Ecco un toccante video tributo al Wolverine di Hugh Jackman nella sua ultima eroica apparizione in Logan – The Wolverine, diretto da James Mangold. Il video è stato realizzato dal canale Youtube The Garo Studios.
Per Hugh Jackman questo ritorno nei panni del mutante con gli artigli di adamantio sarà la sua ottava volta (se si conta anche il cameo di X-Men L’Inizio) nel personaggio. È l’attore che più di tutti rappresenta i mutanti Marvel al cinema, una sorta di Robert Downey Jr per il corrispettivo MCU, e potrebbe essere arrivato alla fine del suo coinvolgimento nel franchise proprio con questo film.
Alla regia c’è James Mangold (già regista di Wolverine L’Immortale), mentre nel cast ci saranno Hugh Jackman,Boyd Holbrook, Richard E. Grant, Stephen Merchant, Eriq La Salle, Elise Neal ePatrick Stewart.
Nel prossimo futuro, uno stanco Logan si prende cura di un malato Professor X, in un nascondiglio sul confine messicano. Ma i tentativi di Logan per nascondersi dal mondo e dal suo passato finiscono quando arriva una giovane mutante, inseguita da forze oscure.
Adam Wingard, regista dell’adattamento cinematografico di Death Note, ha parlato con IGN e Collider spiegando le differenze del suo film dal materiale originale:
“Si tratta di uno di quei progetti nei quali più si cerca di essere fedeli al materiale originario più è inevitabile allontanarvisi. È un altro Paese e in un contesto diverso, e tutto deve essere condensato in un film di due ore. Per me, ha significato indagare alcune tematiche attuali nell’America del nostro tempo. Ad esempio, cosa sono il bene e il male e cosa c’è nella zona grigia compresa tra i due estremi. Questo è il vero cuore di Death Note ed è per questo che ci abbiamo lavorato. All’inizio dei lavori, leggendo il manga, mi chiedevo “Come si traduce tutto questo negli Stati Uniti? […] A quali tipologie di programmi segreti potrebbe lavorare il Governo? E come trasporre tutto questo nel mondo di Death Note?
Le personalità dei personaggi sono leggermente diverse. L è leggermente diverso anche se ci sono similitudini con la versione originaria, come nel fatto che adori i dolci.[…] Tuttavia, alla fine, l’approccio al personaggio di L è diverso. […] Probabilmente, l’unico personaggio che abbiamo trasposto in maniera del tutto fedele è Ryuk.”
Death Notesarà disponibile sul catalogo in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo a partire dal 25 Agosto 2017.
Sinossi:
Basato sul celebre manga giapponese di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata, Death Note segue le vicende di uno studente liceale che trova un libro dotato di poteri sovrannaturali: se il proprietario vi scrive sopra il nome di qualcuno, disegnando al contempo il suo volto, quella persona morirà.
Reso folle dai suoi nuovi poteri divini, il ragazzo inizia ad uccidere quelli che non ritiene degni di vivere.
Il film originale Netflix è diretto da Adam Wingard (Blair Witch, You’re Next), tra i membri del cast Nat Wolff (Paper Towns), Margaret Qualley (The Leftovers), Lakeith Stanfield (Get Out), Paul Nakauchi (Pirates of the Caribbean: At World’s End), Shea Whigham (American Hustle) e Willem Dafoe (Spider-Man) come voce di Ryuk.
Guarda la clip esclusiva di L’infanzia di un capo, opera prima di Brady Corbet, interpretato da Bérénice Bejo, Robert Pattinson, Stacy Martin, Liam Cunnnigham e Tom Sweet.
Liberamente ispirato ad un racconto di Jean-Paul Sartre e girato in 35mm, il film racconta, in quattro atti, la vita del piccolo Prescott (Tom Sweet) nella villa vicino a Parigi dov’è alloggiato con i suoi genitori. Il papà (Liam Cunningham), consigliere del presidente americano Wilson, lavora alle stressanti trattative di definizione di quello che diventerà il famigerato trattato di Versailles, appena dopo la fine della prima guerra mondiale.
La formazione del carattere di Prescott è segnata da una precoce tensione intellettuale e da frequenti scatti d’ira, che portano inevitabilmente alla continua ridefinizione degli equilibri di potere familiare. Fra le storture e le ipocrisie sociali che avvelenano una coscienza al suo nascere e la preparano ad una sorte colpevole, si consuma lo scontro tra lo sterile e vigliacco mondo maschile dei diplomatici, e dell’ambiguo amico di amiglia Charles Marker (Robert Pattinson), e quello femminile, al contrario vitale e vibrante, che circonda il bambino con le tre profondamente diverse figure di donna che gestiscono la sua vita: l’austera e religiosa mamma (Bérénice Bejo), la dolce governante (Yolande Moreau) e la fragile insegnante di francese (Stacy Martin).
In quella che è una lampante e allo stesso delicata simbologia del male del fascismo che di lì a poco infetterà l’Europa, la consapevolezza auto-affettiva di Prescott si addensa inesorabilmente nel nichilismo del primo dopoguerra, che alzerà appunto il sipario alle tirannie del Ventesimo Secolo.
Ecco un nuovo video da The War – Il Pianeta delle Scimmie in cui vediamo gli effetti visivi e la mo-cap all’opera sul volto di Andy Serkis.
La sinossi di The War – Il Pianeta delle Scimmie
In The War – Il Pianeta delle Scimmie, il terzo capitolo del franchise di blockbuster acclamato dal pubblico, Caesar e le sue scimmie sono forzati a intraprendere un conflitto mortale contro un’armata di uomini guidati dal Colonnello, una persona senza scrupoli. Dopo che le scimmie hanno affrontato terribili perdite, Caesar combatte con il suo istinto più oscuro e intraprende la sua solitaria e mitica impresa per vendicare la sua specie. Quando il suo viaggio lo porta faccia a faccia con il Colonnello, i due sono costretti a combattersi in una battaglia epica che determinerà il fato di entrambe la specie e il futuro del pianeta.
Confermati nella produzione, ci sono il regista Matt Reeves e i protagonisti, Andy Serkis nei panni di Caesar e Woody Harrelson in quelli del Colonnello.
Stando a quanto ha dichiarato Kevin Feige, il primo film di Guardiani della Galassia prevedeva, nelle intenzioni originali, un piccolo cameo di un personaggio iconico di Star Wars. Ecco cosa ha detto il boss Marvel: “Abbiamo sempre pensato che a un certo punto del film avremmo svelato la natura umana di Peter Quill. Per diverso tempo ho ritenuto che sarebbe stato davvero notevole portarvi dentro quest’astronave dove lui sta parlando con uno degli alieni che a un certo punto gli rovescia la borsa e, quando si piega a raccogliere quello che era caduto, tira su un pupazzo di Darth Vader.”
L’idea sarebbe stata precedente all’acquisizione, da parte di Disney, della Lucasfilm, e Feige ha spiegato che tutto ha preso un’altra piega con una proposta del regista di Guardiani della Galassia: “Riassumendo: è stato James Gunn a dirmi “Ho un’idea migliore: e se avesse un walkman con cui ascolta la musica?”. E io ho pensato “Oh, è una cosa geniale, perché quella di Star Wars sarebbe stata solo una singola citazione nerd, questa trovata della musica può ridefinire l’intero film!”.”
