finanziando Il Diavolo veste Prada 2, attualmente in produzione e la cui uscita nelle sale è prevista per il 1° maggio 2026. Sebbene i dettagli della trama non siano stati confermati, la storia, a quanto pare, segue la terrificante caporedattrice di Runway, Miranda Priestly (Streep), mentre affronta la sua carriera nel declino dell’editoria tradizionale. Si scontra con il personaggio di Blunt, la sua ex assistente che ora è una potente dirigente di un gruppo del lusso, con finanziamenti pubblicitari di cui Priestly ha disperatamente bisogno.

David Frankel, che ha diretto il film del 2006, e Aline Brosh McKenna, che ha scritto la sceneggiatura originale, torneranno per il sequel insieme alla produttrice Karen Rosenfelt. Basato sul romanzo di Lauren Weisberger, un romanzo a chiave sul lavoro per Anna Wintour a Vogue, “Il diavolo veste Prada” segue l’aspirante giornalista Andy Sachs (Hathaway) che viene assunta come assistente in una rivista di moda patinata ma si ritrova in balia del suo capo esigente. Il film è stato un successo di critica e pubblico, incassando 326 milioni di dollari in tutto il mondo e ottenendo una nomination all’Oscar per Streep.

David Corenswet: 10 cose che forse non sai sull’attore

David Corenswet: 10 cose che forse non sai sull’attore

Quello di David Corenswet è un nome oggi non a tutti noto, ma ciò è destinato a cambiare nei prossimi anni, quando egli assumerà ufficialmente il ruolo di Clark Kent alias Superman per il nuovo DC Universe. Il giovane interprete sarà dunque chiamato a diventare il volto di un intero universo cinematografico, cosa che gli conferirà una popolarità globale. In attesa di poterlo vedere in quel ruolo, c’è tanto di lui da scoprire e sapere.

Ecco 10 cose che forse non sai su David Corenswet.

I film e i programmi TV di David Corenswet

1. È noto per alcune serie TV. Corenswet ha iniziato la sua carriera da attore recitando nel 2015 in un episodio della serie One Bad Choice. In seguito ha recitato da protagonista nella serie Moe & Jerryweather (2014-2016) e ha recitato rispettivamente in un episodio delle serie Elementary (2017), Instinct (2018) e House of Cards – Gli intrighi del potere (2018). Nel 2019 è poi tra i protagonisti di The Politician, mentre nel 2020 ottiene grande notorietà grazie alla miniserie Hollywood, con Samara Weaving. Nel 2022 ha poi recitato nella serie We Own This City. Nel 2024 ha invece recitato nella serie Lady in the Lake accanto a Natalie Portman.

2. Ha recitato anche in alcuni film. Il debutto al cinema per Corenswet è invece arrivato nel 2018 con il film Affairs of State – Intrighi di Stato, seguito da The Sunlit Night nel 2019. Nel 2021 recita invece in Project Pay Day, mentre nel 2022 recita nei film Linee parallele e Pearl, il film horror con Mia Goth, dove ha il ruolo di un proiezionista. Nel 2024 ha recitato in Twisters, un thriller con Glen Powell e Daisy Edgar-Jones. Nel 2025, invece, arriva sul grande schermo come protagonista di Superman, diretto da James Gunn e dove recita accanto a Rachel Brosnahan.

David Corenswet in Superman (2025)
David Corenswet in Superman (2025) © Warner Bros Discovery

David Corenswet è Superman per il DCU

3. È stato scelto come nuovo Superman. Dopo mesi e mesi di speculazioni, teorie e indiscrezioni di ogni tipo, David Corenswet è stato confermato come interprete di Clark Kent alias Superman per il film Superman: Legacy, il progetto scritto e diretto da James Gunn che darà il via al nuovo DC Universe. Per ottenere questo ruolo, l’attore ha battuto la concorrenza di Nicholas Hoult e Tom Brittney, risultando agli occhi di Gunn l’interprete giusto. Dopo che il regista ha infatti svolto una prova costume con i tre, si è convinto del fatto che è Corenswet l’attore giusto per questo importante ruolo.

5. Sognava da tempo di interpretare questo personaggio. In seguito alla notizia che Corenswet avrebbe interpretato Superman, è riemersa in rete un sua intervista del 2019 in cui dichiarò che tra i suoi grandi obiettivi di carriera vi era proprio quello di interpretare il più celebre dei supereroi DC. Corenswet immaginava però in quell’intervista di dar vita ad una versione diversa di Superman, meno cupa e più ottimista. Anche questo suo desiderio si è poi concretizzato, dato che il film di Gunn è una versione più “colorata e gioiosa” del personaggio.

