Era passato così tanto tempo
dall’ultimo aggiornamento sul reboot di Red
Sonja che molti fan avevano perso le speranze di
vedere il film, ma a marzo abbiamo saputo che il progetto aveva
trovato un distributore statunitense nella Samuel Goldwyn Films e
ora è stato finalmente pubblicato il primo trailer ufficiale. Il
teaser mostra la She-Devil with a Sword (la star di
Revenge,Matilda Lutz) catturata dallo
spietato Dragan (Robert Sheehan)
e costretta a combattere in un’arena in stile gladiatorio.
Sonja riesce a fuggire e si unisce a
un gruppo di compagni guerrieri per vendicarsi di Dragan e di sua
moglie, Dark Annisia (Wallis
Day). Il film sembra ricco di scene d’azione sanguinose,
creature fantastiche (realizzate con effetti speciali
sorprendentemente ben fatti) e persino il famigerato bikini di
maglia metallica di Sonja fa la sua comparsa, anche se non
indossato da lei.
La sinossi ufficiale recita:
“Catturata. Incatenata. Costretta a lottare per sopravvivere.
Red Sonja deve farsi strada combattendo attraverso le fosse
insanguinate dell’impero di un tiranno e radunare un esercito di
emarginati per riconquistare la sua libertà e sconfiggere Dragan e
la sua spietata sposa, Dark Annisia”. Il film ha inoltre
ricevuto una classificazione R per “violenza forte e
sanguinosa”.
È stato inoltre rilasciato anche un
primo poster ufficiale, che si può vedere nel post qui sotto:
Dopo oltre un decennio di tentativi
di portare avanti il progetto con diversi scrittori e registi in
varie fasi, Millennium è finalmente riuscita a mettere in
produzione il suo reboot di Red
Sonja nel 2022, con il regista di Solomon
Kane,M.J. Bassett al timone e Lutz che
prende il posto dell’attrice di Ant-Man and the Wasp e
Thunderbolts*Hannah John
Kamen nel ruolo della temibile guerriera del titolo.
Il primo trailer è stato proiettato
per i presenti al San Diego Comic-Con lo scorso anno, ma ad oggi
non abbiamo ancora visto alcun filmato ufficiale. Speriamo che
questa nuova foto BTS sia il segnale che a breve potranno esserci
aggiornamenti sul film, come un primo teaser. Parlando del film a
Collider lo scorso anno, il produttore Les Weldon
ha promesso che “i fan potranno vederlo presto”.
“Abbiamo appena finito il
montaggio. Il film è molto radicato e molto reale, se vogliamo, ma
ci sono un paio di sequenze in cui dobbiamo mettere a punto la CGI
in modo che non si guardi e si dica: ‘Oh, quella creatura non c’era
proprio’”. Abbiamo quindi terminato il film e siamo pronti a
passare alla fase successiva di post-produzione”.
Nel corso di un’intervista del 2022,
invece, Bassett ha rivelato di aver deciso di modificare un aspetto
chiave della storia di Sonja: il suo brutale stupro da parte dei
nemici predoni. “Non mi interessano le donne di fantasia che
usano [lo stupro] come motore di motivazione”, ha detto.
“Non è una motivazione forte. È solo un essere umano nel mondo
della femminilità”.
Insieme a Lutz nel cast troviamo
anche Robert Sheehan (The
Umbrella Academy), Wallis Day(Krypton), Michael Bisping (xXx:
Return of Xander Cage), Martyn
Ford (F9: The Fast Saga), Eliza
Matengu (Thor: Love and Thunder),
Manal El-Feitury (Code Red) e
Katrina Durden (Doctor
Strange).
Arctic, del 2018, è
un intenso film di sopravvivenza diretto da Joe
Penna e interpretato da un magistrale Mads Mikkelsen, unico protagonista in scena
per gran parte della pellicola. Il film racconta la storia di un
uomo disperso nell’Artico dopo un incidente aereo, costretto a
sfidare le condizioni estreme del gelo polare per tentare di
salvarsi e salvare una giovane donna ferita. In un’ambientazione
spoglia e inospitale, il film costruisce la sua tensione attraverso
il silenzio, la fatica, e la lotta quotidiana per la sopravvivenza.
È un racconto asciutto, essenziale, quasi privo di dialoghi, che
lascia spazio solo all’istinto e all’umanità.
Il film si inserisce a pieno titolo
nel genere del “survival movie”, accanto a titoli come
The
Revenant con Leonardo DiCaprio, All Is Lost con Robert Redford, o
127 ore con James Franco. A differenza di molti di questi
film, però, Arctic rinuncia al flashback e al
melodramma, scegliendo una narrazione lineare, cruda e quasi
documentaristica. La regia, fredda e rigorosa, accompagna lo
spettatore nell’isolamento assoluto del protagonista, sottolineando
quanto ogni piccola scelta possa fare la differenza tra la vita e
la morte. Il minimalismo della messa in scena è controbilanciato
dalla performance fisica e carismatica di Mikkelsen, vero cuore del
film.
Proprio per il suo stile asciutto e
realistico, Arctic ha spinto molti spettatori a
chiedersi se la storia raccontata sia ispirata a eventi
realmente accaduti. Il film, infatti, evita ogni
concessione all’eroismo spettacolare, privilegiando la
verosimiglianza e la tensione drammatica quotidiana. Nel prosieguo
dell’articolo, risponderemo proprio a questa domanda: quella di
Overgård è una storia vera? E se no, a quali fatti o immaginari
collettivi si ispira? E, in generale, quanto è plausibile ciò che
vediamo nel film?
La trama
di Arctic
Protagonista della vicenda è l’uomo
noto come Overgård, del quale non vengono forniti
dettagli su chi sia o come sia arrivato dove si trovi. Egli è
infatti bloccato nel circolo polare artico, in attesa di soccorsi
che potrebbero non arrivare mai. Nel frattempo, la sua routine
quotidiana consiste nel controllare le lenze da pesca, mappare
l’ambiente circostante e far funzionare un segnale di soccorso
alimentato da una dinamo a manovella. Il più delle volte è inoltre
costretto a doversi confrontare con la durezza dell’ambiente
circostante, in particolare proteggendosi dagli attacchi di orsi
polari in cerca di cibo.
La sua sorte sembra cambiare nel
momento in cui un elicottero riceve la sua richiesta di soccorso.
Nell’atterraggio, però, il velivolo si schianta uccidendo il pilota
e ferendo gravemente l’altra passeggera. Overgård si prende cura di
questa portandola nel suo rifugio, cercando di medicarle la ferita.
Il fatto di parlare lingue diverse, inoltre, non aiuta a risolvere
la situazione. Entrato in possesso di una mappa, questa rivela
all’uomo la presenza di un altro rifugio non molto distante.
Arrivare lì e cercare ulteriore soccorso sarà dunque la sola
possibilità per entrambi di avere salva la vita. Per riuscirci,
però, dovranno affrontare numerosi pericoli lungo il percorso.
La storia vera dietro il film
Nonostante il suo stile realistico e
il tono asciutto, la storia raccontata in Arctic
non è tratta da eventi realmente accaduti. Il film,
scritto da Joe Penna e Ryan Morrison, è una sceneggiatura originale
che nasce dall’intento di raccontare una vicenda di sopravvivenza
essenziale, quasi archetipica, in un contesto estremo.
L’ambientazione glaciale, l’assenza quasi totale di dialoghi e la
lotta contro la natura riportano immediatamente a una dimensione
universale, in cui l’eroe non ha nome né passato esplicito: è un
simbolo della resilienza umana, più che un ritratto biografico.
Detto questo, esistono numerose
storie vere che richiamano per intensità e contesto quella narrata
in Arctic. Una delle più celebri è la vicenda di
Leonid Rogozov, medico sovietico che nel 1961,
durante una spedizione in Antartide, fu costretto ad auto-operarsi
per un’appendicite in condizioni estreme. Oppure il caso del pilota
di aerei Art Scholl, scomparso durante un volo di
addestramento in condizioni proibitive, anche se meno noto. Più in
linea con il film è la tragica spedizione di
Franklin nel XIX secolo, in cui due navi inglesi
scomparvero tra i ghiacci canadesi e i superstiti tentarono
disperatamente di salvarsi a piedi.
Infine, la vera fonte d’ispirazione
di Arctic sembra essere l’immaginario collettivo del
“sopravvivere all’inospitale”, alimentato da
cronache di naufragi, incidenti aerei in territori remoti e
racconti di isolamento estremo. L’Artico, come luogo reale e
mitico, incarna perfettamente questa idea: è una soglia tra il
mondo e il nulla, tra la vita e la sua assenza.
Arctic si inserisce dunque in questa tradizione,
non per documentare un fatto preciso, ma per evocare una condizione
umana senza tempo: quella di chi, da solo, deve scegliere ogni
giorno di resistere.
“Il nucleo della storia che
volevamo raccontare è rimasto lo stesso nel corso delle
riscritture, e può essere ambientato ovunque, nell’Artico o in un
deserto. Basta cambiare le meccaniche delle sue sfide, tutto
qui”, ha detto Penna nel corso di un’intervista. Penna ha quindi
spiegato che il film approfondisce la natura della psiche umana. La
narrazione non fornisce alcun retroscena ai suoi personaggi,
aggiungendo valore al tema universale della storia e consentendo
un’esplorazione approfondita dell’umanità.
Nonostante sia un’opera di finzione,
Arctic è però sorprendentemente realistico nella
rappresentazione delle tecniche di sopravvivenza in condizioni di
questo genere. Secondo esperti del settore, il protagonista compie
infatti scelte credibili e fondate: si ripara all’interno del
relitto dell’aereo, raziona con attenzione le scorte di cibo,
stabilisce segnali visibili per eventuali soccorritori e tenta la
traversata solo quando le condizioni lo impongono. Anche l’uso del
rampino per la pesca, la costruzione di una slitta e la gestione
della ferita della donna ferita sono azioni coerenti con le
conoscenze basilari di sopravvivenza polare.
Naturalmente, sono presenti alcune
“concessioni cinematografiche”. La resistenza fisica del
protagonista è leggermente idealizzata, soprattutto nel mantenere
lucidità e forze per giorni interi sotto temperature estreme. A
parte questo, Arctic evita gli eccessi
spettacolari tipici di molti survival movie, scegliendo
una rappresentazione sobria, priva di eroismi forzati. Questo
approccio ha reso il film credibile anche per esperti di spedizioni
e ambienti estremi, che lo hanno elogiato come uno dei film più
accurati del genere. La coerenza con la realtà non è totale, ma
altamente plausibile.
Match Point
rappresenta una delle svolte più significative nella carriera di
Woody
Allen, segnando un momentaneo allontanamento dalle
ambientazioni newyorkesi che da sempre caratterizzavano il suo
cinema. Ambientato nella Londra dell’alta borghesia, il film adotta
un tono cupo e drammatico, esplorando temi come il caso, la
fortuna, la colpa, l’ambizione e la morale con una freddezza
inedita rispetto alla vena più ironica e intellettuale dei suoi
lavori precedenti. Allen abbandona la narrazione autobiografica e
il personaggio nevrotico che lo ha spesso rappresentato, per
concentrarsi su una storia tragica e crudele in cui la sorte si
sostituisce alla giustizia.
Dal punto di vista stilistico e
tematico, Match Point si configura dunque come un
thriller esistenziale che guarda esplicitamente alla narrativa di
FedorDostoevskij, in particolare
a Delitto e castigo, ma anche al cinema di Ingmar
Bergman e all’estetica del noir. Gli elementi di novità
sono molteplici: la regia più sobria e controllata, l’assenza di
umorismo, una fotografia elegante ma priva di calore, e un
protagonista — interpretato da Jonathan Rhys Meyers — cinico e calcolatore,
lontanissimo dagli antieroi romantici alleniani. Il successo fu
immediato: questo divenno uno dei film più apprezzati di Allen
dai tempi di Crimini e Misfatti (1989), ricevendo anche
una nomination all’Oscar per la miglior sceneggiatura
originale.
Proprio la freddezza della
narrazione e l’ambiguità morale dei personaggi hanno spinto molti
spettatori a interrogarsi sul senso profondo del film, e in
particolare sul suo finale scioccante. Nel prosieguo dell’articolo,
analizzeremo gli ultimi snodi della trama, i simboli ricorrenti e
il significato della “punto decisivo” evocato nel titolo, cercando
di comprendere cosa Match Point abbia davvero da
dire sul ruolo del caso nella vita umana e sull’illusione della
giustizia.
Protagonista della vicenda è il
giovane e affascinante Chris Wilton, insegnante di
tennis convinto che la fortuna sia il vero valore da perseguire.
Sul campo da gioco fa la conoscenza di Tom,
appartenente alla nobile famiglia degli Hewett.
Data la loro comune passione per la lirica, Tom decide di
introdurre Chris ai suoi genitori e alla sorella
Chloe. È proprio con quest’ultima che il giovane
intreccia una relazione sentimentale, benvista dai parenti. Sotto
la loro protezione, Chris intraprende quindi una vita borghese
fatta di lussi e successi lavorativi.
L’equilibrio si spezza però nel
momento in cui egli fa la conoscenza di Nola Rice,
giovane ed attraente attrice americana. Sfortunatamente per lui, la
donna è la fidanzata di Tom. Egli cercherà allora di allontanare
ogni desiderio per lei, ma il destino non lo aiuterà. Tempo dopo,
ormai sposato con Chloe, per la quale tuttavia non prova veri
sentimenti, Chris rincontra Nola. Questa gli confessa di non essere
più legata a Tom, e tra i due inizia una torbida e segreta
relazione. La vita di Chris comincia però a sgretolarsi, diviso tra
la paura di essere scoperto e la necessità di mantenere il suo
status.
La spiegazione del finale del film
Nel terzo atto di Match
Point, la tensione accumulata esplode con lucida crudeltà.
Chris si trova ad un punto di non ritorno: Nola è rimasta incinta e
minaccia di rivelare tutto a sua moglie, scombinando l’equilibrio
sociale e materiale che Chris ha faticosamente conquistato.
Incapace di affrontare le conseguenze delle sue azioni e deciso a
non rinunciare alla sicurezza offerta dal matrimonio, Chris
architetta un piano brutale: uccide la vicina di casa di Nola per
simulare una rapina, e poi uccide la stessa Nola, facendo sembrare
il tutto un caso collaterale.
Il crimine sembra perfetto: Chris
elimina ogni traccia, gestisce con sangue freddo le indagini e
riesce a mantenere una facciata di normalità. Chris tenta poi di
disfarsi dei gioielli della signora Eastby gettandoli nel Tamigi,
ma un anello rimbalza sulla balaustra e, senza che lui se ne
accorga, come in uno sfortunato colpo del tennis che sbatte sul
nastro e torna indietro, ricade sul marciapiede. Nonostante il
presentimento del detective Mike Banner, che ricostruisce alla
perfezione l’accaduto, le accuse dell’omicidio ricadono su uno
spacciatore, trovato morto per strada con l’anello della signora
Eastby in tasca.
Il rimbalzo dell’anello sulla
balaustra, apparentemente sfavorevole a Chris, ne ha invece
favorito di fatto l’impunità. Il film si chiude così con una scena
apparentemente tranquilla: Chris è con la moglie e la sua famiglia,
il loro figlio è nato, e tutto sembra tornato alla normalità. Ma lo
spettatore sa che la serenità è stata costruita sul sangue e
sull’inganno. Il film si chiude poi con un’inquadratura sullo
sguardo di Chris, perso nel vuoto e senza espressione, conscio del
fatto che la sua vita non sarà mai più come prima.