La notazione divertente è che sin dal primo capitolo, le due saghe sono spesso state associate, sia visivamente che narrativamente. Ci sarà occasione nel Vol. 3 di recuperare questo riferimento?
Leggi la recensione di Guardiani della Galassia Vol. 2
Confermati anche Yondu (Michael Rooker) e Nebula (Karen Gillan). Tra le new entry Pom Klementieff,Kurt Russell,Elizabeth Debicki,Tommy Flanagan e Chris Sullivan.
Al ritmo di una nuova, fantastica raccolta di brani musicali (Awesome Mixtape #2), Guardiani della Galassia Vol 2, racconta le nuove avventure dei Guardiani, stavolta alle prese con il mistero che avvolge le vere origini di Peter Quill. Vecchi amici e nuovi alleati, oltre ai personaggi preferiti dai fan verranno in aiuto ai nostri eroi mentre l’Universo Cinematografico Marvel continua ad espandersi.
Patty Jenkins tornerà alla regia di Wonder Woman 2, al fianco della magnifica protagonista Gal Gadot. Del film non sappiamo molto, se non che sarà ambientato nel presente, probabilmente.
Sui progetti per la storia, però, la Jenkins ha già qualche idea pronta per essere sviluppata: “Ho avuto una sorta di epifania su Wonder Woman 2. Pensavo che per me […] non fosse una conclusione obbligata quella di arrivare a girare un secondo film. Poi una sera, mentre mi stavo addormentando, ho pensato “Un momento, hai a disposizione il personaggio più ganzo di sempre e un cast che adori… sei pazza?”. Quindi ho realizzato che non sarebbe stato semplicemente “un altro film” ma il “suo film”. Espanderà il personaggio ma racconterà una storia completamente nuova. E [Wonder Woman] nel nostro mondo è divertente, perché è in grado di dirci qualcosa di profondo sulla nostra realtà.”
Nel cast di Wonder Womanci sono Gal Gadot, Chris Pine, Connie Nielsen, Robin Wright, Lucy Davis, Lisa Loven Kongsli, Danny Huston, Ewen Bremner, Saïd Taghmaoui, Elena Anaya e David Thewlis.
Il film è prodotto da Charles Roven, Zack Snyder e Deborah Snyder, con Richard Suckle, Stephen Jones, Wesley Coller, Geoff Johns, Connie Nielsen e Rebecca Roven come executive producers.
Selezionato nella quindicesima edizione dell’ Ischia Film Festival, Un altro me di Claudio Casazza è un documentario importante, impietoso nella sua onestà, eppure ricco di una umanità perduta e distante, lontana dai canoni del perbenismo e della morale comune. Un’umanità vibrante e scomoda che freme per farsi raccontare, nonostante la facciata di indifferenza.
Un altro me è un viaggio all’interno della struttura carceraria di Bollate. Casazza spiega: “Ho deciso di seguire un anno intero di lavoro tra l’equipe dell’Unità di Trattamento Intensificato per Autori di Reato Sessuale del CIPM e i detenuti “abitando” i luoghi delle riprese e girando con una troupe minima che non interferisse con quanto accadeva.”
Ma il progetto nasce per caso, a seguito di un invito del criminologo Paolo Giulini presso il carcere dove svolge questo percorso con i detenuti: “A questo incontro mi accorgo che c’era tanta umanità e un’importante bagaglio da raccontare, con tante contraddizioni in cui si discuteva di questioni molto spinose. L’idea è stata quella di raccontare il percorso più che il tema vero e proprio della violenza; e così ho provato a raccontare queste persone che provavano a confrontarsi con il proprio reato con l’aiuto e l’assistenza di psicologi criminologi.“
Come spiega il regista, ospite al Festival di Ischia dove ha presentato il film, il titolo della pellicola, Un altro me, ha una doppia valenza: “Un altro me è il detenuto che cerca una versione migliore di sé ma dall’altra parte c’è la società che dovrebbe provare a vedere l’altro in maniera diversa, per evitare che rimanga loro appiccicato il bollino del mostro.”
Da un punto di vista tecnico, il documentario ci mostra sempre i detenuti sfocati, in inquadrature che tagliano la loro figura, non li vediamo mai in viso: “Il film è girato con i protagonisti in fuori fuoco e per me significa da una parte la mancanza di una centratura che queste persone cercano di recuperare, e dall’altra c’è ancora l’occhio di chi guarda, di noi spettatori e società, che non ci sforziamo di vedere dall’altra parte dei componenti della società.”
Le conversazioni raccolte nel film sono eterogenee, non raccontano una storia specifica. Emergono le varie esperienze, ma il tentativo di Casazza è quello di diversificare l’estrazione sociale, le età, la ricchezza e la cultura dei detenuti coinvolti nel montaggio finale. “Raccontare soltanto una storia vorrebbe dire marchiare la persona che racconta il suo reato: sarebbe come scegliere un esempio, che può essere significativo, efferato, delirante, lo identifichiamo in quanto tale. Invece il lavoro che viene fatto è di diversa natura. Nella terapia e nel mio documentario abbiamo cercato di raccontare più le conseguenze che le cause.”
Su 200 ore di materiale girato, senza l’intenzione di raccontare una storia specifica, che criterio si adotta per il montaggio finale?
“Abbiamo fatto un grande lavoro di scrittura post-film. Prima delle riprese non abbiamo scritto nulla perché si trattava solo di osservazione, giorno per giorno, con cadenza settimanale. Circa 50 giorni all’anno. Alla fine il montaggio è cronologico in base ai racconti ma il primo criterio che ho utilizzato è stato quello della presa di coscienza. Da quei detenuti che rifiutano il reato con le solita scusanti a quelli che man mano prendono coscienza e riconoscono la loro colpa. Questo stadio si raggiunge soprattutto guardando e ascoltando gli altri detenuti, i loro reati. Alla fine si raggiunge la visione della vittima e la consapevolezza che il proprio reato ha avuto conseguenze su qualcuno. L’ultima parte è tutta sul futuro e sul cosa aspettarsi nel post carcere e dopo essere usciti. Alla fine le storie che ci vengono raccontate sono quattro o cinque con un campione rappresentativo di diverse fasce d’età. L’ultima versione è di un’ora e 23 minuti.”
Ma che responsabilità si sente a provare a restituire dignità a soggetti che la morale comune ci impone di considerare, forse a ragione, mostri?
“Personalmente penso che tutti siamo essere umani. Quello che fanno i criminologi, in termini tecnici, è tentare di restituirli ‘al campo degli umani’, solo in questo modo molto probabilmente queste persone non incorreranno nello stesso reato e solo così la società intera può trarre giovamento. Si lavora su queste persone perché si prova a restituirle alla società senza che riprendano il reato. E questo dovrebbe essere il compito di tutti i carceri: non solo strutture di detenzione ma di recupero e riabilitazione. Altrimenti la sola punizione non è correttiva.”
Che vita sta avendo questo documentario?