David Corenswet in Hollywood

6. È stato tra i protagonisti della miniserie. Dopo aver collaborato con il regista Ryan Murphy per The Politician, quest’ultimo ha voluto l’attore anche nel suo successivo progetto Netflix, ovvero la miniserie Hollywood. Qui Corenswet interpreta l’aspirante attore Jack Castello, che cerca di costruirsi una carriera nel contesto della Hollywood tra gli anni Quaranta e Cinquanta. Essendo dunque qui uno dei protagonisti, è stato questo ruolo ad aver reso Corenswet particolarmente noto, nonché una delle principali promesse della recitazione della sua generazione.

David-Corenswet-hollywood
David Corenswet in Hollywood

David Corenswet in Twisters

7. Ha avuto un ruolo importante nel film. In Twisters, sequel spirituale del cult del 1996, Corenswet interpreta un affascinante meteorologo coinvolto in una nuova ondata di devastanti tornado nel Midwest americano. Il suo personaggio, razionale ma coraggioso, si affianca a quello di Daisy Edgar-Jones. Il film segna una delle tappe fondamentali nella carriera di Corenswet prima del debutto come Superman. Curiosamente, proprio sul set di questo film ha saputo di aver ottenuto la parte e il resto delle riprese si sono poi svolte mentre stava iniziando la preparazione fisica per il ruolo dell’Uomo d’Acciaio, rendendo il progetto particolarmente impegnativo ma anche simbolico per la sua ascesa hollywoodiana.

David Corenswet in Pearl

8. Nessuno sapeva della sua partecipazione al film. In Pearl, prequel del film horror X, Corenswet interpreta il Proiezionista, un affascinante ma ambiguo giovane che lavora in un cinema itinerante. Il suo personaggio diventa oggetto del desiderio della protagonista Pearl, interpretata da Mia Goth, scatenando una tensione erotica e psicologica che contribuisce all’escalation drammatica del film. Il ruolo ha permesso a Corenswet di mostrare sfumature più oscure e seducenti rispetto ai suoi lavori precedenti. Il film, diretto da Ti West, è stato girato in segreto durante la pandemia, rendendo la sua partecipazione una sorpresa per molti fan.

Mia Goth e David Corenswet in Pearl
Mia Goth e David Corenswet in Pearl. Foto di Photo Credit: Christopher Moss/Christopher Moss – © Origin Picture Show LLC

David Corenswet ha una moglie?

9. È molto riservato. Attualmente David Corenswet non è sposato e mantiene una vita privata molto riservata. L’attore, inoltre, non ha mai confermato pubblicamente relazioni sentimentali stabili né è stato visto spesso in compagnia di partner sui red carpet. Nonostante il crescente interesse mediatico, Corenswet ha infatti sempre preferito mantenere un basso profilo fuori dal set, concentrandosi sulla carriera. Al momento, non ci sono dunque notizie ufficiali su una moglie o una fidanzata, e la sua sfera sentimentale resta avvolta nella discrezione.

L’età, l’altezza e il fisico di David Corenswet

10. David Corenswet è nato a Filadelfia, in Pennsylvania, Stati Uniti, l’8 luglio del 1993. L’attore è alto complessivamente 1,93 metri.

Il fisico di David Corenswet

David Corenswet è inoltre noto per il suo fisico slanciato e atletico, caratterizzato da spalle larghe, muscolatura ben definita e un’altezza imponente. Caratteristiche che lo rendevano da subito particolarmente adatto al ruolo di Superman. Proprio per prepararsi a interpretare l’Uomo d’Acciaio, l’attore ha seguito un intenso programma di allenamento fisico supervisionato da professionisti del fitness, focalizzato su massa muscolare, resistenza e postura. Le prime immagini trapelate dal set hanno mostrato un Corenswet trasformato, con un corpo scolpito e proporzionato, perfettamente in linea con l’iconografia supereroistica.

Fonti: IMDb, Instagram, Variety

Downton Abbey – Il Gran Finale: trailer e poster del film

0
Downton Abbey – Il Gran Finale: trailer e poster del film

Ecco un nuovo trailer ufficiale ed esteso di Downton Abbey: Il Gran Finale, il terzo e ultimo film della serie cinematografica basata sulla serie televisiva in costume della PBS creata da Julian Fellowes. Il film uscirà nelle sale italiano l’11 settembre.

