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Thunderbolts*: ecco le prime reazioni al film dopo la premiere mondiale!

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Le prime reazioni sui social media al film Thunderbolts* della Marvel sono state condivise online. Il Marvel Cinematic Universe ha in programma due film ambiziosi che usciranno nel 2025, Thunderbolts* e The Fantastic Four: First Steps, che introdurranno due nuove squadre nell’MCU. La differenza principale tra i due film è che il cast stellare di Thunderbolts* comprende diversi attori che hanno già recitato in film e serie TV Marvel. Accanto a loro ci sono alcuni volti nuovi, con il cattivo del film destinato a stravolgere completamente la classifica dei poteri del franchise.

Su Twitter sono iniziate a trapelare le prime reazioni a Thunderbolts*. Il film riunisce una nuova squadra Marvel guidata da Bucky Barnes, interpretato da Sebastian Stan, e vede il debutto nel MCU di Sentry. Nonostante questi due personaggi abbiano ruoli chiave nel film, sembra che la protagonista della storia di Thunderbolts* sia nientemeno che Yelena Belova, interpretata da Florence Pugh. Le prime reazioni al prossimo film dell’MCU del 2025 accennano anche a quante scene post-crediti i fan potrebbero aspettarsi dal misterioso film. Date un’occhiata alle prime reazioni a Thunderbolts* qui sotto:

Cosa rivelano le prime reazioni a Thunderbolts* sul film dell’MCU

Due personaggi emergono come protagonisti del film

Thunderbolts* sta ricevendo molti elogi da coloro che hanno già avuto la possibilità di vedere il prossimo film dell’MCU. Mentre l’intesa tra il cast nel suo complesso sembra eccellente, due personaggi sono spesso citati nelle prime reazioni a Thunderbolts*. Il primo è Yelena Belova, interpretato da Florence Pugh. Il ruolo di primo piano dell’eroina non è una sorpresa, dato che anche l’attore Sebastian Stan, che interpreta Bucky Barnes nei film Marvel, ha già parlato di Yelena come della star di Thunderbolts*. Detto questo, anche Bob, interpretato da Lewis Pullman, sta ricevendo molto amore dalle prime reazioni a Thunderbolts*.

Con la trama più emozionante del film MCU e il suo approccio alla salute mentale che viene celebrato, è facile capire perché Bob sia un personaggio così amato. Pullman interpreta più personaggi in uno, poiché Bob è in realtà il supereroe noto come Sentry, ma ha anche un lato oscuro, che emerge come il cattivo del film, il Void. Oltre ai momenti emozionanti del film, all’intesa tra gli attori e al ruolo di spicco di Yelena e Bob, le prime reazioni a Thunderbolts* hanno anche rivelato che il film dell’MCU avrà due scene post-crediti, quindi sembra valga la pena rimanere fino alla fine.

Your Friends & Neighbors, recensione della serie con Jon Hamm

Per comprendere pienamente l’essenza di Your Friends & Neighbors, nuova serie targata Apple TV+ (guarda il trailer) bisogna gettare uno sguardo alla produzione del suo creator Jonathan Tropper, in particolar modo ai suoi romanzi prima che iniziasse la sua carriera televisiva.

L’ambientazione principale dei libri di Tropper è l’area denominata “Upstate New York”, una serie di piccoli paesini a nord della Grande Mela che col passare dei decenni sono diventati residenza di molti cittadini i quali, dopo aver fatto fortuna in città, si sono ritirati nell’agiatezza della provincia. Non troppo lontano dal centro del mondo, in modo magari da poter andare a lavorare durante la giornata e tornare a casa la sera. In questo mondo sereno, facoltoso e tutto sommato ovattato Tropper ha inserito i protagonisti delle sue storie dolceamare, spesso un mix riuscito  di commedia e dramma umano l’esempio migliore è senza dubbio This Is Where I Leave You, che circa una decina di anni orsono venne trasposto in un film piuttosto sottovalutato che vedeva protagonisti Jason Bateman, Rose Byrne, Tina Fey e la grande Jane Fonda.

La storia di Andrew in Your Friends & Neighbors

Your Friends & Neighbors – Amanda Peet – Cortesia di Apple Tv+

Ebbene, Your Friends & Neighbors porta all’eccesso il mondo che Tropper sembra conoscere al meglio: i personaggi dello show sono tutti sfrontatamente ricchi, e vivono vite incredibilmente che i comuni mortali possono soltanto sognare. Tra loro troviamo anche Andrew Cooper (Jon Hamm), a cui le cose la contrario non stanno andando troppo bene: un anno dopo essere stato abbandonato dalla moglie Mel (Amanda Peet) che lo ha tradito con una ex-stella dell’NBA, l’uomo si ritrova all’improvviso anche licenziato dall’agenzia dove lavorava come broker di grande successo. Alla crisi esistenziale si aggiunge dunque anche quella finanziaria, alla quale Cooper decide di provare ad ovviare iniziando ad entrare di soppiatto nelle lussuose abitazioni dei suoi amici e vicini…

Nell’episodio pilota dello show possiamo gustare un discreto character-study che si incastona efficacemente nel tono leggero e malinconico scelto per il progetto. Jon Hamm riesce a dare discreta profondità psicologica stratificazione alla figura di “Coop”, sfruttando con intelligenza la sua “icona” Don Draper, il protagonista di una serie di culto quale Mad Men. Il suo ruolo in Your Friend & Neighbors appare infatti come uno specchio deformato e ironico dell’altro, ovvero una versione che ironicamente cede alla pressione schiacciante di un ambiente sociale competitivo e senza scrupoli. Dove Draper sfruttava la propria forza mentale per eccellere, anche a costo di sacrificare tutto il resto, Cooper invece abbraccia con gioiosa nonchalance le proprie debolezze. Hamm dimostra di saper bene che il pubblico serie non potrà non accostare questi due ruoli, e nel primo episodio dello show di Apple TV+ ci gioca con consumata sapienza.

Pilot intrigante ma fiato corto

Your Friends & Neighbors – Olivia Munn – Cortesia di Apple Tv+

Se dunque Your Friends & Neighbors parte con un pilot intrigante, già dalla seconda puntata la serie dimostra di avere il fiato cortissimo, propinando allo spettatore trame e situazioni francamente troppo deboli per interessare veramente. L’unico aspetto che può avere una sua validità è quello di sperimentare il “guilty pleasure” di entrare dentro le straordinariamente arredate e le vite altrettanto vuote dei personaggi messi in scena, ma tutto sommato si tratta davvero poco per colmare le esigenze prima di tutto narrative di nove puntate. Delle disavventure di Cooper, dalla sua famiglia disfunzionale e delle altre personalità che gli ruotano intorno interessa davvero troppo poco per entrare in una qualsiasi tipo di empatia con quanto proposto. Tanto poi che, proprio come ci si può aspettare, i problemi che tutti esperiscono sono talmente lontani dalla quotidianità dello spettatore medio che qualsiasi link emotivo è pressoché impossibile.

Rimane la consumata abilità di un gruppo di attori che a come si recita un un prodotto televisivo – accanto ad Hamm troviamo anche Amanda Peet e Olivia Munn, le quali ad esempio hanno entrambe lavorato con Aaron Sorkin rispettivamente a Studio 60 on the Sunset Street e The Newsroom (a proposito di produzione televisiva di altro livello…), ma neppure loro riescono a risollevare le sorti di una serie che a parte la confezione iper-lussuosa non ha realmente altre carte da poter giocare per stuzzicare l’interesse del pubblico.

Jonathan Tropper ha tentato di trasportare nella serialità quello che aveva tutto sommato funzionato a dovere nei suoi romanzi, fallendo proprio nel processo di trasposizione. Un errore piuttosto incomprensibile per uno che al contrario, quando si è cimentato con altri toni e generi – vedi gli show a cui ha lavorato ovvero Banshee, Warrior e See, quest’ultima sempre per Apple TV+ – ha ottenuto risultati quanto meno degni di interesse.

9-1-1: Nashville, il cast, la storia e tutto quello che sappiamo

9-1-1: Nashville, il cast, la storia e tutto quello che sappiamo

Il franchise 9-1-1 è destinato ad ampliarsi con un nuovo spin-off, e ci sono già tantissimi dettagli entusiasmanti sulla stagione di debutto di 9-1-1: Nashville. Sviluppato inizialmente per la Fox da Ryan Murphy, Brad Falchuk e Tim Minear, l’originale 9-1-1 è andato in onda per quasi un decennio ed è persino sopravvissuto al passaggio alla ABC. Il concept del franchise è piuttosto semplice e segue le vicende di poliziotti, vigili del fuoco e personale medico che rispondono alle emergenze più gravi che sconvolgono la loro città. La serie originale è ambientata a Los Angeles; il primo spin-off è stato ambientato in Texas, mentre ora Nashville si trasferisce nella capitale del Tennessee.

L’aggiunta di Nashville è una sorta di mossa laterale per il franchise, dato che la sua apparizione segue la fine di 9-1-1: Lone Star. Lo spin-off originale è andato in onda nel 2025, anche se la serie originale sembra andare forte, dato che si avvicina presto alla sua decima stagione. Nashville è una destinazione nuova e piuttosto insolita per il genere procedurale, dato che la maggior parte delle serie sui primi soccorritori sono ambientate in grandi metropoli come New York, Los Angeles o Chicago. La prima stagione di 9-1-1: Nashville è in arrivo e apre un nuovo entusiasmante capitolo per il franchise.

Ultime notizie su 9-1-1: Nashville

Sulla scia del casting di Chris O’Donnel come protagonista della serie, le ultime notizie confermano che 9-1-1: Nashville ha trovato la sua seconda star. Forse meglio conosciuta per il suo ruolo in Grey’s Anatomy nei panni della dottoressa Arizona Robbins, Jessica Capshaw interpreterà un ruolo ricorrente nella prossima serie spin-off di Nashville. Sebbene il suo personaggio non sia ancora stato rivelato, Capshaw interpreterà la moglie del capitano Don Sharpe, interpretato da O’Donnell, e la madre di un altro personaggio principale, Ryan, che non è ancora stato scritturato.

I personaggi di Nashville, finora, sembrano stranamente simili ai protagonisti della serie Lone Star, recentemente cancellata.

Questo casting suggerisce che 9-1-1: Nashville metterà chiaramente al centro la famiglia dei personaggi principali, intrecciando le loro vite professionali e personali. I personaggi di Nashville, finora, sembrano stranamente simili ai protagonisti della serie Lone Star, recentemente cancellata, e resta da vedere come il nuovo spin-off riuscirà a differenziarsi.

9-1-1: Nashville è confermato

ABC ha ordinato la prima stagione per il 2025

Anche se il primo spin-off di 9-1-1 sta tramontando, un altro è sorto quasi immediatamente per prendere il suo posto. ABC ha annunciato lo sviluppo di 9-1-1: Nashville nel febbraio 2025, ed è chiaro che il network spera di portarlo sul piccolo schermo il prima possibile. Nashville farà parte della stagione 2025-2026 della ABC, anche se non è chiaro se debutterà in autunno o se sarà un’aggiunta di metà stagione.

Gran parte del personale dietro le quinte della nuova serie proviene dalla precedente serie 9-1-1, con Ryan Murphy, Tim Minear e 9-1-1: Lone Star showrunner Rashad Raisani nel ruolo di sceneggiatori e produttori esecutivi. Anche il co-creatore del franchise Brad Falchuk e la star di 9-1-1 Angela Bassett saranno produttori esecutivi. I dettagli sulla produzione dovrebbero arrivare presto, soprattutto se la ABC spera di mandare in onda la serie nella prossima stagione.

9-1-1: Nashville – Dettagli sul cast

9-1-1: Nashville

Chris O’Donnell sarà il protagonista

Finora, solo pochi nomi sono stati associati a 9-1-1: Nashville, e NCIS: Los Angeles star Chris O’Donnell è stato il primo ad unirsi al cast. O’Donnell sarà il protagonista nel ruolo del capitano Don Sharpe, responsabile della caserma dei pompieri più trafficata di Nashville. Il personaggio è descritto come un uomo di famiglia appassionato e un cavaliere di rodeo che nasconde alcuni segreti che gli causeranno problemi durante tutta la serie. Un dettaglio interessante sul cast è che anche il figlio di Sharpe lavorerà nella caserma dei pompieri, il che apre le porte a un dramma avvincente quando la sua vita lavorativa e quella familiare entreranno in collisione.

Poche settimane dopo la scelta di O’Donnell, la star di Grey’s Anatomy Jessica Capshaw è stata scelta per interpretare il ruolo della moglie di Sharpe. Molti dettagli sul suo personaggio non sono ancora stati definiti, compreso il nome, ma anche lei è madre di un personaggio non ancora scritturato, Ryan. Si presume che Ryan sia il figlio che lavora con il capitano Sharpe nella caserma dei pompieri, ed è descritto come un ruolo principale. Il resto del cast sarà probabilmente composto dalla squadra di Sharpe e dagli altri primi soccorritori che lavorano nella caserma dei pompieri.

Dettagli sulla trama di 9-1-1: Nashville

La capitale del Tennessee è teatro di numerose emergenze gravi

La stessa Nashville offre alcuni indizi su ciò che potrebbe accadere, essendo nota per la sua vivace vita notturna e le sue radici nella musica country.

Per ora si sa poco della trama di 9-1-1: Nashville, ma non è difficile immaginare cosa succederà quando la serie arriverà finalmente sulla ABC. Come i suoi predecessori, la maggior parte delle storie della serie avrà a che fare con emergenze mortali che spingeranno i primi soccorritori al limite. Tuttavia, la serie 9-1-1 è unica perché queste emergenze sono spesso esagerate e oltraggiose. La stessa Nashville offre alcuni indizi su ciò che potrebbe accadere, essendo nota per la sua vivace scena festaiola e le sue radici nella musica country.

Con così tanti turisti che arrivano nella Città della Musica per scatenarsi, i vigili del fuoco e i paramedici avranno il loro bel da fare per tenerli lontani dal pericolo. Inoltre, Nashville è particolarmente soggetta a eventi meteorologici di grande entità come i tornado, e la storia della città è costellata di gravi disastri causati da violente tempeste. A livello più personale, 9-1-1: Nashville si sta già preparando al successo introducendo il capitano Sharpe e i suoi forti legami familiari che potrebbero entrare in conflitto con il suo lavoro.

iHostage: guida al cast e ai personaggi del film Netflix

iHostage: guida al cast e ai personaggi del film Netflix

Il film thriller di Netflix iHostage – diretto da Bobby Boermans – è attualmente uno dei titoli più visti sulla piattaforma, anche per merito del suo cast di attori di talento, seppur poco conosciuti a livello internazionale. Il film, come ormai noto, si basa su una storia vera accaduta nel 2022, in cui un uomo armato ha chiesto milioni di dollari in cambio della vita degli ostaggi presi in un Apple Store. iHostage esamina le prospettive dell’uomo armato, degli ostaggi e degli agenti delle forze dell’ordine che cercano di risolvere la situazione, offrendo dunque un ritratto a più punti di vista sulla vicenda.

LEGGI ANCHE: iHostage: la storia vera dietro al film Netflix

Tornando al cast, iHostage è una produzione olandese e molti degli attori che vi hanno partecipato hanno trascorso la loro carriera lavorando a progetti in Europa. I protagonisti del film potrebbero quindi non essere ancora noti al pubblico, ma le loro eccellenti interpretazioni li faranno sicuramente conoscere o comunque perlomeno faranno venire la curiosità di scoprire chi sono e a quali progetti hanno preso parte in passato. Ecco allora una guida al cast e ai personaggi del film!

LEGGI ANCHE: iHostage: la spiegazione del finale del film Netflix

Il cast principale di iHostage

Soufiane Moussouli nel ruolo di Ammar

Soufiane Moussouli è un attore olandese-marocchino che è apparso in film e serie televisive per oltre un decennio. La sua prima interpretazione in un lungometraggio è stata in Popoz del 2015, una commedia d’azione con poliziotti. In seguito, ha trascorso cinque anni a recitare in cortometraggi prima di tornare sul grande schermo per The Way of Paradise del 2020, anche se ha interpretato solo un agente di polizia senza nome. Nel 2021 è apparso in sei episodi di Mocro Maffia, una serie televisiva acclamata dalla critica sulla mafia marocchina, prima di ottenere il ruolo in iHostage.

Nel film Moussouli interpreta Ammar, l’uomo armato, in precedenza autista di autobus immigrato dalla Siria, che minaccia di far esplodere il negozio dopo aver preso degli ostaggi. Ammar è stato definito un “antagonista a più livelli”, anche se il film permette di comprendere la sua umanità, cercando di non restituirne un ritratto da cattivo totale.

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Soufiane Moussouli e Admir Sehovic in iHostage. Crediti: Netflix/Elmer van der Marel

Admir Sehovic nel ruolo di Ilian

Admir Sehovic è un attore la cui carriera cinematografica e televisiva è iniziata come attore bambino all’età di dieci anni, prima di tornare nel settore negli anni 2010. Il suo primo ruolo di rilievo è stato in una serie criminale serba intitolata Black Sun, dove è apparso in sei episodi acclamati dalla critica. Ha anche avuto un ruolo di rilievo in una serie thriller e mistery intitolata Kotlina. L’uscita di iHostage su Netflix significherà ora probabilmente una maggiore esposizione internazionale per Sehovic rispetto ai suoi progetti precedenti.