“È partito dal Festival dei Popoli, il 25 novembre scorso, che è il giorno dedicato alla violenza sulle donne. Poi siamo stati al Trieste Film Festival, il Festival del Cinema Europeo, adesso è all’Ischia Film Festival. È uscito ad Aprile e abbiamo fatto molte proiezioni in tutta Italia. Il film cresce e continua ad essere visto.”
La 20th Century Fox ha annunciato sei date, che vanno dal 2019 al 2021, che vedranno arrivare al cinema altrettante pellicole con protagonisti dei personaggi Marvel.
Sappiamo che in produzione ci sono al momento New Mutants, Deadpool 2 e X-Men Dark Phoenix, ma le date che sono state annunciate non sono ancora collegate ai film. Eccole di seguito:
7 giugno 2019
22 novembre 2019
13 marzo 2020
26 giugno 2020
2 ottobre 2020
5 marzo 2021
Quali saranno gli altri titoli che andranno a occupare quelle date? Tra questi potrebbero esserci anche Gambit, a lungo rimandato ma non ancora accantonato, e il film sulla X-Force. Che ne pensate? Quale titolo Marvel ha in serbo per noi la Fox?
La settima stagione di Pretty Little Liars nasce con una promessa chiara: chiudere il cerchio dopo sette anni di rompicapi, identità camuffate e verità taciute, riportando il racconto alla sua essenza primigenia—un gioco al massacro tra l’intimo e l’indizio, dove la prova forense conta meno dell’effetto-onda emotivo che ogni azione innesca su Spencer, Aria, Hanna, Emily e Alison. L’apertura con Tick-Tock, Bitches condensa tutto il lessico della serie: azione frenetica, minacce “impossibili”, ingressi di figure-chiave (Mary Drake) e quell’elasticità di logica che i fan hanno accettato come parte integrante del patto narrativo. Nello sviluppo, la stagione alterna episodi di forte trazione (l’omicidio di Rollins, il ritorno di Mona e Jenna, l’entrata in scena del “gioco da tavolo” di A.D.) a passaggi più dilatati, dove i nodi sentimentali funzionano da vero metronomo dei colpi di scena. È un equilibrio volutamente instabile: PLL non cerca la linearità ma la saturazione—di stimoli, sospetti, deviazioni—fino al finale extra-long che svela la maschera definitiva, tra twist dichiaratamente sopra le righe e un addio affettivo costruito per il pubblico che non ha mai smesso di “giocare”.
Dal trauma alla strategia: un innesco ad alta tensione che riporta Rosewood al suo “vecchio” sé
Il primo blocco (episodi 1–4) lavora di accumulo e riposizionamento. L’evento traumatico, l’omicidio di Elliott/“Mr. Rollins”, costringe le Liars a una coesione forzata e ripristina il codice morale ambiguo che da sempre alimenta la serie: sopravvivere significa mentire, manipolare, spostare l’asticella tra giusto e utile. L’episodio The Talented Mr. Rollins ritrova il vecchioPLL: ritmo forsennato, set-piece quasi horror, finale a bruciapelo. Subito dopo, Hit and Run, Run, Run apre la stagione al “noi contro il mondo”: l’azione non chiude indagini, ma sposta continuamente il terreno sotto i piedi delle protagoniste. È qui che rientra Mona—chiave inglese dentro un ingranaggio pieno di sabbia—e che Jenna riaccende quella luce sinistra sulla colpa originaria di Rosewood: ogni soluzione prevede un sacrificio.
A.D. come dispositivo drammaturgico: il “gioco” che trasforma la colpa in performance
Nella seconda metà, l’invenzione più interessante non è un indizio ma un format: il board-game di A.D., oggetto totemico che scientemente sposta PLL dal giallo classico al teatro della colpa. Ogni casella è un obbligo/verità che costringe le Liars a performare la loro ambiguità davanti a noi, più che a risolvere un mistero. Playtime (7×11) istituisce la regola e normalizza l’assurdo: non cerchiamo “chi è A.D.” con metodo, ma quanto le ragazze siano disposte a perdere pur di smettere di essere prede. È una scelta coerente con l’identità della serie: PLL non chiede di credere, chiede di partecipare—di collezionare teorie, affezionarsi ai sospettati, accettare che il gioco sia truccato. E proprio per questo, funziona.
Mary Drake, genealogie spezzate e la questione dell’identità: quando l’albero familiare è un labirinto
La linea Mary Drake/Jessica DiLaurentis sposta l’asse dall’esterno all’interno: non è solo “chi ci perseguita?”, ma da dove veniamo e chi siamo quando i legami di sangue vengono manipolati come prove a discarico. Le allusioni al “secondo figlio”, i ritorni di Jason e Noel, l’ombra lunga di Charlotte: tutto concorre a un romanzo familiare che è sempre stato il cuore segreto di PLL. In questo contesto, Spencer diventa il barometro emotivo della stagione: il suo percorso—tra rivelazioni di parentela, gaslighting istituzionale (Detective Furey/Tanner) e il dubbio della gemella—incarna la tesi più radicale del racconto: a Rosewood l’identità non si scopre, si costruisce, spesso a prezzo di un tradimento di sé. È una mossa rischiosa (la “teoria delle gemelle” abbraccia il trash), ma coerente con un universo che fa della maschera l’unica verità condivisa.
Amori come metronomo del plot: quando le coppie regolano la temperatura del mistero
È impossibile leggere la stagione prescindendo dai ritorni/revisioni delle coppie storiche. PLL non usa l’elemento romantico come contorno, bensì come pedale di risonanza dei colpi di scena: Ezra/Aria oscillano tra promessa e minaccia (Nicole come fantasma morale), Hanna/Caleb ritrovano un baricentro che vale più di un indizio, Emily/Alison convertono la linea “nemiche/amiche” in intimità dichiarata, chiudendo un arco identitario che la serie aveva preparato per anni. Anche qui il melò è deliberatamente alto, ma non gratuito: ogni scelta di coppia riorganizza la posta in gioco del mistero, aumentando o abbassando la pressione narrativa prima dei grandi svelamenti.
Mona e Jenna: le variabili impazzite che tengono onesto il gioco
Se A.D. è la regia occulta, Mona e Jenna sono le spie sul quadro comandi. La prima conferma il suo statuto di miglior personaggio “ambiguo” della serie: intelligente, emotivamente opaca, capace di passare da sospetta a salvifica, sempre un passo di lato rispetto al centro—laddove si muovono le menzogne efficaci. La seconda incarna la memoria tossica di Rosewood: ogni sua entrata in scena ricorda che nessun debito è davvero estinto. In Choose or Lose (7×18) e Farewell, My Lovely (7×19) la loro funzione si chiarisce: mettere pressione, aprire varchi, costringere le Liars a esporsi. È anche grazie a loro che il penultimo episodio riesce a dare prime risposte (il caso Charlotte) senza bruciare l’ultimo colpo in canna.