La trama e il cast di Downton Abbey: Il Gran Finale

Questo nuovo capitolo segue la famiglia Crawley e il suo personale all’inizio degli anni ’30. Quando Mary si ritrova al centro di uno scandalo pubblico e la famiglia deve affrontare difficoltà finanziarie, l’intera famiglia deve fare i conti con la minaccia del disonore sociale. I Crawley devono accettare il cambiamento mentre il personale si prepara a un nuovo capitolo con la prossima generazione che guiderà Downton Abbey verso il futuro.

Simon Curtis torna alla regia dell’ultimo capitolo dopo aver diretto Una Nuova Era. Fellowes ha scritto tutti e tre i film.

Il cast familiare torna anche per Downton Abbey: Il Grand Finale, che include Michelle Dockery, Hugh Bonneville, Laura Carmichael, Jim Carter, Raquel Cassidy, Brendan Coyle, Kevin Doyle, Michael Fox, Joanne Froggatt, Paul Giamatti, Harry Hadden-Paton, Robert James-Collier, Allen Leech, Phyllis Logan, Elizabeth McGovern, Sophie McShera, Lesley Nicol, Dominic West, Penelope Wilton, Joely Richardson, Paul Copley e Douglas Reith.

Nel cast del franchise compaiono anche Joely Richardson, Alessandro Nivola, Simon Russell Beale e Arty Froushan. I produttori sono Gareth Neame, Fellowes e Liz Trubridge. Nigel Marchant è il produttore esecutivo.

James Gunn: 10 cose che forse non sai sul regista

James Gunn: 10 cose che forse non sai sul regista

James Gunn è un regista spesso controverso, con un gran senso dell’ironia e della satira, a volte un po’ sopra righe e che spesso gli ha causato qualche problema. Tuttavia, Gunn è un ottimo regista e un eccellente sceneggiatore, capace di captare e dare vita a tante sfumature dei suoi personaggi e facendoli amare dalla gran parte del pubblico, tanto da trovare dei fan che lo hanno sostenuto anche nel periodo di distaccamento da casa Disney e dal suo licenziamento avvenuto in quattro e quattr’otto.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su James Gunn.

I film e i programmi TV di James Gunn

1. Ha diretto e scritto celebri film. La carriera registica di James Gunn inizia del 2006 quando si trova a dirigere il suo primo lungometraggio intitolato Slither, di cui è anche sceneggiatore e attore. Nel corso degli anni successivi, la sua carriera continua con titoli come Super – Attento crimine!!! (2010), Comic Movie (2013), Guardiani della Galassia (2014), Guardiani della Galassia Vol. 2 (2017), The Suicide Squad (2021) e Guardiani della Galassia vol. 3 (2023). Nel 2025 porta al cinema Superman, con protagonisti David Corenswet e Rachel Brosnahan.

2. James Gunn è anche sceneggiatore e produttore. Il lato registico si interseca molto con il lavoro di sceneggiatore e produttore, ruoli svolti per film come Scooby-Doo (2002), L’alba dei morti viventi (2004), Scooby-Doo 2 (2004), The Belko Experiment (2016), oltre ai tre film dei Guardiani della Galassiaa The Suicide Squad e alle serie Peacemaker Creature Commandos. Come solo produttore, Gunn si è invece occupato dei film LolliLove (2004), Doggie Heaven (2008), PG Porn (2008-2009), l’horror Brightburn – L’angelo del male (2019) e i due Avengers: Infinity War (2018), Avengers: Endgame (2019) e Joker: Folie à Deux (2024). Ha inoltre scritto e prodotto il suo Superman.

David Corenswet in Superman (2025)
© Warner Bros Discovery

James Gunn rilancia il DCU come capo dei DC Studios

3. Ha assunto un ruolo molto importante. Gunn e il frequente partner di produzione Peter Safran avevano consigliato David Zaslav, l’amministratore delegato della neonata Warner Bros. Discovery, durante la ricerca di un nuovo responsabile della DC Films. Il duo ha impressionato Zaslav che ha deciso di nominarli co-presidenti e amministratori delegati della DC Films, ribattezzata “DC Studios”, con il controllo dei film, dei progetti di animazione e televisivi basati sui personaggi della DC Comics. I due hanno assunto la loro posizione il 1° novembre 2022 e James Gunn supervisiona ora gli aspetti creativi del franchise rinominato DCU.

James Gunn regista di Super – Attento crimine!!!

4. Ha diretto un suo personale film di supereroi. Prima di diventare celebre grazie a Guardiani della Galassia, Gunn aveva già diretto un suo personalissimo film di supereroi. Si tratta della commedia Super – Attento crimine!!!. In alcune interviste Gunn ha dichiarato di aver iniziato a lavorare sulla sceneggiatura del film nel 2002, ma che ebbe problemi a produrlo perché ritenuto troppo violento ed esoterico. Questo uscì poi nel 2010, andando incontro ad uno scarsissimo successo. Con il tempo, però, i fan lo hanno riscoperto permettendogli di divenire uno scult del genere.