Il finale di Match
Point è volutamente disturbante perché sovverte le attese
morali dello spettatore: il colpevole non solo non viene punito, ma
viene “premiato” con la stabilità familiare e sociale che
desiderava. Allen costruisce un universo narrativo in cui la
fortuna ha più peso della giustizia, e il crimine può restare
impunito se sorretto da circostanze favorevoli. Il titolo stesso,
“Match Point”, richiama non solo il tennis ma il momento
in cui una decisione può far pendere l’esito in un senso o
nell’altro: il caso, non la morale, è l’arbitro finale.
Allen riprende qui una delle sue
ossessioni centrali, già presente nel già citato Crimini e
Misfatti: l’idea che l’universo sia amorale, privo di un
ordine superiore che premi i giusti e punisca i colpevoli. In un
mondo retto dal caso, l’etica diventa una costruzione fragile e
soggettiva. Chris non è semplicemente un villain, ma un uomo che ha
scelto la via della sopravvivenza sociale e del successo personale,
sacrificando tutto ciò che era fragile, vero o scomodo.
L’assassinio, per quanto orrendo, viene reso possibile e
accettabile dal contesto che lo protegge.
Il film, dunque, non racconta solo
un delitto, ma un’intera visione del mondo: un universo in cui
contano le opportunità, la dissimulazione e la fortuna. Chris è il
vincitore non perché è intelligente o meritevole, ma perché
l’anello — simbolo del caso — cade dalla parte “giusta”. Allen ci
lascia con una domanda amara e inquietante: quante volte nella vita
reale i colpevoli escono impuniti solo perché il destino, o la
casualità, hanno fatto loro un favore? La sua risposta è implicita
e spietata: spesso. E non c’è lezione morale da trarre, se non
quella che il caso governa più di quanto vorremmo ammettere.
Una ragazza e il suo
sogno (il cui titolo originale è What a Girl
Wants), uscito nel 2003 e diretto da Dennie Gordon, è una
commedia romantica per famiglie che mescola il tono brillante del
teen movie con l’eleganza del racconto fiabesco moderno.
Protagonista è la giovane Amanda Bynes nei panni
di Daphne, un’adolescente americana che decide di volare a Londra
per incontrare il padre che non ha mai conosciuto, scoprendo che si
tratta di un aristocratico britannico. Il film sviluppa il classico
tema dello scontro culturale tra mondi opposti — la spontaneità
americana e il rigore inglese — dando vita a una narrazione
leggera, romantica e piena di momenti divertenti.
Il film si inserisce perfettamente
nel solco delle commedie per ragazzi dei primi anni 2000,
rivolgendosi a un pubblico giovane ma capace di coinvolgere anche
spettatori adulti grazie al tono scanzonato e alla presenza di
attori noti. A contribuire al successo del film furono soprattutto
la performance brillante di Amanda Bynes, già
allora un volto molto amato dal pubblico teen, e quella
ironicamente misurata di Colin Firth, reduce da ruoli iconici in film
come Il diario di Bridget Jones. La somiglianza con
apprezzati titoli come Il diario di una
principessa o Un principe tutto mio ha
contribuito al successo del film.
La pellicola ha poi ottenuto un buon
riscontro al botteghino ed è tuttora ricordata con affetto dai fan
del genere. Nel prosieguo dell’articolo, scopriremo alcune delle
principali curiosità legate al film, dagli attori che
compongono il cast, passando per le canzoni della
colonna sonora e fino alle differenze tra il film
e l’opera teatrale da cui è tratto. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Il film racconta la storia di
Daphne, una diciassettenne di New York, che non ha
mai conosciuto suo padre. Un giorno decide però di salire su un
aereo, decisa a coronare il uso sogno: andare a Londra così da
incontrarlo e a conoscerlo. Durante il volo la ragazza conosce un
giovane musicista, Ian, dal quale apprende che suo
padre è candidato come Primo Ministro ed è prossimo alle nozze.
Henry, infatti, è il rampollo di una nobile
famiglia, che aveva conosciuto Libbie, la madre di
Daphne, in un viaggio in Marocco. I due si erano innamorati, ma a
causa della loro diversa condizione socio-economca, vengono
costretti a separarsi.
Quando Daphne giunge a Londra
irrompe quindi nella vita del padre, sconvolgendola con il suo
energico modo di fare e le sue abitudini, così lontane da quelle
dell’aristocrazia inglese. L’unica che sembra accoglierla bene è
sua nonna Jocely, la madre di Henry, al contrario
di Glynnis, la promessa sposa del padre, e sua
figlia Clarissa. Nonostante la sua grande capacità
nel mettersi nei guai, Henry non è irritato dal comportamento di
Daphne, fino a quando non si rende conto che la sua presenza
potrebbe andare a ledere le prossime elezioni.
Il cast del film
Il cast di Una ragazza e il
suo sogno è guidato da Amanda Bynes, che
interpreta la protagonista Daphne Reynolds, un’adolescente
americana piena di energia e spontaneità. Già star della TV per
ragazzi grazie a The Amanda Show, Bynes ha dovuto imparare
rapidamente alcune espressioni britanniche per rendere più
credibile il contrasto culturale. Accanto a lei troviamo Colin Firth nel ruolo di Henry Dashwood, il
padre aristocratico che scopre tardi di avere una figlia. Il ruolo,
insieme ad altri simili in quel periodo, fu una parentesi più
leggera nella sua carriera, e l’attore ha raccontato in interviste
di essersi divertito particolarmente durante le riprese.
Tra i protagonisti troviamo poi
Kelly Preston (compianta moglie di John Travolta) nel ruolo di Libby, la
madre di Daphne, e Anna Chancellor nei panni della
fredda e ambiziosa Glynnis, che tenta di ostacolare il
ricongiungimento familiare. Completano il cast Oliver
James nel ruolo di Ian Wallace, interesse amoroso di
Daphne, Anna Chancellor in quello di Glynnis
Payne, madre di Henry, Christina Cole in quello di
Clarissa e Jonathan Pryce nel ruolo di Alistair
Payne, subdolo consigliere di Henry. Il mix tra attori britannici
di scuola classica e talenti americani giovani contribuisce
all’efficacia del tono ironico e sentimentale del film.
La colonna sonora di Una
ragazza e il suo sogno accompagna perfettamente il tono
vivace, romantico e giovanile del film, con brani pop-rock che
riflettono l’animo libero e ribelle della protagonista. Accanto
alle musiche originali di Rupert Gregson-Williams,
troviamo dunque una selezione di canzoni che copre diversi stili e
atmosfere. Il film si apre con brani pop-rock brillanti come
“Who Invited You”
delle Donnas e “London Calling” dei The Clash, che
segnano il tono ribelle della protagonista e il suo arrivo nella
rigida società inglese.
Non mancano sonorità più sensuali ed
energiche, come “What’s
Your Flava?” di Craig David e
“Kiss Kiss” di
Holly Valance, né il pop-rock acceso di
“Hey Baby” dei
No Doubt. Le emozioni più intime sono affidate a
canzoni come “Half-Life” di Duncan Sheik,
“Ride of Your
Life” di John Gregory e
“Out of Place”
di Gavin Thorpe, insieme ai brani interpretati
da Kelly Preston e Oliver James. Tutte le scelte
musicali risultano così coerenti e ben inserite nel racconto,
sostenendo efficacemente sia i momenti comici che quelli più
riflessivi.
Le differenze tra il film e l’opera
teatrale da cui è tratto
Come anticipato, Una ragazza
e il suo sogno è una rivisitazione moderna e americana
della commedia teatrale The Reluctant Debutante di
William Douglas-Home, già portata al cinema nel
1958 con il titolo Come sposare una figlia.
Rispetto all’originale, il film del 2003 ribalta però il punto di
vista, concentrandosi sulla figura della figlia adolescente anziché
sui genitori, e sposta l’ambientazione nella contemporaneità,
inserendo elementi giovanili e romantici più marcati. Se l’opera
teatrale e il film classico puntavano sulla satira sociale
dell’alta borghesia inglese, la versione moderna privilegia invece
il confronto culturale tra spontaneità americana e rigidezza
aristocratica, accentuando il tono da favola moderna.
Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV
È possibile fruire di Una
ragazza e il suo sogno grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple
iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 9 luglio alle ore
21:20 sul canale Italia 1.
Denis Villeneuve ha
svelato una prima immagine relativa a Dune –
Parte Tre per annunciare ufficialmente l’inizio
delle riprese. Dopo il successo di critica e pubblico ottenuto con
il suo adattamento in due parti del romanzo di Frank
Herbert del 1965, Dune, il visionario regista sta
ora adattando Messia di Dune, il secondo romanzo della
serie, che continua la storia di Paul Atreides (Timothée
Chalamet).
Tornando alla post condivisa, sui
social l’account ufficiale di Dune ha
dunque condiviso un post in cui si annuncia l’inizio della
produzione, riportando una foto del deserto di Arrakis, scattata
dallo stesso Villeneuve, e una citazione da Messia di
Dune: “… in un viaggio in quella terra dove camminiamo
senza lasciare impronte”. Qui di seguito, il post
condiviso:
L’inizio della produzione di
Dune: Parte Tre significa che tutto sta procedendo
secondo i piani, dato che le riprese eranno annunciate per l’estate
del 2025. Se dureranno circa cinque mesi, come è successo per
Dune – Parte Due, dovrebbero terminare intorno a novembre
e non dovrebbero esserci problemi a rispettare la data di uscita
prevista un anno dopo, nel dicembre 2026.
La citazione “un viaggio in
quella terra dove camminiamo senza lasciare impronte” è tratta
dal libro Messia di Dune ed è usata per descrivere la
trasformazione spirituale di Paul Atreides e la sua ascesa a uno
stato quasi profetico. Significa uno stato al di là della presenza
fisica, dove le azioni e l’influenza di una persona trascendono i
limiti del mondo materiale e non lasciano tracce fisiche
riconoscibili.
La foto di Arrakis è stata
probabilmente scattata da Villeneuve nel deserto del Wadi
Rum in Giordania o nell’oasi di
Liwa ad Abu Dhabi, dove sono
state girate le scene desertiche di Dune – Parte Due.
Secondo alcune fonti, le riprese di Dune – Parte
Tre sarebbero in realtà iniziate pochi giorni fa presso
gli Origo Film Studios di Budapest.
In precedenza, parlando con la
rivista Time, Villeneuve ha confermato che Dune 3
sarà basato sul secondo romanzo della serie di Frank Herbert,
“Messia di Dune“. Il regista ha diviso il primo romanzo in
due metà per adattarlo in due film. Ma il terzo film coprirà
Messia di Dune nella sua interezza.
In Dune – Parte
Tre, tratto dal romanzo Messia di Dune di Frank
Herbert, possiamo aspettarci una narrazione molto più intima e
politica rispetto all’epica espansiva di Parte Due. Dopo
aver conquistato Arrakis e assunto il ruolo di Imperatore, Paul
Atreides dovrà affrontare le conseguenze del jihad scatenato in suo
nome e il peso del potere assoluto. Il film esplorerà la
disillusione di Paul, i suoi dubbi morali e le macchinazioni di chi
vuole distruggerlo dall’interno. La storia si muoverà dunque tra
intrighi religiosi, crisi identitarie e visioni profetiche, aprendo
un nuovo capitolo più cupo e riflessivo nell’universo di
Dune.
Leggi anche tutti gli
approfondimenti sul secondo capitolo:
La 20th Century Studios sta
ufficialmente lavorando a un reboot di Una notte al
museo, con la 21 Laps Entertainment che ha ingaggiato
Tripper Clancy per scrivere la sceneggiatura. Tra
i precedenti lavori di Clancy come sceneggiatore figurano “Stuber
– Autista d’assalto”, la serie “I
Am Not Okay With This”, “Die Hart” e “Die
Hart 2: Die Harter”. Al momento, come riportato da Variety, i dettagli della
trama sono ancora segreti, ma si dice che il film racconterà una
nuova storia ambientata nel museo con nuovi personaggi.
Nessuna notizia, per ora, su chi
dirigerà il film, né sugli attori che potrebbero far parte del
progetto. Tuttavia, se la 20th Century Studios deciderà di
procedere spedita con il progetto, è possibile che il processo di
casting non si farà attendere troppo. Al momento, oltre a quello di
Clancy, gli unici altri nomi legati al reboot sono quelli di
Shawn Levy (già regista dei primi tre film) e
Dan Levine sono i produttori per la 21 Laps,
mentre Emily Morris supervisiona il progetto per
conto della società.
Di cosa parla Una notte al museo?
La serie Una notte al
museo, iniziata nel 2006 con il film omonimo, ha dato vita
a tre sequel: “Una notte al museo 2 – La fuga” (2009),
“Una
notte al museo 3 – Il segreto del faraone” (2014) e il
film d’animazione “Una notte al museo 4: La vendetta di
Kahmunrah” (2022). Ben
Stiller ha recitato nei primi tre film nel ruolo di
Larry Daley, guardia notturna del museo, che scopre che i reperti
storici del suo posto di lavoro prendono vita durante la notte. Nel
corso della trilogia hanno recitato anche Robin Williams, Owen Wilson, Ricky Gervais, Mickey Rooney,
Brad Garrett, Dick Van Dyke e
Rami Malek.
La trilogia di Una notte al
museo ha conquistato un’enorme popolarità fin dal primo
capitolo, uscito nel 2006, grazie al suo mix di comicità, avventura
e magia. La saga ha saputo intrattenere sia adulti che bambini,
trasformando l’ambiente museale in un luogo di meraviglia e azione.
Il successo al botteghino e l’affetto del pubblico hanno reso i tre
film dei veri e propri classici del cinema family degli anni 2000.
Non sorprende dunque che si voglia ora in qualche modo rilanciare
quella storia, aggiornandola per una nuova generazione di
spettatori.
Da oltre vent’anni, una squadra
speciale di agenti di polizia messicani opera in silenzio lungo il
confine settentrionale per rintracciare e deportare i fuggitivi
stranieri che attraversano il Messico per sfuggire alle accuse
penali nei loro paesi d’origine. Conosciuta ufficiosamente come
The Gringo Hunters, la squadra opera da Tijuana ed
è specializzata nel localizzare e rimuovere questi fuggitivi, per
lo più americani, che entrano in Messico nella speranza di sfuggire
al sistema giudiziario statunitense. Ufficialmente, si chiama Unità
di collegamento internazionale della polizia dello Stato della
Bassa California.
Le loro operazioni reali hanno ora
ispirato la nuova serie Netflix,
The Gringo Hunters (Los Gringo Hunters),
sulla piattaforma dal 9 luglio. Il dramma è basato su un articolo
del Washington Post del 2022 che offriva uno sguardo più articolato
su come l’unità rintraccia, arresta e espelle i fuggitivi con
rapidità e discrezione. Si tratta dunque di una storia che merita
indubbiamente un maggior approfondimento, al fine di comprendere
meglio il contesto in cui tali dinamiche avvengono e le dinamiche
con cui si svolgono.
Un’unità di cui pochi al di fuori
del Messico avevano mai sentito parlare
Sin dalla sua fondazione nel 2002, l’unità ha espulso ad oggi
più di 1.600 fuggitivi, per lo più uomini americani ricercati per
reati gravi come omicidio, rapimento, reati sessuali e traffico di
droga. In media effettuano circa 13 arresti al mese e tra i
catturati ci sono fuggitivi presenti nella lista dei dieci
ricercati dall’FBI, serial killer e miliardari accusati di frode
finanziaria. Per portare avanti le loro operazioni,
i cacciatori di gringos lavorano in borghese, guidano veicoli
senza contrassegni e si affidano alle informazioni fornite da
agenzie statunitensi come l’FBI, il Dipartimento della Sicurezza
Interna e gli U.S. Marshals.
Sono addestrati sia sul sistema
legale messicano che su quello statunitense e si concentrano
esclusivamente su casi di grande impatto. Parte della loro
formazione consiste inoltre nell’osservare le persone che si
distinguono nelle comunità messicane, un’abilità essenziale quando
si cercano sospetti che spesso cercano di mimetizzarsi. Ad esempio,
i fuggitivi indossano spesso pantaloncini e infradito più dei
locali e parlano poco spagnolo. Gli agenti prestano attenzione
anche a comportamenti irregolari e caratteristiche fisiche come
tatuaggi o cicatrici documentati nelle banche dati criminali
statunitensi.
