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Superman: un video BTS mostra nuovi dettagli sul film e i personaggi

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Il 2025 sarà uno degli anni più importanti nella storia mediatica dell’Uomo d’Acciaio: David Corenswet riporterà l’iconico eroe sul grande schermo quest’estate con Superman dei DC Studios. Mentre il film di James Gunn si sta avvicinando alla data di uscita, il marketing si sta espandendo e si stanno diffondendo altre immagini del film. Con la celebrazione del Superman Day il 18 aprile, i DC Studios hanno infatti partecipato all’evento globale condividendo un nuovo trailer BTS del film.

La featurette è incentrata su Gunn, il co-CEO dei DC Studios Peter Safran e diversi membri del cast di Superman che accompagnano i fan all’interno del nuovo film. La featurette di Superman mostra diversi attori e i co-CEO dei DC Studios che parlano di cosa significhi per loro l’Uomo d’Acciaio, e che anticipano l’era del nuovo franchise DCU. Oltre al primo sguardo completo ad Anthony Carrigan nei panni di Metamorpho, il video ci mostra il misterioso clone di Superman (che si pensa si chiami Ultraman) in azione.

Si vedono anche Lois Lane (Rachel Brosnahan) e Perry White (Wendell Pierce) all’interno del Daily Planet, Hawkgirl (Isabela Merced) in posa e l’Uomo d’Acciaio (David Corenswet) alle prese con varie sfide (alcune fuori campo). Abbiamo anche quello che sembra essere un primo sguardo a Lex Luthor con la sua armatura War Suit, accurata per i fumetti, anche se la distanza rende difficile dirlo con certezza. Ad ogni modo, ecco qui di seguuito il Behind The Scenes diffuso da DC Studios:

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

Con la sua solita cifra stilistica, James Gunn trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e dall’innato convincimento nel bene del genere umano.
“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio 2025.

I Fantastici Quattro: Gli Inizi, Pedro Pascal svela l’ispirazione per l’elastitcità di Reed Richards

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Il nuovo trailer de I Fantastici Quattro: Gli Inizi ha finalmente mostrato Reed Richards (Pedro Pascal) mentre usa i suoi poteri, mettendo fine alle speculazioni sul fatto che le bizzarre abilità del personaggio potessero essere differenti per il reboot del MCU. Anche se questi poteri saranno ovviamente portati in vita tramite CGI, Pascal ha dovuto comunque recitare le scene prima dei VFX e l’attore ha ora rivelato la sua sorprendente ispirazione per le abilità elastiche di Mr. Fantastic.

Con Reed, il suo corpo può allungarsi, ma questo è un personaggio cerebrale”, ha detto l’attore a ComicCook.com durante la Star Wars Celebration. “Credo che lo svelerò completamente. Ho pensato alla genialità di una piovra. Non in modo letterale e tradotto in termini fisici, ma l’ho inserito nel mio subconscio. Già. Questa è la più grande rivelazione segreta del personaggio che vi ho dato”. Potrebbe non sembrare un granché come rivelazione, ma dà un’idea migliore di cosa aspettarci dalla rappresentazione dei poteri di Reed.

A Pascal è stato anche chiesto di confrontare le sfide fisiche di interpretare Reed Richards rispetto al suo personaggio di The Mandalorian & Grogu, Din Djarin. “È una domanda fantastica. Sai, con Din Djarin, c’è così tanta paternità fisica che è uno sforzo collettivo, con il mio lavoro, il lavoro di Brendan Wayne, il lavoro di Latif Crowder, altri corpi che sono entrati nell’armatura, ma principalmente, quei due ragazzi e io. Con Reed, per me è stata un’esperienza del tutto nuova”.

Quella di essere autore di qualcosa che è molto, molto familiare al mondo, con autori precedenti, una comprensione molto specifica delle pagine dei fumetti, e diverse evoluzioni e cose del genere. E poi qualcosa che è così indipendente nella sua identità per quanto riguarda la nostra versione. Per me, sapete, il suo corpo può anche allungarsi, ma questo è un personaggio cerebrale, ed è proprio la sua mente la cosa più importante per me”.

LEGGI ANCHE: I Fantastici Quattro: Gli Inizi, tutte le rivelazioni dal nuovo trailer!

Tutto quello che c’è da sapere su I Fantastici Quattro: Gli Inizi

Il film I Fantastici Quattro: Gli Inizi è atteso al cinema il 25 luglio 2025. Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici Quattro sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà I Fantastici Quattro: Gli Inizi, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian SpringerPedro Pascal (Reed Richards) è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby (Sue Storm) ha fatto parte del franchise di Mission: Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn (Johnny Storm) è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear.

Fanno parte del cast anche Julia GarnerPaul Walter HauserJohn MalkovichNatasha Lyonne e Ralph Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato da Kevin Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che conosciamo. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero inoltre comparire alla fine del film.

iHostage: la storia vera dietro al film Netflix

iHostage: la storia vera dietro al film Netflix

Il 22 febbraio 2022 un uomo armato di 27 anni è entrato nell’Apple Store di Leidseplein, ad Amsterdam, e ha tenuto sotto tiro i presenti per quasi cinque ore. Ha chiesto 200 milioni di euro in criptovalute e un’uscita sicura dall’edificio, ma nulla è andato secondo i piani. Bobby Boermans, regista del nuovo thriller di Netflix dal titolo iHostage, viveva vicino al negozio e ricorda quella notte surreale. “Fortunatamente, situazioni di ostaggi come questa sono rare nei Paesi Bassi. È questo che ha reso bizzarro l’incidente. Un uomo, che chiedeva 200 milioni in criptovalute, ha scelto di prendere un ostaggio in pieno giorno in una delle piazze più frequentate di Amsterdam“, ha raccontato al TIME.

Boermans aveva appena finito di girare la serie thriller di Netflix L’ora d’oro, basata su un immaginario attacco terroristico ad Amsterdam, quando un vicino gli ha inviato un messaggio sulla crisi in corso. Poco dopo è passato di lì ed è rimasto colpito dal silenzio che regnava una volta che il caos si era dissolto. “Sono rimasti solo i fori di proiettile nel vetro. Quella strana giustapposizione mi è rimasta impressa. La calma surreale dopo la tempesta. Mi sono chiesto: cosa è successo in quelle cinque ore terrificanti? È a dir poco un miracolo che tutti gli ostaggi siano sopravvissuti“.

Naturalmente, c’è il peso simbolico dell’ambientazione stessa: un marchio globale come Apple, noto per i suoi spazi puliti e tranquilli. Un luogo di design elegante e di calma… è diventato la scena di qualcosa di veramente orribile dentro e fuori“. Queste domande persistenti hanno così portato a iHostage, in uscita il 18 aprile e ispirato agli eventi reali di quel giorno d’inverno di tre anni fa. In questo approfondimento, esploriamo quello che c’è da sapere sulla vera storia di questa crisi che ha sconvolto i Paesi Bassi e su come si è conclusa.

iHostage cast film
Crediti: Netflix/Elmer van der Marel

Un uomo armato prende ostaggi all’interno dell’Apple Store

Intorno alle 17.30 ora locale, un uomo armato e vestito in tenuta mimetica è entrato nel negozio e ha preso in ostaggio un uomo bulgaro di 44 anni mentre altri clienti cercavano di nascondersi. Anche le persone ai piani superiori dell’edificio, dove l’Apple Store occupa il piano terra, sono rimaste intrappolate. La polizia è arrivata nel giro di 10 minuti ed è stata accolta da colpi di arma da fuoco, almeno quattro. Le autorità sospettavano che l’uomo trasportasse esplosivi e hanno rapidamente bloccato l’area. Forze speciali e ambulanze si sono riversate sulla scena e ai lavoratori dei negozi vicini è stato ordinato di ripararsi in loco.

Nelle ore successive, la polizia è riuscita a far evacuare circa 70 persone dall’edificio, comprese quelle nascoste all’interno del negozio. Nel film, Boermans ha scelto di seguire fedelmente la cronologia di quella notte, pur prendendosi qualche licenza drammatica. “Mentre lavoravamo alla sceneggiatura, ci siamo consapevolmente concentrati solo sulla notte degli ostaggi. Naturalmente, in ogni film è necessario condensare il tempo, ma la maggior parte delle vicende che si vedono sullo schermo sono basate su fatti realmente accaduti. Abbiamo cambiato i dialoghi e dato a tutti i personaggi nomi di fantasia, in modo che non potessero essere ricondotti alle persone coinvolte”.

“In realtà, centinaia di persone sono state coinvolte nello scontro, ma noi ci siamo concentrati su cinque personaggi principali, ognuno dei quali proviene da un background diverso e offre una prospettiva unica“, spiega il regista. Andando avanti con la storia, l’uomo armato ha contattato la polizia chiedendo 200 milioni di euro in criptovalute (oltre 226 milioni di dollari all’epoca). Le sue motivazioni sono rimaste poco chiare. Durante l’incidente ha anche inviato selfie e foto alla stampa locale, che si sono rapidamente diffuse sui social media e nei notiziari, insieme ai video della scena.

iHostage film Netflix
Crediti: Netflix/Elmer van der Marel

Come si è risolto il conflitto

Alle 22.30, dopo ore di trattative, l’uomo armato ha chiesto dell’acqua. La polizia ha quindi usato un robot per consegnare una bottiglia. Mentre l’ostaggio si dirigeva verso l’ingresso del negozio per recuperarla, ha colto l’attimo per fuggire e correre fuori. L’uomo armato si è messo all’inseguimento. In quel momento, un veicolo speciale della polizia ha accelerato e ha colpito il sospetto. L’uomo ha perso i sensi e i video che lo ritraggono a terra sono stati diffusi sui social media. La polizia ha confermato più tardi che l’uomo è sopravvissuto ed è stato portato in ospedale. Un giorno dopo, è stato confermato che era morto per le ferite riportate.

Il modo in cui si è conclusa la crisi – con un veicolo della polizia che ha investito l’uomo armato – ha scatenato polemiche in tutti i Paesi Bassi. “L’incidente degli ostaggi ha suscitato un intenso dibattito pubblico nei Paesi Bassi, soprattutto per il modo non convenzionale in cui la polizia ha posto fine alla situazione, utilizzando un’auto. È stato un atto di violenza unico ed estremamente decisivo, frutto di una decisione in una frazione di secondo presa da uno degli operatori delle forze speciali“, spiega Boermans. “Un video degli ultimi istanti è diventato virale quasi subito dopo, e l’intero Paese ha iniziato a discuterne.

Alcune persone hanno applaudito l’azione, mentre altre erano più esitanti o in conflitto su come è stata gestita“. Le autorità hanno indagato sull’agente che ha colpito il sospetto e hanno deciso di non sporgere denuncia. La Procura ha successivamente dichiarato che l’agente ha agito in modo appropriato e non dovrà affrontare accuse penali. Chi lo difende, afferma che era l’unica occasione per fermare il criminale, non avendo modo di bloccarlo in modo meno aggressivo. L’identità dell’uomo preso in ostaggio e le sue condizioni non sono state rivelate.

iHostage polizia
Crediti: Netflix/Elmer van der Marel

Un passato travagliato

Alla fine si è scoperto che l’aggressore era un residente di Amsterdam con precedenti penali. Al momento dell’incidente, aveva con sé una pistola e un’arma automatica. Secondo il quotidiano olandese Het Parool, le autorità lo hanno identificato come Abdel Rahman Akkad, un nome già noto ai servizi sociali. L’avvocato Jan-Kees van den Brink, che aveva rappresentato Akkad in diverse cause legali, ha parlato al giornale della morte dell’aggressore per conto della madre, che lo aveva assunto in seguito alla situazione degli ostaggi.

Akkad aveva avuto diversi precedenti con la giustizia penale, anche per possesso di armi. Ha anche ricevuto una condanna a 60 ore di servizi sociali, un mese di libertà condizionale e un ordine restrittivo di tre anni per aver molestato un’ex fidanzata, secondo quanto riportato dal giornale. “La mia speranza è che questo film possa innescare un dialogo importante sul numero crescente di individui con problemi di salute mentale che vivono per strada. Molti cittadini di tutti i giorni, animati da buone intenzioni, cadono nella fessura, spesso a causa di difficoltà finanziarie o di problemi di salute mentale, e vengono trascurati dai nostri servizi sanitari pubblici”.

Si tratta di persone che avrebbero potuto ricevere assistenza prima di ricorrere tragicamente ad azioni così terribili. È straziante e spero che i nostri governi comincino a dedicare più tempo, energia e risorse al miglioramento dei nostri sistemi di salute pubblica“, afferma Boermans. Il regista di iHostage, per la realizzazione del film, ha parlato anche con i dipendenti e i clienti dell’Apple Store, i negoziatori della polizia e altre persone coinvolte nel coordinamento della risposta.

Il regista si augura che il film mostri la resilienza umana che emerge nei momenti di crisi. “E la nostra capacità di sostenerci a vicenda, anche nei momenti più difficili. Allo stesso tempo, spero che il film sia un thriller avvincente, che vi tenga sul filo del rasoio e vi tocchi emotivamente. Voglio che il pubblico sperimenti sia l’intensità che il cuore. In definitiva, spetta allo spettatore decidere per chi tifare e come interpretare la violenza rappresentata“.

Madre!: la spiegazione del finale del film di Darren Aronofsky

Madre!: la spiegazione del finale del film di Darren Aronofsky

Se c’è un finale che ha lasciato il pubblico a bocca aperta nel 2017, è quello di Madre! (Mother!) Diretto da Darren Aronofsky, Madre! (Mother!) è un film horror psicologico che sfida la narrazione tradizionale con il suo approccio allegorico, le immagini surreali e il tono emotivo intenso. Il film vede Jennifer Lawrence nei panni di una moglie devota la cui vita tranquilla con il marito poeta (interpretato da Javier Bardem) va in pezzi quando ospiti indesiderati iniziano ad arrivare nella loro casa isolata. Man mano che la casa si riempie di estranei e il caos aumenta, il film precipita in un delirio febbrile di simbolismo, violenza e crolli emotivi.

Sebbene mother! abbia polarizzato il pubblico al momento dell’uscita, è il finale del film ad aver davvero scatenato accesi dibattiti. Il finale non è solo bizzarro, è un crescendo metaforico che racchiude allegorie bibliche, commenti sull’ambiente e disperazione esistenziale in un vortice di immagini. Gli spettatori sono rimasti a chiedersi cosa significasse tutto ciò. Aronofsky non offre risposte facili, ed è proprio per questo che Madre! continua a suscitare analisi e discussioni approfondite a distanza di anni dalla sua uscita. Il finale è scioccante, ambiguo e indimenticabile. Tuttavia, con la spiegazione del finale di Madre!, è possibile apprezzare appieno la genialità del film.

Chi sono la coppia di Madre! (Mother!) e perché non tornano?

All’inizio di Madre! (qui la recensione), Lui (Javier Bardem) e la madre (Jennifer Lawrence) vivono in relativa armonia. Lui è uno scrittore in difficoltà che desidera ardentemente essere apprezzato per continuare il suo lavoro, lei è determinata a restaurare la casa ed entrambi sono felici. Poi arriva la coppia. Due personaggi conosciuti solo come Man (Ed Harris) e Woman (Michelle Pfeiffer) si presentano separatamente a casa, all’inizio apparentemente solo smarriti, ma presto diventa chiaro che sono fan del lavoro di Lui e che Man è malato e vuole vedere lo scrittore prima di morire.

La madre, già esausta dall’ospitalità del marito e dall’apparente disprezzo della coppia per la sua casa, perde il controllo quando i due si intrufolano nell’ufficio di Lui e rompono il cristallo che gli dà la vita. Chiede loro di andarsene. Tuttavia, i figli della coppia arrivano per discutere dell’eredità del padre morente e, nel corso della discussione, il figlio maggiore (Domhnall Gleeson) uccide il figlio minore (Brian Gleeson).

A un livello basilare, l’Uomo e la Donna sono i motori della trama in mother!

Il figlio maggiore scappa e la coppia e Lui portano il figlio morto all’ospedale. La madre pulisce e scopre che il sangue ha in qualche modo infestato la casa. Lui, interpretato da Javier Bardem, torna poi con la coppia e la loro famiglia allargata, che invade la casa e la privacy della madre fino a quando lei non esplode e chiede loro di andarsene per sempre.

A un livello basilare, l’Uomo e la Donna sono i motori della trama in Madre! La loro presenza è un catalizzatore del conflitto tra Lui, interpretato da Bardem, e la madre, interpretata da Lawrence, che sfocia nella creazione fondamentale del film: i due consumano la loro relazione per la prima volta dopo molto tempo e lei rimane incinta. Inoltre, la presenza dell’Uomo e della Donna ispira Lui a scrivere il suo capolavoro.

Tuttavia, hanno anche un effetto più sottile. Il sangue del Figlio Minore in qualche modo contamina la casa, lasciando un segno carnoso sul pavimento che non può essere rimosso o coperto, una rappresentazione fisica dello stress mentale che l’esperienza ha causato alla madre. Per quanto riguarda il motivo per cui l’Uomo e la Donna non tornano, è semplice: la madre li ha cacciati di casa.

Cos’è la poesia e perché ha un tale impatto?

Jennifer Lawrence in Madre! (2017)

Il contenuto della poesia scritta da Lui che dà inizio alla discesa finale non viene rivelato in Madre! Questo è, ovviamente, incredibilmente significativo. La poesia in Madre! è una sorta di MacGuffin: la sua importanza non sta in ciò che dice, ma in ciò che rappresenta. Quando la madre la legge, vede una rappresentazione visiva della creazione della casa: Lui e la madre si abbracciano nella radura e il loro amore dà vita all’edificio e all’area circostante.

La sua apprensione si rivela fondata, poiché la cultura costruita attorno al marito passa da una folla basata sulla fede alla distruzione totale.

La poesia in mother! ispira gli altri in modi diversi e personali, spingendo molti altri a visitare la casa. Il poeta ama l’adorazione e vuole accogliere chiunque nella casa, mentre la madre si oppone. La sua apprensione si rivela fondata, poiché la cultura costruita attorno al marito passa da una folla basata sulla fede alla distruzione totale.

La presentazione già fluida del tempo nel film (qualcosa che viene stabilito fin dall’inizio con la festa improvvisamente massiccia) raggiunge il culmine in questa sequenza. Gli spettatori si avvicinano sempre più all’anarchia ogni volta che la madre, ormai incinta, entra in una nuova stanza. La poesia è il motore principale di tutto questo e, metaforicamente, serve a mettere in evidenza la devozione fanatica che alcuni creatori (e i loro seguaci) hanno per una singola opera.

Perché la folla uccide il bambino?

Javier Bardem e Jennifer Lawrence in Madre! (2017)

Uno dei momenti più brutali di mother! arriva quando la folla dei suoi seguaci commette un infanticidio. Alla fine di Madre!, la madre si rifugia nel suo ufficio e dà alla luce il loro bambino, che Javier Bardem, nel ruolo di Lui, vuole mostrare ai suoi accoliti. Lei rifiuta ripetutamente, ma Lui alla fine ottiene ciò che vuole, portando a una delle sequenze più scioccanti del film: la folla si passa il bambino e poi inizia a farlo a pezzi.

La scena è girata in modo suggestivo, ma questo momento alla fine di mother! è comunque incredibilmente raccapricciante e terrificante, amplificato dalle urla di Jennifer Lawrence. È il momento in cui il finale di Madre! raggiunge il suo apice emotivo ed è incredibilmente significativo dal punto di vista metaforico. La folla uccide il bambino perché non c’è molta differenza tra la poesia che adorano e quest’altro prodotto di Lui. Sentono di possedere in egual misura la carta e l’essere umano e vogliono letteralmente un pezzo di esso.

Cos’è realmente la casa?

Javier Bardem Jennifer Lawrence in Madre! (2017)

L’intera trama di mother! si svolge nella casa, che prende vita quando un cristallo luminoso viene posto su un supporto appositamente costruito da Lui all’inizio del film. Fin dall’inizio, questo stabilisce la presentazione eterea del film e la strana connessione tra il personaggio di Jennifer Lawrence, la madre, e l’edificio stesso. Non è insolito che i luoghi siano strettamente legati ai personaggi nei film, ma in mother!

