Millie Bobby Brown
ha condiviso su Instagram la sua prima foto nei panni di
Enola Holmes, il personaggio che si trova ad
interpretare per Legendary Pictures. Si tratta della sorella minore
di Sherlock Holmes, che sarà protagonista di
avventure completamente nuove ed estranee al canone di
Arthur Conan Doyle.
La star di Stranger Things, Millie
Bobby Brown, è stata scelta dalla Legendary
Pictures per interpretare Enola Holmes,
sorella quattordicenne di Sherlock Holmes.
A dare la notizia è Deadline che riporta le
prime novità in merito all’ennesimo progetto basato sui personaggi
di Sir. Arthur Conan Doyle. Questa volta però la
fonte principale del film saranno i sei romanzi Young Adult firmati
da Nancy Springer, che hanno come
protagonista proprio la piccolina di casa Holmes.
La giovane Millie
produrrà il film sotto il marchio della sua PCMA
Productions.
I programmi sono quelli di dare il
via a un franchise, forti del grande appeal della famiglia Holmes
sul pubblico e del nome della Brown, molto amata dai fan della
serie Netflix.
Nell’episodio della serie
BBC Sherlock, con Benedict
Cumberbatch e Martin Freeman, abbiamo
visto Eurus Holmes, sorella minore di Sherlock e Mycroft,
interpretata da Sian Brooke. Adesso però il
personaggio assumerà dei tratti completamente diversi.
Intanto Millie Bobby
Brown è stata protagonista di Godzilla King of Monsters al cinema, mentre
è tornata nei panni di Eleven/Jane nella terza stagione di Stranger
Things, serie che dovrebbe chiudersi al quinto ciclo, secondo gli
accordi tra DUffer e Netflix.
L’uscita dell’edizione in Home Video
di Avengers: Endgameha portato alla luce una
serie di nuovi dettagli dal backstage del film con il maggiore
incasso nella storia del cinema. Come se non bastasse, anche
Kevin Feige, promuovendo questa nuova uscita,
continua a commentare il film dei Fratelli Russo e
a dare nuove interessanti e divertenti informazioni sul making
of.
Durante un’ospitata da VUDU (via
CBR), il boss della
MarvelKevin Feige
ha rivelato che la battuta sul miglior fondo schiena americano era
stata cancellata dalla sceneggiatura del film, eliminata di fatto
dalla storia, fino a che il produttore esecutivo Louis D’Esposito
non ha chiesto di riprovare ad inserirla. Feige ha detto:
“Non eravamo certi che fosse
divertente, ma abbiamo deciso di riprovarla nella proiezione test
con il pubblico, visto che ne facciamo diverse. E ha colpito, ha
colpito all’istante, senza dubbio. E così è rimasto nel film, e più
tardi abbiamo avuto modo di integrarla con delle riprese aggiuntive
in cui Cap stesso commenta il suo fondo schiena. Ci siamo chiesti
se fosse nel personaggio, ma poi abbiamo visto che funzionava
benissimo.”
Invero, la scena di Cap contro Cap e
dei commenti sul suo fondo schiena, sono trai momenti più
divertenti e gustosi di Endgame, che, nonostante
l’enorme carica emotiva, non rinuncia a battute per alleggerire i
toni.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
Lo scorso aprile, Netflix ha reso disponibile nel suo catalogo
una versione estesa di The Hateful
Eight, l’ottavo film di Quentin
Tarantino, in un formato insolito. Il film con Samuel L.
Jackson è stato tagliato come fosse una miniserie con episodi da
circa 50 minuti, in questo modo:
Capitolo
uno: L’ultima diligenza per Red Rock (50 minuti)
Capitolo
due: L’emporio di Minnie (51 minuti)
Capitolo
quattro: Domergue ha un segreto (53 minuti)
Ultimo
capitolo (56 minuti)
Sembra adesso che la stessa sorte
toccherà a C’era una volta a Hollywood, il
prossimo film di Tarantino in uscita a settembre. Tuttavia, mentre
per The Hateful Eight si tratta della
riproposizione della versione cinematografica integrale, mai
arrivata in Home Video, per il film con Pitt e
DiCaprio si tratterà di un cut diverso, una versione
estesa di quattro ore che non arriverà in sala.
Il film infatti uscirà in un
montaggio di 2:41 minuti, con il risultato che molte parti del
film, girate e ultimate, non sono rientrate nel montaggio finale,
come, per esempio, le scene con Tim Roth,
completamente tagliato dal film (ma accreditato nei titoli di
coda).
Se questo progetto dovesse giungere
a compimento, potremmo sicuramente godere di un nuovo scorcio della
mente geniale di Tarantino!
All’inizio della produzione, si
pensava che il film fosse una cronaca degli omicidi della
Famiglia Manson, che hanno avuto proprio Sharon
tra le vittime più famose, tuttavia, abbiamo poi scoperto che
Tarantino racconterà la storia di una star di una serie tv western
(DiCaprio), vicino di casa della Tate (Robbie).
Nel cast di C’era una volta a…
Hollywood compaiono Leonardo DiCaprio,
Brad Pitt, Margot Robbie, Damian Lewis,
Dakota Fanning, Nicholas Hammond,Emile Hirsch, Luke Perry,
Clifton Collins Jr., Keith
Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt
Russell e Michael Madsen. Rumer
Willis, Dreama Walker, Costa Ronin, Margaret
Qualley, Madisen Beaty e Victoria
Pedretti. Infine Damon Herriman sarà
Charles Manson.
Durante il D23, che si svolgerà tra
il 23 e il 25 agosto prossimi, sicuramente Kevin
Feige troverà modo di svelare cosa c’è in serbo per
T’Challa e il suo Wakanda, dopo che le sue armate hanno contribuito
alla sconfitta di Thanos in Endgame.
Sembra che i primi rumors vogliano
l’introduzione di Namor nel film, tanto che
cominciano a circolare nomi per fanta casting e artwork non
ufficiali che invocano l’arrivo del Sub-Mariner. Bosslogic, in
particolare, ha realizzato un fan poster molto evocativo, che
vorrebbe Black Panther 2
incentrato sulla rivalità tra il protagonista e Namor.
Black Panther,
prodotto da Kevin Feige,
con Chadwick Boseman, Michael B.
Jordan, Lupita Nyong’O, Danai Gurira, Martin Freeman, Daniel
Kaluuya, Angela Basset, Forest Whitaker e Andy
Serkis, è stato nominato a ben sette premi Oscar: film,
scenografia, colonna sonora, canzone originale, costumi, montaggio
sonoro e missaggio sonoro.
Sono ormai settimane che
Keanu Reeves è tornato sulla bocca di tutti per il
suo rappresentare un’icona del nostro tempo, soprattutto in
occasione dell’uscita dell’ultimo capitolo delle avventure di
John
Wick. In molti vorrebbero che l’attore, che era già
stato Neo, l’Eletto della trilogia di Matrix,
entrasse a far parte del vero mondo degli eroi al cinema, il
Marvel Universe.
Proprio in vista di questo desiderio
dei fan, Bosslogic ha realizzato una fanart in cui
l’attore compare nei panni di Moon Night,
l’affascinante eroe Mavel che potrebbe arrivare presto sul grande
schermo:
La Warner Bros. ha spostato
l’uscita di Dune di
Denis Villeneuve di un mese, a dicembre 2020,
mentre allo stesso tempo ha inserito nella programmazione del 2021
l’arrivo del film biografico Elvis di Baz
Luhrmann.
In un’epoca in cui franchising e le
IP governano il botteghino, WB spera di portare il Dune di
Frank Herbert a livelli di notorietà tali da
sviluppare un franchise appetibile con una serie di film e serie tv
basati su quell’universo. Denis Villeneuve sembra
un regista capace di intercettare la sensibilità di queste storie,
come ha dimostrato anche il suo lavoro svolto con altri film di fantascienza, Arrival e Blade Runner
2049.
