Chadwick Boseman
non apparirà in versione digitale in Black Panther
2, poco ma sicuro. Anzi, sembra l’unica cosa di cui sono
certi i vertici di Marvel Studios. A dichiararlo è
stata Victoria Alonso, Executive degli Studios.
“No. C’è un solo
Chadwick e non è con noi” ha dichiarato
via The
Wrap. “Il nostro re, purtroppo, è morto nella vita
reale, non solo nella finzione, e ci stiamo prendendo un po’ di
tempo per vedere in che modo tornare alla storia e cosa faremo per
onorare questo capitolo di ciò che ci è accaduto, inaspettato,
doloroso, e terribile.” Sembra quindi che l’intenzione dello
studio sia quella di rendere omaggio alla sua eredità.
“Perché
Chadwick era non solo un essere umano meraviglioso
in ogni giorno dei cinque anni che abbiamo trascorso insieme, ma
anche per quello che sembra aver incarnato il suo personaggio che
ha elevato la storia della nostra compagnia (…) Dobbiamo pensare in
maniera molto cauta a quello che faremo e come lo faremo e a come
onoreremo il franchise in suo nome.”
Alonso sembra quindi confermare
l’idea che era circolata all’indomani della morta di Boseman,
ovvero che il personaggio di T’Challa non sarebbe stato
interpretato da un altro attore e che l’eredità del re di Wakanda
sarebbe stata raccolta da altri personaggi, forse da Shuri (Letitia Wright).
Al momento,
Black Panther 2 è previsto per maggio 2022. La
dipartita di Chadwick Boseman e la pandemia di
coronavirus in corso rendono davvero difficili i programmi e i
progetti per il film, tuttavia siamo sicuri che, qualsiasi sia la
decisione dei Marvel Studios, si troverà il modo di porre il giusto
e dovuto omaggio ad un attore che ha dato così tanto
all’immaginario collettivo e alla cultura comune in così poco
tempo.
Black Panther, il cinecomic Marvel uscito nelle sale nel 2018,
ha rappresentato un vero punto di svolta nella storia del MCU, se
non altro per il modo in cui il film è stato accolto a livello
mondiale da pubblico e critica, ma anche e soprattutto per
l’impatto che ha avuto sulla cultura afroamericana.
Guidato dal compianto Chadwick Boseman, il film vanta un cast
incredibile, composto quasi interamente da attori neri quali
Michael B. Jordan, Danai Gurira, Lupita Nyong’o, Angela Bassett e Forest
Whitaker. Tra questi figurava anche Daniel Kaluuya, esploso grazie all’horror
Scappa – Get
Out di Jordan Peele, che nel film ha interpretato
W’Kabi, il migliore amico di T’Challa, nonché capo della sicurezza
della Tribù di Confine, la prima linea di difesa del Wakanda.
Sappiamo che gran parte del cast del
primo film tornerà per Black
Panther 2, ma ad oggi il destino di W’Kabi è ancora
avvolto nel mistero. Kaluuya è attualmente impegnato con la
promozione del film
Judas and the Black Messiah e in una recente intervista
con Jemele Hill ha avuto
l’occasione di parlare del suo eventuale ritorno nel sequel Marvel.
L’attore ha confermato di non sapere ancora se sarà effettivamente
coinvolto in Black Panther
2, ma ha anche chiarito che sarebbe ovviamente disposto a
tornare se la storia lo richiesse.
“Sono quel tipo di persona che
guarderebbe comunque quel determinato film anche senza la propria
presenza, perché vorrebbe vederlo a prescindere”, ha spiegato
Kaluuya. “Se sono nel film e sono funzionale alla storia,
allora io ci sono. E resto di quest’idea”. W’Kabi aveva
soltanto un ruolo secondario in
Black Panther, tuttavia la sua storia non è stata portata
a termine alla fine del film.
Quale scenario per K’Wabi in Black Panther 2?
Il personaggio voltò le spalle a
T’Challa per sostenere Killmonger: ciò lo ha messo in conflitto con
Okoye e ha portato i due ad una resa dei conti nel finale
abbastanza repentina. Alla fine abbiamo assistito alla resa di
W’Kabi e al suo invio in prigione. Il personaggio potrebbe ancora
essere rinchiuso dopo tutti questi anni, oppure potrebbe essere
scappato durante il caos causato dallo Snap di Thanos, o addirittura essere stato lui stesso una
delle vittime della decimazione. Ci sarebbe, quindi, più di un
motivo valido per riportare W’Kabi in Black Panther
2.
Black
Panther 2, che sarà ancora una volta scritto e diretto
da Ryan
Coogler, arriverà nelle sale l’8 luglio 2022. Di
recente è stato annunciato che l’attore Tenoch
Huerta è in trattative con i Marvel Studios per
interpretare il villain principale del sequel. Huerta è noto per il
ruolo di Rafale Caro Quintero nella serie Narcos:
Mexico; il prossimo anno sarà tra i protagonisti
di The Forever Purge, quinto e ultimo capitolo
del celebre franchise horror/distopico. Al momento i dettagli sul
personaggio che l’attore interpreterà nel sequel
di Black
Panther non sono stati svelati.
Il presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il
personaggio interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si
concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri
personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.
Letitia
Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
La produzione di Black
Panther: Wakanda Forever è ufficialmente partita, ma a
quanto pare la sceneggiatura del film continuerà a cambiare. Questo
è quello che ha lasciato intendere Angela Bassett, l’attrice candidata all’Oscar
che nel film interpreta Ramonda, la madre di T’Challa.
Nel corso di un’intervista con
Entertainment Tonight, Bassett non ha potuto rivelare nulla in
merito alla trama del misteriosissimo sequel, ma ha spiegato che la
sceneggiatura del film è cambiata costantemente e che,
probabilmente, continuerà a farlo, nonostante le riprese siano
ormai in corso. “Non ho proprio idea di come sarà il
film”, ha dichiarato l’attrice. “Ci sono state circa
cinque diverse incarnazioni della sceneggiatura e ho sentito dire
che ne arriverà addirittura un’altra.”
Bassett ha poi ribadito ancora una
volta che l’obiettivo di Black Panther
2 sarà quello di omaggiare l’eredità di Chadwick Boseman. “Ovviamente, dal momento
che il nostro caro re non c’è più, molte cose doveva essere
modificate e cambiate”, ha aggiunto. “Ma fortunatamente
Ryan Coogler e Joe Robert Cole sono due narratori estremamente
abili e hanno trovato per raccontare ancora una volta questo mondo
in un modo che, si spera, sarà soddisfacente per i fan e che possa
rendere onore al nostro Chad. Amiamo il nostro re.”
Black
Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’8
luglio 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il
personaggio interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si
concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri
personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.
Letitia Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
L’attore Tenoch Huerta è in trattative
con i Marvel Studios per interpretare il villain principale del
sequel.
Andy Serkis, che interpreta il trafficante
d’armi Ulysses Klaue nel MCU, ha rivelato che una delle cose
di cui è più entusiasta a proposito di Black
Panther: Wakanda Forever è scoprire proprio come
si evolverà la nazione di Wakanda.
In una recente intervista con io9 in
occasione della promozione di Venom: La furia di
Carnage, Serkis ha discusso della sua lunga e variegata
carriera, incluso ciò che non vede l’ora di vedere nell’attesissimo
Wakanda
Forever. Oltre a riconoscere il profondo impatto che
Chadwick Boseman ha avuto in qualità di
interprete di Black Panther, l’attore e regista ha espresso anche
la sua ammirazione per Wakanda e tutto ciò che rappresenta,
dichiarandosi entusiasta all’idea di scoprire come la nazione si
evolverà e cambierà nel nuovo film.
“Il Wakanda come mondo, come
luogo, come filosofia è qualcosa di veramente straordinario”,
ha ammesso Andy Serkis. “Proprio per questo, sono
davvero entusiasta di scoprire come si evolverà, come si
svilupperà. Ovviamente, è molto, molto triste il fatto che Chadwick
non ci sia più, ma sono convinto che la storia servirà in qualche
modo ad omaggiare quella performance così straordinaria e, al tempo
stesso, un attore e una persona davvero incredibili.”
Black
Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’8
luglio 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il
personaggio interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si
concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri
personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.
Letitia Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
L’attore Tenoch Huerta è in trattative con i
Marvel Studios per interpretare il villain principale del
sequel.
Nonostante l’apparente morte di Erik
Killmonger in Black
Panther, nel corso degli ultimi mesi ci sono state
diverse voci secondo cui Michael B. Jordan avrebbe ripreso il ruolo del
villain nell’annunciato sequel. Dopo la tragica morte di Chadwick Boseman, il personaggio di Erik
potrebbe rappresentare un’aggiunta ancora più importante al
franchise di quanto previsto in origine.
Certo, il pubblico ha conosciuto
Erik in quanto cattivo, ma Killmonger – che ha diritto al trono di
Wakanda – potrebbe ora essere riscattato e assumere il mantello di
Pantera Nera direttamente dal cugino caduto. Già in passato Jordan
aveva dichiarato che sarebbe stato disposto a tornare in
Black
Panther 2, ma ora sembra che in gioco ci sia molto più
di una semplice volontà. “Non posso dire molto al
riguardo”, ha detto l’attore durante un’intervista a
Good Morning America proprio in merito al sequel.