Nel film, la madre e l’edificio sono una cosa sola, e questo viene rappresentato visivamente più volte. Entrambi usano una miscela di polvere gialla per nascondere i difetti (il tonico e l’intonaco rispettivamente), il cuore che batte nella caverna nascosta nel seminterrato, che si raggrinzisce lentamente man mano che il suo contenitore viene invaso, simboleggia il suo, e la sua crescente ansia è direttamente correlata alle sollecitazioni fisiche esercitate sulla casa. Il finale di Madre! spiega che la madre non vive semplicemente nella casa, la madre è la casa.

La spiegazione del loop temporale nel finale

Michelle Pfeiffer e Ed Harris in Madre! (2017)

Dopo la morte del bambino in Madre!, la madre impazzisce e attacca la folla dei suoi seguaci. Alla fine capisce che l’unico modo per fermare la distruzione della casa per cui ha lavorato così duramente è bruciarla. Accende il gas nel seminterrato e incenerisce se stessa, l’edificio e tutti i suoi abitanti. Tutti tranne Lui, che porta i resti carbonizzati della madre nel suo ufficio, le strappa il cuore, ormai così raggrinzito e compresso da essere diventato un altro diamante, e lo mette sul supporto ormai vuoto. La vita ritorna nella casa

L’insinuazione in mother! è che il personaggio di Jennifer Lawrence sia l’ultimo ciclo di un loop temporale, e che ci siano state altre donne prima di lei (e che ne verranno altre dopo). Questo viene mostrato alla fine di mother!, quando Lui, interpretato da Javier Bardem, prende il cuore di una madre morta e lo usa per riportare in vita la casa, creando una nuova madre che se ne prenda cura.

C’è una certa ambiguità sul fatto che Lui sia buono o cattivo in questa situazione. Il film inizia e finisce con lui che ride in modo maniacale, un’azione stereotipicamente malvagia. Tuttavia, c’è anche una delicatezza nella recitazione di Bardem che suggerisce un piacere genuino. Si sta godendo il fatto di dare la vita e la consapevolezza che questo, a sua volta, gli permetterà di dare gioia agli altri.

Cosa uccide la casa?

L’altra grande domanda riguardo al loop temporale e al finale di mother! è il punto di non ritorno: quando la morte della madre e la distruzione della casa diventano certe all’interno di un dato loop? È quando viene distrutto il cristallo precedente, rendendo necessario un sacrificio per mantenere la vita? O è quando il fratello uccide il fratello, l’azione che lascia una cicatrice così evidente sulla casa? In pratica, la prima ipotesi sembra più probabile, anche se entrambe hanno un forte simbolismo.

Tuttavia, data la ricorrente rappresentazione del cuore pulsante della madre che lentamente si spegne, potrebbe esserci qualcosa di più. È lei che brucia l’edificio, ed è l’azione ripetuta dei visitatori che la spinge lentamente a quel punto. Sembrerebbe che non ci sia un momento cruciale in cui il destino della casa viene segnato in Madre!, ma è una serie di circostanze crescenti che rendono inevitabile la distruzione finale e il ricominciare del ciclo.

Madre! è un commento sul mito della creazione

Gli spettatori possono interpretare mother! in modo totalmente letterale, ma c’è un significato più profondo nella strana premessa e nella brutale conclusione. La storia surreale è la visione del regista Darren Aronofsky sulla creazione e affronta sottilmente molti temi biblici. Di tutti i segreti del finale di mother!, questo è di gran lunga il più facile da scoprire.

I parallelismi sono evidenti. Javier Bardem è Dio (da qui il “Lui” maiuscolo), e Jennifer Lawrence è Madre Terra (il che spiega il suo rapporto simbiotico con la casa). Ed Harris è Adamo e Michelle Pfeiffer Eva, che distruggono il peccato originale del cristallo. I loro figli sono Caino e Abele, la macchia di sangue sulla casa è un segno sempre presente del male, la scrittura è quindi una rappresentazione di una qualche forma di scrittura sacra. Tutto ciò che segue è una rappresentazione della devozione e dei mali della religione.

La distruzione spietata e la frivolezza di un creatore che alterna perdono e vendetta sono trattate da un punto di vista completamente umano, visto dalla posizione della donna invisibile nella relazione creatrice.

Ciò che rende unica questa allegoria è che, mentre i racconti religiosi sono tipicamente narrati dal punto di vista di Dio (la Bibbia è intesa come la sua parola), in mother! gli spettatori vedono le cose dalla prospettiva della Terra. La distruzione spietata e la frivolezza di un creatore che alterna perdono e vendetta sono trattate da un punto di vista completamente umano, visto dalla posizione della donna invisibile nella relazione creatrice. Il punto fondamentale, quindi, è che Dio è imperfetto ma costante.

C’è anche un elemento più moderno in questo. Non si tratta di una storia senza tempo ambientata nel presente, ma dell’applicazione del messaggio al mondo contemporaneo. Per ammissione dello stesso regista, mother! è stato ispirato dal panorama globale sempre più teso e dal nostro rapporto con il pianeta, sia in senso ecologico che in senso più ampio e armonico. Non sta solo rappresentando le prove della creazione, ma sta mostrando il danno che abbiamo causato e che continuiamo a causare.

Madre! parla anche della visione dell’arte di Darren Aronosky

Non è così unificante, ma c’è anche una lettura più meta del finale di mother! che si collega ad altri film di Aronofsky: una critica al modo in cui la società moderna consuma l’arte e i media. In primo luogo, ci sono parallelismi innegabili tra i personaggi della madre e di Lui e gli attori e il regista stessi. Qui, Jennifer Lawrence ha una relazione con un uomo abbastanza vecchio da poter essere suo padre, un genio tormentato, che sembra a pochi passi dalla sua relazione nella vita reale con Darren Aronofsky. Il film è stato scritto prima che i due si mettessero insieme – si sono conosciuti sul set – ma mostra comunque una consapevolezza acuta della differenza di età nelle relazioni sentimentali.

Ciò che è più interessante e pertinente, però, è il concetto di proprietà dell’arte e dell’artista. Sia The Wrestler che Black Swan parlavano molto dei creativi che lottano per la loro arte, qualcosa che è presente anche qui in relazione a Him. Tuttavia, mother! vede il regista spingersi oltre. Qui, il pubblico non solo fa immediatamente propria la scrittura che cambia la vita, ma anche l’esistenza stessa dello scrittore. Lo vedono degno di essere posseduto, forse un lamento di un regista molto personale? L’adorazione eccessiva per una semplice poesia e lo strappo del bambino sono due facce della stessa medaglia che Aronofsky ha sicuramente vissuto.

Il vero significato del finale di Madre!

Il finale di Madre! non va preso alla lettera: è un intricato e simbolico svelamento dei temi più profondi del film.

Al suo centro, mother! è un’allegoria audace e surreale che affronta la religione, la creazione, la distruzione ambientale e la natura tossica della fama e dell’ego. Darren Aronofsky usa i personaggi e gli eventi del film come sostituti di idee più grandi, e le scene finali portano queste metafore alle loro conclusioni più estreme e inquietanti.

Il personaggio di Jennifer Lawrence rappresenta Madre Terra. È nutriente, vivificante e, alla fine, sfruttata. La sua casa è la Terra stessa e, man mano che la storia procede, assiste impotente mentre viene invasa, profanata e fatta a pezzi dall’umanità. Il personaggio di Javier Bardem, accreditato come “Lui”, è una figura divina, spesso interpretata come un sostituto di Dio, o più specificamente, del Dio dell’Antico Testamento. È ossessionato dal creare, dall’essere adorato e dal ricevere devozione dagli altri, anche a costo della Madre e della loro casa.

Il messaggio di Aronofsky è chiaro: l’umanità continua a ripetere gli stessi schemi distruttivi, sia nei confronti del pianeta che degli altri.

Il finale, che vede la distruzione della casa e la nascita (e la morte orribile) del loro bambino, è un climax caotico che rappresenta il ciclo infinito della creazione e della distruzione. La violenza, l’egoismo e l’ossessione per l’adorazione dell’umanità portano al collasso totale. Eppure, Lui ricomincia il ciclo, facendo rinascere la casa e ricominciando da capo con una nuova donna, suggerendo che questa sofferenza è eterna e ciclica.

Il messaggio di Aronofsky è chiaro: l’umanità continua a ripetere gli stessi schemi distruttivi, sia nei confronti del pianeta che degli altri esseri umani. I momenti finali di Madre! sono cupi ma significativi, e sfidano gli spettatori a riconoscere le conseguenze dell’ego incontrollato, dell’incuria ambientale e dell’ipocrisia spirituale. Non è solo la fine di una storia, è uno specchio che riflette il nostro mondo, chiedendoci se riusciremo mai a rompere il ciclo.

The Handmaid’s Tale – Stagione 6, Episodio 4: la spiegazione del finale

The Handmaid’s Tale – stagione 6, episodio 4 è finalmente arrivato, ed ecco cosa succede alla fine dell’ultimo capitolo di The Handmaid’s Tale. La stagione 6 di The Handmaid’s Tale è destinata a concludere la serie distopica di successo di Hulu e, sebbene sia già stato annunciato un sequel intitolato The Testaments, si prevede che la stagione 6 porterà un senso di definitività alla storia di June. C’è ancora molto da vedere nella sesta stagione di The Handmaid’s Tale, ed ecco cosa ci riserva il quarto episodio per il futuro della serie.

Il quarto episodio della sesta stagione di The Handmaid’s Tale riprende esattamente da dove si era interrotto il terzo, con June, Luke e Moira che lasciano Gilead ancora una volta. Al loro arrivo, però, scoprono che Mayday sta pianificando la loro prossima azione di resistenza: un raid contro Jezebel’s. Mayday deve quindi decidere chi tornerà indietro per avvertire le donne di Jezebel’s. Nel frattempo, il comandante Lawrence lavora per dare il via al progetto New Bethlehem, continuando a manipolare Gilead dall’interno.

C’è qualche speranza per Luke e June di salvare Hannah o rimarrà intrappolata a Gilead?

L’obiettivo principale di June e Luke in tutta la serie The Handmaid’s Tale è stato quello di salvare Hannah, che attualmente si trova in una scuola per l’addestramento delle mogli a Gilead. Dopo diverse stagioni passate a cercare di raggiungere questo obiettivo, i due non sembrano essere più vicini ad Hannah. Nella quinta stagione di The Handmaid’s Tale, una serie di aerei era pronta a partire per salvare alcuni abitanti di Gilead, tra cui Hannah. Tuttavia, gli aerei sono stati abbattuti grazie all’intervento del comandante Lawrence. Mayday sta già lavorando a un altro piano, anche se non salverà direttamente Hannah.

Il prossimo piano di Mayday prevede di usare Jezebel per scoprire quali comandanti sono stati coinvolti nell’abbattimento degli aerei, per poi ucciderli. Anche se questo non porterà direttamente June da Hannah, potrebbe aiutare nel lungo periodo. Eliminare alcuni comandanti potenti potrebbe indebolire Gilead, danneggiando le loro difese e permettendo al prossimo piano di salvataggio di Mayday di funzionare. Dato che l’obiettivo principale di June è stato quello di salvare Hannah, il mistero se ci riuscirà o meno probabilmente non sarà risolto fino al finale di The Handmaid’s Tale. Tuttavia, il libro sequel The Testaments fornisce già una risposta.

La citazione di Lawrence alla fine dell’episodio 4 della stagione 6 di The Handmaid’s Tale spiegata

Il comandante Lawrence fornisce una voce fuori campo durante i titoli di coda della sesta stagione di The Handmaid’s Tale, episodio 4, mentre legge un libro. Il libro è A Little Princess, un libro per bambini del 1905 scritto da Frances Hodgson Burnett. Il libro segue le vicende di una ragazzina mandata in un collegio da un capitano dell’esercito britannico, che lì si trova ad affrontare varie situazioni. Il brano letto dal comandante Lawrence è tratto dall’inizio del libro, e la voce fuori campo è in realtà un richiamo a una scena precedente in cui Lawrence legge il libro a sua figlia.

Quando Lawrence legge il libro, dice a sua figlia che era uno dei preferiti di Eleanor, la sua defunta moglie. Questo indica che Lawrence è ancora legato al ricordo di Eleanor, la cui morte ha scosso profondamente la sua fede in Gilead. Mentre legge la storia, l’episodio passa a Janine. Poiché il brano parla di una ragazza che è invecchiata a causa delle sue esperienze di vita, questo fa da parallelo a Janine e alle altre ancelle che sono state private della loro vita e della loro libertà. Infine, questo libro segnala che Lawrence sta crescendo sua figlia affinché idolatri le donne potenti.

Cosa sta succedendo tra Serena Joy e il comandante Wharton

Serena Joy continua ad essere uno dei personaggi più interessanti di The Handmaid’s Tale, e il suo nuovo legame con l’Alto Comandante Wharton la rende ancora più interessante. Dopo essersi incontrati nei primi tre episodi, The Handmaid’s Tale stagione 6, episodio 4 sembra preparare una storia d’amore tra i due. Cucinare e ballare sotto la pioggia dimostra che Wharton non è un Comandante tipico, e Serena Joy sembra essersi innamorata di lui.

Tuttavia, le intenzioni di Wharton sono ancora misteriose. Il piano New Bethlehem del comandante Lawrence dimostra che Serena Joy è una risorsa preziosa grazie alla sua influenza su Gilead, e Wharton potrebbe sperare di sfruttare questa influenza. I comandanti di Gilead hanno dimostrato di essere manipolatori, ed è possibile che Wharton stia manipolando Serena Joy. Tuttavia, è impossibile dirlo fino a quando non usciranno altri episodi della sesta stagione di The Handmaid’s Tale.

North Of North – stagione 1, la spiegazione del finale e del grande segreto di Neevee

La nuova sitcom di Netflix, North of North, ha un finale agrodolce che lascia la porta aperta per una seconda stagione. La storia inizia quando la protagonista Siaja sta per apportare alcuni cambiamenti importanti nella sua vita. In apparenza, Siaja vive una vita perfetta per la sua comunità, è sposata con la “superstar del villaggio” e sta crescendo una dolce bambina. Tuttavia, suo marito Ting è manipolatore e crudele, e il primo episodio si conclude con Siaja che lo lascia. La serie è per lo più leggera, ma con il progredire della trama, North of North inizia ad affrontare temi più cupi.

Siaja deve confrontarsi con le norme culturali e il giudizio degli altri membri della sua comunità mentre cerca di costruirsi una nuova vita. Siaja trova lavoro rendendosi indispensabile a Helen, l’amministratrice della città. Conosce il padre, che era sempre stato assente, si trasferisce temporaneamente con la madre e si innamora di un nuovo residente del paese. North of North si conclude con una festa e una celebrazione del paese di Ice Cove, ma tocca anche alcuni temi cupi. La madre di Siaja rivela un segreto doloroso e un nuovo arrivato porta incertezza sia per Ice Cove che per Siaja.

La figlia segreta di Neevee

 

Neevee è uno dei personaggi più complessi di North of North. È un’alcolista in via di recupero e Siaja spiega che spesso si è sentita più una madre che una figlia. Neevee è irritabile e ostile quando sente che Alistair si sta avvicinando troppo a lei e a Siaja. Il motivo viene rivelato nell’ultimo episodio, quando Neevee confessa a Siaja di avere un’altra figlia, che le è stata portata via dal padre. Siaja dà la priorità al confortare Neevee, ma è probabile che una futura stagione di North of North si concentrerà sulla ricerca di sua sorella.

Anna Lambe (Siaja) è originaria del Nunavut e farà parte del cast del prossimo film d’azione di Brad Pitt, Heart of the Beast.

La maggior parte degli attori di North of North sono di origine indigena Inuk e la serie è stata elogiata per la sua accurata rappresentazione della comunità Inuk. Molte delle comunità indigene del Canada sono state costrette a frequentare scuole residenziali, scuole religiose finanziate dal governo e create per far adottare ai bambini indigeni la cultura euro-canadese. Questo tema è spesso citato nei film indigeni del Nord America e, sebbene sia ben lungi dall’essere il tema principale della serie, influenza molte delle azioni di Neevee. Uno dei momenti più toccanti di North of North mostra Neevee che stringe un legame con un anziano parlando delle loro origini.

Siaja e Ting fanno pace?

Durante la penultima puntata, Ting ha un incidente, che dà il via alle ricerche per ritrovare il residente più popolare di Ice Cove. Dopo aver avuto una rivelazione mentre era disperso e ferito, lui e Siaja fanno di nuovo l’amore, ma lei se ne pente immediatamente. Ting torna presto alle sue vecchie abitudini e i due decidono di crescere insieme Bun, ma il rapporto tra loro rimane teso. Nell’episodio finale di North of North, sembra che Siaja abbia deciso di voltare pagina, anche se ci sono ancora margini per futuri conflitti.

Ting è uno dei personaggi meglio scritti in una serie piena di personaggi fantastici.

Quando Siaja descrive Ting per la prima volta, lui sembra più un archetipo di “himbo”, che la fa sentire inadeguata perché è bravo in tutto. Ben presto diventa chiaro che c’è un lato molto più sgradevole di Ting, che la sminuisce, la rimprovera per essere caduta dalla barca durante una caccia alle foche e cerca di costringerla ad adottare un bambino senza nemmeno chiederle il permesso. Ting è uno dei personaggi meglio scritti in una serie piena di personaggi interessanti, ed è possibile che una stagione successiva di North of North lo renda ancora più cattivo.

Perché Siaja e Kuuk continuano a nascondere i propri sentimenti

North of North Anna Lambe

Nel corso degli otto episodi di North of North, Siaja e Kuuk stringono un legame grazie al gioco degli scacchi. Sebbene sia chiaro che formano un’ottima squadra, entrambi sembrano uscire da relazioni complicate e sono riluttanti a confessare i propri sentimenti ad alta voce. Nell’episodio “Carnivores”, Siaja è pronta a dire a Kuuk cosa prova, ma rimane scioccata quando arriva la sua ragazza, Alexis. Nell’episodio finale, Kuuk dice a Siaja che sia lui che Alexis rimarranno a Ice Cove. I due provano chiaramente qualcosa l’uno per l’altra, ma non trovano mai il momento giusto per dirlo.

Alexis sembra lavorare come influencer e si descrive come ambasciatrice di un marchio. Appare amichevole e cerca di confortare Siaja quando Ting scompare, ma il finale di North of North crea un conflitto tra le due donne. Alexis ha accettato un lavoro con Helen e Siaja e descrive la città di Ice Cove come “la tabula rasa perfetta dove può “ottimizzare davvero il modo in cui funzionano le cose”. Con North of North che mostra il dolore causato dal colonialismo, questo sembra molto minaccioso e la reazione di Siaja non è positiva.

Cosa intende Alistair quando dice a Neevee che resterà “per loro”

Per gran parte di North of North, sembrava che Neevee e Alistair stessero per ricucire il loro rapporto. Bun e Alistair andavano d’accordo e, dopo un incontro molto imbarazzante, lui e Siaja hanno iniziato a passare del tempo insieme. Alistair non conosce ancora il segreto di Neevee e quindi non riesce a capire perché lei saboti la loro relazione. La goccia che fa traboccare il vaso arriva quando i due litigano e lei va a letto con un altro uomo, con Alistair che accetta che la relazione sia finita. Quando dice a Neevee che resterà a Ice Cove “per loro”, intende Siaja e Bun.

Il segreto potrebbe venire alla luce in una stagione successiva, se Siaja chiederà aiuto ad Alistair per rintracciare sua sorella.

Quando Alistair esprime il desiderio di conoscere meglio sua figlia, Neevee si infuria, dicendogli che Siaja non appartiene a un uomo bianco. La sua reazione sembra estrema, ma viene contestualizzata quando il finale di North of North rivela il destino della precedente figlia di Neevee. Neevee ha avuto la sua prima figlia prima di incontrare Alistair, ma la sua reazione viscerale all’idea di perdere un’altra figlia a causa di un uomo bianco è comprensibile se contestualizzata. Il segreto potrebbe venire alla luce in una stagione successiva, se Siaja chiederà l’aiuto di Alistair per rintracciare sua sorella.