L’attore interpreta dunque Ilian, il protagonista e principale ostaggio di Ammar. La sua sfortuna si aggrava quando si trova nell’Apple Store all’arrivo del criminale. L’uomo è già alle prese con problemi cardiaci e con la difficoltà di provvedere economicamente alla sua famiglia, per cui quella vicenda lo pone ulteriormente sotto stress. Grazie alla sua astuzia, però, Ilian riuscirà a cogliere il momento buono per salvarsi la vita.

Loes Haverkort nel ruolo di Lynn

Loes Haverkort è un’attrice olandese che ha recitato in film e ruoli televisivi per oltre due decenni. Tra i suoi ruoli figurano serie televisive poliziesche acclamate dalla critica come Styx e Celblok H, storie di vita quotidiana come Moedermaffia! e Oogappels, e drammi storici come Redbad. Sebbene non sia un nome molto conosciuto al di fuori del suo paese, Haverkort è un attrice molto richiesta nei Paesi Bassi, con il curriculum più completo del cast di iHostage.

Nel film, Haverkort interpreta Lynn, una delle protagoniste principali, in quanto è la negoziatrice della polizia che parla con Ammar e cerca di salvare gli ostaggi. Il suo ruolo si rivela fondamentale per mantenere stabile la situazione, evitando pericolose escalation di violenza. Sebbene resti a distanza da Ammar e Ilian, Lynn è infatti l’unica ad avere un rapporto “diretto” con loro.

Loes Haverkort in iHostage
Loes Haverkort in iHostage. Crediti: Netflix/Elmer van der Marel

Emmanuel Ohene Boafo come Mingus

Emmanuel Ohene Boafo è un attore olandese-ghanese che negli ultimi dodici anni ha lavorato duramente per affermarsi nel mondo del cinema e della televisione olandese. Le sue interpretazioni più importanti sono state il ruolo di protagonista nel film Pariah del 2024 e il film White Berry del 2022. Compresi i progetti di cortometraggi, Boafo ha già accumulato più di trenta crediti di recitazione, la metà dei quali dal 2020 in poi.

Nel film Boafo interpreta Mingus, uno dei dipendenti dell’Apple Store che collabora segretamente con la polizia, mettendo a rischio la propria vita per aiutare gli ostaggi. Sarà però proprio la sua collaborazione a permettere alle forze dell’ordine di avere chiara l’organizzazione interna del negozio e a capire come è possibile o non possibile entrarvi senza che Ammar dia vita ad un esplosione di violenza.

Il cast e i personaggi di supporto di iHostage

Marcel Hensema nel ruolo di Kees: Marcel Hensema è un attore cinematografico e televisivo olandese noto per i suoi ruoli in Hollands hoop e Sphinx.

Fockeline Ouwerkerk nel ruolo di Soof: Fockeline Ouwerkerk è un’attrice olandese apprezzata per i film Speech e The Resistance Banker.

Roosmarijn van der Hoek nel ruolo di Bente: Roosmarijn van der Hoek è una giovane attrice che ha iniziato la sua carriera come attrice bambina, lavorando in titoli come Hidden in the Spotlight.

Robin Boissevain nel ruolo di Lucas: Robin Boissevain è un attore olandese che il pubblico potrebbe riconoscere dalla serie Netflix Ares.

Emmanuel Ohene Boafo in iHostage
Emmanuel Ohene Boafo in iHostage. Crediti: Netflix/Elmer van der Marel

Louis Talpe nel ruolo di Winston: Louis Talpe è un attore belga noto soprattutto per il ruolo di Toby nella serie per bambini Mega Mindy.

Eric Corton nel ruolo di Mark: Eric Corton è un attore olandese apparso in serie televisive come Penoza e Mocro maffia.

Matteo van der Grijn nel ruolo di Abe: Matteo van der Grijn è un attore olandese che ha avuto un ruolo memorabile nella terza stagione di Ted Lasso di Apple TV+, interpretando l’interesse amoroso di Rebecca che incontra ad Amsterdam.

Ahlaam Teghadouini nel ruolo di Jihane: Ahlaam Teghadouini è un’attrice nota per i suoi ruoli in serie televisive come Roomies.

Thijs Boermans nel ruolo di Matthijs: Thijs Boermans è un attore olandese noto per film come The Hero e Vicious.

9-1-1 – Stagione 9 si farà: cast, trama e tutto quello che c’è da sapere

La serie poliziesca 9-1-1 è diventata un’istituzione televisiva nei suoi quasi dieci anni di programmazione, e ora è stata rinnovata per una nona stagione. Creata per la TV da Ryan Murphy, Brad Falchuk e Tim Minear, 9-1-1 segue la vita e il lavoro dei primi soccorritori di Los Angeles che hanno il compito di affrontare alcune delle emergenze più gravi che la Città degli Angeli può riservare loro. Mescolando il consueto formato dei procedural con il tipico stile esagerato di Ryan Murphy, 9-1-1 è allo stesso tempo familiare e fresco nel mondo ormai saturo delle serie poliziesche.

Nonostante il successo costante, la permanenza in onda di 9-1-1 non è stata affatto facile, ed è stata cancellata dalla rete originale (Fox) dopo la sesta stagione. Tuttavia, la ABC ha salvato la situazione e ha rapidamente rinnovato la serie poliziesca dedicata ai primi soccorritori per la settima e l’ottava stagione. Senza perdere un colpo, 9-1-1 ha continuato a regalare brividi ed emozioni sulla sua nuova rete, e il cambio di rete sembra aver dato nuova vita alla serie di lunga durata. Questa freschezza ha reso ancora più plausibile la possibilità di una nona stagione di 9-1-1, e la ABC non ha perso tempo nell’ordinare altri episodi.

Ultime notizie sulla stagione 9 di 9-1-1

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Credit © ABC

La ABC ordina la stagione 9 di 9-1-1

La prossima stagione di 9-1-1 sarà composta da 18 episodi.

Il futuro della serie poliziesca non sembrava essere in pericolo per il 2025, e le ultime notizie confermano che la ABC ha rinnovato la stagione 9 di 9-1-1. L’ordine arriva insieme al rinnovo di altri quattro programmi (Grey’s Anatomy, The Rookie, Will Trent e Shifting Gears) e dimostra che 9-1-1 riveste un ruolo importante nel palinsesto autunnale della rete. Al momento si sa poco della nona stagione, ma è stato confermato che la prossima stagione di 9-1-1 sarà composta da 18 episodi.

La stagione 9 di 9-1-1 è confermata

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© NBC

Con l’imminente spin-off 9-1-1: Nashville in arrivo, sembrava improbabile che la serie di punta venisse cancellata dopo l’ottava stagione. Non è stata quindi una sorpresa quando ABC ha rinnovato 9-1-1 per la nona stagione nell’aprile 2025. Il percorso della serie poliziesca su ABC è stato trionfale e non c’è motivo di pensare che la serie finirà presto. Con il franchise risorto dalle ceneri dopo la cancellazione di Lone Star, il futuro di 9-1-1 sembra assicurato per un bel po’ di tempo.

La stagione 8 di 9-1-1 ha debuttato il 26 settembre 2024.

L’annuncio della stagione 9 di 9-1-1 non è stato accompagnato da molti dettagli e non è chiaro quando inizieranno le riprese della prossima stagione. Tuttavia, il lavoro sulla prossima serie di episodi inizierà probabilmente presto, soprattutto se la ABC vuole mandare in onda la stagione 9 in autunno. La serie poliziesca ha funzionato bene come una delle principali attrazioni della ABC durante l’autunno ed è altamente improbabile che venga spostata ai primi mesi del 2026.

9-1-1 in streaming è disponibile sulle seguenti piattaforme:

 

Dettagli sul cast della nona stagione di 9-1-1

La storia di Eddie potrebbe essere un passo eccessivo per 9-1-1'

Chi tornerà per la stagione 9?

Serie come 9-1-1 utilizzano un forte ensemble di personaggi di stagione in stagione e, sebbene i cambiamenti siano comuni, è la continuità che fa tornare gli spettatori anno dopo anno. Tenendo questo a mente, il cast della 9-1-1 stagione 9 probabilmente vedrà il ritorno di molti volti noti delle stagioni precedenti, guidati da Athena Grant, interpretata da Angela Bassett, che è stata il pilastro della serie sin dal primo episodio. Un personaggio che probabilmente non tornerà è Peter Krause nei panni di Robert “Bobby” Nash (il marito di Athena nella serie), la cui morte scioccante ha rappresentato un cambiamento importante per la serie. D’altra parte, dovrebbero tornare personaggi fedeli come Kenneth Choi nei panni di Howard “Chimney” Han.

Non ci sono stati molti cambiamenti tra la settima e l’ottava stagione, e questa tendenza potrebbe continuare man mano che la serie si avvicina al traguardo del decennio. Tra gli altri ritorni attesi ci sono Oliver Stark nei panni di Evan “Buck” Buckley, che sarà sicuramente affiancato da Aisha Hinds nei panni di Henrietta “Hen” Wilson e Jennifer Love Hewitt nei panni di Maddie Buckley. È sempre possibile anche una serie di guest star di rilievo, e anche i ritorni dei personaggi sono piuttosto frequenti.

Dettagli della trama di 9-1-1 – stagione 9

Sebbene la maggior parte delle serie poliziesche segua una struttura simile, 9-1-1 è unica perché aggiunge il tocco drammatico tipico di Ryan Murphy. Detto questo, l’unica cosa che si può confermare sulla trama potenziale della stagione 9 di 9-1-1 è che inizierà con il botto. Dal disastro della nave da crociera della stagione 7 al “bee-nado” della stagione 8, la serie non ha mai paura di puntare sulle emergenze più eclatanti per dare il via alla stagione. Con l’avanzare della stagione 8, la trama probabilmente fornirà indizi su ciò che accadrà nella stagione 9, ma per ora non c’è nulla di certo su ciò che accadrà in seguito.

Grey’s Anatomy – stagione 22 si farà: cast, trama e tutto quello che c’è da sapere

Il solido medical drama Grey’s Anatomy è diventato un appuntamento fisso sul piccolo schermo nei suoi vent’anni di programmazione, che proseguirà anche nella stagione 22. Creata dalla maestra della televisione Shonda Rhimes, la longeva serie segue le vicende dei medici e del personale del Grey Sloan Memorial Hospital, un ospedale immaginario di Seattle, nello Stato di Washington. Il team del Grey Sloan, chiamato ad affrontare una serie sempre più drammatica di emergenze mediche, deve anche trovare un equilibrio tra la propria vita privata e i ritmi frenetici del lavoro. Sebbene le serie mediche non siano una novità, Grey’s Anatomy ha rotto gli schemi e continua a farlo anche dopo 20 anni.

Mentre la serie si addentra nel suo secondo decennio sul piccolo schermo, Grey’s Anatomy vede cambiamenti nel cast apparentemente ogni anno ed è in uno stato di cambiamento quasi costante. Anche se le ultime stagioni hanno iniziato a puntare molto sul ritorno a sorpresa di personaggi storici, Grey’s non ha mai mancato di offrire l’azione medica divertente che ha tenuto gli spettatori incollati allo schermo nel corso degli anni. Mentre sembra che il grande successo di Shonda Rhimes stia finalmente volgendo al termine, la ABC ha deciso di rinnovare la serie per la stagione 22.

La ABC rinnova Grey’s Anatomy stagione 22

Sebbene la notizia non sia una sorpresa, le ultime notizie confermano che la ABC ha rinnovato Grey’s Anatomy per la stagione 22. Il rinnovo è arrivato insieme alla conferma di altre quattro serie della ABC (9-1-1, The Rookie, Will Trent e Shifting Gears) e testimonia il forte impatto che il medical drama continua ad avere sul network. Il rinnovo è stato accompagnato dalla notizia che Ellen Pompeo tornerà a vestire i panni della dottoressa Meredith Grey, anche se non è ancora chiaro in quanti episodi apparirà. La stagione 22 sarà composta da 18 episodi, lo stesso numero della stagione 21.

Grey’s Anatomy stagione 22 è confermata

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La serie medica torna per la stagione 22

La prossima stagione sarà composta da 18 episodi in totale, lo stesso numero della stagione 21

Con lo status di molte popolari serie TV ancora incerto, il destino della stagione 22 di Grey’s Anatomy non è mai stato davvero in dubbio. Pertanto, la ABC ha rinnovato la serie medica nell’aprile 2025, più di un mese prima della messa in onda del finale della stagione 21. La prossima stagione sarà composta da 18 episodi in totale, lo stesso numero della stagione 21, anche se alcuni in meno rispetto alla stagione 19. La stagione 20 è stata influenzata dagli scioperi di Hollywood del 2023 ed è stata la più breve dalla prima stagione nel 2005.

La stagione 21 di Grey’s Anatomy ha debuttato il 26 settembre 2024.

I dettagli sulla produzione della stagione 22 di Grey’s Anatomy non sono ancora stati annunciati, ma si presume che la serie punterà a un’uscita nell’autunno del 2025. Ad eccezione delle stagioni 1 e 20, tutte le stagioni di Grey’s sono arrivate tra settembre e novembre, ed è improbabile che la ABC sposti la serie a metà stagione, dato che continua a ottenere ottimi ascolti. Probabilmente rimarrà il fiore all’occhiello del palinsesto autunnale della ABC finché rimarrà in onda.

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Dettagli sul cast della stagione 22 di Grey’s Anatomy

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Chi tornerà al Grey Sloan?

Il cast della stagione 22 di Grey’s Anatomy è difficile da prevedere e, sebbene ci sia una lista di volti noti che probabilmente torneranno, altri ritorni sono meno certi. Gli eventi della stagione 21 influenzeranno ciò che accadrà nella stagione 22, e questo vale anche per il cast. Star di lunga data come Ellen Pompeo nel ruolo della dottoressa Grey hanno fatto un passo indietro e anche i ritorni a sorpresa sono molto più temporanei. Tuttavia, è stato confermato che la Pompeo tornerà in qualche modo nella stagione 22.

Nonostante tutto, i personaggi fissi come Chandra Wilson nei panni di Miranda Bailey e James Pickins Jr. nei panni di Richard Webber dovrebbero tornare, anche se quest’ultimo potrebbe finalmente andare in pensione. Mika Yasuda (Midori Francis) e Levi Schmitt (Jake Borelli) lasceranno la serie durante la stagione 21, il che significa che il cast dei giovani medici sarà ancora più ridotto nella stagione 22. Ciò significa che tra una stagione e l’altra potrebbero aggiungersi nuovi volti, anche se non c’è ancora nulla di confermato.

Dettagli sulla trama della stagione 22 di Grey’s Anatomy

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Credit © ABC

Sono previste altre emergenze mediche

È difficile prevedere cosa succederà nella stagione 22 di Grey’s Anatomy, perché probabilmente sarà influenzata da ciò che accadrà alla fine della stagione 21. La decisione ribelle della dottoressa Grey di rendere pubblica la ricerca sull’Alzheimer ha causato un effetto a catena nella stagione 21, ma quella trama sarà probabilmente risolta prima della fine della stagione. Sebbene la trama generale sia imprevedibile, è prevedibile che nelle prossime stagioni di Grey’s Anatomy il personale dovrà affrontare nuove emergenze e le prove e le tribolazioni del lavoro in ospedale.

The Accountant 2: la recensione del nuovo film con Ben Affleck

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The Accountant 2: la recensione del nuovo film con Ben Affleck

The Accountant 2 è il nuovo film diretto da Gavin O’Connor (Warrior, The Accountant), in arrivo nelle sale cinematografiche il 24 aprile 2025. Il film, prodotto e distribuito da Warner Bros. Pictures, è un avvincente intreccio di azione e thriller, che segna il ritorno dell’enigmatico e letale contabile Christian Wolff, interpretato da Ben Affleck.

La trama di The Accountant 2

Dopo anni trascorsi nell’ombra, Christian Wolff vive una vita ai margini, mantenendo un basso profilo e cercando di lasciarsi alle spalle il caos del suo passato. Ma la morte improvvisa e violenta di un vecchio conoscente lo riporta in superficie: l’uomo, prima di morire, lascia un messaggio criptico — “trova il contabile”. Incapace di ignorare l’enigma, Wolff si immerge in un’indagine che lo condurrà in un mondo ancora più oscuro e pericoloso di quello che credeva di conoscere. Per affrontare la minaccia crescente, è costretto a riallacciare i rapporti con suo fratello, un killer altamente addestrato (Jon Bernthal), con cui condivide un passato tormentato e pieno di ferite mai rimarginate.

Cercare connessioni

Il cinema, e in generale la maggior parte del materiale audiovisivo più o meno contemporaneo, è sempre stato caratterizzato da una certa ipertestualità. E una componente fondamentale dell’esercizio critico risiede proprio nel tentare di individuare le coordinate di un determinato iper-testo, per cercare quantomeno di orientarsi nel vastissimo oceano di potenziali riferimenti e collegamenti che ogni film (e/o similari) porta con sè. A partire da questo presupposto è particolarmente affascinante notare quanto, il più delle volte, non sia la sola ubicazione storico-geografica del lungometraggio in questione a fornire tutta una serie di spunti di partenza. Quanto la collocazione dello stesso, in ambito festivaliero ma non solo, all’interno di un panorama distributivo che esalta ossessioni comuni – siano esse teoriche, tematiche o, perchè no, visive.