Invece di seguire lunghe procedure
di estradizione, l’unità utilizza le violazioni delle leggi
sull’immigrazione per espellere rapidamente i sospetti. La maggior
parte degli arresti viene completata in poche ore. Poiché gli
agenti statunitensi non possono operare in modo indipendente in
Messico, si affidano dunque alla polizia messicana per effettuare
gli arresti. Non si tratta quindi di un’estradizione formale, che
richiede un processo giudiziario. Tecnicamente, i fuggitivi vengono
espulsi per aver violato la legge messicana sull’immigrazione.
Il caso che ha rivelato l’unità al
mondo
Fino al 2022, l’unità era in gran
parte sconosciuta al di fuori degli ambienti delle forze
dell’ordine. La situazione è però cambiata quando Kevin
Sieff, corrispondente investigativo internazionale del
Washington Post, si è unito alla squadra mentre si preparava ad
arrestare Damion Salinas, un americano di 21 anni
accusato di omicidio in California. L’articolo di Sieff descrive in
dettaglio come gli agenti hanno rintracciato Salinas a Ensenada,
confermato la sua identità e coordinato l’operazione con i Marshals
statunitensi.
Harold Torres in The Gringo Hunters. Foto cortesia di
Netflix
L’arresto è avvenuto sul ciglio
della strada ed è durato in tutto pochi secondi. Salinas è poi
stato espulso quasi immediatamente. L’articolo ha dunque offerto
una rara panoramica sulle tattiche quotidiane dell’unità e sul suo
approccio discreto. Con l’articolo di Sieff, l’unità The
Gringo Hunters ha dunque guadagnato maggiore popolarità,
cosa che non necessariamente è un bene per loro, intenzionati ad
operare senza destare sospetti. Ad ogni modo, la notorietà di cui
sono stati investiti li ha portati ad essere oggi oggetto della
serie TV disponibile su Netflix.
La silenziosa riscrittura di una
narrazione di confine
Il soprannome
dell’unità, The Gringo Hunters, è emerso
informalmente tra la popolazione locale come abbreviazione della
loro missione: trovare e arrestare i fuggitivi stranieri che
credono che attraversare il confine con il Messico li metta al
riparo dalla giustizia. Anche se la squadra non ha adottato
ufficialmente questo nome, esso riflette un ribaltamento della
tradizionale narrazione di confine. Invece dei messicani che
fuggono verso nord, sono gli americani a nascondersi a sud del
confine e ad essere rintracciati dalle forze dell’ordine
messicane.
L serie Netflix The Gringo
Hunters drammatizza ovviamente molto la loro storia e non
si basi direttamente su precisi eventi. Piuttosto, si è voluto
ricostruire il contesto in cui operano e le sfide con cui si
trovano a confrontarsi quotidianamente. Ancora oggi, i veri
agenti operano in modo silenzioso ed efficiente. Arrestano i
fuggitivi e li riportano rapidamente davanti alla giustizia, spesso
senza l’attenzione del pubblico o clamore. Il loro lavoro richiede
dunque grande pazienza, precisione e stretta collaborazione con le
forze dell’ordine statunitensi.
La seconda stagione della serie
NetflixThe
Sandman amplia la famiglia degli Eterni introducendo
gli altri fratelli. Il più importante di loro è Delirio, la più
giovane, che svolge un ruolo fondamentale nel destino di Sogno. In
una delle conversazioni, viene rivelato che
Delirio era
Delizia, ma alcune circostanze l’hanno
portata a cambiare. La serie non rivela mai com’era quando era
Delizia, ma solleva la questione della sua trasformazione.
SPOILER IN ARRIVO.
La trasformazione di
Delizia rimane un grande mistero
nell’universo di Sandman
La vastità dell’universo di “The
Sandman” significa che ci sono molte informazioni su molti
personaggi, ma alcune cose non vengono mai realmente risolte. Il
cambiamento di Delizia in Delirio è una di queste. Per cominciare,
è chiaro che questo cambiamento è avvenuto molto tempo fa. Una
delle scene flashback dei fumetti suggerisce che sia avvenuto in
epoca preistorica. Ciò significa che, mentre gli eventi di “The
Sandman” si svolgono, Delizia è Delirio da molto tempo. Anche nella
serie, l’unica volta che la vediamo come Delizia è nel ritratto che
Destino usa per convocarla alla riunione di famiglia.
Le prove suggeriscono anche che i
suoi fratelli potrebbero non essere realmente consapevoli del
motivo di questo cambiamento. Lei lo usa per far notare a Destiny
che, anche se lui dovrebbe sapere tutto ciò che accadrà nella
storia dell’universo, ci sono percorsi al di fuori del suo giardino
di cui non è a conoscenza e ci sono cose che non sono scritte nel
suo libro. Ciò significa che, sebbene i suoi fratelli abbiano
assistito alla sua trasformazione, potrebbero non essere realmente
consapevoli della sua causa.
Sebbene né i fumetti né la serie
rivelino cosa sia successo a Delizia per trasformarla in Delirio, i
fan hanno raccolto alcuni indizi disseminati finora. Ad esempio, a
un certo punto, Delirio rivela che stava per sposarsi, ma che il
matrimonio non è mai stato celebrato. Potrebbe essere stato questo
l’evento che ha causato il suo cambiamento, o forse la rottura è
stata una conseguenza del suo cambiamento piuttosto che la causa?
Ci sono anche teorie secondo cui sarebbe sopravvissuta a una
violenza sessuale, ma non c’è nulla che provi che abbia subito un
trauma del genere. Esiste invece una teoria molto diversa, secondo
cui la trasformazione di Delirium non è ancora completa.
Delirio è destinata a trasformarsi
in qualcos’altro
Parlando del cambiamento di Delizia
in Delirio, il creatore di “The Sandman”
Neil Gaiman ha detto una volta che il personaggio
doveva essere sempre in uno stato di cambiamento. Questo significa
che il suo cambiamento da Delizia a Delirio non è permanente, ma
una fase che alla fine lascerà spazio a qualcosa di diverso. Non
viene rivelato in cosa si trasformerà esattamente, ma l’autore ha
lasciato alcuni indizi su questo imminente stato di cose nei
fumetti. In “Brief Lives”, quando Delirio e Sogno finalmente
trovano Distruzione, che si è autoesiliato, lui fa una
chiacchierata con i suoi fratelli prima di ripartire.
Mentre saluta, dice a Delirio che
spera che il suo prossimo cambiamento sia più facile per lei.
Questo suggerisce che lei sta ancora cambiando e che potrebbe
trasformarsi in qualcos’altro tra un po’. Ma questo non risponde
ancora alla domanda su cosa la stia facendo cambiare. Un modo per
interpretare questo cambiamento è non vederlo come un degrado, ma
come un’evoluzione. Si potrebbe dire che, rispetto alla natura
pacifica e ordinata di Delizia, il caos e la turbolenza di Delirio
sembrano un passo indietro. Ma non è necessariamente così.
Gli
Eterni sono stati creati all’alba dell’universo e ognuno di
loro è nato nel momento in cui le cose hanno iniziato a formarsi.
Ad esempio, prima che nascesse la prima cosa, Morte era lì ad
accoglierla; e prima che il primo essere si svegliasse, Sogno era
lì ad accoglierlo nel Reame dei Sogni. Delizia, sebbene sia nato
per ultimo, è comunque arrivato più o meno nello stesso momento. Se
si confronta questo con la nascita dell’universo, allora bisogna
notare che le cose sono passate dall’ordine al caos nel corso del
tempo. Una regola generale suggerisce che l’entropia (e in un certo
senso il caos) dell’universo è in costante aumento e continuerà ad
aumentare fino al punto in cui arriverà un altro cambiamento.
Forse Delizia/Delirio rappresenta
questo cambiamento. Lei è destinata a cambiare con l’universo,
motivo per cui questa trasformazione è fuori dal suo controllo.
Diventa ogni giorno più caotica e ogni volta che cerca di imporsi
un po’ di ordine (come costringere i suoi occhi ad avere lo stesso
colore), prova un dolore fisico. È destinata a questo caos e quando
arriverà il momento in cui l’universo farà il passo successivo,
anche lei si evolverà in qualcos’altro.
La prossima serie sequel di
Dexter,
Dexter: Resurrection, vedrà il ritorno di diversi
personaggi della serie originale e di New Blood, oltre
all’aggiunta di un nuovo personaggio di prim’ordine. Annunciata
durante il panel dedicato a Dexter: Original Sin al San Diego Comic-Con 2024,
Dexter: Resurrection è la seconda serie sequel del
franchise, dopo la controversa conclusione di Dexter
(2006-2013) dopo otto stagioni. La serie sarà creata da Clyde
Phillips, showrunner di
New Blood e
Original Sin, e dovrebbe essere distribuita su Paramount+ con Showtime nell’estate del 2025.
La notizia che Uma Thurman si unirà al cast di Dexter:
Resurrection è stata diffusa per la prima volta il 21 gennaio
2025 (tramite
Deadline). Il personaggio di Charley interpretato dalla Thurman
è il primo personaggio completamente nuovo ad essere aggiunto al
sequel della serie Dexter del 2025.
Per ora, tuttavia, sono stati
confermati solo pochi potenziali personaggi di Dexter:
Resurrection. Michael C. Hall è tornato come voce narrante in
Dexter: Original Sin, con un cast completamente nuovo che
interpreterà molti personaggi familiari. Resurrection riprenderà da
dove New Blood era terminato, dopo che Original Sin ha rivelato che
Dexter è sopravvissuto al colpo di pistola di Harrison.
Michael C. Hall nei panni di
Dexter Morgan
Attore: Michael C. Hall, 53 anni, è un attore
cinematografico e televisivo statunitense originario di Raleigh,
nella Carolina del Nord. Famoso soprattutto per la sua acclamata
interpretazione del simpatico serial killer Dexter Morgan, che gli
è valsa una nomination agli Emmy, Hall ha debuttato in televisione
nel 1999 in un episodio della soap opera As the World Turns.
È diventato famoso interpretando David Fisher nella serie
drammatica della HBO Six Feet Under, acclamata dalla critica
e vincitrice di nove Emmy durante le cinque stagioni in cui è
andata in onda, dal 2001 al 2005.
Al di fuori dell’universo di
Dexter, Hall ha recitato in diversi film come Gamer (2009), Kill
Your Darlings (2013), Christine (2016), Game Night (2018) e Lazarus
(2018). Tra le sue altre opere televisive degne di nota figurano
The
Crown (2017), Safe (2018) e The Defeated (2020).
Attrice: Uma Thurman, 54
anni, è un’attrice di fama mondiale candidata all’Oscar, originaria
di Boston, Massachusetts. Nota soprattutto per i suoi ruoli nei
classici film di Quentin Tarantino come Kill Bill: Vol. 1
(2003), Kill Bill: Vol. 2 (2004) e Pulp Fiction
(1994), Thurman ha iniziato la sua carriera di attrice nel 1984
come voce di Kushana nel celebre film d’animazione dello Studio
Ghibli Nausicaä della Valle del Vento.
Thurman è diventata famosa come
attrice di Hollywood grazie alle sue interpretazioni in film come
Le relazioni pericolose (1988) e Pulp Fiction (1994),
dove ha interpretato l’iconica Mia Wallace. Tra i lavori più
recenti di Thurman figurano Red, White & Royal Blue (2023) di
Prime Video, Super Pumped (2022) di Showtime e
Imposters (2017-2018) di Bravo.
Personaggio: Thurman entrerà
a far parte dell’universo di Dexter nei panni di Charley, un ex
ufficiale delle forze speciali e capo della sicurezza del
miliardario Leon Prater.
James Remar nel ruolo di Harry
Morgan
Attore: James Remar, 71
anni, è un celebre attore di Boston, Massachusetts. Con oltre 180
film e serie televisive al suo attivo, Remar ha debuttato sul
grande schermo nel 1978 con On the Yard. Ha recitato in
numerosi film di successo negli anni ’80 e ’90, tra cui
Cruising (1980) al fianco di Al Pacino, The Cotton
Club (1984) con Richard Gere, White Fang (1991) con Ethan
Hawke e Miracle on 34th Street (1994).
Remar è apparso anche in diversi
film d’azione dei primi anni 2000, come 2 Fast 2 Furious
(2003) e Blade: Trinity (2004). Tra i suoi lavori più
recenti figurano Transformers One (2024), Megalopolis
(2024), Oppenheimer (2023) e City on a Hill
(2019).Opere degne di nota:Film/Serie TVPersonaggioDexter
(2006-2013)Harry MorganOppenheimer (2023)Henry StimsonCity on a
Hill
Personaggio: Remar
riprenderà il ruolo che aveva nella serie originale Dexter,
quello del fantasma di Harry Morgan, il padre adottivo di Dexter
Morgan morto prima degli eventi della serie.
David Zayas nel ruolo di Angel
Batista
Attore: David Zayas, 62
anni, è nato a Ponce, in Porto Rico. Con oltre 100 film e serie TV
al suo attivo, Zayas ha debuttato nel 1996 in un episodio della
serie poliziesca New York Undercover. Zayas è salito alla
ribalta a Hollywood dopo aver recitato in due film di successo del
1998, Return to Paradise e Rounders.
Zayas ha continuato a recitare in
diversi film dei primi anni 2000, come Washington Heights (2002) e
A Gentleman’s Game (2002), prima di ottenere il successo nella
celebre serie HBO Oz, interpretando Enrique Morales dal 2000 al
2003. Zayas ha continuato a recitare nei film Michael
Clayton (2007), The Expendables (2010) e Annie
(2014) e nelle serie TV Gotham (2014-2015), Bloodline
(2016-2017), Blue Bloods (2017-2024) e The
Bear stagione 3 (2024).
Personaggio: Zayas
riprenderà il suo ruolo iconico di Angel Batista in Dexter e
Dexter: New Blood.
Jack Alcott nel ruolo di
Harrison Morgan
Attore: Jack Alcott, 25
anni, è un attore americano di Franklin, Tennessee. Giovane attore
emergente, Alcott ha attualmente all’attivo solo pochi film e serie
televisive. Dopo aver recitato in una serie di cortometraggi
durante gli anni 2010, Alcott ha debuttato in televisione in un
episodio di When the Streetlights Go On nel 2017, prima di
diventare famoso in un episodio del 2020 di The Blacklist.
Questo ha portato Alcott ad
apparire nella miniserie western della Showtime The Good Lord
Bird nel 2020 e ad ottenere il ruolo di Harrison Morgan in
Dexter: New Blood l’anno successivo. Recentemente ha
recitato in un episodio della serie Peacock di Rian Johnson
Poker Face (2023) e apparirà nei prossimi progetti Lone
Rider e Killing Faith.
Personaggio: Alcott
riprenderà il ruolo di Harrison Morgan, figlio di Dexter, in
Dexter: Resurrection.
Ziam
di Netflix è un film horror thailandese che
ruota attorno a un’inaspettata epidemia di zombie all’interno di un
ospedale, che porta al caos totale tra il personale e i pazienti.
La narrazione segue un ex combattente professionista di Muay Thai
di nome Singh, che ha deciso di appendere i guantoni al chiodo dopo
una carriera di successo. Fino ad ora, la sua vita era piena di
combattimenti e competizioni, ma ora vuole condurre una vita
tranquilla e serena con l’amore della sua vita, Rin, una
dottoressa. I suoi piani per un futuro sereno vengono distrutti
quando scoppia un’epidemia di zombie nell’ospedale dove lavora
Rin.