Come il finale di North of North prepara grandi cambiamenti per Ice Cove nella seconda stagione

North of North è ambientato nella città immaginaria di Ice Cove, che Siaja ama, e lei trascorre gran parte della serie cercando di renderla un posto migliore. Siaja si offre volontaria per raccogliere i rifiuti, cerca di rendere più interessante la Notte degli Anziani e aiuta a promuovere la città nella speranza di farvi costruire una stazione di ricerca. Sebbene Ice Cove non ottenga la sua stazione di ricerca, la serie si conclude con la progettazione di un avamposto più piccolo. Questo porterà dei cambiamenti, con Alistair e Kuuk che vivranno a Ice Cove e Alexis che lavorerà nel municipio.

North of North è ancora una serie nuova, ma ha ottenuto recensioni estremamente positive, con il pubblico di Rotten Tomatoes che le ha assegnato un punteggio dell’88%. Le recensioni della critica sono state ancora più impressionanti, con North of North che ha ottenuto il 100%. Il finale della serie ha aperto diverse possibilità di sviluppo della trama se dovesse essere realizzata una seconda stagione. Sebbene Netflix abbia l’abitudine di cancellare le serie popolari, il creatore di North of North, Aglok MacDonald, ha dichiarato a Elle Canada che “[loro] possono raccontare stagioni con una storia come questa”. Questo dà un aggiornamento speranzoso ed è possibile che North of North continui con la seconda stagione.

Abbott Elementary – stagione 4, la spiegazione del finale: Ava ottiene il suo miglior finale fino ad ora

Il finale della quarta stagione di Abbott Elementary è sorprendentemente poco emozionante, ma questo ha rappresentato un cambiamento gradito dopo la tensione degli episodi precedenti. Non c’è dubbio che l’adorabile cast di personaggi di Abbott Elementary sia ciò che rende la serie un tale successo, ma ciò non ha impedito alla quarta stagione di mantenere le promesse in termini di trama frenetica. Sebbene la sitcom mockumentary ambientata sul posto di lavoro non sia tipicamente nota per la sua trama intricata, la seconda metà della quarta stagione ha alzato notevolmente la posta in gioco quando la storia dello sviluppatore del campo da golf è giunta al termine.

Durante l’intera stagione, il personale dell’omonima scuola ha accettato tangenti da un losco sviluppatore di campi da golf in cambio di chiudere un occhio sulle violazioni del codice edilizio. Abbott Elementary‘s Principal Ava si è presa la colpa di queste tangenti quando il distretto scolastico ne è venuto a conoscenza e, con grande shock di tutti, è stata licenziata in tronco. Fortunatamente, l’Abbott Elementary – stagione 4 episodio 21 ha riportato Ava quando tutti, dal PTA agli studenti, agli insegnanti, agli imprenditori locali e persino gli sviluppatori, si sono schierati dalla sua parte.

Il finale della quarta stagione di Abbott Elementary vede una divertente gita scolastica

Questa trama si è conclusa con le scene finali dell’episodio 21 della quarta stagione, “Rally”, quando Ava è stata reintegrata nel suo vecchio ruolo. La maggior parte dei cattivi della quarta stagione di Abbott Elementary sono stati redenti nel corso della vicenda, con l’avvocato del costruttore Miles, la sorella della confraternita di Ava Crystal e il padre da lei allontanato Frank che si sono presentati per difenderla. Tuttavia, questo significa che l’episodio 22 della quarta stagione, “Please Touch Museum”, è stato un finale relativamente sottotono per la stagione.

Secondo Philadelphia Magazine, “Please Touch Museum” è stato girato interamente sul posto, presso l’iconico punto di riferimento di Filadelfia. Tutta la scuola è entusiasta della gita, tranne i cinici studenti di terza media di Jacob, che ritengono che la loro classe non sia adatta all’evento. Sebbene Tracy Curran, COO del vero Please Touch Museum, abbia dichiarato al Philadelphia Magazine che “il Please Touch Museum racchiude ricordi d’infanzia speciali per Quinta Brunson”, creatrice e protagonista della sitcom, la classe di Jacob ha comunque impiegato un po’ di tempo per accettare la gita.

In una gag esilarante e creativa, gli insegnanti hanno recitato in una commedia che reimmaginava la faida di Ava con il distretto scolastico in termini assurdamente unici.

Fortunatamente, una guida turistica ha suggerito ai ragazzi più grandi di mettere in scena una commedia sugli insegnanti e la classe di Jacob ha saggiamente seguito il suo consiglio. In una gag esilarante e creativa, gli insegnanti hanno interpretato se stessi in questa recita, che ha reimmaginato la faida di Ava con il distretto in termini assurdamente unici. Mentre la quarta stagione di Abbott Elementary ha dimostrato che Gregory sarebbe diventato un ottimo preside, i bambini che lo descrivevano come un robot privo di emozioni hanno fatto ridere persino suo padre, solitamente rigido e stoico.

Ava ottiene il finale perfetto nel finale della quarta stagione di Abbott Elementary dopo un anno difficile

Non solo Ava ha riottenuto il suo lavoro, ma ha anche ritrovato il suo amore della quarta stagione, O’Shon, in “Please Touch Museum”. All’inizio della gita, O’Shon ha compensato la sua assenza al raduno comprando ad Ava un paio di orecchini esorbitanti. Sfortunatamente, Ava odiava gli orecchini che O’Shon le aveva comprato e, per la prima volta nella sua vita da star schietta, non riuscì a dirglielo. Ava voleva evitare di ferire i sentimenti del suo interesse amoroso, ma alla fine i due ne hanno parlato e O’Shon si è dimostrato, come al solito, indifferente al malinteso.

Janine e Gregory di Abbott Elementary continueranno la loro storia d’amore

Una stagione dopo che Janine e Gregory si sono finalmente messi insieme nel finale della terza stagione, Ava e O’Shon continuano la loro storia d’amore all’inizio della quinta stagione di Abbott Elementary. Sebbene la nuova coppia abbia ammesso di aver avuto qualche intoppo a causa del gusto discutibile di O’Shon in fatto di orecchini, i due hanno superato la crisi quando lui ha accettato di restituire il regalo indesiderato e ha impressionato Ava con un’opzione meno costosa, ma più di buon gusto, che in realtà preferiva fin dall’inizio. Nel frattempo, Ava e O’Shon di Abbott Elementary non erano l’unica coppia felice all’inizio della quinta stagione.

Janine è riuscita a impressionare il padre di Gregory e a migliorare il loro rapporto padre/figlio quando ha convinto il signor Eddie, ormai anziano, ad abbassare la guardia e a rilassarsi con i bambini. Gregory inizialmente è rimasto scioccato nel vedere il padre, solitamente serio, scherzare con i bambini, ma suo padre gli ha spiegato che Janine aveva tirato fuori in lui lo stesso calore che aveva tirato fuori in Gregory. Ha persino detto a Gregory che Janine gli ricordava la sua defunta madre nel momento più toccante del finale.

Cosa è successo a Gregory dopo il ritorno di Ava in Abbott Elementary

Così, il finale della quarta stagione di Abbott Elementary ha migliorato entrambe le principali storie d’amore, dato che O’Shon e Ava hanno dimostrato di avere un futuro e Gregory e Janine hanno continuato ad andare forte nel loro secondo anno insieme. Tuttavia, mentre il ritorno di Ava in Abbott Elementary era effettivamente inevitabile data la sua popolarità, è giusto che gli spettatori si chiedano cosa sia successo a Gregory in “Please Touch Museum”. Quando Ava è stata licenziata, Gregory è diventato preside ad interim per un breve periodo.

Gregory voleva diventare il preside della Abbott sin da quando aveva iniziato a lavorare lì e ha dimostrato di essere all’altezza del ruolo durante il suo periodo come preside ad interim. Tuttavia, in “Please Touch Museum” lo abbiamo rivisto nel ruolo di insegnante e apparentemente soddisfatto di questa posizione. Anche se era infastidito dal fatto che Ava avrebbe annullato tutte le modifiche che lui aveva apportato all’inizio dell’episodio, Gregory sembrava soddisfatto del suo lavoro per il momento.

Come il finale della quarta stagione di Abbott Elementary ha preparato la quinta stagione

Mentre Jacob di Abbott Elementary interpretava Barbara e Melissa prendeva in giro Jacob nell’ambito della recita scritta dagli studenti, era difficile capire cosa avrebbe riservato la quinta stagione. Abbott Elementary è andata sempre più rafforzandosi nella quarta stagione, con la trama dello sviluppatore del campo da golf che ha fornito la spina dorsale per diversi episodi autonomi di grande successo.

La quarta stagione di Abbott Elementary ha affrontato temi reali come l’epidemia di divieti di libri nelle scuole statunitensi e gli insegnanti sottopagati che fanno un secondo lavoro per sbarcare il lunario. Tuttavia, la sitcom si è anche divertita molto con alcuni ospiti a sorpresa come Eric Andre e le star di It’s Always Sunny in Philadelphia, oltre al ritorno di Manny, interpretato da Josh Segarra, e del Capitano Robinson, interpretato da Mike O’Malley.

È stato un finale agrodolce che ha dimostrato che più le cose cambiano nella scuola del titolo, più rimangono uguali.

“Please Touch Museum” si è concluso con gli insegnanti che salutavano la classe dei diplomati, ma guardando con entusiasmo ai nuovi arrivi dell’anno successivo. È stato un finale agrodolce che ha dimostrato che più le cose cambiano nella scuola del titolo, più rimangono uguali. Pertanto, anche se gli spettatori non possono indovinare quali argomenti saranno affrontati nella prossima stagione di “Abbott Elementary”, il finale della quarta stagione è stato un addio dolce e appropriato per la sitcom.

La Ruota del Tempo – stagione 3: la spiegazione del finale

La Ruota del Tempo – stagione 3: la spiegazione del finale

La Ruota del tempo stagione 3 è giunta a una conclusione epica, e sia i lettori dei libri che i fan della serie TV potrebbero essere rimasti con molte domande. L’adattamento Amazon su Prime Video della prolifica serie di libri La Ruota del Tempo di Robert Jordan ha adattato la stagione 3 da L’ascesa dell’ombra, il quarto romanzo della saga. È uno dei romanzi più importanti della serie e il primo a diffondere davvero la narrazione in tutto il mondo, come voleva Jordan, con il finale della terza stagione che mostra ciascuno dei personaggi principali in un luogo diverso del mondo.

La narrazione di Perrin Aybara nei Due Fiumi si è conclusa nell’episodio 7 della terza stagione di La ruota del tempo, lasciando le altre tre trame per il finale di stagione. Rand al’Thor si è proclamato Car’a’carn davanti ai clan Aiel, mentre Moiraine e Lanfear combattevano nel deserto. Alla Torre Bianca, Elaida ha organizzato il suo colpo di stato contro Siuan Sanche, portando le Aes Sedai sotto il suo controllo. A Tanchico, l’equipaggio di eroi ha combattuto le proprie battaglie individuali mentre cercava di mettere al sicuro i Domination Bands dalla Black Ajah

Come la terza stagione de “La Ruota del Tempo” prepara il destino di Rand al’Thor

Gli ultimi momenti di Rand al’Thor nella terza stagione de “La ruota del tempo” sono leggermente diversi dai romanzi, ma molte delle idee sono le stesse. Ad Alcair Dal, Rand si oppone a Couladin, un uomo Aiel che ha giurato di essere Car’a’carn. Essendo cresciuto tra i clan Aiel, Couladin cerca di conquistare il favore del popolo, giurando che porterà gloria al suo popolo. Rand sceglie una strada diversa, più onesta, costringendo il popolo Aiel a fare i conti con il proprio passato, che lui ha vissuto attraverso le visioni avute a Rhuidean all’inizio di questa stagione.

Gli Aiel sono noti per il loro talento nella guerra, ma tutto ciò deriva dal fatto che hanno infranto i loro giuramenti seguendo la Via della Foglia. Rand suscita polemiche condividendo questa conoscenza, ma ciò permette ai capi dei clan, che hanno anche visto queste visioni ma le hanno tenute segrete, di sapere che sta dicendo la verità e che lui è Car’a’carn.

L’espressione finale di Rand prefigura il percorso oscuro che dovrà affrontare nelle stagioni future, danzando tra la luce e l’oscurità mentre l’Unico Potere cerca di consumarlo.

Rand evoca un temporale usando l’Unico Potere, e la stagione si conclude con Egwene che gli grida di smettere di incanalare. L’espressione finale di Rand prefigura il percorso oscuro che dovrà affrontare nelle stagioni future, danzando tra la luce e l’oscurità mentre l’Unico Potere cerca di consumarlo. Rand è straordinariamente potente, ma la metà maschile dell’Unico Potere è contaminata dal Tenebroso, e più lui si abitua a usarlo, più questo avrà potere su di lui.

La spiegazione della rottura della Torre Bianca e la morte di Siuan Sanche

La ruota del tempo - stagione 3

La rottura della Torre Bianca è una delle trame più avvincenti di L’ascesa dell’ombra (e la mia preferita della serie), prefigurata dalla scena iniziale della premiere della stagione, in cui Siuan Sanche fissa la pioggia. Elaida era un membro della Red Ajah al servizio della regina Morgase Trakand di Andor da anni, ma il suo ritorno alla Torre Bianca ha visto un immediato attrito, derivante da una rivalità tra lei e Siuan risalente a anni prima. Nel finale della terza stagione, Elaida prende finalmente il controllo e diventa l’Amyrlin Seat, anche se a costo della vita di Siuan Sanche.

Siuan Sanche non muore nei libri della serie Wheel of Time, il che rende questo cambiamento una deviazione significativa dal testo originale.

Abbiamo già confermato all’inizio di questa stagione che Elaida non fa parte della Black Ajah, ma è probabilmente qualcosa di peggiore. È un’Aes Sedai convinta di servire la Luce usando metodi estremi, con l’obiettivo di catturare e addomesticare Rand. Crede che chiunque le si opponga, come Siuan o Moiraine, sia un Amico delle Tenebre e complotta per eliminarli. La Torre Bianca, una delle forze più potenti nel mondo di La Ruota del Tempo, sta ora lavorando contro Rand, servendo inavvertitamente il Tenebroso.

La spiegazione della battaglia finale di Moiraine e Lanfear nella terza stagione di La Ruota del Tempo

L’alleanza provvisoria tra Moiraine e Lanfear è giunta al termine nel finale della terza stagione di La Ruota del Tempo, quando lei e Lan affrontano i Forsaken nel deserto. Le sue visioni le hanno mostrato la sua morte per mano di Lanfear, e questo quasi si avvera quando viene pugnalata con una spada. Moiraine sente il dolore della morte di Siuan Sanche e usa il Sakarnen, ottenuto a Rhuidean, per aiutare a raccogliere più Potere Unico, respingendo Lanfear e rimandando la loro lotta all’ultimo sangue a un altro giorno.

Come Nynaeve rompe il suo blocco di canalizzazione

The Seanchan Empire, Loial played by Hammed Animashaun, The Dark One played by Fares Fares

Nynaeve finalmente si arrende al Potere Unico

Nynaeve ha avuto un blocco del canale per tutta la durata de La ruota del tempo, che le impediva di accedere al Potere Unico a meno che non fosse arrabbiata. Saidar è la metà femminile del Potere Unico e richiede che chi lo usa si arrenda ad esso, cosa che Nynaeve ha avuto difficoltà a fare durante tutta la saga. Sebbene il momento non sia chiaro nella serie, i libri presentano una scena quasi identica e spiegano che arrendendosi alla morte imminente, Nynaeve finalmente rompe il suo blocco. Questo le permette di ritagliarsi uno spazio nell’acqua, impedendole di annegare.

“E con la speranza ormai svanita, tremolante ai margini della coscienza come la fiamma di una candela che sta per spegnersi, fece qualcosa che non aveva mai fatto prima in vita sua. Si arrese completamente.”

Una corona di spade – Capitolo 31

Cosa diavolo è successo a Mat?

Il grande momento di Mat nella terza stagione di La Ruota del Tempo è uno dei più curiosi della serie finora e richiede sicuramente qualche informazione aggiuntiva tratta dal libro. Mentre insegue la Black Ajah a Tanchico, scopre e entra in un portale di pietra rossa. Questi portali esistono nei libri e sono usati per accedere a una dimensione parallela che contiene due specie chiamate Aelfinn ed Eelfinn. Nell’episodio, Mat parla con un Eelfinn, che concede tre desideri a chiunque lo incontri. Mat non è consapevole che le sue affermazioni stanno esprimendo desideri che verranno esauditi.

Chiede di liberare la mente da tutti i ricordi antichi ricevuti dal Corno di Valere, di essere libero dal Potere Unico e dagli Aes Sedai e di uscire da quella dimensione. L’Eelfinn risponde alle sue richieste, lasciandolo tornare nel mondo reale, anche se rimane appeso a una corda, da cui Min lo salva. Mat riceve anche un ciondolo che lo protegge dal Potere Unico. Questo momento è diverso nei libri, poiché avviene a Rhuidean con lui appeso ad Avendesora e Rand che lo salva.

La spiegazione del patto di Moghedien con Liandrin e le Fasce di Dominio 

La trama di Tanchico ha seguito i protagonisti nel tentativo di ottenere le Fasce del Dominio, dispositivi ter’angreal che potevano essere utilizzati per trattenere un incanalatore maschio. Liandrin fugge con le manette, uno dei pezzi necessari per formare le Fasce, e le consegna alla Forsaken Moghedien. L’obiettivo di Liandrin è quello di diventare una dei Forsaken, e le due lavoreranno insieme nelle future stagioni di Wheel of Time.

Cannes 78: Alice Rohrwacher presidente della giuria della Caméra d’or

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Dopo il duo dello scorso anno con Emmanuelle Béart e Baloji, quest’anno la regista e sceneggiatrice italiana Alice Rohrwacher è stata scelta per presiedere la Giuria della Caméra d’or al Festival di Cannes 78. Questo premio è riservato d un’opera prima presentata nella Selezione Ufficiale, alla Semaine de la Critique o alla Quinzaine des Réalisateurs. Alice Rohrwacher, il cui delicato lavoro è sbocciato proprio a Cannes, premierà quindi a sua volta il debutto di un regista durante la Cerimonia di chiusura del 78° Festival di Cannes, sabato 24 maggio. Nel 2024, la Caméra d’or è andata a Halfdan Ullmann Tøndel per Armand, presentato in anteprima a Un Certain Regard.

Le prime volte sono sempre importanti e ci accompagnano per tutta la vita“, ha dichiarato Alice Rohrwacher. “Come entrare in una stanza sconosciuta, avvicinarsi alla persona amata per il primo bacio o sbarcare su una costa straniera. C’è qualcosa di dorato che avvolge questi momenti nella nostra memoria. È per questo che il premio più prestigioso per le opere prime si chiama Caméra d’or?“.

Alice Rohrwacher, da Corpo celeste La chimera

In una filmografia che abbraccia sia cortometraggi che lungometraggi, sia documentari che fiction, Alice Rohrwacher dipinge con tocchi sottili il bagliore dorato degli inizi e lo splendore delle prime volte. Figura del nuovo cinema italiano, concilia il naturalismo di De Sica e la visione onirica di Fellini in film sempre in bilico tra narrazione e documentario.

Nel suo primo lungometraggio, Corpo Celeste, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs nel 2011, Alice Rohrwacher ha esplorato un rapporto con il mondo fatto di scoperte e inizi attraverso il ritratto di una tredicenne. Il suo secondo lungometraggio, Le meraviglie, è stato poi selezionato per concorrere al Festival di Cannes 2014 e ha vinto il Grand Prix. Questo racconto personale evoca la vita quotidiana di giovani sorelle in una fattoria isolata e la società moderna che le raggiunge con le riprese di un reality show. Il suo terzo film, Lazzaro felice, continua a sondare un ideale di innocenza perennemente afflitto dalla corruzione morale: improvvisamente liberato dal giogo di un proprietario terriero che teneva i contadini nella servitù della gleba, Lazzaro si confronta con la violenza della città.