Non ci sorprende perciò ravvisare, in questo senso, una certa possibilità di dialogo tra il The Accountant 2 di Gavin O’Connor e altri due titoli che, nel periodo storico in cui stiamo scrivendo, sono di recente approdati in sala: I Peccatori di Ryan Coogler e Operazione Vendetta di James Hawes. Titoli che, se usciti in altre finestre temporali, non avrebbero forse preso parte attiva a questo grande gioco di voli – talvolta pindarici – che è il ragionare di cinema.

L’action secondo Gavin O’Connor

La centralità di una fratellanza peccaminosa posta in essere dal “quartetto” Affleck-Bernthal-Jordan e la condivisione del corpo dello stesso Bernthal tra O’Connor e Hawes (seppur distante a livello di minutaggio) sono infatti senz’altro frasi coordinate di questo discorso. A dettare la vera e propria sintassi del quale, tuttavia, è piuttosto la modalità con cui ognuno dei tre titoli affronta il genere action; dissetante fonte di reference a cui ciascuno, sebbene con obiettivi diversi, ha necessariamente dovuto accostarsi.

Se è vero però che, almeno da questo punto di vista, The Accountant 2 può quasi considerarsi una sintesi delle tensioni fisico-corporee e mentali valorizzate rispettivamente da I Peccatori e Operazione Vendetta – a cui Gavin O’Connor non teme di addizionare omaggi, questi sì evidenti, a titoli/personaggi cinematografici già significativi per il primo capitolo (su tutti il John Wick di Stahelski, evocato da una penna prontamente “armata”, e il John Nash di A Beautiful Mind), è giusto sottolineare, al contempo, la maturità artistica di un cineasta che, come fa il suo protagonista nella meravigliosa sequenza del cowboy-pub, si conferma a suo agio tanto nella gestione dei tempi del genere, quanto in quella degli spazi. E che, con la stessa leggiadria dimostrata appena una settimana fa dal collega Coogler, non ha paura e, anzi, gode del passaggio da un registro all’altro. Dimostrandosi capace di alternare azione pura, commedia e dramma a tinte politiche (la questione e le atrocità relative ai flussi migratori verso gli Stati Uniti emerge tutt’altro che ridimensionata) con un rigore che amalgama le singole componenti senza mai perderne il controllo.

La strepitosa chimica tra i due principali interpreti e qualche, seppur compiaciuta, scelta registica di gran classe – il coltello che taglia la fotografia attorno a cui ruota buona parte della trama – non sono che le classiche ciliegine sulla torta di un lungometraggio che, ci auguriamo, non abbia ancora esaurito la storia del Contabile.

The Rookie – Stagione 8: cosa ci aspetta? cast, uscita e anticipazioni

La longeva serie poliziesca della ABC The Rookie è tornata per la sua settima stagione e lo show è stato rinnovato per un’ottava stagione. Creata da Alex Hawley, la serie racconta la storia di John Nolan (Nathan Fillion), un uomo sulla quarantina che decide di diventare un agente di polizia dopo aver aiutato la polizia locale. Trasferitosi a Los Angeles, Nolan diventa il rookie più anziano nella storia della polizia, ma presto scopre che il lavoro di poliziotto comporta sfide più grandi di quanto avesse mai immaginato. Con il suo mix di drammi personali e l’emozione delle indagini poliziesche, The Rookie era destinato a diventare un classico della TV.

Continuando a costruire trame sempre più grandi ed elaborate nel corso delle sue sette stagioni, l’ultima puntata vede la serie in uno stato di cambiamento, con alcune relazioni che fanno un passo avanti, mentre altre si sgretolano. Questo è normale per una serie come The Rookie, ed è il tipo di dramma esagerato che tiene gli spettatori incollati allo schermo settimana dopo settimana. Con il futuro di The Rookie che sembra ormai deciso (almeno per il momento), la ABC ha ordinato un’ottava stagione.

Ultime notizie su The Rookie – Stagione 8

The Rookie - Stagione 7

La ABC rinnova The Rookie per l’ottava stagione

Continuando la sua serie di successi come uno degli show più popolari della TV network, le ultime notizie confermano che The Rookie è stato rinnovato per l’ottava stagione. Non c’erano dubbi che il poliziesco sarebbe stato rinnovato per altri episodi, e The Rookie è stato rinnovato insieme ad altri quattro successi della ABC (Grey’s Anatomy, 9-1-1, Will Trent e Shifting Gears). L’annuncio dell’ottava stagione non è stato accompagnato da ulteriori dettagli, ma si prevede che presto arriveranno altre notizie su The Rookie.

La stagione 8 di The Rookie è confermata

Avvicinandosi rapidamente alla sua decima stagione in onda, il futuro di The Rookie sembra molto più stabile rispetto a quello di molti altri programmi televisivi. Ecco perché non è stato particolarmente sorprendente quando la ABC ha rinnovato la serie poliziesca per l’ottava stagione nell’aprile 2025. Affiancandosi a serie come Grey’s Anatomy e Abbott Elementary, non c’è dubbio che The Rookie sia uno dei maggiori successi della rete. Tuttavia, resta da vedere per quanto tempo la serie potrà andare avanti, soprattutto considerando che il concetto di base di “The Rookie” è ormai superato.

La settima stagione di The Rookie ha debuttato per la prima volta il 7 gennaio 2025.

I dettagli sulla produzione dell’ottava stagione sono ancora un mistero, ma ulteriori notizie dovrebbero iniziare ad arrivare nel corso dell’estate 2025. Non è chiaro se la serie arriverà nell’autunno del 2025 o se sarà rinviata all’inverno del 2026. The Rookie ha fatto avanti e indietro nelle sue sette stagioni finora, ed è stata sia una serie di metà stagione che un appuntamento fisso dell’autunno. Tuttavia, le stagioni 6 e 7 sono iniziate in inverno, e la stagione 8 seguirà probabilmente lo stesso schema.

Dettagli sul cast dell’ottava stagione di The Rookie

The Rookie

John e il resto della polizia di Los Angeles dovrebbero tornare

Sebbene il cast di The Rookie abbia subito diversi cambiamenti nel corso degli anni, c’è stato un nucleo costante che è rimasto fedele alla serie per quasi un decennio. A guidare lo show nei panni del rookie protagonista c’è Nathan Fillion nei panni di John Nolan, mentre sua moglie Bailey Nune sarà interpretata nuovamente da Jenna Dewan. Dovrebbe tornare anche la detective di lunga data Angela Lopez (interpretata da Alyssa Diaz), così come suo marito Wesley Evers (Shawn Ashmore). Uno dei rookie più recenti della squadra, Aaron Thorsen, interpretato da Tru Valentino, probabilmente non tornerà nella stagione 8 perché ha lasciato la serie nella stagione 6.

Richard T. Jones dovrebbe tornare nei panni del comandante Wade Grey, così come la relativamente nuova arrivata Celina Juarez (interpretata da Lisseth Chavez). Apparsa per la prima volta nella seconda stagione come agente addestratrice di Nolan, Nyla Harper, interpretata da Mekia Cox, ha assunto un ruolo più sfaccettato nel corso della serie, che continuerà anche nella stagione 8. Allo stesso modo, l’agente sotto copertura Lucy Chen (Melissa O’Neil) dovrebbe tornare, anche se la sua relazione con Tim Bradford (Eric Winter) è in crisi e potrebbero non tornare mai più insieme.

La serie vede anche la partecipazione di numerosi guest star e personaggi secondari, ma è difficile prevedere chi potrebbero essere nella stagione 8. Sebbene ci siano personaggi e trame che si riprendono dalla stagione 6 alla stagione 7, questi saranno probabilmente risolti entro l’inizio della stagione 8.

Dettagli sulla trama della stagione 8 di The Rookie

The Rookie 7

In questa fase iniziale, è difficile indovinare cosa succederà nella stagione 8 di The Rookie. Dato che il finale della stagione precedente tende a influenzare pesantemente le trame in corso, è logico che il finale della stagione 7 tracci la strada per la stagione 8. Poiché la stagione 7 non è ancora terminata, ciò che accadrà nella stagione 8 è solo oggetto di speculazioni, ma ci sono alcune costanti che sono rimaste invariate. Ogni settimana sono previsti casi emozionanti e le relazioni tra i personaggi saranno sicuramente messe alla prova.

La decisione di John e Bailey di adottare un bambino potrebbe concretizzarsi nella stagione 7 o continuare nella stagione 8, trasformandosi in una sorta di dramma. Allo stesso modo, le relazioni meno stabili (come quella tra Lucy e Tim) potrebbero continuare a crescere e cambiare, oppure potrebbero formarsi nuovi legami. Se nella stagione 8 di The Rookie entreranno nuovi personaggi (cosa quasi certa), questo aprirà la strada a ulteriori intrighi in futuro.

The Rookie: la stagione 7 ha promosso un nuovo membro del cast a series regular

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L’ultimo aggiornamento sulla settima stagione di The Rookie conferma che un membro del cast è stato promosso. All’inizio del suo settimo anno, la longeva serie poliziesca ha perso una delle sue star principali, Tru Valentino. L’attore era entrato a far parte del cast della serie della ABC dalla quarta stagione nel ruolo di Aaron Thorsen ed era uscito alla fine della sesta. Per colmare il vuoto lasciato dall’assenza di Thorsen, sono stati introdotti due nuovi personaggi. In vista dell’ottava stagione di The Rookie, già confermata, uno di questi nuovi arrivati rimarrà nel cast.

Deadline riporta che Deric Augustine, che interpreta Miles Penn, è stato promosso a membro del cast principale. Augustine è una delle due nuove aggiunte principali alla serie della ABC, insieme a Patrick Keleher nel ruolo di Seth Ridley. Augustine era stato precedentemente inserito nel cast come guest star ricorrente nella settima stagione di The Rookie, anche se era presente nella maggior parte degli episodi.

Cosa significa la promozione di Deric Augustine per The Rookie

Avendo lavorato nel dipartimento di polizia del Texas, Miles è uno dei nuovi arrivati nel cast di The Rookie. Il suo ufficiale addestratore è Tim Bradford. Da quando è arrivato, ha ricevuto maggiore attenzione, forse a indicare l’evoluzione del suo status all’interno della serie. In un episodio recente, ad esempio, Miles considera la possibilità di lasciare la polizia e lavorare insieme a un amico con cui ha riallacciato i rapporti. Ma grazie al consiglio di Tim, Miles decide di rimanere un agente di polizia. I fan hanno anche scoperto che Miles vive nella sua auto.

Augustine, che è apparso in serie come The Vampire Diaries e Criminal Minds, ha legato bene con i suoi colleghi e ha dimostrato una particolare intesa con Tim Bradford, interpretato da Winter. Nel complesso, la serie creata da Alexi Hawley ha mantenuto un gruppo centrale di personaggi originali, ma la maggiore attenzione su Miles Penn significa che la serie procedurale probabilmente cercherà di aggiungere personaggi appositamente per lui in ruoli secondari, che si tratti di parenti o potenziali interessi amorosi.

La fattoria degli animali: Glenn Close, Kieran Culkin e altri ancora si uniscono al cast del film di Andy Serkis

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L’adattamento de La fattoria degli animali di Andy Serkis si avvarrà di un cast vocale all star, tra cui star di Stranger Things, The Big Bang Theory e del Marvel Cinematic Universe. Basato sull’omonima novella di George Orwell, l’imminente film d’animazione, la cui uscita è prevista per il 2025, segue un gruppo di animali da fattoria che si ribellano agli esseri umani e vogliono diventare padroni di se stessi. Il libro viene spesso letto nelle scuole superiori, in quanto funge da allegoria per la Rivoluzione russa e fornisce commenti politici senza tempo.

Il cast completo di La fattoria degli animali di Serkis è ora stato annunciato da Variety, con molti nomi noti di franchise di successo. Seth Rogen (The Studio), Gaten Matarazzo (Stranger Things), Steve Buscemi (Il grande Lebowski), Glenn Close (Albert Nobbs), Laverne Cox (Orange is the New Black), Kieran Culkin (A Real Pain), Woody Harrelson (Venom: La furia di Carnage), Jim Parsons (The Big Bang Theory), Kathleen Turner (The Estate) e Iman Vellani (Ms. Marvel) hanno prestato la loro voce al progetto. Oltre a dirigere, Andy Serkis doppierà almeno un personaggio.

Cosa significa il cast all-star per La fattoria degli animali di Andy Serkis

Nel film di Andy Serkis, il Napoleone di Rogen è al centro della trama de La fattoria degli animali, in quanto nuovo leader degli animali dopo che i padroni umani sono stati rovesciati. Come i suoi co-protagonisti, che hanno lasciato il segno in franchise popolari e progetti acclamati dalla critica, la star di The Studio ha partecipato a diversi film d’animazione in passato, tra cui i ruoli di Mantis in Kung Fu Panda, Frank in Sausage Party e Bebop in Tartarughe Ninja: Caos Mutante.

Il film segnerà anche il primo ruolo vocale non Marvel per la star di Ms. Marvel, che ha recitato esclusivamente in progetti del MCU fino al ruolo in Shiver. Nicholas Stoller, che ha scritto la sceneggiatura del prossimo La fattoria degli animali, ha anticipato alcune interessanti modifiche apportate alle dinamiche dei personaggi, promettendo un adattamento più cupo e moderno a 80 anni dalla prima pubblicazione della novella nel 1945. Il film, al momento, è fissato per un arrivo nelle sale l’11 luglio.

Mission: Impossible – The Final Reckoning: ecco la mozzafiato location di Svalbard

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Paramount ha diffuso una emozionante featurette di Mission: Impossible – The Final Reckoning che accompagna lo spettatore alla scoperta della location di Svalbard, in Norvegia, dove è stato girato parte del film con Tom Cruise. Eccola di seguito:

Mission: Impossible – The Final Reckoning, ottavo capitolo della saga, riprenderà dal drammatico cliffhanger lasciato da Mission: Impossible – Dead Reckoning (qui la recensione), e potrebbe essere la fine di Ethan Hunt (Tom Cruise) I dettagli sulla storia di quello che era originariamente intitolato Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Due sono ancora perlopiù coperti da segreto, e ci sono state molte speculazioni su cosa potrebbe fare la star Tom Cruise per superare le incredibili imprese compiute interpretando l’agente dell’IMF Ethan Hunt. Dal momento che il franchise è già stato una montagna russa di colpi di scena e di azioni che sfidano la fede, le aspettative per questo ottavo capitolo sono alte.

Il cast di Mission: Impossible – The Final Reckoning

Il cast di Mission: Impossible – The Final Reckoning include molti nomi che ritornano dal cast del precedente film, a partire da Tom Cruise, ancora una volta nei panni della superspia internazionale Ethan Hunt. Anche Simon Pegg e Ving Rhames torneranno, rispettivamente, nei panni di Benji e Luther, due dei più stretti amici e fidati consiglieri di Hunt. Tra gli altri membri del cast del nuovo film figurano anche Vanessa Kirby nel ruolo della Vedova Bianca ed Esai Morales nel ruolo del nuovo cattivo Gabriel, un’oscura figura del passato di Ethan.

Nonostante Mission: Impossible – Dead Reckoning si sia concluso con l’apparente assissinio di Paris, l’interprete Pom Klementieff ha confermato il suo ritorno per Mission: Impossible – The Final Reckoning. Rolf Saxon tornerà a sua volta nel franchise, riprendendo il ruolo dell’analista della CIA William Donloe dal film originale del 1996. Donloe è stato visto l’ultima volta degradato dal Kittridge di Henry Czerny – che tornerà nel nuovo film – e riassegnato a una sottostazione polare in Alaska per il pasticcio di Langley. Confermato anche il ritorno di Hayley Atwell Angela Bassett.

La data di uscita di Mission: Impossible – The Final Reckoning è fissata al 22 maggio 2025. La prima era stata precedentemente fissata per il giugno 2024, ma è stata posticipata di quasi un anno dalla Paramount per via degli scioperi degli sceneggiatori e degli attori verificatisi e che hanno rallentato i lavori. Quando il film uscirà in sala, saranno passati 29 anni dall’uscita dell’originale Mission: Impossible, che si colloca tra i franchise d’azione più longevi di sempre. Come Dead Reckoning e i due precedenti film della saga, anche l’ottavo capitolo sarà scritto e diretto da Christopher McQuarrie, storico collaboratore di Cruise.

Elizabeth Harvest: la spiegazione del finale del film

Elizabeth Harvest: la spiegazione del finale del film

Il thriller fantascientifico Elizabeth Harvest – diretto da – presenta una vicenda intrigante, che merita però una spiegazione per quanto riguarda il suo finale. Il film inizia con una coppia di sposini, Henry (Ciarán Hinds) ed Elizabeth (Abbey Lee), nel giorno del loro matrimonio. Arrivati a casa, vengono accolti dalla governante Claire (Carla Gugino) e dal figlio adulto cieco di Henry, Oliver (Matthew Beard). Dopo aver fatto l’amore e aver fatto un giro della tenuta, Elizabeth viene accolta nella sua nuova vita, ma le viene detto di non entrare in una stanza in particolare.

Alla fine, presa dalla noia e dalla curiosità mentre Henry è fuori per lavoro, esplora lo spazio proibito e scopre cloni di se stessa in vasche criogeniche. Quando il marito si rende conto che il suo segreto è stato svelato, la uccide e ricomincia l’esperienza con un altro clone in un altro giorno di nozze, esattamente come prima. Prevedibilmente, gli stessi eventi si ripetono e Henry tenta nuovamente di uccidere Elizabeth per la sua disobbedienza dopo che lei ha scoperto le sue copie.