Con zombie assetati di sangue che
invadono la struttura sanitaria, Singh si assume la responsabilità
di salvare la sua ragazza utilizzando la sua esperienza e le sue
abilità di combattente. Nel caos, incontra anche un ragazzino di
nome Buddy, che protegge dagli attacchi degli zombie. L’istinto di
combattimento di Singh, unito al suo coraggio e alla sua grinta,
gli permettono di respingere l’orda di zombie, ma per quanto tempo?
Diretto da Kulp Kaljareuk, il thriller vede un cast di talento
composto da Mark Prin, Nychaa Nuttanicha e Vayla Wanvayla. La
tensione atmosferica e la claustrofobia sono mantenute per tutta la
narrazione, soprattutto grazie all’ambientazione tetra
dell’ospedale dove si svolge la maggior parte della storia.
Le location dove è stato girato
Ziam
Secondo quanto riferito, “Ziam” è
stato girato in Thailandia, in diversi luoghi che sono stati
trasformati per rappresentare in modo realistico l’apocalisse
zombie. Sebbene non ci siano informazioni sulle date delle riprese,
l’attore protagonista, Mark-Prin Suparat, ha parlato del processo
che ha seguito per rendere giustizia al personaggio di Singh. Ha
dichiarato: “Ho dovuto mettermi in forma fisicamente.
Mi sono iscritto a un corso di Muay
Thai e ci ho trascorso circa quattro o cinque ore al giorno.
L’allenamento iniziava con il riscaldamento, il salto con la corda,
il pugilato ombra, la pratica delle tecniche con il mio allenatore,
l’apprendimento dei contrattacchi e le prove delle coreografie dei
combattimenti per il film”.
Secondo quanto riportato, l’intero
film di arti marziali e zombie è stato girato in Thailandia, dove
la troupe ha allestito un campo in uno studio cinematografico
dotato di numerosi servizi moderni e di un ampio spazio all’aperto.
L’ospedale in cui scoppia l’epidemia di zombie in “Ziam” è un
ospedale reale o è stato costruito appositamente in uno studio
cinematografico per poter riprendere tutte le complessità legate
alle riprese in spazi ristretti. È molto probabile che sia stato
utilizzato uno studio cinematografico nella città di Bangkok per
dare vita a questo thriller ricco di azione.
Per creare un senso di tensione e
orrore, i membri della troupe hanno costruito corridoi e interni
angusti, replicando gli ospedali moderni. Questa configurazione ha
permesso ai realizzatori di riprendere gli attacchi degli zombie da
vicino e di offrire al pubblico un’esperienza coinvolgente. Grazie
agli studi e alle strutture all’avanguardia di Bangkok, la città è
stata scelta come location per diversi progetti, tra cui “Jurassic
World: Rebirth”, “Home Sweet Home: Rebirth”, “Operation Blood Hunt”
e “School Tales the Series”.
In Ziam di
Netflix, l’umanità è spinta al limite a
causa degli effetti del riscaldamento globale. Lo scioglimento
delle calotte polari ha liberato nuovi tipi di virus che si sono
diffusi tra le creature marine, trasformando le persone che le
mangiano in zombie. Il film inizia nel Giorno Zero, quando il virus
contagia le persone all’interno di un grande ospedale di Bangkok,
in Thailandia. Quando un ex lottatore di Muay Thai si rende conto
che sua moglie si trova nello stesso ospedale, combatte contro
l’orda di mostri mangia-carne per salvarla. Nel corso di circa
novanta minuti, il film offre un’esperienza ricca di azione con
situazioni estremamente emozionanti e spaventose, e alla fine il
titolo rivela il suo grave significato per la trama. SPOILER IN
ARRIVO.
Ziam combina due temi principali
del film
Il paese che oggi conosciamo come
Thailandia un tempo si chiamava Siam. Questo era il suo nome
ufficiale fino al 24 giugno 1939, quando, in un consapevole sforzo
di unire il popolo del paese, il nome fu ufficialmente cambiato.
Tuttavia, “Siam” è rimasto nel linguaggio locale, come si evince
anche dalla premessa del film Netflix. Al posto di Thailandia, per
indicare il Paese viene usato Siam, suggerendo che l’impatto
devastante del riscaldamento globale ha riportato il Paese e la sua
popolazione a un’epoca in cui le cose non erano così stabili come
lo sono oggi nel mondo reale.
Il titolo “Ziam” presenta una
variazione del nome precedente, in cui la S è sostituita dalla Z, a
simboleggiare lo scoppio del virus zombie nel Paese. È stato un
modo intelligente per comunicare al pubblico cosa aspettarsi dal
film, ma allo stesso tempo allude anche a una svolta più oscura per
il Paese e la sua popolazione. Nella scena iniziale del film, ci
viene detto che le creature marine sono state le prime ad essere
colpite da un misterioso virus rilasciato dopo milioni di anni di
scioglimento delle calotte polari e dei ghiacciai a causa del
riscaldamento globale. A causa di questo virus, le creature marine
muoiono e quelle che sopravvivono diventano immangiabili per gli
esseri umani.
Il titolo preannuncia un destino
oscuro per il Paese
Quando la storia si sposta in
Thailandia, scopriamo che nel Paese c’è una grave carenza di cibo e
che il pesce è praticamente vietato, cosa che presumibilmente è
avvenuta anche in altre parti del mondo. Questa è la situazione da
alcuni anni, ma un uomo d’affari di nome Vasu presenta
un’alternativa che consentirebbe di reintrodurre il pesce sul
mercato e servirlo alla popolazione, risolvendo così la crisi
alimentare.
Purtroppo, questo pesce si rivela
contaminato e provoca l’epidemia del virus, che si diffonde
rapidamente nell’ospedale, causando la morte di quasi tutte le
persone all’interno dell’edificio. L’esercito cerca di contenerlo
distruggendo l’edificio. Tuttavia, la scena finale rivela che
l’operazione non ha avuto successo. Gli zombie sono sopravvissuti e
continueranno il loro regno di terrore diffondendosi in tutta la
città, e questa volta le vittime saranno molte di più rispetto alla
tragedia dell’ospedale.
Poiché Bangkok è la città più
grande della Thailandia, la sua caduta sarebbe devastante per il
Paese e significherebbe anche che il virus continuerebbe a
diffondersi in tutta la nazione, se non lo ha già fatto. Con
questo, il Siam si trasforma tecnicamente in Ziam, un paese con più
zombie che persone. Il finale del film è all’altezza del titolo,
aggiungendo un altro livello alla storia e prefigurando un destino
più oscuro per i personaggi e i loro cari.
Ziam, film thriller
thailandese di Netflix, è ambientato in un mondo
apocalittico devastato dal riscaldamento globale e da infezioni
batteriche. Segue Singh, un lottatore di Muay Thai diventato
camionista, che combatte la battaglia della sua vita in un ospedale
di Bangkok per salvare la sua ragazza Rin, una dottoressa
intrappolata all’interno con zombie furiosi. Il film, diretto da
Kulp Kaljareuk, oltre ad essere un dramma ricco di azione, esplora
anche temi profondi come la sopravvivenza, l’amore, la lealtà e la
disperazione degli esseri umani di fronte al pericolo. Man mano che
la narrazione si avvicina al culmine, il caos al Prachamit Hospital
diventa sempre più letale e Singh si trova ad affrontare ostacoli
insormontabili e una situazione in cui deve compiere una scelta
difficile nel pieno della battaglia contro gli zombie e la sua
stessa anima. SPOILER IN ARRIVO.
La trama di Ziam
Il film inizia con la morte di
milioni di pesci a causa di un’infezione batterica originata dallo
scioglimento delle calotte polari. L’umanità sta affrontando una
grave crisi alimentare, che ha dato origine a rivolte civili e a
una crisi globale di proporzioni inimmaginabili. La Thailandia
rimane isolata dal resto del mondo grazie a una politica decennale,
grazie alla quale sembra essere riuscita a mantenere una scorta di
cibo e risorse. A Bangkok, Singh, un lottatore di Muay Thai
diventato autista di camion, combatte contro una banda di ladri che
cercano di rubare le casse del carico. Racconta al suo socio che la
sua ragazza Rin vuole tornare a Chiang Dao, nel nord della
Thailandia.
Purich, l’assistente del signor
Vasu, proprietario della VS Corporation, si rivolge a un tavolo
circondato da uomini ricchi e dice loro che il suo capo ha reso il
pesce nuovamente sicuro da mangiare. Tuttavia, non appena mangia il
pesce, Purich inizia a vomitare sangue in modo piuttosto cruento.
Singh torna a casa dalla sua ragazza Rin e ha una conversazione con
lei. Lei esprime le sue ansie per il lavoro pericoloso che lui fa e
parte per andare al lavoro al Prachamit Hospital, e lungo la strada
incontra la sua collega Mink e il suo bambino Buddy, che sembra
molto affezionato a Rin.
Quando Rin arriva all’ospedale, il
direttore le chiede di accompagnarlo al decimo piano, dove Purich
giace sul tavolo operatorio, tossendo violentemente sangue. Anche
il signor Vasu è in ospedale, a prendersi cura della moglie malata,
mentre il suo assistente muore in modo orribile per la perdita di
sangue. In un colpo di scena terrificante, il defunto Purich si
trasforma in uno zombie furioso e diventa il punto di partenza
dell’epidemia nell’ospedale. A casa, Singh vede un flash di notizie
che annuncia lo stato di emergenza al Prachamit Hospital e parte
per mettere in salvo Rin. Dopo che uno zombie viene avvistato dalla
popolazione, Singh si rende conto della gravità della situazione ed
entra nell’ospedale nel caos più totale. Diverse persone iniziano a
trasformarsi in zombie all’interno dell’edificio, ma Rin riesce a
nascondersi.
Singh inizia a combattere gli
infetti e salva anche Buddy da una raffica di attacchi. Il
protagonista si assume la responsabilità di trovare sia Rin che
Mink e di aiutare Buddy. Nel frattempo, alti ufficiali militari
decidono che l’unica soluzione alla crisi è bombardare l’ospedale
prima che l’infezione si diffonda al resto di Bangkok.
Sfortunatamente per Buddy, sua madre è stata infettata e, prima che
si trasformi, Singh le promette che si prenderà cura del bambino.
Rin vede che il signor Vasu e sua moglie sono al sicuro in una
stanza chiusa a chiave. Si reca nella stanza e prega il capo
dell’azienda di farla entrare. Quando Vasu si accorge che non è
infetta, la fa entrare. Nel frattempo, i militari ricevono l’ordine
di far saltare in aria l’ospedale solo dopo aver salvato Vasu e sua
moglie.
Vasu chiede a Rin delle sacche di
sangue per sua moglie e le promette di farla uscire dall’edificio
in cambio del suo aiuto. Un elicottero con a bordo dei militari
atterra sul tetto per scortare Vasu e sua moglie. La squadra
militare installa una bomba con un conto alla rovescia di trenta
minuti, entro il quale devono raggiungere il loro obiettivo.
Diversi zombie attaccano Rin, mentre Singh vede la sua catena con
l’anello sul pavimento e si precipita a salvarla combattendo contro
gli zombie. I militari entrano nell’edificio e iniziano a salvare
Vasu e sua moglie. Rin e Singh si riuniscono mentre gli zombie
continuano ad attaccare. Il medico militare muore e Vasu ordina
loro di salvare Rin. Un soldato spara a Singh vicino alle spalle
mentre porta via Rin con la forza, ma il protagonista si rialza e
combatte brutalmente contro gli uomini armati.
Cosa succede nel finale di Ziam:
Singh è vivo o morto?
Singh combatte coraggiosamente
contro i militari dopo essere stato colpito da uno di loro. Viene
trascinato in salvo da Rin, che gli cura la ferita vicino alla
spalla. Dopo che si è svegliato, il gruppo affronta nuovamente un
attacco di zombie, con persino i militari che si trasformano. La
bomba piazzata dai militari per far saltare in aria l’ospedale
continua a ticchettare e raggiunge i 15 minuti. Singh combatte
contro uno degli zombie-militari e lo brucia. Questo fa scattare il
sistema antincendio dell’ospedale, che attiva gli sprinkler,
facendo risvegliare diversi zombie neutralizzati. Mentre Vasu e sua
moglie vengono brutalmente uccisi dagli infetti, Singh continua a
combattere e dice a Rin e Buddy di correre al sicuro. Il
protagonista combatte contro diversi zombie nel parcheggio,
chiudendosi in un’auto. Riesce a sopravvivere all’attacco, mentre
Buddy e Rin si dirigono verso il tetto.
Il soldato sul tetto che sorveglia
l’elicottero destinato a salvare Vasu e sua moglie chiede
informazioni sullo stato della missione, e Rin risponde che la
squadra e il capo dell’azienda sono stati eliminati. Rin chiede al
soldato di aspettare Singh prima di decollare, e il soldato accetta
con riluttanza. Il protagonista continua a combattere mentre il
conto alla rovescia raggiunge i 3 minuti. Rin e Buddy supplicano
disperatamente il soldato di aspettare il decollo e improvvisamente
vedono Singh avvicinarsi al tetto. Tuttavia, il pilota chiude la
porta dell’elicottero. In un atto di profonda altruismo, il
lottatore di Muay Thai tiene la porta del tetto per impedire agli
zombie di entrare. Rin lo vede e inizia a piangere, e mentre
l’elicottero decolla, il protagonista inizia lentamente a camminare
verso la sua ragazza.
Il veicolo di soccorso decolla
senza Singh e tutti gli zombie sul tetto convergono su di lui.
Singh continua a combattere e procede all’eliminazione di diversi
nemici. Mentre la coraggiosa lotta continua, il timer della bomba
finalmente raggiunge lo zero, provocando l’esplosione della bomba.
L’edificio dell’ospedale salta in aria con Singh ancora sul tetto,
mentre Buddy e Rin si abbracciano in lacrime, volando via. Sembra
che questa sia la fine del protagonista. Tuttavia, in un colpo di
scena piuttosto scioccante, nella scena a metà dei titoli di coda
del film si scopre che Singh è ancora vivo. Quando uno zombie apre
un contenitore metallico a forma di tombino, Singh calcia il
violento infetto dall’interno e lo schiaccia a morte con il piede.
Guarda di lato e mostra l’intenzione di continuare a
combattere.
Singh ha presumibilmente usato le
sue abilità di lottatore di Muay Thai per sopravvivere al crollo
dell’edificio dell’ospedale. Possiamo supporre che sia riuscito a
intrufolarsi abilmente nel contenitore protettivo poco prima che
l’edificio crollasse, riuscendo non solo a salvarsi dalla caduta,
ma anche ad aggiungere uno strato di sicurezza quasi impenetrabile
tra lui e gli zombie. Il suo impegno nei confronti di Rin e il suo
istinto di sopravvivenza hanno funzionato insieme nel momento della
resa dei conti e lo hanno aiutato a sopravvivere al calvario.
Nonostante tutta la violenza e il pericolo che lo circondano,
riesce eroicamente a rimanere in vita.
Rin si trasferisce a Chiang Dao?
Cosa vede?
Uno dei dettagli principali della
trama del film ruota attorno al desiderio di Rin di tornare a
Chiang Dao, nel nord della Thailandia, con Singh e ricominciare una
nuova vita, lontano dal caos di Bangkok. Singh continua a vedere
visioni di Rin con un vestito bianco, che si sveglia accanto a lui
e lo guarda da lontano in un luogo idilliaco. Questa è la sua
percezione o immagine di Rin e di se stesso che vivono serenamente
a Chiang Dao. Durante la violenza in ospedale, in una scena
cruciale in cui Rin sta curando le sue ferite, lui le chiede scusa
per averla sempre fatta preoccupare troppo. Rin dice al suo ragazzo
che non sa come vivere senza di lui. Al risveglio dopo le cure, lui
le restituisce la catena che lei aveva lasciato cadere sul
pavimento e le infila l’anello al dito. Promette alla sua amata
che, una volta usciti dall’ospedale, torneranno a Chiang Dao e
vivranno la loro vita in pace.