“Onestamente, con l’anno che
abbiamo vissuto e con la perdita di un caro amico… stavano cercando
di capire tutto quello che dovevano fare o cosa era meglio per il
franchise. Siamo come una famiglia, quindi se avessi l’opportunità
di tornare in quel franchise… lo farei”. Tutto quello che
sappiamo su Black
Panther 2 è che Ryan Coogler ha
riscritto la sceneggiatura del sequel in seguito alla morte di
Boseman, quindi non c’è davvero modo di sapere (almeno per ora)
cosa è cambiato da quando la prima bozza originale è stata
completata.
Black
Panther 2, che sarà ancora una volta scritto e diretto
da Ryan
Coogler, arriverà nelle sale l’8 luglio 2022. Di
recente è stato annunciato che l’attore Tenoch
Huerta è in trattative con i Marvel Studios per interpretare il
villain principale del sequel. Huerta è noto per il ruolo di Rafale
Caro Quintero nella serie Narcos: Mexico; il
prossimo anno sarà tra i protagonisti di The Forever
Purge, quinto e ultimo capitolo del celebre franchise
horror/distopico. Al momento i dettagli sul personaggio che
l’attore interpreterà nel sequel di Black
Panther non sono stati svelati.
Il presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il
personaggio interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si
concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri
personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.
Letitia
Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
Lo sviluppo di Black
Panther 2 continua nonostante l’assenza di Chadwick Boseman, scomparso tragicamente lo
scorso anno dopo aver combattuto una battaglia contro il cancro.
Diversi membri del cast del primo film che torneranno per il sequel
hanno già condiviso i loro pensieri in merito a come sarà lavorare
al sequel senza Boseman.
Di recente Lupita Nyong’o, che tornerà nei panni di
Nakia, è stata ospite dello show di Ellen DeGeneres (via
CBM) e ha dichiarato che, nonostante sia stato difficile venire
a patti con la perdita del suo amico e collega, crede che Boseman
avrebbe voluto che il sequel venisse realizzato, anche senza il suo
coinvolgimento.
“È ancora molto difficile per me
venire a patti con la sua scomparsa… e ovviamente con la sua
leadership”, ha spiegato l’attrice. “Ha guidato il film
con enorme compassione. Bastava soltanto la sua presenza. Quando
Chadwick è arrivato sul set, è sempre stato presente e ha messo
tutto sé stesso nel film. Era anche molto umile. Quella leadership
ci mancherà.”
L’attrice premio Oscar ha poi
aggiunto: “So per certo che Chadwick vorrebbe che lo facessimo,
e so che quello su cui Ryan Coogler sta lavorando onorerà al meglio
sia lui che la sua eredità. Quindi mi sento tranquilla all’idea di
realizzarlo.”
Black
Panther 2 arriverà nelle sale l’8 luglio
2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il
personaggio interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si
concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri
personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.
Letitia Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
L’attore Tenoch Huerta è in trattative
con i Marvel Studios per interpretare il villain principale del
sequel.
Il produttore di Black
Panther: Wakanda Forever e
vicepresidente della produzione e dello sviluppo dei
Marvel Studios, Nate
Moore, ha recentemente preso parte a una tavola rotonda dei
produttori in cui ha parlato dell’infortunio della star Letitia Wright durante la produzione del
sequel dei Marvel Studios.
Parlando come parte della
tavola rotonda di THR insieme a
numerosi colleghi produttori come Viola Davis e Jerry
Bruckheimer, Moore ha descritto l’infortunio di Letitia Wright come “una cosa enorme e
traumatica da affrontare per lei” e ha detto che è il tipo di
cosa che “non sai se ti riprenderai del tutto da
questo“.
“Black Panther:
Wakanda Forever è stato difficile da
portare sullo schermo, ma il momento più spaventoso è stato in
realtà quando Tish [Letitia
Wright] si è infortunata“, ha detto
Moore. “Stavamo girando alcuni lavori di seconda unità [e]
alcuni lavori acrobatici a Boston. L’intero equipaggio era ancora
ad Atlanta, quindi ho ricevuto una chiamata nel cuore della notte
dall’ambulanza. È terrificante perché a quel punto non si tratta
solo del film, si tratta di una persona e di una persona che
conosco da anni. Come produttore, ti senti responsabile per tutti i
membri della tua troupe.”
“Ti senti responsabile di
averla messa in quella posizione in primo luogo e di aver raccolto
i pezzi. Capire il programma era quasi la parte più facile che
capire come rimettere a posto la testa di Tish e procurarle l’aiuto
di cui aveva bisogno, sia fisicamente che mentalmente. È stata una
cosa enorme e traumatica da affrontare per lei. Per metterla a suo
agio nel tornare e esibirsi al livello in cui si stava esibendo –
non sai se tornerai da quello, a dire il vero, ma lo ha
fatto.”
Dalla sua uscita nelle sale
lo scorso novembre,Black Panther: Wakanda
Forever ha già incassato oltre 800
milioni di dollari al botteghino mondiale. Per la sua
interpretazione della regina Ramonda, Angela Bassett ha vinto il suo secondo
Golden Globe come migliore attrice non
protagonista.
Il sequel ha visto il ritorno di
Lupita Nyong’o, Danai Gurira, Angela Bassett nei panni di Ramonda, Martin Freeman, Letitia Wright, Winston Duke e
Florence Kasumba. A loro si sono uniti i nuovi arrivati in
franchising Tenoch Huerta, Michaela Coel, Mabel Cadena e Alex
Livinalli. Nel film Marvel Studios Black Panther:
Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela
Bassett), Shuri (Letitia
Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai
Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba)
lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze
mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del
Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro
storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia
(Lupita
Nyong’o) e di Everett Ross (Martin
Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del
Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo
di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da
Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e
Alex Livinalli.
Sulla scia della tragica morte di
Chadwick Boseman lo scorso anno, i fan
hanno cominciato a chiedersi come i Marvel Studios avrebbero gestito la
cosa in vista della produzione di Black
Panther 2. In occasione dell’ultimo Investor Day di
Disney, è stato proprio Kevin Feige a confermare che il ruolo di T’Challa
non sarebbe stato né interpretato da un altro attore né ricreato
tramite la CGI.
I fan sono concordi sul fatto che
questa sia la strada più intelligente da percorrere, e a quanto
pare è della stessa opinione anche
Angela Bassett, la celebre attrice che nel primo film
ha interpretato il ruolo di Ramonda, madre del re di Wakanda. In
una recente intervista con
ET, a Bassett è stato proprio chiesto un commento sulla
decisione da parte di Feige e del suo team di andare avanti con il
sequel di Black Panther senza il personaggio di
T’Challa.
Naturalmente, l’attrice candidata
all’Oscar non ha potuto rivelare nulla a proposito del sequel, ma
si è detta fiduciosa nei confronti dei Marvel Studios e del regista
Ryan Coogler: “È stata una perdita
tremenda, ma la Marvel, Kevin Feige, il regista Ryan Coogler, che
aveva già scritto il primo film, si sono impegnati a raccontare una
storia che in qualche modo era già stata pianificata. Quindi non
vediamo l’ora. Non vediamo l’ora di scoprire cosa hanno
escogitato.”
L’impatto dell’eredità di Chadwick
Boseman su Black Panther 2
Bassett ha spiegato che Feige,
Coogler e tutti i creativi coinvolti nel film si sono ritrovati a
dover fare i conti con una svolta importante ed imprevista.
Parlando nello specifico della scomparsa di Boseman, ha poi
aggiunto: “Nostro fratello non ha mai voluto parlare della sua
malattia. La sua eredità, la sua perdita, il suo amore… tutto
l’apprezzamento che nutriamo per ciò che è stato e che ha condiviso
con noi non potranno mai essere sostituiti. Chadwick è stato
apprezzato da tutti. Ci mancherà sempre e proprio per questo non
potrà essere ricreato in CGI. È praticamente
insostituibile.”
Black
Panther 2, che sarà ancora una volta scritto e diretto
da Ryan
Coogler, arriverà nelle sale l’8 luglio 2022. Di
recente è stato annunciato che l’attore Tenoch
Huerta è in trattative con i Marvel Studios per
interpretare il villain principale del sequel. Huerta è noto per il
ruolo di Rafale Caro Quintero nella serie Narcos:
Mexico; il prossimo anno sarà tra i protagonisti
di The Forever Purge, quinto e ultimo capitolo
del celebre franchise horror/distopico. Al momento i dettagli sul
personaggio che l’attore interpreterà nel sequel
di Black
Panther non sono stati svelati.
Il presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio
interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si
concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri
personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.
Letitia
Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
Naturalmente, il sequel sarà orfano
del suo protagonista, Chadwick Boseman, scomparso lo scorso anno a
causa di un cancro. Nonostante la difficile situazione, alla fine
lo studio è riuscito a trovare un modo per continuare la storia di
Wakanda sul grande schermo. Durante una recente intervista con
Variety in occasione della premiere mondiale di Black Widow a Los Angeles, è stato proprio Feige a
confermare le riprese principali di Black
Panther 2 sono attualmente in corso ad Atlanta.
Feige ha anche spiegato che
l’obiettivo, attraverso il sequel, sarà quello di rendere
orgoglioso Boseman, oltre chiaramente a onorare la sue eredità:
“È chiaramente molto emozionante vivere quest’esperienza senza
Chad. Ma siano comunque entusiasti all’idea di riportare il mondo
di Wakanda al pubblico e ai fan. Lo faremo in un modo che, siamo
certi, avrebbe reso orgoglioso Chad.”
Black
Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’8
luglio 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha
confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al
compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si
concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri
personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.