Un giorno, però, la donna riesce ad avere la meglio e riesce ad uccidere lei Henry nel mentre si difendeva dai suoi attacchi. Dopo la morte dell’uomo, Claire ha un attacco di cuore e viene portata d’urgenza in ospedale. Oliver approfitta allora della situazione, imprigiona Elizabeth in casa e le spiega che lei è il quinto di una serie di sei cloni della defunta moglie di Henry. Poi la costringe a leggere il diario di Claire, che racconta l’intera storia.

Carla Gugino e Ciarán Hinds in Elizabeth Harvest
Carla Gugino e Ciarán Hinds in Elizabeth Harvest

Il vero scopo di Henry non è riportare in vita la moglie

Anche se inizialmente sembra che il motivo per cui Henry ha creato i cloni sia quello di far rivivere la sua defunta moglie, tutto ciò che vuole fare è rivivere è in realtà la sua prima notte di nozze, per poi liberarsi della sua sposa. Spiega infatti che i duplicati che produce non sono realmente sua moglie, ma dei poveri facsimili che non potrebbero mai sostituire veramente la sua consorte. Gli sembrano reali solo quando è in procinto di ucciderli, e continua questa catena di eventi per riconquistare un piccolo pezzo di ciò che ha perso.

Queste copie gli offrono la possibilità di commettere un omicidio senza dover affrontare le conseguenze della legge o della propria coscienza. Non si sente in colpa per ciò che ha fatto, perché si giustifica affermando che le cloni che distrutto non sono mai state veramente vive. Trae una sorta di piacere carnale dalla loro esecuzione, simile all’eccitazione che prova durante la prima notte di nozze, e così ripete il processo più volte unicamente per il suo piacere malato.

Dato che la nostra storia inizia con l’omicidio della quarta versione, anche se non lo vediamo sullo schermo si può supporre che abbia ucciso anche i primi due cloni prima dell’arrivo di Claire. Abbiamo abbastanza prove per suggerire che abbia soffocato il terzo con un cuscino. È solo quando la quinta Elizabeth ribalta le carte in tavola che finalmente riceve la resa dei conti che si merita per il ciclo di omicidi che ha avuto il piacere di perpetuare.

Oliver non è il figlio di Henry, ma solo un altro clone

Si scopre poi che Oliver non è in realtà il figlio di Henry, ma un suo clone. Inizialmente aveva creato questa copia di se stesso nel caso in cui la sua sposa non fosse soddisfatta del suo corpo invecchiato e volesse la versione più giovane di cui si era innamorata inizialmente. Tuttavia, a un certo punto, Henry è diventato possessivo dei duplicati della moglie e ha accecato Oliver per non dover condividere le sue creazioni con nessun altro. Solo il suo ego e la sua presunzione gli impediscono di uccidere anche Oliver, perché significherebbe uccidere una parte di sé.

Abbey Lee in Elizabeth Harvest
Abbey Lee in Elizabeth Harvest

Henry non considera i cloni come veramente vivi, quindi è logico che anche Oliver (che condivide i pensieri di Henry) abbia le stesse convinzioni. Ciò significa che quando inizia a sospettare che lui stesso possa essere un clone, il pensiero lo ripugna. Nel finale, intrappola dunque la quinta Elizabeth e le fa leggere il diario di Claire per avere conferma dei suoi sospetti sulle sue origini. Oltre ad avere la stessa attrazione per Elizabeth di Henry, ha anche la stessa vena sadica e non ha problemi etici a manipolare il sesto e ultimo clone perché lo ami e uccida l’altra copia.

L’ultimo clone inizia una nuova vita

Confusa dalle bugie e dalle manipolazioni di Oliver, l’ultimo clone uccide però accidentalmente il ragazzo e ferisce mortalmente la quinta versione di se stessa quando tenta di fuggire. In punto di morte, la quinta Elizabeth dice quindi alla versione sopravvissuta di leggere il diario di Claire e di scoprire da sola la verità. A differenza di Henry, che nutre un forte odio per se stesso ed è crudele e vendicativo nei confronti del suo clone, Elizabeth si preoccupa e solidarizza con le sue copie perché le ritiene (e crede di essere lei stessa) vittime innocenti delle loro bizzarre circostanze.

Non è dispettosa o arrabbiata per essere stata uccisa perché sa che la sesta Elizabeth ha fatto esattamente quello che avrebbe fatto lei stessa nella medesima situazione – come dichiara al clone nel film: “Io e te siamo uguali”. Dopo aver finalmente compreso la verità, la sesta e ultima Elizabeth lascia la casa per iniziare una nuova vita. Non più soggetta alle bugie o alla manipolazione degli altri, abbraccia il mondo reale e la realtà della sua esistenza, dichiarando di essere finalmente “sveglia”.

Mission: la vera storia dietro il film con Robert De Niro

Mission: la vera storia dietro il film con Robert De Niro

Nel 1986 il regista Roland Joffé dirige Mission, considerato uno dei capolavori del cinema storico e drammatico. Acclamato dalla critica e vincitore della Palma d’Oro al Festival di Cannes, il film è noto per l’intensa interpretazione di Jeremy Irons e Robert De Niro, per la regia raffinata e per la colonna sonora immortale composta da Ennio Morricone. Ambientato nel Sud America del XVIII secolo, Mission racconta la complessa vicenda delle missioni gesuite tra le popolazioni indigene Guaraní, offrendo una potente riflessione sul colonialismo, la spiritualità e la resistenza morale. Con una narrazione visivamente mozzafiato, il film è infatti entrato nella storia del cinema anche per il suo valore educativo e simbolico.

Nel cast, come anticipato, troviamo Jeremy Irons nel ruolo di padre Gabriel, un missionario gesuita che si batte per difendere la dignità e la libertà degli indios Guaraní, e Robert De Niro in quello di Rodrigo Mendoza, un ex mercenario che intraprende un percorso di redenzione e sacrificio. A completare il trio dei protagonisti c’è Ray McAnally nei panni del cardinale Altamirano, figura centrale nella decisione politica che segnerà il destino delle missioni. Il film si distingue per la sua capacità di mettere in scena il contrasto tra fede, potere e coscienza, facendo emergere i dilemmi morali e le contraddizioni storiche legate alla colonizzazione europea in Sud America.

Oltre a essere un’opera cinematografica di grande impatto, Mission è anche un film basato su una storia vera, che affonda le sue radici nel trattato di Madrid del 1750 e negli eventi che seguirono in Paraguay. Nei paragrafi successivi analizzeremo i fatti storici realmente accaduti e vedremo come il film abbia rielaborato tali eventi per costruire una narrazione avvincente e toccante. Approfondiremo la vera storia delle missioni gesuite, il ruolo dei Guaraní nella resistenza e il significato simbolico di un’opera che ancora oggi rappresenta un punto di riferimento nel racconto della lotta per la giustizia e la dignità umana.

Jeremy Irons in Mission
Jeremy Irons in Mission © 1986 – Warner Bros. All rights reserved.

La storia vera dietro Mission

Mission prende dunque spunto da fatti realmente accaduti in seguito alla firma del trattato di Madrid del 1750, attraverso il quale il Regno di Spagna fu costretto a cedere parte delle terre appartenenti alle missioni gesuite in Paraguay alla corona portoghese. La narrazione del film è affidata al personaggio di Altamirano, che racconta eventi già avvenuti e che nel film rappresenta il gesuita andaluso Lope Luis Altamirano, figura storica realmente esistita. Quest’ultimo fu inviato in Paraguay nel 1752 con il compito di sovrintendere al passaggio di sovranità su quei territori dal controllo spagnolo a quello portoghese.

A lui fu affidata la responsabilità di gestire il trasferimento di sette missioni situate a sud e a est del fiume Río Uruguay, costruite nel XVII secolo dagli indios Guaraní sotto la guida dei missionari gesuiti. Come parziale indennizzo per la perdita, la Spagna promise un rimborso totale di appena 4.000 pesos per tutte e sette le missioni, una somma che, se rapportata alla popolazione residente, equivaleva a meno di un peso per ciascuno dei circa 30.000 Guaraní coinvolti. Questo compenso appariva irrisorio se paragonato al valore stimato dei terreni coltivati, del bestiame e delle strutture, che si aggirava tra i 7 e i 16 milioni di pesos.

Una tale sproporzione provocò un conflitto armato tra i Guaraní e le truppe ispano-portoghesi, culminato negli scontri tra il 1754 e il 1756. In quell’occasione, gli indigeni tentarono con grande coraggio di difendere i propri villaggi e la loro terra contro le forze europee incaricate di applicare il trattato. Ai fini della narrazione cinematografica, per esigenze produttive, fu ricostruita soltanto una delle sette missioni originali: São Miguel das Missões. Il film è stato girato nei pressi delle celebri cascate dell’Iguazú, una scelta voluta dallo sceneggiatore che si è concesso una certa libertà creativa.

Robert De Niro in Mission
Robert De Niro in Mission © 1986 – Warner Bros. All rights reserved.

Egli ha infatti intrecciato gli eventi raccontati nella pellicola con le vicende storiche delle antiche missioni fondate nei primi decenni del XVII secolo lungo il fiume Paranapanema, a monte delle cascate Guairá. Tali missioni furono progressivamente abbandonate dai gesuiti e dagli indigeni Guaraní a partire dal 1631, a seguito delle ripetute incursioni dei bandeirantes portoghesi, i mercanti di schiavi. Lo scontro bellico che conclude il film richiama simbolicamente la storica battaglia di Mbororé del 1641, durata otto giorni e combattuta sia sulla terraferma che lungo il fiume, con l’ausilio di canoe.

In quell’occasione, grazie alla guida strategica dei gesuiti e all’uso delle armi da fuoco, i Guaraní riuscirono a respingere le forze assalitrici, ottenendo una significativa, seppur temporanea, vittoria. Il film afferma inoltre che i Guaraní accettarono immediatamente il cristianesimo, ma in realtà le credenze religiose indigene persistettero per diverse generazioni. Lo storico James Schofield Saeger ritiene che il film sorvoli sulla frequente resistenza dei Guaraní all’autorità gesuita, testimoniata da diverse rivolte e dal rifiuto di molti Guaraní di vivere nelle missioni.

Machine Gun Preacher: la storia vera dietro il film

Machine Gun Preacher: la storia vera dietro il film

Diretto da Marc Forster, regista noto per Quantum of Solace, World War Z e Non così vicino, il film Machine Gun Preacher è il titolo del 2011 che racconta la straordinaria storia vera di Sam Childers, un ex motociclista e tossicodipendente diventato missionario e difensore dei bambini sudanesi. Interpretato da Gerard Butler, il film esplora dunque il percorso di redenzione di un uomo che, dopo aver trovato la fede, decide di dedicare la sua vita a salvare i più vulnerabili dalle atrocità della guerra.​

La pellicola si distingue per la sua intensa narrazione e per la rappresentazione cruda delle realtà del Sudan meridionale, dove Childers ha costruito un orfanotrofio e ha combattuto contro il Lord’s Resistance Army (LRA) per proteggere i bambini. Attraverso la sua storia, il film offre quindi una riflessione profonda sulla morale, la fede e la giustizia, ponendo lo spettatore di fronte a dilemmi etici complessi.​ Nonostante le critiche contrastanti, Machine Gun Preacher è dunque un’opera che suscita discussioni importanti sulla responsabilità individuale e sul potere della trasformazione personale.

La pellicola ha poi riscosso un certo interesse proprio grazie alla sua miscela di azione, spiritualità e dramma umano. Ma quanto di ciò che vediamo sullo schermo è fedele alla realtà? In questo articolo analizzeremo la vera storia dietro Machine Gun Preacher, confrontando fatti reali e finzione cinematografica. Come spesso accade a Hollywood, infatti, alcuni eventi sono stati enfatizzati o modificati per esigenze narrative. Approfondiamo quindi il percorso di Sam Childers e scopriamo quali aspetti del suo passato, della sua missione e delle sue battaglie sono stati trasposti sul grande schermo e come.

Kathy Baker, Gerard Butler, Michelle Monaghan e Madeline Carroll in Machine Gun Preacher
Kathy Baker, Gerard Butler, Michelle Monaghan e Madeline Carroll in Machine Gun Preacher. Foto di Phil Bray – © 2011 MGP Productions, LLC. All Rights Reserved.

La trama e il cast di Machine Gun Preacher

Il film segue le vicende di Sam Childers (Gerard Butler), ex motociclista un tempo dipendente da alcool e droghe che vive in Pennsylvania. Quando esce di prigione e torna a casa scopre che sua moglie Lynn (Michelle Monaghan) ha smesso di fare la spogliarellista per dedicarsi a Dio. L’uomo non ne vuole sapere e riprende la sua vecchia vita tra festini e sbronze con l’amico Donnie (Michael Shannon). Tutto cambia quando una sera, completamente stordito dagli stupefacenti, rischia di uccidere un vagabondo.

Una volta tornato lucido, decide di provare a convertirsi e andare con Lynn in chiesa, dove si battezza. Le cose, da quel momento, iniziano ad andare bene: trova un buon lavoro, poi avvia la sua ditta edile e, infine, decide di partire per l’Uganda come missionario per aiutare i rifugiati. La situazione si complica quando l’uomo chiede a un soldato dell’SPLA di accompagnarlo in Sudan, sebbene sia molto pericoloso per via della guerra. Quella nuova avventura cambierà per sempre la vita di Sam e le sue convizioni sul suo posto nel mondo.

La storia vera dietro il film: chi è davvero Sam Childers?

La vera storia raccontata in Machine Gun Preacher prende ispirazione dall’autobiografia di Sam Childers, Another Man’s War. Childers è un ex spacciatore di droga e membro di una gang di motociclisti che, dopo un periodo di detenzione e una crisi personale, si è convertito al cristianesimo evangelico. Spinto dalla fede e da un senso di colpa per il suo passato violento, Sam ha poi effettivamente deciso di partire come volontario per l’Africa, visitando l’Uganda e il Sudan del Sud, due territori devastati da guerre civili e dalla brutalità del Lord’s Resistance Army (LRA), il gruppo armato guidato da Joseph Kony.

Gerard Butler e Souleymane Sy Savane in Machine Gun Preacher
Gerard Butler e Souleymane Sy Savane in Machine Gun Preacher. Foto di Ilze Kitshoff – © 2011 MGP Productions, LLC. All Rights Reserved.

Durante uno dei suoi primi viaggi in Sudan, Childers ha assistito in prima persona agli orrori commessi dai ribelli: villaggi distrutti, bambini rapiti e costretti a diventare soldati o schiavi. Sconvolto, ha deciso di agire. Ha quindi fondato un orfanotrofio, l’Angels of East Africa, che offre rifugio a decine di bambini sopravvissuti alla guerra. Ma a differenza delle classiche missioni umanitarie, Childers ha scelto un approccio radicale: armarsi e partecipare attivamente a missioni di salvataggio nelle zone di conflitto, affiancandosi a milizie locali per difendere i più deboli.

Nel film, Sam Childers è quindi descritto come un eroe borderline, un uomo tormentato che riesce a trasformare la rabbia e la violenza del passato in una forza salvifica. Tuttavia, molte delle sequenze più spettacolari sono state romanzate o esagerate rispetto a quanto realmente accaduto. Ad esempio, il film mostra Childers in frequenti scontri a fuoco, ma nella realtà il suo coinvolgimento diretto nei combattimenti è oggetto di controversia. Alcune testimonianze e inchieste giornalistiche hanno messo in dubbio l’entità delle sue azioni militari, sollevando interrogativi sulla legittimità e l’efficacia delle sue operazioni armate.

Un’altra differenza significativa riguarda il contesto africano. Machine Gun Preacher semplifica notevolmente la complessità politica e sociale del Sudan, trasformando una guerra civile lunga e articolata in uno sfondo funzionale alla narrazione di redenzione del protagonista. Viene così ridotta la molteplicità degli attori coinvolti – governi, ONG, missioni religiose – e il conflitto appare come una lotta tra il bene (rappresentato da Childers) e il male (i ribelli del LRA), privando la vicenda di molte delle sue sfumature.

Gerard Butler in Machine Gun Preacher
Gerard Butler in Machine Gun Preacher. Foto di Phil Bray – © 2011 MGP Productions, LLC. All Rights Reserved.

Come si evince, la figura di Sam Childers ha dunque fortemente diviso l’opinione pubblica. Da un lato, molti lo considerano un eroe moderno che ha messo a rischio la propria vita per salvare centinaia di bambini; dall’altro, alcune ONG e analisti lo criticano per l’uso delle armi e per una gestione discutibile della sua organizzazione. Diverse testate, tra cui The Guardian e Vice, hanno pubblicato inchieste in cui si mettono in dubbio la trasparenza economica delle sue attività e la sua effettiva presenza in zona di guerra.

Ciononostante, Childers continua a essere un personaggio pubblico molto attivo. Tiene conferenze motivazionali, partecipa a eventi religiosi e continua a raccogliere fondi per le sue missioni in Africa. La sua storia, pur se controversa, ha avuto un impatto forte sull’immaginario collettivo, e il film ha contribuito a far conoscere la crisi sudanese a un pubblico più ampio, seppure con qualche licenza narrativa. Machine Gun Preacher è un film che colpisce per la sua intensità emotiva e per il dilemma morale che propone: è giusto usare la violenza per difendere i più deboli?