Presentato in concorso a Cannes nel 2018, si è aggiudicato il premio per la migliore sceneggiatura, incoronando il singolare talento di scrittura di Alice Rohrwacher. La Chimera, considerato dalla regista come la conclusione di una trilogia formata con i suoi due precedenti lungometraggi, è stato anch’esso presentato in concorso al Festival di Cannes nel 2023. Ambientato sullo sfondo di un traffico di antichità e di una parabola sul nostro rapporto con il passato, il film analizza il modo in cui le origini modellano il nostro rapporto con gli altri, con la vita e con il mondo.

L’affascinante lavoro di Alice Rohrwacher, tinto di un realismo magico tutto suo, non si limita a questi quattro lungometraggi. I documentari, il primo genere che ha intrapreso partecipando a film collettivi, le hanno permesso di esplorare la poesia del mondo rurale, l’importanza del passato e il fremito della gioventù (Checosamanca, 2006; 9×10 Novanta, 2014; Futura, 2021). I cortometraggi, a cui torna spesso, sono uno spazio espressivo che reinventa costantemente. Da una capsula in 16 mm per la messa in scena di un’opera lirica (Violettina, 2016), a una cronaca in lock-down (Quattro Strade, 2021), a un cortometraggio di finzione (Le Pupille), presentato a Cannes nel 2022), Alice Rohrwacher si è data nuovamente all’esercizio nel 2024 co-dirigendo con JR An Urban Allegory (Allégorie citadine), riprendendo un tema fondante del suo lavoro, l’Allegoria della caverna di Platone.

Blade: Delroy Lindo dice che il reboot “è uscito dai binari” e parla del suo ruolo ora rimosso

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L’attore Delroy Lindo era stato scritturato in una prima versione di Blade prima di abbandonare il progetto Marvel in una serie apparentemente infinita di riscritture e cambi di team creativo (l’unica costante è stata il coinvolgimento di Mahershala Ali). Non sappiamo chi Lindo avrebbe dovuto interpretare, anche se è stato ampiamente ipotizzato il ruolo di Jamal Afari, l’uomo che ha cresciuto Blade e gli ha insegnato tutto ciò che sa sulla caccia ai vampiri.

L’attore, ad ogni modo, non è più legato al film e non è chiaro se lui o il personaggio saranno presenti in una potenziale iterazione futura. Parlando ora con Entertainment Weekly del suo ruolo in I Peccatori, Lindo ha ricordato: “Quando la Marvel è venuta da me, sembrava davvero interessata al mio contributo. E nelle varie conversazioni che ho avuto con i produttori, lo sceneggiatore, il regista di allora, tutto portava ad essere molto inclusivo“. “Era davvero eccitante dal punto di vista concettuale, ma anche dal punto di vista del personaggio che si sarebbe formato”, ha proseguito l’attore.

E poi, per qualsiasi motivo, è andato fuori strada”. Sebbene non abbia voluto rivelare il suo ruolo nel film, ha detto che “c’era una componente alla Marcus Garvey in quello che quest’uomo stava diventando”. “Non sto dicendo che sarebbe stato un vero e proprio Garvey-ite. No, ma solo in termini di come la filosofia di quest’uomo, la sua etica e ciò che lo guidava“, ha detto Lindo. “Era un personaggio che, in modo molto simile a Sinners, aveva creato una comunità, una comunità nera. Era un personaggio che era a capo di questa comunità“.

Blade, tutto quello che sappiamo sul film

Del nuovo Blade si sa ancora molto poco se non che esplorerà la natura del personaggio, un vampiro in grado di camminare alla luce del sole che usa i suoi poteri per dare la caccia ai suoi simili malvagi. Il personaggio era già stato raccontato al cinema con i film Blade, Blade II e Blade: Trinity, dove ad interpretare il personaggio vi era l’attore Wesley Snipes. La scelta di Mahershala Ali per assumere ora tale ruolo sembra aver messo d’accordo tutti, con l’attore indicato perfettamente idoneo sia a livello estetico che di carisma.

Il personaggio di Ali, come noto, ha già avuto un suo piccolo ingresso nell’MCU. Sua è infatti la voce che si può ascoltare nella scena post titoli di coda del film Eternals, quella in cui compare anche l’attore Kit Harington e la celebre Lama d’Ebano, che a sua volta sembra comparirà in Blade. Come noto, il film sta però affrontando numerosi problemi produttivi, con Ali che sembra essere stato scontento delle prime versioni della sceneggiatura.

Sarebbe dunque stata attuata una forte fase di riscrittura, che ha però naturalmente portato il progetto a subire ritardi sia sull’inizio delle riprese che sull’uscita in sala, attualmente non ancora ristabilita. Recentemente, inoltre, era stato riportato che Yann Demange ha abbandonato la regia del film, presumibilmente per via di alcuni contrasti con Ali. Blade è dunque ora alla ricerca di un nuovo regista.

Law and Order: Organized Crime – stagione 5, data di uscita, cast, trailer e tutto quello che sappiamo

L’ambizioso spin-off Law and Order: Organized Crime ha cambiato il volto del franchise televisivo nelle sue prime quattro stagioni, e la quinta stagione è in arrivo con un importante cambiamento. In onda dal 2021, la serie segue le vicende del detective Elliot Stabler, che entra a far parte della divisione d’élite della polizia di New York dedicata alla criminalità organizzata per dare la caccia ai criminali internazionali che operano nella città. A differenza delle precedenti serie del franchise, Organized Crime utilizza una struttura narrativa serializzata che segue un arco narrativo che si sviluppa nell’arco di un’intera stagione e oltre. Inoltre, la serie si concentra esclusivamente sul detective Stabler ed esplora i suoi conflitti interiori.

Come tutte le serie TV di Dick Wolf prodotte per la NBC, Organized Crime si è rivelato un successo immediato e ha aggiunto una diversità narrativa molto necessaria al franchise che era stato portato avanti da Special Victims Unit per gran parte del decennio. Poco dopo il debutto di Organized Crime, anche la serie originale Law & Order è stata ripresa, e improvvisamente si è creato un franchise autentico che ha dominato il palinsesto del giovedì della NBC. Nonostante il successo travolgente del franchise, c’erano alcuni dubbi sul ritorno di Organized Crime per la quinta stagione.

Ultime news su Law & Order: Organized Crime – Stagione 

Law and Order: Organized Crime - stagione 5

Benson appare nell’ultimo trailer di Organized Crime

Con lo show che passa a Peacock per la sua quinta stagione, arrivano le ultime notizie sotto forma di un altro teaser trailer di Law and Order: Organized Crime. Il breve teaser offre una panoramica generale della stagione che ci aspetta, inclusa la nuova missione sotto copertura di Stabler. Il trailer mostra varie sequenze ricche di azione, tra cui l’esplosione di un edificio e sparatorie. Infine, l’auto di Stabler viene speronata da un veicolo più grande e lui sembra rimanere in coma. Il teaser termina con Benson (Mariska Hargitay) che arriva per confortare il suo vecchio amico.

Il trailer non rivela molto sulla stagione in arrivo che non sia già stato visto, ma l’inclusione di Benson è piuttosto significativa. Non solo l’universo più ampio di Law & Order ha anticipato la loro relazione, ma questa è diventata uno dei pilastri del franchise. La scelta di includere Benson nel teaser è probabilmente un tentativo di attirare più attenzione sulla serie, soprattutto ora che passa dalla TV tradizionale allo streaming.

Data di uscita della quinta stagione di Law & Order: Organized Crime

La quinta stagione di Law and Order: Organized Crime è stata l’ultima del franchise a ottenere il rinnovo, ed è stata annunciata diverse settimane dopo che alle serie contemporanee sono state concesse stagioni aggiuntive. L’annuncio è stato accompagnato dalla notizia che la quinta stagione di Organized Crime sarà trasmessa in esclusiva su Peacock. Il primo episodio della quinta stagione andrà in onda su NBC e Peacock, ma gli episodi successivi saranno disponibili solo in streaming. Peacock ha ora fissato il ritorno della serie per il 17 aprile 2025, quando andranno in onda i primi due episodi prima di passare a una programmazione settimanale.

Law & Order e Law & Order: Special Victims Unit sono tornati entrambi nell’ottobre 2024.

Questa mossa probabilmente determinerà il successo o il fallimento dello spin-off, e la decisione di toglierlo dalla TV tradizionale è stata probabilmente dovuta al calo degli ascolti. L’idea ambiziosa di allontanarsi dal formato procedurale era un cambiamento interessante, ma Organized Crime non è mai riuscito a tenere il passo con i suoi predecessori. Anche se per ora lo show è al sicuro, la quinta stagione dovrà sopportare una forte pressione per ottenere buoni risultati. In caso contrario, la serie potrebbe essere cancellata.

Il cast della serie tv nella quinta stagione

A differenza di altri procedural di successo, il cast di Law & Order: Organized Crime è meno solido di stagione in stagione e potrebbe cambiare drasticamente quando arriverà la quinta stagione. L’unica certezza è il ritorno di Christopher Meloni nei panni del detective Elliot Stabler, dato che è stato protagonista fin dal primo episodio. Tuttavia, è stato anche confermato che Danielle Moné Truitt tornerà nei panni del sergente Ayanna Bell insieme ad Ainsley Seiger nel ruolo del detective di secondo grado Jet Slootmaekers e Rick Gonzalez in quello del detective di secondo grado Bobby Reyes. Dean Norris, ex protagonista di Breaking Bad, tornerà nei panni di Randall Stabler con un ruolo fisso.

Una guest star confermata è la leggenda di Law & Order: SVU, Mariska Hargitay, che interpreta Olivia Benson. Benson è apparsa spesso in Organized Crime e il suo legame emotivo con Stabler è fondamentale per la serie. Si unisce al cast in un ruolo ancora sconosciuto Mary Elizabeth Mastrantonio (Scarface) che interpreterà un personaggio legato al passato di Stabler. Anche Jason Patric (Lost Boys) si unirà alla quinta stagione con un ruolo ricorrente, interpretando il detective Tim McKenna. Al momento non è chiaro come il personaggio di Patric si inserirà nella quinta stagione.

La Trama della quinta stagione

Un altro caso importante è in arrivo

I trailer hanno davvero enfatizzato i temi della quinta stagione, tra cui l’approccio conflittuale di Stabler alla violenza e alla giustizia.

Sebbene Law & Order: Organized Crime sia diverso dalle altre serie procedurali contemporanee perché racconta una storia generale in ogni stagione, c’è comunque poca continuità tra una stagione e l’altra. La quinta stagione riprende con Stabler mentre si imbarca in un’altra pericolosa missione sotto copertura. Tuttavia, un vecchio nemico del passato è tornato per vendicarsi, e questo spingerà il detective esperto al limite. I trailer hanno davvero enfatizzato i temi della quinta stagione, compreso l’approccio conflittuale di Stabler alla violenza e alla giustizia.

La sinossi ufficiale (tramite Variety) recita:

i mondi pericolosi del contrabbando transfrontaliero, del terrorismo interno high-tech e di una famiglia criminale intenzionata a vendicarsi di Stabler per il torto che ha loro fatto a Roma. Mentre i suoi mondi entrano in collisione, Stabler metterà tutto in gioco per proteggere i più vulnerabili e lottare per la giustizia.

Ad un certo punto della quinta stagione, Stabler sarà coinvolto in un grave incidente stradale che sembrerà mandarlo in coma. Questo è anche l’episodio in cui arriva la sua vecchia amica Benson, ma non è chiaro quanto crossover ci sarà tra Organized Crime e SVU.

Law & Order: Organized Crime Stagione 5 – Trailer

Insieme alla data di uscita della serie, Peacock ha rivelato un breve trailer della quinta stagione di Law & Order: Organized Crime alla fine di febbraio 2025. Narrato da Stabler mentre discute della sua incessante ricerca della giustizia, il trailer mostra poi il detective esperto in varie scene di alta tensione, tra cui quella in cui brandisce una mazza da baseball mentre è sotto copertura. Il teaser si conclude con l’auto di Stabler che viene speronata, suggerendo che nei prossimi episodi sarà lui stesso ad essere attaccato.

Nel marzo 2025, Peacock ha pubblicato il trailer completo della quinta stagione di Law & Order: Organized Crime, che anticipa un ritorno carico di tensione alla serie poliziesca. Il trailer ritrova Stabler alle prese con il peso emotivo del suo lavoro, ma ben presto viene chiamato a tornare sotto copertura. Un caso di omicidio seriale attira l’attenzione della polizia, mentre Stabler cerca di smantellare un’organizzazione criminale. La violenza inizia ad avvicinarsi sempre più a casa, costringendo Stabler a fare cose che normalmente non farebbe.

Peacock ha pubblicato un altro trailer di Law & Order: Organized Crime nell’aprile 2025, che anticipa ulteriormente la quinta stagione esplosiva. Riprendendo molti degli elementi già visti in altri trailer, Stabler viene richiamato in servizio per lavorare sotto copertura e si ritrova rapidamente a ricadere nel mondo della violenza e della giustizia corrotta. Il trailer si conclude con Stabler ferito in un incidente d’auto e il suo vecchio amico Benson che arriva in ospedale per confortarlo.

The Mandalorian & Grogu: trapelato online il trailer dalla Star Wars Celebration

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Dalla Star Wars Celebration 2025 che si sta svolgendo a Tokyo sono arrivate alcune interessanti novità sul franchise, tra cui una prima immagine di Pedro Pascal nei panni di Din Djarin in The Mandalorian & Grogu, il film atteso al cinema per il maggio 2026. I fan presenti all’evento hanno anche potuto dare una prima occhiata ad un trailer, che è ora puntualmente trapelato online e può essere visualizzato seguendo questo link.

Il trailer si apre con il Mandaloriano che distrugge una squadra di Imperiali a bordo di un AT-AT, prima che il cacciatore di taglie faccia rapporto al pilota della Nuova Repubblica interpretato da Sigourney Weaver. Ci sono poi un sacco di elementi divertenti su Grogu e un’apparizione a sorpresa di Zeb Orrelios di Star Wars Rebels.

Verso la fine dell’anteprima, vediamo che Grogu sta diventando sempre più forte nella Forza, mentre distrugge un droide imperiale (c’è anche una splendida inquadratura di lui che nuota). Vediamo infine anche il formidabile e muscoloso Rotta the Hutt (la cui voce originale è quella di Jeremy Allen White) in una specie di arena. Si dice che i protagonisti del film avranno il compito di salvarlo da un qualche pericolo.

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The Mandalorian & Grogu, tutto quello che sappiamo sul film

Jon Favreau sta producendo e dirigendo il film insieme alla presidente della Lucasfilm Kathleen KennedyDave Filoni, CCO della Lucasfilm ed ex direttore supervisore dell’amata serie animata Star Wars: The Clone Wars. “Ho amato raccontare storie ambientate nel ricco mondo creato da George Lucas”, ha detto in precedenza Favreau. “La prospettiva di portare il mandaloriano e il suo apprendista Grogu sul grande schermo è estremamente emozionante”.

La serie di tre stagioni The Mandalorian è stata generalmente ben accolta da fan e critici. Una quarta stagione è già in fase di sviluppo presso Lucasfilm, con l’obiettivo di riallacciarsi agli eventi di Ahsoka e di altri show Disney+ di Star Wars.

Si sa molto poco del film, incluso il suo posizionamento nella cronologia di The Mandalorian e chi altro dovrebbe recitare oltre a Pedro Pascal. Sappiamo che star di Alien Sigourney Weaver sarà nel film, anche se i dettagli sul suo personaggio sono ancora segreti, mentre Jeremy Allen White di The Bear è stato recentemente scritturato per interpretare il “buffo” Rotta the Hutt.

I dettagli sulla trama di The Mandalorian & Grogu sono stati difficili da ottenere, quindi il casting di Jeremy Allen White come figlio di Jabba fornisce il primo vero assaggio di ciò che potrebbe essere in serbo per il cacciatore di taglie titolare e il suo adorabile figlio adottivo.

La serie Disney+ The Mandalorian è ambientata negli anni successivi agli eventi di Star Wars: Il ritorno dello Jedi del 1983, in cui la Principessa Leia (Carrie Fisher) strangola a morte Jabba. La recente serie spin-off The Book of Boba Fett ha rivelato che l’assenza di Jabba ha lasciato un vuoto di potere tra i boss del crimine organizzato su Tatooine; due cugini di Jabba si giocano il suo territorio, ma vengono sconfitti da Boba Fett (Temuera Morrison), che prende il sopravvento. Sembra probabile che, con il figlio di Jabba in qualche modo coinvolto nel nuovo film, anche Boba Fett e il suo vice Fennec Shand (Ming-Na Wen) saranno coinvolti.

The Mandalorian & Grogu uscirà nelle sale il 22 maggio 2026.

Nuovi film di Star Wars: tutti i film in arrivo e la data di uscita

La Saga degli Skywalker si è conclusa, ma ci sono ancora molti film di Star Wars in arrivo. Lucasfilm ha iniziato ad annunciare ufficialmente i prossimi film alla Star Wars Celebration 2023, segnalando che la saga sarebbe presto tornerà presto sui grandi schermi. Allo Star Wars Celebration 2025 svoltosi a Tokyo ha poi fornito maggiori dettagli su quali e quanti progetti cinematografici sono in arrivo per il franchise.

Al momento la Lucasfilm ha ufficializzato due date di uscita:

Con queste premesse, ecco quindi tutti i progetti cinematografici della Lucasfilm per il prossimo decennio.

The Mandalorian & Grogu

The Mandalorian e Grogu

Lucasfilm ha confermato che The Mandalorian & Grogu sarà il primo di questa nuova ondata di film di Star Wars. Al momento non si sa molto di The Mandalorian & Grogu, ma è ragionevole pensare che sia stato adattato dalla sceneggiatura di Jon Favreau per la quarta stagione di The Mandalorian. L’uscita del film è stata confermata per il 22 maggio 2026.

Star Wars: Starfighters

  • Data di uscita: 28 maggio 2027
  • Sceneggiatore: Jonathan Tropper
  • Regista: Shawn Levy
  • Cast noto: Ryan Gosling

Al momento di Star Wars: Starfighter sappiamo solo che è ambientato cinque anni dopo L’ascesa di Skywalker (2019). Levy ha dichiarato: “Ci sono molte voci, alcune vere, altre no. … Questo non è un prequel, non è un sequel. È una nuova avventura”. Gosling ha elogiato il film definendolo “una storia fantastica con personaggi fantastici e originali”, oltre a “tanto cuore e avventura”, aggiungendo: “Non c’è regista migliore di Shawn per questa particolare storia”.

Il film Episodio X sul Nuovo Ordine Jedi di Rey Skywalker

Daisy Ridley star wars
Daisy Ridley è Rey nella saga di Star Wars © Lucasfilm Ltd.
  • Scrittore: Steven Knight
  • Regista: Sharmeen Obaid-Chinoy
  • Cast noto: Daisy Ridley (Rey)

Uno dei tre annunci più importanti della Star Wars Celebration 2023 riguardava il ritorno della Rey di Daisy Ridley nell’universo di Star Wars. Jedi centrale dell’era della trilogia sequel, Rey sarà ora la fondatrice del Nuovo Ordine Jedi in un film ambientato 15 anni dopo Star Wars: L’ascesa di Skywalker. Al momento, tuttavia, non ci sono altri dettagli in merito.

Il film di Taika Waititi

È poi in arrivo un film diretto da Taika Waititi, il regista di Thor: Ragnarok e Jojo Rabbit. Di questo progetto si parla da tempo, ma sembra ancora lontano dall’essere realizzato, per quanto rimanga confermato. Anche in questo caso non si hanno notizie sul progetto, ma Waititi ha affermato che: “Penso che l’universo di Star Wars debba espandersi. Non credo di essere utile all’universo di Star Wars facendo un film in cui tutti dicono: ‘Oh fantastico, beh, questa è la cianografia del Millennium Falcon, ah questa è la nonna di Chewbacca. Tutto questo sta in piedi da solo, è fantastico, anche se mi piacerebbe prendere qualcosa di nuovo e creare alcuni nuovi personaggi o semplicemente espandere il mondo”.