Punti di forza e cadute: tra adrenalina, nostalgia e una logica “elastica”
La stagione corre meglio quando accetta di essere sé stessa: iperbolica, emotiva, a tratti apertamente camp. Gli episodi ad alta densità (7×03, 7×04, 7×10, 7×18–19) funzionano perché fanno collassare l’indagine nel vissuto delle protagoniste, mentre i segmenti più “respirati” (7×02, 7×08, 7×12–13) rischiano di diluire la tensione a favore di routine sentimentali. La logica forense resta il tallone d’Achille: chiavette che spariscono con troppa facilità, forze dell’ordine “a intermittenza”, coincidenze provvidenziali. Ma il punto è che PLL non ha mai cercato la coerenza investigativa: ha cercato l’adesione emotiva di un pubblico disposto a sospendere l’incredulità in cambio di riconoscimento (amicizia, lealtà, sopravvivenza, self-empowerment). E su questo terreno, la settima stagione mantiene l’impegno.
Il finale “Till Death Do Us Part”: il coraggio (imperfetto) di scegliere il proprio trash
Il series finale—novanta minuti che coronano sette anni di attesa—sceglie la via più spettacolare e divisiva: abbraccia la teoria delle gemelle, spinge sul twist identitario, chiude le coppie e concede ai fan l’abbraccio collettivo che chiedevano. È una conclusione coerente con l’identità pop del progetto e, al contempo, espone tutte le sue fragilità: risposte parziali, incastri non perfetti, una certa fretta nel riallineare gli ultimi pezzi del puzzle. Ma—ed è un ma non irrilevante—il finale rispetta il patto affettivo con la sua community: la verità ultima può essere incredibile, purché sia godibile e non tradisca i personaggi. In questo senso, la prova di Troian Bellisario nel doppio registro e la centralità di Mona sono le scelte più felici: danno spessore all’iperbole e impediscono al fan-service di divorare tutto.
Bilancio critico: perché la settima stagione “funziona” nonostante i suoi paradossi
Pretty Little Liars 7 non converte gli scettici, ma conferma a chi l’ha amata cosa sia stata: una saga di amicizia e identità travestita da giallo, dove ogni indizio vale soprattutto per mettere alla prova le protagoniste e la loro alleanza. È televisione che privilegia il coinvolgimento alla verosimiglianza, che usa il trash come linguaggio e la nostalgia come collante. Nella sua migliore versione, questa stagione è adrenalinica, emotivamente “carica”, consapevole del proprio pubblico. Nella sua peggiore, ripete pattern, allunga percorsi, promette più di quanto possa mantenere. Ma chiude nel segno dell’appartenenza—e non è poco per una serie che ha vissuto della partecipazione attiva degli spettatori più di qualunque prova d’aula.
Ecco il trailer numero tre di Atomica Bionda, l’action movie con una esplosiva Charlize Theron nei panni della letale protagonista.
I protagonisti del film sono Theron e James McAvoy e la pellicola segna il debutto alla regia in solitaria per David Leitch, già regista di John Wick con Chad Stahelski e che dirigerà Deadpool 2.
Diretto da David Leitch su un adattamento di Kurt Johnstad, Atomica Biondaarriverà al cinema negli USA l’11 agosto 2017. Protagonisti del film sono Charlize Theron e James McAvoy. Nel cast ci sono anche John Goodman, Sofia Boutella, Til Schweiger, James Faulkner, Eddie Marsan, Roland Møller, Bill Skarsgård, Barbara Sukowa, Johannes Johannesson e Toby Jones.
Trama: Un agente segreto viene chiamato a entrare in azione quando un membro dell’IM6 viene ucciso poco prima della caduta del Muro di Berlino.
Durante uno dei molti Junket a cui Kevin Feige sta partecipando per la promozione di Spider-Man Homecoming, il boss dei Marvel Studios si è soffermato su Jason Statham e ha ammesso di aver considerato l’idea di far salire a bordo della famiglia Marvel, l’attore action:
“Siamo troppo fan di Jason – abbiamo parlato per un po’ con lui per interpretare un ruolo in uno dei nostri film. Non siamo riusciti a metterci d’accordo perché i suoi impegni non coincidevano con i nostri.”
Feige ha anche ricordato che Statham ha gentilmente declinato la sua offerta tramite una telefonata, ma ha poi suggerito che “forse la prossima volta” che avranno bisogno di lui, potrebbe essere quella giusta. Alla domanda su quale film e / o ruolo sia stato offerto a StathamFeige ha sorrise e timidamente si è rifiutato di rivelare, il che suggerisce che potrebbe trattarsi di un film che deve uscire tra poco – quindi forse Statham sarebbe potuto essere Skurge in Thor Ragnarok, ruolo che è poi è andato a Karl Urban.
Diretto da Jon Watts, nel cast del film protagonista Tom Holland nei panni di Peter Parker, Marisa Tomei in quelli di zia May e Zendaya sarà invece Michelle.
Al cast si aggiungono Michael Keaton, Michael Barbieri, Donald Glover, Logan Marshall-Green, Martin Starr, Abraham Attah, Selenis Leyva, Hannibal Buress, Isabella Amara, Jorge Lendeborg Jr., J.J. Totah, Michael Mando, Bokeem Woodbine, Tyne Daly e Kenneth Choi.
La trama ufficiale di Spider-Man Homecoming
Il giovane Peter Parker/Spider-Man (Tom Holland) che ha fatto il suo sensazionale debutto in Spider-Man Homecoming cerca il suo posto nel mondo come il supereroe SpiderMan. Entusiasta per la sua esperienza con i vendicatore Peter torna a casa, dove vive con la sia Zia May (Marisa Tomei), sotto l’occhio vigile del suom mentore Tony Stark (Robert Downey, Jr.). Mentre Peter cerca di riprendere la sua normale routine quotidiana una nuova minaccia sorge e un nuovo cattivo, Vulture (Michael Keaton) mette in pericolo la città di New York e metterà a dura prova Spider-Man.
Spider-Man Homecoming è prodotto da Kevin Feige e il team creativo dei Marvel Studios, supervisionato e co-prodotto da Amy Pascal della Sony Pictures che ne detiene i diritti e che ne supervisione lo sviluppo da oltre dieci anni.
Il film si basa su una sceneggiatura scritta da Jonathan Goldstein, John Francis Daley, Jon Watts, Christopher Ford e Chris McKenna, Erik Sommers. Spider-Man è un personaggio creato da Stan Lee e Steve Ditko.
Durante la promozione di Baby Driver, Edgar Wright ha spiegato perché ha abbandonato il film su Ant-Man a cui aveva lavorato per oltre dieci anni.
Adesso, sempre durante il tour promozionale, il regista inglese ha spiegato che non solo non ha visto il film, ma non ha nemmeno guardato il trailer, né altro materiale dallo stesso: “Non l’ho visto, non ho visto neanche il trailer. Sarebbe come se mi chiedessero “Vuoi vedere la tua ex fare sesso?”. Risponderei “No grazie, sto bene così”. Una volta sull’aereo mi sono accorto che la persona accanto a me lo stava guardando durante il volo. A quel punto ho pensato “Forse è il caso che mi distragga lavorando sul portatile”.”
Adesso si attende il sequel del film, Ant-Man and the Wasp.
Il sequel di Ant-Man, Ant-Man and The Wasp, arriverà al cinema il 6 luglio 2018. Alla regia potrebbe tornare Peyton Reed, mentre alla sceneggiatura c’è Adam McKay. Nel cast sono stati confermati i protagonisti Paul Rudde Evangeline Lilly. Confermati nel cast Michael Douglas, Michael Pena e David Dastmalchian.