La storia di Sam Childers, con tutte le sue contraddizioni, solleva domande profonde sul significato della fede, della giustizia e della responsabilità individuale. Se da una parte la pellicola ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica su una tragedia spesso ignorata, dall’altra ha suscitato critiche per la sua rappresentazione semplicistica e “americanizzata” del contesto africano. Per chi ha apprezzato il film, approfondire la vera storia di Sam Childers è utile per comprendere le sfumature di un personaggio che ha scelto di vivere al limite tra missione religiosa e giustizia armata. Un uomo che, al di là del cinema, continua a dividere e a far discutere.

Il trailer di Machine Gun Preacher e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Machine Gun Preacher grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 22 aprile alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Superman: il romanzo prequel si riferisce a lui come a un “metaumano”

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Superman, il primo film del DCU in uscita quest’estate, avrà un romanzo prequel intitolato Welcome to Metropolis. Il libro è pubblicato da Penguin Random House ed è rivolto a un pubblico più giovane, ma potrebbe valere la pena di essere letto se si desidera saperne di più sul nuovissimo DCU. Ecco la sinossi ufficiale del romanzo: “Sali in cielo con Superman in questo romanzo prequel originale basato sul nuovo film, nelle sale l’11 luglio 2025!”

Clark Kent è un volto nuovo a Metropolis, che cerca di conciliare il suo nuovo lavoro al Daily Planet con la sua identità segreta di Superman, un potente metaumano, mentre scopre un pericoloso mistero che sembra essere legato al famigerato Lex Luthor. Scopri come il primo supereroe del mondo ha trovato il suo posto nella sua nuova casa in questo romanzo prequel originale basato sul film. “Superman: Benvenuti a Metropolis” include un inserto a colori di otto pagine con i profili dei personaggi!”

La parte di questa sinossi che sta attirando l’attenzione di molti fan di Superman e della DC è il fatto che Superman venga definito un metaumano.

Nei fumetti DC, un metaumano è un essere umano che acquisisce poteri attraverso qualsiasi via. Flash, che ha ottenuto i suoi poteri essendo stato colpito da un fulmine nel momento esatto in cui delle sostanze chimiche gli sono state rovesciate addosso, Clayface, a seconda della versione, ha ottenuto i suoi poteri attraverso un esperimento chimico andato male, e Firestorm, che ha ottenuto i poteri attraverso un altro esperimento che ha combinato due personalità, sono tutti nati come esseri umani. I personaggi che non sono esseri umani generalmente non rientrano nella definizione di metaumani.

Aquaman non è un metaumano in quanto è Atlantideo, Wonder Woman non è una metaumana in quanto è un’Amazzone, e Martian Manhunter non è un metaumano in quanto è un Marziano. Personaggi privi di poteri come Batman e la sua Bat-Famiglia, Mister Terrific e Green Arrow non sono considerati metaumani, sebbene spesso compiano imprese che sembrano sovrumane. In generale, Superman e tutti gli altri supereroi di Krypton non sono considerati metaumani in quanto non sono esseri umani.

L’autore del romanzo prequel, James Prescott, si è rivolto a X per difendere il suo uso del termine, ed è piuttosto convinto di aver usato la parola correttamente: “Metaumano è un termine usato per chiunque possieda capacità sovrumane, umano o meno.”

Certo, il termine metaumano e la sua definizione sono molto complessi, dato che il suo utilizzo può variare da decenni a questa parte. James Gunn e i vertici della DC potrebbero semplicemente voler modificare la definizione del termine per adattarla a un gruppo più ampio di persone dotate di superpoteri.

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

Con la sua solita cifra stilistica, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e dall’innato convincimento nel bene del genere umano.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio 2025.

Avengers: Doomsday, Anthony Mackie pronto a cominciare le sue riprese?

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La produzione di Avengers: Doomsday, il quinto film degli Avengers che vedrà la partecipazione del Dottor Destino di Robert Downey Jr, è iniziata a marzo 2025. Il film presenta un cast di attori molto nutrito, che potete vedere in fondo a questa pagina, e uno di loro ha appena iniziato a recitare.

Anthony Mackie, che interpreta Sam Wilson/Capitan America, si sta recando sul set di Avengers: Doomsday. In una storia di Instagram, ha pubblicato un selfie con una didascalia che recitava semplicemente: “E così inizia…”. L’attore indossava una maglietta delle Superchicche con i classici personaggi dei cartoni animati, ma la parte inquietante del suo post era il filtro utilizzato. Schizzi di sangue finto sulla sua immagine, forse alludendo al tono più cupo del film e alla quantità di violenza che verrà mostrata. Date un’occhiata qui sotto.

Tutto quello che sappiamo su Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday arriverà nelle sale il 1° maggio 2026, mentre Avengers: Secret Wars è previsto per il 7 maggio 2027.

Entrambi i film saranno diretti da Joe Russo e Anthony Russo, che faranno anche il loro ritorno nell’MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame. Al momento non si hanno certezze sugli attori che comporranno il cast del film, né su precisi elementi di trama.

I Marvel Studio hanno per ora confermato il seguente cast in Avengers: Doomsday: Chris Hemsworth (Thor), Vanessa Kirby (Susan Storm/Donna Invisibile), Anthony Mackie (Sam Wilson/Captain America), Sebastian Stan (Bucky Barnes/Soldato d’Inverno), Letitia Wright (Shuri/Black Panther), Paul Rudd (Scott Lang/Ant-Man), Wyatt Russell (John Walker/U.S. Agent), Tenoch Huerta Mejia (Namor), Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm/The Thing), Simu Liu (Shang-Chi), Florence Pugh (Yelena Belova/Black Widow), Kelsey Grammer (Hank McCoy/Bestia), Lewis Pullman (Sentry), Danny Ramirez (Joaquin Torres/Falcon), Joseph Quinn (Johnny Storm/Torcia Umana), David Harbour (Alexei Shostakov/Red Guardian), Winston Duke (M’Baku), Hannah John-Kamen (Ava Starr/Ghost), Tom Hiddleston (Loki), Patrick Stewart (Charles Xavier/Professor X), Ian McKellen (Erik Lehnsherr/Magneto), Alan Cumming (Kurt Wagner/Nightcrawler), Rebecca Romijn (Raven Darkhölme/Mystica), James Marsden (Scott Summers/Ciclope), Channing Tatum (Remy LeBeau/Gambit), Pedro Pascal (Reed Richards/Mister Fantastic), Robert Downey Jr. (Victor von Doom/Dottor Destino).

The Last Of Us – Stagione 2 Episodio 2: la spiegazione della canzone “Through The Valley” sul finale

Attenzione: questo articolo contiene spoiler sull’episodio 2 della seconda stagione di The Last of Us e piccoli spoiler su The Last of Us Parte II

La canzone che si sente nella colonna sonora alla fine di The Last Of Us – Stagione 2 Episodio 2 è più importante di quanto sembri e ha un collegamento con un videogioco. L’aspetto più memorabile di questo episodio è, ovviamente, il momento tanto temuto in cui Abby mantiene la sua promessa e uccide Joel per vendicare le Luci cadute e suo padre. Alla fine dell’episodio, proprio come nel videogioco, Abby attira Joel nel suo chalet, lo sorprende con un colpo di fucile e lo tortura a morte con una mazza da golf.

Ma dopo quel momento devastante, l’episodio si conclude con una canzone splendidamente cupa. Si sente su un montaggio che mostra le conseguenze degli eventi ricchi d’azione dell’episodio. Ellie giace accanto al corpo di Joel, le strade di Jackson sono disseminate di cadaveri e detriti e, negli ultimi istanti dell’episodio, Ellie, Jesse e Dina tornano in città con un sacco per cadaveri al seguito. La scelta di questa canzone non è solo appropriata perché il suo tono solenne e malinconico si adatta alle emozioni strazianti dell’episodio, ma ha anche un legame più profondo con il materiale originale.

Ashley Johnson, interprete originale di Ellie, canta “Through The Valley”- la cover era già presente nel videogioco

The Last of Us Stagione 2 – Pedro Pascal – Cortesia Warner Bros Discovery

La canzone che si sente alla fine dell’episodio è una cover di Through the Valley di Shawn James, interpretata da Ashley Johnson, l’attrice che in originale presta la voce a Ellie nel gioco. Ellie sta ascoltando la versione originale di James quando viene introdotta per la prima volta in The Last of Us Parte II. Quando Joel porta per la prima volta la chitarra a Ellie, si sente vagamente “Through the Valley” nelle sue cuffie prima che lui la interrompa. La commovente cover di Johnson della canzone viene suonata durante i titoli di coda del gioco. Through the Valley è anche il titolo dell’episodio.

Questa canzone ha fatto parte di questa storia fin dalla campagna marketing. In uno dei primi trailer di The Last of Us Parte II, Ellie suona “Through the Valley”. Mentre la telecamera si allontana, rivela lentamente che Ellie è coperta di sangue e circondata dai cadaveri delle persone che ha ucciso. Joel si presenta sulla soglia e giura di ucciderli “fino all’ultimo”. Johnson dovrebbe essere familiare agli spettatori della serie TV, perché è stata scelta per interpretare la madre di Ellie, Anna, nel finale della prima stagione.

Il testo di “Through The Valley” si adatta perfettamente ai temi e alle emozioni della storia

C’è un motivo per cui “Through the Valley” è stata usata così spesso in The Last of Us Parte II e nel suo adattamento televisivo; il testo della canzone racchiude perfettamente i temi e le emozioni di questa storia. La serie TV la inserisce alla fine dell’episodio 2 perché, con la tragica morte di Joel, la storia è ormai in pieno svolgimento. Ellie si concentrerà presto unicamente sulla vendetta contro i responsabili della morte di Joel, perdendo gradualmente la sua umanità. Il testo di “Through the Valley” attinge a questi temi di violenza e vendetta.

La ricerca di vendetta di Ellie gradualmente eroderà la sua umanità e la trasformerà in ogni frammento del mostro omicida che crede che Abby sia, il che si riflette nel verso “Non posso camminare sul sentiero della ragione perché ho torto”. La svolta oscura e violenta di Ellie è telegrafata ancora più chiaramente nel verso “So che ucciderò i miei nemici quando arriveranno”. Il verso tematicamente più significativo della canzone – “Come puoi salvare il mondo da se stesso?” – evidenzia il futile ciclo di violenza che questa storia esplorerà in tragica profondità.

Andor – Stagione 2: recensione della serie con Diego Luna

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Andor – Stagione 2: recensione della serie con Diego Luna

Quando nel 2022 è arrivata la prima stagione di Andor, ha colto tutti di sorpresa. In un panorama dove Star Wars sembrava arrancare tra nostalgie riciclate e fan service forzato, la serie ideata da Tony Gilroy ha tracciato una via nuova, più matura, più autentica. Con uno stile narrativo solido e un’ambientazione cruda e realistica, Andor è riuscita a catturare sia i veterani della saga che i neofiti, grazie a una scrittura intelligente e personaggi memorabili. La seconda stagione non solo conferma quella qualità, ma la supera, portando a compimento un’opera che è il miglior prodotto dell’era Disney di Star Wars.

Il cammino verso la ribellione in Andor – Stagione 2

Dove la prima stagione mostrava l’inizio della radicalizzazione di Cassian Andor – da ladro solitario e disilluso a elemento attivo della resistenza – questa seconda parte completa il suo arco trasformativo. Ambientata nei quattro anni che precedono Rogue One, ogni blocco di tre episodi racconta un anno di crescita personale e politica per Cassian, fino ad arrivare ai fatti che conosciamo. Eppure, anche se sappiamo già quale sarà la sua fine, ogni passo è intriso di tensione e significato, costruito con una cura tale che rende ogni episodio imprescindibile.

Andor - stagione 2Diego Luna offre una performance profonda e sfumata: il suo Cassian è un uomo segnato, combattuto tra il desiderio di fuga e il richiamo irresistibile della causa. Ogni scelta pesa, ogni sacrificio lascia il segno, e Luna riesce a trasmettere tutto questo con uno sguardo, un silenzio, un gesto. La sua evoluzione è il cuore della serie, ma non è certo l’unico elemento brillante.

Una galassia lontana, ma stranamente familiare

Uno dei punti di forza più evidenti di Andor – Stagione 2 è il modo in cui tratta l’universo di Star Wars con rispetto ma senza riverenza. Non ci sono Jedi, né spade laser, né profezie millenarie. Al loro posto, troviamo burocrati corrotti, ufficiali ambiziosi, spie, famiglie divise e operai sfruttati. La fantascienza diventa pretesto per raccontare la lotta tra oppressione e libertà in modo adulto, quasi realistico.

L’Impero, in Andor, non è un male astratto: è fatto di pratiche amministrative, torture psicologiche, razzie e manipolazione politica. In questa stagione, il pianeta Ghorman diventa il simbolo di tutto questo. Sotto la guida spietata della supervisora imperiale Dedra Meero (una fenomenale Denise Gough – qui la nostra intervista) e del Direttore Krennic (Ben Mendelsohn), l’Impero mette in atto una strategia brutale per giustificare l’uso della forza contro la popolazione. Dall’altro lato, Luthen Rael (Stellan Skarsgård) e il suo network di ribelli sono costretti a prendere decisioni sempre più difficili, mettendo in discussione i confini morali della ribellione stessa.

Andor - stagione 2 Genevieve O'ReillyOgni personaggio, una storia

Il cast corale è uno dei grandi punti di forza della serie. Mon Mothma (Genevieve O’Reilly), che già brillava nella prima stagione, è protagonista di alcuni dei momenti più intensi: il matrimonio combinato della figlia, le manovre politiche su Coruscant, la lenta ma inesorabile transizione da riformista a cospiratrice. Bix (Adria Arjona), segnata dalla tortura, rappresenta il lato umano e fragile della guerra. Kleya, Vel, Syril Karn… ogni personaggio ha spazio, profondità e un arco narrativo coerente e coinvolgente.

C’è una scena – tra le più potenti dell’intera saga – in cui Vel, distrutta dal dolore, pronuncia un discorso sulla necessità del sacrificio. È in quel momento che Andor mostra tutta la sua forza: ci ricorda che la ribellione non è fatta solo di eroi leggendari, ma di persone comuni che pagano un prezzo altissimo per un futuro migliore.

Politica, storia e cuore

Non è esagerato dire che Andor è anche una grande lezione di politica e storia. Le analogie con il nostro mondo sono evidenti: l’ascesa del fascismo, l’uso della propaganda, l’estrazione violenta di risorse, i meccanismi del potere autoritario… tutto è rappresentato con lucidità e rigore. Ma ciò che rende Andor straordinaria è che, nonostante questa complessità, non perde mai il suo cuore. È una storia di umanità, di scelte, di speranza. È Star Wars nella sua forma più pura, anche senza le icone più classiche.

Andor – stagione 2 – Adria Arjona – Cortesia Disney

Un’eredità per il futuro

Con la conclusione della seconda stagione, Andor non lascia solo un’eredità narrativa, ma anche un modello di come si possa fare televisione di qualità all’interno di un franchise gigantesco. Tony Gilroy e il suo team hanno dimostrato che è possibile raccontare storie adulte, intelligenti, emozionanti, all’interno dell’universo creato da George Lucas. La speranza è che altri seguano questa strada.

Perché Andor non è solo una grande serie Star Wars. È una grande serie, punto.

The Last of Us – Stagione 2, tutti i cambiamenti al gioco dell’episodio 2

Attenzione: contiene SPOILER su The Last of Us – Stagione 2, Episodio 2 “Through the Valley” e su The Last of Us Parte II!

The Last of Us – Stagione 2, Episodio 2 “Through the Valley” porta con sé molti cambiamenti rispetto al videogioco originale, dall’invasione di Jackson al ruolo di Dina nella storia. La prima stagione di The Last of Us è rimasta piuttosto fedele alla storia del primo videogioco e, sebbene ci siano stati piccoli cambiamenti, si è trattato per lo più di aggiunte piuttosto che di alterazioni. Tuttavia, la seconda stagione di The Last of Us ha già dimostrato di essere disposta ad apportare cambiamenti significativi alla storia di The Last of Us Parte II, con il secondo episodio che ha cambiato iseguenti aspetti.

Nell’episodio, Abby e la WLF arrivano a Jackson. Durante la pattuglia, Joel e Dina salvano Abby da un gruppo di Infetti, ritirandosi poi in un rifugio sciistico dove si nascondono gli amici di Abby. Nel frattempo, gli Infetti si dirigono a Jackson, razziando l’insediamento. Tornato al rifugio sciistico, Joel scopre che Abby è lì per ucciderlo. La WLF seda Dina e inizia a picchiare Joel, con Ellie che arriva proprio mentre viene ucciso.

Le motivazioni di Abby vengono rivelate molto prima

Uno dei cambiamenti più grandi e controversi nell’episodio 2 riguarda le motivazioni di Abby. The Last of Us Parte II ha corso un grosso rischio nella gestione di Abby. Nel gioco, Abby arriva e uccide Joel, senza che il giocatore ne sappia il motivo. Pertanto, il giocatore trascorre la prima metà del gioco odiando Abby. Questo cambia solo quando avviene un cambiamento radicale. Verso la metà di The Last of Us Parte II, il giocatore assume il controllo di Abby, scoprendone lentamente le motivazioni e iniziando a simpatizzare con lei mentre si mette nei suoi panni.