Secondo Deadline, la WB ha
spostato l’uscita di Dune
di un mese, dal 20 novembre 2020 al 18 dicembre dello stesso anno.
Lo studio ha inoltre programmato l’uscita del biopic su Elvis,
ancora senza titolo, al 1 ° ottobre 2021.
Di seguito la prima sinossi
ufficiale di Dune:
“Percorso mitico e carico di emozioni, Dune
racconta la storia di Paul Atreides, un giovane brillante e dotato
nato sotto un grande destino al di là della sua comprensione, che
dovrà viaggiare verso il pianeta più pericoloso dell’universo per
assicurare alla sua famiglia e alla sua gente un futuro: mentre
forze maligne esplodono in un conflitto per avere il controllo
esclusivo del pianeta e della risorsa più preziosa esistente (una
merce in grado di sbloccare il più grande potenziale dell’umanità),
a sopravvivere saranno solo quelli che potranno sconfiggere la loro
paura“.
D’estate niente è meglio di un bel
brivido cinematografico con un film che aspira a proporre una nuova
variante del capolavoro Lo Squalo,
di Steven
Spielberg. Con Crawl –
Intrappolati, in sala dal 15 agosto, il regista
francese Alexandre
Aja torna proprio su questi binari dopo il successo di
Piranha 3D, affidando stavolta il ruolo
di protagonisti ad un branco di feroci alligatori. A produrre il
film vi è invece la firma di Sam Raimi, garante di un
cinema horror di qualità.
Quando un enorme uragano colpisce
la sua città natale in Florida, Haley (Kaya
Scodelario) ignora gli ordini di evacuazione per
cercare il padre scomparso (Barry Pepper).
Trovandolo gravemente ferito e bloccato in un’intercapedine della
loro casa di famiglia, i due restano rapidamente intrappolati e
sommersi. Mentre il tempo stringe e fuori la tempesta è sempre più
forte, Haley e suo padre scoprono che il livello dell’acqua che
sale è l’ultimo dei loro problemi.
La scelta del titolo originale
Crawl è particolarmente eloquente per la
storia di questo film. Come verbo, esso indica il muoversi degli
alligatori sulla terraferma, ma allo stesso tempo è anche il modo
in cui si indica lo stile libero nel nuoto, sport praticato dalla
protagonista. Si evidenzia dunque come il conflitto tra i
protagonisti, umani e non, si basi prevalentemente su qualcosa che
sembra accomunarli. Questa vicinanza tra Haley e gli alligatori
risulta così particolarmente funzionale nella costruzione degli
ostacoli da superare.
Il regista sembra infatti sapere
bene che film di questo genere possono facilmente risultare
prevedibili, e pur non riuscendo sempre a sfuggire a questa
trappola, assesta una serie di sequenze ben orchestrate che
costruiscono un crescente senso di inquietudine, per sfociare in
alcuni casi nel puro horror splatter. Gli jump scare presenti,
benché siano un trucco facile, risultano efficaci per questo genere
di film, dettando il ritmo, che rimane particolarmente teso fino
alla fine. La cupa messa in scena, inoltre, mira a generare un
senso di claustrofobia dato grossomodo dall’unico, angusto,
ambiente e dal disastro ambientale che lo circonda.
In realtà ciò che avviene
all’interno del film è ben più interessante di un semplice disaster
movie con presenza di feroci predatori. Il vero cuore del film
appare essere, esplicitato sin dalle prime immagini del film, il
rapporto tra padre e figlia. Incastrati da circostanze estreme nel
seminterrato della casa di famiglia in cui sono cresciuti, i due
personaggi umani intraprenderanno un percorso di espiazione che li
porterà a scavare fino alle radici dei loro conflitti.
La scenografia della casa assume
così un significato metaforico ben più affascinante del previsto,
con una lenta risalita dei livelli dell’abitazione che indica non
solo una progressiva speranza di salvezza, ma anche il riaffiorare
di un rapporto che sembrava ormai spento. Aja costruisce i due
personaggi e la loro relazione anche grazie ad alcune inquadrature
e alcuni dettagli che in un film del genere potrebbero risultare
superflui, ma che qui svelano una profondità adeguata e funzionale
al vero nucleo narrativo del film.
Non mancano certo le ingenuità in
un film come Crawl – Intrappolati,
forzando in più di un caso la credibilità di alcuni eventi, ma nel
suo complesso Aja riesce a dar vita ad un buon prodotto
d’intrattenimento estivo, capace tanto di spaventare quanto di
raccontare una storia di genere sui rapporti familiari.
Gli alligatori, pur non sfoggiando
una CGI particolarmente brillante, riescono a risultare minacciosi,
e la loro entrata in scena è spesso efficace e letale. Infine,
benché prevedibile su molti aspetti, nel finale riesce a trasparire
in modo genuino quanto fin qui esposto, ovvero che,
inaspettatamente, ci si ritrova davanti ad un film sulla
riconquista di un legame umano.
Quentin Tarantino, Leonardo
DiCaprio e Margot Robbie sono le tre
stelle internazionali che hanno illuminato il cielo di Roma in
occasione della presentazione nella Capitale di C’era una volta a
Hollywood, il nuovo film del regista americano, che ha
esordito nella selezione ufficiale di Cannes 2019.
All’inizio della produzione, si
pensava che il film fosse una cronaca degli omicidi della
Famiglia Manson, che hanno avuto proprio Sharon
tra le vittime più famose, tuttavia, abbiamo poi scoperto che
Tarantino racconterà la storia di una star di una serie tv western
(DiCaprio), vicino di casa della Tate (Robbie).
Nel cast del film compaiono
Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Margot Robbie,
Damian Lewis, Dakota Fanning,
Nicholas Hammond,Emile Hirsch,
Luke Perry, Clifton Collins Jr.,
Keith Jefferson, Timothy Olyphant, Tim
Roth, Kurt Russell e Michael Madsen.
Rumer Willis, Dreama Walker, Costa Ronin,
Margaret Qualley, Madisen Beaty e Victoria
Pedretti. Infine Damon Herriman sarà
Charles Manson.
Gli X-Men e i
Fantastici Quattro hanno raggiunto l’Universo
Cinematografico Marvel, e c’è grande fermento trai
fan, per scoprire cosa hanno in serbo Kevin Feige
e i Marvel Studios per questi personaggi e gli
spettatori.
È chiaro che una delle cose che più
interessa il pubblico è scoprire quali saranno gli attori coinvolti
nel futuro dei personaggi, soprattutto per quanto riguarda i
Mutanti Marvel. E un nome continua a
riproporsi nell’avvicendarsi di voci e rumors. Si tratta di
Taron Egerton, in sala con Rocketman, in cui
interpreta Elton John.
L’attore, molto amico di
Hugh Jackman, è stato addirittura additato come
successore dell’attore australiano nel ruolo di Wolverine, cosa che
però non è stata confermata da nessuna fonte ufficiale.
La star di The Kingsman: The
Secret Service è stata interrogata direttamente in
merito alla possibilità di interpretare il mutante con gli artigli
di Adamantio, e ha risposto così: “Penso che adoro la Marvel e adoro i film che produce,
mi piacerebbe avere la scusa per mettermi in forma e mi piacerebbe
essere parte di tutto quel progetto. Voglio dire, che l’ipotesi di
me che interpreto Wolverine sia realistica o no, non lo so.”
L’idea di Taron
Egerton nei panni di Wolverine potrebbe essere
realistica, in quanto l’attore è uno degli astri in ascesa di
Hollywwod, con grande presa sul pubblico e con doti fisiche che
possono sembrare adatte al ruolo, nonché un’età consona ad una
versione più giovane del personaggio, che potrebbe quindi essere
sfruttata a lungo termine dallo studio.