Ant-Man è un film del 2015 diretto da Peyton Reed. Basato sui due omonimi personaggi dei fumetti Marvel Comics, Scott Lang e Hank Pym, il film è prodotto dai Marvel Studios e distribuito da Walt Disney Studios Motion Pictures, ed è la dodicesima pellicola del Marvel Cinematic Universe nonché l’ultimo della cosiddetta Fase Due. Il film è stato scritto da Edgar Wright & Joe Cornish e Adam McKay & Paul Rudd da una storia di Wright e Cornish ed è interpretato da Rudd, Evangeline Lilly, Corey Stoll, Bobby Cannavale, Michael Peña, Tip “T.I.” Harris, Wood Harris,Judy Greer, David Dastmalchian e Michael Douglas.
Che anche i film di James Bond possano diventare un universo cinematografico condiviso? Sembra che l’idea stia contagiando i produttori storici del franchise che vorrebbero realizzare una serie di film improntati sullo stile dell’universo condiviso come fatto da Warner e Marvel per i loro supereroi.
L’idea sarebbe quella di costruire un’eventuale serie di film che possa esplorare personaggi, aspetti, situazioni e avventure dell’agente segreto al servizio di Sua Maestà.
Al momento il nuovo film su 007, Bond 25, è ancora in fase embrionale e non si hanno ancora conferme sulla partecipazione di Daniel Craig al film.
Josh Brolin continua la preparazione a Cable per Deadpool 2 e, come ha fatto dall’inizio dell’annuncio del ruolo, ha condiviso su Instagram una nuova immagine dal backstage del film, questa volta della fase make up.
Ecco di seguito l’attore che si sottopone ai calchi del viso che presumibilmente dovrebbero servire a ricostruire le cicatrici sul volto del mutante Marvel.
Deadpool ha incassato 363 070 709 dollari in Nord America e 417 408 522 dollari nel resto del mondo, per un totale mondiale di 780 479 231 dollari. Deadpool è stato accolto generalmente bene dalla critica, soprattutto grazie alla recitazione di Ryan Reynolds e alla comicità pungente e ironica della sceneggiatura.
Diretto da David Leitch, Deadpool 2 vedrà Ryan Reynolds tornare nei pani del Mercenario Chiacchierone della Marvel. Zazie Beetz sarà Domino, Josh Brolin sarà invece Cable.
Arrivano da Instagram nuove misteriose immagini dal set di Jurassic World Fallen Kingdom in cui possiamo vedere nuovi dinosauri e location non meglio identificate.
Il film uscirà al cinema il 22 giugno 2018. Chris Pratte Bryce Dallas Howardtorneranno nei panni dei protagonisti. Nel cast anche Geraldine Chaplin. Alla regia ci sarà Juan Antonio Bayona (The Impossible, A Monster Calls). Nel cast anche Daniella Pineda in un ruolo importante, Justice Smith, Toby Jones, James Cromwell e Rafe Spall.
Jurassic World 2 si baserà su una sceneggiatura di Derek Connolly e Colin Trevorrow. A produrre la pellicola saranno Belén Atienza, Patrick Crowley e Frank Marshall. Produttori esecutivi invece saranno Steven Spielberg, Colin Trevorrow e Thomas Tull.
LaLionsgateha diffuso sul suo canale Youtube il primo full trailer di My Little Pony: the Movie, il film d’animazione basato sull’omonima celebre serie di Discovery Family. Il film arriverà nelle sale Americane il prossimo 8 ottobre.
Ecco la sinossi del film: Una nuova forza oscura minaccia Ponyville, e così i Mane 6 – Twilight Sparkle, Applejack, Rainbow Dash, Pinkie Pie, Fluttershy e Rarity – intraprendono un viaggio indimenticabile oltre Equestria, dove incontrano nuovi amici e sfide entusiasmanti alla ricerca della magia dell’amicizia per salvare la loro casa.
Nel cast vocale del film ci sono la cantante Zoe Saldana,Sia, Kristin Chenoweth (Frozen), Uzo Aduba (Orange is the New Black), Liev Schreiber (Spotlight), Emily Blunt (Sicario), Taye Diggs (Chicago) e Michael Peña (The Martian).
Kevin Feige continua ad anticipare i progetti dei Marvel Studios, senza però rivelare grandi dettagli, anche sui film che sono già ufficiali, come Captain Marvel. In particolare, in merito al film con Brie Larson, Feige ha confermato che il successo di Wonder Woman potrebbe essere un bene per il film in produzione.
Ecco cosa ha dichiarato a Mashable: “Per noi, i piani per Captain Marvel ci sono da tanto tempo e ci sono tante cose che vanno avanti e tanti personaggi i cui film non abbiamo ancora annunciato. Perché la domanda che mi facevano prima in merito a questo film era se le persone avevano voglia di vedere un’eroina protagonista e un film di supereroi con protagonista una donna. E avrei sempre risposto di no, a causa del passato. Negli ultimi 15 anni ci sono stati un paio di brutti film. E quei progetti hanno fallito perché c’erano donne protagoniste? No. Hanno fallito perché non erano buoni film. Non devo dirlo più adesso, grazie a Wonder Woman. Perché ha spazzato via quella tradizione di errori.”
Arriva dal The Hollywood Reporter la notizia che l’attrice Alice Braga è entrata in trattative con la 20th Century Fox per entrare a far parte del cast dell’annunciato spin-off sugli X-Men, New Mutants.
Sembra proprio che l’attrice abbia preso il posto di Rosario Dawson che a quanto pare non è più in trattative per lo stesso ruolo, ovvero la Dottoressa Cecilia Reyes, descritto come “un medico che ha la capacità di generare un bio-protettiva campo attorno a sé, ma ha anche molto di più di questo”.
Secondo il report lo studios ha deciso di virare su Alice Braga, nota per il suo ruolo da protagonista nella serie tv Queen of the South (ma anche per Io sono Leggenda e Predators), dopo che le trattative con Rosario Dawson non sono decollate.
L’attrice si unirà dunque a Anya Taylor-Joy(Split, The Witch) come Magik, Maisie Williams (Game of Thrones, Doctor Who) come Wolfsbane, Charlie Heaton ( Stranger Things) come Cannonball, Blu Hunt (La Gli originali ) come Danielle Moonstar, e Henry Zaga (13 Reasons Why) come Sunspot. L’alieno Warlock mutaforma apparirà come creazione in CGI.
Diretto da Josh Boone, New Mutants vedrà protagonista la squadra di mutanti composta da Cannonball, Magic, Wolfsbane, Mirage e Sunspot e arriverà nelle sale il 13 aprile 2018. Il film sarà un horror in cui Stephen King incontra John Hughes.
Ricordiamo che la squadra ufficiale di New Mutants è formata da Cannonball, Magic, Wolfsbane, Mirage e Sunspot. Quest’ultimo l’abbiamo già visto in X-Men Giorni di un futuro passato interpretato da Adan Canto, che potrebbe essere un ottimo punto di partenza per il casting del film.