Forse a causa di quanto sia controverso il gioco, le motivazioni di Abby vengono rivelate molto prima nella serie HBO. Abby non solo ha menzionato che Joel ha ucciso suo padre nella première, ma rivela anche esplicitamente la sua storia passata a Joel mentre lo uccide. Questo rende Abby un po’ più empatica fin da subito, sebbene non comporti un rischio così grande come nel videogioco.

Dina è la compagna di pattuglia di Joel al posto di Tommy

Sebbene la morte di Joel avvenga in modo simile nella serie TV e nel gioco The Last of Us, c’è un grande cambiamento per quanto riguarda il ruolo di Dina. In The Last of Us Parte II, Joel è di pattuglia con Tommy quando trovano Abby. Tommy e Joel tornano al rifugio, e Dina ed Ellie arrivano sul posto più tardi.

The Last of Us – Stagione 2 cambia un po’ le cose. Invece di Tommy, Joel è in pattuglia con Dina quando incontra Abby e gli Infetti. Dina poi viaggia con Joel e Abby fino al rifugio. Tommy non è affatto coinvolto nella morte del rifugio, rimanendo indietro a difendere Jackson da un’orda di Infetti.

Ellie è in pattuglia con Jesse dato che Dina è con Joel

Joel non è l’unico ad avere un nuovo compagno di pattuglia. Nel gioco, Ellie è con Dina quando scoprono che Joel è nei guai, e le due arrivano insieme al rifugio. Dato che nella serie HBO Dina era con Joel, questo significa che Ellie doveva essere con qualcun altro. Per questo motivo, Ellie è di pattuglia con Jesse, dove la loro relazione si approfondisce. Ellie lascia poi Jesse per dirigersi verso il rifugio sciistico, dove lei e Dina sono ancora presenti durante la morte di Joel.

Abby scopre il nome di Joel da Dina

Un altro dei momenti più controversi di The Last of Us Parte II riguarda il modo in cui Abby scopre l’identità di Joel. Alcuni giocatori hanno trovato un po’ troppo comodo che Joel fosse proprio colui che ha salvato Abby, visto che era andata fino a Jackson a cercarlo. Poi, presentandosi, ha detto ad Abby il suo nome, le dice involontariamente che ha trovato il suo bersaglio. Dato che Joel è un sopravvissuto esperto, è un po’ insolito per lui rivelare il suo vero nome a uno sconosciuto, poiché potrebbe trattarsi di un predone, una Luce o di qualsiasi altro tipo di individuo pericoloso.

La seconda stagione di The Last of Us adotta un approccio diverso. Dopo aver salvato Abby, Joel si ricongiunge a Dina in un edificio abbandonato. Prima di vedere Abby, Dina chiama Joel, pronunciando il suo nome. Abby lo riconosce immediatamente, e ne deduce che il suo salvatore sia anche l’assassino di suo padre. Alcuni potrebbero sostenere che questo approccio sia più adatto alla storia di The Last of Us, in quanto risulta un po’ più credibile.

Joel tenta di ottenere l’aiuto di Abby per l’attacco degli Infetti a Jackson

L’errore che Joel ha commesso andando al rifugio sciistico di Abby è stato quello che gli è costato la vita. Tuttavia, le sue motivazioni per commettere questo errore sono diverse nel videogioco e nella serie HBO. In The Last of Us Parte II, Joel e Tommy salvano Abby da un’orda di Infetti. Tuttavia, a questo punto si è verificata anche una violenta tempesta. Abby invita i due a tornare al loro rifugio sciistico per aspettare che finisca. Usa la tempesta e gli Infetti, attirandoli con successo nella sua trappola.

The Last of Us – Stagione 2, episodio 2, cambia leggermente la situazione. Non c’è la tempesta, ma c’è ancora un’orda di Infetti. Infatti, gli Infetti stanno attaccando Jackson, e Joel capisce che hanno bisogno di aiuto. Tuttavia, lui e Dina capiscono che non sopravvivranno al viaggio di ritorno. Abby racconta ai due dei suoi amici, e Joel si reca allo chalet nella speranza di ottenere il loro aiuto. Tuttavia, muore prima ancora di averne la possibilità.

La morte di Joel è causata da una pugnalata di una mazza da golf

La morte di Joel è un grosso problema, ma The Last of Us, stagione 2, episodio 2, apporta una piccola modifica al modo in cui avviene effettivamente. La tortura e la morte di Joel sono ugualmente brutali in entrambe le versioni della storia. Viene colpito e picchiato con una mazza da golf, anche se Abby della HBO fa un ulteriore passo avanti. In The Last of Us Parte II, Abby colpisce Joel in testa con la mazza da golf fino a farlo morire. Nella seconda stagione di The Last of Us, Abby lo colpisce con la mazza da golf così forte da romperla. Poi prende il manico rotto e pugnala Joel al collo, e questo è il colpo mortale.

Gli Infetti attaccano Jackson (e Tommy rimane indietro per difendersi)

Sebbene ci siano molti piccoli cambiamenti in The Last of Us – Stagione 2, Episodio 2 “Through the Valley”, la novità più importante è un’aggiunta importante. Nel gioco, Tommy è coinvolto negli eventi che circondano la morte di Joel. Tuttavia, nella serie è impegnato in qualcos’altro. Dopo che Abby sveglia l’orda di Infetti, alcuni lavoratori di Jackson trovano i tralci di cordyceps che crescono nelle tubature di Jackson. Questi tralci allertano gli Infetti, e l’orda si dirige verso Jackson.

Tra le mura di Jackson, Tommy è costretto a guidare i suoi cittadini in battaglia. Alla fine, i mostri irrompono nella città, uccidendo tonnellate di persone. Questa intera sequenza d’azione è completamente originale per la serie HBO. Mentre sviluppa il personaggio di Tommy e aggiunge un’altra importante sequenza d’azione all’inizio della storia, sarà interessante vedere quanto questa sequenza sarà influente sul resto della seconda stagione di The Last of Us.

The Last of Us – Stagione 2, Episodio 2 “Through the Valley”: Kaitlyn Dever e lo showrunner spiegano i cambiamenti a Abby

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Attenzione: spoiler importanti per The Last of Us – Stagione 2, Episodio 2 “Through the Valley”.

L’attrice di Abby, Kaitlyn Dever, e lo showrunner Craig Mazin spiegano alcune delle modifiche apportate al gioco in The Last of Us Stagione 2, Episodio 2 “Through the Valley”. Il 20 aprile (il 21 da noi in Italia), la serie HBO ha adattato uno dei momenti più scioccanti e strazianti del videogioco, in cui Abby uccide brutalmente Joel (Pedro Pascal) per vendicare il padre, mentre Ellie (Bella Ramsey) è costretta ad assistere. Nell’adattare la scena di The Last of Us Parte II, sono state apportate diverse modifiche al gioco, in particolare per quanto riguarda il modo in cui viene presentata la storia passata di Abby.

In un’intervista con Entertainment Weekly, Dever e Mazin hanno spiegato alcune delle modifiche apportate al gioco in The Last of Us Stagione 2, Episodio 2 “Through the Valley”, inclusa la sequenza del sogno di Abby che apre l’episodio. Mazin ha anche spiegato il monologo che ha scritto per Abby, non presente nel gioco, che lei pronuncia prima di uccidere Joel.

Dever: Riassume tutto ciò che prova per la scena successiva. Vuole così tanto tornare alla sua vecchia vita. Vuole così tanto che la situazione non sia quella che è.

Mazin: Si tratta solo di immaginare quanto sia arrabbiata e ferita, ma anche quanto abbia ragione nella sua mente. Ciò che è importante per lei comunicare è che quello che lui ha fatto è sbagliato. Fine. Colpevole. Condannato a morte. Nessuna discussione. Nessun dibattito. Niente di niente. Adoro come Pedro abbia rappresentato questo tipo di accettazione lì. La verità è che quello che lui ha fatto è quello che lei sta facendo ora. Uccidiamo per le persone che amiamo. Joel vive un’esperienza che né Ellie né Abby hanno – e la approfondiremo nel corso della stagione – ed è l’esperienza di amare un figlio, che è diversa dall’essere un figlio e amare un genitore.”

Cosa significano per la serie i cambiamenti rispetto al gioco

Tentano di umanizzare Abby

The Last of UsFin dall’inizio di The Last of Us Stagione 2, era chiaro che la serie avrebbe adottato un approccio narrativo leggermente diverso rispetto al gioco, che ritarda deliberatamente la rivelazione del passato di Abby, mentre l’adattamento HBO sceglie di costruire empatia per Abby molto prima attraverso scene aggiuntive. Nel primo episodio, poco dopo il massacro all’ospedale Firefly, Abby rivela che la sua intenzione è quella di uccidere Joel. Un’altra di queste deviazioni è la sequenza onirica che apre il secondo episodio, in cui un’Abby più adulta avverte la se stessa giovane di cosa l’aspetta nella stanza in cui suo padre è appena stato ucciso.

Mazin, che ha scritto l’episodio 2, ha anche incluso un monologo originale per Abby che non si trova in The Last of Us Part II. Poco prima che Abby uccida Joel, scarica tutto il dolore e la rabbia che portava dentro, il che aiuta a dare corpo a un momento importante che il gioco lascia ambiguo. Il monologo aiuta a mostrare che, nella mente di Abby, le sue azioni sono completamente giustificate e, a sua volta, il parallelo diventa piuttosto chiaro. Abby sta facendo esattamente quello che ha fatto Joel: uccidere per qualcuno che ama.

Enola Holmes 3: Millie Bobby Brown, Henry Cavill, Louis Partridge torneranno

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La produzione di Enola Holmes 3 è iniziata nel Regno Unito, con Millie Bobby Brown, Louis Partridge, Henry Cavill, Helena Boham-Carter, Himesh Patel e Sharon Duncan-Brewster che tornano per altre avventure investigative di Netflix ambientate nell’era vittoriana.

Philip Barantini, che ha recentemente contribuito a frantumare i record di ascolti di Netflix con Adolescence, si mette alla regia per la prima volta nel franchise, subentrando a Harry Bradbeer, che ha diretto i primi due film. Barantini sta lavorando su una sceneggiatura del suo collaboratore Jack Thorne, che ha già scritto tutti e tre i film di “Enola Holmes”, basati sulla serie di libri “The Enola Holmes Mysteries” di Nancy Springer.

Il terzo capitolo vede l’avventurosa Enola Holmes inseguire a Malta, dove, secondo la descrizione, “i suoi sogni personali e professionali si scontrano in un caso più intricato e insidioso di qualsiasi altro abbia mai affrontato prima”. Tra i produttori figurano Mary Parent, Ali Mendes e Alex Garcia per Legendary Entertainment e Brown e Bobby Brown per la casa di produzione di Brown, PCMA Productions. Tra i produttori esecutivi figurano Jake Bongiovi e Isobel Richards per PCMA, Joshua Grode per Legendary e Michael Dreyer.

I film di “Enola Holmes” si sono finora rivelati un successo di critica e pubblico per Netflix, con “Enola Holmes 2” che ha debuttato al primo posto nelle classifiche settimanali globali alla fine del 2022, dopo aver totalizzato oltre 68 milioni di ore di streaming in 93 paesi. Anche per il secondo film, Brown avrebbe ricevuto 10 milioni di dollari per il ruolo principale, il più alto stipendio iniziale per un attore di età inferiore ai 20 anni all’epoca.

The Last of Us – Stagione 2, Episodio 2 “Through the Valley”: lo showrunner sulle riprese del momento clou

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Attenzione: ci sono spoiler su The Last of Us – Stagione 2, Episodio 2 “Through the Valley”

Lo showrunner di The Last of Us, Craig Mazin, spiega come l’interpretazione di una star abbia reso il finale del secondo episodio della seconda stagione una delle sequenze più difficili da girare. Mentre l’episodio adattava gli strazianti eventi della morte di Joel, Mazin ha parlato a Entertainment Weekly dei momenti altrettanto emozionanti accaduti durante le riprese. Secondo lo showrunner, l’interpretazione di Bella Ramsey ha amplificato le emozioni dietro la sequenza grazie al legame con Pedro Pascal e al difficile percorso che avevano intrapreso per portare la storia sullo schermo.

“La parte più difficile è stata guardare Bella assistere a tutto questo. Pedro e Bella sono straordinariamente uniti. Lavoravano a braccetto, si tenevano profondamente l’uno all’altra. Se fingete di essere in quel momento, probabilmente è una cosa semplice, ma questa non è finzione. Posso dirvi solo stando in quella stanza, che sta succedendo: il dolore che [Ellie] prova lì e poi quella rabbia… Non è calcolato o artificiale. È stato difficile non avere la sensazione che stessimo rompendo qualcosa che avevamo dedicato così tanto tempo a costruire e far funzionare con tanta cura.

Bella Ramsey in The Last of Us - Stagione 2 episodio 2
Bella Ramsey in The Last of Us – Stagione 2 episodio 2. Cortesia di Max.

Come verrà percepita la morte di Joel per tutta la stagione

La morte di Joel è un punto di non ritorno

Nonostante la spiegazione di Mazin, lo showrunner sottovaluta in qualche modo l’incredibile impatto che la morte di Joel ha sul mondo di The Last of Us. Essendo stato il protagonista della serie sin dalla prima stagione, il pubblico è stato messo nei panni di Joel per gran parte della storia, fatta eccezione per brevi intermezzi, rendendolo il personaggio con cui gli spettatori si identificano di più, anche nei suoi momenti più dubbi. Pertanto, la sua morte ha un impatto incredibile, poiché il pubblico perde la sua prospettiva e si ritrova perso tanto quanto i suoi cari all’interno della serie.

Questo non significa sminuire l’impatto effettivo che la morte di Joel ha sul resto del cast, poiché la sua perdita trascina altri personaggi in una spirale che alla fine li porterà alla rovina. Rimasta con poco da perdere, Ellie è determinata a vendicare suo padre, replicando il ciclo in cui Joel ha messo Abby (Kaitlyn Dever) e mettendo le due in rotta di collisione. Tuttavia, nonostante abbia commesso un atto efferato, la controversa storia di Abby non è finita, poiché le esplorazioni successive la renderanno il personaggio più complicato della stagione.

Fonte: Entertainment Weekly

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Anora vince il David per il Miglior Film Internazionale

Anora di Sean Baker si aggiudica il David come Miglior Film Internazionale. Il riconoscimento sarà assegnato mercoledì 7 maggio nell’ambito della cerimonia di premiazione in diretta, in prima serata su Rai 1, dagli studi di Cinecittà e trasmessa in 4K (sul canale Rai4K, numero 210 di Tivùsat). La conduzione dell’edizione 2025 è affidata a Elena Sofia Ricci e Mika. La serata sarà in diretta anche su Rai Radio2 – con la conduzione di Carolina Di Domenico – e sarà disponibile sulla piattaforma di RaiPlay.

Anora, presentato in prima mondiale al Festival di Cannes, dove si è aggiudicato la Palma d’Oro, racconta le vicende di una giovane sex worker di Brooklyn che incontra e sposa impulsivamente il figlio di un oligarca. La possibilità di vivere una storia da Cenerentola viene minacciata quando la notizia arriva in Russia e i genitori di lui partono per New York con l’obiettivo di far annullare il matrimonio.

Anora si è aggiudicato cinque Premi Oscar® tra cui quello per il Miglior Film. Sean Baker è stato premiato dall’Academy come Miglior Regista, per la Miglior Sceneggiatura Originale e per il Miglior Montaggio. Infine, la protagonista Mikey Madison ha vinto l’Oscar® come Miglior Attrice.

Gli altri film candidati con Anora nella cinquina per il Premio David Miglior Film Internazionale erano Conclave di Edward Berger, Juror #2 (Giurato Numero 2) di Clint Eastwood, The Zone of Interest (La zona d’interesse) di Jonathan Glazer e Perfect Days di Wim Wenders.

Tra i riconoscimenti già annunciati della 70ª edizione dei Premi David di Donatello, il David dello Spettatore a Diamanti di Ferzan Özpetek.

FolleMente batte Perfetti Sconosciuti al box office

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FolleMente batte Perfetti Sconosciuti al box office

Dopo un percorso trionfale al botteghino FolleMente continua a conquistare pubblico e batte anche Perfetti sconosciutiPaolo Genovese supera se stesso con la sorprendente commedia romantica che ha totalizzato 17.409.055 euro (Cinetel) e 2.387.306 spettatori confermandosi un vero e proprio evento cinematografico e il miglior successo di un film italiano al box office dal 2024 fino a oggi.

Il primo appuntamento di Piero e Lara – con Alfa, Giulietta, Scheggia, Trilly, il Professore, Eros, Romeo e Valium – si è trasformato in un appuntamento imperdibile per il pubblico, in un cult movie che continua a raccogliere consensi in Italia e che ha suscitato l’interesse dei mercati esteri, testimoniato dalle numerose richieste di remake già pervenute. Non solo fenomeno commerciale, ma anche potente strumento di condivisione emotiva grazie a una storia entusiasmante e universale che ha divertito e affascinato gli spettatori e al talento di un cast irresistibile:Edoardo Leo (Piero), Pilar Fogliati (Lara), Emanuela Fanelli (Trilli), Maria Chiara Giannetta (Scheggia), Claudia Pandolfi (Alfa), Vittoria Puccini (Giulietta), Marco Giallini (Il Professore), Maurizio Lastrico (Romeo), Rocco Papaleo (Valium), Claudio Santamaria (Eros).