Tuttavia, ci sono molti altri ruoli
per i quali l’attore sarebbe adatto in questo mondo condiviso, e da
questo si spiega la sua risposta, ovvero la possibilità concreta di
essere parte del progetto ma anche l’apertura a interpretare un
personaggio differente rispetto a quello che per 19 anni è stato di
“proprietà” di Hugh Jackman.
Dopo la calorosa accoglienza
ricevuta al Festival di
Cannes, il regista Quentin Tarantino sbarca a
Roma per presentare il suo nuovo lungometraggio, intitolato
C’era una volta
a… Hollywood. Al suo
seguito, due dei protagonisti principali, Leonardo
DiCaprio e Margot Robbie. Il film,
ambientato in tre differenti giorni del 1969, segue le vicende di
Rick Dalton, attore in declino, e della sua controfigura Cliff
Booth, interpretato da Brad Pitt. Mentre i due
cercheranno di farsi un nome in una Hollywood a loro sempre più
estranea, sullo sfondo si staglia la figura di Sharon Tate, vicina di
casa proprio di Rick Dalton.
Ad aprire la conferenza stampa è
proprio DiCaprio, che racconta
la sfida di raccontare la storia di un attore nel tramonto della
sua carriera. “Nel film si parla di un’industria che cambia, e
la difficoltà di sopravvivere a questo cambiamento. La
sceneggiatura di Quentin mi ha attratto sin da subito. Ci siamo
chiesi come ritrarre l’anima di un personaggio come quello di Rick
in così pochi giorni di vita. Abbiamo ricercato gli elementi che
potessero dare alla luce la vera natura di quest’uomo angosciato
dal fatto che il mondo e la cultura vadano avanti anche senza di
lui.”
“Quentin è una delle persone
più cinefile che abbia mai conosciuto. – prosegue DiCaprio –
Mi ha permesso di addentrarmi in un’epoca che ha formato la
storia del cinema e della televisione. Ci ha condotto tutti
all’interno di ciò con grande passione, rispetto, facendo scoprire
o riscoprire film, registi, attori che hanno rivoluzionato
l’industria e che oggi sono quasi dimenticati. Così ho cominciato a
documentarmi riguardo il 1969, un momento di grande cambiamento per
gli Stati Uniti e per il cinema. Rileggere tutto ciò all’interno di
un film così ricco d’amore e nostalgia è stato davvero
affascinante.”
“Rivedere oggi i film della
fine degli anni sessanta – continua l’attrice Margot Robbie – ha
aiutato tutti noi non solo a calarci meglio in quell’epoca ma
anche a comprendere i reali cambiamenti che si stavano apportando
all’industria. Quentin ha ricostruito tutto con grande cura, era
davvero come ritrovarsi nel 1969. Non si è mai ricorsi all’utilizzo
dell’abusata CGI.”
Proprio parlando delle nuove
tecniche cinematografiche, il regista Quentin
Tarantino riporta le sue idee a riguardo. “Ciò che è
particolarmente cambiato nel cinema è che un tempo tutto veniva
costruito concretamente.Quello che vedevi sullo schermo
era anche quello che naturalmente si trovava sul set. C’era un
grande impegno per ricostruire luoghi e oggetti di altre epoche o
mondi. Non c’era il digitale, mentre oggi tutto avviene
diversamente. Anche le grandi produzioni, che potrebbero
permettersi questo tipo di artigianato, oggi non vi ricorrono più.
Si è davvero perso il senso della manualità del cinema. Certo, il
digitale porta con sé tante soluzioni, ma preferirò sempre le
persone, perché sanno creare anche con il cuore e questo avrà
sempre più valore.”
Con la parola a Tarantino,
impossibile non parlare di una delle principali fonti d’ispirazione
del lungometraggio: i film di genere italiani. “Amo i film di
genere. – annuncia Tarantino – Sono da sempre un grande
appassionato dei cosiddetti B-Movie. Ho sempre adorato il modo in
cui gli italiani hanno saputo sviluppare il tema del western, della
commedia sexy o dei polizieschi. In un certo senso hanno ripreso i
canoni dettati dagli americani e sono stati capaci di reinventarli.
Credo che nel fare un’operazione di questo tipo ci sia davvero
tanta passione. E infatti i miei registi preferiti di questo genere
erano prima di tutto degli appassionati, e per questi valori trovo
i loro film estremamente appetibili.”
Per concludere la conferenza
stampa, la parola torna a Leonardo DiCaprio, che viene chiamato a
fare il punto sulla sua carriera cinematografica e a portare una
sua riflessione sul successo in questo settore. “Sono cresciuto
guardando film, senza pensare di poter realmente fare ciò che
facevano i miei eroi, ed ogni giorno mi ripeto che essere arrivato
fin qui è un privilegio.Consiglio sempre di guardare più
film possibile, di trovare i propri eroi e di crescere sulle spalle
di questi. Mi sono formato con tante storie diverse, e cerco di
riportare il mio vissuto nei film che faccio. Per questo cerco
sempre di trovare registi che sento possano mettermi davvero alla
prova, facendo uscire tutto ciò che porto dentro di me.”
Diversi mesi dopo l’uscita
Avengers: Endgame i fan continuano
a scovare easter egg seminati nel corso del film, e ora che il
cinecomic dei fratelli Russo è finalmente disponibile in digital
download (prossimamente arriverà l’edizione homevideo) è più facile
soffermarsi su ogni scena e dare il via alla caccia dei riferimenti
all’universo Marvel.
L’ultima scoperta arriva da un
utente del forum Reddit secondo il quale alla fine di Endgame,
quando la macchina da presa inquadra l’abbraccio fra Peter Parker e
Ned, sulla sinistra potrebbe comparire nientemeno che
Spider-Gwen, uno dei personaggi del Multiverso ad
indossare il costume di Spider-Man.
Se ci fate caso infatti, la ragazza
bionda indossa colori che si riferiscono all’immaginario
dell’eroina come il rosa e il nero, senza contare la caratteristica
fantasia della sua gonna con le ragnatele!
Che si tratti di un semplice omaggio
o di un riferimento intenzionale? Forse è un’anticipazione di ciò
che potremmo aspettarci dalla nuova Fase del MCU, con l’approfondimento delle
realtà alternative?
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
Vi ricordiamo che la pellicola sarà
un adattamento del romanzo omonimo di William Lindsay Gresham dal
quale è già stato tratta la pellicola del 1947 con Tyrone Power nei
panni di un ambizioso e giovane truffatore che stringe un’alleanza
con una psichiatra femmina ancora più corrotta di lui. Prima i due
si godono il successo rovinando le persone a livello mentale, poi i
tradimenti tra di loro rischiano di compromettere un delicato
equilibrio.
Le riprese partiranno in autunno ma
non sono stati ancora annunciati ulteriori dettagli in merito.
Prossimamente però rivedremo l’attrice in Where’d You Go
Bernadette? di Richard Linklater e nella miniserie targata
FX Mrs. America, ora in produzione.
Come saprete i Marvel Studios lavoreranno al reboot di
Blade con un
nuovo protagonista, interpretato dal premio oscar
Mahershala Ali, e la speranza di ridare respiro
alla saga del cacciatore di vampiri più amato dei fumetti già
tradotto al cinema in tre occasioni (nel 1998, nel 2002 e nel
2004). E mentre restano da definire tutti gli altri dettagli c’è
già chi si candida alla regia del film che vedremo, molto
probabilmente, nella Fase 5 del MCU.