Scritto da Scott Neustadter & Michael H. Weber e diretto da Josh Boone, New Mutants dovrebbe entrare in produzione il prossimo anno.
Nonostante faccia ufficialmente parte integrante di Avengers Infinity War, Tom Holland, interprete di Spider-Man, non ha avuto la possibilità di leggere la sceneggiatura completa del film dei Fratelli Russo.
Durante un’intervista con il Toronto Sun, Holland ha dichiarato: “Non so niente di ciò che accadrà nel film. Non so di cosa parla. So chi sarà il cattivo, ma tutto qui. Non mi hanno lasciato leggere niente perché sanno che non sono bravo a mantenere i segreti.”
Film Marvel: sei grandi storie da adattare dopo Avengers Infinity War
La sinossi: Mentre gli Avengers continuano a proteggere il mondo da minacce troppo grandi per un solo eroe, un nuovo pericolo emerge dalle ombre cosmiche: Thanos. Despota di intergalattica scelleratezza, il suo scopo è raccogliere le sei gemme dell’Infinito, artefatti di un potere sconfinato, e usarle per piegare la realtà a tutto il suo volere. Tutto quello per cui gli Avengers hanno combattuto ha condotto a questo punto – il destino della Terra e l’esistenza stessa non sono mai state tanto a rischio.
Avengers Infinity War arriverà al cinema il 4 Maggio 2018. Christopher Markus e Stephen McFeely si occuperanno della sceneggiatura del film, mentre la regia è affidata a Anthony e Joe Russo.
Sono ufficialmente iniziate le riprese dello spin-off di Star Wars dedicato ad Han Solo e oggi il nuovo regista Ron Howard ha diffuso la prima foto dal set del film.
Cool scene today but I’m afraid this is the most revealing image I dare share from my 1st day on the set of the Untitled Han Solo movie pic.twitter.com/RB15lG7FGE
La didascalia della foto recita: “Fantastica scena di oggi, ma temo che questa sia l’immagine più rivelatrice che io osi condividere dal mio primo giorno sul set del film di Han Solo ancora senza titolo”.
Sfortunatamente la foto non mostra molto ma conoscendo il regista che è molto attivo sui social, siamo certi che nuovi contenuti dal set arriveranno presto, dunque non resta che aspettare.
Ricordiamo che lo spin-off dedicato a Han Solo sarà ambientato dieci anni prima degli avvenimenti di Una Nuova Speranza. Nel film ci sarà anche Chewbacca. Alden Ehrenreich interpreterà il giovane personaggio che fu di Harrison Ford. Nel cast anche Emilia Clarke,Donald Glover e Woody Harrelson.
Lo spin-off sul personaggio è previsto per il 25 maggio 2018 e dopo il licenziamento dei registi Phil Lord e Christopher Miller, registi di 21 Jump Street e The LEGO Movie, è stato incaricato Ron Howard di completare l’opera. La sceneggiatura porterà la firma di Lawrence Kasdan e di suo figlio Jon Kasdan.
Mentre sono già in corso le riprese di X-Men Dark Phoenix, THR conferma che Evan Peters tornerà nel franchise in cui interpreta Quicksilver, ovvero il mutante super veloce figlio di Magneto, Pietro Maximoff.
Anche se il comunicato non offre ulteriori dettagli sul personaggio, immaginiamo che Simon Kinberg, alla sua prima regia con gli X-Men, troverà il modo di sfruttare creativamente la mutazione motoria di Pietro.
Jessica Chastain in trattative per X-Men Dark Phoenix: sarà la villain?
La saga della Fenice Nera è stata male accennata in X-Men Conflitto Finale, tanto che gli eventi raccontati in X-Men Giorni di un Futuro Passato hanno completamente cancellato, grazie al viaggio nel tempo, gli effetti di quel film sulla saga, contribuendo però a pasticciarne la continuity.
Il film sarà ambientato nel 1991 e seguirà gli eventi di X-Men Apocalypse.
Nonostante gli iniziali problemi, sembra che la Warner Bros sia adesso molto soddisfatta del lavoro che Matt Reeves sta svolgendo per The Batman.
Il regista, impegnato nella produzione del suo ultimo film, The War – il Pianeta delle Scimmie, ha parlato di questo importante progetto con Variety, spiegando anche il suo approccio al DCEU.
Reeves ha confermato di essere molto ben disposto a lavorare con la Warner Bros, considerando questa collaborazione un’occasione molto importante: “Non ho mai lavorato con loro, ma la mia esperienza fino a ora è davvero buona. Ogni volta che spiego cosa voglio fare, sembrano molto contenti. Quindi è l’inizio di un viaggio. Prima del Pianeta delle Scimmie non ne avevo idea, non avevo mai fatto un film con uno studio, persino Cloverfield, che fu prodotto dalla Paramount, non era un vero e proprio film di studio. La Bad Robot aveva il final cut, quindi è stato come fare un indie, e loro sono stati molto di supporto e hanno distribuito il film, ma non lo hanno influenzato. Con questi due film, sono stato in grado di fare quello che volevo (…) Penso che esista un modo per lavorare con uno studio. Non ho mai lavorato con nessun altro studio che non sia la Fox, quindi questa per me sarà anche una forma di esplorazione. Sono contento nel dire che anche loro sono contenti di quello che stiamo facendo per adesso. Sono molto positivo per il lavoro insieme.”
Dopo i primi rumor, è Michael Keaton in persona a confermare che tornerà a lavorare con Tim Burton in Dumbo. L’attore, impegnato nella promozione di Spider-Man Homecoming, ha dichiarato a Good Morning America quanto segue: “Mi riunisco a Tim Burton per il suo prossimo film.” Parlando del regista, Keaton ha spiegato: “Semplicemente gli vuoi stare intorno. Vuoi stare nella sua sfera, perché è così originale e unico e poi è un artista.”
L’attore è stato scelto come il cattivo di nuovo dopo la mia interpretazione di Avvoltoio contro Tom Holland in Spider-Man e nel film di Burton interpreterà Vandemere, un uomo d’affari che compra il circo di Dumbo dal personaggio interpretato da Danny DeVito. Confermati al momento nel cast umano sono DeVito, nel ruolo di Medici, e Eva Green, nella parte di una trapezista del suo circo. Colin Farrell parteciperà al film in un ruolo importante non ancora reso noto. Michael Keaton arriverà al cinema in Spider-Man Homecoming nella parte dell’Avvoltoio, il villain contro cui dovrà scontrarsi Peter Parker.
Al momento il progetto del live-action su Dumbonon possiede una data ufficiale di uscita nei cinema. La storia dell’elefantino che voleva volare, sarà realizzata attraverso un mix di live-action e animazione. Il film originale, uscito nel 1941, fu un enorme successo di pubblico e critica: vinse anche un Oscar (per la colonna sonora) e un premio a Cannes nel ’47 per Miglior disegno animato. Nel cast umano di Dumbo ci sono Eva Green, Michael Keaton, Colin Farrell e Danny DeVito.