I due amanti si abbracciano in un
momento commovente. Dopo essere usciti vivi dall’ospedale volando
via in elicottero, Rin presume che Singh sia morto. In una scena
cruciale alla fine, vediamo Rin in quello che sembra un luogo
tranquillo a Chiang Dao, con indosso l’abito bianco delle visioni
di Singh e stringendo l’anello al dito. Questo dimostra che spera
disperatamente di rivedere il suo amante. Si è trasferita a Chiang
Dao per trovare un po’ di pace nella sua vita. L’amante in lutto
guarda l’orizzonte e sembra aver raggiunto un certo equilibrio
nella sua vita. Buddy è visibile sullo sfondo, il che indica che
Rin non ha abbandonato il bambino dopo gli eventi sul tetto e che
continua a volergli bene.
In un colpo di scena emozionante,
mentre si volta indietro e sembra vedere Buddy avvicinarsi, la sua
espressione cambia leggermente. Questo potrebbe indicare che Singh
è riuscito ad arrivare a Chiang Dao dopo aver combattuto contro gli
zombie. Anche se non è una conclusione certa, possiamo sicuramente
supporre che il cambiamento di espressione di Rin, da serena a
sorpresa, indichi che il protagonista si è riunito con la sua
amata. La narrazione suggerisce costantemente, attraverso la
visione di Singh di Rin in abito bianco, che lui è destinato a
vivere una vita con la sua fidanzata d’infanzia. In una scena
precedente del film, vediamo Singh guardare una vecchia fotografia
di lui e Rin da bambini e scrivere “Il nostro sogno si è finalmente
avverato”, indicando che il suo destino non lo lascerà morire e che
è destinato a stare con Rin. Questo è probabilmente il motivo per
cui Rin vede il suo amato tornare da lei.
L’epidemia di zombie sarà
contenuta?
Un tema importante in tutta la
narrazione è l’epidemia di zombie. Sembra che né i medici né i
militari abbiano una risposta all’infezione che si sta diffondendo
rapidamente. Tuttavia, c’è qualche speranza che l’epidemia possa
essere contenuta. Un indizio importante è quando Buddy dice a Singh
durante un combattimento che dovrebbe mirare alla testa degli
infetti, perché il cervello controlla tutto. Quindi è dimostrato
che anche gli zombie hanno dei punti deboli che possono essere
sfruttati. Il governo si dimostra determinato a riportare il Siam
al suo antico splendore, quindi si può presumere che i funzionari
faranno tutto il possibile per trovare una soluzione o una
cura.
Singh riesce a combattere da solo
diversi zombie, il che indica che anche altri possono contenere
l’infezione combattendo e non trasformandosi. Nella scena finale,
vediamo che Chiang Dao sembra molto normale e senza alcun segno di
una presenza apocalittica di zombie, il che significa che
potrebbero esserci stati degli sforzi da parte del governo e del
popolo thailandese per non lasciare che l’infezione si diffondesse
oltre Bangkok, motivo per cui le zone rurali come Chiang Dao sono
tranquille. Anche se non è facile concludere che l’epidemia sia
stata contenuta, gli indizi nella narrazione indicano una fine
pacifica del caos. Una possibilità meno rosea è che l’epidemia
abbia devastato gran parte di Bangkok.
È evidente che gli zombie hanno
raggiunto le strade e che probabilmente troveranno il modo di
scatenarsi e infettare migliaia di persone, che poi diventeranno
milioni. La capitale sarebbe la città più colpita dall’epidemia, ma
non è facile dire se riuscirà a contenerla all’interno dei propri
confini. L’esempio del COVID-19 può spiegare meglio questo
scenario. L’epidemia è diventata una pandemia perché non è stato
possibile contenerla in determinate aree geografiche, nonostante
gli sforzi dei governi di tutto il mondo. Un’epidemia di zombie è
molto più pericolosa del COVID, quindi c’è la possibilità concreta
che si sia diffusa oltre Bangkok. Tuttavia, come si vede in film
come “World War Z”, non è fantasioso pensare che il
governo e le forze armate troveranno il modo di reagire.
Apple
TV+ ha presentato in anteprima il teaser della
quarta attesissima stagione di “The Morning Show”, la serie
pluripremiata e di grande successo con protagoniste e produttrici
esecutive Reese Witherspoon e
Jennifer Aniston, insieme alla showrunner e
produttrice esecutiva Charlotte Stoudt e alla regista e produttrice
esecutiva Mimi Leder. La quarta stagione sarà composta da 10
episodi e farà il suo debutto il 17 settembre con il primo
episodio, seguito da un nuovo episodio ogni settimana fino al 19
novembre.
La
quarta stagione di “The Morning Show” è ambientata nella primavera
del 2024, quasi due anni dopo gli eventi della terza stagione. Con
la fusione tra UBA e NBN ormai completata, la redazione si trova a
dover affrontare nuove responsabilità, motivazioni nascoste e
l’elusiva natura della verità in un’America sempre più polarizzata.
In un mondo pieno di deepfake, teorie del complotto e insabbiamenti
aziendali, di chi ci si può fidare? E come si può sapere cosa sia
davvero reale? Oltre ad Aniston e Witherspoon, il cast stellare
della quarta stagione include Billy Crudup, Karen Pittman, Nicole Beharie,
Nestor Carbonell, Mark Duplass, Greta Lee, Marion Cotillard, Jeremy Irons, Aaron Pierre, William Jackson
Harper, Boyd Holbrook e il ritorno di Jon
Hamm.
La serie è guidata dalla showrunner
e produttrice esecutiva Charlotte Stoudt e diretta e co-prodotta da
Mimi Leder. Prodotta dallo studio Media Res, è inoltre co-prodotta
da Michael Ellenberg e Lindsey Springer per Media Res, insieme a
Stoudt e Leder; Jennifer Aniston e Kristin Hahn sono produttrici
esecutive tramite Echo Films, mentre Reese Witherspoon produce
accanto a Lauren Neustadter per Hello Sunshine. Anche Zander
Lehmann e Micah Schraft figurano tra i produttori esecutivi.
Attualmente in streaming su Apple
TV+, la terza stagione di “The Morning Show” ha ricevuto 16
nomination agli Emmy, vincendo il premio per Miglior attore non
protagonista in una serie drammatica grazie alla performance di
Billy Crudup nel ruolo di Cory Ellison. Crudup ha inoltre vinto un
Critics Choice Award per lo stesso ruolo nella terza stagione. La
stagione è stata anche inserita dall’American Film Institute (AFI)
nella prestigiosa lista dei dieci migliori programmi televisivi del
2023.
Nella seconda stagione, “The Morning
Show” ha ricevuto nomination agli Emmy per Miglior attrice
protagonista in una serie drammatica (Reese Witherspoon), Miglior
attore non protagonista (Billy Crudup, che aveva già vinto nella
prima stagione) e Miglior guest star in una serie drammatica
(Marcia Gay Harden). Nella prima stagione, Crudup ha vinto l’Emmy
come Miglior attore non protagonista in una serie drammatica, oltre
a un Critics Choice Award. La performance intensa di Jennifer
Aniston nei panni di Alex Levy le è valsa il SAG Award come Miglior
attrice in una serie drammatica. Mimi Leder ha ottenuto due
nomination agli Emmy per la Miglior regia in una serie drammatica
per aver diretto il finale della prima e della terza stagione,
entrambe da lei anche prodotte.
Mr. Monk’s Last Case: A Monk
Movie vede Adrian risolvere uno dei casi più importanti
della sua carriera, mentre si occupa anche della salute mentale del
personaggio. Pur essendo un film, Mr. Monk’s Last Case: A
Monk Movie presenta molti degli elementi tipici della
serie televisiva Monk. Tra questi, Adrian, dopo
aver faticato a trovare prove che potessero confermare l’omicidio
del fidanzato di Molly, giunge a una deduzione geniale che non
lascia scampo a Rick Eden.
Il film su Monk si
conclude con l’arresto del responsabile dell’omicidio di Griffin,
dopo che Monk ha dimostrato come è avvenuto. Dopotutto, la morte di
Griffin non è stata un incidente, e Molly ha avuto la stessa
immediata conclusione che Adrian non ha mai avuto. Oltre al caso,
il finale del film su Monk affronta una trama molto seria
riguardante la salute mentale di Monk, con il personaggio che
abbandona i suoi pensieri di autolesionismo e decide di tornare al
lavoro. Mr. Monk’s Last Case: A Monk Movie si
conclude con una nota positiva, con Adrian che ricorda tutte le
vite che ha influenzato.
Chi ha ucciso il fidanzato di Molly
in Mr. Monk’s Last Case: A Monk Movie (e
perché)
Come Molly sospettava fin
dall’inizio, è Rick Eden a far uccidere il suo fidanzato. In pieno
stile Monk, Mr. Monk’s Last Case: A Monk Movie si
concentrava più sul come Rick Eden avesse agito che sulla sua
colpevolezza. Alcuni dei migliori episodi di Monk non hanno mai
cercato di nascondere l’identità dell’assassino, con alcuni degli
assassini che addirittura confessavano ad Adrian, credendo che non
ci sarebbero mai state prove sufficienti per catturarli. Il film
usa un trucco simile, con Rick Eden chiaramente colpevole fin
dall’inizio. Come rivela la sequenza di flashback, Rick Eden ha
ucciso il suo socio in affari qualche anno prima.
Il caso del compagno di Eden fu
archiviato come un incidente, eppure il fidanzato di Molly continuò
a indagare. Griffin stava lavorando a un articolo che avrebbe
smascherato Rick Eden, e avrebbe incluso una foto che dimostrasse
la presenza di Eden quando il suo compagno annegò
“accidentalmente”. Il fidanzato di Molly affronta Rick Eden
all’inizio del film e, mentre il miliardario cerca di corrompere
Griffin, il giornalista non accetta la sua offerta. Questo è il
motivo per cui Rick Eden ha ucciso il fidanzato di Molly: il
miliardario sperava di insabbiare la storia per sempre, inviando al
contempo un messaggio a chiunque cercasse di smascherarlo.
In che modo Rick Eden ha ucciso il
fidanzato di Molly nell’ultimo caso del signor Monk
Non ci volle molto perché il signor
Monk si convincesse che Rick Eden fosse l’uomo giusto. Tuttavia,
uno degli spunti più affascinanti di Monk è che le capacità
deduttive di Adrian a volte sono fin troppo spiccate, al punto che
non riesce a provare le cose che dice. Adrian passa la maggior
parte del film a cercare di capire come Rick Eden abbia ucciso il
fidanzato di Molly. Era chiaro che Rick avesse pagato uno dei suoi
dipendenti, qualcuno con precedenti penali, per manomettere
l’attrezzatura da bungee jumping di Griffin. Tuttavia, non c’era
nulla di sbagliato nella corda usata da Griffin. Sebbene qualcuno
fosse effettivamente entrato nel garage di Griffin, la lunghezza
della corda era stata confermata due volte.
Il finale di Mr. Monk’s Last
Case: A Monk Movie rivisita un altro classico della serie
TV, con Adrian che ha un’illuminazione che lo aiuta a risolvere il
caso proprio quando lui e Molly stanno per arrendersi. Mentre
misurava le dimensioni delle teste di due gemelli identici in un
negozio di bare, Monk si rese conto di cosa fosse successo alla
corda. L’attrezzatura non era mai stata manomessa, ma il metro a
nastro sì. Il fattorino di Rick sostituì il metro a nastro di
Griffin con uno leggermente impreciso in cui ogni centimetro era
“una frazione di millimetro” più lungo. Griffin non misurava mai 92
metri, ma in realtà 94 metri.
Spiegazione della scena della
panchina di Monk
Il fatto che Monk veda Trudy ogni
volta che si sente vulnerabile è qualcosa che accade sempre nella
serie TV. È un aspetto che L’ultimo caso di Monk: un film
di Monk incorpora in tutta la storia, anche facendolo
riconoscere al terapeuta di Monk. Detto questo, il film di Monk
esplora la salute mentale di Adrian a un livello che nemmeno la
serie aveva affrontato e include una trama in cui Monk ha pensieri
di autolesionismo e suicidio. Adrian stava per togliersi la vita
alla fine del film assumendo tutti i farmaci prescritti, ma pensare
al fidanzato di Trudy e Molly lo ha fatto riconsiderare.
Più specificamente, ricordare tutte
le vite che Monk ha toccato, ovvero le persone le cui famiglie
hanno trovato una conclusione solo dopo che Adrian ha risolto i
loro casi, ha rinvigorito il detective. Il signor Monk sentiva di
non avere più un posto nel mondo, soprattutto dopo che il suo
contratto editoriale era stato annullato. Tuttavia, vedere le
innumerevoli persone che avevano avuto la possibilità di riposare
in pace solo dopo che Monk aveva consegnato i loro assassini alla
giustizia ricordò ad Adrian tutto il bene che aveva portato al
mondo e che ci sarebbe sempre stato un posto per Adrian Monk. È una
scena intensa che conclude l’arco narrativo di Monk nel film.
Il significato della scena finale
di Mr. Monk’s Last Case: A Monk Movie
Sebbene Adrian Monk abbia amici,
familiari e persone che si prendono cura di lui, la verità è che il
personaggio si vede sempre solo. Alla fine del film, dopo aver
salutato tutti i suoi amici, i ricordi di Trudy sono tutto ciò che
Monk ha lasciato. La scena finale del film, prima del piccolo
stinger finale, tuttavia, vede Monk sostenuto dai ricordi di tutti
i casi che ha risolto – e che doveva ancora risolvere. Monk che
cammina accanto a quelle persone sottolinea l’impatto della sua
carriera, dimostrando ad Adrian stesso di essere necessario e che
non sarebbe mai stato solo.
Andy Samberg ha
appoggiato pienamente l’imminente film con Liam Neeson,
Una pallottola spuntata, elogiando la nuova commedia
prima della sua uscita. Una pallottola spuntata è
uno dei franchise comici più famosi di tutti i tempi e, ora che sta
per essere ripreso con Liam
Neeson nel ruolo, molti fan non vedono l’ora di
vederlo in uscita il 1° agosto.
Parlando con Owen
Danoff di Screen Rant durante la promozione della
loro serie TV animata Digman!, ad Andy
Samberg e Neil Campbell è stato chiesto
di Una pallottola spuntata. Il regista di Una
pallottola spuntata, Akiva Schaffer, è un
collaboratore frequente di Andy Samberg, essendo
entrambi membri del gruppo musicale comico The Lonely Island.
Samberg ha descritto Una
pallottola spuntata come “pura gioia“, affermando
che Schaffer “ha fatto faville“. Samberg spiega che tutti
quelli con cui ha visto il film lo adorano e che è “tutto
scherzi, da cima a fondo“. Samberg dice anche che “Liam è
così divertente, e lo stesso vale per Pamela Anderson“. Ecco
il suo commento completo:
“Non siamo in Una Pallottola
Spuntata, ma Una Pallottola Spuntata è fantastico. È pura gioia.
Voglio dire, sono di parte, ovviamente; Akiva è il mio uomo. Ma
tutti quelli con cui l’ho visto sono usciti dicendo la stessa cosa,
ovvero: ‘Non mi ero reso conto di quanto mi mancasse quella
sensazione di una commedia pura e spensierata, tutta scherzi, da
cima a fondo, al cinema’. E sono andato a un sacco di proiezioni e
proiezioni di prova con amici e parenti, cose del genere. Io e
Akiva siamo sempre coinvolti nelle cose l’uno dell’altro, e penso
che lui abbia semplicemente fatto scintille. Liam è così
divertente; è così bravo. Pam è così brava. Sono davvero emozionato
per loro. Spero che tutti vadano a vederlo perché è super
divertente. Album? Spero.”
Solo un uomo ha le pall….ottole
giuste per guidare la squadra di polizia e salvare il mondo.