La proposta arriva da David
Leitch, ex stuntman e regista di John
Wick, Atomica Bionda, Deadpool
2 e Fast & Furious – Hobbs & Shaw, lo
spin-off in uscita nelle nostre sale nei prossimi giorni:
“Adoro Blade e in realtà uno dei miei primi lavori da stuntman
che ho ottenuto a Hollywood risale proprio al film originale con
Wesley Snipes. Sono stato una controfigura su quel set e facevo
parte del club del sangue. Vi ricordate quella scena? Un ballo nel
sangue degli effetti speciali riciclati. È stato
grandioso.“
Nell’intervista con Screenrant
Leitch si è detto disponibile a collaborare con lo studio nel caso
si presentasse l’opportunità giusta. Perché non
Blade, cinecomic che ovviamente occupa un posto
speciale nei suoi ricordi? “Mahershala è un attore eccezionale”
ha dichiarato, “e nella mia carriera ho avuto la fortuna di
lavorare con alcuni dei più grandi attori, cosa che mi ha permesso
di non sbagliare quasi mai. sbaglio mai in quel modo. Avere lui
come protagonista è un dono e il film sarà davvero entusiasmante.
Quindi, sì, mi piacerebbe parlarne con i Marvel Studios…“
Vi ricodiamo che Hobbs &
Shaw è atteso nelle nostre sale il 9 agosto, distribuito
da Universal Pictures. Nel cast Dwayne Johnson, Jason
Statham, Vanessa Kirby, Idris Elba, Eiza
González e Eddie Marsan.
La sinossi: L’agente federale Luke Hobbs e l’ex militare inglese
ora mercenario Deckard Shaw dovranno unire le forze per fermare un
nuovo letale terrorista internazionale, Brixton Lore. Ex agente del
MI-6, Brixton ha ricevuto potenziamenti genetici che ne fanno
letteralmente un superuomo, oltre che un genio del male. Luke e
Deckard collaboreranno inoltre con la sorella di quest’ultimo,
l’agente dell’MI-6 Hattie Shaw e la vicenda finirà per coinvolgere
anche la madre di entrambi, Magdalene Shaw.
Le riprese di Tenet, il nuovo film di
Christopher Nolan, si sono spostate a Ravello,
località marittima in provincia di Salerno dove è stata avvistata
nelle ultime ore Elizabeth Debicki (protagonista
insieme a John David Washington, Robert
Pattinson, AaronTaylor-Johnson, Michael Caine,
Kenneth Branagh, Clémence Poésy e
Dimple Kapadia.
Qui sotto potete dare uno sguardo alle foto trapelate dal set
italiano.
Vi ricordiamo inoltre che la
pellicola è stata descritta come un’epica storia action ambientata
nel mondo dello spionaggio internazionale e che la produzione si
sposterà in ben sette paesi diversi. L’uscita nelle sale è invece
fissata al 17 luglio 2020.
Tenet,
una produzione Warner Bros. Pictures, per la
regia di Christopher Nolan, è un film epico d’azione
che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale. Nolan
dirige il film da una sua sceneggiatura originale, e verrà
realizzato con un mix di IMAX e pellicola
in 70mm. Il cast internazionale coinvolto è
formato da John David Washington al fianco di
Robert Pattinson, Elizabeth
Debicki, Dimple Kapadia, Aaron
Taylor-Johnson, Clémence Poésy,
con Michael
Caine e Kenneth Branagh.
Tenet
è prodotto da Christopher
Nolan ed Emma Thomas,
con Thomas Hayslip in veste di
produttore esecutivo. Il team creativo di Nolan che ha lavorato
dietro le quinte include il direttore della
fotografia Hoyte van Hoytema, lo
scenografo Nathan Crowley, la
montatrice Jennifer Lame, il
costumista Jeffrey Kurland e il
supervisore degli effetti visivi Andrew
Jackson. Musiche ad opera del
compositore Ludwig Göransson. Warner Bros.
Pictures distribuirà Tenet in tutto il mondo.
Il film di Batman
di Ben Affleck avrebbe dovuto avere una storia
oscura psicologica ambientata ad Arkham. Sono passati mesi da
quando è stato annunciato ufficialmente che l’attore stava
lasciando il suo ruolo in DC, ma era da tempo che i fan
sospettavano il suo abbandono al costume di Batman che ha indossato
in Batman v Superman: Dawn of Justice
e in Justice League.
Il film standalone su Batman doveva
essere scritto, diretto, interpretato e prodotto da Ben Affleck, ma
non passò molto tempo che i piani iniziarono a cambiare. In primo
luogo, Affleck ha lasciato il ruolo di regista e sceneggiatore per
The
Batman, presumibilmente per concentrarsi sulla sua performance.
Matt Reeves è entrato per assumersi questa
responsabilità, ma tra voci persistenti dettate dalla mancanza di
notizie ufficiali, i fan erano comprensibilmente preoccupati. Ora
che Ben Affleck è stato ufficialmente sostituito
da Robert
Pattinson, il pubblico potrebbe non conoscere mai
quale fosse la storia originale pensata da Affleck.
Tuttavia, durante la sua recente
partecipazione al podcast di Happy Sad Confused in
occasione dell’uscita del suo ultimo film, C’era una volta a
Hollywood di Quentin Tarantino, il
direttore della fotografia Robert Richardson ha
condiviso alcuni dettagli narrativi sul film di Batman che doveva
essere anche un film di Ben Affleck.
Richardson ha espresso rammarico per
non essere stato in grado di proseguire con il progetto dicendo che
“volevo girare Batman con Ben perché era il suo prossimo film
[dopo Live By Night]”. Ha poi rivelato altri dettagli:
“c’era una sceneggiatura, ma non una sceneggiatura finita.
C’erano molte cose da fare …” Per quanto riguarda la storia
del film, afferma che era ambientata ad Arkham Asylum.
“Beh, stava affrontando gli
aspetti della follia. Quindi penso che avresti visto qualcosa di un
po’ più oscuro di quello che abbiamo visto in passato e di più
nell’individuo, che era dentro Batman – quale elemento può essere
sano e quale elemento potrebbe in realtà non essere sano.”
Sarebbe stato quindi un progetto che indagava la psiche di Batman,
ma anche il suo rapporto con i criminali internati ad Arkham.
L’attrice di Top
Gun, Kelly McGillis, ha afferma che non le è stato
chiesto di tornare in Top
Gun: Maverick, ma nemmeno si aspettava di essere
chiamata. Nel film originale di Tony Scott del
1986, McGillis interpretava Charlie Blackwood, un istruttore civile
presso la scuola di addestramento per piloti di caccia in cui si
allena il tenente Pete “Maverick Mitchell”.
Diretto da Joseph Kosinski, Top Gun:
Maverick riprende la storia a tre decenni di distanza
dal primo film, con Maverick che è ancora un capitano e un pilota
da combattimento. Il primo trailer del film ha debuttato al
Comic-Con di San Diego e ha mostrato Maverick sul sedile del pilota
e in sella alla sua moto, e sembra che per Tom Cruise non sia
passato neanche un giorno! Tuttavia, non c’era traccia di Charlie e
invece il nuovo interesse amoroso di Maverick nel film sarà
interpretato da Jennifer Connelly.
Parlando con Entertainment
Tonight, la McGillis ha affermato di non essere stata invitata
a tornare nel ruolo di Charlie per Top Gun:
Maverick, affermando chiaramente: “Sono vecchia e
grassa e appaio esattamente dell’età che ho, per questo non vado
bene per il film”. McGillis ha 62 anni, cinque anni più di Tom
Cruise. Kelly McGillis ha continuato spiegando
che non ha lasciato Hollywood per nessun motivo particolare, ma
piuttosto “è diventata sobria” e ha scoperto che le sue priorità
erano cambiate, e ha deciso di concentrarsi maggiormente sulla sua
vita familiare piuttosto che cercare di mantenere la fama. Ha anche
detto che non era sicura di partecipare al tappeto rosso o ad
eventi stampa per Top Gun: Maverick, e ha rivelato
di non aver ancora visto il trailer del film.