Il film Dawn Of The Jedi di James Mangold

James Mangold
James Mangold al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Un altro film annunciato alla Star Wars Celebration 2023 è quello che sarà diretto da James Mangold e che sarà ambientato oltre 25.000 anni prima della Saga degli Skywalker, in quella che è stata definita l’era dell’“Alba degli Jedi”, anche se non ha necessariamente come protagonisti degli Jedi. Secondo Mangold, si tratterà di “una sorta di storia delle origini di come la Forza è stata scoperta”. Il film è anche stato descritto come una “epopea biblica” simile a I dieci comandamenti. Al momento, tuttavia, non si hanno maggiori informazioni.

La trilogia di Simon Kingberg

Il regista di X-Men: Dark Phoenix, Simon Kinberg, è stato incaricato di scrivere e produrre una nuova trilogia di Star Wars. Ci sono state notizie contrastanti sul fatto che questi film saranno gli Episodi 10, 11 e 12 della Saga degli Skywalker. Tuttavia, la maggior parte dei giornali ha confermato che non si tratterà di una continuazione della storia. Su IMDb il progetto è riportato con la regia di Rian Johnson, di cui in precedenza si era detto stesse lavorando ad una nuova trilogia. Non è però confermato che le due cose siano lo stesso progetto, per cui si attendono maggiori novità.

Il film di Dave Filoni

Infine, sebbene non sia ancora stato ufficialmente riconfermato, si parla anche di un film diretto da Dave Filoni. La storia, stando a quanto riportato, si concentrerà sulla Nuova Repubblica e chiuderà i racconti interconnesse di “The Mandalorian”, “The Book of Boba Fett”, “Ahsoka” e altri show Disney+.

The Mandalorian & Grogu: tutto quello che c’è da sapere sul nuovo film di Star Wars

Il film The Mandalorian & Grogu porterà sul grande schermo i celebri protagonisti della serie Disney+. Diretto da Jon Favreau, il progetto è atteso nel 2026 e segnerà un nuovo capitolo dell’universo Star Wars, collegando le trame delle serie TV a quelle cinematografiche. Ecco cosa sappiamo finora su uscita, trama, cast e possibili sorprese.

Quando esce The Mandalorian & Grogu?

Il film The Mandalorian & Grogu è attualmente in fase di pre-produzione e l’uscita è prevista per il 2026, salvo eventuali cambi di programmazione da parte di Lucasfilm e Disney. Le riprese dovrebbero cominciare entro la fine del 2024.

Di cosa parlerà il film?

The Mandalorian racconta la storia di un cacciatore di taglie solitario, Din Djarin, che opera nella galassia post-impero. Ambientato nel periodo che segue la caduta dell’Impero Galattico e prima della nascita del Nuovo Ordine, il protagonista affronta missioni pericolose mentre cerca di trovare un posto per sé nell’universo. La trama si sviluppa attorno alla sua scoperta di Grogu, una creatura misteriosa che possiede incredibili poteri legati alla Forza.

La storia si articola intorno al legame crescente tra Din Djarin e Grogu. Inizialmente un semplice incarico di recupero, il destino di Grogu cambia quando Din decide di proteggerlo, sfidando la sua stessa natura da cacciatore di taglie. Ogni episodio esplora il crescente conflitto interiore del Mandaloriano, diviso tra l’adempimento delle sue missioni e la sua volontà di proteggere il bambino. Mentre affronta nemici provenienti da vari angoli della galassia, la trama si arricchisce con l’introduzione di nuovi alleati, tra cui personaggi leggendari come Boba Fett, Bo-Katan Kryze, e Ahsoka Tano. Il Mandaloriano è costretto ad affrontare la sua identità e a fare scelte che cambieranno per sempre il corso della sua vita.

Chi dirige The Mandalorian & Grogu?

Il film è diretto da Jon Favreau, creatore della serie originale. Favreau ha dichiarato:

“Portare Din e Grogu sul grande schermo è una naturale evoluzione del loro viaggio. I fan vivranno un’esperienza epica e inedita.”

Quali personaggi rivedremo?

Oltre a Din Djarin e Grogu, potrebbero tornare anche personaggi iconici della serie come Bo-Katan Kryze, Greef Karga e Ahsoka Tano, anche se il cast ufficiale non è ancora stato confermato.

Personaggi Principali e Loro Sviluppo:

    • Din Djarin (Il Mandaloriano): La figura centrale della serie, un uomo solitario che vive seguendo un codice rigido e la cultura del suo popolo. La sua relazione con Grogu diventa il motore emotivo della trama. Din inizia come un uomo impassibile e duro, ma la sua interazione con Grogu lo trasforma profondamente, mettendo in discussione il suo passato e il suo ruolo nell’universo.

    • Grogu: Una creatura misteriosa, simile a Yoda, che possiede una connessione potente con la Forza. La trama esplora la sua crescita e il legame profondo con Din Djarin, con misteri sulla sua origine che rimangono svelati man mano che la storia si evolve.

    • Cara Dune: Un ex soldato delle forze speciali, che aiuta Din nelle sue missioni. Il suo sviluppo come personaggio va oltre il ruolo di alleata, diventando un elemento fondamentale nella difesa di Grogu.

    • Greef Karga: Un altro alleato di Din, un leader del Gilded Bounty Hunters, che all’inizio è un rivale, ma successivamente diventa un amico e supporta la causa di Din.

Dove sarà ambientato?

Il film sarà ambientato tra gli eventi della terza stagione di The Mandalorian e quelli delle altre serie dell’universo Star Wars, come Ahsoka e Skeleton Crew. Potrebbe fungere da collegamento verso un futuro crossover.

The Mandalorian è ambientato nell’universo di Star Wars, in un periodo che si svolge dopo la caduta dell’Impero Galattico e prima della nascita del Nuovo Ordine, un’era segnata da instabilità politica e lotte di potere. La serie esplora una galassia che, purtroppo, non ha mai vissuto un vero momento di pace, ma è piuttosto divisa in molteplici fazioni in guerra.

  1. L’ambiente post-impero: L’ambientazione è quella di un universo profondamente segnato dalla fine dell’Impero. Dopo l’abbattimento dell’Imperatore Palpatine, l’ordine che governava la galassia è collassato, lasciando dietro di sé il vuoto di potere che ha creato caos e incertezza. Il risultato è un universo frammentato, dove i pianeti e le regioni sono governate da signori della guerra, bande di criminali, e governi di transizione che cercano di mantenere un minimo di ordine. La Repubblica non è ancora riuscita a riprendersi completamente e la Resistenza sta iniziando a organizzarsi, ma molte aree restano libere e senza legge.

  2. I luoghi visitati da Din Djarin:

    • Nevarro: Un pianeta che ha visto molti conflitti e ora funge da centro per i mercenari. Nevarro diventa una base di supporto per il Mandaloriano e un luogo dove fa incontri importanti per le sue missioni.

    • Tatooine: Il pianeta desertico di Star Wars, che continua a essere una tappa fondamentale per molti personaggi, soprattutto per i cacciatori di taglie e i banditi. La serie esplora Tatooine in modo nuovo, con un focus su una varietà di luoghi e situazioni.

    • Sorgan: Un pianeta verdeggiante e pacifico, che offre un’ambientazione contrastante rispetto agli altri pianeti più ostili. Sorgan è anche un punto cruciale dove Din Djarin ha alcune delle sue esperienze più significative, incontrando alleati come Cara Dune.

    • The Ice Planet: Un altro ambiente che gioca un ruolo importante, dove Din Djarin trova alcuni degli alleati chiave. Questo tipo di ambientazione innevata è simbolo di solitudine e pericolo, temi ricorrenti nella serie.

  3. Le città e i mondi desolati: La serie è anche nota per portare gli spettatori in mondi desolati e abbandonati, luoghi che mostrano l’impronta della guerra, con città distrutte e architetture decadenti. Questo rappresenta l’impatto devastante dell’era post-imperiale. Mondi come Sorgan o Nevarro ci danno uno spunto di riflessione sullo stato della galassia e sulla difficoltà di recuperare ciò che è stato distrutto da un potere totalitario come quello dell’Impero.

  4. La Forza e i luoghi mistici: L’ambientazione include anche spazi misteriosi e legati alla Forza. Planetari come quello dove Din Djarin incontra Ahsoka Tano, esplorano temi profondi legati alla spiritualità e alla ricerca del significato. In queste terre, Grogu, il misterioso bambino, cerca di connettersi più profondamente con il suo passato e la sua connessione con la Forza.

  5. Le basi imperiali e le minacce che si nascondono: I luoghi come le basi imperiali abbandonate, ormai ridotte a rifugi per criminali o nuove forze nemiche, sono anche un punto nevralgico per la serie. Questi luoghi sono ostili e pericolosi, ma rivelano anche come l’Impero continui a sopravvivere in modo sotterraneo, minacciando l’ordine dell’universo.

Perché è così atteso?

Questo sarà il primo film del nuovo corso cinematografico di Star Wars, dopo anni di pausa. Il legame affettivo dei fan con Grogu e Din Djarin ha reso questo titolo uno dei più attesi del 2026.

8 cose che abbiamo appena scoperto sul prossimo film di Star Wars, The Mandalorian & Grogu

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The Mandalorian & Grogu è stato protagonista dello Star Wars Celebration 2025 in Giappone, dove la Lucasfilm ha rivelato molti dettagli sul film in uscita nel 2026. Il prossimo film di Star Wars uscirà nelle sale nel maggio del prossimo anno, con Jon Favreau e Dave Filoni alla guida della produzione. Naturalmente, essendo l’ultimo grande evento prima della data di uscita del film, i panel dello Star Wars Celebration 2025 dovevano rivelare molti dettagli sul progetto, così come sugli altri film, serie TV, pubblicazioni cartacee e videogiochi ambientati in una galassia lontana lontana.

Per quanto riguarda la storia di The Mandalorian & Grogu, prima dell’evento si sapeva poco del film. È stato confermato che Pedro Pascal tornerà a doppiare il primo dei personaggi titolari, con alcune immagini mostrate in precedenti convention che confermano il ritorno di Garazeb Orelios, un personaggio di Star Wars Rebels. Ora però, grazie all’attenzione riservata al film presentato allo Star Wars Celebration 2025, abbiamo molte più informazioni sul prossimo film di Star Wars: The Mandalorian & Grogu.

The Mandalorian & Grogu è ispirato ad Akira Kurosawa

Festival di Cannes 2024
Poster credits: © Shochiku Co., Ltd. / Kurosawa Prod. – Graphic design: © Hartland Villa. Immagine tratta da Rapsodia in agosto di Akira Kurosawa (1991).

Come lo era il film originale di Star Wars

Al panel di Star Wars Celebration dedicato a The Mandalorian & Grogu, una delle prime rivelazioni di Jon Favreau ha fatto riferimento alle origini di Star Wars. Favreau ha sottolineato quanto sia stato influenzato dal leggendario regista giapponese Akira Kurosawa durante la produzione delle prime tre stagioni di The Mandalorian e come The Mandalorian & Grogu continui questa tradizione. Come molti sanno, Kurosawa ha avuto una grande influenza sulla creazione della trilogia originale di Star Wars da parte di George Lucas, il che significa che Favreau e il suo prossimo film stanno tornando ai primi giorni del franchise e alle sue ispirazioni.

Il Razor Crest torna ufficialmente in The Mandalorian & Grogu

The Razor Crest

Verso la fine della seconda stagione di The Mandalorian, lo starfighter di Din Djarin – e, di fatto, la sua casa – è stato distrutto. Moff Gideon ha bombardato il Razor Crest, costringendo Din a ricevere un caccia stellare N1 in The Book of Boba Fett e nella terza stagione di The Mandalorian. Alla fine, però, la casa originale di Din e una delle migliori navi di Star Wars torna, con il Razor Crest che appare in diversi filmati rilasciati per The Mandalorian & Grogu durante lo Star Wars Celebration 2025.

Tuttavia, non è stato confermato come tornerà esattamente la Razor Crest. È probabile che Din abbia semplicemente incaricato qualcuno di costruire una nuova versione della nave dopo che quella originale è stata distrutta. Come molti hanno sottolineato da quando Din ha ottenuto una nave N1, il caccia stellare più piccolo probabilmente ostacolava le sue operazioni di caccia alle taglie. Con The Mandalorian & Grogu che vede i protagonisti dare la caccia alle taglie imperiali, il ritorno della Razor Crest è altamente logico.

Sigourney Weaver è stata confermata come agente della Nuova Repubblica in The Mandalorian & Grogu

Sigourney Weaver
Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Una delle rivelazioni più attese sul cast di The Mandalorian & Grogu alla Star Wars Celebration 2025 era il ruolo di Sigourney Weaver. Oltre a Pascal, la Weaver è senza dubbio la più grande aggiunta al film dall’inizio della produzione nel 2024. Sebbene non siano stati forniti ulteriori dettagli sul ruolo della Weaver nel film, è stato almeno confermato che lavora per la Nuova Repubblica.

Considerando che il film è ambientato nella L’era della Nuova Repubblica, ciò ha senso. Il personaggio di Weaver è stato avvistato mentre indossava abiti della Nuova Repubblica e parlava con Din Djarin come un leader farebbe con un sottoposto, suggerendo che è lei la responsabile dell’assegnazione delle missioni mandaloriane contro i resti dell’Impero nella galassia. Un’immagine rivelata allo Star Wars Celebration 2025 mostrava anche la Weaver con indosso l’iconica uniforme da pilota di X-Wing, suggerendo che potrebbe avere un ruolo più attivo nelle sequenze d’azione del film.

Din Djarin si toglie di nuovo l’elmo in The Mandalorian & Grogu

The Mandalorian 3 Din Djarin

Sebbene Pedro Pascal sia noto da tempo per dare la voce a Din Djarin, Brendan Wayne e Lateef Crowder hanno tendenzialmente interpretato l’aspetto fisico del personaggio. Din Djarin raramente si toglie l’elmo, il che significa che questi ultimi due stuntman sono fondamentali per la sua interpretazione. Pascal è apparso fisicamente solo poche volte nelle tre stagioni di The Mandalorian, quindi molti non erano sicuri della portata del suo ruolo in The Mandalorian & Grogu. Come rivelato al SWCJ, però, Din si toglierà ancora una volta l’elmo, consentendo al film di sfruttare il carisma di Pedro Pascal.

The Mandalorian & Grogu sarà caratterizzato da battaglie contro i resti dell’Impero

The Mandalorian & Grogu

Dato che manca ancora più di un anno all’uscita del film, durante lo Star Wars Celebration 2025 non è stato rilasciato alcun trailer di The Mandalorian & Grogu. Tuttavia, è stato mostrato un piccolo teaser ai presenti, tra cui Screen Rant. Il trailer iniziava con una lunga clip di Din Djarin che si faceva strada combattendo contro gli Imperiali all’interno di un AT-AT walker. La lunga ripresa continua mostrava Din che utilizzava tutto il suo arsenale mandaloriano, prima di far saltare in aria il walker e volare via con Grogu al seguito.

Grogu avrà un ruolo più attivo in The Mandalorian & Grogu

The Mandalorian & Grogu

L’adorabile bambino sta crescendo

Per quanto riguarda quest’ultimo personaggio di The Mandalorian & Grogu, le rivelazioni sul film alla Star Wars Celebration 2025 hanno confermato il suo ruolo più attivo. Il filmato mostrato ai presenti ha evidenziato il ruolo più attivo di Grogu nella trama, comprese alcune scene in cui nuota nell’acqua. Un’altra sezione lo mostra mentre usa la Forza per smantellare un droide.

Grogu è ormai cresciuto e ha il potere e la capacità di aiutare più attivamente il suo padre adottivo…

Durante le tre stagioni di The Mandalorian, Grogu è stato più che altro un passeggero. Sebbene abbia avuto i suoi momenti di eroismo grazie alla Forza, è innegabile che la sua giovane età lo rendesse secondario rispetto a Din Djarin. Tuttavia, come dimostrano il titolo del film in uscita e le immagini mostrate allo Star Wars Celebration, le cose stanno cambiando, poiché Grogu è ormai cresciuto e ha il potere e la capacità di aiutare più attivamente il suo padre adottivo.

Confermato il ritorno del figlio di Jabba The Hutt in The Mandalorian & Grogu

Confermate le voci sul film

Nel dicembre 2024 è stata riportata una delle voci più bizzarre su The Mandalorian & Grogu. Molti sostenevano che Jeremy Allen White fosse stato scritturato per The Mandalorian & Grogu, dopo il successo ottenuto con The Bear. Si diceva che White avrebbe interpretato Rotta the Hutt, il figlio di Jabba the Hutt, apparso per la prima volta nel film d’animazione di Dave Filoni, Star Wars: The Clone Wars.

Sebbene la partecipazione di White non sia stata confermata, lo Star Wars Celebration 2025 ha almeno confermato la presenza del figlio di Jabba the Hutt in The Mandalorian & Grogu. Una scena del filmato mostrato alla convention ha messo in evidenza un Hutt presente in un’arena, confermando apparentemente le voci emerse alla fine del 2024. Resta da vedere quale sarà il ruolo di Rotta in The Mandalorian & Grogu, ma la sua inclusione è tanto eccitante quanto peculiare.

The Mandalorian & Grogu è ancora previsto per maggio 2026

The Mandalorian and Grogu 2026

L’ultima cosa che abbiamo appreso su The Mandalorian & Grogu alla Star Wars Celebration 2025 è più una riconferma che altro. Da tempo è risaputo che The Mandalorian & Grogu sarà il prossimo film di Star Wars ad uscire nelle sale. Alla SWCJ, questo è stato ribadito.

The Mandalorian & Grogu è ancora previsto per l’uscita il 22 maggio 2026, poco più di un anno dopo il panel allo SWCJ. Ciò significa che nei prossimi 13 mesi ci si può aspettare molte altre rivelazioni sul film, incluso il primo trailer pubblicato in tutto il mondo. Non è chiaro quando ciò avverrà, ma se le rivelazioni di The Mandalorian & Grogu alla Star Wars Celebration 2025 confermano qualcosa, è che la produzione del prossimo film di Star Wars per il cinema sta procedendo senza intoppi.

Maul: Shadow Lord, Darth Maul nella nuovo serie che realizza i piani di George Lucas per la trilogia sequel

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Una nuova serie TV di Star Wars, Maul: Shadow Lord, riporta in auge l’animazione del franchise, completa di elementi tratti dai piani originali di George Lucas per la trilogia sequel.

Nell’ambito del panel dedicato al 20° anniversario dell’animazione di Star Wars, Dave Filoni è salito sul palco per delineare il futuro del franchise. Oltre a concentrarsi su Tales of the Underworld, Filoni ha rivelato una nuovissima serie animata: Maul: Shadow Lord. La serie sarà incentrata sul cattivo protagonista, capo di un’organizzazione criminale nell’era imperiale della saga di Star Wars. Inoltre, Maul prenderà un apprendista dal lato oscuro, collegandosi ai piani che George Lucas stesso aveva un tempo per una trilogia sequel di Star Wars.

 

Ahsoka – Stagione 2: Dave Filoni conferma che le riprese stanno per iniziare

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La seconda stagione di Ahsoka è già stata confermata ufficialmente dalla Lucasfilm e le riprese inizieranno nel prossimo futuro. Dopo la prima stagione del 2023, i piani per la seconda stagione erano stati annunciati ufficialmente nel gennaio del 2024, ma i tempi della serie non erano chiari a causa della produzione del film The Mandalorian & Grogu e dei piani per il film di Dave Filoni, destinato a concludere in modo epico i vari filoni narrativi che compongono l’era dei Mandaloriani. Con la Star Wars Celebration 2025 ora in corso in Giappone, sono però arrivate novità anche per l’attesa serie con Rosario Dawson.

Parlando al panel della Lucasfilm Animation alla Star Wars Celebration 2025, lo showrunner di Ahsoka, Dave Filoni ha infatti confermato che la produzione della seconda stagione inizierà a breve e Carrie Beck, vicepresidente della Lucasfilm per lo sviluppo dell’animazione e del live-action, è attualmente nel Regno Unito per gli ultimi preparativi. Quest’ultimo annuncio segue quello della star Natasha Liu Bordizzo, che in precedenza aveva accennato a una produzione prevista per l’estate del 2025, mentre smentisce le voci secondo cui le riprese sarebbero già iniziate.