Il tenente Frank Drebin Jr. (Liam
Neeson) è pronto a raccogliere l’eredità del padre in
Una Pallottola Spuntata.
Il film vede nel ruolo di Produttori
esecutivi Daniel M. Stillman, Akiva Schaffer, Pete Chiappetta,
Anthony Tittanegro, Andrew Lary, è prodotto da Seth MacFarlane,
p.g.a. , Erica Huggins, p.g.a. Scritto da Dan Gregor & Doug Mand &
Akiva Schaffer è diretto da Akiva Schaffer.
Eagle Pictures ha rilasciato il trailer ufficiale
di SpongeBob – Un’avventura da
pirati, il nuovo film d’animazione che porterà la celebre
spugna di Bikini Bottom sul grande schermo per un’epica e
divertentissima avventura in mare aperto. Il film è atteso
prossimamente al
cinema.
In
questa nuova storia, SpongeBob è deciso a dimostrare di avere il
cuore di un vero eroe, soprattutto agli occhi del severo Mr. Krabs.
Per farlo, si lancia in una missione per rintracciare nientemeno
che l’Olandese
Volante, un leggendario pirata fantasma che terrorizza gli
abissi oceanici.
Ad
accompagnarlo in questa impresa ci saranno i suoi inseparabili
amici: Patrick, Squiddy, Sandy e tutto il folle gruppo di Bikini
Bottom. Tra mostri marini,
mappe misteriose, battaglie tra pirati e risate
assicurate, SpongeBob si spingerà dove nessuna spugna ha
mai osato mettere piede… o meglio, poro!
Il film è basato sulla storica serie animata SpongeBob SquarePants, creata da
Stephen
Hillenburg, ed è diretto da Derek Drymon. La storia è firmata da
Marc Ceccarelli,
Kaz e
Pam Brady, che
ha scritto anche la sceneggiatura insieme a Matt Lieberman.
Il cast vocale originale include le voci storiche di
Tom Kenny
(SpongeBob), Clancy Brown (Mr. Krabs), Rodger Bumpass (Squiddy),
Bill Fagerbakke
(Patrick), Carolyn Lawrence (Sandy) e Mr. Lawrence (Plankton), affiancati
da ospiti speciali come George Lopez, la star musicale Ice Spice (Isis Gaston),
Arturo Castro,
Sherry Cola,
Regina Hall e
persino Mark
Hamill.
SpongeBob – Un’avventura da
pirati si preannuncia come il film imperdibile del 2025 per
grandi e piccini, con un mix esplosivo di azione, comicità e
spirito d’avventura. Preparatevi a salpare!
Peter Jackson ha
fornito un interessante aggiornamento sul suo futuro, mentre i fan
attendono il primo film del regista dal 2014. Jackson è famoso
soprattutto per il suo lavoro nella saga de Il Signore
degli Anelli, avendo diretto la trilogia originale e tutti
e tre i film de Lo Hobbit negli anni 2010. Il
prossimo capitolo della sua filmografia è del tutto
inaspettato.
In un’intervista con Screen Rant, Jackson ha rivelato
di stare attualmente lavorando a tre diverse sceneggiature per
progetti futuri, sebbene non sia entrato troppo nei dettagli su
quali potrebbero essere questi progetti. A parte The Hunt of Gollum, un sequel della saga de
Il Signore degli Anelli diretto da
Andy
Serkis, le sceneggiature di Jackson sono tenute
segrete.
Peter Jackson stava
parlando con il CEO di Colossal Biosciences, Ben Lamm, e con
l’archeologo di Ngāi Tahu, Kyle Davis, degli sforzi in corso
dell’azienda per salvare il Moa gigante dall’estinzione. Jackson è
un importante investitore di Colossal, ma è stato coinvolto solo a
condizione che l’azienda biotecnologica spostasse l’attenzione sul
Moa.
ScreenRant: Peter, sarei
negligente se non ti chiedessi del tuo futuro nel cinema. Non ti
vediamo dirigere un lungometraggio dal 2014. Colossal è ora una tua
prerogativa? Sei in pensione?
Peter Jackson:No, no. Di certo non sono in pensione. Attualmente stiamo
lavorando a tre sceneggiature diverse. Al momento sto scrivendo tre
sceneggiature diverse.
Stiamo producendo e scrivendo
The Hunt for Gollum, che Andy Serkis
dirigerà il prossimo anno. Mi è piaciuto lavorare ai documentari,
che mostrino la mia vecchiaia o meno, e ovviamente al progetto Get
Back – The Beatles. Mi sono divertito a fare diverse cose con i
Beatles, il che è fantastico, e probabilmente continuerò a
farlo.
Ma per me, de-estinguere il Moa
sarebbe altrettanto emozionante, se non di più, di qualsiasi film
potrei mai fare. Ho fatto molti film, ma vedere il gigantesco Moa
tornare sarebbe un’emozione che credo supererebbe qualsiasi altra
cosa in questo momento.
Cosa significa, dunque?
Peter Jackson non è in pensione, il che non può
che essere una buona notizia. Anche se Jackson non dirige un film
da Lo Hobbit: La Battaglia delle Cinque Armate del
2014, sarebbe sbagliato dire che non si sia tenuto impegnato.
Naturalmente, il suo documentario sui Beatles è il suo più recente
successo di alto profilo, che utilizza tecniche simili a quelle del
suo documentario sulla Prima Guerra Mondiale, acclamato dalla
critica, They Shall Not Grow Old.
Jackson ha anche scritto e prodotto
l’adattamento del romanzo young adult del 2018, Macchine
Mortali, ma tornare alla regia è comunque un progetto
entusiasmante. Dopo una pausa così lunga, è difficile prevedere
come sarà un nuovo film di Peter Jackson. Ha
sicuramente la libertà di scegliere i suoi progetti, che decida o
meno di tornare nella Terra di Mezzo.
Con il trailer e le nuove immagini
dell’attesissima Mercoledì Stagione
2, il mondo si prepara al ritorno della giovane Addams: i
nuovi episodi saranno disponibili dal 6 agosto (Parte 1) e dal 3
settembre (Parte 2) solo su Netflix.
L’estate però non porterà solo caos
e omicidi alla Nevermore Academy: questo mese comincia il Doom
Tour, il tour promozionale che coinvolgerà il cast e gli autori
della serie, conducendoli tra luglio e agosto in Europa
(Inghilterra, Polonia, Italia e Francia), Nord America (Stati Uniti
e Canada), Asia (Corea del Sud) e Australia.
Nella seconda stagione, Mercoledì Addams (Jenna
Ortega) torna ad aggirarsi per i corridoi gotici della
Nevermore Academy, dove l’attende una nuova serie di nemici e
problemi. In questa stagione Mercoledì deve destreggiarsi tra
famiglia, amici e vecchi avversari, per affrontare un altro anno di
caos splendidamente oscuro e bizzarro.
Armata della sua caratteristica
arguzia tagliente e del suo fascino imperturbabile,
Mercoledì si ritrova al centro di un nuovo
agghiacciante mistero soprannaturale.
Come già annunciato, l’iconico
regista Tim
Burton sbarcherà il 25 luglio al Giffoni Film Festival 2025 per
incontrare i giurati della 55esima edizione.
Tim Burton, che in carriera ha
appassionato il pubblico mondiale con pellicole iconiche come
“Beetlejuice – Spiritello Porcello”, “Batman”, “Edward mani di
forbice”, “Nightmare before Christmas”, “Ed Wood”, “Il mistero di
Sleepy Hollow”, “Big Fish – Le storie di una vita incredibile”, “La
sposa cadavere”, “Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet
Street”, “La
Fabbrica di Cioccolato”, “Frankenweenie”, firma la regia di 4
episodi della seconda stagione di “Mercoledì”.
1 di 4
Cortesia di Netflix
Cortesia di Netflix
Cortesia di Netflix
Cortesia di Netflix
MERCOLEDÌ – STAGIONE 2
Showrunner / Produttori Esecutivi / Sceneggiatori: Alfred
Gough, Miles Millar
Regista / Produttore Esecutivo: Tim Burton
Produttori Esecutivi: Steve Stark, Andrew Mittman, Meredith
Averill, Karen Richards, Gail Berman, Jonathan Glickman, Tommy
Harper, Kayla Alpert, Kevin Miserocchi
Si
sono ufficialmente concluse le riprese di Un bel giorno, il nuovo film che vede
protagonista Fabio De
Luigi, affiancato da Virginia Raffaele. Una commedia agrodolce
che promette emozione, leggerezza e riflessioni sulle seconde
possibilità, prodotta da Lotus Production (una società Leone Film Group) e
Rai Cinema, con la
produzione affidata a Raffaella Leone e Andrea Leone.
Cosa succede in Un bel
giorno?
Il
film racconta la storia di Tommaso, un padre single che ha cresciuto da solo
quattro figlie, chiudendosi completamente al mondo esterno. Quando
le ragazze decidono che è arrivato il momento per lui di tornare a
vivere e rimettersi in gioco, Tommaso si ritrova – tra caso e
coraggio – a conoscere Lara, una donna brillante e affascinante. Ma
entrambi hanno qualcosa da nascondere…
Accanto a De Luigi e Raffaele, nel cast troviamo
Maria Gifuni, Alma
Giardina, Anita Marzi, Arianna Gregori, Leon Castagno, Andrea
Silvestrini, Nicola Mayer, Beatrice Schiros, con la
partecipazione
straordinaria di Antonio Gerardi.
Un bel giorno si
preannuncia come un film che mescola ironia e sentimento, con un approccio
contemporaneo ai temi della famiglia, della genitorialità e della
riscoperta personale. Il tono della storia punta a un pubblico
ampio, capace di riconoscersi nei conflitti e negli affetti che
animano la vicenda di Tommaso.
Non è ancora stata annunciata una data di uscita ufficiale, ma
Un bel giorno è uno dei
titoli italiani più attesi per la prossima stagione
cinematografica. Restiamo in attesa del primo trailer ufficiale e
ulteriori dettagli sulla distribuzione.
La piattaforma
Disney+ ha svelato un’anteprima della sua line-up del 2025,
ricca di serie originali e attesi ritorni.
La clip di 60 secondi mostra immagini delle serie più amate dai
fan, in cui si vedono le nuove avventure del semidio protagonista
diPercy Jackson e gli Dei dell’Olimpo,
un’entusiasmante anticipazione della seconda stagione diA Thousand Blows
e ancora, omicidi e caos nella quinta stagione diOnly Murders in the Building.
Inoltre, i fan potranno dare un’occhiata alla serie Marvel TelevisionWonder Man,
che debutterà entro la fine dell’anno.
Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo (Stagione 2, che
debutterà a dicembre 2025)
Wonder Man di Marvel Television (che debutterà a
dicembre 2025)
ZOMBIES 4: L’Alba dei Vampiri (che debutterà l’11
luglio)
Disney+ è disponibile a partire da
5,99* € al mese – senza costi aggiuntivi e con la possibilità di
disdire in qualsiasi momento. Ci sono contenuti per tutti, con
nuove serie TV, film di successo e titoli originali esclusivi in
arrivo nel corso di tutto l’anno dei sei brand principali: Disney,
Pixar, Marvel, Star
Wars, National Geographic e Star. Con un’infinita library di
intrattenimento, che spazia dai documentari ai film drammatici
acclamati dalla critica, dalle commedie ai classici d’animazione.
Gli abbonati potranno scegliere qualsiasi cosa, dalle serie
originali come A Thousand Blows, e The
Bear di FX fino agli ultimi film di successo come A
Complete Unknown.
Un efficace sistema di parental control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di
visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre alla
“Modalità Junior” già presente sulla piattaforma, gli abbonati
possono impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un
pubblico più adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per
garantire massima tranquillità ai genitori.
Apple TV+ ha presentato il
trailer della quarta e conclusiva stagione di Acapulco,
la comedy bilingue che ha conquistato il pubblico di tutto il
mondo. I primi due episodi debutteranno il 23 luglio sulla
piattaforma, seguiti da un nuovo episodio ogni mercoledì fino al 17 settembre.
Nella quarta stagione, il Máximo del
presente (interpretato da Eugenio Derbez) lavora instancabilmente
per riportare Las Colinas al suo antico splendore prima della
grande riapertura. Nel 1986, quando un hotel concorrente conquista
il primo posto nella classifica annuale dei “Migliori Hotel di
Acapulco”, il giovane Máximo (interpretato da Enrique Arrizon) farà
di tutto per riconquistare il vertice e garantire un futuro a Las
Colinas.
Oltre a Derbez e Arrizon, il cast di
“Acapulco” comprende Fernando Carsa, Rafael Cebrián, Vanessa
Bauche, Camila Perez, Carlos Corona, Chord Overstreet, Regina
Reynoso, Jessica Collins e Regina Orozco. Nella nuova stagione
tornano anche volti noti come Damián Alcázar, Jaime Camil e Cristo
Fernández, cui si uniscono come guest star Keyla Monterroso Mejia e
Omar Chaparro, insieme a Jack McBrayer in un cameo speciale.
Prodotta da Lionsgate Television,
“Acapulco” è ispirata a “How to Be A Latin Lover” – il film di
3Pas Studios e Pantelion Filmsal che ha riscosso grande successo al
botteghino – ed è prodotta per Apple da Lionsgate Television, 3Pas
Studios, Zihuatanejo Productions e The Tannenbaum
Company. Oltre a recitare nella serie, Eugenio Derbez è
produttore esecutivo insieme a Ben Odell. La serie è stata creata
da Austin Winsberg, Eduardo Cisneros e Jason Shuman. Winsberg è
anche produttore esecutivo insieme a Sam Laybourne, che funge anche
da showrunner. Kim ed Eric Tannenbaum producono esecutivamente
insieme a Jason Wang per conto di The Tannenbaum
Company. Jaime Eliezer Karas è produttore esecutivo e regista
della serie, mentre Sonia Gambaro è co-produttrice esecutiva per
3Pas Studios.
Marvel Studios continua la
sua campagna promozionale martellante per I
Fantastici Quattro: Gli Inizi che se la
vedrà con gli altri blockbuster di questa stagione estiva in una
battaglia all’ultimo biglietto staccato.
La nuova clip condivisa dallo studio
mostra Silver Surfer di Julia Garner mentre
annuncia alla Prima Famiglia Marvel che la Terra è spacciata,
essendo entrata nel raggio di interesse di
Galactus, il Divoratore di mondi. Eccola di
seguito:
Il film Marvel Studios I
Fantastici Quattro: Gli Inizi introduce la prima
famiglia Marvel composta da Reed Richards/Mister Fantastic
(Pedro
Pascal), Sue Storm/Donna Invisibile (Vanessa
Kirby), Johnny Storm/Torcia Umana (Joseph
Quinn) e Ben Grimm/la Cosa (Ebon
Moss-Bachrach) alle prese con la sfida più difficile
mai affrontata. Costretti a bilanciare il loro ruolo di eroi con la
forza del loro legame familiare, i protagonisti devono difendere la
Terra da una vorace divinità spaziale chiamata Galactus
(Ralph Ineson) e dal suo enigmatico Araldo, Silver
Surfer (Julia Garner). E se il piano di Galactus
di divorare l’intero pianeta e tutti i suoi abitanti non fosse già
abbastanza terribile, la situazione diventa all’improvviso una
questione molto personale.
Il film è interpretato anche da
Paul Walter Hauser, John Malkovich, Natasha Lyonne
e Sarah Niles. I
Fantastici Quattro: Gli Inizi è diretto da
Matt Shakman e prodotto da Kevin Feige, mentre Louis D’Esposito, Grant
Curtis e Tim Lewis sono gli executive producer.