Come annunciato qualche mese fa, la
Paramount Pictures distribuirà il film a partire
dal 12 luglio 2019. Tom
Cruise e Val
Kilmer torneranno nei rispettivi ruoli del capitolo
originale, ovvero Pete “Maverick”
Mitchell e Tom “Iceman”
Kazinsky. Insieme a loro anche Miles
Teller. A dirigere la pellicola
sarà Joseph Kosinski (Oblivion)
che di fatto accetterà la difficile sfida di dare un seguito ad un
classico che non sembra affatto sentire il peso dei suoi
trent’anni, mentre la sceneggiatura verrà firmata
da Justin Markis.Top
Gun è un film d’azione del 1986, diretto
da Tony Scott e prodotto
da Don Simpsone Jerry
Bruckheimer, in associazione con la Paramount
Pictures. La sceneggiatura è stata scritta
da Jim Cash e Jack Epps
Jr., ed è stato ispirato da Top
Guns, un articolo scritto da Ehud Yonay per la rivista
California.
Come annunciato durante il Comic-Con
di San Diego, quella che vedremo in Thor: Love And
Thunder, quarto capitolo del franchise, non sarà
semplicemente una Thor “femmina” ma Jane Foster nelle vesti di
Mighty Thor, nome della celebre run scritta da
Jason Aaron in cui l’eroina impugna il Mjolnir al
posto del Dio del Tuono.
Sembra piuttosto logico allora che
la preparazione al ruolo di Natalie Portman inizi
proprio da quei fumetti, e a testimoniarlo è la stessa attrice
pubblicando su Instagram qualche piccolo dettaglio. L’immagine è
stata poi diffusa su Twitter da Aaron stesso. “Sembra che
Natalie stia già sentendo il tuono scorrere nelle sue vene“,
scrive l’autore.
Vi ricordiamo che la trasformazione
di Jane Foster in Potente Thor coincide con il periodo più buio
della sua vita: suo marito e suo figlio muoiono infatti in un
incidente d’auto e, come se non bastasse, le viene stato
diagnosticato un cancro al seno. Essere Mighty
Thor porta ovviamente dei vantaggi, perché ogni volta che
Jane cambia “pelle” il suo corpo viene ripulito da tutte le
tossine, ma mentre Thor si offre di aiutarla con la magia
asgardiana, l’eroina rifiuta qualsiasi trattamento.
Thor: Love
and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo
sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir
stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie
Portman, come confermato sabato durante il panel dei
Marvel Studios al Comic-Con.
Taika Waititi
tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo
Thor: Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal
fumetto The Mighty Thor, descritto da Waititi come “la
perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
L’uscita nelle sale è fissata invece al 5 novembre 2021.
Visione dopo visione emergono
dettagli su Avengers:
Endgame impossibili da notare al primo colpo, come
easter egg seminati ovunque, riferimenti ai fumetti e omaggi agli
altri titoli dell’universo cinematografico nato nel 2008 con Iron
Man. Un fan è riuscito addirittura a scovare l’interessante
parallelismo tra la sequenza del film in cui assistiamo allo
scontro tra Captain America e Thanos e la lotta fra il Dio del
Tuono e Hulk risalente a The Avengers del
2012.
Per anni i fan hanno sognato di
vedere al cinema Steve Rogers che impugna il Mjolnir come la sua
controparte originale, e questo evento si è finalmente realizzato
in Endgame.
La prova della somiglianza tra le
due scene è nella clip che trovate qui sotto. Ma quanti di voi
l’avevano notata?
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018),
l’universo è in rovina a causa degli sforzi del Titano Pazzo,
Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti in vita dopo lo schiocco,
i Vendicatori dovranno riunirsi ancora una volta per annullare le
azioni del villain e ripristinare l’ordine nell’universo una volta
per tutte, indipendentemente dalle conseguenze che potrebbero
esserci.
Non abbiamo ancora la conferma
ufficiale che Nightmare sarà il cattivo di Doctor Strange in
the Multiverse of Madness, ma il regista Scott
Derrickson e il co-sceneggiatore C. Robert
Cargill hanno entrambi lasciato intendere che verrà
introdotto nel sequel.
Ora Boss Logic ha condiviso alcune
nuove opere d’arte che immaginano Eva Green nei
panni del diabolico Signore della Paura insieme a Benedict
Cumberbatch nel ruolo dello Stregone supremo, e ad
Elizabeth Olsen nel ruolo di Wanda Maximoff.
Come sarebbe il Nightmare donna
interpretato dalla Green? Ecco una possibile risposta!
Il primo film su Doctor Strange è uscito nel 2016 e ha
raccontato la nascita dell’eroe, dall’incidente di Stepehn Strange
fino al confronto con Dormammu. Nel film c’erano anche
Benedict Wong, Tilda Swinton e Chiwetel
Ejiofor. Abbiamo rivisto Strange in Infinity
War e in Endgame.
David Leitch,
regista di Atomica Bionda, afferma che Atomica Bionda
2 è ancora nei suoi pensieri e progetti, e che
probabilmente troverà spazio su un servizio di streaming.
Uscito nel 2017, il thriller di
spionaggio ambientato durante la Guerra Fredda è stato adattato dal
graphic novel di Antony Johnston, The Coldest
City, ed è interpretato da Charlize Theron
nel ruolo di Lorraine Broughton – un agente
dell’MI6 in missione a Berlino per recuperare del materiale top
secret rubato. Atomica Bionda è stato uno dei
migliori film del 2017 e vanta alcune delle sequenze di
combattimento più spettacolari della recente storia del cinema.
Avendo avuto anche un discreto
successo di pubblico, è chiaro che la produzione e il regista pensa
al sequel del film, che però potrebbe essere sviluppato per essere
destinato direttamente ad una piattaforma di streaming.
Parlando con Slashfilm,
Leitch ha rifiutato di offrire ulteriori informazioni su quale
piattaforma di streaming fosse coinvolta, ma ha affermato che è in
sviluppo un seguito:
“Penso che ci sia [si parla
ancora di un sequel]. Non conosco tutti i dettagli. In quel film
lavoravo a noleggio, ma alla fine Kelly McCormick – la mia compagna
di produzione e mia moglie – sarà sicuramente coinvolta come
produttrice. È così che ho ottenuto il contratto in primo luogo.
Vedremo.”
Sebbene i Marvel Studios non abbiano ancora rivelato la
trama ufficiale del film, alcuni dettagli trapelati durante la
proiezione del footage del Comic-Con hanno suggerito che Vedova Nera potrebbe
svolgersi tra gli eventi di Captain America: Civil
War e Avengers: Infinity War. In
quel momento preciso della timeline Natasha Romanoff dovrebbe
essere una fuggitiva internazionale dopo la violazione degli
Accordi di Sokovia, e quanto pare le sue nuove avventure la
porteranno a Budapest, in Ungheria, dove sarà costretta ad
affrontare i demoni del suo passato.
Nel frattempo sono emersi altri
dettagli in merito all’ambientazione del cinecomic che aprirà la
Fase 4 del MCU grazie alle dichiarazioni dello
sceneggiatore Jac Schaeffer in un’intervista con
Inverse:
“Dopo la battaglia
dell’aereoporto Natasha è molto sola ed è così che la ritroveremo
durante gli eventi del film, dove deve fare i conti con alcune
delle famose note rosse del suo registro“.
Il riferimento alla frase
pronunciata dall’eroina nel corso del franchise potrebbe anticipare
la possibilità che una parte del cinecomic sia radicata nel suo
passato, magari mostrando al pubblico quando e come si è unita allo
S.H.I.E.L.D. e cosa l’ha spinta a cambiare radicalmente posizione.
Di fatto questo standalone ha tutto il potenziale per servire sia
da titolo di raccordo o riempimento di uno spazio vuoto (quello tra
Civil War e Infinity War), sia da finestra sulle origini della spia
russa, ma è anche normale che lo studio voglia mantenere il segreto
fino all’uscita nelle sale.
Vi ricordiamo che il film vedrà
Scarlett
Johansson di nuovo protagonista nei panni di Natasha
Romanoff, il personaggio introdotto nel MCU da Iron Man 2.