Letitia Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
L’attore Tenoch Huerta è in trattative con i
Marvel Studios per interpretare il villain principale del
sequel.
Le riprese di Black
Panther 2 si terranno in Georgia quest’estate,
nonostante le nuove controverse leggi sul voto. Si tratta di una
decisione che arriva in seguito alla proposta di boicottaggio da
parte di registi come James Mangold e di attori
come Mark Hamill, che pubblicamente si sono
schierati contro le recenti e più rigide norme sul voto, definite
“razziste” da Joe Biden, presidente degli Stati Uniti.
Alle pagine di
Variety, il regista Ryan Coogler ha denunciato le nuove leggi
restrittive sul voto. Parallelamente, ha spiegato perché intende
continuare a girare Black Panther
2 in Georgia. Coogler ha firmato un editoriale,
condiviso con
Shadow and Act, in cui ha paralto proprio della controversa
legislazione.
“La lotta per la piena
concessione del diritto di voto è fondamentale per la questione
afroamericana in questo paese e per la pretesa in questo paese di
una democrazia funzionante”, ha scritto Coogler. “Da
cittadino afroamericano, mi oppongo a tutti i tentativi, espliciti
e non, di ridurre l’elettorato e l’accesso al voto.”
“Sono giunto alla conclusione
che molte delle persone impiegate nel mio film, compresi tutti i
fornitori locali e le aziende che abbiamo coinvolto, sono le stesse
persone che dovranno fare i conti con questa nuova legge”, ha
aggiunto Coogler. “Le riprese del nostro film si svolgeranno in
Georgia. Mi impegnerò personalmente per aumentare la consapevolezza
in merito ai modi per cercare di ribaltare questo disegno di legge
dannoso e per continuare ad essere sempre aggiornato sull’argomento
dalle persone sul campo.”
Black
Panther 2 arriverà nelle sale l’8 luglio
2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il
personaggio interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si
concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri
personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.
Letitia Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
L’attore Tenoch Huerta è in trattative con i
Marvel Studios per interpretare il villain principale del
sequel.
Fino a quando i Marvel Studios non
annunceranno i loro piani futuri, è normale che continueranno a
circolare tantissime voci su quello che sarà il prosieguo del
longevo franchise – in termini narrativi – dopo gli eventi di
Avengers:
Endgame. Partendo da questo presupposto, nelle ultime ore
è arrivato online un nuovo rumor – da prendere ovviamente con le
pinze! – in merito all’attesissimo Black
Panther: Wakanda Forever.
Lo scorso mese, era stato riferito
che il sequel di Ryan Coogler sarebbe stato girato sia nei
pressi che all’interno del Massachusetts Institute of Technology di
Cambridge. All’epoca, in molti ipotizzarono che ciò avrebbe portato
ad un cameo di Riri Williams, personaggio che indosserà il costume
di Iron Man nell’annunciata serie Ironheart in arrivo prossimamente su
Disney+ (la sua controparte a fumetti
frequenta proprio il MIT).
Ora, KC
Walsh di The GWW ha scritto su Twitter quanto segue: “Una
fonte di cui mi fido ha apparentemente confermato le recenti
speculazioni: Riri Williams apparirà davvero in Black Panther:
Wakanda Forever”. La cosa potrebbe avere senso e se la voce
venisse confermata, vorrà dire che potremmo vedere la storia di
Riri svolgersi non solo nel sequel, ma anche nella sua serie da
solista e persino in Armor
Wars.
Licantropus è pronto a fare il suo debutto nel MCU?
E sempre a proposto del servizio di
streaming della Casa di Topolino,
The Cosmic Circus ha appena pubblicato un nuovo report che
afferma che sarebbe in arrivo una serie su Licantropus (Werewolf by Night in originale),
attualmente in fase di sviluppo con il titolo provvisorio “Buzz
Cut”.
A quanto pare, le riprese dovrebbero
iniziare già il prossimo febbraio, ma al momento non è trapelata
alcuna indiscrezione in merito al possibile casting. Ovviamente, in
riferimento ai vecchi rumor secondo cui Licantropus avrebbe fatto
il suo debutto in Moon
Knight, è possibile che l’attore per il ruolo sia già
stato scelto in gran segreto.
Black
Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’8
luglio 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il
personaggio interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si
concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri
personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.
Letitia Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
L’attore Tenoch Huerta è in trattative con i
Marvel Studios per interpretare il villain principale del
sequel.
La morte di Chadwick
Boseman ha sicuramente scosso gli animi di chi gli era
vicino e di chi ha lavorato con lui all’oscuro della sua malattia.
In particolare hanno fatto scalpore i commenti e le reazioni di chi
gli è stato vicino, professionalmente e umanamente, negli ultimi
anni e che non era stato messo al corrente della sua condizione di
salute.
Tra questi, ovviamente tutti gli
attori che hanno lavorato con lui a Black
Panther e hanno fatto di lui il loro Re e amico,
hanno condiviso toccanti tributi a lui e alla sua memoria. Tra
questi, Letitia Wright ha dedicato a Boseman uno
degli adii più accorati e sentiti.
Letitia Wright ha
interpretato la sorella minore di T’Challa, Shuri, al fianco di
Boseman in tre dei suoi film MCU. In una nuova intervista con
Net-a-Porter, l’attrice ha accennato brevemente allo stato di
Black
Panther 2 sulla scia della morte di
Boseman. “Stiamo ancora piangendo il Ciad, quindi non è
qualcosa a cui voglio nemmeno pensare”, ha detto
semplicemente. “Il pensiero di farlo senza di lui è un po’
strano. Siamo solo addolorati al momento, quindi stiamo cercando di
trovare la luce in mezzo a tutto ciò.” Al momento, Black
Panther 2 è previsto per maggio 2022.
Al momento la dipartita di
Chadwick Boseman e la pandemia di coronavirus in
corso rendono davvero difficili i programmi e i progetti per il
film, tuttavia siamo sicuri che, qualsiasi sia la decisione dei
Marvel Studios, si troverà il modo di porre il giusto e dovuto
omaggio ad un attore che ha dato così tanto all’immaginario
collettivo e alla cultura comune in così poco tempo.
Arrivano nuove indiscrezioni sul
futuro del MCU e in particolare sui personaggi
che potrebbero apparire in Black
Panther 2, sequel in arrivo nel 2022 che i Marvel
Studios inseriranno, molto probabilmente, nella Fase 5. A rivelarle
in forma non ufficiale è Charles Murphy, fonte piuttosto affidabile
per quanto riguarda le notizie sui cinecomic, e secondo l’espero di
scoop Victor Von Doom aka Dottor Destino sarà il
villain del film.
Il report specifica che si tratta
solamente di una voce, e che non sono disponibili ulteriori
dettagli sull’introduzione del personaggio attraverso un cameo, una
scena post credits oppure un ruolo vero e proprio. Di certo il
salto temporale dopo Avengers: Endgame rappresenta
un’opportunità unica di ampliare l’arco narrativo giustificando la
presenza del tiranno di Latveria.
Ora che Thanos è stato sconfitto, è difficile immaginare
qualcuno migliore di Victor Von Doom sul trono del peggior
nemico dei Vendicatori, quindi è possibile che si stia facendo
strada attraverso l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa, terra
natale di T’Challa.
Murphy sostiene che se Black
Panther 2 si svolgerà poco dopo la fine di
Endgame, allora l’eroe sarà tornato a svolgere il ruolo di
Re in Wakanda difendendo il suo popolo e la risorsa più preziosa
del suo paese: il vibranio. Nei fumetti del 2010, è proprio il
vibranio ad attirare il Dottor Destino che invade la nazione
nell’evento Doomwar, quindi i Marvel Studios hanno già una
storia interessante da adattare sul grande schermo.
In una recente intervista con
Uproxx, Noah Hawley
aveva rivelato che c’era ancora speranza per il suo film su Doctor
Doom, e che l’incontro con Kevin
Feige c’è stato e che i due hanno discusso sul
progetto. “Dovrei ancora lavorarci su? Presumo che abbiate un
piano in un cassetto da qualche parte per I Fantastici
Quattro”, ha spiegato il regista e sceneggiatore. Come andrà a
finire?
Successo planetario capace di
incassare 1,3 miliardi in tutto il mondo, secondo film Marvel con
il maggior risultato domestico di sempre secondo solo
ad Avengers: Endgame e vincitore di tre premi
Oscar, Black Panther tornerà con un nuovo capitolo – Black
Panther 2 – inserito nella Fase 5 del MCU, come
confermato da Kevin Feige.
Ryan Coogler è
stato confermato a capo del sequel
per il quale curerà sia regia che sceneggiatura. Intervistato da
Indiewire, il filmaker americano ha confessato di non sentire
alcuna pressione per questo nuovo progetto e spiegato cosa intende
raggiungere con la prossima avventura di T’Challa:
“Credo che la pressione sarà
sempre lì ad aspettarmi. Ho avuto la possibilità di realizzare tre
lungometraggi, ognuno dei quali aveva il suo specifico tipo di
pressione e sui quali gravavano aspettative diverse […] Ma
qui si tratterà di girare un sequel, il che è qualcosa che non
ho mai fatto prima, ed è un sequel di un film che ho diretto,
quindi penso che ci sarà molta pressione e per questo cercherò di
concentrarmi sul lavoro come sempre. Giorno dopo giorno, un passo
alla volta, eliminando l’ansia intorno a noi, per creare una storia
che abbia un qualche tipo di significato.“
Secondo quanto rivelato da Kevin Feige, presidente dei Marvel Studios, Black
Panther 2 si concentrerà sul mondo di Wakanda.