FolleMente rappresenta inoltre il più grande successo di sempre per Lotus Production, una società Leone Film Group, per 01 Distribution e per Rai Cinema che hanno così commentato.

“I risultati straordinari di FolleMente” – hanno dichiarato la Presidente e Ceo di Lotus Production Raffaella Leone e il Ceo Andrea Leone – “hanno superato ogni aspettativa andando oltre perfino a quelli di Perfetti Sconosciuti. Un traguardo che ci riempie d’orgoglio e che è il frutto dell’eccezionale talento di Paolo Genovese, della forza di un cast incredibile, della bellissima scrittura degli sceneggiatori e del lavoro impeccabile della distribuzione di 01. Un grazie di cuore va anche al pubblico che ha accolto questo film con entusiasmo e calore rendendo tutto questo possibile.” 

 “Oltre a superare l’incasso di Perfetti Sconosciuti” – ha sottolineato Paolo Del Brocco, AD di Rai Cinema – “la commedia di Paolo Genovese segna un altro primato, consentendoci, proprio quest’anno, al compimento del 25° anno di attività di Rai Cinema, di tagliare un traguardo straordinario. Con FolleMente raggiungiamo il record di incasso mai conseguito prima da 01 Distribution, stabilendo un risultato unico nella nostra storia. Per noi è un motivo di grande orgoglio, che ci offre l’occasione di riguardare al nostro percorso come un lungo viaggio che ha attraversato il cinema nei suoi diversi mondi e che ci ha consentito di scrivere delle belle pagine insieme al pubblico, ai registi, agli autori e ai produttori. A tutti va il nostro ringraziamento. Ma oggi in particolare ringraziamo Leone Film Group, partner di grandi avventure produttive, Paolo Genovese e l’intera squadra di Rai Cinema e 01 Distribution che ci hanno permesso di arrivare fin qui. E grazie al pubblico che continua a rispondere e a premiare il cinema al cinema.” 

Luigi Lonigro Direttore 01 Distribution ha così espresso la sua soddisfazione: “Primo film italiano per incassi dal 2024 ad oggi, primo film assoluto per incassi nella storia di 01 Distribution, primo film per incassi nella storia di Rai Cinema, primo film per incassi nella storia di Lotus/Leone Film Group.  Questi e tanti altri sono stati i record battuti da FolleMente. Evviva Paolo, Pilar, Edoardo, Emanuela, Claudio, Claudia, Marco, Vittoria, Rocco, Maria Chiara, Maurizio, e Raffaella, Andrea e Paolo!” 

Da un soggetto originale di Paolo Genovese, regista e autore della sceneggiatura insieme a Isabella Aguilar, Lucia Calamaro, Paolo Costella e Flaminia Gressi, FolleMente è prodotto da Raffaella Leone e Andrea Leone, una produzione Lotus Production, una società Leone Film Group, con Rai Cinema e in collaborazione con Disney+ in associazione con Vice Pictures. L’opera è stata realizzata con il contributo del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo.

The Last of Us – Stagione 2, episodio 2: la spiegazione del finale

L’episodio 2 della stagione 2 di The Last of Us ha portato sullo schermo il momento più controverso del gioco e ha dato vita a un’importante sequenza di battaglia esclusiva della serie HBO. La seconda stagione, come noto, adatta il secondo capitolo della saga post-apocalittica con protagonisti Ellie (Bella Ramsey) e Joel (Pedro Pascal), acclamata dalla critica, e mentre molti si chiedevano se Joel sarebbe effettivamente morto così presto come accade nel gioco, l’episodio 2 conferma che gli episodi di questa seconda stagione appartengono davvero solo a Ellie.

L’episodio 2 riprende infatti subito dopo gli eventi dell’episodio 1 (qui la recensione e qui la spiegazione del finale), con la reazione al bacio di Dina ed Ellie ancora fresca nella mente di alcuni cittadini di Jackson. Queste piccole questioni diventano però irrilevanti quando una grande tempesta si avvicina a Jackson ed Ellie, Jesse, Joel e Dina si ritrovano fuori dalle mura di questo rifugio sicuro, mentre il gruppo di Abby (Kaitlyn Dever) è in agguato da qualche parte sulle montagne. Alla fine dell’episodio abbiamo Joel è morto e Jackson è in rovina dopo l’attacco di un’orda di infetti. Eventi che cambiano completamente la direzione della serie.

Perché Abby uccide Joel in The Last Of Us

Abby ha espresso chiaramente il suo desiderio di vendetta nel primo episodio della seconda stagione di The Last of Us. Dopo che Joel ha ucciso suo padre e il resto delle Lucciole a Salt Lake City, Abby era decisa ad assicurarsi che Joel soffrisse, e ha aspettato cinque lunghi anni per farlo. Nel frattempo, Abby e i suoi amici hanno trovato nuovi alleati e si sono uniti alla misteriosa organizzazione WLF. Anche se hanno la possibilità di uccidere Dina e persino Ellie, cosa che farebbe ancora più male a Joel, è chiaro che Abby vuole uccidere Joel per vendicare suo padre. Dina ed Ellie rimangono così vive alla fine dell’episodio, sconvolte dalla tragedia che si è consumata sulle montagne sopra Jackson.

LEGGI ANCHE: The Last of Us, Stagione 2: chi è Abby? La spiegazione del personaggio e cosa le accade nel gioco

Kaytlin Dever e Pedro Pascal in The Last of Us - Stagione 2 episodio 2
Kaytlin Dever e Pedro Pascal in The Last of Us – Stagione 2 episodio 2. Cortesia di Max.

Quanto è diversa la scena della morte di Joel rispetto al gioco

La domanda più grande che circondava The Last of Us – Stagione 2 era quanto la morte di Joel sarebbe stata accurata rispetto al gioco. Il fatto che la linea temporale sia stata estesa e riorganizzata ha fatto supporre a molti che la morte del personaggio di Pascal sarebbe avvenuta più avanti nella seconda stagione, e alcuni hanno persino pensato che potesse essere rinviata a una terza stagione. Con l’episodio 2, però, è chiaro che non è così. Joel è morto e la scena è estremamente simile a quanto accade nel gioco. Una differenza sostanziale è la persona con cui Joel muore.

Nel gioco, Tommy e Joel sono di pattuglia insieme quando salvano Abby, mentre nella serie Joel è con Dina. Per il resto, la scena della morte di Joel è abbastanza accurata, anche per quanto riguarda alcuni dialoghi pronunciati da Dever e Ramsay e l’arma che Abby usa per torturare Joel. Nonostante l’importante aggiunta dell’attacco di Jackson, Joel muore nello stesso modo in cui muore nel gioco, lasciando intendere che il resto della seconda stagione di The Last of Us rimarrà abbastanza fedele alla storia già raccontata.

Cosa significa la morte di Joel per il futuro di Ellie

La vita di Ellie cambierà irrimediabilmente dopo aver assistito alla brutale morte di Joel. Nonostante Ellie sia arrabbiata con lui quando Abby lo uccide, il suo amore per Joel è evidente quando gli urla di alzarsi prima di strisciare sul suo corpo senza vita. In un certo senso, Ellie perde il suo legame principale con la comunità di Jackson – anche se ha creato i suoi legami, questo la destabilizza in molti modi. La famiglia che ha trovato – Jesse, Dina, Tommy e Maria – le sarà sempre vicina, ma le conseguenze emotive potrebbero spingerla ad allontanare tutti quando ha più bisogno del loro sostegno.

LEGGI ANCHE: Perché Ellie è così arrabbiata con Joel in The Last of Us – Stagione 2?

Bella Ramsey in The Last of Us - Stagione 2 episodio 2
Bella Ramsey in The Last of Us – Stagione 2 episodio 2. Cortesia di Max.

Dove vanno Abby e il suo gruppo dopo aver ucciso Joel

Dopo il massacro a Salt Lake City, il futuro di Abby e dei suoi amici sembrava incerto. Sebbene Abby volesse dare subito la caccia a Joel, Owen la implorò di ragionare e di dare loro il tempo di riorganizzarsi prima di dargli la caccia. Se la serie continuerà a seguire il gioco, si scoprirà che Abby e i suoi amici sono andati a Seattle. Lì si sono uniti al Fronte di Liberazione di Washington, hanno affinato le loro abilità e si sono preparati a recarsi a Jackson cinque anni dopo per uccidere Joel. Dopo la morte di Joel nel gioco, Abby e i suoi amici tornano a Seattle, dove il WLF è impegnato in una guerra contro i Serafini, un culto religioso che ha conquistato parti della città.

Ellie cercherà Abby?

The Last of Us – Stagione 2 è in gran parte incentrato sui cicli di violenza e vendetta e, per affrontare questi temi, Ellie seguirà Abby e i suoi amici per mettere in atto il proprio. Nel secondo trailer della stagione 2, vediamo un breve filmato di due persone a cavallo che si avvicinano alla città di Seattle, quindi sembra che Ellie si dirigerà davvero verso ovest. Non è chiaro, però, chi ci andrà per primo. Nel gioco, Tommy decide di seguire per primo Abby e i suoi amici, cedendo al suo desiderio di vendetta e lasciando Jackson da solo. Come e quando Tommy raggiungerà Seattle nella serie, se lo farà, non è ancora chiaro.

Gli infetti attaccano Jackson

L’attacco a Jackson è invece la più grande deviazione dal gioco attuata da The Last of Us – Stagione 2 finora. Gli accenni al possibile arrivo di un attacco di questo tipo sono stati fatti nel corso dell’episodio 1, e l’indizio più grande sull’attacco è stato dato proprio alla fine dell’episodio 1 della stagione 2 di The Last of Us. Gli sforzi per espandere Jackson sono continuati nei cinque anni di distanza tra le stagioni 1 e 2 e questo include lo scavo delle infrastrutture costruite in precedenza. Una conduttura esposta, tuttavia, ha rivelato che una rete di cordyceps è cresciuta sotto la città.

Queste reti permettono agli infetti di comunicare tra loro e quando questa rete viene attaccata mentre si continua a costruire, gli infetti vengono chiamati a Jackson, spingendo l’orda a trovare la città murata, lasciando la devastazione nella loro scia. Il creatore Neil Druckmann ha precedentemente parlato di queste reti di cordyceps con Polygon, rivelando il loro funzionamento: “Volevamo che queste cose fossero interconnesse. Possono uscire contro di noi come una massa”.

Gabriel Luna in The Last of Us - Stagione 2 episodio 2
Gabriel Luna in The Last of Us – Stagione 2 episodio 2. Cortesia di Max.

Come Tommy sopravvive all’attacco dei Bloater

Uno dei momenti più emozionanti dell’attacco a Jackson è la lotta di Tommy con il famigerato Bloater, una mutazione massiccia degli infetti. Il Bloater è il modo in cui gli infetti si introducono a Jackson e, sebbene gli altri creino scompiglio, è questa creatura ad avere il potenziale per causare il maggior caos grazie alla sua forza bruta. Quando il Bloater ha messo gli occhi su Maria, Tommy lo distrae, allontanandolo dalla moglie, prima di ritrovarsi con le spalle al muro. Fortunatamente, Tommy è armato di un lanciafiamme ed è in grado di scatenare tutto ciò che ha contro il Bloater, riuscendo ad eliminare la minaccia.

Cosa succederà a Jackson dopo l’attacco degli infetti?

La comunità di Jackson non ha però perso solo Joel, ma anche innumerevoli civili e parti fondamentali della propria infrastruttura, il che significa che l’obiettivo principale sarà la ricostruzione dopo queste perdite devastanti. Come leader della comunità, Tommy e Maria saranno probabilmente combattuti tra ciò che è meglio per Jackson e il loro desiderio di vendetta. Dato il complesso sistema che hanno messo in piedi, la guarigione sembra possibile per Jackson. L’attacco, per quanto devastante, non è stato così grave come avrebbe potuto essere. Dato che è riuscita a resistere all’attacco, è probabile che Jackson ne uscirà rafforzata in The Last of Us.

Heartstopper: la quarta stagione sarà un film a conclusione della serie

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Finalmente ci sono novità per i fan di Heartstopper che hanno pazientemente atteso per oltre sei mesi di conoscere il destino della loro serie. Potrebbe non essere esattamente quello che speravano (la quarta stagione), ma è comunque una buona notizia: altre puntate di Heartstopper sono in arrivo e la storia di Nick e Charlie avrà una conclusione degna.

Netflix ha dato il via libera a un film di Heartstopper, interpretato e prodotto esecutivamente dai protagonisti della serie Joe Locke e Kit Connor e diretto da Wash Westmoreland (Still Alice, Colette), che fungerà da finale di serie. L’annuncio è stato fatto in occasione del terzo anniversario della première di Heartstopper, il 22 aprile 2020.

La creatrice di Heartstopper, Alice Oseman, sui cui graphic novel si basa la serie romantica di formazione, torna come sceneggiatrice del lungometraggio, che trarrà spunto dal sesto e ultimo volume della graphic novel. (La prima stagione copriva i volumi 1-2, la seconda stagione era basata sul volume 3 e la quarta stagione seguiva i volumi 4 e 5.)

Non c’è ancora una data di pubblicazione per il volume 6, che è ancora in fase di scrittura. Oseman ha indicato che idealmente, l’ultimo libro dovrebbe uscire prima della conclusione della serie TV.

Joe Locke e Kit Connor torneranno nel film di Heartstopper

Nel finale di Heartsopper, Nick (Connor) e Charlie (Locke) sono inseparabili, ma con Nick che si prepara a partire per l’università e Charlie che trova una nuova indipendenza a scuola, la realtà di una relazione a distanza inizia a pesare su di loro. I dubbi prendono piede e la loro relazione si trova ad affrontare la sfida più grande di sempre. Nel frattempo, anche i loro amici stanno affrontando gli alti e bassi dell’amore e dell’amicizia, affrontando le agrodolci sfide della crescita e del cambiamento. I primi amori possono davvero durare per sempre?

Westmoreland, che vanta una vasta esperienza nel cinema, succede a Euros Lyn, che ha diretto le prime due stagioni di Heartstopper, e ad Andy Newbery, che ha diretto la terza stagione. Locke e Connor si uniscono ai produttori esecutivi del film, insieme a Oseman, Lyn, Patrick Walters, Iain Canning ed Emile Sherman, che hanno tutti ricoperto il ruolo di produttori esecutivi nelle prime tre stagioni. See-Saw Films torna come casa di produzione. Le riprese dovrebbero iniziare nell’estate del 2025.

Un finale di serie cinematografica non è una novità: nel 2017, Netflix ha commissionato un film su Sense8 in seguito alle reazioni negative dei fan quando la piattaforma di streaming ha cancellato la serie fantascientifica dei Wachowski dopo due stagioni con un finale in sospeso. Tra le altre serie a cui le reti hanno dato una conclusione cinematografica ci sono Timeless (NBC), CSI (CBS) e Deadwood (HBO).

In viaggio con mio figlio: recensione del nuovo film con Robert De Niro

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Approda finalmente nelle sale cinematografiche italiane In viaggio con mio figlio (titolo originale Ezra). La pellicola, prodotta, diretta e interpretata dall’attore e regista Tony Goldwyn (Una famiglia vincente- King Richard, il presidente Grant nella serie Scandal), era già stata presentata in Italia in anteprima tra le proiezioni speciali all’Alice nella città, una sezione della Festa del cinema di Roma. L’anteprima mondiale si era invece svolta durante il Toronto Film Festival il 9 ottobre 2023. Il film, portatore di importanti tematiche come la consapevolezza sull’autismo e il rapporto padre- figlio, vede la partecipazione di un cast d’eccellenza. Bobby Cannavale (Blue Jasmine, Blonde) qui interpreta Max, un padre che fa di tutto per essere presente per suo figlio Ezra, mentre Rose Byrne (Come un tuono, Marie Antoinette) è nel ruolo di Jenna, ex moglie di Max. Altre importanti figure nel cast sono Robert De Niro (The Alto knights, Taxi Driver), padre di Max nel film, e Vera Formiga (The departed- il bene e il male, Hawkeye),  che è nei panni di Grace, un’amica di Max.

In viaggio con mio figlio: un amore senza limiti

Max lavora come stand up comedian: sta cercando di farsi notare il più possibile dai “pezzi grossi” della comicità come Jimmy Kimmel per poter finalmente essere il padre che suo figlio,  Ezra, merita. Ezra vive con la madre, in quanto i genitori sono divorziati: per quanto il bambino si diverta col padre, tutto viene un po’ complicato dal fatto che lui sia molto facilmente influenzabile e abbia delle difficoltà sociali dovute all’autismo.

Dopo un’atto di ribellione, Ezra viene espulso da scuola, con il consiglio delle insegnanti di utilizzare psicofarmaci per calmarlo e di iscriverlo in una scuola privata specializzata per bambini autistici. Max non accetta di chiudere Ezra in una campana di vetro, di non farlo crescere nel pluralismo di una scuola pubblica; dopo il litigio con Jenna, madre di Ezra, il bambino sente un pezzo di discussione tra la donna e il suo nuovo compagno Bruce in cui in due ipotizzavano di “togliere di mezzo” Max. Pensando che il proprio padre fosse in pericolo, Ezra fugge di casa e viene accidentalmente investito da una macchina.