Il titolo di lavorazione è “Blue Bayou” e in regia c’è Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain Marvel) a dirigere un titolo
dell’universo cinematografico Marvel.
La sceneggiatura è stata riscritta
nei mesi scorsi da Ned Benson (The
Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci
saranno anche David Harbour, Florence
Pugh, e Rachel Weisz.
Al momento non ci sono ulteriori
aggiornamenti sul film, né sui personaggi o le direzioni della
trama. Lo studio è invece determinato a mantenere la massima
segretezza intorno al progetto attualmente in produzione e
presumibilmente ambientato prima degli eventi che l’hanno portata a
diventare una fuggitiva in Avengers: Infinity
War.
Si avvicina sempre di più l’uscita
di IT: Capitolo Due, in cui sembra proprio che
Pennywise il Clown voglia vendicarsi dei Club
dei Perdenti, visto sono stati loro ad affrontarlo ed abbatterlo,
da ragazzini. Ma adesso il mostro è tornato a Derry e i Perdenti
torneranno ad affrontarlo.
Adesso una nuova featurette di IT:
Capitolo Due in cui vediamo Bill Skarsgard che torna a interpretare
Pennywise il Clown. Nel video, l’attore
racconta le ragioni agghiaccianti che ha il pagliaccio assassino
per volere di nuovo i nostri eroi a Derry.
Vi ricordiamo che l’uscita
nelle sale di IT: Capitolo
Due è fissata al 6 settembre
2019. Nel cast figurano, oltre a McAvoy,Jessica Chastain nei panni di Bev, mentre
Jay Ryan sarà
Ben, Isaiah
Mustafa Mike, Bill
Hader Richie, James
Ransone Eddie, Andy Bean Stan,
e Bill Skarsgård tornerà a interpretare Pennywise il Clown Ballerino.
Sulla scia degli annunci
riguardanti la Fase 4 dell’universo
cinematografico arrivano nuove indiscrezioni sul futuro del
franchise e sui progetti che i Marvel Studios potrebbero sviluppare a partire
dalla Fase 5 ancora avvolta
nel mistero. È infatti il sito MCU Cosmic a parlare di Fantastici
4, Galactus e Tyrant
come obiettivi principali in vista della recente fuzione tra Disney
e Fox che ha permesso la cessione dei diritti sui personaggi finora
blindati (X-Men compresi).
Il sito riporta le voci secondo cui
lo studio sarebbe già al lavoro per portare queste tre importati
novità al cinema: Galactus lo conosciamo bene,
perché è uno dei villain più importanti della storia dei fumetti
Marvel, mentre per quanto riguarda
Tyrant la scelta è senza dubbio interessante. Il
personaggio è stato creato da Ron Lim, Ron Marz e Tom Christopher
nei primi anni ’90 come creazione dello stesso Galactus, e tra i
due si consumò una guerra epica che distrusse intere galassie,
prima dell’esilio di Tyrant nello spazio profondo.
L’antieroe ha poi incrociato la
strada di di Silver Surfer, Beta Ray Bill e
Gladiator, tutte interazioni che potrebbero facilmente adattarsi
alla narrazione condivisa del MCU sul versante cosmico. Resta da
capire in che modo la squadra di Kevin Feige deciderà o meno di
introdurre questi personaggi: magari sfruttando il sequel di
Captain Marvel, Guardiani della Galassia
Vol.3 o l’ipotetico film su Nova? Senza contare
Gli
Eterni, terreno perfetto per l’arrivo di Galactus a
causa della sua connessione con i Celestiali.
Tornando alla nuova fase
dell’universo Marvel presentata ufficialmente da
Kevin Feige durante il panel dei Marvel Studios
al Comic-Con, non è mancata la menzione ai Fantastici
4, titolo sul quale il presidente dello studio è rimasto
ancora vago ma che potrebberiservare qualche sorpresa.
E proprio riguardo la prima
famiglia Marvel già portata al cinema due
volte da Tim Story e Josh Trank,
Feige ha promesso che il futuro renderà giustizia ai personaggi
creati da Stan Lee:
“Tutto quello che potrei dire è
spoiler, ma sono estremamente entusiasta di quei personaggi e
all’idea di portarli al livello che meritano“.
Il commento lascia ben sperare per
lo sviluppo di una linea narrativa e un cinecomic che dia
finalmente il giusto peso ai Fantastici Quattro dopo i fallimentari
tentativi del passato. Nella testa dei fan infatti risuona ancora
il trattamento deludente adottato da Trank con l’ultimo reboot, dal
quale lo stesso regista si è emancipato.
A sorpresa, la Warner Bros ha
debuttato con il primo teaser trailer di
Tenet, nuovo film di Christopher
Nolan, durante la proiezione di Fast and Furious –
Hobbs and Shaw. Il filmato mostra John David
Washington (BlackkKlansman) protagonista
della storia.
VIDEO RIMOSSO SU RICHIESTA
DI WARNER BROS
Il film arriverà nelle sale il 17
luglio 2020. Tenet,
una produzione Warner Bros. Pictures, per la
regia di Christopher Nolan, è un film epico d’azione
che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale. Nolan
dirige il film da una sua sceneggiatura originale, e verrà
realizzato con un mix di IMAX e pellicola
in 70mm. Il cast internazionale coinvolto è
formato da John David Washington al fianco di
Robert Pattinson, Elizabeth
Debicki, Dimple Kapadia, Aaron
Taylor-Johnson, Clémence Poésy,
con Michael
Caine e Kenneth Branagh.
Tenet
è prodotto da Christopher
Nolan ed Emma Thomas,
con Thomas Hayslip in veste di
produttore esecutivo.
Il team creativo di Nolan che ha
lavorato dietro le quinte include il direttore della
fotografia Hoyte van Hoytema, lo
scenografo Nathan Crowley, la
montatrice Jennifer Lame, il
costumista Jeffrey Kurland e il
supervisore degli effetti visivi Andrew
Jackson. Musiche ad opera del
compositore Ludwig Göransson. Warner Bros.
Pictures distribuirà Tenet in tutto il
mondo.
Avengers:
Endgame è finalmente arrivato sulle piattaforme
digitali (prossimamente invece sarà disponibile l’edizione
homevideo) e tra i contenuti extra i fan troveranno il commento dei
registi Anthony e Joe Russo e degli sceneggiatori sul film, i
segreti della realizzazione e la risoluzione di misteri legati alle
domande irrisolte dei fan.
Ecco di seguito i punti più interessanti della
conversazione:
Per quanto tempo Steve e Tony sono
rimasti separati?
Captain America e
Iron Man si riuniscono finalmente nel primo atto
di Endgame dopo essere rimasti separati per lungo tempo dopo gli
eventi della Guerra Civile. Ma concretamente, da quanti mesi o anni
i due non si incontravano? “Lasciamo che qualcun altro lo
capisca“, hanno dichiarato i registi.
“Ognuno darà al tempo il valore
che merita, e quando ti trovi davanti ad una narrazione
serializzata come questa è molto difficile mettere insieme i pezzi
del puzzle. Di sicuro Tony e Steve hanno aspettato anni per
risolvere i loro problemi.“
Captain Marvel vs Thor: chi è il
più forte?
Uno dei momenti più divertenti di
Endgame arriva all’inizio del film, con il primo incontro tra
Thor e Captain Marvel. Ma chi è il più forte
tra i due? Secondo i registi Carol Danvers potrebbe effettivamente
mettere al tappeto il dio del tuono.
“È interessante vedere gli
Avengers insieme a Captain Marvel, perché in qualche modo
riesci a ri-dimensionare i loro poteri in un modo davvero
fantastico. Carol è sicuramente potente, se non addirittura più
potente di Thor, e improvvisamente dopo tutto quello che hanno
subito da Thanos trovano di nuovo una speranza“.