Il cinema italiano ha
sempre avuto un fascino particolare per le storie di ricchezza
improvvisa. Dalle classiche rapine alle commedie contemporanee, il
grande schermo ha saputo catturare quel momento magico in cui la
vita di un personaggio cambia radicalmente grazie a un colpo di
fortuna finanziario. Questa narrazione rispecchia un desiderio
profondamente radicato nella società moderna: la gratificazione
immediata.
Questo fenomeno non si
limita solo al mondo cinematografico, ma si estende anche ad altre
forme di intrattenimento che offrono l’emozione di risultati
rapidi, per esempio i casinò che pagano subito, dove
l’esperienza dell’attesa ridotta tra la vincita e la riscossione
amplifica il piacere del gioco. La crescente popolarità di queste
piattaforme digitali dimostra come il pubblico italiano sia sempre
più attratto da esperienze che promettono non solo divertimento, ma
anche la possibilità di ottenere ricompense immediate, proprio come
i protagonisti dei film che tanto ammiriamo.
L’evoluzione del
cinema italiano e la rappresentazione della ricchezza
improvvisa
Il cinema italiano ha
una lunga tradizione di film che esplorano il tema della ricchezza
istantanea. Dalle commedie all’italiana degli anni ’60 fino alle
produzioni contemporanee come “Poveri ma Ricchi” del 2016, i
registi hanno utilizzato questo tema per esplorare non solo il
fascino del denaro facile, ma anche le sue conseguenze sociali e
personali. Questi film spesso mostrano personaggi comuni che si
trovano improvvisamente catapultati in un mondo di lusso e
possibilità, creando situazioni comiche o drammatiche che risuonano
con il pubblico.
Il cinema italiano
contemporaneo ha saputo rinnovare questi temi classici, adattandoli
alle ansie e alle speranze dell’era digitale. I film recenti spesso
esplorano non solo l’acquisizione della ricchezza, ma anche come
questa modifica le relazioni interpersonali e l’identità personale
in una società sempre più definita dal consumo e
dall’apparenza.
Il parallelo tra
cinema e intrattenimento digitale: la psicologia della
gratificazione immediata
Il legame tra le
rappresentazioni cinematografiche della ricchezza istantanea e la
crescente domanda di forme di intrattenimento che offrono risultati
immediati non è casuale. Entrambi attingono alla stessa psicologia
umana: il desiderio di emozioni forti e ricompense rapide. I film
che mostrano personaggi che vincono alla lotteria o realizzano
colpi milionari soddisfano una fantasia collettiva di
trasformazione rapida delle proprie circostanze.
Nel mercato italiano
dell’intrattenimento digitale, si osserva una crescente preferenza
per giochi ad alta volatilità che offrono esperienze emozionanti
piuttosto che semplicemente pagamenti elevati. Questa tendenza
rispecchia lo stesso comportamento di ricerca del brivido spesso
ritratto nei film sulla ricchezza improvvisa. L’emozione
dell’incertezza, la tensione dell’attesa e l’euforia del risultato
positivo creano un’esperienza emotiva simile a quella vissuta dai
protagonisti cinematografici.
L’impatto culturale e
le implicazioni sociali
La rappresentazione
della ricchezza istantanea nel cinema italiano non è solo un
riflesso dei desideri collettivi, ma contribuisce anche a plasmare
atteggiamenti culturali verso il denaro e il successo. Questi film
spesso esplorano le contraddizioni della nuova ricchezza, mettendo
in luce come il denaro possa risolvere alcuni problemi ma crearne
altri completamente nuovi.
Il successo di questi
temi cinematografici si inserisce in un contesto economico più
ampio, dove l’incertezza finanziaria e la precarietà lavorativa
alimentano fantasie di soluzioni rapide. Tra il 2016 e il 2023, ben
186 film hanno richiesto crediti d’imposta internazionali, per un
totale di oltre 513 milioni di euro, dimostrando come l’industria
cinematografica italiana stia investendo significativamente in
produzioni che risuonano con le aspirazioni economiche del
pubblico.
Il cinema diventa così
non solo intrattenimento, ma anche uno spazio di riflessione
collettiva sui valori sociali e sulle aspirazioni individuali.
Attraverso storie di ricchezza improvvisa, i film italiani
continuano a esplorare le tensioni tra desiderio materiale e
realizzazione personale, tra successo esteriore e felicità
autentica, offrendo al pubblico uno specchio delle proprie speranze
e timori in un’epoca di rapidi cambiamenti economici e sociali.
ATTENZIONE – l’articolo
contiene Spoiler su Superman di James Gunn
Con il Superman
di James
Gunn (la
nostra recensione) in sala, possiamo finalmente avere
la certezza di chi appare e chi no nel film al cinema da oggi, 9
luglio. Hal Jordan, John Stewart o Brainiac sono solo tre dei
nomi che sono stati fatti dagli scooper nelle scorse settimane, per
cercare di indovinare chi ci sarebbe stato nel film. Ebbene,
nessuno dei tre nominati compare al fianco dell’Uomo d’Acciaio di
David
Corenswet, e i cameo che invece brillano nella loro
divertita evidenza, nel film, sono in parte sorprendenti.
Iniziamo con Supergirl. Milly Alcock non è mai stata confermata per
questo reboot, anche se abbiamo sentito ripetutamente che
la star di Supergirl avrebbe fatto un cameo. Beh, lo
fa, una breve scena che però serve a suggerire il tono alla
prossima uscita da solista della Maiden of Might. Nel cameo,
è ubriaca e vuole indietro il suo cane Krypto (a quanto pare
un kryptoniano non può ubriacarsi sui pianeti con un sole giallo,
quindi deve fare festa su quelli con uno rosso). Mentre Supergirl
se ne va con Krypto, chiama Superman “stronzo”, quindi
potrebbe non esserci un grande legame familiare tra i cugini oppure
lei potrebbe essere giovane e molto meno centrata di Kal-El.
Per quanto riguarda il suo costume,
è una versione femminile del costume dell’Uomo di Domani, anche se
con la gonna, che siamo sicuri ricorderete dalle foto sul set di
Supergirl.
Ora, passiamo al cameo a sorpresa.
Quando Lex Luthor riesce a convincere il mondo che l’Uomo d’Acciaio è una minaccia per loro,
Peacemaker, interpretato da John
Cena, viene mostrato al telegiornale della sera,
mentre parla male di Superman. Questo non porta direttamente alla
seconda stagione di Peacemaker, ma è un modo
divertente per includere un personaggio che ovviamente significa
molto per il regista James Gunn.
Nessuno ha parlato del ruolo di
Peacemaker in Superman,
quindi questo è un segreto che il film ha tenuto nascosto prima
della sua uscita. Oltre a questo, l’unico cameo degno di nota è
Sean Gunn nei panni di Maxwell Lord, che in realtà
compare molto meno di quanto ci si poteva aspettare.
Il
cast diSuperman
Superman è il primo
film dei DC Studios scritto e diretto da
James Gunn, con
David Corenswet nei panni di Superman/Clark Kent.
Nel cast anche
Rachel Brosnahan,
Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan,
Nathan Fillion, Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio,
María Gabriela de Faría, Wendell Pierce, Alan Tudyk, Pruitt Taylor
Vince e Neva Howell. Il film sarà al cinema dal 9 luglio
distribuito da Warner Bros. Pictures.
“Superman”, il primo film dei DC Studios
in arrivo sul grande schermo, è pronto a volare nei cinema di tutto
il mondo quest’estate, distribuito da Warner Bros. Pictures. Con il
suo stile inconfondibile, James Gunn trasporta il supereroe
originale nel nuovo universo DC reinventato, con una miscela unica
di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un
Superman guidato dalla compassione e da una profonda fiducia nella
bontà del genere umano.
Produttori esecutivi di
“Superman” sono Nikolas Korda, Chantal
Nong Vo e Lars Winther. Dietro la macchina da presa, Gunn si è
avvalso del lavoro di suoi collaboratori fidati, tra cui il
direttore della fotografia Henry Braham, la scenografa Beth Mickle,
la costumista Judianna Makovsky e il compositore John Murphy, oltre
al compositore David Fleming (“The Last of Us”), ai montatori William Hoy
(“The Batman”) e Craig Alpert (“Deadpool 2”, “Blue Beetle”).
ATTENZIONE – l’articolo
contiene Spoiler su Superman di James Gunn
Diversi mesi fa, è stato riferito
che la star dei Guardiani della Galassia, Bradley
Cooper, era stata scelta per il ruolo di Jor-El nel
Superman
di James
Gunn (la
nostra recensione). Il regista James
Gunn ha poi confermato che l’attore interpreta il padre
kryptoniano di Clark Kent, sebbene una fuga di notizie sulla trama
che suggeriva che potesse essere un personaggio malvagio sia stata
accolta con scetticismo.
Dopo aver visto il film, possiamo
confermare che in parte queste voci non erano del tutto sbagliate.
Dopo che Lex Luthor e l’Ingegnere invadono la Fortezza della
Solitudine, decodificano un messaggio di Jor-El a Kal-El.
Precedentemente abbiamo appreso che Superman ha sempre ascoltato il
messaggio dei genitori fino a un certo punto, dal momento che
questo era rimasto danneggiato nei viaggio verso la Terra. Quella
parte di messaggio diceva a Kal che lui era stato mandato sulla
Terra per proteggere gli umani. L’intervento di Lex e
dell’Ingegnere corregge e recupera il messaggio originale, e viene
rivelato che Jor-El non aveva un’alta opinione dei terrestri (come
dargli torto?) e credeva che fossero stupidi e facili da governare.
Lo si ascolta mentre suggerisce a suo figlio di prendere molte
mogli, fare più figli possibile e governare la Terra in nome di
Krypton.
Questo cambiamento dipinge Jor-El in
una luce estremamente negativa anche se in un certo senso “divina”
e distante, cosa che il suo figlio biologico non è affatto.
Tuttavia, solleva un affascinante dibattito tra natura e
cultura, permettendo a Gunn di esplorare l’umanità di
Clark Kent e l’impatto positivo che i suoi genitori umani, Jonathan
e Martha, hanno avuto su di lui.
Il ruolo di Cooper è minimo, ma Gunn
sembra essersi ispirato ai fumetti in cui Jor-El veniva dipinto in
una luce antagonista dopo che si era scoperto che era sopravvissuto
alla distruzione di Krypton. Ovviamente, alla fine del film
Superman sembra rifiutare la sua eredità kryptoniana sostituendo la
sua registrazione di Jor-El e Lara nella Fortezza della Solitudine
con i filmini di famiglia dei Kent.
Il
cast diSuperman
Superman è il primo
film dei DC Studios scritto e diretto da
James Gunn, con
David Corenswet nei panni di Superman/Clark Kent.
Nel cast anche
Rachel Brosnahan,
Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan,
Nathan Fillion, Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio,
María Gabriela de Faría, Wendell Pierce, Alan Tudyk, Pruitt Taylor
Vince e Neva Howell. Il film sarà al cinema dal 9 luglio
distribuito da Warner Bros. Pictures.
“Superman”, il primo film dei DC Studios
in arrivo sul grande schermo, è pronto a volare nei cinema di tutto
il mondo quest’estate, distribuito da Warner Bros. Pictures. Con il
suo stile inconfondibile, James Gunn trasporta il supereroe
originale nel nuovo universo DC reinventato, con una miscela unica
di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un
Superman guidato dalla compassione e da una profonda fiducia nella
bontà del genere umano.
Produttori esecutivi di
“Superman” sono Nikolas Korda, Chantal
Nong Vo e Lars Winther. Dietro la macchina da presa, Gunn si è
avvalso del lavoro di suoi collaboratori fidati, tra cui il
direttore della fotografia Henry Braham, la scenografa Beth Mickle,
la costumista Judianna Makovsky e il compositore John Murphy, oltre
al compositore David Fleming (“The Last of Us”), ai montatori William Hoy
(“The Batman”) e Craig Alpert (“Deadpool 2”, “Blue Beetle”).
I cinema italiani si tingono di blu
e rosso oggi, con l’arrivo in sala di Superman
(la
nostra recensione), due giorni prima dell’uscita
statunitense. Il film che già sta facendo parlare di sé,
polarizzando le opinioni, arriva nelle nostre sale con i migliori
presupposti per portare un sacco di gente al cinema, in queste
settimane estive.
Ma trattandosi di un cinecomic, di
un nuovo inizio per una saga cinematografica, è legittimo chiedersi
se il film di James
Gunn ha o meno delle scene post credits! Ebbene, la risposta è
sì, anche se forse non si tratta delle scene che ci
aspettavamo!
Per quanto riguarda le scene
post-credit, sono esattamente quelle che sono trapelate qualche
settimana fa. Nessuna delle due è imperdibile, ma se siete fan,
ovviamente vorrete rimanere per vedere più contenuti possibili su
Superman!
Seguono
SPOILER!
La prima mostra Clark Kent e Krypto
sulla Luna insieme (un’inquadratura che è stata usata in poster e
spot televisivi), mentre la seconda è una scenetta umoristica con
Superman e Mister Terrific che osservano la distruzione di
Metropolis. Mostra Superman che critica l’operato del collega
supereroe: nel suo ricucire la spaccatura multidimensionale di
Metropolis, Mr. Terrific non ha rimesso insieme alla perfezione un
palazzo, lasciandolo leggermente storto. Il commento dell’Uomo
d’Acciaio fa arrabbiare seriamente Mr. Terrific, il risultato è un
momento buffo trai due eroi.
Il cast di Superman
Superman è il primo
film dei DC Studios scritto e diretto da
James Gunn, con
David Corenswet nei panni di Superman/Clark Kent.
Nel cast anche
Rachel Brosnahan,
Nicholas Hoult, Edi Gathegi, Anthony Carrigan,
Nathan Fillion, Isabela Merced, Skyler Gisondo, Sara Sampaio,
María Gabriela de Faría, Wendell Pierce, Alan Tudyk, Pruitt Taylor
Vince e Neva Howell. Il film sarà al cinema dal 9 luglio
distribuito da Warner Bros. Pictures.
“Superman”, il primo film dei DC Studios
in arrivo sul grande schermo, è pronto a volare nei cinema di tutto
il mondo quest’estate, distribuito da Warner Bros. Pictures. Con il
suo stile inconfondibile, James Gunn trasporta il supereroe
originale nel nuovo universo DC reinventato, con una miscela unica
di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un
Superman guidato dalla compassione e da una profonda fiducia nella
bontà del genere umano.
Produttori esecutivi di
“Superman” sono Nikolas Korda, Chantal
Nong Vo e Lars Winther. Dietro la macchina da presa, Gunn si è
avvalso del lavoro di suoi collaboratori fidati, tra cui il
direttore della fotografia Henry Braham, la scenografa Beth Mickle,
la costumista Judianna Makovsky e il compositore John Murphy, oltre
al compositore David Fleming (“The Last of Us”), ai montatori William Hoy
(“The Batman”) e Craig Alpert (“Deadpool 2”, “Blue Beetle”).
Simone Ashley, Lucy Liu,
Justin Theroux, B.J. Novak e Pauline
Chalamet si sono uniti al cast di Il
Diavolo veste Prada 2. E non sono gli unici volti nuovi della
rivista Runway. Tra gli altri nuovi arrivati figurano le star di
Broadway Helen J. Shen (“Maybe Happy Ending”) e
Conrad Ricamora (“Oh, Mary!”), così come il comico
Caleb Hearon, oltre al già annunciato
Kenneth Branagh.
Nel frattempo, due personaggi noti,
Tracie Thoms, che ha interpretato Lily, la
migliore amica amante delle borse del personaggio di
Anne Hathaway, e Tibor
Feldman, che ha interpretato Irv Ravitz, il presidente
della società madre di Runway, Elias-Clark, riprenderanno i loro
ruoli nel sequel.