Entertainment Weekly ha dedicato la sua nuova cover a Spider-Man Homecoming, tuttavia, il sempre ottimo lavoro della prestigiosa rivista di intrattenimento questa volta è inciampato nei meandri di photoshop. Ecco il risultato:
Senza dubbio il concept è appropriato: un sorridente e giovanissimo Spider-Man che sta steso, sospeso su New York, e usa il cellulare per farsi un selfie. Se non fosse che per l’assemblamento delle immagini qualcosa è andato decisamente storto! Che ne pensate?
Diretto da Jon Watts, nel cast del film protagonista Tom Holland nei panni di Peter Parker, Marisa Tomei in quelli di zia May e Zendaya sarà invece Michelle.
Al cast si aggiungono Michael Keaton, Michael Barbieri, Donald Glover, Logan Marshall-Green, Martin Starr, Abraham Attah, Selenis Leyva, Hannibal Buress, Isabella Amara, Jorge Lendeborg Jr., J.J. Totah, Michael Mando, Bokeem Woodbine, Tyne Daly e Kenneth Choi.
La trama ufficiale di Spider-Man Homecoming
Il giovane Peter Parker/Spider-Man (Tom Holland) che ha fatto il suo sensazionale debutto in Spider-Man Homecoming cerca il suo posto nel mondo come il supereroe SpiderMan. Entusiasta per la sua esperienza con i vendicatore Peter torna a casa, dove vive con la sia Zia May (Marisa Tomei), sotto l’occhio vigile del suom mentore Tony Stark (Robert Downey, Jr.). Mentre Peter cerca di riprendere la sua normale routine quotidiana una nuova minaccia sorge e un nuovo cattivo, Vulture (Michael Keaton) mette in pericolo la città di New York e metterà a dura prova Spider-Man.
Spider-Man Homecoming è prodotto da Kevin Feige e il team creativo dei Marvel Studios, supervisionato e co-prodotto da Amy Pascal della Sony Pictures che ne detiene i diritti e che ne supervisione lo sviluppo da oltre dieci anni.
Il film si basa su una sceneggiatura scritta da Jonathan Goldstein, John Francis Daley, Jon Watts, Christopher Ford e Chris McKenna, Erik Sommers. Spider-Man è un personaggio creato da Stan Lee e Steve Ditko.
Arriva al cinema distribuito da Videa, Codice Criminale, il film di Adam Smith con protagonisti Michael Fassbender e Brendan Gleeson.
In Codice Criminale Contea del Gloucestershire, Inghilterra sud-occidentale. I Cutler sono una famiglia di ladri nomadi che vive in roulotte ai margini della comunità, dedicandosi a furti, rapine e corse con le auto. Colby (Brendan Gleeson) è il patriarca e capo tribù, il padre padrone ossessionato da una fede esasperata e dalla necessità di tenere la sua famiglia lontano dai “gorgie”, i borghesi. Chad (Micheal Fassbender) è il suo erede, il figlio a cui ha insegnato tutti i trucchi del “mestiere” ma che vorrebbe scappare da quella esistenza vissuta al di fuori della legalità. Chad vuole che i figli vadano a scuola e abbiano un futuro diverso e in questo è sostenuto e spinto dalla moglie Kelly (Lindsey Marshall) ma per raggiungere questo scopo dovrà vedersela con la forte e dominante influenza di Colby, determinato a difendere la sacra untià della famiglia Cutler.
Adam Smith dirige Codice Criminale, coinvolgente Crime-Movie dai ritmi serrati e un cast d’eccezione. Una sceneggiatura originale scritta da Alastair Siddons e che si è ispirata a fatti di cronaca realmente accaduti. Un film che narra la storia di una famiglia per nulla convenzionale, una famiglia di nomadi dediti a furti e rapine, una tribù di “simpatici criminali” ben conosciuta dalla piccola comunità nella contea del Gloucester con la quale vive una sorta di guerra quotidiana. Come detto il cast vanta la presenza di attori di fama mondiale, nonostante la loro comune origine britannica, volti ormai noti al grande pubblico come quello dei due mattatori della scena: Gleeson e Fassbender, oggi, forse, uno degli attori più ricercati e capaci di Hollywood. Il sempre ottimo Brendan Gleeson veste magistralmente i panni del vecchio patriarca, del grande capo cui tutti devono rispetto e devozione, colui che tiene unita la famiglia a costo di ricorrere a minacce e violenza. Fassbender è perfettamente a suo agio nei panni del criminale abile e dannato ma che vive dentro di sé una logorante battaglia tra il desiderio di una vita normale e il rispetto verso i codici famigliari.
Codice criminale, pur mantenendo un ritmo incessante e vivace, ruota attorno a questa lotta che Chad deve combattere prima con se stesso ed il proprio istinto selvaggio, poi contro un padre che ama ma da cui non riesce a liberarsi. Abbandonare quella vita di furti e illegalità è l’unico modo per garantire ai propri figli un’esistenza diversa ma facendolo tradirebbe il padre e il mondo nel quale è sempre vissuto. Codice criminale è un film ben diretto da un regista più avvezzo ai documentari musicali o alle serie tv, un regista che ha seguito la nascita e la crescita dei Chemical Brothers che infatti hanno scritto e arrangiato la colonna sonora originale. Un film che alterna elettrizzanti sequenze d’azione ad altre dalla grande intensità emotiva, un film che strizza l’occhio a Kusturica ma senza perdere di vista la tipica ironia britannica, un film che consigliamo di vedere.
Girato da Brady Corbet in 35mm, L’Infanzia Di Un Capo si ispira liberamente all’omonimo racconto del 1939 di Jean-Paul Sartre e al romanzo ‘Il Mago’ di John Fowles. Il film, interpretato in inglese e francese, racconta la vita del giovane Prescott (Tom Sweet) che vive una vita apparentemente agiata in una villa fuori Parigi appena dopo la fine della Prima Guerra Mondiale. Il padre (Liam Cunningham), consigliere del presidente americano Wilson, lavora senza sosta ai negoziati per il trattato di Versailles mentre la madre (Bérénice Bejo) vive una vita austera, apatica e solitaria, senza vizi né gioie. La famiglia riceve spesso visite dall’amico di famiglia Charles Marker (Robert Pattinson), un intellettuale liberale e socialista amante della bella vita. Poiché il padre è spesso fuori città e la madre non ha interesse per le faccende domestiche, la casa è gestita dalla gentile e anziana governante (Yolande Moreau), forse l’unica vera amica del ragazzo.
L’Infanzia Di Un Capo, diviso in quattro capitolo (o ‘scatti d’ira’ del giovane Prescott), è un film volutamente tenebroso e cupo grazie all’eccezionale fotografia di Lol Crawley. L’oscurità è presente in ogni scena del film, molte delle quali si svolgono quasi completamente al buio. I paesaggi sono tetri, gli abiti neri, i volti tristi e severi: tutto lascia pensare che il regista voglia rappresentare un lutto globale causato dai terribili eventi della Prima Guerra Mondiale. Soltanto la giovane insegnante di francese (Stacy Martin) veste di bianco, come se fosse la sola bellezza rimasta in un mondo triste e distrutto. Tuttavia, l’oscurità mostrata in scena impallidisce di fronte a quella celata dai protagonisti. La religiosa madre di Prescott, sempre vestita di nero, è colei che più di ogni altro personaggio insegna al figlio la lezione più importante per la formazione del giovane: la giustizia, in verità, è soltanto prevaricazione. Allo stesso tempo, però, la donna cerca di infondere nel figlio i valori e le virtù della fede cristiana. I messaggi contraddittori della madre confondono la giovane mente di Prescott che viene trascinato a messa ogni domenica e dove gli viene insegnato il potere del perdono, della pace e della gentilezza. Nei fatti, però, la donna mostra in più occasioni che il potere si ottiene e si applica facendo soffrire chi è più debole, chi ha commesso un torto e chi ha più bisogno di aiuto e comprensione.