Il nuovo linguaggio di Cap
Un dettaglio che in pochi avranno
notato è il linguaggio stranamente più scurrile del solito di
Captain America in Avengers: Endgame, qualcosa che Joe Russo
ha sottolineato nel commento audio del film:
“Se ci fate caso, il Cap del
2023 dice molte più parolacce del vecchio Cap, e c’è una
spiegazione. Il ragazzo ne ha passate di cose spiacevoli, quindi
l’intenzione delle sue parole è cambiata“.
I lavori su Smart Hulk
Un altro segreto rivelato sulla
lavorazione del film riguarda Smart Hulk e i salti
mortali che hanno portato a finire i lavori sul personaggio in
tempo per l’uscita nelle sale. “Il reparto dei VFX è stato
all’opera fino all’ultima settimana prima della consegna, ma quando
si tratta di un personaggio del genere è del tutto normale“,
hanno dichiarato i Russo.
“Il credito va dato anche a Mark Ruffalo,
che è un attore straordinario. Ha lavorato così duramente per
capire questo personaggio, diviso tra Banner e Hulk, e questa
combinazione è stato un vero viaggio per lui.“
La missione di Natasha a Tokio
La durata già sostanziosa di
Avengers: Endgame non ha permesso un maggiore approfondimento del
viaggio di Natasha a Tokio, dove recupera
Clint Barton convincendolo a tornare in squadra.
“Nessun altro avrebbe potuto tirarlo fuori da questa
situazione, e nessun altro si era mai presentato al suo
capezzale“, hanno raccontato i registi.
“Ovviamente era implicito che si trattava della stessa
dinamica del loro rapporto nel passato, quando era stato Clint a
tirarla fuori da una situazione simile. Sono insomma tornati al
punto di partenza…lui aveva avuto l’opportunità di ucciderla ed ha
cambiato la sua vita, e ora qui è lei a cambiare la sua.“
Le risate del pubblico dopo la
decapitazione di Thanos
Tra il pubblico molte persone hanno
reagito nel modo più inaspettato alla decapitazione di
Thanos all’inizio del film, ridendo del momento e
lasciando gli sceneggiatori sconcertati durante le prime
proiezioni:
“Spero si trattasse di una
reazione nervosa allo shock…Pensiamo anche che la musica di Alan
Silvestri in quel momento e la lunga camminata lenta degli eroi
abbiano contribuito”.
Il salto temporale
Il salto temporale di cinque anni
dopo la Decimazione è un altro argomento dibattuto
dai Russo e dagli sceneggiatori, che nel commento sul film hanno
rivelato cosa è accaduto a coloro che si trovavano su aerei o
barche in mare in concomitanza con lo schiocco. La risposta però
potrebbe sembrare abbastanza vaga…
“Riportare indietro le persone
di cinque anni fa è un’azione complicata in qualunque modo la si
guardi, senza nemmeno affrontare la complessità del viaggio nel
tempo.“
Il buco di trama su Nebula
Il viaggio di Occhio di
Falco e Vedova Nera su Vormir è stato al
centro di alcune discussioni dei fan, soprattutto riguardo l’idea
che Nebula sapesse che lì era custodita la gemma
dell’anima e che per ottenerla qualcuno avrebbe dovuto sacrificare
la sua vita. L’eroina poteva quindi evitare la morte ad uno degli
eroi, o almeno avvisarli?
Il commento dello sceneggiatore
Stephen McFeely forse risolverà ogni dubbio: “In realtà Nebula
non è a conoscenza dello scambio richiesto da Teschio Rosso su
Vormir. Nessuno sa nulla, e lei è solo a conoscenza del fatto che
sua sorella non è mai tornata da lì“.
Dunque è chiaro che l’eroina non è
mai stata sul pianeta e di conseguenza non poteva sapere del
sacrificio per la gemma.
In Avengers:
Endgame, Vedova Nera compie il
sacrificio estremo su Vormir quando sceglie di rinunciare alla sua
vita per permettere a Occhio di Falco di ottenere la Gemma
dell’Anima.
Abbiamo visto il dolore dei
Vendicatori, quando hanno avuto notizia della morte dell’amica, ma
non abbiamo visto il funerale di Natasha Romanoff, cosa che invece
è accaduto a Tony Stark, a fine film. Come mai?
Nell’edizione in Home Video di
Avengers: Endgame, Joe
Russo ha spiegato come mai per il personaggio non è stata
prevista la scena di un funerale: “Le persone si sono cheste
come mai Natasha non ha avuto lo stesso spazio dedicato a Tony,
nonostante entrambi si siano sacrificati. Beh, Tony non ha un altro
film. Tony ha finito. Natasha ha un altro film. L’universo Marvel ovviamente non è più tenuto
a muoversi in maniera lineare nel tempo, ma quel personaggio ha
ancora del tempo per raccontarsi, sullo schermo.”
Nonostante non sia chiaro al 100%, sembra quindi che in
Black Widow ci sarà spazio anche per una
sequenza ambientata nel presente, in cui sarà dato il giusto
tributo al coraggio e alla forza di Natasha, un funerale anche per
la spia.
Il film su Vedova Nera vedrà
Scarlett
Johansson di nuovo protagonista nei panni di Natasha
Romanoff, il personaggio introdotto nel MCU da Iron Man 2.
Il titolo di lavorazione è “Blue Bayou” e in regia c’è Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden
di Captain Marvel) a dirigere un titolo
dell’universo cinematografico Marvel.
La sceneggiatura è stata riscritta
nei mesi scorsi da Ned Benson (The
Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci
saranno anche David Harbour, Florence
Pugh, e Rachel Weisz, ma i loro ruoli non
sono stati ancora rivelati.
Dopo essere stato malamente
investito da un carroattrezzi, un uomo si rianima sfidando ogni
logica e, ai limiti dell’inverosimile, si trascina sull’asfalto per
cercare di recuperare il bignè che è volato a poca distanza da lui
dopo l’incidente. È questa una delle tante, bizzarre,
immagini che restano impresse dopo la visione del film Nevermind,
diretto da Eros Puglielli e presentato alla
scorsa edizione di Alice nella Città, durante la
Festa del Cinema
di Roma. In sala dal 1 agosto, la pellicola è composta
da cinque episodi in cui persone comuni sono costrette a subire
situazioni ed eventi estremamente singolari e paradossali. Tra i
protagonisti dell’opera si ritrovano Andrea Sartoretti, Paolo Sassanelli,
Giulia Michelini e Massimo
Poggio.
Nevermind
segue così la vita di cinque differenti protagonisti, ognuno
coinvolto in situazioni paradossali eppure non implausibili. Da un
avvocato con un’abitudine molto particolare ad una babysitter alle
prese con un nuovo inquietante lavoro; da un vecchio amico
d’infanzia dal torbido presente ad un cuoco con un’ossessione che
non gli dà tregua, fino ad uno psicologo perseguitato da un
carroattrezzi. Situazioni folli e ai confini della realtà,
collegate tra loro attraverso personaggi in comune.
Dopo un breve preludio, che sembra
dettare già il tono dell’opera, il film si apre con un episodio
decisamente grottesco, dove il regista calca la mano su una serie
di sottolineature che hanno come fine non solo quello di presentare
i personaggi protagonisti, ma anche di provocare una reazione di
fastidio nello spettatore, che si ritrova così a vivere un
malessere dato da una vicenda tanto scomoda perché particolarmente
plausibile. Ed è su questa idea che si costruiscono anche i
successivi episodi, sull’idea che per quanto assurdo ciò che
vediamo potrebbe trovare un corrispettivo nella realtà che viviamo.
Eccezion fatta, forse, per l’episodio che conclude il film.
Con Andrea Sartoretti
nel ruolo di un cuoco alle prese con un problema apparentemente
insormontabile, l’episodio conclusivo è, probabilmente, anche il
più affascinante del gruppo. Dai toni grotteschi, sino a questo
momento vigenti sull’intero film, si arriva ad una narrazione che
sfiora il fantasy, con un climax che porta a compimento l’intero
scopo del film: affrontare in chiave umoristica e cinica i desideri
oscuri, scomodi e inconfessabili che si annidano in ognuno di noi e
nel nostro quotidiano.