James Gunn e i Guardiani della Galassia per la Marvel

5. Ha accettato di dirigere il film per il personaggio di Rocket. James Gunn ha affermato più volte che Rocket era un grande, se non il principale, motivo per cui voleva realizzare questo film. Quando poi è stato confermato che il film era un successo di pubblico, Gunn ha pubblicato online una lettera di ringraziamento sincera, ringraziando in particolare tutti per aver permesso a un procione di renderli un po’ più umani. In Guardiani della Galassia vol. 2, inoltre, Gunn ha dedicato l’ultima inquadratura del film proprio a Rocket.

Spiegazione finale Guardiani della Galassia Vol 3

James Gunn ha diretto The Suicide Squad

6. James Gunn si è dedicato alle run originali. Per realizzare il seguito del fortunato Suicide Squad, Gunn – che aveva già realizzato la sceneggiatura e a cui pare sia stato affidato l’intero progetto – si è ispirato alle run originali dei fumetti DC. Pur rendendo omaggio alla storie di Jon Ostrander e Kim Yale, che furono pubblicate negli ’80, Gunn ha però apportato alcune modifiche, inserendo personaggi non presenti nei fumetti di quella serie, come Bloodsport e Harley Queen.

James Gunn è il regista di Superman

7. Ha realizzato un film “politico”. Nel riportare al cinema Superman, Gunn ha deciso di ispirarsi non solo ad alcuni precisi fumetti dedicati al personaggio, ma anche a quelle che ritiene essere caratteristiche fondanti dell’America. “Voglio dire, ‘Superman’ è la storia dell’America”, ha spiegato Gunn. “Un immigrato che è arrivato da altri luoghi e ha popolato il Paese, ma per me è soprattutto una storia che dice che la gentilezza umana di base è un valore e qualcosa che abbiamo perso”. “Parla della gentilezza umana e ovviamente ci saranno degli idioti che non sono gentili e lo troveranno offensivo solo perché parla di gentilezza. Ma che si fottano“, ha aggiunto il regista.

James Gunn, Twitter e il licenziamento dalla Disney

8. Ha avuto problemi per vecchie affermazioni. Nel luglio 2018 sono riemerse alcune battute controverse che Gunn ha pubblicato su Twitter tra il 2008 e il 2012 e che coinvolgevano temi come l’11 settembre, l’AIDS, lo stupro e altri argomenti simili. Il riemergere di queste affermazioni ha però portato a pensare che qualcuno abbia voluto “incastrarlo” per le sue posizioni politiche anti Trump. In ogni caso, in seguito alle critiche sollevatesi, la Disney ha interrotto i legami con Gunn, privato così della possibilità di dirigere Guardiani della Galassia Vol. 3. Gunn si è poi scusato pubblicamente per le sue parole e grazie al sostengo di molte personalità dello spettacolo, è infine stato reintegrato nel suo ruolo di regista per il film Marvel. In quel lasso di tempo, ha però diretto The Suicide Squad.

The Suicide Squad - Missione suicida film

James Gunn ha un fratello attore

9. Suo fratello recita spesso nei suoi film. James Gunn ha un fratello, Sean Gunn, attore e collaboratore ricorrente nei suoi film. Sean è noto per aver interpretato Kraglin nella saga dei Guardiani della Galassia e per aver prestato il corpo al personaggio di Rocket Raccoon durante le riprese. Ha anche avuto un ruolo significativo in The Suicide Squad, dove ha interpretato Weasel, e tornerà nell’universo DC come Maxwell Lord nel film Superman diretto proprio da James. La loro collaborazione testimonia un rapporto artistico stretto e continuo all’interno dei progetti più importanti del regista.

La moglie di James Gunn

10. È sposato con un’attrice. James Gunn è sposato con l’attrice Jennifer Holland dal 2022. I due si sono conosciuti nel 2015 grazie a un amico in comune e da allora hanno iniziato una relazione sia personale che professionale. Jennifer ha recitato in diversi progetti diretti o prodotti da Gunn, tra cui il ruolo di Emilia Harcourt in The Suicide Squad (2021) e nella serie spin-off Peacemaker per HBO Max. La loro collaborazione riflette un’intesa artistica solida, con Holland spesso coinvolta nei progetti dell’universo DC guidato ora proprio da James Gunn.

Fonti: IMDb, Deadline