L’imminente sequel del cinecomic uscito nel 2018 entrerà
ufficialmente in produzione quest’estate, mentre la data di uscita
è stata fissata per l’8 luglio 2022. Il primo film è diventato uno
titoli di maggior successo del MCU, con oltre 1,3 miliardi di
dollari incassati al botteghino (nonché il film con il maggior
incasso mai realizzato da un cineasta di colore).
Il supereroe del titolo è stato
portato in vita per la prima volta in Captain
America: Civil War del 2016, prima che il suo film da
solista si concentrasse sulla sua ascesa a re di Wakanda, paese
altamente avanzato ma anche nascosto. Anche se il regista Ryan Coogler e la maggior parte del cast
originale torneranno per il sequel, la tragica scomparsa di
Chadwick Boseman ha purtroppo sancito la fine
delle avventure del personaggio di T’Challa sul grande schermo.
Kevin Feige aveva già confermato in
passato che Pantera Nera non sarebbe stato interpretato da nessun
altro attore, proprio per mantenere intatta l’eredità di Boseman.
Tuttavia, sono in molti a credere che il mantello dell’eroe possa
ufficialmente passare nelle mani della sorella minore di T’Challa,
la geniale Shuri, interpretata da Letitia Wright. Al momento, però, non si
conoscono i dettagli sulla trama del sequel.
In una recente intervista con
Deadline, Feige ha parlato del futuro del franchise di Black Panther dopo la morte di Boseman. Pur
confermando che il personaggio non verrà interpretato da un altro
attore, né tantomeno ricreato in CGI, Feige ha rivelato che il
sequel si concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli
altri personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.
“Gran parte dei fumetti e quel
primo film è il mondo di Wakanda. Wakanda è un luogo da esplorare
ulteriormente con personaggi e diverse sottoculture. Questo è
sempre stato, anche inizialmente, l’obiettivo principale della
storia successiva. Non avremo un Chadwick in CG e non sottoporremo
T’Challa ad un recasting. Ryan Coogler sta lavorando molto
duramente in questo momento sulla sceneggiatura con tutto il
rispetto, l’amore e il genio che ha, il che ci dà grande conforto,
quindi si è sempre trattato di promuovere la mitologia e
l’ispirazione di Wakanda. C’è anche il compito di onorare e
rispettare gli apprendimenti e gli insegnamenti in corso che Chad
ci ha lasciato.”
Il villain principale di Black
Panther 2
A proposito di Black
Panther 2, di recente è stato annunciato che
l’attore Tenoch Huerta sarebbe in
trattative con i Marvel Studios per interpretare il villain
principale. Huerta è noto per il ruolo di Rafale Caro Quintero
nella serie Narcos: Mexico; il prossimo anno
sarà tra i protagonisti di The Forever
Purge, quinto e ultimo capitolo del celebre franchise
horror/distopico. Al momento i dettagli sul personaggio che
l’attore interpreterà nel sequel di Black
Panther non sono stati svelati.
Un nuovo video promozionale della
Fase 4 dei Marvel Studios ha annunciato la
prossima line-up dello studio sul versante cinema che verrà
inaugurata il prossimo 9 luglio con Black
Widow. Ma insieme alle date d’uscita dei film
previsti, abbiamo scoperto anche i titoli ufficiali di due sequel
molto attesi, quello di Black Panther e quello di
Captain Marvel.
Kevin Costner è protagonista e produttore ‘pagante’ di
Black or White, il film che il divo ha portato al
Festival di Roma edizione 2014 e nel quale
affronta il tema del razzismo negli Stati Uniti.
In Black or White
la figlia di Elliott Anderson perde la vita dando alla luce una
bambina, Eloise. Il nonno decide di prendersi cura della nipote
perché il padre è un tossicodipendente che lui considera in parte
responsabile della morte di sua figlia. Anni dopo, in seguito ad un
incidente d’auto la moglie di Elliott e nonna di Eloise muore in un
incidente d’auto. A quel punto la nonna paterna si presenta
rivendicando il diritto del figlio di crescere la bambina, e così
il mondo di Elliott va in pezzi e si trova coinvolto in una dura
battaglia legale per la custodia della nipote.
Black or White, il film
Anche se nelle intenzioni dei
realizzatori c’era l’esigenza di affrontare il razzismo tra bianchi
e neri come elemento ancora particolarmente presente nella comunità
americana, il film sembra invece raccontare una storia drammatica,
con lieto fine rassicurante, che si concentra maggiormente in temi
universali quali il valore della famiglia, l’amore e il senso di
appartenenza.
Black or White
presenta una struttura molto classica, e si rivela un film quasi
semplicistico nell’affrontare le situazioni che la trama,
estremamente prevedibile, pone davanti ai personaggi. La
contrapposizione tra ricchi ed efficienti bianchi e neri operosi e
affettuosi sembra uscita dalle pagine di un manuale di cliché che
non tarda a presentare all’appello molti altri luoghi comuni. Il
film, che accanto a Kevin Costner schiera una divertentissima
Octavia Spencer, ha però una sua dimensione di
rassicurante calore domestico che potrebbe costituirne il pregio
più grande.
Anche lo spettatore più cinico si
troverà in qualche modo toccato dalla vicenda di Eloise e
soprattutto dalla naturalezza con cui la giovanissima
Jillian Estelle mette in scena i turbamenti di
quelle che potrebbero essere tantissime ragazzine che vivono la
stessa situazione negli Stati Uniti come in ogni altro Paese del
Mondo.
Sono Online le prime immagini
promozionali del film Black Nativity,
forniteci da Usa Today. Black
Nativity è un nuovo musical scritto e diretto da
Kasi Lemmons basato sul musical in chiave
gospel di Langston Hughes.
Nel cast figurano attori del
calibro di Forest Whitaker, Angela Bassett e
Jennifer Hudson, oltre a Tyrese
Gibson, Mary J.Blige, Vondie
Curtis-Hall, Jacob Baltimore. I
produttori del film, per la Fox Searchlight Pictures, sono
Bill Horberg e Veline Rattray
assieme a Galt Niederhoffer e Daniela
Taplin Lundberg. Joy Goodwin è
invece il produttore esecutivo del film. Il ruolo di Forest
Whitaker sembrava dovesse essere interpretato da
Samuel L.Jackson, ma la scelta finale è poi
ricaduta sull’attore e regista nato a Longview, Oscar come miglior
attore nel 2007.
Adattamento cinematografico del
libretto di Langston Hughes, diventato un musical
nel 1961. La storia racconta di un adolescente di Baltimore che
viene mandato a Harlem per trascorrere il Natale con i nonni che
non ha mai incontrato. Forest Whitaker e
Angela Bassett interpreteranno i nonni del
ragazzo, mentre Jennifer Hudson interpreterà la
madre single che ha avuto un litigio con il padre reverendo dopo
essere rimasta incinta. Durante la sequenza della natività,
Forest Whitaker interpreterà diversi
personaggi. Le riprese si tengono a New York.
Black Nativity,
film-musical diretto da Kasi Lemmons (La baia
di Eva) comincia a far parlare di se non solo con le
immagini, ma anche con il primo trailer,
presentato la scorsa notte durante i Bet Awards.
Il musical racconta la storia di
una mamma single di Baltimora (Jennifer Hudson)
che manda il figlio (Jacob Latimore alla prima
esperienza cinematografica) a trascorrere le vacanze di Natale ad
Harlem, New York City da quei nonni (Forest
Whitaker e Angela Bassett) che
non ha mai incontrato. Sarà l’occasione per un nuova
esperienza.
Black Nativity
prende spunto da un’opera scritta originariamente da
Langston Hughes, già messa in scena a teatro nel
1961. Ne abbiamo un’altra traccia anche nel 2004, quando è stato
realizzato un documentario sulla produzione del disco gospel più
venduto della storia: Black Nativity – In Concert: A Gospel
Celebration.
Se nella versione originale, il
sound era di chiaro stampo gospel, qui è lecito
attendersi una modernizzazione della musica, oltre che delle
immagini. Il cast del resto vanta anche la presenza di Mary
J.Blige e lo stesso Jacob Latimore, pur essendo nato
soltanto nel 1996, è un cantante ‘R&B.
Esce a Novembre negli Stati Uniti.
Per l’Italia bisognerà attendere sino
al 2014.
Ricordi Pericolosi
è spesso citato come uno dei migliori episodi di Black Mirror, e per una buona ragione. È una
cupa rappresentazione di un mondo del prossimo futuro in cui i
ricordi non sono più un concetto grazie a un impianto che registra
tutto ciò che vede e sente colui che ha installato il detto
impianto, permettendogli così di rivivere qualsiasi evento della
sua vita, nel bene e nel male.
È stata una pietra miliare per la
serie e non ci è voluto molto perché lasciasse un impatto
indelebile sulla cultura popolare. Mentre i precedenti episodi
della stagione d’esordio di Black Mirror avevano
adottato un approccio sociale, Ricordi Pericolosi
ha optato per un tocco più gentile, attenuando gli elementi
apertamente satirici e filtrando invece la sua tesi attraverso un
piccolo gruppo di personaggi riconoscibili, assicurando che
l’attenzione fosse sempre mantenuta sul modo in cui gli esseri
umani utilizzano e abusano di tale tecnologia piuttosto che sulla
tecnologia stessa. È un modello che molti episodi futuri avrebbero
poi replicato, garantendo a Ricordi Pericolosi un
posto fisso in tutte le discussioni sui momenti migliori di
Black Mirror.