Il film vorrebbe mostrarci come i capricci di un bambino e i conseguenti castighi possano portare quasi automaticamente un giovane a divenire un leader fascista: in questo il regista fallisce completamente. Seppur Prescott capisca in giovane età quanto il potere possa essere malvagio e indifferente, non bisogna dimenticare che si tratta pur sempre di un bambino e i giovani possono talvolta essere cocciuti, insolenti, arroganti e sessualmente frustrati: fa parte del processo di crescita di ogni adulto. Inoltre, Prescott è circondato da persone che gli vogliono bene, che lo trattano amorevolmente e che lui, a sua volta, tratta inizialmente con rispetto e gentilezza. Il padre, sebbene sempre impegnato in faccende politiche, non dimostra mai d’essere un genitore distante ma, anzi, è molto comprensivo nei riguardi del giovane figlio. La governante difende più volte Prescott dalle severe punizioni della madre. Gli scatti d’ira non rendono necessariamente una persona un dittatore e, in questo senso, il film sembra affrettato nel rivelare il suo messaggio, cioè che un bambino frustrato da una famiglia severa debba per forza volgersi al male: è una conclusione sbrigativa e contraddittoria a cui Corbet dedica troppa poca pazienza e attenzione.
L’Infanzia Di Un Capo è un film ambizioso che, almeno formalmente, trionfa soprattutto grazie all’interpretazione eccezionale di tutto il cast, sempre sobria e contenuta. Tuttavia, l’eccellente regia di Corbet sembra voler manipolare lo spettatore così che accetti alcuni messaggi forzati o talvolta implausibili, grazie anche all’incalzante colonna sonora di Scott Walker, a volte utilizzata maldestramente dal giovane regista per manovrare la comprensione del pubblico.
Il film di Corbet chiede allo spettatore di cercare nel film molti più significati di quelli che sono in realtà presenti, obbligandolo infine ad accettarne uno solo. Seppur egregiamente diretto, L’Infanzia Di Un Capo è un film severo, incontestabile e autoritario come i suoi protagonisti.
Netflix ha diffuso il trailer e la featurette di Death Note, il nuovo film originale ispirato dal celebre manga giapponese.
Death Notesarà disponibile sul catalogo in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo a partire dal 25 Agosto 2017.
Sinossi:
Basato sul celebre manga giapponese di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata, Death Note segue le vicende di uno studente liceale che trova un libro dotato di poteri sovrannaturali: se il proprietario vi scrive sopra il nome di qualcuno, disegnando al contempo il suo volto, quella persona morirà.
Reso folle dai suoi nuovi poteri divini, il ragazzo inizia ad uccidere quelli che non ritiene degni di vivere.
Il film originale Netflix è diretto da Adam Wingard (Blair Witch, You’re Next), tra i membri del cast Nat Wolff (Paper Towns), Margaret Qualley (The Leftovers), Lakeith Stanfield (Get Out), Paul Nakauchi (Pirates of the Caribbean: At World’s End), Shea Whigham (American Hustle) e Willem Dafoe (Spider-Man) come voce di Ryuk.
In Jumanji – Benvenuti nella Giungla, quattro ragazzi scoprono una vecchia consolle e si ritrovano catapultati nel videogame ambientato nella giungla, assumendo le sembianze dei rispettivi avatar, interpretati da Dwayne Johnson, Jack Black, Kevin Hart e Karen Gillan. Quel che scoprono ben presto è che Jumanji non è semplicemente un gioco e dovranno affrontare la più pericolosa avventura della loro vita o resteranno intrappolati nel gioco per sempre…
Il film originale del 1995 guadagnò $ 262.700.000 in tutto il mondo al box office, con $ 65.000.000 di budget di produzione. Tra gli attori, oltre al grande Robin Williams, abbiamo avuto il piacere di vedere Kirsten Dunst (Spider Man, Marie Antoinette, Intervista col vampiro), Bonnie Hunt (Rain Man, Jerry Maguire, Il Miglio Verde) e Bebe Neuwirth (Fame).
Il remake di Jumanji uscirà nelle sale a gennaio 2018. Ted Field e Mike Weberne saranno i produttori esecutivi. Il film originale era tratto dall’omonimo albo illustrato per bambini scritto da Chris Van Allsburg nel 1981.
Protagonistasarà Dwayne Johnson. Nel cast anche Jack Black, Kevin Hart, Karen Gillan e Nick Jonas.
Sembra che Deadpool 2 abbia un nuovo attore nel cast del film. Infatti Ryan Reynolds ha annunciato che Julian Dennison sarà nel film e lo ha fatto pubblicando una nuova divertente foto che omaggio la classica foto di Yoda e Luke de L’Impero colpisce ancora:
Deadpool ha incassato 363 070 709 dollari in Nord America e 417 408 522 dollari nel resto del mondo, per un totale mondiale di 780 479 231 dollari. Deadpool è stato accolto generalmente bene dalla critica, soprattutto grazie alla recitazione di Ryan Reynolds e alla comicità pungente e ironica della sceneggiatura.
Mentre cresce l’attesa per il primo trailer di Avengers Infinity War, oggi Kevin Feige finalmente si è pronunciato in merito a quando sarà possibile vedere le prime scene del film.
Con il D23 e il San Diego Comic Con dietro l’angolo tutti i fan pensavano che ormai mancava poco per vedere le prime clip ma Kevin Feige ha dichiarato senza ripensamenti ma giocando sull’attesa dei fan “Penso che potrebbe essere per fine estate, inizio, o metà autunno? Arriverà con Thor Ragnarok, probabilmente.”
Dunque abbiamo una lunga attesa d’avanti prima di vedere il primo trailer di Avengers Infinity War, e non resta che armarsi di molta pazienza. [nggallery id=2853]
Film Marvel: sei grandi storie da adattare dopo Avengers Infinity War
La sinossi: Mentre gli Avengers continuano a proteggere il mondo da minacce troppo grandi per un solo eroe, un nuovo pericolo emerge dalle ombre cosmiche: Thanos. Despota di intergalattica scelleratezza, il suo scopo è raccogliere le sei gemme dell’Infinito, artefatti di un potere sconfinato, e usarle per piegare la realtà a tutto il suo volere. Tutto quello per cui gli Avengers hanno combattuto ha condotto a questo punto – il destino della Terra e l’esistenza stessa non sono mai state tanto a rischio.
Avengers Infinity War arriverà al cinema il 4 Maggio 2018. Christopher Markus e Stephen McFeely si occuperanno della sceneggiatura del film, mentre la regia è affidata a Anthony e Joe Russo.