Pensando che non si trattasse di un incidente, il medico prescrive dei farmaci al bambino: alla violenta reazione di Max, scatta per il padre un ordine restrittivo nei confronti di Ezra. Ma l’amore e l’impulsività porteranno Max a fare la qualsiasi pur di poter continuare a stare con suo figlio.

In viaggio con mio figlio: discriminazione o best interest?

L’azione che da inizio al climax di sfortunati eventi presentati in In viaggio con mio figlio è l’espulsione da scuola di Ezra, dopo che il bambino ha incitato altri compagni ad uscire da scuola. Pur trattandosi  certamente di un fatto potenzialmente pericoloso, ci si chiede se le raccomandazioni delle maestre a spostare Ezra in  una scuola “speciale” e di dargli psicofarmaci siano fatte nell’interesse del minore (in gergo giuridico best interest of the minor) o piuttosto perché si tratta di un bambino più difficile, che necessita più tutele e attenzioni di altri.

La questione quindi diventa un ottimo spunto di riflessione: per un bambino come Ezra, è meglio essere escluso a priori da un contesto pluralista come la scuola pubblica o continuare a farne parte, con tutte le difficoltà che ne possono derivare? Un ruolo fondamentale in questa scelta lo potrebbero giocare delle maestre in grado di dedicare maggiori attenzioni a un alunno come Ezra, ma in una scuola pubblica questo non è sempre possibile.

La crescita di Ezra

All’inizio del film Ezra è possibile per il pubblico notare tutte le piccole fissazioni che caratterizzano il  personaggio: citare sempre frasi di film, parlare in maniera diretta e sincera e l’odio per il contatto fisico.

Proprio durante il road trip con Max, tutte queste sue caratteristiche emergono in maniera più chiara e problematica, come l’odio per le banane e la paura per le posate di metallo. Piano piano però Ezra riesce a superare tutte queste cose, grazie al supporto del padre e anche grazie alla gentilezza di un altra bambina: sembra quasi commuovente l’abbraccio tra quest’ultima e Ezra, il quale, con uno sforzo incredibile, cerca anche di ricambiare.

Il rapporto padre- figlio

In viaggio con mio figlio è certamente una pellicola che tratta in maniera anche profonda il rapporto padre-figlio, questa volta sviluppato su tre generazioni. A legare nonno, padre e nipote sembra anche essere lo spettro autistico: proprio nei tre questo sembra manifestarsi in maniera differente. Stan, il nonno, non riesce neanche a dire la parola autismo, evitando di parlare di questo come di altre questioni serie e fortemente emotive; Max invece, nonostante cerchi di esserci per suo figlio più di quanto suo padre fece con lui, è dominato da una rabbia incontrollato e da una certa impulsività che lo porta a prendere decisioni irrazionali in nome dell’amore. Nonostante tutto, Max e Stan riusciranno a risanare il loro rapporto, avendo finalmente una discussione sincera sul passato, sul presente e sul futuro.

In viaggio con mio figlio è in definitiva una pellicola che riesce a integrare tematiche delicate come il rapporto padre- figlio in una famiglia con genitori divorziati con un contesto comunque allegro e a tratti comico.

Weapons: il trailer dell’horror/thriller targato New Line Cinema

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Weapons: il trailer dell’horror/thriller targato New Line Cinema

Dalla New Line Cinema e Zach Cregger, la mente originale dietro “Barbarian”, arriva un nuovo horror/thriller: “Weapons”.

Quando tutti i bambini di una stessa classe, tranne uno, scompaiono misteriosamente nella stessa notte esattamente alla stessa ora, l’intera comunità si ritrova a interrogarsi su chi – o cosa – sia responsabile della loro sparizione.

Il cast di Weapons

Il film è interpretato da Josh Brolin, Julia Garner, Alden Ehrenreich, Austin Abrams, Cary Christopher, con Benedict Wong e Amy Madigan.

Cregger firma la regia del film da una sua sceneggiatura originale. Lo stesso Cregger è produttore del film insieme a Roy Lee, Miri Yoon, J.D. Lifshitz e Raphael Margules. Michelle Morrissey e Josh Brolin sono i produttori esecutivi. Il team creativo dietro la macchina da presa include il direttore della fotografia Larkin Seiple, lo scenografo Tom Hammock, il montatore Joe Murphy e la costumista Trish Sommerville. Le musiche sono di Ryan Holladay, Hays Holladay e Zach Cregger.

New Line Cinema presenta una produzione Subconscious / Vertigo Entertainment / BoulderLight Pictures, un film di Zach Cregger, “Weapons”. Distribuito da Warner Bros. Pictures, il film arriverà nelle sale italiane il 6 agosto.

Ambulance: guida al cast e ai personaggi del film

Ambulance: guida al cast e ai personaggi del film

Diretto da Michael Bay da una sceneggiatura di Chris Fedak e adattato dall’omonimo film danese, Ambulance (qui la recensione) è la specialità del regista: un film d’azione ad alto tasso d’adrenalina con molta suspense e dramma. La trama ruota attorno a Will Sharp, un uomo che, alla ricerca disperata di denaro per pagare l’intervento chirurgico della moglie, si rivolge al fratello Danny per un prestito. Questi, tuttavia, lo recluta per una rapina in banca che vedrà i due portare via 32 milioni di dollari, sempre che non vengano catturati. Lee cose, naturalmente, prendono una piega inaspettata quando il loro piano va storto e sono costretti a rubare un’ambulanza nel tentativo di impedire alla polizia di inseguirli.

Uscito in sala nel 2022 e accolto da buoni pareri della critica e del pubblico, Ambulance vanta un cast che comprende alcune grandi star, tra cui un veterano come Jake Gyllenhaal, e altre in ascesa. Anche se il film è incentrato principalmente su alcuni personaggi principali, ci sono diversi attori non protagonisti che svolgono ruoli cruciali nel corso del film, il che rende alcuni aspetti del film ancora più intensi. In questo articolo, proponiamo una guida completa al cast, ai personaggi che interpretano e a quali altri progetti hanno partecipato in precedenza.

Il cast principale di Ambulance

Jake Gyllenhaal nel ruolo di Danny Sharp

Danny Sharp è un rapinatore di banche che ha un sistema collaudato per i suoi colpi, almeno fino a quando uno di essi non va storto. Egli ha infatti rapinato bene 38 banche nella sua vita ed è protettivo nei confronti del fratello, seppure si approfitta del suo aiuto per portare a termine i propri obiettivi. Il personaggio è interpretato da Jake Gyllenhaal, noto soprattutto per i suoi ruoli in Donnie Darko, Prisoners, Brokeback Mountain, Source Code, Nightcrawler, Zodiac, The Guilty e Spider-Man: Far From Home.

Ambulance spiegazione finale
Jake Gyllenhaal e Yahya Abdul-Mateen II in Ambulance. Foto di Andrew Cooper/Universal Pictures – © 2021 Universal Studios. All Rights Reserved.

Yahya Abdul-Mateen II nel ruolo di Will Sharp

Will Sharp è invece il fratello di Danny. I due sono cresciuti insieme dopo che il padre di Danny lo ha accolto. All’inizio del film, Will è un veterano dei Marines degli Stati Uniti che sta lottando per trovare un lavoro e per pagare l’intervento chirurgico sperimentale della moglie, che l’assicurazione non copre. Per questo si unisce a Danny nella sua rapina in banca. Il personaggio è interpretato da Yahya Abdul-Mateen II, noto soprattutto per Candyman, Aquaman, Watchmen, Il processo ai Chicago 7, Matrix Resurrections, The Greatest Showman e la serie Netflix The Get Down.

Eiza González nel ruolo di Cam Thompson

Camille “Cam” Thompson è un paramedico. È bravissima nel suo lavoro, ma tiene le persone a distanza. Quando interviene per una rapina in banca, si ritrova ad essere un ostaggio della rapina stessa, bloccata nell’ambulanza con i due fratelli Sharp. Cam è interpretata da Eiza González, nota soprattutto per Baby Driver – Il genio della fuga, I Car a Lot, Godzilla vs. Kong, Fast & Furious – Hobbs & Shaw e Alita – Angelo della Battaglia. Più di recente ha recitato nella serie Netflix Il problema dei 3 corpi.

Garret Dillahunt nel ruolo del Capitano Monroe

Il Capitano Monroe è a capo della Sezione Investigazioni Speciali, l’unità di sorveglianza tattica del Dipartimento di Polizia di Los Angeles. Si tratta di una figura tanto bizzarra quanto divertente all’interno del film. Il personaggio è interpretato da Garret Dillahunt, noto soprattutto per Deadwood, 12 anni schiavo, Non è un paese per vecchi, Raising Hope, Fear the Walking Dead, Widows e The Mindy Project.

Keir O’Donnell nel ruolo di Anson Clark

In ultimo, nel cast principale di Ambulance vi è Anson Clark, un agente dell’FBI che si occupa della divisione banche. Anson è interpretato da Keir O’Donnell, noto soprattutto per 2 single a nozze, Fargo, L’alba del pianeta delle scimmie, Gifted – Il dono del talento e Ray Donovan.

Eiza Gonzalez in Ambulance
Eiza Gonzalez in Ambulance. Foto di Andrew Cooper/Universal Pictures – © 2021 Universal Studios. All Rights Reserved.

Cast e personaggi di supporto di Ambulance

Jackson White nel ruolo dell’agente Zach

L’agente Zach è un poliziotto alle prime armi che si trova nel mezzo di una rapina in banca. Zach è interpretato da Jackson White, noto per le serie Mrs. Fletcher, SEAL Team e The Middle.

Olivia Stambouliah nel ruolo del tenente Dhazghig

Il tenente Dhazghig è un dipendente della polizia di Los Angeles ed è responsabile della sorveglianza della città dalla sua posizione di pilota di elicotteri. Dhazghig è interpretata da Olivia Stambouliah, nota soprattutto per Packed to the Rafters e Soul Mates.

Moses Ingram nel ruolo di Amy Sharp

Amy Sharp è la moglie di Will e madre del loro figlio Tate. Moses Ingram, l’attrice che la interpreta, è nota per The Tragedy of Macbeth e per la miniserie di successo di Netflix La regina degli scacchi.

Colin Woodell nel ruolo di Scott

Scott è un paramedico e partner di Cam nel lavoro. Ad interpretarlo vi è Colin Woodell, conosciuto soprattutto per le serie televisive The Flight Attendant, The Purge, Devious Maids e The Originals.

Garret Dillahunt in Ambulance
Garret Dillahunt in Ambulance. Foto di Andrew Cooper/Universal Pictures – © 2021 Universal Studios. All Rights Reserved.

Cedric Sanders nel ruolo dell’agente Mark

Mark è il partner di Zach. L’attore che lo interpreta è Cedric Sanders, conosciuto soprattutto per The Social Network, American Gangster, American Koko, Future Man e ha partecipato come guest star a Law & Order: Special Victims Unit e NCIS: Los Angeles.

Jesse Garcia nel ruolo di Roberto

Roberto è il figlio di Papi, che lavora con Danny durante gli eventi di Ambulance. Jesse Garcia è conosciuto soprattutto per Narcos: Messico, Dal tramonto all’alba: la serie e Una fantastica e incredibile giornata da dimenticare.

Devan Chandler Long nel ruolo di “Mel Gibson”

“Mel Gibson” è uno degli uomini di Danny, chiamato così perché ricorda l’attore. Devan Chandler Long, l’attore che lo interpreta, è apparso in Ghosts, Doom Patrol e Bosch.

Oscar 2026, nuove regole: per votare in una categoria è necessario guardare tutti i film candidati

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L’Academy of Motion Picture Arts and Sciences ha approvato un nuovo regolamento per i premi, aggiornato il regolamento promozionale della campagna e indicato le date chiave per la prossima 98ª edizione degli Oscar 2026.

Il periodo di votazione per le nomination si svolgerà da lunedì 12 gennaio a venerdì 16 gennaio. I candidati ufficiali saranno annunciati giovedì 22 gennaio, seguiti dall’annuale pranzo dei candidati agli Oscar martedì 10 febbraio. La votazione finale per determinare i vincitori si aprirà mercoledì 26 febbraio e si chiuderà mercoledì 5 marzo, 10 giorni prima della cerimonia in diretta.

Tra le modifiche più importanti figurano i requisiti di voto rivisti, l’introduzione di un premio “Achievement in Casting” e linee guida più chiare sull’uso dell’intelligenza artificiale generativa nella produzione cinematografica. Il regolamento aggiornato include anche un’estensione dei requisiti di ammissibilità per i registi internazionali e nuove scadenze per l’invio delle candidature in diverse categorie.

Oscar: dal 2027 entrerà in vigore la categoria Miglior Stunt Design

In un cambiamento procedurale fondamentale, i membri dell’Academy sono ora tenuti a visionare tutti i film candidati all’interno di una categoria per poter votare nella fase finale. Sebbene sia sorprendente che questo non fosse già un requisito formale, rimangono dubbi su come l’Academy intenda verificare il rispetto della norma e applicarla.

Similmente a come avviene il voto dei BAFTA, i membri dell’Academy potranno accedere alle schede di voto del turno finale solo per le categorie in cui hanno confermato di aver visto tutti i film nominati. L’Academy monitorerà l’attività di visione tramite la sua piattaforma streaming Academy Screening Room, riservata ai membri. Per i film visti al di fuori della piattaforma, come festival, proiezioni o eventi privati, i membri devono inviare un modulo che indichi quando e dove hanno visto il film. Questo processo di verifica, precedentemente utilizzato nelle votazioni preliminari e per le nomination per categorie come lungometraggi internazionali, lungometraggi d’animazione e cortometraggi, viene ora applicato a tutte le categorie. L’iniziativa mira a ridurre il cosiddetto “coattail voting” (voto a coda di rondine) e a incoraggiare decisioni più consapevoli da parte degli elettori.

Inoltre, tutti i candidati designati in ciascuna categoria appariranno ora nella scheda di voto finale, un aggiornamento rispetto agli anni precedenti, quando appariva solo il titolo del film. Si tratta di un cambiamento gradito per nomine di lunga data come la cantautrice Diane Warren e il sound designer Greg P. Russell.

Anche il premio per la migliore fotografia è stato aggiunto alla procedura di selezione delle shortlist. Il Cinematographers Branch selezionerà tra 10 e 20 film. Le votazioni per tutte le categorie delle shortlist, tra cui suono, effetti visivi, trucco e acconciature, documentario, lungometraggio internazionale e i tre cortometraggi, si svolgeranno dall’8 al 12 dicembre. Al momento, 12 categorie di film di alto livello utilizzano le shortlist, mentre solo scenografia, costumi e montaggio vengono ancora determinati esclusivamente durante la fase di nomination.

L’Academy ha anche pubblicato le sue prime linee guida ufficiali sull’intelligenza artificiale nel cinema. Le nuove regole stabiliscono che l’uso dell’intelligenza artificiale generativa o di altri strumenti digitali non favorirà né ostacolerà le possibilità di un film di essere candidato. Al contrario, gli elettori sono invitati a valutare il grado di creatività umana coinvolta.

La regola afferma: “Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale generativa e altri strumenti digitali utilizzati nella realizzazione del film, gli strumenti non favoriscono né compromettono le possibilità di ottenere una nomination. L’Academy e ciascuna sezione giudicheranno il risultato, tenendo conto del grado di coinvolgimento umano nel processo creativo. Il riconoscimento nella scelta del film da premiare.”

Per essere presi in considerazione come miglior film, i film devono presentare la prova di candidatura alla Producers Guild of America in base alla loro finestra di distribuzione. I titoli usciti tra il 1° gennaio e il 30 giugno 2025 devono essere presentati entro il 10 settembre. I film usciti tra il 1° luglio e il 31 dicembre 2025 devono essere presentati entro il 13 novembre. La scadenza anticipata per la presentazione delle candidature è probabilmente intesa a evitare confusione, come è accaduto la scorsa stagione, quando sei dei 10 candidati al miglior film erano inizialmente elencati come “candidati da definire”.

Altre modifiche al regolamento e alla campagna includono:

  • Le votazioni per le nomination dei cortometraggi d’animazione saranno ora aperte a tutti i membri dell’Academy che aderiranno e guarderanno tutti i 15 film selezionati.
  • L’idoneità per i lungometraggi internazionali è stata estesa per includere registi con status di rifugiato o asilo.
  • Le categorie musicali hanno ora scadenze anticipate per la presentazione delle candidature: 15 ottobre per la canzone originale e 3 novembre per la colonna sonora originale.
  • I festival cinematografici qualificanti per gli Oscar, come AFI, Cannes e Doc NYC, possono ora avere accesso a case di mailing approvate per condividere informazioni sulla programmazione del festival con i membri dell’Academy.

Le date chiave per la stagione degli Oscar 2025 iniziano ad agosto e si concluderanno con la diretta a marzo. Il calendario completo delle scadenze per la presentazione delle candidature, dei periodi di votazione e degli eventi speciali è disponibile su oscars.org/rules.

La lista dei film di quest’anno sembra promettente e potrebbe includere film di Guillermo del Toro (“Frankenstein”), Chloé Zhao (“Hamnet”), Yorgos Lanthimos (“Bugonia”) e individualmente dai fratelli Safdie (“The Smashing Machine” di Benny Safdie e “Marty Supreme” di Josh Safdie). Tutti i regolamenti e le date della 98ª edizione degli Academy Awards sono soggetti a modifiche. La cerimonia di premiazione si terrà il 15 marzo 2026.

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