Curiosamente, Ricordi
Pericolosi detiene anche il primato di unico episodio non
scritto da Charlie Brooker, ma da Jesse
Armstrong, che molti anni dopo sarebbe divenuto famoso per
una certa serie dal titolo Succession. Il padre
della famiglia Roy ha conservato i diritti di sfruttamento della
sceneggiatura della puntata e nel 2013 è stato confermato che
quella storia sarebbe andata a finire a Hollywood, nelle mani di
Robert Downey Jr. in veste di
produttore.
Sembra che Armstrong avesse da
subito ambizioni cinematografiche per la sua sceneggiatura e che a
contendersi i diritti dello script fossero Robert Downey Jr. e
George Clooney. Alla fine la Team Downey ha
vinto lo scontro. Ma a un decennio di distanza dall’acquisizione,
forse la storia non ha più il suo appeal, anche se invece Jesse
Armstrong, che rimane comunque alla scrittura del progetto, ha
acquisito invece più credito agli occhi dell’industria grazie al
successo di Succession.
Non sappiamo quando il progetto
entrerà in produzione, ma sarebbe la seconda volta per Black Mirror
sul grande schermo, dopo l’esperimento di
Bandersnatch del 2018. Intanto il mese
scorso su Netflix è arrivata la
sesta stagione della serie monografica.
Black Mirror è la serie tv
britannica creata da Charlie
Brooker per Channel 4 per
e vede protagonisti Rory
Kinnear nel ruolo di Primo Ministro Michael
Callow, Daniel Kaluuya nel ruolo di
Bing, Jessica Brown-Findlay come
Abi, Toby Kebbell nei panni di Liam
e Jodie Whittaker come Ffion.
Che la televisione britannica sia
in grado di regalarci produzioni di grande qualità è ormai una
certezza, ma che abbia la maturità e il coraggio di rivolgere
contro sé stessa la più infamante delle autocritiche è
straordinario: pur contando su soli 3 episodi da un’ora
ciascuno Black Mirror, miniserie creata da
Charlie Brooker (conosciuto in patria per altre opere provocatorie
come Dead
Set e Screenwipe) per Channel 4
prende a schiaffi il suo pubblico in modo violento e spietato,
mostrandogli senza sconti come il mostro creato dalle più
moderne tecnologie del nostro tempo abbia già iniziato a divorarlo
approfittando pazientemente di una schiavitù alla quale noi,
volenti o nolenti figli del secolo, abbiamo ceduto senza opporre
resistenza.
Black Mirror – Episodio
1: The Nation Anthem
In una notte come tante il video di
una ragazza in lacrime rimbalza senza sosta fra twitter e youtube:
la principessa Susannah, beniamina della casa reale inglese, è
stata rapita da un uomo misterioso che pretende per la sua
salvezza la più bizzarra delle richieste: che il primo ministro
britannico Michael Callow abbia (tenetevi forte…)un rapporto
sessuale con un maiale in diretta televisiva.
Superato lo shock iniziale per uno
degli spunti narrativi più assurdi e sconvolgenti della storia
della tv, seguiamo i vani tentativi di Callow(interpretato
magistralmente da Rory Kinnear)e del suo team di ritrovare la
principessa, l’organizzazione di una messa in scena in CGI che
viene subito smascherata dal web e un’opinione pubblica che non
esita a lapidare l’uomo all’istante, chiedendogli di sacrificarsi
all’estrema umiliazione non tanto per salvare la ragazza quanto
piuttosto per salvare sé stesso.
Pur mancando della complessità
degli altri due, nella sua spaventosa normalità The
National Anthem di Charlie Brooker riesce ad essere
il più inquietante episodio dell’intera serie: senza bisogno di
proiezioni fantascientifiche e realtà distopiche, il presente è
talmente avvezzo a lasciarsi possedere dalla morbosità dello
spettacolo e dalla crudeltà dei social network che la lunga
giornata di Callow e Susannah potrebbe diventare la nostra in
qualsiasi momento; il campanello d’allarme è noto e non c’è niente
di nuovo sotto il sole, ma l’atto d’accusa è gestito in modo
talmente feroce che è impossibile non rimanerne turbati.
Black Mirror – Episodio 2: 15
million merits
Nel secondo
episodio Prigionieri di un mondo sotterraneo senza
porte né finestre e costantemente bombardati da immagini
pubblicitarie che non si possono ignorare senza subire penalità, un
gruppo di ragazzi trascorre la propria esistenza pedalando su una
bicicletta per produrre energia in modo ecologico (per alimentare
cosa e perché non c’è dato sapere): l’unica consolazione, in
questo imprecisato futuro dove non è più lecito avere sogni o
aspirazioni, è riuscire ad accumulare abbastanza punteggio da
riuscire a comprare accessori virtuali inutili per i propri avatar
(non lo facciamo già fra una partita di the Sims e l’altra?) o
tentare di risparmiare ben 15 milioni di punti per poter accedere
ad Hot Shots, misterioso talent show che promette notorietà(ma
soprattutto la libertà dalla schiavitù della bicicletta) a chi
sappia dimostrare il proprio talento o meglio vendersi per esso; la
critica a X Factor UK, seguitissimo in patria, è abbagliante.
Amplificando al massimo la minaccia
di un una realtà virtuale pronta ad annullare a piccoli passi la
nostra umanità l’episodio diretto da Euros Lyn (sempre scritto da
Charlie Brooker) segue la storia dei giovani Bing e Abi
(Jessica Brown Finlay alla sua prima prova
dopo la Lady Sybil di Downton
Abbey), entrambi portatori di sentimenti reali e
innocenti destinati a essere inquinati dal sistema, per raccontare
la parabola distorta di una realtà sterile e senza speranza votata
all’annullamento e all’omologazione: distopica fino allo stremo, ma
anche in questo caso non impossibile da raggiungere.
Black Mirror – Episodio
3: The entire history of you
Se pensate che facebook sia
destinato a morire vi sbagliate di grosso: in the entire
history of you il suo spettro è pronto a reincarnarsi
in un microchip, impiantato giusto dietro l’orecchio, in grado di
catalogare tutti i nostri ricordi in una vera e propria timeline e
di farceli rivedere su uno schermo ad ogni occasione,
privandoci così definitivamente della possibilità di dimenticare o
di nascondere agli altri anche il più sgradevole dei file. Se per
Liam (Toby Kebbell, visto recentemente
in War
Horse) e Ffion (Jodie Whittaker),
giovane coppia in crisi segnata dal dubbio e dall’ossessione per la
revisione sarà la fine, non sarà difficile riconoscere nell’ultimo
episodio scritto da Jesse Armstrong la crudele eredità dei più
usati fra i social network: l’esigenza di fissare ogni ricordo
della nostra vita e di condividerlo è entrata tanto in profondità
nel nostro modus vivendi che è impossibile immaginare di lasciare
andare un’emozione senza tentare di imprigionarla; le possibilità
di comunicazione sono illimitate e per questo non saremo mai
abbastanza grati, ma a volte il monitoraggio perenne dell’immagine
di ciò che permane può essere tanto doloroso che l’unica drastica
soluzione è estirpare barbaramente l’onnipresente fonte di
catalogazione con un rasoio.
Trasmessa su Channel 4 lo scorso
dicembre poco dopo la fine di quello stesso X factor UK contro il
quale scarica gran parte della sua rabbia (ironia della sorte o
scelta consapevole?), Black Mirror è il
riflesso nero, nerissimo, di un obiettivo talmente abusato da
finire per infrangersi, abile a proiettare il peggio del
meraviglioso e terrificante mondo della comunicazione senza
barriere dove per evitare la catastrofe basterebbe provare a
spegnere il monitor anche solo per poco: siamo ancora in tempo o
ormai è troppo tardi?
La serie antologica, ambientata per
lo più in distopie del prossimo futuro, ha attraversato molte
iterazioni da quando è stata lanciata su Channel 4 nel Regno Unito
nel 2011. Lo spettacolo ha ricevuto un aumento di budget quando si
è trasferito su Netflix nel
2016.
Il creatore della serie Charlie Brooker è produttore
esecutivo e funge da showrunner. Bisha K. Ali è
produttore esecutivo insieme a Jessica Rhoades e
Annabel Jones, di cui è produttore indipendente
Broke & Bones.
Come
riportato lo scorso novembre, Black Mirror è
stato rinnovato per una settima stagione (qui
la recensione della sesta), mentre apprendiamo ora che tornerà
su Netflix nel 2025. La settima
stagione sarà composta da sei episodi e includerà anche un sequel
dell’episodio USS Callister, che aveva come
protagonisti Cristin Milioti e Jesse Plemons. “Robert Daly è morto, ma
per l’equipaggio della USS Callister i problemi sono appena
iniziati“, è stato annunciato giovedì per la serie antologica
di Charlie Brooker.
In quell’episodio Jesse Plemons interpreta Daly. Cristin
Milioti (Nanette Cole), Jimmi Simpson
(Walton), Michaela Coel (Shania) e Billy
Magnussen (Valdack) fanno invece parte del talentuoso
equipaggio della USS Callister. Questi attori non sono stati
annunciati (ufficialmente) per questo episodio sequel, anche se la
logline suggerisce un loro probabile ritorno. USS
Callister presentava anche un cameo vocale di
Aaron Paul (nel ruolo di Gamer691) e un cameo non
accreditato di Kirsten Dunst (moglie di Plemons),
che era solo un’impiegata a caso della Callister.