Dave Filoni parla della seconda stagione di Ahsoka

In occasione della première di Star Wars: Skeleton Crew, tenutasi a Disneyland all’inizio del mese, lo showrunner Dave Filoni ha condiviso un aggiornamento entusiasmante sullo stato di avanzamento della seconda stagione di Ahsoka. “Sono molto impegnato anche in quella. L’ho scritta, e sono ancora l’unico sceneggiatore, e quindi mi sto divertendo a farlo, ma è una sfida, naturalmente, e lavorare su alcuni di questi archi è stata una sfida e assicurarsi che tutto questo venga fuori in un modo che penso sia eccitante per i fan”, ha detto.

So che sono interessati a capire dove si trovano alcune delle cose che ho sviluppato nella Stagione 1”, ha continuato Filoni. “Sono piuttosto soddisfatto. Adoro lavorare con Rosario [Dawson], quindi non vedo l’ora di tornare a farlo”. La Star Wars Celebration si terrà in Giappone il prossimo aprile e ci aspettiamo che durante l’evento vengano rilasciati nuovi dettagli sia sulla seconda stagione di Ahsoka che su The Mandalorian & Grogu.

Daredevil: Rinascita – Stagione 2: Elodie Yung parla di un possibile ritorno nei panni di Elektra

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Elodie Yung ha interpretato Elektra Natchios nella seconda stagione della defunta serie Daredevil di Netflix, prima di tornare per The Defenders. Sebbene la sua interpretazione della letale assassina sia stata ben accolta dai fan, molti hanno ritenuto che il suo arco narrativo sia stato gestito male e che alla Yung non sia stata data la possibilità di brillare nel ruolo. Molti membri del cast principale dello show di Netflix sono poi tornati per Daredevil: Rinascita, ma Yung non era tra questi. Sarebbe interessata a riprendere il ruolo per la seconda stagione attualmente in corso?

Assolutamente sì”, dice Yung a POC Culture. “È stato uno dei personaggi più belli che ho dovuto interpretare. Vedremo. Se mi chiameranno, risponderò di sicuro. È così divertente”. Si è detto che l’attrice – vista anche in G.I. Joe – La vendetta potrebbe vestire i panni di Elektra per la seconda stagione, ma visto che la produzione è in corso da un bel po’ di tempo, probabilmente già sa è coinvolta o meno nella cosa. Inoltre, la Marvel potrebbe avere semplicemente intenzione di introdurre una nuova versione del personaggio.

Secondo un recente rapporto dello scooper Daniel Richtman, lo studio sta attualmente effettuando il “casting per un ruolo ricorrente – un personaggio femminile sulla quarantina di origine greca, con un contratto di un anno”. Potrebbe trattarsi di un personaggio diverso, naturalmente, ma ci sono comunque buone probabilità che incontreremo una nuova Elektra Nachios durante la seconda stagione di Daredevil: Rinascita, dopo aver rivisto quella di Jennifer Garner in Deadpool & Wolverine.

Il cast di Daredevil: Rinascita

Matt Murdock (Charlie Cox), un avvocato cieco con abilità elevate, lotta per la giustizia attraverso il suo vivace studio legale, mentre l’ex boss della mafia Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio) persegue i suoi sforzi politici a New York. Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli uomini si ritrovano su un’inevitabile rotta di collisione.

La serie Daredevil: Rinascita vede la partecipazione anche di Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson, Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e Jon Bernthal. Dario Scardapane è lo showrunner.

Gli episodi sono diretti da Justin Benson e Aaron Moorhead, Michael Cuesta, Jeffrey Nachmanoff e David Boyd; e i produttori esecutivi sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad Winderbaum, Sana Amanat, Chris Gary, Dario Scardapane, Christopher Ord e Matthew Corman, e Justin Benson e Aaron Moorhead.

Daredevil: Rinascita è su Disney+.

I Peccatori: la spiegazione delle scene post-credits

I Peccatori: la spiegazione delle scene post-credits

I Peccatori (qui la recensione) – il nuovo film di – ha due scene post-credits, e una di queste getta le basi per alcune idee di sequel piuttosto interessanti. Ma andiamo con ordine, partendo dalla trama: ambientato nel Mississippi del 1932, I Peccatori è incentrato sui cittadini di una città locale, che convergono tutti su un juke joint appena aperto. I fratelli gemelli Smoke e Stack di Michael B. Jordan, insieme a tutti coloro che gravitano nella loro orbita, si trovano ad affrontare un ospite non invitato che si rivela una figura mostruosa.

Alla fine del film, quasi tutti i personaggi di I Peccatori sono morti. Tuttavia, il personaggio più ingannevolmente importante del film è l’apparente unico sopravvissuto, che conduce una vita ideale che si adatta ai temi del suo arco narrativo. Entrambe le scene post-credits illustrano il motivo per cui il suo arco narrativo è il più importante del film, ma una di esse rivela anche che due dei personaggi vampiri del film sono effettivamente sopravvissuti agli eventi del finale, dando vita a dei possibili sequel piuttosto interessanti.

La spiegazione delle due scene post-credits di I Peccatori

In I Peccatori ci sono due scene post-credits, entrambe illuminanti sulle conseguenze del finale del film e sulla creazione di un sequel. Entrambe le scene post-credits sono incentrate in gran parte su Sammie, l’unico vero sopravvissuto del film. Mentre la prima scena post-credits conferma che Stack e Mary non sono stati uccisi insieme al resto dei vampiri, il loro status di non-morti li separa da Sammie. Dopo aver trascorso la sua vita diventando un famoso musicista blues, Sammie viene affrontato dalla coppia in un bar di Chicago.

Dopo una breve conversazione con Stack, Sammie rifiuta sinceramente l’offerta di Stack di trasformarlo in un vampiro. Invece, Sammie gli suona una canzone e i due si lasciano in modo amichevole. La seconda scena post-credits illustra ulteriormente il ruolo di Sammie come vero protagonista di Sinners, tornando al giovane poco prima degli eventi del film. In questa scena, Sammie suona “This Little Light Of Mine”. È un interessante contrappunto alla prima scena del film, che vedeva un Sammie ferito arrivare in chiesa e trovare un coro di bambini che cantava la stessa canzone.

Michael B. Jordan nel ruolo di Smoke e Stack in I peccatori
Michael B. Jordan nel ruolo di Smoke e Stack in I peccatori. Foto di – © Warner Bros.

Come l’epilogo prepara un sequel negli anni ’90

La prima scena post-credits di I Peccatori sembra un epilogo della trama centrale del film. Conferma che Sammie ha avuto una vita felice e di successo, assicurando che i sacrifici di Smoke, Pearline e Delta Slim per dargli il tempo di fuggire non sono stati vani. Tuttavia, conferma anche i destini di Mary e Stack, due dei personaggi più importanti il cui destino finale è stato lasciato un po’ ambiguo nel finale. La loro presenza nella Chicago del 1992 e il loro tempestivo senso della moda suggeriscono che si sono adattati a nuovi periodi.

L’idea di vedere questi due farsi strada nell’America del XX secolo è entusiasmante e potrebbe facilmente giustificare più sequel. I due non finiscono il film fuggendo, il che potrebbe dare vita a potenziali storie in cui si cercano o scoprono la sopravvivenza l’uno dell’altro. Parte della tensione della loro dinamica è radicata nel modo in cui Stack l’ha spinta a sposarsi con un ricco uomo bianco non visto. Una storia che approfondisca il suo legame con loro, così come la sua reazione alla trasformazione di Mary e al suo chiaro amore per Stack, potrebbe dare vita a una trama.

L’aspetto più eccitante di un potenziale sequel di I Peccatori è vedere Michael B. Jordan e Hailee Steinfeld abbracciare pienamente il potenziale cattivo dei personaggi. Stack e Mary erano già due dei personaggi più avvincenti e divertenti del film, con l’ego borioso di lui e la sicurezza schietta di lei che conferivano alle loro interpretazioni un grande fascino personale. Questi aspetti erano solo amplificati dalla loro trasformazione in vampiri. Un intero film incentrato sul loro viaggio da quella pista da ballo distrutta a Chicago avrebbe presentato molte opportunità e sfide da affrontare.

Michael B. Jordan e Hailee Steinfeld in I peccatori
Michael B. Jordan e Hailee Steinfeld in I peccatori. Foto di – © Warner Bros.

Le scene post-credits di I Peccatori dimostrano il vero protagonista del film

Uno degli aspetti migliori di I Peccatori è la quantità di profondità che il film offre all’intero cast di supporto. La prima metà del film è ampiamente radicata nella costruzione del mondo e dei personaggi, mostrando le relazioni di ognuno e stabilendole pienamente attraverso le interazioni. Tutti si sentono valorizzati, anche se non tutti hanno necessariamente un arco completo della stessa portata. Tuttavia, il film rimane saldamente ancorato a due personaggi e ai loro rispettivi archi: Sammie e Smoke. Sebbene Stack sia altrettanto importante per la trama, è in gran parte ritratto come un’affascinante spalla per entrambi gli uomini.

Smoke e Sammie sono messi in discussione nelle loro convinzioni, e ognuno sceglie una strada diversa. Sammie si rifiuta di rinunciare all’amore per la chitarra, che risale ai suoi giorni più innocenti. La scena post-credits di I Peccatori lo mostra mentre canta una canzone, libero dal peso degli orrori a cui sta per assistere. L’amore per la musica viene messo in discussione dal padre, da Smoke e persino dalle sue stesse paure quando scopre che è stato il suo talento musicale ad attirare Remmick verso di loro. Tuttavia, si aggrappa allo strumento che gli ha letteralmente salvato la vita contro il vampiro.

Al contrario, le convinzioni di Smoke sull’acquisizione del potere e sul suo controllo sono messe in discussione dal suo amore per Annie. Con lei rinuncia in qualche modo alla sua autorità, accettando le sue argomentazioni e in seguito ponendo fine alla sua vita prima che possa trasformarsi in un vampiro. Il film si conclude con Smoke che spegne la sigaretta mentre sembra morire, liberandosi simbolicamente del personaggio che lo ha definito a lungo, mentre si riunisce alla sua famiglia nell’aldilà. Smoke rinuncia a ciò che lo definiva in un modo in cui Sammie non lo fa, ed entrambi gli uomini si ritrovano in pace nel processo.

Sebbene l’arco narrativo di Smoke sia forte, è anche al servizio di Sammie. La sua frustrazione per le ambizioni musicali di Sammie crea una tensione tra i due, in netto contrasto con il sostegno entusiasta che Sammie riceveva da Stack. Ecco perché ha senso concludere la scena post-credits con Sammie che suona la sua chitarra. È il suo amore per la musica che ha messo in moto l’intero film e serve come ultima canzone del vero protagonista del film, dando a Sinners un vero e proprio finale di chiusura.

I Peccatori: la spiegazione del finale del film con Michael B. Jordan

Il finale di I Peccatori (qui la recensione) – il nuovo film di – sottolinea l’importanza della musica e dell’amore di fronte a minacce mostruose e a pericoli incombenti. Ambientato nel Mississippi del 1932, il film segue i fratelli gemelli Smoke e Stack (entrambi interpretati da Michael B. Jordan), insieme al loro cugino chitarrista Sammie (Miles Caton), mentre aprono un nuovo juke joint. Tuttavia, la serata viene rovinata dal vampiro Remmick (Jack O’Connell), che cerca di rivendicare il potere che Sammie possiede come musicista.

Alla fine del film, quasi tutti i personaggi di I Peccatori sono stati uccisi, anche se due sopravvissuti chiave compaiono nella prima scena post-credits con grande effetto. Questo sottolinea i temi del film e pone le basi per una potenziale continuazione. In questo articolo esploriamo come il finale di I Peccatori espande i temi del film rivelando le vere motivazioni dei vampiri e chi il film considera la vera minaccia finale.

Perché Remmick cerca Sammie in Sinners

Remmick vuole avere accesso alle abilità musicali di Sammie in I Peccatori, e questo gli permette di attaccare il nuovo juke joint creato da Smoke e Stack. Remmick incontra il gruppo per pura coincidenza e lo ammette a Smoke alla fine del film. Era in fuga dai nativi americani quando ha incontrato Bert e Joan, che ha trasformato in vampiri prima che potessero partecipare a un attacco KKK al juke joint. Attirato dalla musica di Sammie, Remmick rivela che egli è una delle persone in grado di suonare la musica in modo così veritiero da collegare gli spiriti di epoche diverse.

Remmick vuole accedere a questo potere, perché gli permetterebbe di riconnettersi con gli spiriti dei suoi cari scomparsi da tempo. Per questo vuole entrare nel juke joint e si offre di risparmiare gli altri solo se gli consegnano Sammie. È una motivazione sorprendentemente emotiva per il vampiro, che sembra desiderare sinceramente di creare la propria “tribù” e cerca di riconnettersi con coloro che ha perso. Sebbene questa motivazione comprensibile sia stata distorta dal suo appetito e dai suoi tratti mostruosi, conferisce a Remmick una sorprendente dose di umanità come antagonista.

Michael B. Jordan nel ruolo di Smoke e Stack in I peccatori
Michael B. Jordan nel ruolo di Smoke e Stack in I peccatori. Foto di – © Warner Bros.

I veri cattivi di I Peccatori

Sebbene gran parte dell’ultima parte del film sia dedicata ad affrontare Remmick e i suoi compagni vampiri, la sua morte per mano di Smoke non pone fine al film. Piuttosto, la vera minaccia di cui Smoke ha sempre diffidato ritorna finalmente sotto forma di una banda di razzisti. Guidato da Hogwood (David Maldonado), il gruppo si rivela affiliato alla sezione locale del KKK. Sebbene Smoke avesse cercato di evitare che le tensioni ribollissero rifiutandosi di servire persone che sembrano bianche nel suo locale, Hogwood e i suoi uomini non si fanno problemi a sparare a persone innocenti.

Questa visione bigotta e odiosa viene presentata come una qualità davvero mostruosa, persino agli occhi di un vampiro come Remmick. Il male antico implica che la sua famiglia sia stata tra quelle cacciate dall’Irlanda secoli prima degli eventi di I Peccatori, il che gli conferisce una certa empatia per la comunità afroamericana, troppo spesso presa di mira da altri. In particolare, mentre la sua morte è accompagnata da una certa dose di tragica consapevolezza, il massacro degli uomini del clan da parte di Smoke è presentato come un momento più evidente di catarsi violenta, suggerendo che il film ha molta più simpatia per Remmick che per Hogwood.

Cosa succede a Smoke nel finale di I Peccatori

Smoke è uno degli unici personaggi che sopravvive effettivamente agli eventi della fatidica notte di Sinners, assicurandosi che Sammie sopravviva. Tuttavia, Smoke decide di rimanere indietro e di uccidere i membri del KKK che avevano intenzione di massacrare tutti i presenti al juke joint. Sebbene Smoke si comporti molto bene nello scontro a fuoco che ne consegue e uccida tutti i membri del KKK, viene ferito al fianco da uno degli uomini mentre cercano di fuggire. Sebbene la ferita non sembri immediatamente mortale, il finale del film suggerisce che Smoke non è sopravvissuto allo scontro.

Prima dell’inizio del combattimento, Smoke si toglie il ciondolo che Annie gli ha fatto per proteggerlo mentre era all’estero nella Prima Guerra Mondiale. L’astuccio sembra persino aiutare a respingere Stack quando cerca di mordere Smoke. Senza l’astuccio, Smoke viene ferito a morte, ma vede lo spirito di Annie e della loro figlia defunta. Dopo aver lasciato cadere la sigaretta per non sporcarla di “fumo”, Annie gli porge la bambina e si rivolge a lui con il suo vero nome, Elijah. Ciò implica che Smoke muore per la ferita, ma è in pace con Annie e la loro figlia.

I Peccatori (Sinners)
Michael B. Jordan e Miles Caton in I peccatori. Foto di Warner Bros. – © Warner Bros.

Sammie non rinuncia al blues

Sammie si trova tra due mondi in I Peccatori, che lo spingono in direzioni diverse per quanto riguarda le sue ambizioni musicali. Mentre suo padre e Smoke credono entrambi che Sammie dovrebbe rinunciare a qualsiasi sogno di diventare un musicista a causa del modo in cui attira il male e la disperazione, Sammie crede fermamente nel potere della sua musica. Questo in parte perché ha un’affinità naturale con essa, ma è anche dimostrato più volte nel film che gli altri lo vedono veramente solo quando suona.

I legami di Sammie con Stack, Delta Jim e Pearline sono tutti radicati nelle sue capacità musicali, che lo trasformano da bravo ragazzo a uomo capace. La sua musica può trascendere il tempo e lo spazio, collegandolo ad altri che sono morti prima di lui e che nasceranno dopo di lui. Come si evince dalla sua lunga carriera di successo nei momenti finali del film, Sammie non potrebbe mai rinunciare a questa parte di sé, nonostante l’orrore di ciò a cui ha assistito. C’è un motivo per cui Sammie crede che tutto ciò che ha vissuto prima dei vampiri sia stato il giorno più bello della sua vita, spiegando perché non ha mai abbandonato la musica.

Come la sopravvivenza di Stack e Mary prepara un potenziale sequel

Una delle regole stabilite per i vampiri in I Peccatori è che sono connessi a un livello profondo ed empatico, ma non dipendono da un capo vampiro. L’uccisione di Remmick non guarirà le persone che ha maledetto con il vampirismo. Tra queste ci sono la Mary di Hailee Steinfeld e Stack, che probabilmente sono state ferite dalla morte di Remmick. Tuttavia, entrambi erano già fuggiti dalla battaglia – una Mary inorridita è scappata quando ha visto Annie morire, mentre Smoke ha risparmiato Stack a condizione che lasciasse in pace Sammie – e hanno trovato delle ombre in cui nascondersi quando il sole è sorto e ha ucciso tutti gli altri vampiri presenti.

Come viene rivelato nella scena post-credits, Mary e Stack sono ancora vivi negli anni ’90, essendosi apparentemente adattati ai tempi e nascondendosi in bella vista come vampiri immortali. Si tratta di una rivelazione avvincente, che getta le basi per ogni sorta di sequel. È stato anche mostrato che la coppia è apertamente romantica e ha la sicurezza di mostrare le zanne, il che suggerisce che hanno trascorso l’ultimo mezzo secolo adattandosi al loro nuovo stato e diventando autonomi. Un sequel di I Peccatori potrebbe facilmente rivisitare questi due personaggi, rivelando cosa è successo loro e dove sono andati dopo gli eventi del film.

Michael B. Jordan e Hailee Steinfeld in I peccatori
Michael B. Jordan e Hailee Steinfeld in I peccatori. Foto di – © Warner Bros.

Il vero significato di Sinners

I Peccatori è un’efficace rivisitazione delle convenzioni di una tipica storia di vampiri, che utilizza la metafora delle tribù immortali come risposta ai pregiudizi subiti dalle persone di colore in America. L’apparente convinzione di Remmick che chiunque possa essere un vampiro è apparentemente genuina. Bert e Joan abbandonano l’odio razziale quando vengono trasformati in vampiri e tutti sembrano felici di abbracciare Remmick. Tuttavia, le sue azioni sembrano anche assimilare persone come Stack e Mary, che in precedenza erano molto più a loro agio nel juke joint con i loro amici e i loro cari.

In un certo senso, gli unici a trarre vantaggio dalla battaglia sono i bigotti come il KKK, che ottengono esattamente ciò che volevano all’indomani del massacro dei vampiri. È questo che rende la decisione di Smoke di ucciderli tutti così significativa, perché è un rifiuto di lasciare che quel tipo di odio si guadagni una vittoria. Sotto tutta questa violenza e tensione c’è una storia d’amore. Le relazioni tese che Smoke e Stack hanno con Annie e Mary vengono affinate e alla fine riparate, a significare la loro capacità di andare oltre ciò che erano per abbracciare la persona con cui vogliono stare.

Il matrimonio tra i Chow, la nascente storia d’amore tra Sammie e Pearline, persino i brevi frammenti del rapporto tra Cornbread e sua moglie, sono tutti esempi di come l’amore possa migliorare le situazioni difficili. Questo amore si estende anche ai legami familiari, con Sammie, Smoke e Stack che hanno un chiaro legame che ha ancora un impatto su Sammie e Stack decenni dopo. Questo amore è ciò che li fa andare avanti nel mondo di I Peccatori, anche quando vampiri e bigotti cercano di bruciare tutto ciò che li circonda.