Nonostante i bizzarri eventi dei
vari episodi, i quali riescono a proporre alcune idee affascinanti,
ciò che penalizza Nevermind è la mancanza
di un più approfondito studio della messa in scena. Puglielli
sembra voler giocare con il genere senza però realmente entrarvi
dentro, non dotando il film di alcune scelte stilistiche, dalla
fotografia alla scenografia, che avrebbero invece potuto
caratterizzare ulteriormente gli episodi e le loro storie. A dar
vita al grottesco è dunque quasi unicamente la sceneggiatura,
scritta insieme a Giulia Gianni, Antonio Muoio e Francesca
Sambataro, e alcune precise inquadrature. Inquadrature che però,
come si diceva, accennano al genere senza realmente
abbracciarlo.
Si resta dunque storditi da alcune
immagini, e altre ancora potranno rimanere impresse nella mente, ma
si avverte anche la sensazione di alcune mancanze che, qualora
fossero state colmate, avrebbero potuto rendere
Nevermind il piccolo cult che vorrebbe
essere. Per quanto si rida o si provi un ricercato fastidio, il
film non riesce così a compiere uno scarto decisivo, affermandosi
come poco più di un buon prodotto di cinico intrattenimento.
Una stella per Guillermo
del Toro. Il regista premio Oscar®, dal 24 ottobre nei
cinema italiani nelle vesti di produttore e sceneggiatore
dell’attesissimo horror Scary Stories to Tell in the Dark di
André Øvredal, si prepara a ricevere un nuovo, prestigioso
riconoscimento: l’autore di capolavori come “Il labirinto del
fauno” e “La forma dell’acqua” il 6 agosto riceverà
una stella tutta sua (la numero 2669) sulla celebre Walk of Fame di
Los Angeles.
“Guillermo del Toro è un
regista con una delle immaginazioni più creative e vivide” –
ha dichiarato Ana Martinez, responsabile della
Hollywood Walk of Fame – “La Camera di Commercio di Hollywood è
orgogliosa di onorarlo per il suo storico lavoro in ambito
cinematografico”. L’evento, previsto per il 6 agosto, sarà
presenziato dal regista J.J. Abrams e dalla cantante Lana Del
Rey.
Il regista tornerà presto sul
grande schermo nelle vesti di produttore e sceneggiatore del film
“Scary stories to tell in the dark” di
André Øvredal, nei cinema italiani dal 24 ottobre
2019 distribuito da Notorious Pictures.
Dietro la macchina da presa André
Øvredal, regista norvegese di “Troll
Hunter” e dell’acclamato horror
“Autopsy”. Il film è tratto dall’omonimo
e terrificante bestseller di Alvin Schwartz,
autore cult della narrativa horror, noto per la sua vasta
produzione letteraria dedicata a opere che, tra miti, leggende e
racconti di paura, esplorano gli aspetti folkloristici del popolo
americano.
Nella saga di “Scary stories to
tell in the dark”, pubblicata tra il 1981 e il 1991 con le
illustrazioni originali di Stephen Grammel, 29 storie di
paura si materializzano in un mondo sospeso tra magia e
terrore: i racconti più macabri di tutti i tempi
prendono vita tra fiabe horror, vendette oscure, entità
agghiaccianti e avvenimenti soprannaturali. Il libro sarà
pubblicato in Italia dall’editore DeA Planeta
Libri nella collana DeA, e uscirà in libreria il 4
settembre 2019 (al prezzo di 16.90 euro).
Affascinato fin da adolescente dai
racconti di Alvin Schwartz, Guillermo del Toro,
autore della sceneggiatura del film insieme a Patrick
Melton e Marcus Dunstan (già sceneggiatori di quattro
capitoli della saga di Saw – L’enigmista e attualmente
impegnati nella stesura del prossimo reboot di
Halloween), porta sul grande schermo i racconti
dell’orrore più spaventosi di sempre.
Completano il cast del film Zoe
Colletti, Austin Abrams, Gabriel Rush, Michael Garza, Austin Zajur,
Dean Norris, Gil Bellows, Lorraine Toussaint e Natalie
Ganzhorn.
Il cinema di genere, specialmente
l’horror, in Italia ha ancora molti seguaci come dimostrano gli
incassi di film recenti quali Us, Pet Sematary,
Polaroid e Annabelle 3. E nel nostro
Paese non sono stati pochi i gli autori del passato che ne hanno
dato lustro: Mario Bava, Lucio Fulci, Dario
Argento solo per citarne alcuni. Oggi però sono in pochi a
produrre queste opere e tra loro troviamo certamente la Mad
Rocket Entertainment, società fondata da Alessio
Liguori, Daniele Cosci, Alessandro Risuleo e
Simone Bracci. Giovane realtà indipendente nata
nel 2015 e con già due film all’attivo, IN THE TRAP e SHORTCUT.
Il 2020 si inaugura con
l’uscita in sala di In The Trap, horror che gioca
tutto sulla psicologia del protagonista. Il film aveva già
riscontrato un notevole successo al Marché du Film dell’ultimo
Festival
di Cannes, merito degli sforzi produttivi che, insieme alla
capofila Dreamworldmovies di Luigi De Filippis, ha curato ogni
minimo dettaglio e ha voluto dare un respiro internazionale al
film.
A partire dal cast – Jamie Paul,
protagonista di un episodio di Black Mirror, Sonya
Cullingford presente in The Danish Girl e nel remake de
La Mummia, David Bailie, attore icona della serie
Pirati dei Caraibi – fino alle atmosfere
dell’ambientazione. Gli interni del film sono infatti stati girati
negli studi della Latina Film Commission mentre alcuni esterni sono
stati girati in Cornovaglia, nelle bellissime scogliere del Devon
che fanno da sfondo all’intera storia.
In the
trapuscirà in Italia il prossimo 26 marzo
2020, distribuito da Zenit Distribution.
Grazie alla preziosa collaborazione con True Colours, il film è
stato venduto anche all’estero e verrà distribuito in diversi paesi
tra cui Canada, Stati Uniti, Russia, Vietnam e Corea del Sud.
Il secondo titolo in fase di
post-produzione, Shortcut, è un fantasy-adventure con
sfumature horror, in cui l’incipit vede alcuni ragazzi a bordo di
un pullman costretti a fermarsi nel mezzo di un bosco desolato e
quindi iniziare un’avventura inaspettata dai risvolti dark. Come
non ricordare le atmosfere di Super 8, The Goonies, Stand by
me o l’attualissima serie Stranger Things?
Ecco il Final International Trailer
di C’era una volta a Hollywood, il nuovo film di
Quentin Tarantino con Leonardo DiCaprio,
Brad Pitt e Margot Robbie.
La storia si
svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene
chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton
(Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo
stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno
lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma
Rick ha un vicino di casa molto famoso…Sharon Tate.
Nel cast anche Damian
Lewis, Dakota
Fanning, Nicholas
Hammond,Emile
Hirsch, Luke
Perry, Clifton Collins
Jr., Keith
Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt
Russell e Michael
Madsen. Rumer Willis, Dreama
Walker, Costa Ronin, Margaret Qualley,
Madisen Beaty e Victoria
Pedretti. Infine Damon Herriman sarà
Charles Manson. Il film segnerà anche l’ultima apparizione
cinematografica di Luke
Perry, morto lo scorso 4 marzo.
“Ho lavorato alla sceneggiatura
per cinque anni, e vissuto nella contea di Los Angeles per gran
parte della mia vita, anche nel 1969, e all’epoca avevo sette
anni“, ha dichiarato Tarantino. “Sono davvero felice di
poter raccontare la storia di una città e di una Hollywood che non
esistono più, e non potrei essere più entusiasta dei miei due
attori protagonisti.“