Non resta a questo punto che
attendere di scoprire su cosa si concentreranno gli altri 5 episodi
e quali attori li interpreteranno. A partire dalle ultime stagioni
la tendenza è infatti sempre stata quella di avere come
protagonisti diversi celebri nomi di Hollywood. La notizia di una
settima stagione di Black Mirror è emersa nel corso di un evento di
Netflix all’UK Next.
Black Mirror è
la serie antologica ambientata per lo più in distopie del prossimo
futuro, che ha attraversato molte iterazioni da quando è stata
inizialmente lanciata su Channel 4 nel Regno Unito nel 2011. Lo
spettacolo ha ricevuto un aumento di budget quando si è poi
trasferito su Netflix nel
2016. Ogni episodio riflette sul rapporto tra uomo e tecnologia e
su come questo legame possa facilmente portare a risultati
disturbanti e perversi. Il creatore della serie Charlie Brooker è produttore
esecutivo e funge da showrunner. Bisha K. Ali è
produttore esecutivo insieme a Jessica Rhoades e
Annabel Jones, di cui è produttore indipendente
Broke & Bones.
Netflix sceglie
i suoi account social per annunciare che Black Mirror
7 arriverà in streaming il prossimo anno, e oltre
all’annuncio della nuova stagione, la piattaforma ha anche reso
noti i nomi del cast.
Awkwafina, Peter Capaldi,
Emma Corrin, Patsy Ferran,
Paul Giamatti, Lewis Gribben, Osy Ikhile,
Rashida Jones, Siena Kelly, Rosy McEwen, Chris O’Dowd, Issa
Rae, Paul G. Raymond, Tracee Ellis Ross e Harriet
Walter si uniranno alla serie antologica di
fantascienza.
Anche Cristin Milioti, Billy
Magnussen, Jimmy Simpson, Milanka Brooks e Osy
Ikhile torneranno per un seguito all’episodio della quarta
stagione “USS Callister“. La settima stagione sarà
composta da sei episodi e andrà in onda su Netflix nel 2025.
La nuova stagione è stata annunciata
da un video criptico su Instagram, che ha anticipato alcuni membri del cast
e qualche altro nome che potrebbe essere quello degli autori o dei
registi degli episodi. Lo scorso novembre, Variety ha riferito in
esclusiva che Netflix aveva rinnovato “Black Mirror” per una
settima stagione.
La
sesta stagione della serie antologica di fantascienza di
successo, creata da Charlie Brooker, è uscita su
Netflix nel giugno 2023 dopo una pausa di quattro anni. Secondo lo
streamer, quella stagione ha totalizzato 11,3 milioni di
visualizzazioni nei suoi primi quattro giorni di disponibilità.
“Black Mirror” ha
esordito per la prima volta nel dicembre 2011 su Channel 4 nel
Regno Unito ed è stato acquistato da Netflix prima
della terza stagione nel 2016. Prima della sua pausa tra la
stagione 5 e 6, la serie ha ottenuto 14 nomination agli Emmy e si è
portata a casa otto Emmy, tra cui quello per il miglior film TV per
“San Junipero“, “USS Callister” e
“Bandersnatch” rispettivamente nel 2017, 2018 e
2019.
Dopo aver diffuso il primo trailer della sesta
stagione di Black Mirror, la serie
antologica che per questo sesto ciclo si rinnova e diventa, secondo
la logline, “la più imprevedibile, non classificabile e
inaspettata di sempre”, Netflix ha ora rivelato i titoli e le trame dei
cinque nuovi episodi in arrivo. La nuova stagione serie, creata da
Charlie Brooker nel 2011 e poi diventata
un’esclusiva Netflix nel 2016, arriverà sulla piattaforma a
giugno.
Nel video ora diffuso, i titoli
degli episodi sono intervallati da frammenti di dialoghi e immagini
degli episodi stessi, collegati tra loro in una matrice
caleidoscopica. I titoli dei nuovi episodi che sono stati
ufficialmente rivelati sono “Joan is
Awful“, “Loch Henry“,
“Beyond the Sea“, “Mazey
Day” e “Demon 79“. Tutti e
cinque questi nuovi episodi sfoggiano un’ampia varietà di premesse
che si adattano perfettamente all’etica di Black Mirror.
Ad esempio, “Joan is Awful” segue una giovane donna la cui
vita è stata trasformata in un dramma di prestigio con Salma
Hayek.
“Loch Henry” riporta invec
la serie alle sue radici britanniche seguendo una coppia scozzese
il cui documentario sulla natura scopre accidentalmente segreti
nascosti tra i locali. “Beyond the Sea” è invece
ambientato in un 1969 alternativo in cui la tragedia colpisce,
forse durante lo sbarco sulla luna. “Mazey Day” adotta poi
un approccio più personale in quanto segue una star perseguitata
dai paparazzi. Infine, “Demon 79” segue una donna
dell’Inghilterra settentrionale costretta a fare cose orribili per
prevenire una potenziale calamità. Qui di seguito, ecco il video
diffuso da Netflix.
Black Mirror 6: il cast della nuova stagione
Come sempre, la serie si
impreziosisce di grandi nomi nel cast, nomi che sono associati a
volti meno noti ma sempre capaci di grandi interpretazioni,
destinate a rimanere impresse nella memoria collettiva. Il cast dei
nuovi episodi comprende Aaron Paul, Anjana Vasan, Annie
Murphy, Auden Thornton, Ben Barnes, Clara Rugaard, Daniel Portman,
Danny Ramirez, David Shields, Himesh Patel, John Hannah, Josh Hartnett, Kate Mara, Michael Cera, Monica
Dolan, Myha’la Herrold, Paapa Essiedu, Rob Delaney, Rory Culkin,
Salma Hayek Pinault, Samuel
Blenkin e Zazie
Beetz.
Netflix ha diffuso il primo trailer della sesta
stagione di Black Mirror, la serie antologica che
per questo sesto ciclo si rinnova e diventa, secondo la logline,
“la più imprevedibile, non classificabile e inaspettata di sempre”.
La nuova stagione sarà disponibile a giugno.
Come sempre, la serie si
impreziosisce di grandi nomi nel cast, nomi che sono associati a
volti meno noti ma sempre capaci di grandi interpretazioni,
destinate a rimanere impresse nella memoria collettiva. Il cast dei
nuovi episodi comprende
Aaron Paul, Anjana Vasan, Annie Murphy, Auden Thornton, Ben
Barnes, Clara Rugaard, Daniel Portman, Danny Ramirez, David
Shields, Himesh Patel, John Hannah,
Josh Hartnett, Kate Mara, Michael Cera, Monica Dolan, Myha’la
Herrold, Paapa Essiedu, Rob Delaney, Rory Culkin,
Salma Hayek Pinault, Samuel Blenkin e Zazie
Beetz.
A cinque anni dalla quinta stagione
(qui la recensione), torna su
Netflix uno dei titoli di punta della
piattaforma streaming, ovvero Black
Mirror. La serie ideata da Charlie Brooker dove, con uno
sguardo cinico e pessimista, si propongono scenari distopici e
futuristici che richiamano tuttavia realtà già ampiamente radicate
nel nostro presente. O meglio, così è stato fino alla quarta
stagione, perché a partire dalla quinta la capacità di anticipare i
tempi e mostrare con lucidità il distorto riflesso dato dagli
“specchi neri”, sembra essersi esaurita. Questa sesta stagione,
composta da cinque nuovi episodi, è un ulteriore triste conferma di
ciò.
Black Mirror 6, la trama dei nuovi episodi
Cinque nuovi episodi, cinque nuove
storie che hanno come obiettivo quello di mostrare quanto possa
essere orripilante l’essere umano quando si specchia nello schermo
nero dei propri dispositivi tecnologici (e in generale nel suo
rapporto con la tecnologia o con i media). Ecco allora che in
Joan è terribile una donna scopre suo
malgrado che una nota piattaforma streaming sta realizzando una
serie basata sulla sua vita. In Lock
Henry, invece, una coppia di documentaristi scopre
un’intrigante storia collegata a scioccanti eventi del passato,
finendo però con lo spingersi troppo in là con la ricerca dello
scoop.
C’è poi l’episodio fantascientifico
dal titolo Beyond The Sea, interpretato
da Aaron Paul e ambientato
in un 1969 alternativo, dove due astronauti in una stazione
spaziale si trovano a dover gestire le conseguenze di una terribile
tragedia sulla terra. Si passa poi agli ultimi due episodi,
entrambi con elementi soprannaturali: Mazey
Day, dove una tormentata attrice di Hollywood si
trova a dover sfuggire a orde di paparazzi mentre affronta le
conseguenze di un incidente stradale; e Demone
79, nel quale una timida commessa scopre di dover
compiere atti terribili per impedire un disastro imminente.
Annie Murphy nell’episodio Joan è terribile di Black
Mirror.
Black Mirror non riesce
più a stare al passo con i tempi
Le prime quattro stagioni di
Black Mirror riuscivano a proporre racconti capaci di
incutere forti timori in quanto abili ad intercettare i cambiamenti
tecnologici in atto nel nostro mondo e immaginare – spesso
anticipando ciò che sarebbe poi effettivamente avvenuto – gli
effetti collaterali del nostro rapporto con essi. La quarta
stagione risale al 2017 e sappiamo quanto il mondo sia cambiato
profondamente e rapidamente in questi ultimi anni, spesso
proponendo vere e proprie situazioni “allaBlackMirror“, con la realtà che, come al solito, supera la
fantasia. È dunque oggettivamente difficile riuscire a stare al
passo con i tempi, eppure Brooker accetta la sfida.