Star Wars: sei film sono ufficialmente in fase di sviluppo

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Star Wars: sei film sono ufficialmente in fase di sviluppo

L’iconico franchise di fantascienza Star Wars ha preso il via nel 1977, generando un vasto impero multimediale. Fino ad oggi i film cinematografici sono stati in gran parte limitati alle trilogie di punta, anche se negli ultimi anni si è assistito a una maggiore sperimentazione di lungometraggi spinoff e prequel, tra cui Rogue One e Solo. Tuttavia, nonostante siano stati annunciati molti film in sviluppo, non ci sono stati film di Star Wars nelle sale dal debutto di L’ascesa di Skywalker nel 2019.

Durante la Star Wars Celebration che si sta svolgendo a Tokyo, in Giappone, è ora stato però confermato che sei attesi episodi del franchise fantascientifico sono ancora in fase di sviluppo. Questi titoli, condivisi da Kathleen Kennedy e Dave Filoni, sono il prossimo film incentrato su Rey e diretto da Sharmeen Obaid-Chinoy, i capitoli diretti da Taika Waititi e James Mangold e la trilogia scritta da Simon Kinberg. Questi titoli si aggiungono a film già confermati come Star Wars: Starfighter con Ryan Gosling, diretto da Shawn Levy e The Mandalorian & Grogu diretto da Jon Favreau con Pedro Pascal.

LEGGI ANCHE: Ryan Gosling e Shawn Levy presentano Star Wars: Starfighter!

Cosa significa questo per il futuro di Star Wars

Non sono ancora stati condivisi nuovi dettagli sui sei film di Star Wars in arrivo, anche se è possibile che vengano forniti ulteriori aggiornamenti man mano che l’evento prosegue. Sebbene siano stati fatti pochi annunci sui film da quando sono stati originariamente annunciati, il fatto che siano stati così orgogliosamente rappresentati alla Star Wars Celebration implica che c’è una significativa fiducia interna sul fatto che lo sviluppo continuerà a ritmo sostenuto e che i film arriveranno davvero nelle sale. Alla luce di queste implicazioni, sembra probabile che i progetti non siano stati modificati in modo sostanziale rispetto a quando sono stati originariamente annunciati.

Se così fosse, il progetto di Sharmeen Obaid-Chinoy sarà un film sul Nuovo Ordine Jedi incentrato su Rey (Daisy Ridley), uno dei personaggi principali del franchise a partire da Episodio VII – Il risveglio della forza. Mentre non si sa molto del prossimo film di Waititi o della trilogia di Simon Kinberg, che a un certo punto si vociferava dovesse andare dall’Episodio X all’Episodio XII, il film di James Mangold dovrebbe invece andare ad esplorare le origini dell’ordine Jedi e la nascita della Forza. Il futuro sembra entusiasmante per il franchise, non resta a questo punto che attendere maggiori novità.

The Mandalorian & Grogu: prima immagine di Pedro Pascal senza casco

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Alla Star Wars Celebration è arrivata la prima immagine di Pedro Pascal nei panni di Din Djarin nel film The Mandalorian & Grogu… dove è notevolmente smascherato. Attualmente, i dettagli sulla trama del primo film di Star Wars dopo L’ascesa di Skywalker sono piuttosto scarsi. Tuttavia, questa prima immagine suggerisce che Din Djarin potrebbe finalmente rompere definitivamente il credo del suo clan.

Si tratta di un’immagine che potrebbe suggerire alcune implicazioni chiave per la storia, ora che Din Djarin e il suo figlio adottivo Grogu stanno lavorando con la Nuova Repubblica per dare la caccia ai signori della guerra imperiali, come è stato stabilito nella terza stagione di The Mandalorian. Non resta a questo punto che attendere un primo teaser trailer del film per poter scoprire di più, ma intanto ecco qui di seguito il post Instagram dove poter vedere l’immagine di Pascal:

Din Djarin sta infrangendo il suo credo?

Da un lato, potrebbe trattarsi di materiale promozionale, a conferma del fatto che Pedro Pascal si è effettivamente vestito per interpretare Din Djarin nel prossimo film di Star Wars, anziché limitarsi a un lavoro di ADR. Tuttavia, potrebbe anche essere un segnale che indica un cambiamento di status quo per Din Djarin, che lo vede meno rigido nei confronti del credo mandaloriano con cui è cresciuto con I figli della guardia, in particolare la regola che proibisce di togliersi l’elmo quando sono presenti altri. Tuttavia, la terza stagione di The Mandalorian ha suggerito che questa parte della “Via” potrebbe essere giunta al termine.

Quando arrivò il momento di unire tutti i Mandaloriani per reclamare il loro mondo natale perduto di Mandalore nella terza stagione di The Mandalorian, Bo-Katan Kryze fu accettata come leader dall’Armatore della Guardia, anche se non aderì al credo e si tolse liberamente l’elmo. Tenendo presente questo, forse Din Djarin seguirà l’esempio in The Mandalorian & Grogu, e potremmo vedere di più il volto di Pascal nel prossimo film. Dopotutto, non è che non sia mai successo prima nella serie Disney+.

The Mandalorian & Grogu, tutto quello che sappiamo sul film

Jon Favreau sta producendo e dirigendo il film insieme alla presidente della Lucasfilm Kathleen KennedyDave Filoni, CCO della Lucasfilm ed ex direttore supervisore dell’amata serie animata Star Wars: The Clone Wars. “Ho amato raccontare storie ambientate nel ricco mondo creato da George Lucas”, ha detto in precedenza Favreau. “La prospettiva di portare il mandaloriano e il suo apprendista Grogu sul grande schermo è estremamente emozionante”.

La serie di tre stagioni The Mandalorian è stata generalmente ben accolta da fan e critici. Una quarta stagione è già in fase di sviluppo presso Lucasfilm, con l’obiettivo di riallacciarsi agli eventi di Ahsoka e di altri show Disney+ di Star Wars.

Si sa molto poco del film, incluso il suo posizionamento nella cronologia di The Mandalorian e chi altro dovrebbe recitare oltre a Pedro Pascal. Sappiamo che star di Alien Sigourney Weaver sarà nel film, anche se i dettagli sul suo personaggio sono ancora segreti, mentre Jeremy Allen White di The Bear è stato recentemente scritturato per interpretare il “buffo” Rotta the Hutt.

I dettagli sulla trama di The Mandalorian & Grogu sono stati difficili da ottenere, quindi il casting di Jeremy Allen White come figlio di Jabba fornisce il primo vero assaggio di ciò che potrebbe essere in serbo per il cacciatore di taglie titolare e il suo adorabile figlio adottivo.

La serie Disney+ The Mandalorian è ambientata negli anni successivi agli eventi di Star Wars: Il ritorno dello Jedi del 1983, in cui la Principessa Leia (Carrie Fisher) strangola a morte Jabba. La recente serie spin-off The Book of Boba Fett ha rivelato che l’assenza di Jabba ha lasciato un vuoto di potere tra i boss del crimine organizzato su Tatooine; due cugini di Jabba si giocano il suo territorio, ma vengono sconfitti da Boba Fett (Temuera Morrison), che prende il sopravvento. Sembra probabile che, con il figlio di Jabba in qualche modo coinvolto nel nuovo film, anche Boba Fett e il suo vice Fennec Shand (Ming-Na Wen) saranno coinvolti.

The Mandalorian & Grogu uscirà nelle sale il 22 maggio 2026.

Ryan Gosling e Shawn Levy presentano Star Wars: Starfighter!

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Ryan Gosling e Shawn Levy presentano Star Wars: Starfighter!

Il regista Shawn Levy e Ryan Gosling sono saliti sul palco a Tokyo, in Giappone, per la Star Wars Celebration, annunciando ufficialmente il loro prossimo progetto, Star Wars: Starfighter. Ambientato cinque anni dopo L’ascesa di Skywalker (2019), il nuovo capitolo dovrebbe entrare in produzione questo autunno e debuttare il 28 maggio 2027, in esclusiva nei cinema.

Levy ha dichiarato: “Ci sono molte voci, alcune vere, altre no. … Questo non è un prequel, non è un sequel. È una nuova avventura”. Gosling ha elogiato il film definendolo “una storia fantastica con personaggi fantastici e originali”, oltre a “tanto cuore e avventura”, aggiungendo: “Non c’è regista migliore di Shawn per questa particolare storia”.

LEGGI ANCHE – Ryan Gosling in trattative per unirsi al film di Shawn Levy su Star Wars

Fino ad ora, il progetto, la cui sceneggiatura è stata affidata a Jonathan Tropper negli ultimi due anni, è rimasto segreto. Si tratta di un film indipendente, al di fuori del canone principale di Luke Skywalker. Mentre la Lucasfilm ha diversi film di Star Wars in fase di sviluppo con James Mangold, Simon Kinberg e un film su Rey post Episodio IX con il ritorno di Daisy Ridley e la regia di Sharmeen Obaid-Chinoy, il progetto di Levy su Star Wars è noto per essere in ottima forma.

Levy è un regista fondamentale per la Disney, avendo realizzato il film vietato ai minori con il maggiore incasso di tutti i tempi, Deadpool e Wolverine dei Marvel Studios, che ha incassato 1,33 miliardi di dollari in tutto il mondo.

LEGGI ANCHE – Mikey Madison dice no a Star Wars

Il film di Star Wars di Levy sarebbe il secondo progetto dopo The Mandalorian & Grogu, in uscita l’anno prossimo, ad arrivare sul grande schermo, dopo Star Wars: L’ascesa di Skywalker del 2019, che ha incassato 1,077 miliardi di dollari.

The Mandalorian & Grogu: Jeremy Allen White e Sigourney Weaver nei filmati della Star Wars Celebration

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Il regista Jon Favreau, Pedro Pascal e Sigourney Weaver sono saliti sul palco della Star Wars Celebration di Tokyo per mostrare ulteriori scene dei loro prossimi film The Mandalorian & Grogu.

Per un po’ di tempo, sapevamo solo che il nuovo film avrebbe portato il cacciatore di taglie e Baby Yoda in una missione indipendente. Nel nuovo filmato, viene anticipato il personaggio di Weaver, insieme a alcune scene di battaglia ricche d’azione contro gli stormtrooper. I fan hanno anche potuto dare una prima occhiata a Jeremy Allen White nei panni del figlio di Jabba, Rotta the Hutt.

L’ultima volta che è stato proiettato un footage del film, la cui uscita non è prevista prima del 22 maggio 2026, è stato al D23 di Anaheim ad agosto. Quella clip mostrava il ritorno degli AT-AT de L’Impero colpisce ancora che calpestavano la neve, il piccolo alieno tecnologico dalla voce folle Babu Frick da Star Wars: L’ascesa di Skywalker e l’alieno rosso dalle orecchie a punta Zeb dalla serie animata di Filoni Star Wars: Rebels.

The Mandalorian & Grogu è il primo lungometraggio di Star Wars da L’ascesa di Skywalker, sei anni fa. Inizialmente, Lucasfilm aveva in programma di realizzare film indipendenti basati sui personaggi canonici principali, ma dopo il fallimento al box office di Solo: A Star Wars Story, ha cambiato rotta, espandendo l’universo di Star Wars su Disney+ e adottando un approccio significativamente più paziente nello sviluppo dei futuri film di Star Wars.

The Mandalorian & Grogu, tutto quello che sappiamo sul film

Jon Favreau sta producendo e dirigendo il film insieme alla presidente della Lucasfilm Kathleen KennedyDave Filoni, CCO della Lucasfilm ed ex direttore supervisore dell’amata serie animata Star Wars: The Clone Wars. “Ho amato raccontare storie ambientate nel ricco mondo creato da George Lucas”, ha detto in precedenza Favreau. “La prospettiva di portare il mandaloriano e il suo apprendista Grogu sul grande schermo è estremamente emozionante”.

La serie di tre stagioni The Mandalorian è stata generalmente ben accolta da fan e critici. Una quarta stagione è già in fase di sviluppo presso Lucasfilm, con l’obiettivo di riallacciarsi agli eventi di Ahsoka e di altri show Disney+ di Star Wars.

Si sa molto poco del film, incluso il suo posizionamento nella cronologia di The Mandalorian e chi altro dovrebbe recitare oltre a Pedro Pascal. Sappiamo che star di Alien Sigourney Weaver sarà nel film, anche se i dettagli sul suo personaggio sono ancora segreti, mentre Jeremy Allen White di The Bear è stato recentemente scritturato per interpretare il “buffo” Rotta the Hutt.

I dettagli sulla trama di The Mandalorian & Grogu sono stati difficili da ottenere, quindi il casting di Jeremy Allen White come figlio di Jabba fornisce il primo vero assaggio di ciò che potrebbe essere in serbo per il cacciatore di taglie titolare e il suo adorabile figlio adottivo.

La serie Disney+ The Mandalorian è ambientata negli anni successivi agli eventi di Star Wars: Il ritorno dello Jedi del 1983, in cui la Principessa Leia (Carrie Fisher) strangola a morte Jabba. La recente serie spin-off The Book of Boba Fett ha rivelato che l’assenza di Jabba ha lasciato un vuoto di potere tra i boss del crimine organizzato su Tatooine; due cugini di Jabba si giocano il suo territorio, ma vengono sconfitti da Boba Fett (Temuera Morrison), che prende il sopravvento. Sembra probabile che, con il figlio di Jabba in qualche modo coinvolto nel nuovo film, anche Boba Fett e il suo vice Fennec Shand (Ming-Na Wen) saranno coinvolti.

The Mandalorian & Grogu uscirà nelle sale il 22 maggio 2026.

Avengers: Doomsday, Anthony Mackie anticipa un finale simile a quello di Infinity War

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Il Marvel Cinematic Universe sta attualmente preparando Avengers: Doomsday, che si preannuncia come una delle puntate più tragiche della Saga del Multiverso, come anticipa ora una delle star principali del film della Fase 6. In una nuova intervista con Collider, infatti, Anthony Mackie, che nel MCU interpreta Sam Wilson, alias Capitan America, ha parlato del film, che come sappiamo è ufficialmente in produzione. A quanto pare, come Avengers: Infinity War, Avengers: Doomsday si concluderà con un cliffhanger.

Sapete cosa? Ero davvero eccitato. È una di quelle storie che si spingono davvero oltre i limiti e – il cliffhanger alla fine, sapete, gli ultimi istanti del film – costruisce e ci prepara davvero un modo per la continuazione della saga Marvel, che è davvero eccitante. […] Si vedono questi personaggi, si vede come vengono introdotti e come giocano nell’universo che va avanti, e nessuno è al sicuro. Tutti sono sacrificabili.

Certo, non è una sorpresa sentire Mackie confermare che Avengers: Doomsday terminerà con un cliffhanger, poiché probabilmente si concluderà con una variazione della creazione di Battleworld da parte del Dottor Destino di Robert Downey Jr.. Affinché le azioni di Victor von Doom abbiano una posta in gioco significativa, il film necessariamente deve concludersi con la vittoria del supercriminale, in un modo o nell’altro. Questo permetterà inoltre al MCU di avere una realtà contorta, che consentirebbe ai Marvel Studios molta libertà di dare al pubblico una versione diversa di questo franchise.

L’idea che i personaggi siano sacrificabili in Avengers: Doomsday aiuterà poi anche a guidare la trama emotiva di Avengers: Secret Wars, soprattutto se a morire saranno personaggi di lunga data. Il fatto che ogni singolo personaggio sopravviva in qualche modo agli eventi del film farebbe sì che il Dottor Destino di Downey Jr. goda di un impatto minore. Ecco perché i commenti di Mackie sul fatto che tutti sono sacrificabili sono quello che ci voleva, perché questo potrebbe significare che anche alcuni degli attori di serie A sono in pericolo mentre la Marvel si avvia verso la storia conclusiva di Avengers: Secret Wars.

Tutto quello che sappiamo su Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday arriverà nelle sale il 1° maggio 2026, mentre Avengers: Secret Wars è previsto per il 7 maggio 2027.

Entrambi i film saranno diretti da Joe Russo e Anthony Russo, che faranno anche il loro ritorno nell’MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame. Al momento non si hanno certezze sugli attori che comporranno il cast del film, né su precisi elementi di trama.

I Marvel Studio hanno per ora confermato il seguente cast in Avengers: Doomsday: Chris Hemsworth (Thor), Vanessa Kirby (Susan Storm/Donna Invisibile), Anthony Mackie (Sam Wilson/Captain America), Sebastian Stan (Bucky Barnes/Soldato d’Inverno), Letitia Wright (Shuri/Black Panther), Paul Rudd (Scott Lang/Ant-Man), Wyatt Russell (John Walker/U.S. Agent), Tenoch Huerta Mejia (Namor), Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm/The Thing), Simu Liu (Shang-Chi), Florence Pugh (Yelena Belova/Black Widow), Kelsey Grammer (Hank McCoy/Bestia), Lewis Pullman (Sentry), Danny Ramirez (Joaquin Torres/Falcon), Joseph Quinn (Johnny Storm/Torcia Umana), David Harbour (Alexei Shostakov/Red Guardian), Winston Duke (M’Baku), Hannah John-Kamen (Ava Starr/Ghost), Tom Hiddleston (Loki), Patrick Stewart (Charles Xavier/Professor X), Ian McKellen (Erik Lehnsherr/Magneto), Alan Cumming (Kurt Wagner/Nightcrawler), Rebecca Romijn (Raven Darkhölme/Mystica), James Marsden (Scott Summers/Ciclope), Channing Tatum (Remy LeBeau/Gambit), Pedro Pascal (Reed Richards/Mister Fantastic), Robert Downey Jr. (Victor von Doom/Dottor Destino).

Ben Affleck rivela cosa ha odiato di più dell’interpretare Batman

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Interpretare un supereroe iconico come Batman in un film live-action è un’impresa che solo pochi attori possono vantare di aver fatto, dato che il Cavaliere Oscuro ha avuto la sua buona dose di interpretazioni sul grande schermo. Una delle ultime star ad aver interpretato Bruce Wayne sul grande schermo è stata Ben Affleck, che ha recitato in diversi film del DCEU prima che il franchise si concludesse nel 2023.

In una nuova intervista con GQ, in cui Affleck ha ripercorso i suoi film passati, all’ex star del DCEU è stato chiesto se la tuta di Batman che ha indossato nel film The Flash fosse la sua preferita tra quelle sfoggiate. Tuttavia, ciò ha portato Affleck a confessare che odiava indossare le tute del personaggio in generale. “Ho odiato le tute da pipistrello. Le tute da pipistrello sono orribili da indossare. Per prima cosa sono incredibilmente calde. Non respirano. Sono fatte per apparire come vogliono loro, e non c’è alcun pensiero per l’essere umano“.

Si inizia a sudare dal momento in cui si indossa l’abito. Io già sudo di mio, capite cosa intendo? Ho caldo. E così, con quella cosa, non faresti altro che versare acqua perché c’è il cappuccio sopra. Una cosa è indossare la tuta, ma una volta che ti copri la testa, credo sia lì che tutto il tuo calore fuoriesce e lo senti. Anche gli stuntman più allenati e più in forma, i ragazzi che fanno parkour, i ragazzi d’azione, potrebbero farlo per circa 45, 50 minuti e poi avrebbero un colpo di calore”.

Quindi bisognava uscirne. E questo è stato l’aspetto che ha reso difficile girare il film, perché faceva così caldo. Inoltre, non ti fa sentire molto eroico perché sei subito esausto e molto sudato e cerchi di nascondere il sudore che ti cola sul viso. Tipo: “No, possiamo ricominciare, sto bene, sono a posto”, ma in realtà stai praticamente per crollare dalla fatica”. Fortunatamente per Ben Affleck, non dovrà più sottoporsi a questa scomodità, dato che attualmente è Robert Pattinson ad interpretare il personaggio in The Batman, in attesa di scoprire chi interpreterà il personaggio nel DCU.