La 20th Century Studios della Disney
sta finanziando Il
Diavolo veste Prada 2, attualmente in produzione e la cui
uscita nelle sale è prevista per il 1° maggio 2026. Sebbene i
dettagli della trama non siano stati confermati, la storia, a
quanto pare, segue la terrificante caporedattrice di Runway,
Miranda Priestly (Streep), mentre affronta la sua carriera nel
declino dell’editoria tradizionale. Si scontra con il personaggio
di Blunt, la sua ex assistente che ora è una potente dirigente di
un gruppo del lusso, con finanziamenti pubblicitari di cui Priestly
ha disperatamente bisogno.
David Frankel, che
ha diretto il film del 2006, e Aline Brosh
McKenna, che ha scritto la sceneggiatura originale,
torneranno per il sequel insieme alla produttrice Karen
Rosenfelt. Basato sul romanzo di Lauren Weisberger, un
romanzo a chiave sul lavoro per Anna Wintour a Vogue, “Il
diavolo veste Prada” segue l’aspirante giornalista Andy
Sachs (Hathaway) che viene assunta come assistente in una rivista
di moda patinata ma si ritrova in balia del suo capo esigente. Il
film è stato un successo di critica e pubblico, incassando 326
milioni di dollari in tutto il mondo e ottenendo una nomination
all’Oscar per Streep.
Quello di David
Corenswet è un nome oggi non a tutti noto, ma ciò è
destinato a cambiare nei prossimi anni, quando egli assumerà
ufficialmente il ruolo di Clark Kent alias Superman per il nuovo DC
Universe. Il giovane interprete sarà dunque chiamato a
diventare il volto di un intero universo cinematografico, cosa che
gli conferirà una popolarità globale. In attesa di poterlo vedere
in quel ruolo, c’è tanto di lui da scoprire e sapere.
Ecco 10 cose che forse non sai su David
Corenswet.
I film e i programmi TV di David Corenswet
1. È noto per alcune serie
TV. Corenswet ha iniziato la sua carriera da attore
recitando nel 2015 in un episodio della serie One Bad
Choice. In seguito ha recitato da protagonista nella serie
Moe & Jerryweather (2014-2016) e ha recitato
rispettivamente in un episodio delle serie Elementary
(2017), Instinct (2018) e House of Cards – Gli
intrighi del potere (2018). Nel 2019 è poi tra i protagonisti
di The Politician, mentre nel 2020 ottiene grande
notorietà grazie alla miniserie Hollywood, con
Samara Weaving. Nel 2022 ha poi recitato nella
serie We Own This City. Nel 2024 ha invece recitato nella
serie
Lady in the Lakeaccanto aNatalie
Portman.
2. Ha recitato anche in
alcuni film. Il debutto al cinema per Corenswet è invece
arrivato nel 2018 con il film Affairs of State – Intrighi di
Stato, seguito da The Sunlit Night nel 2019. Nel 2021
recita invece in Project Pay Day, mentre nel 2022 recita
nei film Linee parallele e Pearl, il film horror
con Mia Goth, dove
ha il ruolo di un proiezionista. Nel 2024 ha recitato in Twisters,
un thriller con
Glen Powelle Daisy
Edgar-Jones. Nel 2025, invece, arriva sul grande
schermo come protagonista di Superman, diretto
da James
Gunn e dove recita accanto a Rachel
Brosnahan.
3. È stato scelto come nuovo
Superman. Dopo mesi e mesi di speculazioni, teorie e
indiscrezioni di ogni tipo, David Corenswet è stato confermato come
interprete di Clark Kent alias Superman per il film Superman: Legacy, il progetto scritto e
diretto da James Gunn che
darà il via al nuovo DC Universe. Per ottenere questo ruolo,
l’attore ha battuto la concorrenza di Nicholas Hoult e
Tom Brittney, risultando agli occhi di Gunn
l’interprete giusto. Dopo che il regista ha infatti svolto una
prova costume con i tre, si è convinto del fatto che è Corenswet
l’attore giusto per questo importante ruolo.
5. Sognava da tempo di
interpretare questo personaggio. In seguito alla notizia
che Corenswet avrebbe interpretato Superman, è riemersa in
rete un sua intervista del 2019 in cui dichiarò che tra i suoi
grandi obiettivi di carriera vi era proprio quello di interpretare
il più celebre dei supereroi DC. Corenswet immaginava però in
quell’intervista di dar vita ad una versione diversa di Superman,
meno cupa e più ottimista. Anche questo suo desiderio si è poi
concretizzato, dato che il film di Gunn è una versione più
“colorata
e gioiosa” del personaggio.
David Corenswet in Hollywood
6. È stato tra i
protagonisti della miniserie. Dopo aver collaborato con il
regista Ryan
Murphy per The Politician, quest’ultimo ha
voluto l’attore anche nel suo successivo progetto Netflix, ovvero la miniserie Hollywood. Qui
Corenswet interpreta l’aspirante attore Jack Castello, che cerca di
costruirsi una carriera nel contesto della Hollywood tra gli anni
Quaranta e Cinquanta. Essendo dunque qui uno dei protagonisti, è
stato questo ruolo ad aver reso Corenswet particolarmente noto,
nonché una delle principali promesse della recitazione della sua
generazione.
David Corenswet in Hollywood
David Corenswet in Twisters
7. Ha avuto un ruolo
importante nel film. In Twisters, sequel
spirituale del cult del 1996, Corenswet interpreta un affascinante
meteorologo coinvolto in una nuova ondata di devastanti tornado nel
Midwest americano. Il suo personaggio, razionale ma coraggioso, si
affianca a quello di Daisy Edgar-Jones. Il film segna una delle
tappe fondamentali nella carriera di Corenswet prima del debutto
come Superman. Curiosamente, proprio sul set di questo film ha
saputo di aver ottenuto la parte e il resto delle riprese si sono
poi svolte mentre stava iniziando la preparazione fisica per il
ruolo dell’Uomo d’Acciaio, rendendo il progetto particolarmente
impegnativo ma anche simbolico per la sua ascesa hollywoodiana.
David Corenswet in Pearl
8. Nessuno sapeva della sua
partecipazione al film. In Pearl, prequel del film
horror X, Corenswet interpreta il Proiezionista, un
affascinante ma ambiguo giovane che lavora in un cinema itinerante.
Il suo personaggio diventa oggetto del desiderio della protagonista
Pearl, interpretata da Mia Goth, scatenando una tensione erotica e
psicologica che contribuisce all’escalation drammatica del film. Il
ruolo ha permesso a Corenswet di mostrare sfumature più oscure e
seducenti rispetto ai suoi lavori precedenti. Il film, diretto da
Ti West, è stato girato in segreto durante la
pandemia, rendendo la sua partecipazione una sorpresa per molti
fan.
9. È molto
riservato. Attualmente David Corenswet non è sposato
e mantiene una vita privata molto riservata. L’attore, inoltre, non
ha mai confermato pubblicamente relazioni sentimentali stabili né è
stato visto spesso in compagnia di partner sui red carpet.
Nonostante il crescente interesse mediatico, Corenswet ha infatti
sempre preferito mantenere un basso profilo fuori dal set,
concentrandosi sulla carriera. Al momento, non ci sono dunque
notizie ufficiali su una moglie o una fidanzata, e la sua sfera
sentimentale resta avvolta nella discrezione.
L’età, l’altezza e il fisico di
David Corenswet
10. David Corenswet è nato a
Filadelfia, in Pennsylvania, Stati Uniti, l’8 luglio del
1993. L’attore è alto complessivamente 1,93 metri.
Il fisico di David Corenswet
David Corenswet è inoltre noto per
il suo fisico slanciato e atletico, caratterizzato da spalle
larghe, muscolatura ben definita e un’altezza imponente.
Caratteristiche che lo rendevano da subito particolarmente adatto
al ruolo di Superman. Proprio per prepararsi a interpretare l’Uomo
d’Acciaio, l’attore ha seguito un intenso programma di allenamento
fisico supervisionato da professionisti del fitness, focalizzato su
massa muscolare, resistenza e postura. Le prime immagini trapelate
dal set hanno mostrato un Corenswet trasformato, con un corpo
scolpito e proporzionato, perfettamente in linea con l’iconografia
supereroistica.
Ecco un nuovo trailer ufficiale ed
esteso di Downton
Abbey: Il Gran Finale, il terzo e ultimo film della
serie cinematografica basata sulla serie televisiva in costume
della PBS creata da Julian Fellowes. Il film uscirà nelle sale
italiano l’11 settembre.
La trama e il cast
di Downton Abbey: Il Gran Finale
Questo nuovo capitolo segue la
famiglia Crawley e il suo personale all’inizio degli anni ’30.
Quando Mary si ritrova al centro di uno scandalo pubblico e la
famiglia deve affrontare difficoltà finanziarie, l’intera famiglia
deve fare i conti con la minaccia del disonore sociale. I Crawley
devono accettare il cambiamento mentre il personale si prepara a un
nuovo capitolo con la prossima generazione che guiderà Downton
Abbey verso il futuro.
Simon Curtis torna
alla regia dell’ultimo capitolo dopo aver diretto Una Nuova Era.
Fellowes ha scritto tutti e tre i film.
Il cast familiare torna anche per
Downton Abbey: Il Grand Finale, che include
Michelle Dockery,Hugh Bonneville, Laura
Carmichael, Jim Carter, Raquel Cassidy, Brendan Coyle, Kevin Doyle,
Michael Fox, Joanne Froggatt,
Paul Giamatti, Harry Hadden-Paton, Robert James-Collier, Allen
Leech, Phyllis Logan, Elizabeth McGovern, Sophie McShera, Lesley
Nicol,
Dominic West, Penelope Wilton, Joely Richardson, Paul
Copley e Douglas Reith.
Nel cast del franchise compaiono
anche Joely Richardson, Alessandro Nivola, Simon Russell Beale e
Arty Froushan. I produttori sono Gareth Neame, Fellowes e Liz
Trubridge. Nigel Marchant è il produttore esecutivo.
James Gunn è un
regista spesso controverso, con un gran senso dell’ironia e della
satira, a volte un po’ sopra righe e che spesso gli ha causato
qualche problema. Tuttavia, Gunn è un ottimo regista e un
eccellente sceneggiatore, capace di captare e dare vita a tante
sfumature dei suoi personaggi e facendoli amare dalla gran parte
del pubblico, tanto da trovare dei fan che lo hanno sostenuto anche
nel periodo di distaccamento da casa Disney e dal suo licenziamento
avvenuto in quattro e quattr’otto.
James Gunn rilancia il DCU come capo dei DC Studios
3. Ha assunto un ruolo molto
importante. Gunn e il frequente partner di produzione
Peter Safran avevano consigliato David Zaslav, l’amministratore
delegato della neonata Warner Bros. Discovery, durante la ricerca
di un nuovo responsabile della DC Films. Il duo ha impressionato
Zaslav che ha deciso di nominarli co-presidenti e amministratori
delegati della DC Films, ribattezzata “DC Studios”, con il
controllo dei film, dei progetti di animazione e televisivi basati
sui personaggi della DC Comics. I due hanno assunto la loro
posizione il 1° novembre 2022 e James Gunn supervisiona ora gli
aspetti creativi del franchise rinominato DCU.
James Gunn regista di Super – Attento crimine!!!
4. Ha diretto un suo
personale film di supereroi. Prima di diventare celebre
grazie a Guardiani della Galassia, Gunn aveva già diretto
un suo personalissimo film di supereroi. Si tratta della commedia
Super – Attento crimine!!!. In alcune interviste Gunn ha
dichiarato di aver iniziato a lavorare sulla sceneggiatura del film
nel 2002, ma che ebbe problemi a produrlo perché ritenuto troppo
violento ed esoterico. Questo uscì poi nel 2010, andando incontro
ad uno scarsissimo successo. Con il tempo, però, i fan lo hanno
riscoperto permettendogli di divenire uno scult del
genere.
James Gunn e i Guardiani della
Galassia per la Marvel
5. Ha accettato di dirigere
il film per il personaggio di Rocket. James Gunn ha
affermato più volte che Rocket era un grande, se non il principale,
motivo per cui voleva realizzare questo film. Quando poi è stato
confermato che il film era un successo di pubblico, Gunn ha
pubblicato online una lettera di ringraziamento sincera,
ringraziando in particolare tutti per aver permesso a un procione
di renderli un po’ più umani. In Guardiani della Galassia vol. 2, inoltre, Gunn ha
dedicato l’ultima inquadratura del film proprio a Rocket.
James Gunn ha diretto The Suicide Squad
6. James Gunn si è dedicato
alle run originali. Per realizzare il seguito del
fortunato Suicide Squad, Gunn – che aveva già
realizzato la sceneggiatura e a cui pare sia stato affidato
l’intero progetto – si è ispirato alle run originali dei fumetti DC.
Pur rendendo omaggio alla storie di Jon Ostrander
e Kim Yale, che furono pubblicate negli ’80, Gunn
ha però apportato alcune modifiche, inserendo personaggi non
presenti nei fumetti di quella serie, come Bloodsport e Harley
Queen.
James Gunn è il regista di Superman
7. Ha realizzato un film
“politico”. Nel riportare al cinema Superman, Gunn ha deciso di
ispirarsi non solo ad alcuni precisi fumetti dedicati al
personaggio, ma anche a quelle che ritiene essere caratteristiche
fondanti dell’America. “Voglio dire, ‘Superman’ è la storia
dell’America”, ha spiegato Gunn. “Un immigrato che è
arrivato da altri luoghi e ha popolato il Paese, ma per me è
soprattutto una storia che dice che la gentilezza umana di base è
un valore e qualcosa che abbiamo perso”. “Parla
della gentilezza umana e ovviamente ci saranno degli idioti che non
sono gentili e lo troveranno offensivo solo perché parla di
gentilezza. Ma che si fottano“, ha aggiunto il regista.
James Gunn, Twitter e il licenziamento dalla Disney
8. Ha avuto problemi per
vecchie affermazioni. Nel luglio 2018 sono riemerse
alcune battute controverse che Gunn ha pubblicato su Twitter tra il
2008 e il 2012 e che coinvolgevano temi come l’11 settembre,
l’AIDS, lo stupro e altri argomenti simili. Il riemergere di queste
affermazioni ha però portato a pensare che qualcuno abbia voluto
“incastrarlo” per le sue posizioni politiche anti Trump. In ogni
caso, in seguito alle critiche sollevatesi, la Disney ha interrotto
i legami con Gunn, privato così della possibilità di dirigere
Guardiani della Galassia Vol. 3. Gunn si è poi scusato
pubblicamente per le sue parole e grazie al sostengo di molte
personalità dello spettacolo, è infine stato reintegrato nel suo
ruolo di regista per il film Marvel. In quel lasso di tempo, ha
però diretto The
Suicide Squad.
James Gunn ha un fratello attore
9. Suo fratello recita
spesso nei suoi film. James Gunn ha un fratello, Sean Gunn, attore e collaboratore ricorrente
nei suoi film. Sean è noto per aver interpretato
Kraglin nella saga dei Guardiani
della Galassia e per aver prestato il corpo al personaggio
di Rocket Raccoon durante le riprese. Ha anche avuto un ruolo
significativo in The
Suicide Squad, dove ha interpretato
Weasel, e tornerà nell’universo DC come
Maxwell Lord nel film Superman
diretto proprio da James. La loro collaborazione testimonia un
rapporto artistico stretto e continuo all’interno dei progetti più
importanti del regista.
La moglie di James Gunn
10. È sposato con
un’attrice. James Gunn è sposato con l’attrice
Jennifer Holland dal 2022. I due si sono
conosciuti nel 2015 grazie a un amico in comune e da allora hanno
iniziato una relazione sia personale che professionale. Jennifer ha
recitato in diversi progetti diretti o prodotti da Gunn, tra cui il
ruolo di Emilia Harcourt in The
Suicide Squad (2021) e nella serie spin-off Peacemaker
per HBO Max. La loro collaborazione riflette un’intesa artistica
solida, con Holland spesso coinvolta nei progetti dell’universo DC
guidato ora proprio da James Gunn.