Sfortunatamente, la fallisce sotto
diversi punti di vista. Nessuno dei cinque nuovi episodi riesce
infatti a proporre scenari capaci di raccontare qualcosa di nuovo,
che sappia scuotere gli animi. Quando non cerca di offrire
sfumature alternative su tematiche già precedentemente affrontate
nella serie, Broker finisce con l’offrire storie che si crogiolano
su tematiche ormai già “vecchie”. L’esempio più evidente è proprio
il primo episodio, Joan è terribile, che pur mantenendosi
fedele alla natura delle storie a cui Black Mirror ha
abituato il suo pubblico, va a riflettere sull’impatto della
piattaforma streaming Streamberry (che non fa nulla per
nascondere il suo essere un alter ego di Netflix) nelle vite dei
suoi abbonati e dell’intera industria audiovisiva.
C’è di tutto in questo episodio: la
questione sui necessari cambiamenti in fase di adattamento; la
pericolosità dell’accettare contratti mai veramente letti; fino
alle problematiche etiche che la CGI e la tecnica del deepfake
comportano. Come si può notare, però, sono tutte questioni su cui
si dibatte ormai già da anni e lo stesso ironizzare su
Streamberry/Netflix è un qualcosa che poteva far più rumore nel
2017, quando l’azienda iniziò ad affermarsi nella produzione di
contenuti originali sfidando i grandi colossi dell’industria.
Insomma, non si ricava nulla di nuovo da tale episodio e di
conseguenza non si avverte alcun brivido lungo la schiena tale da
farci rivalutare il nostro rapporto con tali tecnologie.
Una sesta stagione che non ha nulla
di nuovo da dire
Per quanto riguarda gli altri
episodi, Lock Henry vuole essere una
riflessione sulla popolarità di cui godono oggi i docu-crime (un
trend che Netflix ha aiutato a costruire e a consolidare nel
tempo), proponendo però interrogativi circa l’eticità delle
ricerche che si conducono al fine di ottenere una “storia forte”.
Anche in questo caso, tuttavia, la riflessione sembra arrivare in
ritardo sui tempi. Maizey Day nel suo
concentrarsi sull’invasività dei fotoreporter, invece, non aggiunge
nulla che non sia già stato detto dal film del 2014 Lo sciacallo –
Nightcrawler. E insieme a Demone
79, con i loro elementi sovrannaturali, più che
appartenere al mondo di Black Mirror sembrano essere
episodi sfuggiti alla serie antologica Guillermo del
Toro’sCabinet of Curiosities.
Beyond the
Sea è probabilmente l’episodio più riuscito della
stagione, merito anche di una durata pari a 80 minuti che ha
naturalmente permesso un maggiore sviluppo del racconto e dei suoi
personaggi. In essa, come per Joan è terribile, si propone
un contesto “tipico” della serie, attraverso il quale riflettere in
questo caso sulle difficoltà di stabilire cosa sia vero e cosa
falso in un mondo sempre più caratterizzato da intermediari
tecnologici, attraverso cui vivere esperienze che altrimenti non si
avrebbe modo di fare. Anche qui nulla di nuovo, ma la cornice
narrativa rende l’episodio particolarmente intrigante, pur non
sfuggendo ad una risoluzione decisamente prevedibile.
Zazie Beetz nell’episodio Mazey Day di Black Mirror.
Lo stato di salute di Black Mirror
Alla luce di questa nuova stagione,
cosa possiamo dedurre dello “stato di salute” di Black
Mirror? Sia chiaro, nessuno degli episodi proposti è
inguardabile, ma anzi sono tutti realizzati con una certa cura e
gusto per la messa in scena, oltre ad essere arricchiti da valide
interpretazioni e, talvolta, momenti molto toccanti. Il problema è
che nessuno riesce a tenere fede allo scopo originario della serie,
che continua dunque a perdere per strada quelli che erano i suoi
caratteri identitari. I risvolti soprannaturali degli ultimi due
episodi sembrano a tal proposito l’incipit di un’evoluzione che, se
verrà portata avanti, chiuderà definitivamente ogni legame con il
passato.
Sbrigativamente si potrebbe
addossare la colpa di tale “declino” a Netflix, ma la sensazione è
che sia in realtà Brooker ad aver perso la voglia di ricercare,
anticipare e analizzare le tendenze della società umana. L’ideatore
della serie sembra infatti essersi accomodato sulla volontà di
intrattenere in modo blando anziché scioccare e scuotere le
coscienze. Allo stesso tempo, il “problema” potrebbe essere
riconducibile – come già anticipato – al cambiare dei tempi, che
nel loro correre così in fretta hanno ormai reso gli schermi neri
parte integrante del nostro quotidiano. Black Mirror,
dunque, non può che prenderne atto e rivolgere altrove le proprie
attenzioni, con buona pace dei fan delle prime stagioni.
Black Mirror torna
su Netflix dopo una lunga assenza. Iniziato nel
2011 riscuote successo solo dopo il 2016 quando per la prima volta
viene prodotta una stagione dal colosso dello streaming. Si tratta
di una serie antologica che si concentra prevalentemente su storie
di fantascienza/mistero/thriller spesso cupe e che tendono a
commentare il rapporto dell’umanità con la tecnologia, sia che si
tratti di quella attuale che di quella futuristica che ancora non
esiste (ma che un giorno potrebbe esistere). Black Mirror
6 arrivato su Netflix il 15 giugno, come leggerete nella
nostra recensione, divide i fan.
Nella sesta
stagione, tuttavia, le cose sono un po’ diverse: gli
elementi fantascientifici sono stati ridotti in modo sorprendente.
Tre dei cinque episodi sono ambientati nel passato, uno sembra
essere nel presente e solo uno sembra essere futuristico. Un
cambiamento che è stato criticato dai fan della serie che da
qualche tempo sembra aver perso la sua reale attrattiva. Il tutto
si traduce in una stagione di Black Mirror
piuttosto strana, perplessa e a volte interessante, con i cinque
ultimi episodi classificati di seguito dal peggiore al
migliore.
Mazey Day 6×04
Già in un episodio della stagione
precedente si racconta il tema della celebrità e delle sue insidie.
In Mazey Day, quarto episodio di Black
Mirror 6, si ripercorre la stessa strada ma in modo
diverso così tanto da generare l’episodio meno incisivo della
stagione. Le cose iniziano abbastanza bene: la premessa incentrata
su un paparazzo a corto di soldi che viene incaricato di scattare
una foto a un’attrice problematica, poiché la stampa parla di una
sua possibile dipendenza. L’episodio è ambientato negli
anni Duemila e, sebbene non presenti elementi di
fantascienza, analizza i media, l’industria dell’intrattenimento e
il potere della tecnologia (in questo caso, delle fotografie) di
danneggiare in modo permanente la vita di una persona.
L’episodio di soli 40 minuti si
prende però il primo posto come episodio con il minutaggio più
breve della serie. La parte più contestata è il finale giudicato da
molti frettoloso e arrangiato, dà l’impressione che lo
sceneggiatore (Charlie
Brooker) non sapesse come concludere la storia in modo
adeguato.
Loch Henry 6×02
Loch Henry è il
titolo del secondo episodio di Black
Mirror 6. A differenza del precedente, in Loch Henry la
messa in scena dell’episodio lascia a desiderare ma il finale è
davvero devastante. L’episodio segue una giovane
coppia, Davis e Pia, che si reca in una piccola città
della Scozia dove Davis è cresciuto, con l’intenzione di girare una
sorta di documentario naturalistico. Ben presto, però, diventano
più interessati a realizzare qualcosa di diverso, dato che la
cittadina è nota per una serie di crimini avvenuti in passato.
Con Loch Henry è
evidente l’intento di mettere in discussione il modo in cui la
gente sembra morbosamente affascinata dai veri crimini, anche a
costo di trascurare ciò che vogliono i sopravvissuti o i parenti
delle vittime di un crimine. Non si tratta di nulla che non sia già
stato detto in precedenza, anche se alla fine da un punto di vista
interessante.
Joan Is Awful 6×01
Joan Is Awful torna
nel futuro distopico alla Black Mirror e cerca n
tutti i modi di portare avanti una denuncia alle
piattaforme di streaming che si vedrà anche in
altri episodi. Qusto primo episodio di Black Mirror
6 segue una donna di nome Joan. Una notte, scopre che un
servizio di streaming ha realizzato una serie televisiva sulla sua
vita che la fa sembrare peggiore utilizzando una Salma Hayek falsificata, l’intelligenza
artificiale e la CGI avanzata per avere un episodio per ogni giorno
della sua vita, che viene distribuito sulla piattaforma Streamberry
ogni notte.
Le domande sollevate da questa
premessa sono molte, e alcune spiegazioni
dell’episodio funzionano, mentre altre sembrano un po’ affrettate.
Verso la fine dell’episodio si arriva ad alcuni punti più profondi
e sconosciuti. Per il resto, però, non si tratta di un episodio dal
ritmo incalzante, con i primi 40 minuti che costituiscono un
Black Mirror di buon livello.