Jennifer Lopez protagonista del film Netflix “The Last Mrs. Parrish” diretto da Robert Zemeckis

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Jennifer Lopez sarà la protagonista dell’adattamento di Netflix di “The Last Mrs. Parrish”, la cui regia è affidata al regista di “Forrest GumpRobert Zemeckis. Netflix ha ottenuto i diritti del libro best-seller di Liv Constantine nel 2021, un thriller psicologico incentrato su una contorta truffatrice che prende di mira una coppia benestante – i Parrish – come sue prossime vittime. Si infiltra nella coppia facendo amicizia con la moglie e seducendo il marito, con il piano principale di diventare la prossima signora Parrish, solo per scoprire che la vita della moglie è molto più complicata di quanto potesse immaginare.

Al momento, come riporta Variety, non sono ancora stati annunciati altri casting per il film, la cui produzione dovrebbe comunque iniziare nel corso di quest’anno. È probabile che, avendo ora trovato in Jennifer Lopez la sua protagonista, il film si arricchirà di altri nomi da qui a breve. Andrea Berloff (“The Mother”) e John Gatins (“Flight”) scrivono la sceneggiatura. Quando la versione cinematografica di “The Last Mrs. Parrish” è stata annunciata nel 2021, Lisa Rubin (che ha creato la serie TV di Netflix “Gypsy”) era stata inizialmente ingaggiata per scrivere la sceneggiatura.

Dove abbiamo visto Jennifer Lopez di recente?

La Jennifer Lopez ha recentemente recitato nel dramma sportivo ispiratore “Inarrestabile” e sarà presente nel remake musicale di “Kiss of the Spider Woman” del regista Bill Condon. In precedenza ha collaborato con Netflix per il thriller d’azione “The Mother” e per l’avventura d’azione fantascientifica “Atlas” con Sterling K. Brown. Una delle sue “recenti” interpretazioni più memorabili rimane però quella in Le ragazze di Wall Street“, per il quale ha ottenuto una nomination ai Golden Globe.

Pacific Rim: Amazon pronta a sviluppare una serie TV prequel

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Pacific Rim: Amazon pronta a sviluppare una serie TV prequel

La serie TV di Pacific Rim ha trovato casa in Amazon, come ha appreso Variety in esclusiva. Il progetto live-action, annunciato nel 2024, è ora in fase di sviluppo su Prime Video grazie a un accordo tra lo studio principale Legendary Television e gli Amazon MGM Studios. Come già riportato, Eric Heisserer sarà sceneggiatore e produttore esecutivo sotto la sua insegna Chronology. Lo show è il primo progetto nell’ambito dell’accordo televisivo first-look di Chronology con Legendary.

I dettagli esatti della trama non sono stati resi noti, ma la serie sarà un prequel dei film. Se ciò venisse confermato, permetterebbe a questo nuovo prodotto del franchise di Pacific Rim di andare a raccontare le origini della spaccatura interdimensionale da cui fuoriescono i kaiju. Secondo le fonti, c’è inoltre ancora il potenziale per nuovi film del franchise, che permetterebbero dunque di portare avanti il racconto proposto dai primi due film.

Heisserer è stato recentemente scrittore, produttore esecutivo e showrunner della serie televisiva “Tenebre e ossa” di Netflix, basata sui romanzi YA del Grishaverse. Nel 2017 ha ricevuto una nomination all’Oscar per la migliore sceneggiatura adattata per il film “Arrival”. Tra gli altri suoi lavori di sceneggiatura figurano il film di successo di Netflix “Bird Box”, oltre a “Lights Out”, “Hours” (di cui ha curato anche la regia), “Bloodshot” e il remake del 2010 di “Nightmare”.

Di cosa parla Pacific Rim?

Il primo film del franchise è stato diretto da Guillermo del Toro da una sceneggiatura di del Toro e Travis Beacham. È uscito nel 2013 e ha incassato oltre 400 milioni di dollari al botteghino mondiale. Il sequel, Pacific Rim – La rivolta, è uscito nel 2018, mentre la serie anime Pacific Rim – La zona oscura ha avuto due stagioni su Netflix tra il 2021 e il 2022. Il franchise comprende anche fumetti, romanzi, giocattoli e altro ancora.

LEGGI ANCHE: Pacific Rim: dal cast ai Kaiju, tutte le curiosità del film di Guillermo del Toro

In Pacific Rim, una spaccatura interdimensionale si apre sul fondo dell’Oceano Pacifico, permettendo a enormi mostri (detti kaiju) di entrare nel nostro mondo e iniziare ad attaccare l’umanità. In risposta, gli umani iniziano a costruire giganteschi robot da combattimento chiamati Jaeger. Nel primo film, la minaccia sembra infine superata, ma con il sequel sappiamo che ulteriori e più temibili kaiju si sono abbattuti sul pianeta terra.

Voyagers: la spiegazione del finale del film con Lily-Rose Depp

Voyagers: la spiegazione del finale del film con Lily-Rose Depp

Voyagers, il film di fantascienza con Tye Sheridan e Lily-Rose Depp è, in un certo senso, una sorta di Signore delle mosche ambientato su un’astronave lontana dalla Terra e dalla civiltà umana. Mentre i bambini del romanzo di William Golding finiscono intrappolati su un’isola sperduta, i giovani a bordo di questa astronave (che è più un’arca) sono lì di proposito. In entrambi i casi, l’ensemble di adolescenti deve fare i conti con il caos di un mondo senza regole.

All’apparenza, Voyagers ha una premessa fantascientifica familiare: il tempo della Terra sta per scadere. Richard (Colin Farrell), uno scienziato con un piano, porta un equipaggio di giovani che non hanno mai interagito con il resto del mondo nello spazio, dove vivranno e alla fine alleveranno la prossima generazione di umani. La speranza è che i loro figli arrivino su un nuovo mondo da popolare. Quindi, un’esecuzione piuttosto standard del tropo della nave generazionale.

I protagonisti di Voyagers non vedranno però mai quel nuovo mondo. Sono la generazione intermedia tra gli umani della Terra e i loro figli, che si spera saranno quelli che faranno ripartire la civiltà umana in un posto nuovo. La fine del film e il suo significato sono dunque legati al caos di ciò che accade a bordo di quella nave solitaria nel buio dello spazio. Per cercare di comprendere al meglio il film e i suoi temi, in questo articolo forniamo una spiegazione del finale di Voyagers.

Voyagers
Fionn Whitehead e Lily-Rose Depp in Voyagers. Foto di Lionsgate

Il finale di Voyagers non riguarda il futuro, ma il presente

Il grande piano di Richard, una volta che tutti sono sulla nave, è quello di indurre i ragazzi ad automedicarsi con qualcosa chiamato “Il Blu”, che è essenzialmente un cocktail di anti-androgeni e altri farmaci progettati per mantenere tutti senza sesso e docili. Ma i ragazzi scoprono la natura del farmaco e smettono di prenderlo. Senza “Il Blu”, i ragazzi diventano instabili e questo porta alla morte di Richard, lasciando i giovani a cavarsela da soli.

Questi ragazzi possono non aver vissuto molto della Terra, ma sono ancora umani, con tutto ciò che comporta, quindi fanno esattamente quello che fanno gli umani: si contendono il potere con la violenza e la manipolazione. Creano persino un finto alieno malvagio per spiegare la morte di Richard. Altri membri dell’equipaggio muoiono e, per un po’, sembra che l’intera missione si concluda senza sopravvissuti.

In realtà, il film si conclude con una distensione. I due leader maschili, Christopher (Tye Sheridan) e Zac (Fionn Whitehead), che hanno lottato per il controllo della missione, accettano il compromesso di affidare il comando alla dottoressa Sela (Lily-Rose Depp). Christopher e Zac, in seguito, si dimettono dal loro ruolo e cessano le ostilità, ma accettano che tutti smettano di prendere il Blu. Il film si conclude così mostrando che queste persone invecchiano e procreano. La loro progenie riesce poi a raggiungere un nuovo mondo.

Lou Llobell, Isaac Hempstead Wright, Madison Hu, Chanté Adams, Archie Renaux e Wern Lee in Voyagers
Lou Llobell, Isaac Hempstead Wright, Madison Hu, Chanté Adams, Archie Renaux e Wern Lee in Voyagers. Foto di Lionsgate

La risoluzione di Voyagers, dunque, è un grande contrasto con il resto del caotico e violento terzo atto. Richiede una lettura metaforica della trama del film: la Terra è il nostro vascello e, come l’equipaggio dell’astronave immaginaria, siamo spesso manipolati l’uno dall’altro fino a provocare atti di autolesionismo. Abbiamo questi periodi di volatilità, durante i quali ci chiediamo se la specie umana riuscirà a vedere un altro giorno, ma anche quando i nostri interessi sembrano diametralmente opposti, è il processo di riconciliazione che garantisce il nostro futuro.

Voyagers guarda a questo futuro, ma ci ricorda anche il nostro passato. Ci ricorda che c’è sempre stato un caos causato dall’umanità, che comporta il rischio di estinzione. Siamo sopravvissuti a guerre, abbiamo sopportato genocidi e siamo riusciti a creare armi che distruggono i pianeti. Tutte queste ferite sono autoinflitte, eppure siamo ancora qui. Ciò che il film ci sfida a credere con il suo finale è che non solo continueremo a sopravvivere, ma che prospereremo così a lungo da spingerci nelle zone più lontane della galassia per abitare nuovi mondi. Alla fine, a suo modo, è un film ottimista.

The King’s Man – Le origini: la spiegazione del finale

The King’s Man – Le origini: la spiegazione del finale

Terzo capitolo del franchise Kingsman, il finale di The King’s Man – Le origini scuote la formula stabilita nei precedenti film. Dopo il successo di Kingsman – Secret Service del 2014, con Taron Egerton e Colin Firth, e Kingsman – Il Cerchio d’Oro, il film contiene molti tropi ormai familiari e segni distintivi della serie. Tuttavia, mentre i fan troveranno ancora molto da apprezzare, ci sono alcuni importanti punti di differenza con il finale di The King’s Man – Le origini, oltre ad altre caratteristiche chiave.

Il film si svolge all’inizio del 1900, prima della Prima Guerra Mondiale, dove un aristocratico di nome Orlando Oxford, alias il Duca di Oxford (Ralph Fiennes), è coinvolto nei piani di guerra in Europa. Egli è un pacifista, avendo perso la moglie mentre lavorava per la Croce Rossa durante la guerra boera nel 1902, e da allora ha deciso di aiutare l’Inghilterra dalla sua posizione di Duca per evitare il conflitto. Anni dopo, con l’inizio della prima guerra mondiale, il figlio di Oxford, Conrad (Harris Dickinson), è implacabile nel suo desiderio di unirsi allo sforzo bellico, mentre Oxford lo ostacola, avendo promesso alla moglie morente di tenere il figlio lontano dal pericolo.

Lavorando dietro le quinte, Oxford confida con Re Giorgio V (Tom Hollander), il Segretario alla Guerra britannico Herbert Kitchener (Charles Dance) e il suo aiutante di campo, il Capitano Morton (Matthew Goode), per contribuire a scongiurare la minaccia di un conflitto più grande, sperando di porre fine alla guerra invogliando gli Stati Uniti a farsi coinvolgere. Nel frattempo, un consiglio segreto guidato da un misterioso personaggio chiamato Il Pastore, riunisce ogni sorta di cattivi storici, da Mata Hari (Valerie Pachner) a Erik Jan Hanussen (Daniel Bruhl) a Grigori Rasputin (Rhys Ifans), che lavorano tutti insieme per contribuire a influenzare lo sforzo bellico che alla fine porterà all’annientamento della Gran Bretagna.

In definitiva, il finale de The King’s Man – Le origini è probabilmente più tragico di quello dei due precedenti episodi del franchise. È anche indubbiamente vero che la narrazione gioca velocemente con la storia consolidata, affrontandola con una spavalderia senza peli sulla lingua. Tuttavia, nonostante il mix tra il tono familiare di Kingsman e una tristezza poco familiare, non c’è dubbio che il finale getti efficacemente le basi per la futura agenzia di spionaggio Kingsman. Ad ogni modo, ecco cosa succede nel finale del film e perché.

LEGGI ANCHE: The King’s Man – Le origini: la storia vera dietro il film

Ralph Fiennes in The King’s Man – Le origini. Foto di Photo Credit: Courtesy of 20th C/Photo Credit: Courtesy of 20th – © 2020 Twentieth Century Fox Film Corporation. All Rights Reserved.

Cosa succede nel finale de L’uomo del re

Dopo l’uccisione di Rasputin, Conrad annuncia al padre che si unirà alla guerra. Chiede il suo appoggio, che Oxford nega, poiché verrebbe meno alla promessa fatta alla madre di Conrad di tenerlo al sicuro. Conrad si arruola comunque e Oxford si organizza segretamente per tenerlo lontano dai pericoli. Tuttavia, Conrad aveva previsto questa eventualità e si scambia il posto con un altro soldato di nome Archie Reid (Aaron Taylor-Johnson), che poco dopo torna al maniero di Oxford per consegnare una lettera di Conrad. Mentre si trova in prima linea con la sua nuova identità, Conrad aiuta a intercettare le informazioni di un agente britannico caduto.

Dopo una battaglia con le truppe d’assalto tedesche, Conrad trova l’agente e lo riporta in trincea. Tuttavia, un altro soldato scopre che Conrad si fa chiamare Archie Reid e lo uccide, pensando che Conrad sia una spia, poiché il soldato dice di conoscere il vero Archie. La notizia della morte di Conrad sconvolge Oxford, che si ritira nella tristezza e nell’isolamento, non avendo mantenuto la promessa fatta alla moglie. In seguito viene rianimato da Polly, che gli dice che lascerà il servizio se non si riprende, ricordandogli la sua missione di usare il suo privilegio per migliorare il mondo.

Oxford si ripulisce e si reca all’ambasciata americana di Londra, dove ha un breve alterco con Mata Hari, che gli porta informazioni sulla posizione del Pastore. Oxford, Shola e Polly si infiltrano nella scogliera in Scozia e finalmente affrontano il Pastore, che si rivela essere il Capitano Mortan, una spia scozzese che si dice intenzionato a distruggere l’Inghilterra come punizione per l’acquisizione della sua terra ancestrale. Andando contro la sua solita natura pacifista, Oxford uccide il Pastore e individua un “sex tape” di Mata Hari e del Presidente Wilson. Fa consegnare il nastro al Presidente, che lo getta nel fuoco, distruggendo le prove della sua infedeltà e spingendo gli Stati Uniti a unirsi allo sforzo bellico, ponendo fine alla Prima Guerra Mondiale.

The King's Man - Le origini cast attori
Ralph Fiennes e Harris Dickinson in The King’s Man – Le origini. Foto di Photo Credit: Courtesy of 20th C/Photo Credit: Courtesy of 20th – © 2020 Twentieth Century Fox Film Corporation. All Rights Reserved.

Chi ha fondato The Kingsman e qual è il significato del nome?

Negli ultimi istanti del film, Oxford fa incontrare tutti gli attori coinvolti nella missione nella sartoria Kingsman (che funge da luogo d’incontro segreto per tutto il film), dove annuncia di aver acquistato il negozio e che servirà come luogo d’incontro per la loro nuova organizzazione segreta di spionaggio, che il Re adotta come braccio della comunità dei servizi segreti britannici. Oxford annuncia anche che ai presenti verranno assegnati nomi in codice che si riferiscono a Re Artù, poiché la storia era molto cara al figlio defunto, Conrad. Oxford è Artù, Polly è Galahad, Shola è Merlino, Archie Reid è Lancillotto, l’ambasciatore degli Stati Uniti (Stanley Tucci) è Bedivere, mentre Re Giorgio V prende il nome di Percival.

Il fondatore, dunque, non è altro che il Duca di Oxford, capo de facto dell’organizzazione Kingsman. In Kingsman – Secret Service, Artù è interpretato da Michael Caine, che si scopre lavorare per gli antagonisti di quel film. Nel sequel, Kingsman – Il cerchio d’oro, un nuovo Artù è interpretato dal veterano Michael Gambon. Il significato di “The King’s Man” si riduce al fatto che Oxford è un gentiluomo al servizio di Re Giorgio V e, per procura, della Gran Bretagna stessa. Il legame arturiano dei soprannomi deriva dal figlio di Oxford, Conrad, che si è appassionato alla storia fin da piccolo, arrivando a chiamare suo padre Artù. In sostanza, l’uso dei nomi di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda, fino ai film dei giorni nostri, è in onore del defunto Conrad.

L’uomo del re è davvero un film contro la guerra

La ragione principale per cui l’organizzazione si riunisce in veste ufficiale è dunque quello di impedire che la guerra abbia mai luogo. Dopo aver perso il suo unico figlio in guerra, Oxford forma l’organizzazione come mezzo per sanare le proprie mancanze, sia nei confronti del figlio che del Paese. L’approccio pacifista di Oxford si rivelò però alla fine un costo per lui. Due guerre diverse, in due momenti diversi, gli hanno portato via moglie e figlio e, anche se si è avvicinato a queste situazioni da un luogo di cura e preoccupazione, la sua fede incrollabile nella nonviolenza si è rivelata inutile. Per fermare le guerre, avrebbe dovuto passare all’attacco, sconfiggendo la loro ascesa da dietro le quinte, come spia, e facendo ciò che era necessario, con la violenza o in altro modo, per il bene comune.

Oxford predica a Conrad anche di essere civilizzato e di essere un gentiluomo, dicendogli che questo termine sarebbe stato considerato debole solo secoli prima. L’evoluzione dell’uomo, così come l’elevato privilegio di alcuni, li richiama a una vocazione più grande che va oltre la violenza di base. Tuttavia, anche con tutte le prediche e gli insegnamenti, Conrad non riuscì a liberarsi dal desiderio di andare in guerra e combattere per il proprio Paese, un’azione che Oxford non poteva approvare. L’espressione “Oxfords not Brogues” è un termine coniato nei film originali di Kingsman, che implica che un Kingsman è più raffinato, più intelligente, più furbo e civilizzato della media delle persone.

The King's Man - Le origini storia vera
Tom Hollander e Kristian Wanzl Nekrasov in The King’s Man – Le origini. Foto di Photo Credit: Courtesy of 20th C/Photo Credit: Courtesy of 20th – © 2020 Twentieth Century Fox Film Corporation. All Rights Reserved.

In origine, il termine è un paragone con un tipo di scarpa che si indossa solo con gli abiti (Oxfords) piuttosto che con le scarpe destinate a essere usate in ambienti più rurali o casual (Brogues). Ora, con L’uomo del re, il termine ha una sorta di doppio significato che sostiene ancora l’originale, in quanto si riferisce al fondatore letterale dei Kingsman e all’essere più simili a lui, piuttosto che a tutti gli altri. In sostanza, significa essere un uomo migliore, un uomo civile, che cerca di fermare le guerre prima che si verifichino, piuttosto che essere la causa del loro inizio. In sostanza, riassume perfettamente la mitologia di Kingsman.

Il vero significato del finale di The King’s Man – Le origini

Il significato ultimo del finale di The King’s Man – Le origini è quindi la situazione di un genitore che vuole proteggere i propri figli (e la propria eredità) a tutti i costi, sperando di tenerli lontani da qualsiasi tipo di danno o sfida in modo che possano vivere al meglio. Tuttavia, il mondo ha spesso altri piani, e i genitori devono accettare a malincuore che i loro figli sceglieranno la loro strada, per quanto pericolosa, e che non c’è nulla che si possa fare per fermarli. Nel caso di Oxford, i suoi tentativi di mantenere la promessa di una donna morente e di promuovere le proprie convinzioni sul pacifismo non sono stati sufficienti a fermare il desiderio del figlio di andare in guerra e combattere.

È il più grande onere di un genitore, accettare che i propri figli crescano e scelgano la propria strada, una lezione che costa a Oxford molto dolore e rimorso. Oxford ha scelto di affrontare la sua perdita formando la Kingsman, un’organizzazione che si dedica a fermare la guerra e i conflitti prima ancora che inizino, salvando così le vite dei molti figli e figlie che avrebbero scelto di marciare verso il loro destino se quegli eventi fossero mai arrivati alle loro porte. Come sappiamo dai primi due film di questo franchise, l’organizzazione è ancora attiva e funzionante nel presente.

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