Beyond the Sea 6×03
Black Mirror 6 è
ricca di nomi importanti: ma Beyond the Sea è
probabilmente l’episodio più ricco di star, con la presenza di
attori del calibro di Aaron Paul, Josh Hartnett e Kate Mara. Sembra l’episodio più
cinematografico della sesta stagione, grazie a una durata di 80
minuti e alla necessità di molti effetti speciali, dato che
l’episodio è parzialmente ambientato nello spazio.
L’episodio è incentrato su due astronauti che
possono trasferire la loro coscienza in repliche sulla Terra e su
ciò che accade quando uno di loro perde la sua famiglia – e il suo
corpo replicato – in un orribile crimine simile a quello della
Manson Family.
Sfortunatamente, è proprio la durata
dell’episodio un punto negativo, poiché dopo una gloriosa prima
parte, la seconda sembra dilungarsi troppo rendendo la narrazione
troppo dispersiva. Aaron Paul è un punto di forza, alla fine
finisce per dover interpretare due personaggi, in un certo senso,
ed è facile capire che la conclusione avrebbe avuto un impatto se
fosse stata raggiunta prima.
Demon 79 6×05
È facile sentirsi in conflitto con
l’episodio finale di Black Mirror 6, Demon
79. È il più divertente del gruppo e presenta una vena di
umorismo dark che ricorda le divertentissime (ed estremamente
incasinate) stagioni pre-Netflix.
Come Beyond the Sea, è forse eccessivamente lungo
con una durata di 74 minuti, ma giustifica il superamento dell’ora
con una narrazione più incalzante. La premessa è intrigante e segue
una giovane donna alla fine degli anni Settanta
che viene apparentemente visitata da un demone che nessun altro può
vedere, il quale le dice che deve commettere tre omicidi in tre
giorni, altrimenti il mondo finirà.
Presenta alcuni degli umorismi e dei
commenti sociali che ci si aspetterebbe, ma non c’è nulla che
riguardi la tecnologia o la fantascienza, il che lo fa sembrare
forse troppo strano per un episodio di Black
Mirror. Sembra cinicamente legato a quest’ultima stagione
perché otterrebbe maggiore visibilità come presunto episodio di
Black Mirror, e non come film separato.
Ancora distopia, generata come
sempre dallo scontro tra l’essere umano e la tecnologia da lui
inventata. Black Mirror torna dal 5
giugno su Netflix con tre nuovi episodi, dove
ripropone le tematiche che l’hanno resa celebre. Eppure qualcosa
sembra cambiato ulteriormente nella serie ideata da Charlie
Brooker, la quale ha lentamente intrapreso una strada che
sembra averle fatto perdere, volontariamente o meno, le
caratteristiche e i toni assunti inizialmente con le prime
due stagioni.
I tre nuovi episodi sono intitolati
Colpendo le vipere,
Pezzettini e Rachel, Jack e
Ashley Too e presentano come sempre personaggi e
storie sempre nuove. Nel primo di questi due ex compagni di studi,
Danny (Anthony
Mackie) e Karl, si ritrovano a giocare in una versione
VR del loro videogioco preferito, ma le lunghe partite notturne
porteranno ad una scoperta inaspettata. Nel secondo, invece, un
autista di car sharing londinese scatena una crisi internazionale
quando rapisce un dipendente di una società di social media.
Infine, nell’ultimo episodio, un’adolescente solitaria è
ossessionata dalla bambola robot con le sembianze della sua pop
star preferita, Ashley O (Miley
Cyrus), mentre la vita della vera Ashley inizia a
sgretolarsi.
Tre episodi che sembrano
sintetizzare le principali tematiche della serie, dalla riflessione
sulle nuove possibilità di realtà offerte dalla tecnologia, alle
conseguenze sociali di queste, per finire con un ragionamento sulla
celebrità nel mondo contemporaneo. A cambiare è però il punto di
vista con cui ci si approccia a queste tematiche, e a partire dalla
terza stagione si è adottata un’idea sempre più antropocentrica,
che tende a rimettere in discussione la dialettica tra tecnologia e
uomo, con quest’ultimo apparentemente sempre più in grado di
ottenere un maggior controllo.
C’è infatti poco o nulla di “black”
nelle nuove puntate della serie, che sembrano così perdere questa
componente ma non quella di un didascalismo e di un moralismo
piuttosto superflui. Niente più pugno nello stomaco dunque, benché
le basi di partenza da cui si generano gli episodi rivelino
comunque, in alcune occasioni, interessanti spunti di riflessione.
Il più affascinante di questi è probabilmente quello posto
dall’episodio Colpendo le vipere, dove si
portano in scena le sempre più attuali novità tecnologiche del
mondo dei videogiochi, novità che possono portare ad una perdita di
contatto con la realtà in favore di qualcosa che reale e realistico
lo è solo virtualmente. L’episodio, sulla scia di San
Junipero, ci consegna un ritratto dolce, intimo e
malinconico delle relazioni nel mondo di oggi, e di come siano
evolute di pari passo con l’evolvere della società.
Più discutibili invece i successivi
due episodi. In Pezzettini si affronta il
rapporto con i social network, in un modo attuale ma forse un po’
banale. A sorreggere la puntata ci pensa però una messa in scena
serrata attraverso cui si costruisce una buona tensione, e delle
convincenti interpretazioni da parte dei protagonisti.
In Rachel, Jack e
Ashley Too, certamente l’episodio più debole della
stagione, è la sceneggiatura a percorrere sentieri e costruire toni
inconsueti per la serie, arrivando ad una conclusione che già non
fornisce più particolari idee. Si riflette sullo status della
celebrità, con alcune intuizioni affascinanti ma trattate con
scarsa incisività.
L’intrattenimento è garantito,
certo, e con esso una serie di immagini ammalianti e personaggi
sfaccettati, ma l’impressione è che Black
Mirror stia iniziando a ripetersi, senza più la forza
espressiva che caratterizzava i primi episodi. La serie non ha
necessariamente bisogno di restare ancorata alle caratteristiche di
un tempo, ma anzi un’evoluzione sembra necessaria. Se questa non è
supportata da idee originali e forti però, l’interesse destato
nello spettatore non avrà modo di evolversi con essa, finendo con
l’affievolirsi. Brooker, ad ogni modo, mira a concentrarsi sempre
più sulla componente umana, ricercando probabilmente in essa la
base da cui partire per una redenzione a cui tutti sembrano
aspirare.
La Warner Bros. ha
fissato la data di uscita del prossimo film di Johnny Depp, dal titolo
Black Mass: la pellicola uscirà al cinema
il 18 Settembre 2015. Nel cast di Black
Mass oltre Johnny
Depp compaiono anche Jesse
Plemons, Juno
Temple, Guy
Pearce,Joel Edgerton, Benedict
CumberbatcheDakota Johnson. A
dirigere la pellicola sarà Scott Cooper.
Il film sarà un adattamento
del bestseller del New York TimesBlack Mass: the
True Story of an Unholy Alliance Between the FBI and the Irish
Mob, scritto da Dick
Lehr e Gerland O’Neil,
due reporter del Boston Globe.
Diverse case di produzione hanno
cercato nel tempo di trarre una storia dalla vita del boss della
mafia di Boston Whitey Bulger, e adesso sembra che
finalmente si sia trovato il modo giusto di raccontare una figura
così nera e controversa della storia americana.
Capita, più spesso di quanto
possiamo pensare, che un personaggio, interpretato anche da un
attore famoso, venga completamente tagliato da un film in fase di
montaggio. È quello che è accaduto, di recente, a
Shailene Woodley in The
Amazing Spider-Man 2, oppure a Viggo
Mortensen e Billy Bob Thorton in
La Sottile Linea Rossa. La stessa sorte è
stata subìta da Sienna Miller in Black
Mass, presentato al Festival di Venezia lo scorso
venerdì, 4 settembre.
Durante un’intervista al Boston Global,
Scott Cooper, regista del film, ha spiegato i
motivi che lo hanno spinto a rimuovere Sienna
Miller – scelta per interpretare la ragazza di
Bulger, Catherine Greig – dal film.
“Era fantastica accanto a
Johnny, ma in fase di montaggio ho sentito la necessita di
restringere il fuoco della storia. Ho fatto quella scelta per
questioni narrative. Gli anni da fuggitivo di Bulger, con
l’inclusione di Catherine Greig, sembravano meno
drammatici”.
Durante l’attività stampa di
American Sniper, Sienna
Miller aveva addirittura dichiarato di aver seguito
lezioni e di essersi impegnata molto per perfezionare il suo
accento di Boston.
Di seguito potete vedere 37
immagini dal film, tra screen e foto dietro le quinte:
[nggallery id=735]
A dirigere il biopic sarà
Scott Cooper che potrà contare su un cast
sontuoso, composto anche da Benedict Cumberbatch nel ruolo
del fratello di Bulger, nientemeno che un senatore, Kevin
Bacon, Dakota Johnson, Sienna
Miller, Joel Edgerton, Jesse
Plemons e David Harbour. Se pochi giorni
fa era stata rilasciata la prima foto ufficiale, ora è la volta del
trailer del biopic drammatico che la Warner Bros distribuirà in
America il 18 settembre.
Black
Mass, adattamento per il grande schermo del saggio
dei giornalisti del Boston Globe Dick Lehr e Gerland O’Neil
(New York Times Black Mass: the True Story of an Unholy
Alliance Between the FBI and the Irish Mob) sarà lanciato in
occasione della stagione dei premi. Già si parla benissimo della
performance di Johnny Depp, che potrebbe così
rilanciare la sua carriera dopo prove opache in film che non hanno
ricevuto riscontri di critica e di pubblico.